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AMICA AMIM: applicativi ed applicazioni di Bruno Rosati Già in passato, una quindicina di numeri addietro provammo a fare un amighevole punto della situazione: la grafica di Amiga e i relativi campi applicativi. Settori della vita sociale come quello medico-scientifico, scolastico ed industriale in genere che, in differenti misure, potevano aprire a prospettive più o meno interessanti l'uso professionale di Amiga. A quei tempi, tali settori erano decisamente più ricettivi nei confronti del nostro, non fosse altro perché, a tutti gli effetti, era l'unico computergrafico presente sul mercato di massa. Un discorso innovativo che, a partire proprio con questo articolo, CI proponiamo di tornare a verificare: Amiga è ancora un «graphic computer» oppure no? 240 Grafica, colori, hardware dedicato ed incredibilmente veloce, periferiche vi- deo qualitativamente ottime, ma soprat- tutto a buon mercato. Questo era (op- pure è?) Amiga. Una parola magica in rima con «Iow-cost». AI suo lancio ricor- do una campagna pubblicitaria, tanto singolare nel suo accoppiamento (una pseudo rivoluzione nel rigido mondo vi- deografico) quanto efficace nel rompere certe regole ed imporre il discorso della videografica applicata a tutti i livelli. Malgrado i limiti del software (l'unico «animatore» era il Framer del DVideo 1.2 o l'ottimo benché criptico Director) Amiga vinceva. Oggi, a più di due anni di distanza, con la Commodore ferma al palo della LoRes a 32 colori i 4096 della tecnica HAM tutto sono meno che ma- nipolabili! Già una semplice VGA è in grado di graficare a livelli superiori e di- sporre di applicativi di gran livello, come lo Inscriber o basi più estese quali l'A- nimator. Ultimamente anche la raffina- tissima Apple, prende e s'inventa un «qualsiasi» Macintosh LC dove LC, si dice che stia per «Low Colour», ma vi- sto il prezzo ... non sarà «Low Cost»? ne garantisce ottima velocità, colorosità di Figura l- Modeler. Con in giro un'infinità di mo- dellatori tridimensionali. la mia attenzione, posa- tasi due anni orsono sul disegnatore dell'Aegis, li é rimasta. Questione di abitudine? Probabil- mente, ma non princi- palmente, giacché nel Modeler, malgrado una certa lentezza operazio- naie, ci si lavora in ma- niera pratica. Le tre vi- ste (X, Y,Z) contempora- neamente visualizzate, la tranquillità di avere un Paint3D fatto (quasI) apposta per il Videosca- pe, pulldown e toolkit estremamente chiari, sono le virtù del buon Modeler. base e parco software a dir poco super- bo. In poche parole, dall'accerchiamen- to siamo già passati allo scavalcamento. Nasce, è vero, l'A3000 che pista da paz- zi, ma sempre pochi colori ha, l'ECS che non si capisce più cosa sia mai, l'annun- ciata Professional Video Adapter (16 mi- lioni di colori mai visti ... in tutti i sensi) che, evidentemente, è più meteora che mai ed infine la vittoria dell'A500 quale console per videogame: questa è la po- litica commerciale della Commodore l Un volume di affari sostenutissimo, ma fatto in nome del «dioJoystick» e dei moderni profeti degli «invaders» a 16 bit. Una politica a cui, chi come noi ama la grafica e le sue vaste applicazioni, se già non l'ha fatto, sta preparandosi a ri- spondere pensando che l'unica soluzio- ne sia quella di spiccare il volo e migra- re altrove. In quest'ottica, reale quanto amara, i vecchi sogni produttivi: «Amiga per il DTVideo, era il nostro slogan», li ripo- niamo nella consolazione del disporre comunque di una base che per il nostro computer è rappresentata dalle buone possibilità grafiche, la disponibilità di genlock sempre più numerosi e per tut- te le tasche e di un discreto parco soft- ware che ancora ci garantisce un certo raggio di azione, ristrettosi molto rispet- to al passato, ma per fortuna qualitati- vamente più elevato. Mentre alcuni gruppi di coraggiosi scortano l'A3000 nel mondo del DTP che Commodore non ha mai nobilitato, graficamente e praticamente, il nostro è configurabile principalmente in due am- bienti di lavoro: la titolazione in postpro- duzione video e le animazioni. Non è poco. Alcune ditte, anche di chiara fama co- me ad esempio la Telav, hanno preso l'Amiga (2000 e 3000) ed inschedandolo con il superbo genlock della Magni, han- no provato a trasformare il tutto in una convenientissima titolatrice elettronica. Il ProVideo Plus e Post, quale software da installare su hard disk è, al riguardo, l'ultima scommessa. E sembra proprio che la cosa funzioni. Chi non può o non vuole arrivare alla mitica Chyron ACG o MCmicrocomputer n. 104 - febbraio 1991

