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LA TERRA COME SISTEMA Pompei, una città sotto il vulcano Q uando scomparve sotto la spessa coltre di piro- clastiti eruttate dal Monte Somma-Vesuvio, il 24-25 agosto del 79 d.C., Pompei era una delle più importanti città romane della Campania e possede- va circa 20 000 abitanti. L’eruzione comincia probabilmente intorno alle 13 con l’emissione violenta di una colonna di vapo- ri, gas e lava polverizzata che fuoriesce vertical- mente dal condotto vul- canico del Monte Som- ma (la parte più antica del vulcano), raggiun- gendo velocemente un’altezza di 10-12 kilo- metri. La colonna di gas e vapori perde poi ener- gia e si espande in alto in una grande nuvola a for- ma di «pino marittimo», dalla quale ricadono grandi quantità di pomi- ci, che raggiungono Pompei ed Ercolano. Questi primi eventi – durati parecchie ore – sono seguiti da una fase di tranquillità del vulcano, che spinge gli abitanti di quasi tutti i centri abitati della regione vesuviana, fuggiti all’inizio dell’eruzione, a fare ri- torno alle proprie abitazioni. Ma l’eruzione non è ancora terminata! Si manifestano, infatti, violenti fenomeni di vul- canismo idromagmatico, legati alle interazioni tra il magma presente nella camera magmatica (o le rocce da esso riscaldate) e l’acqua di falda che permea le rocce. Venendo a contatto con le pareti calde della camera magmatica, l’acqua si trasforma in vapore ad alta pressione che genera una violenta esplosione. Dal condotto vulcanico fuoriesce con violenza una gigantesca nube ardente a forma di anello (base-sur- ge), costituita da vapori e frammenti di materiali so- lidi, che si espande a grande velocità a partire dal bordo del cratere. Dalle pendici del vulcano scen- dono rapidamente flussi di materiali piroclastici che investono e distruggono Pompei, Oplonti (oggi Torre Annunziata) e Stabia. A qualche decina di ki- lometri di distanza, Ercolano viene sepolta da al- meno tre colate piroclastiche, ricche di pomici e sature di acqua, che ne mantiene relativamente bas- ITINERARIO + La pianta degli scavi di Pompei. PIANO DI VISITA L a grande piazza rettango- lare, sulla quale si affaccia- vano i principali edifici pub- blici, era il centro delle attività politiche, religiose e sociali della città. La piazza era cir- condata su tre lati da un am- pio portico sostenuto da co- lonne di tufo e travertino. Il tufo, uno dei principali mate- riali da costruzione utilizzati a Pompei, è una roccia clastica formata dalla sedimentazione di materiali di varie dimensio- ni emessi durante le esplosio- ni vulcaniche. Pur avendo la composizione chimica di una roccia magmatica, il tufo vie- ne considerato una roccia se- dimentaria, dato che si forma in seguito a processi di tra- sporto, deposizione e litifica- zione di frammenti preesi- stenti. Il travertino è una roc- cia sedimentaria chimica: de- riva dall’evaporazione di ac- que ricche di carbonato di cal- cio e, in genere, viene utilizza- to per rivestimenti e pavimen- tazioni. Il Foro era chiuso a nord dal Tempio di Giove, costruito dai Sanniti prima dell’occupazio- ne romana della città. L’aspet- PRIMA TAPPA Il Foro < Una veduta dall’alto degli scavi di Pompei. Via dell’Abbondanza Via di Stabia Salerno Pompei Strada Nazionale Napoli Villa dei misteri Casa dei Vettii PORTA VESUVIO PORTA ERCOLANO PORTA MARINA PORTA DI NOLA PORTA DI NOCERA PORTA DI SALERNO Foro Basilica PORTA DI STABIA Palestra Anfiteatro Antiquarium Foro Basilica Lupia Palmieri, Parotto Corsi di Scienze della Terra © Zanichelli editore 1

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C36

LA TERRA NELLO SPAZIOA

ITINERARIO 2

piroclastitiUD C2 • Paragrafo 1

pomici UD B5 • Paragrafo 3

vulcanismo idromagmaticoUD C2 • Paragrafo 1

acqua di falda UD B4 • Paragrafo 2

LA TERRACOME SISTEMA

Pompei, una cittàsotto il vulcano

Quando scomparve sotto la spessa coltre di piro-clastiti eruttate dal Monte Somma-Vesuvio, il

24-25 agosto del 79 d.C., Pompei era una delle piùimportanti città romane della Campania e possede-va circa 20 000 abitanti.

