a pag. 3 a pag. 4 a pag. 5 a pag. 8-9 a p g. 11 centrostorico · e paesaggistica degli scavi di...

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ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICOBIMESTRALE GRATUITO - ANNO 4 N. 19 - AGOSTO 2006 LUGLIO M ichele Busiri Vici na- sce a Roma il 4 mag- gio 1894. Sposato con Lodovica Schan- zer, figlia di Carlo Schanzer Mi- nistro delle Poste, delle Finan- ze e degli Esteri con i Governi Giolitti e Facta, ha avuto sei fi- gli. Nella sua famiglia la professio- ne di architetto si tramanda senza interruzione dal 1600 con il ramo francese dei Beau- sire (poi italianizzati in Busiri), architetti di Luigi XIV e Luigi XV e con il ramo italiano degli ar- chitetti Vici operanti soprattut- to nelle Marche con numerosis- sime opere pubbliche e religio- se: una vera dinastia di architetti che certamente in Europa e forse nel mondo, per la sua storia e per la sua continuità, costituisce un autentico primato. Laureatosi nel 1921 Michele Busiri Vici ha iniziato la sua attività professionale insieme ai due fratelli archi- tetti, Clemente e Andrea. Dopo un periodo di attività comune, Michele, come del resto gli altri due fratelli, ha intrapreso un suo percorso autonomo dando corpo ad una prestigiosa attività, dall’architettura di edifici pubblici e privati agli alberghi, dagli arredamenti residenziali e navali ai restauri, dai piani ed alle sistemazioni urbanistiche alla progettazione paesaggistica di parchi e giardini, il suo codice stilistico era quello di interpretare il “ge- nius loci”, individuando in ciascuna occasione d’in- tervento, le caratteristiche locali, storiche, climatiche e territoriali. Non si ripeteva mai, corrispondendo, nelle varie cir- costanze, alle esigenze ed alle richieste della com- mittenza, cui trasmetteva la sensazione e la soddisfa- zione di essere, di volta in volta, depositaria di un’o- pera unica e originale. Nel settore delle Opere Pubbliche tra le sue più im- portanti realizzazioni le Scuole Italiane di Ginevra del 1937, il progetto generale dei parchi del quartiere Eur nel 1937-38 e il padiglione italiano all’Esposizio- ne Internazionale di New York del 1939-40. Il successo ottenuto in tale occasione gli valse la pre- stigiosa assegnazione della cittadinanza onoraria di New York da parte del Sindaco dell’epoca, Fiorello La Guardia. Nel 1965, insieme al sottoscrit- to, ha firmato e realizzato gli ambienti più belli del transat- lantico di 50.000 tonnellate “Raffaello” ed in particolare le sale da pranzo di 1a e 2a clas- se, gli atri d’ingresso, le scale di rappresentanza ecc. Nel 1938-39 a Bolzano proget- ta, su piazza della Vittoria, due importanti palazzi per l’INA, Istituto Nazionale delle Assicu- razioni. Tra le sistemazioni ur- banistiche più prestigiose si se- gnalano la sistemazione della Via Appia Antica nel tratto mo- numentale da Porta S. Sebastia- no alle Frattocchie e ancora la sistemazione arborea e paesaggistica degli scavi di Ostia Antica. Nel 1961 ha inizio il vasto progetto di sistemazione, valorizzazione paesistica e turistica del Comprensorio di circa 5.000 ettari della Costa Smeralda. In quest’ambito, insieme al sottoscritto, oltre a far parte del Comitato di Architettura presieduto dall’Aga Khan, progetta, dirige, realizza alberghi, ville, condo- minii con uno studio particolare atto a individuare ca- ratteristiche edilizie e paesaggistiche locali per rein- terpretarle e riutilizzarle con interventi mirati e ri- spettosi dello straordinario contesto ambientale. Nel 1968-69, periodo di feconda, affettuosa collabo- razione con mio padre, si presenta l’avventura carai- bica. L’incarico prevede la sistemazione urbanistica di un’isola di 500 ettari con la progettazione del porto, dell’aeroporto, di villaggi, di alberghi, ville ed inte- grazione del verde autoctono, già presente in modo prorompente ed esotico. Dal 1972 al 1974 mio padre realizzò, con il mio con- tributo, una splendida villa nel più rinomato quartiere residenziale di Atene. Uno dei settori importanti d’intervento nell’architettu- ra di Michele Busiri Vici è quello dell’architettura sa- cra. Oltre alla collaborazione prestata al fratello mag- giore Clemente nella progettazione delle Parrocchie romane di S. Roberto Bellarmino, San Saturnino e O c c o r r e g u a r d a r e l a d i n a m i c a d e l l a v i t a i n c o - m u n e c o n o c c h i o c r i t i c o e a t t e n t o , p r e n d e n - d o i n c o n s i d e r a z i o n e t u t t e l e v a r i a b i l i e g l i e f f e t t i , a v o l t e n o n i n t e n z i o n a l i , c h e i c o m p o r t a m e n - t i d e g l i i n d i v i d u i e l e s c e l t e d e l l e i s t i t u z i o n i d e t e r m i - n a n o p o i c h é s a p p i a m o c h e e s i s t e u n p u n t o c r i t i c o , s u p e r a t o i l q u a l e , o g n i e l e m e n t o d e l l a v i t a s o c i a l e c h e e r a s i n o a l l o r a m e z z o d i p r o g r e s s o e d i p e r f e - z i o n a m e n t o u m a n o d i v e n t a s t r u m e n t o d i d e c a d e n z a e d i n a r r e s t a b i l e d e g r a d o . ( L U I G I E N A U D I ) La funzione insostituibile della politica, quella che crea effettivo “valore” per la comunità, consiste nel rendere congruenti gli interessi particolari con l’in- teresse generale per assicurare maggior benessere al maggior numero di persone, senza discriminare sìngoli individui o minoranze. Compete al decisore politico creare le condizioni af- finché le esigenze e le aspirazioni dei singoli cittadi- ni possano trovare valida e giusta soddisfazione, realizzando il contesto nel quale il conseguimento dell’interesse generale non strozza gli interessi par- ticolari, ma al contrario, ne costituisce il necessario presupposto per la loro ottimale e durevole afferma- zione. Fuori da tale contesto, si scatena la corsa dei “fur- bi” ad accaparrarsi ogni sorta di vantaggio persona- le che la situazione consente loro di ottenere grazie all’inerzia o alla complicità dei decisori politici i qua- li, come spesso accade, evitano di stabilire regole certe (non gradite dal loro elettorato), interpretano benevolmente le regole che ci sono o non interven- gono per farle rispettare (se conviene al loro elet- torato) oppure stabiliscono regole che favoriscono direttamente i loro sostenitori. E’ un modo di fare politica che, superato un certo li- mite, produce effetti devastanti sulla coesione della comunità, per le ingiustizie che crea, e danni spes- so irreversibili all’ambiente e alla qualità di vita dei cittadini. Ciò a causa di uno sviluppo incontrollabile e senza regole, non rapportato alla concreta dispo- nibilità di infrastrutture e servizi e alla capacità del territorio di metabolizzarne l’impatto anche sul pia- Il suo amore per il Circeo si trasforma in attrazione fatale Michele Busiri Vici Tutti i week-end li trascorreva a San Felice Circeo. Lo ricorda il figlio Giancarlo A r c h e o l o g i a f a n t a s t i c a “Opuscula Fossanovensia” di Stefano Pagliaroli a p a g . 4 T e r r i t o r i o Il Circeo che vorrei di Franco Domenichelli a p a g . 3 VUOTI DI MEMORIA Il personaggio continua a pag. 6 C ENTR O S T ORICO SAN FELICE CIRCEO M u s i c a Davide Cicconi. Solo 13 anni di Al. Cr. a p a g . 1 1 T e a t r o Grande successo della Compagnia “I Timidi” di Al. Cr. a p a g . 5 L a s c u o l a Due testimoni dell’Olocausto di Giulia Federici e Luca Lucenti a p a g . 8 - 9 La rinascita del Circeo (cambiare direzione, cambiare amministrazione) Instauratio facienda ab imis fundamentis Il rinnovamento si deve fare dalle più profonde fondamenta Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 333 1904459, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796 del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti . Redazione Carlo Gallone, Stefano Pagliaroli, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, Roma continua a pag. 2 Michele Busiri Vici E d i t o r i a l e di ALESSANDRO CRESTI

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ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICO” BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 4 N. 19 - AGOSTO 2006LUGLIO

Michele Busiri Vici na-sce a Roma il 4 mag-gio 1894.

Sposato con Lodovica Schan-zer, figlia di Carlo Schanzer Mi-nistro delle Poste, delle Finan-ze e degli Esteri con i GoverniGiolitti e Facta, ha avuto sei fi-gli.Nella sua famiglia la professio-ne di architetto si tramandasenza interruzione dal 1600con il ramo francese dei Beau-sire (poi italianizzati in Busiri),architetti di Luigi XIV e Luigi XVe con il ramo italiano degli ar-chitetti Vici operanti soprattut-to nelle Marche con numerosis-sime opere pubbliche e religio-se: una vera dinastia di architetti che certamente inEuropa e forse nel mondo, per la sua storia e per lasua continuità, costituisce un autentico primato.Laureatosi nel 1921 Michele Busiri Vici ha iniziato lasua attività professionale insieme ai due fratelli archi-tetti, Clemente e Andrea.Dopo un periodo di attività comune, Michele, comedel resto gli altri due fratelli, ha intrapreso un suopercorso autonomo dando corpo ad una prestigiosaattività, dall’architettura di edifici pubblici e privatiagli alberghi, dagli arredamenti residenziali e navaliai restauri, dai piani ed alle sistemazioni urbanistichealla progettazione paesaggistica di parchi e giardini,il suo codice stilistico era quello di interpretare il “ge-nius loci”, individuando in ciascuna occasione d’in-tervento, le caratteristiche locali, storiche, climatichee territoriali.Non si ripeteva mai, corrispondendo, nelle varie cir-costanze, alle esigenze ed alle richieste della com-mittenza, cui trasmetteva la sensazione e la soddisfa-zione di essere, di volta in volta, depositaria di un’o-pera unica e originale.Nel settore delle Opere Pubbliche tra le sue più im-portanti realizzazioni le Scuole Italiane di Ginevra del1937, il progetto generale dei parchi del quartiereEur nel 1937-38 e il padiglione italiano all’Esposizio-ne Internazionale di New York del 1939-40.Il successo ottenuto in tale occasione gli valse la pre-stigiosa assegnazione della cittadinanza onoraria di

New York da parte del Sindacodell’epoca, Fiorello La Guardia.Nel 1965, insieme al sottoscrit-to, ha firmato e realizzato gliambienti più belli del transat-lantico di 50.000 tonnellate“Raffaello” ed in particolare lesale da pranzo di 1a e 2a clas-se, gli atri d’ingresso, le scaledi rappresentanza ecc.Nel 1938-39 a Bolzano proget-ta, su piazza della Vittoria, dueimportanti palazzi per l’INA,Istituto Nazionale delle Assicu-razioni. Tra le sistemazioni ur-banistiche più prestigiose si se-gnalano la sistemazione dellaVia Appia Antica nel tratto mo-numentale da Porta S. Sebastia-

no alle Frattocchie e ancora la sistemazione arboreae paesaggistica degli scavi di Ostia Antica.Nel 1961 ha inizio il vasto progetto di sistemazione,valorizzazione paesistica e turistica del Comprensoriodi circa 5.000 ettari della Costa Smeralda.In quest’ambito, insieme al sottoscritto, oltre a farparte del Comitato di Architettura presieduto dall’AgaKhan, progetta, dirige, realizza alberghi, ville, condo-minii con uno studio particolare atto a individuare ca-ratteristiche edilizie e paesaggistiche locali per rein-terpretarle e riutilizzarle con interventi mirati e ri-spettosi dello straordinario contesto ambientale.Nel 1968-69, periodo di feconda, affettuosa collabo-razione con mio padre, si presenta l’avventura carai-bica. L’incarico prevede la sistemazione urbanistica diun’isola di 500 ettari con la progettazione del porto,dell’aeroporto, di villaggi, di alberghi, ville ed inte-grazione del verde autoctono, già presente in modoprorompente ed esotico.Dal 1972 al 1974 mio padre realizzò, con il mio con-tributo, una splendida villa nel più rinomato quartiereresidenziale di Atene. Uno dei settori importanti d’intervento nell’architettu-ra di Michele Busiri Vici è quello dell’architettura sa-cra. Oltre alla collaborazione prestata al fratello mag-giore Clemente nella progettazione delle Parrocchieromane di S. Roberto Bellarmino, San Saturnino e

Occorre guardare la dinamica della vita in co-mune con occhio critico e attento, prenden-do in considerazione tutte le variabili e gli

effetti, a volte non intenzionali, che i comportamen-ti degli individui e le scelte delle istituzioni determi-nano poiché sappiamo che esiste un punto critico,superato il quale, ogni elemento della vita socialeche era sino allora mezzo di progresso e di perfe-zionamento umano diventa strumento di decadenzae d’inarrestabile degrado.

