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    APRILE¥

  • UTTONEsean

    CATANIAER?

    ones

    EORAMATORINOET

    0.1'3{CASTELERANCOEM

    LIA) “TLOENOD-LAGD

    ' Novita al Dipartimento Spettacoloe@ diOmar Martese

    _\W di Raffaele DeRitis

    Oggi sposi?di Gilberto Zavatta

    Lacitta-circo di Sarasota

    Deragliail treno dei Togni* di Alessandra Litta Modignani

    ~ Comesi diventa acrobatidi Alessandro Serena

    LERUBRICHE

    Notiziario - p. 6

    Estero - p. 21

    Circo 30° - p. 24

    CIRCOPeriodico dell’ Ente Nazionale Circhi

    Anno XXXI - N. 4 - Aprile 1999

    Direttore Responsabile

    Egidio Palmiri

    In redazioneClaudio Monti - Alessandro Serena

    Collaboratori

    Serena Bassano, Raffaele De Ritis,

    Roberto Fazzini, Ruggero Leonardi,

    Massimo Malagoli, DominiqueMauclair, Flavio Michi, Francesco

    Mocellin, Ettore Paladino, Roberto

    Pandini, Guy Puttevils, Chris Puttevils

    Conla collaborazione diCirque (Svizzera), Cirque dans

    l’Universe (Francia), Circus Zeitung

    (Germania), De Piste (Olanda), Le

    Mondedu Cirque(Francia), King Pole

    (Inghilterra).

    Direzione, redazione, pubblicita,

    amministrazione

    Ente Nazionale Circhi - viale

    Cristoforo Colombo n. 25 - 47042

    Cesenatico (FO) Telefono 0547 -

    672052 fax 0547 - 674189.Website: circo.it e-mail: [email protected]

    Pubblicita inferiore al 45%

    Autorizzazione del Tribunale diLivorno n. 344 del 25.5.1980

    Impaginazione

    S&M Cesenatico

    Fotolito e Stampa

    Fazzini - Castelfranco Emilia (MO)

    Abbonamento 1999: versamento diLit 40.000 sul ccp n. 14701478intestato a: Ente Nazionale Circhi, v.le

    Colombo, 25 47042 Cesenatico (FO)

    Tutti i diritti di proprieta sono

    strettamente riservati. Fotografie e

    manoscritti non richiesti non si

    restituiscono

    3

  • CENTRO SERVIZIO CIRCHI

    Il CENTRO SERVIZIO CIRCHI nasce da un’iniziativa dell’Ente Nazionale Circhi alfine dioffrireal mondodello spettacolo un servizio completo inerente le problematiche della categoria:

    assistenza fiscale, tributaria, pensionistica, libri paga etc.

    Consulenze, servizi e convenzioni vengono offerte a costi particolarmente vantaggiosi

    I SERVIZI GRATUITI

    PATRONATO:tramite il patronato EASA si effettua-no tutte le pratiche per la pensioneel'assistenzamutualistica (infortuni, malattie, etc.)

    CONSULENZA COMMERCIALE:per la costituzione

    di societa di qualunquegenere e natura.

    CREDITO:consulenza su investimentie prestiti.

    SERVIZI A COSTI DI FAVORE CONVENZIONA-TI CON PROFESSIONISTI DI SETTORE

    CONSULENZA DEL LAVORO:tenutalibri paga e

    matricola, gestione ENPALS, INPS, INAIL, assistenza

    su vertenze sindacali e rapporti con gli Istituti.Permessi di ingresso e lavoro per comunitari ed extra-

    comunitari.

    CONSULENZA TRIBUTARIA:pratichefiscali, registri

    contabili, contabilita di ogni genere e natura, dichiara-zione annuale dei redditi, IVA, SIAE,etc.

    CONSULENZA LEGALE:recupero crediti, pratichepenali, civili ed amministrative.

    CONSULENZA ARTISTICA:possibilita di migliorare

    e personalizzarela propria attrazione o elementi dellospettacolo con un qualificato consulente per sceno-grafie, movimenti, musiche,ete.

    CONSULENTE DI INGEGNERIA:collaudi e progetta-

    zione di chapiteauxe strutturevarie.

    PERIZIE:perizie giurate sul valere dei beniin uso.

    CONSULENZA ASSICURATIVA

    A tutte le persone del mondo del circo, Compagnieprimarie propongono a condizioni particolarmentevantaggiose i seguenti tipi di polizza:

    RC Auto, Auto rischi diversi, Infortuni,

    Malattia, Incendio, Furto.

    Responsabilita civile: circhi, tensostrutture,

    piazze, spettatori, Tutela giudizaria.

    Alcuni esempidi prezziper automezzicircensi:

    Autocarri di peso complessivo,compresoil rimorchio.

    da 25a35 ql: annuale 637.000 /semestrale 350.000

    da36a70ql: " " 509.000 " " 265.000

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    da36lin poi: " " 1.614.000 " * 834.000

    CENTRO SERVIZIO CIRCHI

    VIA GARBINI, 15 - 37135 VERONATEL. 045.50.98.39 R.A. Fax 045.50.98.45INFORMAZIONI: Cavedo Giancarlo, cell. 0442 - 22123

    Drimo piano

    ll Dipartimento dello Spettacolo

    haun nuovodirettore generale

    Il Dipartimento dello Spettacolo

    ha un nuovo dirigente,la

    dottoressa Rossana Rummo. Ha

    gia preso possesso del suo

    ufficio, in via della Ferratella a

    Roma. Vediamo chi é la persona

    che dall’8 marzo é stata chiamata

    a sostituire il dottor Mario Bova.

    Laureata in scienze politiche,

    nell’86 ha partecipato ad un

    corso di “Management della

    Ricerca e dell’innovazione

    tecnologica” al Massachusetts

    Institute ofTechnology di Londra.