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Page 1: AMIM: applicativi ed applicazioni · DTVideo, era il nostro slogan», li ripo-niamo nella consolazione del disporre comunque di una base che per il nostro computer è rappresentata

AMICA

AMIM: applicativi ed applicazionidi Bruno Rosati

Già in passato, una quindicinadi numeri addietro provammo afare un amighevole punto dellasituazione: la grafica di Amigae i relativi campi applicativi.Settori della vita sociale comequello medico-scientifico,scolastico ed industriale ingenere che, in differentimisure, potevano aprire aprospettive più o menointeressanti l'usoprofessionale di Amiga.A quei tempi, tali settori eranodecisamente più ricettivi neiconfronti del nostro, non fossealtro perché, a tutti gli effetti,era l'unico computergraficopresente sul mercato dimassa. Un discorsoinnovativo che, a partireproprio con questo articolo, CIproponiamo di tornare averificare: Amiga è ancora un«graphic computer» oppureno?

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Grafica, colori, hardware dedicato edincredibilmente veloce, periferiche vi-deo qualitativamente ottime, ma soprat-tutto a buon mercato. Questo era (op-pure è?) Amiga. Una parola magica inrima con «Iow-cost». AI suo lancio ricor-do una campagna pubblicitaria, tantosingolare nel suo accoppiamento (unapseudo rivoluzione nel rigido mondo vi-deografico) quanto efficace nel romperecerte regole ed imporre il discorso dellavideografica applicata a tutti i livelli.

Malgrado i limiti del software (l'unico«animatore» era il Framer del DVideo1.2 o l'ottimo benché criptico Director)Amiga vinceva. Oggi, a più di due annidi distanza, con la Commodore ferma alpalo della LoRes a 32 colori i 4096 dellatecnica HAM tutto sono meno che ma-nipolabili! Già una semplice VGA è ingrado di graficare a livelli superiori e di-sporre di applicativi di gran livello, comelo Inscriber o basi più estese quali l'A-nimator. Ultimamente anche la raffina-tissima Apple, prende e s'inventa un«qualsiasi» Macintosh LC dove LC, sidice che stia per «Low Colour», ma vi-sto il prezzo ... non sarà «Low Cost»? negarantisce ottima velocità, colorosità di

Figura l -Modeler. Conin giro un'infinità di mo-dellatori tridimensionali.la mia attenzione, posa-tasi due anni orsono suldisegnatore dell'Aegis,li é rimasta. Questionedi abitudine? Probabil-mente, ma non princi-palmente, giacché nelModeler, malgrado unacerta lentezza operazio-naie, ci si lavora in ma-niera pratica. Le tre vi-ste (X, Y,Z) contempora-neamente visualizzate,la tranquillità di avereun Paint3D fatto (quasI)apposta per il Videosca-pe, pulldown e toolkitestremamente chiari,sono le virtù del buonModeler.