(LUIGI ENAUDI)La funzione insostituibile della politica, quella checrea effettivo “valore” per la comunità, consiste nelrendere congruenti gli interessi particolari con l’in-teresse generale per assicurare maggior benessereal maggior numero di persone, senza discriminaresìngoli individui o minoranze.Compete al decisore politico creare le condizioni af-finché le esigenze e le aspirazioni dei singoli cittadi-ni possano trovare valida e giusta soddisfazione,realizzando il contesto nel quale il conseguimentodell’interesse generale non strozza gli interessi par-ticolari, ma al contrario, ne costituisce il necessariopresupposto per la loro ottimale e durevole afferma-zione.Fuori da tale contesto, si scatena la corsa dei “fur-bi” ad accaparrarsi ogni sorta di vantaggio persona-le che la situazione consente loro di ottenere grazieall’inerzia o alla complicità dei decisori politici i qua-li, come spesso accade, evitano di stabilire regolecerte (non gradite dal loro elettorato), interpretanobenevolmente le regole che ci sono o non interven-gono per farle rispettare (se conviene al loro elet-torato) oppure stabiliscono regole che favorisconodirettamente i loro sostenitori.E’ un modo di fare politica che, superato un certo li-mite, produce effetti devastanti sulla coesione dellacomunità, per le ingiustizie che crea, e danni spes-so irreversibili all’ambiente e alla qualità di vita deicittadini. Ciò a causa di uno sviluppo incontrollabilee senza regole, non rapportato alla concreta dispo-nibilità di infrastrutture e servizi e alla capacità delterritorio di metabolizzarne l’impatto anche sul pia-

Il suo amore per il Circeo si trasforma in attrazione fatale

Michele Busiri ViciTutti i week-end li trascorreva a San Felice Circeo.Lo ricorda il figlio Giancarlo

Archeologia fantastica“Opuscula Fossanovensia”di Stefano Pagliaroli

a pag. 4

TerritorioIl Circeo che vorreidi Franco Domenichelli

a pag. 3

VUOTI DI MEMORIA Il personaggio

continua a pag. 6

CENTRO STORICOSAN FELICE CIRCEO

MusicaDavide Cicconi. Solo 13 annidi Al. Cr.

a pag. 11

TeatroGrande successo dellaCompagnia “I Timidi”di Al. Cr.

a pag. 5

La scuolaDue testimoni dell’Olocaustodi Giulia Federici e Luca Lucenti

a pag. 8-9

La rinascita del Circeo(cambiare direzione,

cambiare amministrazione)

Instauratio facienda ab imis fundamentisIl rinnovamento si deve fare dallepiù profonde fondamenta

Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 333 1904459, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti . Redazione Carlo Gallone, Stefano Pagliaroli, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, Roma

continua a pag. 2

Michele Busiri Vici

Edito

riale

di ALESSANDRO CRESTI

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 2

VUOTI DI MEMORIA Il personaggio

Sant’Ippolito (1929) ha progettato, con la mia colla-borazione, una particolarissima aula ecclesiale aTempio Pausania in Sardegna.A Torre in Pietra, nell’intervento di progettazione ru-rale dell’omonima Bonifica, progetta la Chiesa conasilo e convento”Luigi Albertini”. Nell’immediatacontiguità progetta negli anni ’40 e ’50 numerosi ca-sali agricoli per le varie lavorazioni aziendali (latte,orticoltura, bestiame ecc.). Restaura per le famiglieCarandini e Albertini lo splendido castello cinquecen-tesco di Torre in Pietra.A Porto Cervo, nel 1968, progetta e dirige i lavori del-la Chiesa “Stella Maris”, la prima Chiesa del Com-prensorio della Costa Smeralda. Dotato di una profonda fede religiosa, Michele BusiriVici riesce a infonderla in questa sua opera sempliceed essenziale, oggetto di ammirazione unanime traturisti italiani e stranieri.Facendo una breve retromarcia temporale è importan-te segnalare alla fine degli anni ’20, in feconda colla-borazione con il fratello Clemente, la progettazione ela direzione dei lavori della Villa Museo e Teatro a To-rino per l’industriale tessile e grande mecenate d’arteRiccardo Gualino. In tale opera i fratelli Busiri Vici siesprimono con un linguaggio di puro stampo raziona-lista, articolando ed armonizzando i vari corpi di fab-brica con la natura circostante integrata e valorizzatadalla sapiente progettazione paesaggistica del parco

adiacente. Per lo stesso Gualino i Busiri Vici progetta-rono l’ampliamento e la ristrutturazione dei Castelli diSestri Levante, la sistemazione della villa a Pian deiGiullari a Firenze e la ristrutturazione dell’antica casaMattei in Piazza in Piscinula a Roma.Particolare importanza negli anni 1935-37 assume laprogettazione della villa per l’ambasciatore Attolico aRoma nei pressi dell’Appia Antica.Una realizzazione corredata da uno splendido parco,progettato anch’esso da mio padre, in un prestigiosocontesto di mura romane dell’epoca aureliana.A questo proposito mi piace ricordare il grande amo-re di mio padre per il paesaggio e la natura.E’ stato uno dei fondatori dell’Associazione ItalianaArchitetti paesaggisti alla quale, negli anni del dopo-guerra, quando pochissimi erano gli addetti ai lavori,ha trasmesso il suo entusiasmo e la sua grande pre-parazione nel settore botanico.Risale alla metà degli anni ’50 l’attenzione di Miche-le Busiri Vici per il litorale laziale. Il Ministro della Pubblica Istruzione dell’epoca lo in-caricò del piano di sistemazione urbanistica e parti-

colareggiata del Lido di Sabaudia.Dopo alcuni anni di cauto approccio con brevi sostedi fine settimana nell’accogliente, semplice residenzadella famiglia Spani al Quarto Caldo di San Felice Cir-ceo, il suo amore per il Circeo, per il suo splendidopromontorio, per la sua natura aspra e profumata,per il suo mare forte e trasparente, si trasforma in at-trazione fatale.Dalla caccia a quaglie nei terreni circostanti la Batte-ria, alla pesca con il fratello Clemente, alla ricerca diuna terra ospitale dove potersi fermare e costruire lacasa dei suoi sogni, il passo è stato breve. Nel lugliodel 1958 in una serata splendida illuminata da lunapiena, inaugura il suo “Villaggio Marinaro” situato al-la fine di una strada bianca e disagevole più simile al-le mulattiere che ad una decente strada carrabile.Il senso patriarcale era profondamente sentito da miopadre nell’ impostazione progettuale della casa: a unnucleo principale più importante e completo per i ge-nitori e i figli non sposati, erano strettamente aggre-gate, con sentieri, scalette, pergolati e vegetazione,3 casette per i figli sposati e nipoti.Il rifugio di mio padre era nello studiolo al piano su-periore della casa.La settimana lavorativa nel suo studio di Roma, ini-ziava nella tarda mattinata del lunedì quando, appun-to, rientrava dal “suo” Circeo. Essa si concludeva il

venerdì pomeriggio quando, con la sua vecchia e ma-landata auto familiare Fiat 127 se ne tornava da so-lo, nelle ore del tramonto, nella casa del Circeo. E ciòavveniva, salvo inderogabili impegni di lavoro o dipresenza a Roma nel week-end, sempre, d’estate ed’inverno, in primavera o in autunno, prescindendodalle previsioni meteorologiche, tanto richieste e tan-to condizionanti al giorno d’oggi.Senza riscaldamento, si godeva in beata solitudine isuoi due caminetti dove non disdegnava, talvolta in-sieme al fratello Clemente, cucinare alla brace il pe-sce acquistato al mercato di Terracina.Il sabato e la domenica contattava clienti, maestran-ze ed artigiani lavorando in loco a quell’architetturache non poteva essere totalmente programmata eprogettata a tavolino. C’era sempre un margine d’in-tervento che si risolveva estemporaneamente e diret-tamente sul cantiere. Le novità, le irregolarità e l’a-simmetria di queste case derivava dalle condizionimorfologiche del terreno che Egli amava asseconda-re.E nello studiolo della sua casa al Villaggio Marinarolo rallegrava un piccolo e fornitissimo bar con i mi-gliori e più preziosi whisky, cognac, grappe e rum,acquistati nei suoi peripli turistici e professionali ingiro per il mondo.Alla gioia intensa della convivenza familiare univa un

senso di grande ospitalità: amici, parenti, personag-gi noti e meno noti, frequentavano il posto e dopo unbagno rigeneratore sugli scogli, godevano di un toni-co “beverino” ghiacciato, a base di carpano e succod’arancia, targato e “brevettato” Michele Busiri Vici.Nel suo grande amore per l’architettura mediterra-nea, mio padre profuse tutto il suo impegno nell’in-segnamento e nell’addestramento delle maestranzee degli artigiani locali.A loro riusciva mirabilmente a trasmettere lo spiritodelle sue architetture, talchè gli stessi ne erano di-ventati i più corretti esecutori. Falegnami, fabbri, ma-novali, stuccatori, elettricisti, impiantisti, di cui nonposso, purtroppo, ricordare tutti i nomi lo amavanoper questa sua straordinaria capacità di comunicazio-ne.Fra tutti mi piace ricordare il compianto VincenzoCapponi che, nella sua veste di imprenditore edile,coordinava le varie lavorazioni, divenendo, nei tantianni di felice collaborazione, il più fedele interpretedelle sue idee e dei suoi suggerimenti.Tale collaborazione ha prodotto numerose belle rea-lizzazioni nel triangolo Sabaudia, San Felice, Terraci-na. Ogni architettura era concepita in funzione delleesigenze dei diversissimi fruitori, per i quali venivapersonalmente studiata l’architettura degli interni,l’arredamento, la decorazione ed il giardino.Ogni dettaglio, dalla maniglia, alle maioliche di bagnie cucine, dalla testata di letto al divano ed alla sedia,veniva disegnato originalmente dall’architetto cheevitava, per quanto possibile, le più facili e ripetitivesoluzioni presenti in commercio.Purtroppo, per la sua indole esclusivamente artisti-

ca,aliena da coinvolgimenti commerciali, non ha maibrevettato niente: la conseguenza è stata che tantesue idee, talvolta geniali, hanno trovato mediocri imi-tatori o rozzi copiatori.Sugli scogli sottostanti il “Villaggio Marinaro” era di-ventato l’attrazione degli sguardi circostanti per lesue performances di una ginnastica tutta sua perso-nale e particolare: respirazioni, flessioni, piegamentiancora praticati fino agli 85 anni di età dopo le suequotidiane nuotate!Il Comune di San Felice Circeo, per i meriti acquisitinel corso di oltre vent’anni di testimonianza e pre-

risale alla metà degli anni ’50 l’attrazionedi Michele Busiri Vici per il litorale laziale e

un’attrazione fatale per San Felice Circeo“ “

segue dalla pag. 1

Michele Busiri Vici

Michele Busiri Vici alle prese con gli assaggi

Michele Busiri Vici in Sardegna con il principe Karim

Michele Busiri Vici apparteneva ad una famiglia con secolari tradizioni

della professione di architetti“ “

dopo un percorso di collaborazione pro-fessionale con i fratelli, Michele Busiri Vi-

ci intraprende un suo percorso autonomo“ “continua a pag. 16

Lo spazio della memoria

Per la serie “Vuoti di memoria” – I grandi perso-naggi legati a San Felice Circeo parliamo dell’arch.Michele Busiri Vici.Il ricordo è del figlio Giancarlo, che ha accettato diparlarne anche se in difficoltà a descriverne sinteti-camente caratteristiche, problematiche e spunti divita.Soprattutto perchè, oltre ad aver nutrito per lui unaffetto profondo, ne ha condiviso, per quasi ven-ti anni, splendide esperienze professionali.

“Il Circeo che vorrei”: quando il Presidentedell’Associazione “Centro Storico” mi hasuggerito il tema per questo intervento, mi

è sembrato più una traccia d’esame che il soggetto perun articolo. Un ragazzo di terza media lo risolverebbecon pochi termini: pulito, ordinato, vivibile. Se avessequalche interesse in più, potrebbe aggiungere solida-le, rispettoso delle leggi e del territorio, economica-mente forte, culturalmente stimolante ed elevato. Alnostro amico adolescente potrebbe ora venir voglia dichiedere anche un po’ di pareri in giro: suo nonno glimostrerebbe la necessità di trasporti e servizi socialimigliori, al papà mancherebbero luoghi d’incontro(“diavolo, non c’è neanche un cinema e la sera ci toc-ca sempre vedere la tv!”), lo zio (sovversivo) vorrebbeun paese senza abusi e senza tolleranza per chi dellaviolazione delle norme ha fatto la propria legge, la suamamma un mare pulito e bollette dell’acqua meno eso-se a fronte di un servizio indecente. Sarebbero tante lerisposte che il ragazzo troverebbe alla sua semplicedomanda. Tutte insieme disegnerebbero un paese di-verso da quello che abbiamo sotto gli occhi, forse scri-verebbero un libro dei sogni di impossibile realizzazio-

ne. Ma contemporaneamente, descriverebbero il paesein cui vive: basterebbe prendere al contrario i desideriper avere la realtà quotidiana. Colto da questo pensie-ro, il giovanotto sarebbe di certo disorientato: possibi-le che tutte queste mancanze si nascondano dietro lestrade in cui passo abitualmente, che questi problemiesistano, che noi ci conviviamo da talmente tanto tem-po da non vederli più e nessuno avverta la necessità difare qualcosa per risolverli? Forse sarebbe il caso diparlarne con gli amici. Già, ma le nostre case sono di-stanti, diamoci un appuntamento per poter discutere.Potremmo vederci da qualche parte…per esempio difronte ad un bar. E perché non ci sono posti dove ci sipossa incontrare tra noi, senza che i nostri genitoridebbano preoccuparsi di vederci ciondolare per stra-da? Le domande sono pericolose: continuare a porsene, aindagare, può portare a scoprire verità inaspettate e farvenire voglia di approfondire gli argomenti. Ma a questo punto, con in mano la lista dei desideri (equindi delle mancanze), occorre fare un passo avanti.Sarebbe, infatti, insensato pensare che ognuno possaavere il compito di elencare i propri desiderata come seavessero valore per tutti. Chi, come me, ricorda lo scioc-chezzaio che si destò in occasione delle osservazioni alPiano Regolatore (si arrivò a proporre una sopraeleva-ta su Quarto Caldo che si congiungesse al lungomare diSabaudia) sa che le ipotesi di sviluppo per un paesevanno studiate per bene, con cognizione di causa eavendo presenti tempi, modi, possibilità di realizzazio-ne. Occorre tenere a mente anche gli interessi che sivogliono rappresentare, quale referente sociale si ha osi sceglie di avere. E qui le cose si complicano ulterior-mente. A San Felice l’ambiente sociale, la cultura popo-lare, i legami della comunità sono stati disgregati e dis-

persi dagli anni del facile arricchi-mento, dell’assalto al territorio,della calata di palazzinari e politicisenza scrupoli, che consideravanoquesto paese terra di conquista.Poche o nulle furono le resistenze,anzi i sanfeliciani svendettero ilproprio territorio e il loro tradizio-nale orgoglio, divenendo alleati epessimi imitatori di chi stava di-struggendo le loro risorse. In più,vincoli e leggi che tutelavano quel-l’area che da sola avrebbe potutoessere una enorme fonte di guada-gno grazie a un turismo di alta qua-lità, furono intesi come lacci chestrangolavano le smanie edificatricidi costruttori locali e romani.Nacque in quel momento un altro gravissimo handicapper il nostro paese: la sempre più diffusa illegalità.Quanti avevano venduto i loro immobili nel centro sto-rico e nelle sue adiacenze si precipitarono a costruiresui terreni della piana: spuntarono case abusive ovun-que, senza regole, senza pianificazione, senza servizi.Chi doveva vigilare e imporre la legge fece finta di nonvedere, o fu clamorosamente complice (senza che cifosse alcun intervento censorio neanche da parte deicustodi della legalità). Non fu solo un disastro urbanistico e ambientale: ladiaspora delle famiglie in un territorio relativamente va-sto, troncò legami culturali, relazioni umane, possibili-tà di comunicazione e capacità collettiva di ricerca del-le soluzioni.Mi rendo conto che lo sviluppo del “tema” è andato ol-tre e diversamente da quanto ci si aspettava, ma pen-so sia più utile arrivare al “Circeo che vorrei” partendoda un esame (certo parziale e da sviluppare ulterior-mente) del passato, per cercare di comprendere la ma-teria e la realtà con cui oggi ci confrontiamo e così ar-rivare a cercare soluzioni utili e condivisibili. Da ciò cheho brevemente esposto, mi sembra evidente quali so-no le priorità che a mio giudizio si pongono di fronte aquanti (partiti, associazioni, singoli cittadini) voglianodedicarsi al miglioramento del paese. In primo luogo, èurgente dedicarsi alla ricostruzione di un terreno co-mune di confronto e dialogo. San Felice è frazionato in

una miriade di interessi particolari, di gruppi ristrettiche non hanno più la capacità di interagire fra loro,avendo come comune orizzonte l’intero paese. La stes-sa lotta politica si è ridotta a rappresentanza di piccoleclientele, salvo pochi e inascoltati esempi. Si procede avista, senza un piano complessivo, senza strategie amedio e lungo termine. Quello che era un ambiente so-ciale definito e identificabile non si è evoluto, ma è sta-to semplicemente distrutto senza che vi si sostituisseun complesso di valori condiviso. E’ ora necessario tor-nare a creare momenti di discussione, occasioni d’in-contro: i sanfeliciani devono tornare a parlarsi, a farsicarico dei problemi generali, a riconoscere regole chevalgano per tutti e che tutti abbiano interesse a far ri-spettare. Questo soprattutto in un momento di crisi co-me quello attuale, evitando il facile appiglio alla la-mentela inconcludente. Il nostro ragazzo di cui parlavo all’inizio, potrebbe aquesto punto scrivere a fianco di ogni problema la so-luzione che lui e i suoi amici sono in grado di propor-ci, e a nessuno sarebbe consentito di scrollare le spal-le con sufficienza. ■

