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Io mi racconto, tu ti racconti…

TEMA AFFRONTATO Il progetto “Io mi racconto, tu ti racconti” delle scuole dell’infanzia di Gambolò e Tromello1 fa parte di percorso di sperimentazione sullo sviluppo di competenze linguistiche che coinvolge tutto l’I.C. di Gambolò e che ha sensibilizzato il team docenti delle scuole dell’infanzia a sviluppare tali tematiche nell’attuale progetto educativo. Il progetto d’Istituto intende migliorare, consolidare, potenziare la competenza comunicativo- narrativa all’interno di percorsi apprenditivi articolati differenziati a seconda degli ordini di scuola coinvolti, ma aventi tutti come sfondo e principi ispiratori:

la centralità della persona (l’identità);

la memoria personale e collettiva;

la cittadinanza nell’interazione fra globale e locale. Il percorso intende far emergere l’identità di ciascuno attraverso la narrazione dell’esperienza personale, in riferimento alla rete di relazioni che legano il soggetto alla famiglia e agli ambiti sociali. Lo strumento narrativo ha la funzione di sollecitare l’alunno a esprimere le articolazioni della sua identità (in particolare gli stili di vita familiari, il complesso delle tradizioni e dei valori d’appartenenza, la lingua parlata nel vissuto), oltre le sue capacità e fragilità e i momenti critici della sua evoluzione. Il progetto si propone non solamente di mettere a confronto le diverse identità, ma anche di fornire un’occasione di convivialità relazionale, intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, in cui i bambini possano condividere valori di appartenenza a una comunità vera e propria. Partendo dalle finalità generali del progetto indicate sopra, si ipotizza per la scuola dell’infanzia un percorso educativo-didattico2 finalizzato al raggiungimento di competenze linguistiche.3 La lingua è uno strumento con il quale giocare ed esprimersi, raccontare, dialogare, pensare logicamente, approfondire logicamente, approfondire le conoscenze, chiedere e dare spiegazioni, sviluppare e condividere un senso d’appartenenza e cittadinanza unitaria e plurale. Lo sviluppo di tematiche che sviluppano competenze comunicative, relazionali e prosociali è sicuramente rispettoso delle caratteristiche psicologiche dei bambini della scuola materna e in grado di contribuire alla loro crescita cognitiva, alla loro maturazione affettiva, etica e sociale, costituendo un arricchimento di esperienze, concettuale, linguistico e socializzante importante. È indispensabile creare contesti in cui i bambini possano esprimersi e comunicare, utilizzando la lingua in tutte le sue funzioni per conoscersi, conoscere e mettersi in relazione. I bambini, quindi, raggiungono competenze rispetto a:

uso comunicativo della lingua: acquisire ed esprimere l’esperienza del sé e del mondo; stabilire rapporti interpersonali;

uso conoscitivo della lingua: apprendere nei diversi campi d’esperienza;

uso metalinguistica della lingua: sviluppare riflessioni sul linguaggio.

I bambini, inoltre, padroneggiano:

abilità di base: ascoltare, parlare,narrare, “leggere e scrivere”;

abilità strutturanti: argomentare, spiegare, esprimere sentimenti ed emozioni, chiedere, informare…;

abilità relazionali: condividere e sviluppare empatia. Il progetto intende privilegiare la forma letteraria del DIARIO, considerato in grado di sviluppare sia competenze legate alla lingua in senso stretto, quali la descrizione, l’espressione dei sentimenti ed emozioni l’invenzione, la produzione di testi narrativi ed autobiografici per ordinare e dare senso alle proprie esperienze, sia competenze legate alla dimensione storica quali la capacità di riconoscere e realizzare collegamenti tra il passato, il presente e il futuro come premessa allo sviluppo di un autentico senso critico e autonomia nelle scelte e nelle opinioni. Il percorso si sviluppa nelle seguenti fasi:

analisi della forma letteraria del diario;

lettura di un libro scritto nella forma letteraria di diario;

ricerca di diari nel panorama della letteratura per l’infanzia;

ascolto di racconti autobiografici e legati alla tradizione locale e di altre culture con cui siamo in relazione.

