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• Nuova serie - Anno 19 - Numero 183 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 3 Agosto 2010 SCIENZA L’Alzheimer si può battere studiando Perego a pag. 10 NUOVE STRATEGIE Le marche aggirano i supermercati Perego a pag. 11 AMBIENTE Una pulce hi-tech per salvare le api Iovine a pag. 11 9 771120 606007 00803 QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it Il Tg di ItaliaOggi Per vedere il Tg di ItaliaOggi leggi il codice QR con il tuo cellulare. Info su: www.italiaoggi.it/QRcode Internet - Agcom chiede un alert per informare gli uten- ti quando i costi salgono Cerisano a pag. 19 Immobiliare - Dai Fondi uno screening del patrimo- nio. Da chiudere entro sei mesi Vedana a pag. 20 Manovra - Nella black list antiriciclaggio finiranno an- che Svizzera e Panama Bartelli a pag. 21 Documenti/1 - Il testo del- la manovra correttiva Documenti/2 - Fondi im- mobiliari, il provvedimento Bankitalia-Consob Documenti/3 - Inter- net mobile, le indica- zioni Agcom Documenti/4 - Credito al consumo, lo schema di decreto www.italiaoggi.it È scattato il 31 luglio l’aumento del 10% del contributo unificato che deve essere pagato da chi presenta ricorso al giudice di pace contro una multa stra- dale. È l’effetto dell’entrata in vigore della manovra correttiva. Intanto dal ministero del lavoro arriva una stretta sulla guida di notte per gli autotraspor- tatori, che potrà avvenire al massimo per quattro ore consecutive, se l’attività di lavoro complessiva supera le dieci ore nell’arco di una giornata. E la sanzione, a carico dei datori di lavoro, sarà rife- rita a ogni dipendente interessato e a ciascuna violazione rilevata. Il via libera nel prossimo consiglio dei ministri. Diecimila gli insegnanti, 3 mila gli ausiliari tecnici Scuola, 13 mila nuovi assunti Le ferie d’agosto potrebbero portar bene a 10 mila insegnanti e 3 mila segretari e bidelli: il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, dovrebbe ottenere al prossimo consiglio dei ministri, sal- vo sorprese dell’ultima ora, l’autorizzazione ad assumere a tempo indeterminato con il nuovo anno scolastico 13 mila nuovi dipen- denti. La richiesta iniziale di 26 mila assunzioni sarebbe stata dimezzata dal Tesoro. Il boom di immissioni dovrebbe toccare alla Lombardia, a stecchetto le regioni del Sud che devono scontare il numero record di docenti soprannumerari. Ricciardi a pag. 29 Do n D C l Silvio Berlusconi è un masochi- sta. A chi gli dà uno schiaffo, porge sempre l’altra guancia. Magari per pentirsene. Ma poi, appena l’alone della sberla si attenua, soffrendo di coazione a ripetere, Berlusconi si ripresenta per prendere un’al- tra sberla. Veltroni, per esempio, ha scritto sull’Unità che il mostro che si aggira nel nostro paese è solo uno: Silvio Berlusconi, che sareb- be colpevole anche delle stragi in Ruanda se queste non fossero co- minciate prima che lui diventasse premier. E Berlusconi che fa? Gli assume il nipote (figlio del fratello di Walter) come capo della Divi- sione Digital di Mediaset. Chissà che ruolo sta meditando di offrire a Massimo Tartaglia, il lancia- tore del Duomo. DIRITTO & ROVESCIO LEGGE FINANZIARIA San Marino approva la sua stangata fiscale Frontoni a pag. 25 IL Giornale dei professionisti * * * Multe, ricorsi più cari Il contributo unificato per andare dal giudice di pace aumenta del 10%. Stretta sulla guida notturna: massimo 4 ore per i camionisti servizi alle pagine 22 e 27 PROFUMO D’ORIENTE Unicredit vuole aprire una banca in Cina Ma si scontra con il protezionismo Luciano a pag. 9 l d D l l 3 l l l I lingotti di Mario Draghi sono arrivati a toccare gli 80 miliardi di euro. A tanto ammontano le riserve auree della Banca d’Italia, che in soli due mesi hanno visto in- crementare il loro valore di 10 miliardi. Il dato si riferi- sce all’aggiornamento valido al 30 giugno scorso. L’impen- nata è di 20 miliardi rispetto alla quotazione di fine 2009 (60,4 miliardi). A contribui- re al trend l’incredibile corsa del prezzo dell’oro. Su queste plusvalenze l’anno scorso il ministro dell’economia, Tre- monti, aveva tentato di in- trodurre una golden tax del 6%, poi bloccata dalla Bce. Sansonetti a pag. 8 La corsa all’oro arricchisce Draghi Riserve da 60 a 80 mld in sette mesi h c u b R m p a d s c a t DIFFUSIONI L’Unità crolla a -22% Arretra anche Avvenire Plazzotta a pag. 17 e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELLA SCUOLA da pag. 29 d p 2 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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• Nuova serie - Anno 19 - Numero 183 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 3 Agosto 2010 •

SCIENZAL’Alzheimer si può battere studiandoPerego a pag. 10

NUOVE STRATEGIELe marche aggirano i supermercatiPerego a pag. 11

AMBIENTEUna pulce hi-tech per salvare le apiIovine a pag. 11

9771120606007

00803

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

Il Tg di ItaliaOggiPer vedereil Tg di ItaliaOggi leggi il codice QR con il tuo cellulare. Info su:

www.italiaoggi.it/QRcode

Internet - Agcom chiede un alert per informare gli uten-ti quando i costi salgono

Cerisano a pag. 19

Immobiliare - Dai Fondi uno screening del patrimo-nio. Da chiudere entro sei mesi

Vedana a pag. 20

M a n ov ra - Nella black list antiriciclaggio finiranno an-

che Svizzera e PanamaBartelli a pag. 21

Documenti/1 - Il testo del-la manovra correttiva

Documenti/2 - Fondi im-mobiliari, il provvedimento Bankitalia-Consob

Documenti/3 - Inter-net mobile, le indica-zioni Agcom

Document i /4 - Credito al consumo,

lo schema di decretowww.italiaoggi.it

È scattato il 31 luglio l’aumento del 10% del contributo unifi cato che deve essere pagato da chi presenta ricorso al giudice di pace contro una multa stra-dale. È l’effetto dell’entrata in vigore della manovra correttiva. Intanto dal ministero del lavoro arriva una stretta sulla guida di notte per gli autotraspor-tatori, che potrà avvenire al massimo per quattro ore consecutive, se l’attività di lavoro complessiva supera le dieci ore nell’arco di una giornata. E la sanzione, a carico dei datori di lavoro, sarà rife-rita a ogni dipendente interessato e a ciascuna violazione rilevata.

Il via libera nel prossimo consiglio dei ministri. Diecimila gli insegnanti, 3 mila gli ausiliari tecnici

Scuola, 13 mila nuovi assuntiLe ferie d’agosto potrebbero portar bene a 10 mila insegnanti e

3 mila segretari e bidelli: il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, dovrebbe ottenere al prossimo consiglio dei ministri, sal-vo sorprese dell’ultima ora, l’autorizzazione ad assumere a tempo indeterminato con il nuovo anno scolastico 13 mila nuovi dipen-denti. La richiesta iniziale di 26 mila assunzioni sarebbe stata dimezzata dal Tesoro. Il boom di immissioni dovrebbe toccare alla Lombardia, a stecchetto le regioni del Sud che devono scontare il numero record di docenti soprannumerari.

Ricciardi a pag. 29

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Silvio Berlusconi è un masochi-sta. A chi gli dà uno schiaffo, porge sempre l’altra guancia. Magari per pentirsene. Ma poi, appena l’alone della sberla si attenua, soffrendo di coazione a ripetere, Berlusconi si ripresenta per prendere un’al-tra sberla. Veltroni, per esempio, ha scritto sull’Unità che il mostro che si aggira nel nostro paese è solo uno: Silvio Berlusconi, che sareb-be colpevole anche delle stragi in Ruanda se queste non fossero co-minciate prima che lui diventasse premier. E Berlusconi che fa? Gli assume il nipote (fi glio del fratello di Walter) come capo della Divi-sione Digital di Mediaset. Chissà che ruolo sta meditando di offrire a Massimo Tartaglia, il lancia-tore del Duomo.

DIRITTO & ROVESCIO

LEGGE FINANZIARIA

San Marino approva la

sua stangata fiscale

Frontoni a pag. 25

IL Giornale dei

professionisti* * *

Multe, ricorsi più cariIl contributo unificato per andare dal giudice di pace aumenta del 10%. Stretta sulla guida notturna: massimo 4 ore per i camionisti

servizi alle pagine 22 e 27

PROFUMO D’ORIENTE

Unicredit vuole aprire una banca in Cina

Ma si scontra con il protezionismo

Luciano a pag. 9

l d D l l 3 l l l

I lingotti di Mario Draghi sono arrivati a toccare gli 80 miliardi di euro. A tanto ammontano le riserve auree della Banca d’Italia, che in soli due mesi hanno visto in-crementare il loro valore di 10 miliardi. Il dato si riferi-sce all’aggiornamento valido al 30 giugno scorso. L’impen-nata è di 20 miliardi rispetto alla quotazione di fi ne 2009 (60,4 miliardi). A contribui-re al trend l’incredibile corsa del prezzo dell’oro. Su queste plusvalenze l’anno scorso il ministro dell’economia, Tre-monti, aveva tentato di in-trodurre una golden tax del 6%, poi bloccata dalla Bce.

Sansonetti a pag. 8

La corsa all’oro arricchisce Draghi Riserve da 60 a 80 mld in sette mesi

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DIFFUSIONI

L’Unità crolla a -22%

Arretra anche AvvenirePlazzotta a pag. 17

e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELLA SCUOLAdapag.29

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Page 2: • Nuova serie - Anno 19 - Numero 183 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 3 Agosto 2010 • SCIENZA LAlzheimer si può battere studian

2 Martedì 3 Agosto 2010

Luciano Gallino ha etichettato come «dumping sociale» la decisione di spostare

parte della produzione automobilistica da Mirafiori in Serbia. Secondo il socio-logo torinese le multinazionali occiden-tali sono state poco attive nel difendere le conquiste sociali novecentesche verso i governi dei paesi emergenti. Detto più esplicitamente, avrebbero dovuto convin-cere il governo comunista di Pechino a essere più generoso con i suoi lavoratori/cittadini. Fare lobby verso uno stato retto da un partito unico che si professa ancora marxista-leninista in favore dei diritti dei lavoratori nel cui esclusivo interesse agisce? Possibi-le? Ovviamente no. I cine-si, alla pari dei comunisti vietnamiti, sanno bene cosa serve e con quale tempistica ai cittadini che governano, figuriamoci se hanno interesse a prendere lezioni dagli imprenditori o dai manager occidentali. Per molti decenni la globalizzazione ha of-ferto soltanto benefi ci, anche ai lavoratori occidentali. Le imprese dei paesi ricchi po-tevano vendere di tutto e incorporare nei prezzi il valore necessario per mantenere un costoso stato sociale. Potevano perfi no fare debito pubblico in nome e per conto delle generazioni future per andare in pensione a 55 anni o creare una sanità senza obiettivi di pareggio di bilancio, grazie alle aspettative di crescita del pil. La storia evolve e la marcia degli esclusi ha comportato un progressivo svuota-

mento della manifattura dall’Occidente. Nel 2006 con Massimo Gaggi in La

fi ne del ceto medio e la nascita della socie-tà low cost abbiamo scritto del lungo addio dell’Occidente all’industria e di ospedali o centri commerciali che nascevano dove un tempo erano le fabbriche. Gli operai non sono diminuiti, si sono trasferiti. Alla fi ne del 2006 in Cina erano impiegati 112 milioni di operai manifatturieri. La più grande fabbrica del mondo. Quale impre-sa potrebbe riuscire a modifi care la rotta di una tale nave? Nessuna, ovviamente. La realtà è che i salari manifatturieri e dei servizi a basso valore aggiunto occi-

dentali sono destinati a scendere, mentre salgo-no lentamente quelli nei paesi emergenti. Sono stati i sindacalisti ameri-cani ora azionisti di peso dell’auto a dimezzare il salario orario dai valori

pre crisi a quelli pagati oggi. Hanno tol-to dal salario soprattutto i costi del fondo pensione e delle polizze sanitarie che il consumatore globale non voleva più pa-gare. E se i comunisti cinesi non vogliono e non amano il welfare state europeo e preferiscono procedere in altro modo, al-lora è bene farsene una ragione anche in Europa. Il mondo non soltanto è piatto, ma è anche meno disponibile ai confl itti sociali del Novecento. Perché contestare il padrone è possibile, prendersela con i comunisti cinesi sui diritti negati una strategia donchiscottesca.

© Riproduzione riservata

IL PUNTO

La globalizzazione ha smessodi offrire soltanto dei benei ci

DI EDOARDO NARDUZZI

lezioni dagli pre crisi a quell

Il nostro welfarefatto saltare dai comunisti cinesi

Come suol dirsi, «deciderà la ma-gistratura», nella quale, per definizione, «bisogna

riporre la massima fiducia».Ma, sia detto senza nulla di personale,

è abbastanza stupefacente che Fabrizio Corona non sia già stato da un pezzo associato alle patrie galere. Per guida senza patente, se non altro. Ha reiterato il reato, perché non applicare la pena più severa, come previsto dal codice? Quale attenuante andrà mai adottata a favo-re di un personaggio, protagonista del jet-set, che si erge a icona vivente del ribellismo fondamentalista, della vita da bad-boy, cattivo ragazzo, sciupafemmine e dana-roso a dispetto di discre-diti, cattive reputazioni, inchieste giudiziarie e quant’altro? Mistero.

I fatti qualcuno li avrà letti, e purtroppo, perché descritti così sono costruiti apposta per suggestionare i suggestionabili, e far-gli credere, ahiloro, che vivere così sia «fi go», sia giusto. Corona è stato fermato l’altro giorno dalla polstrada mentre si dirigeva verso La Spezia con una Ben-tley bianca. Già questo: la Bentley! Co-sta un botto solo di benzina, se l’affi tti strapaghi, se la compri non ne parliamo, se te la prestano o te la regalano, in cam-bio di che cosa lo fanno? E comunque: l’ex fotoreporter-impresario la patente non ce l’ha più perché gliel’hanno seque-strata e, semplicemente, non dovrebbe guidare. Invece guida. Avvistata la pat-

tuglia ha rallentato per attenersi ai limiti di velocità e non dare

nell’occhio, ma, capirai, con una Bentley bianca non è facile. Lo hanno seguito e bloccato. Due mesi fa, il 9 giugno, a Mi-lano Marittima i carabinieri lo avevano già beccato a guidare senza patente una Maserati, denunciandolo a piede libero. Poi è stato condannato a pagare 3 mila euro per essere già stato beccato senza patente su una Land Rover. Eppure, la strafottenza e l’atteggiamento di osten-tata sfi da alle regole rimane la costante, il clichet permanente del personaggio.

Per questo sarebbe importante che, al-meno di fronte a queste responsabilità conclama-te, un giudice lo sbattes-se dentro. Per non far fi ltrare il messaggio, che sta invece passando alle schiere dei suoi fan, che cioè basta avere fegato e

faccia tosta e queste violazioni riman-gono impunite.

Il sindaco di Sanremo ha proclamato di non essere sicuro che sia giusto ave-re Belen come prossima co-conduttrice del Festival dopo la sua ammissione di aver usato stupefacenti. A parte le iro-nie, peraltro non inventate, sul pulpito dal quale ha parlato il primo cittadino della città che ospita il più grande casi-nò d’Italia, almeno Belen ha parlato col tono di chi sa di aver fatto quantomeno una sciocchezza. Corona non ha mai am-messo un torto, un errore, una colpa.

© Riproduzione riservata

apposta per faccia tosta e q

Può guidare impunemente senza patente

DI SERGIO LUCIANO

L’ANALISI

Chissà mai perché Corona sembra passarla sempre liscia

I C O M M E N T I

DI ANTONIO CALITRI

Partito democratico e ven-doliani litigano pure per il ritorno in edicola di Paese Sera. Con il governatore pugliese che vede sfumarsi il progetto per un quotidia-no di riferimento della sua area e il Manifesto che fe-steggia lo scampato perico-lo dell’arrivo di un nuovo concorrente diretto. Piero Sansonetti ha accettato da pochi giorni di dirigere Ca-labriaOra trasformandosi in travet tra Roma e Rende (Cosenza) e passando pure sopra alla condanna di uno dei suoi nuovi editori, al solo scopo di poter lan-ciare al più presto (prima in quattro regioni e poi in tutta Italia) il nuovo Pa-ese Sera, ideale prosegui-mento della storica testata della sinistra chiusa nel 1994. Un progetto che ha come riferimento politico principale proprio Vendo-la e la fabbrica politica che sta costruendo. Non tanto perché gli editori, in buoni rapporti anche con il governatore calabrese

Giuseppe Scopelliti, tifi no per il leader di Sel, quanto perché quell’area rappre-senta un nuovo serbatoio di lettori che può esplodere se ci dovessero davvero es-

sere le primarie nazionali. Un’area attualmente coper-ta soltanto dall’invisibile Gli Altri, settimanale sem-pre diretto da Sansonetti, in grave crisi economica. Appena arrivato in reda-

zione però, Sansonetti ha avuto un’amara sorpresa. Il tribunale di Roma ha respinto il ricorso dei suoi editori contro la società romana Nuovo Paese Sera Srl che da un anno uti-lizza lo stesso marchio per il sito web (www.paesese-ra.it) e per una free press che ha esordito durante le ultime elezioni nel La-zio. Un nuovo Paese Sera tutto orientato al Pd, con la proprietà nelle mani di Alessio D’Amato, ex consigliere regionale dei democratici e la direzio-ne a Silvio Di Francia, l’ex assessore alle politi-che culturali del comu-ne di Roma. Entrambe le compagini annunciano che per il prossimo au-tunno la testata arriverà in edicola. Soltanto che non è ancora chiaro se sarà orientato verso Ven-

dola e verso il Pd. Intanto al Manifesto festeggiano lo scampato pericolo e si preparano a intercettare il bacino vendoliano.

© Riproduzione riservata

IL CASO DEL GIORNO

Pd e Vendola, adesso litigano anche sul ritorno di Paese Sera

DI MARCO BERTONCINI

C’è un aspetto rimasto in ombra, dall’espulsione di Gianfranco Fini a oggi, ma che condiziona gli sviluppi po-litici. Finora Futuro e Libertà per l’Italia è la sigla di gruppi parlamentari. Sta diventando pure, a giudicare da alcune reazioni in giro per l’Italia, l’etichetta di gruppi consi-liari. Tuttavia non c’è, dietro, un partito. Ci sono fondazioni, siti internet, giornali, politici, amministratori, simpatizzan-ti: quel che si voglia. Non un partito, però, al punto che non pochi degli aderenti a Futuro e Libertà rivendicano l’inin-terrotta adesione al Pdl.

Precedenti nazionali di un fenomeno simile non si ricor-dano. La Sinistra Indipenden-te ebbe per molte legislature i suoi parlamentari, e anche qualche consigliere negli enti territoriali, formalmente au-tonomi ma ben rispettosi dei voleri del partito-padre, il Pci, che li aveva creati. Un precedente locale, viceversa, sussiste proprio ora, in Sicilia, con due gruppi regionali e un solo partito, il Pdl.

Per ora tutti procedono alla giornata. Ovviamente i berlusconiani intendono far fuori dal partito tutti i diri-genti fi niani. Si parla pure di espellere i parlamentari che hanno lasciato i gruppi origi-nari: un atto che porterebbe come immediata conseguenza la nascita del nuovo partito. I nuovi gruppi parlamentari hanno una loro delegazione al governo, cui Berlusconi stesso ha dichiarato piena fi ducia.

Per dirla in breve: un pa-sticcio. Un pasticcio schiet-tamente italiano, perché altrove non si ha notizia di eletti che si costituiscano in raggruppamenti separati da quelli di provenienza, conti-nuando però a restare nella medesima formazione politi-ca. Siamo in agosto, e le ferie paiono giovare a tutti. A set-tembre, però, la questione si porrà: nei rapporti fra gruppi di maggioranza, nelle relazio-ni col governo, all’interno del Pdl, in periferia. Va da sé che la nascita di un partito fi nia-no uffi ciale taglierebbe molti nodi.

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LA NOTA POLITICA

Ma Futuro e Libertànon è un partito. Per ora

Nichi Vendola

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3Martedì 3 Agosto 2010Martedì 3 AgoP R I M O P I A N O

Domani il primo banco di prova dopo la scissione dal Pdl e la nascita di «Futuro e libertà»

Fini non affonda ancora il governoI fi niani, con l’Udc, si asterranno sulla sfi ducia a Caliendo

DI EMILIO GIOVENTÙ

Finiani contro berlusconiani, ci siamo. Il banco di prova, dopo la scissione del Pdl e la nascita di «Futuro e libertà», è arrivato. La camera, infatti, voterà domani la mozione presentata dall’oppo-

sizione sulla sfiducia a Giacomo Caliendo, il sotto-segretario alla Giustizia, indagato nell’inchiesta sulla cosiddetta P3 («Ho la coscienza a posto», commenta l’interessato). A dare retta alle voce che rimbalzano da Montecitorio viene dato per raggiunta l’intesa tra gli uomini del presidente della camera, Gianfranco Fini, e l’Udc di Pier F e r d i n a n d o Casini . I due gruppi avrebbe-ro deciso di aste-nersi dal voto. Si vocifera anche di una possibile uscita dall’aula al momento del voto. La decisio-ne in ogni caso consentirebbe al governo di tra-scorrere vacanze tranquille, anche se l’astensione potrà essere interpre-tata come la definitiva deflagrazione all’interno della maggioranza. Bersani: maggioranza franata. Ragiona un deputato del Pdl che dietro la decisione dei finiani di astenersi potrebbe esserci un segnale rivolto al go-verno della serie: finché ci sono dentro ancora i nostri, al momento non lo facciamo cadere. Ostenta calma e

sangue freddo, conditi con un pizzico di ironia, l’ex colonnello di An oggi ministro della Difesa, Ignazio La Russa: «Come andrà a finire lo vedremo, ma se il governo dà la fiducia, io credo che la daranno tut-ti quelli che sostengono il governo». Gioca a fare il pompiere, invece, il più finiano dei finiani, quell’Italo Bocchino secondo il quale «soltanto un patto di fine legislatura può salvare la maggioranza». La linea, comunque, sarà dettata dal grande capo in persona visto che Gianfranco Fini terrà a battesimo i nuovi gruppi parlamentari nel corso di una cena alla Fon-dazione Farefuturo».

© Riproduzione riservata

DI CESARE MAFFI

Ammettiamo che in autunno si svolgano le ele-zioni anticipate. Se pochi ci credono, rinviamo pure l’ipotesi alla primavera, quando (forse) lo stesso Silvio Berlusconi potrebbe ritenere utile arrivarci. Sorvoliamo su tutte le ipotesi contrarie (governo tecnico, nuova maggioranza, riforma della legge elettorale) e diamo pure per scontato che questo governo affronti le urne. Quali possibilità avrebbe di vincere? Oggi come oggi le condizioni dissestate dell’opposizione, le divisioni intestine, la mancanza di unità nel Pd giocano a favore dell’alleanza Pdl-Lega. Ci sono, però, due grandi incognite. La prima riguarda l’ampiezza delle alleanze che potrebbero sor-gere intorno al Pd. Se si riformasse qualcosa di simile all’Unione, per esempio? A sua volta, l’accordo di Berlusconi e Bossi ammetterebbe altri partecipanti? Non si dice i fi niani (i quali stanno sostenendo, però, di essere ancora or-ganicamente nella maggioranza, e anzi molti di loro asseriscono di rimanere nel Pdl); ma, per esempio, il piccolo movimento di Storace. La-sciamo da parte ogni considerazione sull’Udc, il cui ruolo potrebbe risultare determinante. La seconda incognita riguarda la situazione al sena-to, indipendentemente dalle dimensioni dell’in-tesa nel centrosinistra. Il sistema elettorale (che oggi, stando ai sondaggi, garantirebbe alla camera la conquista della maggioranza relativa dei voti, e, quindi, della maggioranza assoluta dei seggi) non rende tranquillo il centrodestra al Senato. Al Nord è data per scontata una for-te erosione del Pdl da parte della Lega, il che non modifi cherebbe di molto la situazione; ma al Sud quanto infl uirebbe la fuoriuscita di Fini con una propria lista? E l’abbandono di Raffaele Lombardo? La costruzione di un polo di centro con l’Udc, l’Api, gli autonomisti, grazie a notabili traghettatori di voti, quanti senatori costerebbe a Berlusconi? Considerazioni e dubbi del genere rallentano l’ipotesi di arrivare presto alle elezio-ni. Ma l’esperienza insegna che quasi sempre le elezioni arrivano senza la dovuta prepara-zione e senza che si siano volute.

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Quanti guai in casodi elezioni anticipate

DI ALESSANDRA RICCIARDI

La separazione tra il presidente della camera, Gian-franco Fini, e il premier, Silvio Berlusconi, è completa. Alla fi ne Futuro e liberà ce l’ha fatta anche al senato. Grazie a Barbara Contini che con la sua adesione ha consentito ai fi niani di raggiungere il numero minimo di dieci senatori necessario a costituirsi come gruppo autonomo. Era l’ultimo tassello mancante di un disegno che vede gli ex alleati su posizioni a dir poco confl ittuali, mal-grado le dichiarazioni di non belligeranza provenienti a corrente alterna da una parte e dall’altra. Un dise-gno che vede la truppa dei fedelissimi del presidente

a quota 43 parlamentari, dieci a Palazzo Madama e 33 a Montecitorio. Molti di più di quanto non fosse stato lasciato intendere a Berlusconi alla vigilia della lettura del documento dell’uffi cio di presidenza del Pdl che ha sancito di fatto la cacciata di Fini dal partito. Il gruppo autonomo è stata incerto sino alla fi ne al senato, nonostante i numeri più bassi richiesti rispet-to alla camera (dieci a 20). A pesare negativamente, il no di Andrea Augello, fondatore di Spazio aperto, la corrente di dialogo con i berlusconiani, e ritenuto il capo dei fi niani a Palazzo Madama. Ora la guida del gruppo dovrebbe passare a Mario Baldassarri, presi-dente della commissione Finanze, spesso critico sulla politica economica del governo.

La Contini salva i fi niani: al senato nasce Fl

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Città romantiche: momenti spumeggianti. È quanto promettono le sei città storiche di Treviri, Coblenza,Magonza, Spira, Worms e Kaiserslautern nella Germania occidentale, non lontane dal Reno e dallaMosella. Qui si trovano tre dei quattro siti della Renania-Palatinato facenti parte del patrimonio dell’umanitàdell’Unesco: i monumenti romani, il duomo e la chiesa di Nostra Signora a Treviri, la valle superiore delmedio Reno nelle vicinanze di Coblenza e il duomo di Spira. In breve, monumenti, edifici e paesaggi chevi affascineranno! Lo sfondo perfetto per un fine settimana romantico in un’ambientazione storica.

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4 Martedì 3 Agosto 2010 P R I M O P I A N O

Un esercito di ex per sostituire gli ex An fuoriusciti dal Pdl. Ma potrebbero non bastare

Aperta la caccia ai cani scioltiChi sta con Berlusconi, chi con Fini. Ecco i senza partito

DI CESARE MAFFI

In gergo parlamentare sono talvolta definiti cani sciolti. Si tratta di quei deputati e senatori privi di partito o

aderenti a microformazioni. Di solito si accasano nei gruppi mi-sti. Godettero una certa fortuna negli anni Cinquanta, quando i governi duravano sovente po-chi mesi e si affidavano a mag-gioranze raccogliticce. Spesso quando si votava la fiducia era necessario andare alla ricerca di singoli esponenti di parti-ti (come gli unici deputati del Partito dei contadini o del mo-vimento di Comunità) oppure di transfughi, che in quegli anni erano segnatamente dai gruppi missino e monarchico (quest’ul-timo conobbe una scissione e una faticosa ricomposizione). Nei suoi diari Amintore Fanfani annotò il 28 febbraio ’57, a pro-posito della faticosa fiducia su un provvedimento del governo Segni I: «Dalle 17 alle 1 di notte Camera dei deputati. Il Gover-no ottiene la fiducia con tre voti di maggioranza, grazie ai voti di 2 ex missini, all’astensione di Scotti [deputato contadino], allo squagliamento di quattro monarchici popolari. In tanta confusione la Dc è stata unita, di ciò si è subito rallegrato Sara-

gat con me, protestando perché tre dei suoi non hanno votato la fiducia». Ovviamente tornavano buoni pure i senatori a vita.

Nella scorsa legislatura si è riproposto il fenomeno dell’uti-lità dei voti sparsi, incentran-dosi l’attenzione soprattutto sui senatori a vita (disposti a sorreggere il governo Prodi II ansimante a palazzo Mada-ma) e sul sena-tore argentino Luigi Pallaro. Guarda caso, in questi gior-ni si ritorna a trattare dei «cani sciolti», come tampone per i potenziali buchi causati dalla dissiden-za fi niana.

Alla camera il gruppo misto abbonda di componenti (così sono defi niti i sottogruppi). A la-sciar perdere l’Api di Francesco Rutelli, ci sono i sei di «Noi Sud libertà e autonomia-Pli», cinque dei quali di solito schierati col governo, mentre il liberale Pa-olo Guzzanti se ne andò dal Pdl sbattendo rumorosamente la porta e ha già fatto sapere che l’alleanza con i meridiona-

listi non intacca la sua ostilità a Silvio Berlusconi. Dei tre deputati della componente «Re-pubblicani regionalisti popola-ri», il repubblicano Francesco Nucara e Francesco Pionati (Alleanza di centro) sono col governo, il repubblicano Gior-gio La Malfa contro. Sotto la

sigla «Liberal-democratici-Maie» stanno due liberal-democratici , Italo Tano-ni e Daniela Melchiorre, eletti nel Pdl in conto Dini, ma passat i all’opposizio-ne; un espulso leghista, Mau-rizio Grassa-no; e Ricardo

Merlo, eletto in Argentina con il Maie-Movimento associativo italiani all’estero. La Melchior-re, ricevuta a palazzo Grazioli, ha fatto conoscere la disponibili-tà all’appoggio al governo, tanto che circola voce di una sua no-mina a sottosegretario, ma il de-putato argentino ha dichiarato di essere contrario a Berlusconi, e con lui si troverebbe anche la senatrice del Maie.

Procediamo con la componen-

te «Minoranze linguistiche»: i due deputati della Volkspartei e il valdostano sono all’oppo-sizione. Formalmente in mag-gioranza, invece, erano fi no a pochi giorni addietro i cinque deputati del «Movimento per le autonomie-Alleati per il Sud», il partito di Raffaele Lombardo, il quale però ha dichiarato di te-nersi le mani libere e di votare caso per caso, attento alle leggi in favore del Mezzogiorno; ha soltanto salvato, come sempre in passato, il rapporto persona-le con Berlusconi. Chiudiamo la passerella con due deputati, Giuseppe Giulietti e Ameri-go Porfi dia, usciti dall’Idv e rimasti contro il governo.

Passando al Senato, i gruppi misti sono due. Nel misto for-malmente tale stanno quattro senatori dell’Api di Rutelli, quattro senatori a vita, tre aderenti al Mpa di Lombar-do, un ex dell’Idv e il senatore Riccardo Villari, trasmigra-tore incessante di partiti, uscito dal Pd perché sfi duciato dalla presidenza della Commissione di vigilanza sulla Rai. C’è, poi, il gruppo comunemente detto dell’Udc, ma la cui defi nizione rivela la complessa composi-zione: «Unione di Centro, Svp e Autonomie (Union Valdôtaine, Maie, Io Sud, Movimento repub-

blicani europei». Vi aderiscono sì tre dell’Udc (una eletta nel Pd), ma pure tre senatori a vita, una senatrice argentina, una repub-blicana di sinistra eletta nel Pd, un valdostano (l’Uv è ultima-mente alleata del centro-destra in Valle), tre della Volkspartei e infi ne Adriana Poli Borto-ne di «Io Sud», eletta nel Pdl e dalla scorsa settimana federata con Lombardo. La stampa ha dato notizia di ripetute atten-zioni di Berlusconi verso alcuni di questi «cani sciolti». Invero, l’analisi delle frantumate con-sistenze di gruppi, componenti, singoli, non permette di trovare agevoli ampliamenti della base parlamentare di sostegno per il governo. Troppi sono stati i fuoriusciti per pensare si possa mettere un tampone con due o tre voti rimediati raschiando il baule e offendo l’offa di qualche incarico. Se pur verranno i due deputati liberaldemocratici e il senatore Villari, c’è da stare at-tenti a quel che faranno i nove parlamentari di Lombardo (Pol-ti Bortone compresa). Oltre ai cani sciolti, beninteso, ci sono i partiti maggiori, ossia Udc e Api; ma questo è tutt’altro di-scorso. Forse ha ragione Rutel-li, quando ammonisce: «Non c’è trippa per i gatti».

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DI DIEGO GABUTTI

Perduta la costola finiana, che adesso si definisce «futuri-sta», il Popolo della libertà è in lutto. Nello scontro frontale

tra cofondadori è, infatti, rimasto uc-ciso, diciamo così, il chiaro di luna della legislatura. Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi, come due bolidi in corsa («estrema-mente VIRILI» e fin troppo «DINA-MICI») in qualche tela di Fortunato Depero, si sono sfi-dati a chi sterzava per ultimo. Natu-ralmente hanno perso entrambi. C’è stato un cozzo catastrofico: aack di là cing buuum cing ciack ciaciaciaciaak, come scrive-rebbe Filippo Tommaso Marinetti. Un cozzo seguito da danni politici incalco-labili (quanto al conto, come sempre, lo pagherà l’Italietta intera).

Colpevoli d’aver aperto la crisi al buio, l’ala passatista e quella futurista della maggioranza lì sono rimaste, nelle te-nebre più fi tte, come «anime nella not-te oscura». Non hanno semplicemente

idea di quel che capiterà a settembre, «quando cercheranno di dare la sfi ducia a Berlusconi», come prevede Umberto Bossi, più lucido e navigato di loro. Ber-lusconi, in particolare, è caduto dalla nave e adesso, come i naufraghi delle barzellette, è in balia delle onde, tenu-

to a galla soltanto da una ciambella salvagente con la testa d’oca, men-tre intorno a lui gli squali affamati hanno un tovaglio-lo al collo e agitano nell’aria coltello e forchetta. Troppi deputati e senatori sono passati con i «futuristi», per co-minciare, quando il Cavaliere pensava evidentemente di cavarsela con po-che defezioni, come il Giornale ha ripe-

tuto per mesi (ma lo pensavano un po’ tutti). Quanto poi a Pier Ferdinando Casini, che per un po’ era sembrato lì lì per cedere alle avance del Cavaliere e prendere il posto di Fini nell’alcova del leader, gli ha praticamente mollato un ceffone, come una damigella scandalizza-ta e offesa: mai appoggerò il suo governo, caro signore, e tenga giù quelle sudice e corrotte mani dalla mia udicì, non si per-

metta. Ma soprattutto c’è da credere che, in caso di scricchiolii della maggioranza, il presidente della repubblica non con-cederà tanto facilmente a Berlusconi le elezioni anticipate, che consentireb-bero all’asse Lega-Pdl di consolidare le posizioni (sia pure più a favore di Bossi che del Ca-valiere). Prima di mandare l’Italia al voto, Giorgio Napolitano darà una chance, del re-sto perfettamente costituzionale, ai neoribaltonisti del partito democratico (che dalle elezioni anticipate, ora come ora, uscirebbe con le ossa ancor più rotte di quanto già non siano). Ma sono guai anche per i fu-turisti di Gianfran-co Fini, che magari ha rubato con destrezza la scena ai de-mocratici vestendo i panni della vera (e unica) opposizione liberale al regime po-pulista dei berlusconiani, ma le cui pro-poste politiche, così popolari nel Palazzo e nelle redazioni dei giornali, hanno fi n d’ora scarsa eco, come testimoniano i sondaggi, nell’opinione pubblica, tra gli elettori. C’è il rischio che le sue fortune politiche (una quarantina tra deputati

e senatori, dunque i numeri per vanifi -care il federalismo leghista e bloccare ogni riforma berlusconiana della giusti-zia) non durino a lungo e che il Cofon-datore fi nisca come Marinetti secondo il grande Ettore Petrolini: Marinetti è quella cosa/che facendo il futurista/

ogni sera fa prov-vista/di carciofi e di patat.

B e r l u s c o n i , quando gli sbollirà l’ira, si metterà se-duto ad aspettare che l’intera scena politica italiana scenda dal predel-lino bipolarista, sul quale era sali-ta forse troppo in fretta, e che vada a rotoli, dopo il Pdl, anche il partito democratico. Pro-babilmente è quel che succederà (e

mal comune, come si dice, mezzo gau-dio). Non si capisce invece che cosa si ripromettano Gianfranco Fini e i suoi seguaci, a parte qualche altra soirée fu-turista prima che fi nisca la legislatura. Un partito «de destra» per gli elettori «de sinistra» c’è già. È l’Italia dei valori: il partito fl ic fl ac zing zing sciaaack iiiiiii di Tonino Di Pietro.

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NELLO SCONTRO FRONTALE AVVENUTO FRA I COFONDATORI È RIMASTA TRAMORTITA LA LEGISLATURA

Fini e il Cav si sono sfidati a chi sterzava per ultimoPerduta all’ improvviso la costola fi niana, l’ intero Popolo della libertà è adesso in lutto

Silvio Berlusconi

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Marinetti, il fondatore del Futurismo o come avrebbe

dipinto con irruenza Fortunato Depero,

cultore del Futurismo cinetico, maestro della

velocità senza limiti (quanto al conto, come sempre,

lo pagherà l’Italietta intera)

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sembrato cedere al Cavaliere ...