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 3

Il ter r i tor io

è urgente dedicarsi alla ricostruzione diun terreno comune di confronto e di dia-

logo“ “

i problemi di San Felice sono tutti dietrouna realtà con la quale ci siamo abituati a

convivere“ “

di Franco Domenichelli

Un’utopia che potrebbe trasformarsi in realtà

Il Circeo che vorreiTutti insieme potremmo disegnare un Paese diverso da quello attuale

Editoriale La rinascita del Circeo

Vuoti di memoria Michele Busiri Vici 1Territorio Il Circeo che vorrei 3Archeologia Opuscula Fossanovense 4Teatro Successo la compagnia “I timidi” 5Lettere Lettere al Direttore 6Il fatto Ridi, ridi… che mamma

ha fatto i gnocchi 7Scuola Due testimoni dell’Olocausto 8-9

Territorio Erosione costiera 10

Musica Davide Cicconi 11Delibere 12

Intrattenimento Personaggi – Oroscopo 13

Sport Calcio-Atletica leggera 14

Tempo libero Cucina – Letture

Ora legale – Poesia 15

S o m m a r i oS o m m a r i o

All’inizio di ottobre dell’anno scorso me netornavo a casa verso le cinque di sera. L’ul-timo sole, dopo aver indugiato sulle tegole

dei tetti e sulle case rosse, si stava ormai ritirandosulla punta del campanile di Fossanova. Grandi om-bre, simili alle macchie scure delle nuvole nei giornidi quell’autunno, si allungavano sui Lepini da Sonni-no fino a Roccasecca. Il Monte delle Fate era nasco-sto nella nebbia. Il mare era lontano e l’isola del Cir-ceo anche di più.Ci tengo a precisare che non mi sono mai lasciato an-dare ad immaginazioni e supposizioni che la naturastessa di questi luoghi potrebbe facilmente ispirare.Anzi a volte l’impazienza e la nimia curiositas mi han-no portato ad indagare le ragioni ed il corso di fattied eventi per i quali sarebbe stato meglio aspettare,memore di quel sagrestano del noto racconto, che,per la fretta di sapere, pretese anche lui il suo quar-to d’ora di celebrità, e suonò la campana del Giudi-zio, che aveva avuto l’ordine soltanto di custodire.A farla corta, mi ero fermato vicino al Pozzo dei Fratie stavo rileggendo la celebre epigrafe dell’abate Pi-relli, quando sento una voce salire dall’altra parte delmuro. A momenti veniva la notte e le probabilità chenon fosse uno spirito, mi resi subito conto, eranodavvero poche, anzi nulle. Non ero certo che ce l’a-vesse con me. In giro a quell’ora non c’era anima vi-va. Decisi di rispondere io: «Ma insomma, dico, vi fa-te riconoscere sì o no?». Parlai al plurale e in dialet-to e aggiunsi un paio di imprecazioni bonarie, per-ché, se nel vecchio cimitero dei monaci si fossero ri-svegliati in più d’uno, sarebbe stato un problemaspiegare che questo genere di situazioni a me non in-teressa, che me ne andavo, come sempre, per la miastrada e che il libro su Favonio Leo l’avrei scritto, mache era da considerarsi un divertissement.A quel punto frullarono e si dileguarono verso il Giar-dino, come lo chiamiamo, di San Tommaso almeno uncentinaio di pipistrelli, grassi e paffuti come frati e ra-pidi come nottole o faine, preceduti da un civettonebianco di quelli che fanno il nido solo nelle cavità piùalte dell’Abbazia di Fossanova. Non sono certo cheprovenissero dalla porticina della casupola del Pozzodei Frati. Ma se un’anima pietosa potesse allora spie-garmi da dove caspita uscivano fuori in simile quanti-tà, gliene sarei grato, pensai. Non finisco di girarmi evedo che sul muro che cinge l’Abbazia qualcuno sta-

va seduto di spalle tutto avvolto in un lenzuolo bian-co.Faccio qualche passo per tentare di riconoscerlo, maera a tre metri di altezza e perfettamente rivolto dal-l’altra parte, di sicuro per evitare il rischio di trovarsialle strette e per sottrarsi e sparire al minimo sospet-to di difficoltà. Il corpo pareva gracile, antico, «eratutt’ossa» come direbbero in fossanovaro. Immaginaianche che portasse, sotto il lembo di stoffa che glioccultava il viso, un paio di occhiali argentati e minu-ti con le lenti sottili e rotonde, di probabile fatturapregalileiana. Non poteva che essere un notaio pri-vernate di quattro secoli fa.Fattomi avanti con cautela, mi affrettai a chiarirgli,sempre in dialetto fossanovaro, che non avevo la mi-nima intenzione di firmare alcunché, perché perstampare il libro su Favonio Leo non ci servivano isoldi di nessuno, a cominciare dai burattini e daiclowns della politica che girano nelle fiere e nelle sa-gre dalle nostre parti1, e che non intendevo assolu-tamente indebitarmi né con i vivi né con i morti. «Èròbba nostra: quante vòte e ’n che léngua te le téng’arepète? Sto libbro» dissi con grande compostezza edignità «glio facémo nu [Appartiene a noi: quante vol-te e in che lingua te lo devo ripetere? Questo libro lofacciamo noi]».Dalla sua risposta ebbi la conferma che si trattavadavvero di un notaio privernate e che veniva da lon-tano nel tempo: «Magis magisque me Favonium mo-lestia affecit quod, ex sepulchri mei umbris excitus abhominibus male litteratis, nunc claudus ambulare co-gor et michi ipsi redditus incognoscibilis [Ma ancorpiù ha irritato me Favonio il fatto che, risuscitato dal-le ombre del mio sepolcro per opera di uomini mala-mente letterati, ora sono costretto a camminare zop-po e reso irriconoscibile a me stesso]». Il latino cheparlava era in effetti un po’ «horridulus», però il sen-so delle sue parole risultava chiarissimo.Non ci fu verso di convincerlo a pronunciare il nomedell’autore di simile oltraggio nei suoi confronti.Elencai una decina di personaggi a caso, tra i più pro-babili candidati dei paesi che circondano Fossanova.Con il capo faceva sempre cenno di no.«Gnènte gnènte» domandai ridendo «n’ zarà cavutunode ’ssi capocciúni della Lepinia [Non sarà per casoqualcuno di quei cervelloni della Lepinia]?». Disse dino, perché quelli erano dei ragazzi a posto, con sal-da e lucida preparazione giornalistica, storica e cul-turale, soggiungendo poi all’improvviso con miagrande sorpresa: «Zompafòsse sunt et tibi eos re-commendo, Stephane Palearie. Cave, cum isti magisligone quam calamo prosint [Sono saltafossi e te liraccomando quelli, caro Stefano Pagliaroli. Stai at-tento, perché rendono di più con la zappa che con lapenna]». Mi dissociai immediatamente da quest’ulti-mo giudizio: «Parla bè,» dico «se la gènte nn’ ’a co-núsci [Parlane educatamente, quando non conosci lepersone]». Alla fine mi arresi. Ma, sapete, il tono della sua vocemi aveva ormai persuaso che Favonio Leo era unabrava persona e che non meritava il trattamento chegli era stato riservato. «Ha ragione:» dissi tra me abassa voce «tanti vivi e un solo morto, che non puòpiù difendersi e che nessuno ha difeso». Gli dissi di stare tranquillo e che poteva tornarsene con-tento tra le ombre, perché i Fossanovari avrebbero fat-

to il possibileper far frontealle spese. Lefamiglie Paglia-roli e Baratta,mi riferisco aquelle vicine al-l’autore, ed Ed-mondo Angeli-ni prometteva-no una tombolamilionaria du-rante le festenatalizie del2006. Intanto era tra-scorsa più dimezzora e ilgiorno se n’eraandato completamente. In alto le bifore del campanileerano attraversate da una luna più grande del solito. ■

* La rubrica «Archeologia fantastica» ospita stavolta, in viadel tutto eccezionale, l’annuncio ai lettori del mio lavoro FA-VONII LEONIS PRIVERNATIS De laudibus et commoditatibus Priver-ni oratio, introduzione, edizione critica e traduzione di S.PAGLIAROLI, con la collaborazione di E. ANGELINI, Fossanova2006 (Opuscula Fossanovensia, 1), pp. III + 260, in 8°, consedici illustrazioni fuori testo. Pubblico qui in anteprima lamia prefazione al libro, che ha avuto origine dalle acri pole-miche suscitate da una recente pubblicazione sullo stessoargomento, che nel dicembre 2005 mi hanno indotto a met-tere mano alla penna (chi desiderasse ricevere informazio-ni sull’«Opusculum Fossanovense» può rivolgersi a me perposta elettronica – [email protected] – o, eccettoche per il mese di agosto, per telefono al 3498065176). Ledue illustrazioni riproducono il frontespizio dell’opera, conveduta in lontananza del promontorio Circeo dall’Abbazia, eil sigillo notarile del notaio privernate Favonio Leo, doveuna mano regge un cartiglio con il monito «Veritati, nonpoesi». Con i più cordiali saluti. S. P.1 Mi sono occupato del problema nel mio Politica e gram-matica di qualche anno fa, ma tornerò sull’argomento dellapolitica e del giornalismo nella nostra Provincia in uno deiprossimi «Opuscula Fossanovensia».

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Archeologia fantastica

Sigillo notarile di Favonio Leo

Frontespizio dell’edizione

di Stefano Pagliaroli

Da un testo in latino del notaio privernate Favonio Leo (1560-1642)

«Opuscula Fossanovensia»Nel volume inaugurale l’edizione critica di un discorso seicentesco in lode di Priverno*

Le novitàSono in vendita i nuovi libri

Il Circeonella leggenda e nella storia

di Tommaso Lanzuisi

e

il Dizionario del dialettocirceiense

di Andrea De Sisti

Questo giornale che, conscrupolosa attenzione, se-gue quanto avviene nel no-

stro Paese, pronto a criticare ciòche è criticabile e a sostenere, percontro, ciò che è sostenibile, si ètrovato spesso a dover lamentarela quasi totale assenza d’iniziativeculturali sia da parte dell’Ammini-strazione comunale sia da parte diprivati, associazioni o circoli chesiano. Non ci riferiamo tanto allemanifestazioni estive che per altrohanno un valore più turistico checulturale e che comunque hannoun costo elevato senza alcun ritor-no per la cittadinanza, ma piutto-sto ad iniziative di carattere per-manente da svolgersi lungo tutto ilperiodo invernale: serate noiose, malinconiche in cui igiovani di questo paese non trovano alternative al dis-perdersi in pericolosi isolamenti che generalmentenon portano a niente di buono. Dove mai c’è un luo-go dove incontrarsi, conoscersi, parlarsi, scambiarsiidee, esperienze, sogni e speranze? Quando eravamogiovani noi, erano le parrocchie a spalancare le loroampie braccia per accogliere tutti, buoni e cattivi. Maoggigiorno sembra abbiano perso molto della loro ca-pacità di attrazione e non spendano molto per offrirelocali adatti all’intrattenimento. Valga per tutti un fu-gace accenno alla Parrocchia di Borgo Montenero che,suo malgrado, è costretta a tenere chiuso e inutilizza-to un bellissimo teatro che non aspetta altro che aprir-si ad una popolazione desiderosa di Conoscenza.E siamo così arrivati a parlare di un’iniziativa che rite-

niamo assai meritoria ma che in una situazione menoanormale di quella che abbiamo sin qui rappresentatosarebbe un’iniziativa normale, lodevole quanto vuoi,ma non rappresenterebbe come invece rappresenta,qualcosa di eccezionale sulla quale è necessario ri-flettere.La Compagnia stabile filodrammatica (o amatoriale,come si dice adesso) I Timidi che già si era fatta co-noscere tempo addietro con la commedia di De Filip-po “Le bugie con le gambe lunghe”, ha di nuovo de-buttato con un’altra più famosa commedia, sempre diEduardo: “Non ti pago!”. Un successo la prima volta,un successone la seconda.Ma con “Non ti pago!” la Compagnia ha incontrato untale favore presso il pubblico da dover mettere in ca-lendario, non appena passato il gran caldo, una seriedi repliche. Nessuna piaggeria da parte nostra. Bastachiedere in giro.Va precisato che si tratta di un gruppo di giovani, tut-ti sanfeliciani, che il giorno lavorano e la sera dedica-no quel poco di tempo libero che rimane, alla passio-ne per il teatro che è per loro una felice scoperta. Ci

piace citarli unoper uno: FeliceCapponi e sua mo-glie Sabrina, Fran-cesco Lucci consua moglie Miriame suo fratello Da-niele, Dario Cera-soli, Luca D’Antras-si e sua moglie Ma-nuela, Flavia D’An-trassi, Riccardo Ro-mani, DomenicoCuozzo e Mariaro-saria Rossi.A dirigere questogruppo di attori per divertimento, a spronarli, ad inse-gnare loro l’abc dell’arte scenica, a portarli per manonel meraviglioso mondo della fantasia c’è un regista,un giovane di ottantadue anni, Marcello Fondato, chenon ancora pago dei tanti successi ottenuti in campocinematografico si è rimesso in discussione al soloscopo di trasmettere a questi ragazzi, e a quanti altrilo volessero, tutto quello che può del suo patrimonioprofessionale e culturale. Ma c’è di più. E’ che Fonda-to, grazie alla tenacia e alla caparbietà che mette sem-pre nel suo lavoro, è riuscito a realizzare un sognoche perseguiva da quando si è trasferito stabilmentea San Felice: dotare la Compagnia di un proprio tea-tro: un teatro elegante, accogliente, perfettamente

funzionante, confortevole sia per il pubblico che pergli attori, un teatro da mettere a disposizione, senzalacci né laccioli burocratici, di chiunque abbia buonimotivi per usarlo. Come sia riuscito in questo suo in-tento ce lo ha raccontato lui stesso.“ Tutto è nato – ha detto Fondato – dalla lungimiran-za del direttore del Villaggio della Mercede MarcelloPodda il quale, vedendoci girovagare da scantinato a

