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Stratificazione sociale e diseguaglianze Dipartimento di studi sociali e politici Processi di globalizzazione Anno Accademico 2011-2012 III Trimestre Lezione del 9 maggio 2012 Prof. Cristiano Codagnone

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Stratificazione sociale e diseguaglianze

Dipartimento di studi sociali e politici Processi di globalizzazione Anno Accademico 2011-2012 III Trimestre Lezione del 9 maggio 2012 Prof. Cristiano Codagnone

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Perché è importante introdurre questo argomento

n  Converging Divergences?: An International Comparison of the Impact of Globalization on Industrial Relations and Employment Careers, International Journal of Sociology, Vol. 23(4): 561–595

n  Quali sono i meccanismi che danno origine alla differenziazione tra individui e gruppi individui rispetto all’accesso alle risorse e alle connesse opportunità di vita (life chances)?

n  Quali sono le teorie classiche che spiegano questa differenziazione (diseguaglianze)

n  Come sono mutate nel tempo le principali forme di differenziazione

n  Quali sono gli impatti, se ci sono, della globalizzazione sulle diseguaglianze dentro i paesi e tra i paesi ( e le aree geografiche)

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Stratificazione sociale: definizione

n  Sistema di diseguaglianze strutturali di una società a due livelli: ü  Distributivo: ammontare di risorse e ricompense materiali e

simboliche ottenute da individui e gruppi ü  Relazionale: i rapporti di potere esistenti tra individui e tra gruppi

sociali

n  Uno strato è un insieme di individui o famiglie che godono di una stessa quantità di risorse (ricchezza e/o prestigio) o che occupano la stessa posizione nei rapporti di potere

n  Nella storia gli strati hanno assunto forme diverse: caste, schiavitù, ceti, classi

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Universalità della stratificazione sociale

n  La stratificazione è presente anche nelle società più semplici, in base ad esempio a : ü  genere ü  Età

n  Ma alcune società sono particolarmente egualitarie nella distribuzione delle risorse materiali e simboliche (es. società di caccia e raccolta e orticole)

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Teorie della stratificazione: il funzionalismo

n  La stratificazione è funzionale all’imperativo di collocare e motivare gli individui nella struttura sociale

n  La diseguaglianza non solo è inevitabile, ma anche necessaria al buon funzionamento della società

n  In ogni società esistono posizioni/mansioni più rilevanti di altre e richiedono capacità speciali

n  In ogni società il numero di individui dotati delle capacità necessarie a svolgere le mansioni più rilevanti è limitato e scarso

n  La conversione di capacità in competenza richiede investimenti in addestramento (capitale umano)

n  Chi occupa queste posizione deve avere ricompense speciali

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Teorie della stratificazione: Karl Marx

n  La divisione in classi ha origine nella sfera economica, nei rapporti di produzione e nelle relazioni di proprietà ü  chi possiede i mezzi di produzione ü  chi possiede solo la propria forza lavoro e quella della sua prole

n  Modo di produzione: rapporti sociali di produzione/mezzi produttivi

n  I modi di produzione variano nel tempo

n  In quello capitalista esiste una stratificazione in classi bipolare: borghesia e proletariato

n  La teoria dello sfruttamento

n  Altre classi: piccola borghesia e sottoroletariato

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Karl Marx segue

n  Secondo Marx le classi sono dei raggruppamenti omogenei di persone rispetto a varie dimensioni (reddito,consumi, istruzione, valori, stili di vita, etc)

n  Classe in se: solo stessa posizione

n  Classe per se: stessa posizione + coscienza di classe

n  Fattori che facilitano il passaggio da classe in se a classe per se: ü  comunicazione tra appartenenti ad una classe (concentrazione lavoratori) ü  riduzione della stratificazione interna alla classe (culturalmente

omogenea, se invece la classe lavoratrice è multietnica, la sua unità è indebolita)

ü  Esistenza di barriere di classe (assenza mobilità sociale)

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Teorie della stratificazione: Max Weber

n  A differenza di Marx, Weber presenta una teoria pluridimensionale: classi, ceti, gruppi di potere

n  In quanto individua forme diverse di diseguaglianza e non solo quella relativa al possesso dei mezzi di produzione: ü  economia⇒ classe ü  cultura e percezione⇒ ceto ü  politica ⇒ gruppo di potere

n  La Classe non in relazione al processo produttivo ma in relazione ai mercati: ü  del lavoro ⇒ operai/imprenditori (più importante nella società industriale) ü  del credito ⇒ creditori/debitori ü  delle merci ⇒ consumatori/venditori

