15 - sul papato

Upload: aristocratos

Post on 14-Apr-2018

238 views

Category:

Documents


2 download

TRANSCRIPT

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    1/79

    Quaderni del Gruppo di UrXV

    SUL PAPATO

    I Edizione LUGLIO 2006 - II Edizione LUGLIO 2007

    Senza Titolo

    Ogni quaderno del Gruppo di Ur raccoglie, in forma organica e sintetica, quanto emersonell'omonimo forum, in relazione ad un determinato argomento. In esso si trovano, perci, siacitazioni degli autori studiati, sia commenti. I quaderni si devono considerare in continuoaggiornamento, dal momento che l'emergere di nuovo materiale sull' argomento trattato purendere opportuna una nuova edizione.

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    2/79

    INTRODUZIONE

    Questo quaderno raccoglie numerosi messaggi, che sono stati inviati al nostro forum in relazione alpapato, ai suoi rapporti con la romanit, e ai problemi, di vario genere, che esso ha comportato ecomporta. La presente II edizione si differenzia dalla I, per l'aggiunta della discussione inerente allarelazione-identit, che esistette per un certo periodo tra il pi antico culto di Serapide e il nuovoculto di Cristo. Altri messaggi, relativi al soggetto di questo quaderno non sono stati ancora inseriti,

    in attesa di un pi organico ampliamento futuro. Pertanto l'attuale edizione risulta cos strutturata:1a) Ekatlos, N.D.U., Ultimus: Flamines & Pontifices1b) EA, Phileas Gage, Pirofilo, Sipex, Sirio, Ultraviolet, Vandermok, Venvs Genitrix:Quando il Cristianesimo non era ancora settario: Cristo e Serapide1c) Tarquinio Prisco: Il Tradizionalismo Cattolico: Un equivoco2a) Ekatlos: L'Imperatore Costantino2b) Ekatlos: La Pseudo-donazione di Costantino, con particolare riguardo alla tesi di Dante3a) Occhi di If: S.Pietro stato realmente il primo papa? Analisi delle prove scritturali3b) Deo Ame: S.Pietro stato realmente il primo papa? Analisi delle provestorico-archeologiche

    4) EA, Deo Ame, Frater Petrus, Ida La Regina, Occhi di If: Nerone e l'Incendio di Roma5a)Pietro Negri: Il papa infallibile?5b) Tarquinio Prisco e Vicario di Satana: Commenti sull'infallibilit papale

    1a) Flamines & Pontifices

    Ekatlos: In questo Forum qualcuno ha talvolta accennato all'opportunit di ricostituire in Europa un

    Pantheon, sul modello di quello romano, allo scopo di metter anche fine alle guerre di religione. Sitratta di guerre delle quali sono colpevoli soprattutto le tre religioni "abramiche", tutte convinte cheesista un unico dio e che naturalmente quello vero sia il loro. Sono guerre spesso assai poco"sacre", perch la religione exoterica non di rado paravento di interessi ben pi materiali. Ginell'Antico Testamento, massacri di intere popolazioni, allo scopo di impadronirsi della terra diCanaan, vennero fatte passare per guerre volute da Dio.La Pax Deorum pu aversi solo nel Pantheon e in esso devono poter aver accesso solo quei culti,"pagani" o "abramici" che siano, che rinuncino (realmente e non a chiacchiere) a imporsi con laviolenza. I culti che non accettano questa clausola sono, ipso facto, fuori dal Pantheon: sono daconsiderarsi eretici e da perseguirsi legalmente, in quanto istigatori di violenza.Perch il Pantheon sia una istituzione stabile ed efficiente occorrono, come nell'antica Roma, pi

    tipi di sacerdoti: non bastano i Flamines, cio i sacerdoti delle singole divinit, ma sono necessarianche i Pontifices, cio coloro che "creano ponti" tra le varie religioni, armonizzandole edeliminando gli eccessi incompatibili; individuando poi e assimilando quei culti che, pur nellediversit di superficie, sono equivalenti tra loro; creando infine un calendario compatibile con i variriti.E' quasi superfluo far notare che i sacerdoti cristiani (inclusi vescovi cardinali e papa), i rabbini, gliimam etc. sono dei Flamines, in quanto sacerdoti di un Dio ben determinato e che l'accesso alpontificato (quello vero) richiede invece un atteggiamento "super partes", che solo l'iniziatoesoterico pu concretamente avere.

    Ultimus: Evola, che ha un'opinione denigratoria nei confronti del cristianesimo, sostiene spessoche tale religione abbia degradato la scienza iniziatica. Se tale degradazione c' stata, mi sonochiesto se essa dipenda da altri fattori, diversi dall'insegnamento cristiano primitivo. I vangelisembrano infatti zeppi di leggi che possono essere viste come "morali" o come indirizzi "magici" aseconda degli occhi di chi li legge.

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    3/79

    N.D.U.: Pi che denigratoria direi che l'opinione di Evola critica, non essendovi in lui unamalevolenza aprioristica. La scienza iniziatica ha subito delle "riduzioni" in tutte le religioniabramiche, perch in tutte e tre queste religioni, a livello ufficiale, ha prevalso l'atteggiamentodevozionale, a discapito delle altre vie; che hanno continuato ad essere percorse, maoccultamente, soprattutto da parte dei legittimi eredi del paganesimo. Per quanto riguarda ilcristianesimo primitivo e le interpretazioni magiche del suo simbolismo non posso che rimandare aquanto ha detto Occhi di If nel quaderno "Considerazioni sull'Iniziazione". Interpretazioni del restoriprese in ambito rosacrociano.

    Ultimus: Uno dei fattori che ritengo fondamentali, perch la degradazione di tali messaggi avvenga, la distanza ontologica, incolmabile, enfatizzata dal cattolicesimo fra la creatura ed il suo creatore.Sebbene l' "umano" non sia "divino", e l'umilt sia fondamentale per ogni cammino, mistici e magihanno anche insegnato che possibile percorrere la strada che porta alla morte dell'uomo ed allarinascita del Dio... L'uomo non Dio, ma pur sempre un dio dormiente. E Dio nel tutto, come iltutto in Lui...c' una certa continuit. L'adottare invece tale distanza ontologica, fa s che il fedelesi ponga come mero postulante, questuante, che si rivolge a Dio (il quale, perdendo il suosignificato trascendente, diviene solo una sua proiezione esteriore) quale ricettacolo di preghiereper ottenere grazia, fiducia, affrancamento dalla paura. Sempre nell'attesa che giunga un dqualche redentore a liberarlo dai peccati commessi. Ci lo pone come passivo, gettandolo

    veramente ancor pi nell'oblio, configurando veramente la religione come oppio dei popoli.

    N.D.U.:Ad eccezione della mistica renana (Eckart e compagni), la teologia ufficiale cristianaconfonde tra la Divinit (ted: Gottheit), l'Uno Infinito che contiene tutto ci che esiste (in atto o inpotenza, in forma manifesta o immanifesta) e il Dio personale (ted: Gott) che il pi elevato tratutti gli enti "personali". La Divinit tale "de iure" ed il fondamento di tutto ci che esiste .Nessun ente personale mai disgiunto da essa e tuttavia nessuno pu sognarsi di diventare laDivinit nel suo complesso: un elemento di una struttura, per quanto migliorabile, non maiconfondibile con l'intera struttura. Il Dio personale , invece, tale "de facto"; infatti, si pu "sfidare":pu andar male (come a Lucifero) o andar bene (come a Zeus contro Crono). Oppure, come nelcaso di Buddha Sakiamuni, ci si pu mettere in una specialissima situazione di "inattaccabilit" , di

    impossibilit conflittuale (Nirvana). La Divinit, che impersonale, non parteggia per nessuno, pursostenendo tutti: il proverbio "Ognuno per s e Dio per tutti" si riferisce appunto alla Divinit.Ma solo gli esoteristi anelano a questi elevati livelli. Ci sono poi (ed hanno tutto il diritto di esserci) isemplici religiosi che adorano, in vari modi e sotto vari nomi, il Dio personale supremo (Geova,Giove etc.), altri che adorano suoi diretti seguaci (angeli, dei minori dell'Olimpo etc), altri infine cheadorano i suoi avversari (demoni, titani etc.). Gli esoteristi non adorano nessuno, semmai, seinteressati, evocano.Gli antichi romani chiamavano Flamines i sacerdoti dei singoli dei. Se si lascia fare ai Flamines nonpu che derivarne settarismo e guerre di religione, ognuno tirando l'acqua al proprio mulino. Ad es.attribuire l'infinitezza al dio personale, come fanno i teologi ufficiali del cristianesimo, millantare untitolo che egli non pu avere. Cos i Flamines, in una vera tradizione, devono essere coordinati daiPontifices, esoteristi che, non adorando nessun dio in particolare, possono coordinare le morali e iculti delle varie religioni, facendo in modo che non entrino in conflitto. Nel 376 d.c., su consigliointeressato del vescovo di Milano Ambrogio (per i cristiani un santo) l'imperatore romanoGraziano, per la sua adesione al cristianesimo, rinunci al pontificato massimo. Non essendoall'altezza del suo compito (perch non "super partes") egli avrebbe dovuto invece abbandonare lacarica imperiale!. Inizi allora la decadenza ed ad un certo punto il vescovo di Roma (che, come haaccemmato Ekatlos, pu esser considerato un Flamen di Cristo) pretese addirittura di farsichiamare pontefice (in modo ufficiale a partire dal concilio di Trento), ruolo che ovviamente non hamai svolto, n potrebbe svolgere. Fortunatamente il collegio pontificale, che coadiuvaval'imperatore (e di fatto, gi dall'epoca di Costantino, ne faceva le veci in campo religioso) hacontinuato a trasmettere le sue funzioni, da principio pubblicamente e poi occultamente nei secolisuccessivi. I tempi della resa dei conti si avvicinano: la partita con le tre religioni abramiche ribelli

    sar regolata. Non si intende abolirle, ma i Flamines devono rinunciare ad ogni guerra di religioneed affidarsi, come un tempo, al coordinamento dei Pontifices. Oggi, soprattutto gli islamici, fannoresistenza in tal senso e rischiano perci una pesante punizione.

    Ultimus: Altro fattore di degradazione dell'insegnamento del Cristo, pu essere ravvisato

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    4/79

    nell'interpretazione dei messaggi cristiani come forieri di repressione degli istinti, falso buonismo,ecc. Ma anche questo dipende dal grado di maturit di chi ascolta, legge, intepreta. Non certo dalmessaggio originale. Come sempre, ognuno ci legge ci che pu. Per attualizzare in modo degno ilmessaggio evangelico credo sia fondamentale interpretarlo, infine, privandosi di quel senso dicolpa, che spinge l'ego a difendersi sempre, anzich riconoscere con serenit i suoi "peccati". Senon cancelliamo il senso di colpa, non saremo mai sinceri con noi stessi, e faremo solo finta di nonvedere i vermi che ci rodono, anzich bruciarli nel fuoco d'amore, portandoli alla luce del Sole. Ilvero unico peccato forse mentire a se stessi...

    N.D.U. : Non si deve confondere l'esoterismo con qualsivoglia singola religione, cristianesimoincluso. Al semplice religioso non si possono chiedere troppe "interpretazioni", giacch, a furia diinterpretare, finirebbe col capire ... ci che vuole!. I codici morali devono essere semplici eimmediati. Cos che, se non li condivide, il religioso possa scegliere un altro culto, con una moralepi confacente alla propria indole, pur essendo rispettosa delle leggi dello stato. In particolare, importante che si scelgano culti che non predichino esplicitamente o ambiguamente lasopraffazione delle altre religioni.