scantinato per le prove, ci ha concesso l’uso di un ca-pannone dove era stato lasciato inutilizzato per oltrevent’anni un vecchio cinema, che a noi si è presenta-to sommerso da una quantità di cose accatastate lì inquello che era ormai considerato un magazzino acco-gli tutto.”. Fate quello che volete, disse con aria com-plice Marcello Podda. “L’impresa appariva impossibi-le. Capii subito che da solo non ce l’avrei fatta: inven-tiva, esperienza, abitudine a lavorare con architetti escenografi non sarebbero bastati. Ma io sono un uo-mo fortunato. Avevo accanto a me la persona giustaper raggiungere il traguardo: Egidio Calisi!Egidio era entrato nella compagnia in punta di piedicome è nel suo stile. L’avevo chiamato io perché lui,napoletano verace, insegnasse ai miei attori qualcheaccento dialettale. Lui stette un po’ a guardare, poi,convinto dal mio modo di lavorare, aveva accettato diinterpretare la parte del protagonista affidandosi com-pletamente a me senza riserve.E io mi ero assunto il compito di fargli scoprire quelleeccezionali doti di attore che nemmeno lui sapeva diavere. A questo punto eravamo uniti dalla stessa sor-te, eravamo sulla stessa barca, dovevamo debuttare,ma dove? Non c’era alternativa: nel vecchio magazzi-no. E allora, forza ragazzi, rimbocchiamoci le mani ediamoci da fare! L’apporto di Egidio è stato determi-nante. Personaggio molto popolare, stimatissimo co-me medico e come politico (ora anche come attore)disponibile per i suoi pazienti senza limiti di tempo (èstato chiamato anche mentre recitava) ha potuto tro-vare gli sponsor giusti disposti a darci una mano. Ecosì è nato il teatro, c’è stato il debutto, ed è venutoil successo.Ora un appello: usiamo questo teatro, facciamolo vi-vere, quel palcoscenico è per tutti, sotto a chi tocca!”.Fin qui Fondato. Ecco che ne pensa Egidio Calisi:“Un’esperienza impensabile, un successo inatteso e ildover ammettere, con piacere, che la magia del teatroesiste davvero. Io non avevo mai recitato e ancora nonriesco a credere a quello che è successo e poi, mi cre-da, uscire sul palcoscenico alla fine dello spettacolo esentire quell’applauso caldo e sincero che ti dice chehai fatto bene, mette i brividi addosso. Anche se icomplimenti più belli sono stati quelli dei bambini daicinque anni in su; perché se loro, abituati ai ritmi so-stenuti della televisione, si sono divertiti allora vuoldire che abbiamo fatto veramente un gran bel lavoro.Un ringraziamento particolare va ai ragazzi della Com-pagnia che mi hanno accolto con affetto e simpatia eche sono stati tutti bravissimi. Ringraziare MarcelloFondato sarebbe scontato e riduttivo. Voglio solo di-re che il Circeo ha, tra i suoi cittadini adottivi, un uo-mo che per cultura, bagaglio d’esperienza, umanità ecapacità professionali non è secondo a nessuno. For-se, la sua è una regia rigorosa ed esigente, ma que-sto carico noi della Compagnia lo abbiamo accettatovolentieri; ed i risultati si sono visti. Il futuro? Ci stia-mo già lavorando.” ■

Teatro

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la compagnia stabile filodrammatica “I Ti-midi” è costituita da un gruppo di giova-

ni tutti sanfeliciani“ “

il regista Marcello Fondato dirige la Com-pagnia, che ha dotato anche di un pro-

prio teatro“ “con la collaborazione determinante diEgidio Calisi è potuto nascere il teatro,

elegante, accogliente, funzionante e confor-tevole

“ “

La compagnia teatrale

Marcello Fondato

di Al. Cr.

Un’encomiabile iniziativa culturale

Successo della Compagnia “I Timidi”Un Regista, una Compagnia, un Teatro: terno secco a San Felice Circeo

no delle relazioni sociali.E’ quanto si è verificato a San Felice Circeo, paese diturismo e commercio, dove mancano del tutto o sonostati semplicemente abbozzati programmi di svilup-po, rimasti spesso racchiusi nella volontà più o menoespressa di qualcuno. Abbiamo a che fare, ormai datroppo tempo, con vere e proprie inerzie organizzati-ve di fronte a crescenti emergenze esterne, che in-combono numerose in attesa di una seria strategia disviluppo.Queste necessità sono ora macroscopiche ed eviden-ti, perché si è ormai giunti ad un punto critico, di frat-tura, che esige un concreto cambiamento dei com-portamenti, in modo che, a poco a poco, si avvii unmovimento in grado di costruire un’alternativa.“Per far camminare un orologio a pendolo, prima losi deve disegnare, poi costruirlo, infine ad un certopunto dargli un certo colpo. A questo punto il pendo-lo comincerà a muoversi” (Sabino Cassese).Dobbiamo ricominciare, elaborare un nuovo sistema,un nuovo orologio a pendolo, che si metta al più pre-sto in funzione per cercare ed individuare nuovi sog-getti istituzionali, imprese e persone, capaci di valo-rizzare l’enorme patrimonio locale di S. Felice Circeo,fatto di storia, tradizioni, paesaggio, parco, mare, ga-stronomia, artigianato.Il declino è stato prodotto da un comportamento sba-gliato, la rinuncia alla propria vitalità di comunità pro-duttiva, aperta, creativa, pronta a soddisfare i nuovibisogni del mercato.Un suggerimento, per incominciare, potrebbe esserequello di mettere in una diversa forma di relazione le

componenti sociali presenti nel territorio comunale,aggregare le energie disponibili sui progetti da met-tere in campo, rendere i soggetti attivi e partecipi diun processo verso una nuova dignità, un nuovo tipodi scambio non subordinato agli interessi di partito,ma aperto ai bisogni emergenti della società.La rimozione di certi vincoli contribuirebbe indubbia-mente a cambiare gli individui, che così più facilmen-te libererebbero energie e soggettività, dando impul-so ad iniziative costruttive più rispondenti alle esi-genze della collettività e più giuste nel creare benes-sere diffuso e non settoriale.Negli anni passati ipotizzare un cambiamento effetti-vo è stata un’azione politica non praticata, perché leconvenienze politiche del cambiamento sono incerte,perché l’emergenza continua spinge verso la ricom-posizione dei conflitti, perchè c’è incapacità a rimuo-vere le inerzie strutturali, perché si formano conti-nuamente situazioni di false disfunzioni, perché alcu-ni funzionari detengono il potere reale di controllodella macchina amministrativa.Bisogna avere finalmente il coraggio di assumersi lascommessa del cambiamento, dando la possibilità diaccesso nei processi decisionali ad individui ed entipropositivi capaci e concreti. E’ necessario che tutti isoggetti del mercato, pubblici e privati, faccianoemergere le loro aspettative, la loro progettualità ef-fettiva, con libertà totale di rompere definitivamente ivecchi equilibri di potere.Smith per primo teorizza la necessità di un mercatointeso come nuove opportunità concesse ai singoli.Egli lo vede come una necessità che unifica le rela-zioni sociali, cioè come dettato di regole che unifica isingoli in un gruppo sociale: la Società. Nella societàaperta la concorrenza diventa azione collettiva, in cuisoggetti motivati interagiscono tra loro, delineandosempre nuovi sentieri, e l’azione collettiva orienta lo

sviluppo del nuovo. Perciò interattività, multimediali-tà, termini legati alla comunicazione, possono essereriscoperti nel loro significato letterale di “fare rete”,scambiarsi e creare reciprocità, mettersi in relazionecon i luoghi e con le persone.Ricordo che il tema del recupero e dello sviluppo pos-sibile di San Felice Circeo attraverso la riscoperta dipersone e luoghi, con particolare attenzione agli ope-ratori in generale e al centro storico, sono già stati og-getto di studi, analisi e proposte da parte di due Uni-versità, dalle quali la nostra Associazione ha ottenutocondivisione di intenti e collaborazione competente efattiva, oltretutto gratuita. I loro lavori e i loro suggeri-menti sono raccolti in due testi, comprensibili a tutti, il“libro bianco sul circeo” e “Il sistema turistico di SanFelice Circeo” realizzati rispettivamente dal Diparti-mento Studi Urbani dell’Università di Roma Tre e dal-l’Università Luiss Guido Carli.Da queste indagini sono emersi cinque punti criticisui quali prioritariamente intervenire: il rafforzamento della dimensione di sistema dell’of-ferta locale attraverso l’integrazione degli attori loca-li della filiera turisticala valorizzazione degli elementi di attrattiva naturalee storico-culturale dell’areail miglioramento delle infrastrutture funzionali allafruizione turisticail rilancio dell’immaginelo sviluppo dell’imprenditorialità.Alla luce di tutto ciò, devono essere gli stessi cittadi-ni di San Felice Circeo a voler intraprendere ora lastrada del rinnovamento, cogliendo tutte le opportu-nità che da ora in poi si presenteranno, prima fra tut-te quella del prossimo aprile 2007, quando sarannochiamati ad eleggere i nuovi Amministratori, momen-to importantissimo per scegliere rappresentanti nuo-vi, capaci e disinteressati. ■

Editoriale - Lettere

segue dalla primaEditoriale

La rinascita del Circeodi ALESSANDRO CRESTI

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Lettere al Direttore

✉ Di chi è il “balichetto”

Credo di essere stata l’ul-tima persona ad aver rice-vuto qualche mese fa l’in-giunzione fatta dal Comu-ne per la ristrutturazionedel balcone di ringhiera,detto “balichetto” che sitrova nella parte posterio-re dell’edificio che si af-faccia su piazza VittorioVeneto.In questo modo sono ve-nuta a sapere che la que-stione va avanti dal 1999 senza risoluzione. Inva-no si è chiesto se il fatto che ci siano dei numericivici e che il “balichetto” sia diventato a tutti glieffetti una strada di passaggio per le persone chevogliono da lì ammirare il panorama, non stia adimostrare che ci sia una comproprietà da partedel Comune. Ma, a parte questo, la vera difficoltà sta nel riuni-re 17 proprietari di case che non si conoscono eche sono residenti altrove. Ci sono stati più tenta-tivi, ma intorno ad un tavolo ci si è incontrati sol-tanto in 10 persone. La nostra proposta è questa:perché non si occupa il Comune della ristruttura-zione di questo caratteristico balcone di ringhieradel Centro Storico e poi invia ad ognuno quantoda pagare?

Paola Scaramozzino

✉ Vigna la Corte

Carissimo Direttore,tutti i aspettavamo con ansia l’apertura del giardino di“vigna la corte” e anch’io passando per via della Vit-toria, mi fermavo sempre ad ammirare il panorama,guardavo la costruzione che poi è stata abbattuta condispiacere. Quando sono iniziati i lavori ne sono statafelice, e il giorno della Sorresca mi ha fatto piacerepoter vistare quel luogo, ma, nonostante la bellezzadel panorama edel giardino, sen-tivo che non erastato valorizzatoa pieno. Perchèl’amministrazionecomunale in tuttoquesto tempo si élimitata ad un semplice giardino? Sfruttando la natu-ra del terreno potevano realizzare dei gradoni tipo l’a-rena di Verona e fare un sito adatto a rappresenta-zioni teatrali, concerti, ecc. Certo anche del verde benstudiato non doveva mancare e per sfondo il pano-rama. il tutto in armonia con il centro storico dandoquel calore e vita che manca, in altre parole ciò cheandavamo cercando per questa parte del Circeo tan-to dimenticata. Abbiamo perso un’opportunità? E co-munque questo spazio sarà sempre ben tenuto e cu-rato o ci ritroveremo un giardino di pochi fortunati, dicani randagi, di cattive comitive, oppure, per evitarequesto, sarà sempre chiuso?

SimonaN.d.R.: Siamo fiduciosi in una risposta dell’Ammi-nistrazione Comunale di San Felice Circeo.

PARTURIUNT MONTES:NASCETUR RIDICULUS MUS(Partoriscono i monti: nascerà un ridicolo topolino)

Già prima della risposta del Sindaco del Circeo alla mia richiestadi acquisto di copie della terza edizione della monografia “Il Cir-ceo nella Leggenda e nella Storia”, affrontata con notevoli sa-crifici a mie spese, mi ronzava nella testa il noto verso di Ora-zio. Mi era stato promesso l’acquisto di 500 copie, al prezzoscontato di 22 Euro la copia, anziché 32. Avevo anche inviatoun fax per illustrare l’importanza e le novità di questa edizione,l’ultima,considerata la mia età e le mie forze, non solo fisichema anche intellettuali, che diminuiscono di giorno in giorno.Purtroppo quello che temevo si è avverato: non più 500, nem-meno la metà, nemmeno 150, ma solo 50 misere copie! Ho ri-fiutato. Desidero però che i miei compaesani conoscano il trat-tamento riservato a un cittadino che ha dedicato l’intera esi-stenza, come nessuno ha mai fatto in quasi 3000 anni, a pro-muovere la conoscenza del luogo natio mediante la pubblica-zione di una decina di libri, rimettendoci quasi sempre tempo,fatica e anche denaro…Diceva mio padre, buon’anima: “Ci vuol fortuna pure a nascercani”. Quanto è vero!Purtroppo il mio paese non è mai stato molto generoso conme. Ci sono località che non solo plaudono a opere che illu-strano la propria storia, ma le promuovono, anzi le finanziano.Qui non si è mai verificato un miracolo del genere. E non soloda parte del Comune, ma anche di enti grandi e piccoli che pro-sperano proprio grazie all’apporto della cultura. Purtroppo nontutti si rendono conto della sua importanza! Per carità di patrianon scenderò in dettagli. Aggiungerò soltanto che neppure ilDirettore della più importante Istituzione del Circeo, a cui misono premurato di portare personalmente una copia omaggiodi questa III Edizione, si è degnato finora di inviarmi, non dicoun cenno di gradimento, ma almeno di ringraziamento!Tornando al fatto che ha dato origine a questi amari rilievi, vo-glio concludere rivolgendomi ai membri dell’AmministrazioneComunale e in particolare al Sindaco: “Grazie, Consiglieri, gra-zie, Sig. Sindaco. Sopravviverò anche senza il contributo delmio amato Comune!”.