L’eruzione comincia probabilmente intorno alle13 con l’emissione violenta di una colonna di vapo-

ri, gas e lava polverizzatache fuoriesce vertical-mente dal condotto vul-canico del Monte Som-ma (la parte più anticadel vulcano), raggiun-gendo velocementeun’altezza di 10-12 kilo-metri. La colonna di gase vapori perde poi ener-gia e si espande in alto inuna grande nuvola a for-ma di «pino marittimo»,dalla quale ricadonograndi quantità di pomi-

ci, che raggiungono Pompei ed Ercolano. Questiprimi eventi – durati parecchie ore – sono seguiti dauna fase di tranquillità del vulcano, che spinge gliabitanti di quasi tutti i centri abitati della regionevesuviana, fuggiti all’inizio dell’eruzione, a fare ri-torno alle proprie abitazioni. Ma l’eruzione non èancora terminata!

Si manifestano, infatti, violenti fenomeni di vul-canismo idromagmatico, legati alle interazioni tra ilmagma presente nella camera magmatica (o le rocceda esso riscaldate) e l’acqua di falda che permea lerocce. Venendo a contatto con le pareti calde dellacamera magmatica, l’acqua si trasforma in vapore adalta pressione che genera una violenta esplosione.Dal condotto vulcanico fuoriesce con violenza unagigantesca nube ardente a forma di anello (base-sur-ge), costituita da vapori e frammenti di materiali so-lidi, che si espande a grande velocità a partire dalbordo del cratere. Dalle pendici del vulcano scen-dono rapidamente flussi di materiali piroclasticiche investono e distruggono Pompei, Oplonti (oggiTorre Annunziata) e Stabia. A qualche decina di ki-lometri di distanza, Ercolano viene sepolta da al-meno tre colate piroclastiche, ricche di pomici esature di acqua, che ne mantiene relativamente bas-

ITINERARIO

+ La pianta degli scavi di Pompei.

PIANO DI VISITA

La grande piazza rettango-lare, sulla quale si affaccia-

vano i principali edifici pub-blici, era il centro delle attivitàpolitiche, religiose e socialidella città. La piazza era cir-condata su tre lati da un am-pio portico sostenuto da co-lonne di tufo e travertino. Iltufo, uno dei principali mate-riali da costruzione utilizzati aPompei, è una roccia clasticaformata dalla sedimentazionedi materiali di varie dimensio-ni emessi durante le esplosio-ni vulcaniche. Pur avendo lacomposizione chimica di una

roccia magmatica, il tufo vie-ne considerato una roccia se-dimentaria, dato che si formain seguito a processi di tra-sporto, deposizione e litifica-zione di frammenti preesi-stenti. Il travertino è una roc-cia sedimentaria chimica: de-riva dall’evaporazione di ac-que ricche di carbonato di cal-cio e, in genere, viene utilizza-to per rivestimenti e pavimen-tazioni.

Il Foro era chiuso a nord dalTempio di Giove, costruito daiSanniti prima dell’occupazio-ne romana della città. L’aspet-

PRIMA TAPPA

Il Foro

< Una veduta dall’alto degliscavi di Pompei.

Via dell’Abbondanza

Via di Stabia

Salerno

Pompei

Strada

Nazionale Napoli

Villa dei misteri

Casa dei Vettii

PORTAVESUVIO

PORTAERCOLANO

PORTAMARINA

PORTADI NOLA

PORTA DI NOCERA

PORTA D

I

SALERNO

Foro

Basilica

PORTADI STABIA

Palestra

Anfiteatro

Antiquarium

Foro

Basilica

Lupia Palmieri, Parotto Corsi di Scienze della Terra © Zanichelli editore1

C 37

ERCOLANO E POMPEI:DUE CITTÀSOTTO IL VULCANO 1IT

INER

ARIO

camera magmaticaUD C2 • Paragrafo 1

nube ardente UD C2 • Paragrafo 2

lahar UD C2 • Paragrafo 3

2

POMPEI:UNA CITTÀ SOTTOIL VULCANO IT

INER

ARIO

sa la temperatura (e non da un lahar, come si pensa-va fino a poco tempo fa). Come è stata ricostruita lastoria di questa eruzione catastrofica, avvenuta mol-to prima della nascita della moderna vulcanologia?La ricostruzione si basa sulle informazioni ricavatedalle cronache dell’epoca (per esempio, due letterescritte da Plinio il Giovane a Tacito), sullo studio de-gli strati di pomici e ceneri che sono stati portati allaluce dagli scavi archeologici e sul confronto con altrifenomeni eruttivi simili.