    Dal 96 al 98 ha svolto attivita di

    collaborazione tecnica presso il

    Ministero dell’ Universita e della

    ricerca scientifica in qualita di

    responsabile della segreteria

    tecnica del Ministro Luigi

    Berlinguer, con particolare

    riferimento ai rapporti conil

    Ministero della Pubblica

    La responsabile del Dipartimento

    Spettacolo,dottoressa Rossana Rummo.

    di Omar Martese

    Ladottoressa Rossana Rummoé

    il nuovo capo Dipartimento.

    Vediamoil curriculum della

    dirigente chesostituisce il dottor

    Mario Bova, tornato alla carriera

    diplomatica.

    Istruzione.

    In precedenza ha diretto l’Apre,

    agenzia per la promozione e la

    ricerca europea, con sede in

    Roma. Dall’89 al ’92 é stata

    responsabile dell’Ufficio studi e

    informazioni del Dipartimento

    relazioni internazionali, pressoil

    Ministero dell’ Universita e della

    ricerca scientifica. E’ una

    profonda conoscitrice dei sistemi

    formativi ed educativi di diversi

    paesi.Ha collaborato con l’ENEA

    nel settore organizzazione e

    pianificazione delle risorse

    umane e finanziarie, maturando

    un’ampia esperienza nella

    gestione delle risorse

    professionali.

    Ha collaborato con Universita,

    partecipato a comitati e

    commissioni nazionali e

    internazionali.

    L’esperienza della dottoressa

    Rummoé assai qualificata anche

    dal punto di vista della

    collaborazione a_ riviste,

    periodici e quotidiani: direttore

    del mensile Ricerca Europeae del

    quindicinale APRE-Informazioni,

    ha scritto per il Sole 24 Ore e

    lungo é l’elenco degli articoli

    5

    e

    eo

    e

    : LEncringrazia

    e ilDott. Mario Bova°e Tl dottor Mario Bovahalasciatoil. prestigioso incarico di Direttore

    e generale del Dipartimento dello

    spettacolo,per tornare alla carrie-

    ra diplomatica dalla quale prove-

    niva. In questo periodo di transi-

    zione, e di assestamentopolitico,

    nel quale ha svolto il suo manda-

    to, il dottor Bova non avrebbepo-

    tuto fare di pit di quel che hafatto

    peril mondodel Circo.

    Adogni mia richiesta si sempre

    reso disponibile a risolvere i pro-

    blemi di sua competenzarelativial

    settore. Un solo esempio: |’ appro-

    vazione,da parte della Commissio-

    ne da lui presieduta, della nuova

    circolare, che é tuttora in attesa

    e della firma del Ministro Melandri.

    $ Alterminediquesta collaborazio-© ne per molti aspetti proficua, desi-

    : dero quindi ringraziare - a nome

    © mio, del Consiglio direttivo e del-

    ¢ Vintera Categoria- il dottor Bova© per quanto ha fatto.

    Egidio Palmirie

    oO

    e

    e

    e

    eeoeoecoeoeoeooeoeooeooooooodo

    comparsi su riviste specializzate,

    principalmente SistemaRicerca..

    Al nuovo’ direttore’ del

    Dipartimento,il circo italiano ed

    anche la nostra rivista, porgono

    un caloroso benvenuto ed i

    migliori auguri di un proficuo

    lavoro.

  • rassegnasiampa

    E il “medico-clown” sbancai botteghini

    hi non conosce Robin

    Williams batta un colpo.

    E si faccia avanti chi non

    ha maivisto almeno unodi questi

    film: L’attimo fuggente, La leg-

    genda del re pescatore, Risvegli,

    Will Unting genio ribelle. La sa-

    pete l’ultima di questo attore che

    ha raggiunto i 47 anni d’eta? Eb-

    bene, ha sbancato i botteghini

    americani con il suo ultimo suc-

    cesso: Patch Adams, uscito in Ita-

    liail 19 marzo.

    Si tratta dell’ormai nota

    trasposizione cinematografica

    della vicenda dei medici-clown,

    ampiamentecollaudata negli Sta-

    ti Uniti, e da un po’ di tempo im-

    portata anchenel nostro paese (ce

    ne siamo occupati di recente su

    questo giornale). In particolare il

    film é@ dedicato al fondatore di

    quello che viene considerato un

    metodo terapeutico ormaicollau-

    dato, il dottor Patch Adams, ap-

    punto.Il Venerdi di Repubblica del 12

    marzo scorso,ha dedicato un am-

    pio servizio al popolare attore e

    alla pellicola che negli Usa hain-

    cassato cento milioni di dollari in

    un mese. Quella interpretata da

    Robin Williams é quindi unasto-

    ria vera, “quella di un dottore che

    cura i malati travestito da pagliac-

    cio perché credenello straordina-

    rio effetto terapeutico di una buo-

    na risata”, scrive il Venerdi.

    “F’ solo unfilm, ma sembra avere

    uneffetto dirompente, con un im-

    Robin Williams in due immagini

    del film tratte dal Venerdi di Re-

    pubblica.

    patto enorme,a valanga,a giudi-

    care dalla quantita di lettere e di

    segnali che ricevo”, dice Williams

    nell’intervista concessa a Laura

    Laurenzi.

    E, semprea sentire l’attore, pare

    che del film si discuta “con enor-

    me passione, soprattutto negli

    ospedali, nelle facolte scuole di

    medicina, dove si organizzano

    proiezionie dibattiti”, Risultato:il

    vero Patch Adams,sta raccoglien-

    do molti fondi per curare gratis

    quanti hanno bisognodilui, quin-

    di anche quelli che non hannoal-

    cunaassicurazione.

    Robin Williams é convinto cheri-

    dere contribuisca a guarire e co-

    munqueallevi la sofferenza dei

    malati. E per entrare nella parte del

    personaggio cinematografico non

    ha dovuto fare grossi sforzi. Da

    quindici anni fa visita ai bambini

    malati negli ospedali: “Negli Stati

    Uniti esiste una fondazione, cui

    aderisco, che si chiama “Esprimi

    un desiderio peri piccoli malati”.