Da alcuni anni ogni anno viene scelto un libro o un protagonista fantastico che sia filo conduttore, perno e fonte per il progetto educativo complessivo e i diversi progetti individuati nella mappa. La protagonista delle storie4 scelte nel progetto “Io mi racconto, tu ti racconti” è Miagolina, una bimba che raccontandosi può facilitare il medesimo percorso ai nostri bambini. Ascoltare il racconto della vita di Miagolina e delle sue avventure ha lo scopo di aiutare i bambini a conoscersi meglio, a rivivere le proprie paure, a condividere i propri turbamenti e a comprendere le proprie emozioni. Far parlare i bambini delle loro emozioni ha un duplice vantaggio: aiuta noi adulti a capire e a conoscere ogni bambino e aiuta ogni bambino a comprendere che si può parlare di tutto. Il percorso con Miagolina permette di sviluppare, migliorare, affinare e potenziare la capacità di narrare e di narrarsi utilizzando i diversi codici linguistici e metalinguistici. Ogni sezione ha presentato i racconti e sviluppato i percorsi di narrazione suggeriti dalle storie, privilegiando coerentemente al progetto educativo e di sperimentazione al forma letteraria del diario, individuata nelle diverse forme di racconto verbale, rappresentazione iconica, registrazione video e audio.

Le esperienze che permettono di raggiungere le finalità scelte sono:

l’ascolto, il racconto, la conversazione;

la verbalizzazione e la rielaborazione;

la ricostruzione cronologica di un racconto, un’esperienza, un evento…;

l’invenzione di una storia;

la drammatizzazione, il travestimento, il mimo, la manualità;

il gioco libero e guidato;

l’espressione grafico-plastica. La metodologia adottata si basa sull’esperienza diretta dei bambini, per assicurare ad ognuno di essere attore e protagonista del proprio percorso di crescita e apprendimento.5 La valutazione del progetto verifica il raggiungimento delle finalità individuate e delle competenze sviluppate grazie ad un’attenta osservazione iniziale, in itinere e finale nel corso delle diverse esperienze.6 Gli indicatori di competenza valuteranno i seguenti aspetti fondamentali:

uso della lingua nei diversi contesti;

il consolidamento, il potenziamento e la riorganizzazione di competenze e apprendimenti legate alle tematiche presentate e sviluppate;

capacità di prestare attenzione e ascolto;

comprensione di un racconto;

capacità di rielaborare i racconti attraverso diversi codici;

grado di partecipazione e motivazione all’esperienza vissuta;

assumere comportamenti prosociali e collaborativi durante le esperienze proposte.

Non è stata ancora realizzata una valutazione finale del progetto educativo e non possiamo fornire indicazioni e valutazioni rispetto a eventuali cambiamenti e spunti per l’eventuale rinnovamento dell’esperienza in futuro. Possiamo per ora affermare che il progetto “Io mi racconto, tu ti racconti” ha sicuramente riscosso successo fra i bambini delle nostre scuole dell’infanzia. Miagolina e le sue storie ci hanno accompagnato nel corso dell’anno riuscendo a:

raggiungere obiettivi in merito alla cura e realizzazione del curricolo implicito e del setting d’apprendimento;

raggiungere le finalità individuate rispetto alla capacità d’espressione del sé;

raggiungere le finalità individuate dai diversi progetti e di tradurre in forma di diario contenuti diversi e trasversali;

realizzare, aggiornare e fruire con i bambini il blog;

sperimentare (come insegnanti) forme didattiche e di documentazione digitali;

mettere in rete il materiale realizzato da e con i bambini e permettere ai genitori di seguire progressivamente lo sviluppo del percorso.

Non sono stati pianificati a priori i tempi e i contenuti necessari al raggiungimento delle finalità e degli obiettivi, in quanto la natura a maglie larghe della programmazione permette a seconda delle caratteristiche, delle motivazioni e delle suggestioni delle

sezioni, di determinare singoli percorsi. È stato solo deciso che il progetto legato alle storie di Miagolina incominciasse dopo il periodo dell’inserimento (all’incirca inizio ottobre) e che entro la fine di aprile fosse consegnato il materiale da documentare nel bolg. Ogni sezione, poi, è stata libera di operare decisioni in rapporto al numero di storie da proporre ai bambini e al tipo di sviluppo, ampliamento e collegamento ai diversi progetti della mappa.