base e parco software a dir poco super-bo. In poche parole, dall'accerchiamen-to siamo già passati allo scavalcamento.Nasce, è vero, l'A3000 che pista da paz-zi, ma sempre pochi colori ha, l'ECS chenon si capisce più cosa sia mai, l'annun-ciata Professional Video Adapter (16 mi-lioni di colori mai visti ... in tutti i sensi)che, evidentemente, è più meteora chemai ed infine la vittoria dell'A500 qualeconsole per videogame: questa è la po-litica commerciale della Commodorel

Un volume di affari sostenutissimo, mafatto in nome del «dioJoystick» e deimoderni profeti degli «invaders» a 16bit. Una politica a cui, chi come noi amala grafica e le sue vaste applicazioni, segià non l'ha fatto, sta preparandosi a ri-spondere pensando che l'unica soluzio-ne sia quella di spiccare il volo e migra-re altrove.

In quest'ottica, reale quanto amara, ivecchi sogni produttivi: «Amiga per ilDTVideo, era il nostro slogan», li ripo-niamo nella consolazione del disporrecomunque di una base che per il nostrocomputer è rappresentata dalle buonepossibilità grafiche, la disponibilità digenlock sempre più numerosi e per tut-te le tasche e di un discreto parco soft-ware che ancora ci garantisce un certoraggio di azione, ristrettosi molto rispet-to al passato, ma per fortuna qualitati-vamente più elevato.

Mentre alcuni gruppi di coraggiosiscortano l'A3000 nel mondo del DTPche Commodore non ha mai nobilitato,graficamente e praticamente, il nostro èconfigurabile principalmente in due am-bienti di lavoro: la titolazione in postpro-duzione video e le animazioni. Non èpoco.

Alcune ditte, anche di chiara fama co-me ad esempio la Telav, hanno presol'Amiga (2000 e 3000) ed inschedandolocon il superbo genlock della Magni, han-no provato a trasformare il tutto in unaconvenientissima titolatrice elettronica.Il ProVideo Plus e Post, quale softwareda installare su hard disk è, al riguardo,l'ultima scommessa. E sembra proprioche la cosa funzioni. Chi non può o nonvuole arrivare alla mitica Chyron ACG o

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le altrettanto leggendarie unità della Pe-sa, dirotta le proprie attenzioni sull'Ami-ga ritargato. Bravi!

Amiga quale titler elastica è davverouna bella cosa. Ancora più bella se, co-me andremo a verificare a partire daqi.Jesto articolo, ciò sia in qualche modointegrabile' dalla nostra proposta: l'ANI-Mante LoRes a 32 colori.

Amiga pér titolare e per fare cartoon;con le simulazioni grafiche di fenome-nologie complesse, come quelle chepossono richiedere i campi della fisica,la chimica, la medicina e la didattica ingenere.

Dal professionista all'insegnante, sucommissione o per conto proprio, unAmiga anche dai pochi colori, può an-cora tenere il campo in fatto di velocità,semplicità ed economicità produttiva.

Già pensando ad una serie di articoli(futuri, ma non tanto) che lo mostrino allavoro in campo professionale, mentretitola o simula ANIMando, saliamo perl'ennesima volta sul nostro ed amplifi-chiamone la voce «applicativi ed appli-cazioni» da cui il titolo.

Gli applicativiTutto, IFF già di partenza o ANIM-

compatibile che infine possa divenire, ri-peto: tutto, può tornare utile. Fermo re-stando il limite dei 32 colori, la nostrabase di lavoro, come al solito, resta co-munque e sempre il DPaint. Un po' per-ché è bello davvero, un po' perché è l'u-nico ...

Il resto dipende dalle nostre esigen-ze.

Il digitalizzatore o il framegrabber, loscanner o la tavoletta grafica, il genlocko un encoder quali periferiche per 1'1-N/OUT, sono le cose hardware fra cuipescare, per acquisire e finalizzare il la-voro. Un lavoro che, dal punto di vistadel software, potrà poi svolgersi in piùmodi e modalità.

Ad esempio DPaint e DVideo (ovvia-mente nel release 111)già vanno più chebene per la maggior parte degli userche, mouse o altri aggeggi da input trale mani, disegnano colorano e produco-no.