    Alcuni chiedonodiessere portati

    a Disneyland, altri di incontrare

    un attore, una celebrité. Non di-

    menticherd mai il primo bambino

    che sono andato a trovare: avevadieci anni, leucemico,vicino alla

    fine, ma con un’ enormevoglia di

    vivere,di ridere,di divertirsi. Per-

    ché & questo che vogliono date

    quando li vai a visitare. Devi

    scherzare e giocare; poi magari

    piangi, ma dopo,da solo”.

    6

    Lospettacolo

    “popolare”

    q q roprio perchésia-mo Popolari, sap-

    piamochela cul-

    tura popolare sono anche e so-prattutto i circhi,il teatro di fi-

    gura,le bande,i festival locali.

    Nonsi pud accettare che non

    ci sia attenzionepertutto cid.

    Peri circhi ci muoveremo con

    una specifica azione legislati-

    va di settore: se il problema é

    la presenza degli animali é cer-

    to che nessuno vorra accetta-

    re |’idea di un circo senza evo-

    luzioniconi cavalli 0 senza i

    giochi,rispettosi degli animali

    certamente, che tutti storica-

    mente vi riconosciamo”. E’ un

    branotratto dalla lungainter-

    vista rilasciata al Popolo (quo-

    tidiano del partito popolareita-

    liano) da Roberto Di Giovan

    Paolo, nuovoresponsabile del

    Dipartimento cultura e spetta-

    colo del Ppi.

    Fra i temi affrontati nell’inter-

    vista dall’esponente politico,

    il cinema,il teatro,“l’attenzio-

    ne a settori nuovi comegli ar-

    tisti di strada e il teatro con-

    temporaneo...il teatro dei pupi

    e dei cantastorie”.

    Philippe Petit: “Il mio trattato sul filo”qu funambolismo

    a stregare, que-

    sta volta, “D”, il

    settimanale femminile di

    Repubblica.E il trattato di Philippe

    Petit, “Funambolismo”,

    appunto, occupa dieci

    pagine del settimanale in

    edicola il 2 marzo insieme al quo-

    tidiano diretto da Ezio Mauro. Hlibro, che uscira in Italia a fine

    marzo dall’editore Ponte alle

    Grazie (vedi recensione nella

    rubrica “libri” in questo nume-

    ro di Circo) reca una lunga pre-

    fazione di Paul Auster. Ed é pro-

    prio questa che “Donne” pubbli-

    ca con ampio risalto, accompa-

    gnata dalle belle immagini inbianco e nero che fanno parte del

    libro.L’incontro fra Paul Auster e

    Philippe risale al 1971, e avvie-

    ne lungo il Boulevard

    Montparnasse, quando il primo

    é attratto da un capannello di

    ft

    persone, immobili sul marciapie-

    de ad osservare il secondo ese-

    guire numeri di magia e

    giocoleria, con grande abilita.

    Mala curiosita verso Petit cre-

    sce quando 1!’InternationalHerald Tribune si occupa in pri-

    mapagina di un'impresa desti-

    nata a non passare inosservata:

    eludendo il controllo delle au-

    torita, aveva teso fra le guglie

    della cattedrale di Notre-Dame uncavo che era diventato “teatro”

    di uno show improvvisato,capace

    di tenere il pubblico con il naso

    all’insit per circa tre ore.E nonfu questa la sua ultima esi-

    bizione. Fra le torri del World

    Trade Center di NewYork,

    Philippe Petit replico alla gran-

    de. Poi le grandi cascate di

    Paterson, il Superdome a NewOrleans, davanti a 80 mila per-

    sone, e molto altro ancora. “Nato

    nel 1949, Philippe Petit impard

    da solo la magia all’eta di sei

    anni, i giochi di prestigio a 12,

    Varte del funambolo pochi anni

    dopo”, scrive Auster. Viaggioil

    mondo vivendo di espedienti,

    ebbe anche degli incidenti sullavoro: una volta cadde da oltre

    dodici metri d’altezza, procuran-

    dosi “la frattura di svariate co-

    stole, un polmone perforato,

    un'anca fracassata e il pancreas

    spappolato”. Lavoré anche al

    Ringling e al Big Apple Circus.

    “Per tutta la vita ho cercato i

    posti piit sorprendenti daattra-versare - montagne, cascate, edi-

    fici. E se le traversate migliori

    sono anche state quelle pitt ri-

    schiose, tanto meglio. Ma non é

    proprio quello che cerco. A me

    interessa l’impresa, lo spettaco-

    lo, il gesto grandioso”, ha detto

    di sé il funambolo. Il “Trattato

    sul funambolismo” é il primo

    saggio (peré non nel senso di

    essere un manuale) in materia

    che sia mai stato scritto, “ma é

    anche un testamento personale”,

    dice Auster. “Questo vuoto atter-

    risce”, scrive Petit. Ma

    aggiunge: “Non ho mai paura sul

    filo, sono troppo occupato”.

    Santarcangelo: l’opposizione chiede I’area peril circoiamo a Santarcangelo di

    Romagna, provincia di

    Rimini. Unacittadina dicir-

    ca 17 mila abitanti, dove abita To-

    nino Guerra,poetae ispiratore dei

    copioni di alcuni maestri del cine-

    ma, tra cui Fellini e Mastroianni.

    Edé questoil teatro della vicenda

    riferita dal Resto del Carlino (il

    cui articolo riproduciamo quisot-

    to). Titolo: “Basta con le strade,

    meglioil circo”. Di cosasi tratta?.

    Tl dibattito & tutto politico, e vede

    contrapporsi i due schieramenti

    presenti in consiglio comunale:

    maggioranza e opposizione.

    Adaccenderela scintilla, un ac-

    ceso confronto sul piano

    regolatore cittadino,cioé lo stru-

    mento urbanistico che “regola”,

    appunto, lo sviluppo (residenze,

    strade, verde, ecc.) del paese. Ol-

    tre alla salvaguardia del “polmo-

    ne verde”, all’inserimento di pi-

    ste ciclabili, ed altro, “Lista civi-

    ca, Rifondazione e Verdi”, secon-

    do il quotidiano, hanno chiesto

    che una determinata zona della

    citté (nei pressi del camposporti-

    vo) “mantenga le sue

    connotazioni attuali, per poter

    ospitare spettacoli e manifestazio-

    ni circensi’”’. L oggetto del conten-

    dere é nato dal fatto che la giunta

    avrebbe invece intenzione di co-

    struire in quell’area altre strade.