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Page 5: • Nuova serie - Anno 19 - Numero 183 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 3 Agosto 2010 • SCIENZA LAlzheimer si può battere studian

5Martedì 3 Agosto 2010Martedì 3 AgoP R I M O P I A N O

Tenuto alla porta da Matteoli, corteggiato dal Pd, il consigliere bolognese punta a sparigliare le carte

Raisi, la colomba del Nord EstFiniano doc, sta tessendo la rete del nuovo partito fi no a Roma

DA BOLOGNACARLO RUSSO

Deputato, consigliere provinciale a Bologna, coordinatore dei circo-li in Emilia-Romagna

di Generazione Italia che sa-ranno ribattezzati Futuro e Libertà, coordinatore («finchè Berlusconi non mi caccia», dice) del Popolo della Liber-tà, a Bologna: Enzo Raisi fa parte delle colombe finia-ne, non spara a raffica come Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Fabio Grana-ta. Infatti non è stato defe-rito al collegio dei probiviri come i suoi colleghi-compagni d’avventura (politica). Però è intransigente e ha respinto le avances di suoi amici di lunga data, a comin-ciare dal senatore Filippo Bersel-li, missino quan-do a Bologna ci voleva coraggio a esibire questa tessera. Adesso è presidente del-la commissione Giustizia e gli p iace. Perc iò da fan di Fini è passato a fan di Berlusconi e ha

tentato di trattenere Raisi, che ha detto no. Al contrario di Anna Maria Bernini, fi-niana, eletta alla Camera nel collegio di Bologna e in procin-to di diventare sottosegretario

alle Comunicazio-ni: è rimasta

nel Pdl. «Le press ion i che abbia-mo avuto sono im-m a g i -nabili», c o m -m e n t a

Enzo Rai-si, «molti c o l l e g h i

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erano titubanti hanno avuto offerte di potere». Nonostante questo, quattro consiglieri su nove, nel consiglio provinciale di Bologna, hanno pronunciato l’auto-da-fè per Fini. «Abbia-mo costituito il gruppo Futuro e Libertà», dice il consigliere provinciale Sergio Guidotti, «perché un partito deve avere la possibilità di discutere sen-za che si scateni l’ira di Dio. E invece, anche a Bologna, tutti si sentono Berlusconi».

Raisi è volato a Roma per di-scutere con Fini in che modo fare nascere il nuovo partito in tutta Italia, lui si occupe-rà del Nord Est e del Centro Italia. Prima però si toglie qualche sassolino dalla scar-pa: «Neanche in Urss scriveva-

no documenti di espulsione come quello, è vero che l’ha scritto quell’ex comunista di Sandro Bondi, ma abbiamo superato ogni limite».

E ancora: «Non tutti si fanno comprare, Ber-lusconi non l’ha capito e credo sarà un errore che gli costerà caro». 49 anni, madre spa-gnola e una vita per la politica: Fron-te della gioventù, Movimento sociale,

Alleanza nazionale, assesso-re nella giunta comunale di Bologna con sindaco Giorgio Guazzaloca, poi l’exploit de-gli ultimi anni: in Parlamento e nel ristretto pensatoio dei finiani doc, tanto da essere stato uno dei primi a venire consultato sul che fare dopo l’espulsione del suo leader.

Proprio a causa del suo stret-to rapporto con Fini quando, qualche settimana fa, il mini-stro Altero Matteoli venne a Bologna per un convegno dell’Associazione costruttori e si fermò a pranzo, lui fu tenuto fuori dalla porta per ordine del ministro. Una specie di anti-pasto di quanto sta succeden-do in questi giorni.

Pur in giro per l’Italia ad aprire sedi del nuovo partito, Enzo Raisi continua ad avere un occhio su Bologna, il suo collegio. E il segretario provin-ciale Pd incomincia un inedito corteggiamento: «Con i fi niani si può aprire a Bologna un con-fronto su democrazia, legalità e questione morale».

Tra un anno, a primavera, si voterà per il sindaco e Raisi e i suoi potrebbero sparigliare le carte. Anche a livello locale la spaccatura del Pdl potrebbe avere risvolti inaspettati.

©Riproduzione riservata

DI CESARE MAFFI

Fini «è un grandissimo tattico. Coriaceo, te-nace: molto, molto più scaltro di me, non c’è dubbio. Recentemente l’ho spiegato al nostro premier». «A chi, a Ber-lusconi?». «Giorni fa mi ha chiamato, facen-domi le sue stesse do-mande…». «Cosa gli ha consigliato?». «Di cacciarlo appena possibile».Sono alcune battute dell’intervista rilascia-ta da Pino Rauti a Luca Telese, apparsa su il Fatto Quotidiano del 10 luglio. Titolo: «Rau-ti: “Silvio mi ha chia-mato: che devo fare con Fini?”».Appariva un po’ strana la telefonata del presi-dente del Consiglio, ma pure verosimile, se al-trove si leggeva di una consulenza richiesta dallo stesso Berlusconi ad Assunta Almirante, sempre avente come oggetto il presidente della Camera. Passa qualche settimana, ed ecco che ieri Francesco Cramer intervista Pino Rauti per il Giornale. «È vero che Berlusconi l’ha chiamata?». «No. Ma voglio incontrare Berlusconi a settembre per parlargli a lungo di Fini e delle sue vicende di allora: nell’Msi prima e in An poi. E poi vor-rei stabilire un accordo con Berlusconi, in caso di elezioni».Pur ammettendo che passati (e da un pezzo) gli ottanta, come nel caso di Pino Rauti, la memoria possa giocare qualche scherzo, è evi-dente che qualcosa non funziona nelle dichiara-zioni dell’ex segretario del Msi. Certo, accusare Fini di non essere «mai sincero» e poi smentire proprie dichiarazioni di tre settimane prima, non è il massimo. Pro-babilmente la spiega-zione di tutto sta nel desiderio, espresso con chiarezza, di trovare un appoggio in Berlusconi per aggiungere il simbo-lo di qualche formazio-ne d’estrema destra alla coalizione che appog-gerà il presidente del Consiglio alle prossime elezioni.

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Rauti su Fini dice la sua

DI PIERRE DE NOLAC

Per la poltrona di primo cittadino del comune di Napoli c’è un can-didato che ancora non si espone ufficialmente: è Riccardo Villa-

ri. Silvio Berlusconi lo ha incontrato solo la scorsa settimana, nonostante le voci di una amicizia in tempi sospetti, quando Villari divenne presidente della commissione parlamentare di vigilan-za sulla Rai: il senatore però, sgradito a Walter Veltroni, fu detronizzato per far posto a Sergio Zavoli. Per la can-didatura a sindaco partenopeo, il cen-trodestra sta mettendo in vetrina tanti nomi, come l’imprenditore delle cravatte Maurizio Marinella e il segretario di Renata Polverini alla regione Lazio, Salvatore Ronghi.

Per Marinella, galeotta è stata la cena di compleanno del ministro Gianfranco Rotondi, nella romana villa Aurelia, al Gianicolo: lui è il fornitore uffi ciale di cravatte berlusconiane, il presidente del Consiglio non sa nemmeno quante mi-gliaia di accessori ha comprato, nel corso dei decenni, in quel laboratorio di stoffe preziose. Marinella era insieme al par-lamentare del Pdl Maurizio Iapicca, e si è avvicinato a Berlusconi per salutar-lo come testimonial d’eccezione del suo marchio nel mondo. Da qui alla propo-sta di correre per la successione a Rosa

Russo Iervolino il passo è stato breve: però Marinella ha preso tempo per poter valutare meglio, anzi come dice lui stesso, per metabolizzare l’idea e riparlarne dopo le vacanze, nel mese di settembre per poi prendere una decisione. Fra quattro anni la sua azienda festeggerà il suo primo secolo di attività, e il suo impegno prin-cipale è quello di programmare il futuro del suo gruppo.

A quanto dicono i collaboratori del Ca-valiere, poi, è defi nitivamente tramonta-ta ogni speranza di Mara Carfagna di partecipare alla corsa per conquistare pa-lazzo San Giacomo. L’accusa principale? Troppa familiarità con Italo Bocchino (fedelissimo del presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini), che non manca di far notare la sua presenza nel ministero delle Pari opportunità, tanto che a Montecitorio il dicastero viene defi nito come «il vero quartier generale di Ita-lo». E della Carfagna, che sconta sempre l’intervi-sta al settimanale “A” dove esibì il desiderio di vedere Fini al posto di Berlusconi, è sta-ta notata l’assenza proprio al comple-anno del ministro Rotondi, dove c’è stata la conversazio-

ne tra Berlusconi e Marinella. Intanto a bordo campo si scalda Villari, che a radio Radicale è stato intervistato a lungo circa i suoi rapporti con gli esponenti del Pdl, e i suoi contatti continui con gli ex colleghi del Partito democratico. La candidatura del medico napoletano avrebbe il pregio di riunire le diverse anime democristiane sparse tra la destra e la sinistra: una sor-

ta di cartello elettorale della vecchia balena bianca,

al quale nemmeno il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casi-ni saprebbe dire di no. Per non parlare di Clemente Ma-stella e France-

sco Rutelli.©Riproduzione riservata

Il Cav lo preferirebbe alla Carfagna, troppo vicina a Bocchino. L’unico nodo: Marinella

Silvio per Napoli ha un sognoCandidare Riccardo Villari

Enzo Raisi

Riccardo Villari

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6 Martedì 3 Agosto 2010 P R I M O P I A N O

Fumata bianca senza sbavature e la promessa del prescelto di far funzionare la giustizia

Vietti, l’ago della bilancia del CsmL’esponente dell’Udc eletto al primo colpo vicepresidente

DI MARZIA PAOLUCCI

Promette di far «recupe-rare alla magistratu-ra credibilità, impar-zialità e terzietà per

far comprendere le proprie ragioni e capire quelle degli altri» Da ieri l’ago della bilan-cia del CsM sarà dell’ex pre-sidente vicario Udc Michele Vietti eletto al primo colpo vice presidente dell’Organo di governo autonomo della magistratura. Nel suo discor-so di insediamento a Palazzo dei Marescialli sotto lo sguar-do del presidente Napolitano punta «la mira sull’efficienza del funzionamento giustizia, in particolare sulla durata dei processi»’ e assicura «non solo la forza dei numeri e de-gli schemi precostituiti ma il merito delle scelte per conser-vare la testa fredda nei mo-menti caldi della società». È stata una fumata bianca senza sbavature quella che ha con-traddistinto ieri l’elezione del deputato e componente della commissione Giustizia della Camera diventato vice presi-dente del Consiglio con 24 voti su 26. Due le schede bianche e una convergenza di voto già annunciata dai pronostici di questi ultimi giorni a cavallo tra luglio e agosto così convul-si sul fronte politica-giustizia in attesa della Capigruppo di Montecitorio chiamata in giornata a decidere anche sui tempi della mozione di sfidu-cia presentata dalle opposizio-ni per il sottosegretario alla Giustizia Massimo Caliendo indagato nell’inchiesta sulla P3. Un’unità di voto in velo-cità che spiazza e spezza la solennità di un regolamento consiliare dov’è prevista per la carica fino a una triplice vota-zione con tanto di ballottaggio finale laddove la terza si sia conclusa a parità. Ma ieri nes-suno si è stracciato le vesti: Vietti era eletto dopo appena

22 minuti di seduta in un cli-ma di assenso generale. A lui, «presidente di tutti», avvoca-to, già membro laico del CsM, due volte sottosegretario di cui una sotto il ministro della Giustizia Castelli e più volte deputato centrista,Napolitano rivolge parole di garanzia per «un confronto sereno non in-ficiato da rigide contrapposi-zioni: Alla sua competenza e saggezza è demandato il com-pito di armonizzare le diverse, libere voci e di stabilire con il Capo dello Stato un valido raccordo istituzionale». Poi gli fa una triplice raccoman-dazione: «Il più stretto e leale rapporto di collaborazione con il Ministro della Giustizia; un conferimento degli incarichi tempestivo che non si presti alle ricorrenti polemiche sul condizionamento di visioni

correntizie; uno sguardo attento agli aspetti orga-nizzativi della giustizia escludendo che si debba richedere tutto a mo-difiche normative o a nuove risorse finan-ziarie». Il protocollo temporale si conclude in un’oretta di flash e strette di mano: finita la votazione da parte dei 26 membri del Consiglio, il presidente della Repub-blica Giorgio Napolitano ha scandito i risulta-ti del conteggio delle schede e p r o c l a m a t o Vietti vice presidente, quindi gli ha stretto la mano, r i t u a l e

che si è ripetu-to con qual-

ch e a l t r o consigliere al la sua d e s t r a t r a c u i Annibale M a r i n i , avvocato cassaz io -nista, pro-fessore di

diritto civile ma soprattutto giudice costituzionale e già presidente della Consulta. Una carica che ieri avreb-be potuto fare la differenza come si era augurato giovedì scorso il Capogruppo del PdL al Senato Maurizio Gasparri definendolo il più titolato alla carica di vice presidente del Consiglio. Ma niente da fare: definito «troppo istituzionale» per avere il voto dei togati, in Parlamento ha raccolto 694 voti, 42 in più rispetto all’elet-

to ma neanche un voto dal Consiglio di cui fa parte nonostante la «prezio-sa» esperienza nella Consulta riconoscuta-gli per ben due volte, prima dal presidente della Repubblica e poi dallo stesso Vietti.

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DI ANTONIO CALITRI

Il Pdl rosicchia già il primo deputato all’Udc, ma a carissimo prezzo. E a rischio emulazione. Deodato Scanderebech, pri-mo dei non eletti alle politiche del 2008 in Piemonte con la liste dell’Udc, prenderà il posto di Michele Vietti, appena eletto alla vicepresidenza del Csm. In cambio della fedeltà al centrodestra però ha preteso l’assicurazione di un posto sicuro in lista anche alle prossime politiche. E dopo la concessione che sembra essere arrivata, molti altri adesso potrebbero pretende-re la stessa cosa. Scanderebech diventa-to famoso in tutta Italia per le sue gaffe mitologiche, dalla distribuzione dei nor-mografi con il suo cognome alla presen-tazione della lista personale alle ultime regionali che ha provocato una parte del caos e sta mettendo a rischio la presidenza Cota, dovrebbe rafforzare il Pdl. Lo scorso anno abbandonò i centristi e creò la sua lista, «al centro con Scanderbech». Vietti e Pier Ferdinando Casini gliela giurarono e hanno fatto il possibile per mettersi di tra-verso al suo arrivo a Roma. Ma il bisogno di deputati che ha Berlusconi per poter

blindare la maggioranza contro gli scherzi dei futuristi fi niani viene prima di tutto e il premier ha dato il via libera all’operazione Deo, come lo chiamano a Torino. Scandere-bech che all’inizio potrebbe fi nire nel grup-po misto anche per l’avversione nei suoi confronti di parte dei forzisti piemontesi come Enzo Ghigo, garantirà il voto numero 310 al pdl riducendo a soli sei voti il rischi di tenuta. Il consigliere piemontese però, dopo aver dichiarato a tutti che «diventa-re deputato è il coronamento di una vita politica di sacrifi ci, è il frutto di un lavo-ro fatto anche di sofferenza, di contatto quotidiano con la gente. Perché mai do-vrei rinunciarvi?» ha fatto sapere di aver avuto qualche ripensamento. Da una parte l’uscita dei fi niani dal Pdl mette a rischio la fi ne naturale della legislatura e aumenta la possibilità di andare alle elezioni per la prossima primavera trasformando il sogno di Scanderbech in una vacanza romana di pochi mesi. Dall’altra, le parole che hanno utilizzato i giudici del Tar nei suoi confron-ti, a pagina 113 della sentenza sul ricon-teggio delle schede piemontesi («non può tollerare sulla scena elettorale soggetti o compagini che operano con sotterfugi e

ordiscono trame fallaci per gli elettori») mettono seriamente a rischio la sua cre-dibilità politica. Così da una parte ha pen-sato di mettersi un po’ da parte, accettare una delle offerte per la guida di un’azienda regionale e lasciar raffreddare gli animi. Ma anche qui il rischio di annullamento dell’intera competizione lo lascerebbe di nuovo senza lavoro. Allora, meglio pre-tendere, in cambio di fare da stampella al pdl , una garanzia sicura per il futuro. L’assicurazione (qualcuno ha sussurrato notarile) di ottenere una nuova candida-tura blindata per le prossime politiche, che siano l’anno prossimo o nel 2013. E sem-bra averla ottenuta. Dovrebbe prendere il posto della presidente della provincia di Asti, Maria Teresa Armosino che non sarebbe più ricandidata. La concessione di una ricandidatura blindata non piace a molti nel pdl. Sembra infatti che altri cen-tristi dell’udc e dell’api di Francesco Rutel-li si siano già fatti avanti pronti a saltare il fosso, in cambio della stessa blindatura alle prossime politiche. Con il rischio che a non essere riconfermati adesso possano essere alcuni lealisti del Pdl.

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E il Pdl ne approfi tta per rosicchiare un deputato all’Udc

DI ENNIO FORTUNA

Il contrasto anzi la lite furibonda tra Fini e Berlusconi,il formarsi di due nuovi gruppi parlamentari (uno alla camera e uno al senato) in una se-

ria prospettiva della frantumazione della maggioranza di centro-destra e il palpa-bile rischio di nuove elezioni politiche a scadenza più o meno breve polarizzano tutta l’attenzione del mondo politico.

Nessuno, oggi come oggi, può essere sicuro che ci saranno nuove elezioni a breve termine, ma si tratta certamente di un’eventualità che non si può escludere, e i suoi rifl essi cambiano tutta la strategia dei partiti maggiori (si pensi solo alla possibile fi ne dei programmi sul federalismo, vero se non unico punto di forza della Lega).

Ma anche senza nuove elezioni si può

dare per certo che una riforma della giusti-zia in questa legislatura non ci sarà.

Berlusconi ha promesso un nuovo Csm, anzi due nuovi Csm, uno per i giudici e uno per i pm, la separazione delle carriere di giudici e pm,l’istituzione di un nuovo giudice disciplinare da sostituire all’attua-le Sezione del Csm, e così via. Si tratta evidentemente di una riforma di ordine e livello costituzionale, come esplicitamente riconosciuto dal premier, ma senza l’appor-to dei parlamentari fi niani è già assai dif-fi cile che il popolo della libertà raggiunga la maggioranza assoluta (in due votazioni successive con divario di almeno tre mesi)specie se si considera che si tratta di un quorum relativo non ai presenti ma ai componenti del Parlamento.

È poi radicalmente escluso che si possa raggiungere la maggioranza dei due terzi

dei componenti,unica condizione per evi-tare il referendum popolare di conferma del voto parlamentare. Ed è abbastanza noto che l’orientamento degli elettori è prevalentemente contro la riforma berlu-sconiana. Se si tiene conto della scissione in atto in seno al partito di maggioranza e della probabile contrarietà dei fi niani,non è diffi cile pronosticare che l’esito della con-sultazione sarebbe negativo se non falli-mentare.

La riforma non passerebbe, ma sicco-me un simile pronostico sicuramente non sfugge al premier e ai suoi fedelissimi,non occorre essere profeti per dedurne che lo stesso partito di maggioranza relativa si guarderà bene dallo spingere sull’accelle-ratore. In defi nitiva la riforma non si farà e occorrerà aspettare la prossima legisla-tura. Non è una previsione o un pronostico

o un auspicio, è praticamente una certezza ancorché relativa come tutte le certezze di ordine politico.

Purtroppo temo che non solo non ci sarà una riforma costituzionale,quella promes-sa da Berlusconi,ma non si faranno nep-pure le riforme collaterali, quelle, a mio giudizio, sicuramente imprescindibili e che interessano di più i cittadini.

La nostra giustizia ha bisogno soprat-tutto di interventi ordinari, di piccoli passi in avanti, in pratica di mezzi ,di personale d’ordine, di minore burocrazia e maggiore speditezza. Gli interventi radicali non ci saranno, lo si è appena detto, ma probabil-mente non si farà nulla o assai poco anche sull’altro fronte. E dire che gli interventi ordinari sarebbero possibili in poco tempo e con poca spesa!

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Ormai è certo: addio riforma della giustizia

Michele Vietti

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Page 7: • Nuova serie - Anno 19 - Numero 183 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 3 Agosto 2010 • SCIENZA LAlzheimer si può battere studian

7Martedì 3 Agosto 2010Martedì 3 AgoP R I M O P I A N O

E si ostina a non capire che Marchionne sta suonando uno spartito del 21° secolo

La Cgil suona una musica del ’900L’a.d. Fiat collega fra loro Usa, Russia, Ue e Balcani

DI PIERO LAPORTA

Sergio Marchionne, la rivoluzione sindacale e industriale che Silvio Berlusconi ed Emma

Marcegaglia non possono fare, mentre l’AD Fiat collega Usa, Russia, Ue e Balcani. Non gli basta. Torino, già decaduta a periferia di Pomigliano d’Arco, grazie a Marchionne inopinata-mente ritrova ruoli internazio-nali sinora impediti dai noTav e surrogati dalle giunte locali con le solite zuppe sciape a base di kermesse. Non è finita.

Un anno fa pochi l’avrebbero previsto.

Febbraio 2009, andando via da Roma, Ronald P. Spogli, am-basciatore Usa mandato da Bush, criticò aspro l’Italia.

A Washington, nelle consegne fra Bush e Obama, Berlusconi era sulla black-list: troppo amico di Putin. Poco importava che il rus-so fosse stato socio di Bush. Nep-pure aiutava, anzi ostacolava, l’amicizia di Clinton con Mas-simo D’Alema, il comunista che per 78 giorni bombardò la Serbia comunista. Men-tre Spogli parlava, Moody’s declassò i titoli Fiat da BAA3 a BA1, spazzatura. L’uomo col maglione non s’impressio-nò; attaccò da grande stratega nel punto più debole: «Voglio Chrysler». Lo gua-tarono sornioni: «I soldi li hai?». Non avevano ritegno; la Chrysler si sbriciolava per un management di imbecilli; po-che settimane e sarebbe scoppia-

ta sotto la poltrona di Obama. «I soldi? Me li darete voi» ribatté «quando avrete capito il mio pia-no». Cinque giorni fa Obama non s’è schermito: «Grazie Sergio, per quanto stai facendo per la Chry-sler». I tedeschi rosicano.

Entrando in Chrysler, uscì da Termini Imerese e da una regio-ne priva di credibilità. La terza carta l’ha giocata a Pomigliano d’Arco, con lo stesso diktat che salvò Wolkswagen: niente assen-teismo e lavorare bene, altrimenti si chiude. Lo Statuto dei lavorato-ri? Niente assenteismo e lavorare bene, altrimenti noi si va in Polo-nia, dove ci aspettano a braccia aperte. C’è chi comprende la logi-ca industriale e chi, contempla la corazzata Potemkin, come Sergio Epifani, stupefatto che il mondo vada avanti senza la Cgil.

Quarta mossa: Fiat in Serbia. La Lega insorge: ridacci i dané. L’uomo col maglione li guarda un po’ così: Fiat in Serbia c’è dagli

anni ‘60, anche se Dalema ha bom-bardato gli stabi-limenti Zastava. L’accordo per co-struire la nuova Topolino risale a due anni fa e

c’eravate anche voi quan-

do fi rmammo. La Serbia assicura oltre 200 milioni di euro, fra con-tributi diretti (3-5mila euro per ogni assunto), esenzioni fi scali, terreni gratuiti e collegamenti autostradali per portare le auto sui mercati. Dimenticate inol-tre, dice Marchionne, che dopo i bombardamenti su Belgrado, gli Stati Uniti sono il maggior investitore straniero in Serbia, che vanta le più basse imposte sulle imprese d’Europa, il 14 per cento. È da imbecilli, appunto, fare il lavoro sporco con D’Alema e non comprenderne la strategia. La Serbia, infi ne, è l’unico pae-se esterno alla Comunità degli Stati Indipendenti ad avere un trattato di libero scambio con la Russia, la quale applica dazi fi no a 2mila euro a centimetro cubo di cilindrata sulle auto importate, ma non su quelle che arrivano da Belgrado. La fabbrica in Serbia, che ci costò un botto durante la Guerra Fredda, oggi ci apre le porte a un mercato di 150 mi-lioni di consumatori. La Serbia è vocata a collegare Usa, Russia e Ue; grazie all’Italia, a Torino e alla Fiat. Come dite? La secessio-ne diventa più diffi cile? Pazienza. Il 22 settembre 2007, a un conve-gno aveva irriso pure i professori all’Antonio Martino: «Alcuni eco-

nomisti sono convinti che il sistema euro-peo - per migliorare produttività, effi-cienza e profi tti - deb-

ba convergere verso il modello americano. Non credo che questo tipo di convergenza sia possi-bile nel medio termine, ma non credo neppure sia auspicabile». Point, game and match.

[email protected]

Vendola gode di apprezzamenti impensabili. Anche nella masso-neria c’è chi fa il tifo per lui. Gioele Magaldi, leader del Grande oriente democratico, tifa per lui a capo del Pd. Ai microfoni di Current, in aperto contrasto con Gustavo Raffi , gran maestro del Goi, Magaldi dice di apprezzare in Vendola «un carisma da leader che attualmente nessun altro ha nel centrosinistra». Ma l’intervista parte dalla rottura del presidente della Camera, Gianfranco Fini, con il premier Silvio Berlusconi: «Nel Grande oriente democratico le persone sognano un centrodestra diver-so da quello monopolizzato dall’anomalia Berlusconi. Auguro a Fini d’implementare la sua forza d’urto, al di là della visibi-lità». Ribadisce poi il suo messaggio al Cavaliere: «Vorrei che il fratello Silvio avesse le palle per uscir fuori e prendersi le sue responsabilità. Dell’Utri, Verdini, sottosegretari e Carboni quando s’interessano di certe cose non lo fanno all’oscuro del capo o di quel Cesare che, mi dicono, in qualche festa indossi anche il pallio rosso tipico del Giulio Cesare storico». Perché secondo Magaldi sarebbe falsa l’immagine che l’attuale premier abbia usato la massoneria solo per il potere: «Bensì è un’ade-sione fi losofi ca, ideologica, esistenziale che sostanzia la vita quotidiana di Berlusconi fi nanche nei rapporti con le sue donne cui regalerebbe collanine con simboli massonici. Non a caso, nomi e loghi delle aziende dimostrano l’appartenenza masso-nica del premier», racconta Magaldi annunciando «un lavoro semiotico». Le sorprese non mancheranno, a settembre.

Bartolomeo Scappi

La Massoneria tifa Vendolaintanto applaude Fini

Il consigliere del comune di Firenze, Giovanni, Fittante ha an-nunciato l’uscita dal gruppo del Pd per aderire all’Idv. Accanto a lui, per festeggiare, c’erano Fabio Evangelisti, segretario re-gionale dell’Idv, e l’europarlamentare Niccolò Rinaldi. Fittante ha parlato col sindaco fi orentino Matteo Renzi, confermandogli piena fi ducia e adesione al programma. Duro il testo di Fittan-te: «Purtroppo, non mi è più possibile contribuire come vorrei al rilancio del centrosinistra dai banchi di questo partito, nel quale lo spazio per la componente laica e riformista a cui mi richiamo è praticamente ridottissimo».

Sebastiano Luciani

Firenze, Fittante molla il Pde passa con Di Pietro

Sergio Marchionne

NON DITE A PAOLI-NO BUONAIUTI (e tantomeno al cavalier Berlusconi) che a dare con particolare risalto, nei loro take d’agenzia (per giunta con titolo-ni sparati in fotocopia: «Applausi per Fini») la notizia della folla plaudente a Gianfranco Fini al termine dei fune-rali di stato di venerdì scorso è stata data da Ansa (diretta dall’ex capo del politico di Repubblica Luigi Contu), Agi (nelle cui fi la militava proprio il portavoce del presidente della Came-ra, Fabrizio Alfano) e l’Ap Com (del su-permontezemoliano Luigi Abete) che nel titolo aggiungeva pure un «bravo» all’indirizzo del presidente della Came-ra. Per la cronaca (o forse, chissà, per la storia) questo il titolo esatto: «Fini a esequie militari uccisi, in piazza lo applaudono: Bravo». Non ci resta che dire... Forza Fini!

* * *ANNUNCIO PER TUTTI GLI ASPI-RANTI giornalisti: la Rai ha appena in-detto un nuovo bando di concorso. Preci-pitatevi! Purché non sia a benefi cio dei soliti noti, come qualcuno già maligna

visto che potranno partecipare anche i fi gli dei dipendenti. W la Rai.

* * *A SINISTRA LO SANNO. Quel «mi limiteró a registrare i fatti» oltre che al Cavaliere è indirizzato a loro. Inutile tirare il Colle per la giacchetta se non si ha uno straccio di alternativa pronta...

* * *ENRICO MENTANA E IL SUO TG hanno uno spettatore d’eccezione: CDB, Carlo De Benedetti. Speriamo che qual-che altro collega non rosichi troppo.

* * *TANTE CHIACCHIERE SU MARCO CAPPATO direttore di Radio Radicale per il dopo Massimo Bordin. Ma non sarà invece che lo stesso Marco Pannella sia in procinto di prenderne le redini? Op-pure ritorna Bordin?

* * *ANTONIO POLITO CI SARÀ RIMASTO MA-LUCCIO. Ecco come lo apostrofa il Mattinale di Berlusconi: «Dunque, secondo il Riformista, il Pdl si sarebbe prema-turamente spento ad appena due anni, dopo una lunga agonia. Lo strappo con

Fini, il cofondatore, sarebbe la causa ultima, o meglio l’effetto di un lungo logoramento. Ma in politica le analisi frettolose spesso sono destinate ad es-sere smentite dai fatti, come è successo, in particolare, negli ultimi sedici anni. Stamani abbiamo anche letto che «Silvio è destinato a fare la fi ne di Prodi». Ma quante volte il Riformista, e quotidiani anche più autorevoli, hanno recitato il De profundis per il Cavaliere sostenen-do che il suo percorso politico era irri-mediabilmente fi nito? E quante volte la realtà ha detto il contrario? Dunque, un osservatore non contagiato dalla fre-gola di disegnare scenari favorevoli al centrosinistra - quello sì morto da tempo e non ancora in procinto di resuscitare - dovrebbe fare qualche considerazione un po’ meno superfi ciale sulle sorti del Pdl, un partito che ha vinto tutte le elezioni a cui ha partecipato e che, quando non è in buona forma, non scende mai nei sondaggi sotto il 33-35%».

* * *VOLETE FARVI DUE RISATE? Il Partito democratico ha deciso di correda-re tutti i suoi manifesti politici con il «qr code». Peccato che in Italia al massimo un paio di persone sappiano cosa sia.

A PROPOSITO DI OBAMA. Le cose sa-ranno andate proprio come le descrive il Mat-tinale berlusconiano? Sentite qui: «La sinis-tra, come si usa dire, è allo sbando. Lo erano anche i democra-tici americani nel secondo mandato di Bush. Ma dal nulla, due anni prima delle presidenziali, i media si innamo-rarono di Obama, della sua oratoria trascinante, del fascino di un outsider al di fuori di ogni logica di potere. Non era così. La candidatura di Obama nac-que a Wall Street e nelle redazioni del New York Times e del Washington Post. E le sue scelte di governo lo stanno confermando. La vittoria di Obama fu una vittoria di misura. Ma il suo 52% fu trasformato in una valanga di voti che aveva sommerso i conservatori e il partito repubblicano. La realtà era ben altra. Ma la virtualità della nuova politica riesce ad accreditare una vera e propria leggenda metropolitana». Sa-ranno contenti in via veneto di questa analisi della discesa in campo del loro amato Presidente?

Gianni Caracciolo

COUS COUS

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8 Martedì 3 Agosto 2010 P R I M O P I A N O

In soli due mesi il valore è aumentato di 10 miliardi di euro

Draghi, 80 mld di oroBoom delle riserve auree Bankitalia

DI STEFANO SANSONETTI

È un’escalation impres-sionante. A fine 2008 valevano 48,9 miliardi di euro. Un anno dopo si

era già sfondata la soglia dei 60. Oggi, prendendo l’ultimo dato di-sponibile, riferito a fine giugno, si è addirittura sfiorata quota 80 miliardi di euro. Tanto sono arri-vate a valere le riserve auree della Banca d’Italia. Si trat-ta di circa 2.500 tonnellate d’oro, divise in centinaia di migliaia di lingotti custoditi, in parte, nei forzieri di via Nazionale. L’ultimo aggiornamento diffuso da palazzo Koch, appunto, parla di riserve per 79,914 miliardi di euro al 30 giugno 2010. Tanto per fornire un parametro in più, l’in-c r e m e n t o è stato di 10 miliar-di rispetto a soltanto a due mesi fa, quando il governa-tore Mario Draghi ha tenuto le sue considerazioni

finali più recenti. All’incredi-bile boom, naturalmente, ha contribuito l’andamento del prezzo dell’oro, salito del 23,3% nel solo 2009 e proseguito senza sosta anche nella prima parte di quest’anno.

Chissà cosa avrà pensato il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, di fronte a questi

dati. L’anno scorso, infat-ti, all’interno di un provvedimento anti-

crisi (dl 78/2009), il titolare del di-castero di via XX Settembre aveva provato a intro-durre una sorta di golden tax, ovvero un pre-

lievo del 6% sulle plusvalen-

ze auree di Bankitalia entro un tetto massimo di 300 milioni di euro. Progetto poi bloccatosi per l’opposizione della banca cen-trale europea guidata da Jean-Claude Trichet. A constatare l’andamento delle plusvalenze negli ultimi anni e negli ultimi mesi, sembra di poter dire che il progetto di Tremonti avrebbe potuto far guadagnare un botti-no pieno alla casse dello stato.

Tra l’altro, sempre l’anno scorso, nell’ambito del dibatti-to parlamentare che si è svilup-pato sul provvedimento, l’idea di fare uso delle plusvalenze auree di palazzo Koch aveva incontrato il favore anche di qualche autorevole esponente dell’opposizione. Tanto per fare un esempio Enrico Morando, Pd, già responsabile economi-co dei Ds, pur contestando le modalità con cui Tremonti era intervenuto sul tema, aveva condiviso l’opportunità di uti-lizzare le plusvalenze auree. In particolare la proposta era quella di prevederne un impie-go per la sviluppo di progetti in-frastrutturali a lungo termine, soprattutto per il Sud.

Chissà che questi discorsi, con la nuova valutazione dell’oro di palazzo Koch, non possano presto tornare in auge.

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Perdete ogni speranza voi che entrate… do-vrebbe essere questa l’insegna posta ad acco-gliere i viaggiatori della nuova Alitalia. Sabato 31 luglio, infatti, attesa e check in e imbarco del volo Az 642 si sono trasformati in un vero e proprio girone infernale: code lunghissime, personale insufficiente, aereo in overbooking, passeggeri in-furiati perché hanno già pa-gato il biglietto, ma sono sen-za posto, famiglie sull’orlo di una crisi di nervi perché pur avendo prenotato i biglietti da mesi hanno posti sparpagliati, con un minore alla fila 14 e i genitori più di dieci file dietro. Stessa sorte capita a una cop-pia di sposini. E poi, ovviamente, per questio-ni di sicurezza la partenza è ri-tardata…salvo scoprire poi che il ritardo non è dovuto a una questione di sicurezza, ma al fatto che l’aeromobile è arriva-to in ritardo al gate di imbarco. Sappiamo tutti come è andata a finire la favola : «Al lupo! Al lupo!». Come se non bastasse, l’Alitalia ha introdotto una nuova regola per i voli oltreoceano: un bagaglio per passeggero, così i passeggeri che non sono stati avvisati han-no di fatto dovuto pagare per il bagaglio extra. Tutto questo con dipendenti che non fanno nul-la per aiutare e assistere i passeggeri/clienti: la parola d’ordine è arroganza. Arriva il momento dell’imbarco: un ragazzino sale e alla richiesta da parte di una hostess della carta di imbarco risponde di esserne sprovvisto, ma di essere «il figlio del capita-

no». Immediatamente gli viene assegnato un posto in classe Magnifica.Una volta imbarcati le cose non vanno meglio: in fila 31 sono seduti 3 adulti e due neonati, ma le maschere d’ossigeno sono solo quattro. E le culle che erano state richieste per i due piccoli

non arriveranno perché l’aereo ne ha a disposizione solo tre, mentre i bambini sono cinque: la prospettiva è che viaggeran-no tra le braccia delle madri per le successivenove ore.Di più: la fila 31 è vicina alla toilette e gli odori che arrivano sono nauseabondi. Tutti i pas-seggeri prossimi alla fila rifiu-tano, disgustati, il pranzo.Il tempo da trascorrere in volo è tanto, così si spera di poter vedere un film per distrarsi. Non si fa nemmeno in tem-po a pensarlo, che il coman-dante annuncia un problema tecnico agli schermi persona-li; per questo motivo il film andrà in onda sugli schermi comuni: ma sono posizionati di modo tale che per diverse

file è assolutamente impossibile vedere anche una singola scena. Si prova ad allungare il collo, ma dopo quarantacinque minuti il film si interrompe. Il comandate si scusa e si fa ripartire un’altra proiezione.E per la serie «cura del passeggero», acqua e bevande sono sistemate sul fondo dell’aereo, così se qualcuno volesse anche solo un bicchie-re d’acqua deve percorrere tutto il veicolo per servirsi.

