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Periodico dell’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani - Emergenza Area CriticaDirezione: Via XX Settembre n° 98/E - 00187 Roma - Redazione: Via Ferrante Imparato n° 140 - 80146 Napoli - Spedizione in Abbonamento Postale - 45% - art. 2, comma 20/B - Legge 662/96 - Filiale di Napoli
MARZO - APRILE
Anno XXXV
2014
2
Lorenzin fa il bis
a pagina 3
Nella staffetta tra Enrico Let-ta e Matteo Renzi a Capo del Go-verno in pochi hanno mantenu-to il proprio incarico ma lei allafine ce l’ha fatta. Beatrice Loren-zin, sostenuta da praticamentetutte le sigle sindacali è prontaper il secondo mandato. Pattoper la Salute con gli stati generali,la vicenda Stamina e un anno permettere ordine nella Sanità sonole sue priorità.
OOSS in agitazione
a pagina 5
X Congresso SIARED 12-14 Maggio 2014
Tre giorni di intenso lavoro aspettano ipartecipanti al prossimo congresso SIAREDche si terrà dal 12 al 14 maggio a Catania,in Sicilia.
Tre giorni in cui si parlerà di tutte le no-vità della professione e si approfondirannoi temi più discussi senza dimenticarsi lo spa-zio per il confronto, un grande momento diformazione per gli Anestesisti Rianimatoriitaliani. Dieci corsi, due grandi macrotemi
a pagina 2
L’Intersindacale della Dirigenza Medica,Sanitaria, Tecnica e Professionale è inter-venuta a tutela della sanità pubblica e deiprofessionisti che lavorano nel settore conuna lettera indirizzata al Presidente delConsiglio, Matteo Renzi, ai Ministri della Sa-lute, Beatrice Lorenzin, e per la Semplifica-zione e la Pubblica Amministrazione, MariaAnna Madia, al Presidente della Conferenzadelle Regioni, Vasco Errani e al coordinatoredegli Assessori alla Salute, Luca Coletto.
Diversi i punti individuati nel testo pub-blicato integralmente a pagina 4. In partico-lare viene chiesto che il coordinamento traGoverno, Regioni e Parlamento produca rispo-ste esaustive almeno a cinque criticità: la leg-ge sulla responsabilità professionale; avviarela trattativa per il rinnovo del contratto di la-voro; riconoscere la peculiarità dei medici edirigenti sanitari; trovare una soluzione de-finitiva al problema del precariato in sanità;allineare il numero dei contratti di formazio-ne specialistica con quello dei laureati.
L’appello, che si conclude con una ri-chiesta di incontro urgente, è stato firmatodalle seguenti sigle sindacali: ANAAO ASSO-MED - CIMO-ASMD – AAROI-EMAC – FP CGILMEDICI – FVM – FASSID – CISL MEDICI – FE-SMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI - UILFPL MEDICI – AUPI – FP CGIL SPTA – UIL FPLFPTA – SINAFO – FEDIR SANITÀ – SIDIRSS -UGL MEDICI
Alle pagine 8-9 il programma staccabile da portare con voi a CataniaSalvaguardare il SSN
L’Intersindacaleal nuovo Governo
alle pagine 7-10
a pagina 4
Riforma Titolo V
Nella pagina “Previdenza&Giurisprudenza”ampio spazio alle sentenze degli ultimi 12 mesiin tema di responsabilità medica con un focusdedicato a quella più recente che riguarda l’one-re della prova.
Si parla inoltre della recente sentenza dellaCorte di Cassazione che chiarisce chi sono gli ExSpecializzandi che possono chiedere il risarci-mento del danno da inadempimento delle diret-tive n.82/76/Cee, riassuntiva delle direttiven.75/362/Cee e n.75/363/Cee.
Sul piano previdenziale c’è infine la notiziache i medici possono rimanere in servizio ancheoltre i 65 anni.
a pagina 13
Leggi e sentenzeIn servizio anche oltre i 65
Sanità RegionaleLe notizie dal territorio
a pagina 12
Anestesisti Rianimatori nel mondoL’esperienza di una Collega nella Repubblica Centrafricana
a pagina 14
(anestesia e dolore, anestesia e rianimazio-ne) e quattro workshop con una frequenzache può essere decisa liberamente dal par-tecipante.
L’appuntamento è per lunedì 12 maggioa partire dal primo pomeriggio. Il giorno piùdenso di appuntamenti è martedì 13 maggio.Ultime ma non meno importanti sessioni nel-la mattinata di mercoledì 14 maggio. Il pro-gramma è al centro del giornale.
Sotto la lente ci sono il Piemonte con il casodi condanna, confermata in appello, dell’Asl San-ta Croce e Carle di Cuneo per condotta antisin-dacale; la Puglia con la lettera che AntonioAmendola, Presidente AAROI-EMAC Puglia, hainviato ai quotidiani locali in materia di liste d’at-tesa; lo stanziamento che la Regione Lombardiaha fatto in favore della partoanalgesia per il2014; l’accordo tra Toscana ed Emilia-Romagnafinalizzato al miglioramento reciproco dei serviziin materia sanitaria; il Lazio e lo stanziamento di35milioni di euro della Giunta regionale per la-vori di manutenzione in particolare di ProntoSoccorso e Area Emergenza.
Le considerazioni di David DiLello, Presidente AAROI-EMAC Mo-lise, sul Titolo V della Costituzioneche, come sostiene nell’articolo apagina 4, “ha generato confusione,conflittualità per l’attribuzione dipoteri, paralisi nei processi decisio-nali, enormi difficoltà nel controllodella spesa pubblica e 21 SistemiSanitari differenti con evidenti dise-guaglianze tra le garanzie e i serviziofferti ai cittadini”.
Riconfermata al vertice della SaluteLa speranza di un ritorno allo Stato
Erano presenti oltre 250 Anestesisti Ria-nimatori all’Assemblea Nazionale dei SociSIARED che si è svolta lo scorso primo Marzoa Firenze.
Un appuntamento importante nel corsodel quale è stata ratificata la nomina diAdriana Paolicchi come Presidente SIARED esono state approvate le modifiche allo Statuto,pubblicato in versione integrale a pagina 10.
L’AAROI-EMAC vicina ai Ginecologi
SIARED NEWS
Alessandra Napoleone, Anestesista Rianimatoredella Sardegna, parla della sua esperienza conEmergency nella capitale della Repubblica Centroa-fricana.
“Emergency a Bangui ha un ospedale pedia-trico e gestisce la sala operatoria di un ospedalepubblico. La città fino a pochi mesi fa era tran-quilla poi è scoppiata la guerra. Ogni giorno -racconta - ci portano bambini colpiti da proiettilio feriti a colpi di machete. La situazione è moltobrutta. Si spara nelle strade, tutti si combattonoin un grande caos e noi operiamo senza poteruscire dall’ospedale”. Dopo un periodo in Italiatornerà in Africa “per stare vicino a chi soffre”.
Il 12 febbraio 2013 i Ginecologiscioperarono bloccando di fatto lesale parto italiane. A distanza di 12mesi tornano sugli stessi temi: messain sicurezza dei punti nascita e unalegge sulla responsabilità professio-nale per limitare il contenzioso me-dico legale. Accanto a loro anche leOrganizzazioni Sindacali AAROI-EMAC,CIMO ASMD, FESMED. All’interno il re-soconto della conferenza stampa e ledichiarazioni del Presidente Vergallo.
ANESTESISTA 2 2014 CON FOTO LORO_A 07/04/14 10:17 Pagina 1
Anno XXXV - Numero 2 - Marzo/Aprile 2014
2L’Intersindacale scrive a Renzi, Lorenzin, ErraniLa richiesta di un incontro urgente per salvare il Servizio Sanitario Nazionale
Di seguito la lettera inviata il 24 Marzo al Presidente del Consiglio, al Ministro della Salute, alMinistro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, al Presidente della Conferenzadelle Regioni, al Coordinatore Commissione Salute.
Negli ultimi anni la Sanità pubblica, come Scuola ed Enti Locali, ha costituito il bersagliopreferito di politiche di tagli ciechi e lineari, fino a mettere a rischio la sua sostenibilità eco-nomica e la stessa esigibilità del diritto alla salute. La Sanità è stata chiamata a contribuire alrisanamento economico con tagli, dalla Corte dei Conti quantificati in 31 miliardi nel periodo2010-2014, che hanno avviato un progressivo processo di asfissia del sistema e di riduzionedei servizi ai cittadini. Essere curati secondo i bisogni costituisce un limite etico, civile esociale invalicabile che è oggi fortemente minacciato e, da qualche parte del nostro Paese, giàtravalicato, mettendo a rischio di tracollo il sistema di welfare con la sanità nel ruolo di caproespiatorio e laboratorio ove si sperimentano ricette privatistiche di uscita dalla crisi.
Tale involuzione regressiva ipoteca anche il futuro della nostra vita professionale, ral-lentando lo sviluppo della moderna medicina, della ricerca, della innovazione, della forma-zione, della sicurezza. Essa porta con sé tagli anche a chi opera in nome e per conto delloStato, tutti i giorni e tutte le notti, a difesa di un bene tutelato dalla costituzione, peggio-randone le condizioni di lavoro. Milioni di ore non pagate, ritmi e carichi che mettono arischio la sicurezza delle cure, una riforma delle pensioni che non considera la diversa faticadei differenti lavori costringendo le donne della sanità, impegnate oltre i 60 anni in turninotturni e festivi, ad andare in quiescenza dopo meno stressanti lavori privati, un bloccodelle assunzioni che priva di futuro una generazione ed incentiva l’abuso di contratti atipicidivenuti sacche di “precariato stabile”.
Nella catena decisionale delle organizzazioni sanitarie, i professionisti sono un merofattore produttivo, alla stregua delle loro apparecchiature. Chiamati a pagare, con i cittadini,i costi della ristrutturazione e lasciati in prima linea a reggere il fronte di una domandacrescente e complessa, con risorse decrescenti, facilmente esposti alla delegittimazione so-ciale. Ed a sopportare la crescita del contenzioso civile e penale che sollecita comportamentidifensivi, costosi e pericolosi. Mentre il conflitto istituzionale tra Stato e Regioni rende palesile ambiguità della legislazione concorrente ed il fallimento di un federalismo imperfettoche aumenta le diseguaglianze, priva larghe fasce di popolazione dei LEA, declina un dirittouno e indivisibile in 20 modi diversi. Il rinnovato Titolo V della Costituzione ha determinatola rottura della unitarietà del servizio sanitario nazionale legando appropriatezza e sicu-rezza delle cure al luogo di residenza. ineludibile che la promessa revisione costituzionalenon escluda la sanità, dando certezza a livello nazionale sulla potestà legislativa necessariaper la garanzia dei livelli essenziali di assistenza, compreso il fabbisogno del personale,nonché sui finanziamenti adeguati, con il superamento di sprechi localistici e fenomenicorruttivi.Condannare la sanità pubblica a non reggere l’onda d’urto della crisi e ad esserespazzata via, come in Grecia ed in Spagna, significa incidere sullo stesso grado di civiltà diun Paese, come la vicenda greca dimostra. Ma si tutela il sistema delle cure se si tutela chiquelle cure è chiamato ad erogare. Non sarà possibile mantenere un Sistema Sanitario equo,solidale ed universalistico, se i professionisti del Servizio Sanitario vengono sconfitti neipropri valori etici e deontologici, ridotti ad ingranaggi di un apparato che continua a sca-ricare su di loro l’insostenibile obbligo di continuare a colmare il vuoto tra le attese dei cit-tadini e le risorse a disposizione.
Si tratta, come vede, di temi prioritari per la tenuta del Sistema Sanitario, che al nuovoGoverno chiedono segnali positivi, un inequivocabile riconoscimento della centralità delSSN pubblico come strumento imprescindibile del diritto alla salute, il solo che la Costitu-zione definisce fondamentale. Da un tale dibattito non possono, comunque, essere esclusii professionisti, sul lavoro dei quali si basano tale centralità e tale diritto.
Chiediamo che il coordinamento tra Governo, Regioni e Parlamento produca risposteesaustive almeno a cinque criticità, sollevate da tempo, operando per:
1. accelerare l’approvazione di una legge sulla responsabilità professionale, perrestituire agli ospedali situazioni di maggior sicurezza e ai medici serenità di curare incondizioni di lavoro migliori. La perdurante assenza di una legislazione specifica alimenta,infatti, una medicina difensiva che porta via dal sistema salute ingenti risorse, valutate inoltre 10 mi-liardi di euro all’anno, a discapito di cittadini e medici e a vantaggio dei sistemiassicurativi, di studi legali e pseudo legali;
2. consentire lo svolgimento delle procedure contrattuali eliminando anche peril SSN, come già fatto per altre categorie del pubblico impiego, quali gli insegnanti e le forzedi sicurezza, l’estensione al 2014 degli effetti dell’art. 9, comma 1, 2 e 2 bis, della leg-ge122/2010, previa ridefinizione delle aree di contrattazione. Mantenere questi effetti de-termina, di fatto, un rinvio a tempo indeterminato della contrattazione, anche di quellaintegrativa periferica che non necessita di risorse aggiuntive, bloccata dal 2009, mentre èpartito il rinnovo delle Convenzioni per i Medici di Medicina Generale, Pediatri e Specialistiambulatoriali. La crisi economica non può diventare un alibi per una fuga da un confrontoamplificando ed incatti-vendo un quadro già drammatico per cittadini ed operatori;
3. riconoscere la peculiarità della dirigenza medica e sanitaria, valorizzandonela progressione di carriera, i metodi di valutazione, le attribuzioni funzionali, tenendoconto delle sue specificità, derivanti non solo da un percorso formativo, di lunga durata edalta specialità, ma, soprattutto, da un'attività che richiede elevate competenze tecnico-pro-fessionali con responsabilità di natura gestionale legate a processi decisionali di natura cli-nico-assistenziale;
4. garantire una soluzione strutturale del problema del precariato in sanità, anche conla pubblicazione del DPCM in preparazione. L’abuso di contratti atipici per sostenere una do-manda di salute non comprimibile, ha allargato oltre misura il numero di medici costretti alavorare in perduranti condizione di instabilità, privati di diritti e di futuro, impegnati in at-tività istituzionali sotto una spada di Damocle che minaccia la stessa continuità delle cure;
5. allineare il numero di contratti di formazione specialistica con quello dei lau-reati, cambiando anche il paradigma della formazione medica attraverso il recupero delruolo e della funzione professionalizzante del SSN. Oggi restano al palo le speranze dei gio-vani per una occupazione consona ad un lungo periodo formativo ed alle loro capacita e siaccentua la discrasia con il mondo del lavoro, uno scollamento tra sistema universitario eservizio sanitario, alimentando il paradosso di Medici laureati in Italia, a spese della col-lettività, che poi vanno a lavorare all'estero o alimentano bacini di nuova disoccupazione.
Nel giudizio dei medici e dirigenti dipendenti del SSN sulla volontà e capacità del SuoGoverno di valorizzare nei fatti la sanità pubblica, conteranno anche parole e fatti che noneludano le questioni che poniamo. Per l’insieme delle motivazioni esposte le sottoscritte Or-ganizzazioni Sindacali chiedono un incontro urgente con le SS.LL.
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ANESTESISTA 2 2014_A 03/04/14 16:24 Pagina 2
Anno XXXV - Numero 2 - Marzo/Aprile 2014
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UE: i medici italiani lavorano troppoItalia deferita dalla Corte di Giustizia Europea per non aver recepito correttamente la Direttiva sull’orario di lavoro
Alla fine l’Italia è stata deferita alla Corte diGiustizia Europea per non aver recepito la Dirett-va sull’orario di lavoro (Direttiva 2003/88/CE).
Eppure lo scorso Maggio la CommissioneEuropea aveva inviato un parere motivato avver-tendo che se non ci fossimo messi in regolaavremmo appunto rischiato di essere deferiti.
Ancora oggi, invece, in Italia numerosi dirittifondamentali stabiliti nella Direttiva sull’orariodi lavoro, quali la durata media dell’orario set-timanale limitata a 48 ore e un periodo minimodi riposo giornaliero di 11 ore, non vengono ri-spettate.
C’è da sottolineare comunque che alcuniaspetti della Direttiva restano lacunosi e nellospecifico:
a) non viene chiarito quale sia la durata mas-sima del turno di lavoro;
b) non esplicita in forma chiara che anchela pronta disponibilità debba essere consideratacome lavoro;
c) non chiarisce per quante settimane si pos-sa superare le 48 ore ed entro quale tempo pos-sa essere recuperato.
Di seguito le considerazioni di ArturoCitino, Presidente AAROI-EMAC Piemonte-Valle d’Aosta
La DIRETTIVA 2003/88/CE DEL PARLAMEN-TO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 4 novem-bre 2003 concernente taluni aspetti dell’orga-nizzazione dell’orario di lavoro sancisce al-cune norme per la cui carenza l’Italia è statadeferita alla Corte dell’Unione Europea
Ritengo utile esaminare nello specifico ta-le Direttiva per evidenziarne le interpretazio-ni possibili e l’effettiva applicabilità anche alfine di ottenere chiarezza nell’affrontare ilproblema in forma risolutiva per chi affron-terà la revisione delle nostre norme per ade-guarvisi.
Gli articoli della Direttiva di maggiore cri-ticità riguardano il Riposo giornaliero (art.3),la Durata massima dell’orario di lavoro(art.6), la Durata del lavoro notturno (art.8),la Pausa (art.4).
Esaminando l’art.3 (Riposo giornalie-ro): gli Stati membri prendono le misure ne-
cessarie affinché ognilavoratore benefici,nel corso di ogni pe-riodo di 24 ore, di unperiodo minimo di ri-poso di 11 ore conse-cutive.
Si evidenziano va-ri dubbi interpretativinella gestione praticadella turnistica del-l’orario di lavoro ren-dendolo di difficileapplicazione e nellospecifico:
1) ARCO TEMPO-RALE - non è specifi-cato se il periodo di24 ore sia da com-
Cottarelli scioglie la prognosi: ecco tutti i tagliIl Commissario Straordinario alla Spending Review ha presentato il suo piano ma il MinistroLorenzin rilancia ulteriormente, convinta che la Sanità abbia una grande occasione di crescita
Tre miliardi in tre anni: 300 milioni nel 2014; 800 milioni nel2015 e 2 miliardi nel 2016. Esclusa la spesa per beni e servizi pe-rò, sulla quale le razionalizzazioni seguiranno un’altra strada. IlCommissario Straordinario per la spending review, Carlo Cottarelliha messo le carte in tavola. “Il sistema sanitario nazionale è so-stenibile - ha spiegato lo stesso Cottarelli durante un’audizione incommissione Bilancio alla Camera nel corso della quale ha defi-
nito soft i tagli relativi al capitolo sanitario -, non credo sia ne-cessario alcun cambiamento radicale sulla sanità, in percentualei risparmi del mio piano sono abbastanza contenuti. Non c’è darivedere il sistema. Ci vuole un’azione di risparmio e di efficien-tamento dei servizi e lo strumento per migliorare l’efficienza inalcune regioni è l’introduzione e l’allargamento dei costi stan-dard”. Ma se la sanità non ha subito grossi traumi, è la pubblica
amministrazione che piange conuna previsione di 85mila esuberial 2016 anche se la prima stimava affinata sulla base delle effet-tive riforme (gli eventuali esube-ri potrebbero essere riassorbiticon la mobilità). Altre voci rile-vanti sono quelle degli stipendidei dirigenti Statali, che contri-buiranno con tagli dall’8 al 12%.
Proprio nel momento in cuiMister Spending Review lavoravaalla presentazione del suo pianotagli, il Ministro Beatrice Loren-zin rilasciava un’intervista alquotidiano La Repubblica in cuisosteneva che in sanità il rispar-mio potrebbe in realtà essereben più alto di quanto scrittosulle tabelle di Cottarelli. Le ta-belle parlano di un taglio di3mld di euro per il solo settoredella sanità ma, ha dichiarato ilMinistro, “con le Regioni abbia-mo intenzione di ridurre glisprechi in sanità per un totale di
ben oltre tre miliardi di euro”. Parte dei risparmi Lorenzin e leRegioni vorrebbero recuperarli eliminando i ricoveri inappro-priati e quanto risparmiato potrebbe essere reinvestito per finan-ziare i nuovi LEA. Circa 2mld servirebbero poi per le infrastrutturee parte degli euro risparmiati potrebbero essere utili per rivedereil blocco del turn over nelle Regioni in piano di rientro.
Il Ministro alla Salute Beatrice Lorenzin in questi giorni sta af-frontando i tavoli del Patto della Salute insieme alle amministra-zioni locali con più serenità grazie alle parole pronunciate da Mat-teo Renzi alcuni giorni fa, che rassicuravano sul fatto che i taglialla sanità sarebbero rimasti alla sanità.
“È una grande occasione - ha detto a La Repubblica - per ri-mettersi in piedi. Poter reinvestire nel nostro sistema vuol direnon pesare sulle casse dello Stato. Adesso dobbiamo tutti avere ilcoraggio di recuperare risorse per fare investimenti. E, dobbiamoeliminare gli sprechi”.
Il Ministro è sicura di avere ampio spazio di manovra soprat-tutto per quello che riguarda l’acquisto di beni e servizi. “Se fac-ciamo delle centrali uniche, regionali, per comprare dai fornitorie magari rinegoziamo alcuni contratti - spiega - possiamo recu-perare tra il 10 e il 15% di quanto spendiamo per gli acquisti. Sitratta di diversi miliardi di euro. Questi soldi li reinvestiremo intecnologie”. Con l’e-health a regime, invece, “cioè l’informatiz-zazione del sistema sanitario” si potrebbero risparmiare 7mld.
Lorenzin parla anche di ticket che deve essere più equo maanche più onesto: “l’idea di partenza è quella di arrivare a un si-stema più equo. Vanno aiutate le fasce che oggi sono in difficoltà,come i disoccupati o le famiglie con tanti figli, che devono pagarepoco o essere esentati. Allo stesso tempo però va recuperata partedell’evasione. Nel nostro paese l’esenzione dal ticket tocca il 50%con punte dell’80 in certe Regioni. Dobbiamo recuperare risorsefacendo pagare il ticket a chi può permetterselo, per sollevare chiè in difficoltà.
SPECIALE Spending Review
pausa dopo le 6 ore non chiarendo ancora sepossa essere ripresa come attività lavorativa(e di che tipo) dopo la pausa e per quantotempo.
Dalla disamina della varie problematichechiunque abbia esperienza di gestione dellaturnistica in una Unità operativa evidenziafacilmente le enormi difficoltà applicative purnel rispetto della doverosa necessità del riposodei lavoratori.
Occorre sicuramente affrontare il proble-ma in quanto in molte situazioni è necessariorivedere i carichi di lavoro dei colleghi manon è possibile affrontare l’argomento in for-ma così lacunosa lasciando al gestore dellaturnistica una impossibile quadratura delcerchio.
Un’ultima riflessione ritengo sia necessa-ria e riguarda il dubbio sulla reale applicazio-ne di tali norme negli altri paesi europei concriticità simili alle nostre. Non comprendo, secosì fosse, il deferimento della sola Italia allaU.E..
Non condivido l’approvazione “sic et sim-pliciter” di tale deferimento alla U.E. ma, alcontrario, auspico un coinvolgimento delleassociazioni professionali nella stesura di re-gole chiare che garantiscano operatori e pa-zienti nel rispetto reciproco.
prendere la giornata intera (dalla mezzanot-te alla mezzanotte) rendendo, in tal caso, il-leciti i turni mattina e notte o se si possaprendere in esame un periodo diverso.
2) ATTIVITÀ IN PRONTA DISPONIBILITÀ -essendo previsto all’art.2:
- «orario di lavoro»: qualsiasi periodo incui il lavoratore sia al lavoro, a disposizionedel datore di lavoro e nell'esercizio della suaattività o delle sue funzioni, conformementealle legislazioni e/o prassi nazionali;
- «periodo di riposo»: qualsiasi periodoche non rientra nell'orario di lavoro;
non è chiaro se i periodi trascorsi in pron-ta disponibilità (periodo a disposizione deldatore di lavoro) debbano essere valutati conanalogo peso rispetto ai turni in servizio esi-gendo anch’essi un analogo periodo di riposodi 11 ore ogni 24.
3) DURATA MASSIMA DI TURNO DI LAVORO- è da prevedere quale sia la durata massimadi un turno di lavoro continuativo (anche secon la pausa dopo le 6 ore) e, di conseguenza,la liceità o meno di effettuare turni di 12 ore.
Il combinato disposto dell’art.6 - “ladurata media dell’orario di lavoro per ogniperiodo di 7 giorni non superi 48 ore, com-prese le ore di lavoro straordinario” conl’art.16 comma b “per l’applicazione dell’ar-ticolo 6 (durata massima settimanale del la-voro), un periodo di riferimento non supe-riore a quattro mesi” - evidenzia una note-vole criticità applicativa rendendo di fattoelevate il numero delle settimane (conti-nuative o meno) che possono giungere a 48ore, non chiarendo peraltro entro quantotempo è necessario ottenere un recuperoorario rispetto alle 38 ore che il nostro CCNLsancisce.
Un’ultimo passaggio di difficile applica-zione è evidenziata all’art.4 (Pause) chedemanda alla contrattazione collettiva la lo-ro gestione anche se sancisce l’obbligo di
Ddl OmnibusDecreto Lorenzin:
iter al viaa Palazzo Madama
Il Ddl Lorenzin (il cosiddetto DecretoOmnibus) è arrivato in Parlamento doveinizia l’iter di approvazione a partire dallaCommissione Sanità del Senato. Nei 26articoli, insieme al riordino degli ordiniprofessionali anche la sperimentazioneclinica dei medicinali per uso umano, lasicurezza alimentare e del benessere ani-male, la promozione della prevenzione.
ANESTESISTA 2 2014_A 03/04/14 16:24 Pagina 3
Anno XXXV - Numero 2 - Marzo/Aprile 2014
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Formazione ECM
Sono circa un milione gli operatori della sanità coinvolti nel progettoECM, la formazione continua nelle professioni sanitarie, che parte mentreapproda ufficialmente in Senato il decreto Lorenzin che contiene anchela riforma degli ordini professionali della sanità (al vaglio c’è la possibilitàdi realizzare un unico ordine per tutti suddiviso al suo interno in diversicollegi rappresentativi di ogni professionalità). Due novità che, in futuro,correranno insieme, sinergicamente. Ordini, Collegi e Associazioni sa-ranno, infatti, tutti coinvolti nel governo della certificazione e attestazionedei crediti ECM.