    Bisognera’ attendere |’ approva-

    zionedel piano regolatore in con-

    siglio comunale per sapere se la

    maggioranza ha fatto propria la

    richiesta dei gruppi di minoranza.

    Noi ce lo auguriamo.

    Scuola, piste ciclabili, Ja ‘fascia verde’ e

    il circo per il ‘contro-Prg. I! documentopreparato dall’ opposizione — Lista Civi-ca, Rifondazione e Verdi — presentatomercoledisera alla giunta di Santarcange-lo ha svelato i suoi ‘segreti’. La citta-ca-poluogo va salvaguardata dallo sviluppoedilizio. «Delimitare la zona compresatra Santarcangelo e San Michele con unafascia verde é un percorso ciclabile —commenta Paola Donini, della Lista Civi-ca — significa evitare un’ urbanizzazioneeccessiva e mantenereinalterata Ja storici-ta del centro, Cosa che non si-verifiche-

    S.Arcangelo L’opposizione presenta il «contro Prg». Obiettivo: bloccare l’eccessivo sviluppo edilizio

    Basta conle strade, meglio il circorebbese venissero costruite altre strade».Un punto focale del progetto dell’ opposi-zione riguardaJa salvaguardia del polmo-ne verde nei pressi del campo sportivo“Valentino Mazzola’. «La zona deve man-tenere Je sue connotazioni — commentaSalvatore Capobianco di Rifondazione—— e magari proprio in quell’area si po-tranno realizzare spettacoli e manifesta-zioni circensi». Ma anche l'istruzionenon mancaall’appello. Visto che Santar-cangelo dovra, nei prossimidieci anni, ar-tivare a doppiare quota 23mila abitanti,le attuali strutture didattiche vanno am-

    pliate. «Oltre a potenziare l'attuale poloscolastico,Istituto Molari e la scuola me-dia n.2, vorremmo che fosse creato unnuovo centro — continua Capobianco—nell’area Campana, che ruoti attorno allascuola media Saffi».L'opposizionehaottenutodalla giuntaal-tre due commissioni consiliari (il 22 ¢ il24 marzo) entro il 26, giomonel qualeverra approvato,dal consiglio, il Piano re-golatore «Insomma,é stata una seduta tut-to sommato positiva — conclude la Doni-ni — che ha messoin luce una certa aper-tura da parte della maggioranza».

    Andrea Montanari 7

    -paureysBPUDISSBI

  • rassesgnastampa

    Il cavallo? Per i bambin

    La notizia é stata pubblicata dai

    quotidiani e trasmessa dai tele-

    giornali con ampiorisalto. Un rap-

    porto del Wwf sostiene che due

    bambini su dieci non hanno mai

    visto una mucca né un cavallo.

    Gli unici animali familiari sono cani

    e gatti. Rane e fenicotteri sono

    “noti” solo attraverso i cartoni

    animati.

    La reazione degli organi di infor-

    mazionealla notizia é stata pill o

    menoquesta: la mancanzadi rap-

    porto e di conoscenza sensoriale

    dei bambinicon il mondo animale

    é un fatto preoccupante.

    Il Wwfha sondato |’argomento

    fra i bambini dai sette ai dodici

    annie il risultato dei dati raccolti

    non pud passare inosservato. Un

    commento molto sensato in pro-posito @ stato raccolto dal Mes-

    saggero del 13 marzo, che ha rife-

    rito alcune dichiarazioni di MariaRita Parsi, psicoterapeuta e

    fondatrice dell’ associazione “Mo-

    vimento bambino”.Dice questa esperta, che il con-

    tatto con la natura é sempre pill

    mediato dallo schermoty, “percid

    é privo di sensazioni, odori, sa-

    pori. E’ un problema comunicati-

    vo, che si trasforma in vera e pro-

    pria deprivazionesensoriale, con

    gravi conseguenze,fino alla per-

    dita, quasi patologica, di contat-

    to conla realta”.

    E un altro esperto, Luciano

    Corradini, pedagogista alla Sa-pienza di Roma,ha dichiarato che

    “non conoscere gli animali (e in

    generale non avere rapporti diret-

    ti con il ciclo della natura) crea

    gravi problemi”.

    Da tempo1’Encsostiene che nel

    nostro Paeseil Circo ha assolto

    ed assolve anche a questa impor-tante funzione: quella di permet-

    tere un “contatto” fra bambini e

    animali, esotici e non. E, si badibene, non é la stessa cosa che siverifica allo zoo, per il semplice

    fatto che nello spettacolo

    circense entra in gioco un elemen-

    to di simpatia che avvicinaall’ ani-

    male. Nelcirco,oltre a poterli os-

    servare davicino,i pit: piccoli pos-

    sono apprezzare gli animali dal

    i/eun UFO

    punto di vista del comportamen-

    to e dell’ intelligenza. Guardare gli

    animali alle prese con numeridi

    abilita, sensibilizza all’ amore e al

    rispetto verso la specie animale.

    ribadito dai rappresentanti

    dell’Ente anche davanti alla

    settima commissione del Senato,

    chiamata a valutare il DDL chesi

    proponedi abolire gli animali dai

    Lo stesso concetto @ stato circhi.

    Uominie bestie di serie A e di.serie B

    Quella che segue é una lettera pubblicata sul “Giornale” del 16

    marzo, che riproponiamo integralmente peri nostrilettori.

    stano gli animali nei circhi. L’ultima, apparsa qualche giornofa sul Giornale, é di un insegnante di Empoli cheritiene non

    sia giusto costringere gli animali a fare qualcosa contro la propria

    volonta e contro la propria natura.

    Sinceramente, dopo avervisto recentementealla televisione un do-

    cumentario scioccante sulla situazione della popolazionein Nigeria,

    ed essermi commossonel vedere morire di fame bambinie adulti, ne

    ho le tasche piene di questa vera e propria “campagna animalista”

    controi circhi.