    1b) Quando il Cristianesimo non era ancora settario:

    Cristo e Serapide

    Sipex: Come noto, nella Roma imperiale, il 25 Dicembre era festeggiato come il Giorno diNascita del dio Sole Invitto. La data venne scelta dall'imperatore Aureliano nel 274 d. C., per farla

    coincidere con la fine del solstizio d'inverno (1). Venne anche istituita, per la direzione di tale culto,una nuova carica sacerdotale: il "Pontifex Solis Invicti". E' significativo che venisse usato iltermine "Pontifex" e non il termine "Flamen". L'adozione del culto del Sol Invictus era infatticoncepita da Aureliano non come un semplice culto che si aggiungeva ad altri, ma come un forteelemento di coesione della religiosit dell'impero (un "ponte" tra le varie religioni) dato che, in varieforme, il culto del Sole era presente in tutte le contrade: dall'Egitto (riti di Horus/Serapide) allaPersia (culto di Mithra, peraltro diffusosi ovunque) e alla Germania (culto di Yule, la Ruota, qualesimbolo del Sole), tra le popolazioni celtiche (rito della Mastruca) e quelle siriane ed arabe (culti diHelios/Dusares e Baal), tra i Greci (culto di Apollo) e gli stessi Romani (culto del Sol Indiges).

    (1) Il termine Solstitium, significa "Sole fermo". Il 21 Dicembre la giornata pi corta dell'anno e nei

    giorni dal 22 al 24 Dicembre sembra che il Sole, nel suo moto apparente, rimanga stazionario(raggiunga la medesima minima declinazione). Solo il 25, si rende evidente che il Sole ha ripreso ilsuo cammino ascensionale, ogni giorno orbitando un po' pi verso l'alto, fino al Solstizio di Estate.

    Ultraviolet: Il culto del Sole, primo tra tutti e per tutti i popoli della terra, erompe potente ancoraoggi, in "templi" non sospetti: se entro in una chiesa, in una qualsiasi domenica (dies solis...) edalzo lo sguardo all'altare in un certo preciso momento, sorprender il sacerdote -cattolico- voltoverso di me, con le braccia tese nell'ostensione dell'ostia-Disco Solare. Non ci avevo mai fatto casoprima d'ora.

    Pirofilo: In effetti vi fu un periodo in cui gli stessi culti cristiani si confusero, in certe aree, con i culti

    solari preesistenti, tanto che l'imperatore Adriano dopo il suo viaggio in Egitto (131 d.C.)scrisse al console Serviano, identificando Cristiani e adoratori del dio Serapide, i cui lunghicapelli (raggi solari) gli danno analoga apparenza a quella che conosciamo per Cristo: "ill quiSerapem colunt, Cristiani sunt et devoti sunt Serapi, qui se Cristi episcopos dicunt, nemoillic archisynagogus Iudeorum, nemo Samarites, nemo Cristianorum presbyter non

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    5/79

    mathematicus, non haruspex, non alipts. ipse ille patriarcha cum Aegyptum venerit, ab aliisSerapidem adorare, ab aliis cogitur Christum." [da Flavio Vopisco di Siracusa, QuadrigaeTyrannorum, VIII, 2-4, in Script. Hist. Aug.).

    Venvs Genitrix: E l'imperatore Adriano aveva certamente notizie sicure, visto che fu proprio luiche, in occasione di quel viaggio, fece ricostruire ad Alessandria il tempio di Serapide, andatodistrutto all'epoca del precedente imperatore Traiano. Adriano vi fece anche aggiungere una grandestatua del toro Api, che, dopo il suo rinvenimento nel 1895, attualmente conservata nel museo

    greco-romano di Alessandria.Pirofilo: Qualche tempo dopo Tertulliano, vescovo cristiano di Cartagine, cos scriveva: "...moltiritengono che il Dio cristiano sia il Sole perch un fatto noto che noi preghiamo rivolti verso ilSole sorgente e che nel Giorno del Sole ci diamo alla gioia" [da: Ad nationes, apologeticum, detestimonio animae - databile attorno al 200 d.C.]. E lo stesso Sant'Agostino ebbe a ricordare: "Esorger per voi, che temete il mio nome, il sole di giustizia e la salvezza nelle sue ali e voi usciretee saltellerete come vitelli liberati dal giogo; calpesterete gli empi e saranno cenere sotto i vostripiedi, dice il Signore onnipotente. Quando la differenza di premi e pene, che distingue i beati daireprobi e sotto questo sole nella utopia della vita presente non si scorge, si manifesterchiaramente sotto quel sole di giustizia nello svelarsi di quella vita, allora si avr un giudizio qualemai si ebbe. [da: La citt di Dio, Libro XX, 27 - Sant'Agostino - (Citazioni dall'Antico Testamento:

    Malachia e Libro della Sapienza) - 412/426 d.C.].

    Sipex: Indubbiamente il carattere non settario del culto di Serapide, dio che sintetizzava in s gliattributi di varie deit egizie e greche, favor l'assimilazione temporanea (di cui parla la lettera di

    Adriano) dei cristiani nel medesimo culto. La stessa situazione politica pu aver favorito quellaassimilazione. Infatti, soprattutto in seguito alla distruzione di Gerusalemme nel 70 da parte di Tito,

    Alessandria divenne il principale centro mondiale della religione e della cultura ebraica. E gli Ebreierano fieri avversari tanto dei cristiani, quanto dei pagani. Sotto l'impero di Traiano, e precisamentedal 115 al 117, approfittando del fatto che i romani erano impegnati contro i Parti, scoppi unagrande rivolta ebraica. Essa part dalla Cirenaica. A Cirene vennero distrutti un gran numero ditempli e la popolazione venne sterminata. Poi gli ebrei insorti si diressero verso l'Egitto. Le truppe

    romane guidate dal generale Lupo dovettero ritirarsi da Alessandria, che venne incendiata e tra itempli distrutti vi fu appunto quel Serapeo, che Adriano fece poi riedificare. Contemporaneamenteerano insorti gli ebrei di Cipro e anche gli ebrei di importanti citt della Mesopotamia. Le trupperomane guidate da Marcio Turbone ripresero il controllo dell'Egitto e quelle di Lusio Quieto ilcontrollo della Mesopotamia e della Palestina. Riconquistata Cipro, venne vietato lo sbarco in essaa qualunque ebreo.Il bilancio era per pesante: si tramanda una cifra di 240000 morti tra romani e greco-egizi, molti deiquali non militari. E la situazione rimaneva "calda", prova ne che, sotto il nuovo imperatore

    Adriano, vi fu una nuova rivolta degli ebrei (132-135), questa volta in Palestina. In questo climapolitico, facile capire che i cristiani di Alessandria preferivano momentaneamenteun'alleanza con i pagani, molto meno settari degli ebrei(e degli stessi cristiani) e pi propensi

    ad accogliere i culti altrui.EA: Inoltre Adriano (76-138 d.C.) volle costruire nella sua villa imperiale di Tivoli un Serapeo, cheriproduceva in piccolo quello di Canopo (porto sito sul ramo pi occidentale del Nilo). Una vasca di119 metri per 18, circondata da un portico con statue, conduceva al Serapeo. Tale complesso, coni relativi gruppi statuari, stato convincentemente interpretato come una "ligatura sortis", cio comesimbolo magico del Mediterraneo pacificato, dove le statue di Marte e Mercurio poste al centrorispecchierebbero la volont adrianea di affiancare alle armi il commercio e il benessere.

    Adriano ampli anche il tempio egizio pi grande di Roma e cio l'Iseo e Serapeo Campense,costruito nel 43 a.C nel Campo Marzio, distrutto da un incendio nell'80 d.C. e ricostruito daDomiziano. Nel 126 inaugur a Luxor un santuario dedicato ad Iside. Nel 127 fece costruire adOstia un Iseo.

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    6/79

    Tivoli-Il bacino del canopo visto dal serapeo

    Sipex: Che Adriano fosse convinto dell'identit dei due culti, e perci non ravvisasse particolaripericoli nella diffusione del cristianesimo come allora si presentava, confermato dalla biografia di

    Alessandro Severo (Historia Augusta, Sev. Alex., 43, 6), secondo la quale Adriano avrebbepensato alla collocazione di una statua di Cristo nel Pantheon di Roma:"Christo templum facere voluit eumque inter deos recipere. quod et Hadrianus cogitasse fertur, quitempla in omnibus civitatibus sine simulacris iusserat fieri, quae hodieque, idcirco quia non habentnumina, dicuntur Hadriani, quae ille ad hoc parasse dicebatur".(Egli [Alessandro Severo] desider costruire un tempio a Cristo e dargli un posto tra gli dei - unprovvedimento, si ritiene, che era stato preso in considerazione da Adriano, il quale ordin che un

    tempio senza immagini fosse costruito in ogni citt e poich questi templi da lui costruiti, si dicecon la suddetta intenzione, non sono dedicati ad alcun particolare nume, essi sono oggi chiamatisemplicemente templi di Adriano.)Piuttosto interessante il passo successivo, nel quale si rende evidente che Alessandro Severo(208-235 d.C.), equanime nei confronte dei vari culti, non desiderava affatto che talunopotesse prendere il sopravvento:"sed prohibitus est ab iis qui consulentes sacra reppererant omnes Christianos futuros, si idfecisset, et templa reliqua deserenda".([Alessandro], per, fu fermato nel portare avanti il suo proposito, da coloro i quali, esaminando lesacre vittime, avevano scoperto che, se egli lo avesse fatto, tutti gli uomini sarebbero divenutiCristiani e gli altri templi abbandonati.)Visto come sono andate le cose, difficile non dar loro ragione. Essi avevano previsto che ilcristianesimo come il pulcino del cuculo che, deposto come uovo nei nidi di altri uccelli,schiudendosi butta fuori le altre e legittime uova.

    Venvs Genitrix: Il culto di Serapide, accanto a quello di Iside, durante il secondo e terzo secolo

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    7/79

    d.C. divenne importante quanto - se non pi - quello di Zeus-Juppiter. Marco Aurelio (121-180)invoc l'ausilio degli dei egiziani per salvarsi durante la crisi militare in Illiria, dovuta all'invasione deiQuadi e dei Marcomanni (167 d.C.). Commodo (161-192) si fece rasare come un pastoforo diOsiride e le monete del suo tempo lo mostrano in compagnia di Iside e Serapide.Alessandro Severo (Cesarea, Palestina 208 d.C - Magonza, Gallia 235 d.C.), cugino di Eliogabaloche lo adott (221), restaur gran parte delle strutture dell' Iseo-Serapeo Campense e lo orn difigure e simboli egizi, tra i quali i leoni di pietra egizia, che si trovano presso la fonte dell'acquafelice a Termini e le sfingi ora ai piedi del Campidoglio.