Tommaso Lanzuisi

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Al sindaco devono piacere molto gli gnocchi.Ce lo fa pensare quel suo faccione ormai on-nipresente su qualsiasi pubblicazione o arti-

colo di giornale, un faccione a metà tra quello di Pro-di e quello di Berlusconi: sempre sorridente, magaricon un’espressione che fa supporre più furbizia cheintelligenza, ma, in ogni caso, sorridente. E, come sidice?, ridi...ridi...che mamma ha fatto ’i gnocchi. Cer-tamente esemplare la campagna mediatica che il dott.Schiboni ha lanciato in vista della volata che porteràalle elezioni amministrative della primavera del 2007.Una campagna imperniata esclusivamente sulla suapersona senza nessuno spazio per gli altri assessorio consiglieri comunali. Come si sa, tranne un paio distrategiche eccezioni, il sindaco ha accentrato su disé ogni potere togliendo gli incarichi assessorili e ledeleghe consiliari ai suoi “bravi”; in questa manieratutto il potere è accentrato nelle sue mani e gli altridevono obbedire e stare a cuccia se vogliono spera-re in un posto nella prossima lista elettorale. Questoè anche il preludio alla ricandidatura di Schiboni alterzo mandato; naturalmente egli non è eleggibileper la terza volta ma siamo disposti a scommettereche il tentativo lo farà lo stesso e poi, in caso di unasua vittoria, si vedrà...Faccioni a tutto tondo dappertutto, si diceva, anchese è su due di essi che ci vorremmo soffermare: in-nanzi tutto su quello che campeggia sul foglio del-l’amministrazione comunale: “Circeo in Comune”. Vorremmo subito far notare una cosa: il giornale delComune che avrebbe dovuto essere un incontro co-stante con il cittadino è stato, fino ad oggi, un even-to raro; infatti, oltre ad un numero zero di alcuni an-ni fa, abbiamo avuto il piacere di vederlo solo un al-tro paio di volte prima di oggi. Lo troviamo molto ri-dimensionato nella sua veste grafica e ce ne dispiaceanche perché mentre i primi numeri, come sostenevail direttore responsabile, Mauro Bruno, nel numero diottobre 2003, erano “a costo zero per l’amministra-zione comunale in quanto completamente assorbitodagli inserzionisti” il sindaco e la Giunta hanno deci-so, con delibera n. 97 del 2005, di rinunciare allesponsorizzazioni (ah! se lo venisse a sapere Silvio...)e di investire 5000,00 Euro per il foglio in questioneche verrà così interamente sovvenzionato dall’Ente.Questo significa che da qui alle prossime elezioni Cir-ceo in Comune sarà propaganda pura per la maggio-ranza la quale si farà pubblicità facendosela pagareda tutti i cittadini, anche da quelli che votano altre

forze politiche. E parliamo di propaganda perché ba-sta già vedere il numero in distribuzione per render-si conto del fumo che verrà gettato negli occhi dei cit-tadini. Si parla, infatti, della inaugurazione del Teatri-no comunale che non sappiamo se sarà mai in gradodi funzionare come Teatro; sappiamo solo che fino adoggi ha fatto da ribalta al concerto di inaugurazionecostato 3000,00 Euro (che forse potevano essereusati per contribuire alle spese per il riscaldamentodella sala); poi, da allora, più nulla. Si parla dellapresentazione della Piscina a Borgo Montenero; ma cisembrano solo chiacchiere anche perché del bandoinerente il project financing relativo alla realizzazionedell’opera non ne abbiamo saputo più niente e, anzi,si vocifera che sia rimasto senza risposta. Si parla diPiano Colore del Centro Storico; ma, nonostante l’am-ministrazione si riempia la bocca con questo proget-to, quella zona del paese è sempre di più una anar-chica e variopinta terra di nessuno. Per il resto noti-zie di ordinaria amministrazione, progetti di là da ve-nire ed informazioni, come ad esempio le delibere diGiunta e Consiglio, che da queste pagine giungono inmaniera più esaustiva e con regolarità svizzera da cir-ca tre anni. Insomma, un giornale che si poteva com-pendiare in un paio di paginette sul restauro del Pa-lazzo Baronale (che non ci è piaciuto molto) e sui la-vori di consolidamento di Quarto Caldo, peraltro ope-re legate alle sovvenzioni della Regione Lazio.Un’altra bella risata il sindaco ce la mostra a marginedi un articolo a tutta pagina de “Il Tempo” pubblicatoalcune settimane or sono a firma dell’ineffabile RenzoLonoce, un giornalista di lungo corso che, però, quan-do si parla del Circeo sembra spesso perdere la bus-sola. Il panegirico nei confronti di Schiboni è degnodel peggior Emilio Fede ma, d’altra parte, ognuno è

padrone di inchinarsi davanti alleopinioni di colui in cui crede ed,evidentemente, la stima tra i duedeve essere senza se e senza ma.Schiboni poi, nella intervista in que-stione, è addirittura esilarante inpiù punti. Dice di aver “conquistatoper la collettività ville e terreni sot-tratti ai campioni della mala dellaBanda della Magliana” ma dimenti-ca di dire che sul raddoppio delPorto lui ha preso a spada tratta ledifese di una Società – la Penta –che la stampa ci ha descritto consospetti legami proprio con la stes-

sa Banda. Oppure dice di aver sconfitto il “monopoliodelle famiglie” di San Felice; naturalmente, non fa no-mi, ma a noi dicono che le stesse identiche “famiglie”,che hanno avuto le mani in pasta per decenni, conti-nuino ad aggirarsi famelicamente nell’anticamera pri-ma e poi nella stanza del Sindaco. Parla ancora Schi-boni di turismo come risorsa, senza rendersi conto deipassi indietro che il Circeo ha compiuto in questi anni;abbiamo perso l’ultima Bandiera Blu? Lega Ambienteci ha assegnato la Maglia Nera? E non è mica colpasua! Quasi che non sia lui a governare questo sfortu-nato paese da dieci anni!Poi, la botta finale: la nuova ipotesi di sviluppo è uneliporto a servizio “di quella classe di turisti che nonsi vogliono immettere in quel terribile imbuto dellaPontina per venire alla Grotta delle Capre”. Qui siamoalla farsa: evidentemente, prima di questa intervista,Schiboni deve aver fatto indigestione di gnocchi.Noi ce la immaginiamo una coppia di ricchi romani chedecide di spendere alcune migliaia di euro per venirein elicottero a San Felice, noleggiare un taxi per anda-re a Quarto Caldo, farsi strada in un affollamento “allaTorvajanica”, arrivare finalmente, sudati fradici, allamitica Grotta delle Capre, trovarla semichiusa da un’in-ferriata arrugginita e deturpata da centinaia di imbecil-li che scrivono il loro nome laddove i litodomi hannosegnato le ere preistoriche, cercare di rinfrescarsi in unmare che non è più quello di quando, qualche annoprima, si immettevano nell’imbuto della Pontina e poiscappare, lanciando maledizioni a chi li ha convinti adaffrontare quella odissea. E immaginiamo anche disentire in sottofondo lo spot della TIM in cui la nonnadi Christian De Sica urla: “Ma p’anna’ ar mare annateancora ar Circeo? ...Antichi!”. ■

Il Fatto

NOTIZIE IN BREVEAlberto Carlo Blanc

L’Associazione “Il Centro Storico” in occasione delcentenario della nascita del prof. Alberto CarloBlanc (Chambery – Savoia 30 luglio 1906 / Roma 3luglio 1960) ha chiesto al Ministro delle Comunica-zioni, Paolo Gentiloni, l’emissione di un francobol-lo che ricordi tale ricorrenza.Al prof. Blanc, tra l’altro, si deve la scoperta di seireperti fossili dell’”Uomo di Neandertal” sui setteallora conosciuti in Italia.

di E. Dantes

È iniziata la campagna elettorale per le amministrative della primavera del 2007

Ridi, ridi… che mamma ha fatto “i gnocchi”Il Sindaco si presenta per il terzo mandato?

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 8

ISTITUTO COMPRENSIVO “LEONARDO DA VINCI” Spazio autogestito

Il 4 maggio 2006, al teatro di Borgo Monte-nero, è stato possibile assistere ad unevento indimenticabile e sicuramente irri-

petibile.Quel giorno erano presenti due ebrei a raccon-tarci i giorni “più brutti della loro vita”. Uno èuno storico, Enrico Modigliani, ebreo, nipote diFranco Modigliani, Premio Nobel per l’Econo-mia, che riuscì a scappare con la sua famiglia ea non farsi mai prendere: per questo sicura-mente è stato fortunato.Enrico Modiglianii ci ha raccontato che lui abita-va su una collina e, non molto distante dalla suacasa, c’erano dei contadini non ebrei. Il padre lofaceva giocare ad un gioco che consisteva nelloscendere dalla finestra attraverso una corda,con la sorellina di sei mesi in braccio, per poicorrere fino alla vicina casa dei contadini. Il pic-colo Enrico Modigliani capiva che quello non eraun semplice gioco, ma un modo per scapparedalla morte e quel gioco significava, forse, nonrivedere più i suoi genitori. Raccontare tuttoquesto lo ha fatto emozionare, così come è ac-caduto a tutti i ragazzi e i professori presenti.L’altro signore era Josef Varon, deportato in va-ri campi di concentramento tra cui Auschwitz-Birkenau, dove ha visto morire tutti i suoi com-pagni, i genitori, i parenti, insomma si può direche ha veramente visto “la morte in faccia”.Egli è stato deportato giovanissimo, a 17 anni,quando aveva tutta la vita davanti. Non ha potu-to raccontarci tutti i particolari che gli sono ac-caduti nel campo di concentramento perché si-

gnificava chiedergli troppo, non ce la faceva anon piangere, anche a distanza di diversi annidall’accaduto.Noi ragazzi abbiamo appreso che lì vivevano co-me bestie, soffrendo un freddo tremendo, sen-za mai lavarsi e se il comandante del campo di-ceva che potevano andare a fare la doccia, i pri-gionieri sapevano che lì sarebbero rimasti, per-ché la sala delle docce altro non era che la ca-mera a gas.Sia Varon che Modigliani ci hanno raccontatoche tutti gli ebrei non avevano diritto di lavora-re, di avere una radio in casa e i bambini ebreinon potevano andare a scuola con gli altri bam-

bini non ebrei.Questo periodo della storia è stato sicuramenteuno dei più terribili, durante il quale hanno per-so la vita milioni e milioni di civili.Lo studio della storia contemporanea mi fa riflet-tere: Hitler era pazzo e voleva comandare su tut-to e su tutti.Gli ebrei erano ricchi e lui li voleva sterminare,anche se il pretesto era quello della razza, per-ché loro non appartenevano alla razza ariana,“pura”.Mi chiedo, perché gli ebrei non si siano uniti enon abbiano lottato contro queste terribili per-secuzioni?Mi chiedo ancora, perchè il mondo è rimasto im-passibile di fronte a questa immane tragedia?Il Signor Varon ci ha detto: “Mio padre, mia ma-dre, i miei parenti non si sono mai permessi didire che la razza ariana era inferiore alla nostrao che la loro religione non era giusta! Concludodicendo che considero gli uomini tutti uguali espero che una cosa del genere non debba acca-dere mai più”. ■

Dal 1° settembre p.v. andrà in

pensione la prof.ssa Giuseppina

Simeone, docente e Preside da

ventidue anni dell’Istituto

Comprensivo “Leonardo da

Vinci” di San Felice Circeo.

Vogliamo unirci ai saluti della

scuola, collaboratori, professori e

alunni, e inviarle il nostro ringraziamento per il sostegno dato alle iniziative

dell’Associazione “Il Centro Storico”, collaborando sempre con entusiasmo.

Speriamo in futuro di poter usufruire ancora del suo aiuto e dei suoi

suggerimenti.

di Giulia Federici

Due ebrei raccontano i giorni “più brutti” della loro vita

Memoria di un tempo non troppo lontanoTra emozioni forti, due ebrei sopravvissuti raccontano la loro terribile storia

Josef Varon

Giuseppina Simeone

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 9

Il 4 maggio 2006, alle ore 10.00 del matti-no, al teatro comunale di B.go Montenero,ho avuto la possibilità di sentire una testi-

monianza “vera” dell’Olocausto, cioè della per-secuzione di milioni di ebrei reclusi ed uccisi damano nazista nei campi di concentramento.Enrico Modigliani, nipote del premio Nobel perl’Economia (1985) Franco Modigliani, ed il suoamico Josef Varon, deportato nei lager diAuschwitz-Birkenau, Charlotte-Grube (miniera dicarbone), Mauthausen e infine a Ebensee (Suddi Salisburgo), dove fu liberato dall’esercitoamericano il 5 maggio 1945, hanno raccontatoalle cinque classi terze di San Felice Circeo e diBorgo Montenero la loro vita.A fare gli onori di casa c’era il Dirigente dell’Istitu-to Comprensivo “L. da Vinci”, la prof.ssa Giuseppi-na Simeone che ha cominciato ringraziando i duetestimoni e l’artefice di questo incontro, il dott.Alessandro Cresti, Direttore del giornale sanfelicia-no “Il Centro Storico”.Il primo a raccontarci la propria vita è stato ildott. Enrico Modigliani, aprendo il suo discorsocon un breve cenno storico sulle persecuzionicontro gli ebrei; infatti, già nel Medioevo gliebrei erano accusati di avere ucciso Gesù Cristoe il Papa aveva deciso di mandarli in villaggi afare il lavoro di usuraio, non permesso ai cri-stiani, o di rinchiuderli in un ghetto, parola chederiva dal veneziano “geto” e che significa dis-carica. Il ghetto di Roma fu costruito nel 1555 edistrutto nel 1870 durante la presa di Roma.La storia si intreccia qui con gli eventi familiari,infatti, ha inizio la prima generazione dei Modi-gliani con il nonno soldato che fonda un’orga-nizzazione per assistere le madri nubili. Nel1937 nasce il dott. Enrico Modigliani, che assi-ste, durante il periodo fascista, al licenziamen-to del padre e alla fuga, in America, dello zioFranco futuro premio Nobel per l’economia.La famiglia di Enrico, invece, si rifugia a Velletrie non ritorna a Roma fino a quando non finìscela guerra. Ricorda come la famiglia Modiglianidovette, insieme alla comunità ebraica, pagarealle SS, le squadre speciali, 50 Kg d’oro rinun-ciando a ricordi e oggetti di famiglia pur di sal-varsi. Alla fine del discorso la parola va al signorJosef Varon.Egli entrò in un lager prelevato da Rodi insiemea 1780 persone, tra i quali i membri della suafamiglia, all’età di 18 anni. Ma nel ’45 daAuschwitz ad Ebensee uscirono solo lui con ilfratello e la sorella, perché il padre era morto difame e la madre era stata uccisa. Josef ed altrisopravvissero perché non mangiarono i ciocco-latini lanciati dagli americani, evitando un’indi-gestione che per alcuni ebbe conseguenze leta-li, per via dello stomaco disabituato al cibo.Raccontando ciò si commuove. Racconta, infine,

di una ebrea americana che salvò più di 500 per-sone da morte sicura. Il silenzio del teatro è as-sordante e la tensione di noi tutti è palpabile.Le testimonianze sono giunte all’epilogo e la Pre-side ha consegnato due riconoscimenti agli ospiti;la manifestazione si è conclusa, nella commozionegenerale, con la stretta di mano tra i ragazzi anda-ti in Polonia per commemorare la giornata dellaShoah e i due testimoni.Questo incontro mi ha fatto capire più profon-damente le atrocità dell’Olocausto e di come inazisti fossero spietati. Nessuno si deve piùpermettere di ripetere l’orrore nazista, bisognaveramente ristabilire la pace duratura perchénon si ripetano questi fatti e le tragedie della IIguerra mondiale.Vi lascio con l’ultima parola che il signor Varonha avuto per noi: Shalom! ■

ISTITUTO COMPRENSIVO “LEONARDO DA VINCI” Spazio autogestito

Avviso di convocazione assembleaÈ convocata, per il giorno 11 agosto 2006 alle ore 17.30, l’assemblea ordinaria dei Soci dell’As-sociazione culturale “Il Centro Storico” di San Felice Circeo.L’assemblea si terrà presso il teatro del Villaggio della Mercede (Colonia Elena).