Tony Eustor

LETTERA

Il girone dantesco di un volo Alitalia

Mario Draghi

Rocco Sabelli

DI PAOLO SIEPI

Anche il più addormentato dei cittadini si è accorto ormai che il nostro sistema politico non funziona più, e che, senza sostanziali cambiamenti delle sue regole (e dei suoi protago-nisti) può portare il paese al disastro. Gianfranco Miglio: “Come cambiare”, Mondadori, 1992.

Non è che Massimo D’Alema sia molto lucido quando dice che la storia della P3 è come Tangen-topoli e si augura la fi ne anticipata della legisla-tura. Perché la storia continua a non insegnare nulla? La sponda della magistratura per gettare giù un governo è utile se poi vinci le elezioni. Senonchè, dal 1994 ad oggi, le inchieste per far fuori il centrodestra non sono servite a niente. A me pare che le vicende di questo paese insegnano che, più ti affi di ai magistrati per fare politica e più perdi. Clemente Ma-stella. Tempi.

Il Pd è una consorteria della conservazione. Con vocazione al suicidio. Nichi Vendola. Oggi.

Se in tanti anni non siamo riusciti a spuntare gli artigli di una magistratura di assalto che fa politica e cambiare le regole del diritto storto, con chi ce la dobbiamo prendere? Il popolo ha votato le bandiere garantiste, maggioranze ga-gliarde, possibile che il nulla di fatto sia colpa esclusiva dei giornali e del partito dei parrucconi? Giuliano Ferrara. Il

Foglio.

Silvio Berlusconi prende voti perché ha cac-ciato in soffi tta gli ideologismi e quanti, dall’alto della loro presunta superiorità morale,vogliono insegnarti a vivere. Stefania Craxi, sottose-gretario agli esteri. Corsera.

Solo a Brescia, nel decennio scorso, Antonio Di Pietro otten-ne il non luogo a procedere per 27 accuse complessive divise in 54 procedimenti penali: perché lui a processo non ci voleva andare, così come non vuole andarci neanche adesso. L’unico uomo che davvero non si può processare, in Italia, resta Di Pietro. Il dato è questo. Filippo Facci. Libero.

Caro Fabio Granata, nobile la tua destra? A me viene in mente “Sud” il libro in cui Marcello Veneziani descrive la se-zione missina della sua giovinezza come una tana puzzolente di reduci e di reietti, petomani e ruttatori, dove si passava il tempo fra saluti romani e scherzi da caserma. Camillo Langone. Il Foglio.

Il Pdl si è distrutto da solo. Con una rapidità terrifi cante. Sei mesi fa il Pdl c’era, oggi non c’è più. Giampaolo Pansa. Il Riformista.

Perché i due Politecnici di Milano e di Torino e la Bocconi di Milano non si uniscono in qualche modo? Sarebbero un polo senza eguali in Europa. Andrea Guerra a.d. di Luxottica. La Stampa.

Lady Gaga, la cantante americana conosciuta per l’eccentricità dei suoi viedoclips è diventata la prima persona ad avere 10 milioni di fans (più di Barack Obama) su Facebook. People.

La situazione è ironica. Oggi le coppie eterosessuali optano massicciamente verso i pacs che, all’origine, erano un sempli-ce contratto d’unione civile per gay e lesbiche che non poteva permettersi un matrimonio vero e proprio. Adesso invece questi ultimi, reclamano le gioie dell’unione matrimoniale. I pacs quindi sono per gli etero e i matrimoni per gli omo. Pascal Bruncher, fi losofo. Le Nouvel OBS.

Nell’informazione sovvenzionata, i pubblicitari impongono il tutto-va-bene-madama-la-marchesa: avete mai conosciuto il reale valore di un libro, di un fi lm, di un ristorante, di un paio di scarpe, leggendo un magazine? Camillo Langone. Il Foglio.

Non avendo parlato con i procuratori non mi sembra il caso di farlo con la stampa. Marcello Dell’Utri, deputato Pdl. Agenzie.

L’Emilia Romagna è una regione ballerina. Di liscio. Il Pd ha cercato di assassinare questo ballo che infatti è stato bandito dalle “Notti rosa” della riviera romagnola. Il liscio è un ballo sociale, che nasce dai contadini. A Ravenna, adesso, ascoltano (o debbono ascoltare; o sembrano ascoltare) solo musica classica. Raoul Casadei. Il Giornale.

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PERISCOPIO

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9Martedì 3 Agosto 2010Martedì 3 AgoP R I M O P I A N O

I progetti dell’istituto di credito, i cui impieghi crescono sotto le attese per mancanza di domanda

Per ora soltanto Profumo di CinaUnicredit vuole aprire una banca, ma a Pechino c’è protezionismo

DI SERGIO LUCIANO

Unicredit Group vuo-le aprire una propria banca in Cina, e per ora non gliel’hanno lasciato

fare; ma insisterà nel suo pro-getto, perchè crede fortemente nella centralità del mercato ci-nese per le aziende esportatrici italiane. Lo ha rivelato Roberto Nicastro, deputy-ceo (in sostan-za viceamministratore delegato del gruppo) parlando dal palco di Cortina InConTra, in un con-vegno sull’export. «Ci piacerebbe far molto di più in Cina, per ac-compagnare i nostri clienti che vi esportano, di quanto riusciamo a fare non avendo ancora una pre-senza diretta in quel paese sterminato. Ma anche noi, per quanto gran-di, ci scontriamo con le forti chiusure che ancora proteggono alcuni mercati na-zionali. In Cina abbiamo deciso di costiuire una nostra banca total-mente finalizzata al sostegno dell’export, ma ci hanno detto che per aprirla dovevamo, prima, avere tre fi-liali ordinarie funzionan-ti e in

utile. Allora abbiamo contropro-posto: le apriamo subito, e tra tre anni la banca, ma ci hanno ec-cepito che potevano autorizzar-cene solo una per volta, e dopo che ciascuna avesse conseguito il terzo esercizio di utile sarebbe stato possibile aprire l’altra...». E qui Nicastro ha aggiunto un’altra informazione, molto suggestiva: «Anche acquistare una banca in Cina è impossi-bile: a parte le dimensioni, non si può che comprarne il 20 per cento, non il controllo...». Forse era un’altra opportunità che in piazza Cordusio hanno valutato, ma senza esito possibile.

Le notizie sono tre, insomma: che Unicredit vuol crescere a Pechino, e lo farà; e che la Cina

è molto più protezionista di quanto dicano i liberisti

duri-e-puri per i quali la Cina è solo un’op-portunità e non una minaccia. Infi ne, la terza notizia, molto interessante alla vi-gilia dei dati seme-strali Unicredit: gli impieghi non cresco-no quanto era in bud-get, cioè del 7%, ma meno, per carenza di

domanda: il che

vuol dire, probabilmente, fare più utili, ma anche che l’econo-mia non è ancora ripartita come si sperava.

Insomma, al di là della reto-rica iperliberista di chi predica che la Cina sarebbe lì pronta a farsi espugnare dalle nostre merci, c’è la realtà di coloro che, esportando prodotti strategici o comunque diversi da quelli di largo consumo o di grande ap-peal d’immagine, sbatte ancora oggi il muso contro il protezioni-smo reale del governo di Pechi-no. «Basti pensare alla colossale diga delle Tre Gole, la più gran-de del mondo», ha esemplifi cato Paolo Astaldi: «La comunità in-ternazionale era tutta contraria a quest’opera, che ha avuto un impatto ambientale gigantesco e molto pericoloso. Ma i cinesi non hanno voluto sentire ragioni e l’hanno realizzata interamente da soli».

Comunque, Cina o non Cina, Unicredit rilancia sull’export. «È una scelta convinta, ma anche una celta obbligata», ha spiegato Nicastro, «avevamo pianifi cato un incremento negli impieghi di circa il 7% e, paradossalmen-te, non troviamo clienti che ci chiedano di essere finanziati! Salvo quelli che esportano! Dal nostro osservatorio, le esporta-zioni italiane sono sorrette dalla leadership nella qualità, non nel prezzo. E dalla scelta dei merca-ti: accanto a quelli tradizionali, come la Germania e gli altri pa-esi dell’Unione europea, stiamo vedendo crescere l’Est Europa (Polonia, Russia e Romania) e anche la Turchia, dove abbiamo 1.000 sportelli e stiamo aiutan-do molto bene i nostri clienti. Ci sono nazioni come la Polonia che soltanto in termini di fon-di strutturali europei crescono del 4% all’anno! Ma è quel che facciamo ovunque siamo presen-

ti, accreditare i nostri clienti e garantirgli l’affidabilità della controparte. E lo facciamo nei 22 paesi dove siamo presenti e dove nell’insieme sosteniamo l’export di 15 mila imprese!».

Fin qui Nicastro, ma tre giorni prima il capo supremo del grup-po, Alessandro Profumo, aveva messo un carico in difesa della sua banca e della categoria in genere contro le bordate critiche degli imprenditori. «Non è vero», ha detto Profumo, «che le banche commerciali guadagnano troppo, magari! Prendete noi. Abbiamo 60 miliardi di euro di capitale, che ha un costo più o meno del 10%, Quindi, se facciamo meno di 6 miliardi di utile netto, non stia-mo dando ai nostri azionisti il ri-torno necessario affi nchè restino con noi! Abbiamo perso 4 miliardi di euro l’anno scorso prendendo-ci rischi per stare vicino alle im-prese, e l’87% di queste perdite è sotto i 5 milioni di euro, piccole singole perdite che nell’insieme sono una barcata di soldi!».

© Riproduzione riservata

C’è andato Massimo D’Ale-ma, a Torre del Lago Pucci-ni, dove il Pd ha allestito la festa nazionale dei giovani democratici, senza però di-menticare di celebrare la fi nale di miss Drag queen, pubblicizzata dall’Unità sot-to il logo del partito. Con un titolo davvero inequivoca-bile scelto per la kermesse come «Nessun dorma», dopo aver invitato la futu-ra leader della Cgil Susanna Camuso e il ministro della gioventù Giorgia Meloni, ecco l’ora (tarda) del tra-vestimento. Sotto la pioggia sono arrivate da tutta Italia quindici fi naliste del con-corso, con il sorriso coin-volgente di Regina Miami, con scarpe di vernice rossa e la gabbietta degli uccellini come cappello. Come ha fat-to notare la cronaca locale del quotidiano La Nazione, «per la prima volta nella sto-ria della manifestazione è stato un trio (alla faccia del ticket per la segreteria del Pd) ad aggiudicarsi il titolo di reginetta del travestimen-to: le Cotton Fiock, nello specifi co Davide Salerno di Milano, Moreno Martini di Torino e Davide Farina di Ancona». I tre «hanno sba-ragliato la concorrenza con l’ironia di uno show molto vicino al cabaret, costruito su un medley di una trentina di canzoni italiane, ricco di doppi sensi e giochi di paro-le maliziosi».

Mario Nuzzi© Riproduzione riservata

Pd, tra D’Alemae drag queen

Alessandro Profumo

www.librimondadori.it

LAMPINEL

BUIO

PA OLO PANERAI

I RETROSCENA DELLA FINANZA E DELL’ECONOMIA ITALIANADAL DOPOGUERRA A OGGI

IL NUOVO LIBRO DI

CINQUANT’ANNI DI FUSIONI,

BANCAROTTE, SCALATE

RACCONTATI DA UNA DELLE VOCI

PIÙ AUTOREVOLI DELLA FINANZA

E DELL’ECONOMIA

di Marco Cobianchi

- Giorgio Stracquadanio: «Per Fini ci vuole il tratta-mento Boffo».

Voleva dire:

- Ciao Vittorio, hai pre-sente Granata?

***

- Roberto Calderoli: «Se uno cambia idea c’è sem-pre qualcun altro pronto a prendere il suo posto».

Voleva dire:

- Buy.

DECRITTAZIONI

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10 Martedì 3 Agosto 2010 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Una ricerca americana rivaluta l’importanza dell’istruzione rispetto alla professione esercitata

Scuola parafulmine dell’AlzheimerChi ha studiato a lungo ha meno probabilità di ammalarsi

DI SERGIO PEREGO

Per combattere il morbo di Alzheimer, meglio studiare e leggere. Anzi, sedere ai banchi della

scuola e dell’università. A que-sta conclusione è arrivato uno studio della rivista americana Brain (cervello), che ha analiz-zato il cervello di 832 persone anziane che avevano partecipato, alcuni anni prima del loro deces-so, a inchieste sulla problematica dell’invecchiamento. Così si era-no accumulati parecchi dati sulle loro abitudini di vita, sulla loro educazione, sul livello di studi, sullo stato di salute.

I ricercatori sostengono che avere studiato permetterebbe di accumulare attitudini cognitive in grado di controbilanciare gli effetti deleteri delle lesioni cere-brali responsabili dell’Alzheimer. Le lesioni istologiche responsa-bili del morbo, corrispondenti a placche che attaccano i neuroni, sono presenti sia nelle persone che hanno studiato, sia in quelle che non sono state a lungo sui banchi di scuola. Tuttavia gran parte di quelle che appartengono

alla prima categoria non contrat-to l’Alzheimer durante la propria vita, mentre le altre si sono am-malate.

Uno degli autori dello studio, Hannah Keage dell’università di Cambridge, spiega che avere studiato può aiutare le persone anziane a gestire sul piano cli-nico le lesioni degenerative del cervello. Apparentemente non è l’importanza dell’attività intel-

lettuale in sé ad avere un effet-to di protezione, ma il livello di studi e le capacità accumulate nel corso di 25 anni. Il fatto di avere seguito un corso scolastico ritarda l’apparizione della ma-lattia da sette a dieci anni. Chi non è stato a scuola ha il doppio di possibilità di ammalarsi. La scuola, secondo gli studiosi, in-fluenzerebbe lo sviluppo delle sinapsi cerebrali e la grandezza e

il numero dei neuroni, mentre la professione giocherebbe un ruo-lo minore. Recentemente alcuni guerriglieri colombiani hanno accettato di imparare a leggere. L’esame del cervello ha permesso di constatare che questo semplice apprendimento aveva sviluppato la loro materia grigia. Una con-ferma ulteriore dello studio di Brain, dunque. Ma non solo: per proteggersi serve anche avere un

hobby come la pittura o la musi-ca. Ancora, avere legami sociali, leggere e discutere quanto letto con il proprio gruppo di riferi-mento. In una parola, condivide-re l’attività intellettuale. La scuo-la, in fondo, specialmente in età avanzata con le università della terza età, serve anche a questo. Se poi si è studiato da giovani, tanto meglio.

© Riproduzione riservata

DI MASSIMO GALLI

Pierre Martinet, industriale francese leader nel settore delle insalate confezionate, si butta nel segmento halal: quello dei pro-dotti alimentari che rispettano le procedure

per l’uccisione degli animali previste dalle norme islamiche. La nuova gamma, chiamata «Le ricette di Nurdan» dal cognome della moglie turca di Mar-tinet, riguarda specialità a base di carne di maia-le, come i croissant al prosciutto, preparate sotto il controllo della moschea di Lione.

Questi prodotti sono già commercializzati dalla grande distribuzione con il marchio Martinet, ma saranno venduti anche attraverso il private label (marchio del distributore) e senza marca. L’indu-striale francese osserva che oggi i musulmani rap-presentano circa il 10% della popolazione transalpi-na e che sette su dieci vogliono consumare halal.

Martinet, con il passare degli anni, ha messo in piedi un impero industriale che gli permette di essere il numero uno nelle insalate con 43 mila tonnellate prodotte all’anno, vendute essenzial-mente nella grande distribuzione, che rappresen-tano il 92% dei 103,5 milioni di euro di giro d’affari dell’azienda. In ambito internazionale si registra una forte crescita: dopo un incremento del 25% dei volumi di vendita, Martinet si è dato l’obiettivo di conseguire un +50% quest’anno. Per arrivarci, la società ha rafforzato le équipe commerciali soprat-tutto in Spagna, Italia e Belgio, dove i suoi prodotti si trovano sugli scaffali delle più grandi insegne locali della distribuzione.

Oggi il catalogo Martinet conta 380 prodotti, ma ogni anno se ne aggiungono da 10 a 15. Ed è in arrivo una gamma di insalate biologiche per accon-tentare i cultori dell’alimentazione naturale.

© Riproduzione riservata

Il leader francese delle insalate punta sul business halal

Piatti pronti ad hocanche per i musulmani

Qualcuno si domanda se occorra perdonare Billy the Kid. A 129 anni dalla sua morte la

questione sta particolarmente a cuore al governatore del Nuo-vo Messico, Bill Richardson. Ma la strana idea ha sciocca-to altre persone, a cominciare dai discendenti dello sceriffo Pat Garrett, che uccise il fuo-rilegge nel 1881 mettendo la parola fine all’epopea di Billy the Kid.

Ora ci si chiede per quale motivo graziare in via postu-ma un criminale che si vantava di aver ammazzato 21 persone (in realtà sembra fossero nove) a sangue freddo, una per ogni anno della sua esistenza. Co-lui che giocava a discendere dai rappresentanti della legge. Si infervorano i nipoti dello sce-riffo, per i quali Billy the Kid era un assassino sanguinario, e questa decisione di riabilitarlo signifi cherebbe mancare di ri-spetto al venerabile giustiziere che portava la stella sul pet-to. I nipoti hanno scritto una lettera critica al governatore Richardson.

A proposito di missive, pro-prio Billy the Kid scriveva nel 1881 al governatore dell’epo-ca, Lew Wallace, chiedendo se avesse dimenticato la sua promessa. Si riferiva al giura-

mento di poterlo assolvere se egli si fosse arreso. Billy aveva mantenuto la parola, si conse-gnò alla giustizia, ma venne immediatamente condannato all’impiccagione. Il fuorilegge riuscì a fuggire, ma qualche mese più tardi venne abbattuto da una pallottola alla schiena sparata dal suo vecchio amico Pat Garrett.

© Riproduzione riservata

L’idea è del governatore del Nuovo Messico

C’è aria di grazia per Billy the Kid

Leggere e studiare protegge il cervello dalle lesioni degenerative

Pierre Martinet entra nel segmento halal

Billy the Kid

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11Martedì 3 Agosto 2010ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Meno spazi sugli scaffali e guadagni inferiori penalizzano i colossi dell’alimentare in Francia

Le marche aggirano i supermercatiIl nuovo trend: vendere al cinema, nei parchi e in panetteria

DI MASSIMO GALLI

Le grandi marche alimentari cercano di liberarsi dell’ab-braccio ossessivo di iper e supermercati. I rapporti

non sono buoni come un tempo e i guadagni diventano meno al-lettanti. Per questo esse cercano strade alternative per vendere i loro prodotti. È il caso del colosso francese Danone, che ha inau-gurato due bar specializzati in yogurt all’aeroporto di Madrid. Un punto vendita è già attivo da tempo a Barcellona e questa idea potrebbe essere presto estesa ad altre città.

L’intero settore alimentare è in fi brillazione in terra francese: molti vogliono crescere anche in maniera indipendente, fuori dai circuiti dei colossi distributivi. Isabelle Senand, ricercatrice presso la società Xerfi , sottolinea che si tratta di una scelta quasi obbligata, in un contesto di con-sumi alimentari stagnanti e di un rapporto sfavorevole con la gran-de distribuzione. Non si tratta certo di abbandonare i supermer-cati, visto che mediamente oltre tre quarti del giro d’affari delle

grandi marche viene realizzato attraverso questo canale. Piutto-sto è la ricerca di un’integrazio-ne. Per Danone e affi ni lo spazio sugli scaffali dei supermercati si sta riducendo, poiché i distri-butori aumentano sempre più la vendita di prodotti a marchio proprio, che generano utili mag-giori e permettono all’acquirente di risparmiare.

In fondo tutti i produttori so-gnano di replicare il successo ot-tenuto da Nestlé con Nespresso, il caffè commercializzato esclusiva-mente nei propri negozi e via in-

ternet, tralasciando le grandi su-perfi ci di vendita. Una strategia che, pur essendo molto costosa, è stata seguita anche dall’america-na Haagen Dazs, che ha aperto 75 magazzini di gelato in Fran-cia, che garantiscono un terzo del giro d’affari nel paese. Ancora, le

due boutique Maille di Unilever rappresentano una potente ca-lamita per i turisti giapponesi e americani.

Ma ci sono altre modalità che permettono di instaurare un rap-porto più diretto con il consuma-tore. Per esempio i cinema, le cui vendite alimentari raggiungono ogni anno in Francia, secondo Xerfi research, i 200 milioni di euro. Ancora, i parchi d’attrazio-

ne, come Disneyland (300 milio-ni), le panetterie (1 miliardo di euro) e i distributori automatici (1,3 miliardi). I panifi ci Paul han-no stretto accordi con Lavazza per il caffè, Danone per le acque, Coca-Cola, Orangina e altri an-cora. Grazie ai suoi menu, Paul vende un numero maggiore di be-vande e questo porta altro fi eno in cascina alle grandi marche.

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DI ELISABETTA IOVINE

Le autorità inglesi e scozzesi vogliono ve-derci chiaro sulla forte mortalità delle api, la

cui scomparsa metterebbe a rischio la biodiversità e la si-curezza alimentare dell’intero pianeta. Nove progetti di ricer-ca, finanziati con 12 milioni di euro per una durata di tre anni, cercheranno di fornire una ri-sposta. Secondo Andrew Wa-tkinson, a capo dell’iniziativa governativa, si vedono già le conseguenze della mancanza di api Oltremanica: i produttori di mele sono costretti a importare questi animali, che garantisco-no l’impollinazione. Un terzo dell’alimentazione mondiale di-pende proprio da questo processo, che avviene attraverso gli insetti.

Per spiegare l’eccessiva mortalità delle api gli esperti chiamano in causa una concomitan-za di fattori: malattie, parassiti, esposizione ai pesticidi, rarefazione del nutrimento, impove-rimento genetico dell’ape regina. Uno dei pro-grammi sarà dedicato all’incidenza dei pestici-di, accusati di colpire le connessioni neuronali degli insetti: a dosi elevate provocano la morte, ma anche l’esposizione cronica a basse dosi può causare cam-biamenti più tenuti, come la perdita dell’orientamento e la diminuzione della capacità di apprendere e comunicare. Un simile impatto è stato finora

verificato in laboratorio, ma non ancora sul campo. La ricerca cercherà di mettere a fuoco gli effetti di uno o più pesticidi sull’attività cerebrale delle api a livello di cellule.

La parte più spettacolare dell’indagine sarà probabilmente quella riguardante le api di tre alveari in aperta campagna, che saranno dotate di pulci radio-identificative (Rfid) per seguire le tracce di ciascun insetto.

Questo perché, in molti casi, le api non muo-iono nell’arnia, ma scompaiono. Il suggestivo esperimento sarà condotto su circa 16 mila inset-ti: tutti seguiti a distanza. Sen-za, almeno qui, dover tutelare la privacy.

© Riproduzione riservata

Iniziativa inglese per indagare sulla mortalità degli insetti

Una pulce elettronica seguirà le api a distanza

In tempi di crisi gli spagnoli si vendono anche i capelli.

«Tutto è cominciato alla fi ne del 2008», spiega a Le

Monde Yolanda Delgado, che gestisce l’impresa di famiglia a Madrid, «sempre più persone venivano a proporci l’acquisto delle loro chiome». All’inizio Yo-landa non accettava richieste individuali («non abbiamo la logistica adeguata»), ma davan-ti all’affl usso sempre crescente di offerenti privati ha cambiato idea. Così all’inizio dell’anno scor-so l’imprenditrice ha creato una piccola infrastruttura per riceve-re il pubblico. Queste le regole: i capelli devono essere senza tracce

di tinture e decolorazioni, lavati e misurare almeno 40 cm. Una vol-ta trattati, saranno trasformati in parrucche e venduti in tutto il mondo. Le chiome europee sono le più quotate e anche le più diffi cili da reperire, in un mercato domi-nato dai capelli asiatici.

Il compenso può variare tra i 150 e i 600 euro al chilo, a secon-da della lunghezza e della quali-tà. Una coda di cavallo può valere, per intenderci, dagli 8 ai 90 euro. Una somma modesta ma che, in un paese che ha visto balzare al 20% il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre dell’anno, può fare la differenza.

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Una chioma può valere fino a 600 € al chilo

Crisi, gli spagnoli vendono i capelli

I colossi alimentari sperimentano nuove modalità di vendita

Cresce l’allarme per la scomparsa delle api

Le chiome europee sono le più quotate sul mercato internazionale

Le due pagine di «Estero - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di Sabina Rodi

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12 Martedì 3 Agosto 2010 ECONOMIA E POLITICA

Immatricolazioni giù del 26%. Promotor: il calo destinato ad aggravarsi

Auto, a luglio mercato a piccoLa quota di mercato di Fiat scende al 29%

Crollo a luglio per il mer-cato dell’auto in Italia. Le immatricolazioni, se-condo i dati del ministe-

ro dei trasporti, sono state infatti 152.752, in discesa del 25,97% ri-spetto a luglio 2009.

In calo anche la quota di mer-cato del gruppo Fiat che si è at-testata al 29% contro il 33,55% dell’analogo mese del 2009, con un totale di 44.433 immatrico-lazioni (-35,81%). Il Lingotto si consola, in parte, all’estero: in Spagna, dove le immatricolazio-ni sono calate nel mese scorso del 24,1%, il gruppo ha registrato un incremento del 3,6%. Secon-do l’Anfac (Asociacion espanola de fabricantes de automoviles y camiones), da inizio anno le immatricolazioni del brand Fiat sono cresciute dell’86,8% a 17.615 unità. In Francia Fiat ha accusa-to una fl essione dell’8% di auto nuove rispetto a luglio 2009, un risultato comunque migliore della media delle altre marche france-si, in un mercato in calo del 13% su base annua.

In decisa controtendenza il Giappone, dove le vendite di auto sono aumentate a luglio del 15% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Tornando in Italia, il calo del settore auto è, secondo il Cen-tro studi Promotor, destinato ad aggravarsi nei prossimi mesi, a causa soprattutto della debolezza della domanda interna di beni di consumo durevoli e non durevoli. Per l’intero 2010 il Csp GL events

prevede che le immatricolazioni si attesteranno a quota 1,9 milio-ni con una contrazione dell’11,8% sul 2009, che peserà sui bilanci del settore automobilistico, ma anche sul gettito fi scale. Si stima infatti che la fi ne degli incentivi determinerà un calo degli introiti dello stato, per le imposte che a vario titolo colpiscono l’auto, di circa 2 miliardi. Una cifra, osserva Promo-tor, «di gran lun-ga superiore a quanto lo stato dovrebbe stanziare per vara-re ecoin-centivi che potrebbero

ridare impulso alla domanda e avere rilevanti effetti positivi sull’occupazione, sulla ripresa dell’economia e sull’ambiente».

Secondo l’Anfia, il mercato dell’auto è sceso ai livelli del 1995. «Siamo di fronte al peg-gior risultato da ini-

zio anno», spiega il presidente dell’associazione nazionale fi-liera industria automobilistica Eugenio Razelli, «e per trovare livelli di immatricolazioni così bassi a luglio bisogna risalire al 1995. Considerando anche il trend negativo della raccolta ordini (-24% nel periodo genna-io-luglio 2010), non ci sono ele-menti che facciano ben sperare per gli ultimi mesi dell’anno, a consuntivo del quale vedremo andare in fumo i positivi risulta-ti ottenuti a fi ne 2009 in termini di performance ambientali delle vetture».

Secondo l’Unrae, l’Unione na-zionale rappresentanti autovei-coli esteri, sono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro. «Questa caduta», ha sottolinea-to il d.g. dell’associazione Gianni Filipponi, «ha due conseguenze, entrambe di grande rilievo: in-nanzitutto si va manifestando in modo preoccupante la progres-siva forte diffi coltà dei conces-sionari auto, che in molti casi si trovano costretti a ridurre il personale; in secondo luogo, sta

a indicare un minor fattura-to di 10 miliardi di euro e, quindi, un minor gettito Iva di circa 2 miliardi di euro per le casse del-lo stato, proprio in un momento in cui le diffi -coltà di reperimento di risorse per i program-

mi del governo si fanno sentire maggiormente».

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La cordata AlsaldoBreda (Finmeccanica)-Bombar-dier ha vinto la gara per la fornitura alle Ferrovie dello stato di 50 nuovi treni ad alta velocità, una commessa da 1,2 miliardi di euro. Il consorzio italo-cana-dese ha quindi battuto, all’apertura delle buste avvenuta ieri presso la sede di Trenitalia a Roma, l’offerta presentata dalla concorrente francese Al-stom.Nei giorni scorsi, l’ammi-nistratore delegato del gruppo Fs Mauro Moret-ti aveva «apprezzato mol-tissimo l’interesse susci-tato a livello mondiale dalla gara» perché «il nostro sarà il treno del futuro. Potrà viaggiare a oltre 400 km/h e sul-la nostra rete correrà a 360 all’ora, garantendo la trasmissione degli stessi sforzi e accelerazioni che si hanno a 300».Il primo treno del consor-zio dovrebbe correre sui binari italiani da maggio 2011 ed essere pronto anche per le tratte euro-pee. La gara ha visto la partecipazione di diver-se aziende internaziona-li, tra cui la giapponese Kawasaki e la tedesca Siemens. L’offerta di An-saldoBreda-Bombardier dovrà ora passare l’esa-me del cda del gruppo Fs, che si riunirà giovedì prossimo, per il definiti-vo via libera.

Soddisfazione in casa Bombardier e Ansaldo-Breda per l’importante commessa. «L’assegna-zione della gara da parte di Trenitalia è motivo di grande soddisfazione per il gruppo perché confer-ma la validità dei nostri prodotti, dei processi industriali che la nostra azienda sta implementan-do e delle referenze ac-quisite presso i maggiori clienti a livello mondia-le», ha dichiarato Pier Francesco Guarguaglini, presidente e amministra-tore delegato di Finmec-canica. «È la prova che l’alleanza con Ansaldo-Breda funziona e che l’Italia ha tutte la carte in regola per produrre treni ad alta e altissima velocità, come nel caso del V300Zefiro», gli ha fatto eco Roberto Taz-zioli, presidente e a.d. di Bombardier Italia. «Con AnsaldoBreda guardere-mo ora anche alle gare per l’alta velocità che sa-ranno indette nei prossi-mi anni in Europa».

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CON BOMBARDIER

Fs, Ansaldo vince gara

per treni Av

prevede che le immatricolazioni ridare impulso alla domanda e

Sesto mese negativo per le due ruote in Italia: a luglio le immatricolazioni chiudono con un -31,1%. Secondo Confi n-dustria Ancma, perdono terreno in particolare gli scooter (-35%), mentre le moto segnano un -18,8%. Ci si confronta con un 2009 che «ha potuto contare per tutto l’anno su un incentivo di 500 euro per ciascun veicolo e questo penalizza oggi le cilindrate minori», spiega l’associazione. «Sulla base degli ultimi dati prevediamo di chiudere l’anno con una dimi-nuzione superiore al -20% che signifi cherà un totale di circa 400 mila veicoli venduti, oltre 100 mila in meno rispetto al 2009», dichiara Corrado Capelli, presidente di Confi ndustria Ancma. «Questo comporta non solo un ridimensionamento del fatturato di circa 400 milioni di euro, ma anche un mancato introito di Iva pari a 80-90 milioni di euro».

Per le due ruote sesto mese negativo

Scatto in avanti a luglio dell’attività nell’industria ma-nifatturiera nei paesi dell’area euro, tra cui l’Italia, dove peraltro si è assistito a un primo recupero dei livelli occupazionali fin dall’inizio del 2008. Lo riporta il centro studi Markit economics, sulla base dei risul-tati definitivi del suo indice dei responsabili degli ap-provvigionamenti (Pmi). Sull’intera area euro l’indice è salito a luglio a quota 56,7 punti, contro i 55,6 punti del mese precedente e meglio di quanto indicato nella stima iniziale (56,5 punti).Sull’Italia questo indicatore, che ha nei 50 punti la soglia di demarcazione tra espansione e contrazione dell’attività, è salito a 54,4 punti dai 54,3 del mese pre-cedente.Secondo Markit «il settore manifatturiero della zona euro mostra un forte slancio, ma l’ondata di aumento della Germania è controbilanciata dalle crescite più len-te registrate altrove». I progressi di produzione e ordini sono infatti concentrati nelle tre maggiori economie dell’area, Germania, Francia e Italia. «Si tratta chiara-mente di una ripresa non omogenea con disuguaglianze tra le diverse nazioni», avverte Chris Williamson, capo economista di Markit, «che forse provocheranno simili divergenze a livello della spesa dei consumatori, pas-sando dal mercato del lavoro, che non faranno altro che peggiorare queste differenze».Tornando all’Italia, dove l’indagine viene condotta as-sieme all’Adaci, l’Associazione italiana di management degli approvvigionamenti, a fronte di un avanzamento marginale l’indice Pmi segnala «livelli di produzione ai massimi dal maggio del 2007», già raggiunti nei mesi scorsi. Contestualmente, segnala l’indagine, si registra una «robusta crescita di ordini» e un «primo incremento mensile dei livelli occupazionali dall’inizio del 2008».

Eurozona, scatto per il manifatturiero

Risorse per 162 milioni di euro per le piccole e medie imprese del Mezzogiorno che intendono investire in ricerca, sviluppo, competitività ed energia. La disponibilità di tali risorse (100 milioni di euro provenienti dal Programma operativo nazionale «Ri-cerca e competitività 2007/2013» e 62 milioni di euro del Programma operativo interregionale «Energie rinnovabili e risparmio energetico») è stata resa ef-fettiva dal comitato di gestione del Fondo di garanzia per le pmi, attivo presso il ministero dello sviluppo economico. Le risorse, destinate a garantire nuovi investimenti in linea con i due programmi approvati dalla Commissione europea, saranno gestite e distribuite tramite l’attua-zione delle linee guida predisposte dal ministero dello sviluppo economico. Beneficiarie per la riserva Pon le piccole e medie im-prese con sede operativa in una delle regioni Conver-genza, ossia Sicilia, Calabria, Puglia e Campania; per la riserva Poi le piccole imprese che, sempre attive in queste stesse regioni, mettano in campo investimenti nel settore delle energie pulite, con particolare atten-zione alla promozione di uno sviluppo sostenibile del territorio. «Dopo la revisione dei criteri di accesso alla garanzia», ha spiegato Claudia Bugno, presidente del Comitato di gestione, «il Fondo di garanzia per le piccole e me-die imprese raggiunge un altro importante risultato: rendendo effettiva l’iniezione di nuove risorse si dà ossigeno alle imprese minori sane del Mezzogiorno che scommettono su settori importanti come la ricerca e l’energia pulita, contribuendo al rilancio del sistema produttivo del Sud».

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Sud, dal Mse 162 milioni alle pmi che innovano

à un calo degli introitiper le imposte che acolpiscono l’auto,

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19Martedì 3 Agosto 2010

È IN EDICOLA IL NUOVO NUMERODI LADIES A SOLI € 3,50

MERO0

È IN EDICOLA IL NUOVO NUMDI LADIES A SOLI € 3,50Diritto

& Fisco

Lo ha deciso l’Agcom per tutelare i consumatori. Tempo i no a i ne anno per adeguarsi

Internet mobile senza maxi-bolletteGli operatori avviseranno i clienti al superamento del plafond

PAGINA A CURADI FRANCESCO CERISANO

Niente più bollette astronomiche a sor-presa per chi naviga su internet da rete

mobile. Gli operatori, nei piani tariffari che prevedono un pla-fond di traffi co dati a forfait (di tempo o di volume), dovranno inviare gratuitamente agli utenti degli avvisi (via sms, posta elettronica o con fine-stre «pop-up») per informarli del raggiungimento della so-glia prefi ssata, del traffi co di-sponibile e di quanto dovranno pagare se sconfi neranno. E se il cliente non ha dato indica-zioni diverse, anticipatamen-te e per iscritto, superato il plafond scatterà lo stop alla connessione. Che verrà riatti-vata «nel più breve tempo pos-sibile» solo dopo che il cliente avrà fornito il proprio consen-so espresso. Non sarà possibile quindi per gli operatori di tele-fonia presumere un consenso

tacito da parte degli utenti. Lo ha deciso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni con la delibera n. 326/2010/Cons. Queste nuove tutele con-tro gli shock da conto telefoni-co (bill shock) sono state adot-tate dall’Agcom al termine di

una consultazione pubblica e saranno valide sia sul territo-rio nazionale sia all’estero. Gli operatori dovranno adeguarsi entro fi ne anno pena l’applica-zione delle sanzioni pecunia-rie previste nel Codice delle comunicazioni elettroniche

(art. 98, comma 16 del dlgs 1° agosto 2003 n.259) che preve-de multe variabili da 5.800 a 58 mila euro.

Nelle offerte di connessio-ne a internet da rete mobile, spiega l’Autorità presieduta da Corrado Calabrò, tutti gli operatori dovranno rendere disponibili gratuitamente agli utenti «sistemi di immediata comprensione e facilità di uti-lizzo» per il controllo in tempo reale della spesa, nonché «un servizio supplementare gratui-to per abilitare o disabilitare la propria utenza al traffi co dati». E anche i clienti che non han-no scelto piani tariffari fl at, ma a consumo dovranno es-sere messi nella condizione di fi ssare in anticipo una soglia massima mensile per il traffi co internet.

A tutti gli utenti che entro il 31 dicembre 2010 non abbiano provveduto a scegliere tale so-glia, dal 1° gennaio 2011 si ap-plicherà automaticamente un limite per traffi co dati naziona-

le di 50 euro per i clienti privati e 150 euro per i clienti business. Per il traffi co dati nei paesi di-versi da quelli dell’Unione eu-ropea il limite sarà di 50 euro al pari di quello previsto dalle norme europee per il traffi co dati in roaming nei paesi Ue. Con la stessa delibera, infi ne, l’Agcom «ha voluto anche ri-chiamare gli operatori mobili al rispetto degli impegni, assunti alla fi ne del 2009, garantendo a tutti i clienti la disponibilità di piani tariffari che preveda-no la tassazione a consumo effettivo dei servizi voce non-ché condizioni di offerta dei servizi sms più economiche e non discriminatorie rispetto a quelle applicate in ambito comunitario».