    La sua formazione era iniziata in Siria ed era religiosamente di larghe vedute. In occasione dellacampagna contro i Parti, fece emettere monete dedicate "a Giove Difensore" (Iovi Propugnatori) orappresentanti Marte Vendicatore (Mars Ultor).Secondo Aelio Lampridio, teneva nel suo larario le immagini di Apollonio di Tiana, Cristo,Abramo, Orfeo (Historia Augusta, Alessandro Severo, 29, 2):"Usus vivendi eidem hic fuit: primum, si facultas esset, id est si non cum uxore cubuisset, matutinishoris in larario suo, in quo et divos principes sed optimos electos et animas sanctiores, in quisApollonium et, quantum scriptor suorum temporum dicit, Christum, Abraham et Orpheum ethuiuscemodi ceteros habebat ac maiorum effigies, rem divinam faciebat".Come massima di condotta amava la frase "Vuoi che nel tuo campo sia fatto quello che fai adaltri?" o in alternativa quella udita da Giudei e Cristiani "Non fare ad altri quel che non vuoi sia fatto

    a te stesso" (H.A 51, 6-7), che volle scolpita sul suo palazzo e sulle costruzioni pubbliche (H.A 51,6-7):"Si quis de via in alicuius possessionem deflexisset, pro qualitate loci aut fustibus subiciebatur inconspectu eius aut virgis aut condemnationi aut, si haec omnia transiret dignitas hominis,gravissimis contumeliis, cum diceret, "Visne hoc in agro tuo fieri quod alteri facis?" clamabatquesaepius, quod a quibusdam sive Iudaeis sive Christianis audierat et tenebat, idque per praeconem,cum aliquem emendaret, dici iubebat, "Quod tibi fieri non vis, alteri ne feceris." quam sententiamusque adeo dilexit ut et in Palatio et in publicis operibus praescribi iuberet".Quando dovette risolvere la controversia scaturita per l'assegnazione di un lotto di terra a Roma frai tavernieri che la reclamavano ed una comunit di Cristiani che voleva edificarvi una chiesa, preferassegnare la terra ai Cristiani, perch pensava che l'avrebbero usata "ut quemadmodum illic deus

    colatur" (H.A 49,6).Vandermok: I Romani pensavano che i Cristiani fossero solo una delle tante sette di Galilea,sovversive, ma tollerate se rispettavano l'idea imperiale, ma curioso che gli adoratori di Serapidesiano stati assimilati ad essi, se hanno persino ammazzato San Marco venuto a predicare, a quantodice De Rachewiltz.Mi chiedo da dove provenga l'idea dei capelli lunghi visti come raggi solari. Dalle aureole pagane?Serapide aveva ben poco di solare. A pag. 73 di "From fetish to God in ancient Egypt" di E. A.Wallis Budge (Oxford University Press, Londra 1934, poi Dover), c' un' illustrazione del dio(Asar-Hap) proveniente da un rilievo di Meroe. Nessuna testa taurina, volto umano, copricapoosiriaco, niente capelli, corti o lunghi, e invece una barba e un' aria grave, forse per questo sar poiidentificato con uno Zeus infero, con Ade o Asclepio. Hap o Hep per anche il dio del Nilo equindi Serapide poteva essere un dio "sommovitore" di acque sotterranee o del Nilo Celeste. Nontutti sono d'accordo sull'identificazione Serapide = Osiride + Apis; c' chi sostiene che in originefosse un dio marino asiatico importato da Tolomeo I, Shar-Apshu, analogo ad Ea.E' probabile che il porto di Canopo, dove stava il Serapeum, fosse legato all'apparizione dell'omonima stella, la pi brillante del cielo dopo Sirio, cio alla sua levata eliaca sull'orizzonte localenel periodo tolemaico. Canopo, come si sa, era il pilota della nave di Menelao, morto per un morsodi cobra proprio in quella localit. Curiosamente, nell'Alessandria greco-romana, c'erano due vieperpendicolari che s'incrociavano, la via Canopica e quella di Serapide.Per quel che ne so, il Serapeum di Alessandria e la statua di Serapide, gi visitate dall'ammirevole

    Adriano, fecero poi una brutta fine ad opera del patriarca Teofilo (1). Dopo i pagani, con Cirillo (1),fu la volta degli Ebrei ad essere perseguitati dai Cristiani, quasi a favorire un secondo esodo.

    Malgrado ci, al Cairo, vicino alla chiesa di S. Sergio (Abu Sarga) si trova ancora una sinagoga cheospita la presunta pi antica Thora della storia... (cfr. J. L. Bernard, "Histoire secrte de L' Egypte",

    Albin Michel, Paris 1983).Per i vacanzieri: la citata chiesa di S. Sergio ha una cripta dove secondo la tradizione si sarebbe

    fermata la Sacra Famiglia nella sua misteriosa fuga in Egitto; oggi per per lo pi sommersa dalle

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    8/79

    acque del Nilo. Quanto invece al Serapeum pi famoso, quello di Saqqara, con un sarcofago delmodesto peso di settanta tonnellate, un sotterraneo solitario degno d'essere visitato, proprioperch i turisti lo snobbano del tutto...

    Phileas Gage: Non so prima, ma ai tempi dellassalto cristiano al Serapeo di Alessandria, e relativadistruzione (391 d.c.) di uomini e libri, comandato dallarcivescovo Teofilo (1), il luogo erafrequentato da cristiani s, ma di dottrina gnostica (Francis Legge, Forerunners and Rivals ofChristianity, From 330 B.C. to 330 A.D., 1914). Dunque non assimilabili alle idee che confluiranno

    nella cristianit cattolica. Sembra chele sette gnostiche alessandrine raffigurassero Serapis secondo luso greco, cio con la barba e abitisecondoliconografia classica (Encyclopaedia Britannica, Micropaedia 10: 447, 1991).Per i bibliofili (che qui non dovrebbero mancare): nel Serapeo di Alessandria, erano conservatecopie dei testi presenti nella celebre biblioteca, allinterno del Museo, sorto attorno al 280 a.C. Irotoli di pergamena del Serapeo, a differenza di quelli del Museo, erano accessibili al pubblico, nonsolo agli specialisti. Le opere della biblioteca furono catalogate, attorno al 250 d.C., da Callimaco diCirene: si tratta dei Cataloghi delle persone eminenti in ogni campo del sapere, in 120 rotoli dipapiro (si calcola che il Museion contenesse circa 500 mila rotoli; 40-50 mila nel Serapeo). Vadetto, per, che dopo il III secolo d.C delloriginale biblioteca di Alessandria rimaneva ben poco: il

    Museion sub infatti numerosi incendi, soprattutto durante le incursioni di Giulio Cesare e Aureliano.C chi sostiene che il colpo di grazia fu inferto alla fine del IV secolo d.C.Quel poco che rimasto lo si deve alla cura di pochi benefattori, che trasportarono i rotoli aCostantinopoli o ad Harran, nei pressi dellantica Edessa, oggi Urfa (e da qui molto pass nei secoliseguenti al mondo islamico).

    (1) N.d.U.: Su Teofilo e Cirillo, e sui cristiani della loro epoca ad Alessandria, si troveranno ampiragguagli pi oltre, in questo stesso quaderno, nel saggio di Pietro Negri: "Il papa infallibile?"

    EA: Come narra Plutarco (Iside e Osiride, 28), il dio Serapide, o almeno la sua immagine,proveniva da Sinope sul Ponto Eusino (Mar Nero). Secondo taluni studiosi, in questa citt ormai

    ellenizzata sarebbe esistito un tempio ad una antica divinit sumera Enki (in accadico Ea), iviconosciuta con il titolo di Sar-Apsi ("signore degli abissi"). Il culto fu introdotto ad Alessandria daTolomeo I (304-284 a.C.), in conseguenza dell'ordine (e delle ripetute minacce, nel caso dinegligenza) da parte di una visione che gli era apparsa. Dopo tre anni di trattativa, Tolomeo riuscad ottennere il dio da Scythotherius, re di Sinope. I cittadini tuttavia si rifiutavano di separarsi dalsimulacro del loro dio: si sparse allora improvvisamente la notizia, che spontaneamente esso avevapercorso la via che portava dal tempio alle navi egiziane ancorate nel porto.L'opinione prevalente fra i Greci era che la figura rappresentasse Aidoneus (Juppiter Dis) con alsuo lato, Persephone (Proserpina). Tuttavia, nella visione di Tolomeo, la divinit aveva invece unvolto giovane, pi simile ad Helios o Dionysos, il che non pu non far pensare ad unaidentificazione per certi versi simile a quella presente nell'invocazione di Macrobio (Saturn. I 23,22): "Oh luminoso Zeus Dionysos, padre del mare, padre della terra, Sole creatore di tutte le cose".Serapide detto essere da Plutarco ("Vita di Alessandro") come il dio principale di Babilonia(Seleucia nei periodi pi tardi) alla data della conquista macedone e l'oracolo di questo dio,secondo Arriano (Anabasis, VII. 26), sarebbe stato consultato a Babilonia dai generali di

    Alessandro malato. Questo fatto pu considerarsi una conferma della sua identit con Enki ed isuoi successivi equivalenti. Quando Tolomeo consult il sacerdozio egizio sulla natura di questonume, Manetho Sebennita identific il dio del Ponto con il loro Wsr-hp = Osor-Apis (translitteratodai Greci in " " - 'o Srapis), basandosi principalmente sui simboli zoomorfi che loaccompagnavano, il Serpente e Cerbero, e consider quest'ultimo come l'equivalente di Typhondalla testa di ippopotamo, che assiste Osor-Apis nel suo carattere di sovrano del mondo infero.Questa deit non altri che il Toro Apis, che, dopo la morte, assume la figura di Osiris, la formanormale di apotheosis egiziana, cos frequentemente applicata ai sovrani defunti. E' probabile cheanche l'assonanza dei nomi Sarapsi e Osor-Apis abbia giocato un ruolo in questa identificazione.Inoltre, a Menfi, il tempio di Serapide sorgeva su una collina chiamata Sen-Hapi, che nellatrascrizione greca fu resa con Synopion, causando un'omonimia con Sinope.Tutte queste identificazioni, compresa quella posteriore con Cristo, fecero s che Serapide venisse

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    9/79

    artisticamente rappresentato in svariate maniere (2).

    (2) N.d.U. Nell'antico egitto Osor-Apis dipinto come un uomo con la testa di toro e reca le insegneda cui riconosciamo solitamente Osiris.

    Da: William C. Morey Outlines of Greek History (Chicago: American Book Company, 1903)

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    10/79

    Sopra: Tivoli, Villa Adriana, Canopo (scavi 1736)inv. 22807. Scultura zooantropomorfa bifronte inmarmo grigio, Alt. 50 cm. Et adrianea 131-138d.C.

    Rappresenta Serapide che nasce dal fiore di loto;erroneamente restaurata nel '700 con la parteinferiore femminile e detta a quell'epoca DonnaToro. Provenienza:In alto a destra: stessa opera vista di lato.Di fianco a destra: fotografia senza data nprovenienza - ma probabilmente di oltre 25 anni fada un museo di Parma - di una sculturarinascimentale, in bronzo, dello stesso nume.

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    11/79

    All'epoca di Tolomeo III il Serapeo di Alessandria ospitava una statua del dio, opera dello scultoreBriasside. Serapide era raffigurato nella foggia di uomo barbuto, seduto su un trono (immaginelegata all'iconografia dello Zeus-Ade greco), recante sul capo un cesto (gr: calathos, lat: modius)colmo di sementi, simbolo di fertilit ed abbondanza. Nella mano sinistra sollevata reggeva unlungo scettro, mentre la destra era poggiata sulla testa di un Cerbero. Molti scultori si ispirarono aquesto "archetipo" di Briasside, come dimostrano alcune statue presenti al museo di Ostia, maanche numerose monete.

    Museo Ostiense: Statuetta di Serapide, mancante del braccio sinistro

    Sirio: Ea ha scritto che l'oracolo di Serapide fu consultato a Babilonia dai generali di Alessandro

    Magno malato. Il che indica un altro aspetto di Serapide, quello di Dio della Medicina, cui siriconnette il simbolismo del serpente. Scrive in proposito Kremmerz:

    "Lo stemma, l'impresa, il sigillo della vecchia medicina fu il caduceo di Mercurio e di Esculapio: idue serpi che si aggrovigliano intorno al simbolo di vita sono due anime in amore". (Commentarium

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    12/79

    1911- Nego, Confirmo, Commento)"Sulle rive del Nilo molte divinit avevano nel corpo qualche serpente o qualche cosa del serpente:Serapide, dio della medicina, che poi pass nel Pantheon Romano, aveva un serpente attorcigliatoal corpo". (Dialoghi sul'Ermetismo, VII)

    Serapide con il volto raggiante ed il corpo attorcigliato da un serpente.Thomas Bulfinch, The Age of Fable, Philadelphia: Henry altemus Company, 1897.