Uno strumento chiave della formazione sarà il “dossier formativo”:una specie di portfolio che accompagnerà il professionista durante tuttala sua carriera. Il dossier sarà composto in autonomia e sarà uno stru-mento dinamico che raggrupperà i principali obiettivi formativi del pro-fessionista. Ogni professionista iscritto ai relativi organismi si troverà in-serito in una grande banca dati delle professioni sanitarie gestita dal Co-Geaps, il consorzio di gestione dell’anagrafe delle professioni sanitarie.Il nuovo progetto ECM, dopo una fase di sperimentazione e assestamento,consentirà di valorizzare al meglio il percorso del professionista nel con-seguimento del suo fabbisogno formativo. Dopo la sperimentazione il si-stema di formazione continua è diventato un rapido strumento di verificadell’aggiornamento costante del professionista. In arrivo ora anche l’ul-timo tassello ovvero la capacità cioè di verificare anche la coerenza, oltrela costanza, della formazione, rispetto alle competenze del singolo pro-fessionista.
Il nuovo sistema ECM ad oggi è l’unico in Europa a coinvolgere tuttele professioni sanitarie ed è un esempio guardato con attenzione ancheda altri paesi in prospettiva della direttiva europea che entro il 2016 per-metterà la libera circolazione dei professionisti anche sanitari.
Si chiama Dovesalute.gov.it ed è il sito realizzato dal Ministero dellaSalute che permette ai cittadini di consultare facilmente le informazionisui servizi e le attività svolte dalle strutture sanitarie. Già ribattezzato Tri-pAdvisor della sanità, il sito sarà costantemente implementato nel tempo.
“Finalmente - ha detto il Ministro Lorenzin - si concretizza un progettoa cui tenevo molto che ci consente di fare un ulteriore passo in avanti nellatrasparenza e nell’informazione attraverso l’open data delle strutture sa-nitarie. Nel sito i cittadini potranno inserire nel motore di ricerca il nomedella malattia alla quale sono interessati e la loro città di residenza, otte-nendo informazioni sugli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientificopiù vicini dove si cura la patologia. Potranno inoltre fare commenti suiservizi di cui hanno usufruito nella struttura sanitaria ed esprimere il lorogradimento, che si concretizzerà in stelline gialle che si evidenzieranno aseconda del giudizio espresso (scarso, buono, ottimo, ecc). Oggi nel sitoè possibile trovare tutte le informazioni che riguardano gli Irccs, ma speroche le Regioni ci daranno presto i dati su tutte le strutture sanitarie italianee sui servizi territoriali e ambulatoriali (medici di medicina generale, far-macie, hospice, guardia medica, ecc.) per ampliare sempre di più l’infor-mazione. Insomma, abbiamo aperto una porta importante sia per i cittadiniche per le strutture sanitarie: per i primi perché avranno a disposizioneinformazioni attendibili provenienti dal ministero, per le seconde perchérendersi più trasparenti significa anche rendersi più competitive”. Un aspet-to quest’ultimo piuttosto importante anche alla luce del recente recepi-mento della Direttiva sull’assistenza sanitaria transfrontaliera.
Secondo il Ministro questo sito rappresenta “una rivoluzione che por-terà a un vero e proprio cambio culturale”.
Dovesalute.gov.itÈ partito il TripAdvisor della Sanità
È in arrivo il “Dossier formativo”
Una sala operatoria in mezzo alle persone,con tanto di medici anestesisti pronti a rispon-dere alle domande dei cittadini. È la campagnaSICURA, in piazza lo scorso 1° marzo su inizia-tiva di SIAARTI, Società italiana di anestesia, anal-gesia, rianimazione e terapia intensiva e con ilPatrocinio dell’AAROI-EMAC, con l’obiettivo disviluppare fiducia nelle persone che devono sot-toporsi ad interventi chirurgici e che si affidanoin primo luogo agli anestesisti rianimatori.
I medici, dalle principali piazze italiane, han-no ricordato ai cittadini che l’anestesista, persemplificare e fare arrivare il messaggio, è il me-dico che si trova sempre vicino al malato e checontrolla in ogni momento il battito cardiaco, lapressione e la respirazione, e che esiste un de-calogo della sicurezza: “grazie alla checklist glianestesisti hanno contribuito in modo determi-nante a ridurre il numero delle complicanze chenegli ultimi anni sono scese dall’11% all’8%”.
Sono cinque le raccomandazioni principaliche la Siaarti suggerisce per la sicurezza del pa-ziente in sala operatoria: checklist per prevenireeventi intra e postoperatori; protocolli per evita-re infezioni; igiene delle mani accurata; chiaraterminologia e profilassi delle trombosi venose.
La campagna SIAARTI
La tutela della salute tra sussidiarietà e solidarietà
Considerazioni sul Titolo VLa nostra Costituzione all’art.32 “tutela la salute come fonda-
mentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” e la Leggen° 833 nel 1978, che istituì il Servizio Sanitario Nazionale, recepìquesto dettato costituzionale prevedendo un sistema generalizzatoe uniforme che avrebbe, almeno in teoria, dovuto garantire le stesseprestazioni a ogni cittadino sul tutto il territorio nazionale, dele-gando, comunque, alcune funzioni alle Regioni.
Successivamente con le Leggi n° 502/1992 e n° 229/1999 alle Re-gioni furono conferite funzioni di maggior rilevo nel campo dellaprogrammazione sanitaria, nel finanziamento e nel controllo delleattività delle Aziende Sanitarie, in nome dell’affermazione del prin-cipio di sussidiarietà, che ebbe la sua massima espressione nell’anno2001 con la riforma del Titolo V della Costituzione e successivamentecol Decreto Legislativo del 6 maggio 2011, n. 68.
Il risultato che ne è conseguito è noto ed ha generato confusione,conflittualità per l’attribuzione di poteri (per esempio tra Stato eRegioni), paralisi nei processi decisionali, enormi difficoltà nel con-trollo della spesa pubblica e 21 (considerate le Provincie Autonomedi Trento e Bolzano) Sistemi Sanitari differenti e con evidenti dise-guaglianze tra le garanzie e i servizi offerti ai cittadini.
Quest’ultima affermazione è ancor più vera se si legge il rapportoIstat 2014 “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui vivia-mo” in cui, nella parte riguardante la mobilità ospedaliera, è ripor-tato: “l’emigrazione regionale per ricovero: un fenomeno diffuso inalcune regioni del Mezzogiorno. Il fenomeno della mobilità ospeda-liera interregionale è particolarmente rilevante sia in termini quan-titativi, sia perché riguarda quei pazienti che, per motivi di varia na-tura, si ricoverano in una regione diversa da quella di residenza... Inaltri casi le motivazioni sono legate alle condizioni di salute e quindialla necessità di usufruire di prestazioni di alta specializzazione nonerogate dalla propria regione o alla maggiore fiducia nei servizi ospe-dalieri di altre regioni. I principali poli di attrazione sono concentratinelle regioni del Centro-Nord.” La modifica del citato Titolo V, che in-tendeva maggiormente affermare, mutuandolo dagli Stati federali, ilprincipio di sussidiarietà nella nostra Costituzione, modificando laripartizione delle competenze tra Stato e Enti pubblici territoriali (Co-muni, Province, Città metropolitane e Regioni), riconoscendo loroautonomia finanziaria, oggi viene rimessa in discussione, soprattuttoper esigenze di controllo della spesa pubblica, volendo restituire allalegislazione esclusiva dello Stato alcune materie che erano preceden-temente competenza della legislazione concorrente.
Sembra, infatti, che il principio di sussidiarietà sia stato inter-pretato ed applicato, presupponendo l'esistenza di una contrappo-sizione conflittuale tra i diversi livelli di governo, come strumentoper minimizzare gli interventi, soprattutto di natura fiscale, delloStato nei confronti delle comunità locali. In questi giorni la que-stione è oggetto del dibattito politico e sembra investire il coordi-namento della finanza pubblica, i trasporti, l'istruzione, il commer-cio con l'estero e il settore dell'energia, ma non la sanità.
È, invece, auspicabile che questo processo di revisione della ri-partizione delle competenze tra i vari livelli di governo coinvolgaanche la tutela della salute; gli anni di commissariamento delle Re-gioni in Piano di Rientro, infatti, null’altro sono stati che l’affer-mazione della “clausola di supremazia” dello Stato presente negliordinamenti di tipo federale.
L’impressione, tuttavia, è che questa clausola sia stata esercitatain tema di salute dallo Stato nei confronti di quelle Regioni “ina-dempienti” al solo fine di contenere la spesa pubblica e non anchedi rendere più uniforme, efficiente e di qualità la rete assistenziale.
Negli ultimi anni, infatti, si sono abbattuti ripetutamente taglia cui però, in molti casi, non è seguita nessuna organizzazione chereinterpretasse in chiave moderna ed efficiente il Sistema Sanitariodelle Regioni in difficoltà.
È, dunque, necessario che il principio di sussidiarietà venga in-terpretato dallo Stato anche in chiave di tutela e di appoggio neiconfronti di quelle Istituzioni “minori” (Regioni, Comuni) che han-no dimostrato di non farcela da sole, senza prevaricazioni, ma com-plementandolo con quello di solidarietà. Quest’ultimo principio nondovrebbe essere inteso come esclusiva erogazione di aiuti in terminieconomici, ma anche come supporto, che si auspica temporaneo,in termini di progettualità e di organizzazione, ridefinendo, conspirito di supplenza, un nuovo rapporto tra lo Stato e gli Enti pub-blici territoriali, in particolare con quelli in difficoltà.
Non si tratterebbe di un nuovo centralismo burocratico, ma delriconoscimento della prevalenza dello Stato, in caso di conflitti congli Enti locali dovuti ad inefficienze e/o sprechi, necessario a mini-mizzare richiami di tipo clientelare e localistici che spesso sono pro-duttori di facili consensi elettorali, ma disastrosi sotto il profilodell’efficienza della pubblica amministrazione, della spesa e del benecomune.
In conclusione ricordo l’enciclica “CARITAS IN VERITATE” in cuiPapa Benedetto XVI afferma: “ Il principio di sussidiarietà va man-tenuto strettamente connesso con il principio di solidarietà e vice-versa, perché se la sussidiarietà senza la solidarietà scade nel parti-colarismo sociale, è altrettanto vero che la solidarietà senza la sus-sidiarietà scade nell’assistenzialismo che umilia il portatore di bi-sogno.”
David Di LelloPresidente AAROI-EMAC Molise
SICURA
Beatrice Lorenzin è stata confermata Ministrodella Salute nel Governo Renzi. Smentite quindi levoci della vigilia che andavano dal cambio al ver-tice del Ministero all’accorpamento del Dicasterodella Salute con quello del Lavoro. La notizia è sta-ta accolta con soddisfazione dalla maggior partedegli addetti ai lavori e dei sindacati.
“L’AAROI-EMAC - ha scritto il Presidente Ales-sandro Vergallo in occasoone del giuramento - ap-prende con favore, apprezzamento, e fiducia, laconferma del Ministro Lorenzin alla Salute. Confavore perché infondate si sono rivelate, alla fine,le voci di un riaccorpamento del Dicastero inquello del Welfare, come avvenuto improvvida-mente in passato. Con apprezzamento perché ilsuo operato, finora, ha dimostrato che le miglioricompetenze e capacità di un Ministro sono poli-tiche, più che “tecniche”, come peraltro, a lorotempo e in modo biunivoco, hanno riprovato al-cuni precedenti. Con fiducia perché Lorenzin, conil suo staff, si è resa disponibile ad ascoltare le no-stre esigenze fin dal suo primo insediamento: ol-tretutto, a dialogo iniziato, non cambiare inter-locutore consente di non subire l’azzeramento delpercorso già tracciato su problematiche per noiessenziali, come il rinnovo del contratto, lo sbloc-co del turn over, la responsabilità professionale”.
“Patto per la Salute entro marzo con gli statigenerali, la vicenda Stamina e un anno per mettereordine nella Sanità”, sono state le prime parole acaldo del Ministro dopo il secondo giuramento.
Lorenzin 2Confermata alla Salute
ANESTESISTA 2 2014_A 03/04/14 17:19 Pagina 4
Anno XXXV - Numero 2 - Marzo/Aprile 2014
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In Italia sono 128 le strutture che effettuano meno di 500 parti l’annoAl primo posto la Campania (21), a seguire Sicilia (19), Puglia e Lazio (10), Lombardia e Sardegna (9)
Ad un anno esatto dallo sciopero dei Ginecologi che lo scorsoanno bloccò le sale parto, il 12 Febbraio si è svolta a Roma unaconferenza stampa che ha voluto porre nuovamente l’attenzionesulle questioni che avevano spinto alla mobilitazione: messa in si-curezza dei punti nascita e una nuova legge sulla responsabilitàprofessionale per limitare il contenzioso medico legale.
Al Tavolo erano presenti le Società Scientifiche SIGO, AOGOI,AGUI, AGITE, AIO, ACOI, CIC e le Organizzazioni Sindacali AAROI-EMAC, CIMO ASMD, FESMED. Tutte le sigle, attraverso la voce deirispettivi Presidenti, hanno concordato sul fatto che, ad un annodi distanza, non sono stati fatti passi in avanti.
Per questo motivo i ginecologi e le ostetriche hanno procla-mato lo stato di agitazione e si si sono dichiarati pronti ad un nuo-vo sciopero nazionale se Parlamento, Governo e Regioni non da-ranno risposte adeguate. A tale posizione ha aderito anche l’AA-ROI-EMAC.
“Sono tre gli obiettivi fondamentali a cui puntiamo perqualificare la sanità italiana - ha esordito Vito Trojano, Pre-sidente AOGOI -: la rivisitazione della colpa medica, l’obbli-gatorietà dell’assicurazione aziendale e la rivisitazione del ri-schio clinico. Questioni cui dare risposte immediate, se vo-
gliamo rendere competitiva la sanità italiana anche a livelloeuropeo, soprattutto ora che l’adeguamento alla direttiva eu-ropea sulla medicina transfrontaliera apre nuove opportunitàper i professionisti e per i pazienti. Dobbiamo quindi adottaremisure adeguate ad assicurare un’assistenza qualificata e ga-rante anche dell’operatività del medico stesso”.
“Le criticità relative all’area materno infantile generatedalla mancata applicazione del Piano nazionale per i Puntinascita e le problematiche relative alla responsabilità profes-sionale medica sono questioni imprescindibili per una sanitàdegna di un Paese civile - ha proseguito Paolo Scollo, Presi-dente SIGO -. Questioni sulle quali è mancato un interventodeciso da parte delle istituzioni, nonostante abbiano ricaduteimportantissime sull’assistenza ai pazienti e sul lavoro deimedici.
In ballo c’è la sicurezza di mamme e bambini, ma in generaledi tutti i pazienti che si rivolgono a strutture che non sono ade-guatamente attrezzate per affrontare le urgenze e nelle quali i me-dici e i professionisti sanitari sono costretti ad operare in condi-zioni di rischio, “senza il paracadute” delle moderne tecnologiee talvolta, anche senza le apparecchiature indispensabili per unamoderna medicina. Tutto questo impedisce ai professionisti di
Responsabilità Professionale e Punti NascitaL’AAROI-EMAC in conferenza stampa con le sigle che il 12 Febbraio 2013 bloccarono le sale parto
operare al meglio e con la dovuta serenità, esponendoli ai con-tenziosi medico-legali favorendo il diffondersi della medicina di-fensiva e non solo. “Già la sola medicina difensiva comportadei costi inutili che si aggirano intorno ai 13-15 mld - ha spie-gato Nicola Surico, Presidente Collegio Italiano dei Chirurghi-, a questo fenomeno ora si è aggiunto un sempre più frequen-te ricorso alla medicina astensiva, con il medico che si rifiutadi eseguire operazioni giudicate troppo rischiose anche per ilfatto che molte strutture ospedaliere non hanno una coperturaassicurativa”.
Durante l’ultimo anno la questione della Responsabilità pro-fessionale in campo sanitario si è ulteriormente aggravata. Un nu-mero crescente di aziende sanitarie non sta rinnovando la polizzaassicurativa per la responsabilità civile, prevista dal contratto dilavoro e sta utilizzano sempre più spesso il sotterfugio della “au-to-assicurazione”. Con il semplice accantonamento di una sommamodesta, le Asl eludono il contratto di lavoro e non stipulano lapolizza assicurativa, con la connivenza delle Regioni e tra l’indif-ferenza della magistratura. Inoltre, dovendo pagare gli indennizziai danneggiati con fondi propri, le stesse aziende cercano in tuttii modi di riversare sui medici la responsabilità sanitaria, ipotiz-zando regolarmente che abbiano commesso una “colpa grave”. Icontenziosi alla Corte dei Conti aumentano e il medico, oltre chedal paziente, si trova a doversi difendere anche dalla propriaazienda.
Inoltre, la mancanza di tutele assicurative allontana sempredi più dalle sale parto e dalle sale operatorie i giovani medici, chenon possono far fronte alle spese esorbitanti delle polizze che so-no costretti a stipulare anche semplicemente per apprendere laprofessione. “Tocchiamo ogni giorno con mano che troppi stu-denti che frequentano le sale parto si trovano a ricevere avvisidi garanzie e denunce al pari degli strutturati - ha dichiaratoNicola Colacurci, Presidente Associazione Ginecologi Univer-sitari Italiani -. È una cosa che ha del paradossale. C’è unaproblematica assicurativa che, se è drammatica già per noi,diventa tragica per questi giovani i quali si trovano a doverfar fronte a spese che non sono in grado di gestire”.
La legge “Balduzzi” (189/2012) stabiliva che, su proposta delMinistro della salute, entro il 30 giugno 2013, venisse emanato ildecreto del Presidente della Repubblica finalizzato ad agevolarel'accesso alla copertura assicurativa degli esercenti le professionisanitarie. I tavoli tecnici che il Ministero della salute aveva con-vocato a questo scopo hanno concluso i loro lavori da oltre settemesi e del decreto non si vede traccia.
“Siamo convinti che si devono conciliare l’esigenza del cit-tadino ad essere garantito sul risarcimento di un eventualedanno subito e quella del medico di poter operare - ha affer-mato Carmine Gigli Presidente Federazione Sindacale MediciDirigenti (FESMED), ma, siamo altrettanto convinti che se nonsi affrontano i problemi non si fanno passi in avanti e la spe-ranza di stroncare la medicina difensiva rimane solo un’illu-sione. In Parlamento sono state depositate, da maggioranza eopposizione, ben sette proposte di legge sulla responsabilitàprofessionale ma non si sa quando verranno discusse. I medicichiedono una legge che dia delle certezze e gli consenta di ri-stabilire al più presto l’alleanza con i cittadini, messa in crisidall’ombra incombente del contenzioso medico-legale”.
La conferenza si è quindi conclusa con una dichiarazione con-giunta “In mancanza di risposte adeguate ci riserviamo di or-ganizzare manifestazioni sensibilizzanti e di proclamare losciopero”.
A questo punto la palla passa al nuovo Governo.
L’Intervento del Presidente AAROI-EMAC
“Nel nostro Paese la responsabilità sanitaria resta adoggi un problema irrisolto.
In una recente Audizione, abbiamo definito “epocale”l’intento delle proposte di legge in materia.
Tuttavia, per il momento possiamo continuare ad ap-prezzarne solo i proponimenti e non i risultati. Il tema èestremamente complesso, tale da dover essere affrontatonella sua globalità, e non, come finora è avvenuto, per sin-goli settori. Diverse iniziative politiche e istituzionali sisono limitate a voler arginare il fenomeno della costantecrescita del contenzioso sanitario con tentativi di una mi-glior definizione della responsabilità dei professionisti edei corrispondenti profili di “colpa”.
Tali tentativi, già difficoltosi per le sottostanti questio-ni legate ai rispettivi profili giuridici delle diverse catego-rie di operatori, non hanno certo tratto beneficio dalle ul-time previsioni di riorganizzarne le attività e le compe-tenze. Un altro approccio al problema si è sviluppato at-traverso previsioni normative di obblighi assicurativi acarico degli stessi professionisti.
A tale approccio, peraltro, non ha corrisposto un’al-trettanto mandatoria previsione di obblighi a carico dellestrutture. Avevamo chiesto un maggior coinvolgimentodelle Associazioni Professionali nella gestione del rischioclinico, che a nostro parere deve basarsi in primo luogosulla gestione del rischio organizzativo, individuando erisolvendo le criticità delle numerose situazioni struttu-ralmente “a rischio”.
Questo invito non è stato ancora raccolto. Un esempiotra tutti: la riorganizzazione dei Punti Nascita. A quasi treanni di distanza dalla sua genesi, l’Accordo tra il Governoe le Regioni sulle “Linee di indirizzo per la promozione edil miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'ap-propriatezza degli interventi assistenziali nel percorso na-scita e per la riduzione del taglio cesareo” non ha prodottonulla di concreto.
Come denunciato lo scorso agosto attraverso un co-municato stampa congiunto AAROI-EMAC/FESMED, esisto-no ancora ospedali non adeguatamente attrezzati per ilpercorso nascita, non collegati a terapie intensive, e in cuil’organizzazione del lavoro dei professionisti si basa sullepronte disponibilità invece che sulle guardie.
Tutto ciò continua ad alimentare una pericolosa esca-lation del rischio clinico: come si può pensare di arginarlaconcentrandosi sulla sola responsabilità professionale enon anche su quella strutturale ed organizzativa?”
Sono ancora 128 in Italia, i punti nascita cheeffettuano meno di 500 parti all’anno, nonostan-te l’Accordo Stato-Regioni del dicembre 2010per la messa in sicurezza dei punti nascita pre-vedeva proprio la chiusura o la messa in sicu-rezza di quelli in cui il numero di parti è inferio-re a 500 l’anno.
In quell’anno il ministro Fazio parlava di 158punti nascita da chiudere o mettere in sicurezza,da allora ad oggi ne sarebbero stati chiusi nonpiù di una trentina e cioè meno del 20%.
Stando ai dati del Piano nazionale esiti (PNE)dell’Agenas aggiornati a dicembre 2012 la diffu-sione dei punti nascita con meno di 500 parti ef-fettuati in un anno è diffusa in 18 Regioni su 21.Non risultano, sempre dai dati del PNE, punti na-scita con meno di 500 parti l’anno in Vallle d’Ao-sta, Liguria e Molise. Un fenomeno quindi pre-sente sull’intero territorio nazionale anche se inmaniera diversa da una regione all’altra, sia pernumero di strutture che per numero di parti ef-fettuati.
In ‘testa’ alla graduatoria per il minor nume-ro di parti in un anno c’è il Presidio Ospedalierodi Lipari (Me) che ne effettua appena 12, a se-
guire, sempre in Sicilia, con 14 parti, si trova ilP.O. Suor Cecilia Basarocco (Cl), cui seguel’Ospedale ‘Tiberio Evoli’ – Melito P.S. (Rc) con17, così come la Casa di cura Villa delle Marghe-rite Snc (Na).
A livello regionale, al primo posto c’è la Cam-pania con 21 strutture che effettuano meno di500 parti l’anno. Al secondo posto la Sicilia con19, cui seguono la Puglia e il Lazio con 10 strut-ture e Lombardia e Sardegna con 9.
Dal punto di vista del numero dei parti, suun totale di 538.600 eventi nascita registrati dalPNE, ne risultano 39.430 (pari al 7,3% del tota-le) effettuati ancora nelle strutture che, secondoil citato accordo del dicembre 2010, si sarebbe-ro dovute chiudere o mettere in sicurezza.
Eppure la letteratura medica afferma conchiarezza che le strutture dove si effettuano piùdi mille parti hanno tassi di mortalità nettamenteinferiori a quelli delle strutture piccole.
Di seguito il riepilogo dei punti nascitache effettuano meno di 500 parti l’anno divisiper regione.
L’elenco completo dei 128 punti nascita èal link:
http://95.110.224.81/punti_nascita_500.pdf
Regione Numero strutturePiemonte 4Lombardia 9P.A. Bolzano 4P.A. Trento 3Veneto 6Friuli Venezia Giulia 2Emilia Romagna 7Toscana 6Umbria 5Marche 4Lazio 10Abruzzo 3Campania 21Puglia 10Basilicata 2Calabria 4Sicilia 19Sardegna 9ITALIA 128
Fonte: Elaborazione su dati Piano nazionale esiti - 2012
ANESTESISTA 2 2014_A 03/04/14 17:19 Pagina 5
Le convulsioni sono episodi di sincronizzazio-ne elettrica alterata dell’attività cerebrale. Si cal-cola che circa il 2% della popolazione può avereuna manifestazione convulsiva nella vita. Tuttavia isoggetti che manifestano un episodio convulsivoisolato non ricorrente non sono considerati epi-lettici.
L’epilessia ha una prevalenza di 1:200 negliadulti ed è circa doppia nei bambini con una di-stribuzione della frequenza secondo una curva aU con la maggiore incidenza nei primi mesi di vitaed in quelli con età maggiore di 70 anni.
Le convulsioni possono essere primarie (idio-patiche) o più frequentemente secondarie ad altrepatologie. L’epilessia idiopatica presenta una pre-disposizione genetica con un rischio di eredita-rietà paterna dell’1,5-3% e del 3-5% di eredita-rietà materna. Le convulsioni secondarie possonoessere causate da eventi prenatali, perinatali e po-stnatali.
Le cause prenatali comprendono errori con-geniti del metabolismo e anomalie cromosomiche.
Ci sono più di 400 diverse anomalie cromoso-miche associate con l’epilessia. Queste includonola sindrome di Down, X fragile, e la Sindrome diAngelman. Infezioni durante il periodo prenatalecompresa toxoplasmosi, rosolia, cito-megaloviruse l’herpes simplex (TORCH) possono dar luogo aepilessia. Altre cause derivanti da questo periodo,anche se sintomatiche solo più tardi durante l’in-fanzia, sono malformazioni congenite come lasclerosi tuberosa, displasia corticale, e malforma-zioni arterovenose.
Disturbi neurocutanei come neurofibromatosipossono accompagnarsi a convulsioni.
Durante il periodo perinatale, le cause più fre-quenti sono l’ipoglicemia neonatale, l’ipocalcemia,l’encefalopatia ipossica e l’emorragia intracranicaspesso associata a prematurità. Eventi responsabilipost-natali dell’epilessia possono comprendere in-fezioni come la meningite, l’HIV, l’encefalite virale,e gli ascessi intracerebrale. Le Infezioni dell’orec-chio naso o gola possono portare a trombosi deiseni venosi a sua volta causa di convulsioni. Nelbambino in fase di sviluppo, la tenia rimane unacausa comune di epilessia a causa della neuroci-sticercosi. Traumi, anche non accidentali, tumorimaligni, e eventi ipossici (ad es. annegamento),possono anche essere responsabili.
Le convulsioni possono essere parziali (foca-li), o generalizzate, o possono iniziare come par-ziali e progredire come generalizzate. Crisi parzialipossono essere semplici (non associato con unacompromissione del livello di cosciente) o com-plesse (associata a perdita di coscienza). La pre-sentazione delle crisi parziali dipende dalla zonadella corteccia cerebrale coinvolta, ma possonoessere motorie, sensitive, neurovegetative, o psi-cologico, per esempio, la paura. Le crisi genera-lizzate sono associate ad attività elettrica cerebralebilaterale e simmetrica. Essi si presentano contransitorio deterioramento della coscienza (assen-za o “piccolo male”) o contrazioni muscolari ge-neralizzate (“grande male” convulsioni toniche,cloniche o tonico-cloniche), che di solito sono as-sociate a deterioramento della coscienza. Molteforme di epilessia sono più comuni o esclusive del-la popolazione pediatrica.