Sintetizzando il progetto prevede le seguenti fasi di realizzazione:

la predisposizione di un clima di attesa e di motivazione, anche con l’ausilio di oggetti presenti nella storia, che possa dare vita ad un’atmosfera rilassata e tranquilla, che susciti il gusto, la voglia di ascoltare, capire e confrontarsi;

presentazione di un racconto di Miagolina ;

individuazione degli obiettivi principali e di approfondimento riconducibili ai contenuti stessi della narrazione;

realizzazione delle esperienze didattiche e documentazione iconica-testuale a livello individuale e di sezione.

Tutto il team docente è stato protagonista collegialmente dell’intero percorso, dal momento della progettazione a quello della realizzazione, dal momento della valutazione a quello della documentazione attraverso il bolg. Non ci sono state suddivisioni di ruoli, ma condivisione dell’impianto educativo-didattico e metodologogico, che consente, però, la libertà a livello di sezione di scegliere quali e quanti racconti presentare in sezione e come svilupparli coerentemente alla situazione contingente (motivazione e interesse dei bambini, età dei bambini…). L’unitarietà della proposta è stata sottolineata anche dalla progettazione di un’unica forma strutturata di rielaborazione diaristica, che è stata adottata dalle sezioni e utilizzata. Oltre all’acquisto dei libri per ogni sezione non è stato necessario ricorrere al recupero di altro di materiale o strumentazione. Tutto quanto ci serviva era gia presente a scuola; possiamo affermare, anzi, che questo progetto ha “costretto” (in senso buono, visto i vantaggi e la ricaduta sulla formazione di ognuna) le insegnanti a incontrarsi/scontrarsi con la modalità di comunicazione/documentazione offerta dal blog….

Punti di forza del progetto

PROGETTO CHE HA UN IMPIANTO PEDAGOGICO-DIDATTICO E METODOLOGICO PROGETTATO A LIVELLO D’ISTITUTO, CONDIVISO E DECLINATO NEI TRE ORDINI DI SCUOLA COINVOLTI CON SPECIFICAZIONI ADEGUATE AD OGNUNA DI ESSE;

PROGETTO CHE HA VISTO SVILUPPARSI DUE PERCORSI : UNO “TRADIZIONALE” NELLE AULE, FATTO DI PERSONE, DI VOCI, DI ESPERIENZE CONCRETE E UNO “MODERNO E MULTIMEDIALE” ATTRAVERSO IL BLOG, CHE HA PERMESSO ANCHE AI BAMBINI

DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA DI AFFACCIARSI NEL MONDO WEB 2.0;

CONTATTO CON L’AUTRICE E CON LA PROTAGONISTA DEL LIBRO, CIOE’ LA VERA MIAGOLINA, CHE IN UN INCONTRO REALIZZATO NELLA NOSTRA SCUOLA HA RISPOSTO CON LA SUA MAMMA (ELISABETTA MAUTI) ALLE NOSTRE DOMANDE, CON LE QUALI VOLEVAMO SAPERE QUANTO DELLA LORO REALTA’ ERA STATA TRASFERITA NEL LIBRO, COSA FA NELLA VITA NINA (MIAGOLINA), QUALI SONO LE STORIE CHE MAMMA ELISABETTA RACCONTA NELLA QUOTIDIANITA’ A MIAGOLINA…. NOI, POI, ABBIAMO FATTO VEDERE I NOSTRI LAVORI E LE NOSTRE RISPOSTE ALLE DOMANDE DISSEMINATE DA MIAGOLINA NEL LIBRO.

