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0.1'3{CASTELERANCOEM
LIA) “TLOENOD-LAGD
' Novita al Dipartimento Spettacoloe@ diOmar Martese
_\W di Raffaele DeRitis
Oggi sposi?di Gilberto Zavatta
Lacitta-circo di Sarasota
Deragliail treno dei Togni* di Alessandra Litta Modignani
~ Comesi diventa acrobatidi Alessandro Serena
LERUBRICHE
Notiziario - p. 6
Estero - p. 21
Circo 30° - p. 24
CIRCOPeriodico dell’ Ente Nazionale Circhi
Anno XXXI - N. 4 - Aprile 1999
Direttore Responsabile
Egidio Palmiri
In redazioneClaudio Monti - Alessandro Serena
Collaboratori
Serena Bassano, Raffaele De Ritis,
Roberto Fazzini, Ruggero Leonardi,
Massimo Malagoli, DominiqueMauclair, Flavio Michi, Francesco
Mocellin, Ettore Paladino, Roberto
Pandini, Guy Puttevils, Chris Puttevils
Conla collaborazione diCirque (Svizzera), Cirque dans
l’Universe (Francia), Circus Zeitung
(Germania), De Piste (Olanda), Le
Mondedu Cirque(Francia), King Pole
(Inghilterra).
Direzione, redazione, pubblicita,
amministrazione
Ente Nazionale Circhi - viale
Cristoforo Colombo n. 25 - 47042
Cesenatico (FO) Telefono 0547 -
672052 fax 0547 - 674189.Website: circo.it e-mail: [email protected]
Pubblicita inferiore al 45%
Autorizzazione del Tribunale diLivorno n. 344 del 25.5.1980
Impaginazione
S&M Cesenatico
Fotolito e Stampa
Fazzini - Castelfranco Emilia (MO)
Abbonamento 1999: versamento diLit 40.000 sul ccp n. 14701478intestato a: Ente Nazionale Circhi, v.le
Colombo, 25 47042 Cesenatico (FO)
Tutti i diritti di proprieta sono
strettamente riservati. Fotografie e
manoscritti non richiesti non si
restituiscono
3
-
CENTRO SERVIZIO CIRCHI
Il CENTRO SERVIZIO CIRCHI nasce da un’iniziativa dell’Ente Nazionale Circhi alfine dioffrireal mondodello spettacolo un servizio completo inerente le problematiche della categoria:
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Drimo piano
ll Dipartimento dello Spettacolo
haun nuovodirettore generale
Il Dipartimento dello Spettacolo
ha un nuovo dirigente,la
dottoressa Rossana Rummo. Ha
gia preso possesso del suo
ufficio, in via della Ferratella a
Roma. Vediamo chi é la persona
che dall’8 marzo é stata chiamata
a sostituire il dottor Mario Bova.
Laureata in scienze politiche,
nell’86 ha partecipato ad un
corso di “Management della
Ricerca e dell’innovazione
tecnologica” al Massachusetts
Institute ofTechnology di Londra.
Dal 96 al 98 ha svolto attivita di
collaborazione tecnica presso il
Ministero dell’ Universita e della
ricerca scientifica in qualita di
responsabile della segreteria
tecnica del Ministro Luigi
Berlinguer, con particolare
riferimento ai rapporti conil
Ministero della Pubblica
La responsabile del Dipartimento
Spettacolo,dottoressa Rossana Rummo.
di Omar Martese
Ladottoressa Rossana Rummoé
il nuovo capo Dipartimento.
Vediamoil curriculum della
dirigente chesostituisce il dottor
Mario Bova, tornato alla carriera
diplomatica.
Istruzione.
In precedenza ha diretto l’Apre,
agenzia per la promozione e la
ricerca europea, con sede in
Roma. Dall’89 al ’92 é stata
responsabile dell’Ufficio studi e
informazioni del Dipartimento
relazioni internazionali, pressoil
Ministero dell’ Universita e della
ricerca scientifica. E’ una
profonda conoscitrice dei sistemi
formativi ed educativi di diversi
paesi.Ha collaborato con l’ENEA
nel settore organizzazione e
pianificazione delle risorse
umane e finanziarie, maturando
un’ampia esperienza nella
gestione delle risorse
professionali.
Ha collaborato con Universita,
partecipato a comitati e
commissioni nazionali e
internazionali.
L’esperienza della dottoressa
Rummoé assai qualificata anche
dal punto di vista della
collaborazione a_ riviste,
periodici e quotidiani: direttore
del mensile Ricerca Europeae del
quindicinale APRE-Informazioni,
ha scritto per il Sole 24 Ore e
lungo é l’elenco degli articoli
5
e
eo
e
: LEncringrazia
e ilDott. Mario Bova°e Tl dottor Mario Bovahalasciatoil. prestigioso incarico di Direttore
e generale del Dipartimento dello
spettacolo,per tornare alla carrie-
ra diplomatica dalla quale prove-
niva. In questo periodo di transi-
zione, e di assestamentopolitico,
nel quale ha svolto il suo manda-
to, il dottor Bova non avrebbepo-
tuto fare di pit di quel che hafatto
peril mondodel Circo.
Adogni mia richiesta si sempre
reso disponibile a risolvere i pro-
blemi di sua competenzarelativial
settore. Un solo esempio: |’ appro-
vazione,da parte della Commissio-
ne da lui presieduta, della nuova
circolare, che é tuttora in attesa
e della firma del Ministro Melandri.
$ Alterminediquesta collaborazio-© ne per molti aspetti proficua, desi-
: dero quindi ringraziare - a nome
© mio, del Consiglio direttivo e del-
¢ Vintera Categoria- il dottor Bova© per quanto ha fatto.
Egidio Palmirie
oO
e
e
e
eeoeoecoeoeoeooeoeooeooooooodo
comparsi su riviste specializzate,
principalmente SistemaRicerca..
Al nuovo’ direttore’ del
Dipartimento,il circo italiano ed
anche la nostra rivista, porgono
un caloroso benvenuto ed i
migliori auguri di un proficuo
lavoro.
-
rassegnasiampa
E il “medico-clown” sbancai botteghini
hi non conosce Robin
Williams batta un colpo.
E si faccia avanti chi non
ha maivisto almeno unodi questi
film: L’attimo fuggente, La leg-
genda del re pescatore, Risvegli,
Will Unting genio ribelle. La sa-
pete l’ultima di questo attore che
ha raggiunto i 47 anni d’eta? Eb-
bene, ha sbancato i botteghini
americani con il suo ultimo suc-
cesso: Patch Adams, uscito in Ita-
liail 19 marzo.
Si tratta dell’ormai nota
trasposizione cinematografica
della vicenda dei medici-clown,
ampiamentecollaudata negli Sta-
ti Uniti, e da un po’ di tempo im-
portata anchenel nostro paese (ce
ne siamo occupati di recente su
questo giornale). In particolare il
film é@ dedicato al fondatore di
quello che viene considerato un
metodo terapeutico ormaicollau-
dato, il dottor Patch Adams, ap-
punto.Il Venerdi di Repubblica del 12
marzo scorso,ha dedicato un am-
pio servizio al popolare attore e
alla pellicola che negli Usa hain-
cassato cento milioni di dollari in
un mese. Quella interpretata da
Robin Williams é quindi unasto-
ria vera, “quella di un dottore che
cura i malati travestito da pagliac-
cio perché credenello straordina-
rio effetto terapeutico di una buo-
na risata”, scrive il Venerdi.
“F’ solo unfilm, ma sembra avere
uneffetto dirompente, con un im-
Robin Williams in due immagini
del film tratte dal Venerdi di Re-
pubblica.
patto enorme,a valanga,a giudi-
care dalla quantita di lettere e di
segnali che ricevo”, dice Williams
nell’intervista concessa a Laura
Laurenzi.
E, semprea sentire l’attore, pare
che del film si discuta “con enor-
me passione, soprattutto negli
ospedali, nelle facolte scuole di
medicina, dove si organizzano
proiezionie dibattiti”, Risultato:il
vero Patch Adams,sta raccoglien-
do molti fondi per curare gratis
quanti hanno bisognodilui, quin-
di anche quelli che non hannoal-
cunaassicurazione.
Robin Williams é convinto cheri-
dere contribuisca a guarire e co-
munqueallevi la sofferenza dei
malati. E per entrare nella parte del
personaggio cinematografico non
ha dovuto fare grossi sforzi. Da
quindici anni fa visita ai bambini
malati negli ospedali: “Negli Stati
Uniti esiste una fondazione, cui
aderisco, che si chiama “Esprimi
un desiderio peri piccoli malati”.
Alcuni chiedonodiessere portati
a Disneyland, altri di incontrare
un attore, una celebrité. Non di-
menticherd mai il primo bambino
che sono andato a trovare: avevadieci anni, leucemico,vicino alla
fine, ma con un’ enormevoglia di
vivere,di ridere,di divertirsi. Per-
ché & questo che vogliono date
quando li vai a visitare. Devi
scherzare e giocare; poi magari
piangi, ma dopo,da solo”.
6
Lospettacolo
“popolare”
q q roprio perchésia-mo Popolari, sap-
piamochela cul-
tura popolare sono anche e so-prattutto i circhi,il teatro di fi-
gura,le bande,i festival locali.
Nonsi pud accettare che non
ci sia attenzionepertutto cid.
Peri circhi ci muoveremo con
una specifica azione legislati-
va di settore: se il problema é
la presenza degli animali é cer-
to che nessuno vorra accetta-
re |’idea di un circo senza evo-
luzioniconi cavalli 0 senza i
giochi,rispettosi degli animali
certamente, che tutti storica-
mente vi riconosciamo”. E’ un
branotratto dalla lungainter-
vista rilasciata al Popolo (quo-
tidiano del partito popolareita-
liano) da Roberto Di Giovan
Paolo, nuovoresponsabile del
Dipartimento cultura e spetta-
colo del Ppi.
Fra i temi affrontati nell’inter-
vista dall’esponente politico,
il cinema,il teatro,“l’attenzio-
ne a settori nuovi comegli ar-
tisti di strada e il teatro con-
temporaneo...il teatro dei pupi
e dei cantastorie”.
Philippe Petit: “Il mio trattato sul filo”qu funambolismo
a stregare, que-
sta volta, “D”, il
settimanale femminile di
Repubblica.E il trattato di Philippe
Petit, “Funambolismo”,
appunto, occupa dieci
pagine del settimanale in
edicola il 2 marzo insieme al quo-
tidiano diretto da Ezio Mauro. Hlibro, che uscira in Italia a fine
marzo dall’editore Ponte alle
Grazie (vedi recensione nella
rubrica “libri” in questo nume-
ro di Circo) reca una lunga pre-
fazione di Paul Auster. Ed é pro-
prio questa che “Donne” pubbli-
ca con ampio risalto, accompa-
gnata dalle belle immagini inbianco e nero che fanno parte del
libro.L’incontro fra Paul Auster e
Philippe risale al 1971, e avvie-
ne lungo il Boulevard
Montparnasse, quando il primo
é attratto da un capannello di
ft
persone, immobili sul marciapie-
de ad osservare il secondo ese-
guire numeri di magia e
giocoleria, con grande abilita.