    Sembracheil male della nostra societa sia per lo pit chiuso nelle

    gabbie e neirecinti di questi pochi imprenditori e artisti, ma non nei

    tantissimi allevamenti di bestiame a uso alimentare.Primadi rischiare di fare della facile demagogia, impariamoa dare un

    giusto peso al valore della vita.

    Quell’insegnante di Empoli, invece di criminalizzare i circhi, insegni

    ai suoiallievi che un ratto (che ci fa schifo) o una gallina (che poi

    mangiamo) hanno la stessa dignita biologica di un leone nato e

    cresciuto in cattivita. Insegni ai suoi allievi che non dovrebbero

    esservi animali di serie A e B, come non dovrebberoesistere,allesoglie del 2000,migliaia di bambinidi serie B che ogni giorno, anco-

    ra, muoionodi fame.

    Leggo con una certa frequenzalettere di persone che conte-

    Antonio Giarola

    Sue Ellen Sforzi vola oltre oceano

    Hagia firmato il contratto e dai

    primi giorni di Aprile iniziera la sua

    nuova esperienza artistica, che si

    preannuncia davvero interessan-

    te. Sue Ellen Sforzi, diplomatasi

    all’ Accademiadel Circo nel ‘95,a

    fine marzo volata in America per

    entrare a far parte dello spettaco-

    lo dell’ Universoul Circus (cfr. Cir-

    co febbraio ‘99), un complesso da

    duemila posti che tocca le mag-

    giori citi americaneal ritmo della

    musicanera. Rimarra alle dipen-

    denze di Cedric Walker, fondato-

    re di questo giovanecirco (é nato

    solo nel 94), fino a novembre.

    Ad accompagnare Sue Ellen ne-

    gli States, c’é il cugino Elvio

    Anselmi anche lui scritturato

    Convocato il Comitato

    1120 aprile si riunira il Comitatoperi problemi dello spettacolo.Tale importante incontro sarapreceduto, negli ultimi giomi dimarzo, da unavisita di EgidioPalmiri, alla Dottoressa Vento,dirigente dell’ufficio II (rip.1)del Dipartimento Spettacolo.

    Novita sulle “modalitadi pagamento”

    Conunarecente circolareil Di-

    partimento dello Spettacolo ha

    comunicato alcune importanti

    novita relative alle “modalita di

    pagamento”dei contributi.

    Gli associati che desideranori-

    cevere delucidazioni in merito

    possono chiamare la segrete-

    tia dell’Enc di Cesenatico.

    LuttiLa famiglia De Angelici ha scritto

    per ringraziare quanti, associati e

    non, hanno partecipato al funerale

    di Motta Franceschina, deceduta

    1’8 febbraio scorso,all’eta di 61

    anni. La signora Franceschinala-

    scia il marito De Angelis Salvatore

    e il figlio Andrea,titolare del circo

    De Angelis. L’Ente Circhi e la reda-

    zione del nostro giornale,si uni-scono allutto di familiari, amici e

    conoscenti.

    dall’ Universoul, ma per un nume-

    ro al filo. Dopo alcune esperienze

    nei circhi italiani, fra cui il

    Medrano,Florilegio, e unafelice

    parentesi al Salomé (nel ‘96) la

    contorsionista Sue Ellen Sforziar-

    riva in unodei circhi“di grido”in

    questo momento sulla scena in-

    ternazionale. In soli cinque anni

    ha avuto una crescita vertiginosa

    e lascia ben sperare ancheperil

    futuro, L’esordio americano di Sue

    Ellen comportera la creazione di

    un nuovo numero:rimaneil con-

    torsionismo, ma cambiano coreo-

    grafia, costumi, scenografiae luci.

    Tnoltre, lo spettacolo é presenta-

    to per quadri, e in uno di questi

    Sue Ellen é la “regina”.

    Lutti

    Il 6 marzo é mancatoall’affetto dei suoi cari, RadioBuccioni, il padre di Antonio,vicepresidente dell’ENC edell’ AGIS. Radio Buccioninegli anni ‘60 era stato fra iprincipali promotiori del parcodi divertimenti Palaeur, che do-veva divenireil pit importanteparcodella capitale.

    Ad Antonio Buccioni eai famigliari tutti, vanno le pitisentite condoglianze da partedel Presidente dell’ENC,Egidio Palmiri, del ConsiglioDirettico, e dei soci dell’ENC,del personalee gli allievi del-1’ Accademiadel Circo,e dal-la redazione ed i collaboratoridi questa rivista.

    Forum ecumenico per operatoripastorali dei circhi e luna parkSi é svolto a Padova dal 20 al 23

    marzo, il “IV Congresso interna-

    zionale ecumenico degli opera-

    tori pastorali dei circhi e dei luna

    park”. Fra i numerosi contributi

    e relazioni, anche quello del Pre-

    sidente Palmiri.

    “E’ stata un’esperienza coinvol-

    gente e significativa”, dice il

    Presidente. “Mi ha particolar-

    mente colpito la S.Messa

    concelebrata alle 7,30 del 23

    marzo da una quarantina di re-

    ligiosi, fra sacerdoti, monsigno-

    ri e vescovi. Direi che é stato un

    momento davvero toccante”. Lo

    spirito ecumenico ha scandito le

    giornate, alla presenzadelle va-

    rie confessioni religiose, orto-

    dossi, protestanti e cattolici.

    Impeccabile l’organizzazione

    curata da don Pier Giorgio

    Saviola, direttore nazionale per

    9

    la pastorale dei circensi e

    lunaparchisti.

    Di grande spessore gli interven-

    ti dei numerosi relatori (che po-

    tevano essere seguiti perfetta-

    mente grazie alla traduzionesi-

    multanea in quattro lingue), dal

    presidente del Pontificio consi-

    glio perla pastorale dei migran-

    tie degli itineranti, Mons.

    Stephen Fumio Hamao, ai i vari

    responsabili dei singoli paesi.

