nova itinera
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Novaitinera
percorsi del dirittonel XXI secolo
N° 2 - Settembre 2011
L’EDITORIALE
EUROPA,CRISTIANITÀ,CULTURA
ACCADE OGGI
LA QUESTIONEDI DIO E IL CORTILEDEI GENTILI
DOVE PENDE LA BILANCIA
LE CAUSE DELLALUNGHEZZA DELPROCESSO PENALEIN ITALIA
SommarioL’EDITORIALE
EUROPA, CRISTIANITÀ, CULTURA. 5
di STEFANO AMORE
ACCADE OGGI
LA QUESTIONE DI DIO E IL CORTILE DEI GENTILI 7
di LORENZO LEUZZI
PER NON DIMENTICARE
IL MESTIERE DEL GIUDICE, IL MESTIERE DEL POLITICO 13
Intervista a Claudio Martelli di Stefano Amore
UNIVERSITÀ TRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE
MERITOCRAZIA, FORMAZIONE E PROFESSIONE 19
di LANFRANCO ROSATI
ACTA NOTARILIA
RIFLESSIONI SULL’IMPARZIALITÀ DEL NOTAIO 22
di GIUSEPPE CELESTE
ASSISTENZA SANITARIA IN ITALIA: QUALE FUTURO?
LE SFIDE DEL FASI: INTERVISTA A STEFANO CUZZILLA 37
CRONACHE DELLA MAGISTRATURA
L’IMPORTANZA DEL SISTEMA DISCIPLINARE
PER LA MAGISTRATURA ONORARIA 40
di Fabio MASSIMO GALLO
Quadrimestrale di legislazione,giurisprudenza, dottrinae attualità giuridicaN° 2 - Settembre 2011
Autorizzazione del Tribunaledi Roma nr. 445del 23 novembre 2010
DIRETTORE RESPONSABILE:
Stefano Amore
VICE DIRETTORI:
Paolo LiberatiLuigi Viola
DIRETTORE EDITORIALE:
Cynthia Orlandi
COMITATO DI REDAZIONE:
Alessandra AlessandroGiuseppe BiancoCarlo CarboneCristian CarusoLauretta CasadeiUmberto CerasoliPietro ChiofaloMaria Antonietta CrocittoFrancesco De ClementiMario De IorisVito Antonio De PalmaAndrea GiordanoMassimiliano LucchesiGiuseppe MoranoLaura MorselliSandra MoselliEmanuela PorruGianluigi PratolaDaria ProiettiEnzo ProiettiMarco ProiettiLorenzo QuiliciLucia SpiritoFederico Tomassini
SEGRETERIA DI REDAZIONE:
Elisabetta ArrabitoBarbara del SerroneGiacomo PompeoAntonio Torroni
IL “SISTEMA DISCIPLINARE” DEI MAGISTRATIONORARI DI TRIBUNALE 43di Leonardo Circelli
AVVOCATURA PER L’AVVENIRE
LA PROFESSIONE FORENSE NELLA PROSPETTIVA EUROPEAE GLI EQUIVOCI DELLA POLITICA IN ITALIA 56di Vito ANTONIO DE PALMA
REGIONI ED AUTONOMIE LOCALI
FINANZA GLOBALE E ENTI LOCALI:QUALI PERCORSI PER LIBERARSI DAI DERIVATI? 59di VALERIO LEMMA
INFORMAZIONE, TECNOLOGIA E SOCIETÀ
EFFICIENZA ENERGETICA E SISTEMI DI TRASPORTO 62di MARIA CARMEN FALVO
OSSERVATORIO SUL LAVORO
L'EFFICACIA DEROGATORIA DEI CONTRATTIAZIENDALI O TERRITORIALI: SI SGRETOLA L'IDOLO DELL'UNIFORMITÀ OPPRESSIVA 68di ANTONIO VALLEBONA
SALUTE E GIUSTIZIA: PILLOLE DI DIRITTO
LA RESPONSABILITÀ CIVILE DEL PRODUTTORE DI FARMACI 79di CARLO COCO
ORDINAMENTO ED ETICA DELLO SPORT
IN TEMA DI RESPONSABILITÀ DELLE SOCIETÀ SPORTIVE 87di PIERO SANDULLI
TEORIA E PRATICA DEL PROCESSO
INDAGINI, INTERCETTAZIONI E TEMPI DEL PROCESSO PENALE 101di ANGELO ALESSANDRO SAMMARCO
L’ANGOLO DELLE RIFORME
L’INGANNO DELLE LIBERALIZZAZIONI 105di LUCA DE COMPADRI
COMITATO SCIENTIFICO:
Mario AscheriProfessore Ordinario di Storia
del Diritto Medievale e Moderno
Paola BalducciAvvocato, Professore Associato di Diritto
Processuale Penale
Giovanni BiancoProfessore di Dottrina dello Stato e Diritto Pubblico
Guido Calvi
Docente di Filosofia del Diritto, Componente del C.S.M.