    In altre rappresentazioni, il serpente attorcigliato non attorno a Serapide, ma attorno a Cerbero.In altre ancora, sia il volto di Serapide, sia quello di Iside sono raffigurati sul corpo di due serpenticon le code tra loro intrecciate. L'imperatore Adriano nel 133-34, fece coniare in Egitto monete cherecavano impressi due serpenti: Agathodaemon (sacro a Serapide) e Uraeus (sacro a Iside).

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    13/79

    Acquaforte del XVI sec. raffigurante Serapide con un Cerbero attorcigliato da un serpente, secondo lanarrazione di Macrobio (Saturnalia I, 20, 13 e seguenti)

    Bronzo di Cyzico (colonia greca sul Mar di Marmara),

    raffigurante Iside e Serapide nella forma di due aspidi intrecciati

    Moneta di Adriano (133-34 d.C.) coniata in Egitto e raffigurante i due serpenti Agathodaemon (sacro aSerapide) e Uraeus (sacro a Iside).

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    14/79

    Sul modus agendi della loro medicina, scrive ancora Kremmerz:

    "La Medicina Dei la panacea universale, un po' ricetta magistrale per i farmacisti della fine deisecoli: fede nella Grande Intelligenza Ignota, manifestazione della potest creativa di Dio.Magnetismo d'amore a grande dose, e grande umilt. Mercurio, Ermete, Serapide, Kons, lo SpiritoSanto o gli spiriti dei nostri antenati pronunziano il Verbum, il paziente lo accoglie e la

    resurrezione della giovent nella carne mortificata s'inizia e il portento visibile.Tutto il resto accompagnamento orchestrale: dove il Verbum accolto non occorre opera terrestre, npiante, n minerali, n estratti glandolari, niente. E' il Dio, il Grande, che viene nella corrented'amore e sana". (Medicina Dei I)."Il dio della Medicina era Osiride, il Sole presso gli Egizii. Esculapio venne dopo; tra i santi delCristianesimo S. Ciro: ma nel tempio di Iside, la Luna, gli egizi guarivano lo stesso come oggi neitempii delle Madonne nostre. Ci dimostra che la pretesa scienza medica che si studia nelle nostreuniversit ancora una scienza in embrione perch non ha ancora spodestati i tempii, i santi e lemadonne della possibilit di guarire senza medicine". (La Medicina Ermetica - Risposte ad unaspirante ermetista)"Gl'iddii guaritori, come Esculapio e consimili, si manifestarono per la prima volta benefici quando

    gli uomini doloranti vi fecero ricorso - e si manifestarono attraverso l'umana intelligenza. La qualcosa oltre a stabilire l'antico primato dell'arte divina del sanare, deve all'uomo che alle divinit deiNumi non crede, far supporre che dall'intelligenza umana si sprigion la favilla del miracolo quandola guarigione si ritenne miracolo". (Preambolo alla Medicina Aurea, parte I, nota 1 - Commentarium1911)"Ermes il Mercurio alato dei Fenici e dei Romani; ... Corrispondente all'Anubi egizio che sidipingeva con la testa di cane, volgarmente per indicare la costellazione della Canicola,

    jeraticamente per indicare le qualit vigili e sotto un certo aspetto, con un serpente che siaggroviglia al corpo. All'orientale esch caleph, vir canis, si disse anche Esculapio, inventore dellamedicina e custode della vita. Quindi Ermes, Anubi, Mercurio, Esculapio vollero indicare l'identicapropriet mentale che ci congiunge alla verit dei cieli antropomorfi divini delle religioni simboliche

    di una volta". (Commentarium 1910 - Pro Schola)Pirofilo: A proposito di monete antiche, ne esiste una, datata 152-192 d.C. proveniente dall'imperoKushan - (c. I-III secolo) che al suo apice (circa 105-250) si estendeva dal Tagikistan,all'Afghanistan al Pakistan, all'India del Nord, fino alla valle del Gange - che reca sul verso la figuradi Serapis (Carapo nel loro linguaggio) in trono, con un acconciatura egizia e il tipico modius sullatesta, con un diadema nella mano destra e lo scettro nella sinistra. Un chiaro indizio delle tendenzemulticulturali di quell'impero, anche se il basso numero delle monete ritrovate sembrerebbedimostrare una importanza certo minore di questo nume, rispetto a quella che ebbe nell'imperoromano.

    Moneta dell'antica INDIA, Kushans. Huvishka I. Circa 152-192 AD. Al diritto: busto sulle nuvole diPAONANOPAO O-OHPKI KOPANO, coronato e recante scettro e spada, con una fiamma sulla

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    15/79

    spalla destra. Al rovescio:CARAPO (Serapis) in trono con l'acconciatura di Osiride e il modius intesta, recante un diadema nella mano destra e lo scettro nella sinistra.(da J. Rosenfield, The Dynastic Art of the Kushans, p. 98 e pl. IX, 186)

    EA: Nell'ambito dell'antica Roma e del relativo Pantheon - come gi avvenne per quello egizio -l'accoglimento di nuove divinit, provenienti dai paesi conquistati, e la loro assimilazione ad altredivinit gi presenti era prassi comune e cementante l'imponente attivit di culto praticata nello

    stato romano, sia in fase di espansione, sia di consolidamento. In India e paesi limitrofi, Serapis erainvece semplicemente un nume esogeno, che avrebbe certamente potuto essere identificato connumi locali, ma ci non avvenne ufficialmente, perch non vi sarebbe stato alcun vantaggio nreligioso, n politico-sociale.

    Ad es. come "signore degli inferi", Serapis sarebbe stato perfettamente identificabile con Yama,anch'egli assistito dal suo cane arbara, "il maculato", che aveva anche l'epiteto di Triira "dallatriplice testa" e dal suo serpente esha, detto "il reggente degli inferi". Yama anche considerato"Signore delle anime" e "Giudice dei morti", altre funzioni che lo assimilano a Serapide e checontribuirono probabilmente alla tarda identificazione di questi con Cristo.

    Anche il duplice aspetto benevolo e severo presente in Serapide e Cristo, si ritrova nel nume Ind,che, tra le anime dei "giusti" appare come Dharma-rja, "Re della Legge", ed ha un attendente

    Karma-la (identificabile con l'Hermes Psychopompos dei Greci) che li reca alla sua presenza su uncarro semovente. Invece tra i "colpevoli" egli Yama ed ha per loro un altro ministro Kash-Mala,che li trascina davanti a lui con lacci al collo per luoghi selvaggi e pietrosi. Tra i titoli di Yama vi anche Mrityu, termine connesso etimologicamente con il latino Mors, ed equivalente all'aspettoinfero di Juppiter, cio a Dis (Dite).

    Serapide-Cristo e Iside-MariaEgitto Romano (180 - 200 d.C.)

    Due tempere su legno conservate nel J. Paul Getty Museum, Malibu, California

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    16/79

    1c) Il Tradizionalismo Cattolico: Un equivoco

    di Tarquinio Prisco

    Nei riguardi del Concilio Vaticano II, Evola ebbe a pronunciare, in pi occasioni, il suo dissenso percerte pericolose tolleranze nei confronti del materialismo vuoi marxista, vuoi capitalista. Inconseguenza di ci, alcuni appartenenti alla cosiddetta Destra Cattolica italiana ritennero eritengono di dover aderire a qualcuno di quei movimenti del cosiddetto tradizionalismo cattolico, chesi sono opposti anch'essi a talune deliberazioni del suddetto concilio. Che valore ha questa loroscelta? ovvero, l'attuale tradizionalismo cattolico effettivamente nella Tradizione?

    I tradizionalisti cattolici europei contemporanei appartengono principalmente a tre gruppi:1) Sedeplenisti, secondo i quali Paolo VI e i successivi Pontefici sono cattivi Papi, ma rimangono

    formalmente veri Papi. Ai loro sbagli si deve disobbedire. Su questa posizione essenzialmente laFraternit San Pio X, fondata da Monsignor Marcel Lefebvre (1905-1991).Il motivo principale che spiega la separazione della Fraternit Sacerdotale San Pio X da Roma lanozione di libert religiosa. Secondo tale Fraternit, dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, laChiesa cattolica professerebbe, tramite l'idea di "libert religiosa", la tesi secondo cui tutte lereligioni sono pi o meno uguali, con un conseguente progressivo scivolamento verso il relativismo,causa di un allontanamento dalla fede cattolica e dalla stessa nozione naturale di verit.L'ecumenismo e il dialogo interreligioso sono anch'essi interpretati come parallele manifestazioni direlativismo. In questa stessa ottica sono sottoposti a critica:- il codice di diritto canonico del 1983, che non riconoscerebbe pi la Chiesa cattolica come l'unicavera Chiesa;- la politica concordataria della Santa Sede, che non rivendicherebbe pi per i cattolici i diritti chespettano ai seguaci dell'unica religione vera.- la riforma liturgica, in quanto tendente a sfumare le differenze con il mondo protestante; donde lavolont di conservare la liturgia detta "di san Pio V" (in lingua latina e secondo le rubrichepre-conciliari).2) Sedevacantisti formali o "tesisti", secondo i quali Paolo VI (1897-1978) e i suoi successorisono papi materialmente, ma non formalmente. In Italia, i sedevacantisti formali fanno capoall'Istituto Mater Boni Consilii (con sede prima a Nichelino, poi a Verrua Savoia, entrambi inprovincia di Torino) e alla rivista Sodalitium.Monsignor Gurard des Lauriers (1898-1988) elabor, nel 1979, la cosiddetta "tesi di Cassiciacum"(dalla rivista in cui la tesi venne pubblicata, Les Cahiers de Cassiciacum) secondo la quale almenoa partire dal 7 dicembre 1965, con la promulgazione della dichiarazione conciliare sulla libert

    religiosa Dignitatis humanae, ritenuta in contrasto col magistero precedente, Paolo VI (1897-1978)e i suoi successori (attualmente Benedetto XVI), pur occupando legalmente la sede di Pietro inseguito a una valida elezione, non godrebbero pi della autorit pontificia e non sarebbero pidivinamente assistiti. Essi sarebbero Papi solo "materialmente" ma non "formalmente" e,conseguentemente, quanto al potere di giurisdizione, i vescovi da loro nominati non avrebberoautorit. Spetterebbe allora ai cardinali fedeli al precedente magistero o, in mancanza, ai vescoviresidenziali (che possiedono una valida giurisdizione su un territorio e perci non nominati daisuddetti papi) rivolgere all'occupante della Sede Apostolica delle "monizioni canoniche". Se il Papapersiste nel suo errore, non pi tale neppure materialmente e il "concilio generale imperfetto"(cio senza papa e formato dai summenzionati cardinali e/o vescovi) dovrebbe procedere a unnuovo conclave. Nel caso, invece, abiuri i suoi errori, egli diverrebbe Papa anche formalmente.

    3) Sedevacantisti integrali (formali e materiali), secondo i quali l'attuale Papa e i suoi predecessoria partire da Paolo VI (1897-1978) - se non da Giovanni XXIII (1881-1963) - sono formalmenteeretici e apostati dalla dottrina cattolica tradizionale, e che sia di nessun rilievo l'occupazione"materiale" della sede da parte di chi deve essere considerato un usurpatore. I sedevacantistiintegrali fanno capo all'Associazione Santa Maria "Salus Populi Romani" di Torino e alla rivista Il

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    17/79

    Nuovo Osservatore Cattolico.L'Associazione si riferisce all'insegnamento teologico secondo cui "chi fuori della Chiesa non puesserne il capo" (san Roberto Bellarmino, 1542-1621); quindi, non solo il Papa non pi talequando cade in eresia, ma chi gi eretico prima del conclave non pu essere validamente elettoal pontificato. Paolo VI - con qualche dubbio - e Giovanni Paolo II (1920-2005) - con certezza -hanno, secondo l'Associazione, professato eresie gi prima della loro elezione, dunque non sonomai diventati veramente Papi (l'Associazione ritiene che Paolo VI sia caduto comunque in eresiaalmeno dal 7 dicembre 1965, quando ha promulgato la dichiarazione conciliare Dignitatis humanae

    sulla libert religiosa). Siccome Giovanni Paolo II non mai stato Papa, n lo diventato BenedettoXVI, la sede , da tempo, vacante.