Ancor prima di considerare il discorsolegato all'acquisizione delle immagini,un lavoro di sola e semplice creazionegrafica, trova nel DPaint una base che(aldilà di ogni battuta) risulta estrema-mente elastica e sufficientemente com-pleta. A parte l'ANIM menu, eccoci dun-que a disporre di funzioni di buona ap-plicabilità (come gli effetti per il ben-ding, smear, rotate e perspective, stre-tch, resize, rotate, etc.) che, mouse alla

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Figura 2 - Videoscape3D. Per il glorioso «con-troller" vale lo stessodiscorso fatto per il Mo-deler. Abitudine, facilità,«wysiwyg tridimensio-

.naie" e, in più: discretavelocità operativa. Perquelli che saranno i no-stri fini produttivi a livel-lo di 3D si tratterà di ri-crearci object "a deco-razione",queste sonocaratteristiche perfinoin eccesso.Eseguendo animazioniin ANIMfile, oppure sal-vando con l'opzione"Save IFF" frame byframe, imovimenti tridi-mensionali del VS30,diventano il piatto pre-ferito del OPaintlll.

mano, offrono larghi margini di movi-mento al disegnatore ed al suo sensocreativo.

Ovvio che vivere (stavo per dire «ve-getare» ...) sulle qualità del solo DPaint,a certi livelli può essere terribilmente re-strittivo. Malgrado si lavori in ambiente2D e che il Ray-tracing non sia possibi-le, il DPIII può essere facilmente inte-grato da applicativi per così dire «satel-lite»; server che gli garantiscano la for-nitura di screen in 3D e/o trattati in ren-dering. Insomma, IFF d'importazione sevogliamo utilizzabili e rimanipolabili all'u-so. Un piccolo object che si presente-rebbe più adeguatamente, se visto nelle3 dimensioni.

Pensiamo ad un classico cubo dallesei facce diversamente illuminate come

AMIGA

Figura 3- Il classico mo-dellino della Lotus, ri-modernato dal Modelere passato nel controlpanel del Videoscape, èora presente come IFF-brush nel OPaintill.Creando un angolo dipaesaggio, una stradache sfonda verso l'an-golo destro in bassonello schermo, è possi-bile far sfrecciare l'ob-ject30 in un ANIM delOPaint

prima esemplificazione che ci viene inmente.

L'oggetto potrebbe essere dapprimacreato nel nostro paint tridimensionale(il vecchio ROT del primo VideoScape,oppure il più raffinato Modeler o ancorameglio il Caligari Consumer) oppuretrattato in rendering, buono è il già co-nosciuto Opticks. Una volta ottimizzata-ne la forma tridimensionale, le tante fi-gure che ne caratterizzano l'informazio-ne tridimensionale, salvate in IFF, pos-sono venir caricate nel DPaint senza al-cun problema, rimanipolate ad una aduna e quindi rese ANIMbrush.

Altre specialità integrabili potrebberoessere i vari generatori di tipo Landsca-pe; uno su tutti lo stupendo Vista chepersonalmente mi è tornato utile per

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una rappresentazione geografica. Sfrut-tando le opzioni di «Save IFF...» presen-ti nei vari «satelliti» o laddove taleopzione non esiste, salvando con il nuo-vo Grabbit, le possibilità d'importare nelDPaint cose che il DPaint non sa fare, èun'opportunità assolutamente irrinun-ciabile. Il Videoscape 3D, il Modeller, ilCaligari, l'Opticks, il Vista ed altri nomiancora, come il DigiWorks (buono perrendere tridimensionale tutto ciò che èIFF a 20) e le integrabilissime ANIM-Fonts della Kara: tutto può essere rige-stito e al meglio dal DPaint.

Credere che un pur ottimo applicativocome il gioiello della Electronic Arts,possa bastare è credere il falso. E persvariati motivi. Porta a circoscrivere l'u-so grafico della macchina, limita le no-stre capacità creative e mortifica quellache è la più grande fortuna dataci daAmiga: l'interscambio dei file, appuntol'IFF.