Questi includono il “piccolo male”, spasmi in-fantili (nei neonati), mioclonie (in adolescenza),epilessia parziale benigna (età 4-10), e epilessiabenigna dell’infanzia, che ha una prognosi eccel-lente. Lo stato di male epilettico è definito comela convulsione della durata di più di 30 minuti, odue o più crisi senza recupero completo di co-scienza tra le crisi. Lo stato di male epilettico èun’emergenza neurologica che si accompagna al25% di mortalità totale, 8% nei bambini, il 30%negli adulti, e 40-50% negli anziani. Circa il 70%dei pazienti con epilessia è libero da crisi entro 5anni dell’inizio del trattamento. Solo circa il 20%dei pazienti che in remissione possono avere unaricaduta successiva, e più dura la remissione, piùè improbabile la ricomparsa delle crisi epilettiche.Il meccanismo dell’epilessia è legata: 1. alla per-dita dell’inibizione post-sinaptica con perditadell’attività inibitoria g-aminobutirrica (GABA); 2.nuove connessioni sinaptiche eccitatorie con au-mentata liberazione di aminoacidi eccitatori, e lacomparsa di neuroni pacemaker con correnti divoltaggio anormale mediate dal calcio, tutti causadi un’attivazione anomala dei neuroni.
Lo scopo del trattamento dell’epilessia è libe-rare il paziente dalle crisi con minimi effetti colla-terali. Le terapie disponibili sono rivolte al tratta-mento dei fattori predisponenti, al trattamento far-macologico, dietetico e chirurgico.
Farmaci antiepilettici 'Anticonvulsivanti'La terapia farmacologica con farmaci antiepi-
lettici (AED) dipende dal tipo e dalla frequenzadelle crisi, dall’età del paziente, dai farmaci e daglieffetti collaterali. La terapia di solito inizia con unanticonvulsivante alla dose che determina livelliplasmatici terapeutici, in seguito la dose può es-sere ottimizzata se necessario. Se la crisi continuao compaiono effetti collaterali inaccettabili, un se-condo farmaco può sostituire il primo, dopo untempo adeguato affinché il secondo farmaco rag-giunga livello plasmatico necessario. Se la mono-terapia non è sufficiente, può essere somministratoun secondo ed eventualmente un terzo farmaco.
I farmaci antiepilettici hanno molti effetti col-laterali e interazioni farmacologiche che devonoessere considerate quando si programma l’aneste-sia. I farmaci anticonvulsivanti tradizionali comeil fenobarbital, la fenitoina, la carbamazepina, e ilvalproato di sodio sono potenti induttori degli en-zimi epatici, mentre il felbamato, è un inibitore de-gli enzimi epatici. Il valproato di sodio, la carba-mazepina e l’etosuccimide possono associarsi aeffetti epatotossici. Gli ultimi tre farmaci, e il pri-midone, si accompagnano a piastrinopenia e alte-razioni piastriniche. Il topiramato determina aci-dosi metabolica con un elevato gap anionico.
Trattamento dietetico È stato descritto la prima volta da Guelpa e Ma-
rie nel 1911, e il fatto che le convulsioni si inter-rompano durante il digiuno assoluto è stato con-fermato da Geyelin nel 1921. Nello stesso anno,Wilder ha suggerito che la dieta chetogenica (KD),una dieta con elevato contenuto di proteine e bas-so tenore di grassi e carboidrati, può simulare l’ef-fetto del digiuno. Con l’avvento di farmaci antiepi-lettici, il ruolo dei trattamenti dietetici è divenutotrascurabile. Tuttavia, c’è un recente aumento d’in-teresse per la terapia dietetica per i pazienti conepilessia intrattabile e in quelli con effetti secondatiintollerabili da farmaci antiepilettici. Nei bambinila scarsa compliance della dieta chetogenica puòrappresentare un problema.
Una dieta normale ha un rapporto lipidi/car-boidrati di 0.3 e di lipidi/proteine di 1, con il 35%delle calorie data dai lipidi. Al contrario, la classicadieta chetogenica ha un carico calorico limitato a75 kcal/kg/die e un contenuto proteico di 1g/kg/die. Ha un rapporto grassi/carboidrati di 4/1e lipidi/proteine di 1/1 con il 90% di calorie pro-venienti dai grassi. La restrizione calorica è di sa-pore sgradevole per la presenza di grassi saturi alunga catena con conseguente scarsa complianceper il paziente. Per risolvere questo problema, so-no state messe a punto diete chetogeniche diverse.La dieta con trigliceridi a catena media e a catenamedia modificata permettono un apporto caloriconormale con il 71% delle calorie provenienti daigrassi, 19% dai carboidrati e 10% dalle proteine.Più recentemente, è stata introdotta la dieta di At-kins modificata senza restrizioni caloriche con unrapporto carboidrato proteine di 1:1 con il 65%di calorie provenienti dai grassi. Tra gli effetti se-condari della dieta chetogenica vi è una scarsa cre-scita, soprattutto nei bambini di età inferiore adun anno, (tipicamente sotto 10 percentili), calco-losi renale, fratture ossee, dislipidemia, ipoprotei-nemia e aumento degli enzimi epatici. Questi effettiin aggiunta alla chetoacidosi, devono essere presiin considerazione nel programmare un’anestesia.
Le convulsioni determinano due fasi di cam-biamenti nella risposta del corpo. Nella fase pre-coce la maggiore richiesta metabolica del cervelloè soddisfatta da un aumento della pressione arte-riosa, del flusso ematico cerebrale, della ventila-zione minuto e della glicemia. Dopo 30 minutil’autoregolazione cerebrale si interrompe con ri-duzione del flusso ematico cerebrale, aumentodella pressione intracranica e una riduzione dellapressione arteriosa. Pertanto è importante trattare
IL TRATTAMENTODELL’EPILESSIA
IL TRATTAMENTO DELLO STATO EPILETTICO
lo stato epilettico intensamente. Le linee guida deltrattamento sono le seguenti:
1. Trattamento di supporto (ABC):• Assicurare la pervietà delle vie aeree;• Assicurare una ventilazione e ossigenazione
adeguata;• Disporre di una via venosa con un catetere di
ampio calibro per facilitare l’esecuzione di esamidel sangue (emocromo, coagulazione, glicemia,concentrazione degli anti-convulsivanti, test di fun-zionalità renale e epatica, calcemia, e magnese-mia) e la somministrazione di liquidi endovena.
• Eseguire un’EGA;• Somministrare vasopressori endovena se ne-
cessario; 2. Trattamento specifico: prendere in con-
siderazione l’eziologia ed escludere causealternative di convulsioni.
• Farmaci di prima scelta: benzodiazepine; lo-razepam e.v. 0,1 mg/Kg in 30-60 secondi. Questadose può essere ripetuta una volta se le convulsio-ni continuano per 10 minuti. Se non è disponibileun accesso venoso, si somministra diazepam pervia rettale 0,5 mg/Kg, se le convulsioni continuanoper 10 minuti, si somministra lorazepam una voltadisponibile una via venosa, altrimenti si sommini-strano per via rettale 0,4 mg/Kg di paraldeide inun volume uguale di olio d’oliva.
• Farmaci di seconda scelta: si somministranofenitoina 15-20 mg/Kg in 20 minuti con il monito-raggio dell’ECG e della pressione venosa. Se nonè disponibile una via venosa si usa un ago intraos-seo. Se il paziente è già in trattamento con la feni-toina si somministra fenobarbital in 20 minuti e siesegue un dosaggio ematico della fenitoina. Som-ministrare paraldeide rettale se non è stata giàsomministrata.
• Farmaci di terza scelta (convulsioni refratta-rie): induzione dell’anestesia generale, con tiopen-tone 4-5 mg/Kg, seguita da 3-5 mg/Kg/h di mida-zolam in infusione o midazolam 0,1 mg/Kg seguitoda un’infusione di 2-20 µ/Kg/min e trasferimentoin terapia intensiva.
I bambini epilettici in genere si presentano perun intervento chirurgico non correlato all’epiles-sia, o meno frequentemente per un trattamentoneurochirurgico definitivo dell’epilessia. Si appli-cano gli stessi principi generali per la gestione pe-rioperatoria, oltre a quelli specifici per l’elettro-corticografia (EC0G) e della neurochirurgia.
Gestione preoperatoriaLa valutazione preoperatoria deve essere con-
dotta con una particolare attenzione all’epilessiae ad altre patologie concomitanti.
Questa è particolarmente importante nei neo-nati e nei bambini che presentano un maggiore ri-schio di complicanze perioperatorie. L’epilessiapotrebbe essere associata a danni alla nascita,ipossia perinatale, o come parte di una sindromeo di altre malattie (ad esempio sclerosi tuberosa,craniosinostosi, o microcefalia). Queste condizio-ni possono comportare altre implicazioni aneste-siologiche, oltre a quelle dell’epilessia. Ad esem-pio, la sclerosi tuberosa è una patologia amarto-matosa, con lesioni cutanee e intracraniche chedeterminano un’epilessia non controllabile. Que-ste lesioni peraltro infiltrano i polmoni, i reni, de-terminano alterazioni respiratorie, uremia e iper-tensione, aritmie e ostruzione del flusso ematicointracardiaco. Nella craniosinostosi e in altre mal-formazioni craniofacciali, è indispensabile un’ap-
GESTIONE ANESTESIOLOGICADEI BAMBINI EPILETTICI
SOTTOPOSTI A INTERVENTOCHIRURGICO
profondita valutazione delle vie aeree poiché l’in-tubazione può essere difficile. In tutti i pazienti conun’anamnesi positiva per epilessia, devono essererilevati il tipo e l’andamento delle convulsioni, lafrequenza e il controllo delle convulsioni, la tera-pia antiepilettica e le complicanze della terapia an-tiepilettica. Gli esami di laboratorio dovrebbero ri-levare gli effetti secondari della terapia antiepilet-tica. Nei pazienti in terapia con valproato di sodio,carbamazepina, etosuccimide, si dovrebbero va-lutare la funzione epatica, la conta piastrinica, e itest della coagulazione. Nei casi di epilessia scar-samente controllata, si dovrebbero misurare i li-velli ematici dei farmaci antiepilettici e dovrebberoessere ottimizzati prima dell’intervento. Nei pazien-ti con sclerosi tuberosa e in quelli con rumori car-diaci si dovrebbe eseguire nel preoperatorio l’ECGe l’ecocardiogramma. I farmaci anticonvulsivantidovrebbero essere mantenuti fino al momento del-l’intervento e ripresi prima possibile nel postope-ratorio. Fortunatamente la maggior parte di loroha un’emivita lunga, per cui un ritardo nella som-ministrazione o una mancata somministrazionenon crea problemi. Tuttavia nell’epilessia intratta-bile o nei bambini in cui si prevede di non potersomministrare niente per bocca nel postoperato-rio si dovrebbe programmare con un neurologouno schema di terapia poiché molti antiepiletticinon sono disponibili per via parenterale. Si puòprendere in considerazione se praticabile la som-ministrazione attraverso un sondino nasogastricodelle dosi dei farmaci.
L’iperventilazione riduce la soglia convulsivante,per cui i bambini ansiosi possono trarre giovamen-to da una sedazione preoperatoria. Comunque oc-corre valutare l’interazione con la terapia anticon-vulsivante. L’induzione enzimatica può aumentarela dose necessaria, mentre il fenobarbital e le ben-zodiazepine possono potenziare l’effetto sedativo.
Trattamento intraoperatorioInduzione dell’anestesia.Quando si programma l’induzione dell’aneste-
sia, occorre prendere in considerazione le condi-zioni generale del bambino, lo stato delle malattieconcomitanti, e ciò che è accettabile per il bam-bino e la famiglia. I vantaggi teorici di molti far-maci sono controbilanciati dalla praticità della lo-ro somministrazione in un bambini non collabo-rante. Sebbene il sevoflurano possa causare mo-dificazioni EEG epilettiformi l’induzione per inala-zione con sevoflurano e protossido d’azoto in os-sigeno rappresenta una tecnica di anestesia appro-priata nel bambino. I bambini più anziani e i bam-bini con un accesso endovenoso possono scegliereun’induzione endovenosa con propofol (3-4mg/Kg) o tiopentone (5-8 mg/Kg). Il propofol abasse dose può peraltro causare modificazioni epi-lettogene nell’EEG mentre in dosi anestetiche de-prime l’attività dell’EEG.
Blocco neuromuscolare e ventilazionecontrollata.
L’induzione enzimatica causata dai farmaci an-ticonvulsivanti può determinare resistenza ai bloc-canti miorilassanti non depolarizzanti (NMB), percui spesso è necessario aumentare la loro dose.Se è necessaria un’induzione in sequenza rapidaper il controllo delle vie aeree dopo una convul-sione prolungata o in condizione di male epiletti-co, si deve evitare l’uso della succinilcolina giac-ché può determinare un improvviso e disastrosoaumento della potassiemia. In queste condizioni,si può utilizzare il rocuronio. Il laudanoside, unmetabolita dell’atracurio, ha potenzialità epiletto-gene, per cui occorre evitare la somministrazionedi grandi dosi o una somministrazione prolungata.L’iperventilazione riduce la soglia convulsiva e lanormocapnia deve essere l’obiettivo durante laventilazione controllata.
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Anno XXXV - Numero 2 - Marzo/Aprile 2014
6 Nota Bene: le “Pagine Utili” riportano esperienze profesma non devono in alcun modo essere intese come line
Anestesia pediatrica: Continuing Education in Anaesthesia, Critica
ANESTESISTA 2 2014_A 03/04/14 16:24 Pagina 6
Anno XXXV - Numero 2 - Marzo/Aprile 2014
7
Erano presenti oltre 250 Anestesisti Rianimatori all’AssembleaNazionale dei Soci SIARED che si è svolta lo scorso primo Marzoa Firenze. Un appuntamento importante nel corso del quale è stataratificata la nomina di Adriana Paolicchi come Presidente SIAREDe sono state approvate le modifiche allo Statuto, pubblicato in ver-sione integrale a pagina 10.
La giornata è cominciata con una lectio magistralis di MartinLanger, Direttore del Dipartimento di Anestesia e Rianimazionedell’IRCSS – Istituto Tumori di Milano e Professore Ordinario diAnestesia e Rianimazione alla Facoltà di Medicina dell’Universitàdegli Studi di Milano che ha parlato dell’importanza e della mo-dalità per calcolare l’efficienza e l’efficacia nell’ambito dell’Ane-stesia e della Rianimazione.
Partendo dall’Anestesia, e in particolare dalle attività di salaoperatoria Langer, ha dimostrato, attraverso dati che si riferisconoalla struttura in cui lavora, quali potrebbero essere gli indicatoriper verficare l’efficienza di un reparto operatorio. Uno di questi,ha sottolineato il Professore, è il corretto utilizzo del tempo al-l’interno delle sale operatorie. Fondamentale, in tal senso, è unacorretta programmazione degli interventi e un monitoraggio deitempi dell’attività svolta in modo da poter individuare i momentidi dispersione presenti nel corso della seduta operatoria o nelpassaggio da un paziente all’altro.
La raccolta dei dati diventa in questo modo, come suggeritoda Langer, uno strumento importante per valutare l’efficienza delreparto operatorio utile anche nel caso di verifiche da parte dellaDirezione sanitaria. È importante inoltre, ha sottolineato Langer,mettere a confronto i dati ottenuti nel monitoraggio della strutturadi riferimento con i dati di altre strutture, al fine di valutare cheil metodo utilizzato sia valido e non ci sia il rischio di autorefe-renzialità. L’ulteriore vantaggio di avere a disposizione dei dati -ha suggerito ancora il Professore - è quello di poterli far esami-nare attarverso un Audit esterno che sia in grado di valutare l’ope-rato, identificare le criticità e suggerire le soluzioni.
Passando dall’efficienza all’efficacia, sempre in ambtio ane-stesiologico il discorso cambia: “sull’efficacia - ha affermatoLanger - sappiamo pochissimo. Efficacia vuol dire: facciamobene il nostro lavoro, oltre ad es-sere efficienti? Il discorso può es-sere molto ampio e riguardare idiversi attori. Ci si potrebbe forsebasare sul numero di incidenti?Ma è talmente basso - ha dichia-rato il Professore - che difficil-mente potrebbe essere considera-to un indicatore. Così come l’ot-timizzazione del post operatorioche non è facile da documentarenei fatti. Il discorso sta piano pia-no venendo fuori a partire dagliStati Uniti, ma per il momentonon è ancora ben definito”.
Per quel che riguarda la Riani-mazione la situazione sembra diver-sa, numerosi sono gli indicatori permisurare l’efficacia di un reparto diTerapia Intensiva, non bene identifi-cati quelli relativi all’efficienza. Sulprimo aspetto gli indicatori sono di-versi, come ad esempio la mortalitàospedaliera o il benessere del pa-ziente. Il GiViTI, il Gruppo Italianoper la Valutazione degli interventi inTerapia Intensiva, dal 1991 porta avanti un lavoro di raccolta, ana-lisi e confronto dei dati recuperati attraverso un circuito di Ria-nimazioni italiane che si sono rese disponibili ad inserire i datirichiesti.
“L’obiettivo di que-sto lavoro - ha afferma-to Langer - è di dareuno strumento cultura-le e operativo affinchèognuno impari a valu-tarsi correttamente an-che in confronto a datidi altri. Credo che sia ilmodo scientifico di af-frontare quello che fac-ciamo tutti i giorni.Dobbiamo porci conti-nuamente degli interro-gativi, non dobbiamoessere sicuri che quelloche facciamo vada sem-pre bene”.
Per quel che riguarda l’efficienza nelle Rianimazioni - secondoil Professore - è qualcosa tutta da scoprire. Non ci sono idee chiaresu come misurarla e si tratta di un argomento veramente complicatodi cui si conosce poco. Ciò non toglie che sia necessario studiareper trovare un metodo adeguato per misurarla e questo perchè “ef-ficienza ed efficacia non sono separabili”, ha concluso Langer.
Dopo l’intervento di Langer, è intervenuto Paolo Sacchi di AON,il broker assicurativo che da quest’anno si occupa dell’assicurazioneprofessionale garantita dall’AAROI-EMAC ai propri iscritti. Oltre aspiegare le caratteristiche delle attuali polizze, Sacchi ha fatto il pun-to su quali sono stati i miglioramenti garantiti rispetto al passato equali sono gli obiettivi per il futuro. Tra i primi, l’estensione dellaretroattività, la possibilità da parte dell’assicuratore di far cessarela polizza in caso di sinistro solo previo nulla-osta dell’AAROI-EMACe la disponibilità di un’unica polizza per primo e secondo rischio.Per quel che riguarda la polizza penale è prevista l’estensione del-l’assistenza legale agli albi speciali, il massimale di 50 mila euro, lagaranzia estesa anche in casi di patteggiamento, l’assenza di unafranchigia, l’estensione della chiamata in causa della compagnia di
RC professionale. Sugli obiettivi futuri, Sacchi ha descritto il progettodi controllo statistico dei sinistri che dovrà monitorare la frequenzae l’entità degli incidenti per poi delinare un quadro preciso dellasituazione. Altro obiettivo è quello di studiare sempre più a fondo
L’Assemblea SIARED svoltasi il 1° Marzo a Firenze
quali siano le competenze e lereali esigenze degli AnestesistiRianimatori in modo da potergarantire un’assistenza semprepiù personalizzata.
Dopo la prima parte dedi-cata agli ospiti, l’Assembleadei Soci SIARED è entrata nelvivo dei lavori con la ratificaall’unanimità di Adriana Pao-licchi come Presidente dellaSocietà. “Ringrazio tutti perla partecipazione e per la vi-cinanza che in questi mesiho ricevuto dai miei colleghi- ha affermato Paolicchi,immediatamente dopo il vo-to - . Da parte mia mi impe-gnerò affinchè i principi dimandato che ho individuatoin occasione della nominasiano portati avanti e diven-tino realtà. Si tratta di alcu-ni punti che trovano unaprima corrispondenza an-
che nelle modifiche statuarie proproste. Innanzitutto - ha spie-gato Paolicchi - dobbiamo coinvolgere i giovani anche attra-verso la possibilità per gli specializzazndi di aderire alla SIA-RED senza dover pagare l’iscrizione. Ma non solo. Intendiamoparlare la loro stessa lingua e quindi avremo una sempre mag-giore attenzione per la tecnologia, per i gruppi spontanei chesi sono già formati in rete e faremo in modo che il nostro sitosia realmente informativo. Un secondo punto è l’attenzioneche vogliamo dare al territorio. In questo senso - ha specificatoil Presidente SIARED - una parte sostanziale dovranno farla iConsiglieri che avranno il compito di individuare e raccoglierele reali esigenze dell’ambito in cui si trovano ad operare. Eancora, garantiremo una maggiore attenzione per le cure pal-liative, parte integrante della nostra disciplina. Infine porte-remo avanti una stretta collaborazione con le altre societàscientifiche, con gli enti e le istituzioni in modo da mettere apunto linee guida, raccomandazioni e documenti condivisi erealmente applicabili in un’ottica multidisciplinare”.
Dopo il discorso di Adriana Paolicchi ha preso la parola Ales-sandro Vergallo, Presidente Nazionale AAROI-EMAC, che dopoaver salutato e ringraziato i presenti ha dato il via al dibattito ri-chiamando l’importanza dell’interattività per poter lavorare inun’ottica di apertura alle richieste dei Soci. E proprio dai Socipresenti sono arrivate le prime richieste come la realizzazione dinuovi corsi FAD e di formazione per l’utilizzo dell’ecografo.