Mala curiosita verso Petit cre-
sce quando 1!’InternationalHerald Tribune si occupa in pri-
mapagina di un'impresa desti-
nata a non passare inosservata:
eludendo il controllo delle au-
torita, aveva teso fra le guglie
della cattedrale di Notre-Dame uncavo che era diventato “teatro”
di uno show improvvisato,capace
di tenere il pubblico con il naso
all’insit per circa tre ore.E nonfu questa la sua ultima esi-
bizione. Fra le torri del World
Trade Center di NewYork,
Philippe Petit replico alla gran-
de. Poi le grandi cascate di
Paterson, il Superdome a NewOrleans, davanti a 80 mila per-
sone, e molto altro ancora. “Nato
nel 1949, Philippe Petit impard
da solo la magia all’eta di sei
anni, i giochi di prestigio a 12,
Varte del funambolo pochi anni
dopo”, scrive Auster. Viaggioil
mondo vivendo di espedienti,
ebbe anche degli incidenti sullavoro: una volta cadde da oltre
dodici metri d’altezza, procuran-
dosi “la frattura di svariate co-
stole, un polmone perforato,
un'anca fracassata e il pancreas
spappolato”. Lavoré anche al
Ringling e al Big Apple Circus.
“Per tutta la vita ho cercato i
posti piit sorprendenti daattra-versare - montagne, cascate, edi-
fici. E se le traversate migliori
sono anche state quelle pitt ri-
schiose, tanto meglio. Ma non é
proprio quello che cerco. A me
interessa l’impresa, lo spettaco-
lo, il gesto grandioso”, ha detto
di sé il funambolo. Il “Trattato
sul funambolismo” é il primo
saggio (peré non nel senso di
essere un manuale) in materia
che sia mai stato scritto, “ma é
anche un testamento personale”,
dice Auster. “Questo vuoto atter-
risce”, scrive Petit. Ma
aggiunge: “Non ho mai paura sul
filo, sono troppo occupato”.
Santarcangelo: l’opposizione chiede I’area peril circoiamo a Santarcangelo di
Romagna, provincia di
Rimini. Unacittadina dicir-
ca 17 mila abitanti, dove abita To-
nino Guerra,poetae ispiratore dei
copioni di alcuni maestri del cine-
ma, tra cui Fellini e Mastroianni.
Edé questoil teatro della vicenda
riferita dal Resto del Carlino (il
cui articolo riproduciamo quisot-
to). Titolo: “Basta con le strade,
meglioil circo”. Di cosasi tratta?.
Tl dibattito & tutto politico, e vede
contrapporsi i due schieramenti
presenti in consiglio comunale:
maggioranza e opposizione.
Adaccenderela scintilla, un ac-
ceso confronto sul piano
regolatore cittadino,cioé lo stru-
mento urbanistico che “regola”,
appunto, lo sviluppo (residenze,
strade, verde, ecc.) del paese. Ol-
tre alla salvaguardia del “polmo-
ne verde”, all’inserimento di pi-
ste ciclabili, ed altro, “Lista civi-
ca, Rifondazione e Verdi”, secon-
do il quotidiano, hanno chiesto
che una determinata zona della
citté (nei pressi del camposporti-
vo) “mantenga le sue
connotazioni attuali, per poter
ospitare spettacoli e manifestazio-
ni circensi’”’. L oggetto del conten-
dere é nato dal fatto che la giunta
avrebbe invece intenzione di co-
struire in quell’area altre strade.
Bisognera’ attendere |’ approva-
zionedel piano regolatore in con-
siglio comunale per sapere se la
maggioranza ha fatto propria la
richiesta dei gruppi di minoranza.
Noi ce lo auguriamo.
Scuola, piste ciclabili, Ja ‘fascia verde’ e
il circo per il ‘contro-Prg. I! documentopreparato dall’ opposizione — Lista Civi-ca, Rifondazione e Verdi — presentatomercoledisera alla giunta di Santarcange-lo ha svelato i suoi ‘segreti’. La citta-ca-poluogo va salvaguardata dallo sviluppoedilizio. «Delimitare la zona compresatra Santarcangelo e San Michele con unafascia verde é un percorso ciclabile —commenta Paola Donini, della Lista Civi-ca — significa evitare un’ urbanizzazioneeccessiva e mantenereinalterata Ja storici-ta del centro, Cosa che non si-verifiche-
S.Arcangelo L’opposizione presenta il «contro Prg». Obiettivo: bloccare l’eccessivo sviluppo edilizio
Basta conle strade, meglio il circorebbese venissero costruite altre strade».Un punto focale del progetto dell’ opposi-zione riguardaJa salvaguardia del polmo-ne verde nei pressi del campo sportivo“Valentino Mazzola’. «La zona deve man-tenere Je sue connotazioni — commentaSalvatore Capobianco di Rifondazione—— e magari proprio in quell’area si po-tranno realizzare spettacoli e manifesta-zioni circensi». Ma anche l'istruzionenon mancaall’appello. Visto che Santar-cangelo dovra, nei prossimidieci anni, ar-tivare a doppiare quota 23mila abitanti,le attuali strutture didattiche vanno am-
pliate. «Oltre a potenziare l'attuale poloscolastico,Istituto Molari e la scuola me-dia n.2, vorremmo che fosse creato unnuovo centro — continua Capobianco—nell’area Campana, che ruoti attorno allascuola media Saffi».L'opposizionehaottenutodalla giuntaal-tre due commissioni consiliari (il 22 ¢ il24 marzo) entro il 26, giomonel qualeverra approvato,dal consiglio, il Piano re-golatore «Insomma,é stata una seduta tut-to sommato positiva — conclude la Doni-ni — che ha messoin luce una certa aper-tura da parte della maggioranza».
Andrea Montanari 7
-paureysBPUDISSBI
-
rassesgnastampa
Il cavallo? Per i bambin
La notizia é stata pubblicata dai
quotidiani e trasmessa dai tele-
giornali con ampiorisalto. Un rap-
porto del Wwf sostiene che due
bambini su dieci non hanno mai
visto una mucca né un cavallo.
Gli unici animali familiari sono cani
e gatti. Rane e fenicotteri sono
“noti” solo attraverso i cartoni
animati.
La reazione degli organi di infor-
mazionealla notizia é stata pill o
menoquesta: la mancanzadi rap-
porto e di conoscenza sensoriale
dei bambinicon il mondo animale
é un fatto preoccupante.
Il Wwfha sondato |’argomento
fra i bambini dai sette ai dodici
annie il risultato dei dati raccolti
non pud passare inosservato. Un
commento molto sensato in pro-posito @ stato raccolto dal Mes-
saggero del 13 marzo, che ha rife-
rito alcune dichiarazioni di MariaRita Parsi, psicoterapeuta e
fondatrice dell’ associazione “Mo-
vimento bambino”.Dice questa esperta, che il con-
tatto con la natura é sempre pill
mediato dallo schermoty, “percid
é privo di sensazioni, odori, sa-
pori. E’ un problema comunicati-
vo, che si trasforma in vera e pro-
pria deprivazionesensoriale, con
gravi conseguenze,fino alla per-
dita, quasi patologica, di contat-
to conla realta”.
E un altro esperto, Luciano
Corradini, pedagogista alla Sa-pienza di Roma,ha dichiarato che
“non conoscere gli animali (e in
generale non avere rapporti diret-
ti con il ciclo della natura) crea
gravi problemi”.
Da tempo1’Encsostiene che nel
nostro Paeseil Circo ha assolto
ed assolve anche a questa impor-tante funzione: quella di permet-
tere un “contatto” fra bambini e
animali, esotici e non. E, si badibene, non é la stessa cosa che siverifica allo zoo, per il semplice
fatto che nello spettacolo
circense entra in gioco un elemen-
to di simpatia che avvicinaall’ ani-
male. Nelcirco,oltre a poterli os-
servare davicino,i pit: piccoli pos-
sono apprezzare gli animali dal
i/eun UFO
punto di vista del comportamen-
to e dell’ intelligenza. Guardare gli
animali alle prese con numeridi
abilita, sensibilizza all’ amore e al
rispetto verso la specie animale.
ribadito dai rappresentanti
dell’Ente anche davanti alla
settima commissione del Senato,
chiamata a valutare il DDL chesi
proponedi abolire gli animali dai
Lo stesso concetto @ stato circhi.
Uominie bestie di serie A e di.serie B
Quella che segue é una lettera pubblicata sul “Giornale” del 16
marzo, che riproponiamo integralmente peri nostrilettori.
stano gli animali nei circhi. L’ultima, apparsa qualche giornofa sul Giornale, é di un insegnante di Empoli cheritiene non
sia giusto costringere gli animali a fare qualcosa contro la propria
volonta e contro la propria natura.
Sinceramente, dopo avervisto recentementealla televisione un do-
cumentario scioccante sulla situazione della popolazionein Nigeria,
ed essermi commossonel vedere morire di fame bambinie adulti, ne
ho le tasche piene di questa vera e propria “campagna animalista”
controi circhi.
Sembracheil male della nostra societa sia per lo pit chiuso nelle
gabbie e neirecinti di questi pochi imprenditori e artisti, ma non nei
tantissimi allevamenti di bestiame a uso alimentare.Primadi rischiare di fare della facile demagogia, impariamoa dare un
giusto peso al valore della vita.
Quell’insegnante di Empoli, invece di criminalizzare i circhi, insegni
ai suoiallievi che un ratto (che ci fa schifo) o una gallina (che poi
mangiamo) hanno la stessa dignita biologica di un leone nato e
cresciuto in cattivita. Insegni ai suoi allievi che non dovrebbero
esservi animali di serie A e B, come non dovrebberoesistere,allesoglie del 2000,migliaia di bambinidi serie B che ogni giorno, anco-
ra, muoionodi fame.
Leggo con una certa frequenzalettere di persone che conte-
Antonio Giarola
Sue Ellen Sforzi vola oltre oceano
Hagia firmato il contratto e dai
primi giorni di Aprile iniziera la sua
nuova esperienza artistica, che si
preannuncia davvero interessan-
te. Sue Ellen Sforzi, diplomatasi
all’ Accademiadel Circo nel ‘95,a
fine marzo volata in America per
entrare a far parte dello spettaco-
lo dell’ Universoul Circus (cfr. Cir-
co febbraio ‘99), un complesso da
duemila posti che tocca le mag-
giori citi americaneal ritmo della
musicanera. Rimarra alle dipen-
denze di Cedric Walker, fondato-
re di questo giovanecirco (é nato
solo nel 94), fino a novembre.