    I temiaffrontati vertevano sulla

    missione della Chiesa in quel-

    l’ambito particolare costituito

    dal circo e dagli itineranti.

    Come essere una comunita viva,

    nel nome del messaggio cristia-

    no, alle soglie del 2000? Sul

    prossimo numero di “Circo” de-

    dicheremo ampio spazio all’ar-

    gomento, anche con immagini

    della tre giorni di Padova.

    you

    JUD

    VIZI

  • ricerche

    SarasotaLa citta - circo

    Chi giunge a Sarasota, pud fare un

    gioco: prendere I’elenco telefonico

    e cercare a caso un cognomequa-lunque diqualsiasi dinastia circense

    del mondo:é difficile restare delu-

    si. Nel 1926,nel pieno dello storico

    boom americanoperi terreni della

    Florida,i fratelli Ringling decidendo

    di lasciare Barabooper questecal-

    de terre tropicali, mai avrebbero

    immaginato che la loro presenza

    avrebbe sviluppato una cittaé che

    sarebbe divenuta nota al mondoin-

    tero come “circus city”. Oggi

    Sarasota conta circa 200mila abi-

    tanti: alcune decine di migliaia diessisonodirettamenteo indirettamente

    legati al “pitt grande spettacolo del

    mondo”cheper quasi un secolo ha

    impiegato in ogni settore migliaia di

    famiglie per pit’ generazioni.

    Sarasota prendeil nome da Sara De

    Soto,figlia di un esploratore spagno-

    lo che si lego a un capoindianolo-

    cale determinandola progenie di

    questapiccola parte del nuovo mon-

    do. Tranquillo centro balneare,ini-

    zid a diventare molto vivace dopoil

    1925, quando John Ringling“il so-

    gnatore’’, completo la propria incre-

    dibile villa e divenne il vero

    mecenate della citta. Ogni appas-

    sionato del circo ha sentito parlare

    almenounavolta della mitica pro-

    prieta di John: Ja villa veneziana Ca

    d’Zan, costruita interamente con

    elementi provenienti dall’ Italia edil

    suo sorprendente giardino in cui

    passavale vacanze la crema della

    societa americana (da Ziegfield ai

    Roosevelt); ¢ soprattutto l’ incredi-

    bile collezione d’ arte europea che

    alla sua morte, nel 1936, fu ceduta

    persua volontaalla citta divenendo

    “The John and Mable Ringling

    MuseumofArt”gallerie colmedi

    capolavori medievali e

    rinascimentali invidiati dal Louvre e

    A Sarasota é stato montatoil

    nuovo spettacolo della Feld

    Entertainment,Kaleidoscape,ma

    il piccolo centro balneare della

    Florida é celebre soprattutto per

    il suoi passato circense.

    dagli Uffizi (tra cui la pit: grande

    collezione esistente di tele di

    Rubens), e portici decorati con biz-

    zarre quanto fedeli riproduzioni di

    opere celebri come il David di

    Michelangelo in grandezza natura-

    le (che é oggiil simbolo della cittadi Sarasota!). La presenza di

    Ringling noné legata solo alle sue

    proprieta: a Sarasota finanzi6 piani

    urbanistici, costrui ponti e strade,

    alberghi e negozi. Dal barbiere di

    periferia alla piazza principale,il

    nomeRingling campeggia ovunque.

  • chestre di circo, in un concerto un

    po’ patetico. Entrando in una ban-

    ca si pud guardare su una parete

    un mosaicoraffigurante Lucio Cri-

    stiani; nel corridoio di un cinema un

    affresco su Lou Jacobs; qualunque

    libreriafa la gioia di ogni collezioni-

    sta, con montagnedi libri e docu-

    menti sul circo, che ti costringono a

    comprarti almeno duevaligie vuote

    prima di tornare a casa... Mala

    grande memoria circensedi cui que-

    sta citta va pit fiera é forse legata

    al 1951, quandola citta “vinse” un

    Oscar con il film // pitt grande

    spettacolo del mondo,girato qua-

    si interamente a Sarasota e qui pro-

    iettato in prima mondiale. Per la

    celebre scena finale della parata,

    migliaia di comparse venneroreclu-

    tate tra i cittadini, quasil’intera po-

    polazionese si guardail film sipensa cheall’epoca c’erano a ma-

    lapena 20mila abitanti... Ricordi,

    nostalgie per un mondoandato,so-

    prattutto se si pensa che la quasi

    totalita della popolazioneé di gente

    anziana chevive qui per godersi la

    vecchiaia. Ora, un avvenimentosto-rico dall’ alto valore simbolicoé statala decisione recente della Feld

    Entertainment: nel ritornare dopo

    quarant’ anni sotto lo chapiteausi é

    scelto di ripartire proprio dallacitta

    doveerastato ripiegato, facendo qui

    le prove del nuovo “Kaleidoscape”7 z aS

    er

    e dandoviI’ anteprimaassoluta in-

    vitando gente del circo che quiri-

    siede. L’avvenimento ha creato

    grande emotivita e grande impatto

    in tutto il Paese: basta pensare che

    addirittura il NewYork Times,il pri-

    mogiorno di prove, ha dedicato

    all’evento la prima paginadella se-

    a

    Nellafoto inalto il regista Cecil B. DeMille (conil cappello) al lavorosulfilm 1 pitt grande spettacolo del mondo.

    zione spettacolo del quotidiano, con

    un lunghissimo servizio di ben due

    pagine. In Americail circo e lasua

    storia hanno un peso enormesulla

    cultura popolare, e nessunosi sor-

    prendese il maggior quotidiano del

    paese gli dedica lo stesso spazio

    degli Oscar.

    Qui sopra una delle rappresentazioni alla Circus Hall ofFame.

    12

    costume

    Il matrimonio fra giovani circensi

    ...Jn tempo di crisi

    Comefannoi giovanidel circo a spo-

    sarsi? Questo é quanto mi domandoaspettandomi una reazione quasi una-

    nime di questo genere: “...Ma che raz-

    za di domanda é questa... come fanno...ebbene si conoscono,si piacciono, si

    frequentano poisi fidanzano e infine sisposano”. Questa @ la risposta ovvia

    si, ma é semplicistica e non liquida ladomanda.