Dopo l’eruzione, Pompei rimase sepolta per secoli

– le prime esplorazioni archeologiche del luogo risal-gono, infatti, alla metà del Settecento – ma, a partiredal 1860, gli scavi divennero sistematici e razionali eportarono alla luce circa i tre quinti dell’antico inse-diamento.

La visita agli scavi richiede diverse ore; non aven-do, però, come obiettivo quello di descrivere gli edi-fici di Pompei, abbiamo scelto per il nostro itinera-rio quei luoghi che meglio si prestano al collegamen-to e all’approfondimento di argomenti trattati inquesto corso.

to attuale dell’edificio deve es-sere piuttosto simile a quelloche si presentava agli occhidei Romani al momento del-l’eruzione: infatti, il tempio(come del resto molti al-tri edifici pubblici e pri-vati) non era stato anco-ra ricostruito dopo ilviolentissimo terremotoche aveva distruttoPompei nel 62 d.C.

Sul lato opposto delForo si trova la Basilica,il più importante edifi-cio pubblico di Pompei:serviva da tribunale e daluogo di riunione per icommercianti che quitrattavano i loro affari.

Gli studiosi sono stati a lungoincerti sulla data di fondazio-ne dei questo edificio; proba-bilmente la Basilica fu costrui-ta intorno al 120 a.C., prima

della dominazione romanadella città. Ricorda che anchein archeologia viene applicatoil metodo stratigrafico di cuiabbiamo parlato a proposito

della datazione relativa dellerocce: in genere, mano a manoche si scava, si incontrano stra-ti che contengono resti archi-tettonici sempre più antichi

che possono essere data-ti, per esempio, graziealla presenza di cocci diceramica dalle caratteri-stiche tipiche, che svol-gono, quindi, una fun-zione analoga a quelladei fossili guida nella da-tazione delle rocce.

= Il Monte Somma-Vesuvio è costituto da un vulcano-stratopiù antico (il Monte Somma) e da un cono vulcanico più re-cente (il Vesuvio), formatosi durante l’eruzione del 79 d.C.Le immagini mostrano le fasi della sua evoluzione. Primadell’eruzione del 79 d.C. il vulcano presentava solo una mo-desta depressione circolare sulla cima ed era completa-mente coperto di boschi. A memoria d’uomo non si ricor-davano eruzioni (a). Durante laseconda fase dell’eruzione del 79d.C., il magma scalda rocce checontengono una falda acquifera; il

vapore acqueo che si produce si accumula in tutte le piùminute cavità, fino a quando la sua pressione non diventasufficiente a far saltare la copertura di rocce, che viene fran-tumata e trascinata all’esterno da una colonna di vapore egas; infine, dalla base della colonna si allarga una nube ar-dente ad anello, formata da vapore e frammenti di materialisolidi (b). L’eruzione del 79 d.C. termina con il collasso della

parte sommitale dell’edificio vulcanico:si forma una caldera, all’interno dellaquale si è innalzato, in seguito, un nuo-vo cono vulcanico, il Vesuvio (c). rocce

permeabili

magma in risalita

rocce impermeabili

roccesurriscaldate

falda freatica

< Il lato del Foro che dàsulla Basilica. Sullo sfondo,il Vesuvio.

a b c

Lupia Palmieri, Parotto Corsi di Scienze della Terra © Zanichelli editore

LA TERRACOME SISTEMA

La rete stradale di Pompei,come quella delle altre

città romane, presenta duearterie principali che si incro-ciano ad angolo retto, la cuidirezione è determinata dalcorso del Sole: il decumanodisposto in direzione Est-Ovest e il cardo, messo in di-rezione Nord-Sud. Il decu-mano di Pompei è Via del-l’Abbondanza. Il cardo è rap-presentato dalla Via di Stabia.