Tributo unico comunale in dirittura d’arrivo. Il decreto legislativo sull’au-tonomia impositiva dei comuni andrà domani in consiglio dei ministri. Come promesso da Giulio Tremonti e Ro-berto Calderoli che hanno fatto del nuovo tributo (Imu o service tax che dir si voglia), sostitutivo di almeno 17 forme di imposizione fiscale che a vario titolo gravano sugli immobili e, secondo alcune stime, in grado di ge-nerare 25 miliardi di gettito l’anno per i comuni, la contropartita politica per compensare i sindaci dai tagli della manovra. Ma sono ancora molti i nodi da sciogliere su cui in queste ore stan-no lavorando i tecnici dei ministeri dell’economia e della semplificazione. Il rischio che il nuovo prelievo possa alla fine rivelarsi una scatola vuota per i comuni e tradursi in un aumento di tasse per i cittadini è infatti alto. A lanciare l’allarme Francesco Boccia (Pd), componente della commissione bicamerale per il federalismo fiscale. «È evidente che il decreto sull’autono-mia impositiva dei comuni così come lo vuole Tremonti, trasformerebbe i sindaci in esattori», dice a ItaliaOg-gi. «Noi vogliamo evitarlo. Il Pd non deve dimostrare quanto tenga all’au-tonomia fiscale dei comuni, piuttosto è Bossi che deve dimostrarlo e rendersi conto che così com’è il federalismo ri-

schia di fare la fine della devolution». Tra gli aspetti più problematici c’è la sorte dei 3,4 miliardi di euro che lo stato oggi rimborsa ai comuni come ristoro per l’abolizione dell’Ici prima casa. Il governo continuerà ogni anno a staccare l’assegno in favore dei sin-daci o la nuova imposta municipale alla fine assorbirà anche questa fetta di trasferimenti? Il che significherebbe sancire una reintroduzione dell’Ici pri-ma casa, seppur in modo surrettizio? Nella relazione tecnica sul federalismo presentata dal governo al parlamento il 30 giugno scorso non c’è scritto nul-la. E nonostante le rassicurazioni di Calderoli, che in Bicamerale si è detto pronto a mettere per iscritto che i tra-sferimenti per l’Ici prima casa conti-nueranno a essere garantiti dallo stato, le opposizioni voglio-no vederci chiaro. E per questo hanno presentato una controrelazione (a firma del deputato Pd, Rolando Nannicini) che smonta punto per punto la service tax tremontiana. Oltre al nodo Ici, c’è da far chiarezza su come si attuerà la prima fase del passaggio dai tra-sferimenti all’autono-

mia impositiva. Quando, come previsto dal governo, ai comuni verrà attribuito il gettito dei tributi statali legati alla casa (imposte di registro, ipotecarie, catastali e quota Irpef sugli immobili). In pratica verrà introdotto un vincolo di destinazione sulle somme incame-rate che andrebbero ad alimentare un

fondo statale che a sua volta alimenterebbe

i trasferimenti a favore dei singo-li comuni deter-minati secondo il criterio della spesa storica.

Tale soluzione avrebbe però più

di un limi-

te. I comuni non avrebbero infatti molti margini di manovra e la consi-stenza del fondo dipenderebbe da en-trate «fortemente cicliche» come quelle legate alle transazioni immobiliari. E ancora, secondo il Pd, il gettito delle imposte devolute al fondo sarebbe distribuito in modo asimmetrico per aree geografi che «con forti divari non solo tra nord e sud, ma anche fra gran-di e piccole città, fra centri urbani e periferie, fra aree urbani e rurali». Ma anche la seconda fase dell’autonomia impositiva, quella in cui vedrà alla luce il nuovo tributo immobiliare vero e proprio, preoccupa non poco. Le op-posizioni giudicano troppo eterogeno e sperequato il mix di tributi che do-vrebbero confl uire nell’Imu e bocciano la decisione del governo di subordinare il passaggio dalla prima alla seconda fase «ad una verifi ca di consenso popo-lare su iniziativa dei singoli comuni». Come si fa, sostiene il Pd, a prevedere un sistema del genere nell’Italia degli 8 mila campanili? Il passaggio all’Imu, dunque, non può essere facoltativo, ma deve diventare obbligatorio perché, si legge nella relazione Nannicini, «un’imposta municipale unica atti-vata da alcuni enti ma non da altri potrebbe porre al sistema imposi-tivo e perequativo comunale seri problemi di funzionalità».

IL DECRETO DOMANI IN CDM. ANCORA MOLTI I NODI DA SCIOGLIERE. BOCCIA (PD): I SINDACI DIVENTERANNO ESATTORI

Arriva la service tax. Ma chi pagherà ai comuni il taglio dell’Ici?

La delibera dell’Agcom sulle tariffe internetsul sito www.italia-oggi.it/documenti

Francesco Boccia

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20 Martedì 3 Agosto 2010 GIUSTIZIA E SOCIETÀ

Bankitalia e Consob chiedono apposito documento

Il Fondo fa le stimeImmobili ai raggi X entro 6 mesi

DI FABRIZIO VEDANA

I fondi immobiliari dovranno formalizzare in un apposito documento il processo di va-lutazione degli immobili nei

quali risulta investito il relativo patrimonio. Le società di gestio-ne hanno sei mesi di tempo per adeguarsi alle nuove linee appli-cative. Lo chiedono Banca d’Italia e Consob con un provvedimento congiunto del 29 luglio scorso reso noto oggi mediante pubblicazione sui relativi siti istituzionali.

La nuova regolamentazione rappresenta il frutto di un lungo lavoro preparatorio che è iniziato lo scorso anno attraverso un’in-dagine sulle prassi di valutazio-ne dei beni dei fondi immobiliari condotta sentendo gli esponenti aziendali delle più importanti Sgr attive nella gestione dei fondi immobiliari.

Per superare le criticità emer-se le autorità di vigilanza chie-dono ora alle società di gestione dei fondi immobiliari di dotarsi di adeguati processi di valutazione dei beni immobili, assicurando in particolare che:

- gli esperti siano dotati di ade-guata capacità professionale e assicurino oggettività e indipen-denza rispetto sia alla Sgr sia ai partecipanti ai fondi

- siano defi niti con precisione i compiti della società di gestio-ne e degli esperti indipendenti, gli scambi informativi tra i due soggetti, i controlli condotti dalle società di gestione sull’adegua-tezza delle valutazioni effettuate dagli esperti

La defi nizione del processo di valutazione degli immobili dovrà tenere conto delle linee applica-tive di carattere generale che Banca d’Italia e Consob hanno elaborato e che vengono allegate al sopra citato provvedimento del 29 luglio.

Il documento nel quale verrà formalizzato il processo di valu-tazione dovrà includere almeno i seguenti aspetti:

- i criteri di valutazione da utilizzare per la valutazione dei beni immobili

- i criteri per la selezione degli esperti indipendenti, le modali-tà per il rinnovo degli incarichi e per la commisurazione del com-pensi;

- i compiti delle funzioni azien-dali sia operative che di controllo nell’ambito del processo di valu-tazione;

- la descrizione dei presidi organizzativi (informatici, per-sonale con competenze profes-sionali specifi che ecc.) necessari per verifi care nel continuo la cor-retta applicazione da parte degli esperti indipendenti dei criteri di valutazione dei beni. Tali presidi devono consentire una consape-vole valutazione delle stime degli esperti.

Il processo di valutazione dei beni immobili nei quali risulta investito il patrimonio del fondo deve essere approvato dall’orga-no con funzione di supervisione

strategica della Sgr (normalmen-te il consiglio di amministrazio-ne). L’organo con funzione di controllo della Sgr (i.e. il collegio sindacale) vigila sul rispetto del processo di valutazione.

Le società di gestione vengono ora chiamate anche a stabilire le cautele necessarie per iden-tifi care, gestire e minimizzare i potenziali effetti pregiudizievoli per gli interessi dei partecipati ai fondi, derivanti da situa-zioni di confl itto d’interessi in cui possono versare gli esperti indipendenti.

Tale confl itto, anche solo po-tenziale, non deve pregiudicare in alcun modo l’indipendenza dell’incaricato.

Il contratto di affi damento dell’incarico all’esperto in-dipendente dovrà tra l’altro defi nire le modalità di coordi-

namento, i fl ussi informativi e gli scambi documentali tra le funzioni aziendali delle Sgr e gli esperti indipendenti e sof-fermarsi sulla descrizione del-le attività di competenza degli esperti (ivi inclusi i sopralluo-ghi) e le modalità di documen-tazione delle stesse.

Del tutto nuova è poi la pre-visione di una specifi ca sezio-ne del rendiconto di gestione dei fondi nella quale le Sgr dovranno indicare gli incarichi assegnati agli esperti indipen-denti.

©Riproduzione riservata

DI ANTONIO CICCIA

Sconfinamento traspa-rente e senza sorprese. Il consumatore ha diritto a comunicazioni ad hoc e

ha diritto soprattutto di conoscere quanto gli verrà a costare effet-tivamente il «rosso» sul conto. Il decreto di recepimento della di-rettiva 2008/48/Ce sul credito al consumo dedica un apposito arti-colo allo sconfi namento, ponendo alcuni paletti agli istituti di cre-dito. Si tratta del nuovo articolo 125-octies del Testo unico banca-rio (Tub, dlgs 385/1993). Vediamo che cosa prevede.

Innanzi tutto per sconfi namen-to, anche in base alle defi nizioni europee, si intende uno scoperto tacitamente accettato in forza del quale il creditore mette a disposi-zione del consumatore fondi che eccedono il saldo del conto corren-te di quest’ultimo o la concessione di scoperto convenuta. Insomma non si tratta di un contratto di fi nanziamento stipulato preven-tivamente, ma di una situazione di fatto, la quale potrebbe creare problemi al consumatore non in-formato. E che per questo viene espressamente regolamentata.

La disciplina italiana che rical-ca quella della direttiva in manie-ra testuale riprende due ipotesi.

Il nuovo articolo 125-octies del Tub, in attuazione dell’articolo 18 della direttiva europea 2008/48, rende applicabili all’ipotesi del-lo sconfinamento nel contratto di conto corrente le disposizioni relative alla trasparenza delle condizioni contrattuali, recando altresì gli obblighi informativi del creditore nei confronti del sogget-to consumatore.

La prima ipotesi è che il con-tratto di conto corrente preveda la possibilità che al consumatore sia concesso uno sconfi namento. In questo caso si applicano le tutele formali e sostanziali previste dal Tub: clausole scritte, limiti alla modifica unilaterale del tasso, obblighi di pubblicità.

L’articolo 125-octies del Tub aggiunge la disciplina, poi, di ogni caso di sconfinamento, in particolare dello sconfi namento non momentaneo e, cioè, dello sconfi namento consistente che si protragga per oltre un mese.

Mentre il requisito cronologico non offre spazio al dubbio, molta incertezza si può ravvisare circa la definizione di «consistenza» dello sconfi namento. A scioglie-re il nodo sarà la Banca d’Italia, la quale, appunto, in conformità delle deliberazioni del Cicr, deve dettare disposizioni di attuazio-ne con riferimento ai criteri per la determinazione della consistenza dello sconfi namento.

Una volta che lo sconfi namento è accertato nella sua consistenza, secondo i parametri Bankitalia, e si protrae per oltre un mese, allo-ra, scattano una serie di speciali obblighi informativi.

Il creditore (la banca) deve co-municare senza indugio al con-sumatore, su supporto cartaceo o

altro supporto durevole: lo sconfi -namento; l’importo interessato; il tasso debitore; le penali, le spese o gli interessi di mora eventual-mente applicabili.

Il consumatore deve sapere di essere andato in rosso in maniera consistente e deve sapere che lo sconfi namento non è gratuito.

Anche qui ci sarà bisogno di disposizioni di attuazione, de-mandate a Bankitalia, per indi-viduare con chiarezza il termine massimo della comunicazione di sconfi namento. Se si arriva troppo tardi può essere che la situazione fi nanziaria del consumatore sia ormai compromessa. Tra l’altro se si pensa all’utilizzo di carte di debito e credito non è paradossale ipotizzare una mancata esatta e aggiornata conoscenza del proprio saldo di conto.

Il correntista deve, dunque, ve-nire a conoscenza degli oneri che sta affrontando e che rischiano di aumentare giorno per giorno, compresi quelli per le spese relati-ve alle comunicazioni aggiuntive a carico della banca.

Naturalmente l’obbligo infor-mativo ha lo scopo di evitare una crescita occulta di saldi debitori, consentendo al consumatore di monitorare la situazione del pro-prio conto e gli sviluppi della sua esposizione.

Un altro scopo è quello di ana-lizzare se non sia il caso di passa-re a una forma di fi nanziamento vera e propria, da studiare in base alle esigenze del correntista.

Il diritto a ottenere queste in-formazioni sullo sconfi namento è riservato al consumatore, cioè al correntista non professionale. Un operatore professionale ha e deve avere una conoscenza aggiornata del conto di propria iniziativa.

La riconduzione dello sconfi -namento nel Testo unico banca-rio e la previsione di obblighi co-municativi ha l’effetto di portare queste attività sotto la vigilanza della Banca d’Italia. In partico-lare (in base al nuovo articolo 128 Tub) la Banca d’Italia può acquisire informazioni, atti e documenti ed eseguire ispezioni e se emergono irregolarità, può inibire la continuazione dell’atti-vità o specifi che forme di offerta, promozione o conclusione di con-tratti disciplinati oppure, anco-ra disporre in via provvisoria la sospensione, per un periodo non superiore a novanta giorni, delle attività di cui alle lettere, se sus-siste particolare urgenza.

Oltre alla reazione «ammini-strativa» demandata alla Banca d’Italia, non si può escludere che l’omessa informazione da parte della banca comporti un danno per il consumatore, il quale po-trebbe tentare la rivalsa sulla banca inadempiente.

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Il decreto sul credito al consumo

Basta alle sorprese sugli sconfinamenti

IN EDICOLA

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strategica della Sgr (normalmen namento i flussi informativi e

Defi nizione del processo di valutazione degli immobili del fondo

Formalizzazione delle modalità di gestione dei confl itti d’interessi

Rappresentazione in apposito accordo scritto i rapporti tra Sgr ed esperti indipendenti

Indicazione nel rendiconto del fondo degli incarichi assegnati agli esperti indipendenti

D fi i i d l di l t i d gli i bili d l f d

Sgr, gli appuntamenti

Il testo del docu-mento sul sito www.italiaoggi.it/docu-menti

Lo schema di decreto sul sito www.italiaog-gi.it/documenti

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21Martedì 3 Agosto 2010Martedì 3 AM A N OV R A 2 0 1 0

A settembre la stesura dei nitiva della super lista per i non collaborativi antiriciclaggio

Svizzera e Panama nella black listDopo San Marino anche il Liechtenstein fi nisce nell’elenco

DI CRISTINA BARTELLI

Svizzera, Liechtenstein e Panama potrebbero te-nere compagnia a San Marino nella super black

list introdotta dalla manovra correttiva (dl 78/2010 convertito nella legge 122/2010). La lista sarà ultimata a settembre ma secondo quanto risulta a Italia-Oggi San Marino non resterà da sola. Il parametro che i tecnici di via Venti Settembre stanno seguendo è quello di individuare i paesi che registrano il maggior numero di fiduciarie. E a quanto sembra in cima alla lista ci sono San Marino, la Svizzera e poi gli stati più piccoli di Panama e Liechtenstein. Per il momento però la super black list è in fase di studio la parola definitiva sul chi è dentro e chi è fuori spetterà comunque al ministro dell’econo-mia, Giulio Tremonti che troverà sulla sua scrivania a settembre il nuovo elenco. Questa black list ha una vita autonoma e una strada separata rispetto a quanto previsto dal decreto in-centivi sui paesi black list per le operazioni di fatturazioni o sul-le liste predisposte dall’Agenzia delle entrate. Secondo quanto stabilisce la manovra correttiva all’articolo 36, sulla base delle de-cisioni assunte dal Gafi in base alle norme sull’antiriciclaggio e sulle diffi coltà riscontrate nello scambio di informazioni e nella cooperazione bilaterale, il mini-stro dell’economia e delle fi nan-ze, con proprio decreto, individua una lista di paesi in ragione del rischio di riciclaggio o di fi nan-ziamento del terrorismo ovvero della mancanza di un adeguato scambio di informazioni anche in materia fi scale. Verso i paesi individuati nel decreto, con le modalità che lo stesso decreto specifi cherà dovrà esserci da par-te di enti e professionisti a cui si applicano le normative antirici-claggio, l’astensione dall’instau-rare o dal continuare un rapporto continuativo, eseguire operazioni

o prestazioni professionali di cui siano direttamente o indiretta-mente parte società fi duciarie, trust, società anonime o control-late attraverso azioni al porta-tore aventi sede nei paesi. Le misure si applicano anche nei confronti delle ulteriori entità giuridiche altrimenti denomi-nate aventi sede nei paesi sopra individuati di cui non è possibile identifi care il titolare effettivo e verifi carne l’identità.

I soggetti a cui si applica il dm. le società di gestione accentrata di strumenti fi nanziari; le socie-tà di gestione dei mercati regola-mentati di strumenti fi nanziari; le società di gestione dei servizi di liquidazione delle operazio-ni su strumenti finanziari; le società di gestione dei sistemi di compensazione e garanzia delle operazioni in strumenti finanziari; le attività di: com-mercio, comprese l’esportazione e l’importazione, di oggetti pre-ziosi; commercio di cose antiche; esercizio di case d’asta o galleria d’arte; mediazione; Poste italiane spa; Sim, Sgr, e Sicav; le impre-se di assicurazione; gli agenti di cambio; le società che svolgono il servizio di riscossione dei tributi; gli intermediari fi nanziari iscrit-ti negli elenchi previsti dagli art. 106 e 107 del Tub; le società fi -duciarie di cui alla legge 23 no-vembre 1939, n. 1966; i promotori fi nanziari iscritti nell’albo; alcuni intermediari assicurativi; i me-diatori creditizi iscritti nell’albo; gli agenti in attività fi nanziaria iscritti nell’elenco. I dottori com-mercialisti, i consulenti del lavo-ro, i notai e gli avvocati i revisori contabili, recupero di crediti per conto terzi, custodia e trasporto di denaro contante e di titoli o va-lori con o senza l’impiego di guar-die particolari, agenzia di affari in mediazione immobiliare.

Reti d’impresa al restyling: l’art. 42, comma 2-bis del d.l. n. 78 del 2010 risultante dalla conver-sione in legge sostituisce in toto il comma 4-ter dell’art. 3 del d.l. 10 febbraio 2009, n. 5, convertito con modificazioni dalla l. 9 aprile 2009, n. 33.E cosi, innanzitutto, per la definizione della rete: il rinnovato schema di base della rete è quello di un contratto plurilaterale di collaborazione commerciale: più imprenditori, anche individua-li, intendono accrescere, mediante la rete, indivi-dualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la competitività sul mercato, non solo attraverso l’esercizio in comune di una o più attività economiche, come in precedenza, ma an-che mediante forme di collaborazione in ambiti predeterminati e lo scambio di informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica.Sotto il profilo contenutistico, il contratto, sogget-to ad adempimenti pubblicitari, può prevedere, come nella configurazione precedente, l’istitu-zione di un fondo patrimoniale comune cui si applicano le disposizioni del fondo consortile di cui agli artt. 2614 e art. 2615 c.c.Possono essere eventualmente apportati anche patrimoni destinati ex art. 2447-bis, lett. a) c.c. Una significativa modifica riguarda la rappre-sentanza della rete: se nella versione precedente vi era un organo in senso tecnico, cui ciascuna impresa prendeva parte, nella nuova disposizione il ruolo di «organo comune» è svolto da una delle imprese partecipanti al contratto, la quale, salvo disposizione diversa, agisce in rappresentanza di tutte le altre, sia sul piano amministrativo che ai fini delle procedure dirette all’ottenimento di garanzie per l’accesso al credito ecc. Per le decisioni che non rientrino nei poteri attribuiti a tale «organo», il contratto deve prevedere le regole per l’assunzione delle decisioni, nonché le modalità procedurali per assumere la decisione di modificare il programma di rete.Novità di minore rilievo è rappresentata dalla riformulazione dell’art. 3, comma 4-quater che oggi, oltre a comportare l’iscrizione del contratto di rete nella sezione del registro delle imprese presso cui è iscritto ciascun partecipante, pre-vede che il contratto produca effetto a decorrere dall’ultima iscrizione.In secondo luogo sono state apportate modifiche dal punto di vista tributario: quella di maggiore interesse è costituita dall’art. 42, comma 2-quater del d.l. n. 78, inserito in sede di conversione.

La norma prevede che una quota di utili di eser-cizio, accantonati ad apposita riserva, e destina-ti dalle imprese appartenenti alla rete al fondo patrimoniale comune o ai patrimoni destinati all’affare per realizzare (entro l’esercizio succes-sivo) gli investimenti previsti dal programma comune di rete, concorra alla formazione del red-dito nell’esercizio in cui la riserva è utilizzata per scopi diversi dalla copertura di perdite di esercizio ovvero in cui viene meno l’adesione al contratto di rete.Il beneficio fiscale sarà applicato fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2012, nei limiti di l min. di euro di utili accantonati.La stessa disposizione richiede che gli utili desti-nati al fondo comune o al patrimonio destinato debbano essere indicati in bilancio in apposita riserva, evidenziati in nota integrativa e vinco-lati alla realizzazione degli investimenti previsti dal programma della rete. Affinché questi ulti-mi siano considerati rilevanti per l’applicazione della disposizione è necessario che il program-ma di rete sia preventivamente asseverato da organismi di espressione dell’associazionismo imprenditoriale muniti dei requisiti previsti con decreto del ministero delle Finanze, ovvero, in mancanza, da organismi pubblici dotati dei medesimi requisiti. L’asseverazione richiede il previo riscontro, nel caso specifico, degli elementi propri del contratto di rete e della sussistenza dei requisiti in capo alle imprese che lo hanno sottoscritto.Entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione il direttore dell’Agenzia delle en-trate sarà tenuto ad adottare un provvedimento con il quale siano stabiliti criteri e modalità di attuazione dell’agevolazione alla quale sono de-stinate risorse limitate (20 mln per il 2011, 14 mln per ciascuno degli anni 2012 e 2013).Trattandosi di una norma fiscale di favore, l’ap-plicazione della norma è subordinata alla previa decisione della Commissione europea che confer-mi la compatibilità della misura con il divieto di aiuti di Stato.Rimane poi inalterata la previsione del comma 4-ter.2. dell’art. 3 del d.l. n. 5 del 2009, laddove si prevede che, ferme le competenze regionali, debba essere effettuata una ricognizione degli interventi agevolativi previsti dalle disposizioni vigenti e applicabili alle imprese che fanno parte del contratto di rete.

Victor Uckmar

L’OPINIONE

Un restyling in positivo per le reti

Ricerca e sviluppo, pronte nuove ri-sorse per complessivi 162 milioni di euro, immesse a favore delle imprese minori del Mezzogiorno: si tratta di 100 milioni di euro provenienti dal Programma operativo nazionale (Pon) «Ricerca e competitività 2007/2013» e di 62 milioni di euro del Programma operativo interregionale (Poi) «Energie rinnovabili e risparmio energetico». Lo ha reso noto Claudia Bugno, presiden-te del Comitato di gestione del Fondo di garanzia per le pmi attivo presso il ministero dello sviluppo economico. A benefi ciare delle risorse, destinate a garantire nuovi investimenti in linea con i due programmi approvati dalla Commissione europea, saranno: per la

«riserva Pon» le piccole e medie imprese con sede operativa in una delle Regio-ni Convergenza, ossia Sicilia, Calabria, Puglia e Campania; per la «riserva Poi» le piccole imprese che (sempre attive in queste stesse regioni) mettano in campo investimenti nel settore delle energie pulite, con particolare atten-zione alla promozione di uno sviluppo sostenibile del territorio. In tal modo la garanzia del Fondo coprirà gli inve-stimenti effettuati, ad esempio, per la realizzazione di impianti a biomassa, e garantirà tutte le aziende che sviluppe-ranno attività di ricerca per la creazione di nuovi macchinari e dispositivi produt-tivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Salvataggi e ristrutturazioniIntanto è boom di richieste per il Fondo

dedicato al salvataggio e alla ristruttura-zione delle imprese in diffi coltà, istituito dal ministero dello sviluppo economico e gestito da Invitalia. Solo dallo scorso 5 luglio e fi no al 23 luglio, prima data utile per la presentazione delle domande, sono infatti pervenute alla sede di Invitalia in pochi giorni 16 richieste, ossia quasi una al giorno, di accesso al Fondo da parte di medie e grandi aziende di ogni parte d’Italia, dalla Lombardia alla Basilica-ta, dall’Emilia Romagna alla Puglia. I settori maggiormente interessati sono quelli metalmeccanico e dei materiali da costruzione. Fortissimo l’interesse riscontrato anche sulle pagine del sito

www.invitalia.it, che contiene la descri-zione completa del Fondo e consente di scaricare tutta la documentazione utile: in poco meno di un mese dalla messa on-line, l’apposita sezione ha registrato circa 20 mila pagine viste e oltre 3 mila documenti scaricati da parte di imprese fortemente intenzionate a conoscere e a utilizzare questo strumento messo recen-temente a loro disposizione. Oltre l’80% delle domande fi nora giunte riguarda progetti di ristrutturazione. Il Fondo per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in diffi coltà ha una dotazione di circa 70 milioni di euro e interviene esclusivamente sotto forma di garan-zia statale su fi nanziamenti bancari contratti dall’impresa.

FONDO DI GARANZIA PER LE PMI

Per ricerca e sviluppo un pacchetto da 162 milioni di euro

Altri articoli sul sito www.italiaoggi.it/black+antiriclaggio

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22 Martedì 3 Agosto 2010 M A N OV R A 2 0 1 0

La legge n. 122 del 2010 ha i ssato le nuove misure che sono in vigore dal 31 luglio scorso

Più cari i ricorsi contro le multeCresce il contributo unifi cato per rivolgersi ai giudici di pace

DI ENRICO SANTI

È scattato il 31 luglio l’au-mento del contributo unificato che deve es-sere pagato da chi pre-

senta ricorso al giudice di pace contro una multa stradale. Lo prevede l’art. 48-bis introdotto dalla legge n. 122 del 30 luglio 2010, che ha convertito con mo-difi cazioni il decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010 («manovra economica»). Fino al 31 dicem-bre 2009 tutte le opposizioni al giudice di pace regolate dall’ar-ticolo 23 della legge n. 689 del 24 novembre 1981, inclusi i ri-corsi al giudice di pace contro le multe stradali, erano gratuiti, esenti da ogni tassa e imposta. Dal 1° gennaio 2010, con l’en-trata in vigore della legge fi nan-

ziaria n. 191 del 23 dicembre 2009, gli atti dei procedimenti di cui all’articolo 23 della legge n. 689/1981 sono stati assogget-tati al pagamento del contributo uni-fi cato e delle spese forfetizzate secondo le disposizioni pre-viste dal decreto del presidente della re-pubblica n. 115 del 30 maggio 2002 (te-sto unico sulle spese di giustizia). Pertan-to, con riferimento ai verbali di contestazione delle infrazioni stradali, chi dall’inizio dell’anno ha presentato ricorso al giudi-ce di pace ha dovuto pagare il contributo unifi cato di 30, 70 o 170 euro a seconda dell’importo delle sanzioni, oltre alla marca

da bollo di 8 euro per il rimbor-so dei diritti di cancelleria. Ora, dal 31 luglio, con l’entrata in vigore della legge n. 122/2010,

che ha convertito la manovra econo-mica, il contributo unificato sale da 30 a 33 euro per le sanzioni fino a 1.100 euro, da 70 a 77 euro per le san-zioni oltre 1.100 euro e da 170 a 187 euro per le sanzio-

ni di valore indeterminabile. L’incremento servirà a coprire gli oneri per l’assunzione di magistrati ordinari vincitori di concorso. A titolo esemplifi -cativo, escludendo le eventuali spese di accertamento e notifi -cazione del verbale, in caso di

sosta oltre il periodo consenti-to in una zona regolamentata con disco orario è certamente non conveniente presentare opposizione al giudice di pace, poiché l’importo di 41 euro da pagare con il deposito (33 euro di contributo unifi cato e 8 euro di marca da bollo) supera l’im-porto di 23 euro della sanzione pecuniaria prevista dal codice della strada. E in simili casi, l’alternativa del ricorso al pre-fetto, anche se non gravato dal pagamento del contributo unifi -cato, resta rischiosa; infatti, in caso di emissione dell’ordinan-za ingiunzione il trasgressore è obbligato a pagare il doppio della sanzione originaria oltre alle spese. Recentemente è sta-ta sollevata davanti alla Corte costituzionale la questione di

legittimità dell’articolo 2, com-ma 212, della legge n. 191/2009. Infatti, con l’ordinanza del 4 giugno 2010 il giudice di pace di Fasano ha rimesso al vaglio della Consulta gli atti di un ricorso contro un verbale di infrazione stradale, ritenendo che l’obbligo del pagamento del contributo unifi cato introdotto dalla legge n. 191/2009 preclu-da od ostacoli l’esperimento della tutela giurisdizionale, violando gli articoli 3, 24 e 111 della Costituzione.

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DI PAMELA PENNESI E GIUSEPPE RIPA

Blocco della operatività professionale afferente alle operazioni intrattenute con soggetti residenti nella nuovissima lista nera. È questo il preciso monito rin-venibile dalla lettura dell’art. 36 del de-creto n. 78 del 2010 così come convertito in legge riguardante le misure antifrode. È indubbio come la disposizione di specie vada a inserirsi in un contesto del tutto nuovo nel panorama di quelle astratta-mente ritenute elusive o evasive o sola-mente sospette. Sennonché, mentre in ogni ipotesi del genere è data sempre la prova contraria in quanto tesa a dimo-strare che nessun intento aggiratorio è stato attuato, nella nuova fattispecie si va al sodo: si inibisce al professionista di prestare la propria attività nei confronti di soggetti solo perché residenti in paesi a rischio e per ciò stessi meritevoli di essere messi al bando. Ancora una volta dunque si passa dal «retro» (i professio-nisti) per arrivare dentro al problema (stroncare operazioni speculari o, meglio, punire, quegli stati che non collaborano in senso lato). E dunque l’articolo in com-mento va a modifi care il corpo del dlgs 21 novembre 2007, n. 231 in materia di norme antiriciclaggio; in specifi co inter-viene sugli obblighi rafforzati di adegua-ta verifi ca della clientela, di cui all’art. 28. Sembrerebbe una disposizione, in quanto collegata ad un provvedimento specifi co, del tutto estranea alla discipli-na fi scale ma, come si vedrà, così non è.

Black list. L’attesa lista degli sta-ti pericolosi, secondo quanto recita il nuovo comma 7-bis dell’art. 28 del dlgs 231/2007, sarà predisposta dal ministro dell’economia e delle fi nanze con proprio decreto, sentito il Comitato di sicurezza fi nanziaria, «sulla base delle decisioni assunte dal Gafi (Gruppo d’azione fi -nanziaria internazionale), dai gruppi regionali costituiti sul modello del Gafi e dall’Ocse (Organizzazione per la coope-razione e lo sviluppo economico), nonché delle informazioni risultanti dai rapporti

di valutazione dei sistemi nazionali di prevenzione del riciclaggio e del fi nan-ziamento del terrorismo e delle diffi coltà riscontrate nello scambio di informazio-ni e nella cooperazione bilaterale». Ben si comprende come sia lasciata ampia li-bertà al ministro nel misurare il grado di collaborazione amministrativa prestata dai singoli paesi e dunque valutare se «rinchiuderli» nella nuova black list. Il riferimento alle difficoltà riscontrate nell’ambito della collaborazione ammi-nistrativa internazionale (lo scambio di informazioni) è il vero motivo di tale aggressione operativa. Nonostante le di-rettive comunitarie previste ai fi ni delle imposte sui redditi, i regolamenti dettati ai fi ni Iva, gli accordi bilate-rali per evitare la doppia imposizione ora attenzio-nati sulla validità dello scambio di informazioni, non si riesce ad avere una normativa soddisfacente che non attenga solo alla collabo-razione amministrativa ben-sì miri a superare lo schermo legato alle notizie di carattere fi nanziarie che uno stato può chiedere all’altro. Tanto è vero che numerosi sono stati gli in-cipit della medesima specie di quelli contenuti all’inizio del ricordato art. 36 della manovra aggiuntiva. Cioè a dire, le diffi col-tà di ottenere adeguate informa-zioni per combattere l’evasione o gli arbitraggi più hard. E dunque sarà spasmodica l’attesa di questo nuovo decreto sulla nuova lista dei cattivi la quale dovrà poi coordinarsi con le due li-ste bianche previste dall’art. 168-bis del Tuir che ancora tardano a vedere la luce e che a sua volta dovrà poi rapportarsi con quelle del 1999 e del 2001. Non vi è dubbio come tutto questo debba poggiare sulla identifi cazione dello stato estero che sia in grado o meno di fornire un «adeguato» scambio di informazioni. E sulla defi nizione di tale espressione non esiste una norma specifi ca di riferimento

bensì solo un riferimento riconducibile alla sentenza Skatteverket della Corte di giustizia dell’Unione europea del 18 dicembre 2007, C-101/05 nella quale, per l’appunto, si precisa come la coope-razione potrà dirsi adeguata solo quando essa sia idonea a garantire effettivamen-te ed in modo effi cace i controlli fi scali. Ciò signifi ca dunque che lo scambio di informazioni, per essere adeguato, non deve essere meramente formale bensì in grado di permettere di raggiungere un grado di effettività tale da renderlo idoneo per gli scopi che si vogliono per-seguire (si veda ItaliaOggi del 26 giugno 2010).

La manovra defi nitiva. A questo punto occorre por-re l’attenzione sulle conse-guenze di quanto previsto al comma 7-bis dell’art. 28 del dlgs 231/2007. In altri termini, è necessa-rio evidenziare gli effetti e gli obblighi derivanti dall’inclusione nella lista nera sui i professionisti in genere, rilevabili dalla lettura del nuovo comma 7-ter dell’arti-colo in parola.

Si dice infatti che i soggetti destina-tari del decreto n. 231/2007 di cui agli

articoli 10, comma 2, ad esclusione della lettere g), 11,

12, 13 e 14, comma 1, lettere a), b), c) ed f) (tra i quali si menzionano i dottori commercialisti, gli avvocati, i notai, i re-visori contabili, le Sim, le Sgr, gli agenti di cambio, le società di gestione accentra-ta di strumenti fi nanziari ecc.) debbono astenersi dall’instaurare un rapporto continuativo, eseguire operazioni o pre-stazioni professionali ovvero porre fi ne al rapporto di specie o alla prestazione già in essere di cui siano direttamente o indirettamente parte società fi nanziarie, trust, società anonime o controllate at-traverso azioni al portatore se, per l’ap-

punto, hanno sede nei paesi individuati nel decreto sopra citato. Ma non è tutto. Infatti tale inibizione professionale di astensione ed interruzione consulen-ziale, continua il comma 7-ter, si applica anche nei confronti delle ulteriori entità giuridiche altrimenti denominate aventi sede nei paesi «canaglia» di specie di cui non è possibile identifi carne il titolare effettivo e verifi carne l’entità.

Si tratta di una inibizione operativa che va ad aggiungersi agli obblighi di registrazione, di adeguata verifi ca e di segnalazione previsti per il contrasto al riciclaggio ed al terrorismo interna-zionale. È palese, per il perimetro così delineato, come il campo di operatività sia piuttosto ampio nel momento in cui nella suddetta lista nera compaiono paesi speculari: basta infatti che le controparti siano tra quelle indicate sopra e scatta l’interruzione del rapporto professionale se iniziato o l’impossibilità ad attivarlo.

Con il medesimo decreto che detterà la nuova lista nera saranno anche stabilite le modalità applicative ed il termine degli adempimenti procedurali necessari alla disciplina di cui al comma 7-ter.

È il caso di segnalare che è stata ap-posta una correzione all’art. 36, comma 7-quater del decreto 78/2010, sostituendo il riferimento al comma 9 dell’art. 28 (ine-sistente) con il comma 7-ter dello stesso articolo evitando così l’inapplicabilità della disposizione.

Non può revocarsi in dubbio come, ac-canto alla adeguata verifi ca della clien-tela, agli obblighi di registrazione ed alla degnazione delle operazioni (meramente) sospette si aggiunge ora una inibitoria mai prima d’ora conosciuta la quale si incunea in una limitazione della liber-tà professionale la quale, giustamente, dovrebbe sempre essere sorretta dalle massime garanzie. Solo che, così facendo si inibisce, per legge, una attività cosid-detta liberale senza che venga data l’op-portunità, da parte del soggetto-cliente, di provare come, nonostante provenga da paesi non collaborativi, abbia un at-teggiamento del tutto trasparente.