    Che bisogna pensare di tutto ci da un punto di vista autenticamente tradizionale? Che (altreessendo le imputazioni da rivolgere agli ultimi papi) si tratta, in generale, di ridicolaggini belle ebuone.La Tradizione riconosce la libert di scelta e quindi la fallibilit di tutti gli uomini (Papa incluso) enello stesso tempo riconosce la necessit che qualsivoglia organizzazione (chiesa cattolicainclusa), per ben funzionare, si dia una gerarchia. Che questa gerarchia possa sbagliare ovvio. Sicercher, per quel che si pu, di minimizzare gli errori. Il che riuscir tanto meglio quanto pi lagerarchia esteriore coincider con l'effettiva gerarchia spirituale. Invocare la "sede vacante", per

    non rinunciare esplicitamente all'infallibilit papale, un escamotage infantile, che non ingannanessuno e con il quale si fa finta di dimenticarsi che l'infallibilit papale, lungi dall'essere dogmarisalente alla chiesa delle origini, fu proclamata tale solo da Pio IX nel 1870.Voler poi perpetuare la chiusura nei confronti delle altre religioni, significa rifiutare l'unittrascendente delle medesime, che quanto di pi antitradizionale si possa pensare. E' spessoproprio il confronto con le altre religioni, che permette di scoprire e sciogliere la cristallizzazione didottrine fanatiche, che si illudono di suscitare la fede autentica (sit venia verbis) "cagando merda"su chi la pensa diversamente e suscitando invece una superba presunzione di superiorit eperniciosi e inutili conflitti di ogni genere.Riguardo alla faccenda della messa in latino e con rubriche pre-conciliari, ci limiteremo a ricordareche lo stesso Kremmerz forn dei salmi in italiano a quegli aderenti miriamici impossibilitati a dirli inlatino (si veda in proposito Kremmerz, La Medicina Ermetica, Firenze 1983). E' la volont magicaad esprimersi nelle parole, che sono solo un medium, e si sa che le lingue non hanno fatto altro chetrasformarsi. Anche le rubriche degli stessi riti iniziatici si sono sempre adeguate alle modificazionidell'interiorit umana. Se da un lato pu essere utile servirsi, per scopi iniziatici, di una lingua"morta", perch non pi soggetta a mutazioni, tuttavia non bisogna farne un impedimento per chitale lingua non conosce. Il caso, tutto sommato raro a livello iniziatico (la maggior parte degli idoneiha cultura tale da capire il latino), diventa frequente a livello della comune religiosit e perci nonc'e niente di male se vengono adoperate nella liturgia anche le lingue di uso comune. Ovviamentele comunit che vogliono conservare il latino devono essere lasciate libere di farlo.

    Aggiungiamo che questi presunti cattolici "di destra", dopo aver preso le mosse da Evola, lo hannoin genere rinnegato, sia perch personaggio per loro scomodo, sia perch non potevano certoimputare ad Evola le loro baggianate. Invece proprio la richiesta di Evola che bisogna rinnovare ai

    papi (e non solo a loro): combattere il materialismo senza tregua e apertamente e non solo quelloeconomico (marxista o capitalista che sia), ma anche quello scientifico, che corrompe la gioventsin dalle scuole, preparando all'accettazione supina di dottrine cosmologiche dubbie e inconcludentie di tecnologie sanitarie che si vorrebbe prevalentemente basare su esperimenti su embrioni e su"tagliuzzamenti" di morenti. Ci al fine di "mungere" le tasche di uomini, che ritenendosi privi dianima, altro non sanno desiderare che un effimero prolungamento della vita, ottenuto in unqualsiasi modo. Il materialismo scientifico uccide ogni etica e ogni legge. Infatti se realmente, prividi anima, gli uomini si comportassero esclusivamente sulla base di una sorta di "softwarecerebrale" (piovuto chiss da dove e che comunque non sono certo stati loro a darsi) che colpa maiavrebbero se, in virt di tale "software", commettessero omicidi o altri reati? C' da stupirsi, se conl'affermarsi progressivo di simili concezioni, l'infermit mentale sia sempre pi frequentemente

    invocata per scagionare i delinquenti?

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    18/79

    2a) L'Imperatore Costantino

    di Ekatlos

    Per comprendere pienamente la rivalit tra politeisti e cristiani, occorre esaminare con un certodettaglio la storia occidentale del IV secolo d. C. Essa si apr con l'ultima persecuzione dei cristiani(303 d. C.), quella dell'imperatore Diocleziano, che faceva seguito alle periodiche persecuzioni deisuoi predecessori (tra i quali Nerone, Decio, Valeriano, Domiziano).Le ragioni delle persecuzioni furono varie:- il rifiuto dei cristiani di riconoscere la divinit dell'imperatore(1);- l'inquietudine dell'opinione pubblica, che vedeva nella crisi dell'Impero una punizione degli antichidei, ai quali parimenti i cristiani rifiutavano il culto;- la preoccupazione delle autorit politiche per la forza di persuasione delle comunit cristiane che,con la loro organizzazione gerarchica, potevano apparire come uno "stato nello stato".Diocleziano abbandon la carica nel 305, lasciando un impero diviso tra occidente ed oriente edaffidato ad una complessa tetrarchia. Dalle lotte di potere all'interno di questa tetrarchia, emerse lafigura di Costantino, proclamato Augusto dall'esercito il 25 luglio del 306. Nello stesso anno, il 28Ottobre, il senato di Roma, trovando illegale la nomina di Costantino, dichiar Augusto, il giCaesar, Massenzio. Questi, pur simpatizzante per il politeismo, restitu ai cristiani libert di culto gidal 306 e i beni ecclesiastici dal 311. Analogo provvedimento fu preso, con l'editto di tolleranzapromulgato a Nicomedia, da Galerio (uno dei tetrarchi) in Oriente, nel 311.Il 28 ottobre del 312, nella battaglia di Ponte Milvio (o di Saxa Rubra) Costantino sconfisseMassenzio, assicurandosi cos il controllo di tutto l'Impero d'occidente.Lo Storico tedesco Andreas Alfdi (2) distingue tre periodi nell'attivit di Costantino:- 1 periodo (dal 312 al 320) di "equidistanza tra Cristianesimo e Politeismo":Con l'editto di Milano del 313, Costantino dichiar il cristianesimo religione permessa, al pari delle

    altre, ribadendo la fine delle persecuzioni. Nel 314, intervenne al Concilio di Arles, che sanc che ilservizio militare non incompatibile con chi professa la fede cristiana: la guerra, se a fin di bene, santa.- 2 periodo (dal 320 al 330) di "manifesta preferenza verso il Cristianesimo":In San Paolo e negli Atti degli Apostoli, si narra come, gi agli albori del movimento cristiano, icredenti avessero spostato il giorno del culto dal sabato alla domenica. Questo era il giorno in cuiGes era risorto dalla morte. Costantino, il 7 marzo del 321 della nostra era, promulg un editto incui stabil che la domenica fosse il giorno di riposo dal lavoro:"Nel venerabile giorno del sole, che i magistrati e gli abitanti della citt, si riposino e che tutti ilaboratori siano chiusi. Nondimeno in campagna, coloro che si occupano di agricoltura possonoliberamente e legalmente dedicarsi alle loro occupazioni abituali, perch spesso accade che un

    altro giorno non sia cos propizio per seminare i campi e piantare la vigna".Da qualche secolo, diversi imperatori (Eliogabalo, Alessandro Severo e soprattutto Aureliano)avevano cercato di far rientrare tutti i culti nel pi generale culto del "Sole Invitto", di cui ogni altroveniva considerato espressione. In particolare nell'anno 274 d.C., l'imperatore Aureliano proclamil 25 Dicembre giorno di festa in onore di tale dio, del quale, l'imperatore stesso era supremosacerdote(3). L'editto del 1921 rappresent il primo atto ufficiale, da parte di Costantino, peridentificare e poi sostituire il culto del Sole Invitto con il culto di Ges, "luce del mondo" secondo ilVangelo di S. Giovanni.Nel 324 Costantino sconfisse l'imperatore d'oriente Licinio e divent l'unico imperatore.Nel 325 egli, pur non essendo n battezzato n catecumeno, anche se si faceva chiamare"isapostolo", cio "pari agli apostoli", e "vescovo di quanti sono fuori della chiesa", volle convocare

    a Nicea, nei pressi di Nicomedia, un concilio che condann la dottrina di Ario e fiss la data diPasqua alla domenica dopo il plenilunio, successivo all'equinozio di primavera. Lo presiedette invirt della superiore funzione regolatrice della vita religiosa dei sudditi (e quindi anche della Chiesacristiana), conferitagli dalla tradizionale carica imperiale di Pontifex Maximus. Con lui, l'Imperoassunse la forma di una monarchia di diritto divino, per molti aspetti di tipo orientale. Nel 326

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    19/79

    vennero istituiti i silenziari, funzionari che avevano il compito di concedere e levare la parola inpresenza dellimperatore.Nello stesso anno, Fausta, consorte di Costantino, accus di stupro il suo figliastro Crispo;Costantino ordin che il colpevole venisse giustiziato. Poco dopo, scopr che l'accusa erastrumentale e condann a morte anche la moglie Fausta.- 3 periodo (dal 330 al 337) di "persecuzione dichiarata verso i culti diversi dalCristianesimo":L Imperatore trasform nel 330 la festa del Sol Invictus del 25 dicembre in Festa Cristiana. Nello

    stesso anno fond Costantinopoli. Costantino si accorse che i seguaci di Ario servivano meglio (diquelli "cattolici") il suo progetto politico, che mirava a fare della Chiesa un instrumentum regni. Adesempio, Eusebio di Cesarea ( 265 ca-339 ca) ebbe a scrivere: L'imperatore immagine delLogos, come il Logos immagine del Padre.Nel 335 si ebbe un nuovo concilio (non ecumenico) che, iniziato a Tiro si trasfer poi aGerusalemme.

    Ad essere esiliato (a Treviri), fu, questa volta, Atanasio, vescovo di Alessandria e grandeoppositore di Ario. Nell'anno 337 d.C., il papa Giulio I ufficializz la data del Natale da parte dellaChiesa Cattolica. Costantino mor a Nicomedia nel maggio dello stesso anno.Opera contemporanea, a lui dedicata, fu "La vita di Costantino", attribuita ad Eusebio di Cesarea.Egli ci narra che, nell'ora estrema, Costantino gli disse " bando alle ambiguit, battezzami ". Ma la

    sua biografia, essendo un panegirico a Costantino, da prendersi con beneficio di inventario.Inoltre, essendo Costantino morto a Nicomedia, sembrerebbe pi verosimile un battesimo (se maici fu) da parte dell'altro vescovo ariano, Eusebio di Nicomedia (ca. 280-341). L'episodio del famososogno di Costantino, prima della battaglia di Ponte Milvio, riportato sia nel "De mortibuspersecutorum" di Lattanzio (240-320), sia nella Vita di Costantino. Secondo quest'ultima,Costantino, temendo la magia a cui faceva ricorso Massenzio, e ritenendo che gli dei dellaTetrarchia, Giove ed Ercole, non fossero stati capaci di aiutare Galerio e Severo, invoc il sommoDio Solare di suo padre Costanzo Cloro, chiedendo di rivelargli chi fosse e di stendergli la suadestra: fu allora che egli vide nel cielo, al di sopra del sole, un trofeo della croce fatto di luce, con lascritta: "In hoc signo vinces". Poi, mentre dormiva, gli apparve il "Cristo di Dio" con lo stesso segnoche vide nei cieli e gli chiese di fare un'immagine del suo segno e di usarla come usbergo in tutti icombattimenti con i nemici.