Giuseppe CelesteNotaio, Componente Consiglio Nazionale Notariato
Bona Ciaccia
Professore Ordinario di Diritto Processuale Civile
Fiorella D’AngeliProfessore Ordinario di Diritto Civile
Rosario De LucaPresidente della Fondazione Studi
dei Consulenti del Lavoro
Giuseppe de RosaConsigliere della Corte dei Conti
Angela Del VecchioProfessore Ordinario
di Diritto dell’Unione Europea
Pasquale d’Innella CapanoAmministratore di Telpress Italia S.p.A.
Fabio Massimo GalloPresidente Sez. Lav. Corte di Appello di Roma
Antonio LaudatiProcuratore della Repubblica del Tribunale di Bari
Giuseppina LeoGiudice del Tribunale del Lavoro di Roma
Filiberto PalumboAvvocato, Componente del C.S.M.
Piero SandulliProfessore di Diritto Processuale civile
Giuseppe ValentinoAvvocato
Antonio VallebonaProfessore Ordinario di Diritto del Lavoro
Sommario
DIRITTO ED ECONOMIA
RIFLESSIONI SUL PROCESSO DI VALUTAZIONEDEL RISCHIO NEL RAPPORTO BANCA-IMPRESANELL’ERA DELLA CRISI ECONOMICA 107di Simone Gambardella
GIURISPRUDENZA COMMENTATA
a cura di: Mariantonietta Crocitto, Daria Proietti e Federico Tomassini 113
ELOGIO DELL’INERZIA: IDEE E PROPOSITI NON ANCORA ATTUATI
LE RIFORME DI FALCONE E DI BORSELLINO 117di Elisabetta Rampelli
LETTURE E RECENSIONI 121
LETTERE AL DIRETTORE
Osservazioni, critiche e proposte di una giovane italiana
di Daniela De Luca 127
DOVE PENDE LA BILANCIA: PROBLEMI DELLA GIUSTIZIA
LE CAUSE DELLA LUNGHEZZA DEL PROCESSOPENALE IN ITALIA 129di Antonio Patrono
COMITATO D’ONORE:
Marina CalderonePresidente del Comitato Unitariodelle Professioni
Giuseppe ChiaravallotiVice Presidente dell’Autorità Garanteper la Protezione dei Dati Personali
Antonio ContePresidente del Consiglio dell’Ordine
degli Avvocati di Roma
Adolfo de RienziPresidente dell’Accademia
del Notariato
Ignazio LeottaPresidente di Federnotai
Alberto SarraSottosegretario alle Riforme
della Regione Calabria
Francesco SchittulliPresidente della Provincia di Bari
Giuseppe ScopellitiPresidente della Regione Calabria
Nova Itinera
Quadrimestrale
Spedizione in abbonamento postale
Casa editrice Nuova Scienza S.R.L.,
Via S.Tommaso d’Aquino, 47
00136 Roma
Cod. Fisc. / P.I. 11072071001
Stampa: Stamperia Lampo - Roma
Finito di stampare nel mese
di settembre 2011
NOVALIS - Friedrich von Hardenberg
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L’editoriale
Europa, cristianità, cultura.