“Sulla scia dell’AAROI-EMAC, che sempre di più intende di-ventare un Sindacato a domicilio ha concluso Paolicchi -, an-che la SIARED sarà una Società Scientifica a domicilio per rac-cogliere le esigenze dei suoi Associati”.Il voto all’unanimità per la ratifica di Adriana Paolicchi a Presidente SIARED
Il Presidente SIARED, Adriana Paolicchi tra il Tesoriere Antonio Amendola e il Segretario Antonino Franzesi. A destra il Presidente AAROI-EMAC Alessandro Vergallo
All’Ordine del Giorno la ratifica del Presidente e le modifiche allo Statuto dell’Associazione
Un momento della lettura dello Statuto per la votazione delle modifiche
Sono intervenuti dal palco, da sinistra: Martin Langer - Direttore del Dipartimento di Anestesia e Rianimazine dell’IRCSS Istituto Tumori di Milano - conuna lectio magistralis, Fabio Cricelli - Vice Presidente AAROI-EMAC Area Centro e organizzatore dell’evento - con il saluto di benvenuto, Emanuele Scarpuzza
- Vice Presidente Area Sud - con la presentezione degli Ospiti, Alessandra Panchetti - Anestesista Rianimatore a Pistoia, con l’apertura dei lavori
ANESTESISTA 2 2014_A 03/04/14 16:24 Pagina 7
SITI Società Italiana di Terapia Intensiva
S.A.R.N.e P.I.Società di Anestesia e RianimazioneNeonatale e Pediatrica Italiana
SIARED
APPROPRIATEZZA DELLE CUREE RISORSE DISPONIBILI
10° CONGRESSO NAZIONALE
12-14 Maggio 2014 Sheraton Hotel Catania
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10°
APPROPRIATEZZA DELLE CUREE RISORSE DISPONIBILI
Crediti formati ECM assegnati
SOCIETÀ ITALIANA DI ANESTESIA RIANIMAZIONE EMERGENZA E DOLORE
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red
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CONGRESSO NAZIONALE
12-14 Maggio 2014 Sheraton Hotel Catania
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APPROPRIATEZZA DELLE CUREE RISORSE DISPONIBILI
Crediti formati ECM assegnati
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CONGRESSO NAZIONALE
12-14 Maggio 2014 Sheraton Hotel Catania
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APPROPRIATEZZA DELLE CUREE RISORSE DISPONIBILI
Crediti formati ECM assegnati
SOCIETÀ ITALIANA DI ANESTESIA RIANIMAZIONE EMERGENZA E DOLOREw
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CONGRESSO NAZIONALE
12-14 Maggio 2014 Sheraton Hotel Catania 12-14 Maggio 2014 Sheraton Hotel Catania
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SIARED
10° 10°
APPROPRIATEZZA DELLE CUREE RISORSE DISPONIBILIAPPROPRIATEZZA DELLE CUREE RISORSE DISPONIBILI
aserviceComunicazione e Immagine
studio srl
Crediti formati ECM assegnati Crediti formati ECM assegnati
SOCIETÀ ITALIANA DI ANESTESIA RIANIMAZIONE EMERGENZA E DOLORESOCIETÀ ITALIANA DI ANESTESIA RIANIMAZIONE EMERGENZA E DOLORE
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CONGRESSO NAZIONALECONGRESSO NAZIONALE
SIARED
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APPROPRIATEZZA DELLE CUREE RISORSE DISPONIBILIAPPROPRIATEZZA DELLE CUREE RISORSE DISPONIBILI
PRESIDENTI DEL CONGRESSOAdriana Paolicchi - Alessandro Vergallo
COMITATO SCIENTIFICO
COMITATO ORGANIZZATORE
REFERENTI SCIENTIFICI
PROVIDER
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
SEDE DEL CONGRESSO
Aldo Barbati - Fernanda Diana - Giuseppina Di Fiore - Marcello Difonzo Paolo Gregorini - Emanuele Iacobone - Franco Marinangeli Paolo Notaro - Adriana Paolicchi - Claudio Spena
Carmela Di Giacinto - Daniela Di Stefano - Gabriella La Rocca Giuseppe Scarpinati - Emanuele Scarpuzza
Aldo Barbati - Fernanda Diana - Giuseppina Di Fiore - Marcello Difonzo Paolo Gregorini - Emanuele Iacobone
Adriana Paolicchi -
Provider Nazionale AIMOS www.aimos.it
Aservice Studio srl via Machiavelli 136, 09131 Cagliari Contatti tel e fax: 07042939 email: [email protected] sito web: www.aservicestudio.com
In sinergia con SIARED Società Italiana di Anestesia Rianimazione Emergenza e Dolore via XX Settembre 98/E 00187 Roma contatti tel: 0815585160 fax: 0813606204 sito web: www.siared.it
Sheraton Catania Hotel & Conference Centre Via Antonello Da Messina 45, 95020 Acicastello - Catania contatti tel: 0957114111 fax: 095271380 sito web www.sheratoncatania.com
- Franco MarinangeliPaolo Notaro - Claudio Spena
10° 10° CONGRESSO NAZIONALECONGRESSO NAZIONALE
ASP Azienda SanitariaProvinciale di Catania
AISD Ass. Italiana per lo Studio del Dolore
ESRA Italian Chapter
Università degli Studi di Catania
ACP Associazione Culturale Pediatri
Assessorato della Salute
Patrocini richiesti:
Comune di CataniaRegione Sicilia
__________ Lunedi 12 Maggio 2014 SERA
CERIMONIA INAUGURALE ( Sala A Pegaso 1)
n° crediti ECM assegnati per n° 140 Medici Chirurghi ( Area Interdisciplinare)e Infermieri
ore 13.00 Registrazione partecipanti, consegna questionari
ore 13.20 Apertura del congresso
10° CONGRESSO NAZIONALE SIARED APPROPRIATEZZA DELLE CURE E RISORSE DISPONIBILIA. Paolicchi Presidente SIARED
Moderatori: A. Paolicchi (Pisa) - A. Vergallo (Brescia)
ore 14.00 L'Associazione Obiettivo Responsabilità P. Gregorini (Bologna)
ore 14.30 Teoria dell'errore e responsabilità Q. Piacevoli (Roma)
ore 15.00 Il medico e la responsabilità: siamo impiegati o professionisti? T. Matarazzo (Ferrara)
ore 15.30 Perché allargare i confini della responsabilità? F. Giunta (Pisa)
ore 16.00 Le competenze per individuare la responsabilità di sistema V. Castiglione (Bologna)
ore 16.30 Nuovi orientamenti giurisprudenziali nella responsabilità medica P. D'Agostino (Torino)
ore 17.00 Discussioneore 17.20 Pausa
ore 17.30 FORUM: La Responsabilità OrganizzativaConduce P. Rotondi (Milano) Intervengono Salvatore Aleo (Catania) P. Castaldi (Cagliari) - D. Colimberti (Palermo) - P. D’Agostino ( Torino)P. Gregorini (Bologna) - A. Vergallo (Brescia)
Le professioni tra necessità di cura
e limiti economici: dai conflitti alla coevoluzione cchi
Saluti delle Autorità
ore 20.00 Cocktail e aperitivo con stuzzichini
SALA A PEGASO 1
4,5
OBIETTIVO RESPONSABILITA’
: esperienze a confronto
Lettura Magistrale Prof. Ivan Cavi
OBIETTIVO RESPONSABILITA'
__________ Lunedi 12 Maggio 2014 SERA
CERIMONIA INAUGURALE ( Sala A Pegaso 1)
__________ Lunedi 12 Maggio 2014 SERA
n° crediti ECM assegnati per n° 100 Medici Chirurghi ( Area Interdisciplinare) e Infermieri
ore 13.00 Registrazione partecipanti, consegna questionari ore 13.20 Introduzione al corso
PRIMA SESSIONE Moderatori: C. Denaro (Catania) - M. Chiarello (Camerino)
ore 14.00 La Rete Nazionale Trapianti, organizzazione e problematiche D. Testasecca (Ancona)
ore 14.30 La figura del coordinatore locale G. Riccioni (Macerata)
ore 15.00 Ruolo del 118 nell'identificazione precoce di potenziali donatori E. Galassini (Milano)
ore 15.30 Il donatore a cuore battente e a cuore fermo P. M. Geraci (Pavia)
ore 16.00 La gestione in Rianimazione del donatore multiorgano: vecchie e nuove prospettive F. Procaccio (Roma)
ore 16.30 Discussioneore 16.50 Pausa
SECONDA SESSIONEModeratori: L. Tritapepe (Roma) - G. M. Bianchi ( Alessandria)
ore 17.00 Fluidoterapia nel perioperatorio, update nell'era post Boldt G. Panarello (Palermo)
ore 17.30 Chirurgia standard, nel paziente “fuori standard”: come utilizzo il supporto meccanico nella grave comorbidità cardiorespiratoria G. Burgio (Palermo)
ore 18.00 Discussioneore 19.30 Chiusura dei lavori, registrazione d'uscita e ritiro degli attestati
SALA B PEGASO 3
6
L'ANESTESISTA RIANIMATORE E LA DONAZIONE DI ORGANI E TESSUTI
__________ SERALunedi 12 Maggio 2014 __________ Lunedi 12 Maggio 2014 SERA
n° crediti ECM assegnati per n° 100 Medici Chirurghi ( Area Interdisciplinare) e Infermieri
ore 13.00 Registrazione partecipanti, consegna questionariore 13.20 Introduzione al corso
PRIMA SESSIONE: LA MONTAGNA Moderatori: A. Mattedi (Trento) - F. Marinangeli (L'Aquila)
ore 14.00 Criticità nell’utilizzo dell'elicottero in ambiente ostile E. Widmann (Trento)
ore 14.30 Gestione di un’equipe sanitaria in ambiente ostile. Ruolo del CNSAS A. Cittadini (L'Aquila)
ore 15.00 Gestione di un’emergenza in montagna: la valanga G. Facchetti (L'Aquila)
ore 15.30 Tecnologia diagnostica in ambiente ostile A. Ciccozzi (L'Aquila)
ore 16.00 Defibrillatori e defibrillazione: update G. Ristagno (Milano)
ore 16.30 Discussione ore 16.50 Pausa
SECONDA SESSIONE: IL MAREModeratori: C. Spena (Genova) - G. Marchese (Palermo)
ore 17.00 Drowning syndrome: update B. Alagna (Catania)
ore 17.30 Incidente subacqueo: dalla superficie al centro iperbarico D. Garbo (Palermo)
ore 18.00 L' iperbarica oltre l'incidente subacqueo C. Iesu (Cagliari)
ore 18.30 Discussione ore 19.30 Chiusura dei lavori, registrazione d'uscita e ritiro degli attestati
SALA C CASSIO 1
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EMERGENZA IN MARE E IN MONTAGNA
__________ Lunedi 12 Maggio 2014 SERA
__________ Martedì 13Maggio 2014 MATT
n° crediti ECM assegnati per n° 140 Medici Chirurghi ( Area Interdisciplinare) e Infermieri
ore 8.00 Registrazione partecipanti e consegna questionari ore 8.05 Introduzione al corso
DALLA TEORIA ALLA CLINICA NEL PAZIENTE COMPLESSOModeratori: A. Paolicchi (Pisa) - F. Diana (Cagliari)
ore 8.30 La definizione di appropriatezza: punto chiave di confronto internazionale ed interaziendale A. De Gasperi (Milano)
ore 9.00 La certificazione professionale tra formazione e aggiornamento P. Rotondi (Milano)-
ore 9.30 TAVOLA ROTONDA Le principali sfide per l'area specialistica nel prossimo futuroIntervengono G. Fanelli (Parma) - A. Vergallo (Brescia)A. Corcione (Napoli) -
ore 10.30 Discussioneore 10.50 Pausa
FOCUS: IL PAZIENTE OBESOModeratori: P. Gregorini (Bologna) - L. Rabito (Ragusa)
ore 11.00 La chirurgia nel paziente complesso: l'obeso M. Anselmino (Pisa)
ore 11.30 La ventilazione nell'obeso da operare: prima, durante e dopo l'intervento P. Pelosi (Genova)
ore 12.00 Dalle buone pratiche alla proposta di raccomandazioni per la gestione del paziente obeso A. Paolicchi (Pisa)
ore 12.30 Esperienza sul paziente obeso: buon uso dei farmaci C. Di Salvo (Pisa)
ore 13.00 TAVOLA ROTONDA Società scientifiche a confronto sulla gestione dell'obeso: SICOB, , SIARED, SIAARTI
ore 13.40 Discussioneore 14.15 Chiusura dei lavori, registrazione d'uscita e ritiro attestati
SALA A PEGASO 1
4,5
M. Faini (Milano)
M. Astuto (Catania)
SIO
EVOLUZIONE DELLE COMPETENZEPROFESSIONALI E DELLE RISORSETECNOLOGICHE IN ANESTESIA E RIANIMAZIONE
__________ Martedì 13Maggio 2014 MATT __________ Martedì 13Maggio 2014 MATT
n° crediti ECM assegnati per n° 100 Medici Chirurghi ( Area Interdisciplinare)e Infermieri
ore 8.00 Registrazione partecipanti, consegna questionari ore 8.05 Introduzione al corso
PRIMA SESSIONEModeratori: A. Siracusa (Trapani) - R. Flocco (Campobasso)
ore 8.30 Ruolo della simulazione nell'emergenza-urgenza F. Oliveri (Catania)
ore 9.00 Ruolo nell'ecofast nel politrauma M. Scuderi (Catania)
ore 9.30 Gestione intraospedaliera del politraumatizzatoE. Vincenti (Dolo)
ore 10.00 I sanguinamenti maggiori: monitoraggio della coagulazione in realtime ed uso degli emocomponenti G. Chiaramonte (Palermo)
ore 10.30 Esperienze cliniche e discussione ore 10.50 Pausa
SECONDA SESSIONEModeratori - D. Di Lello (Isernia)
ore 11.00 Percorso ideale per la gestione del traumatizzato di età pediatrica E. Lampugnani (Genova)
ore 11.30 Approccio anestesiologico al paziente con frattura di femore G. Barzoi (Milano)
ore 12.00 Esigenze del traumatologo nel paziente con frattura del collo del femore A. Pace (Cefalù)
ore 12.30 Esperienze cliniche e discussione
ore 14.15 Chiusura dei lavori, registrazione d'uscita e ritiro degli attestati
SALA B PEGASO 3
6
A. Gratarola (Genova)
APPROCCIO AL PAZIENTE POLITRAUMATIZZATO
__________ Martedì 13Maggio 2014 MATT __________ Martedì 13Maggio 2014 MATT
in collaborazione con SICADSn° crediti ECM assegnati per n° 100 Medici Chirurghi ( Area Interdisciplinare)e Infermieri
ore 8.00 Registrazione partecipanti, consegna questionari ore 8.05 Introduzione al corso
PRIMA SESSIONEModeratori: F. Foresta ( Caltanisetta) - A. Citino (Vercelli)
ore 8.30 Aspetti normativi della chirurgia breve e loro impatto sui percorsi di cura N. Ladiana (Milano)
ore 9.00 Criteri di selezione dei pazienti, tipologia di intervento e percorso pre-operatorio L. Bertini (Roma)
ore 9.30 La recente giurisprudenza sulla chirurgia ambulatoriale, NORA e Day Surgery G. Vairo (Salerno)
ore 10.00 Raccomandazioni AAROI-EMAC/SIAARTI/SIARED sulle prestazioni anestesiologiche nella chirurgia a bassa complessità, NORA A. Barbati (Napoli)
ore 10.30 Discussioneore 10.50 Pausa
SECONDA SESSIONEModeratori: G. Maltese (Catanzaro) - A. Chianella (Foligno)
ore 11.00 Il ruolo del chirurgo e le tecniche chirurgiche nel processo della Day Surgery P.G. Palumbo (Roma)
ore 11.30 La scelta anestesiologica in relazione a chirurgia, pazienti e contesti C. Sacchi (Milano)
ore 12.30 Blocchi periferici, dall’ecoguida ai farmaci D. Di Stefano (Catania)
ore 13.00 Discussioneore 14.15 Chiusura dei lavori, registrazione d'uscita e ritiro degli attestati
SALA C CASSIO 1
6
ore 12.00 Blocchi centrali in day surgery: il perché di una scelta farmacologicaL. Guglielmo (Palermo)
MODELLI ORGANIZZATIVI IN CHIRURGIA AMBULATORIALE, NORA E DAY SURGERY
__________ Martedì 13Maggio 2014 MATT
CONSIGLIO DIRETTIVO
CONSIGLIERI
SOCIETÀ ITALIANA DI ANESTESIA RIANIMAZIONE EMERGENZA E DOLORE
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APPROPRIATEZZA DELLE CUREE RISORSE DISPONIBILI
Crediti formati ECM assegnati
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CONGRESSO NAZIONALE
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APPROPRIATEZZA DELLE CUREE RISORSE DISPONIBILI
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APPROPRIATEZZA DELLE CUREE RISORSE DISPONIBILI
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APPROPRIATEZZA DELLE CUREE RISORSE DISPONIBILI
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CONGRESSO NAZIONALE
ANESTESISTA 2 2014_A 07/04/14 09:27 Pagina 8
__________ Martedì 13Maggio 2014 SERA
n° 9 crediti ECM assegnati - corso composto da due sessioni per n° 140 Medici Chirurghi (Area Interdisciplinare)e Infermieri
ore 14.15 Registrazione partecipanti, consegna questionari ore 14.20 Introduzione al corso
LA COMPETENZA MULTI PROFESSIONALE IN CHIRURGIA ROBOTICAModeratori: F. Diana (Cagliari) - P. Fontarari (Firenze)
ore 14.30 La chirurgia robotica: complessità tecnologica e campi di applicazione A. Coratti (Grosseto)
ore 15.00 La robotica come chirurgia multidisciplinare: costo efficacia C. R. Tomassini (Pisa)
ore 15.30 Implicazioni anestesiologiche in chirurgia robotica toracica E. Serra (Padova)
ore 16.00 Robotica: implicazioni cardiovascolari dal monitoraggio emodinamico avanzato all'uso dei farmaci cardioattivi F. Guarracino (Pisa)
ore 16.30 Discussioneore 16.50 Pausa
LA COMPETENZA MULTI PROFESSIONALE IN CHIRURGIA LAPAROSCOPICAModeratori: A. Paolicchi (Pisa) - R. Benenati (Marsala)
ore 17.00 La chirurgia laparoscopica maggiore: tecniche e orizzonti chirurgici P. Marchesa (Torino)
ore 17.30 Le modificazioni fisiopatologiche e le competenze dell'anestesista A. Corcione (Napoli)
ore 18.00 Medicina perioperatoria in chirurgia laparoscopica maggiore dalla prevenzione del dolore e delle complicanze tromboemboliche al controllo delle infezioni A. Albani (Aosta)
ore 18.30 Esperienze in chirurgia laparoscopica maggiore E. Pusceddu (Cagliari)
ore 19.00 Discussioneore 20.30 Chiusura dei lavori, registrazione d'uscita
SALA A PEGASO 1
( I Sessione)ANESTESIA E DOLORE
LA CONDOTTA ANESTESIOLOGICA PERIOPERATORIA IN CHIRURGIA ROBOTICA E LAPAROSCOPICA
__________ Martedì 13Maggio 2014 SERA __________ Martedì 13Maggio 2014 SERA
n° crediti ECM assegnati per n° 100 Medici Chirurghi (Area Interdisciplinare) e Infermieri
ore 14.15 Registrazione partecipanti, consegna questionari ore 14.20 Introduzione al corso
PRIMA SESSIONEModeratori: G. Di Fiore (Palermo) - S. Coniglio (Catania)
ore 14.30 Classificazione del rischio ostetrico e counselling multidisciplinare in gravidanza R. Platania (Catania)
ore 15.00 L'anestesista di fronte alla sofferenza fetale acuta G. Scarpinati (Catania)
ore 15.30 L'emorragia nel postpartum M. R. D'Anna (Palermo)
ore 16.00 Ruolo della radiologia interventistica nelle emorragie del postpartum M. Vallone (Palermo)
ore 16.30 La paziente ad alto rischio emorragico: pianificazione anestesiologica A. Rutili (Massa Carrara)
ore 17.00 Discussioneore 17.20 Pausa
SECONDA SESSIONEModeratori: L. Pollarolo (Genova) - D. Dossi (Rovereto)
ore 17.30 Trasfusione di emocomponenti e sostituti plasmatici C. Prestifilippo (Catania)
ore 18.00 Intubazione difficile non prevista: cosa fare? F. Sgalambro (Catania)
ore 18.30 Emorragia nel postpartum, esperienze a confronto L. Calderone (Palermo) V. Mazzarese (Palermo) G. Scarpinati (Catania)
ore 19.00 Discussioneore 20.30 Chiusura dei lavori, registrazione d'uscita e ritiro degli attestati
SALA B PEGASO 3
6
LE EMERGENZE OSTETRICHE
__________ Martedì 13Maggio 2014 SERA __________ Martedì 13Maggio 2014 SERA
n° 12 crediti ECM assegnati - corso composto da due sessioni per n° 100 Medici Chirurghi (Area Interdisciplinare) e Infermieri
ore 14.15 Registrazione partecipanti, consegna questionari ore 14.20 Introduzione al corso
PRIMA SESSIONEModeratori: Difonzo (Bari) A. David (Messina)
ore 14.30 Monitoraggio emodinamico minimamente invasivo e pazienti ad alto rischio chirurgico: servono idee chiare! A. De Gasperi (Milano)
ore 15.00 Ecocardiografia transtoracica e TEE in Anestesia non cardiaca: valutazione clinica dei trattamenti farmacologici L. Tritapepe (Roma)
ore 15.30 L'ecografia cardio-toracica in UTI: esperienze A. Anile (Catania)
ore 16.00 L'uso dell'emofiltrazione in terapia intensiva V. Lanza (Palermo)
ore 16.30 Discussioneore 16.50 Pausa
SECONDA SESSIONE Moderatori: -
ore 17.00 Emofiltrazione e sepsi G. Castiglione (Catania)
ore 17.30 Decapneizzazione
ore 18.00 Insufficienza Respiratoria ed ECMO, cosa è successo dopo la pandemia da virus a H1N1 A. Arcadipane (Palermo)
ore 18.30 Discussioneore 20.30 Chiusura dei lavori e registrazione d'uscita
SALA C CASSIO 1
( I Sessione)
M. -
G. Iotti (Pavia) F. Caputo (Palermo)
G. Iotti (Pavia)
ANESTESIA E RIANIMAZIONE TECNOLOGIA E CLINICA IN SALA OPERATORIA E IN TERAPIA INTENSIVA
__________ Martedì 13Maggio 2014 SERA
__________ Lunedi 12 Maggio 2014 SERA __________ Mercoledì 14 Maggio 2014 MATT
SALA A
n° 9 crediti ECM assegnati - corso composto da due sessioni per n° 140 Medici Chirurghi (Area Interdisciplinare)e Infermieri
ore 8.00 Registrazione partecipanti ore 8.05 Apertura lavori
TERZA SESSIONEModeratori: S. Adamo (Palermo) - P. Notaro (Milano)
ore 8.30 Modelli organizzativi: obblighi normativi e realtà P. Notaro (Milano)
ore 9.00 Il dolore acuto post operatorio: un problema risolto? F. Coluzzi (Roma)
ore 9.30 Evidenze scientifiche dei blocchi periferici sui meccanismi dell’amplificazione del doloreM. Allegri
ore 10.00 Dolore acuto versus dolore cronico e malattia dolore: eziopatogenesi e algoritmo diagnostico M. Lucia (Palermo)
ore 10.30 Discussioneore 10.50 Pausa
QUARTA SESSIONEModeratori: S. Mameli (Cagliari) - D. Gioffrè (Pisa)
ore 11.00 Farmaci oppiacei: efficacia a medio lungo termine, effetti collaterali e criticità nelle associazioni con altri farmaci M. Grilli (Novara)
ore 11.30 Le tecniche antalgiche invasive S. Adilardi (Brescia)
ore 12.00 Breakthrough pain cancer e non cancer: diagnosi e trattamento S. Mercadante (Palermo)
ore 12.30C. Peruselli (Biella)
ore 13.00 Discussioneore 14.15 Chiusura dei lavori, registrazione d'uscita e ritiro degli attestati
Premiazione SIARED dei migliori poster nazionali
Premiazione AAROI EMAC Sicilia MEMORIAL “Filippo Berlinghieri”
PEGASO 1
( II Sessione)
(Pavia)
Problematiche organizzative tra ospedale e territorio nell'ambito delle cure palliative
ANESTESIA E DOLORE DOLORE ACUTO, CRONICO E MALATTIA DOLORE: MODELLI ORGANIZZATIVI, DIAGNOSI E TRATTAMENTO
ore 14.15 CERIMONIA DI CHIUSURA DEL CONGRESSO (Sala A Pegaso 1)
__________ Mercoledì 14 Maggio 2014 MATT
n° 6 crediti ECM assegnati - corso composto da due sessioni per n° 100 Medici Chirurghi (Area Interdisciplinare) e Infermieri
ore 8.00 Registrazione partecipantiore 8.05 Introduzione al corso
PRIMA SESSIONEModeratori: E. Scarpuzza (Palermo) - M. Politi (Enna)
ore 8.30 L'organizzazione dell'emergenza intra-ospedaliera G.A. Ratto (Savona)ore 9.00 Il paziente a rischio: il sistema track and trigger F. Urso (Torino)ore 9.30 L'emergenza intra-ospedaliera: luci e ombre M. Difonzo (Bari)ore 10.00 Il periarresto cardiaco: il ruolo dell'ultrasonografia
M. Valerio (Chiavari)ore 10.30 Discussioneore 10.50 Pausa
SECONDA SESSIONEModeratori: A.M. Coviello (Potenza) -
ore 11.00 Scompenso cardiaco acuto: indicazione e timing della terapia farmacologica G. Della Rocca (Udine)
ore 11.30 Il Cardiac Arrest Team: il ruolo del cardiologo G. Ferrara (Cefalù)
ore 12.00 TAVOLA ROTONDA L'emergenza intra-ospedaliera: la realtà negli ospedali italiani Conduce E. Scarpuzza (Palermo) Intervengono A.M. Coviello (Potenza)
. Marotta (Agrigento) - G.A. Ratto (Savona) F. Urso (Torino)- M. Valerio (Chiavari)
ore 13.00 Discussioneore 14.15 Chiusura dei lavori, registrazione d'uscita e ritiro degli attestati
Premiazione SIARED dei migliori poster nazionali Premiazione AAROI EMAC Sicilia MEMORIAL “Filippo Berlinghieri”
SALA B PEGASO 3
A. Gratarola (Genova)
G. Della Rocca (Udine) -M. Difonzo (Bari) - G. Ferrara (Cefalù) A. Gratarola (Genova) - A
IL TEAM DELL'EMERGENZA INTRA-OSPEDALIERA
E LO SCOMPENSO CARDIACO ACUTO
ore 14.15 CERIMONIA DI CHIUSURA DEL CONGRESSO (Sala A Pegaso 1)
__________ Mercoledì 14 Maggio 2014 MATT
n° 12 crediti ECM assegnati - corso composto da due sessioni per n° 100 Medici Chirurghi (Area Interdisciplinare) e Infermieri
ore 8.00 Registrazione partecipanti ore 8.05 Apertura dei lavori
TERZA SESSIONEModeratori: U. Lucangelo (Trieste)
ore 8.30 Discrepanza tra curve volume/pressione e imaging dell'elasticità polmonare: un nuovo dilemma per l'implementazione della ventilazione meccanica G. Perchiazzi (Bari)
ore 9.00 La ventilazione protettiva: come, quando e perché G. Foti (Lecco)ore 9.30 Le tecniche non convenzionali di ventilazione. NAVA e PAV:
a che punto siamo? S. Grasso (Bari)ore 10.00 La ventilazione non invasiva: fino a che punto posso spingermi?
ore 10.30 Discussioneore 10.50 Pausa
QUARTA SESSIONE Moderatori: L. Firmi (Terni) - E. Iacobone (Macerata)
ore 11.00 Lo svezzamento dalla ventilazione: tra arte e scienza M. Pennisi (Roma)
ore 11.30 La ventilazione meccanica ed ecografia polmonare A. Accattatis (Genova)
ore 12.00 TAVOLA ROTONDA: La ventilazione meccanica in terapia intensiva Intervengono A. Accattatis (Genova) - G. Foti (Lecco)S. Grasso (Bari) - D. Mazzarese (Palermo) - T. Principi (Ancona) M. Pennisi (Roma) - G. Perchiazzi (Bari) - A. Giarratano (Palermo) U. Lucangelo (Trieste) - E. Iacobone (Macerata)
ore 14.15 Chiusura dei lavori, registrazione d'uscita e ritiro degli attestati
Premiazione SIARED dei migliori poster nazionali Premiazione AAROI EMAC Sicilia MEMORIAL “Filippo Berlinghieri”
SALA C CASSIO 1
( II Sessione)
A. Giarratano (Palermo) -
T. Principi (Ancona)
ANESTESIA E RIANIMAZIONE MODELLI DI VENTILAZIONE IN TERAPIA INTENSIVA
ore 14.15 CERIMONIA DI CHIUSURA DEL CONGRESSO (Sala A Pegaso 1)
__________ Mercoledì 14 Maggio 2014 MATT
__________ Martedì 13Maggio 2014 MATT__________ Lunedì 12 Maggio 2014 SERA
__________ Martedì 13 Maggio 2014 MATT
SALA D CASSIO 2
7,3
SALA DCASSIO 2
7,3
CATETERISMO VENOSO CENTRALE ( I gruppo 25pax)
CATETERISMO VENOSO CENTRALE ( II gruppo 25pax)
a cura di G. Capozzoli (Bolzano) e D. Elisei (Macerata) n° crediti ECM assegnati per n° 25 Medici Chirurghi ( Area Interdisciplinare)
ore 13.00 Registrazione partecipanti e consegna questionari ore 13.20 Introduzione al corsoore 14.30 Utilizzo dell'ecografo per la venipuntura centrale
e periferica e per la valutazione delle complicanzeore 15.30 Cateterismo venoso centrale semplice e complesso ore 16.50 Pausa
ore 17.00 Indicazione dei diversi dispositivi per l'accesso vascolare: BREVE-MEDIO e LUNGO TERMINELe tecniche d'impianto e di tunnellizzazione
ore 18.00 Utilizzo dei PICC. Il ruolo del PICC teamore 19.00 Valutazione del corretto posizionamento della punta del PICC
e dei CVC: l'elettrocardiografia intracavitariaed i sistemi di navigazione. Esercitazioni pratiche. Test di valutazione
ore 19.30 Chiusura dei lavori, registrazione d'uscita e ritiro degli attestati
a cura di G. Capozzoli (Bolzano) e D. Elisei (Macerata) n° crediti ECM assegnati per n° 25 Medici Chirurghi ( Area Interdisciplinare)
ore 8.00 Registrazione partecipanti e consegna questionari ore 8.05 Introduzione al corsoore 8.30 Utilizzo dell'ecografo per la venipuntura centrale
e periferica e per la valutazione delle complicanzeore 9.30 Cateterismo venoso centrale semplice e complessoore 10.50 Pausa
ore 11.00 Indicazione dei diversi dispositivi per l'accesso vascolare: BREVE-MEDIO e LUNGO TERMINELe tecniche d'impianto e di tunnellizzazione
ore 12.00 Utilizzo dei PICC. Il ruolo del PICC teamore 13.00 Valutazione del corretto posizionamento della punta del PICC
e dei CVC: l'elettrocardiografia intracavitariaed i sistemi di navigazione. Esercitazioni pratiche. Test di valutazione
ore 14.15 Chiusura dei lavori, registrazione d'uscita e ritiro degli attestati
__________ Martedì 13 Maggio 2014 SERA
a cura di P. Fusco (L'Aquila) - A. Behr (Padova)n° crediti ECM assegnati per n° 25 Medici Chirurghi ( Area Interdisciplinare)
ore 14.20 Registrazione partecipanti e consegna questionari ore 14.30 Introduzione al corsoore 14.40 Efficacia-sicurezza nei blocchi nervosi periferici: ENS, ECO, ECO+ENS? ore 15.30 Sonoanatomia e principali blocchi del plesso brachiale ENS
ed eco guidati con discussione ore 16.30 Discussione ore 16.50 Pausaore 17.00 Sonoanatomia e principali blocchi dell'arto inferiore ENS
ed eco guidatiore 17.50 Discussione ore 18.00 Esercitazioni pratica su manichino vivente in due postazioni
per l'arto superiore ed inferioreLavori a piccoli gruppi su Blu Phantom con ago e sonda
ore 19.00 Discussione ore 20.30 Chiusura dei lavori, registrazione d'uscita e ritiro degli attestati
a cura di P. Fusco (L'Aquila) - A. Behr (Padova)n° crediti ECM assegnati per n° 25 Medici Chirurghi ( Area Interdisciplinare)
ore 8.00 Registrazione partecipanti e consegna questionari ore 8.05 Introduzione al corsoore 8.30 Efficacia-sicurezza nei blocchi nervosi periferici: ENS, ECO, ECO+ENS? ore 9.30 Sonoanatomia e principali blocchi del plesso brachiale ENS
ed eco guidati con discussione ore 10.30 Discussione ore 10.50 Pausaore 11.00 Sonoanatomia e principali blocchi dell'arto inferiore ENS
ed eco guidatiore 11.50 Discussione ore 12.00 Esercitazioni pratica su manichino vivente in due postazioni
per l'arto superiore ed inferioreLavori a piccoli gruppi su Blu Phantom con ago e sonda
ore 13.00 Discussione ore 14.15 Chiusura dei lavori, registrazione d'uscita e ritiro degli attestati
SALA D CASSIO 2
7,3
SALA D CASSIO 2
7,5
BLOCCHI ECOGUIDATI ( I gruppo 25pax)
BLOCCHI ECOGUIDATI ( II gruppo 25pax)
__________ Mercoledì 14 Maggio 2014 MATT
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ANESTESISTA 2 2014_A 07/04/14 10:14 Pagina 9
Anno XXXV - Numero 2 - Marzo/Aprile 2014
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onsig
lio d
ei
Min
istr
i, P
arlam
ento
, Regio
ni,
Azie
nde S
anita
rie e
tc.)
ed
altr
i Enti
Pubblic
i e/o
Privati
per
tutte le
attiv
ità s
cie
ntif
i-che e
sanita
rie c
he inte
ressano g
li scopi sta
tuta
ri d
ella
SIA
RE
D;
- pro
mozio
ne d
i stu
di e
ric
erc
he, m
edia
nte
gru
ppi,
com
itati,
com
mis
sio
ni, e
tc., e
media
nte
líistitu
zio
ne d
ibors
e d
i stu
dio
o d
i altr
i fin
anzia
menti
per pers
eguire g
liscopi s
tatu
tari;
- in
div
iduazio
ne e
ste
sura
delle
lin
ee g
uid
a e
dei
pro
tocolli
assis
tenzia
li, p
roposiz
ione d
i raccom
andazio
ni
e d
i in
diriz
zi di com
port
am
ento
pro
fessio
nale
; codifi
ca
degli
sta
ndard
s d
i sic
ure
zza; in
quadra
mento
delle
pro
-cedure
nei L
EA
e n
ei D
RG
; pro
posta
e s
tesura
di u
n n
o-
mencla
tore
unic
o d
i rife
rim
ento
;-
pubblic
azio
ne e
diff
usio
ne d
i un o
rgano d
i in
for-
mazio
ne u
ffic
iale
dell’
Associa
zio
ne,
in f
orm
a e
dito
riale
adeguata
alle
pro
prie fin
alit
à.
