l’avvento avvento fa parte del “ciclo della manifestazione del signore”, composto da avvento,...

Post on 02-May-2015

217 Views

Category:

Documents

0 Downloads

Preview:

Click to see full reader

TRANSCRIPT

L’AvventoAvvento fa parte del

“ciclo della manifestazione del Signore”, composto da Avvento, Natale ed Epifania.

Come il “ciclo pasquale” celebra la vittoria della Vita sulla morte,

così il “ciclo della manifestazione” celebra la vittoria della luce sulle tenebre,

della rivelazione di Dio che è Luce nel buio del mondo.

Avvento: preparazione al Natale?

In ogni celebrazione liturgica la chiesa

prima di tutto non si prepara

“a vivere qualcosa”, ma “vive qualcosa”.

Così l’Avvento! Esso non è

“preparazione” in vista del Natale, ma è già celebrazione del

mistero della manifestazione

del Signore.

Avvento è termine che proviene dal latino adventus che significa venuta.

Ogni venuta mette in movimento una attesa.

Non si tratta semplicemente di attendere

la venuta nella carne del Signore Gesù,

venuta che è alle nostre spalle, come evento definitivo e

permanente che ha manifestato

l’amore di Dio per l’uomo: Dio ha tanto amato il mondo

da dare il suo Figlio perché ne rivelasse il volto

d’amore.

Il primo ad attendere è Dio stesso:

Dio ha vissuto

una lunga attesa in

prima persona

lungo tutta la storia

intessuta con

l’uomo. Tutta la

storia della salvezza

è un interminabile Avvento.

Dio è capace di interminabili e tenaci attese. Dio è amore che attende,

che spera, che cerca l’uomo.

La lunga attesa di Dio somiglia a una

tragica storia d’amore nella quale il suo

Amore “attende” davanti alla

libertà dell’uomo che lo rifiuta.

Tutto questo fino a

Maria di Nazareth: nel suo sì,

“avvenga di me secondo la tua

Parola”, si compie

l’attesa di Dio.

Dio può fare

“avvento” nella vita

di questa giovane donna (e, in lei, in quella

di tutta l’umanità) nel momento

in cui Maria

dice il suo

“avvenga…”

Il suo disegno originario di essere

il “Dio-con-noi” che aveva percorso

tutta la storia d’Israele si compie

nel sì della Vergine

Maria. Maria acconsente

all’avvento di Dio nel mondo:

il Figlio è la carne di “Dio-con-noi”,

l’Emmanuele atteso.

La venuta del Figlio che si legato

alla nostra umanità è

definitiva.

Se il Figlio è venuto perché attendere?

L’Avvento ci pone in attesa del Figlio perché avvenga per ogni uomo l’incontro con Lui

che è il Signore della storia.

Durante l’Avvento infatti ripercorriamo l’attesa del Figlio

nel mistero dell’incarnazione (Natale)

e al tempo stesso di Colui che ha promesso: “io vengo presto” (Ap 22,12),

del Signore della storia che verrà alla fine dei tempi

per ricapitolare in sé tutte le cose.

Non si tratta di due attese, ma l’una è strettamente

legata all’altra.

Possiamo attendere Colui che verrà

perché Lui è venuto e non cessa di venire.

Siamo di fronte al mistero

di un’unica venuta nel senso che la prima

inizia già ciò che verrà

portato a compimento nella seconda.

La venuta del Figlio nella

carne prepara

l’incontro definitivo con

lui,

incontro che avviene per noi

oggi che celebriamo

la liturgia.

L’Avvento ci dona di fissare lo sguardo sulla venuta finale del Figlio nella gloria per farci

accorgere della

presenza del “futuro”, di Lui che è il nostro Futuro,

nell’oggi delle nostre celebrazioni e della nostra vita.

Qui ci accorgiamo che l’Avvento ci pone in attesa di Colui che ci attende:

i protagonisti non siamo noi che attendiamo con la nostra povera capacità di aspettare la venuta di Dio,

ma è Dio che attende noi.

Dio attende noi.Quindi ad ogni Avvento

anche noi ci poniamo in attesa

proprio perché scopriamo

di essere attesi.