ORDINE DEL GIORNOConsuntivo attività 2005/2006Dimissioni / nomina Presidente e DirettivoAttività 2006/2007Campagna Soci 2006/2007Varie (modifica statuto, ecc. )

Il presente comunicato vale come avviso di convocazione per tutti i Soci.L’assemblea è aperta anche ai cittadini simpatizzanti dell’Associazione.

Il PresidenteAlessandro Cresti

di Luca Lucenti

Una forte emozione

Due testimoni raccontano l’OlocaustoAbbiamo incontrato Enrico Modigliani e Josef Varon

Enrico Modigliani

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 10

Territorio

Sul precedente numero del nostro bimestraleabbiamo cercato di evidenziare la gravità delproblema erosivo delle coste europee ed ita-

liane, e di come l’Unione Europea stia cercando distudiare, monitorare e prevenire tale fenomeno. Vo-gliamo ora analizzare quali possono essere le causedel problema ed i rimedi a nostra disposizione.Le principali cause dell’erosione costiera possono es-sere ricondotte sia a fenomeni naturali (legate allanormale evoluzione del pianeta con cambiamenti cli-matici, variazione del livello del mare, ecc.) sia agli in-terventi dell’uomo sull’ambiente, a partire dalla ce-mentificazione degli argini dei corsi d’acqua che ha ri-dotto la capacità dei fiumi di trasportare sabbia eghiaia a valle (ciò ha costituito da sempre un apportofondamentale per il mantenimento del naturale equili-brio delle aree costiere, in particolare delle spiagge),dalla realizzazione dei porti che ha creato disequilibriosulle coste cambiando il fenomeno delle correnti, daidisboscamenti, dalla costruzione di dighe senza ade-guate Valutazioni di Impatto Ambientale, dalla realiz-zazione e dall’attività degli stabilimenti balneari, dallacostruzione di case lungo la costa.L’Osservatorio sull’erosione costiera per il recupero e lavalorizzazione dei litorali, a questo proposito, sottoli-nea come l’erosione marina non possa essere imputataai soli mutamenti climatici in atto, quindi a fenomeni ditipo naturale, e che questi siano spesso accentuati pro-prio dall’azione poco responsabile dell’uomo.In Italia, rispetto al resto d’Europa, il fenomeno ero-sivo è aggravato da un eccesso di urbanizzazione.Basti pensare che tra il 1975 e il 1990, nel nostropaese, si è costruito vicino alle coste più del doppiodi quanto si è fatto a livello europeo con insediamentiurbani che hanno occupato più del 25% delle areecostiere comprese tra 0 e 5 metri sul livello del marecontro una media UE del 12%.L’attività edilizia sulle coste rischia, tra l’altro, dicompromettere il ruolo ecologico delle spiagge e del-le dune. L’utilizzo degli arenili, soprattutto nelle zo-ne date in concessione per stabilimenti balneari, por-ta alla costante pulizia e al livellamento della battigiacon asportazione della vegetazione che contribuiscea stabilizzare la spiaggia e a conservare la biodiver-sità. Lo stesso discorso vale per le dune, il cui utiliz-zo, soprattutto come percorso per raggiungere laspiaggia, incide negativamente sullo stato della ve-getazione che stabilizza la duna stessa.Contro l’erosione costiera e la riduzione delle spiaggequalcosa si sta muovendo. Secondo la commissaria UEall’ambiente Margot Wallstrom, «per fermare l’erosioneoccorre una gestione sostenibile delle coste e unamessa in sicurezza delle nostre coste per proteggere icittadini dalla forza del mare, perché esse sono un im-portante habitat per molti animali e piante e perchéhanno un concreto peso economico. Le autorità nazio-nali, regionali e locali se ne devono fare carico, ed iprogetti di sviluppo lungo i fiumi e le coste marine de-vono essere esaminati attentamente anche per quantoriguarda gli effetti sulla linea di costa».I tecnici della Direzione Regionale Ambiente, dell’A-PAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per iServizi Tecnici) e dell’Ufficio Idrografico e Mareogra-fico, intervenuti in un recente convegno tenutosi

presso il Parco Nazionale del Circeo proprio sul temadell’erosione delle coste, hanno dichiarato: «In pri-mis, una vera tutela della costa non può essere stac-cata da una tutela dell’entroterra: meno lottizzazioni,meno aggressione delle falde acquifere, maggiorconcertazione tra i vari livelli d’interesse e di gover-no. In secondo luogo, avviare degli studi seri soste-nuti da politiche lungimiranti e da finanziamenti cali-brati per costruire una politica di conservazione dellecoste integrata per tutto il territorio regionale».Su questi argomenti è intervenuta spesso Legam-biente che considera frangiflutti, scogliere artificiali edighe strutture troppo rigide che trasferiscono il pro-blema nelle aree adiacenti senza risolverlo alla radi-ce. Il funzionamento di queste costruzioni è sempli-ce: fanno diminuire l’energia della corrente in modotale da far depositare il materiale trasportato sul fon-

do marino che emergerà e formerà una nuova spiag-gia. In questo modo, però, la corrente non spendel’energia per trasportare materiale, ma la usa per ero-dere i tratti di costa successiva.In molte zone, le autorità nazionali e regionali co-minciano a rendersi conto che è perfettamente inuti-le costruire barriere artificiali per arrestare l’erosionenaturale. In alcune località si è preferito optare peruna politica detta di “ritiro controllato” che consistenel ridurre gradualmente la presenza delle attivitàumane nelle zone costiere che potranno, in un pros-simo futuro, essere invase dal mare. Oppure si è op-tato per protezioni costiere “leggere” al posto di di-ghe e frangiflutti tradizionali. Questo perché i cosid-detti interventi in difesa della costa non hanno sorti-to gli effetti sperati e spesso, si sono rivelati danno-si per le aree contigue a quelle a rischio erosione eper i fondali innescando ulteriori dissesti.Un’ulteriore possibilità di contrasto al fenomeno ero-sivo, assolutamente naturale e che va ad aggiunger-si a quanto detto, consiste nel difendere i baluardiantierosione che madre natura ci offre, come le pra-terie di Posidonia che ricoprivano i nostri fondali finoa pochi anni fa. Una difesa che deve iniziare da unaseria limitazione della pesca a strascico.Riportiamo infine, nella tabella a margine, i dati relati-vi al tempo impiegato da alcuni oggetti di uso comuneper essere degradati per via microbica, ossia per ope-ra di batteri, nella speranza che ci si pensi bene primadi gettarli in modo spesso troppo disinvolto. ■

Associazione Culturale “Il Centro Storico”

Si comunica che, per quanti fossero interessati alle nostre iniziative, sono aperte le iscrizioniper il nuovo anno sociale 2006-2007. Per l’iscrizione telefonare al

n. 328.6110379, inviare un fax al n. 06.5198 5217o inviare una e-mail a: [email protected]

di Carlo Saverio Zanni

La combinazione di cause naturali ed umane può avere effetti anche devastanti

Erosione costiera. Cause e possibili rimediIl miglior rimedio consiste nell’attenuazione progressiva delle cause umane

Quanto i rifiuti gettati in mareimpiegano a degradarsi

Fazzoletto di carta 3 mesiMozzicone di sigaretta 1 - 5 anniBuste di plastica 10 - 20 anniLattine di alluminio 10 - 100 anniBottiglie di vetro 1000 anniBottiglie di plastica: non sono completamente bio-degradabili

Musica

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 11

Partecipo volentieri anche quest’anno alla fe-sta di chiusura della scuola Istituto Compren-sivo “L. da Vinci”, festa che prevede rappre-

sentazioni artistiche di vario tipo ad opera degli stes-si studentiIl tempo non è buono, a tratti piove e fa insolitamen-te molto freddo.Ciò nonostante i ragazzi si esibiscono secondo il pro-gramma e con impegno.Sono premiati i dipinti migliori delle diverse classi,suonano complessi di varie scuole, ci sono anche deibravi solisti fino ad arrivare a Davide Cicconi accom-pagnato, mentre sale sul palco, da un boato di calo-rosi applausi da parte dei suoi sostenitori.Appare a tutti questo giovane di soli 13 anni, alla vi-gilia degli esami di 3° media, visibilmente contraria-to dalla pioggia che può compromettere la sua ese-cuzione al pianoforte. Ma così non è perché si esibi-sce con disinvoltura nel “Grande valzer op. 42 di Cho-pin”, brano non certo elementare. E’ sicuro di sé, pa-drone dello strumento, sul quale scivolano senza dif-ficoltà e con perizia le sue dita. Alla fine uno scrosciodi applausi con brusio in platea per la sorpresa una-nime di trovarci di fronte ad un vero e proprio talen-to.Lo avvicino e gli chiedo il telefono per fissargli un ap-puntamento, voglio conoscere la sua storia, sono cu-rioso ed emozionato.Così ci incontriamo al centro storico il sabato succes-sivo, lui è accompagnato dal padre … e Davide iniziail racconto di sé, della sua famiglia e soprattutto del-la sua passione: la musica e il pianoforte.“Sono nato a Latina il 23 novembre 1992. Mia madresi chiama Lorena Adinolfi, mio padre Vincenzo Cicco-ni. Ho una sorella, Ilaria, di 19 anni. In casa mia so-rella ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di 10anni fino ai 15, poi ha lasciato, perché non avevapassione.Io, invece, ho iniziato con il flauto traverso, perchénon volevo che si creasse rivalità con mia sorella.Un mio zio è un grande appassionato di musica clas-sica ed io da piccolo andavo sempre da lui per ascol-tare i numerosi cd che aveva, anche perché né miopadre né mia madre sono appassionati di questo ge-nere.In casa sentivo per lo più musica moderna e ancoraoggi la sento perché la musica è quella che esprimesentimenti, moderna o classica che sia.Ho cominciato a studiare nella banda di San Felicecon il maestro Mauro Petrucci. Poi ho preso lezioni,sempre di flauto traverso, da una maestra a Roma,che si chiamava Virginia Battisti D’Amario, figlia delcelebre chitarrista Bruno Battisti D’Amario, perchémio zio era ed è ancora allievo di Bruno e mi consi-gliò di andare dalla figlia. Mentre prendevo lezioni diflauto avevo iniziato a suonare, o meglio a strimpel-lare il pianoforte di mia sorella, sapendo ormai leg-gere le note sui suoi spartiti. Il primo pezzo che hosuonato per intero senza prendere lezione è stato“Per Elisa” di Beethoven, perché allora mi affascina-va molto la musica di questo compositore.Quando in famiglia mi hanno sentito suonare il pezzoche avevo imparato da solo, decisero di portarmi a le-zione da una maestra di San Felice Circeo, e me lo

proposero, ma io non volevo andarci perché ero con-vinto di poter imparare da solo, poi ho capito che erainvece necessario.La prima lezione fu nel febbraio 2003 quando a scuo-la, in scienze, stavo studiando l’apparato digerente,in 5° elementare. Per ricordarmi l’inizio delle lezionidi pianoforte, associo sempre l’evento a questo stu-dio.La maestra mi insegnava con il consueto metodo cheseguiva anche con gli altri ragazzi, fino a quando nonle ho fatto sentire “Per Elisa”.Ero stato incoraggiato a suonare da Claudia Santarel-li, che è una pittrice lontana parente, che mi abitavadi fronte e si affacciava affascinata dal suono del miopianoforte.A dicembre 2003 primo saggio a San Felice, al CirceoPark Hotel, saggio che la maestra fa ogni due anni,quelli dispari.In seguito mia zia, Anna Adinolfi, propose a mia ma-dre di farmi tentare l’ammissione al Conservatorio diRoma. In casa scoppiò un putiferio, i pareri erano dis-cordi. Alla fine fu consigliato un maestro di Roma, Al-berto Casavecchia, dal quale andai per un anno emezzo, continuando sempre a seguire anche l’inse-gnante di San Felice.I due saggi con il maestro Casavecchia a Palazzo Bar-berini, sono stati due successi, nonostante qualcheerrore. Ad ottobre 2005 ho tentato l’esame al Con-servatorio di Santa Cecilia di Roma, superandolo con10/10, ottenendo così l’ammissione al 2° anno dipianoforte. Oggi frequento il terzo anno.Da tempo e ancora oggi studio con il maestro Fran-cesco Martucci del Conservatorio. Nel 2005 ho inco-minciato a comporre i primi pezzi.Nel febbraio 2006 la pittrice Claudia Santarelli ha in-vitato me e la mia famiglia ad una mostra di suoi qua-dri, dove sono rimasto così impressionato che subitoho composto dei pezzi per descrivere alcuni di questidipinti. Claudia ed io abbiamo una notevole affinitàartistica, lei la esprime nella pittura, io nella musica.