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Come per altri temi, l’elaborazione concettuale e teorica di Weber parte da una situazione storica concreta

n  Weber osservava nella Germania i vantaggi oggettivi che ai capitalisti derivavano dalla loro posizione di classe...

n  ...ma al tempo stesso sottolineava come i gruppi tradizionali legati alla proprietà terriera, per quanto in declino economicamente, godessero di una posizione sociale auto-percepita e percepita dall’esterno come superiore in base allo status...

n …e si rendeva conto che i lavoratori manuali, per quanto deboli sia dal punto di vista della loro posizione economica e del loro status, esercitavano tuttavia un potere per il fatto di essere organizzati in partiti e/o sindacati

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La classe per Weber

n Weber distingue classi possidenti e classi acquisitive

n Classi possidenti: ü in senso positivo: redditieri che ricavano da schiavi, terre, minieri, immobili ü in senso negativo: nullatenenti ü tra le due ci sono le classi medie

n Classi acquisitive: ü in senso positivo: imprenditori e professionisti ü in senso negativo: lavoratori salariati

n Le classi sono comunque per Weber, entità oggettive ma passive, caratteristiche attribuite a gruppi di popolazione dall’osservatore sociologico, e come tali non necessariamente determinano il comportamento

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Ceto e status per Weber

n  Il concetto di ceto: ü attiene alla sfera della cultura ü sono gruppi di persone con uno stesso stile di vita (stessi gusti e preferenze

di consumo) e un senso di appartenenza ü In genere in ogni società sono stratificati in relazione al grado di prestigio di

cui godono

n Def di Weber: ”definiamo situazione di ceto ogni componente tipica del destino di un gruppo

di uomini, la quale sia condizionata da una specifica valutazione sociale, positiva o negativa, dell’onore che è legato a qualche qualità comune di una pluralità di uomini”

n Per Weber è principalmente lo status che, interessando la percezione soggettiva, consente agli individui di sentirsi parte di un gruppo più ampio e di considerarlo in relazione ad altri

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La relazione tra ricchezza e prestigio per Weber

n Esiste una relazione tra ricchezza (classe) e prestigio (ceto)?

n Non sempre ricchezza e prestigio coincidono (‘i nuovi ricchi’)

n Nella società moderna dovrebbero coincidere di più

n Relazione tra classi e ceti: è complessa ü alcuni ceti nascono in seno alle classi ü altri li trascendono (es. gruppo etnico) ü in genere le classi sono internamente meno omogenee dei ceti

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Lo squilibrio di status

n  In ogni società esiste una pluralità di gerarchie ü reddito ü potere ü istruzione ü prestigio ü …

n Ogni individuo occupa una posizione rispetto a ciascuna di queste gerarchie

n Equilibrio di status quando si occupano posizioni equivalenti nelle diverse gerarchie

n Squilibrio particolare quando si occupa una posizione alta in una gerarchia e un bassa in un’altra

n Lo squilibrio è anche in relazione alle aspettative della società

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La stratificazione nelle società moderne: la classificazione di Sylos Labini

n Classificazione in base al tipo di reddito percepito ü rendita ü profitto ü salario ü redditi misti dal lavoro e capitale (autonomi) ü stipendi ü redditi da lavori precari

n 5 grandi classi sociali ü Borghesia (proprietari, imprenditori, professionisti) ü Piccola borghesia relativamente autonoma (commercianti,

artigiani,coltivatori diretti) ü Classe media impiegatizia ü Classe operaia ü Sottoproletariato

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La stratificazione nelle società moderne: la classificazione di Goldthorpe

n Due dimensioni: ü situazione di lavoro: posizione nella gerarchia organizzativa ü situazione di mercato: complesso di vantaggi e svantaggi materiali e

simbolici (reddito, prestigio, condizioni lavorative, ect

n Tre grandi categorie: ü imprenditori ü lavoratori autonomi senza dipendenti ü i lavori dipendenti

n Aggiungendo la situazione di mercato e il settore economico si distinguono sette classi