Art
. 4 P
AT
RIM
ON
IO4.1
Il p
atr
imonio
dell’
Associa
zio
ne è
costit
uito
:- dai b
eni m
obili
ed im
mobili
di p
roprietà
dell’
Asso-
cia
zio
ne;
- da e
ventu
ali
ero
gazio
ni,
donazio
ni o
lasciti
;- da e
ventu
ali
fondi d
i ris
erv
a c
ostit
uiti
con le
ecce-
denze d
i bila
ncio
.4.2
Le e
ntr
ate
dellí
Associa
zio
ne s
ono c
ostit
uite
:-
dalle
quote
annuali
vers
ate
dai S
oci;
- dai p
roventi
netti d
erivanti
dalle
pubblic
azio
ni,
dai
Congre
ssi o
da m
anife
sta
zio
ni v
arie;
- da o
gni a
ltra fonte
eventu
ale
, purc
hè n
on in
con-
trasto
con g
li scopi s
tatu
tari.
Art
. 5 S
CIO
GL
IME
NT
O D
EL
L’A
SS
OC
IAZ
ION
E E
DE
-V
OL
UZ
ION
E D
EI B
EN
I5.1
In c
aso d
i scio
glim
ento
dell’
Associa
zio
ne,
l’As-
sem
ble
a n
om
ina u
no o
più
liquid
ato
ri.
5.2
Al t
erm
ine d
ella
liquid
azio
ne, i
l patrim
onio
resid
uo
dellí
Associa
zio
ne s
ar‡
devolu
to a
d a
ltre
Associa
zio
ni
senza fin
alit
à d
i lucro
, o a
d a
ltre O
rganiz
zazio
ni n
on lu
-cra
tive a
venti
fini di util
ità p
ubblic
a e
/o s
ocia
le,
sentit
ol’O
rganis
mo d
i Controllo
di c
ui a
ll’art. 3
com
ma 1
90 d
ella
legge n
. 662/9
6,
salv
o d
ivers
a d
estinazio
ne i
mposta
dalla
legge.
Art
. 6 E
SE
RC
IZIO
6.1
L’a
nno s
ocia
le d
ell’
Associa
zio
ne c
oin
cid
e c
on
l’anno s
ola
re.
6.2
L’e
serc
izio
fin
anzia
rio s
i chiu
de il
31 D
icem
bre
di
ogni a
nno.TI
TOLO
I - G
ENER
ALI
TÀ
TITO
LO II
- PA
TRIM
ONIO
Art
. 7 B
ILA
NC
IO7.1
Al te
rmin
e d
i ogni anno,
il Tesoriere
pro
vvederà
alla
redazio
ne d
el b
ilancio
consuntiv
o d
a s
ottoporr
e a
l-l’a
ppro
vazio
ne d
el C
onsig
lio d
i B
ilancio
, e d
el bila
ncio
pre
ventiv
o d
a s
ottoporr
e a
ll’appro
vazio
ne d
el C
onsig
lioD
irettiv
o.
Art
. 8 U
TIL
I E
AV
AN
ZI D
I G
ES
TIO
NE
8.1
Gli
util
i o g
li avanzi di gestio
ne r
isulta
nti
dal B
i-la
ncio
dovra
nno e
ssere
accanto
nati
al F
ondo d
i ris
erv
a,
per essere
successiv
am
ente
util
izzati
per la
realiz
zazio
-ne d
elle
finalit
à d
ell’
Associa
zio
ne e
di q
uelle
direttam
en-
te c
onnesse.
8.2
All’
Associa
zio
ne è
vie
tato
dis
trib
uire,
anche i
nm
odo in
diretto, util
i e a
vanzi d
i gestio
ne, nonchè fondi,
riserv
e o
capita
le, a m
eno c
he la
loro
destin
azio
ne o
ladis
trib
uzio
ne n
on s
iano e
ffettuate
a f
avore
di altr
e A
s-
socia
zio
ni o
Org
aniz
zazio
ni s
enza fin
alit
à d
i lucro
, salv
odiv
ers
a d
estin
azio
ne im
posta
dalla
legge.
Art
. 9 A
SS
OC
IAT
I9.1
Possono e
ssere
am
messi a far
part
e d
ella
SIA
-R
ED
i culto
ri d
ell’
Aneste
sia
e d
ella
Ria
nim
azio
ne, della
Tera
pia
del D
olo
re,
delle
Cure
Palli
ativ
e,
della
Tera
pia
Iperb
arica, dell’
Em
erg
enza, dell’
Are
a C
ritic
a, e d
elle
Di-
scip
line A
ffin
i.9.2
L’A
ssocia
zio
ne è
com
posta
dalle
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cate
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i A
ssocia
ti:
Soci F
ondato
ri,
Soci O
rdin
ari,
Soci
Onora
ri, M
edic
i Specia
lizzandi.
9.3
Colu
i il
quale
appart
enga a
d u
na d
elle
suddette
cate
gorie,
e c
he i
nte
nda r
ecedere
dall’
Associa
zio
ne,
deve d
arn
e form
ale
com
unic
azio
ne s
critta a
l Pre
sid
en-
te.
Art
.10 S
OC
I F
ON
DA
TO
RI
10.1
Sono S
oci F
ondato
ri c
olo
ro c
he s
ono in
terv
enuti
alla
costit
uzio
ne d
ell’
Associa
zio
ne.
10.2
Essi,
purc
hè in r
egola
con il pagam
ento
delle
quote
annuali
di is
crizio
ne a
ll’A
ssocia
zio
ne,
possono
part
ecip
are
alle
manife
sta
zio
ni dell’
Associa
zio
ne, han-
no d
iritt
o d
i voto
, e s
ono e
leggib
ili a
lle c
ariche s
ocia
li.10.3
La q
ualif
ica d
i S
ocio
Fondato
re d
ecade p
er
di-
mis
sio
ni,
per
mancato
pagam
ento
delle
quote
annuali
di is
crizio
ne a
ll’A
ssocia
zio
ne,
o p
er
esclu
sio
ne d
elib
e-
rata
dal C
onsig
lio D
irettiv
o,
su p
roposta
dei P
robiv
iri,
per
motiv
i gra
vi.
Art
. 11 S
OC
I O
RD
INA
RI
11.1
Sono S
oci O
rdin
ari c
olo
ro c
he f
anno r
ichie
sta
ed o
ttengono l’
am
mis
sio
ne a
ll’A
ssocia
zio
ne.
11.2
Per
ottenere
e m
ante
nere
la q
ualif
ica d
i S
ocio
Ord
inario è
necessario:
- essere
laure
ato
in M
edic
ina e
Chirurg
ia;
- svolg
ere
la p
ropria a
ttiv
ità p
rofe
ssio
nale
nell’
am
-bito
dell’
Aneste
sia
e d
ella
Ria
nim
azio
ne,
della
Tera
pia
del D
olo
re, delle
Cure
Palli
ativ
e, della
Tera
pia
Iperb
ari-
ca, dell’
Em
erg
enza, dell’
Are
a C
ritic
a, e d
elle
Dis
cip
line
Affin
i. - in
oltr
are
dom
anda d
i am
mis
sio
ne, rivolta
al P
re-
sid
ente
;-
ottenere
l’a
ppro
vazio
ne d
ella
dom
anda d
a p
art
edel P
resid
ente
, pre
vio
pare
re d
el C
onsig
liere
SIA
RE
Dcom
pete
nte
per te
rrito
rio, o
, in m
ancanza, p
revio
pare
redel C
onsig
lio D
irettiv
o;
- effettuare
ed e
ssere
in r
egola
con il pagam
ento
delle
quote
annuali
di i
scrizio
ne a
ll’A
ssocia
zio
ne.
11.3
I S
oci O
rdin
ari, p
urc
hè in
regola
con il
pagam
en-
to d
elle
quote
annuali
di i
scrizio
ne a
ll’A
ssocia
zio
ne, p
os-
sono p
art
ecip
are
alle
manife
sta
zio
ni dell’
Associa
zio
ne,
hanno d
iritt
o d
i voto
, e s
ono e
leggib
ili a
lle c
ariche s
ocia
li.11
.4 I n
uovi S
oci O
rdin
ari a
cquis
iscono il
diritt
o a
llíe-
lettora
to a
ttiv
o e
passiv
o s
olta
nto
nell’
anno s
ocia
le s
uc-
cessiv
o a
quello
di r
egola
re a
mm
issio
ne.
11.5
La q
ualif
ica d
i S
ocio
Ord
inario d
ecade p
er
di-
mis
sio
ni,
per
mancato
pagam
ento
delle
quote
annuali
di is
crizio
ne a
ll’A
ssocia
zio
ne,
o p
er
esclu
sio
ne d
elib
e-
rata
dal C
onsig
lio D
irettiv
o,
su p
roposta
dei P
robiv
iri,
per
motiv
i gra
vi.
Art
. 12 S
OC
I O
NO
RA
RI
12.1
Possono e
ssere
nom
inati
Soci O
nora
ri, su p
ro-
posta
del P
resid
ente
e c
on il
pare
re favore
vole
del C
on-
sig
lio D
irettiv
o,
pers
onalit
à d
i spic
co c
he a
bbia
no c
on-
trib
uito
in m
odo s
ignifi
cativ
o a
l pers
eguim
ento
dei fin
iis
tituzio
nali
dell’
Associa
zio
ne.
12.2
I S
oci O
nora
ri s
ono e
senta
ti dal p
agam
ento
del-
la q
uota
associa
tiva, possono p
art
ecip
are
alle
manife
-sta
zio
ni d
ell’
Associa
zio
ne, hanno d
iritt
o d
i voto
, m
a n
on
sono e
leggib
ili a
lle c
ariche s
ocia
li.12.3
Il n
um
ero
dei S
oci O
nora
ri a
mm
essi o
gni a
nno
non p
uò s
upera
re il
num
ero
di d
ue.
12.4
La q
ualif
ica d
i S
ocio
Onora
rio d
ecade p
er
di-
mis
sio
ni,
o p
er
esclu
sio
ne d
elib
era
ta d
al C
onsig
lio D
i-re
ttiv
o, su p
roposta
dei P
robiv
iri,
per
motiv
i gra
vi.
AR
T. 13 M
ED
ICI S
PE
CIA
LIZ
ZA
ND
I13.1
Possono a
ssocia
rsi alla
SIA
RE
D in q
ualit
à d
iM
edic
i Specia
lizzandi i
laure
ati
in M
edic
ina e
Chirurg
ia
TITO
LO II
I - B
ILA
NCI
O
TITO
LO IV
- A
SSOC
IATI
iscritti a
d u
na s
cuola
di s
pecia
lizzazio
ne in
Aneste
sia
eR
ianim
azio
ne o
in a
ltre D
iscip
line A
ffin
i, che n
on s
iano
titola
ri d
i un q
uals
iasi r
apport
o d
i im
pie
go.
13.2
Per associa
rsi a
lla S
IAR
ED
com
e M
edic
o S
pe-
cia
lizzando è
necessario:
- in
oltr
are
dom
anda d
i am
mis
sio
ne,
rivolta
al P
resi-
dente
;-
ottenere
l’a
ppro
vazio
ne d
ella
dom
anda a
l pari d
ei
Soci O
rdin
ari;
13.3
I M
edic
i Specia
lizzandi s
ono e
senta
ti dal p
aga-
mento
delle
quote
annuali
di i
scrizio
ne a
ll’A
ssocia
zio
ne
sin
o a
l conseguim
ento
della
specia
lizzazio
ne, possono
part
ecip
are
alle
attiv
ità d
ell’
Associa
zio
ne, m
a n
on h
an-
no d
iritt
o d
i voto
, e n
on s
ono e
leggib
ili a
lle c
ariche s
o-
cia
li.
Art
. 14 G
LI O
RG
AN
I S
OC
IAL
I14.1
Gli
Org
ani S
ocia
li dell'
Associa
zio
ne s
ono:
a. l’A
ssem
ble
a d
ei S
oci;
b. il
Consig
lio D
irettiv
o;
c. il
Pre
sid
ente
;d. il
Vic
e P
resid
ente
;e. il
Tesoriere
;f. il
Segre
tario;
g. il
Colle
gio
dei R
evis
ori d
ei C
onti;
h. il
Colle
gio
dei P
robiv
iri;
i. il
Consig
lio d
i Bila
ncio
.14.2
I p
rovvedim
enti
adottati,
per
quanto
di com
pe-
tenza, dagli
Org
ani S
ocia
li della
SIA
RE
D, obblig
ano r
i-spettiv
am
ente
tutti i
Com
ponenti
dell’
Associa
zio
ne.
Art
. 15 C
AR
ICH
E S
OC
IAL
I15.1
Tutti c
olo
ro c
he riv
esto
no c
ariche s
ocia
li devono
necessariam
ente
essere
iscritti all’
Associa
zio
ne,
pena
la d
ecadenza.
Art
. 16 L
’AS
SE
MB
LE
A D
EI S
OC
I16.1
L’A
ssem
ble
a d
ei S
oci è c
onvocata
dal P
resi-
dente
, non m
eno d
i tre
nta
gio
rni p
rim
a d
i quello
fis
sato
per
l’adunanza.
16.2
Essa s
i riunis
ce d
i norm
a u
na v
olta a
ll’anno,
pre
feribilm
ente
in o
ccasio
ne d
el
Congre
sso a
nnuale
dell’
Associa
zio
ne, per dis
cute
re e
delib
era
re s
ugli
arg
o-
menti
iscritti a
ll’O
rdin
e d
el G
iorn
o.
16.3
La c
onvocazio
ne d
ell’
Assem
ble
a, da e
ffettuars
itr
am
ite p
osta
, fa
x, e-m
ail,
nonchè a
ttra
vers
o g
li org
ani
uffic
iali
di sta
mpa d
ell’
Associa
zio
ne,
dovrà
conte
nere
luogo, data
, ora
di i
niz
io d
ell’
adunanza, e g
li arg
om
enti
iscritti a
ll’O
rdin
e d
el G
iorn
o.
16.4
L’A
ssem
ble
a è
pre
sie
duta
dal P
resid
ente
, o, in
caso d
i sua a
ssenza, dal V
ice P
resid
ente
o d
al C
onsi-
glie
re p
iù a
nzia
no, e funzio
na a
i sensi d
i legge.
16.5
All’
Assem
ble
a s
pettano i
seguenti
com
piti
: a)
in s
ede o
rdin
aria
1. defin
ire g
li in
diriz
zi s
cie
ntif
ici g
enera
li dell’
Asso-
cia
zio
ne;
2. ra
tific
are
la n
om
ina d
el P
resid
ente
;3. dis
cute
re e
delib
era
re s
u o
gni a
ltro a
rgom
ento
di c
ara
ttere
ord
inario s
ottoposto
alla
sua a
ppro
vazio
ne;
b)
in s
ede s
traord
inaria
1. delib
era
re s
ullo
scio
glim
ento
dell’
Associa
zio
ne;
2. delib
era
re s
ulle
pro
poste
di m
odifi
ca d
ello
Sta
-tu
to;
3. dis
cute
re e
delib
era
re s
u o
gni a
ltro a
rgom
ento
di cara
ttere
str
aord
inario s
ottoposto
alla
sua a
ppro
va-
zio
ne.
16.6
Hanno d
iritt
o d
i inte
rvenire a
ll’A
ssem
ble
a i
Soci
Fondato
ri, O
rdin
ari, e O
nora
ri r
egola
rmente
iscritti.
16.7
Cia
scun S
ocio
- p
urc
hè n
on C
onsig
liere
nè R
e-
vis
ore
- p
otr
à r
appre
senta
re u
n a
ltro S
ocio
, se m
unito
di r
egola
re d
ele
ga s
critta.
16.8
In s
ede o
rdin
aria, l’A
ssem
ble
a è
regola
rmente
costit
uita
:-
In p
rim
a c
onvocazio
ne,
con la p
resenza d
i ta
nti
Soci c
he d
ispongano d
i alm
eno u
n terz
o d
ei v
oti;
- In
seconda c
onvocazio
ne, q
ualu
nque s
ia il
num
e-
ro d
ei S
oci p
resenti.
16.9
In s
ede s
traord
inaria, l
’Assem
ble
a è
valid
am
en-
te c
ostit
uita
: -
in p
rim
a c
onvocazio
ne,
con la p
resenza d
i ta
nti
Soci c
he d
ispongano d
i alm
eno d
ue terz
i dei v
oti;
- in
seconda c
onvocazio
ne, q
ualu
nque s
ia il
num
e-
ro d
ei S
oci pre
senti,
tra
nne n
el caso in c
ui debba d
eli-
bera
re s
ullo
scio
glim
ento
dell’
Associa
zio
ne, per il
quale
si f
a r
iferim
ento
alla
vig
ente
norm
ativ
a in
mate
ria;
16.1
0 L
’Assem
ble
a o
rdin
aria d
elib
era
con la
maggio
-ra
nza d
ella
metà
più
uno d
ei v
oti
espre
ssi.
16.1
1 L’A
ssem
ble
a str
aord
inaria delib
era
con la
maggio
ranza d
i alm
eno i
due terz
i dei v
oti
espre
ssi.
16.1
2 I v
erb
ali
delle
riu
nio
ni d
ell’
Assem
ble
a s
ono re-
datti d
al S
egre
tario in
carica o
, in
caso d
i assenza, e p
er
quella
sola
Assem
ble
a, d
a p
ers
ona s
celta
dal P
resid
en-
te tra
i pre
senti.
Art
. 17 IL
CO
NS
IGL
IO D
IRE
TT
IVO
17.1
Il C
onsig
lio D
irettiv
o è
costit
uito
da C
om
ponenti
effettiv
i e d
a C
om
ponenti
di d
iritt
o. Q
uesti
ulti
mi n
on h
an-
no d
iritt
o d
i voto
nelle
riu
nio
ni d
el C
onsig
lio D
irettiv
o.
17.2
Sono C
om
ponenti
Effettiv
i:-
il P
resid
ente
- il
Vic
e P
resid
ente
TITO
LO V
- OR
GAN
I E C
ARI
CHE
- i D
ele
gati S
cie
ntifici dell’
AA
RO
I-E
MA
C c
om
pe-
tenti
per
terr
itorio
17.3
Sono C
om
ponenti
di D
iritt
o-
il S
egre
tario
- il
Tesoriere
17.4
I C
om
ponenti
del C
onsig
lio D
irettiv
o d
ura
no in
carica q
uattro
anni e
possono e
ssere
ric
onfe
rmati.
17.5
I C
om
ponenti
del C
onsig
lio D
irettiv
o p
resta
no
la lo
ro o
pera
a tito
lo g
ratu
ito, salv
o il
rim
bors
o d
elle
spe-
se e
ffettiv
am
ente
soste
nute
per
líesple
tam
ento
dell’
in-
carico.
17.6
Il C
onsig
lio D
irettiv
o è
convocato
dal P
resid
ente
o - in
caso d
i im
pedim
ento
di q
uest’u
ltim
o - d
al V
ice P
re-
sid
ente
, alm
eno d
ue v
olte
l’a
nno, m
edia
nte
com
unic
a-
zio
ne in
via
ta a
cia
scun C
onsig
liere
- a
lmeno d
ieci g
iorn
iprim
a d
i quello
fis
sato
per
la r
iunio
ne -
a m
ezzo p
osta
,fa
x o
e-m
ail,
conte
nente
luogo, data
, ora
di in
izio
della
riunio
ne, e a
rgom
enti
di d
iscussio
ne p
osti
all’
Ord
ine d
el
Gio
rno;
il C
onsig
lio D
irettiv
o d
ovrà
essere
convocato
anche q
uando a
lmeno la
metà
dei C
om
ponenti
effettiv
ine faccia
motiv
ata
ric
hie
sta
.17.7
Il
Consig
lio D
irettiv
o è
valid
am
ente
costitu
ito
con la m
aggio
ranza d
ei suoi C
om
ponenti
e d
elib
era
am
aggio
ranza.
17.8
In c
aso d
i parità
di v
oti
pre
vale
il v
oto
del P
resi-
dente
.17.9
In c
aso d
i im
pedim
ento
a p
art
ecip
are
alle
riu
-nio
ni d
el C
onsig
lio D
irettiv
o, i C
om
ponenti
Effettiv
i com
-pete
nti
per te
rrito
rio p
ossono fars
i rappre
senta
re, a tutti
gli
effetti ed a
mezzo d
i re
gola
re d
ele
ga s
critta,
da u
nC
om
ponente
del r
ispettiv
o C
onsig
lio In
terr
egio
nale
, Re-
gio
nale
, o P
rovin
cia
le, dell’
AA
RO
I-E
MA
C, purc
hè rego-
larm
ente
iscritto a
lla S
IAR
ED
in q
ualit
à d
i Socio
.17.1
0 L
’assenza ingiu
stificata
o la s
ostitu
zio
ne p
er
più
di tr
e C
onsig
li D
irettiv
i consecutiv
i sarà
oggetto d
ivalu
tazio
ne d
a p
art
e d
el C
onsig
lio D
irettiv
o p
er
even-
tuali
pro
vvedim
enti.
17.1
1 D
elle
riu
nio
ni del C
onsig
lio D
irettiv
o s
arà
re-
datto il
rela
tivo v
erb
ale
a c
ura
del S
egre
tario, s
ottoscritto
dal P
resid
ente
e d
al S
egre
tario p
revia
rela
tiva a
ppro
va-
zio
ne.
Art
. 18 C
OM
PE
TE
NZ
E D
EL
CO
NS
IGL
IO D
IRE
TT
IVO
18.1
Il C
onsig
lio D
irettiv
o a
ttua le d
elib
era
zio
ni del-
l’Assem
ble
a d
ei S
oci e
pro
muove o
gni i
niz
iativ
a te
nden-
te a
l raggiu
ngim
ento
degli
scopi s
ocia
li.18.2
Il C
onsig
lio D
irettiv
o c
ura
la g
estio
ne o
rdin
aria
e s
traord
inaria d
ell’
Associa
zio
ne, senza li
mita
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ni,
sal-
vo q
uanto
è d
evolu
to a
ll’auto
rità
dellí
Assem
ble
a d
ei S
o-
ci.