Ad accompagnare Sue Ellen ne-
gli States, c’é il cugino Elvio
Anselmi anche lui scritturato
Convocato il Comitato
1120 aprile si riunira il Comitatoperi problemi dello spettacolo.Tale importante incontro sarapreceduto, negli ultimi giomi dimarzo, da unavisita di EgidioPalmiri, alla Dottoressa Vento,dirigente dell’ufficio II (rip.1)del Dipartimento Spettacolo.
Novita sulle “modalitadi pagamento”
Conunarecente circolareil Di-
partimento dello Spettacolo ha
comunicato alcune importanti
novita relative alle “modalita di
pagamento”dei contributi.
Gli associati che desideranori-
cevere delucidazioni in merito
possono chiamare la segrete-
tia dell’Enc di Cesenatico.
LuttiLa famiglia De Angelici ha scritto
per ringraziare quanti, associati e
non, hanno partecipato al funerale
di Motta Franceschina, deceduta
1’8 febbraio scorso,all’eta di 61
anni. La signora Franceschinala-
scia il marito De Angelis Salvatore
e il figlio Andrea,titolare del circo
De Angelis. L’Ente Circhi e la reda-
zione del nostro giornale,si uni-scono allutto di familiari, amici e
conoscenti.
dall’ Universoul, ma per un nume-
ro al filo. Dopo alcune esperienze
nei circhi italiani, fra cui il
Medrano,Florilegio, e unafelice
parentesi al Salomé (nel ‘96) la
contorsionista Sue Ellen Sforziar-
riva in unodei circhi“di grido”in
questo momento sulla scena in-
ternazionale. In soli cinque anni
ha avuto una crescita vertiginosa
e lascia ben sperare ancheperil
futuro, L’esordio americano di Sue
Ellen comportera la creazione di
un nuovo numero:rimaneil con-
torsionismo, ma cambiano coreo-
grafia, costumi, scenografiae luci.
Tnoltre, lo spettacolo é presenta-
to per quadri, e in uno di questi
Sue Ellen é la “regina”.
Lutti
Il 6 marzo é mancatoall’affetto dei suoi cari, RadioBuccioni, il padre di Antonio,vicepresidente dell’ENC edell’ AGIS. Radio Buccioninegli anni ‘60 era stato fra iprincipali promotiori del parcodi divertimenti Palaeur, che do-veva divenireil pit importanteparcodella capitale.
Ad Antonio Buccioni eai famigliari tutti, vanno le pitisentite condoglianze da partedel Presidente dell’ENC,Egidio Palmiri, del ConsiglioDirettico, e dei soci dell’ENC,del personalee gli allievi del-1’ Accademiadel Circo,e dal-la redazione ed i collaboratoridi questa rivista.
Forum ecumenico per operatoripastorali dei circhi e luna parkSi é svolto a Padova dal 20 al 23
marzo, il “IV Congresso interna-
zionale ecumenico degli opera-
tori pastorali dei circhi e dei luna
park”. Fra i numerosi contributi
e relazioni, anche quello del Pre-
sidente Palmiri.
“E’ stata un’esperienza coinvol-
gente e significativa”, dice il
Presidente. “Mi ha particolar-
mente colpito la S.Messa
concelebrata alle 7,30 del 23
marzo da una quarantina di re-
ligiosi, fra sacerdoti, monsigno-
ri e vescovi. Direi che é stato un
momento davvero toccante”. Lo
spirito ecumenico ha scandito le
giornate, alla presenzadelle va-
rie confessioni religiose, orto-
dossi, protestanti e cattolici.
Impeccabile l’organizzazione
curata da don Pier Giorgio
Saviola, direttore nazionale per
9
la pastorale dei circensi e
lunaparchisti.
Di grande spessore gli interven-
ti dei numerosi relatori (che po-
tevano essere seguiti perfetta-
mente grazie alla traduzionesi-
multanea in quattro lingue), dal
presidente del Pontificio consi-
glio perla pastorale dei migran-
tie degli itineranti, Mons.
Stephen Fumio Hamao, ai i vari
responsabili dei singoli paesi.
I temiaffrontati vertevano sulla
missione della Chiesa in quel-
l’ambito particolare costituito
dal circo e dagli itineranti.
Come essere una comunita viva,
nel nome del messaggio cristia-
no, alle soglie del 2000? Sul
prossimo numero di “Circo” de-
dicheremo ampio spazio all’ar-
gomento, anche con immagini
della tre giorni di Padova.
you
JUD
VIZI
-
ricerche
SarasotaLa citta - circo
Chi giunge a Sarasota, pud fare un
gioco: prendere I’elenco telefonico
e cercare a caso un cognomequa-lunque diqualsiasi dinastia circense
del mondo:é difficile restare delu-
si. Nel 1926,nel pieno dello storico
boom americanoperi terreni della
Florida,i fratelli Ringling decidendo
di lasciare Barabooper questecal-
de terre tropicali, mai avrebbero
immaginato che la loro presenza
avrebbe sviluppato una cittaé che
sarebbe divenuta nota al mondoin-
tero come “circus city”. Oggi
Sarasota conta circa 200mila abi-
tanti: alcune decine di migliaia diessisonodirettamenteo indirettamente
legati al “pitt grande spettacolo del
mondo”cheper quasi un secolo ha
impiegato in ogni settore migliaia di
famiglie per pit’ generazioni.
Sarasota prendeil nome da Sara De
Soto,figlia di un esploratore spagno-
lo che si lego a un capoindianolo-
cale determinandola progenie di
questapiccola parte del nuovo mon-
do. Tranquillo centro balneare,ini-
zid a diventare molto vivace dopoil
1925, quando John Ringling“il so-
gnatore’’, completo la propria incre-
dibile villa e divenne il vero
mecenate della citta. Ogni appas-
sionato del circo ha sentito parlare
almenounavolta della mitica pro-
prieta di John: Ja villa veneziana Ca
d’Zan, costruita interamente con
elementi provenienti dall’ Italia edil
suo sorprendente giardino in cui
passavale vacanze la crema della
societa americana (da Ziegfield ai
Roosevelt); ¢ soprattutto l’ incredi-
bile collezione d’ arte europea che
alla sua morte, nel 1936, fu ceduta
persua volontaalla citta divenendo
“The John and Mable Ringling
MuseumofArt”gallerie colmedi
capolavori medievali e
rinascimentali invidiati dal Louvre e
A Sarasota é stato montatoil
nuovo spettacolo della Feld
Entertainment,Kaleidoscape,ma
il piccolo centro balneare della
Florida é celebre soprattutto per
il suoi passato circense.
dagli Uffizi (tra cui la pit: grande
collezione esistente di tele di
Rubens), e portici decorati con biz-
zarre quanto fedeli riproduzioni di
opere celebri come il David di
Michelangelo in grandezza natura-
le (che é oggiil simbolo della cittadi Sarasota!). La presenza di
Ringling noné legata solo alle sue
proprieta: a Sarasota finanzi6 piani
urbanistici, costrui ponti e strade,
alberghi e negozi. Dal barbiere di
periferia alla piazza principale,il
nomeRingling campeggia ovunque.
-
chestre di circo, in un concerto un
po’ patetico. Entrando in una ban-
ca si pud guardare su una parete
un mosaicoraffigurante Lucio Cri-
stiani; nel corridoio di un cinema un
affresco su Lou Jacobs; qualunque
libreriafa la gioia di ogni collezioni-
sta, con montagnedi libri e docu-
menti sul circo, che ti costringono a
comprarti almeno duevaligie vuote
prima di tornare a casa... Mala
grande memoria circensedi cui que-
sta citta va pit fiera é forse legata
al 1951, quandola citta “vinse” un
Oscar con il film // pitt grande
spettacolo del mondo,girato qua-
si interamente a Sarasota e qui pro-
iettato in prima mondiale. Per la
celebre scena finale della parata,
migliaia di comparse venneroreclu-
tate tra i cittadini, quasil’intera po-
polazionese si guardail film sipensa cheall’epoca c’erano a ma-
lapena 20mila abitanti... Ricordi,
nostalgie per un mondoandato,so-
prattutto se si pensa che la quasi
totalita della popolazioneé di gente
anziana chevive qui per godersi la
vecchiaia. Ora, un avvenimentosto-rico dall’ alto valore simbolicoé statala decisione recente della Feld
Entertainment: nel ritornare dopo
quarant’ anni sotto lo chapiteausi é
scelto di ripartire proprio dallacitta
doveerastato ripiegato, facendo qui
le prove del nuovo “Kaleidoscape”7 z aS
er
e dandoviI’ anteprimaassoluta in-
vitando gente del circo che quiri-
siede. L’avvenimento ha creato
grande emotivita e grande impatto
in tutto il Paese: basta pensare che
addirittura il NewYork Times,il pri-
mogiorno di prove, ha dedicato
all’evento la prima paginadella se-
a
Nellafoto inalto il regista Cecil B. DeMille (conil cappello) al lavorosulfilm 1 pitt grande spettacolo del mondo.
zione spettacolo del quotidiano, con
un lunghissimo servizio di ben due
pagine. In Americail circo e lasua
storia hanno un peso enormesulla
cultura popolare, e nessunosi sor-
prendese il maggior quotidiano del
paese gli dedica lo stesso spazio
degli Oscar.
Qui sopra una delle rappresentazioni alla Circus Hall ofFame.
12
costume
Il matrimonio fra giovani circensi
...Jn tempo di crisi
Comefannoi giovanidel circo a spo-
sarsi? Questo é quanto mi domandoaspettandomi una reazione quasi una-
nime di questo genere: “...Ma che raz-
za di domanda é questa... come fanno...ebbene si conoscono,si piacciono, si
frequentano poisi fidanzano e infine sisposano”. Questa @ la risposta ovvia
si, ma é semplicistica e non liquida ladomanda.
Molti lettori abituati ai miei articoli che
da tanti anni questo mensile benevol-mente pubblica, scorreranno veloce-
mente lo scritto cercando il consuetoracconto sentimental-umoristico 0 co-
munque velato di nostalgia, ma non lo
troveranno. Sono quasi sicuro che,let-
te le mie argomentazioni, molti lettori
troveranno pertinente la domanda cheho postoall’inizio di questo articolo.
Se pensoal mio caso personale e a quel-
li riguardanti tanti coetanei dei miei ami-ci, o comunquecolleghie colleghe di
cui conosco benissimo le vicende del-la loro vita passata, si pud stabilire sen-
za alcun dubbio che il procedimento
che ha condotto alle unioni con i loropartners é avvenuto nelcorso del peri-
odoin cui gli allora giovani hannola-
vorato insieme nello steso circo. Beh,e allora? Ecco spiegato, direte, come
tutto avviene! Eh no, amici..., questo
succedeva quarant’anni fa... oggi é
molto ma moltopit difficile che possa-
no verificarsi le stesse occasioni e vidico il perché, Avete presente |’ orga-nico di un grandecirco di 40 annifa (0
prima ancora)? Ebbene, senza poter
essere precisi diciamo che almeno unadecina di famiglie italiane erano ingag-
giate in questi complessi e questo si-
gnificava che almeno una ventina digiovani lavorando assiemeper una in-
tera stagione o per pili d’una, avevanola possibilita di frequentarsi.