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La stratificazione nelle società moderne: la classificazione di Goldthorpe

n  Classe I: grandi imprenditori, professionisti e manager di livello superiore

n  Classe II: professionisti e dirigenti di livello inferiore

n  Classe III Impiegati e addetti alle vendite

n  Classe IV piccola borghesia urbana

n  Classe V Tecnici di livello basso e supervisori

n  Classe VI operai specializzati

n  Classe VII operai non qualificati

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Il reddito che gli individui ottengono dalla loro attività e/o la posizione gerarchica occupata condizionano il loro tenore e stile di vita: i risultati di alcune ricerche empiriche in breve (1/2)

n  La Svezia è una società: ü Che presenta un basso grado di diseguaglianza sociale ü Che inoltre vanta il più progredito ed esteso stato sociale su scala mondiale

n  Tuttavia alcune ricerche empiriche dimostrano come anche in Svezia la differente posizione all’interno della stratificazione sociale si rifletta in modo marcato sulla vita delle persone

n  Starrin e Svenson hanno dimostrato come, scendendo lungo la scala ‘qualifica/autorità’: ü Aumenta l’esposizione a certi tipi di malattie e alla morte premature ü Aumenta l’isolamento sociale che si manifesta ad esempio con una miniore

partecipazione politica ü I rischi di disoccupazione e povertà aumentano

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Il reddito che gli individui ottengono dalla loro attività e/o la posizione gerarchica occupata condizionano il loro tenore e stile di vita: i risultati di alcune ricerche empiriche in breve (2/2)

n  La collocazione individuale nelle gerarchie del lavoro influenza di solito quella ricoperta in altri rapporti sociali

n  La diversità nei livelli di reddito da lavoro influenza il tipo di istruzione che si è in grado di offrire ai propri figli

n  La formazione ricevuta a sua volta indirizza verso certi stili di vita che finiscono per radicalizzare differenze già fondate sul reddito

n  Il grande sociologo francese Bourdieu ha analizzato ad esempio questo tema in termini di riproduzione sociale delle disuguaglianze utilizzando il concetto di capitale culturale

n  Il Tema del capitale sociale ü The strength of weak ties

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Digressione sul concetto di mobilità sociale (1/4)

n  Partiamo da un esempio concreto

n  Filippo ed Enrico erano figli di Alessandro Manzoni e il loro bisnonno era Cesare Beccaria (noto in tutta Europa per i suoi scritti sull’amministrazione della giustizia penale)

n  Raggiunta la maggiore età entrambi non riescono a rimanere nel loro ceto

ü Filippo, arrestato a 26 anni per debiti, continuò in seguito a cercare senza successo un lavoro e visse di espedienti e di prestiti

ü Enrico, che in poco tempo aveva messo su una famiglia molto numerosa, non riuscì ad assicurare alla moglie e ai figli il minimo indispensabile: si racconta che le due figlie possedevano un unico vestito buono e che la domenica si davano il turno per potere andare a messa

n  Questi sono due casi di mobilità inter-generazionale discendente

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Digressione sul concetto di mobilità sociale (2/4)

n  DEFINIZIONE: Si definisce mobilità sociale ogni passaggio di un individuo da uno strato, un ceto, una classe sociale ad un altro

n  Gli studi degli ultimi cinquant’anni sul fenomeno della mobilità sociale hanno portato ad elaborare una serie di distinzioni analitiche. Si può infatti distinguere tra:

ü Mobilità orizzontale e verticale

ü Mobilità ascendente e discendente

ü Mobilità inter-generazionale e intra-generazionale

ü Mobilità di corto raggio e di lungo raggio

ü Mobilità assoluta e relativa

ü Mobilità individuale e di gruppo

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Digressione sul concetto di mobilità sociale (3/4)

n  Mobilità orizzontale: il passaggio di un individuo da una posizione sociale ad un’altra dello stesso livello (es. Chi nasce in una famiglia di artigiani o commercianti e da adulto diventa impiegato)

n  Mobilità verticale: il passaggio di un individuo ad una posizione più alta (ascendente) o più bassa (discendente) nella gerarchia sociale

ü Es. Il figlio di un operaio che si laurea e diventa dirigente d’azienda (ascendente)

ü Es. I figli di Alessandro Manzoni (discendente)

n  Mobilità di lungo raggio: il passaggio di un individuo ad una posizione più alta (ascendente) o più bassa (discendente) nella gerarchia sociale e molto distante da quella di partenza (es. Il caso del figlio dell’operaio che, salta la classe media, e arriva a far parte della classe superiore)

n  Mobilità di corto raggio: il passaggio di un individuo ad una posizione più alta (ascendente) o più bassa (discendente) nella gerarchia sociale strettamente contigua a quella di partenza (es. Il caso del figlio dell’operaio che si diploma/laurea e diventa impiegato)

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Digressione sul concetto di mobilità sociale (4/4)

n  Mobilità inter-generazionale: confronta la posizione sociale di un individuo rispetto a quella della sua famiglia di origine

n  Mobilità intra-generazionale o di carriera : confronta la posizione sociale di un individuo nel corso della sua esistenza

n  Mobilità assoluta: numero complessivo di persone che si sposta da una posizione all’altra della gerarchia sociale

n  Mobilità relativa o anche fluidità sociale: grado di eguaglianza delle possibilità di mobilità dei membri dei vari strati sociali

n  Mobilità individuale: La mobilità dei singoli individui( tutte le distinzioni ed esempi fatti sinora si sono riferiti a questo tipo di mobilità)

n  Mobilità di gruppo o collettiva: movimenti verso l’alto o verso il basso di un intero gruppo (strato o classe) rispetto a tutti gli altri gruppi sociali (es. I borghesi nel corso della rivoluzione industriale)