Colui che ci attendeaspetta

la “conversione” dello sguardo

della nostra fede perché

lo fissiamo su di Lui e ci accorgiamo

che Lui viene.

Il tempo di Avvento è un tempo forte

perché i cristiani

si esercitano ecclesialmente,

cioè insieme in un impegno

comune, nell’attesa del Signore…

Avvento è un tempo

in cui i cristiani si esercitano

insiemenella visione della fede delle realtà invisibili,

della presenza di Lui

nascosta nel cuore di tutte le cose.

L’Avvento educa i

nostri occhi a guardare

tutte le cose a partire

dal tempo del loro

compimento: dalla fine, o meglio, dal “Fine”

di ogni cosa, che è il

Signore della gloria…

L’Avvento ci dona di vivere ciò che dovremmo vivere

lungo tutto l’anno liturgico: guardare tutto

a partire da Cristo che regge il mondo

(Cristo Pantocratore), il Futuro che ci attende,

scorgendo la presenza di Lui che «matura» in tutte le cose.

La storia va verso il suo compimento:Cristo tutto in tutti.

Guardando Lui scopriamo che la storia è abitata dalla

speranza.

L’Avvento alimenta

la speranzache tutti

gli uomini di tutti i tempi vanno verso

l’incontro definitivo con Cristo Signore.

Nel tempo di Avvento

la chiesa, vive nel suo

“oggi”orientata

verso “il fine” della storia che è

Cristo Gesù con la disposizione della “vigilanza”,

ripetutamente ricordata nei testi

liturgici e nelle letture bibliche.

«Tu ci hai nascosto il giorno e l'ora,

in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giudice della storia,apparirà sulle nubi del cielo

rivestito di potenza e splendore.

In quel giorno tremendo e glorioso

passerà il mondo presente e sorgeranno

cieli nuovi e terra nuova.Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo,perché lo accogliamo nella

fedee testimoniamo nell'amore

la beata speranza del suo regno»

(Prefazio dell’Avvento Ia).

In questo testo la liturgia ci invita a vivereorientati verso Colui che viene alla fine dei

tempi. Nell’attesa di Luic’è un’“ora”

che è il tempo che la chiesa vive nel presente…

…in cui il Signore “viene incontro a noi”:

è quella di ogni comunità riunita nel suo Nome

che celebra la liturgia.

La liturgia ci dice cheora

Colui che viene ci viene incontro“in ogni uomo

e in ogni tempo”

perché “lo accogliamo nella

fede e testimoniamo nell'amore la beata speranza del suo

regno”.

L’Avvento ci mette nel cuore

due movimenti strettamente intrecciati

l’uno all’altro: quello

dell’accoglienza (“lo accogliamo nella

fede”),

cioè di una più intensaapertura a Lui che viene…

e quello della testimonianza(“testimoniamo

nell'amore la beata

speranza del suo regno”),

cioè dell’apertura

radicale all’altro.

L’accoglienza rinnovata del Signore che viene

ci spinge ad uscire

ad andare ai nostri fratelli testimoni dell’incontro

con Lui, portatori di Cristo con la nostra vita.

L’Avvento in questo senso

è un tempo fortemente

“missionario”.

«Accogliere» e «testimoniare» la speranza:

Accogliamo come icone dell’attesa dell’Avvento

fatto di accoglienza e testimonianzala Vergine Maria e Giovanni Battista.

“Avvento significa venuta.

Chi sta per arrivare?

Per il cristiano - l'unico che davvero

attende uno che sta venendo –

l'Avvento è come un portone imponente

che egli varca per entrare in un santuario”.

Ci lasciamo guidare dalle parole di

H. U. Von Balthasar:

“Il portone però è

sorvegliato alle due

estremità da due

sentinelle, che gli fanno la guardia, e

checi chiedono

perché e con quale

sentimento, con quale

atteggiamento interiore, siamo qui a chiedere di

entrare.

Due figure assai dissimili, che tuttavia si vedono sempre nelle antiche immagini alla

sinistra e alla destra di Colui che è l'Atteso e infine il Venuto.