Stefano AmoreMagistrato
In un suo famoso scritto, “l’Europa ossia laCristianità”, Novalis, il grande poeta tedesco au-tore degli Inni alla Notte, proponeva, alla fine del1799, il modello di una Europa unita nella fedecristiana, con Roma suo grande centro spirituale.Quell’idea di Europa, monolitica e fondata sul-l’ideale religioso, riscoperta nello studio e nel va-gheggiamento del Medioevo, mai pienamenteattuata e apparentemente superata dai tempi giànell’epoca in cui apparve lo scritto, continua a tur-bare ancora oggi le coscienze più sensibili e adagitare il sonno degli intellettuali. E se ha certamente ragione chi coglie il mo-
dello di sviluppo dell’Europa contemporaneanelle idee di Guizot, che ne proponeva nel 1828una ben diversa concezione, legata allo sviluppodegli Stati nazionali e alla vitalità delle differenzeculturali in essa esistenti, in questo inizio di terzomillennio l’Europa alla Novalis, o quantomeno ilrimpianto di essa, sta tornando di moda, com-plice l’acuirsi dello scontro politico e religioso traOccidente ed Oriente.Sotto certi profili, la metafora della perdita di
centro utilizzata da un grande storico dell’arte,Hans Sedlmayr, per descrivere la parabola del-l’arte moderna, caratterizzata da una profondacesura rispetto alla tradizione precedente e dallasua crescente disumanizzazione, potrebbe co-gliere nel segno anche rispetto all’idea e allo svi-luppo dell’Europa e questo spiegherebbe ilmotivo per cui si cerchino sempre più nel passato,e con sempre maggiore insistenza, gli elementidella sua identità e se ne scopra invece, triste-mente, la diversità profonda rispetto alla situa-
zione presente. L’idea e la stessa identità di Eu-ropa si sta dunque perdendo? Certamente, per far crescere e progredire qua-
lunque Europa, quella delle differenze e delleidentità nazionali di Guizot, come quella vagheg-giata da Novalis, è indispensabile alimentare il di-battito e far appello alle coscienze per continuarea diffondere la sua cultura e i suoi valori.Non può esistere, infatti, alcuna Europa senza
la cultura e i valori cattolici, senza lo studio e lalettura di Dante, di Omero e di Shakespeare,senza le grandi opere di Beethoven e di Mozart,senza le arti e la filosofia, senza, insomma, unaspecifica cultura europea. Thomas Mann, a proposito del rapporto tra
Kultur e Zivilisation, un’altra coppia di concettidi fondamentale importanza nella storia europea,si esprimeva così: «Civilizzazione e cultura nonsono soltanto un’unica e stessa cosa, ma terminiantitetici; formano una delle molteplici manife-stazioni dell’eterna discordanza della nostra uma-nità e del contrasto tra spirito e natura…..Evidentemente la cultura non è l’opposto dellabarbarie; essa è più verosimilmente e abbastanzaspesso una primitività stilizzata…… Cultura si-gnifica unità, stile, forma, compostezza, gusto; èuna certa organizzazione spirituale del mondo».L’Europa che ci attende, se non vuole rinnegaresé stessa, dovrà essere capace di continuare ad ali-mentare questa ed altre dialettiche e lo può faresolamente tornando a nutrire i giovani, e i menogiovani, con la sua grande cultura e con i suoi va-lori morali e spirituali.
Michelangelo Buonarroti, “La creazione di Adamo”, particolare.