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Classi e fratture sociali in Europa: I Parte

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Dalla nascita al tramonto delle classi (1/2)

n  Concetto e analisi di classe di Marx ü L’analisi prende spunto dalla realtà inglese del XIX: polarizzazione ü Classe media senza una sua dinamica di mutamento ü Lo sviluppo inglese si diffonderà su tutto il continente

n  Ma questa analisi faceva torto alle peculiarità nazionali

n  La Francia ü Il contadiname parcellizzato francese non dava segni di regresso ü Si espandeva e costituiva delle imprese famigliari indipendenti ü La vera e propria borghesia industriale era minoritaria e tardava a svilupparsi ü Una vera classe operaia si sviluppò in Francia solo alla fine del XIX con la

nascita di una vera e propria grande industria di stampo fordista: la Renault ü Inoltre il forte spirito repubblicano e nazionalista contrastò e ritardò lo sviluppo

dell’ideologia socialista e internazionalista della classe operaia

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Dalla nascita al tramonto delle classi (2/2)

n  Nei Paesi Bassi la base agraria si è mantenuta a lungo e la vocazione commerciale ha continuato per molto tempo a prevalere su quella industriale

n  Spagna e Italia sono state caratterizzate da sviluppi fortemente regionalisti: mentre Catalogna, Navarra, Paesi Baschi, Piemonte, Liguria, e Lombardia si industrializzavano, le altre regioni mantenevano strutture sociali pre-capitaliste ed in certi casi feudali

n  La Germania ü Con un secolo di ritardo la classe operaia si sviluppa secondo il modello

inglese ü Sviluppo precoce e rapido di una classe media salariata legata alla costruzione

dello stato sociale Bismarckiano ü Forte differenziazione tra classe operaia e classe impiegatizia ü La classe media impiegatizia sviluppa una dinamica propria contrariamente a

quanto previsto nell’analisi di Marx ü Divenne poi un attore, purtroppo, molto rilevante nella storia occidentale

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Dalla nascita al tramonto delle classi: L’Inghilterra (1/3)

n  L’Inghilterra è il paese europeo dove maggiormente sono radicate le differenze di classe: ü Fino al 1980 la Gran Bretagna era un paese industriale e la classe operaia era

il gruppo sociale maggioritario ü La politica di de-industrializzazione della Thatcher ha fatto crollare il peso della

classe operaia al 30% (conflitti sociali da XIX secolo: lo sciopero dei minatori del 1985)

ü Molte città inglesi rimangono ancora città industriali (con gli operai insediati al centro, mentre borghesi e classi medie risiedono nei suburbs)

ü All’estremo opposto esisteva una concentrazione di potere nel cosiddetto establishment

ü Negli ultimi vent’anni tuttavia si è assistito ad una crescita di dinamismo e di potere delle classi intermedie e soprattutto dei nuovi professionisti legati all’economia post-industriale

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Dalla nascita al tramonto delle classi: L’Inghilterra (2/3)

n  Come è stata possibile la stabilità politica date queste profonde fratture tra le classi? 1.  Il capitalismo appare a tutti gli inglesi il modo migliore di gestire l’economia,

anche ai rappresentanti della classe operaia che hanno sempre negoziato e prodotto un progressivo miglioramento delle sue condizioni di vita (si pensi al compromesso che portò alla creazione dello stato sociale dopo la seconda guerra mondiale)

2.  Le istituzioni politiche favoriscono il compromesso: non sono mai esistiti in Inghilterra, né un partito comunista potente, né un sindacalismo massimalista. Le trattative sono sempre state pragmatiche su salari e condizioni di lavoro e mai sulla messa in discussione del sistema capitalistico

3.  La struttura di classe non è stata mai statica e la mobilità sociale è andata aumentando nel secondo dopo guerra, mentre le élite della classe operaia sono state progressivamente cooptate nella gestione sociale e politica della nazione e delle città

4.  Rigida segmentazione residenziale delle classi, e quindi minore spinta verso l’uguaglianza: in fondo quella inglese è stata quasi una società divisa in caste….