Nei circhi medi, quattro o cinque fami-
glie c’erano sempre, e ancheneicirchi
piccoli almeno unpaio di famiglie tro-vavano ingaggio, Ora tutto é cambiatoprofondamente: i costi di gestione
Chi cercasse in questo articolo la
solita melassa di buoni sentimenti
rimarrebbe deluso.I]temaémolto,
molto piti concreto: come fanno,
oggi,i giovani del circoincontrare
Panimagemella?
sono aumentati in modo quasiinsoste-nibile per cui i circhi grossi debbonosi
ingaggiare qualche troupestraniera, manon possono andare oltre anche per-
ché, in certi casi, la famiglia che com-
pone la direzione stessa é talmente nu-merosa e forte da non aver bisogno
@altri. I circhi medi hannoridotto al-
Posso P’organicoei circhi piccoli, ahimé,
non sono in grado di assumere nessu-
no € sonocostretti ad agire esclusiva-mente con il proprio nucleo familiare.
E’ chiaro comeil sole che questa situa-
zione riduce enormementele occasioniper i giovanidi incontrarsi e frequen-
tarsi, a meno che i giovanotti non sal-
gano in macchinaperrecarsia visitare
il circo che agisce nelle vicinanze, e qui
trovino |’interesse e lo stimolo perrin-novarele visite che divengono sempre
pit difficili da effettuarsi poiché i duecirchi si allontananotra loro.
Ma ammesso anche che |’altra parte,
ovvero la persona oggetto dell’ interes-se che il giovanotto dimostra, gradisca
tali attenzioni, le visite saltuarie e irre-
golari, possono permettere una cono-scenza visiva ma ben poco dei caratteri
e, di conseguenza, pud subentrare uncerto fatalismo, per cui il ragazzo po-
trebbe pensare: “...sarebbe tempo cheio prendessi moglie”, e la ragazza:
“...vado verso i trenta...se non becco
questo...”.Qualcuno potrebbe ricordarmi quanto
é scritto qui sopra, quando ammetto
che nei circhi grandi giungono spesso
troupe straniere numerose e potrebbedirmi: “Non sono anche quelli giovani
che immettendosi in un circo possono
13
alimentare la possibilité di legami con
coloro che gia lavoranoin tale ambien-
te?” Certo!, rispondoio. Peré facciamo
un’analisi. Anzitutto le troupe sono
principalmente composte da uomini ese ci sono ragazze esse sono gia legate
a qualcuno della troupe stessa, pertan-to in questi casi sarannosolo le even-
tuali signorine locali ad essereliete del-
l’avvenuto innestoditali artisti nel cir-co.
Qualche tempo fa mi trovavoin visitain un circo, durante le “prove”, dove
ho visto alcune ragazzesaltellare e dar
gridolini di gioia perché avevano ap-pena appreso che presto una troupe
russa sarebbe arrivata in compagnia.
Accortesi che le guardavo, una delle
ragazze midisse: “Non si scandalizzi,
qui i pantaloni sonopit rari di una mo-
sca bianca”. Ovviamentefratelli e cu-gini eranoesclusi da tale considerazio-
ne. Poi bisogna tener conto che questi
ragazzi delle troupe russe, bulgare ru-mene, marocchine, ecc., possono cer-
tamente essere di bell’aspetto, forti,
braviartisti, simpatici, leali e onesti, ma
hannoun grossodifetto! Quello di ave-
re le loro famiglie, le loro case, le loro
originie radici lontane centinaia, se non
migliaia di chilometri, e prima o poi aqueste radici vorranno tornarci e por-
terannocon sé la ragazza che diloro si
é innamorata per l’inevitabile coster-nazione dei genitori. Perché, forse no?
Non midirete che i genitori saranno
felici di veder partire la loro figliola peril Sud Africa o per i] Venezuela o
PUcraina, con susseguenti rare possi-bilita di rivederla!
Aconclusione vorrei comunquedire
questo: in fondo io mi sono solo
posto un interrogativo, mostrando
certe perplessita, ma non mi
meraviglierei se questi giovani cheho quitirato in ballo, in una sol voce
mi dicessero pressappoco: “Ehi
amico, nonti preoccupare,il nostro
problema celo risolviamodasoli”.Il che non ammetterebbereplica.
-
ricerche
Deraglia il treno
del circo Togni
Tanti hanno conosciuto Bertino
Bailo, classe 1913, o meglio
Bertino Mattera perché, cometan-
ti artisti del circo, il nome d’arte
che usa @ quello della madre:
Mattera. Nontutti perd ricordano
Vincidente ferroviario del treno del
Circo Togniin viaggio da Bologna
per Milano. Torniamo un passo
indietro al 9 marzo 1988 quando
all’ Idroscalo di Milanoil signor
Bertino Mattera ci racconta (ero
con Sandra Mantovani) questa sto-
ria. Riccardo Togni con la moglie,
Lena Mattera, e il figlio di Lena,
Bertino, sono ingaggiati al circo
della famiglia Jarz. Bertino pre-
senta il suo numero di domatore
di leoni nel circo che all’epoca
era, insieme conaltri, uno deipit
grandi e famosi. E’ il novembre
del 1945, appenafinita la guerra;
la situazionein cui viveva la gente
é nota a tutti, e in questa situazio-
ne difficile, di freddo e di fame,il
circo lavorava e presentava i suoi
numeri. Unasera, alla guida di una
motodi grossacilindrata,arriva al
circo Jarz, Darix Togni, che vuole
parlare con suo zio Riccardo.
Darix é ambasciatore di un mes-
saggio del padre Ercoleperil-fra-
tello Riccardo: vuole scritturare
Bertino nel proprio circo:il Circo
Nazionale Togni. Circo che insie-
meal gia nominato Jarz era trai
pitt famosi dell’ epoca. Decisigli
accordi, Bertino conla famigliasi
reca alla stazione di Bologna per
caricare |’attrezzeria e le gabbie
degli animali: leoni, scimmie e ser-
penti. Erano proprietari di diversi
animali, e Bertino presentava an-
che una danza, con i serpenti.
Dopo un’oradi viaggio, quandoi
di Alessandra Litta
Modignani Nel racconto di uno dei
protagonisti, riviviamoil tragico
deragliamento del treno che
trasportava artisti, animali e
materiale del Circo nazionale
Togni, nel 1945.
viaggiatori sononel sonnopit pro-
fondo, vengono svegliati di sopras-
salto e sballottati nei vagoniletto.
Il rumore é tremendoe Bertino,
che si definisce “esperto viaggia-
tore”, in questo momento dram-
matico pensavadi essere in una
galleria (era buio) e che il vagone
sul quale viaggiavasi fosse sgan-
ciato dal resto del treno. Raccon-
ta: “Aspettavo la morte da un mi-
nuto all’ altro, mentre un bel mo-
mento misonosentito lanciato nel
vuoto... ancora il mio cervello ra-
gionava bene: meno male mi sono
salvato e allora sono caduto in un
campo”. Bertino quindisi ritrova
in mezzo ad un campo e volgendo
lo sguardo versoi binari pensa di
vedere il resto del treno andare
avanti invece si rende conto che
tutto il treno é deragliato. Come
dice lui stesso: “il treno é andato
in mille briciole e c’erano un muc-
chio di rottamie gli animali fuori,
per i campi di notte”. Bertino si
rende conto subito chelasituazio-
ne é molto drammatica; incontra
un suo aiutante e insiemescalzi,
in pigiama,al freddo e al buio si
ritrovano sopradelle grate di fer-
ro. Bertino si accorge che quelle
sono le gabbie in cui stannogli
animali. A questo punto gridaal
14
giovanotto:“Vieni via scappiamo
qui siamoin pericolo”’... a compli-
care la situazione c’é una nebbia
fittissima. Il primo pensiero di
Bertino @ quello di cercare
Riccardo Togni e la mammaper-
chétutti sono in pericolo. Da lon-
tano sente la voce di Riccardo che
chiedeaiuto. Allorasi arrampica
su dei rottami e li trova: la mam-
maé svenuta, é buio non si vede
niente. Non sembraniente di gra-
ve e in terra tra le cose cadute tro-
va una rivoltella. Purtroppo, quasi
subito, deve far uso dell’ arma per
difendersi da un leone molto spa-
ventato che cerca di assalirli. Un
momento veramentetragico:é ter-
ribile, oltre che traumatico, ucci-
dere l’ animale con cui hai lavora-
to per tanti anni, con cui hai diviso
fatica e soddisfazione, con cui hai
scherzato. Mali in quel campofra
Bertino Mattera - Bailo nel 1988 a
Milano, Nella pagina accanto un
manifesto del Circo Nazionale
Togni di quegli anni.
re inI deragliamenti di treni avvenivano purtroppo di sovente in quegli
anni, cometestimonia questo bel disegno dell’Mustrazione del Popolo
del 2.11.1924 (da Il Circo di Carta, Udine, 1988, Trapezio libri).
Bologna e Parma non c’é tempo
peril sentimento; gli animali sono
come impazziti, spaventati e quin-
di pericolosi. Intanto la notizia del
deragliamento si é diffusa e co-
mincianoad arrivare i soccorsi; ci
sono anchealcunialleati che han-no sentito di un contadino cheviaggiava conil suo carro trainato
da cavalli aggredito dai leoni. Cosi
piazzanole mitragliatrici e uccido-
notutti gli animali che giravanoli-
beri. Solo quelli rimasti intrappolati
tra i rottami del treno si sono po-
tuti salvare da unacosi brutta fine.Intanto la famiglia Togni aspetta
il treno alla stazione dove hanno
appresola notizia. Bertino é an-
cora sul posto che cercadi farsi
unaragione: “Abbiamovistoarri-
vare Darix con altri componenti
del circo...”. Darix Togni quindi
accompagna Bertino, lo zio
Riccardo e sua moglie al Circo
Nazionale Togni. E’ molto poco
quello che riescono a recuperare:
un po’ d’attrezzeria e i pochiani-
mali chesi sonosalvati. Bertino é
visibilmente scosso,nell’ inciden-
te ha perso un amico, Marco.
Marcoera un ufficiale di cavalle-ria appassionato di circo che ave-
va deciso di passare le sue ferie
al circo con Bertino primadiri-
prendere il suo lavoro. Marco era
su quel treno e nonsi é salvato.