Dalle strade principali sidipartono varie vie seconda-rie, il cui andamento si adat-ta alla morfologia del terrenoe all’eredità del passato: in-fatti, la colata di lava preisto-rica sulla quale è costruitaPompei ha determinato unaforte pendenza del terreno indirezione Nord-Sud, con unorlo scosceso di lava solidifi-cata che rappresentava unostacolo per le comunicazio-ni verso la spiaggia e verso ilfiume Sarno.

La carreggiata (la cui lar-ghezza va dai 3-5 m dellestrade secondarie agli 8,5 mdi Via dell’Abbondanza) èpavimentata con blocchi po-ligonali di calcare e trachite,

una roccia ignea effusiva.Dove la circolazione stradaleera molto intensa, la pavi-mentazione è solcata da dueincisioni parallele: i solchi so-no il risultato dell’azione ero-siva svolta dalle ruote dei car-ri carichi di merci sulle roccedi rivestimento, non moltodure.

I marciapiedi, larghi fino a4 m e sopraelevati rispetto al-la carreggiata, sono lastricaticon piccole pietre o, talvolta,sono soltanto in terra battu-ta. Per passare da un marcia-piede all’altro i pedoni pote-vano muoversi su grosse pie-tre sistemate sulla sede stra-dale, una versione antica del-le nostre strisce pedonali.Nelle vie larghe si possonocontare 3 o 4 di queste pietrericavate da blocchi di lava,tutte della stessa altezza e di-sposte in modo tale da lascia-re lo spazio necessario al pas-saggio delle ruote dei carri.

SECONDA TAPPA

Le strade cittadine

Molti abitanti di Pompeicercarono rifugio in

luoghi chiusi, ma non ci fuscampo per nessuno; lo di-mostrano i ritrovamenti deicorpi ancora in posizionirannicchiate, quasi a proteg-gersi dalle ceneri umide e cal-de che sommersero la città.

Le ceneri aderivano stretta-mente al cadavere, penetran-do nelle cavità del viso e nellepieghe dei vestiti, e si solidifi-cavano attorno al corpo,mantenendo così l’improntadel corpo e imprigionandonelo scheletro. Durante gli sca-vi, già alla fine dell’Ottocen-to, di numerosi corpi rinve-

nuti venne fatto un calco.Come sono stati ottenuti i

calchi? Fino a qualche decen-nio fa, la tecnica consistevanel colare gesso liquido nelle«matrici» vuote lasciate nellacenere vulcanica dalla de-composizione delle sostanzeorganiche. Queste matricirappresentano dei veri e pro-pri fossili. Con la stessa tecni-ca vennero realizzati calchi dioggetti di legno, di alberi e dianimali: alcuni di essi sonoraccolti nel museo che si tro-va all’ingresso degli scavi.

Dal 1984 il gesso è statosostituito da una resina tra-sparente che, oltre a essere

molto più resi-stente del gesso,consente di osser-vare l’interno delcalco: lo scheletro,ma anche i vestitie i piccoli oggettiche le persone in-dossavano.

TERZA TAPPA

I calchi

< I calchi sono oggiesposti nell’Antiqua-rium pompeiano.

= La Via dell’Abbondanza, vistadal tratto iniziale, presso il Foro.In primo piano una fontana incalcare bianco.

In biblioteca:

– Riscoprire Pompei, «L’Erma» di Bretschneider, 1993 (cata-logo dell’omonima mostra)

– Pompei, «L’Erma» di Bretschneider - Electa Napoli, 1998

In rete:

– Sito dedicato agli scavi di Pompei, che riporta anche lepiante di alcuni edifici:http://www.marketplace.it/pompeiruins/

– Sito dell’Università Roma Tre «Esplora i vulcani italiani»:http://vulcan.fis.uniroma3.it/index_ita.html

– Sempre nel sito dell’Università Roma Tre, pagina ricca diinformazioni sull’eruzione del 79 d.C. (in inglese):http://vulcan.fis.uniroma3.it/vesuvio/79_eruption.html