5.  Forte coesione nazionalistica

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Dalla nascita al tramonto delle classi: L’Inghilterra (3/3)

n  I britannici sono tutti d’accordo su di una serie di elementi fondanti 1.  Economia mista

2.  Piena occupazione

3.  Protezione sociale (toccata solo marginalmente anche dalla Thatcher)

4.  Rapporti privilegiati con USA e Commonwealth

5.  Keynes e Beveridge padrini ideologici

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Dalla nascita al tramonto delle classi: Francia vs Inghilterra

n  Il contrasto del quadro inglese con quello francese è abbastanza netto

n  La Francia è una nazione di contadini la cui classe operaia è di formazione molto più recente: ü La classe operaia non ha mai superato il 40% della forza lavoro ü Dal 1970 ha cominciato a calare fino a raggiungere il 28% ü È rimasta vicina alle sue origini rurali ü Contadiname (massa e peso politico ) e Borghesia ( egemonia culturale e finanziaria)

sono sempre state le due classi dominanti in Francia ü Le città francesi sono centri amministrativi borghesi e non industriali ü Il sistema capitalistico non è mai stato pienamente accettato dalla maggioranza dei

francesi –  La classe operaia e le sue rappresentanze sono state apertamente rivoluzionarie –  Parte della borghesia, piccola e grande, intrisa della dottrina sociale della chiesa,

provava disagio verso il profitto, l’industria, la città –  Solo dagli anni ottanta il capitalismo comincia a guadagnare una sempre più piena

legittimità ü Forte spirito egualitarista

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Dalla nascita al tramonto delle classi: Le tre Italie

n  Il sud

n  Il Nord-ovest

n La terza Italia ü Quella del centro ü Quella del nord est

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Altre forme di stratificazione: considerazioni preliminari

n  L’analisi piramidale della stratificazione sociale ha ormai sostituito il paradigma marxista

n  Per abitudine semantica si continua ad utilizzare il termine classe anche se ormai gli strati analizzati dai sociologi non hanno più molto in comune con le classi come le concepiva Marx

n  Oggi le società si auto-rappresentano come piramidi di strati che hanno frontiere meno chiare e definite rispetto alle classi di Marx

n  Questi schemi permettono di misurare la mobilità sociale e di collocare le varie categorie socio-professionali all’interno di una scala che dovrebbe permettere le comparazioni internazionali

n  Ma le scale utilizzate non sono sempre le stesse e le diverse nomenclature rispecchiano le peculiarità nazionali

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Gli interessi peculiari nello studio della stratificazione sociale

n  I sociologi inglesi continuano a concentrarsi sulla classe operaia, sulla sua sopravvivenza come gruppo con una sua subcultura

n  Quelli francesi si concentrano sulla borghesia con il fine di smascherarne gli strumenti di potere e di riproduzione sociale

n  In Germania gli studiosi hanno una visione meno polarizzata e dividono le loro attenzioni alle quattro categorie principali che vedono nella loro società ü Indipendenti ü Operai ü Impiegati ü Dirigenti

n  In Italia c’è grande attenzione ai piccoli imprenditori

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I mutamenti socio-demografici degli anni cinquanta e sessanta hanno prodotto uno stravolgimento della stratificazione sociale

n  Drastica riduzione del contadiname e il suo rimpiazzo con produttori agricoli meno numerosi

n  Esodo dei figli dei contadini dalle campagne alle città verso impieghi salariati o stipendiati

n  La costante crescita del settore terziario ha attratto forza lavoro da altri settori e soprattutto ha assorbito la nuova forza lavoro femminile

n  L’evoluzione dei sistemi produttivi, soprattutto quella dettata dalle tecnologie e dalle tecniche amministrative e manageriali, ha comportato la nascita di nuove forme di professionalità ü Una conseguenza è stata che la mobilità professionale a corto raggio è divenuta

più rilevante di quella per cambiamento di ramo di attività

n  Tutta questa serie di mutamenti hanno complicato l’analisi della stratificazione e della mobilità sociale, ad esempio: ü Come stabilire se un mutamento professionale rappresenta una salita o una

discesa?

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I limiti di applicabilità delle classificazioni utilizzate per lo studio della stratificazione sociale n  Un limite è quello della prospettiva nazionale, data la presenza di radicate differenze regionali

n  Più in particolare tutte le classificazioni sono ispirate da un certo economicismo, che considera il sistema produttivo come costitutivo dell’ordine sociale, e prendono la professione come indicatore principale

n  La visione stratificazionista misurata principalmente dalla professione ipotizzava che le varie forme di differenziazione si gerachizzassero facilmente in base a quattro elementi che invece sono oggi messi in discussione: 1.  Il ruolo delle donne che, o aiutano i loro mariti o stanno a casa. Oggi non è più cosi e ciò complica il

lavoro dello stratificazionista che deve collocare le famiglie all’interno della sua scala 2.  Il legame tra professione, reddito e istruzione non è più cosi ben definito come un tempo.