    A Costantino venne attribuita la traduzione greca della IV egloga di Virgilio.I versi 4-10 della versione originale dicono:"Ultima Cumaei venit iam carminis aetas, magnus ab integro saeclorum nascitur ordo; iam redit etVirgo, redunt Saturnia regna, iam nova progenies caelo demittitur alto. Tu modo nascenti puero,quo ferrea primum Desinet ac toto surget gens aurea mundo, casta fave Lucina; tuus iam regnat

    Apollo."La nuova versione ometteva il verso 10 (coi suoi nomi politeisti di Lucina ed Apollo), e modificava ilverso 6 in modo tale da apparire un testo profetico precristiano: "La Vergine sta per giungere, eporta il re da noi auspicato".Questa leggenda di un Virgilio precristiano si protrasse per tutto il medioevo, tanto che lo stessoDante cos parafras i versi 5-7 dell'Ecloga quarta:

    Secol si rinnova torna giustizia e primo tempo umano, e progenie scende da ciel nova (Dante,Purgatorio, XXII, vv 70-72).E sempre Dante comment: "Gi era il mondo tutto quanto pregno / de la vera credenza, seminata/ per li messaggi del'eterno regno,/ e la parola tua sopra toccata / si consonava a nuovi predicanti"(Purgatorio, XXII, 76 e segg.).

    Il testo di una messa, cantata a Mantova fino alla fine del medioevo, conteneva la leggenda chel'apostolo Paolo avesse visitato a Napoli la tomba di Virgilio ed avesse pianto, dispiaciuto per il fattodi non averlo conosciuto in vita.

    (1) Sono rimarchevoli alcune somiglianze del culto politeista romano con lo Scintoismo nipponico,

    una delle antiche religioni dell'Asia, che si suppone si sia evoluta, da un culto precedente, intorno alIII millennio a.C. Esso crede nella divinit dell'imperatore e aderisce al culto degli antenati e deglieroi nazionali. Ereditario il sacerdozio che consente di officiare le cerimonie relative alle nascite,ai matrimoni e ai funerali. Fino alla fine delle Seconda Guerra Mondiale il Giappone rimase unimpero teocratico: la divinit dell'Imperatore fu infatti "messa da parte", solo quando il Giappone

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    20/79

    cadde nelle mani del generale MacArthur.(2) Andreas Alfdi,"Costantino tra Cristianesimo e Paganesimo", 1976.(3) Antonio Spinosa - La grande storia di Roma, Milano 1998.

    2b) La Pseudo-Donazione di Costantino

    con particolare riguardo alla tesi di Dante

    di Ekatlos

    Il 16 aprile 2004, papa Giovanni Paolo II invi un messaggio ufficiale al presidente del PontificioComitato di Scienze Storiche, monsignor Walter Brandmller, raccomandando vivamente una"conoscenza sempre pi approfondita" della storia e in particolare della storia della Chiesa. Essa,

    disse, "magistra vitae christianae" e pu molto insegnare ai cristiani doggi.Furono proprio gli storici, taluni appartenenti allo stesso clero, a smascherare inconfutabilmente ilfalso pi famoso e discusso della storia del papato: la Donazione di Costantino. Cos che, dopo ilConcilio di Trento, pi nessuno vi dette credito, ai vertici della Chiesa.Il "Constitum Constantini" o "Donatio Constantini" il presunto atto, datato 30 marzo 315 d.C. e tramandato in due redazioni, luna in greco, laltra in latino, con cui quellimperatore -alla vigilia di trasferirsi a Costantinopoli - avrebbe concesso a papa Silvestro I e ai suoisuccessori il dominio su Roma, lItalia e loccidente.Si compone di due parti: una, agiografica, narra la leggenda relativa ai rapporti tra S.Silvestro eCostantino. Nel 314 d. C. un prete di nome Silvestro fu consacrato vescovo di Roma, proprio neglianni in cui la citt era terrorizzata da un dragone puzzolente che, con il fetore del suo alito,sterminava gli abitanti. Il mostro abitava una caverna ai piedi della rupe Tarpea (nella parte sud delcolle Capitolino), alla quale si accedeva attraverso una scala di trecentosessantasei scalini.Nessuno osava affrontare il dragone, finch un giorno il papa si cal disarmato nella tana delmostro e lo cattur. Dopo alcuni giorni l'Urbe fu colpita da una calamit ben pi grave: l'imperatoreCostantino aveva bandito una persecuzione contro i cristiani; lo stesso Silvestro fu costretto afuggire lungo la via Flaminia ed a cercare rifugio in una grotta nei pressi del monte Soratte. Qui loraggiunse la notizia che l'imperatore era stato colpito dalla lebbra. I medici di corte erano disperatiperch nulla riusciva a lenire le sofferenze di Costantino, al cui capezzale furono convocati i pigrandi maghi dell'impero; costoro gli ordinarono di immergersi in una vasca piena di sangue,spremuto dal ventre di bimbi appena nati. Costantino rifiut di sottomettersi a tale rimedio atroce ela notte stessa gli apparvero in sogno i santi Pietro e Paolo, che gli indicarono il rifugio di Silvestro.L'imperatore, credendo che si trattasse di un medico, lo mand a cercare, ma il pontefice, accorso

    al suo capezzale, gli somministr i primi rudimenti della fede cristiana. Dopo una breve penitenza incilicio, Costantino fu battezzato nel palazzo lateranense: l'imperatore, indossata la veste bianca delcatecumeno, fu calato in una vasca dalla quale riemerse completamente guarito. Le piaghe che glidilaniavano il corpo erano scomparse, le ulcere si erano cicatrizzate. La persecuzione fuimmediatamente revocata e il Cristianesimo divent religione ufficiale dell'impero. Nuove chiesecominciarono ad essere costruite a spese dello stato, e di alcune l'imperatore gett personalmentele fondamenta. Un giorno Costantino ricevette dalla Bitinia una lettera della madre Elena, nellaquale l'imperatrice gli suggeriva di adottare il giudaismo, come unica vera religione. Costantinoconvoc il Papa e il Rabbino: i tre disputarono a lungo, ma non riuscendo a mettersi d'accordo,decisero di ricorrere al giudizio di Dio. L'imperatore allora ordin che fosse condotto un toro: siavvicin per primo al rabbino, che sussurr all'orecchio dell'animale un versetto della Bibbia. Il toro,

    come fulminato, piomb a terra, e tutti gridarono al miracolo. Quando fu il suo turno, Silvestro siaccost alla vittima e pronunci il nome di Cristo. Immediatamente il toro morto alz la coda efugg. L'imperatore, sconvolto del prodigio abbandon l'Urbe e part per l'Oriente, dove fond la cittche da lui prese il nome. Ma prima di imbarcarsi don la giurisdizione civile dell'Occidente aSilvestro come esposto nella II parte del documento, della quale riportiamo alcuni estratti:

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    21/79

    Nel nome della Santa e indivisibile Trinit, del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo.Limperatore Cesare Flavio Costantino....al santissimo e beatissimo padre dei padri Silvestro,vescovo di Roma e papa, e a tutti i suoi successori che siederanno come pontefici nella sede delbeato Pietro fino alla fine dei tempi, ed anche a tutti i reverendissimi e cari a Dio vescovi cattolici eai soggetti della sacrosanta Chiesa Romana in tutto il mondo, mediante questa nostra imperialecostituzione, ora e per sempre nei tempi a venire....vogliamo che voi sappiate come giesprimemmo nella nostra precedente prammatica sanzione, che noi ci siamo allontanati dal culti

    degli idoli, dei vuoti simulacri e dei turpi oggetti, dalle diaboliche macchinazioni e da ogni pompa diSatana e siamo giunti alla pura fede cristiana, che vera luce e vita eterna, credendoconformemente a quanto ci insegn il nobile sommo padre e dottore nostro Silvestro papa: in DioPadre, onnipotente creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili, e in GesCristo, suo unico Figlio, signore Dio nostro, per mezzo del quale tutte le cose furono create, e nelloSpirito Santo, Signore e apportatore di vita a tutte le creature.... Questa la nostra fede ortodossarivelataci dal beatissimo padre nostro Silvestro sommo pontefice. E dunque esorto ogni popolo etutte le nazioni ad osservare questa fede....Ordiniamo di onorare con venerazione la sacrosanta Chiesa Romana e di lodare, ancor pi che ilnostro impero e il nostro trono temporali la santissima sede del beato glorioso Pietro, e concediamoad essa potere e dignit di gloria e forza e onori imperiali. Decretiamo altres che essa sia superiore

    alle quattro principali sedi di Antiochia, di Alessandria, di Costantinopoli e di Gerusalemme e a tuttele chiese del mondo; ed ogni vescovo che sar a capo della sacrosanta Chiesa Romana siaconsiderato al di sopra di tutti e il principe di tutti i sacerdoti del mondo.... Al padre nostro Silvestroe ai suoi successori lasciamo il nostro palazzo lateranense e la citt di Roma e le provincedItalia....

    Il documento conteneva inoltre una dichiarazione di Costantino con la quale questi manifestava lasua intenzione di trasferire la sua capitale ne "la provincia di Bisanzio [dove] verr costruita unacitt a nostro nome [...] perch un imperatore terreno non pu esercitare la sua autorit l dove ilprimato dei sacerdoti e il capo della religione cristiana sono messi al potere dall'Imperatoreceleste".Costantino avrebbe deposto personalmente l'atto di Donazione sulla tomba di s. Pietro.

    Lo storico e teologo Johann Dllinger(1799-1890) di Monaco di Baviera (rappresentante di quellachiesa Vetero Cattolica, che non accetta il tardivo dogma dell'infallibilit papale), ritiene (vedi"Infallibilit papale" , trad. ital. pp. 67) che l'intera leggenda di Silvestro e Costantino non puessere stata composta pi tardi della fine del V secolo, perch vi fanno allusione gli storici Gregoriodi Tours (538-594, autore dell'Historia Francorum) e San Beda (672-735, autore della Historiaecclesiastica gentis Anglorum). La Donazione di Costantino, sempre secondo Dllinger, vennecreato a Roma tra il 752 e il 777. Forse ancora sotto Stefano II (a. 753) e allora avrebbe influitonegli accordi di Quiers (localit nei pressi di Leon, dove nel 754 si stipularono accordi tra papaStefano II e Pipino, che promise di difendere la Chiesa e di restituirle i territori imperiali italiani,occupati dai Longobardi) oppure sotto il pontificato di Paolo I (757-767), per dare un fondamentogiuridico, contro i Bizantini e i Longobardi, alle pretese curiali sull'esarcato e su altri territori italiani.Che la Donatio (pur riallacciandosi alla leggenda di S.Silvestro e Costantino del secolo V), sia diorigine curiale e romana e in rapporto con Stefano II, appare da alcuni termini come:- cincinnatio luminarium (che si rinviene solo in lettere papali di questa epoca, nel Constitutum PauliI e nella Donatio);- anatemi (con formule esistenti nella Donatio, Constitutum e Epistula S. Pauli, altro documentodell'epoca);- satrapae (che esiste solo nella Donatio e in altre lettere papali dell'epoca).Fu perci con ogni probabilit composta verso la seconda met del sec. VIII e presentata a Pipino.Un primo accenno ad essa si trova in una lettera di Adriano I a Carlo Magno (a. 777), che glisuggerisce di restituire ancora di pi al papa, essendo questi il successore di Pietro e di Costantino

    nell'Occidente; la prima citazione diretta si ha in Leone IX (nel 1053), entrando poi nel DecretumGratiani (1140) e in altre raccolte di decretali. Si hanno due redazioni della Donazione: unacontenuta nella raccolta dello Pseudo Isidoro, laltra minore, usata da papa Leone IX. Infatti, dati iricchi frutti di tale falso, la Chiesa si mise a fabbricarne altri e cio le decretali dello (Pseudo)Isidoro, apparse fra l'847 e l'853 nella provincia ecclesiastica di Reims in Francia. Le decretali

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    22/79

    (pseudo)isidoriane, facendo riferimento alla Donatio Constantini, stabilivano (in base a suppostiprecedenti decreti papali inventati ed anche in base a risoluzioni conciliari egualmente false) ilprimato dei vescovi (sia nei confronti dei sinodi locali sia nei confronti del potere laico), nonch ilprimato del papa sull'imperatore, anche con la formula totalizzante "Papa caput totius orbis", cio"papa capo di tutto il mondo", che fu utilizzata specie dal papa Niccol I (858-867), approfittandodella crisi di potere degli imperatori Carolingi. Egli, appellandosi alle decretali apocrife, si proposedi sopprimere il sistema delle chiese territoriali autonome, accentrando tutto il potere di nomine,revoche, amministrazione economica etc. nelle mani del papato romano.