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23Martedì 3 Agosto 2010Martedì 3 AM A N OV R A 2 0 1 0

Orizzonte temporale su più periodi d’imposta per risultati negativi e aumenti di capitale

Imprese in perdita, mini esimenti La tassazione su soci e amministratori evita il monitoraggio

DI DUILIO LIBURDI

Orizzonte temporale su più periodi di imposta per le società in perdita: sia in relazione al risul-

tato negativo dichiarato che con riferimento alla patrimonializ-zazione mediante aumento di capitale. Inoltre, l’esclusione dal monitoraggio fi nalizzato al controllo sarà riservata a quelle società i cui risultati negativi sono controbilanciati dalla tassazione in capo alle persone fi siche che sono soci o amministratori. È questo il senso della disposizione conte-nuta nell’articolo 24 della ma-novra estiva (legge 122/2010) che fi ssa degli indirizzi in ter-mini di controllo nei confronti delle imprese che presentano dichiarazioni in perdita fi scale non determinata da compensi erogati ad amministratori e soci (si veda anche articolo in basso).

Le imprese in perditaQuanto affermato nella

manovra estiva è l’espressio-ne normativa di un principio illustrato sia nella prassi che nella giurisprudenza. Ad esempio, nella circolare n. 20 del 2010 dell’Agenzia delle en-trate è affermata la necessità

di monitorare le variazioni nei risultati di esercizio ovve-ro la genesi di perdite fi scali, in quanto le stesse potrebbero rappresentare indicatori sin-tetici dell’avvenuta attuazio-ne di schemi di pianifi cazione fiscale aggressiva, peraltro di particolare rilevanza negli anni di imposta in cui il conte-sto economico internazionale è stato interessato da una grave crisi economico fi nanziaria. In sede giurisprudenziale, il fatto che una impresa sia struttu-ralmente in perdita, è stato identifi cato dalla Cassazione (si veda, per esempio, la sen-tenza n. 24436 del 2 ottobre 2008) come sintetizzato in ta-bella.

Va ricordato, comunque, che i principi esposti dalla Corte

di cassazione riguardavano un caso in cui vi era una contabili-tà inattendibile ma, più in ge-nerale, sembra logico valutare come il fenomeno legato alla esposizione di perdite riporta-bili a nuovo sia di particolare rilievo tanto da avere portato, come visto, alla previsione di una specifi ca disposizione nor-mativa. Ciò anche in relazione al noto concetto di anti econo-micità del comportamento im-prenditoriale, principio questo più volte avallato dalla stessa Cassazione e incidentalmente richiamato anche nella sen-tenza sopra menzionata.

L’orizzonte temporale di riferimento e le esimentiLa norma esclude però

dall’ambito di applicazione dei controlli alcune situazioni e, in particolare, quella nella quale la perdita fi scale dichiarata dal contribuente non è determina-ta dall’erogazione di compensi ai soci e agli amministratori. Ciò in quanto il defi cit fi scale si genera per effetto di compo-nenti che sono assoggettati a tassazione in capo al percetto-re. Tralasciando la formulazio-ne letterale, si deve individua-re in primo luogo l’orizzonte temporale all’interno del qua-le sussistono invece i requisiti per l’applicazione dell’articolo 24. Si deve ritenere che laddo-ve la perdita riguardi un solo periodo di imposta la norma in questione non possa opera-re. Ciò al di là del fatto che la stessa parli di dichiarazioni ma anche in quanto, razional-mente, è del tutto possibile che lo start up di un soggetto determini un risultato fi scale negativo. Posto dunque che, si deve ritenere, la vicenda di evidenziazione della perdita si debba ripetere almeno per due periodi, un’altra esimente prevista dalla disposizione nor-mativa è quella legata alla de-libera e alla liberazione di uno o più aumenti di capitale nello stesso periodo a titolo oneroso e di un importo almeno pari alle

perdite stesse. Sul punto, se il concetto appare evidente (è economica o almeno si intende dare una prospettiva in tal sen-so ad una impresa nella quale si investe), va rilevato come i ter-mini di confronto non appaiano del tutto omogenei. Si tratta, infatti, del riferimento ad una perdita fi scale e, contempora-neamente, a un aumento di ca-pitale fattispecie quest’ultima che è evidentemente ascritta al piano civilistico. Come già os-servato, questo rinvio appare simile a quello contenuto nel decreto legge n. 78 del 2009 in relazione all’ipotesi di «bonus» fi scale per la patrimonializza-zione delle imprese. Ulteriori aspetti che dovranno essere approfonditi riguardano l’even-tuale attivazione del controllo e delle conseguenze che lo stes-so potrà produrre in termini, ad esempio, dell’azzeramento di un componente che, laddove evidenziato nei primi tre perio-di di imposta può essere util-mente riportato a nuovo senza limiti di tempo secondo quanto previsto dall’articolo 84 del Tuir seppure tenendo conto dei limi-ti introdotti a tale meccanismo dalle disposizioni contenute nel decreto legge n. 223 del 2006.

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DI SIMONA CANZONETTA E GIUSEPPE RIPA

Contrasto immediato a tutte le im-prese «apri e chiudi» a prescindere dalla forma giuridica e alle imprese in perdita «sistematica» per più di un esercizio di attività.

È questo quanto emerge dalla lettura rispettivamente dell’art. 23 e dell’art. 24 della legge n. 122 del 2010 pubblicata sulla G.U. n. 176 alla data del 30 luglio 2010 che ha approvato defi nitivamente il decreto n. 78 del 2010.

Tali disposizioni di specie vanno ad ag-giungersi a tutti quegli strumenti messi a punto dal legislatore per contrastare i fenomeni di evasione ed elusione fi sca-le e ciò può essere apprezzabile. Infatti entrambe le norme obbligano gli organi preposti alla vigilanza a sottoporre a con-trollo sistematico due specifi che categorie che in base alle esperienze delle verifi che fi scali sono risultate a elevato rischio di frode ed evasione.

Imprese apri e chiudi. L’art. 23 del-la legge 122/2010 interviene in specifi co a contrastare il fenomeno delle imprese «apri e chiudi», cioè a dire che «le imprese che cessano l’attività entro un anno dalla data di inizio sono specifi catamente con-siderate ai fi ni della selezione delle posi-zioni da sottoporre a controllo».

Il legislatore si rivolge dunque all’Agen-zia delle entrate, alla Guardia di fi nanza e all’Inps, quali soggetti preposti al con-trasto dell’attività evasiva, per tenere in debita considerazione la categoria di

specie al fi ne della selezione delle imprese da verifi care.

È bene sottolineare come la norma in parola inglobi tutte le imprese, senza di-stinguere la loro forma giuridica, quindi sia essa individuale oppure societaria, escludendo la categoria dei professionisti, la cui attività è già stata pesantemente limitata dalle ultime novità legislative.

In pratica, considerando che si tratta di imprese verrebbe spontaneo considerare quale «data di inizio» quella rinvenibile dalla visura camerale del Registro delle imprese, e ciò attualmente vale anche per le ditte individuali. Tuttavia è da chie-dersi se l’Uffi cio, al fi ne del controllo in parola, debba considerare come data di inizio la stipula dell’atto costitutivo e non la data di iscrizione nel Registro delle im-prese dal momento che è da quella data, a prescindere dai riferimenti documentali, che effettivamente inizia l’attività d’im-presa. Si attende un chiarimento in me-rito, anche riguardo alle ditte individuali, perché se così fosse si allargherebbe di gran lunga la platea dei soggetti da sot-toporre a controllo, viste le tante aziende Newco costituite ma inattive.

Il legislatore, come precisa la relazione illustrativa che accompagna il disegno di legge di conversione, ha voluto una nor-ma ad hoc con lo scopo di «concentrare una specifi ca azione di vigilanza fi scale su una categoria di contribuenti considerati a particolare rischio di frode o evasione fi scale ovvero le imprese cosiddette «apri e chiudi». Questo perché molto spesso tale fenomeno è passato sotto banco in quan-

to considerato mera conseguenza di una cattiva gestione aziendale o meglio di un errore di valutazione di scelte imprendi-toriali. Ma negli anni i controlli effettuati hanno dimostrato che spesso alla base si celano veri e propri intenti fraudolenti (quali false fatturazioni e frodi «carosel-lo»). Da qui è scattata la molla per deroga-re agli ordinari criteri di selezione ed in-cludere la categoria suddetta tra le specie da sottoporre a controllo sistematico.

Imprese in perdita «sistemati-ca». Il comma 1 dell’art. 24 della legge 122/2010 invece pone l’attenzione sulle imprese in costante perdita considera-te categoria a rischio evasione, secondo quanto riportato dalle ultime statistiche sui controlli. Di fatto si impone all’Agen-zia delle entrate ed alla Gdf di program-mare controlli fi scali in modo da assicu-rare «una vigilanza sistematica basata su specifi che analisi di rischio» su imprese che si dichiarano in perdita, ai fi ni delle imposte sui redditi, per più di un periodo di imposta. L’articolo salva dai controlli le imprese le cui perdite dichiarate deriva-no da compensi erogati ad amministra-tori e soci e, dopo la modifi ca apportata in sede di conversione, anche quelle imprese che «abbiano deliberato e interamente liberato nello stesso periodo uno o più aumenti di capitale a titolo oneroso, di importo almeno pari alle perdite fi scali stesse». Per arrivare a capire la logica di questa norma bisogna ragionare sul comportamento dell’imprenditore che in base all’art. 2082, c.c. è colui che «esercita professionalmente un’attività economi-

ca organizzata al fi ne della produzione o dello scambio di beni o di servizi». D’ora in poi il Fisco è obbligato a sottoporre a controllo questa particolare categoria po-sto che alla base di tale atteggiamento potrebbero nascondersi le più disparate pratiche elusive ed evasive, come più vol-te riscontrato nelle precedenti verifi che. Si è detto che esulano da tali controlli le perdite derivanti dai compensi erogati ad amministratori e soci e ciò in quanto, fi scalmente, tale perdita è coperta dai redditi dei percepienti soggetti ad Irpef; quindi in sintesi la situazione non è ri-tenuta rischiosa, al punto da meritare un accertamento sistematico. Esulano anche le società in perdita che abbiano deliberato ed interamente liberato nello stesso periodo uno più aumenti di capi-tale a titolo oneroso di importo almeno pari alle perdite fi scali stesse. Questa ul-teriore condizione non salva comunque l’economicità dell’impresa e anche qui sorge il dubbio sul perché tenerla in vita nonostante l’innesto di nuova fi nanza. Al c. 1 dell’art. 24 si dispone che la vigilanza sistematica si basi su specifi che analisi di rischio, senza precisare, però, né i criteri e le modalità per compiere dette analisi né quali siano i rischi da considerare. E si interviene anche «nei confronti dei con-tribuenti non soggetti agli studi di settore né a tutoraggio» sui quali «l’Agenzia delle entrate e la Guardia di fi nanza realizza-no coordinati piani di intervento annuali elaborati sulla base di analisi di rischio a livello locale che riguardino almeno un quinto della platea di riferimento».

CONTRASTO ALL’EVASIONE E ALL’ELUSIONE

Aziende apri e chiudi, organi di vigilanza in allerta

di monitorare le aria ioni di cassa ione rig arda ano n

Legittimata la possibilità per il fi sco di effettuare un accertamento induttivo nei confronti dell’impresa in quanto la dichiarazione per più anni consecutivi di perdite fi scali nonché un’ampia divaricazione tra costi e ricavi costituiscono una condotta commerciale anomala, di per sé suffi ciente a giustifi care da parte dell’erario una rettifi ca della dichiarazione, ai sensi dell’art. 39 del dpr n. 600 del 1973, a meno che il contribuente non dimostri concretamente l’effettiva sussistenza delle perdite dichiarate.

È sinonimo di comportamento antieconomico in relazione alla tipologia dell’attività svolta.

I rischi della perdita sistemica

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IL COSTO DELL’ABBONAMENTO È INTERAMENTE DEDUCIBILE NELLA DENUNCIA DEI REDDITI DI PROFESSIONISTI E AZIENDE, A NORMA DEGLI ARTICOLI 54 E 56 DEL TUIR.

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25Martedì 3 Agosto 2010MartedI M P O S T E E TA S S E

San Marino vara la manovra di riforma tributaria

Stretta alla RupeTassati redditi prodotti all’estero

DI GABRIELE FRONTONI

Via libera del governo di San Marino all’atteso de-creto fi scale collegato alla manovra straordinaria. Il

provvedimento, che anticipa alcu-ni aspetti della riforma tributaria, è stato approvato in tutta fretta dall’esecutivo per favorire un so-stegno alle imprese del Titano, schiacciate sotto il peso del decreto incentivi entrato in vigore all’inizio di luglio. Eccole, allora, la novità della manovra. Come prima cosa, è stata introdotta la tassazione dei redditi prodotti all’estero che d’ora in avanti dovranno essere obbli-gatoriamente dichiarati. In caso contrario o qualora la dichiarazio-ne risultasse parziale, si procederà con le sanzioni. Tutto questo, fermo restando l’esenzione dalla dichia-razione nel caso in cui il reddito fosse già stato pagato all’origine. Non solo. All’interno del decreto è stata inserita per la prima volta la defi nizione di stabile organizza-zione, consentendo in questo modo l’applicazione del regime fiscale sammarinese. Il governo ha poi concesso una proroga fi no alla fi ne dell’anno per il credito agevolato alle imprese, scaduto alla fi ne di luglio. E mentre tutto il mondo si interroga su come far pagare alle banche il prezzo della crisi attra-verso l’imposizione di una qualche forma di tassazione straordinaria, il governo di San Marino ha deci-so di fare una concessione di tutto rispetto al settore fi nanziario, pie-gato sotto i colpi dello scudo fi scale italiano. Il decreto fi scale prevede, infatti, la possibilità per le banche del Titano di dilazionare il versa-mento dell’acconto delle imposte per evitare agli istituti di credito

di anticipare il pagamento di trop-pe tasse, in quanto calcolate sulla base alla raccolta dell’anno pre-cedente. «Il decreto consente una maggiore chiarezza per le aziende e una fl essibilità che rende possi-bile una migliore pianificazione fiscale, favorendo nuovi insedia-menti produttivi», hanno chiarito i ministri sammarinesi a margine del Consiglio di Stato che ha dato il disco verde all’iniziativa fi scale. Secondo quanto stabilito dall’ese-cutivo di San Marino, proseguirà nelle prossime settimane lo studio relativo alla riduzione dell’impo-sta monofase mentre la manovra economica resterà in itinere fi no a ottobre allo scopo di mettere a

punto i previsti meccanismi di risparmio e di reperimen-to delle nuove entrate. Il go-verno ha inoltre annunciato la conclusione della riforma della pubblica amministra-zione, che prevede la dimi-nuzione degli uffi ci pubblici che passeranno da 600 a 48. «Ulteriori interventi saranno concretizzati alla ripresa dei

lavori del governo, prevista per il 25 agosto», ha fatto sapere il Segreta-rio di Stato alle Finanze, Pasquale Valentini. «Fino ad allora, tutte le segreterie di Stato dovranno com-piere le opportune verifiche sui relativi capitoli di spesa e portare contributi per l’individuazione di nuovi cespiti di entrata». Infi ne, il governo ha comunicato l’intenzione di presentare reclamo nei confronti dell’ordinanza del giudice ammini-strativo che ha riattivato, anche se temporaneamente la Finproject, la fi nanziaria che lo stesso esecutivo aveva revocato e messo in liquida-zione coatta, su riferimento di gra-vi irregolarità da parte di Banca Centrale.

DI VALERIO STROPPA

Interessi passivi su mutui con detrazione ad ampio raggio. Ha diritto allo scon-to fi scale del 19%, infatti,

il contribuente che ha ricevuto da un ente pubblico un contri-buto per pagare gli interessi delle rate di mutuo per l’abita-zione principale, senza quindi sostenere l’onere del costo del prestito, ed è successivamente chiamato a restituire al pre-detto ente la somma. A quel punto, sostenendo material-mente il costo degli interessi, il contribuente può portare in detrazione dall’Irpef il 19%. È quanto ha chiarito l’Agenzia delle entrate con la risoluzio-ne n. 76/E del 2 agosto 2010, rispondendo al quesito presen-tato da un Caf.

Un contribuente aveva rice-vuto dalla regione un incen-tivo per l’acquisto dell’abita-zione principale, consistente nell’abbattimento della quota interessi relativa a ogni rata

del mutuo. In seguito, aven-do verifi cato l’assenza dei re-quisiti soggettivi per fruire dell’agevolazione, la regione aveva chiesto la restituzione del contributo. Pertanto, il con-tribuente, attraverso il Caf, ha chiesto all’amministrazione fi -nanziaria se per la quota parte degli interessi a suo tempo non detratta (poiché coperta dal contributo regionale) poteva usufruire della detrazione del 19% nel periodo d’imposta in cui ha restituito all’ente pub-blico il bonus non spettante.

Le Entrate, in prima battuta, ricordano la previsione di cui all’articolo 15 del Tuir, che al comma 1, lettera b) prevede la detrazione dall’Irpef lorda pari al 19% degli interessi passivi sui mutui per l’abitazione prin-cipale.

Nel caso in esame, osserva l’Agenzia, le somme restituite dal contribuente alla regione rappresentano gli interessi passivi del mutuo inizialmen-te non pagati (poiché coperti dal fi nanziamento pubblico) e quindi non detratti. Venendo meno l’apporto regionale, tut-tavia, il contribuente si trova a sostenere l’onere per gli in-teressi relativi al mutuo per la prima casa e quindi ha diritto alla detrazione, da far valere in sede di compilazione del model-lo Unico-PF o del modello 730. Il benefi cio fi scale va fruito nel corso dell’anno in cui avviene la restituzione delle somme, sempre tenendo conto del limi-te massimo su cui calcolare la detrazione, fi ssato dall’articolo 15, comma 1, lettera b) del Tuir a quota 4 mila euro.

Risoluzione sugli interessi passivi

Mutui, detrazionead ampio raggio

Un giudice tributario su dieci è donna. Precisamente, su 4.553 magistrati tributari complessivi le donne sono 430: 279 su 3.183 giudici nelle commissioni tributarie provin-ciali (8,77%) e 151 su 1.370 giudici nelle commissioni tributarie regionali (11,02%). È quanto emerge dai dati del Consiglio di pre-sidenza della giustizia tributaria. Per quanto riguarda, invece, le cariche, in Ctp si registra una sola donna presidente di commissione su 92, mentre si contano 29 presidentesse di sezione (su 511, pari al 5,68%), 36 vice-presidenti di commissione (su 530, pari al 6,79%) e 213 membri del collegio giudicante

(su 2.050, pari al 10,39%). Percentuali più elevante tra le Ctr, dove tuttavia non vi sono donne tra i presidenti di commissione. In compenso, si rilevano 20 presidentesse di sezione (su 250, pari all’8%), 33 vicepresi-dentesse di sezione (su 244, pari al 13,52%) e 98 giudici (su 856 totali, pari all’11,45%). A livello di singole commissioni, la Ctp che registra una «quota rosa» maggiore è Milano (27 giudici), seguita da Torino (22) e Roma (20); trend confermato a livello regionale, con la Ctr Lombardia (35 donne giudici) da-vanti alla Ctr Piemonte (27).

Valerio Stroppa

Un giudice tributario su dieci è donna

Il fi sco americano mette alla gogna gli evasori. L’Irs, l’Agenzia delle entrate a selle e strisce, ha pubblicato il nome delle prime 17 persone giudicate colpevoli di aver aggirato le maglie del fi sco attraverso la complicità di una sessantina di dipendenti del colosso bancario svizzero Ubs, che tra il 2000 e il 2008 aiutarono più di 50 mila americani a nascondere le proprie fortune ai piedi delle Alpi. E le pene sono state tutt’altro che leggere. È questo il caso, tra gli altri, di Jules Robbins, un orologiaio della Grande Mela, condannato il 16 luglio scorso a pagare una mul-ta di ben 20,8 milioni di dollari da parte del procuratore generale dello Stato di New York, Preet Bharara, per aver sottratto all’Erario la bellezza di 42 milioni di dollari, depositati su un conto cifrato di Ubs, aperto addirittura nel 1967. Ma c’è anche chi ha dovuto fare i conti con il codice penale, fi nendo agli arresti domi-ciliari se non, addirittura dietro le sbarre. Come successo a Jack Barouh, un industriale 65enne residente a of Golden Beach, in Florida, condan-nato a 10 mesi di reclusione da parte del giudice del distretto di Miami, Adalberto Jordan, per aver arrecato un danno al fi sco di 736 mila dol-lari sotto forma di tasse non pagate tra il 2002 e il 2007. E questo, attraverso i movimenti di capitali transitati dalla sua azienda di orologi su conti svizzeri di Ubs intestati a due società di comodo, Domilou S.A. con sede a Panama e Similen Investments Limited, domiciliata nelle

Isole Vergini britanniche. Questi 17 casi rappre-sentano, tuttavia, soltanto la punta dell’iceberg. Le autorità di Washington hanno già aperto 300 fascicoli ai danni di altrettanti evasori del fi -sco i cui nominativi erano stati consegnati nelle mani dell’Irs da parte della Finma, l’Autorità federale di vigilanza dei mercati fi nanziari, nel mese di febbraio del 2009 in base a un accor-do raggiunto tra Ubs e il governo americano volto a evitare l’apertura di un procedimento penale ai danni della banca elvetica. Sei mesi più tardi, i governi di Usa e Svizzera hanno raggiunto un’intesa defi nitiva sulla questione Ubs accordandosi sull’invio negli Stati Uniti dei nominativi di 4.450 sospettati di evasione fi scale a fronte dei 52 mila nominativi richiesti inizialmente dall’Irs. L’intesa è stata approvata il 17 giugno scorso dal Parlamento di Berna, a pochi giorni di distanza dallo scadere dei termi-ni previsti dall’accordo che aveva dato un anno di tempo alla Svizzera (fi no al 26 agosto 2010) per inviare in America la lista incriminata. Fino a questo momento, secondo quanto reso noto dalla Finma, il governo di Berna avrebbe trasferito Oltreoceano soltanto 2.500 nomina-tivi, poco più della metà di quelli richiesti da Washington. Altri 2 mila dossier sarebbero in attesa di partire. Ma soltanto allo scadere dei termini imposti dalla legge elvetica per poter opporre ricorso. Gabriele Frontoni

Il fi sco Usa mette alla gogna gli evasoriAVVISO DI GARA PER ESTRATTO

ENTE AGGIUDICATORE: Centostazioni S.p.A., Via B. Eustachio n. 8 - Roma (Telefono 0039-06-440711/Telefax 0039-06-44071250; www.centostazioni.it), in proprio ed in nome e per conto di Rete Ferroviaria Italiana S.p.A.PROCEDURA DI GARA, CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: procedura aperta con il criterio del prezzo più basso.OGGETTO DELL’APPALTO: Gestione integrata di servizi e manutenzione dei complessi immobiliari di stazioni ferroviarie. L’appalto è suddiviso in tre lotti.Lotto n. 1 – Centro Sud e Sud: Gestione integrata di servizi e manutenzione dei complessi immobiliari delle stazioni ferroviarie di: Ancona, Ascoli Piceno, Assisi-S.Maria degli Angeli, Barletta, Benevento, Brindisi, Cagliari, Campobasso, Caserta, Catania Centrale, Catanzaro Lido, Chieti Scalo, Civitavecchia, Foggia, Foligno, Formia, L’Aquila, Lecce, Macerata, Messina Centrale e Marittima, Napoli Campi Flegrei, Napoli Mergellina, Orte, Perugia, Pesaro, Pescara Centrale, Potenza Centrale, Reggio Calabria, Roma Ostiense, Roma Trastevere, Salerno, Taranto, Termoli, Terni, Villa S. Giovanni.Importo complessivo € 65.935.640,89 IVA esclusa, così suddiviso: per lavori di manutenzione: € 32.181.843,05, di cui: € 30.129.915,25 soggetti a ribasso ed € 2.051.927,80 quale

compenso per l’attuazione del piano di sicurezza, non soggetto a ribasso; per servizio di pulizie: € 31.115.115,81, di cui: € 29.524.598,56 soggetti a ribasso ed € 1.590.517,25 quale compenso

per l’attuazione del piano di sicurezza, non soggetto a ribasso; per servizio energia: € 2.638.682,03, di cui: € 2.572.350,03 soggetti a ribasso ed € 66.332,00 quale compenso per

l’attuazione del piano di sicurezza, non soggetto a ribasso.

Lotto 2 - Centro Nord e Nord Ovest: Gestione integrata di servizi e manutenzione dei complessi immobiliari delle stazioni ferroviarie di: Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Biella, Cesena, Chiavari, Cuneo, Faenza, Ferrara, Forlì, Genova Sampierdarena, Grosseto, Imperia Oneglia, La Spezia Centrale, Livorno Centrale, Lucca, Massa Carrara, Modena, Novara, Parma, Piacenza, Pisa, Pistoia, Prato, Rapallo, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Sanremo, Savona, Siena, Ventimiglia, Vercelli.Importo complessivo € 57.517.880,70 IVA esclusa, così suddiviso: per lavori di manutenzione: € 26.209.624,55, di cui: € 24.474.553,90 soggetti a ribasso ed € 1.735.070,65 quale

compenso per l’attuazione del piano di sicurezza, non soggetto a ribasso; per servizio di pulizie: € 25.490.944,70, di cui: € 23.945.870,80 soggetti a ribasso ed € 1.545.073,90 quale compenso

per l’attuazione del piano di sicurezza, non soggetto a ribasso; per servizio energia: € 5.817.311,46, di cui: € 5.752.924,66 soggetti a ribasso ed € 64.386,80 quale compenso per

l’attuazione del piano di sicurezza, non soggetto a ribasso.

Lotto 3 - Nord Est e Nord Centro: Gestione integrata di servizi e manutenzione dei complessi immobiliari delle stazioni ferroviarie di: Belluno, Bergamo, Bolzano, Brescia, Castelfranco Veneto, Como, Cremona, Desenzano del Garda, Domodossola, Gallarate, Gorizia, Lecco, Lodi, Mantova, Milano Lambrate, Milano Porta Garibaldi, Milano Rogoredo, Monfalcone, Monza, Padova, Pavia, Pordenone, Rovereto, Rovigo, Sondrio, Trento, Treviglio, Treviso Centrale, Trieste, Udine, Varese, Verbania, Vicenza, Voghera.Importo complessivo € 66.469.610,01 IVA esclusa, così suddiviso: per lavori di manutenzione: € 27.643.433,80, di cui: € 25.762.810,70 soggetti a ribasso ed € 1.880.623,10 quale

compenso per l’attuazione del piano di sicurezza, non soggetto a ribasso; per servizio di pulizie: € 27.273.632,37, di cui: € 25.721.962,47 soggetti a ribasso ed € 1.551.669,90 quale compenso

per l’attuazione del piano di sicurezza, non soggetto a ribasso; per servizio energia: € 11.552.543,83, di cui € 11.475.047,63 soggetti a ribasso ed € 77.496,20 quale compenso

per l’attuazione del piano di sicurezza, non soggetto a ribasso.

DURATA DELL’APPALTO: l’appalto relativo a ciascun lotto avrà la durata di 5 anni. Costituisce esclusiva facoltà dell’Ente aggiudicatore, per ogni singolo lotto, prorogare di 12 mesi in 12 mesi, per un massimo di 24 mesi la durata dell’appalto con le modalità previste nello schema di contratto di appalto.TERMINE PER LA PRESENTAZIONE DELLE OFFERTE: 21 ottobre 2010, ore 10,00.SOPRALLUOGO: è obbligatoria l’effettuazione di specifici sopralluoghi secondo il calendario allegato al disciplinare di gara.INVIO E PUBBLICAZIONE DEL BANDO: il bando di gara è stato inviato all’Ufficio delle pubblicazioni ufficiali dell’Unione Europea in data 26 luglio 2010 ed è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 5^ Serie Speciale, n. 88 del 2 agosto 2010 e, congiuntamente a tutta la documentazione d’appalto, sul sito Internet www.centostazioni.it.

L’Amministratore DelegatoIng. Paolo Simioni

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Page 20: • Nuova serie - Anno 19 - Numero 183 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 3 Agosto 2010 • SCIENZA LAlzheimer si può battere studian

26 Martedì 3 Agosto 2010 P R O F E S S I O N I

Dopo l’allarme lanciato da Unioncamere si scopre che la situazione potrebbe migliorare a breve

Deficit di infermieri al capolinea Nei nuovi ordinamenti accademici più posti disponibili

PAGINA A CURADI BENEDETTA PACELLI

Al capolinea la cronica mancanza degli infer-mieri. A colmare una lacuna, denunciata

ormai da anni, potrebbe pen-sarci il nuovo assetto definito dai nuovi ordinamenti didattici (secondo il decreto interministe-riale 19/02/09) in vigore dall’an-no accademico 2011-2012. Un restyling che, come per gli altri corsi di laurea, ha costretto gli atenei a tagliare i corsi, rivedere gli esami e riconteggiare i cre-diti. E se l’obiettivo principale è stato quello di razionalizzare l’offerta didattica, «evitando la parcellizzazione delle attività formative», la speranza è che questo porti verso una cana-lizzazione mirata delle risorse, influendo poi sulla program-mazione dei posti banditi ogni anno proprio su indicazione de-gli stessi atenei.

La norma

Anche le professioni sanita-rie, quindi, hanno i mesi con-

tati per applicare la legge 270 del 2004 che ha riorganizzato il percorso didattico del 3+2. Ma se per tutte le altre classi di laurea erano intervenuti i requisiti minimi voluti dall’ex-ministro dell’università Fabio Mussi (dm 16/03/07), per le lauree delle professioni sani-tarie (da queste escluse) era necessario un provvedimento ad hoc che colmasse questa la-cuna legislativa. A ottobre 2010, quindi, dovranno essere defi niti gli ordinamenti e i regolamenti didattici da parte delle facoltà, mentre a fi ne gennaio 2011 gli atti dovranno essere trasmessi al ministero per la verifi ca del Consiglio universitario entro il 15 marzo. Alcuni atenei però sono già in pista per partire dal prossimo ottobre (univer-sità di Verona Milano-Bicocca, San Raffaele, Roma Campus Biomedico, Siena).

I requisiti minimi

Uno degli obiettivi principali dei nuovi ordinamenti, spiega Angelo Mastrillo rappresentan-te della Conferenza dei corsi di

laurea delle professioni sani-tarie, «è quello di aver defi ni-to ordinamenti e regolamenti didattici uniformi in tutto il territorio nazionale. E questo al solo fine di garantire alle rispettive professioni sanitarie livelli di preparazione adeguati alle esigenze assistenziali, ria-bilitative, e tecniche del Ser-vizio sanitario nazionale». In questa ottica sono stati quin-di vincolati almeno 60 Crediti formativi universitari (Cfu che corrispondono a 25 ore di im-pegno per studente) di tirocinio sul totale di 180 in tre anni. Il tirocinio deve essere svolto con

la supervisione e la guida di tutori professionali in possesso della laurea magistrale della rispettiva classe e con un’espe-rienza formativa non inferiore a cinque anni. Sempre secondo la prospettiva di uniformare gli insegnamenti sul territorio na-zionale sono stati vincolati un minimo di 30 crediti formativi per gli insegnamenti professio-nalizzati. Il che non vuol dire andare ad intaccare quel prin-cipio di autonomia tanto caro alla legge 270/04. E lo dimo-stra il fatto che viene in ogni caso garantita la possibilità di riservare una buona parte della

formazione 15-30 crediti a pecu-liarità specifi che di ogni ateneo e di ogni profi lo professionale. Ogni insegnamento poi deve corrispondere a un numero in-tero di crediti, con un numero di esami che non può essere superiore a 20. Come tutti gli altri corsi di laurea anche per la sanità almeno il 50% degli insegnamenti previsti dagli ordinamenti didattici devono essere affidati a professori e ricercatori universitari.

I corsi attivati

Rispetto alle ventidue tipolo-gie formative sono quasi 500 i corsi di laurea delle professioni sanitarie che saranno attivati e che in alcuni casi vengono este-si in sedi distaccate per meglio sfruttare tutta la rete forma-tiva nazionale. Questo anche tenendo in considerazione che i coordinatori dei tirocini pro-vengono dal Servizio sanitario nazionale mediante la stipula di precisa accordi tra le regioni e l’università e tra gli atenei e le aziende sanitarie.

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Sotto la scure dei tagli e ora della manovra ci sono anche loro, gli

infermieri. Al ciclico al-larme che ogni anno, in questo periodo risuona prepotentemente sulla carenza di questi pro-fessionisti, si aggiunge infatti la previsione con-tenuta nella finanziaria relativo all’innalzamento dell’età pensionabile del-le pubbliche dipendenti che porterebbe a un tra-vaso di milioni di infer-mieri da un sistema già in affanno. Ma il governo, denuncia Annalisa Silvestro presidente dell’Ipasvi, la Federazione nazionale collegi infer-mieri, è incapace di assumersi una responsabilità precisa «per salva-guardare il nostro sistema sanitario universale e solidaristico, puntando sull’efficienza, sulla razionalizza-zione e sull’innovazione». Del resto i numeri, tanto per citare quelli d’ul-tim’ora resi noti dal rapporto Union-camere, parlano chiaro: solo per il 2010 è prevista l’assunzione di oltre 4 mila infermieri la metà dei quali introvabili. Ma il sistema continua a formarne comunque meno.

Domanda. Presidente, ogni anno in questa stagione si fanno i conti. Ma non tornano quasi mai. Quali erano le vostre richieste?

Risposta. Quest’anno c’è stato un leggero incremento ma continua ad

esserci un gap. Ogni anno nonostante la richiesta delle regioni la programmazione rimane troppo avara rispetto alle richieste. C’è il solito errore di programmazione. Il ministero a messo a bando 16.336, 417 in più rispetto allo scorso anno. Noi come Ipasvi ne avevano chiesti 22.620 e le regioni 21.758. C’è il solito di-sallineamento di circa 5, 6 mila posti.

D. È un problema di risorse o di semplice programmazione sbaglia-ta?

R. Un insieme di cose: gli atenei de-nunciano mancan-za di spazi, docenti, strutture inadegua-te per formarli e scarsezza di fondi. Ma forse basterebbe riprogrammare l’of-ferta formativa. La speranza è che l’ap-plicazione della ri-forma universitaria porti a una diversa razionalizzazione del sistema elimi-nando, per esempio, quei corsi di laurea che non hanno ade-guato numero di studenti. Così si

canalizzerebbero le risorse. Per ora però la situazione rimane grave an-che perché a questo si aggiunge il peso della manovra fi nanziaria.

D. Cioè? R. L’innalzamento previsto nella

manovra dell’età pensionabile delle pubbliche dipendenti per la nostra professione diventa un provvedimen-to esplosivo perché somma tutti quei professionisti che possono accedere alla pensione di anzianità, stimati in circa 11 mila, a quelli che invece per non incappare nelle nuove norme pensionistiche potrebbero decidere di lasciare la professione per godere della pensione di vecchiaia. Il che si tradurrebbe secondo le nostre pre-visioni nella perdita di ulteriori 2

500 professionisti. Il dato comples-sivo assomma, quindi, a ben 13.407 infermieri che potrebbero uscire dal sistema entro il 2010 o entro i primi mesi del 2011.

D. Avete denunciato questo al governo?

R. Siamo andati dal ministro del-la salute Ferruccio Fazio che ci ha assicurato un incontro a settembre. Bisognerà trovare delle soluzioni an-che in termini di riorganizzazione dei servizi verso un utilizzo molto più appropriato e pertinente della pro-fessione.

D. Altro nodo è quello della tra-sformazione dei collegi in ordini. Fazio ha assicurato entro sei mesi l’approvazione del disegno di legge

in materia e nello stes-so tempo ha chiesto la delega al governo sulla riforma degli ordini dei medici chirurghi e odon-toiatri, veterinari e far-macisti. Come vede que-sta scelta?

R. Per noi va bene che si vada avanti in parallelo, ma solo all’inizio. Dopo di che però dobbiamo essere inseriti tutti nella stessa legge. Non ha alcun senso che qualche ordine sani-tario abbia una norma di riferimento diversa rispet-to a un altro. Siamo tutti professioni sanitarie, è ovvio avere tutti la stes-sa normativa dal punto di vista giuridico.

PARLA IL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE DI CATEGORIA

Silvestro (Ipasvi): il governo non ascolta i nostri appelli

Saranno iscritti d’uffi cio alla gestione separata Inps tutti coloro che per l’anno 2004 hanno dichiarato redditi indicati nel quadro RE del modello Unico 2005 e non hanno versato contributi. Lo precisa l’Inps nel msg. 20085/20010. Dall’ope-razione di verifi ca delle posizioni contributive (nell’ambito del programma denominato PoseidOne, avviato nel corso del 2009) gli iscritti alla gestione commercianti che dichia-rano redditi da attività professionale, come le guide turi-stiche, interpreti, maestri di sci, i quali avevano l’obbligo d’iscrizione alla gestione commercianti anche nel caso in cui l’attività fosse svolta con le caratteristiche dell’attività professionale. Infi ne, sono stati esclusi dall’elenco, al fi ne dell’invio alle rispettive Casse professionali, i soggetti, che hanno dichiarato redditi libero-professionale riferiti ad attività per le quali sussiste l’obbligo di versamento contributivo a una Cassa professionale.

Previdenza, professionisti sotto la lente dell’Inps

laurea delle professioni sani- la supervisione e la guida di

Fiera di Milano, selezioniper i servizi di accoglienzaSarà la fi liale Openjob di Rho a occuparsi delle selezioni per i nuovi responsabili del servizio di accoglienza e assistenza degli ospiti che parteciperanno ai prossimi eventi fi eristici, congressi e manifestazioni in calendario presso il nuovo polo fi eristico di Rho-Pero. Sono previste almeno 80 assunzioni. Questi i requisiti dei candidati ideali: presenza curata, cordiale e brillante, ottimo eloquio, buona cultura generale. Il curriculum va inviato all’indirizzo [email protected]. Tutti i riferimenti sul sito www.openjob.it.