Bertino ha un grandissimo rimor-
so: “Ero semprea letto avvilito”,
si fa una colpadi quello che é suc-
cesso al suo amico Marco e non
riesce pili ad avvicinarsi ad un le-
one nonostantele insistenze dei
suoi familiari e, anche, della mam-
madi Marco cheera venutain vi-
sita un giorno. A poco a poco,
pero, Bertino comincia a reagire;
gli erano rimasti i serpenti e allora
prepara una danzacontutte le bal-
lerine del circo. L impresario che
voleva un grande spettacolo in-
15
gaggiail balletto della Scalae al-
lestiscono una danza, una panto-
mima, con Bertino protagonista
con i suoi serpenti. Lo spettacolo
pare abbia avuto un grande suc-
cesso. Ma questo numero non é
retribuito come un/’attrazione didomatore, cosi Bertino “si sente
costretto”a riprendereil suo lavo-
ro. Parla con il padre di Darix,
Ercole Togni, il quale mette a dispo-
sizione i leoni del circo, ma nessunodi questi animali avevalavoratopri-
matranne due leonesse: Brescia e
Mausi. Bertino promette di adde-
strarle. La prima “‘tattica’”’, come
dice lui stesso, per farsi coraggio,
é stata di guardarli mentre man-
giano per vedere se andavanovia
quelle visioni di cui soffriva anco-
ra. Con la forca ha preso un pez-
zo di carne, ma stato peggio, ve-
deva in quei pezzi di carne quel
giovane, Marco,il suo amico.
Bertino sta per rinunciare, passa
sette - otto giorni terribili. Poi pian
piano qualcosa si muove,si cerca
di dimenticarei fatti e non certo gli
amici, cosi comeci dice lui stesso:
“Tn 15 giorni ho montato un numero
bellissimo... il padre di Darix é@ ri-
masto stupefatto... allora ho ripre-
so a lavorare ei Togni ci hanno dato
una paga giusta e per un anno emezzoli ho seguiti”’.
POLITEPALERMO
CIIRCO NAZIONALEIF. TOGNI
Direttore: FERDINANDO TOGNI
Amin: A. Jurmick Segeet.: A. Marinoff
AMA GARIBAL
-
La stampa,
gli acrobati
e il loro tirocinio
L’interesse dei mass media
Sul finire del secolo scorso, conil
definitivo avventodella societa indu-
striale, in tutto 1’ occidente comincia
ad awvertirsi la necessita di impiega-
real meglio il tempo libero delle mas-
se che popolavanole grandi citta. Per
questo motivo si sviluppanoulterior-
mentei circuiti dei circhi stabili e dei
teatri di varieta. Cosi, a cavallo fra
Otto e Novecento,la categoria degli
acrobati subisce una profonda meta-
morfosi. Nella prima meta del secolo
scorso vengonoancora chiamati sal-
timbanchi e sonocostretti ad esibirsi
in piazze e mercati rischiando ogni
giomodi soffrire penose privazioni;
d’untratto, in seguito all’ affermarsi
del teatro di varieta e alla nascita di
miriadi di locali che si possono ormai
trovarein ogni cittadina, assumono
unostatus invidiabile anchein rap-
porto a tanti altri mestieri della vita
ferma. Viaggianoperil mondoutiliz-
zando moderni mezzidi trasporto ed
STRANGE FEATS &—CLEVER TURNS—
Remarkable Speciality Acts In Variety, Vaudeville and Sideshowsat the Turn of the 20th Century as seen by their Contempo
THE SINGINGSTHONG LADY
~ COMPILED BY——CHARLIE HOLLAND——
alloggiandoin confortevoli alberghi;
guadagnano moltopit di stimati lu-
minari di qualsiasi professione; han-
no mododi stare a contatto con per-
sone importanti, scrittori, poeti, pitto-
ri, uomini di teatro; e soprattutto, gra-
zie ai frequenti spostamenti,all’ atti-
vita di agenti ed impresari ed alla cre-
scente diffusionediriviste specializ-
zate, tengono sempresott’occhio l’at-
tivita delle centinaia di colleghi sparsi
pertutto il mondo. E’ unasorta di
tam-tamdella categoria, favorito an-
chedal crescente sviluppo dei mezzi
di comunicazione,percui se un arti-
sta inserisce qualche nuova compo-
nente nel proprio numero a New
York, in capo a qualche giorno quella
stessa componentevieneadottata, senon anche migliorata, da artisti che
lavoranoa Vienna 0 altrove. Graziealla concomitanzadi questi fattori si
formaunadiffusastratificazione dei
generi per cui ogni passoin avanti di
ciascunadisciplina vienediffuso,as-
similato e superato nelgiro di un pe-
riodo di temporelativamente breve.
I periodici del tempo dimo-
strano grandeinteressepergli artisti
di varieta, in particolar modopergli
acrobati, e a loro dedicano pagine e
16
paginedi interviste, racconti e curio-
sita.
Un/’antologiadi articoli
E’stato pubblicato da pocoin Inghil-
terra un volumedaltitolo Strange
Feats & Clever Turns (1998,
London, Holland & Palmer) chete-
stimoniaditale interesse raccoglien-
do un’antologia di articoli di giomalie
riviste usciti in Inghilterrafra il 1895
eil 1904,tutti dedicati ad argomentio
artisti del teatro di varieta. Un libro
chericordaperalcuniversiil pit: notoLearned Pigs & Fireproof Woman
di Ricky Jay (1988, London, Robert
Hale), ma se questo era composto
da unaserie di saggi e ricercheine-
renti personaggi delteatro di varieta,
Strange Feats si limita a riprodurre
di sanapianta articoli usciti a cavallo
deidue secoli. Cosa che allo stesso
tempoil limite edil fascino del volu-
me.I] libro é composto daunaintro-
duzionedel contesto delteatro di va-
rieta di quegli anni,scritta dal curato-
re dell’opera, Charlie Holland, dasei
capitoli dedicati a varie discipline (I
tavolo da biliardo umanoe altri gran-
di giocolieri; La sensazionalebiciclet-
ta dei Jones-Hilliard; Acrobati,
arealisti e il re dei contorsionisti; I]grande magodel west e altri meravi-
gliosi manipolatori; Cavalli tuffatoried
altri animali; Miscellaneadi ingoiatori
di spade, frecce umane e uomini for-
ti) e da unabibliografiadi riferimen-
to. Molti gli articoli interessanti. Frai
personaggitrattati: W.C. Fieldsil
giocoliere vagabondo (con unacom-
pleta recensione del numero,prima
che divenisse unastella del grande
schermo), Paul Cinquevalli, Paul
Conchas, edaltri personaggi meno
noti ma non menocuriosi, comeil
campione del mondodisalti, delle
tiratrici di precisione, dei modellatori
di creta, oltre ad orsi ammaestrati,
pulci, serpenti, marionette,fino alla
“donnaforte cantante”, la cui illustra-zione é sulla copertina del volume.
Diventare acrobati
Nel contesto della rubrica Arti di
Scuola, ci sembra interessante ren-
dere conto dell’articoloAcrobatsand
howtheyare trained(gli acrobati
ed il loro tirocinio), pubblicato in ori-
gine da The Strand Magazine,vol.
XXII,luglio - dicembre 1901. Il gior-
nalista inizia il proprio pezzo sottoli-
neandoili"interesse del pub-i
blico per l’acrobazia ma anchela
quasitotale ignoranzain materia di
apprendimento delle tecniche.“I gu-
sto del pubblico riguardoi divertimenti
é incostante in modo quasi
proverbiale e molti degli spettacoli che
erano accolti con entusiasmo dagli
spettatori di qualche annofa sareb-
bero oggi ricevuti con un debole se-
gno di approvazione, quando non con
palese ostilita. Questo vale partico-
larmente pergli artisti di varieta. Non
sembriamomai stanchi di guardare
le evoluzioni degli acrobati; vi é una
attrazione magnetica in esercizi che
tichiedononervied agilita costanti.
Un fascino cheattira persone di ogni
tipo ed eta.”
Spesso perd a questo inte-
resse corrispondevaunaquasi totale
ignoranzain materia di apprendimento
e training,le cui nozioni in merito, anzi,
erano di solito dovute a morbosi emenzogneri luoghi comuni: “‘Perso-
nalmente ricordo comefosse oggi le
strazianti descrizioni che mi veniva-
no fatte delle torture inflitte ai poveri
infelici bambini, allora miei coetanei,icui bellissimi esercizi avevo appena
finito di ammirare al Crystal Palace.
Storie di piccoli ragazzi a cui veniva
Unpiccolo equilibrista d’inizio secolo in prova. Tutte le illustrazioni di questo articolo
sono tratte da Strange Feats & Clever Turns, di Charlie Holland, London,1998,
Holland & Palmer, 22 Gilbert Road. E-mail:[email protected]
17
ARTI?vy
piegata la spina dorsa- DI ey tieJe all’et4 di due anni per
creaturecondannaes DCOUOLArimanereperoretutti i
giorni con unagambalegata in alto, a
testa in git, e una moltitudinedialtri
orroni che venivano impressi nella mia
giovane mente conil risultato di far-
mi passare numerosenotti insonni.
Senza dubbio la mia esperienza non
é unica e forse ci sono ancora oggi
persone che credonocheil tirocinio
di un acrobata non possaessere ese-guito senza una buona dosedi cru-
delta. A dire il vero, a mia vergogna,
fino a tempi recenti qualche dubbio
residuosull’argomentotrovavaanco-
ta spazio nella mia mente ed stato
disperso solo dopo aver avutola pos-
sibilita di assistere di persona ai me-
todi di diversi celebri artisti, tanto gen-
tili da porte a mia disposizionelaloro
poliennale esperienza peril beneficio
dei lettori di The StrandMagazine”.
Larticolo va avanti descrivendo i
meriti, la carriera ed i successi diHenry Balcombe,alias Ara, del trio
Ara, Zebra e Vora.