    Gerberto di Aurillac (ca. 950-1003) fu un prolifico studioso del X secolo, che divenne il precettoredell'imperatore Ottone III. Papa Gregorio V, cugino di Ottone, lo nomin Arcivescovo di Ravennanel 998. Non senza una certa identificazione interiore con Costantino, Ottone III, nel 999, evidenziil suo desiderio di ricondurre chiesa e impero ad una condizione di primigenio accordo egrandezza, con lelevazione al soglio pontificio del suo maestro Gerberto, che prese il nome diSilvestro II (un'allusione a Silvestro I, il presunto consigliere di Costantino). La tradizione, secondola quale gli imperatori non risiedevano a Roma in omaggio alla Donazione di Costantino fu infranta,e Ottone stabil la sua corte sullAventino.Allinizio dellanno 1001, un documento imperiale, emanato da Ottone III in favore dellachiesa di Roma, dichiarava nel contempo falsa la Donazione di Costantino. Infatti, neldocumento in questione, dopo aver affermato:

    "Nel nome della santa e indivisibile Trinit. Ottone servo degli apostoli e, secondo la volont di DioSalvatore, imperatore augusto dei Romani. Noi dichiariamo Roma capitale del mondo, noiattestiamo che la chiesa romana la madre di tutte le chiese, ma che per incuria ed ignoranza deipontefici ha offuscato la gloria del suo splendore antico. Infatti non solo essi hanno venduto ealienato, per certe pratiche sozze, dalla casa di san Pietro beni che sembravano essere fuori dallacitt, ma e non lo diciamo senza dolore se ebbero qualcosa in questa nostra citt regia, peroltrepassare i limiti con (ancor) pi grande licenza, fra tutti spartirono senza discriminazione chenon fosse stabilita dal denaro e spogliarono san Pietro, san Paolo e i loro stessi altari e, in luogodella riparazione, sempre seminarono confusione. [] Sono infatti falsit ecogitate da loro stessiqueste per cui Giovanni diacono, soprannominato dalle dita mozze, redasse un privilegio a lettere

    doro e sotto il titolo del grande Costantino fabbric i tempi di una lunga menzogna"Ottone III donava al papa otto comitati da amministrare: Pesaro, Fano, Senigallia, Ancona,Fossombrone, Cagli, Iesi e Osimo,

    affinch nessuno mai a lui e a San Pietro osi apportare alcuna molestia o osi importunarlo conqualunque intenzione. Chiunque in verit oser farlo, perda tutto ci che ha e san Pietro riceva lecose che sono sue. Affinch ci sia in eterno conservato da tutti, confermiamo questo privilegio conla nostra mano, a lungo, con laiuto di Dio, vittoriosa e ordiniamo che sia insignita delnostro sigillo, affinch valga per lui e per i suoi successori. Segno di Ottone, signore, invittissimoimperatore augusto dei Romani.

    Ma Ottone III mor l'anno dopo (1002), Silvestro II nel 1003; invece il credito dato alla Donazione diCostantino sarebbe durato ancora a lungo.

    A met del XII sec., un tentativo non solo teorico di ridefinire il concetto stesso di diritto allasovranit ebbe come protagonista Arnaldo da Brescia (fine dellXI sec.-1155), il quale propendevaper una ferma rinuncia da parte della Chiesa ad ogni compromissione con lambito del poteretemporale, pur non individuando il legittimo detentore di esso nella figura dellimperatore, quantopiuttosto nel popolo, che allimperatore eventualmente lo trasferisce mediante la lex. La vicenda di

    Arnaldo ed il suo esperimento repubblicano terminarono tuttavia presto, quando - nel 1155 - vennecondannato al rogo come eretico, anche grazie al decisivo sostegno di Federico Barbarossa,fondatore della dinastia degli Hohenstaufen, al papa Eugenio III. Ma, prima che questo sostegnovenisse garantito, giunse a Federico una lettera di un certo Wezel, sotto il cui nome qualcuno ha

    supposto che si nascondesse addirittura lo stesso Arnaldo. La lettera, scritta dopo lelezione (9marzo 1152) a re dei Romani del Barbarossa, evidenzia l'assoluta alleanza tra le istanze di riformareligiosa e una completa coscienza del diritto imperiale di Roma, dimostrando inesistenti le pretesedel Papato, menzogna e favola eretica la donazione di Costantino, e invece operante sempre la lexregia, che tuttora consentiva al Senato e al popolo di creare essi limperatore: Que lex, que ratio

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    23/79

    senatum populumque prohibet creare imperatorem?. Ma Federico non si mostr condiscendenteverso la tesi di una "concessio" non definitiva.Nei secoli successivi, pi prudentemente altri oppositori non affermarono la falsit del documento,ma ne contestarono il valore giuridico. Essi possono essere divisi in tre categorie :- coloro secondo i quali la donatio valida ma perniciosa perch contraria alle scritture, comeMarsilio da Padova (1275 c - 1342 c) nel "Defensor Pacis";- coloro secondo i quali la Donatio conferiva al papa un potere temporale non universale, malimitato a talune terre d'occidente, tra i quali si possono citare: Giovanni da Parigi ( (1269-1306)

    nel cap. XXI del suo "Tractatus"; Gaspare Calderini (?1330-1399) in alcuni "consilia" legati allaquestione della legittimazione della prole; Bartolomeo da Saliceto (met XIV sec. / XV) in diversicommenti al Codice giustinianeo; Giovanni da Imola (morto nel 1436) in commenti al dirittocanonico e al diritto civile;- coloro, infine, che invece negavano che quel documento potesse conferire alcun poteretemporale, tra i quali: Accursio (c. 1185- c. 1265) nella glossa "Conferens Generi"; Alberico daRosciate (c.1290-1360) in alcuni commenti al Digesto di Giustiniano; Raffaele Fulgosio(1367-1427) nel commento al Proemium del Digesto vecchio; e, naturalmente, Dante Alighieri(1265-1321).La Donazione un tema che ricorre spesso in Dante, sia nella Monarchia sia nella Commedia.Dante conosceva sicuramente il falso, denunciato apertamente da Ottone III e dalla lettera di

    "Wezel", e tuttavia prefer prudentemente limitarsi a negare risolutamente ad essa ogni valoregiuridico, con argomentazioni che sembrano tener conto soprattutto del pensiero di Accursio, diCino da Pistoia e di Gioacchino da Fiore. La questione viene affrontata per esteso nella Monarchia;non potendo esprimere dubbi sul fatto che la donatio sia un fatto storico (il che sarebbe equivalso adare implicitamente del "bugiardo" o dello "sprovveduto" a non pochi papi), Dante costretto adaffermare che il popolo sarebbe felice, se linfirmator Imperii (Costantino) non fosse mai nato, o sealmeno la sua pia intentio non lavesse tratto in inganno (II xi 8).Egli sviluppa poi giuridicamente la questione nel capitolo a essa dedicato, cio il III. Per dimostrarel'invalidit della Donazione, segue un duplice percorso, fondato sulle caratteristiche del donante edel donatario. Per dimostrare che il donante non poteva legittimamente donare la supremaiurisdictio, Dante invoca linedita istanza del "diritto umano": lintegrit dellImpero intangibile,

    essendo parte costitutiva del "diritto umano", contro cui neppure lImperatore pu agire. Costantinoperci non poteva alienare neppure la pi piccola parte dellImpero, se non andando "contra iushumanum" (Mn III x 9). Il genere umano ha infatti un inalienabile "diritto" allunit dellImpero, comenecessaria condizione del suo "bene esse", quindi che la "tunica inconsutile" non vada lacerata un diritto dellumanit assoluto e irrinunciabile. Come la Chiesa ha il proprio fondamento in Cristo,cos lImpero si fonda su questo ius humanum (ivi, 7). Il richiamo alla specificit della missionesacerdotale e al carattere spirituale della chiesa, che ne consegue, permettono poi di dimostrarelincapacit del donatario a ricevere. Questa accettazione fu per Dante una colpa pi grave dellaDonazione stessa, essendo la Chiesa del tutto impossibilitata a ricevere doni temporali per esplicitocomando evangelico (Mt 10, 9-10): Sed Ecclesia omnino indisposita erat ad temporalia recipiendaper preceptum prohibitivum expressum (Mn III x 14). Non pu ricevere temporalia, certamente, permodum possessionis, cos come lImperatore non poteva donarli per modum alienationis (ibid., 15).Lunico modo accettabile di ricevere doni temporali, per la Chiesa, quello di cui gli apostoli hannomostrato lesempio, cio non per possedere, ma per dispensare ai poveri (ibid., 17). E la suapretesa, fatta valere con forza degna di miglior causa dalla teocrazia papale e difesa dallaletteratura ierocratica, di possedere la facolt di attribuire autorit al potere temporale contraddicela "forma" stessa della Chiesa, quindi una pretesa "contra naturam Ecclesiae" (xiv 1-2). La"forma" della Chiesa infatti costituita dalla vita di Cristo, cio dalla sua parola e dalle sue azioni,da cui si ricava lesplicito rifiuto del potere temporale: Il mio regno non di questo mondo (Giov.18, 36).L'esame della Commedia importantissimo per capire che cosa realmente Dante pensasse suCostantino e sulla veridicit o meno della Donazione. Se infatti la "lettera" di certi passi vuol farcredere che Dante ritenesse realmente avvenuta la Donazione, i simboli di altri passi indicano il

    contrario.In Inf. XIX, 115-117, Dante sembra dar credito alla Donazione:

    Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,non la tua conversion, ma quella dote

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    24/79

    che da te prese il primo ricco patre!.

    In Inf. XXVII, 94-96, sembra dar credito alla leggenda della lebbra di Costantino, curata da SilvestroI:

    Ma come Costantin chiese Silvestrod'entro Siratti a guerir de la lebbre,

    cos mi chiese questi per maestro

    In Pg. XXXII, 136-141, il poeta concede a Costantino, chiamato allegoricamente "la piuma" (conchiaro riferimento all'aquila simbolo dell'impero) la buona intenzione del suo atto:

    Quel che rimase, come da gramignavivace terra, da la piuma, offerta

    forse con intenzion sana e benigna,si ricoperse, e funne ricoperta

    e l'una e l'altra rota e 'l temo, in tantoche pi tiene un sospir la bocca aperta.

    In Pd. XX, 55-60, il significato letterale esprime il fatto che Costantino si trova, nonostante tutto, inParadiso,

    perch ha agito con buona intenzione:L'altro che segue, con le leggi e meco,sotto buona intenzion che f mal frutto,

    per cedere al pastor si fece grecoora conosce come il mal dedutto

    dal suo bene operar non li nocivoavvegna che sia 'l mondo indi distrutto.