I pezzi per i quadri sono: Prigione, Sacrificio dell’ani-ma e Frazioni di donna. Vorrei fare con tutto ciò cheho scritto sui quadri, un libro da pubblicare con il ti-tolo “Percorso introspettivo”, come mi ha consigliatola stessa pittrice. Questo è il mio sogno principale.Ho scritto anche altri pezzi, tutte le volte che ho l’i-spirazione. All’esame di terza media ho portato pereducazione artistica “Prigione”, registrato in un cd.A settembre mi iscriverò al liceo classico di Latina.Contemporaneamente, già dal prossimo anno parteci-però a concorsi pianistici, perchè vorrei intraprende-re il lavoro di concertista e di compositore. Nella mu-sica ho uno stile e una personalità miei e basta, nonmi ispiro ad alcun grande musicista.Ringrazio tutta la mia famiglia per avermi sostenuto esono grato alla pittrice per avermi dato molte ispira-zioni.”Dopo il racconto di Davide mi convinco che questoragazzo sia un predestinato al mondo della musica.La sua strada è quella, ce l’ha portato il pianofortedella sorella, ma se questo non ci fosse stato, avreb-be avuto comunque un’altra occasione o un altromotivo, che lo avrebbero guidato nella stessa dire-zione. L’Associazione “il Centro storico” si adopere-rà per creare situazioni che facciano conoscere que-sto talento. ■

Davide Cicconi

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Delibere di Giunta ComunaleN Data Oggetto103 12/05/06 Costituzione in giudizio atto di citazione sigg. Negri Mario e Cestra Gianni/Co-

mune di San Felice Circeo. Nomina legale – Prelievo dal fondo di riserva (avv. F.Altieri € 4284,00)

104 24/05/06 Guida del Mare Le più belle località italiane. Adesione (€ 2040,00)105 “ Ricorso in forma di lavoro interinale per reperimento di n. 5 istruttori contabili

specialisti per mesi tre (costo non precisato)106 “ Istituzione servizio bus-navette gratuito 2006 Europa Viaggi107 “ Propaganda elettorale Referendum 2006. Delimitazione spazi108 “ Autorizzazione e patrocinio trenino da diletto come servizio turistico al sig. Pe-

trucci Vincenzo109 “ Revoca delibera G.M. n. 97/06 e approvazione progetto definitivo 1° stralcio la-

vori di realizzazione palestra polifunzionale a servizio del plesso scolastico diBorgo Montenero

110 “ Pagamento somme avv. Perrino a seguito di D.I. nn. 212-234-232/2006-Prelie-vo dal fondo di riserva (€ 19.076,04)

111 “ Legge Regionale n. 42/97. Richiesta contributi (€ 16.800,00 per la Biblioteca)112 “ Rettifica atto deliberativo n. 92/06113 “ Patrocinio morale raduno auto d’epoca porto turistico114 “ Nomina giuria XVIII edizione premio “La Cultura del Mare”115 “ Approvazione calendario manifestazioni Estate 2006 (€ 24.000,00) 116 “ L. R. 29/92 Diritto allo studio; piano di interventi a.s. 2006/07117 07/06/06 Referendum del 25 e 26 giugno 2006. Assegnazione spazi propaganda indiretta118 “ Bando di concorso per rilascio autorizzazioni esercizio di trasporto non di linea

mediante servizio di noleggio con conducente119 “ Contributo per Piano Offerta Formativa a.s. 2006/07 (€ 1.500,00)120 “ Interventi urgenti per riduzione del rischio idrogeologico in via del Sole – via del

Faro. Approvazione progetto preliminare121 “ Esame ed approvazione Piano Esecutivo di Gestione esercizio 2006 – Risorse fi-

nanziarie122 “ Lavori di completamento bonifica dissesti in località Vigna La Corte. Approvazio-

ne perizia suppletiva e di variante123 “ Tirocinio in tecnico aziendale gestione sicurezza ambiente, salute. Autorizzazio-

ne allo svolgimento124 “ Progetto agevolazioni I.C.I. per categorie svantaggiate anno 2007. Adesione ini-

ziativa Provincia di Latina125 09/06/06 Ampliamento autorizzazione circolazione trenino da diletto126 14/06/06 Adesione all’associazione in A.T.S. per la presentazione di un progetto obietti-

vo sul turismo 127 “ Patrocinio morale e concessione suolo pubblico spettacolo musicale “Bar della

piazza”128 “ Patrocinio morale spettacolo auto moto acrobatiche “Motor Show”129 22/06/06 Concerto jazz Anthony Weller, patrocinio e pubblicità (€ 100,00)130 “ Referendum del 25 e 26 giugno 2006 – Assegnazione spazi propaganda diret-ta131 “ Approvazione potenziamento servizi minimi T.P.L.132 “ Legge Regionale n. 11/2004 art. 19 – Pubblica illuminazione – Richiesta con-

tributo

133 “ Legge Regionale n. 27/98. Richiesta finanziamento isole ecologiche per raccol-ta differenziata rifiuti solidi urbani

134 “ Legge Regionale n. 48/90. Richiesta finanziamenti regionali rete fognante135 “ Legge Regionale n, 12/81 Edilizia Scolastica. Richiesta Finanziamento messa in

sicurezza edifici scolastici136 “ Organizzazione manifestazione “Benvenuta Estate-Notte bianca al Circeo” (€

22.000,00 di cui 15.000,00 dalla Regione Lazio, 5000,00 dalla Coop. Circeo 1°e 2000,00 dalla CCop. Balneari)

137 “ Approvazione criteri di formazione e valutazione per l’ammissibilità dei pro-grammi integrati ai sensi della Legge Regionale 22/97

138 “ Costituzione in giudizio ricorso c/o T.R.A.P. presso Corte d’Appello di Roma pro-mosso dal sig Valesi Vittorino. Nomina legale. Prelievo dal fondo di riserva (avv.P. Onorati € 7.010,84)

139 “ Legge Regionale n. 9/05 – Palazzo Municipale. Lavori di completamento e re-stauro e di messa in sicurezza uffici comunali

140 “ Legge Regionale n. 72/80 – Richiesta finanziamenti regionali marciapiedi via Sa-baudia

141 “ Legge Regionale n. 13/90 – Richiesta finanziamento pista ciclabile di collega-mento Mezzomonte-via Sabaudia

142 “ Attuazione progetto “Centro Diurno per minori” 6-12 anni L. 328 – A.S. 2006/7(assistenza didattica e ludica post-scolastica comprensiva di servizio mensa etrasporto per 20 ragazzi dando priorità a coloro che sono “in situazioni di dis-agio”; costo € 83.000,00 di cui 56.492,50 a carico della Regione Lazio e26.507,50 a carico del Comune)

143 “ Avvio progetto inserimento e reinserimento socio-lavorativo – area contrasto al-la povertà. L. 328/2000 (costo € 127.005,48 di cui € 83.594,41 finanziatodalla Regione Lazio e € 43.411,07 a carico del Comune)

144 “ Patrocinio alla mostra collettiva di pittura Antonio Farina ed altri145 29/06/06 Conferma mandato per la difesa dell’Ente – Causa TAR del LAzio Capponi Nando

/ Comune di San Felice Circeo146 “ Patrocinio all’associazione A.R.L.I. – Campagna di informazione sulle leucemie

infantili147 “ Patrocinio alla Coop. LAUTARI per campagna di informazione su “Droga e AIDS”148 “ Personale di pittura di Antonio Federici. Concessione patrocinio149 “ Manifestazioni organizzate dall’Associazione Pro Loco. Patrocinio morale150 “ Richiesta finanziamento alla Provincia di Latina ai sensi della Legge Regionale n.

15/02151 “ Assunzione n 4 vigili a tempo determinato per mesi due (€ 19.200,00)152 “ Benvenuta estate. Notte bianca al Circeo. Ulteriori disposizioni.153 “ Istituzione parcheggio a pagamento area sedime scuole Centro Storico154 “ Modifica delibera n. 106/2006155 “ Affidamento incarico alla ditta Coccia Edoardo per servizi vari Cimitero Borgo

Montenero (€ 2.880,00 periodo Luglio- Dicembre 2006)

Delibere Consiglio ComunaleN Data Oggetto42 01/06/06 Ricorrenza del 60° anniversario della Repubblica. Battesimo civico

Foto pervenute

Via Calipso - è l’inizio di un abuso?Piazzale Lido - Scene da terzo mondo

di Angelo Guattari

Un lungo percorso di vita

Vincenzo Capponi “la Guardia”

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 13

Personaggi Tipici - Oroscopo

Ha compiuto 90 anni il 22 luglio 2006 VincenzoCapponi detto la Guardia, soprannome che gli de-

riva dall’aver fatto il Vigile Comunale (la Guardia, come sidiceva).Era abitudine, quando a San Felice le varie famiglie ave-vano quasi tutte lo stesso cognome (Capponi, Calisi, Mar-zella e pochi altri) affibbiare alle persone e in particolareai capostipiti di famiglie numerose, un soprannome in ba-se ad un suo elemento di facile identificazione (l’aspet-to, un vizio, un difetto, un vezzo ecc.).Per Vincenzo, di indole mite e socievole, senza particola-ri abitudini, fu naturale identificarlo con il mestiere, chenon creava confusione perché all’epoca le “Guardie” co-munali erano solo due.Per un certo tempo il soprannome è stato appannaggioanche di uno dei suoi figlioli che, anziché, come d’uso,essere indicato come Antonio figlio di Vincenzo la Guar-dia veniva abbreviato nel diminutivo Antonio la Guardia-nella.Sposato con Antonia Ceccarelli nel 1939, Vincenzo è pa-dre di cinque figli (3 femmine e 2 maschi) fatti quando ibimbi erano accolti come una benedizione e non comebocche da sfamare, anche se all’epoca la vita era dura datirare avanti.Adesso Vincenzo ha il privilegio di avere anche 11 nipo-

ti e 13 pronipoti, co-me dire buon sanguenon mente. Una famiglia così va-sta deve essere digrande consolazioneper Vincenzo, rima-sto orfano di madre asoli 3 anni e di padrea 13 anni, con un fu-turo incerto e difficileda affrontare in per-fetta solitudine.Non gli è stato rispar-miato neanche ilfronte russo, dove èstato spedito il 20 lu-

glio 1941 e dal quale è tornato nel 1942 con la mano si-nistra congelata, per essere ricoverato all’ospedale di Ri-mini.L’invalidità gli procurava il congedo anticipato nel luglio1942.Dopo aver fatto diversi lavori, nel 1946 fu assunto comeVigile al Comune di San Felice Circeo con misera paga,ma almeno sicura, che consentiva di sopravvivere allagrave crisi post bellica.

Oltre al normale lavoro di vigilanza ha svolto il ruolo dimesso di conciliazione e di esattore della Imposta di Sog-giorno, fin quando è stata abolita.E’ andato in pensione il primo novembre 1971, e da al-lora è vissuto sempre accanto alla moglie, concedendosisolo poche occasioni di uscita, prevalentemente per farevisita ai figli.Da circa otto anni il diabete lo ha reso cieco, ed ha ac-cettato questo nuovo calvario con la solita rassegnazio-ne, dispiaciuto forse più per essere di peso ai figli cheper la malattia stessa.Nonostante questo, continua a pensare alla vita come undono, consideranno ogni giorno che viene come un altrogiorno regalatogli, e per non rinunciare alle passeggiatequotidiane ha steso un filo di ferro lungo tutto il perime-tro dello spazio antistante l’abitazione, e da questo si la-scia guidare per sgranchirsi le gambe senza dipendereda nessuno.L’ultimo dispiacere l’ha avuto nel 2004, quando è mortala moglie dopo lunga malattia, ma è rimasto circondatodall’affetto dei figli e delle loro famiglie, che in occasio-ne del 90° compleanno lo hanno festeggiato con parti-colare calore, strappandogli qualche lacrima di commo-zione, e dandogli l’occasione per ricordare quanto ha se-minato nella vita e quanto ha raccolto. ■

Oroscopo di Agosto 2006 di AldebaranAriete

dal 21/3 al 20/4

Qualche difficoltà nei rapporti di lavo-ro: non preoccupatevi, sono soltantomalintesi che possono essere chiariti.In verità siete un po’ nervosi anchecon le persone che amate e che viamano. Sforzatevi ad essere sereni.

Torodal 21/4 al 20/5

Nonostante Marte sia in aspetto favo-revole, siete un po’ tesi. Nel lavorocercate di lasciare spazio anche aglialtri. Avete bisogno di rilassarvi. Inamore potete contare sulla compren-sione di chi vi ama.

Gemellidal 21/5 al 21/6

Si prevede un mese all’insegna dellaserenità, ma a voi non basta vero?Avete, forse, aspirazioni più ambizio-se. Cercate di non essere incontentabi-li: avete raggiunto già molto. L’amoreaccanto a voi è dolce e sereno.

Cancrodal 22/6 al 22/7

Venere e Giove vi trasmettono deside-rio d’amore e voglia di divertirvi e allo-ra … coraggio, è il momento giusto.Mettetevi in luce e otterrete le soddi-sfazioni che meritate!

Leonedal 23/7 al 22/8

Saturno vi sostiene nei progetti e nel-le iniziative a lungo termine. AncheMercurio vi aiuterà a creare situazionifavorevoli per la valorizzazione delleidee. Mese importante per gli innamo-rati.

Verginedal 23/8 al 22/9

Ottimi influssi planetari sulla sfera deivostri interessi, ma, al momento, nonassumete altre responsabilità. In amo-re dovete decidere cosa desiderateper la vostra vita sentimentale.

Bilanciadal 23/9 al 23/10

Nel lavoro potete verificare da soli chele cose stanno andando bene. Le stel-le vi invitano all’armonia. In amore èun periodo di serenità e di disponibili-tà.

Scorpionedal 24/10 al 22/11

Gli astri vi stimolano a svolgere conmaggiore metodo la vostra attività: invista ci sono grandi soddisfazioni. Lasituazione sentimentale potrebbe ave-re una svolta a sorpresa. Favoriti iviaggi e gli incontri con gli amici.

Sagittariodal 23/11 al 21/12

Buon andamento economico e vantag-gi provenienti dagli immobili e dagliaffari in generale. Previsti viaggi di la-voro. In amore: state vicini alla perso-na che vi ama. Salute: non fate inutilidiete.

Capricornodal 22/12 al 20/1

In questo momento, Mercurio e Vene-re, sono dissonanti, ma nella secondametà del mese vi aiuteranno a ritrova-re la totale fiducia in voi stessi e quin-di sia in amore che nel lavoro ritorne-rà il sole della serenità.

Acquariodal 21/1 al 19/2

Le questioni pratiche richiederanno lavostra massima attenzione, poiché Sa-turno vi sta ostacolando e rallentandoi vostri risultati. Non insistete … ripo-satevi con una vacanza. In futuro nonmancheranno ottime occasioni.

Pescidal 20/2 al 20/3

Venere e Marte vi regalano amore epassione. E’ il momento di pensare al-le vacanze. Fate il possibile affinchésiano belle e divertenti. Le decisioniimportanti le prenderete il prossimomese.