18.3
Al C
onsig
lio D
irettiv
o c
om
pete
inoltr
e:
a.
sta
bili
re le lin
ee p
rogra
mm
ati
che e
d o
pera
tive
per l’a
ttuazio
ne d
egli
indiriz
zi s
cie
ntif
ici g
enera
li dell’
As-
socia
zio
ne d
elib
era
ti dall’
Assem
ble
a d
ei S
oci;
b. delib
era
re s
ugli
atti non d
i com
pete
nza d
ell’
As-
sem
ble
a d
ei S
oci e
su q
uanto
pro
posto
dal P
resid
ente
;c. ra
tific
are
gli
eventu
ali
pro
vvedim
enti
e d
ecis
ioni
adottati
d’u
rgenza d
al P
resid
ente
;d.
dete
rmin
are
la q
uota
associa
tiva a
nnuale
dei
Soci e
le m
odalit
à d
el s
uo p
agam
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;e. colla
bora
re a
lle a
ttiv
ità e
dito
riali
dell’
Associa
zio
-ne, per
le q
uali
nom
ina il
Com
itato
di r
edazio
ne;
f. indire il C
ongre
sso a
nnuale
dell’
Associa
zio
ne,
sceglie
rne la
sede, colla
bora
re a
lla s
ua r
ealiz
zazio
ne;
g. in
div
iduare
, anche in
base a
lle p
roposte
dei S
o-
ci,
i tem
i di l
avoro
delle
manife
sta
zio
ni c
ongre
ssuali;
h. fis
sare
le c
ondiz
ioni e
le m
odalit
à p
er il
rim
bors
odelle
spese s
oste
nute
dai C
om
ponenti
degli
Org
ani S
o-
cia
li dellí
Associa
zio
ne p
er
líesple
tam
ento
delle
attiv
itàis
tituzio
nali;
i. appro
vare
il b
ilancio
pre
ventiv
o p
repara
to d
al T
e-
soriere
ed e
sam
inare
il b
ilancio
consuntiv
o p
redis
posto
dallo
ste
sso, p
rim
a d
i sottoporlo a
lla v
erific
a d
ei R
evis
ori
dei c
onti
ed a
llíappro
vazio
ne d
el C
onsig
lio d
i Bila
ncio
;j.
esprim
ere
pare
re s
ulle
dom
ande d
i am
mis
sio
ne
dei S
oci O
rdin
ari e
dei M
edic
i S
pecia
lizzandi nei casi
pre
vis
ti;k. assum
ere
dip
endenti,
dete
rmin
andone le m
an-
sio
ni; l.
nom
inare
Consule
nti
este
rni dellí
Associa
zio
ne,
che s
upport
ino il C
onsig
lio D
irettiv
o n
ello
svolg
imento
delle
attiv
ità is
tituzio
nali
e d
i quelle
ad e
sse c
onnesse. I
Consule
nti
sono s
celti
tra
pers
one d
i com
pro
vata
espe-
rienza e
com
pete
nza n
elle
div
ers
e p
rofe
ssio
nalit
à,
di
cara
ttere
scie
ntif
ico, m
anageriale
, am
min
istr
ativ
o o
al-
tro, rile
vanti
per la
gestio
ne e
per le
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ità d
ell’
Associa
-zio
ne; m. delib
era
re s
ullí
adesio
ne e
sulla
part
ecip
azio
ne
dell’
Associa
zio
ne a
d iniz
iativ
e e
d a
ttiv
ità d
i E
nti
ed Isti-
tuzio
ni P
ubblic
he e
/o P
rivate
, che inte
ressano l’a
ttiv
itàdell’
Associa
zio
ne s
tessa, desig
nandone i
pro
pri rappre
-senta
nti
da s
ceglie
re tra
i S
oci.
18.4
Il C
onsig
lio D
irettiv
o, n
ell’
eserc
izio
delle
sue fu
n-
zio
ni,
può a
vvale
rsi d
ella
colla
bora
zio
ne d
i Com
mis
sio
ni
consulti
ve e
di stu
dio
, nom
inate
dal C
onsig
lio s
tesso,
com
poste
da S
oci e
non S
oci.
Art
. 19 IL
PR
ES
IDE
NT
E19.1
Il
Pre
sid
ente
è i
l C
oord
inato
re d
ei
Dele
gati
Scie
ntif
ici R
egio
nali
dell’
AA
RO
I-E
MA
C.
19.2
Il P
resid
ente
è il
rappre
senta
nte
legale
dell’
As-
socia
zio
ne.
19.3
Egli
vig
ila s
ul
rispetto d
elle
norm
e s
tatu
tarie,
convoca e
pre
sie
de l’
Assem
ble
a d
ei S
oci e
il C
onsig
lio
Direttiv
o,
sottoscrivendone insie
me c
on il S
egre
tario i
verb
ali,
cura
l’esecuzio
ne d
elle
delib
era
zio
ni d
ei s
uddetti
Org
ani S
ocia
li, p
rom
uove e
dirig
e l’
attiv
ità d
ella
SIA
RE
De a
ssum
e d
i diritt
o la D
irezio
ne S
cie
ntif
ica d
ell’
org
ano
uffic
iale
di s
tam
pa.
19.4
Il P
resid
ente
agis
ce e
resis
te in
giu
diz
io in
nom
ee p
er conto
dell’
Associa
zio
ne in
quals
iasi s
ede e
gra
do.
19.5
Egli
ha t
utti i pote
ri d
i ord
inaria e
str
aord
inaria
am
min
istr
azio
ne,
dis
pone le r
iscossio
ni e i p
agam
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ed o
pera
con firm
a s
ingola
sui c
onti
corr
enti
bancari e
/oposta
li in
testa
ti all’
Associa
zio
ne.
19.6
In c
aso d
i im
pedim
ento
il P
resid
ente
è s
ostit
uito
a tutti g
li effetti d
al V
ice P
resid
ente
, che s
ubentr
erà
a lu
inella
carica in c
aso d
i dim
issio
ni prim
a d
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scadenza
del m
andato
e v
i rim
arr
à p
er tu
tta la
dura
ta d
ello
ste
sso
ovvero
fin
o a
lla n
om
ina d
i un n
uovo P
resid
ente
.19.7
Il P
resid
ente
pre
sta
la s
ua o
pera
a ti
tolo
gra
tuito
,salv
o il rim
bors
o d
elle
spese e
ffettiv
am
ente
soste
nute
per
l’esple
tam
ento
dell’
incarico.
19.8
Il P
resid
ente
dura
in c
arica q
uattro
anni e p
uò
essere
ric
onfe
rmato
.
Art
. 20 IL
VIC
E P
RE
SID
EN
TE
20.1
Il
Vic
e P
resid
ente
è i
l P
resid
ente
Nazio
nale
dell’
AA
RO
I-E
MA
C.
20.2
Egli
coadiu
va il
Pre
sid
ente
, e lo
sostit
uis
ce n
elle
sue funzio
ni i
n c
aso d
i assenza e
/o d
i im
pedim
ento
.20.3
Il V
ice P
resid
ente
pre
sta
la s
ua o
pera
a t
itolo
gra
tuito
, salv
o il
rim
bors
o d
elle
spese e
ffettiv
am
ente
so-
ste
nute
per
l’esple
tam
ento
dell’
incarico.
20.4
Il V
ice P
resid
ente
dura
in c
arica q
uattro
anni e
può e
ssere
ric
onfe
rmato
.
Art
. 21 IL
SE
GR
ETA
RIO
21.1
II S
egre
tario è
il S
egre
tario N
azio
nale
dell’
AA
-R
OI-
EM
AC
.21.2
Egli
colla
bora
col P
resid
ente
, col V
ice P
resid
en-
te e
col Tesoriere
, svolg
e c
om
piti
di cara
ttere
org
aniz
-zativ
o, è responsabile
dell’
attiv
ità b
uro
cra
tica d
ell’
Asso-
cia
zio
ne, cura
le p
ubblic
he r
ela
zio
ni.
21.3
Il S
egre
tario r
edig
e e
sottoscrive,
insie
me c
ol
Pre
sid
ente
, i v
erb
ali
dell’
Assem
ble
a e
del C
onsig
lio D
i-re
ttiv
o,
mantiene a
ggio
rnato
l’e
lenco d
ei C
om
ponenti
dell’
Associa
zio
ne e
cura
ord
inato
l’arc
hiv
io.
21.4
Il S
egre
tario p
resta
la s
ua o
pera
a ti
tolo
gra
tuito
,salv
o il rim
bors
o d
elle
spese e
ffettiv
am
ente
soste
nute
per
l’esple
tam
ento
dell’
incarico.
21.5
Il S
egre
tario d
ura
in c
arica q
uattro
anni e p
uò
essere
ric
onfe
rmato
.
Art
. 22 IL
TE
SO
RIE
RE
22.1
II T
esoriere
è il
Tesoriere
Nazio
nale
dell’
AA
RO
I-E
MA
C.
22.2
In p
art
icola
re,
egli
cura
la p
repara
zio
ne d
ei bi-
lanci p
reventiv
i e c
onsuntiv
i, ill
ustr
andone i
conte
nuti
al
Consig
lio D
irettiv
o,
ai R
evis
ori d
ei conti
e a
l C
onsig
liodi B
ilancio
; tie
ne la
cassa s
ocia
le e
d o
pera
senza li
miti
di a
mm
onta
re e
con firm
a s
ingola
sui c
onti
corr
enti
ban-
cari e
/o p
osta
li in
testa
ti all’
Associa
zio
ne.
22.3
Il T
esoriere
pre
sta
la s
ua o
pera
a tito
lo g
ratu
ito,
salv
o il rim
bors
o d
elle
spese e
ffettiv
am
ente
soste
nute
per
l’esple
tam
ento
dellí
incarico.
22.4
Il T
esoriere
dura
in c
arica q
uattro
anni e
può e
s-
sere
ric
onfe
rmato
.
Art
. 23 IL
CO
LL
EG
IO D
EI R
EV
ISO
RI D
EI C
ON
TI
23.1
Il c
olle
gio
dei R
evis
ori d
ei C
onti
è il
Colle
gio
Na-
zio
nale
dei R
evis
ori d
ei C
onti
dell’
AA
RO
I-E
MA
C.
23.2
Esso è
com
posto
da tre
Com
ponenti
effettiv
i ñ
di c
ui u
no c
on funzio
ni d
i Pre
sid
ente
- e
due s
upple
nti.
23.3
Essi d
ura
no in
carica q
uattro
anni,
possono e
s-
sere
ric
onfe
rmati
e n
on p
ossono c
onte
mpora
neam
ente
ricoprire
altr
e c
ariche a
ll’in
tern
o d
ell’
Associa
zio
ne.
23.4
Per
la v
alid
ità d
elle
riu
nio
ni del C
olle
gio
è n
e-
cessaria la
pre
senza d
el P
resid
ente
e d
ei d
ue R
evis
ori
effettiv
i. In
caso d
i im
pedim
ento
questi
sara
nno s
ostit
uiti
dai R
evis
ori s
upple
nti.
23.5
Il C
olle
gio
dei R
evis
ori d
ei conti
pro
vvede a
llaricogniz
ione f
orm
ale
della
gestio
ne a
mm
inis
trativ
a,
fi-nanzia
ria,
conta
bile
e f
iscale
dellí
Associa
zio
ne,
che s
itr
aduce n
ei s
eguenti
princip
ali
adem
pim
enti:
- vig
ilare
sull’
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anza d
a p
art
e d
egli
Org
ani S
o-
cia
li dell’
Associa
zio
ne d
elle
leggi e
dello
Sta
tuto
dell’
As-
socia
zio
ne;
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inare
i bila
nci p
reventiv
i per la
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ità d
el-
le p
revis
ioni,
dei b
ilanci c
onsuntiv
i e d
elle
corr
ela
te o
pe-
razio
ni c
onta
bili
;-
contr
olla
re la r
egola
rità
form
ale
degli
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stio
ne;
- verific
are
annualm
ente
la g
estio
ne p
atr
imonia
lee fin
anzia
ria d
ell’
Associa
zio
ne;
- accert
are
la r
egola
re t
enuta
della
conta
bili
tà f
i-nanzia
ria e
fis
cale
;- verific
are
gli
adem
pim
enti
nei c
onfr
onti
del p
ers
o-
nale
dip
endente
e d
el v
ers
am
ento
dei r
ela
tivi c
ontr
ibuti;
- contr
olla
re l’a
mm
inis
trazio
ne d
ei beni di pro
prietà
dell’
Associa
zio
ne e
dell’
inventa
rio d
egli
ste
ssi;
- valu
tare
l’in
tere
sse d
ell’
Associa
zio
ne a
d a
ccettare
lasciti
e d
onazio
ni;
- valu
tare
pro
getti d
i investim
ento
che im
pegnin
o i
bila
nci p
er più
eserc
izi,
spese in
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capita
le e
rela
tive
copert
ure
fin
anzia
rie a
nche in
rife
rim
ento
ai b
ilanci p
re-
ventiv
i.
23.6
Il C
olle
gio
dei R
evis
ori d
ei c
onti
redig
e a
nnual-
mente
una r
ela
zio
ne s
ulla
verifica d
ell’
equili
brio d
ella
gestio
ne p
atr
imonia
le e
fin
anzia
ria d
ell’
Associa
zio
ne d
aeffettuars
i in
occasio
ne d
ell’
appro
vazio
ne d
el bila
ncio
consuntiv
o d
a p
art
e d
el C
onsig
lio d
i Bila
ncio
e p
reven-
tivo d
a p
art
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Il mantenimento dell’anestesia di solito si rea-lizza con un anestetico volatile, con o senza pro-tossido d’azoto e con un oppioide. Con minore fre-quenza si utilizza un’anestesia endovenosa totaleTIVA.
La fenitoina, il fenobarbital, e la carbamazepi-na determinano un’induzione degli enzimi epatici.Questo comporta un metabolismo degli alogenatiaumentato con un rischio aumentato di epatite daalogenati e dell’escrezione urinaria di floridi. L’in-duzione enzimatica può determinare un aumentodella richiesta di oppioidi, mentre il gabapentindetermina un effetto risparmio di morfina. Gli ane-stetici con potenzialità epilettogene (ad esempiola ketamina e l’alfentanil) e quelli con metabolitiepilettogeni (ad esempio meperidina) si devonoevitare. È stato descritto che alcuni anestetici pos-sono causare convulsioni, mentre peraltro hannoun effetto anticonvulsivante, in maniera dose-di-pendente. In genere le basse dosi sono proconvul-sivanti, mentre le alte dosi sono anticonvulsivanti.La tabella 1 sintetizza gli effetti degli anestetici piùcomuni sull’EEG.
Anestesia generale o regionale? L’anestesia regionale è più sicura e può essere
usata come sola tecnica di anestesia nei bambinipiù grandi se l’epilessia è ben controllata e se sievitano i fattori noti che possono far precipitare leconvulsioni. Tuttavia molti anestesisti non voglionousare una tecnica con solo anestetico locale neipazienti epilettici, per evitare la possibilità di con-vulsioni intraoperatorie che possono essere sca-
tenate dall’ipocapnia indotta dall’iperventilazionedi un bambino ansioso. La tossicità degli anesteticilocali si può manifestare con convulsioni tonico-cloniche, e se si ha il sospetto di questo devonoessere trattate nel modo seguente:
I. Interrompere la somministrazione di aneste-tico locale e chiedere aiuto;
II. ABC: mantenere la pervietà delle vie aeree e,se necessario, renderle sicure con l’intubazione.Somministrare ossigeno al 100% e assicurare unaventilazione adeguata. Verificare o stabilire una viavenosa;
III. Controllare le convulsioni: somministrarebenzodiazepine, tiopentone o propofol in piccoledosi crescenti;
IV. Trattare l’arresto cardiaco associato all’inie-zione dell’anestetico locale:
V. Iniziare la rianimazione cardiopolmonare ri-cordando che può essere necessaria una rianima-zione prolungata e che l’aritmia cardiaca può es-sere refrattaria;
VI. Prendere in considerazione il trattamentocon emulsioni lipidiche:
1. Somministrare un bolo endovenoso d’intra-lipid al 20% 1,5 ml/Kg in 1 minu-to seguito daun’infusione di 0,25 ml/Kg/min;
2. Ripetere l’iniezione del bolo due volte con unintervallo di 5 minuti se non si è ristabilita una cir-colazione adeguata;
3. Se dopo altri 5 minuti non si è ristabilita unacircolazione adeguata aumentare la velocità del-l’infusione a 0,5 ml/Kg/min;
4. Continuare l’infusione finché si ristabilisceuna circolazione stabile e adeguata;
VII. Prendere in considerazione la possibilità diun bypass cardiopolmonare se disponibile.
Convulsioni durante l’anestesia. Le convulsioni possono comparire in corso
d’anestesia generale ma è molto difficili diagnosti-carle, soprattutto se sono stati usati bloccanti neu-romuscolari. Le convulsioni possono essere senzaconvulsioni o con convulsioni mascherate dal-l’anestesia generale; la diagnosi si basa su piccolisintomi non specifici compresa un improvviso enon spiegabile aumento della C02 di fine espira-zione, tachicardia, ipertensione, aumento del tonomuscolare (se non sono stati usati i bloccanti neu-romuscolari), dilatazione delle pupille, e aumentodel consumo di ossigeno. Se le convulsioni com-paiono durante un intervento di neurochirurgia,si può manifestare edema cerebrale con fuoriusci-ta del contenuto intracranico.
La diagnosi definitiva richiede l’EEG, che di so-lito non è disponibile in sala operatoria. Se si so-spettano le convulsioni, queste possono esseretrattate mediante un immediato approfondimentodell’anestesia, somministrazione di un farmaco an-ticonvulsivante come il propofol, il tiopentone ouna benzodiazepina, somministrare ossigeno al100% e la correzione di tutti i fattori precipitanticompresi l’ipossia, l’ipocapnia, l’iponatremia el’ipoglicemia.
Somministrazione di liquidi durante l’in-tervento.
La somministrazione di liquidi deve essereadeguata all’intervento da eseguire. Le soluzioniglucosate e quelle con Ringer lattato devono essereevitate nei pazienti in trattamento con dieta cheto-genetica poiché possono aggravare l’acidosi me-tabolica preesistente. Pertanto in questi pazienti sideve usare la normale soluzione salina, con unostretto monitoraggio dell’equilibrio acido-base.Tuttavia l’ipoglicemia è un rischio presente neibambini piccoli, pretermine per cui in questi pa-zienti è necessario uno stretto controllo della gli-cemia e può essere necessario somministrare so-luzioni glucosate.
Trattamento postoperatorio.È indispensabile riprendere il trattamento an-
tiepilettico nel postoperatorio prima possibile.Le concentrazioni plasmatiche dei farmaci antie-pilettici devono essere controllate se c’è un ritar-do nella ripresa della loro somministrazione o sisono manifestate convulsioni nel frattempo. Leconvulsioni sono più frequenti nel postoperato-rio. Possono essere favorite dall’uso di anesteticiproconvulsivanti, ipossia, ipercapnia, alterazionielettrolitiche (iponatremia, ipocalcemia, ipoma-gnesiemia), ipoglicemia, uremia, livelli di farma-ci anticonvulsivanti inferiori al range terapeutico,tossicità da anestetici locali. Il trattamento deveessere immediato con il 100% di ossigeno, con-trollo delle convulsioni con un anticonvulsivantead azione rapida e breve durata come il tiopen-tone o una benzodiazepina. Sono necessari lacorrezione di tutti i fattori precipitanti e il con-trollo dei livelli plasmatici dei farmaci anticon-vulsivanti.
Anestesia per la chirurgia delle epilessieGli interventi chirurgici aiutano ad abolire i fo-
ci epilettici o interrompono i micro-circuiti neu-ronali. L’identificazione dei foci epilettici si puòeseguire con le tecniche di neuroimmagini funzio-nali e con l’EEG o l’ECoG che realizza un mappag-gio diretto della corteccia cerebrale. Il monitorag-gio intraoperatorio del linguaggio e dei loci motoripossono essere necessari e richiedono un pazientesveglio, non intubato.
Considerazioni preoperatorie. In aggiunta alle precauzioni usate nella chi-
rurgia di routine nel paziente pediatrico epiletti-co, esistono esigenze specifiche per la chirurgiadelle epilessie. I pazienti peraltro hanno bisognodi ripetuti interventi (ad esempio di neuroradio-logia con il posizionamento di intracranico diuna griglia a strisce di elettrodi per il monitorag-gio continua dell’attività elettrica corticale e ilmappaggio corticale e l’esecuzione della chirur-gia dell’epilessia). I farmaci antiepilettici posso-no essere interrotti prima dell’intervento per lalocalizzazione di un focus epilettico. Se è neces-saria una premedicazione con sedativi ed è statoprogrammato l’ECoG intraoperatorio, si può uti-lizzare una dose ridotta di benzodiazepine. La te-sta dei neonati e dei bambini piccoli rappresentail 19% della superficie corporea rispetto al 9%degli adulti, con un volume di sangue cerebralemaggiore, cosicché si deve prendere in conside-razione una maggiore perdita di liquidi e di san-
gue. La possibilità di trasfusioni di sangue deveessere discussa con i parenti e deve essere dispo-nibile sangue compatibile.
Trattamento intraoperatorio.Non è nota la tecnica d’anestesia migliore per
la chirurgia dell’epilessia. La tecnica d’anestesia ècorrelata alla programmazione o meno dell’ECoG.Se è previsto l’ECoG si deve usare una tecnica cheha un effetto minimo sull’attività corticale. Questodi solito comprende un oppioide (fentanyl o re-mifentanil) e una bassa concentrazione d’isoflu-rano o propofol, poiché gli anestetici volatili, so-prattutto il desflurano, deprimono i potenziali mo-tori. Si ricorre alla TIVA se sono necessari i poten-ziali motori. Il protossido d’azoto inibisce comple-tamente l’attività corticale a concentrazioni sub-anestetiche e non deve essere usato. Se si pro-gramma di stimolare la corteccia cerebrale si deveevitare l’uso dei bloccanti neuromuscolari o si de-ve far in modo che il loro effetto sia terminato pri-ma della stimolazione corticale. Se non è previstol’uso dell’ECoG si può utilizzare una tecnica similea quella usata nella chirurgia di routine, compresol’uso di bloccanti neuromuscolari. Il trattamentoantiepilettico deve continuare nel periodo perio-peratorio. Durante il posizionamento del paziente,è importante evitare la congestione venosa cere-brale. Se è prevista la stimolazione corticale o l’in-duzione delle convulsioni, gli arti del bambino do-vrebbero essere facilmente visualizzabili. Nei pa-zienti che eseguono una craniotomia, occorre por-re il paziente in posizione confortevole e con il visoben visibile.
Per la limitata accessibilità al bambino e lapossibilità di perdite di sangue importanti si devedisporre di un accesso venoso di grosso calibro.
Nella maggior parte dei casi è necessario ri-prendere la terapia con farmaci anti-comiziali im-mediatamente dopo l’intervento.
Considerazioni anestesiologiche per inter-venti particolari
Neuroradiologia. Gli interventi non dolorosi possono essere ese-
guiti in sedazione leggera o senza sedazione neibambini più grandi con l’anestesia generale riser-vata ai più piccoli, ai bambini non collaboranti eai bambini con comorbilità importanti.
Posizionamento di uno stimolazione delnervo vago.
Uno stimolatore del nervo vago è un piccologeneratore elettrico impiantato nella parete tora-cica sotto la clavicola sinistra con gli elettrodi in-seriti vicino al nervo vago di sinistra nel collo. In-viando piccoli impulsi elettrici al cervello attraver-so il nervo vago si può ridurre la frequenza delleconvulsioni nella maggior parte dei pazienti conconvulsioni intrattabili. È indispensabile un con-trollo continuo dell’ECG per il rischio di bradicar-dia intraoperatoria o asistolia transitoria duranteil posizionamento degli elettrodi e durante la sti-molazione iniziale. Attualmente sono stati prodottistimolatori transcutanei con impulsi mirati ai ramicutanei del nervo vago di sinistra soprattutto quelliche innervano l’orecchio sinistro.
Impianto di elettrodi “grid” e “strip”subdurali.
Gli elettrodi di monitoraggio sono posizionatisulla superficie del cervello e vi restano per circa1 settimana per identificare i foci epilettogeni pri-ma di una possibile resezione chirurgica; l’inter-vento richiede una craniotomia con il rischio diimportanti perdite di sangue e di embolia gassosa.La somministrazione dei farmaci antiepilettici nonè interrotta di routine; tuttavia occorre prevenirela possibilità di convulsioni in anestesia o nella fa-se di risveglio.
Craniotomia da sveglio. La craniotomia da sveglio si prende in consi-
derazione nei bambini più grandi, collaboranti emotivati. Si può eseguire in anestesia locale in se-dazione cosciente con o senza la somministrazionedi remifentanil o con la tecnica addormentato-sve-glio-addormentato.
Taglio del corpo calloso.Si deve prevenire il rischio di sanguinamneto
e di embolia gassosa. Può comparire letargia esonnolenza postoperatoria e il paziente nel posto-peratorio deve essere controllato in ambinte in-tensivo.
Emisferectomia.L’intervento presenta la più alta mortalità tra
tutti gli interventi di chirurgia dell’epilessia. Puòessere un intervento di lunga durata con il rischiodi perdite ematiche e coagulopatie. Deve esseredisponibile sangue compatibile.
Anno XXXV - Numero 2 - Marzo/Aprile 2014
11rofessionali e/o fonti scientifiche sugli argomenti trattati,linee-guida o raccomandazioni a valenza medico-legale
: il bambino epiletticotical Care & Pain | Volume 11 Number 3 2011
Tabella 1. Effetto degli anestetici sull’EEG. MAC: concentrazione alveolare minima
Tiopentone Anticonvulsivante
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Effetto dose-dipendente: attivazione a piccole dosi; soppressione ad altedosi
Ketamina Anticonvulsivante
Protossidod’azoto
Anticonvulsivante con forte effetto soppressivo ad alte concentrazioni
Isoflurano,desfurano
< 1 MAC: attività EEC mantenuta ma soppressione attività epilettiforme difondo
> 1 MAC: profonda soppressione dell’EEG;
> 2 MAC: isolettrica EEG
SevofluranoSimile all’isoflurano, ma con attività epilettiforme a concentrazioni più alteassociate ad iperventilazione
Alotano Soppressione dell’attività epilettiforme di fondo a concentrazioni cliniche
Fentanyl
Fino a 5 μg/kg effetto minimo
Tra 15-35 μg/kg moderata attivazione dell’EEG
Dosi più alte: rallentamento dell’EEG
Alfentanil Attività epilettiforme dell’EEG anche a basse dosi
Remifentanil Effetto minimo
Morfina In dosi cliniche effetto minimo
Lidocaina,bupivacaina
Effetto bifasico: effetto anticonvulsivante a basse dosi e pro-convulsivante ad alte dosi
L-bupivacaina,ropivacaina
Maggiore effetto anticonvulsivante della bupivacaina a dosi più basse, eminore effetto consulvivante ad alte dosi
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Anno XXXV - Numero 2 - Marzo/Aprile 2014
12Comportamento antisindacale a CuneoConferma in appello la sentenza contro il Santa Croce
Liste d’attesa ridotte? Non illudiamociEcco il testo della lettera inviata ai quotidiani locali
Febbraio 2013: il giudice del lavoro ha con-dannato l’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Car-le di Cuneo per comportamento antisindacalenella causa promossa dalle sigle sindacali pre-senti in azienda.
Febbraio 2014: Il tribunale del lavoro ha re-spinto il ricorso in appello del Santa Croce: lasentenza viene quindi confermata.
L’Azienda Ospedaliera era stata condannataper aver omesso la contrattazione integrativaaziendale con le organizzazioni sindacali (...) sul-la materia relativa all’individuazione e all’utilizzodelle risorse dei fondi contrattuali (...). La sen-tenza ordinava al Santa Croce la “cessazione delcomportamento illegittimo e la rimozione deglieffetti” e di “convocare le organizzazioni sindacaliricorrenti per la sessione di bilancio annuale(...), consuntiva 2011 e preventiva 2012, entro il1.3.2013 e per la sessione di bilancio consuntiva2012 e preventiva 2013, entro la fine del mese di
marzo 2013”. La sentenza dichiarava inoltre“l’inefficacia delle delibere e determinazioniaziendali presupposte e conseguenti, relative allematerie di cui sopra, e dell’eventuale assegnazio-ne di risorse derivanti da fondi contrattuali sta-bilite con le procedure di budget in assenza diaccordo”.