    Molti lettori abituati ai miei articoli che

    da tanti anni questo mensile benevol-mente pubblica, scorreranno veloce-

    mente lo scritto cercando il consuetoracconto sentimental-umoristico 0 co-

    munque velato di nostalgia, ma non lo

    troveranno. Sono quasi sicuro che,let-

    te le mie argomentazioni, molti lettori

    troveranno pertinente la domanda cheho postoall’inizio di questo articolo.

    Se pensoal mio caso personale e a quel-

    li riguardanti tanti coetanei dei miei ami-ci, o comunquecolleghie colleghe di

    cui conosco benissimo le vicende del-la loro vita passata, si pud stabilire sen-

    za alcun dubbio che il procedimento

    che ha condotto alle unioni con i loropartners é avvenuto nelcorso del peri-

    odoin cui gli allora giovani hannola-

    vorato insieme nello steso circo. Beh,e allora? Ecco spiegato, direte, come

    tutto avviene! Eh no, amici..., questo

    succedeva quarant’anni fa... oggi é

    molto ma moltopit difficile che possa-

    no verificarsi le stesse occasioni e vidico il perché, Avete presente |’ orga-nico di un grandecirco di 40 annifa (0

    prima ancora)? Ebbene, senza poter

    essere precisi diciamo che almeno unadecina di famiglie italiane erano ingag-

    giate in questi complessi e questo si-

    gnificava che almeno una ventina digiovani lavorando assiemeper una in-

    tera stagione o per pili d’una, avevanola possibilita di frequentarsi.

    Nei circhi medi, quattro o cinque fami-

    glie c’erano sempre, e ancheneicirchi

    piccoli almeno unpaio di famiglie tro-vavano ingaggio, Ora tutto é cambiatoprofondamente: i costi di gestione

    Chi cercasse in questo articolo la

    solita melassa di buoni sentimenti

    rimarrebbe deluso.I]temaémolto,

    molto piti concreto: come fanno,

    oggi,i giovani del circoincontrare

    Panimagemella?

    sono aumentati in modo quasiinsoste-nibile per cui i circhi grossi debbonosi

    ingaggiare qualche troupestraniera, manon possono andare oltre anche per-

    ché, in certi casi, la famiglia che com-

    pone la direzione stessa é talmente nu-merosa e forte da non aver bisogno

    @altri. I circhi medi hannoridotto al-

    Posso P’organicoei circhi piccoli, ahimé,

    non sono in grado di assumere nessu-

    no € sonocostretti ad agire esclusiva-mente con il proprio nucleo familiare.

    E’ chiaro comeil sole che questa situa-

    zione riduce enormementele occasioniper i giovanidi incontrarsi e frequen-

    tarsi, a meno che i giovanotti non sal-

    gano in macchinaperrecarsia visitare

    il circo che agisce nelle vicinanze, e qui

    trovino |’interesse e lo stimolo perrin-novarele visite che divengono sempre

    pit difficili da effettuarsi poiché i duecirchi si allontananotra loro.

    Ma ammesso anche che |’altra parte,

    ovvero la persona oggetto dell’ interes-se che il giovanotto dimostra, gradisca

    tali attenzioni, le visite saltuarie e irre-

    golari, possono permettere una cono-scenza visiva ma ben poco dei caratteri

    e, di conseguenza, pud subentrare uncerto fatalismo, per cui il ragazzo po-

    trebbe pensare: “...sarebbe tempo cheio prendessi moglie”, e la ragazza:

    “...vado verso i trenta...se non becco

    questo...”.Qualcuno potrebbe ricordarmi quanto

    é scritto qui sopra, quando ammetto

    che nei circhi grandi giungono spesso

    troupe straniere numerose e potrebbedirmi: “Non sono anche quelli giovani

    che immettendosi in un circo possono

    13

    alimentare la possibilité di legami con

    coloro che gia lavoranoin tale ambien-

    te?” Certo!, rispondoio. Peré facciamo

    un’analisi. Anzitutto le troupe sono

    principalmente composte da uomini ese ci sono ragazze esse sono gia legate

    a qualcuno della troupe stessa, pertan-to in questi casi sarannosolo le even-

    tuali signorine locali ad essereliete del-

    l’avvenuto innestoditali artisti nel cir-co.

    Qualche tempo fa mi trovavoin visitain un circo, durante le “prove”, dove

    ho visto alcune ragazzesaltellare e dar

    gridolini di gioia perché avevano ap-pena appreso che presto una troupe

    russa sarebbe arrivata in compagnia.

    Accortesi che le guardavo, una delle

    ragazze midisse: “Non si scandalizzi,

    qui i pantaloni sonopit rari di una mo-

    sca bianca”. Ovviamentefratelli e cu-gini eranoesclusi da tale considerazio-

    ne. Poi bisogna tener conto che questi

    ragazzi delle troupe russe, bulgare ru-mene, marocchine, ecc., possono cer-

    tamente essere di bell’aspetto, forti,

    braviartisti, simpatici, leali e onesti, ma

    hannoun grossodifetto! Quello di ave-

    re le loro famiglie, le loro case, le loro

    originie radici lontane centinaia, se non

    migliaia di chilometri, e prima o poi aqueste radici vorranno tornarci e por-

    terannocon sé la ragazza che diloro si

    é innamorata per l’inevitabile coster-nazione dei genitori. Perché, forse no?

    Non midirete che i genitori saranno

    felici di veder partire la loro figliola peril Sud Africa o per i] Venezuela o

    PUcraina, con susseguenti rare possi-bilita di rivederla!

    Aconclusione vorrei comunquedire

    questo: in fondo io mi sono solo

    posto un interrogativo, mostrando

    certe perplessita, ma non mi

    meraviglierei se questi giovani cheho quitirato in ballo, in una sol voce

    mi dicessero pressappoco: “Ehi

    amico, nonti preoccupare,il nostro

    problema celo risolviamodasoli”.Il che non ammetterebbereplica.