1 Il progetto è stato sviluppato dalle due scuole dell’infanzia dell’ IC di Gambolò per un totale di dodici sezioni

e di circa trecento bambini. La scuola dell’infanzia di Gambolò è composta da nove sezioni, di cui una omogenea e otto eterogenee. La scuola dell’infanzia di Tromello è composta da tre sezioni ….. In entrambi le scuole la frequenza è altissima, dato che in tutte le sezioni sono iscritti almeno 30 bambini, anche dove sono presenti bambini disabili. Le scuole sono sicuramente "ricche" e al passo con i tempi; i sussidi presenti vanno dal materiale tradizionale a quello più moderno e innovativo, quali strumenti audiovisivi e computer multimediali, dotati di casse, stampante, scanner... Tutte le sezioni sono provviste di postazioni informatiche con collegamento Internet, che permette ai bambini lo sviluppo di un laboratorio d’informatica e la navigazione in rete per la ricerca e la fruizione dei siti, che possono essere collegati al progetto educativo. Nelle due scuole dell’infanzia complessivamente sono in servizio 24 insegnanti su ruolo comune e un’insegnante sul sostegno su due sezioni; 2 insegnanti di IRC e un esperto di psicomotricità, che con scadenza bimensile svolge il laboratorio in palestra. È sicuramente un gruppo collegiale rodato, disposto alle iniziative di sperimentazione mirate specificatamente alla scuola dell’infanzia (quali ALICE) o all’intero I.C. (quali percorsi di sperimentazione rispetto a tematiche di monitoraggio e valutazione/autovalutazione d’Istituto GAQUIS e MONIPOF, progetti in continuità verticale, tra cui “IO MI RACCONTO, TU RACCONTI” illustrato di seguito ), aperto alla documentazione e alla pubblicità di quanto realizzato a scuola, grazie a diversi canali comunicativi, che vanno dalla pubblicazione di articoli su riviste didattiche (…..), di libretti (….), aggiornamento del sito dell’I.C. (…..) e di un blog (….) ed attento alla cura della proposta educativo-didattica, che si concretizza nel continuo cambiamento del progetto educativo per assicurare “freschezza“ alle proposte e un adeguamento costante delle finalità alle esigenze dei bambini. Il progetto educativo, infatti, viene progettato collegialmente e sviluppato da tutte le sezioni, seppur con le specifiche differenze dovute alla tipologia delle sezioni e al rispetto dello stile educativo-didattico delle insegnanti. 2 Uno dei punti di forza delle scuole dell’infanzia dell’I.C. di Gambolò è, quindi senza dubbio, la capacità

e l’intenzionalità progettuale con cui vengono elaborati, realizzati, monitorati, valutati e documentati i progetti educativi, che hanno come punto di riferimento le indicazioni dei nuovi obiettivi specifici di apprendimento. Punto di partenza sono le finalità della scuola dell’infanzia, che sono traguardi di sviluppo in ordine a:

MATURAZIONE DELL'IDENTITA' come persona, in relazione al proprio sesso e alla comunità;

CONQUISTA DELL'AUTONOMIA rispetto alla dipendenza dall'ambiente naturale e sociale, dei valori condivisibili e alla coscienza della libertà di pensiero;

SVILUPPO DELLE COMPETENZE relativamente alle abilità sensoriali, motorie, linguistiche e

cognitive e alla conoscenza dei nuovi linguaggi. . La progettualità è un processo, finalizzato alla traduzione mediante la contestualizzazione nella propria realtà delle indicazioni del testo programmatico. L’operazione di contestualizzazione consente di rispondere agli effettivi problemi educativi emergenti in ogni scuola nel rispetto dell’impianto programmatico nazionale. Si delinea in questo modo il profilo di una scuola, che non lascia spazio allo spontaneismo, alla casualità e all'approssimazione. Le insegnanti esplicitano scelte razionali, funzionali al raggiungimento di mirate finalità relazionali, cognitive e metacognitive, nella consapevolezza che le decisioni prese non hanno mai un carattere definitivo, ma sono contingenti e relazionate a determinati contesti e situazioni. La programmazione realizzata nell’I.C. di Gambolò è frutto di una commistione fra programmazione per sfondo integratore, per progetti e per obiettivi, da cui adotta alcuni elementi e caratteristiche coerente all’idea di scuola dell’infanzia delineata e condivisa dal corpo docente e alla realtà contingente e all’organizzazione . Questa forma di progettazione ci guida nell’elaborazione del progetto educativo scelto di anno in anno; permette di definire le finalità, le motivazioni generali e consente di delineare un percorso flessibile e dinamico, soggetto all’evoluzione suggerita dai bambini e dalle situazioni, che si presenteranno nel corso dell’anno scolastico. Dalla programmazione per sfondo integratore abbiamo preso la valorizzazione del contesto, visto come elemento che favorisce da un lato la motivazione e dall’altro il raccordo fra il momento affettivo e quello cognitivo. Il contesto diventa a tutti gli effetti determinante per lo sviluppo cognitivo; si costituisce come un contenitore affettivo, capace di garantire un costante collegamento tra motivazione infantile e attività educativa. Si giunge, così, a collegare fra loro elementi, che altrimenti sarebbero slegati e a valorizzare gli elementi del curricolo implicito, che non è più possibile sottovalutare. Sono stati scelti via via sfondi integratori del “ laboratorio “ o del “ reale”, per rispondere all’esigenza del bambino di esplorare e ricercare oppure sfondi integratori di “ fantasia “, per essere più vicini alla realtà psicologica dei bambini. Lo “sfondo”, infatti, viene frammentato in una serie di progetti, che rappresentano dei macro ambiti di lavoro, di riflessione e di crescita. Nei singoli progetti la specificazione delle finalità e degli obiettivi da proporre, delle esperienze da proporre, della metodologia da adottare e dei lineamenti di verifica sono semplicemente abbozzati, in modo da consentire alle singole sezioni di “cucirsi su misura” un percorso educativo-didattico e dell’impianto pedagogico condiviso. Viene, quindi, elaborata una mappa educativa composta da una serie di sottoprogetti, che evidenzia anche graficamente l’intreccio, la trasversalità e i collegamenti che hanno come punto di partenza e d’arrivo il contenuto scelto nello sfondo. Le grandi finalità, che ci si prefigge di raggiungere nei diversi progetti individuati nella mappa dei progetti riguardano i seguenti ambiti:

opportunità di apprendimento globale, utilizzando simultaneamente i canali ricettivi sensoriale, cognitivo ed emotivo;

proposta di attività motivanti, capaci di attivare i principali e fondamentali processi di percezione, attenzione e memoria;

utilizzazione di una metodologia idonea a rendere i bambini più protagonisti del loro processo di apprendimento;

lo sviluppo delle competenze: linguistiche, che permettono ai bambini di utilizzare la lingua di volta in volta con funzioni

personale, interpersonale, euristica, immaginativo-poetica, metalinguistica; cognitive in senso lato grazie alla trasversalità dei contenuti e delle esperienze; di drammatizzazione e animazione legate all’espressione corporea, all’invenzione fantastica,

al giocare ad identificarsi in “altro da sé”;

lo sviluppo dell’identità, infondendo nel bambino quella fiducia in sé e quella sicurezza di base fondamentali alla conquista dell’autostima;

lo sviluppo della creatività artistica, per la grande importanza che il progetto e la metodologia adottata permetteranno e della creatività intesa come capacità di adottare atteggiamenti di scoperta e accettazione del reale, di apertura e interesse per il nuovo, di disponibilità a trovare soluzioni ai problemi, rifiutando la passività e l’omologazione.

Dalla programmazione per obiettivi, declinata più in finalità che in obiettivi specifici veri e propri, abbiamo preso la logica lineare e i vantaggi, che derivano dal paradigma di semplicità e di semplificazione, stabilendo una sequenza di azioni, tale che tutto diventa chiaro e maggiormente controllabile. Ha preso vita, quindi, una progettazione, che prevede l’elaborazione di strategie, di scenari e che si modificano in relazione alle informazioni acquisite nel corso del percorso. La programmazione diventa a maglie elastiche e permette alle insegnanti di avere più tempo per la documentazione e per il confronto e valutazione del percorso realizzato. In itinere la progettazione diventa definizione didattica delle esperienze da proporre; l’osservazione ha

un ruolo importante, dal momento che evidenzia i bisogni e le motivazioni dei bambini, che generano spostamenti nella rete di percorsi. La documentazione, poi, riporta il percorso complessivo delle singole sezioni e gli adattamenti riferiti alle età e alle esperienze apportati in ogni sezione. 3 Per l’elaborazione di questa singola esperienza possiamo citare in modo esplicito solo il libro che è stato