Una volta compreso ciò, il resto vieneda sé; il DPaint diventa il fulcro di unsistema software estremamente artico-lato. Sempre legando il tutto al concettodi ANIM infine i vari applicativi sopra ci-tati, coi pulldown del DPaint che creanoe la funzione MakeANIM del DVideoche ricrea ... il nostro sarà in grado di pi-lotare e con estrema facilità esecutiva,ogni tipo di realizzazione grafico-anima-ta.

Ma il discorso non si esaurisce certoqui, giacché ancor prima di fare ANIM eMakeANIM, potremmo aver bisognonon solo di object tridimensionali, maanche di riproduzioni grafiche la cui pre-rogativa non sarà quella dell'estetica,bensì la perfetta corrispondenza conl'oggetto reale (un organo umano, lastruttura di una macchina complessa)che devono rappresentare. Da questopunto di vista e più di quanto si possaritenere, alla ricreazione grafica, dovre-mo affiancare il discorso legato all'ac-quisizione delle immagini. I motivi sonodiversi. Il più importante è quello detta-to da una condizione dalla quale mai sipotrà prescindere: la perfetta corrispon-denza fra la realtà e la simulazione gra-fica. Dove non si arriva né col mouse nécon una tavoletta grafica, si arriverà conla digitalizzazione effettiva. Il procedi-mento tra l'altro è estremamente sem-plice e, rispetto ai tempi che necessi-tano ad un'operazione squisitamentegrafica, particolarmente rapido. Un Digi-View o uno scanner fa lo stesso, anchese è quest'ultimo ad attirare le nostresimpatie. Pur non volendo influenzare levostre scelte chi ha il suo bravo Digi-View lavori pure con questo; è chiaroperò che dovendo «cartoonizzare», conil conseguente appiattimento dei colori,

Figura 5 - e dopol'importazione ecco lamanipolazione. Se il filepresenta particolari inte-ressanti di animazione,ecco che l'IFFANIM re-so tale dal OPain!. puòesser sezionato a no-stro piacere. Le funzionidel selettore o quelledel pickup dall'ANIM-brush menu, ci permet-tono un grado d'inter-vento elevatissimo.

Figura 4 - ANIMfile daun demo del VS3D. Pro-prio per dimostrarvi l'ef-fettiva interscambiab,-litii dei file IFFANIM. ec-co il volo del biplano bVVideoscape trasmessodallo screen di lavorodeIOPIII.

Figura 6 - Settore Medi-co. Il frame immortalatosi riferisce alla primaparte di una videopre-sentazione dedicata aduna serie di indagini sta-tistiche sul diabete; lesue specificità chimico-metaboliche (rappre-sentate dall'ANIM a cuitale frame si riferisce)una serie di immaginiteleriprese e quindi unanuova ANIMazione gra-fica.

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AMIG,·

FASCIA MONOCROMATXCAPER ESPOSIZIONE <lUID'!\TA IFIQUR.l\, 8

Le applicazioniFin qui gli applicativi. E le applicazio-

ni? Quelle a cui accennavo all'inizio Isettori della fisica e della chimica, lamedicina e la chirurgia, l'industriale e ildidattico in genere, rappresentano il no-stro ideale bacino di utenza.

Tutto quello che è congressi, semina-ri, corsi di specializzazione e scuole, ri-sulta il terreno più fertile su cui impian-tare le nostre idee videografiche.

E a partire da questo scorcio finale diarticolo e per le prossime ANIMconfe-rence, sarà nostro l'intento di dimostra-re quali siano i sentieri più praticabili perarrivarci. Con Amiga, il software appenaselezionato più l'altro che di volta in vol-ta ci servirà e tutto il mondo di perife-riche da IN (scanner e digitizer) e daOUT (videoregistratori e componentispeciali compresi).