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27Martedì 3 Agosto 2010MLAVORO E PREVIDENZA

Chiarimenti del ministero del lavoro sulle sanzioni amministrative del codice della strada

Limiti all’autotrasporto notturno Multata la guida di quattro ore consecutive tra le 24 e le 7

DI DANIELE CIRIOLI

Alla guida di notte per massimo quattro ore consecutive. È irregolare e sanzionata, infatti, la

prestazione notturna degli au-totrasportatori che si protragga per almeno quattro ore consecu-tive, tra la mezzanotte e le 7 del mattino, se l’attività di lavoro complessiva (la guida) superi le 10 ore nell’arco di una giornata (del periodo cioè di 24 ore). Lo precisa il ministero del lavoro nella nota protocollo n. 13587 di ieri con cui, inoltre, spiega che il calcolo della sanzione, a carico dei datori di lavoro, per le violazioni al codice della strada (da 78 a 311 euro) deve essere riferita a ogni dipendente inte-ressato e a ciascuna violazione rilevata.

I quesiti. I chiarimenti fanno seguito alle richieste formulate dagli uffi ci del ministero del la-voro in materia di autotraspor-to. Due i quesiti. Il primo chiede di sapere le modalità di calcolo delle sanzioni previste dal codice della strada (articolo 174, com-ma 9, dlgs n. 285/1992), a carico

del datore di lavoro; il secondo quesito chiede precisazioni sul-la nozione di lavoro notturno (in base all’art. 7, comma 1, del dlgs n. 234/2007).

Le sanzioni del codice della strada. Il primo quesito riguar-da le sanzioni previste dall’ar-ticolo 174, comma 9, del codice della strada. La norma stabilisce che l’impresa che nell’esecuzione dei trasporti non osserva il re-golamento Cee n. 3820/85 e non tiene i documenti prescritti o li tiene scaduti, incompleti o alte-rati è soggetta alla sanzione am-ministrativa del pagamento di una somma da 78 a 311 euro per ciascun dipendente cui la viola-zione si riferisce, salva l’appli-cazione delle sanzioni previste dalla legge penale, ove il fatto co-

stituisca reato. Si tratta, spiega il ministero, di una norma che introduce una responsabilità diretta del datore di lavoro per la violazione della normativa in materia di tempi di guida e di riposo, prevedendo la specifi ca sanzione amministrativa. In relazione a tale norma, gli uffi ci ispettivi del ministero del lavo-ro stanno seguendo due diverse interpretazioni a cui conseguo-no distinte modalità di calcolo della sanzione. In base al primo orientamento, la sanzione viene parametrata non soltanto in re-lazione al numero dei lavorato-ri coinvolti ma anche al numero delle sanzioni commesse da cia-scuno di essi. La seconda tesi, invece, ritiene che la sanzione vada calcolata esclusivamente

con riferimento al numero dei dipendenti, in quanto l’inciso della norma «cui la violazione si riferisce» andrebbe inteso in relazione alla sola tipologia di infrazione riscontrata (e non al numero stesso delle infrazioni per rientranti nella medesima tipologia d’illecito).

Il ministero del lavoro condi-vide la prima lettura interpre-tativa in quanto maggiormente in linea con il tenore letterale della norma: la sanzione ammi-nistrativa deve essere riferita ad ogni dipendente interessato e a ciascuna violazione rilevata, pur nell’ambito della medesima fattispecie di illecito. Peraltro, aggiunge il ministero, tale im-postazione appare conforme all’apparato sanzionatorio che è previsto dallo stesso articolo 174 ai commi 4 e 5 per le viola-zioni commesse dai conducenti in materia di tempi di guida e di riposo, consentendo, pertanto, di evitare disparità di trattamen-to tra i soggetti responsabili di analoghe condotte illecite.

Lavoro notturno. Il secondo quesito concerne l’attività di

lavoro notturno degli autotra-sportatori, per i quali valgono le specifi che disposizioni del dlgs n. 234/2007. Chiede, in partico-lare, chiarimenti in ordine alla nozione di lavoro notturno e, quindi, al regime sanzionatorio. Il ministero spiega che l’artico-lo 7, comma 1, del predetto dlgs n. 234/2007, nel caso di lavoro notturno, introduce il limite di 10 ore giornaliere, il cui supera-mento è punito con la sanzione amministrativa da 300 a 900 euro per ogni lavoratore e per ciascuna giornata. La nozione di lavoro notturno, precisa il mini-stero, va ricavata dalle disposi-zioni relative alle defi nizioni di «notte» («periodo di almeno 4 ore consecutive tra le ore 00,00 e le ore 7,00») e di «lavoro notturno» («ogni prestazione espletata du-rante la notte»). Da cui deriva, conclude il ministero, che deve essere considerata irregolare la prestazione di lavoro che superi il limite delle 10 ore per ciascun periodo di 24 ore, qualora si pro-tragga per almeno quattro ore consecutive nella fascia oraria tra le ore 24 e le ore 7.

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Carissimo direttore, leggo con interesse ItaliaOggi per l’at-tenzione con cui segue le problematiche delle libere profes-sioni. Cominciamo con il dire che il dpr 328 è stato una legge discutibile. Innanzitutto ha generato la divisione settoriale. Il civile costruisce e fa impianti civili; l’industriale fa im-pianti meccanici, chimici, nucleari, elettrici; l’informazione fa impianti di informazione e/o elettronici.Cosa vuol dire: Un civile può progettare la centrale ter-mica da 10 MW dell’ospedale (costruzione civile); ma se occorre una caldaietta da 100 kW per produrre calore per la concia delle pelli, NON la può progettare. Può progettare la cabina MT da 10 MW dell’aeroporto, ma se occorre un interruttore da 40 A per alimentare un motore che muove un tornio, NON lo può progettare. Il civile avrebbe dovuto fare solo costruzioni. Attualmente i docenti di ingegneria sono raggruppati in due aree: l’area 8 (Ingegneria civile e architettura) e l’area 9 (Ingegneria industriale e Infor-mazione).Passiamo all’area dell’informazione: non è molto chiaro, o meglio l’ordine degli ingegneri non ha voluto esprimersi sulle competenze di tale ordine, ma le garantisco che si-stemi Power Line, Smart Grid, Plc, contatori Enel (telelet-tura), domotica, sono sistemi a Informazione, l’elettronica è ovunque. Di chiaro (per l’ordine) c’è solo una cosa: l’inge-gnere dell’informazione elettronico o telecomunicazionista NON può progettare un impianto elettrico, fotovoltaico e neppure un ponte radio. Questo è abbastanza grave. Viene da chiedersi se l’ordine degli ingegneri nel rispetto degli iscritti del settore dell’informazione e nei confronti dei futuri iscritti voglia per lo meno avanzare un parere per iscritto. Si parla di albo unico dei tecnici ingegneri. Io sono favorevole in parte, in particolare, non occorre un Ordine dei tecnici ingegneri. Occorre un ordine unico che raggruppi geometri, pe-riti, ingegneri e architetti in tre livelli, se proprio vo-gliamo, con riduzione concreta dei costi e con una sola linea guida e non quattro albi/ordini a farsi guerra.Non è affatto vero che i laureati di primo livello hanno sinora disertato gli albi dei Periti industriali. Infatti ad ottobre corren-te anno saremo in alcuni laureati magistrali (3+2) in ingegneria delle telecomunicazioni a fare il nostro ingresso nella catego-ria dei Periti industriali laureati. Sono altresì convinto che mi muoverà a maggiore tutela forte della mie due lauree.

Dott. Per. Ind. Daniele Residori

LETTERA

Gli errori del dpr 328/01Gentile direttore, nel ringraziare il quotidiano ItaliaOggi per l’attenzione con cui segue le problematiche delle libere professioni, ritengo necessario in-tervenire dopo aver letto l’articolo «Riforma condivisa. Solo sulla carta», pubblicato il 27 u.s. relativamente al «conflitto» che oppone molti ordini professionali (scrivente compre-so) al progetto di «Albo unico» portato avanti dai Geometri, dai Periti agrari e dai Periti in-dustriali. Questo progetto, così come proposto dalle tre citate categorie:1. Prevede che gli albi dei Geometri, dei Periti agrari e dei Periti industriali confluiscano in solo albo denominato «Ordine dei tecnici lau-reati per l’ingegneria» ovvero degli «ingegneri tecnici» ovvero con altra similare denomina-zione. Il risultato è che i circa 150 mila iscritti in quei tre albi, pressoché tutti in possesso di solo diploma, si troverebbero senza colpo ferire iscritti a un albo di «tecnici laureati per l’inge-gneria» e in possesso del titolo professionale corrispondente, con effetti oggettivamente in-gannevoli per l’utenza, logicamente portata a ritenere che un iscritto a un albo con siffatta denominazione sia perlomeno un laureato in ingegneria.Non vi è da stupirsi, dunque, se l’Ordine degli Ingegneri e quello degli Architetti avversano con tutte le loro forze un simile papocchio, che viene a ledere le fondamenta stesse di quelle professioni.

2. Si prevede inoltre che gli attuali laureati di primo livello (triennali), i quali già oggi pos-sono iscriversi nelle «Sezioni B» di sette ordini professionali (fra cui quello degli Ingegneri), domani debbano obbligatoriamente iscriver-si al nuovo Albo unico, con la conseguente soppressione delle «Sezioni B», degli albi che le hanno istituite e (questo non viene detto esplicitamente, ma va da sé) il conseguente trasferimento dei laureati ivi iscritti nel nuovo Albo unico.

Anche in questo caso non vi è da stupirsi se le sette categorie che si vedono proditoriamente sopprimere le rispettive «Sezioni B» (Attuari, Biologi, Chimici, Agronomi, Architetti, Geologi, Ingegneri) siano ferocemente contrarie a subi-re un sopruso di questa portata (senza neppure essere consultate), che le vede venir diminuite a vantaggio altrui.

3. Per comprendere meglio la portata di questa azione va precisato che sin dal 2001 i laureati di primo livello, oltreché ai citati sette ordini professionali (che hanno istituito le specifiche «Sezioni B») possono iscriversi anche agli albi dei Geometri, dei Periti agrari, dei Periti indu-striali e degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati. Possono dunque già da nove anni iscriversi presso i Geometri o i Periti, però non lo fanno, sicché appare a dir poco singo-lare un provvedimento che obbliga persone a iscriversi in un albo al quale esse non deside-rano minimamente andare: la libertà di scelta dovrebbe essere un valore da tutelare, non da reprimere.Per completezza debbo aggiungere che se i lau-reati di primo livello hanno sinora disertato gli albi dei Periti, hanno invece affollato quello degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati.Il progetto dell’albo degli «Ingegneri tecni-ci» ha purtroppo trovato ampio spazio nella proposta di legge dell’On. Siliquini, ma viene disarticolato dal documento che tutto il mon-do delle professioni ha presentato al ministro Alfano e che sarà tradotto in un disegno di legge del governo, da presentarsi entro il pros-simo autunno: sarà quello il momento in cui l’azzardato volo pindarico del «tecnico laure-ato per l’ingegneria», senza laurea né titolo di ingegnere, si concluderà rovinosamente al suolo.

Roberto Orlandi, Presidente Collegio Nazionale degli Agrotecni-ci e degli Agrotecnici laureati e Vicepresidente

Cup-Comitato unitario delle professioni.

LETTERA

L’albo degli ingegneri tecnici

del datore di lavoro; il secondo stituisca reato Si tratta spiega

SANZIONICODICE

DELLA STRADA

Il calcolo della sanzione amministrativa deve essere riferita a ogni dipendente interessato e a ciascuna violazione rilevata, pur nell’ambito della medesima fattispecie di illecito

LAVORO NOTTURNO

È irregolare la prestazione di lavoro che superi il limite delle 10 ore per ciascun periodo di 24 ore, qualora si protragga per almeno 4 ore consecutive nella fascia oraria tra le ore 0 e le ore 7

Il calcolo della sanzione amministrativa deve essere

I chiarimenti

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28 Martedì 3 Agosto 2010

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ESTRATTO BANDO DI GARACIG [0520207863]

E’ indetta una procedura aperta per l’assegnazione del servizio di recupero (compreso il ritiro) di rifiuti biodegradabili CER 20 02 01 raccolti nel territorio del Comune di Bolzano e Laives per un periodo di 24 mesi. Prezzo unitario a base d’asta IVA esclusa €/ton. 50,00. Quantitativo annuo stimato dei rifiuti oggetto del servizio circa 6.000 ton. Aggiudicazione: prezzo più basso mediante offerta a prezzi unitari (art. 82 D.Lgs. 163/06). Termine presentazione offerte: ore 16.00 del 16/09/10. Apertura offerte: ore 11.00 del 17/09/10, presso SEAB S.p.A. via Lancia 4/A 39100 Bolzano. il bando integrale è stato trasmesso all’Ufficio Pubblicazioni Ufficiali della Comunità Europea in data 26/07/2010. Il bando di gara è altresì pubblicato all’Albo di SEAB S.p.a. e sul sito internet: www.seab.bz.it, Per informazioni rivolgersi a: SEAB S.p.A., Telefono 0471 - 541741, Fax 0471 – 541767.

IL PRESIDENTE Herbert Mayr

ESTRATTO BANDO DI GARA

L’Acquedotto del Fiora S.p.A., con Sede Legale in Grosseto, Via Mameli n. 10 –tel. 0564/422611; fax: 0564/22383. indirizzo internet: www.fiora.it, intende procedere all’appalto dei servizi di: “Sostituzione contatori di utenza fino al diametro di due pollici e mezzo, comprese la sostituzione degli accessori” C.I.G.: 0512660469, mediante PROCEDURA APERTA, ai sensi dell’art. 55 del D.Lgs. 163/2006 da aggiudicarsi con le modalità di cui all’art. 82, comma 2 lettera a), ovvero mediante PERCENTUALE UNICA DI RIBASSO SULL’ELENCO PREZZI POSTO A BASE DI GARA (allegato “A”), esclusivamente in ribasso sull’importo a base di gara.Importo dei servizi: € 570.000,00–di cui € 563.510,00 per servizi veri e propri - € 6.490,00 per oneri inerenti la sicurezza non soggetti a ribasso.Durata del servizio 12 mesi.Offerta in lingua italiana nella forma e con gli elementi indicati nel Bando di gara, dovrà pervenire, pena esclusione dalla gara, ad: ACQUEDOTTO DEL FIORA S.p.A. Via Mameli, 10- Grosseto, entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 27/09/2010.Informazioni tecniche presso U.O. Acquisizione Servizi Tecnici - ed amministrative presso U.O. Appalti e Contratti.Bando integrale: sito internet www.fiora.it- sezione “BANDI DI GARA”.Responsabile del Procedimento: Dott.ssa Serenella Scalzi Responsabile dell’Unità Commerciale di Acquedotto del Fiora S.p.A.

L’AMMINISTRATORE DELEGATO (Dott. Ing. Paolo Pizzari)

AVVISO DI RETTIFICA E PROROGA TERMINI

AFFIDAMENTO SERVIZI DI VALUTAZIONE INDIPENDENTE DEL PROGRAMMA OPERATIVO

FESR EMILIA-ROMAGNA2007-2013

Ente appaltante: Intercent-ER - Agenzia regionale di sviluppo dei mercati telematici - Regione Emilia-Romagna – Viale A. Moro n. 38 – 40127 Bologna – Tel. 051 5273082- Fax 051 5273084 e-mail: [email protected] della gara: procedura aperta per l’affidamento di servizi di valutazione indipendente del programma operativo FESR Emilia-Romagna 2007-2013.Termine e luogo presentazione offerte: entro le ore 12:00 del giorno 06/09/2010.L’avviso di rettifica integrale è stato spedito a GUCE il 20/07/2010, è pubblicato su GURI n. 87 del 30/07/2010 ed è disponibile sul sito www.intercent.it sezione “Bandi e Avvisi”.

Il Direttore di Intercent-ER(Dott.ssa Anna Fiorenza)

Società con unico socio soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Atlantia S.p.A. • Capitale Sociale

€ 622.027.000,00 interamente versato • Codice Fiscale e n. di iscrizione al Registro delle Imprese di Roma

07516911000 - C.C.I.A.A. • ROMA n. 1037417 - P. IVA 07516911000 • Sede Legale: Via A. Bergamini, 50 - 00159 Roma

ESITO DI GARA

Pubblicazione, ai sensi degli art. nn. 65 e 66 del D.Lgs 163/2006 e s.m.i., dei risultati della seguente

procedura aperta: CODICE APPALTO N. 09/001 Esecuzione prove ed emissione certifi cati uffi ciali

sui materiali da costruzione ai sensi della Legge 5.11.1971, n. 1086 Importo di aggiudicazione:

€ 290.453,37. Procedura aperta esperita ai sensi dell’art. 55 del D.Lgs. 163/2006.

Aggiudicataria: A.G.C. - Analisi Generali per le Costruzioni SRL - Via Appia Antica 12 81020 San

Nicola La Strada (CE). Hanno presentato offerta n. 10 Imprese. Il Responsabile del Procedimento

è l’Ing. Francesca Fatteschi. L’esito della procedura di gara è stato inviato in data 22.07.2010 alla

Gazzetta della Unione Europea ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale della Repubblica

Italiana V Serie Speciale “Contratti Pubblici” n. 85 del 26.07.2010. Internet: www5.autostrade.it/gare

- www.serviziocontrattipubblici.it CONDIREZIONE GENERALE SERVIZI TECNICI

U.O. ACQUISTI E APPALTI: Avv. Amedeo Gagliardi

Società con unico socio soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Atlantia S.p.A. • Capitale Sociale

€ 622.027.000,00 interamente versato • Codice Fiscale e n. di iscrizione al Registro delle Imprese di Roma

07516911000 - C.C.I.A.A. • ROMA n. 1037417 - P. IVA 07516911000 • Sede Legale: Via A. Bergamini, 50 - 00159 Roma

ESITO DI GARA

Pubblicazione, ai sensi degli art. nn. 65 e 66 del D.Lgs 163/2006 e s.m.i., dei risultati della seguente

procedura aperta: CODICE APPALTO N. 09/002 Esecuzione prove ed emissione certifi cati uffi ciali

sui materiali da costruzione ai sensi della Legge 5.11.1971, n. 1086. Importo di aggiudicazione:

€ 341.273,89. Procedura aperta esperita ai sensi dell’art. 55 del D.Lgs. 163/2006.

Aggiudicataria: A.G.C. - Analisi Generali per le Costruzioni SRL - Via Appia Antica 12 81020 San

Nicola La Strada (CE). Hanno presentato offerta n. 10 Imprese. Il Responsabile del Procedimento

è l’Ing. Francesca Fatteschi. L’esito della procedura di gara è stato inviato in data 22.07.2010 alla

Gazzetta della Unione Europea ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale della Repubblica

Italiana V Serie Speciale “Contratti Pubblici” n. 85 del 26.07.2010. Internet: www5.autostrade.it/gare

- www.serviziocontrattipubblici.it CONDIREZIONE GENERALE SERVIZI TECNICI

U.O. ACQUISTI E APPALTI: Avv. Amedeo Gagliardi

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29Martedì 3 Agosto 2010

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Azienda

Verso il consiglio dei ministri il decreto per assumere a settembre 10 mila docenti e 3 mila Ata

Sotto l’ombrellone 13 mila postiCampania, Puglia e Sicilia a stecchetto, boom in Lombardia

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Chi è in attesa di una chia-mata a tempo indermi-nato come maestro nella provincia di Napoli, può

scordarsela. Con 200 esuberi, di assunzioni non ve ne sarà nean-che l’ombra. Quella della scuola primaria napoletana è la punta di un iceberg che riguarda il Sud, in particolare Campania, Sicilia e Puglia. Nella tornata di assunzio-ni che andrà in scena nei prossi-mi giorni, le tre regioni in que-stione resteranno pressoché a stecchetto: troppe le immissioni in ruolo fatte negli anni passati, ora hanno il problema opposto, quello degli esuberi. Qualche spi-raglio si apre solo per il sostegno e per classi, tipo matematica, alle medie e superiori. È quanto tra-pela dal ministero dell’istruzione, che conta di portare al prossimo consiglio dei ministri il decreto di autorizzazione a 13 mila as-sunzioni a tempo inderminato per il prossimo anno. Il dicastero guidato da Mariastella Gelmini

ne aveva chieste 26 mila: 20 mila insegnanti e 6 mila Ata, ovvero ausiliari, tecnici e amministrativi.

Pare che dal Tesoro la disponibi-lità sia arrivata ma dimezzata: salvo sorprese dell’ultima ora, le

immissioni dovrebbero ri-

guardare 10 mila insegnanti e 3 mila Ata. Agosto sarà dun-

que un mese ad alta tensione per i tanti precari interessati alle as-sunzioni e per gli uffici impegnan-ti nelle procedure di immissione. Che avverranno in larga misura dalle graduatorie permanenti, visto che quelle dei concorsi sono quasi ovunque esaurite. Le 10 mila assunzioni dei docenti con-trobilanceranno in modo parziale i 30 mila posti liberi del prossimo anno, tanti se ne stimano al netto dei pensionamenti e degli esuberi. Questi ultimi raggiungerebbero quota 10 mila, 2 mila in più ri-spetto allo scorso anno. Le dispo-nibilità più consistenti si hanno nella scuola media (10 mila posti), nella superiore (oltre 7 mila cat-tedre vacanti) nella primaria con 6.100 e nell’infanzia 5.500.

Ragionando invece sulle regioni, il boom di assunzioni spetterebbe alla Lombardia che ha complessi-vamente mille posti liberi, seguita dal Veneto con 830 vacanze, la Toscana a quota 783 e l’Emila Romagna con 635 vacanze. Bri-ciole rispetto, al trend degli anni passati, per la Campania, con 548

disponibilità, la Puglia con 500, e Sicilia, con meno di 400. Sono tra l’altro queste le regioni che han-no il numero più alto di sopran-numeri (nel caso Sicilia doppio rispetto ai posti vacanti) ovvero prof assunti a tempo indetermi-nato ma che si ritrovano, a seguito della riforma Gelmini, senza più la cattedra di titolarità. Lettere, trattamento testi, diritto ed eco-nomia le classi più penalizzate.

Se il decreto di autorizzazione non subirà stop, gli uffi ci provin-ciali saranno messi subito all’ope-ra, sfi dando il periodo di ferie. E a rendere ancora più caldo l’agosto contribuiscono gli sviluppi del ri-corso vinto in primo grado dallo Snals-Confsal contro il decreto che impone agli istituti tecnici e professionali di ridurre almeno due ore d’insegnamento alle se-conde e terze classi: 5 mila i prof potenzialmente interessati dal ta-glio. Il Consiglio di stato, da quan-to si apprende, potrebbe riunirsi a breve, il 10 agosto, per decidere in via defi nitiva.

©Riproduzione riservata

DI CARLO FORTE

Al via le operazioni di assunzione dei supplenti annuali. Gli uffici scolastici hanno pubblicato le graduatorie aggiornate con le

posizioni degli aspiranti docenti che han-no sciolto le riserve conseguendo i titoli previsti. E anche quest’anno il giorno ul-timo per le operazioni è stato differito al 31 agosto, in luogo del termine del 31 luglio previsto dalla legge. Nel frattem-po il ministero dell’istruzione ha avviato le consultazioni con i sindacati in vista dell’emanazione della circolare sulle supplenze. Le questioni sul tappeto sono essenzialmente 3. La prima questione riguarda la novità dei licei musicali. Secondo quanto risulta a Italia Oggi, le operazioni di assunzione dei supplenti prenderanno le mosse dall’emanazione di un apposito bando che sarà predispo-sto dai singoli licei musicali e coreutici. Dopo di che gli interessati inclusi nelle graduatorie a esaurimento di educazione musicale nella scuola media e seconda-ria di II grado (classi A032 e A031) e gli aspiranti docenti inclusi nelle gradua-torie della strumento musicale (classe A077) avranno tempo fino a 31 agosto per presentare le domande direttamen-

te presso i licei. Idem per gli aspiranti inclusi nelle graduatorie di III fascia di istituto in possesso dei requisiti per in-segnare le discipline musicali.

La seconda questione riguarda una precisazione, che l’amministrazione avrebbe intenzione di inserire nella circolare, per chiarire fi no a quando è possibile rinunciare all’incarico di sup-plenza senza incorrere nelle sanzioni. Il ministero avrebbe intenzione di consen-tire tale rinuncia «esclusivamente prima della stipula del contratto». La ratio sa-rebbe quella di indicare come termine ultimo l’atto della sottoscrizione del con-tratto individuale con il dirigente scola-stico. Così da sgombrare il campo dagli equivoci che, in questa materia, hanno ingenerato forti incertezze e contenzioso. Ma il rimedio rischia di essere peggiore del male. Il nostro ordinamento, infatti, detta regole molto rigide in materia di procedimenti negoziali e prevede espres-samente non la stipula ma la conclusione del contratto (art.1326 c.c.). Conclusione che si realizza all’atto dello scambio tra proposta e accettazione. E quindi il con-tratto si concretizza già all’atto dell’accet-tazione della proposta di lavoro che viene formulata dall’uffi cio scolastico all’avente titolo in sede di convocazione. La que-

stione, peraltro, potrebbe essere agevol-mente risolta se, al posto della stipula del contratto, l’amministrazione facesse riferimento alla sottoscrizione materiale del contratto individuale oppure all’atto della presa di servizio. L’ultima questione riguarda il completamento. La vecchia formulazione, infatti, ha reso diffi coltosa l’attribuzione di questo diritto, perché il regolamento delle supplenze non prevede la possibilità di eccede-re l’orario contrattuale. E quindi, specie nelle secondarie, i completa-menti eccedenti le 18 ore vengono preclusi del tutto. Salvo scindere lo spezzone e attribuire una mera ele-vazione dell’orario, comprimendo il diritto degli interessati. La solu-zione prospettata consiste nell’at-tribuire il completamento fi no alla concorrenza dell’orario di cattedra e, contestualmente, un numero di ore eccedenti pari al numero delle ore inscindibili. Per esempio, se un docente ha uno spezzone di 13 ore e in un’altra scuola è disponibile uno spezzone di 6 ore inscindibili, all’interessato potrebbe esse-re attribuito l’intero spezzone di 6 ore: 5 ore per completamento e in più un’ ora eccedente.

©Riproduzione riservata

ITALIA OGGI ANTICIPA I CONTENUTI DELLA CIRCOLARE

Nuove supplenze, stretta sulle rinunceIl ministero è tentato di vietarle dopo la fi rma del contratto

Mariastella Gelmini

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30 Martedì 3 Agosto 2010 A Z I E N DA S C U O L A

Per il biennio 2010-2012, saranno promossi e i nanziati i progetti messi a punto con l’Ansas

Minoranze linguistiche, esperti koIl ministero ha deciso: la formazione sarà fatta dal centro

DI MARIO D’ADAMO

Al ministero non ci si fida più dei progetti di formazione glotto-didattica del persona-

le docente messi localmente in campo dalle istituzioni scolastiche, singolarmente prese o associate, per inse-gnare le lingue e la cultura delle minoranze storiche tu-telate dalla legge 482/99. E così per il biennio 2010-2012 la direzione generale per gli ordinamenti scolastici e per l ’autonomia scolastica ha deciso di escludere da finan-ziamenti tali progetti e di preferire invece quelli tesi alla produzione di materia-li didattici adeguati all’ap-prendimento delle lingue di minoranza. E l’ha stabilito con la circolare del 20 luglio scorso, n. 58 (prot. n. 5494), prevedendo anche la scaden-za per la presentazione delle richieste di finanziamento, il 10 ottobre 2010. Poiché è il secondo anno che la data per la presentazione dei progetti cade lo stesso giorno, si può cogliere l’intenzione, in una logica di continuità, di dare certezza di tempi di proget-tazione e conseguentemente di successiva erogazione dei contributi. Il ministero inten-de promuovere per proprio conto, di concerto con l’agen-zia nazionale per lo svilup-po dell’autonomia scolastica (Ansas, ex Indire), percorsi di formazione didattico-metodo-logica del personale docente dall’infanzia alla secondaria di primo grado. I percorsi, per la realizzazione dei quali saranno chiamate a dare il loro contributo le università delle regioni interessate, si svilupperanno su due diversi livelli: uno, uguale per tutti, sulla didattica generale e la glottodidattica, e l’altro, diffe-renziato per area linguistica, sulle specificità delle diverse lingue minori.

In tal modo si dovrebbe su-perare la “babele”, in cui versa l’insegnamento delle lingue minori, spesso affi dato a esper-ti esterni, l’impiego dei quali, afferma il ministero, ha con-tribuito nel tempo a depaupe-rare le professionalità presenti nelle scuole e ad abbassare il prestigio sociale sia della lin-gua sia del suo insegnamento. Non solo, l’assenza di continuità determinata dall’avvicendarsi degli esperti e di possibilità di controlli sulla loro adeguatezza ha di fatto accresciuto la prov-visorietà e l’estemporaneità del processo di tutela della lingua minoritaria, producendo esiti contrari alle intenzioni del le-gislatore.

Pur nel rispetto delle prero-gative delle singole regioni, una qualche attenzione si presume si dovrà porre a quelle inizia-tive che, ad esempio in Friuli,

sembrano voler normalizzare linguaggi locali e specificità grafo-linguistiche, riducendo la ricchezza delle minoranze più piccole.

Per tornare alla presenta-zione dei progetti e al loro finanziamento, il ministero non si sbilancia troppo, anzi non si sbilancia per nulla. La legge 482 destina annualmen-te un milione e trecentomila euro ma la circolare fa rife-rimento alle determinazioni del ministero delle finanze e alle effettive disponibilità di cassa del relativo capitolo di spesa, sul quale è prevedibi-

le saranno imputati anche i costi della formazione di derivazione ministeriale. I progetti dovranno prevedere una scansione biennale (in tal modo le risorse erogate sono potenzialmente maggiori), es-sere presentati dalla scuola capofila di una rete di scuole, almeno due, essere redatti su schede e inviati all’indirizzo di posta elettronica ([email protected]).

Il progetto integrale, l’ac-cordo di rete e ogni altro documento dovrà pervenire tramite servizio postale alla direzione generale presso il

ministero. I progetti che sa-ranno presentati in ritardo non saranno neppure presi in considerazione mentre la priorità sarà data a quelli che prevedano, come detto, la produzione di materiali, quelli affidati ai docenti del-la scuola, a quelli realizzati tramite insegnamento veico-lare e a quelli in collegamento

sinergico, si dice così, con le realtà territoriali e la pre-senza, infine, di procedure di valutazione.

©Riproduzione riservata

DI EMANUELA MICUCCI

Disorientati nella scelta del percorso di studio e con esperienze for-mative frammentate.

Ma che possono essere sostenu-ti e recuperati con successo nei percorsi triennali di istruzione e formazione. È la fotografi a degli adolescenti a rischio dispersione scolastica scattata dall’Isfol nel IX Rapporto di monitoraggio del diritto-dovere, appena pubblicato (ww.isfol.it). Condotto per conto del ministero del lavoro sulle azioni realizzate nel 2008 in Ita-lia a favore del successo forma-tivo per i giovani tra i 14 e i 17 anni, lo studio registra oltre 117 mila ragazzi, il 5%, fuori dai per-corsi formativi. Un numero consi-stente, anche se in leggero calo, e concentrato (quasi l’80%) in licei, tecnici e professionali. Mentre solo lo 0.5% è nella formazione in apprendistato. Oltre un disperso su 3, 71 mila giovani, si trova al Sud. Invece, al Nord-Ovest Nord la quota di dispersi è il 4,5%, ap-pena l’1,7% al Nord-Est. Si con-ferma, quindi, il forte divario tra Centro-Nord e Sud «sia per il nu-mero di dispersi», spiega Emma-

nuele Crispolti, ricercatore Isfol, «sia sotto il profi lo dei servizi per-ché proprio al Sud, dove ci sono maggiori abbandoni, i centri per l’impiego svolgono minori azioni di orientamento e di tutoraggio e ci sono meno anagrafi » (in 15 su 40 province, il 37,5%). Mentre al Centro-Nord è signifi cativa la presenza delle anagrafi (in 52 su 69 province, il 75%) e, soprattutto al Centro, dei servizi dei centro dell’impiego. Oltre la metà delle amministrazioni regionali (14) dispone di una propria anagrafe, 4 in più (Valle d’Aosta, Marche,

Umbria, Campania) rispetto alla precedente rilevazione (2007). Tuttavia è insuffi ciente lo stato di avanzamento dei sistemi in-formativi. Anche al Centro-Nord. Dove le anagrafi dispongano di un rilavante numero di informa-zioni ma i sistemi non sono an-cora a regime e non prevedono trasmissioni stabili dei nomina-tivi dei dispersi ai centri per l’im-piego per l’avvio delle azioni di recupero dei giovani. La carenza di informazioni riguarda anche il 60% dei centri per l’impiego, nel 14,5% dei quali addirittura man-

ca un tutor. Al primo posto tra gli strumenti per il sostengono dei ragazzi a rischio, i percorsi trien-nali di istruzione e formazione, ridisegnati a partire dall’accordo del 19 giugno 2003 secondo 5 ma-crotipologie che li rendono fl essi-bili alle esigenze del territorio e degli allievi. Risultato: l’aumento del 9,5% delle iscrizioni nel 2008 e una crescita della domanda di personale da parte delle aziende che dal 2009 preferiscono attin-gere dal bacino della formazio-ne professionale piuttosto che dall’istruzione professionale. «Emerge un problema nuovo ri-spetto agli altri anni», prosegue Crispolti, «ovverol’orientamento delle famiglie e dei giovani nella scelta dei percorsi del secondo ciclo, necessario per abbassare il tasso di ragazzi che cambiano percorso o abbandonano dopo il primo anno». Primo passo: dif-fondere servizi orientativi nelle scuole. Poi, indirizzare azioni orientativi per gli insegnati delle medie che sono il fi ltro tra fami-glia e scelta scolastica. Quindi, iniziare «una rivoluzione cultura-le» contro i pregiudizi sui saperi tecnico-professionali.

©Riproduzione riservata

L’Isfol quantifica 117 mila ragazzi dispersi. E accusa: troppi pregiudizi contro i saperi tecnici

Record di abbandoni al SudMeglio la formazione professionale

sembrano voler normalizzare le saranno imputati anche

REGIONE MINORANZA LINGUISTICA

Abruzzo Albanese

Basilicata Albanese

Calabria Albanese, greco, occitano

Friuli Venezia Giulia Friulano, germanico, sloveno

Molise Albanese, croato

Piemonte Francese, franco-provenzale, occitano

Puglia Albanese, franco-provenzale, greco, occitano

Sardegna Sardo

Sicilia Albanese

Trentino Alto Adige Ladino

Valle d’Aosta Franco-provenzale

Veneto Germanico, ladino

REGIONE MINORANZA LINGUISTICA

Le minoranze linguistiche tutelate dalla legge

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31Martedì 3 Agosto 2010MartedA Z I E N DA S C U O L A

La Cassazione innova sui congedi parentali: per estendere le tutele non serve una legge speciale

Precarie pagate come prof di ruoloL’assenza dal lavoro deve essere giustifi cata dalla maternità

DI ANTIMO DI GERONIMO

Le docenti precarie assenti per maternità, astensione facoltativa o malattia del bambino hanno diritto ad

essere pagate come le docenti di ruolo. È questo il principio affer-mato dalla Corte di cassazione con una sentenza depositata il 22 luglio scorso (17234). La pro-nuncia contribuisce a fare luce sulla complessa materia dei con-gedi parentali. Che nel corso del tempo ha incontrato molti osta-coli in sede di applicazione. Così da indurre le parti a intervenire ripetutamente in sede negoziale al fine di agevolarne la fruizione. E siccome nel 2007 è stata intro-dotta una precisazione, proprio per affermare una volta per tut-te che la disciplina dei congedi parentali si applica allo stesso modo, sia per i docenti precari che per quelli di ruolo, tale preci-sazione ha indotto l’amministra-zione a ritenere che la disciplina contrattuale precedente non lo prevedesse. In ciò richiamando implicitamente il trattamento più svantaggioso per i precari previsto dal contratto del 1995. E quindi, in sede di contenzio-so giurisdizionale, il ministero dell’istruzione ha chiesto lumi alla Suprema corte. Argomen-tando, però, che l’equiparazione

dei trattamenti retributivi in materia di congedi parentali tra precari e personale di ruolo dovesse assumere rilievo solo dal 2007, anno in cui era stata pattuita la clausola che lo pre-vede espressamente (art.19). La Corte di cassazione, però, non ha condiviso la tesi dell’ammi-nistrazione ed ha affermato un principio secondo il quale l’equi-parazione è entrata in vigore già dal 2001. Perché per estendere ai precari il trattamento più favorevole non è necessario di-

sporlo espressamente con una norma speciale, essendo suffi-ciente che il contratto non preve-da espressamente il trattamento più sfavorevole. Insomma, non è il trattamento paritario che ne-cessita di un’apposita clausola. Ma, al contrario, è il trattamento discriminatorio che necessita di una specifica disposizione. Oltre tutto la materia era già stata fat-ta oggetto di un chiarimento da parte della Ragioneria generale dello stato, trasmesso agli uffici periferici con una nota emana-

ta il 24 marzo 2009 (33950). In quell’occasione l’amministrazio-ne centrale aveva spiegato che il contratto del 1995 non era più applicabile ai congedi parenta-li, perché nel frattempo erano intervenuti altri contratti che non avevano recepito il tratta-mento più sfavorevole contenuto nel vecchio accordo. La Suprema corte, inoltre, ha anche ricordato che la possibilità di applicare il trattamento più favorevole deri-va anche da un’apposita previ-sione contenuta nel Testo unico

dei congedi parentali: il decreto legislativo 151/2001. La pronun-cia, peraltro, si riflette anche sui casi pregressi perché i crediti retribuitivi hanno prescrizione quinquennale . E dunque i di-retti interessati, qualora tale termine non sia ancora decorso, hanno titolo ad intentare azio-ni per entrare in possesso delle spettanze eventualmente non percepite.