Passo dopo passo
“Quando ho chiesto a Ara di darmi
un’idea della maniera in cuii pit gio-
vani eranoforgiati, mi ha risposto che
nonesiste una strada maestra. L’im-
portante é tenere sempre in mente
che bisogna imparare a camminare
primadi provarea correre. L’obbiet-
tivo pid importante da raggiungere nei
primi allenamenti di un bambino é
quello di fortificare il suo fisico e allo
stesso tempo renderlopit agile,pri-
madi farlo cimentarein esercizipit:
impegnativi. Per questo motivo sot-
toposto ad unaserie di semplicieser-
cizi, non molto pit difficili di quanto
lo siano quelli eseguiti in una palestra
di scuola, ma conla differenza che il
piccolo professionista deveriuscire a
compierli alla perfezione,ripeterli fino
a quandoriesce ad eseguire i movi-
menti pitt intricati senza sforzo. Quan-
do il giovane é in grado di piegarsi
senza fatica, pud procedere con l’ap-
prendimentodelflip-flap(flic flac) e
della hand-spring (corbetta). Quan-
do lo studente ha appreso queste due
tecniche é allora prontoperiniziare a
provareil salto mortale,all’indietro,
in avanti, di lato e il pit difficile salto
mortale in piroetta, con il corpo che
-
ARTI?DI #{SCUOLA3"
pe is combina uncomple-
tf} to giro verticale con
nuava:“In qualsiasi
branchiadellavoro terra lo studen-
te voglia specializzarsi, dovra prima
averappresoalla perfezionetutti i ru-
dimenti sopra descritti. Ara ripeteva
“41 saltare é il padre di tutta l’ acroba-
tica a terra.” E poneva particolare
enfasinel farmi ricordare chetuttodeve essere appreso molto lentamen-
te e ogni esercizio, per quanto sem-
plice, deve essereripetuto e ripetuto
di nuovo,finoa farlo divenire natura-
le”. Riguardole ore da dedicareal-
l’allenamento unavolta divenuti pro-
fessionisti, il cronista scriveva: “La-
vorando due0 tre volte al giorno non
c’é bisognodi ulteriore esercizio, ma
quandosi lavora solo una volta ma-
gari la sera,la mattinata é dedicataa
provare nuovefigure e allo svolgi-
mento di esercizi generali pertenersi
in forma.”
“Longia’”’ e trapezio
Altro intervistato da Ernest W. Low
era Conn Fredericks,che si esibiva
in un numero di scala libera.
Fredericks si era esibito in numerose
discipline fra le quali quelle aeree.
“Viene dagli Stati Uniti ed é un buon
esempio dei risultati del sistema ame-
ricano di allenamento. Ha spiegato
chegli esercizial trapezio,alla barra
orizzontale, i salti mortali, o il
filferrismo sono oggi appresi grazie
all’ ausilio di uno strumento meccani-
co chiamatolongia. Questo consiste
in una cinturaportata dall’ apprendi-
sta e fissata a due corde appese a
delle carrucole. Quandolo studente
prova un nuovoesercizio indossa
questa cintura, due uomini tengono
la cima di ciascunacordae,se |’al-
lievo sbaglia, immediatamente dan-
no unostrappoed egli si trova sospe-
so per aria ma incolume.” Ma
Fredericks disapprovava alcuni eser-
cizi frai quali “gli equilibri sulla testa,
che ritiene molto dannosialla salute.
Infatti assicura che persone chesi
sono cimentate a lungo in questadi-
sciplinapresto o tardi hanno sofferto
di problemi al cervello”. Fredericks,
specializzatoin discipline aeree, do-
veva realmente essere unartista di
buonlivello, visto che aveva avuto
come maestri gli Hanlon- Lees si
era esibito da Barnum.I cronista rac-
contava chei trapezisti primadisali-
re sul trapezio, dovevanoesercitarsi
astare in equilibrio sulle mani ed ese-
guire delle spaccate. “Dopo aver ap-
preso qualche semplice esercizio su
untrapezio basso, cominciavano con
quello alto. Laprima cosada appren-
dere in questo caso é come cadere,
cosi da arrivare in rete nella maniera
appropriata. In seguito sono cauta-
mente addestrati a valutare le oscil-
lazionidel trapezio: quandolasciarlo
andare e quandoafferrare |’ altro e
comeatterrare salvi nellapiccola piat-
taformasospesain aria, chiamata tec-
nicamente“perch”(la nostra panchi-
na).”
Considerando quanto espo-
sto, il cronista concludeva in questo
modo:“La vita di un acrobata nonsembrala pit invidiabile. Anche se
in possessodi tutte le doti necessa-
rie, non raccomandereiamolti di sce-
gliere questa professione.Infatti ar-
rivare allamediocrita non é molto dif-
ficile,ma, comeil grande poeta an-
cheil grande acrobata nasciturnon
fit’ Grande acrobata si nasce, non
sidiventa.
spettacoli
“Sale”il Circo Ariz
Il circo Ariz é un complesso di
piccole-medie dimensioni di proprie-
ta della famiglia Carbonari che diffi-
cilmente gli appassionati del Nord
Italia hanno avuto occasione di ve-
dere, almeno in questi ultimi vent’ an-
ni. Ad eccezione di un incidente ac-
caduto a meta degli anni ottanta,
quando un paio di animali feroci
scapparono dal carro-gabbia e furo-
no successivamenteritrovati e ucci-
si in una sorta di battuta di caccia in
un quartiere della capitale, questo
circo non é mai assurto agli onori
della cosi detta cronaca
“scandalistica”. Notizie di questa
struttura erano pertanto limitate al
tam-tam di qualche appasionato del
Centro-Italia che aveva occasionedi
incontrarlo principalmentein Lazio e
bassa Toscana. Il passaparola fra i
Peri piccoli complessi italiani
“salire” al Nord puo rappresen-
tare una piccola scommessa.E”’
quello che hafatto, con discreti
risultati,il Circo Ariz, della fami-
glia Carbonari.
“malati di circo” lo ricordava non di
raro verso la fine degli anni ottanta e
primi novanta quandolo spettacolo,
proposto in gran parte dai figli di
Claudio, venne arricchito da una vera
e propria attrazione di coccodrilli e
serpenti mirandoa stupire lo spetta-
tore. La famiglia Carbonari cred in
quel periodo un ottimo sodalizio ar-
tistico con Carlo e Tina Rosaires che
in precedenza eranostati in spetta-
coli quali il Circorama, Tribertis o
Miranda Orfei. La lotta nella piscina
della donnaconil coccodrillo rimase
per oltre un lustro il momento forte
del circo Ariz e nonostanteil numero
non costituisse una novita, vederlo
in un ambiente di dimensione conte-
nuta era dayvero impressionante.
Proprio in virti della nazionalita dei
Rosaires, anche la denominazione era
stata arricchita di un secondo slogan:
“Circo Spagna”. Ora, dopo molto tem-
po,i Carbonari sono tornati ad avvi-
cinarsi all’Italia del Nord. Lo hanno
fatto all’inizio dello scorso autunno
complice un momentaneo accordo
con un altro complesso che, soprat-
tutto in Lombardia, ha dato parecchie
soddisfazioni. Da meta febbraio, perd,
l’insegna “Ariz” ha assunto nuova-
mente identita individuale dando
Una panoramica esterna del Circo Ariz dei Carbonari.
19
-
mododi scoprire quante cose sono
variate nell’ ultimo periodo. Per quel
cheriguardalo chapiteau, oggii co-
lori sociali sono bianco e rosso che
decorano la nuova tenda a due an-
tennedi circa trenta metri con pochis-
simi contropaliall’ interno,la faccia-
ta e il tunnel che uniscele duestrut-
ture. Degli stessi colori anche una
piccola scuderia che ospita gli ani-
mali cosi come gran parte dei mezzi.
L’impressione chesi ha dall’esterno
di un circo semplice e ordinato, non
cambia una volta entrati. Una
“controporta” in velluto rosso
contraddistinguel’entrata degli arti-
sti, mentre palchi, sedie e gradinate
ruotanoattornoal cerchio di segatu-
ra lasciando pochissimi spazi vuoti.
Mala vera novita é costituita dalla
pista che dopo tanti anni é tornata a
“terra”. E’ un ritornoalle origini peri
Carbonari, che comela quasi totalita
dei circhi piccoli e medi, dalla meta
degli anni settanta avevano preso a
mostrare il proprio spettacolo sul
carro-chapiteau. Mase da una parte
si trattava di una soluzione comoda,
dall’altra veniva a sorgere qualche
problemaper|’esibizione di alcuni
numeri equestri. La rimozione della
pista rialzata ha consentito 1’inseri-
mentonello spettacolo di alcuni qua-
drupedi (ponies e alcuni passaggi di
un massimo-minimo)e alcuni esem-
plari cosi detti “esotici” (struzzi,
lama, emu). Animali tuttora in fase di
addestramento ma che soddisfano,
insieme conil numero di gabbiadi tre
tigri, la curiosita degli spettatori, in
particolare i pit piccoli. Non deve es-
sere sottovalutato, infatti, che gran
parte del pubblico che approccia
questi complessi vuole vedere ani-
20
mali pit’ o meno mansueti, la cui ca-
renza viaggia spesso parallela alla
diminuzionedi spettatori. Lo spetta-
colo vede la presenza di Diego
Brescianini che insiemealla partner
presenta un buon numerodi vertica-
li alternato a equilibri sui rulli (per
diversi anni nei programmi di Nando
Orfei), la famiglia rumena Huancia,
impegnata in un trapezino pil che
accettabile e in un numerodi giochi
icariani e Naike Errani che nel corso
del programmasi alterna in diverse
specialita (giocoliere, hula hop,ect.).
La famiglia Carbonari, oltre ad alcu-
ne acrobazietradizionali, presenta un
numerodi biciclette e la discreta at-
trazione di antipodismodi Sue Ellen
Casu frutto di alcuni anni di prove
presso l’Accademia del Circo di
Cesenatico. Complessivamente uno
spettacolo simpatico e semplice che
non delude gli spettatori visto an-
che i prezzi non esosi. La strada in-
trapresa sembra quella giusta, l’im-
portante é non fermarsi. Con le forze
di casa e un paio di famiglie serittu-
rate si possono fare tanti migliora-
menti.
Larivista inglese
King Pole riporta una
notizia sui
miglioramenti di
Richard Chipperfield,
gravementeferito nel
gennaio dello scorso
annodalla tigre Arnie,
durante un servizio [iMfotografico realizzato
peril programmadella
produzione di Ringling, —
doveRichardera scritturato (nella foto é
il primo sinistra insieme al fratello
Graham e a Mark Oliver Gebel).
Il giovane ammaestratore é atteso da
un altro annodi riabilitazione con frequenza
giornaliera (dalle 9 alle 5) di un centro di
La Germania sta indubbiamente
conoscendo un’ incomparabile rina-
scita del teatro di varieta ed é di-
venuta la meta principale degli anni
‘90 per i migliori artisti internazio-
nali.
Il pubblicoaffolla i molti nuovi tea-
tri di varieta perassistere a spetta-
coli composti da una sequenzadi
illusionisti, trapezisti, acrobati e gio-
vani comici.
Sull’onda di questo movimento
un’ importante casa di produzione
televisiva tedesca la Hessian
Broadcasting Corporationsta orga-
nizzando,in cooperazioneconil
GOP di Hannover e Essen e il
Wintergarten di Berlino, una mani-
festazione dedicata adartisti di va-
rieta. L’International German
Variety Award 1999si terra dal 27
agosto al 5 settembre nel centro
culturale di Kassel, dove unagiu-
ria di esperti attribuira al migliore
fra i 25 numeri in concorso un as-
segno di 25.000 marchioltre ad al-
tri premi speciali offerti dal
Tigerpalast, dal GOP e dal
Wintergarten. Potranno partecipa-
recupero specializzato.