1.  Allungamento e diversificazione della scolarità 2.  Moltiplicarsi delle specializzazione e della variabilità delle esigenze delle imprese 3.  Il sommarsi dei redditi di uomini e donne

3.  Il proliferare delle professioni rende difficile l’analisi della mobilità intergenerazionale: come confrontare il livello di mobilità inter-generazionale quando il figlio svolge una professione che non esisteva quando suo padre era parte della forza lavoro?

4.  Accorciamento della vita professionale, aumento del tempo libero, e della disoccupazione, se in ogni dato momento solo il 50% della popolazione ha un impiego, si può fondare l’analisi della stratificazione sociale esclusivamente la posizione professionale?

n  Questi limiti spiegano perchè gli esperti di marketing stiano cercando di costruire nuove tipologie fondate sulle pratiche di consumo e i sistemi di valori

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Redditi e stili di vita: la distribuzione strobiloidale

n  Redditi e patrimoni si dovrebbero prestare meglio alla comparazione in quanto oggettivamente quantificabili

n  I dati indicano che in tutti i paesi la distribuzione dei redditi sta assumendo una forma paragonabile a quella di una trottola o strobiloide

n  Gli strobiloidi relativi ai vari paesi non palesano marcate differenze:

ü Germania e Francia appaiono molto vicine

ü L’Inghilterra è differenziata

ü La Svezia è più egualitaria

n  Il raffronto gerarchizzato dei redditi tuttavia non è che una delle possibili letture della realta

n  Redditi e categorie professionali infatti coincidono sempre meno

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Redditi e stili di vita un esempio: i Laender della Germania occidentale

n  Partendo dall’analisi degli stili di vita e delle categorie professionali un gruppo di ricercatori tedeschi ha elaborato una rappresentazione schematica di ambienti sociali (mentalità): ü Conservatore superiore (8%): avanti con gli anni, con valori tradizionali, professioni

liberali, alti funzionari ma anche impiegati di livello superiore ü Tecnocrate liberale (9%): manager e ingegneri dinamici di vedute liberali e aperte, più

giovani rispetto ai conservatori ü Piccola borghesia (22% in calo): rappresenta il centro tradizionale della società e

include impiegati, funzionari di livello inferiore, piccoli imprenditori, in cui dominano come valori l’ordine, il lavoro, il risparmio. Vengono coltivati i valori di successo professionale e di sicurezza della pensione

ü L’ambiente operaio tradizionale (5% in calo ) e senza tradizione (12% in crescita): rappresenta lo strato inferiore della società. Tra i primi è forte la cultura operaia: vita collettiva, disciplina, orticello ben curato. Tra i secondi invece è più diffusa la disoccupazione, i redditi sono più bassi ed è diffuso l’alcolismo

ü L’ambiente ascendente (25% in crescita): orientato al successo e al raggiungimento dell’ambiente dei tecnocrati liberali. Forte orientamento al lavoro e all’efficienza, il successo professionale è privilegiato rispetto alla vita familiare

ü Ambiente edonista e alternativo (13%-15%):giovani che cercano un lavoro di qualità, orientati all’originalità e refrattari agli obblighi e alle convenzioni tradizionali

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Élite - 2% della popolazione

Costellazione Centrale - 25% della popolazione -  dirigenti

Costellazione Popolare - 50% della popolazione - Operai e impiegati

Povertà -  8% della popolazione

Indipendenti - 15% della popolazione

Diversi

Redditi e stili di vita: La polverizzazione delle classi secondo lo schema di Mendras

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II PARTE

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n  L’emergere di nette categorie di età (giovani, adulti attivi, terza età) e la loro istituzionalizzazione rappresenta un mutamento radicale della società europea occidentale che si è istituzionalizzato negli ultimi 50 anni

n  Si tratta, second Mendras, di una ristrutturazione della società paragonabile alla nascita delle classi nel XIX secolo

n  Un tempo i bambini erano dei piccoli adulti e i giovani dei giovani adulti, ma non dei giovani nettamente differenziati dagli adulti

n  Oggi i giovani vivono un periodo allungato di dilazione dell’entrata nella vita adulta

n  Allo stesso modo i pensionati con un reddito sicuro che vivono dopo l’attività lavorativa in media altri 20 anni occupando il tempo libero rappresentano una novità sociale