Si tratta, dunque, di un ulte-riore passo avanti verso la piena fruizione dei diritti relativi alla tutela della prole che riguarda questa volta la materia retribu-tiva. In epoca recente, peraltro, la Cassazione ha fatto chiarez-za anche sulla qualificazione da dare ai congedi parentali (16207/2008). E a questo propo-sito ha spiegato che «il congedo parentale…si confi gura come un diritto potestativo costituito dal comportamento con cui il titolare realizza da solo l’interesse tute-lato e a cui fa riscontro, nell’altra parte, una mera soggezione alle conseguenze della dichiarazio-ne di volontà».

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DI CARLO FORTE

Prima di correggere gli errori nel-le graduatorie l’amministrazio-ne scolastica deve avvertire gli interessati. In caso contrario il

provvedimento di rettifica è annullabile. Lo ha stabilito la seconda sezione del Tar del Piemonte con la sentenza 3013 depositata il 7 luglio scorso. Il caso riguardava una collaboratri-ce scolastica, che era stata licen-ziata a seguito di una rettifica del-la graduatoria di istituto dalla quale era stata tratta. L’ammi-nistrazione, in-fatti, esercitando il cosiddetto potere di autotutela, aveva annullato la procedura di reclutamento nella parte in cui indi-viduava la ricorrente quale avente titolo all’assunzione. E siccome tale annulla-mento costituisce il presupposto per la risoluzione del rapporto di lavoro, aveva proceduto anche al licenziamento. Così come indicato in un’apposita clausola espressamente prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro , che viene a sua volta recepita in tutti i contratti individuali di lavoro con i quali vengono costituiti i rapporti di lavoro nella scuo-

la. Per quanto riguarda il licenziamen-to, dunque, il dirigente della scuola di servizio aveva semplicemente applicato la procedura. Ma aveva commesso un errore a monte. E cioè nel procedimento di annullamento della graduatoria di istituto. Il Tar del Piemonte, infatti, ha

spiegato che ogni volta che l’ammi-nistrazione proce-de alla rettifica di un atto, incidendo negativamente sugli interessi di un soggetto, ha l’obbligo di invia-re a tale soggetto la comunicazione di avvio del pro-cedimento: un avviso con il qua-le si rende nota la

facoltà del soggetto a cui è indirizzato di produrre deduzioni e memorie per far valere le sue ragioni. In assenza di tale atto il provvedimento finale è annulla-bile. Fermo restando, però, che quando si tratta di errori, il potere di autotutela può essere esercitato anche in assenza del pubblico interesse. Di qui l’annul-lamento del provvedimento di rettifica della graduatoria e la condanna dell’am-ministrazione a ripetere il procedimen-to dando la possibilità all’interessata di parteciparvi.

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COSÌ IL TAR PIEMONTE

Avvertire prima dell’usoAltrimenti la rettifi ca della graduatoria è nulla

A Bossi si complicano le assun-zioni» ha titolato la settimana scorsa «Italia Oggi», in rife-rimento all’apertura di una

procedura di infrazione della Commis-sione Europea nei confronti dell’Italia, perché nell’accesso ai concorsi pubblici per l’assunzione di docenti per la scuola statale la provincia di Bolzano prevede una priorità a favore dei residenti. Secon-do l’articolo, tale ri-soluzione «rischia di frapporre un ostaco-lo insormontabile al progetto leghista di regionalizzazione» dell’assunzione degli insegnanti, in quan-to dichiara illegittima qualsiasi prefe-renza per i residenti. Il problema, però, non esiste. Nel nostro articolato - ancora riservato - non si fa infatti riferimento alla residenza in senso amministrativo, ma all’articolo di legge secondo il qua-le «per i cittadini degli Stati membri dell’Unione europea, ai fini dell’iscrizio-ne o del mantenimento dell’iscrizione in albi, elenchi o registri, il domicilio pro-fessionale è equiparato alla residenza». In sostanza non si preclude nulla a chi arriva da altre regioni. Ma non varrà più la valutazione, spesso «extra-large»,

spuntata sul proprio territorio. Si verrà valutati nella regione di arrivo, sottopo-nendosi a quello che abbiamo chiamato «test di preparazione», a parità di condi-zioni con i candidati del posto. È questa la differenza. La nostra proposta anti-

cipa quello che già avviene nei Paesi più avan-zati, dove il tito-lo di studio non ha valore legale e si trova spazio in rapporto al li-vello concreto di preparazione. Il sistema attuale, avvantaggiando chi può contare su supervaluta-zioni, ha di fatto precluso l’accesso

a tanti potenziali bravi insegnanti, origi-nari magari di quelle zone disagiate di montagna da dove scappa appena pos-sibile chi non ha legami con il territorio, generando un turnover che sfiora ormai il 100%. Gli albi regionali possono ga-rantire maggiore la continuità didattica, oltre a un adeguato livello qualitativo conseguente allo smascheramento dei «furbetti».

Mario PittoniCapogruppo della Lega Nord

Commissione Istruzione del Senato

ALBI REGIONALI DEGLI INSEGNANTI

Nessuno stop europeoPittoni (Lega Nord): ci siamo blindati

a qualsiasi prefe-

cgPzlheivpsacszp

a tanti potenziali bravi

Per evitare contestazioni da parte della Ue, la residenza che farà testo sarà quella

corrispondente al domicilio professionale. Così non si preclude l’arrivo di prof

da altre regioni, ma si fermano i furbetti

che puntano solo a prendere il posto

Mamme, di Armando Spadini

Supplemento a cura di ALESSANDRA RICCIARDI

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32 Martedì 3 Agosto 2010 A Z I E N DA S C U O L A

La novità nel giudizio per un incidente accaduto a uno studente. Il ministero? Contumace

Il processo segue il giudice di paceLa sede è stata trasferita in base alla nuova competenza

DI GIUSEPPE MANTICA

La competenza del giudice di pace sposta la sede del processo contro la scuo-la. Il giudice di pace di

Cerignola ha ritenuto che fosse radicata la propria competen-za in una causa che vedeva come controparte il ministero dell’istruzione ed ha deci-so una questione nata da un infortunio scolastico. La sentenza, recante il n. 1947/2010, presenta più aspetti interessanti. La regola generale di asse-gnazione delle cause nelle quali è parte una ammini-strazione dello stato preve-de che la trattazione spetti al tribunale o alla corte di appello del luogo ove ha sede l’ufficio della avvocatura dello stato nel cui distretto si trova l’uno dei due organi giudiziari sopra citati che sarebbe compe-tente secondo le norme ordina-rie. Così è disposto nell’art. 6 del regio decreto n. 1611/1933, che, tuttavia, prosegue con un’eccezione indicata nell’art. 7: le norme ordinarie di compe-

tenza rimangono invece ferme quando il procedimento giudi-ziario, in cui sia coinvolta la pubblica amministrazione, sia di competenza dei pretori e dei conciliatori. Resta evidente che la soppressione dei detti organi giudiziari comporta che il rife-rimento debba farsi all’attuale competenza del giudice di pace,

nei limiti delle sue attribuzioni per valore.

Così il giudice di Cerignola ha accolto la domanda dei genitori di un alunno delle scuole medie del paese che si era infortunato nell’uscire dall’aula. Nel pro-cesso, va detto, l’amministra-zione, nella specie il ministero dell’istruzione, è rimasta contu-mace; non si è, in altre parole,

presentata in giudizio. Il fatto è rappresentato dall’incidente occorso ad un ragazzo il quale, percorrendo il corridoio della scuola che frequentava, si im-batteva in una mattonella del pavimento posizionata fuori po-sto che ne provocava la rovinosa caduta. Soccorso, dapprima, da un dipendente amministrativo

della scuola, il minore, a causa del perdurare di do-lori alla mano destra, era co-stretto due giorni più tardi a ricorrere alle cure del pron-to soccorso ospedaliero. Qui gli veniva diagnosticato un distacco parcellare della fa-lange basale del quinto dito della mano destra (quella con la quale si era presumi-bilmente protetto per istinto

dalla caduta). Il tutto per una prognosi di ventuno giorni. Il giudice nel decidere ha con-dannato il ministero a risarci-re il danno per € 2.582,28 oltre interessi e rivalutazione ed ha altresì imposto all’amministra-zione di rimborsare ai genitori le spese legali sostenute per la causa.

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Il ministero dell’istruzione ha bacchettato i dirigenti scola-stici che non hanno rispettato le procedure per accreditare i docenti supplenti e il personale Ata che abbia ottenuto la proproga del contratto di supplenza oltre il 30 giugno. E per indicare la strada per mettersi in regola ha emanato una nota con gli adempimenti da seguire. Il provvedimento porta la data del 30 luglio scorso (prot.3066) ed è stato indirizzato direttamente alle scuole, oltre che agli uffci sco-lastici. L’amministrazione ha fatto sapere che, da verifi che effettuate congiuntamente con il ministero dell’economia, è stato accertato che non tutte le istituzioni scolastiche seguono le istruzioni operative, già fornite con analoga nota 1635 del 25.6.2009 per la predisposizione, mediante le funzioni del sistema informativo dei contratti di supplenza con decorrenza successiva al 30 giugno, con pagamento a carico del ministero dell’economia. L’amministrazion ha spiegato, infi ne, che i contratti van-no trasmessi per via telematica sia alla ragioneria che al service personale tesoro per il pagamento, con le modalità previste dal «Progetto dematerializzazione contratti». Ulteriori dettagli sull’utilizzo delle procedure sono conte-nuti nell’apposito manuale utente disponibile nel portale del sistema informativo, mentre per i riferimenti ammini-strativi valgono le note diramate dalla direzione generale del personale scolastico.

Antimo Di Geronimo©Riproduzione riservata

Sos: al Tesoro mancano i datiper pagare i supplenti

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33Martedì 3 Agosto 2010Martedì 3 Agosto 20L E T T E R E

Ogni anno, per tre anni, il dirigente scolastico ha deciso autonomamente la meta dell’annuale gita sco-lastica. Sempre la stessa. E sempre senza coinvolgere nella decisione i vari organi collegiali competenti: il consiglio di classe, il consiglio di istituto e il collegio

dei docenti. Una anomalia di cui chiede conto uno degli insegnanti dell’istituto. La risposta possibile è una sola: la pratica è illegittima, visto che il dirigen-te può partecipare alla scelta, ma non ha un potere decisionale autonomo.

L’ESPERTO RISPONDE/Un lettore denuncia: viaggi mai discussi con i prof

Sulle gite scolasticheil preside non decide da soloGli itinerari devono essere condivisi dal collegio

Il 6 in condottasenza sanzione

Un alunno della nostra scuo-la, di temperamento vivace, si è reso protagonista di un epi-sodio increscioso nei confronti di un compagno di classe che ha minato la sua autostima ed ha avuto rifl essi negativi an-che sul profi tto. L’alunno non è stato punito con provvedimenti disciplinari, ma siccome l’episo-dio è stato documentato sul re-gistro di classe, il consiglio ha deciso di deliberare un 6 in con-dotta a fi ne anno. Nel caso in cui i genitori presentassero un ricorso al Tar avrebbero qual-che probabilità di vincerlo?

Maria A. Gualzechi Mantova

La vittoria in giudizio è sem-pre legata ad una percentuale di alea sulla quale incide il livello di competenza e professionalità dell’avvocato, gli eventuali pre-cedenti giurisprudenziali e altri elementi quali la solidità delle argomentazioni giuridiche con-tenute nel ricorso e la chiarezza espositiva con la quale vengono enunciate. Non di meno, in un caso simile, il Tar della Cala-bria (sede di Reggio Calabria , n.629/2009) si è pronunciato nel senso di considerare legit-tima una deliberazione analo-ga, sebbene fondata su un unico episodio antigiuridico. Secondo i giudici amministrativi, infat-ti, «in presenza anche di un singolo episodio di goliardia o comunque di esuberanza tra compagni di scuola, è legittima una valutazione di suffi cienza in condotta da parte dell’auto-rità scolastica relativamente al suo autore, laddove l’episodio in questione possa ritenersi espres-sivo di un generale e più radi-cato atteggiamento vessatorio, che sia tale da costituire un am-biente sfavorevole per qualcuno dei compagni di classe».

Antimo Di Geronimo

La mamma in attesa dell’astensione

Quanti giorni prima è neces-sario presentare la domanda di astensione facoltativa?

Angela Paternò Bari

Il testo unico sui congedi parentali (decreto legislativo 151/2001) fi ssa come termine

un preavviso di 15 giorni, ma non si tratta di un termine pe-rentorio e, quindi, in caso di motivate esigenze, è possibile presentare l’istanza anche in deroga a tale termine, nell’im-minenza del bisogno.

Soldi dalle famigliesolo su base volontaria

Nella nostra scuola abbiamo deciso in consiglio di istituto, con il parere favorevole del col-legio dei docenti, di chiedere ai

genitori degli alunni un contri-buto in danaro per fi nanziare alcune attività della scuola che rientrano nel piano dell’offerta formativa. Alcuni genitori, però hanno sollevato obiezioni affer-mando che queste richieste non sarebbero legittime e ciò ci ha indotto a rendere i relativi ver-samenti facoltativi. È legittima la richiesta di contributi?

Mario Andriani Bergamo

La soluzione adottata è le-

gittima ed è anche idonea ad evitare l’insorgere di respon-sabilità. Tale è l’orientamento dell’uffi cio scolastico regiona-le dell’Emilia Romagna che, con una nota emanata il 6 aprile 2005 ha chiarito che «in ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità dell’istruzione, non è dunque consentito imporre tasse o ri-chiedere contributi obbligato-ri alle famiglie di qualsiasi genere o natura per l’esple-tamento delle attività cur-riculari e di quelle connesse all’assolvimento dell’obbligo scolastico (fotocopie, mate-riale didattico o altro) fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle fa-miglie medesime (quali ad es. assicurazione individua-le)». Eventuali contributi per l’arricchimento dell’offerta culturale e formativa degli alunni possono dunque esse-re versati dalle famiglie «solo ed esclusivamente su base vo-lontaria».

Carlo Forte

Ammalata in casa, non sente il medico che bussa

A seguito di un malore legato a una patologia di cui soffro da tempo, ha fatto un giorno di as-senza a scuola. Ho comunicato l’assenza e sono rimasto tutto il giorno a casa. La febbre alta o forse un temporaneo asso-pimento mi hanno impedito di sentire il citofono quando è venuto il medico fi scale e il diri-gente, dopo avermi contestato l’assenza alla visita fi scale, non ritenendo suffi cienti le mie giustifi cazioni, mi ha tol-to la retribuzione della gior-nata. Cosa posso fare?

Antonia Galante Milano

L’interessata può tentare una composizione bonaria presentando un’istanza di conciliazione presso l’uffi cio scolastico provinciale, facen-do presente che la Corte costi-tuzionale, con sentenza 78/88, ha stabilito che la trattenuta non può essere disposta fi no a quando il medico fi scale non abbia esperito un ulteriore tentativo e che anche questo sia andato a vuoto.

Antimo Di Geronimo©Riproduzione riservata

un preavviso di 15 giorni, ma genitori degli alunni un contri-

Nella mia scuola ad aprile si è tenuto il consue-to viaggio di istruzione con meta il Veneto. Vi

hanno partecipato cinquanta studenti, accompagnati solo da due professoresse, scelte dal dirigente. Per il terzo anno consecutivo la meta e l’itinerario del suddetto viaggio non sono stati mai discussi e deli-berati in nessuno degli organi collegiali della scuola specifi camente competenti in materia, ossia i consi-gli di classe, il consiglio di istituto (commissariato dall’inizio dell’anno scolastico 2009/2010 in quanto il liceo è stato annesso nell’istituto omnicomprensivo) e il collegio dei docenti. Tale esclusione operata dal dirigente ha, per l’ennesima volta, esautorato i sud-detti organi dell’istituto di ogni loro diritto di parte-cipazione alle scelte e di ogni possibilità di esprimere pareri e fornire suggerimenti. Ho segnalato quanto accaduto (da solo, in quanto nessun collega è stato disposto a farlo) agli organi competenti, uffi cio sco-lastico regionale, uffi cio provinciale e la segretaria del ministero dell’istruzione, con la speranza che ac-certino la veridicità dei fatti esposti e provvedano.

Adriano MazziottiVerona

I viaggi e le gite di istruzione si inquadrano all’interno del piano dell’offerta formativa atteso che, evidentemente, non integrano mere fi nalità ludiche o di svago, ma costituisco-no una fase importante del processo didattico-apprenditivo all’interno del quale si collocano. Per esempio, è prassi che nei licei classi si organizzi un viaggio in Grecia per visitare i luoghi della classicità a coronamento degli studi. Conse-guentemente è da escludere che tali occasioni possano essere disgiunte da un preciso progetto educativo del quale costi-tuiscono elemento essenziale. È altrettanto evidente che le strategie didattiche e gli strumenti da adottare ai fi ni della realizzazione di tali progetti non possano che essere concor-date in seno agli organi collegiali, in quanto di competenza, avuto riguardo agli obiettivi prefi ssati e alla congruità del nesso teleologico-funzionale che deve caratterizzare tutte le varie fasi del processo. È da escludere, dunque, che le inizia-tive in parola possano rientrare nella disponibilità esclusiva del dirigente scolastico, al quale spetta, peraltro, il diritto di partecipare alle relative decisioni, in quanto membro di diritto degli organi collegiali a ciò deputati, nonché garante del canone di legalità cui devono essere informati tutti gli atti dell’amministrazione scolastica. Sul dirigente scolastico gra-va, inoltre, l’onere della gestione della relative iniziative.

Carlo Forte

I quesiti, con nome, cognome e città, non devono superare le 20 righe e vanno inviati all’indirizzo:

[email protected]

L

«LE GITE DEVONO INTEGRARE IL PIANO DI STUDI, NON POSSONO ESSERE MERE OCCASIONI LUDICHE»

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34 Martedì 3 Agosto 2010 A Z I E N DA S C U O L A

La Cattolica e l’associazione Diesse individuano 30 buone pratiche tra i 250 progetti lombardi

Stranieri in rete per l’integrazioneSpesso però mancano referenti stabili per scuole e famiglie

DI EMANUELA MICUCCI

Mettersi in rete, coin-volgere le famiglie e creare senso di ap-partenenza. Queste

le premesse per realizzare buo-ni progetti di integrazione mul-ticulturale a scuola. È quanto emerge dalla ricerca “Generare luoghi di integrazione” condot-ta in partnership da Universi-tà Cattolica di Milano e Diesse Lombardia su 246 progetti di educazione interculturale, tra cui sono state individuate e analizzat alcuni casi di studi”, 30 buone pratiche realizzate in Lombardia (di cui 3 extraregio-nali e 3 internazionali). Di pros-sima pubblicazione, lo studio, che ItaliaOggi ha letto, fa un bilancio della sfida della multi-culturalità per individuare un modello condiviso negli inter-venti a rete che hanno promos-so la collaborazioni culturale ed educativa tra famiglie, istitu-zioni scolastiche, organizzazioni di privato sociale ed enti locali. «Questa rete», spiega Dona-tella Bramanti, docente della Cattolica, «può essere immagi-

nata come una casa comune in grado di aumentare le chance di convivenza e di integrazione socio-culturale dei giovani stra-nieri e italiani e di offrire una prospettiva sinergica ai diversi soggetti che interagiscono nello stesso territorio». L’unione fa la forza ma da sola non basta a determinare il successo di un progetto.

Tra i fattori che favoriscono il funzionamento delle partner-ship, una forte presenza di enti pubblici o di realtà del terzo settore per orientare, coordi-nare, riconoscere e valorizzare il lavoro di tutti. La possibilità di affrontare i problemi da più punti di vista e di individuare meglio le risorse.

La presenza di un tavolo stabile tra referenti del mon-do della scuola, associazioni e istituzioni. Tra le criticità in-dividuate, invece, la mancata assunzione di responsabilità da parte dei presidi. «Anche se i protocolli accoglienza sono ben scritti», spiegano i ricercatori, «non tutti gli insegnanti sono sensibili e interessati». Do-cumenti che diventano carta

straccia. Pesa la poca continuità di fi gure di riferimento, la pre-carietà e l’incertezza del proprio profi lo professionale. Necessarie la coprogettazione con ragazzi e famiglie e il coinvolgimento dei genitori italiani.

I tempi di intervento si allun-

gano per le diffi coltà di comuni-cazione tra i soggetti della rete, il mancato appoggio delle forze politiche nelle amministrazio-ni comunali. Infatti, capofi la dei progetti di integrazione sono nella maggior parte dei casi (23 su 30) enti pubblici: scuole, co-

munità montane, reti di scuole e, appunto, comuni. Seguono i soggetti di terzo settore: fonda-zioni, associazioni e cooperative. E in un solo caso un ente eccle-siastico. A essere coinvolti ra-gazzi di età diverse. Anello più debole e fragile di questa rete, la scuola media. Quasi tutte le esperienze (25) interessano gli alunni, sia italiani che stranie-ri, tra queste la maggior parte (16) ha come destinatari anche le loro famiglie e i docenti.

I cittadini residenti sul ter-ritorio sono stati coinvolti in 5 progetti.

La ricerca offre «un’occasio-ne di confronto con coloro che hanno la responsabilità di go-vernare questa complessità», sottolinea Mariella Ferran-te, presidente di Diesse Lom-bardia. Oltre gli accordi di rete, ad esempio, sarebbe necessaria una collaborazione strutturale tra i vari soggetti «attraverso consorzi stabili di scuole, asso-ciazioni ed enti locali che facili-tino anche la messa in comune di risorse».

©Riproduzione riservata

L’agenzia delle entraterilancia il fisco a scuolaMai più evasori. Solo contribuenti onesti che pagano le tasse. Ci pensa «Fisco e Scuola», il progetto di educazione alla lega-lità fiscale che da settembre riaprirà i battenti nelle scuole. Promosse dal 2004 dall’Agenzia delle entrate e dal Miur, le lezioni avranno una novità: due giornate interamente dedicate alla legalità fiscale per offrire agli studenti un’occasione di riflessione sul tema del corretto rapporto tra i diritti dei cit-tadini e il dovere di contribuire alla cosa pubblica. In program-ma anche visite guidate presso uffici, convegni, seminari, rap-presentazioni teatrali e labora-tori. Mentre il kit «Insieme per la legalità» offre spunti per il dibattito in classe. Come il dvd per i bambini della primaria con protagonisti Pag e Tax, due simpatici personaggi che spie-gano cosa sono e a cosa servono le imposte secondo il motto «chi rispetta le regole ha tutto da guadagnare». Più di 800 le atti-vità svolte nei primi 6 mesi del 2010 dagli studenti delle medie e delle superiori, 9 mila quelle realizzate in sei anni. Un incremento costante. «Cre-sce sempre più la sensibilità a formare le coscienze degli studenti alle regole del vivere civile e della legalità fisca-le», afferma il direttore regionale dell’Umbria dell’agenzia, Gennaro Esposito, «nei primi anni il progetto coinvolgeva quasi esclusivamente gli istituti tecnici, per i temi vicini alle materie di studio oggi le richieste arrivano da tutte le scuole, addirittura da licei classici e istituti d’arte». Info: www.agenziaentrate.gov.it

Emanuela Micucci©Riproduzione riservata

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35Martedì 3 Agosto 2010

IN

LIBRERIA

BUSA RO

LA CAMBDI MAUMercati&

INIMANCI

Finanza

Bene anche la controllata italiana Bnl: positivi la raccolta e il margine d’intermediazione

Bnp Paribas già uscita dalla crisiTutti i numeri dei primi 6 mesi in forte crescita sul 2009

Un utile netto di gruppo del secondo trimestre a 2,105 miliardi di euro, +31,2% rispetto

al secondo trimestre 2009 e una flessione del 7,8% rispetto al livello del primo trimestre 2010. Il cda di Bnp Paribas ha approvato venerdì scorso i risultati del gruppo, relativi al secondo trimestre e il bi-lancio del primo semestre. Il margine d’intermediazione è stato di 11.174 milioni di euro, +11,8% (stabile a perimetro e cambio costanti) rispetto al secondo trimestre 2009.

La rivalutazione del debito proprio del gruppo ha genera-to proventi per 235 milioni di euro contro oneri per 237 nel secondo trimestre 2009. I costi operativi, 6.414 milioni, sono cresciuti del 10,2% (-1,2%) e il risultato lordo di gestione è aumentato del 14% (+1,7%). Il costo del rischio, 1.081 mi-lioni di euro, ha confermato la tendenza al ribasso dei trimestri precedenti: il suo valore, più che dimezzato ri-spetto al secondo trimestre 2009, ha permesso di raddop-piare il risultato operativo.Con 3.676 milioni, l’utile lor-do è aumentato del 69,4%.L’imposta sugli utili ha mo-strato un tasso effettivo medio assai elevato (34,2%) a causa degli oneri d’imposta eccezio-nali per 160 milioni di euro legati all’integrazione giuridi-ca di attività provenienti dal gruppo Fortis in Italia e negli Stati Uniti.

Nel primo semestre, il mar-gine d’intermediazione è sta-to di 22.704 milioni di euro, +16,6%. A perimetro e cambio costanti, i ricavi sono rimasti stabili (+0,2%). Il contenimen-to dei costi operativi (-1,4%) ha permesso al risultato lor-do di gestione di registrare un aumento del 2,3% a 9.694 milioni. Grazie alla forte dimi-nuzione del costo del rischio, quasi dimezzatosi rispetto al primo semestre 2009, l’utile netto è stato di 4.388 milioni di euro, +38,8%

Per quanto riguarda Bnl Banca commerciale, nel se-condo trimestre ha registra-to un incremento netto di 13 mila unità del numero di conti correnti dei clienti individua-li. Gli impieghi sono rimasti stabili rispetto al secondo tri-mestre 2009, con una ripresa dei crediti alle imprese per investimenti.

Nello stesso periodo, i depo-

siti sono aumentati del 5,8%, grazie a una dinamica favo-revole dei depositi a vista. La raccolta netta è stata positiva sia nelle polizze vita, sia negli oicm. Il margine d’intermedia-zione, 755 milioni di euro, è aumentato dell’1,9% (+1,6% a perimetro e cambio costanti).

Grazie ai primi effetti del-le ulteriori sinergie derivan-ti dall’integrazione di Banca Ucb e di Fortis Italia, i costi operativi sono calati dell’1,4%.Il costo del rischio è stato di 108 punti base, con un livel-lo più o meno stabile rispetto al quarto trimestre 2009, ma

in aumento di 14 punti base rispetto al secondo trimestre 2009, a causa del segmento delle pmi.

L’utile lordo si è attestato a 103 milioni di euro, -18,3% rispetto al secondo trimestre 2009.

Nel primo semestre, l’au-

mento del margine d’interme-diazione del 2,3%, abbinato al calo dei costi operativi (-0,7%), ha prodotto un aumento del ri-sultato lordo di gestione del 6,7% rispetto al primo seme-stre 2009 e un effetto forbice positivo (differenza tra il tasso di crescita dei ricavi e quello dei costi operativi) di 3 pp, in linea con l’obiettivo fissato per il 2010.

Il rapporto di cost/income è migliorato ancora di 1,7 pun-ti base, a 57,9%. Influenzato dall’aumento del costo del ri-schio (+42,8%), l’utile, al lordo delle imposte, dopo l’attribu-zione di un terzo del risulta-to del private banking Italia alla divisione Investment so-lutions, è stato di 226 milioni di euro, -27,7%.

I risultati semestrali del gruppo francese sono piaciu-ti molto al mercato, che ha iniziato a comprare le azioni fin dalla mattinata e ha con-tinuato gli acquisti fino alla chiusura delle contrattazioni. A Parigi il titolo ha chiuso con una crescita del 5,27% a 55,49 euro, ben al di sopra del listi-no principale (+2,99%).

© Riproduzione riservata

Nel primo semestre Hsbc hol-dings ha quasi raddoppiato l’utile netto, grazie alla fles-sione degli oneri da svaluta-zione e ai guadagni sul valore del debito proprio. Tuttavia, l ’utile della divisione in-vestment banking ha subito un calo, a causa del deteriora-mento delle condizioni econo-miche del secondo trimestre. Il direttore finanziario della compagnia, Douglas Flint, ha dichiarato che la previsione per il secondo semestre è po-sitiva, anche per l’unità in-vestment banking, nonostan-te solitamente nei mesi estivi i volumi diminuiscano.L’utile netto si è attestato a 6,8 mld usd, a fronte dei 3,35 dello stesso periodo 2009. L’utile pre-tasse è sta-to di 11,1 mld, contro i 5,02 dell’anno precedente e i 9,3 mld stimati dagli analisti.Gli oneri da svalutazione sono infine diminuiti a 7,52 mld da 13,93 del primo seme-stre 2009.Dopo tre anni di perdite le-gate ai mutui subprime nella divisione consumer finance,

le operazioni nordamericane di Hsbc hanno registrato un utile pre-tasse. «Dal momento che puntiamo alla costruzione di una base di asset di alta qualità per il futuro, è incoraggiante notare come gli oneri da svalutazio-ne sui prestiti siano ai minimi dall’inizio della crisi finanzia-ria», ha commentato la banca.La grande esposizione ai mercati emergenti, tra cui l’Asia e l’America latina, ha permesso alla banca di regi-strare risultati migliori ri-spetto alle altre compagnie del settore, perfino durante la crisi finanziaria. Nel periodo inoltre, Hsbc ha generato in Asia Pacifico oltre la metà dell’utile pre-tasse totale.Sono state invece negative le performance della divisione investment banking, in cui l’utile netto ha subito un calo del 13% a 5,63 miliardi di dollari.Secondo Joseph Dickerson, analista di Execution Noble, i risultati del semestre sono stati nel complesso positivi. Tuttavia, l’incremento dei

costi dovrebbe essere preso con cautela. Se da un lato gli utili del ramo di investment banking sono calati, dall’altro Hsbc si è confermata superio-re ai competitor in Usa e in Europa. «Le cifre di oggi sot-tolineano la forza sottostante della banca, mentre l’enorme riduzione di accantonamenti da svalutazioni costituisce un bonus aggiuntivo», ha commentato Richard Hunter, capo della divisione Uk equi-ties di Hargreaves Lansdown stockbrokers.

Stephen Green, presidente del gruppo, ha sottolineato che i mercati emergenti ri-marranno una priorità per gli investimenti di Hsbc e la banca continuerà a portare avanti le sue operazioni in Cina.

La forte performance del gruppo inglese, che ha fatto seguito agli altri dati positi-vi diffusi dalla francese Bnp Paribas (utili del secondo trimestre in rialzo del 31%) ha innescato netti rialzi sulle borse europee. Quanto alle banche, in gene-

rale, il Financial Times ieri ha rilevato che gli stress test sulle istituzioni europee, pub-blicati il mese scorso, sembra-no aver sortito gli effetti spe-rati: riconquistare la fiducia degli investitori che la scorsa settimana sono infatti torna-ti a posizionarsi sulle banche del Vecchio continente. Questo movimento è stato evidenziato da emissioni ob-bligazionarie collocate con successo da diversi gruppi, tra cui le spagnole Santan-der e Bbva, le stesse Bnp e Hsbc. Tornando a Hsbc, il gruppo ha riferito che gli accanto-namenti necessari a coprire i rischi sul credito sono cala-ti del 46%, a 7,523 miliardi di dollari. La raccolta netta bancaria è salita del 34,7% a 28,08 miliardi; al lordo degli accantonamenti, il rialzo è del 2,3% per cento a 35,551 miliardi.

Anche l’istituto inglese ha sovraperformato il mercato e ha chiuso a Londra a 680 pence, +5,26%.

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Utili semestrali raddoppiati per il colosso bancario Hsbc

Tra febbraio e giugno, le banche hanno so-speso mutui per 3,2 miliardi di euro a circa 24 mila famiglie. La misura è stata applicata a 23.793 contratti di mutuo e la liquidità in più per far fronte alla crisi, ha raggiunto una quota pari a 155 milioni di euro. Ogni fami-glia avrà dunque a disposizione in media 6.800 euro in più. Questi i dati del monitoraggio sulla sospensione dei mutui diffusi dall’Abi.La soluzione più frequente per le operazioni di sospensione ha riguardato l’intera rata (90% dei casi). La causa più frequente che ha de-terminato la necessità di ricorrere a questa opportunità nelle posizioni «in bonis» (senza ritardi nei pagamenti) è stata la sospensione dal lavoro o riduzione dell’orario (Cig, mobilità e così via). Nelle posizioni con ritardo nei pagamenti, invece, la cessazione del rapporto di lavoro subordinato. Dal punto di vista territoria-le, il maggior numero di domande ammesse

è stata al Nord con il 58,5%, seguito da Sud e isole con il 22,2% e dal Centro al 19,3%.L’Abi ricorda che per ottenere la sospen-sione delle rate di rimborso dei mutui, le caratteristiche principali sono: sospensio-ne per almeno 12 mesi; mutui di importo fi no a 150 mila euro per l’acquisto, costru-zione o ristrutturazione dell’abitazione principale; clienti con un reddito imponibile fi no a 40 mila euro annui, che hanno subito o subiscono nel biennio 2009 e 2010 eventi par-ticolarmente negativi come la perdita del po-sto di lavoro. L’iniziativa costituisce la misura minima alla quale le banche possono aderire. A oggi, hanno offerto condizioni migliorative 172 banche, rappresentative del 64% del mercato. I clienti potranno presentare richiesta per at-tivare la sospensione fi no al 31 gennaio 2011, con riferimento a eventi accaduti dal gennaio 2009 al 31 dicembre 2010.

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Banche: stop a mutui famiglie per 3,2 mld

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36 Martedì 3 Agosto 2010 MERCATI E FINANZA

Nasce dall’alleanza tra Enel green power, Sharp e Stm. Sorge a Catania

Parte la superfabbricaPer pannelli fotovoltaici di ultima generazione

Enel green power, Sharp e StMicroelectronics hanno finalizzato ieri gli estremi del project fi -

nancing per 150 milioni di euro destinati allo sviluppo di quella che sarà la più grande fabbrica italiana di pannelli fotovoltaici. Entra così nella fase operativa, in linea con l’accordo fi rmato il 4 gennaio, la joint venture pari-tetica 3Sun, di cui sono stati no-minati ieri gli organi societari, che ha come obiettivo la messa in opera dello stabilimento a Catania, destinato a produrre in modo integrato celle e moduli fotovoltaici innovativi.

La capacità produttiva inizia-le di pannelli fotovoltaici dello stabilimento siciliano, pari a 160 MW all’anno, sarà fi nanziata me-diante una combinazione di ca-pitale proprio, fi nanziamenti del Cipe (che ha recentemente deli-berato uno stanziamento di 49 milioni di euro a favore dell’ini-ziativa) e project fi nancing con primari istituti di credito. Ogni partner ha sottoscritto un terzo del capitale, con un impegno, in linea con quanto già annunciato, di 70 milioni di euro ciascuno,

in cash o in asset materiali e immateriali e detiene un terzo delle azioni della joint venture.I tre partner apportano nella 3Sun le loro specifi che compe-tenze: Enel green power, nello sviluppo del mercato delle fonti rinnovabili a livello internazio-nale e nel project management; Sharp, nella tecnologia esclusiva del fi lm sottile a tripla giunzione in produzione dalla primavera di quest’anno nella fabbrica di

Sakai, in Giappone; e StMicro-electronics nelle capacità mani-fatturiere, con personale alta-mente specializzato.

La fabbrica, la cui produzio-ne sarà incrementata nei pros-simi anni a 480 MW all’anno, si caratterizzerà subito come la più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici a livello nazionale.La produzione sarà avviata nel secondo semestre 2011. Enel green power e sharp hanno inol-

tre costituito un’ulteriore joint venture, la Enel green power & Sharp solar energy (Esse), che ha come obiettivo la realizzazio-ne e gestione congiunta di campi fotovoltaici per la produzione e commercializzazione di energia elettrica da fonte solare, per una capacità installata totale di oltre 500 MW nella regione mediterranea entro il 2016, utilizzando i pannelli prodot-ti dallo stabilimento etneo.La produzione sarà inoltre de-stinata a soddisfare la domanda dei più promettenti mercati del solare di Europa, Medioriente e Africa, con particolare riguardo all’area mediterranea, nella qua-le Enel green power e Sharp con-tano già su un’importante rete di vendita. Anche Enel.si, socie-tà controllata da Enel green po-wer, specializzata nell’installa-zione di impianti fotovoltaici sul mercato retail, parteciperà alla commercializzazione, offrendo i pannelli attraverso la propria rete in franchising composta da oltre 550 installatori qualifi cati distribuiti su tutto il territorio italiano.

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È stato un buon primo se-mestre quello chiuso da Adr: i ricavi sono lievemente au-mentati a 281,6 milioni di euro ed è cresciuto il numero dei passeggeri a 18,9 milioni, +4,3%, ma Adr, di fronte al perdurare delle «incertezze sul quadro regolatorio e tarif-fario, è costretta a rallentare gli investimenti program-mati». A pesare su questa frenata è stata la «mancata attuazione della legge sull’an-ticipazione tariffaria di 3 euro».Il margine operativo lordo che «ha potuto beneficiare delle politiche di contenimento dei costi operativi poste in atto dal gruppo». I costi operativi sono infatti cresciuti in misu-ra inferiore (+3,3%) rispetto all’aumento del valore della produzione (+7,9%) grazie a ricavi a 281,6 milioni. Nel periodo, sono stati investiti 61 milioni di euro contro i 23,6 del primo semestre del 2009. L’indebitamento finanziario netto si è ridotto rispetto al 31 dicembre 2009 passando a 1278,1 milioni di euro.