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Accadde oggi
La questione di Dioe il cortile dei gentili
Lorenzo LeuzziCappellano della Camera dei Deputati, Direttore della Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma
La proposta di Benedetto XVI di aprire unasorta di “cortile dei gentili” annunciata nel fa-moso discorso alla Curia romana in occasionedegli auguri natalizi del 21 dicembre 2009 puòdavvero esser considerata, dopo quella di “al-largare gli orizzonti della razionalità”, il se-condo snodo storico-culturale del primodecennio del terzo millennio.Mentre il mondo sta vivendo la sua terza
esperienza di crisi, quella economico-finanzia-ria dopo gli eventi dell’89 e del 2001, di ciò chesembrava ormai consolidato, ossia l’interpreta-zione illuministica dell’idea di modernità, laChiesa, che con Giovanni Paolo II si è immersanella modernità senza paura e senza nostalgia,si prepara con Benedetto XVI ad offrire la verachiave interpretativa della modernità.Le due proposte di Benedetto XVI - quella di
allargare gli orizzonti della razionalità e quelladel cortile dei gentili - sono un vero dono pertutta l’umanità per far ripartire con entusiasmoe fiducia il cammino di ricerca spirituale ed in-tellettuale dell’uomo contemporaneo. Essesono talmente unite tra di loro che l’una senzal’altra sono destinate alla sterilità storica. Infattila prima proposta, isolatamente non è statacompresa nella sua novità, per il fatto che nonè stata sostenuta da un contesto teologico ade-guato e si è arenata intorno a discorsi intellet-tualistici, ormai privi di significato culturale,circa il rapporto tra scienza e ragione, tra sapere
scientifico e sapere teologico e così a seguirefino a forme di retorica nominalistica. La seconda proposta, privata della forza
propositiva della prima, si avvia ad essereemarginata storicamente proprio da coloro chele avevano dimostrato simpatia o le avevanodato credito. Infatti, in che cosa consisterebbela forza profetica di questa seconda proposta sela realtà storica nella quale essa si colloca èpriva di novità e, qualora ci fosse, si configu-rasse come semplice fenomeno sociale privo diconsistenza ontologica?In merito all’allargamento degli orizzonti
della razionalità, mi limiterò semplicemente aricordare che la sua forza profetica sta nel fattoche la realtà storica è diventata dinamica e che,quindi, per la sua comprensione è necessariauna chiave interpretativa che prolunghi, senzainterruzione di continuità, il processo conosci-tivo della realtà. Non si tratta dunque di com-piere un’operazione gnoseologica di naturametodologica, ma di scoprire la novità ontolo-gica della realtà storica, che richiede un vero al-largamento degli orizzonti della razionalità.Che le cose stiano così, lo dimostra il fatto cheBenedetto XVI ha sentito il bisogno di aggiun-gere alla prima una seconda proposta, non percorreggere ma per portare a compimento laprima e, quindi, liberarla da ogni interpreta-zione riduttivistica, che ormai si stava rive-lando nel contesto culturale
Raffaello Sanzio, “S. Paolo che predica nell'Areopago di Atene”
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Accade oggi
In questa prospettiva la seconda proposta,per il suo intrinseco e inscindibile rapporto ge-netico con la prima, senza un’adeguata inter-pretazione di quest’ultima non può esserecompresa, dal momento che la sua fonte profe-tica non è in se stessa, ossia nella riscoperta diun luogo, quello del cortile dei gentili, che puòsuscitare interesse storico o culturale, destinatoai circoli intellettuali del nostro tempo. La verafonte della novità della seconda proposta è lanuova questione di Dio, la quale si qualifica taleproprio perché nuova è la realtà storica cui fa rife-
rimento, ossia l’emergere nel mondo, in modosempre più stabile e omogeneo, della dinami-cità della realtà storica. A tale proposito è interessante leggere il ca-