La prima figura protesa in alto,

scarna, un angelo vestito

di pelli di cammello, che non vuol essere

nessuno, ma solo una voce che grida dal deserto del mondo e del

tempo: “Preparate le

vie del Signore!”.

L'altra figura profondamente velata e ripiegata su di sé,

solamente il suo corpo parla

visibilmente di colui che ella

attende, e fa risuonare

la sua flebile parola: “Ecco,

io sono l'ancella del Signore”.

Ambedue sanno chi

stanno aspettando, essi sono per il momento

gli unici che lo sanno

così esattamente

e così pressanteme

nte: essi aspettano

nientemeno che Dio.

l'Emmanuele,

il Dio con noi.

“E questo nella certezza che egli sta direttamente

davanti alla porta, perché tra la

preparazione della via

da parte di Giovanni il

Battista e della Vergine

Maria e la venuta

dell'Atteso non può più intervenire nulla che possa

far ritardare, perché

l'Avvenimento è già in moto, e nessuno

arresterà la valanga.

Quale diversità fra queste due figure che sorvegliano il portone

che immette nel santuario del Natale! Ma ambedue sono indispensabili,

ambedue sono un modello.

Il primo aspetta semplicemente

Dio. Tra lui

e la venuta di Dio non c'è più posto per nessun altro

profeta.

Viene Dio, a mettere ordine,

a giudicare e a salvare. A introdurre

decisioni radicali,

fondamentali: “Già è posta la scure alle radici degli alberi”.

Già è pronto il fuoco per l'albero

che non porta alcun frutto buono.

[...] Colui che così parla è uno deciso a tutto, sino all'ultimo: [...] egli non ha paura

alcuna della prigionia e della

decapitazione, poiché è

semplicemente voce, che risuona

attraverso ogni cosa, anche attraverso orecchie tappate.

Anche la seconda attende Dio.

Ella sa che l'angelo le ha detto:

“Il Santo, che porti in grembo, sarà

chiamato Figlio di Dio, Figlio

dell'Altissimo, e il suo regno non avrà fine” (Lc 1,31 ss).

Ed ella sa che cosa le ha fatto

lo Spirito Santo di Dio, lui e nessun

altro.

Ella non attende, come il

Battista, un Inimmaginabile,

che si farà avanti con il fuoco, con la scure e con il

ventilabro; ella attende un

piccolo bambino.

Ma un bambino che è Dio non è forse ancora più inimmaginabile per la madre?

Entrambi attendono colui che sta venendo con un desiderio

che riempie il loro essere, e allo

stesso tempo in un profondo

sbigottimento che non permette loro di comprendere come debbano

essere all'altezza di quello

straordinario evento che

attraverso di loro entra nel mondo”.

Maria e Giovanni sono le figure che accompagnano la nostra

attesa, ci parlano di accoglienza e

testimonianza: la Parola del tempo di Avvento

ce li dona all’inizio e al termine del cammino come modelli.

Maria e Giovanni ci parlano di

conversione e di

accoglienzadelle “cose nuove” ed

inaudite che Dio vuole

compiere…

ma soprattutto ci invitano a rinnovare il nostro sguardo

per saper discernere l’azione di Dio; per saper credere in una storia

in attesa di un incontro;

…per saper cogliere i segni di novità che Dio pone in noi,

intorno a noi e nella storia dell’umanità.

Qui riconosciamo la «nuova nascita di Cristo» nel mondo.

Non si tratta di una nuova nascita di Cristo nella carne. Quell’evento è accaduto una volta per tutte

nella storia. Non si parla nemmeno di uno sterile, anche se commovente ricordo. La «nuova nascita del

Cristo» oggi è quella che si realizza nella “carne” della chiesa e in ogni credente.

L’Avvento avviene per noi,

oggi, quando si compie anche in

noi il mistero che si è

compiuto nella serva

del Signore:

"Anche se Cristo nascesse mille e diecimila volte a Betlemme, a nulla ti gioverà se non nasce almeno una

volta nel tuo cuore".

(Angelo Silesio, Pellegrino Cherubico)

top related