Tl lavoro viene
effettuatoin particolare
sul linguaggio e sulla
mobilitaé della parte
destra del corpo.
Larticolo si concentra
4 inoltre sul
miglioramento della
» deambulazione,senza| perdere di vista
~ importante obbiettivodella guida di un autoveicolo.
Al centro Richard cavalca cinque
volte alla settimanae il fratello Graham
descrive questo come“unodeipit: grandi
piaceri della sua vita, dato che il solo
contatto che ha ora congli animali”’.
International
German
Variety Award “99
[ieeeCoieZee)
re artisti di ogni brancadel varieta, senza limiti di
eta, con esibizioni che durinodai tre ai sette minuti.
Gli interessati possonoinviare una videocassetta,
delle foto recenti ed un curriculum al seguente in-
dirizzo: Hessischer Rundfunk, Redaktion
TraumtaenzerVarietépreis ‘99, Postfach 410254,
D - 34114 Kassel. L’indirizzo di posta elettronica
21
-
estero
L’Italia vista da fuori
Questo mesela sezione estero parla an-chedell’Italia. Vogliamoinfatti segnala-re l’attenzione che alcuneriviste stranie-re hannodedicato al panoramacircensedella nostra nazione.
Arts de la piste
Nel numero 12 della rivista francese artsde la piste, edita da HorsLesMurs,é sta-
to pubblicato unarticolo di Raffaele DeRitis, gia caporedattore della nostra rivi-sta e attualmente al lavoro negli Stati Unitiperallestire il nuovospettacolodi Ringlingsotto chapiteau.I] pezzo é un panoramasul circo italiano diviso in due parti: unritratto storico ed unafotografia dellasi-tuazioneattuale. De Ritis é comeal soli-to lucido e analizza con distacco e com-petenza l’evoluzione della situazionecircensenella nostra penisola. Inizia ram-mentando l’importanzadegli italiani nelladiffusione dell’ arte circense in Europa.“Le prime grandi dinastie del circo mo-derno,i Franconi, Chiarini, Grimaldi oancorai Ciniselli, Sidoli o Truzzi, ebbero
un ruolo di pionieri e fondatori del circomoderno in numerosi paesi del nord edell’est Europa.” Masubito inizia adesporre alcune contraddizioni tipiche delnostro circo: “Durante la prima meta delsecolo, nonostante |’ Italia continuasse a
darei natali a straordinarie famiglie diartisti che si diffusero in tutto il mondo,igrandi complessicircensi erano pochi edistanti fra loro e non raggiunsero mailedimensioni di altri giganti europei.”DeRitis passa poia descriveregli effettipositivi della legge 337 del 18.03.1968,laprima del mondooccidentale: “Questa leg-ge garantivasussidie, soprattutto, chie-devaalle cittaé ed ai comunidi allestiredelle aree equipaggiate per ricevere uncirco... La qualita dei circhi italiani au-ment6 subito in maniera eccezionale:nel1972 Darix Togni fondail Circo sull’ Ac-qua, lo stesso annoi Casartelli creanoilsontuoso Medrano, un annopit tardi
Moira Orfei ed il marito Walter Nonesapronoil colossale Circo sul Ghiaccio,combinandounapista tradizionale con unadi ghiaccio sotto lo stesso chapiteau, conpitt cambiamenti di quadri delle FoliesBergéres. Nel 1974, Nando e Liana Orfei
ideanoil Circo delle Mille e una Nottecon un’arenadi oltre 30 metri di diame-tro e 500 costumi disegnati da Danilo Do-nati, il costumista di Fellini. Allo stessotempo Enis Togni porta in tour il suoAmerican Circus,forse il pit’ grande ditutti, con le sue tre piste, 25 elefanti e
100 cavalli. Erano gli anni in cuitutti gliitaliani accorrevanosotto i tendoni:il cir-
22
co era di moda.” Mal!’analisi di De Ritisdiventa critica quando comincia a parla-re degli anni ‘80:“Sfortunatamente, diecianni fa l’aspetto negativo della leggecominio ad apparire: infatti il testo nonimponevanessun controllo artistico 0qualitativo del prodotto. Ognuno potevaaprire un circo medio o grande riceve-re contributi rispettandocerti parametritecnici. Numerosefamigliedi artisti, acro-bati o ammaestratori di animali conside-rarono pit! remunerativo aprire un pro-prio circo. Cosi quelli che eranostati ot-timi artisti si trasformaronoin mediocri,presuntuosidirettori di circhi, gestendoiloro tendonisenzatalento né preparazio-ne.” Poi, dopo avertratteggiato l’attivitadell’ Accademia,il distacco esistente con
le altre discipline dello spettacolo e la que-stione animalista,lascia intravedere unaposizione di fondoottimista:‘Nell’ otto-bre 1998, quandocadeil governo Prodi,Veltronilascia la vice presidenzae il di-partimento dello Spettacolo non senza la-sciarsi dietro un decreto storico:il 16 ot-tobre grazie a questo decreto avvienelafusione del Dipartimento dello Spettaco-loconil Ministero dei Beni Culturali in unnuovo Ministero,il Ministero dei benie
delle attivita culturali. Sotto la guida dellagiovane Giovanna Melandri questo nuo-vo Ministero dovrebbe cominciarela pro-pria attivita entro i prossimi mesi. Avraduesezionidistinte, una peril cinemaed
unaperle arti dello spettacolo dalvivo.Ilprecedente dipartimentocirchi e spetta-coli viaggianti verra integrato in quest’ ul-timo.”
Circus Zeitung
Vogliamo segnalare anche|’ attenzioneche il mensile tedesco Circus Zeitung hadedicato al nostro paese con un interven-to sviluppato addirittura in due puntate suinumeri di novembre e dicembre 1998. Ilpezzo titolato “Arte circenseitaliana:classico e moderno”. Martin Huttner,l’autore del dossier, € molto preciso ed
elenca in maniera puntigliosa e nonencomiastica i programmi dei circhi Ce-sare Togni, David Orfei, Errani,
Barcellona e Circo Nazionale di Spagna.Anche la descrizione delle strutture émeticolosa e si capisce che scritta dapersona competente.I] limite dell’ artico-lo € caso mainella scelta dei complessirecensiti. Un panoramapit! vicino allacompletezza avrebbe forse dovuto com-prendere anche circhi come |’ America-no, il Medrano,il Moira Orfei(citato soloper le massiccie campagned’affissione)oil Florilegio.
Il Festival du Cirque de Demain
entra nel terzo millennio
Il XXIIFestival del circo del domanisi svolgera dal26 al 31 dicembre 1999 sotto lo chapiteau di ArletteGruss a Parigi e presentera oltre ad acrobati ¢clown, anche numeri equestri e di ammaestramen-
to. Proponiamo un’intervista pubblicata da LeCirque dans |’ Univers (1° trim. 1999) che ha do-mandato a Dominique Mauclair, fondatore delFestival, e Presidente dell’ Associazione franceseperil Circo di Domani, di annunciare quali sarannoi cambiamenti di questa nuovaedizione,di spiega-re come funzionail Festival e di tracciarnela storia.- Le Cirque dans |’Univers: Dalla creazione delfestival nel 1977, questa manifestazione ha cono-sciuto numerosi cambiamenti, perché?- Dominique Mauclair: La prima ragione é che lavocazione di questo Festival é di essere innovati-vo. Quando é stato creato, abbiamo tenuto contodella rivoluzione rappresentata dalla nascita di scuo-le di cireo in Occidente che avrebbero dovutoper-mettere, nell’universo chiuso della pista, a giova-ni, non provenienti da famiglie di Circo, di apporta-re all’arte della pista la loro cultura e la loro nuovasensibilita. Nel 1977, un artista uscito dalle scuoleoccidentali non aveva nessuno spazio per mostra-re il suo numero, Unasola possibilita: partecipareagli spettacoli organizzati dalla struttura che lo ave-va formato (Cirque al’ Ancienne ol’ Ecole di AnnieFratellini e Pierre Etaix). Questa é la ragioneprinci-pale checi ha incitati a non organizzare pit il Galade la Piste (che avevo creato nel 1958 con LouisMerlin) per concentrarci su questa nuova missio-ne. Ma quando abbiamocreatoil Festival (primaleBorse Louis Merlin,poi il Cirque de Demain) nonavevamo nessun appoggio finanziario. Le primesovvenzioni ci sono state versate dopo la setlimaedizione. Persette anniil Festival & sopravvissutograzie all’appoggio dell’ Union sociale du Spectacle.Dopodueanni al Cirque d’Hiver, abbiamo potutocontinuare la nostra attivita grazie al generoso ap-poggio di Silvia Monforte all’aiuto della famigliadi Alexis Gruss. I] Festival si é sviluppato ed hapotuto accogliere i nuovi numeri dell’Europa so-cialista, poi cinesi, cubani, coreani, mongoli e i rus-si ed infine vietnamiti ed africani. Nel 1982 ci siamotrovati nella seguente situazione:il Festival avevagia una rinomanza mondiale,tutti i giovaniartistivolevano parteciparvi, ma non avevamo alcunmezzo economico per andare avanti. Seguendo ilconsiglio di Christian Dupavillon, Jack Lange ac-cetta di donarci un importante contributo che cipermette di pareggiarei nostri conti e di costituireun fondo di ammortamento. Contemporaneamenteanchela citta di Parigi inizia a donarci un contribu-to integrativo. All’epoca, accanto ai giovaniarti-sti, si stava affermando un nuovostile di circo e
possiamodire di averlo visto sviluppare all’ inter-no del nostro Festival, con la partecipazione di com-plessi come Roncalli, il Big Apple Circus, i Puitsaux Images, poi Le Cirque du Soleil, Archaos,Plume, |’Intrepida Troupe,il Lido di Toulouse ed
altri ancora. Nel 1988,il Circo Nazionale di Alexis
Gruss non avevapiil l’area del Parc de la Vilette,
decidiamoallora, con |’aiuto dei Bouglione,di tor-
nare al Cirque d’ Hiver. Bisognaprecisare cheil bi-lancio del festival é coperto peril 40% dagli incassidel botteghino; per un 30% da contributi di entipubblici; per un 25% daidiritti televisivi e per il 5%da incassi vari (sponsor, vendita di programmi,ecc.). Aumentarele entrate si é rivelato quasi im-possibile visto che riempiamogia I’82% dei postidisponibili al Cirque d’Hiver, chei contributi deglienti pubblici sono invariati dal 1991 (con tendenzaalla diminuzione), chei diritti televisivi sono in ca-dutalibera e chegli incassi vari sembranostagnanti.Mentre le spese, purtroppo, aumentano in conti-nuazione.In questa condizione ci era impossibiletrovare un sano equilibrio restando al Cirqued’Hiver, dato chela televisione, per continuare a
filmare i nostri spettacoli, esigeva la presenza dinumeri equestri e di ammaestramento che nonsipossonorealizzareall’ Hiver. Queste sonole ragio-ni che ci hannofatto accettare l’offerta di ArletteGruss:organizzareil Festivalsottoil suo chapiteau.- Tornare sotto chapiteau comportera un cam-biamento dello spirito del Festival?- Lospirito del Festival resta lo stesso: offrire unmezzo di espressioneai giovani artisti, quale chesia la loro formazione,la loro cultura, ma anchequali che siano le discipline da essi scelte. Ora,dopoil 1988, se abbiamo potuto accogliere acro-bati e clown, abbiamo dovutorifiutare la presenzadi ammaestratori e cavallerizzi. E non bisogna di-menticare che nel nostro palmarésfigurano artisticome Martine Gruss(oro nel 1981), Stephane Gruss(oro nel 1984), Louis Knie Jr. (argento nel 1985),
Armand Gruss(argento nel 1985), Marina Popova(argento nel 1985), tutti ammaestratori 0 cavalleriz-zi. E abbiamodovutorifiutare la presenzadi figurecome Geraldine Knie, Dick Chipperfield Jr., 0 gliallievi di Francesco Caroli, Manu e Bernard.I] nuo-vo orientamentodel Festival ci permettera di invi-tare numeri di ammaestramento,alla condizione che
tali numeri apportino un’evoluzione nello stile esiano effettuati nel rispetto delle sane leggi natu-rali.- L’organizzazione del Festival sotto chapiteauapportera altre innovazioni?-Eun po’presto per parlarne. Comunquerealizze-remo unaselezione europeail 26 dicembre,per poterallargare la partecipazione degli artisti europei edoffrire loro |’ occasionedi esibirsi in pubblico. D’al-tra parte siamo intenzionati ad organizzareperilpassaggio fra i due millenni una grande festa, Lanotte del terzo millennio, durante la quale sarapossibile viverele ultime ore del secondo millen-nio e le prime del terzo assieme agli artisti delFestival e quindi a persone provenienti dal mondointero. Mai buoni propositi per il futuro sono mol-tissimi.