SEI MESI ADR

In aumentopasseggeriFiumicino

in cash o in asset materiali e Sakai in Giappone; e StMicro-

Enel green power e la controllata España hanno fi rmato un ac-cordo con la società Gas natural Fenosa per la suddivisione de-gli asset di Enel Union Fenosa renovables (Eufer), joint-venture paritetica. Gli asset di Eufer saranno suddivisi in due gruppi ben bilanciati, tra l’altro, in termini di valore, ebitda, capaci-tà e rischio e mix di tecnologie. Un gruppo di asset sarà quin-di conferito a Gas Natural Fenosa, mentre Enel green power España manterrà l’altro gruppo in qualità di unico socio di Eufer.Sia Enel green power España che Gas natural Fenosa riceve-ranno 550 MW di capacità installata, sia operativa che in co-struzione (principalmente riconducibile a fonte eolica, mini-idro e cogenerazione) e una pipeline di progetti nell’eolico, nel solare termodinamico e nelle biomasse per circa 2.000 MW.

E in Spagna G.P. suddividegli asset con Fenosa

Telecom Italia si è aggiudicata, con Exprivia e Bertone ict, la gara per la fornitura e la gestione del sistema in-formativo degli ospedali di Asti e Nizza

Monferrato, delle case della salute e di tutte le strutture sanitarie territoriali della provincia. Il valore del contratto è di 29 milioni di euro e ha la durata di 8 anni; e prevede la realizza-zione di una nuova infrastruttura it basata su soluzioni tecnologiche innovative in grado di migliorare le prestazioni erogate ai cittadini e ottimizzare la gestione dei processi operativi.

Si tratta di una soluzione all’avanguardia nel campo dell’informatica e del networking, delle aree applicative clinico-sanitaria, gestionali e del presidio dei servizi presso il cliente. In particolare, in base al contratto, Telecom Italia fornirà l’infrastruttura tecnologica a supporto delle soluzioni applicative e sistemi avanzati di disaster recovery e business continuity erogati dai propri data center attraverso una nuova rete in fibra ottica.

In questo modo, attraverso la duplicazione delle principali componenti ict, è assicurata l’accessibilità dei sistemi e la continuità dei servizi anche in occasione di eventi imprevisti. Per la gestione delle aree clinico-sanitaria, am-ministrativa e sanitaria territoriale, Exprivia utilizzerà soluzioni applicative proprietarie e tecnologie avanzate sulle quali il gruppo vanta una pluriennale competenza.

In particolare, per garantire maggiore ef-ficienza nel controllo di gestione, il contratto prevede l’adozione del sistema Erp di Sap, di cui Exprivia è alliance service partner e Var. Per l’area clinico-sanitaria è prevista l’ado-zione di soluzioni già sperimentate, integrate «nativamente» con il sistema di archiviazione delle immagini diagnostiche Ris-Pacs già in

uso. Il presidio di manutenzione on site sarà garantito da Bertone Ict, che si occuperà an-che della gestione dell’intera infrastruttura applicativa.

«Con le nuove soluzioni previste», ha detto Luigi Robino, direttore generale dell’Asl Asti, «realizzeremo definitivamente un obiettivo di fondamentale importanza per l’assistenza sa-nitaria territoriale: la vicinanza tra cittadino e servizi. Le cartelle cliniche saranno a dispo-sizione di medici e specialisti in una rete che collegherà tutte le strutture aziendali, mentre grazie alla telemedicina l’utenza avrà garantiti i referti in tempo reale di esami diagnostici e controlli quali radiografie, ecografie ed elettro-cardiogrammi. Anche le prenotazioni saranno gestite con sistemi informatici decentrati che assicureranno maggiore capillarità ed efficien-za». «L’aggiudicazione di questa gara conferma il ruolo di Telecom Italia quale interlocutore af-fi dabile e concreto per la pubblica amministra-zione e la sanità nella proposizione di soluzioni avanzate di Information & communication tech-nology in grado di migliorare l’effi cacia e l’effi -cienza dei servizi offerti ai cittadini», ha detto, dal canto suo, Gianfi lippo D’Agostino, diretto-re Public sector di Telecom Italia. «L’iniziativa rappresenta un importante passo avanti nella diffusione di tecnologie innovative sul territorio e, più in generale, nel processo di trasformazio-ne digitale del paese».

Infine, per Stefano Ferrara, direttore della business unit Sanità ed enti locali di Exprivia, «con questo contratto Exprivia conferma la ca-pacità competitiva e il livello di innovazione dell’offerta e segna un ulteriore importante passo verso l’espansione territoriale nel set-tore healthcare».

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Aggiudicata gara per fornitura e gestione sistema informatico

Telecom-Exprivia-BertoneL’ict nella sanità di Asti

Alerion CleanPower ha ottenuto attraverso la controllata Compania eoliana le autorizza-

zioni per realizzare il primo impianto eolico in Romania che avrà una potenza comples-siva di 64,8 Mw. Il parco eolico, composto da 36 aerogeneratori, avrà una produzione elettrica a regime stimata di 155 Gwh/anno, con un valore dell’investi-mento stimato in 85 mln di euro. Esso sarà finanziato tramite risorse del gruppo e con un project fi nancing non recourse in corso di strutturazione.«L’autorizzazione per realiz-zare il nostro primo parco eo-

lico all’estero», ha commentato Giulio Antonello, a.d. di Alerion Clean Power, «è un importante passo avanti nella nostra stra-tegia di crescita a conferma che le capacità di Alerion di otte-nere importanti risultati nella pipeline di progetti, già dimo-strate in Italia, possono essere messe al servizio dello sviluppo estero. L’internazionalizzazio-ne», ha aggiunto, «diventerà sempre più nei prossimi anni il principale vettore di svilup-po di Alerion permettendoci di raggiungere una posizione di assoluto rilievo nel settore delle rinnovabili».

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Progetto realizzato in project financing

Eolico di Alerionin Romania

Lottomatica ha annunciato che la controllata di Gtech, Gtech printing corporation (Gpc), è stata scelta come principale for-nitore di biglietti delle lotterie istantanee della Lotterywest, la lotteria uffi ciale dello stato della Western Australia. Il con-tratto, assegnato al termine di una gara, ha decorso immediato e prevede che Gpc sia il fornitore principale dei biglietti per i prossimi cinque anni, con un’opzione di proroga di ulteriori cinque. Gpc prevede che questa fornitura genererà ricavi per 2 milioni di dollari australiani entro il primo anno di contrat-to. Gtech printing è il fornitore di lotterie istantanee con il più veloce tasso di crescita del settore. Grazie all’accordo con Lotterywest, Gpc può ora vantare 50 clienti in tutto il mondo, la metà dei quali fuori degli Stati Uniti.

Lotterie di Lottomaticaanche in Australia

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37Martedì 3 Agosto 2010MartedMERCATI E FINANZA

Ftse All share +2,39%. In decisa crescita l’euro che torna vicino a 1,32. Petrolio oltre 81 $

Partenza con il turbo in borsaListini trascinati dai bancari dopo semestrali Bnp e Hsbc

Avvio di settimana in deci-so rialzo per le piazze Ue: già partite ben imposta-te, hanno accelerato nel

pomeriggio dopo la pubblicazio-ne del dato americano Ism ma-nifatturiero, salito oltre le stime a 55,5 punti (54,1 il dato atteso). Non hanno invece contribuito le parole del presidente della Fed, Ben Bernanke, che ha conferma-to come l’economia statunitense sta crescendo a passo moderato e che resta «molta strada da per-correre» perché si raggiunga la piena ripresa. Bernanke ha tut-tavia sottolineato che l’infl azione resterà sotto controllo nei prossi-mi due anni e che le aspettative di infl azione sono stabili.

A Milano, il Ftse Mib ha chiu-so a +2,5%, il Ftse All share a +2,39%, il Ftse Mid cap a +1,62%, il Ftse Star a +1,54%. In deciso rialzo anche il Cac-40 (+2,99% a Parigi), il Ftse 100 (+2,65% a Londra) e il Dax (+2,34% a Francoforte). A metà seduta, a New York, il Dow Jones segna-va +1,64%, l’S&P 500 +1,84%, il Nasdaq Composite +1,59%.A Piazza Affari, sul paniere prin-cipale, in gran spolvero i bancari

sostenuti dalle ottime trimestra-li di Bnp Paribas e Hsbc. Intesa Sanpaolo (+3,64%) ha guidato i rialzi del settore sul Ftse Mib, seguita da Unicredit (+3,26%), alla vigilia della pubblicazio-ne dei dati sul secondo trime-stre, Banco popolare (+3,06%), Popolare Milano (+2,4%), Ubi

banca (+2,25%), Mediobanca (+2,17%) e Banca Mps (+2,18%).Si sono avuti pochi spunti per gli industriali, con Fiat e Pirelli & c. che sono saliti rispettivamente dello 0,66% e dell’1,03%. Con il segno positivo anche Ansaldo Sts (+0,8%), Impregilo (+1,72%) e Fin-meccanica (+1,78%). Ieri il consor-

zio formato dalla Ansaldo Breda del gruppo Finmeccanica e dalla canadese Bombardier ha vinto la gara per la fornitura alle Fs di 50 treni per l’alta velocità per un valore di circa 1,2 mld euro. Ha brillato Prysmian (+3,39%). Tra le altre blue chip, Telecom Italia (+3,94%) ha fatto registrare la mi-

gliore performance del principale paniere di piazza Affari in attesa della riunione del cda di giovedì.Sul resto del listino, ha brillato Eems (+8,28%) dopo la cessione ad Ase Singapore della controlla-ta Eems Test Singapore per 67,7 mln di dollari. Bene anche Safi lo (+4,08%).

Sul fronte valutario, l’euro ha chiuso ancora in rialzo e si sta portando verso quota 1,32 sul dollaro. La moneta europea ieri è passata di mano al fi xing a 1,3187 dollari, dopo aver toccato un mas-simo da tre mesi a 1,3192 dollari. Euro-yen a 113,86 e dollaro-yen a 86,35. L’indebolimento del bigliet-to verde ha galvanizzato anche la sterlina, salita ai massimi da sei mesi a 1,5896. Il dollaro è sceso per i timori sulla tenuta della ripresa, dopo le cautele espres-se dal presidente della Fed, Ben Bernanke. In aumento anche il petrolio, che ieri ha recuperato ol-tre due dollari e mezzo rispetto al prezzo di venerdì. A metà seduta, a New York, il future sul Wti era quotato 81,51 dollari al ba-rile, contro gli 80,98 del Brent a Londra.

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Garantire più trasparenza nella valutazione dei beni immobili dei fondi comuni di investi-mento. A questo è orientata la comunicazione congiunta della Banca d’Italia e della Consob che fornisce le «linee applicative di caratte-re generale» sulla materia, alle quali devono adeguarsi le società di gestione del risparmio entro 6 mesi dalla pubblicazione nella Gaz-zetta Uffi ciale.La comunicazione fa riferimento a un’indagi-ne condotta dalle due autorità sulla prassi di valutazione dei beni dei fondi immobiliari, che ha messo in luce «alcune criticità» che «dipen-dono principalmente dall’incompletezza delle politiche, regole e procedure adottate dalla sgr in merito» a una serie di aspetti tra cui la scelta degli esperti indipendenti, le caute-le per la gestione di situazioni di confl itti di interesse ecc.

In particolare, Consob e Bankitalia chiedono che «gli esperti siano dotati di adeguata ca-pacità professionale e assicurino oggettività e indipendenza rispetto sia alla sgr, sia ai parte-cipanti ai fondi»; «siano defi niti con precisione i compiti delle società di gestione e degli esper-ti indipendenti e gli scambi informativi tra i due soggetti: i controlli condotti dalle società di gestione sull’adeguatezza delle valutazioni effettuate degli esperti». Le authority ricordano inoltre che il processo di valutazione deve essere formalizzato in un apposito documento che contiene i criteri da utilizzare per la valutazione dei beni immobili, i criteri per la selezione di esperti indipenden-ti, le modalità per il rinnovo degli incarichi e per la commisurazione del compenso e i com-piti delle funzioni aziendali.

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Palazzi, Bankitalia e Consob richiamano fondi

XCHANGING

Back officeSia-Ssb con i cinesiXchanging, società che offre servizi per la gestione delle attività di procurement, con-tabili, tecnologiche, in tutti i settori industriali, ha siglato un accordo con Sia-Ssb, at-tiva nel settore dei servizi fi nanziari e nei servizi di pa-gamento, dando vita a un’en-terprise partnership, dopo la lettera di intenti del 20 giu-gno. Xchanging ha acquisito il 51% di Kedrios, controlla-ta da Sia-Ssb e specializzata nei servizi di back-offi ce per le attività di gestione titoli e fondi per il mercato italiano. Attraverso questa enterprise partnership, Xchanging entra in Italia. Il break even è previsto nel 2011, con la distribuzione dei profi tti al gruppo a partire dal 2012. Xchanging ha sottoscrit-to un aumento di capitale con cui è arrivata a detenere il 51% dell’enterprise partner-ship ed effettuerà, nell’arco dei prossimi due anni, inve-stimenti (per un totale di 4,1 mln) per riorganizzare le at-tività e creare una piattafor-ma per la crescita. L’accordo prevede che, dopo il terzo anno, Sia-Ssb possa cedere a Xchanging le azioni detenute a valori di mercato, con un tet-to massimo prestabilito.

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Safi lo ha chiuso il semestre in miglioramento, con i ricavi cresciuti del 3,2% a 580,3 mil-ioni, nonostante la cessione delle catene di vendita al det-taglio in Australia e Spagna. È migliorato anche il risultato netto del gruppo, per altro an-cora in rosso, con una perdita di 3,3 milioni, in netto miglio-ramento rispetto ai 136 persi a giugno 2009. A trascinare i risultati del gruppo, che ha segnato un utile operativo da 44,76 milioni, sono stati in par-ticolar modo i mercati asiatici. È migliorata anche la posizione fi nanziaria netta, negativa per 269,4 milioni, contro i 588 di dicembre 2009 e i 315,4 del primo trimestre.

Enel. L’Antitrust ha ridotto le sanzioni imposte a Enel ener-gia ed Enel servizio elettrico, dopo che il Tar del Lazio aveva ritenuto non congrue le multe infl itte alle due società per prat-iche commerciali scorrette. La multa per Enel energia è stata ridotta da 225 mila a 125 mila e quella ad Enel servizio elettri-co da 210 mila a 110 mila. Il procedimento era stato avviato dopo una segnalazione dei cli-enti costretti a pagare ingiusti interessi di mora alla società per ritardi imputabili ad altri, nel caso specifico al servizio postale.

Edison formulerà un’offerta con la società statale petrolif-era turca Tpao, per il giaci-mento di gas di Akkas nella provincia di Anbar, in Iraq.

Sono inoltre in corso trattative per partecipare all’offerta con KazMunaiGas exploration and production (Kmgep).

Erg. Via libera dell’Antitrust all’acquisto da parte di Erg eolica Italia (gruppo Erg re-new) del 100% di Ivpc power 5, titolare di due parchi eoli-ci, uno in Molise da 40 MW e uno in Puglia da 62 MW.

Nabucco gas pipeline in-ternational, consorzio im-pegnato nel progetto di costruzi-one dell’omonimo gasdotto, ha rimandato una gara d’appalto per la fornitura delle condotte dal valore di 3,5 miliardi di euro. La decisione è stata presa perché sono arrivate più candidature del previsto (60). Nabucco è un progetto ambiz-ioso, considerato una priorità dall’Unione europea: si tratta di costruire un gasdotto da oltre 3 mila chilometri dalla Turchia all’Austria, che intercetti il gas non russo proveniente dal mar Caspio. Il costo stimato del pro-getto è di 7,9 miliardi di euro.

Buzzi Unicem. La controllata tedesca Dyckerhoff ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 1 mln euro, in calo ris-petto ai 45 del primo semestre 2009. La società non è riuscita a recuperare totalmente il calo dei volumi del primo trimestre e l’andamento prezzi è stato per lo più negativo. Di con-seguenza, nel primo semestre, il fatturato consolidato è di-minuito del 5% a 621 mln, con

un ebitda di 82 mln (136), un ebit di 23 mln (80) e un utile ante imposte di 1 mln (59).

Metro. È calato del 17% l’utile netto di Metro nel secondo tri-mestre. La catena di grandi magazzini tedeschi ha realiz-zato un profitto di 44 mln a fronte dei 52 riportati nello stesso periodo 2009. Il risul-tato ha deluso le stime degli analisti che avevano previsto un utile di 87 mln. In aumento i ricavi a 15,71 mld dai 15,34 dello stesso periodo 2009. È salito a 334 mln l’ebit adjusted del secondo trimestre contro i 316 del 2009.

Tnt. Nel secondo trimestre i ricavi sono saliti del 9,6% a 2,77 mld euro, battendo un consen-sus di 2,7 mld euro. L’utile netto è sceso da 81 a 3 mln di euro,

contro le stime di 138 mln. Il gruppo ha tuttavia evidenziato che «nel secondo trimestre gli affari sono nettamente miglio-rati».

Ubi factor, gruppo Ubi banca, ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 9,1 milioni di euro, -4,8% al netto degli ef-fetti non ricorrenti. Gli imp-ieghi sono stati di 2,34 mld (+22%), mentre l’incidenza dei crediti in sofferenza sugli im-pieghi è stata dello 0,54%, in linea rispetto allo 0,55% del giugno 2009. In diminuzione le posizioni a incaglio, passate da 0,25% a 0,18%. I crediti in sofferenza o in incaglio hanno rappresentato lo 0,72% degli impieghi contro lo 0,8% dello scorso esercizio. Per il secondo semestre, la società si attende volumi ancora in crescita.

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Page 32: • Nuova serie - Anno 19 - Numero 183 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 3 Agosto 2010 • SCIENZA LAlzheimer si può battere studian

Prospetto dei valori correnti delle polizze index linked

VALORI AL 15/07/2010

Adesso Index Aprile '07 87,240 A2 | A | A+ - | A- | A-

Adesso Index Febbraio '07 96,851 A2 | A- | A- * - | A- | A-

Alba Carim Index 08/07 102,324 - | BBB- | - A2 | A+ | AA-

Alba Carim Index 11/06 98,375 - | BBB- | - Aa2 | AA | AA-

Alti Percorsi Index 1 – 2007 98,461 A3 | - | - Aa3 | A+ | A+

AltiPercorsi Index 2005 100,131 - | (1) | - Aa3 | AA- | AA-

CariChieti Index Linked 2005 100,610 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-

Carichieti index linked 2006 97,050 Aa2 | A+ | AA- A1 | A | A+

Carichieti Index Linked 2007 98,054 Aa2 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA

Creberg altiplano marzo 07 95,962 - | A- | A- - | A- | A-

Creberg Altiplano Aprile '07 87,640 Baa3 | - | BBB+ - | A- | A-

Creberg Polar Aprile '07 87,520 Baa3 | - | BBB+ - | A- | A-

Derby Index Linked Dicembre 2006 90,400 Baa3 | - | BBB+ Aa3 | A | A ****

Derby Index Linked Ottobre 2006 90,880 - | (1) | - - | A- | A-

DOMANIDEA 2 – INDEX LINKED 2007 90,677 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-

DomanIdea 3 - Index Linked 2007 99,370 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+ *****

Duomo Index Nuove Frontiere 97,120 A3 | A- | A- Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere II Serie (�) N/D WR | NR | NR Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere III serie 91,340 - | BBB+ | A- Aa2 | AA | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 94,420 Aa2 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere VI serie 116,380 Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere VII serie 90,677 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere VIII serie 99,370 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+ *****

Duomo Index Performance Positiva 111,570 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

ExtraFrutti - Index Linked 2008 99,620 Aa3 | A | A **** Aa2 | A+ | A+

Futuro Forte 1 - 2006 97,869 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Index Scatto piu' Persona Life 95,340 Aa2 | A+ | A+

Index Up 1-2008 84,720 A2 | A | A Aa2 | A+ | A+

Index Up 3 - 2005 102,413 - | BBB+ | A- Aa2 | A+ | A+

Index Up 4 - 2005 99,582 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-

Indice Più 3 99,340 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Indice Più 4 - 2004 99,518 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-

Prima Classe 1 - 2005 101,958 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-

Prima Classe 2 - 2005 102,541 - | BBB+ | A- Aa3 | A | A ****

Prima Classe 2005 - Edizione speciale Progetti Regionali 96,540 A3 | A- | A- Aa2 | A+ | A+

Prima Classe 3 - 2005 97,538 A2 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Scelgo Index 10 97,541 Baa3 | - | - A2 | A+ | AA-

Scelgo Index 11 97,665 Baa3 | - | - A1 | A+ | A+

Scelgo index 12 98,183 Baa3 | - | - Aa2 | AA | AA

Scelgo Index 13 97,327 Baa3 | - | - Aa3 | AA- | AA-

Scelgo Index 14 96,550 Baa3 | - | - Aa1 | AA- | AA-

Treviso Index 2007 98,461 A3 | - | - Aa3 | A+ | A+

Uni Class 98,43 Aa3 | A | AA- Aa3 | A | A+

2,40% S&P/Mib CRESCITA ITALIA SERIE XIV LUGLIO 2005 97,250 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

2,80% EURO DOLLARO SERIE XV SETT 05 98,303 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

3% Cliquet Crescita Italia SERIE III - 2 2005 98,930 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

3% Cliquet Crescita USA SERIE II 1/2005 99,900 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

3% Top Coupon Index Linked serie XIII 2003 99,871 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

3% TOP COUPON INDEX LINKED SERIE XV - 2003 100,120 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

3,0% Top Coupon Serie XII - 2003 100,213 A1 | A | A+ *** Aa3 | A | A ****

3,15% GRIFO COUPON - SERIE VI MAGGIO 2004 98,220 Aa2 | AA | AA- Aa2 | AA | AA-

3,60% Coupon Serie X - 2003 99,973 A1 | A | A+ *** Aa1 | A+ | AA-

3,75% crescita USA index linked serie XIV settembre 2004 100,026 A1 | A | A+ *** Aa2 | A+ | A+

3,80% S&P / Mib CRESCITA ITALIA SERIE XVII DICEMBRE 2004 100,000 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

4,0% Crescita U.S.A. Index Linked Serie X Agosto 2004 99,856 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

4,0% CRESCITA U.S.A. INDEX LINKED SERIE XV NOVEMBRE 2004 98,890 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

4,0% CRESCITA USA SERIE XIII OTTOBRE 2004 99,300 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

4,30% International Index Serie V Marzo 2007 90,650 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | A+

4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 95,404 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 95,710 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VI Aprile 2007 84,121 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VII Aprile 2007 84,251 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie X Giugno 2007 95,320 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 91,955 A2 | A | A Aa3 | A+ | A+

Capital Index Serie II 2005 99,063 A1 | A | A+ *** Aa2 | AA | AA-

Capital Index SERIE IV 2005 96,740 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

CAPITAL INDEX SERIE VI 2005 97,210 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

Capital index serie XII 2004 99,810 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-

Capital index serie XIV 2004 99,580 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CAPITAL INDEX SERIE XVI 2004 99,170 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CAPITAL INDEX SERIE XVII 2004 98,810 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-

Capital index serie XX 2004 99,306 A1 | A | A+ *** Aa2 | AA | AA-

Convergence Serie IX 2007 84,121 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

Convergence Serie VIII 2007 90,650 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie XI 2007 95,404 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Convergence Serie XII 2007 95,320 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Convergence serie XIV 2007 95,710 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 70% SERIE XIII 2005 96,530 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 80% SERIE XII LUGLIO 2005 96,590 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 92,943 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie I 2005 99,900 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2006 98,150 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 95,210 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie II 2005 98,930 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 92,300 A1 | A | A Aa3 | A | A+

CRESCITA SICURA SERIE II/2006 98,550 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Crescita Sicura serie III 2005 97,380 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-

CRESCITA SICURA SERIE III 2006 94,160 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie III 2007 93,460 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie IV 2005 98,140 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 93,390 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 93,589 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE IX 2004 100,267 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 96,080 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2005 96,910 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE V 2006 95,867 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2007 95,404 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VI 2004 100,140 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VI 2005 97,250 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Crescita Sicura Serie VI 2007 95,320 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Crescita sicura serie VII 2004 99,819 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VII 2005 98,303 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 97,270 Aa2 | AA | AA-

Crescita Sicura Serie VII 2007 95,710 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2004 99,940 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2005 97,922 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 97,140 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VIII 2007 85,550 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 97,030 Aa2 | AA | AA-

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 95,740 A2 | A+ | AA-

DJ EUROSTOXX CRESCITA EUROPA SERIE II FEBBRAIO 2006 98,550 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Esagono Plus Nikkei Serie XIX 2006 99,760 Aa1 | - | -

Esagono Plus Nikkei Serie XXI 2006 98,660 Aa3 | AA- | AA- Aa3 | AA- | AA-

Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 92,360 A1 | A | A+ A1 | A | A+

Euro dollaro Index Coupon 1,75% serie VII 5/2005 98,140 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

EURO-DOLLARO INDEX COUPON - SERIE XVI DICEMBRE 2004 100,070 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

Euro-dollaro Serie V aprile 2005 97,380 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-

EURO-JAPAN INDEX LINKED SERIE III MARZO 2006 97,988 A2 | A | A+ Aa3 | A+ | A+ *****

EUROSTOXX 10% SERIE XIII LUGLIO 2005 99,940 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 93,390 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

EUROSTOXX 4% PIU' INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 97,270 Aa2 | AA | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XIV OTTOBRE 2006 96,080 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XV NOVEMBRE 2006 97,030 Aa2 | AA | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XVI DICEMBRE 2006 95,740 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU'SERIE XIII SETTEMBRE 2006 97,140 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 95,210 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 95,867 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 92,943 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 92,300 A1 | A | A Aa3 | A | A+

EUROSTOXX CRESCITA SICURA SERIE III 2006 98,550 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Everest Equity World Serie XI 2007 96,830 A1 | A | A Aa3 | A+ | A+

Everest Equity World Serie XII Settembre 2007 96,712 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XIII 2007 96,830 A1 | A | A Aa3 | A+ | A+

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(�) Index con sottostante Glitnir Banki HF; si comunica che, a partire dalle quotazionidell’ 1/10/2008, le quotazioni sono sospese come da comunicato disponibile sulla homepage del sito www.cattolica.it e www.cattolicabanche.it.

Everest Global Basket Serie XV 2007 96,712 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 91,303 A1 | A | A+ Aa1 | A+ | AA-

Grifo Index serie XIX 2004 99,478 A1 | A | A+ *** Aa1 | A+ | AA-

INDEX "€uro/Dollaro" BSG 2006/2012 SERIE IV 94,160 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE IX 92,943 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE V 93,390 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE VI 95,867 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE X 97,270 Aa2 | AA | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XI 97,140 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XII 96,080 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIII 97,030 Aa2 | AA | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIV 95,740 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 6Y" BSG 2007/2013 SERIE V 92,300 A1 | A | A Aa3 | A | A+

INDEX "ESAGONO" BSG 2005/2010 SERIE XIV 98,997 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX "EURO/$" 2011/BSG SERIE XIII 98,303 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

INDEX "EUROSTOXX50 - SWING 6Y" BSG-2007/2013 SERIE II 95,210 A2 | A+ | AA-

INDEX "HICP-INFLATION" BSG 2007/2012 SERIE III 99,020 Aa1 | - | -

Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 85,550 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 95,320 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 95,404 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 95,710 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2005/2010 SERIE XVI 98,240 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 93,460 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 93,589 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

INDEX BSG 2006/2011 “MAXIESAGONO” SERIE I 2006 98,150 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro Serie IX 2005 96,910 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro Serie V 2005 97,380 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro serie XX 2005 97,922 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

INDEX ESAGONO ITALIA SERIE XIV 2005 99,940 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

INDEX ESAGONO MAXI SERIE II 2006 98,150 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Maxi serie XXIV 2005 98,240 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Plus Serie XIV 2006 97,060 A1 | A | A+ Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Plus Serie XIX 2005 99,270 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Plus Serie XXI 2005 96,502 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Plus Serie XXII 2005 96,087 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Euro - Dollaro 2011 BSG Serie VII 98,140 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

Index Euro-dollaro 2011 BSG Serie VI 97,380 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-

Index Euro-Dollaro 2011 BSG Serie X 2005 96,910 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Eurodollaro Bsg serie 12^ - 2004 100,070 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

INDEX SERIE XV 2005 ESAGONO PLUS 98,997 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX SERIE XVI 2005 COUPON EURO/DOLLARO 98,303 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

Index superswing S&P 500 BSG/2011 Serie II 2005 99,900 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

Index superswing S.&P. MIB - BSG/2011 Serie IV 2005 98,930 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

INDEX SWING SPMIB BSG 2011 SERIE XII/2005 97,250 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Japan – Euro Serie IV 2007 89,720 A3 | BBB | A- Aa2 | A+ | A+

Lombarda vita 6&6 96,380 - | A+ | - Aa3 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 91,400 A2 | A | A A2 | A+ | AA-

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 100,600 A2 | A+ | AA- Aa2 | A+ | A+

Lombarda Vita BRIC 40 "5 + 5" 77,470 - | (1) | - Aa1 | A+ | AA-

LOMBARDA VITA BRIC 40 "5,10 + 5,10” 91,860 - | A+ | - Aa2 | AA | AA-

Lombarda Vita Classic Markets 98,446 Aa1 | A+ | AA-

Lombarda Vita Classic Markets New 95,680 - | A+ | - Aa2 | AA | AA-

Lombarda Vita Euro Sector 101,110 - | A+ | - A1 | AA | A+

Lombarda Vita Euro Sector New 98,160 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA-

Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 85,550 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Presente e Futuro Serie XVI 2007 85,550 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Protezione e Valore Serie III 2007 99,020 Aa1 | - | -

Short Everest Global Basket Dicembre 2007 79,750 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Short Everest Global Basket Novembre 2007 103,434 Baa1 | - | A Aa2 | A+ | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 95,210 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 92,300 A1 | A | A Aa3 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 93,460 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 93,589 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 97,140 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 96,260 A2 | A+ | AA-

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 96,080 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 97,030 Aa2 | AA | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 95,740 A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Più Index - Serie XXXV 2005 99,900 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLI - 2005 98,140 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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Page 33: • Nuova serie - Anno 19 - Numero 183 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Martedì 3 Agosto 2010 • SCIENZA LAlzheimer si può battere studian

€/$ Doppia Opportunità protezione totale 99,032 - | (1) | - Aa3 | AA- | AA-BCP Più index serie IV 2005 96,910 - | A- | - Aa3 | A | A ****C.R.F.C. INDEX LINKED SERIE IX - 2003 99,681 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-CRFC INDEX LINKED SERIE XII 97,465 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-CRFC INDEX LINKED SERIE XII bis 2004 97,300 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-Il valore dell'energia 97,324 A1 | A | A+ - | A- | A-Il valore dell’ acqua - seconda serie 104,186 A1 | A | A+ - | A- | A-Index Linked Bull Dividend 91,120 Aa3 | AA- | AA- Aa2 | A+ | A+Index linked di lusso 104,138 - | A+ | - Aa3 | A+ | A+ *****Index Linked Select Dividend 92,340 Baa3 | - | BBB+ Aa3 | A+ | AA-Index Up 1 2006 100,142 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-Index Up 1 2007 98,419 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+Index Up 2 2006 94,210 A2 | A | A+ Aa2 | A+ | AA-Nikkei Avenue 95,360 Baa3 | - | BBB+ Aa2 | A+ | AA-PROFIT + 98,610 - | BBB+ | A- Aa1 | A+ | AA-SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 142,410 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie I 143,370 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie II 142,410 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie III 141,440 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie IV 140,470 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie V 142,550 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-Tandem Doppia Opportunità 98,489 - | (1) | - Aa2 | A+ | A+Valore Assicurato 96,080 Aa2 | A+ | AA- Aa2 | A+ | AA-

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* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

*** Rating della Società Incorporante Unione di Banche Italiane ScpA

**** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

***** Rating della Società Incorporante Natixis

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

INDEX LINKED NUMERO 1 101,958 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-

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TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLII - 2005 96,910 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLIV 2005 97,250 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Tortona Borse Più Index Serie XXVI - 2004 100,140 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXVIII - 2004 99,856 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXXIII 100,070 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXXIX 2005 97,380 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXXVI 2005 98,930 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LI 2006 95,867 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LIII 2006 92,943 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LV 2006 97,140 A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVI 2006 96,080 A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVIi 2006 97,030 Aa2 | AA | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie XLIX 2006 93,390 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

Tortona Borse Piu' Index Serie XXX 2004 99,819 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIU’ INDEX SERIE XLV 2005 98,240 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

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Carismi Più Certezza 10 109,012 - | (1) | - Aa2 | A+ | A+

Carismi Più Certezza 11 106,170 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA-

Carismi Più Certezza 2 105,638 A2 | A | A Aa3 | A | A ****

Carismi Più Certezza 2 Private 100,490 - | A+ | - Aa2 | AA | AA-

Carismi Più Certezza 3 96,742 - | (1) | - Aa1 | A+ | AA-

Carismi Più Certezza 4 97,001 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-

Carismi Più Certezza 5 96,830 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Carismi Più Certezza 6 103,390 Baa3 | - | BBB+

Carismi Più Certezza 7 96,830 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

CARISMI Più Certezza 8 87,930 Aa3 | A | A **** Aa2 | A+ | A+

Carismi Più Certezza 9 91,080 - | A+ | - Aa2 | A+ | A+

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ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02-58219.1; telefax 02-58317598; 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374.

Stampa: Milano, Stem Editoriale Spa, Cernusco S/N (Milano), via Brescia 22 - Roma, Litosud srl, via Carlo Pesenti 130 - Catania, Società Tipografica Siciliana Spa, Catania, Strada 5ª n. 35 - Cagliari, L’Unione Editoriale Spa, Viale Regione Elena, 12.

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Accertamento Diffusione Stampacertifi cato n. 6470 del 4/12/2008

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Valori al 30/07/2010Elite France-Europe B EUR 89,02Elite France-Europe F EUR 87,07Em Debt Opp. B($) USD 105,74Em Debt Opp. C(Chf) CHF 105,33Em Debt Opp. E EUR 105,49Em Mkts Eq B($) USD 112,33Em Mkts Eq F($) USD 111,95Em Mkts Eq J(Chf) CHF 109,39Em Mkts Eq L EUR 114,28Europe Low Vol B EUR 94,91Europe Low Vol C(Chf) CHF 90,97Europe Low Vol F EUR 93,82European Equities B EUR 203,75European Equities C(Chf) CHF 186,85European Equities F EUR 199,95European Equities H EUR 195,43European Opp B EUR 98,72European Opp C(Chf) CHF 96,36European Opp D($) USD 98,30European Opp F EUR 98,12European Opp N(Chf) CHF 95,87North American Eq. B($) USD 129,81North American Eq. E EUR 124,73North American Eq. F($) USD 128,26North American Eq. G EUR 122,40North American Eq. H($) USD 124,08

Valori al 30/07/2010

European Value A1 EUR 1324,48

Ivy Asset Strategy A1 EUR 1027,04

Japan A1 EUR 549,59

US Large Cap Value A1 EUR 1082,85

US Large Cap Value C1 USD 941,86

W&R Science & Technology A1 EUR 925,78

SUB-FUND NAME NAV DATE PRICE

www.compamfund.com

BLUESKY GLOBAL STRATEGY 30/07/2010 1272,31

BOND EURO 30/07/2010 1064,71

BOND RISK 28/07/2010 1198,06

EMERGING MARKET CORPORATE 28/07/2010 1256,13

EUROPEAN EQUITY 30/07/2010 862,05

MULTIMAN. EQ. AFRICA&MIDDLE EAST 28/07/2010 79,29

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 10,72 29/07/2010 GBP 8,99 29/07/2010 USD 14,03 29/07/2010

Healthcare Opportunities EUR 6,23 29/07/2010 GBP 5,23 29/07/2010 USD 8,16 29/07/2010

Polar Japan Fund USD 16,36 30/07/2010 GBP 10,50 30/07/2010 JPY 1414,26 30/07/2010

UK Absolute Return EUR 12,93 30/07/2010 GBP 10,79 30/07/2010 USD 16,81 30/07/2010 EUR 13,02 30/07/2010 GBP 10,86 30/07/2010 USD 16,92 30/07/2010

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POLIZZE UNIT LINKED

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Sede sociale: Via Gaggia, 4 - 20139 Milano - Cap. Soc. Euro 34.178.000 i.v.

Unidesio 760071 11,190 23/07/2010

Unidesio 760072 10,010 23/07/2010

Unidesio 760073 10,024 23/07/2010

Unidesio 760074 9,868 23/07/2010

Unidesio 760075 11,709 23/07/2010

Unidesio 760077 10,573 23/07/2010

Unidesio 760078 10,070 23/07/2010

Unidesio 760079 10,502 23/07/2010

Unidesio 760080 10,263 23/07/2010

Unidesio 760082 9,518 23/07/2010

Unidesio 760083 10,958 23/07/2010

Unidesio 760085 10,232 23/07/2010

Unidesio 760087 11,041 23/07/2010

Unidesio 760088 9,166 23/07/2010

Unidesio 760089 11,150 23/07/2010

Unidesio 760090 7,152 23/07/2010

Unidesio 760091 10,413 23/07/2010

Unidesio 760092 10,381 23/07/2010

Unidesio 760093 10,099 23/07/2010

Unidesio 760094 10,611 23/07/2010

Unidesio 760095 10,114 23/07/2010

Unidesio 760096 10,183 23/07/2010

Unidesio 760097 10,453 23/07/2010

Unidesio 760098 10,663 23/07/2010

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Unidesio 760139 10,781 23/07/2010

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Unidesio 760157 10,328 23/07/2010

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