L’emergere delle categorie di età come base di fratture sociali

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L’ingresso nella vita

n  L’ingresso è segnato da due gruppi di eventi ü Famigliari (andare a vivere da soli, fare coppia, sposarsi, avere un figlio) ü Professionali (uscire dalla scuola/università, fare apprendistato, trovare un lavoro)

n  Mentre un tempo questi due eventi coincidevano e si verificavano abbastanza presto, oggi tendono ad essere sequenziali ed ad avvenire più tardi

n  Alcuni modelli nazionali ü Il modello mediterraneo, tipizzato sicuramente dall’Italia, lunga fase transitoria legata

al prolungamento degli studi ma anche dal permanere sotto il tetto dei genitori anche dopo aver trovato un impiego (soprattutto i maschi)

ü Il modello francese, in cui i giovani lasciano la casa dei genitori il prima possibile per andare a trovarsi il proprio buco, spesso iniziano una vita di coppia che risulta in una nascita anche prima del matrimonio

ü Il modello scandinavo è simile a quello francese, ma essendosi consolidato prima produce una percentuale altissima di nascite fuori dal matrimoni

ü Il modello inglese è in tutto più precoce: si esce prima da scuola/università, da casa, si trova velocemente un lavoro, ci si sposa e si ha un figlio

ü Il modello tedesco, che si sdoppia in due in funzione delle scelte formative

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La terza età

n  L’allungamento dell’età è uno dei fenomeni più importanti e pieni di conseguenza della nostra società ü Lo stato sociale assicura a tutti una pensione ü L’età di pensionamento si è abbassata in tutti i paesi

n  Si è formata così la una nuova categoria sociale della terza età, circa il 20% in media della popolazione, che dura in media 20 anni dai 60 agli 80

n  La quarta età comincia solo quando malanni e infermità determinano la dipendenza, fenomeno che ha posto lo stato sociale di fronte al problema del cosiddetto long term care

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Uomini e donne (1/3)

n  I progressi dell’individualismo e dell’eguaglianza hanno determinato un radicale mutamento nel rapporto tra i sessi: ü Le donne si sono riprese il controllo della fecondità con ovvie conseguenze sulla natalità

e sull’organizzazione del gruppo domestico ü Individualismo e controllo delle nascite hanno poi spinto i movimenti femministi a

chiedere maggiore eguaglianza in tutti gli ambiti

n  Eguaglianza che per quanto riguarda il livello di istruzione è stata raggiunta in quasi tutti paesi, sebbene permangano nelle differenze a livello dell’istruzione universitaria (ci sono più donne nelle facoltà di medicina e in quelle umanistiche, ci sono più uomini ingegneri)

n  Nel 1991 le donne rappresentavano il 40% della forza lavoro all’interno dell’Unione Europea

n  L’afflusso delle donne nel mercato del lavoro si è riversato soprattutto nel terziario: ¾ nel terziario e il 20% nell’industria

n  In media i salari delle donne rimangono più bassi, in media dal 25% al 35%, di quelli degli uomini a parità di mansioni e livello di qualificazione…

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Uomini e donne (2/3)

n ….e i tassi di disoccupazione tra le donne sono superiori: del doppio, ad esempio in Belgio, Spagna, Portogallo e Italia

n  Le modalità di conciliazione tra lavoro femminile e compiti domestici varia da paese a paese e a seconda delle categorie sociali ü Una soluzione tradizionale, la più diffusa nei paesi mediterranei in Olanda e nel

Regno Unito, è che la donna abbandoni la sua posizione lavorativa alla nascita del figlio per recuperarla dopo lo svezzamento

ü Di fatto quella del figlio unico, che si sta diffondendo in Spagna, nell’Italia del Nord e nella Germania del Sud, può essere vista come un’altra soluzione a questo problema

ü Anche il lavoro part-time si sta diffondendo, sebbene con delle differenze tra i paesi

n  Insieme al controllo delle nascite, il lavoro femminile ha profondamente modificato la vita familiare e i valori…

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Uomini e donne (3/3)

n …la maggioranza degli europei (uomini e donne) concorda sul fatto che oggi una donna che lo voglia abbia diritto a cercarsi un lavoro…

n …accettazione che va di pari passo con la convinzione della necessità di una condivisione dei compiti domestici…

n …come sempre opinioni e comportamenti non sempre coincidono e le donne che lavorano continuano a lavora più degli uomini in casa….

n  Ci sono altre considerazioni che suggeriscono la difficile posizione delle donne: ü La maggior parte delle donne che arrivano ad alte posizioni rimane nubile ü Il matrimonio accresce la probabilità di successo degli uomini ma diminuisce

quella delle donne ü La crisi fiscale dello stato e lo smantellamento dello stato sociale non aiutano

certo le donne a svolgere meglio il doppio ruolo di lavoratrici e di mogli/madri

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Sta nascendo un nuovo sottoproletariato? (1/3)

n  Cosa si intende per sottoproletariato?