Le varie figure che corredano l'artico-lo e che sembrano apparentementescollegate dal discorso fin qui fatto,scollegate non lo sono affatto. Si riferi-scono ad alcune esemplificazioni che,appena accennate nelle rispettive dida-scalie, saranno riprese ad ogni incontroper amplificarne i contenuti, le proble-matiche e le potenzialità applicative.

Amiga, «software-satellite» ed ANIM-script finali.

E al riguardo già possiamo fare unaprima osservazione: i limiti dei 32 colori,se quello che si vuole rappresentare re-sta nell'ambito di una simulazione «gra-fico-cartoonizzata», non sono quella sor-ta di «palla al piede» che si potrebbecredere. Amiga: Titler & Cartooner. È aquesto che tenteremo di arrivare.

E aldilà dei «pochi colori» volete pro-prio sapere quale sarà la scoperta peg-giore che potremmo fare?

Quella che il problema è un altro: larisoluzione. Laddove i canonici 320 x256 sono davvero un limite minimo.

I pixel, soprattutto quando s'introdu-cono delle scritte, seghettano da farpaura. OK, proveremo a superare anchequesto altro scoglio; scegliendo o fab-bricando font alternativi disegnati adhoc. Oppure verificando cosa può darci(ed eventualmente toglierci ...) l'uso diuna VideoRes interlacciata a 320 x512 ... e poi perché no: cercando di in-ventare qualche altro trucco.

sfruttino più di 20 colori Gli altri dodicI(da 1 a 12 oppu re da 21 a 32) lasciati anero, saranno disponibili per assumere ivalori cromatici che vorremo dare asfondo e caratteri pattern a «granito» oa sfumatura per i vari background, om-breggiature per le titolazioni.

Figura 8 - Settore Bio-chimico. Bastoncini epalloncini multicolori (miscusino gli addetti ai la-vori ...) per dimostrare ingrafica l'intero, com-plesso meccanismoche regola il SistemaComplemento.

riempimento. Disponendo Amiga di unaLoRes standard a 32 colori (più o menointegrabili dai mezzitoni della tecnica inHalfBrite, se quello che ci serve è unagradazione cromatica) la palette da de-dicare all'oggetto sarà il caso di conte-nerla entro i 1820 colori.

Il resto, poco meno della metà, saràad uso esclusivo dello sfondo grafico edelle scritte che per ogni presentazioneaccompagneranno i vari object inscreen.

Messe così le cose, ciò a cui dovrem-mo tendere è la realizzazione di un ar-chivio il più possibile ricco di oggetti,estremamente curati e dai colori ben di-stribuiti.

Per motivi di ordine pratico infine,sarà buona cosa che tutti gli object gra-ficizzati condividano più o meno la stes-sa palette e, come detto poc'anzi, non

la praticità di un handy-scanner si lasciadi gran lunga preferire.

In un discorso che si basa sulla pre-cisione della riproduzione, sembrerà as-surdo, ma pure una digitalizzazione conpochi toni di grigio è più che sufficienteper rendere con la giusta qualità le suecorrispondenze grafiche.

Mano ferma sulla pagina prescelta econ calma, ecco prodursi l'acquisizione.Una volta sullo schermo di Amiga l'im-magine riprodotta subirà infine l'opera-zione di lifting. Cominciando dapprimacon un attento lavoro di pulizia, per poicontinuare, una volta tolti i pixel spuri,su quello che rimarrà: la semplice pe-rimetrazione dell'oggetto. Linee nereche, raccordandosi fra di loro, con l'im-magine originale sempre a portata disguardo, ci permetteranno di stenderecon precisione i vari colori necessari al

Figura 7 - Settore Medi-co. 1/ frame finale trattodal videoprodotto: "Fe-nomenologie e manife-stazioni del DiabeteMel/ito nell'infanzia". 1/videoscript di questaseconda "tranche" diANIMazione dura oltredue minuti. Tale sincro-nizzazione è stata effet-tuata nel DVideo e daquesto, tramite MakeA-NIM se ne è stabilita laf1uidità migliore riprodu-cendo in ANIM.

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