A un anno di distanza quindi, è arrivata unaseconda sentenza contro l’Azienda Ospedaliera:il giudice d’appello ha riconosciuto per intero lemotivazioni dei sindacati in particolare l’accusa-secondo cui l’azienda si sarebbe sottratta all’ob-bligo della discussione di un bilancio preventivoe uno consuntivo su l’utilizzo dei fondi contrat-tuali. Proprio lo spostamento di risorse da unfondo all’altro senza il consenso delle organizza-zioni sindacali aveva fatto scattare la denunciadell’Azienda al tribunale del lavoro.
Arturo CitinoPresidente AAROI-EMAC Piemonte-V.d’Aosta
Relativamente ai vari interventi entusia-stici in merito al piano regionale per l’abbat-timento delle liste di attesa, vorrei pacata-mente, ma fermamente, esprimere una opi-nione non in linea con i toni quasi trionfali-stici assunti da altre Organizzazioni. Si fapresente che il suddetto piano è stato prati-camente quasi totalmente ripreso da unoanalogo già da tempo avviato dalla RegioneVeneto e di cui già si conoscono i primi risul-tati non certo incoraggianti. E d’altra partenon potrebbe essere altrimenti se in fase distesura di tali atti non si bada ad alcuniaspetti fondamentali, che poi collaborano alladeterminazione delle liste di attesa, quali lacongruità e la necessità degli esami richiestinonché l’effettivo grado di urgenza degli stes-si, cosa questa particolarmente importantenel caso di esami non propriamente del tuttoprivi di pericolosità per l’utenza. Importantesarebbe stato un tavolo congiunto con i me-dici di medicina generale, gli specialisti am-bulatoriali e il personale tecnico e infermie-ristico al fine di raccordare tutti gli attori delprocesso, nonché instaurare un sistema dicontrollo anonimo almeno a posteriori inmerito alla corrispondenza tra quesito dia-gnostico e risultato dell’esame. Lo stesso cri-terio di abbattere esami con più di sessantagiorni di attesa andava rapportato alla tipo-logia di esame: per esempio una prestazionedi terapia del dolore che rasenti i 60 giorni diattesa mi sembra non rispettosa delle neces-sità dell’utenza pur non rientrando in quelleda abbattere. Il piano poi non tiene conto de-gli effettivi organici delle varie strutture in-teressate e parte dal presupposto che basti pa-gare per poter effettuare tali abbattimentisenza considerare, se non solo sul piano teo-rico, l’impossibilità di tanti erogatori di ga-rantire tali prestazioni senza rinunciare aifisiologici riposi, evento questo che puòesporre ad errori dovuti a stanchezza, nè inalcun punto ci si ricollega a quello che è il ve-ro dramma della sanità pugliese: la carenza
di personale in campo sanitario a fronte delcontinuo incremento della domanda. Quelloche non si conosce è che siamo la Regione conil più basso tasso di occupati in Sanità, pergiunta mal distribuiti sia come tipologia dispecialisti che come sedi operative. A frontedi tutto ciò non posso pertanto condividere ipeana in merito al piano nè tantomeno riescoa condividere il giudizio di alcuni sulla fun-zione di freno e ostativa rispetto al piano cheavrebbero alcuni componenti della classe me-dica perché interessati all’incremento della li-bera professione. È sempre molto facile assu-mere atteggiamenti populistici ed identificaree additare al pubblico ludibrio il nemico pub-blico, mentre decisamente più complesso eforse impopolare, ma ritengo più serio e ve-ramente tutelante per chi poi deve usufruiredei servizi, è cercare di analizzare tutti i com-plessi fattori che sono alla base di un feno-meno, in questo caso le liste di attesa, semprenella convinzione dell'importanza e dellacentralità del Sistema Sanitario Regionale.
Antonio Amendola Presidente AAROI-EMAC Puglia
4 milioni per l’epiduraleLa Lombardia sotto la media
europea per parti senza doloreNel 2014 gli ospedali lombardi metteranno circa 4mln di euro
a disposizione del parto indolore. “Alle strutture che registrerannoaumenti di almeno il 20%” nel ricorso alla parto analgesia, “ver-ranno riconosciuti inoltre 400 euro a parto con epidurale”.
Lo ha annunciato qualche giorno fa l’assessore alla Salute dellaRegione Lombardia, Mario Mantovani, rispondendo a un’interro-gazione nella quale il Pd chiedeva conto delle risorse stanziate afavore della diffusione della partoanalgesia per via epidurale peril 2014, quali le modalità di remunerazione di queste attività daparte della Regione e quali i requisiti delle strutture per poterviaccedere”. Nell’interrogazione il Pd sottolineava che oggi in Lom-bardia “in più della metà degli ospedali” la diffusione dell’aneste-
sia epidurale” èben al di sotto del20%, nonostantela legge obblighile aziende a farein modo che ildolore sia valuta-to, monitorato etrattato garanten-do l’accesso allecure palliative eterapie del dolo-re”. La Lombar-dia, precisa il Pd,“con la media di
21 parti con anestesia su 100, deve fare ancora molto per mettersialla pari di altri Paesi europei come Francia, Spagna e Inghilterra,dove la percentuale raggiunge il 50%.
Nelle città capoluogo la percentuale è del 30% contro una me-dia regionale del 20% circa.
NEWS DALLE REGIONI
AAROI-EMAC Piemonte AAROI-EMAC Puglia
Per il bene dei cittadiniEmilia-Romagna e Toscana
insieme per migliorare i serviziConfronto e condivisione di linee di sviluppo comuni dei due
sistemi sanitari regionali. Si basa su questo, il protocollo d’intesadi durata biennale firmato all’inizio di marzo tra Regione Toscanaed Emilia-Romagna.
Entrambe dotate di servizi sanitari all'avanguardia nel pano-rama nazionale, queste due Regioni comunicano da anni dimo-strando interesse per le reciproche iniziative assunte nell’indivi-duazione di soluzioni innovative. Nel dicembre 2011 era stato ap-provato tra le due Regioni un accordo triennale per la gestione
della mobilità sanitaria, attraverso il quale ciascuna Regione in-tendeva garantire ai propri cittadini le necessarie forme di assi-stenza, con modalità che rispettassero gli standard di qualità, fos-sero logisticamente vicine alla residenza e facilmente fruibili daicittadini. Per accrescere le occasioni di scambio e approfondi-mento, viene firmato ora questo nuovo protocollo, finalizzato asviluppare i rispettivi servizi sanitari regionali. Ciò avverrà tra l’al-tro attraverso la condivisione delle tematiche di riordino degli as-setti istituzionali e la valutazione congiunta delle ricadute sui cit-tadini delle politiche sanitarie nazionali e regionali. In cabina diRegia i due direttori generali competenti.
PS: manutenzione al viaLa Giunta del Lazio ha stanziato
35milioni per gli interventi
La Giunta regionale del Lazio ha deliberato a inizio marzo difornire alle Asl e alle aziende ospedaliere pubbliche la cifra di 35milioni di euro destinata a finanziare interventi di manutenzionestraordinaria di ambulatori, reparti, uffici e aree di accesso, masoprattutto i pronto soccorso e l’area dell’emergenza.
Il fondo è stato ripartito in modo uguale tra le 21 aziende ope-rative del sistema regionale. Ogni azienda riceverà la stessa cifra,pari ad 1 milione e 675mila euro. Unica eccezione: la Asl C, chericeverà un supplemento di 900mila euro necessari a far fronte alavori indifferibili prescritti dai Vigli del Fuoco.
Spetterà ai nuovi direttori generali definire un piano di utilizzodelle risorse. Ogni Azienda, Ospedale o Irccs della rete regionaledeve concludere i cantieri, compreso il collaudo, entro e non oltreil 31 ottobre 2014. Se i finanziamenti non saranno utilizzati entrola data prevista le somme residue torneranno alla Regione.
Le opere, visto il breve lasso di tempo fissato per arrivare allaloro conclusione, saranno affidate anche con la modalità dellasomma urgenza, utile ad evitare lungaggini burocratiche nell’af-fidamento dei lavori stessi, ma indispensabile per realizzarle inbreve tempo.
Anno XXXV - Numero 2 - Marzo/Aprile 2014
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Liquidazione a rateIl via dal 01 Gennaio 2014
Un anno di sentenze in materia di responsa-bilità sanitaria. Il punto della situazione l’ha fattol’ufficio del Massimario della Corte di Cassazioneraccogliendo un anno di giurisprudenza.
“Nel 2013 - si legge sul sito del quotidianoIl Sole 24 Ore che ha riportato la notizia - gliorientamenti in campo civile non hanno fattoregistrare significativi mutamenti, salvo che nelcaso del risarcimento della responsabilità danascita indesiderata che aveva avuto, comepunto di svolta, l’ormai famosa e dibattuta sen-tenza n. 16754/2012”.
Sotto i riflettori l’importanza della comuni-cazione intesa sia come comunicazione tra col-leghi che come informazione al paziente.
Per il primo tipo è basilare la la sentenza n.4029/2013 che ha stabilito che delle conseguen-ze dannose di un intervento chirurgico, eseguitoin modo imperito, possono essere chiamati a ri-spondere non solo i sanitari che l'hanno esegui-to, ma anche il medico curante del paziente, sequesti ometta di informare i colleghi chirurghidel particolare tipo di cure cui era stato sotto-posto il paziente, e dei peculiari effetti che talicure avevano prodotto.
Rispetto invece alla comunicazione tra me-dico e paziente, va sempre più consolidandosi lastruttura dell’obbligazione relativa al consensoinformato. Tre in questo caso le sentenze di ri-ferimento.
La sentenza n.18334/2013 per il contenutodelle informazioni da fornire al paziente, (“ilmedico-chirurgo deve fornire al paziente tutte leinformazioni scientificamente possibili sull’in-tervento chirurgico che intende eseguire”, e so-prattutto sul bilancio rischi/vantaggi dell’inter-vento stesso, tanto più in presenza di fattori dipericolo che sconsiglino l’intervento).
La sentenza n.19220/2013 che come il me-dico sia tenuto ad informare il paziente sempree comunque adeguando il linguaggio alla perso-na che si trova davanti, che sia altamente scola-rizzata o meno.
Infine, quanto alle conseguenze della viola-zione dell’obbligo di informazione, fondamenta-le il contenuto della sentenza n. 11950/2013,conforme al precedente n. 2847, che ha ribaditoil principio secondo il quale la violazione noncostituisce di per sé un danno risarcibile. Il dan-no deve essere effettivo e può consistere sia inun danno alla salute che in un danno patrimo-niale. (Fonte: Il Sole 24 Ore)
Si legge su un articolo apparso qualche gior-no fa sul sito del quotidiano Il Sole 24 Ore che acausa delle recenti disposizioni legislative, la li-quidazione per i dirigenti medici che andrannoin pensione dal 1° gennaio 2014, sarà erogata a“singhiozzo”.
Lo spiega l’Inps nel messaggio n.996/2014illustrando le nuove disposizioni della legge distabilità (art.1, comma 484 della legge147/2013): nel 2014 le amministrazioni avranno12 mesi di tempo per pagarla anzichè 6. Inoltre,il primo versamento avverrà in unica soluzionese di importo inferiore o pari a 50mila euro; indue rate annuali se di importo superiore a 50mi-la euro e inferiore a 100mila euro (prima ratapari a 50mila euro e seconda rata pari alla parterimanente); in tre rate annuali se di importo pario superiore a 100mila euro (prima e secondarata pari a 50mila euro e terza rata pari alla parterimanente).
Al comma 485 dell’art.1 della stessa precisapoi che ai soggetti che hanno maturato i requisitidi pensione entro il 31 dicembre 2013, conti-nuano ad applicarsi le vecchie regole.
dell’aggravamento della patologia o dell’insor-genza di una nuova malattia. Resta invece a ca-rico dei medici l’onere di aver tenuto un com-portamento diligente.
Ma le Sezioni Unite sono di nuovo intervenu-te con la sentenza n. 577/2008, precisando chel’inadempimento rilevante «non è qualunqueinadempimento, ma solo quello che costituiscacausa o concausa del danno». Di conseguenza,«solo quando lo sforzo probatorio dell’attoreconsenta di ritenere dimostrato il contratto (ocontatto sociale) e l’insorgenza della patologia,con l’allegazione di qualificate inadempienze intesi idonee a porsi come causa o concausa deldanno» scatterà l’onere del medico di dimostra-re la sua diligenza e perizia.
Nella fattispecie che ha generato il contenzio-so una coppia chiedeva a un ginecologo e a unospedale il risarcimento dei danni per il grave de-ficit intellettivo del figlio, invalido al 100% a causa- questa l’accusa - del ritardo con cui era statodisposto il cesareo. In primo grado il tribunaledi Caltagirone accoglieva il ricorso ritenendo che,nonostante gli accertamenti disposti non avesserofatto emergere condotte colpose dei medici, le la-cune nella cartella clinica facevano desumere chenon erano stati attuati tutti i presìdi «idonei a di-mostrare che il personale sanitario responsabileavesse affrontato il caso con diligenza e perizia».Nel 2007 la Corte d’Appello di Catania nel 2007ribaltava il verdetto: da nessun elemento potevadedursi un nesso causale tra l’handicap del bam-bino e la condotta dei medici e non era stato in-dividuato il comportamento che aveva determi-nato l'evento. Né la laconicità della cartella clinicapoteva ingenerare presunzioni sulla sussistenzadi fatti rimasti indeterminati.
La Cassazione promuove questo ragionamen-to e boccia il ricorso della coppia: i ricorrenti,scrive, «continuano a lamentare la violazione delprincipio per cui spetta al debitore dimostraredi avere adempiuto» dando per scontata la nonaddebitabilità delle anomalie del bambino a fat-tori genetici. Si dolgono inoltre della mancata in-dividuazione, da parte del giudice, della causanaturale del deficit intellettivo senza considerareche «si trattava invece di allegare qualificate ina-dempienze in tesi idonee a porsi come causa oconcausa del danno». Soltanto in questo caso,peraltro, sarebbe stato possibile il ricorso allaprova presuntiva per l’irregolare tenuta dellacartella clinica. (Fonte: IlSole24Ore)
Nelle cause di responsabilità medica «il pa-ziente non può limitarsi ad allegare un inadem-pimento ma deve dedurre l’esistenza di una ina-dempienza, per così dire, vestita, astrattamenteefficiente, cioè, alla produzione del danno». Pa-rola della terza sezione civile della Cassazione(sentenza n. 27855/2013, depositata il 12 di-cembre), che richiama al rigore i presunti dan-neggiati.
Dopo la pronuncia 13533/2001 delle SezioniUnite - spiegano i Supremi Giudici - la giurispru-denza di legittimità ha ripetutamente affermatoche i pazienti, nelle cause di risarcimento, devo-no allegare il solo inadempimento del sanitariolimitandosi a provare l’esistenza del contratto e
Con una specificacircolare, la numero 2dell’8 marzo 2012, laFunzione Pubblicaaveva prodotto una se-rie di chiarimenti inmerito alla riformaprevidenziale intro-dotta, a fine 2011, daldecreto Monti. Si eratrattato di indicazioniche modificavano am-
piamente quanto da una lettura delle norme era stato indicato, damolti, soprattutto in merito alle nuove scadenze pensionistiche.
La circolare confermando l’introduzione della pensione divecchiaia conseguibile al compimento del 66° anno d’età e diquella anticipata ottenibile con il requisito di 42 anni e più mesidi contributi per gli uomini e 41 e più mesi per le donne, sottoli-neava che tali condizioni non riguardassero coloro che, entro il31 dicembre 2011, avessero maturato il diritto a pensione. Infatti,per i dipendenti pubblici, che alla data del 31 dicembre 2011avessero maturato i requisiti per l’accesso al pensionamento, siaper età (65 anni) ovvero per anzianità contributiva di 40 anni, in-dipendentemente dall’età anagrafica, o raggiungendo quota 96(data da 60 anni d’età + 36 anni di contributi ovvero 61 anni d’età+ 35 anni di contributi) prevista per il 2011, non sarebbero valsii nuovi limiti indicati dal decreto e che, qualora in servizio, talidipendenti non erano soggetti, neanche su opzione, al nuovo re-gime sui requisiti d’età e di anzianità contributiva, e le ammini-strazioni avrebbero dovuto provvedere a collocarli a riposo alcompimento del 65° anno d’età salvo il trattenimento per la ma-turazione della finestra d’uscita. Tale determinazione ha fatto sìche alcune amministrazioni abbiano approfittato per porre in
quiescenza molti sanitari solamente per il fatto che avessero, entroil 2011, raggiunto i criteri per ottenere il trattamento pensionisti-co. Adesso, con un discreto ritardo, la stessa Funzione Pubblicainterviene con una nota protocollata come Dfp 0006295 e diffusail 3 febbraio 2014, a chiarire gli effetti dell’incrocio fra la clausoladi salvaguardia, introdotta dalla riforma Fornero, per chi avesseraggiunto i vecchi requisiti entro il 2011, e gli obblighi di pensio-namento dei dipendenti della pubblica amministrazione, compresii medici dirigenti del servizio sanitario.
L’affermazione, che risalta dalla nota emessa da Palazzo Vido-ni, è che questo presunto obbligo non si traduce in un pensiona-mento automatico.
Una prima considerazione è che i requisiti di contribuzionepossono essere raggiunti dai dipendenti anche con un’età infe-riore ai 65 anni e, quindi, prima di quella data il pensionamentonon è affatto obbligatorio. Il dipendente può presentare la richie-sta di essere messo a riposo e la Pubblica Amministrazione è te-nuta ad accoglierla. Ma se la richiesta non arriva, la cessazioneobbligatoria del rapporto si intende possibile a 65 anni. Ma, aquesto proposito, viene poi, confermata la possibilità di chiederedi essere mantenuti in servizio per un biennio, sino a 67 anni,grazie alla norma del decreto legislativo previsto dall’articolo 16del Dlgs. n. 503/1992.
Norma che, però, ricordiamo, da diritto potestativo in capoall’interessato è stata condotta ad una concessione discrezionaleda parte dell’amministrazione dal disposto della legge n.111 del2011.
Altra condizione, che permette di rimanere in servizio oltre ilsessantacinquesimo anno d’età è anche quella di poter conseguireil requisito minimo per il diritto a pensione, così come già auspi-cato dalla Corte Costituzionale con la sentenza n.282 del 1991, edall’art.6, comma 2bis, della legge n.31 del 2008, a proposito delreintegro sul posto di lavoro a seguito di licenziamento.
Infine, resta sempre valida la vigenza delle disposizioni specialiche fissano limiti massimi di età per la permanenza in servizio inciascun settore del pubblico impiego.
Ne consegue che, con lo specifico riferimento alla categoriadella dirigenza medica, risulta sempre vigente la previsione di cuiall’art.22 (“Età pensionabile dei dirigenti medici del Servizio sa-nitario nazionale” ) della legge 183/2010 (c.d. Collegato Lavoro),il quale disciplina il limite massimo di età per il pensionamentodel dirigente medi-co. Questa disposi-zione stabilisce che:“Il limite massimodi età per il colloca-mento a riposo deidirigenti medici edel ruolo sanitariodel Servizio sanita-rio nazionale, ivicompresi i respon-sabili di strutturacomplessa, è stabi-lito al compimentodel sessantacinquesimo anno di età, ovvero, su istanza dell’inte-ressato, al maturare del quarantesimo anno di servizio effettivo.
In ogni caso il limite massimo di permanenza non può supe-rare il settantesimo anno di età e la permanenza in servizio nonpuò dar luogo ad un aumento del numero dei dirigenti”.
Pertanto, anche successivamente l’entrata in vigore del decretolegge 201/2011, il dirigente medico potrà permanere in serviziofino al raggiungimento dei 40 anni di servizio effettivo e, comun-que, fino ai 70 anni di età per conseguire tale condizione.
Claudio TestuzzaEsperto in tematiche previdenziali
Medici: a 65 anni si può ancora restare in servizioCi sono nuovi chiarimenti diffusi con una nota della Funzione Pubblica emessa lo scorso 3 Febbraio
Denuncia per responsabilità
“Solo i medici che si sono iscritti ai corsi dispecializzazione iniziati dopo il 1° gennaio 1983hanno diritto al risarcimento del danno da ina-dempimento delle direttive n.82/76/Cee, riassun-tiva delle direttive n.75/362/Cee e n.75/363/Ceeche hanno introdotto l’obbligo per gli Stati mem-bri dell’Ue di fornire una «adeguata remunera-zione» ai partecipanti ai corsi di specializzazio-ne. La precisazione, destinata a fare scuola neifuturi giudizi, è contenuta nella sentenza dellaCorte di Cassazione n. 5275 del 6 marzo”. IlSo-le24Ore Sanità torna a parlare di Ex Specializ-zandi per chiarire i diritti di coloro che frequen-tarono i corsi in vigenza delle direttiven.75/362/Cee, 75/363/Cee e 82/76/Cee ma sierano iscritti in un periodo precedente allo sca-dere dell’obbligo degli Stati di adeguarsi a essao lo avevano frequentato, almeno in parte, in unperiodo a cavallo del termine fissato al 31 di-cembre 1982. Questa è, secondo la Corte, la datache fa da spartiacque tra coloro che hanno di-ritto al risarcimento e coloro che, purtroppo,non possono pretenderlo neppure per gli annidi corso frequentati successivamente. (Fonte: IlSole 24 Ore Sanità)
Ex SpecializzandiLa Corte di Cassazionechiarisce chi ha il dirittodi chiedere risarcimento
La prova della responsabilità spetta al paziente
Colpa medicaUn anno di sentenze
ANESTESISTA 2 2014_A 03/04/14 16:25 Pagina 13
Anno XXXV - Numero 2 - Marzo/Aprile 2014
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L’impegno umanitarioanche in ambito sanitario ri-veste un ruolo di enormeimportanza. Sono centinaiai professionisti della sanitàche ogni anno partono dal-l’Italia per partecipare a ti-tolo volontario a missioni inzone di crisi. Lo fanno attra-verso le tante ONG presentisul territorio e che operanoin numerosi Paesi del mon-do. Solo Emergency negli ul-timi venti anni è intervenutain 16 Paesi aiutando circa 5milioni e mezzo di personeattraverso la costruzione diospedali, centri chirurgici,
centri di riabilitazione, centri pediatrici, posti di primo soccor-so, centri sanitari, un centro di maternità e un centro cardio-chirurgico oltre a contribuire al recupero di strutture esistenti.
(dati dal sito Emergency)
Partecipare alle missioni umanitarie è un esperienza difficileche può lasciare il segno, ma sono tanti i medici che le affron-tano più volte per salvare vite umane, come nel caso della storiaraccontata nell’articolo seguente pubblicato sul blog: zonedi-crisi.tgcom24.it:
“Ogni giorno ci portano bambini colpiti da proiettili o fe-riti a colpi di machete”. È un racconto drammatico quello diAlessandra Napoleone, medico Anestesista Rianimatore del-l’ospedale Brotzu di Cagliari che per Emergency è appena an-
data in missione nella Repubblica Centroafricana, paesepiombato in una guerra civile che rischia di trasformarsi ingenocidio nel silenzio generale. Alessandra, madre di due figli,non è alla sua prima esperienza in zone di crisi, ma è rimastaprofondamente colpita da quanto accade a Bangui, capitaledel paese. In particolare non riesce a non pensare alla mortedi un bambino soldato tra le sue braccia.
Sei tornata da pochi giorni dalla Repubblica Cen-troafricana e presto ripartirai. Cosa ti ha colpito dipiù?
“La morte tra le mie braccia di un bambino soldato. Avràavuto tra i 15 e i 16 anni. Me lo avevano portato tutto copertodi sangue con una ferita alla testa, ma non ho potuto far nullaper salvarlo. Sono tantissimi i ragazzini arruolati, sia dai ri-
“Quel bambino soldato morto tra le mie braccia”belli islamici scesi dalnord che dalle miliziecristiane di autodifesache si combattono nel-la capitale. Poi ci sonoi mercenari e in mezzoi civili”.
Che cosa hai vi-sto a Bangui?
“La situazione èmolto brutta. Si sparanelle strade, tutti sicombattono in ungrande caos e noi ope-riamo senza poteruscire dall’ospedale.Temo sia l’inizio di ungenocidio o di unaguerra religiosa. Gli unici a cercare di garantire la sicurezzasono i militari francesi ma ci sono bande armate che assalta-no le case, rubano, saccheggiano, ammazzano per nulla”.
Come è la situazione della popolazione?“Ci sono almeno centomila profughi accampati dove pos-
sono. A migliaia sono attorno all’aeroporto. Quando il nostroaereo è sceso per tre volte non è potuto atterrare perché c’eragente sulla pista”
Che cosa sta facendo Emergency a Bangui?“Emergency a Bangui ha un ospedale pediatrico e gestisce
la sala operatoria di un ospedale pubblico. La città fino a pochimesi fa era tranquilla poi è scoppiata la guerra. Cerchiamoanche di portare viveri e medicinali ai civili che sono nei cam-pi profughi o che si sono rifugiati nelle chiese e nelle missio-ni”.
Quanti italiani sono rimasti sul posto?“Al momento sono sette, tra chirurghi, medici e infermieri.
Più il personale locale”Tu tornerai in questo inferno?“Si tra pochi giorni. Sento che il mio dovere è stare vicino
a chi soffre. Il mondo sta passando sotto un intollerabile silen-zio quanto sta accadendo nella Repubblica centroafricana”.
Il super-superfluo in Medicina è super-dannoso più che altroveZibaldone semi-serio: il florilegio arguto e stravagante di Gian Maria Bianchi
Da ragazzi eravamo alla perenne ricerca di chi punisse i cattivi,il fratellino dispettoso, il compagno di classe più discolo, l’amicomaleducato.
Nel tempo, ormai adulti, abbiamo mantenuto questo desiderio,o meglio questa convinzione, dell’esistenza del castiga-matti.
Ancora oggi ricerchiamo il risolutore delle diatribe, in ogniambito della vita lavorativa e familiare. Desideriamo un Primarioforte che punisca il collega poco corretto, un Direttore Generaleche risolva le ingiustizie e che organizzi come va a noi, il vigileche con una sonora multa eviti i parcheggi in seconda fila, il babbo(o la mamma) che ne dica quattro ai figli, un sindacalista checombatta da solo, un intervento di un legale per mutare uno statodi cose a noi sfavorevole, provando sempre profonda delusionesu un comportamento sperato (dell’orco) e non reale.
Purtroppo non funziona così. Vi devo confessare un’amarascoperta. L’orco buono non esiste. Non vi sono personaggi o or-ganizzazioni che, al nostro posto, possano avere la bacchetta ma-gica per mettere freno alle ingiustizie, alle angherie o a tutto quan-to vorremmo risolvere.
Nell’attività sindacale evidenzio spesso, da parte dei colleghi,la caccia alla norma, al colpevole che ha o non ha fatto qualcosa,la voglia di ricorrere al giudice castigatore come se tutto ciò possarisolvere i problemi. E molto spesso tutto ciò non porta ad unasoluzione soddisfacente.