    Tuttavia da un punto di vista simbolico, si deve considerare che Dante ha posto Costantino in unpunto ben preciso del paradiso: nell'occhio dell'aquila del cielo VI (di Giove o degli Spiriti Giusti) eprecisamente egli uno dei cinque che costituiscono il ciglio dell'occhio. Ora l'occhio dell'aquila un noto simbolo di lungimiranza e il ciglio che lo ricopre "protegge" e custodisce tale facolt. Dantesta dunque dicendo, a coloro che hanno "li intelletti sani", che Costantino era troppo giusto e troppolungimirante, per commettere un errore pacchiano come la "Donatio" e che perci, in realt, ilpoeta sa perfettamente che si tratta di un falso.Perci, nel precedente, Pd. VI,1-6 l'affermazione che laquila fu portata "contro al corso del ciel" noncostituisce un giudizio negativo, ma si riferisce semplicemente al ritorno nella Troade, da dovelaquila era partita, visto come il compimento di un ciclo, come segno delluniversalit dellImpero,che spazia da est a ovest:

    Poscia che Costantin l'aquila volsecontr'al corso del ciel, ch'ella seguio

    dietro a l'antico che Lavina tolse,cento e cent'anni e pi l'uccel di Dio

    ne lo stremo d'Europa si ritenne,vicino a' monti de' quai prima usco.

    E giungiamo finalmente a coloro che dimostrarono in via definitiva la falsit della "Donatio". NicolaCusano (1401 -1464, cardinale dal 1449) present nel 1433, ad uso del Concilio di Basilea, unacritica della Donazione (Concordatio Catholica III, 2) che poneva in risalto gli innumerevoli elementistorici che provavano come non si fosse avuto il minimo trasferimento della sovranit

    dell'imperatore a beneficio del papa al tempo di Silvestro e Costantino o immediatamente dopo.Tuttavia, di fronte all'alternativa tra assertori del primato del Papa e del primato del Concilio,Cusano si schier tra i primi, affermando che nel Papa complicata, cio concentrata eriassunta, la realt dell'intera Chiesa. Per questa sua posizione mediatoria, pur essendo la sua unacritica conclusiva della Donazione, egli ebbe, per via diretta, poco effetto, anche per il fatto che la

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    25/79

    sua opera fu eclissata qualche anno dopo (nel 1440) dal tono ben pi agguerrito della "De falsocredita et ementita Costantini donatione declamatio" di Lorenzo Valla (1407-1457).

    All'inizio della declamatio, il Valla spiega che intende dimostrare quattro assunti:

    1. "Costantino e Silvestro non erano giuridicamente tali da poter legalmente l'uno assumere,volendolo, la figura di donante [...] e l'altro da poter accettare legalmente il dono";

    2. "se anche i fatti non stessero cos n Silvestro accett n Costantino effettu il trapasso deldono, ma quelle citt e quei regni rimasero sempre in libera disponibilit e sotto la sovranit degli

    imperatori";3. "nulla diede Costantino a Silvestro, ma al papa immediatamente precedente che l'aveva

    battezzato; furono del resto doni di poco conto, beni che permettessero al papa di vivere";4. " falsa la tradizione che il testo della Donazione si trovi nelle decisioni decretali della Chiesa o

    sia tolto dalla Vita di Silvestro".

    Il metodo del Valla consiste dunque nel sottoporre la Donazione alla critica sotto tutti i profilipossibili a quel tempo. Ad es., egli cominci col considerare la questione dal punto di vista dellapersonalit di Costantino, "un uorno che per sete di dominio aveva mosso guerra a nazioni intere;che, a prezzo di attacchi e discordie civili, aveva allontanato parenti e amici per prendere il potere",e che, poi, si pretende che si sarebbe "messo ad offrire ad un terzo, per pura generosit, la capitale

    del mondo, la regina delle nazioni, [...] per andare a ritirarsi in una modesta cittadina, Bisanzio".Il Valla poi riprende l'argomento del Cusano, secondo cui il preteso trasferimento di sovranit nonaveva avuto luogo, perch le monete romane dell'epoca erano state coniate con l'effigie degliimperatori, non con quelle dei papi. Egli studia anche il linguaggio e il lessico del testo dellaDonazione e mostra come non potessero appartenere al latino adoperato da Costantino, che nonera il latino classico, ma quello ibrido usato nei secoli successivi.Inoltre, allepoca della sua compilazione, contro quanto asseritovi:- il Primate di Roma non era Silvestro, ma Milziade;- Costantinopoli era chiamata ancora Bisanzio;- la lebbra di Costantino era uninvenzione del V secolo.

    la confutazione definitiva della Donatio Costantini. Non solo Valla non riesce a pubblicarla, mafinisce sotto inquisizione. Tuttavia la sua tesi fu abbastanza bene accolta negli ambienti colti,anche se il trattato restava ancora allo stato di manoscritto. Bisogner attendere il 1526 perchquesto libro sia pubblicato dai Luterani. Senonch, per ironia della sorte, i progressi della Riforma el'abbondante uso che si fece dello scritto del Valla, come di un'arma contro il papato, ebberol'effetto, sia pur momentaneo, di "resuscitare la leggenda". Infatti, Steuco, bibliotecario delVaticano, pubblic nel 1547 una critica abbastanza abile della Declamatio, che, di l a poco (1596),venne messa nell'Indice clementino dei libri proibiti. Si pu ritenere che la leggenda dellaDonazione sia stata del tutto abbandonata solo intorno al 1600, quando Cesare Baronio(1538-1607, cardinale dal 1596), grande storico cattolico, dichiar che il falso era provato (nel 1592in Annales Ecclesiastici, storia della chiesa dalle origini al 1198, apparsi a Roma fra il 1588 e il1607). Rispondendo ad una lettera di padre Talpa, che si faceva portavoce di ambienti che losollecitavano ad esprimere la sua autorevole parola in favore della Donazione, Baronio rispose:"L'editto della Donazione pieno di bugie inscusabili. Vi prego, per carit, non mi fate imbrattarpenna a scrivere et difendere si fatte menzogne a Dio odibili qual' Dio di verit. De volerladifendere e indrizzar le gambe ai cani, perdonatemi, non lo saprei mai fare perch certo miparrebbe di peccare gravemente".

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    26/79

    3a) S.Pietro stato realmente il primo papa?

    Analisi delle prove scritturali

    di Occhi di If

    Introduzione di Deo Ame

    Taluni cristiani non cattolici negano che S. Pietro sia stato effettivamente il primo papa. Percipenso che una rivisitazione della storia del papato possa iniziare proprio da lui. Qui voglioaccennare al periodo immediatamente successivo all'arco cronologico testimoniato dai Vangeli edagli Atti degli Apostoli, perch, in genere, i Cattolici portano, come primo documento "a favore"dell'ipotetica presenza di S.Pietro a Roma, l'Epistola ai Corinti di Clemente Romano, scritta verso il96-98 d.C.

    Le notizie che si hanno su questo "padre della chiesa" sono alquanto confuse. Da Origene, daEusebio e da Girolamo, Clemente identificato con il "collaboratore" di S.Paolo, nominatonell'epistola ai Filippesi (4, 3). Secondo Ireneo, Clemente sarebbe stato il terzo successore di Pietrosulla cattedra di Roma: Pietro, Lino, Cleto e Clemente. Tertulliano afferma, invece, che Clemente fuordinato dallo stesso S. Pietro. Gi Epifanio, abilmente, cerc di conciliare le due affermazioni,spiegando che Clemente fu s consacrato da S.Pietro ma, per amore della pace, come primosuccessore di Pietro fu scelto Lino.

    In realt la "Lettera ai Corinti" non parla affatto della presenza di Pietro a Roma. Nella chiesa diCorinto, i presbiteri , cio gli anziani della comunit, erano stati deposti dalla ribellione di alcuni nonmeglio identificati giovani riottosi. Clemente intendeva perci "dare una mano" alla gerarchia locale,affinch riprendesse le redini della situazione. L'uso intensivo delle Sacre Scritture, nella lettera,aveva lo scopo di dimostrare quanto abbia nuociuto l'odio all'umanit e quali beni, invece, producela concordia voluta dal Creatore. In tale quadro, Pietro e Paolo vengono additati ai Corinti qualiesempi tratti dal Nuovo Testamento:

    " V, [1.] Ma lasciando gli esempi antichi, veniamo agli atleti vicinissimi a noi e prendiamo gli esempivalidi della nostra epoca. [2.] Per invidia e per gelosia le pi grandi e giuste colonne furonoperseguitate e lottarono sino alla morte. [3.] Prendiamo i buoni apostoli. [4.] Pietro per l'ingiustainvidia non una o due, ma molte fatiche sopport, e cos col martirio raggiunse il posto della gloria.[5.] Per invidia e discordia Paolo mostr il premio della pazienza. [6.] Per sette volte portandocatene, esiliato, lapidato, fattosi araldo nell'oriente e nell'occidente, ebbe la nobile fama della fede.[7.] Dopo aver predicato la giustizia a tutto il mondo, giunto al confine dell'occidente e resa

    testimonianza davanti alle autorit, lasci il mondo e raggiunse il luogo santo, divenendo il pigrande modello di pazienza."

    Nessun riferimento dunque alla presenza di Pietro a Roma, n tanto meno ad un suo vescovadosulla citt. Si parla solo del suo martirio, senza dire n dove, n quando avvenne. Si pu notareinoltre che a S.Pietro dedicato un unico versetto, mentre a S. Paolo ben tre versetti; ed proprioPaolo (e non Pietro) ad essere indicato come "il pi grande modello di pazienza".

    ***

    Occhi di If: Si pu cominciare con un esame dei quattro Vangeli. Su quale

    passo della Sacra Scrittura la dottrina cattolica fonda il suo insegnamentoriguardo al papato di Pietro?Su Matteo 16:13-20[13]Essendo giunto Ges nella regione di Cesara di Filippo, chiese ai suoi discepoli:La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?. [14]Risposero: Alcuni Giovanni il

  • 7/30/2019 15 - Sul Papato

    27/79

    Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti. [15]Disse loro: Voi chi diteche io sia?. [16]Rispose Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.[17]E Ges: Beato te, Simone figlio di Giona, perch n la carne n il sangue tel'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. [18]E io ti dico: Tu sei Pietro e suquesta pietra edificher la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro diessa. [19]A te dar le chiavi del regno dei cieli, e tutto ci che legherai sulla terra sarlegato nei cieli, e tutto ci che scioglierai sulla terra sar sciolto nei cieli. [20]Alloraordin ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

    Soltanto il Vangelo di Matteo riferisce le parole invocate per listituzione delpapato, quantunque anche Marco e Luca narrino la medesima scena e Giovannifaccia anch'egli un accenno alla professione di fede di Pietro:

    Marco 8:27-30

    [27]Poi Ges part con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesara di Filippo; eper via interrogava i suoi discepoli dicendo: Chi dice la gente che io sia?. [28]Ed essi

    gli risposero: Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti. [29]Ma eglireplic: E voi chi dite che io sia?. Pietro gli rispose: Tu sei il Cristo. [30]E imposeloro severamente di non parlare di lui a nessuno.

    Luca 9:18-21:[18] Un giorno, mentre Ges si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepolierano con lui, pose loro questa domanda: Chi sono io secondo la gente?. [19] Essirisposero: Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profetiche risorto. [20] Allora domand: Ma voi chi dite che io sia?. Pietro, prendendo laparola, rispose: Il Cristo di Dio. [21] Egli allora ordin loro severamente di nonriferirlo a nessuno.

    Giovanni 6:67-71.[67] Perci Ges disse ai dodici: Non volete andarvene anche voi? [68] Simon Pietrogli rispose: Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna; [69] e noiabbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio. [70] Ges risposeloro: Non ho io scelto voi dodici? Eppure, uno di voi un diavolo! [71] Egli parlava diGiuda, figlio di Simone Iscariota, perch questi, uno dei dodici, stava per tradirlo.

    Dunque Marco e Luca non fanno alcun riferimento alle parole cheindicherebbero un eventuale primato di Pietro e Giovanni assegna piuttostoall'insieme dei dodici tale primato