pitolo primo del secondo volume del Gesù diNazareth, là dove Joseph Ratzinger-BenedettoXVI parla della purificazione del tempio ricor-dando come il “grandissimo cortile dei gentiliè lo spazio aperto, che invita tutto il mondo apregarvi l’unico Dio”. È la finalità che lo stessoGesù, parafrasando la profezia di Isaia, intenderichiamare sia con il rimprovero, “ne avete fattoun covo di ladri” (Mc 11,17), sia con il rilanciodella profezia: “la mia casa sarà chiamata casadi preghiera per tutti i popoli” (Is 11,17).A ciò si aggiunge un’ulteriore riferimento bi-
blico che Benedetto XVI ha richiamato nel suoDiscorso pronunciato e trasmesso sul sagratodi Notre-Dame di Parigi in occasione del pro-getto parigino del Cortile dei gentili. Si trattadel testo di Paolo agli Efesini nel quale l’apo-stolo ricorda che Cristo Gesù è venuto per “ab-battere il muro di separazione che divideva”ebrei e gentili (Cf. Ef 2,14.17), ossia quel muroche separava il popolo eletto dai gentili, desti-nati quest’ultimi a non superare il limite delcortile a loro destinato.Quale novità può suscitare la proposta del
cortile dei gentili collocata fuori da questo con-testo storico-culturale così delineato? Per la ve-rità nulla. A meno che non si voglia entrare
nella prospettiva di un sincretismo sia di naturareligiosa o filosofica che non ha nulla a che ve-dere con quella finalità propria del cortile deigentili, rivendicata da Gesù: aprire Israele inmodo che tutti nel Dio di questo popolo pos-sano riconoscere l’unico Dio comune a tutto ilmondo (Gesù di Nazareth, p. 28).In altri termini, se una tale proposta può
aver senso in un mondo statico-sacrale, doveogni religione - confrontandosi o scontrandosicon le altre, talvolta anche con la violenza dellearmi - al di fuori del proprio tempio (cristiano,islamico, buddista o altri templi dell’ateismoorganizzato e altri ancora) edifica il luogo dei“non aggregati”, privilegiando in tal modol’appartenenza come termine ultimo dell’espe-rienza religiosa, nel mondo dinamico una ri-proposizione antistorica della proposta è privadi senso.Paradossalmente, però, una riproposizione
sic et simpliciter del cortile dei gentili può es-sere non solo sostenuta ma addirittura fattapropria da forze culturali agnostiche o di chiaraispirazione ateistica. Infatti una non chiara eambigua definizione della proposta del “cortiledei gentili” metterebbe in crisi non solo gli or-ganismi cattolici che ne sono promotori, cosa diminore importanza, quanto piuttosto può osta-colare il desiderio di Dio negli uomini di buonavolontà, che sono proprio quegli uomini chia-mati in causa da Benedetto XVI, gli uomini de-lusi da ogni religione o progetto culturale aforma sacrale ormai superata dal contesto sto-rico. Se la proposta del cortile dei gentili en-trasse in questo corto circuito religioso-culturale, ormai in fase di esaurimento nellavita dell’umanità, rischia di essere lentamenteemarginata e resa insignificante per il futurodell’umanità.La sua novità può essere colta precisamente
solo se essa è collocata in continuità con laprima proposta, intesa secondo le linee inter-pretative su indicate, o, meglio ancora, come
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Accade oggi
esplicitazione di essa. Infatti la nuova realtàstorica, sottesa alla proposta di allargare gliorizzonti della razionalità, pone una nuovaquestione di Dio che non può trovare solu-zione adeguata nelle riflessioni teologichedella ragione teologica o della teologia filo-sofica oggi dominanti ed invoca la scelta delrealismo della fede. Questione di Dio e realismo della fede