Certo la preparazione normativa ha la sua importanza, unagrande importanza, ma non basta.
Oggi viviamo in una società dove, nella maggior parte dei casi,l’interesse del singolo prevale sull’interesse dei più e questo pro-voca, di conseguenza, che, al fine di risolvere qualunque tipo diproblematica, occorre impegnarsi personalmente o in gruppo perottenere una relazione con la controparte al fine di ottenere il ri-sultato sperato.
Costruire una relazione positiva e costruttiva è alla base di unbuon rapporto e necessita, innanzi tutto, di una reciproca stima.
Proviamo a pensare a quanti si rivolgerebbero a noi per unaanestesia, dandoci la più completa fiducia, riponendo in noi unagrande stima professionale. Molti certamente.
E perché non riuscire ad ottenere stima nelle nostre capacitàdi risolvere i problemi, anziché solo nel porli, di organizzare almeglio il nostro lavoro invece che lamentarsi della disorganizza-zione?
Vi invito infine a riflettere sul tempo necessario per la solu-zione dei problemi. Nessuno ha la bacchetta magica. Per risolvereproblemi organizzativi o del nostro lavoro occorre tempo, a voltemolto tempo ed impegno.
In ogni caso ce la possiamo fare! Persone che come noi tuttisono stimabili professionisti e sanno egregiamente trattare casianche complessi in anestesia e rianimazione sono sicuramente ca-paci di impegnarsi per la soluzione di problematiche, organizzativee non, di ben minore profilo.
Occorre studiare il problema e le persone con le quali occorrerapportarsi e trovare con pazienza il giusto rapporto, la giusta co-municazione, il giusto metodo per ottenere quanto ci siamo pro-posti.
Discutendo con molti colleghi e riflettendo sul mio percorsodi vita professionale e sindacale abbiamo constatato che spessosiamo riusciti a risolvere problemi organizzativi o normativi senzaricorrere al fantomatico orco castiga-matti ma con tempo, pazien-za, preparazione, tattica.
Credetemi che non è difficile; nemmeno facilissimo, certo.Occorre solo conoscere le regole e trovare il metodo in tutti
gli ambiti della vita.E si può riuscire! La vita è un gioco – vince solo chi sa giocare.
Arturo CitinoPresidente AAROI-EMAC Piemonte-Valle d’Aosta
L’orco buono non esisteLa vita è un gioco: vince solo chi sa giocare
L’esperienza di Alessandra Napoleone, Anestesista Rianimatore per Emergency a Bangui
Se andate a cercare sul vostro vecchio dizionario, trove-rete che superfluo deriva dal latino fluere scorrere e supersopra, cioè traboccare. “Che eccede il bisogno, che è in più,che non è necessario”. Sinonimi di superfluo ce ne sono inabbondanza: eccedente, sovrabbondante, ridondante, esor-bitante, inessenziale, pleonastico, soverchio, eccetera.
Quante cose superflue, sia materiali che immateriali, esi-stono nel nostro lavoro di medici e infermieri? Non ce nerendiamo conto, ma sono un’infinità. Nel senso che sonomolte e continuano a riprodursi, comele teste dell'Idra, il drago mitologico acui Ercole tagliò le teste, ma da una ap-pena tagliata ne ricrescevano due. Allafine però riuscì a vincerla.
In Anestesia e in Rianimazione, al-cune procedure possono risultare super-flue: iper-IDRAtazione (nomen omen),iper-volemia, iper-ventilazione, iper-os-sigenazione. A volte diventano stati pa-tologici “iper-flui”. Che sono sempre“iatrogeni”, un'elegante parola per direche a combinare il guaio è stato qualchemedico. Ma la parola è criptica, per na-scondere il misfatto dietro un'apparen-za di genialità: iatro-geni. Forse chequei medici sono dei geni?!
Il “superfluo” non è forma, non èuna questione di parole: è sostanza. In Medicina più chealtrove. È stato ribadito in ogni circostanza: “Ciò che nonè necessario è inutile e, spesso, è anche dannoso.” Figuria-moci il superfluo … È super-dannoso. È esondante per tut-to ciò che fluisce nel nostro corpo; che per il 70% è acqua.E che è anche un’infinità di flussi elettrici, chimici, mec-canici. Sono flussi che non devono né super-fluire, né sub-fluire.
Il medico poco accorto cosa fa? Infonde liquidi e trasfon-de sangue come se fossero gocce d'acqua che non hanno pesoné influsso sul fluire dei flussi. Alla fine però “la goccia fatraboccare il vaso”, e i vasi dei polmoni esondano schiumarosacea. Diagnosi (iatrogena): edema polmonare acuto.
Ma c'è anche l'iperdiagnosi, un mostro dalle mille teste.Quanti prelievi, quante lastre, quanti esami “total body”! Fo-tografiamo, scannerizziamo, vivisezioniamo tutto un corpo:dalla punta dei capelli alla punta dei piedi. Come se doves-simo cercare un ago in un pagliaio. E magari è una “cosa”
che riesci a palpare o ad ascoltare senza sforzo, come riu-scivano a fare i nostri antenati, fino a due generazioni fa.
E gli iper-super-armamenti? Nonostante gli inviti al di-sarmo, è continuata la corsa agli armamenti. Armi chimiche.Cefalosporine, aminoglicosidi, glicopeptidi, carbapenemi,chinoloni, macrolidi. I servizi segreti della CIA, anzi del CIO(Comitato per la lotta alle Infezioni Ospedaliere: sembra unComitato di Liberazione) sospettano un’insurrezione di bat-teri? Bombardiamo quei rivoltosi! Ma ha solo tre linee di feb-
bre … Meglio prevenire che curare! Lecolture sono negative … Si vis pacempara bellum! Del resto conviene usaresempre le armi convenzionali, c'è “con-venienza”. Sì, per le ditte produttrici.
È inevitabile che contro un regimecosì nasca la resistenza! La resistenzabatterica, che col passare del tempo èsempre più combattiva e ubiquitaria.
Questa iper-protezione pseudoma-terna è un vero e proprio accanimentoantibiotico. Che è una super-bomba su-per-superflua. E se dopo Hiroshima c'èstata Nagasaki, dopo l'associazione di 3antibiotici ad ampio “spettro” (nomenomen), sganceremo anche antifungini,antivirali, anticorpi monoclonali.
Siamo veramente superflui. E questoperchè siamo superficiali. Ce ne stiamo alla superficie diquesto fiume corporeo che scorre, che ha le rapide e che avolte è in piena. Galleggiamo spesso senza sondare la pro-fondità (e allora ci areniamo), senza controllare la rotta (eurtiamo le rocce), senza immergerci con lo scafandro peresplorare il fondale (e ci perdiamo i tesori nascosti).
Superflui e superficiali. Non solo nei comportamenti dia-gnostici e terapeutici, ma anche nei rapporti tra esseri uma-ni. Tra colleghi, coi malati, coi parenti. Argomentazioni su-perficiali, giri di parole inutili, riunioni fumose.
Come rigettare il superfluo, l'inessenziale? Se non voglia-mo più super-fluire, dobbiamo tornare all'essenza delle cosee dei sentimenti.
“Addio,” disse la volpe. “Ecco il mio segreto. È molto sem-plice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibileagli occhi.” “L’essenziale è invisibile agli occhi”, ripetè il pic-colo principe, per ricordarselo. (Antoine de Saint-Exupéry -Il piccolo principe)
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Anno XXXV - Numero 2 - Marzo/Aprile 2014
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Nota Bene: le “Risposte ai Quesiti” si basano sulle fonti legislative e contrattuali riferibili ai casi descritti, che a volte sono lacunose, e pertanto non possono avere alcuna pretesa di infallibilità, stanti le possibili diverse interpretazioni delle normative
QUESITI DAL WEB: l’AAROI-EMAC RISPONDE
Quesito: quando la propria Direzione Sanitaria emanadelle linee guida con dei protocolli specifici non condivisida noi anestesisti (ad esempio la profilassi tromboembolicada non sospendere prima dell'intervento) come ci si regola?Che cosa accade se non ci si attiene?
Risposta: Le linee guida per la pratica clinica sono docu-menti che includono raccomandazioni finalizzate a otti-mizzare l'assistenza al paziente, fondate su una revisionesistematica delle prove di efficacia e su una valutazione dibenefici e danni di opzioni assistenziali alternative(*).
La loro stesura, generalmente non può essere appannaggio diun’Azienda Sanitaria, ma viene elaborata da un panel multidi-sciplinare, e l’implementazione delle stesse avviene dopo il loroaccreditamento presso la comunità scientifica. Di questo ovvia-mente è opportuno tenere conto anche alla luce dell’articolo 3della legge 189/2012 (c.d. L. Balduzzi).
Generalmente le Direzioni Sanitarie contestualizzano LineeGuida elaborate in maniera metodologicamente corretta da So-cietà Scientifiche di riferimento; in quel caso, possono rappre-sentare un buon viatico per la nostra strategia anestesiologicaanche se la Cassazione Penale sez. IV, con sentenza n.16273/2013 si orienta - in contraddizione alla Balduzzi - così:“Le linee guida accreditate operano come direttiva scienti-fica per l’esercente le professioni sanitarie ma non dannoluogo a norme cautelari”.
Quanto si produce nelle varie Aziende Sanitarie potrebbe essereinquadrato come “procedure operative” piuttosto che “linee gui-da”. Attenersi o non attenersi a tali documenti locali ha, dunque,
secondo me, un’importanza relativa ri-spetto ad una decisione che è espressionedel nostro background scientifico, cultu-rale, formativo ed esperienziale. Non at-tenervisi diventa mandatorio quando, co-me talvolta avviene, sono in palese con-traddizione con gli attuali orientamentidella comunità scientifica.
Trattandosi di procedure aziendali ècomunque da sottolineare l'assoluta ne-
cessità che tali documenti debbano essere il frutto di una ampiacondivisione tra i colleghi delle varie discipline che dovrannoattenervisi - diversamente sarebbe quanto mai difficoltoso il do-verle applicare nella pratica quotidiana senza continui disac-cordi sulla loro interpretazione.
(*) IOM (Institute of Medicine). Clinical Practice Guideli-nes We Can Trust. Washington, DC: The National AcademiesPress, 2011
D.M.
Quesito: È vero che le 150 ore di permesso studio non puòessere accolta perché tale permesso è previsto solo per il per-sonale infermieristico e non per quello medico dirigenziale?
Risposta: Le 150 ore di permesso sono previste solo dal CCNLdel comparto. Per la frequenza al master, si possono invece uti-lizzare gli otto giorni ex art. 23 CCNL 1994/97 cui sommare lequattro ore settimanali “destinate ad attività non assistenziali,quali l'aggiornamento professionale, l’ECM, la partecipazionead attività didattiche, la ricerca finalizzata ecc.”, previste dal-l’articolo 14, comma 4, del CCNL 2002/2005, il cui totale con-sente di dedicare circa quaranta giornate/anno ad assenze perstudio.
D.M.
D.M.
Quesito: Nella mia azienda ospedaliera viene automatica-mente tolta mezz’ora di lavoro ogni 6 nonostante non venga,di fatto, interrotta l’attività in sala operatoria. È lecito?
Risposta: La norma che regola il caso in esame è l’art.8 legge66/2003 che recita:
Pause“Qualora l’orario di lavoro giornaliero ecceda il limite di sei
ore il lavoratore deve beneficiare di un intervallo per pausa, lecui modalità e la cui durata sono stabilite dai contratti collettividi lavoro, ai fini del recupero delle energie psico-fisiche e dellaeventuale consumazione del pasto anche al fine di attenuare illavoro monotono e ripetitivo”.
Detto questo è ovvio che le Aziende NON possono cancellarein nessun caso l’orario effettuato ma è necessario ed opportunorichiedere (FORMALMENTE) una corretta riorganizzazione dellavoro che consenta il godimento del diritto dopo le 6 ore con-cordando o rivedendo un Contratto Integrativo Aziendale nelquale prevedere la corretta applicazione della norma.
Nei rari casi di effettiva impossibilità a fruire della pausa alloscadere della sesta ora è opportuno prevedere, data le caratte-ristiche del nostro lavoro, che il Direttore SC, dichiarando taleimpossibilità, escluda la fruizione della pausa non consentendocomunque la cancellazione dei 30 minuti.
Sempre a proposito della pausa aggiungerei che il documentoAAROI - SIAARTI del 12.12.1995 “Requisiti minimi strutturalitecnologici ed organizzativi per l'Anestesia” prescrive: “Ingenerale una seduta operatoria non dovrebbe durare più di6 ore per ragioni di sicurezza (affidabilità del personale)”e, di conseguenza è buona norma, proprio per ragioni di sicu-rezza, non prolungare la propria attività in sala operatoria oltrele 6 ore.
D.M.
Le risposte di Domenico MinnitiVice Presidente AAROI-EMAC Calabria
DIREZIONE SANITARIA E LINEE GUIDA
PERMESSO 150 ORE
PAUSE DURANTE L’ORARIO DI LAVORO
Quesito: Come sono organizzati i turni extra orario? In re-gime di straordinario o come turni aggiuntivi?
Risposta: Le norme che regolano i dueistituti sono le seguenti:
l’art. 28 (lavoro straordinario)del CCNL integrativo dell’8 giugno2000, che recita:
1) Il lavoro straordinario non può esse-re utilizzato come fattore ordinario di pro-grammazione del lavoro. Le relative pre-stazioni hanno carattere eccezionale e de-vono rispondere ad effettive esigenze diservizio.
2) Le prestazioni di lavoro straordinario sono consentite ai solidirigenti di cui all’art. 16, comma 1 del CCNL 8 giugno 2000, peri servizi di guardia e di pronta disponibilità di cui agli artt. 19 e20 del CCNL 5 dicembre 1996 nonchè per altre attività non pro-grammabili. Esse possono essere compensate a domanda del di-rigente con riposi sostitutivi da fruire, compatibilmente con le esi-genze del servizio, di regola entro il mese successivo.
3) Il fondo per la corresponsione dei compensi per il lavorostraordinario è quello determinato ai sensi dell’art. 51 del CCNL8 giugno 2000.
4) Le aziende determinano le quote di risorse del fondo che, inrelazione alle esigenze di servizio preventivamente programmateovvero previste per fronteggiare situazioni ed eventi di carattereeccezionale, vanno assegnate alle articolazioni aziendali indivi-duate dal d. lgs. n. 502/1992.
5) La misura oraria dei compensi per lavoro straordinario è de-terminata maggiorando la misura oraria di lavoro ordinario cal-colata convenzionalmente dividendo per 156 i seguenti elementiretributivi :
i. stipendio tabellare in godimento;ii. indennità integrativa speciale (I.I.S.) in godimento;iii. rateo di tredicesima mensilità delle due precedenti voci.
6) La maggiorazione di cui al comma 5 è pari al 15% per lavorostraordinario diurno, al 30% per lavoro straordinario prestatonei giorni festivi o in orario notturno (dalle ore 22 alle ore 6 delgiorno successivo) ed al 50% per quello prestato in orario not-turno festivo.
7) Per i dirigenti di struttura complessa, si rinvia al principioindicato nell’art. 8, comma 3 del presente contratto.
8) È disapplicato l’art. 80 del D.P.R. 384/1990.CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO
DELL’AREA DELLA DIRIGENZA MEDICO - VETERINARIADEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE PARTE NORMATIVAQUADRIENNIO 2002/2005 E PARTE ECONOMICA BIENNIO2002-2003:
Art. 14 - Orario di lavoro dei dirigenti 6. Ove per il raggiungimento degli obiettivi prestazionali ecce-
denti quelli negoziati ai sensi dei commi 1 e 5, sia necessario unimpegno aggiuntivo, l’azienda, sulla base delle linee di indirizzoregionali di cui all’art. 9, comma 1, lettera g) ed ove ne ricorranoi requisiti e le condizioni, può concordare con l’equipe interessatal’applicazione dell’istituto previsto dall’art. 55, comma 2 del CCNL8 giugno 2000 in base al regolamento adottato con le proceduredell’art. 4, comma 2, lett. G). La misura della tariffa oraria da ero-gare per tali prestazioni è di € 60,00 lordi. Nell’individuazionedei criteri generali per l’adozione di tale atto dovrà essere indicatoche l’esercizio dell’attività libero professionale di cui all’art. 55comma 2 è possibile solo dopo aver garantito gli obiettivi presta-zionali negoziati.
Art. 18 - Integrazione dell’art. 55 del CCNL 8 giugno2000
1. Con l’entrata in vigore del presente contratto, dopo il comma2 dell’art. 55 del CCNL 8 giugno 2000, è aggiunto il seguente:
“2 bis. Qualora tra i servizi istituzionali da assicurare - eccedentigli obiettivi prestazionali di cui all’art. 14 comma 6 - rientrino iservizi di guardia notturna, l’applicazione del comma 2, ferme ri-manendo le condizioni di operatività ivi previste, deve avvenirenel rispetto delle linee di indirizzo regionali di cui all’art. 9, com-ma 1, lett. g), che definiranno la disciplina delle guardie e la lorodurata. È inoltre necessario che:
- sia razionalizzata la rete dei servizi ospedalieri interni del-l’azienda per l’ottimizzazione delle attività connesse alla continuitàassistenziale;
- siano le aziende a richiedere al dirigente le prestazioni in taleregime, esaurita la utilizzazione di altri strumenti retributivi con-trattuali;
- sia definito un tetto massimo delle guardie retribuibili con ilricorso al comma 2 non superiore al 12% delle guardie notturnecomplessivamente svolte in azienda nell’anno precedente, il qualerappresenta il budget di spesa massimo disponibile;
- la tariffa per ogni turno di guardia notturna è fissata in €480,00 lordi.”
2. La presente disciplina, che decorre dall’entrata in vigore delpresente contratto, ha carattere sperimentale ed è soggetta a ve-rifiche e monitoraggio secondo quanto stabilito nelle linee di in-dirizzo di cui all’art. 9, comma 1, lett. g).
In sintesi:a) lo straordinario non può essere utilizzato come fattore ordi-
nario di programmazione; viene remunerato molto meno deglialtri due istituti e, a domanda del dipendente, deve poter essererecuperato
b) i turni notturni extra orario sono pagati 480€ per ciascunturno, possono essere retribuiti al massimo per il 12% dei turnieffettuati NELL’AZIENDA
c) le prestazioni aggiuntive vengono pagate 60€/orad) queste ultime due prestazioni sono rese facoltativamente trat-
tandosi di libera professionee) i proventi delle prestazioni aggiuntive e dei turni notturni de-
rivano da fondi aziendali al contrario delle ore di straordinarioche viene remunerato con il fondo accessorio
f) non è opportuno concordare remunerazioni differenti fuoridalle normative contrattuali né concordare il pagamento di orarioaggiuntivo con il fondo di risultato
A.C.
Quesito: Esiste una norma che esenti dalla turnistica unodei due genitori per agevolare la gestione di figli in tenera età?
Risposta: Non esiste una norma che consenta ad uno dei duegenitori turnisti ad essere esentato dai turni - si potrebbe propor-re, formalmente, il problema in Direzione Generale al fine di ot-tenere una soluzione al problema in linea con lo spirito delle nor-me che proteggono la gestione familiare in caso di minori a cari-co.
Sono da prendere in considerazione anche i congedi che cia-scuno può ottenere ed il diritto all'esenzione dai turni notturni.
A.C.
ESENZIONE TURNISTICA
Le risposte di Arturo Citino Presidente AAROI-EMAC Piemonte-Valle d’AostaCoordinatore della Formazione Sindacale
ORGANIZZAZIONE TURNI DI EXTRA ORARIO
ANESTESISTA 2 2014_A 03/04/14 16:25 Pagina 15
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente informativa, a firma del Prof. Girolamo Gagliardi, Presidente dell’Associazione “Dino Masullo” ONLUS, nonché giàPresidente Nazionale della nostra Associazione, condividendo affettuosamente il suo prezioso e sempre costante impegno, e ringraziando anticipatamente tutti gli Iscrittidella AAROI-EMAC per l’attenzione con cui li invitiamo a leggere le sue parole.
Alessandro VergalloPresidente Nazionale AAROI-EMAC
L’ATTIVITÀ SVOLTA DALL’ASSOCIAZIONE “DINO MASULLO ONLUS” NELL’ANNO 2013 E NEI PRIMI MESI DEL 2014
Gentili Colleghe e Cari Colleghi,mi corre innanzitutto l’obbligo di ringraziare, anche a nome del Consiglio Direttivo e dei
Soci dell’Associazione “Dino Masullo”, Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale del-l’AAROI-EMAC, che, accogliendo subito la mia richiesta, ha fatto sì che, anche quest’anno,alla vigilia della presentazione da parte dei contribuenti italiani dell’annuale di-chiarazione dei redditi, fosse messa a disposizione della “nostra ONLUS” un’intera pa-gina di questo numero de “Il Nuovo Anestesista Rianimatore”.
Il mio ringraziamento è particolarmente sentito perché, in un momento molto importanteper la vita dell’Associazione, mi ha contestualmente offerto anche una possibilità e un’op-portunità.
*****
La possibilità mi consente di ricordare agli Anestesisti Rianimatori Italianiche l’Associazione “Dino Masullo” fu costituita a Milano il 31 maggio 2007 “pervolontà del Consiglio Nazionale pro tempore dell’AAROI” con lo scopo di perse-guire “esclusivamente finalità sociali nei settori dell’assistenza socio-sanitariadomiciliare, anche integrata, a favore dei malati svantaggiati per le patologie sof-ferte o per le loro condizioni economico familiari e sociali, e della formazionee dell’aggiornamento degli operatori sanitari interessati e dei familiari dei ma-lati”.
L’Associazione fu intitolata al Collega Dino Masullo, prematuramente scomparsootto anni orsono, che ha generosamente contribuito all’affermazione della nostra disciplinanel settore pediatrico-neonatale e ad un’efficiente organizzazione del settore economico efinanziario dell’AAROI, e con decreto dell’Agenzia delle Entrate fu subito inseritanell’elenco delle ONLUS del nostro Paese.
Gli Anestesisti Rianimatori Italiani dovrebbero, pertanto, considerare l’Asso-ciazione “Dino Masullo” la “loro ONLUS”, destinandole annualmente il 5 ‰ dellaloro IRPEF.
Come sappiamo tutti, questa destinazione è un’operazione a costo zero.Basta, infatti, apporre la propria firma nel riquadro riservato alle “associazioni di vo-
lontariato ed alle altre organizzazioni non lucrative e di utilità sociale” nell’apposita schedadel modello 730 o UNICO e riportare nel rigo sottostante il codice fiscale 09530671008,che è il codice della ONLUS “Dino Masullo”.
Mi auguro che quest’anno siano più numerosi i Colleghi che destineranno il 5 ‰ dellaloro IRPEF alla ONLUS “Dino Masullo” e stimoleranno i propri familiari e gli amici a seguireil loro esempio.
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Dopo le notizie relative all’attività svolta dalla nostra “ONLUS” negli anni precedenti, pub-blicate sul numero 9 del 2010 e sul numero 4 del 2012 de “Il Nuovo Anestesista Rianima-tore”, l’opportunità, offertami dall’AAROI-EMAC, mi consente di informare i Col-leghi che leggeranno questa nota sull’attività svolta dall’Associazione “Dino Ma-sullo” nel 2013 e nei primi mesi del corrente 2014.
Nel mese di aprile del 2013 la nostra “ONLUS” ha donato alla S.O.C. di Ane-stesia e Rianimazione dell’Ospedale “Salesi” di Ancona un video-laringoscopioC-Mac di Bercikaplan con lama laringoscopica di Mac Intosh mis. 3, un video-la-ringoscopio C-Mac con lama laringoscopica di Miller mis. 1 e un C-Mac PocketMonitor completo dell’unità di ricarica.
Nello stesso mese di aprile 2013 la “nostra ONLUS” si è fatta carico delle spesepreviste per il viaggio onde consentire ai genitori di tre ragazze, rispettivamentedi 17, 16 e 14 anni, tutte residenti in paesi della provincia di Napoli e tutte affetteda atrofia spinale di I grado con tracheostomia e in ventilazione meccanica e con p.e.g.per l’alimentazione, di accompagnare le loro figlie nel pellegrinaggio a Lourdes, orga-nizzato dall’U.N.I.T.A.L.S.I. della Regione Campania. Dopo l’insorgenza della malattiale tre ragazze erano state tutte ricoverate per alcuni mesi nella S.O.C. Pediatrica del-l’Ospedale Santobono di Napoli (Azienda Ospedaliera “Annunziata-Pausilipon-Santobono”) e dimesse in assistenza domiciliare. A questa assistenza con la collabo-razione dei familiari, hanno provveduto e tutt’ora provvedono i Colleghi e gli Infermieri dellasuddetta S.O.C della Rianimazione Pediatrica.
E, grazie all’attiva partecipazione della “nostra ONLUS” alle spese previsteper il viaggio, il 4 aprile u.s. hanno potuto accompagnare le loro figlie nel pel-legrinaggio a Lourdes, organizzato annualmente dall’U.N.I.T.A.L.S.I della RegioneCampania, anche i genitori di altre due ragazze, rispettivamente di 17 e 15, anniche risiedono in paesi della provincia di Napoli e sono entrambe affette da atrofiaspinale di I grado con tracheostomia e in ventilazione meccanica e con p.e.g. per l’ali-mentazione e sono da anni in assistenza domiciliare controllata dai Colleghi e dagli Infermieridella S.O.C. Rianimazione Pediatrica dell’Ospedale Santobono di Napoli.
Nell’ultima settimana del decorso mese di marzo la “nostra ONLUS” ha avviatol’iter burocratico per la donazione all’U.O.S. dipartimentale di Neonatologia del-l’Ospedale “San Gennaro” (A.S.L. di Napoli 1 Centro), una culletta termica attrezzatadi lampada per fototerapia, un saturimetro da utilizzare nella sala parto ed unapompa per l’aspirazione elettrica del latte materno, tutti delle ultime generazioni.È previsto che questa donazione sia effettuata prima dell’inizio della prossima estate.
Personalmente sono convinto che l’Associazione “Dino Masullo” possa fare molto di piùe di meglio di quanto è riuscita a fare fin ora, nei suoi primi sette anni di vita, se un rag-guardevole numero di Anestesisti Rianimatori Italiani prenderà finalmente la buona abitudinedi designare ogni anno il 5 ‰ dell’IRPEF alla “ONLUS della categoria”, e se i più volenterositra loro si rivolgeranno ad essa per il finanziamento di progetti finalizzati al miglioramentodell’assistenza domiciliare fornita ai malati che ne hanno bisogno, nonché all’organizzazionedi corsi di aggiornamento per i Medici e per gli Infermieri già impegnati in questo particolaresettore dell’assistenza sanitaria.
Affettuosi saluti a tutti Voi e un caloroso grazie per quanto farete.Girolamo Gagliardi
Presidente dell’Associazione “Dino Masullo” ONLUS
P A S S A P A R O L A
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