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 14

SPORT Calcio/Atletica leggera

Dopo una logorante attesa, durata per l’inte-ro mese di giugno, nella quale la dirigenzadella società sanfeliciana, ha vissuto con

sentimenti opposti e contrastanti le notizie che vede-vano la Nuova Circe rimbalzare tra la “Promozione” ela Prima Categoria”, si è arrivati alla fine di questosnervante tourbillon d’informazioni non sempre veri-tiere.Per la Circe ci sarà il campionato di Prima Categoria,perché il tentativo di acquisire il titolo del Priverno,che avrebbe regalato al sodalizio rossoblu un altrocampionato in Promozione è fallito. Ora le speranzedi disputare un altro campionato di Promozione sonoridotte al lumicino e sono legate all’eventualità moltoremota di un ripescaggio, che dipende da una gra-duatoria di merito, che vede la Nuova Circe lontanadai primi posti. In ogni caso, i ripescaggi saranno co-municati non prima della fine di luglio.Nel frattempo, non si è ancora spento l’eco per unaretrocessione che poteva e doveva essere evitata, ecertamente i tanti problemi che ci sono stati a livellodirigenziale dopo una stagione così fallimentare, nonhanno permesso di pianificare nei tempi giusti ilprossimo campionato.E’ stridente osservare l’Italia che, appena laureataCampione del mondo, ci ha regalato una gioia im-mensa, mentre questa Circe si è persa nei meandri dipiccole ed inutili schermaglie che sicuramente nonhanno giovato e anzi, ma spero vivamente di sba-gliarmi, potrebbero avere degli strascichi pesanti du-rante la prossima stagione agonistica.La speranza è quella che il gruppo dirigente che avràl’onore ma soprattutto l’onere di traghettare la socie-tà sanfeliciana nel prossimo campionato, pur senza la

pretesa che abbia una“folgorazione” comequella di “San Paolosulla via di Damasco”,apra gli occhi e pren-da coscienza della si-tuazione, perché oggipiù che mai, è oppor-tuna una riflessioneper capire quali sonostati gli errori com-messi nell’ultima sta-gione.E’ necessario, a mioavviso, un confrontoschietto e sincero tratutti i soci, ma soprat-tutto ritengo prioritarioin appresso, il rispettodei ruoli senza che ci siano ingerenze nell’operato al-trui. In particolare, penso che durante l’allenamento, ilmister deve essere messo in condizione di lavorare se-renamente perché sul campo di gioco si deve coltivarela “cultura del lavoro” ed anche perché certe inutili“cassandre” che ho avuto modo di sentire, servono sol-tanto a creare tensione.Nel frattempo, in occasione della riunione del 13 lu-glio, al fine di garantire l’iscrizione della Nuova Circeal prossimo campionato, viste le dimissioni di Gio-vanni Ciampa, la carica di Presidente è stata rilevatada Filippo Senesi che avrà l’arduo compito di dare ilvia alla programmazione della stagione, dovendo fa-re i conti con un budget economico molto ridotto.In ogni caso, nell’attesa del nuovo Consiglio Direttivo

con il quale saranno assegnate le cariche, diamo percerto il ritorno di mister Ceccarelli sulla panchina sanfe-liciana, il quale, dovrà fare di necessità virtù, lavorandocon il materiale umano che gli verrà messo a disposi-zione, fermo restando la necessità di operare per lascelta di calciatori dal basso profilo economico.E’ doveroso ricordare, che la Nuova Circe ha avuto ilpiacere di dare il giovane Roberto Rossi alla Lazio, ilquale d’ora in avanti avrà una vetrina importante nel-la Primavera della società capitolina per provare aspiccare il volo nel professionismo. Nell’attesa ditempi migliori, d’imprenditori seri ed appassionatiche abbiano voglia di aiutare il sodalizio sanfeliciano,per la Circe si profila una stagione ricca d’incognite.

La società d’atletica, guidata in modo sapiente dal Presi-dente Gino Baratta, continua a crescere ed oggi i nume-ri parlano a favore di un gruppo di persone, che con dis-

crezione e con grande amore per la realtà delle “corse su strada”, sta racco-gliendo le prime soddisfazioni.In effetti, dal momento della nascita della società, avvenuta quasi cinque annifa, il numero degli affiliati è cresciuto considerevolmente ed oggi può contaresulla presenza di tredici atleti. Al gruppo storico della società formato da GinoBaratta, Rossano Di Prospero, Luigi Mirabella, Graziano Faiola, Luciano Esposi-to ed il fratello Carlo, Tommaso Di Chiara ed il sottoscritto, si sono aggiunti ilprofessor Mario Tieghi, Fabio Frezza, Alessio Baratta e per ora, unica rappre-sentante del “ gentil sesso”, Filomena Pisterzi.In particolare, da un po’ di tempo a questa parte, si è messo in luce il “figliolprodigo” del Presidente, vale a dire Alessio Baratta, il quale a suon di risultatisi sta ritagliando uno spazio importante nell’ambito della realtà amatoriale del-la nostra provincia.Per la società podistica sanfeliciana, l’attività fisica, nella fattispecie “la corsasu strada”, rappresenta la sintesi di tanti momenti vissuti insieme, nella nostra

sede sociale, gli incontri al bar per commentare l’allenamento giornaliero o lagara della domenica precedente, le trasferte a volte un po’ lunghe come in oc-casione della Roma – Ostia, momenti piacevoli, spensierati e goliardici checreano lo spirito di squadra.Il sogno, neanche tanto velato dell’Atletica Eéa Circeo sarebbe quello di orga-nizzare per il prossimo anno, una gara di corsa nello scenario reso unico dallanatura circostante che possa coinvolgere, eventualmente, la vicina Sabaudiaper una sorta di “gemellaggio podistico” tra i due centri turistici.L’idea, piuttosto ambiziosa, sarebbe inserita a ridosso delle “classiche” di primave-ra, come la Roma – Ostia, la Maratona di Roma, la Maratona di Napoli e le maratoneestere più prestigiose come Londra, Parigi e Berlino e rappresenterebbe per molti untest molto provante per constatare il livello di preparazione raggiunto.Per ora, si tratta soltanto di un’idea accattivante che si trova ancora in una fa-se embrionale e le cui difficoltà organizzative, di quantificazione delle spese edi tipo logistico sono ancora tutte da analizzare, però siamo tutti convinti chese prendesse piede una manifestazione agonistica di questa portata, ci po-trebbe essere un ritorno d’immagine non indifferente per San Felice Circeo echiaramente, per l’Atletica Eéa Circeo. ■

di Tommaso Prospero

Calcio

La nuova Circe ad un bivioGiocherà nel Campionato di Prima Categoria

Atletica leggera

L’atletica “Eéa Circeo” in continua crescita

Mancini, Benetti, Calisi, Rossi

Lo spazio della città

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 15

Note di copertina - Roma, 1° ottobre 1975. Dopol’allarme lanciato da alcuni abitanti della zona,una pattuglia dei carabinieri accorre in viale Po-

la, in un elegante quartiere della capitale. All’alba, dal portabagagli diuna Fiat 127 viene estratta, seminuda e ferita, Donatella Colasanti. Ac-canto a lei, avvolto in una busta di plastica, il corpo senza vita dell’a-mica Rosaria Lopez. Le due ragazze, scomparse da casa trentasei oreprima, sono state violentate e torturate per un giorno intero in una vil-la del Circeo. La testimonianza di Donatella inchioda i colpevoli: sono Angelo Izzo, GianniGuido e Andrea Ghira, tre giovani neofascisti della Roma bene. I tre vengono condannatiall’ergastolo, ma Ghira fa perdere subito le proprie tracce e non sarà mai catturato. Perquasi trent’anni, questa terribile storia sbiadisce nel tempo. Fino a quando, il 30 aprile2005, i cadaveri di due donne, madre e figlia, vengono trovati sepolti nel cortile di un ca-solare vicino a Campobasso. A uccidere è stato ancora una volta Angelo Izzo, cui era sta-ta concessa la semilibertà. Ma a riportare alla memoria il massacro del Circeo è un’inchie-sta condotta da Federica Sciarelli e Giuseppe Rinaldi, che riapre clamorosamente il “casoGhira”. Chi e come ha organizzato la sua fuga? E dove si nasconde? Le nuove indagini por-tano alla luce una verità sorprendente: alcuni mesi dopo il delitto, Ghira si era arruolatonella legione straniera spagnola, poi era stato congedato ed era morto nel 1994 a Melil-la, in territorio spagnolo, dove è sepolto sotto falso nome. Con l’aiuto di una ricchissimadocumentazione di prima mano, Federica Sciarelli ricostruisce la storia degli aguzzini delCirceo, dalle violenze che precedettero il massacro alle evasioni e al ritorno in carcere diGuido e Izzo, dal “pentimento” di quest’ultimo al suo recente duplice omicidio, fino allasparizione di Ghira e alle robuste protezioni che gli hanno consentito una latitanza duratadecenni. Un libro da cui emergono i particolari agghiaccianti e i risvolti inediti di uno deipiù orribili delitti della storia italiana, ma anche la follia criminale di una stagione insan-guinata della vita politica e civile del nostro Paese. ■

ORA LEGALEdi Antonio Di Salvo

Occhio ai punti della patenteSono giunte in redazione numerose richieste di chiarimento in ordine alle cd. sanzioni amministrative ed,in particolare, circa la decurtazione dei punti dalla patente in caso di infrazione nei confronti di trasgres-sore non identificato al momento dell’infrazione. Proviamo, quindi, a fare un po’ di chiarezza. Molti ricor-

deranno che nell’immediatezza dell’entrata in vigore delle modifiche al CdS, il Legislatore aveva previsto – in caso di in-frazione commessa da un soggetto non identificato – la decurtazione del relativo punteggio in capo al proprietario del vei-colo. La Corte Costituzionale ha, però, ritenuto l’incostituzionalità della previsione normativa sancendo il principio in forzadel quale la decurtazione dei punti della patente può essere applicata solamente nei confronti del soggetto identificatoquale effettivo trasgressore. Nella nuova situazione creata dal Giudice delle Leggi, il Legislatore ha quindi introdotto l’art. 180 C.d.S., comma 8, ai sen-si del quale <<… 8. Chiunque senza giustificato motivo non ottempera all’invito dell’autorità di presentarsi, entro il ter-mine stabilito nell’invito medesimo, ad uffici di polizia per fornire informazioni o esibire documenti ai fini dell’accertamen-to delle violazioni amministrative previste dal presente codice, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento diuna somma da Euro 357 a Euro 1.433 . Alla violazione di cui al presente comma consegue l’applicazione, da parte del-l’ufficio dal quale dipende l’organo accertatore, della sanzione prevista per la mancanza del documento da presentare, condecorrenza dei termini per la notificazione dal giorno successivo a quello stabilito per la presentazione dei documenti ...>>Attualmente, quindi, la normativa prevede che il proprietario del veicolo trasgressore – entro trenta giorni dalla notifica delverbale di accertamento – deve comunicare all’Autorità competente le generalità del conducente responsabile; in difetto,si badi bene, non v’è la decurtazione dei punti della patente in capo al proprietario, bensì l’irrogazione di un’altra sanzio-ne pecuniaria del pagamento da Euro 357 a Euro 1.433 (art. 180, comma 8 CdS). In altre parole, quindi, i punti sono sal-vi ma il portafoglio …!Il GdP di Asola con ordinanza del 23.02.2006 n. 185 ha sollevato la questione di legittimità costituzionale alla Corte Co-stituzionale perché <<… in tema di circolazione stradale, è rilevante e non manifestatamene infondata la questione dilegittimità costituzionale dell’art. 126 bis comma 2 del CdS, sollevata in riferimento agli artt. 3 e 24 della Costituzione, nel-la parte in cui prevede che se non si comunichino all’autorità procedente le informazioni sul conducente, in caso di man-cata identificazione dello stesso, la segnalazione debba essere effettuata nei confronti del proprietario del veicolo; non-ché laddove prevede, in caso di omessa comunicazione delle generalità del trasgressore, l’applicazione della sanzione pre-vista dall’art. 180, comma 8, del CdS …>> (cfr. Il Merito, luglio/agosto 2006, 37). Al momento, quindi, non resta che at-tendere il pronunciamento della Corte Costituzione sul punto. ■

ANGOLO DELLA POESIA

Zuppa di pesce

Ingredienti:

(per 4 persone)kg. 1,500 di pesce da zuppa3 cipolle medie2 spicchi di aglioun chilo di pelatiun mazzetto di prezzemoloalloroacqua

Fate appassire in 4 cucchiai di olio lecipolle mondate e affettate, l’aglio el’alloro. Aggiungete un polipo a pezzi e

2 seppietagliate astriscioline.Lasciate cuo-cere su fuoco dolcissimo per 30 minu-ti, aggiungete i pelati e lasciate cuo-cere per altri 20 minuti. Unite un litro emezzo d’acqua e lasciate sul fuoco an-cora per un’ora. Nel frattempo affettateil pane raffermo molto sottile e ponete-lo in una capiente zuppiera. Iniziatecon la cottura del pesce, partendo daipiù grandi e terminando con “pannoc-chie” o simili. Versate il tutto nellazuppiera, coprite, lasciate riposare per5 minuti e servite. ■

da “LA VISCOTTARicette di San Felice Circeo”

di Angela Bassani

Sussurro nell’oscuritàdi Donatella Colasanti

Sussurronell’oscuritàmi richiamae mi portanella notteche veglia per mee cancella quel realee cancella una datavivere nel nullacostruendogiorno dopo giornosenza una fissitàMa i contorni dell’anima dove sono?Dove fuggono?Dove si nascondono?Un respirocerca di durarenel tempocancellal’ultimo battitoma il respirorimanedistraendo nellamortema doveavviene?

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TRE BRAVI RAGAZZI

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di ALESSIA BRAVO

di Federica Sciarelli e Giuseppe Rinaldi

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IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 16

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Compleanni

2 Agosto. Auguri Astrid, con amore, Pino.

5 Agosto. A mio marito Nando, tanti auguri di Buon Compleanno accompagnati da tanti baci,

Mena.

Buon Compleanno il 5 Agosto a Gianmaria, dagli amici del Borgo.

Un augurio da tutta la famiglia il 6 Agosto ad Amelia Marin.

8 Agosto. Tanti auguri a Sabatino dalla troupe Angri.

11 Agosto. Al nostro campione Samuele, Tanti Auguri di buon compleanno da mamma, papà

e Chiara.

Buon Compleanno l’11 Agosto al pezzo grosso di casa Tognoni , Samuele, dalla nonna Anna.

Cesare Ferracci il 13 Agosto compie gli anni. Tanti Auguri dalla suocera.

18 Agosto. E’ stata una bella sudata ma ne valeva la pena. Tanti Auguri a mia figlia Assunta

Tognoni per il suo compleanno.

A Giannina Monetti Tanti Auguri di Buon Compleanno l’11 Settembre dalla sorella Amelia.

Elisa Rizzardi il 21 Settembre compie gli anni. Tanti Auguri da Giordana.

22 Settembre. Buon Compleanno a Ciammaruconi Fernando dalle tre nipotine Federica, Bea-

trice e Gloria.

Un grande augurio di compleanno il 27 Settembre a mia zia Anna Tognoni da Gianna.

Felice compleanno ad Anna Tognoni dalla famiglia.

Matrimonio10 Settembre. Alla prossima sposina Gior-gia, un augurio particolare dalla mammache non riesce a dirlo a parole ..ma solocon il cuore.

InaugurazioneUn augurio sincero a Silvia Puttini per l’ini-zio della sua attività nel nuovo locale diestetica a Borgo Montenero.

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senza, personale e professionale, gli ha dedicato, in-sieme al fratello Clemente, la piazzetta antistante laChiesa in centro storico.Insignito di prestigiose onorificenze, ne ricordo qui leprincipali: Cavaliere di Gran Croce al merito della Repub-blica, Cittadino onorario di New York, Accademico del-l’Accademia Nazionale del Disegno, Accademico dellaPontificia Accademia Artistica dei Virtuosi del Pantheon.Michele Busiri Vici amava vivere semplicemente, im-prontando il suo percorso terreno al senso del dovere,alle regole dettate dall’etica morale e professionale.Lo pervadeva un entusiasmo inusuale in un’epocaprevalentemente targata dai disvalori del cinismo,dell’arroganza, della volgarità.La sua fede, il suo senso della famiglia e l’amore perle cose belle, ne hanno fortemente contrassegnatomodi e forme di vita.Ci ha lasciati, serenamente, nel febbraio del 1981. ■

segue dalla pag. 2

Michele Busiri Vici

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