scelto come protagonista del progetto educativo dell’anno scolastico 2009/2010, dal titolo “……. Nel corso degli anni il corpo docente ha attinto a diversi testi teorici, sia per giungere a definire l’inquadramento teorico, educativo-didattico dei progetti educativi, sia per scegliere contenuti e “compagni di viaggio” dei nostri bambini (quali Lavinia, Winnie the Pooh, il coniglietto Cric, Puchettino…) necessari allo sviluppo di tematiche finalizzate allo sviluppo delle competenze linguistiche indicate. Nella modalità di lavoro dei nostri progetti è privilegiato l’aspetto fantastico, grazie alla presentazione di racconti, che introducono i contenuti e collegano fra loro i singoli progetti, evitando così la frammentazione e la casualità delle proposte educative e didattiche e che presentano sentimenti ed emozioni vissute non solo dai protagonisti delle storie, ma dai bambini stessi, che così possono imparare a gestirle, contenerle e canalizzarle in maniera positiva. I bambini temono il buio, soffrono la gelosia per la nascita di un fratello, hanno paura ad affrontare realtà nuove… I bambini, però, non sono sempre in grado di esprimere i loro sentimenti, le loro emozioni, i loro dubbi rispetto a tali realtà e usano il pianto, il riso, i capricci o i dispetti per gestire quello che sentono. I racconti fantastici diventano per i bambini un valido strumento per rappresentare il loro mondo interiore e dargli una voce; per raccontare, ascoltare, chiedere, capire, immaginare e fantasticare; per facilitare la presa di distanza dagli eventi critici e il percorso di riflessione e di assunzione di comportamenti adeguati ad affrontarli e per trovare una soluzione. L’attenzione alla cura dell’espressione del sé, dallo sviluppo delle competenze legate alla narrazione e comunicazione è dimostrata anche dalle avvenute collaborazioni nel passato con “artisti di pittura e di parola”, quali Arcadio Lobato e Anna Casaburi, esperti di recitazione e teatralità, quali Stefania Grossi che hanno collaborato alla realizzazione di progetti educativi originali, dedicati alla filastrocca e al teatro. Anche i percorsi di formazione e aggiornamento sono spesso finalizzati alle tematiche in oggetto, l’ultimo dei quali proprio realizzatosi nei mesi di marzo/aprile 2010 presso la Biblioteca dei ragazzi “G. Cordone” di Vigevano (inititolato “Se i libri fossero… Leggere libri e raccontare storie insieme ai bambini” condotto dalla dott.ssa Tiziana Mannello). 4 Elisabetta Mauti, Cosa mi racconti oggi? Storie per aiutare i bambini a parlare di sé – Erickson – 2008

5 Sulla base delle considerazioni fin qui svolte si sceglie di adottare una metodologia che predilige

l’esperienza diretta dei bambini, rispettando le seguenti indicazioni metodologiche:

le esperienze devono essere vicine al mondo del bambino;

il bambino deve essere protagonista della propria esperienza educativa;

le proposte devono rispettare la successione degli stadi di “apprendimento” attraverso il corpo: la fase dell’esplorazione, in cui il bambino conosce i diversi elementi a sua disposizione; la fase della conoscenza, in cui il bambino raggiunge traguardi e competenze; la fase della rappresentazione, in cui il bambino riesce a rappresentarsi l’azione e ad

esprimerla attraverso i diversi codici;

il bambino deve giungere a riflettere sull’esperienza vissuta e ad agire creativamente sulla realtà presentata.

6 La valutazione sia a livello collegiale, sia a livello di sezione si realizza durante l’intero percorso.

Nel corso delle diverse esperienze vengono osservati (inizialmente, in itinere e nelle fasi finali) le competenze sviluppate; i risultati delle osservazioni vengono discussi negli incontri programmazione collegiali e/o di sezione in modo da consentire l’adeguamento della proposta didattica e gli eventuali aggiustamenti. Gli incontri di verifica, che periodicamente vengono realizzati e che permettono il confronto delle esperienze, consentono di pianificare interventi intenzionali e sistematici per provocare, favorire e sollecitare l’apprendimento determinando le eventuali correzioni di marcia e i necessari adeguamenti della proposta educativo-didattica. La valutazione, quindi, diventa uno strumento in grado di appurare quali sono le competenze e la situazione iniziale di ciascun bambino; successivamente permetterà di stabilire se gli obiettivi sono stati raggiunti, se sono necessari interventi individualizzati e come proseguire nel corso delle programmazioni

successive. In questo modo viene assicurata sia l’unitarietà della proposta della scuola sia la rispondenza alla varietà delle situazioni particolari. Al termine dell’intero percorso didattico, poi, viene elaborata e compilata una valutazione complessiva del progetto educativo, che consente contemporaneamente sia di riflettere su quanto realizzato nell’anno scolastico in corso, sia di confermare e/o correggere e/o implementare il progetto stesso ipotizzando linee

guida per la progettazione dell’anno scolastico seguente.

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