n  L’analisi dell’andamento nel tempo degli stobiloidi sembra indicare una preoccupante cristallizzazione agli estremi: ü Una povertà sempre più deprimente ü Una elite chiusa in se stessa

n  Mentre nel corso della rivoluzione industriale, epoca in cui era in voga la dottrina del darwinismo sociale, l’impoverimento delle classi lavoratrici appariva inevitabile, al contrario nel corso dei più volte citati ‘gloriosi trent’anni’ si diffuse la convinzione che tutti dovevano beneficiare e avrebbero beneficiato dell’arricchimento globale, sebbene in proporzioni diverse, con una conseguente riduzione della povertà

n  Purtroppo la riduzione delle sacche di povertà è stato temporaneo ed oggi, nuovamente, anche nelle nostre società evolute e moderne l’arricchimento della società si sta accompagnando con un aumento della povertà

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Sta nascendo un nuovo sottoproletariato? (2/3)

n  La differenza tra la povertà del passato e la povertà moderna ü Un tempo la povertà, diffusa sia in campagna sia in città, era di fatto ereditaria ü Oggi si sta sviluppando una nuova povertà come risultato di un processo di esclusione o

squalifica sociale in cui si cade a seguito di un incidente nel corso della vita: disoccupazione, malattia, il divorzio

n  Prendendo come misura la metà del reddito mediano e le persone che vivono di assistenza la percentuale della popolazione che vive in condizioni di povertà si attesta intorno al 10%

n  Naturalmente ci sono forti differenze regionali nei paesi europei

n  Una delle principali cause della povertà è la disoccupazione che spesso si unisce alla precarietà familiare: la precarietà professionale è fortemente correlata alla precarietà coniugale

n  Con la dissocupazione prolungata i rapporti parentali e amicali si vanno via via allentando, fenomeno che vale soprattutto per i paesi europei del nord

n  Per motivi diversi, la disoccupazione non è automaticamente causa di marginalizzazione in Gran Bretagna e nel meridione europeo

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Sta nascendo un nuovo sottoproletariato? (3/3)

n  La tipologia della povertà di Paugam

1.  La povertà integrata

2.  La povertà marginale

3.  La povertà squalificante

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La formazione e il reclutamento dei dirigenti (1/3)

n  All’estremo opposto sembra palesarsi una sclerotizzazione e chiusura della classe dirigente

n  La democratizzazione dell’istruzione sì è effettivamente compiuta… ü All’inizio del secolo esisteva una netta divisione tra la scuola del popolo e

quella dell’élite, che è stata abolita in quasi tutti i paesi nel secondo dopo-guerra

ü Mentre prima di queste riforme la percentuale di coloro che raggiungevano un diploma di scuola superiore si aggirava tra il 4% e il 10%, oggi:

–  Il 90% dei giovani tra i 16 e i 18 anni proseguono gli studi in Francia, Germania, Belgio e Olanda

–  Il 70% In Gran Bretagna, Spagna, Portogallo e Italia

n … ma non ha tuttavia prodotto una situazione di pari opportunità

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La formazione e il reclutamento dei dirigenti (2/3)

n  L’istruzione universitaria è uno dei meccanismi di selezione dei dirigenti e si presenta molto variegata tra i vari paesi

n  I due estremi: Gran Bretagna e Italia ü Il sistema britannico è molto selettivo in entrata ma laurea il 99% dei suoi

studenti ü Il sistema Italiano invece, scarsamente selettivo in entrata, lo è in uscita e

laurea solo il 31% degli studenti ü Germania, Olanda e Svezia si avvicinano alla Gran Bretagna (83%-87%),

mentre Francia, Belgio e Danimarca sono rispettivamente al 55%, 61% e 70%

n  I tre modelli di selezione delle élite secondo Peters ü Oxbridge ü Il modello delle Grand Scuole francesi ü La prevalenza della formazione giuridica in Germania, Austria, Scandinavia e

Italia

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La formazione e il reclutamento dei dirigenti (3/3)

n  Il sistema francese, che si dichiara democratico ed egualitario, è tutto orientato ai concorsi per entrare nelle grandi scuole alle quali accede solo un piccolissima minoranza

n  Il sistema britannico continua ad essere aristocraticamente elitari e centrato sulla formazione del gentleman

n  Il sistema tedesco è più aperto in quanto presenta più punti di accesso alle posizioni di élite