sono le due chiavi interpretative della propo-sta del cortile dei gentili, la prima di naturametafisica, la seconda di natura metodolo-gica, perché la nuova realtà storico-dinamicasollecita una riflessione su Dio che va oltre ildesiderio religioso naturale per entrare deci-samente nella dimensione storica, che nonsolo apre alla pienezza dell’uomo ma anchealla verità più profonda del cristianesimo,quella cioè di essere una religione storico-di-namica e non a forma sacrale. E ciò può es-sere colto solo aprendosi alla realtà, per ilfatto che la fede non è un mito. Nel contestostorico-dinamico, a differenza di quanto sipensi, solo il realismo della fede può salvareil cristianesimo dalla sua trasformazione ingnosi, tanto più pericolosa quanto più di ar-ricchisce di religiosità che nel mondo storico-dinamico può essere anche di naturaa-teologica.L’uomo contemporaneo, che desidera es-
sere pienamente nella modernità, cerca que-sta religione, ossia il Dio vivo e vero e non undio generico e astratto. È un desiderio che vaoltre la preoccupazione del suo destinoeterno dopo la morte per aprirsi al desideriodi eternità da vivere nella storicità. Ossia è lamorte storica la vera questione dell’uomocontemporaneo, che spazza via tutti gli dei ele utopie antirealistiche e apre a quel Dio cheè entrato nella storia in modo da non assor-bire l’uomo, ma lo ha trasformato per ren-derlo suo interlocutore.Ad un attento esame del famoso discorso
del 21 dicembre 2009, così come il discorsovideo trasmesso il 26 marzo 2011, non è dif-ficile cogliere la vera origine della propostadi Benedetto XVI: “dobbiamo preoccuparciche l’uomo non accantoni la questione di Diocome questione essenziale della sua esi-stenza”. È l’esistenza concreta e storica del-l’uomo, della nuova realtà storica, a porreuna nuova questione di Dio, più impegna-tiva del passato, perché si tratta di indicare escoprire la presenza del Dio vivo e vero.Senza questa consapevolezza, ossia senza
la scoperta sia teologica che filosofica di unanuova questione di Dio, il cortile dei gentiliè una interessante esperienza culturale vete-rotestamentaria, lasciando la religione o le re-ligioni in balia della prassi storicheantirealistiche le quali cercano morbosa-mente il religioso per rilanciarsi.La proposta del cortile dei gentili, al con-
trario, è l’annuncio che è possibile incontrarenella storia il Dio vivo e vero e che è giuntoil momento in cui tutti gli uomini possono li-berarsi dal fardello delle precomprensioni odei pregiudizi religiosi e culturali e nellostesso, senza rinunciare alla loro libertà dipensiero e di ricerca, possono scoprire chenella modernità, intesa in senso realistico enon idealistico, è nascosta la vera rivincita diDio, ossia il tempo in cui l’uomo può sco-prire e rivendicare i tre pilastri della sua esi-stenza storica: l’identità, la stabilità el’eternità. E ciò è possibile perché non ci sonosolo gli dèi, ma c’è il Dio vivo e vero. E, perironia della sorte, liberando l’uomo dagli dèinon sorge il nulla o l’ateismo, ma il vero Dioe la vera fede. È davvero in gioco l’onestà in-tellettuale e morale di tutti gli uomini. Soloil Dio vivo e vero non ha paura dell’onestaintellettuale, anzi la sostiene e la protegge,perché è l’Amore-Logos. È una proposta esigente: a tutti gli uomini
di buona volontà l’invito ad entrare nel cortile
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dei gentili, non necessariamente in quelli uf-ficiali, ma anche in quelli occasionali che il Diovivo e vero non farà mancare, perché è finitoil tempo dell’astrazione ed è iniziato il tempodel concreto storico, dove l’uomo è chiamatoa decidere se camminare verso la vita o lamorte. La proposta del cortile dei gentili èl’annuncio che l’uomo non è solo in questocammino e che la ricerca non sarà vana.
Il cortile dei gentili proposto da Benedetto
XVI è allora davvero “nuovo” e merita l’at-
tenzione e il sostegno di tutti, credenti e non:
insieme sarà possibile promuovere un nuovo
dialogo tra fede e ragione, tra secolarità e sa-
cralità, senza alcuna invadenza di campo, ma
uniti nella costruzione della civiltà del-
l’amore.
Accade oggi
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