– Sito dell’Osservatorio Vesuviano:http://www.ov.ingv.it

Via dell’Abbondanza

Stabia

PORTAMARINA

Antiquarium

Lupia Palmieri, Parotto Corsi di Scienze della Terra © Zanichelli editore3

4

POMPEI:UNA CITTÀ SOTTOIL VULCANO IT

INER

ARIO

Gli scavi condotti a Pom-pei hanno permesso di

ricostruire in modo dettaglia-to l’architettura delle case cit-tadine, di cui la casa dei Vettiiè uno degli esempi più signifi-cativi. Le più semplici eranoformate da un cortile internochiamato (in latino) atrium,sul quale si aprivano variestanze: di fronte all’ingresso sitrovava la sala da pranzo (ta-blinum), affiancata da dueambienti di servizio; ai lati lecamere da letto (cubicula) e iripostigli. Il tetto dell’atrio erain genere sostenuto da 4 co-

lonne ed era formato da 4 latiinclinati verso l’interno, inmodo da lasciare al centroun’apertura per la luce o loscolo dell’acqua piovana cheveniva convogliata, attraversoun’apertura (impluvium), inuna cisterna sottostante. Que-sto tipo di abitazione vennepoi modificato e ampliato:dall’atrio si poteva accedere aun porticato, il peristylium, alcentro del quale si trovava ungiardino.

La casa dei Vettii dà un’ideadavvero completa della tipicaabitazione pompeiana dei cetiricchi. La casa è famosa per lepitture che adornano le paretidella sala da pranzo. La tecnicadi pittura utilizzata a Pompeiera piuttosto complicata epresupponeva un’accuratapreparazione della parete.Il muro veniva prima co-

perto con uno strato (spes-so 3-5 cm) di calce e sabbia,

sul quale, una volta asciutto,

veniva steso un secondo stratopiù sottile (0,5-0,7 cm) di cal-ce mescolata a calcite. Su que-sta base si stendeva poi unapellicola formata da una mi-scela acquosa di calce e sapone,alla quale venivano aggiuntigesso polverizzato e, a caldo,un po’ di cera. A cosa serviva-no tutti questi componenti?Con il tempo la calce e la calci-te formano uno strato moltoduro; il sapone neutralizza lacausticità della calce; la ceradona levigatezza e lucidità allapittura e la rende impermeabi-le; il gesso ne aumenta la soli-dità, illumina il fondo e facilitala lucidatura.

Una volta asciutto, l’intona-co era pronto per essere deco-

rato. I colori delle pitture si ot-tenevano mescolando vari pig-menti naturali con una solu-zione acquosa di calce, saponee cera. Ecco la composizionechimica dei colori: il rosso ve-niva ricavato dall’ematite, unminerale costituito da ossidodi ferro; il rosso brillante dal ci-nabro (solfuro di mercurio); ilgiallo dalla limonite (ossido diferro idrato); il blu dal rame,mentre il nero era ottenuto damateriali vegetali carbonizzati.

QUARTA TAPPA

La casa dei Vettii

Scegli la risposta corretta tra le alternativeproposte. Se non ricordi il significato deitermini citati ripassa sul libro l’unità didatti-ca C1.

1 Le piroclastiti sono: gas emessi dai vulcani durante le fasiesplosive;lave che solidificano in forme simili a«cuscini» sovrapposti;frammenti solidi espulsi dai vulcani du-rante le fasi esplosive.

2 Le piroclastiti vengono classificate inpolveri, ceneri e lapilli in base:

alle loro dimensioni;al loro colore;alla loro forma.

3 Le pomici sono: rocce magmatiche intrusive;rocce magmatiche effusive;rocce sedimentarie.

4 Un lahar è:una colata di fango;una pioggia di piroclasti;un gigantesco blocco di roccia magma-tica.

5 Un vulcano-strato è formato da: strati di piroclastiti alternati a strati di la-va;strati di ceneri vulcaniche alternati astrati di pomici.

6 Nei mesi precedenti all’eruzione dell’a-gosto 79, l’area vesuviana venne scossada numerosi terremoti vulcanici. In gene-rale, i terremoti vulcanici:

sono causati da movimenti che defor-mano la litosfera;sono prodotti dal movimento di unmagma in risalita nel condotto vulcani-co.

7 Il rischio vulcanico nell’area vesuvianaè:

inesistente; molto basso;alto.

8 Inserisci nello schema i termini man-canti.

C

BA

B

A

B

A

C

B

A

C

B

A

C

B

A

C

B

A

VERIFICA

1. vestibulum2. fauces3. atrium4. impluvium5. cubiculum

6. ala7. triclinium8. tablinum9. peristylium

10. exedra

= Pianta di una casa pompeiana.

= Ricostruzione di una tipica casapompeiana.

Casa dei Vettii

Lupia Palmieri, Parotto Corsi di Scienze della Terra © Zanichelli editore