23
OLVDISD
-
anniversarl
Il nostro Direttore,
la “critica circense”’
e delle recensioni di
spettacoli italiani.
30) ann a
'CIRCO!Sbirciandofra le pagine delle
riviste Circo di vent’ annifa troviamoarticoli, recensioni che riteniamopre-
sentino degli aspetti interessanti.
Comenelcaso del numero diaprile
del 1979 dove erano pubblicate rifles-
sioni sulla critica circense e recen-
sioni di spettacoliitaliani.
Come gia ampiamente rac-
contatonegli scorsinumeri,erapurtrop-
po venuto amancare Enrico Bassano,
il pit importante direttore che la nostra
rivista abbia avuto. La conduzionedel
periodicopassavaallora alla figlia Se-
rena. Riportiamoperesteso l’interven-
tocheaprivailnumerodiapriledel 1979.“Questo é il primonumero di Circoche
nonporta la firma di mioPadre come
Direttore. Vorrei chequesto giomonon
fosse venuto mai. Era legato a questo
piccolo, semplice, candido giornaleche,
diceva, nonéunanormale pubblicazio-
ne di categoria, né unarivista informa-
tiva: é un atto di amore al Circoe chi lolegge elo segue é perché amail Circo,
altrimenti non lo sfoglierebbe neppure.
Per questo aveva cercato sempre ditenerelontano lepolemiche,irimbrotti,
senon formulati inmodocomprensivo
ed affettuoso:sipud rimbrottare dura-
mente o fustigare chi si ama? Selo si
fa, e pud ancheessere qualche volta
indispensabilee salutare, deve essere
in tonobonario, paterno, mai astiosoné
categorico; deve essere come quando
si sgridanoinostrifigli, peril loro benee
conpili amore che rimprovero, Forse
qualcunopotra avere scambiato que-
stabonarieta, questacomprensione, per
debolezza: vuol dire chenon conosce-
vamio Padre.In lui nonvieradebolez-
za, ma solo un eccesso(se vi pud esse-
re eccesso nell’amore), un eccesso di
amore. Ecco perché Ja Sua grande
Amniiciziaper Cervellati: entrambitra-
boccavano di tenerezza ed avevano
bisogno di estemarla, difameparte agli
altri. Enonsopportavanochinonlica-
piva. Io continuoil Suolavoroe cer-
cherd di continuare anche con Ja Sua
menitalita; non che io pensi di annullare
Jamia personalita, né quella dei colla-
boratori, macredo chesaraspontaneo
in ognunodi noi, forse ancora pill oggi
che prima,tentare di adeguarciil pid
possibile aquello che erail Suomodo di
sentire e di pensare. Tenterd, hodetto,
macerto non avremo mai pill articoli
scritti con la Sua prosa nondi giornali-
sta, ma di vero ed autenticoscrittore:
cerchiamo, almeno, dinontradire mai
la Sua visione globale delnostro “atto
di Amore al Circo’’. Solo cosi potremo
ricordarl_o sempre con serenita, sicuri
dellaSuapresenzaalnostrofianco. Solo
cosi potremo vedere sempre il Suo
nomea firmare queste poche pagine
scritte pitt con il cuore, che con lapen-
na, “Circo” sara sempre diretto damio
Padre.”
Finteressante ancheI’inter-
ventodiRobertoTosiche,lungidall’uti-
lizzare banali strumenti di retorica,
focalizzalasuariflessione su un aspet-
tofondamentaledell’attivita diBassano:
lostimolodella“criticacircense”’. ‘“De-
sideriamo qui ricordareEnricoBassano
non tanto comeun caro amico,un bril-
lante autore teatrale, un acutocritico
cinematografico o come l’uomoche
seppe essere, con grande discrezione,
il pit ascoltato consigliere di Gilberto
Govi;altri lo hannofatto e lo faranno in
modomolto pit degnodelnostro. E’
superfluo pure elencare i molti meriti
che Bassanoacquisi nei confronti del
Circoe del suo mondo;riteniamo inve-
ce sottolineare quella cheforseé stata
la sua benemerenza maggiore come
Scrittore di cose circensi: Bassano éstato frai primia scrivere di circo met-
tendolaPista sullo stesso piano di qual-
siasi altra manifestazioneartistica. Non
si é mai stancato di far comprendere
cheil Circo deveessere presosul se-
tio,sia sul pianoartistico che su quello
umanoe chela suagente costruisce e
presenta i propri “numeri’”’ senza mai
barare, arrivando a pagare anche con
la vita i propri errori. Non perse occa-
sione per affermarecheil Circo deve
essere giudicato per quello cheée per
quello che vale, anche a costo di spo-
gliarlo di quella melensa atmosferapa-
teticache generalmente gli viene affib-
biataachi non ne ha capitol’essenza.
Aicircensi hasempre consigliato dinon
abdicare mai adunadignitéduramente
conquistata edha loro ricordato che la
concordiafra tuttala gente del viaggio
é elemento essenziale perlasopravvi-venza del Circo stesso. Questo era il
Credocircense di Enrico Bassano,che
sempre aveva operatoperfarne parte-cipi circensi e no. Questi ultimi, salvo
lodevolimalimitateeccezioni, sembra-
no nonaverancora fatto tesoro della
sua lezione;perloro il Circo fa notizia
solo se un trapezista si fiacca 1’osso del
collo oppure sequalche belvafuggitiva
trasformaun agente in un cacciatore
da safari. Perquanto riguardai circensi
ciasteniamo daqualsiasi considerazio-
ne, limitandoci apensare cheun appro-
fondito esamedi coscienza rimangail
miglior modoperonorare lamemoria
del“loro” Bassano.”
Gia vent’annifa la nostra rivi-
sta cercava di darconto dell’ attivita dei
complessiitaliani, cosanon sempre sem-
plice. Andare a rileggere le recensioni
di allora pud dare un’idea di come sia
cambiata |’ attivita deicirchiitaliani e allo
stesso tempo la manieradi parlamesulla
rivista. Ecco gli stralci di due recensio-
ni che apparivanonel numero di aprile
del 1979. Edgardo Meda scriveva del
Circo Viales. “Uncirco degnosolodi
elogi, siasotto il profilo artistico, siacome
organizzazione,é il circo Viales. Un cir-
co che non é stato mai segnalato dal
nostro giornale, soltanto perché pernoi,
Amicidel Circo,sta diventando sem-
pre piti difficile e problematicorintrac-
ciare e raggiungere i vari complessi
circensi. II circo Viales (chapiteaugial-
lo-blu, metri 24 per 30) é diretto da Lu-
ciano Medini, nomedi pretta marca
circense.” Dopoun breve racconto delle
origini dei fondatori, il pezzo passa a
descrivere lo spettacolo:“Un program-
mavivacecontanta gioventi in pistae
tutta brava: diversi “numeri” che pre-
senta questo complesso,potrebbero de-
gnamente figurare in circhi molto pit
grandi ed impegnativi e vi riportereb-
bero certamente un ottimo successo.
Comenonricordareil contorsionismo
di Deborah,disei anni? E il trapezio di
Antonella, di dodici anni? O1’ “impalo”perfetto del piccolo Davide? lostile
e la grazia dell’undicenne Luana, alla
corda verticale? Buonissimo ancheil
duo Piazza in un bambi a due cheil
padre effettua con lafiglia di appena
otto anni.” In chiusura Edgardo Meda
scriveva: “‘Anche per questo comples-
soi periodi buonisi alterneranno aquelli
menofortunati e le difficolt4 non man-
cheranno, ma unacosaé certa:il circo
Viales non dovra mai avere paura del-
lavvenire artistico, con tanta gioventi
e cosi valida da garantire per l’avveni-
re una continuitA di successi e di soddi-
sfazioni.” Unaltro valido collaboratore
25
della rivista, Giuseppe Rivarola, scrive-
va del Circo Niuman:‘Unospettacolo
ligio alla migliortradizione,équellopre-
sentato dal circo Niuman dei fratelliGualberto, Dante ed Ivo Niemen.Bi-
glietto di presentazione: uno chapiteau
di circa mt. 37 per 44, posti molto ac-
coglienti, spettacolo rapido, molto ben
condotto da Dante Niemen,il cui figlio,
Tler, é un po” Ja granderivelazione”.
Gualberto “‘Ciccio” Niemen presenta-
va quattro fra leonie leonessee il terzo
fratello, Ivo, si occupava del campo
economico.Dello spettacolo facevano
poi parte un giocoliere di forza, icoltelli
di Angelo Gerardi, i giocolieri Franchetti,
Nives Bizzarro conla corda edi piatti
sulla scala libera, il nuovo gruppo di
maiali di Gottani,il fachiro Althoff,ilclown Fredy Emestos. La recensione
chiudevacosi: “Danondimenticareper
misuratezza il duo comico Chinotto e
Coca Cola.”
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cruciver
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