  • ricerche

    Deraglia il treno

    del circo Togni

    Tanti hanno conosciuto Bertino

    Bailo, classe 1913, o meglio

    Bertino Mattera perché, cometan-

    ti artisti del circo, il nome d’arte

    che usa @ quello della madre:

    Mattera. Nontutti perd ricordano

    Vincidente ferroviario del treno del

    Circo Togniin viaggio da Bologna

    per Milano. Torniamo un passo

    indietro al 9 marzo 1988 quando

    all’ Idroscalo di Milanoil signor

    Bertino Mattera ci racconta (ero

    con Sandra Mantovani) questa sto-

    ria. Riccardo Togni con la moglie,

    Lena Mattera, e il figlio di Lena,

    Bertino, sono ingaggiati al circo

    della famiglia Jarz. Bertino pre-

    senta il suo numero di domatore

    di leoni nel circo che all’epoca

    era, insieme conaltri, uno deipit

    grandi e famosi. E’ il novembre

    del 1945, appenafinita la guerra;

    la situazionein cui viveva la gente

    é nota a tutti, e in questa situazio-

    ne difficile, di freddo e di fame,il

    circo lavorava e presentava i suoi

    numeri. Unasera, alla guida di una

    motodi grossacilindrata,arriva al

    circo Jarz, Darix Togni, che vuole

    parlare con suo zio Riccardo.

    Darix é ambasciatore di un mes-

    saggio del padre Ercoleperil-fra-

    tello Riccardo: vuole scritturare

    Bertino nel proprio circo:il Circo

    Nazionale Togni. Circo che insie-

    meal gia nominato Jarz era trai

    pitt famosi dell’ epoca. Decisigli

    accordi, Bertino conla famigliasi

    reca alla stazione di Bologna per

    caricare |’attrezzeria e le gabbie

    degli animali: leoni, scimmie e ser-

    penti. Erano proprietari di diversi

    animali, e Bertino presentava an-

    che una danza, con i serpenti.

    Dopo un’oradi viaggio, quandoi

    di Alessandra Litta

    Modignani Nel racconto di uno dei

    protagonisti, riviviamoil tragico

    deragliamento del treno che

    trasportava artisti, animali e

    materiale del Circo nazionale

    Togni, nel 1945.

    viaggiatori sononel sonnopit pro-

    fondo, vengono svegliati di sopras-

    salto e sballottati nei vagoniletto.

    Il rumore é tremendoe Bertino,

    che si definisce “esperto viaggia-

    tore”, in questo momento dram-

    matico pensavadi essere in una

    galleria (era buio) e che il vagone

    sul quale viaggiavasi fosse sgan-

    ciato dal resto del treno. Raccon-

    ta: “Aspettavo la morte da un mi-

    nuto all’ altro, mentre un bel mo-

    mento misonosentito lanciato nel

    vuoto... ancora il mio cervello ra-

    gionava bene: meno male mi sono

    salvato e allora sono caduto in un

    campo”. Bertino quindisi ritrova

    in mezzo ad un campo e volgendo

    lo sguardo versoi binari pensa di

    vedere il resto del treno andare

    avanti invece si rende conto che

    tutto il treno é deragliato. Come

    dice lui stesso: “il treno é andato

    in mille briciole e c’erano un muc-

    chio di rottamie gli animali fuori,

    per i campi di notte”. Bertino si

    rende conto subito chelasituazio-

    ne é molto drammatica; incontra

    un suo aiutante e insiemescalzi,

    in pigiama,al freddo e al buio si

    ritrovano sopradelle grate di fer-

    ro. Bertino si accorge che quelle

    sono le gabbie in cui stannogli

    animali. A questo punto gridaal

    14

    giovanotto:“Vieni via scappiamo

    qui siamoin pericolo”’... a compli-

    care la situazione c’é una nebbia

    fittissima. Il primo pensiero di

    Bertino @ quello di cercare

    Riccardo Togni e la mammaper-

    chétutti sono in pericolo. Da lon-

    tano sente la voce di Riccardo che

    chiedeaiuto. Allorasi arrampica

    su dei rottami e li trova: la mam-

    maé svenuta, é buio non si vede

    niente. Non sembraniente di gra-

    ve e in terra tra le cose cadute tro-

    va una rivoltella. Purtroppo, quasi

    subito, deve far uso dell’ arma per

    difendersi da un leone molto spa-

    ventato che cerca di assalirli. Un

    momento veramentetragico:é ter-

    ribile, oltre che traumatico, ucci-

    dere l’ animale con cui hai lavora-

    to per tanti anni, con cui hai diviso

    fatica e soddisfazione, con cui hai

    scherzato. Mali in quel campofra

    Bertino Mattera - Bailo nel 1988 a

    Milano, Nella pagina accanto un

    manifesto del Circo Nazionale

    Togni di quegli anni.

    re inI deragliamenti di treni avvenivano purtroppo di sovente in quegli

    anni, cometestimonia questo bel disegno dell’Mustrazione del Popolo

    del 2.11.1924 (da Il Circo di Carta, Udine, 1988, Trapezio libri).

    Bologna e Parma non c’é tempo

    peril sentimento; gli animali sono

    come impazziti, spaventati e quin-

    di pericolosi. Intanto la notizia del

    deragliamento si é diffusa e co-

    mincianoad arrivare i soccorsi; ci

    sono anchealcunialleati che han-no sentito di un contadino cheviaggiava conil suo carro trainato

    da cavalli aggredito dai leoni. Cosi

    piazzanole mitragliatrici e uccido-

    notutti gli animali che giravanoli-

    beri. Solo quelli rimasti intrappolati

    tra i rottami del treno si sono po-

    tuti salvare da unacosi brutta fine.Intanto la famiglia Togni aspetta

    il treno alla stazione dove hanno

    appresola notizia. Bertino é an-

    cora sul posto che cercadi farsi

    unaragione: “Abbiamovistoarri-

    vare Darix con altri componenti

    del circo...”. Darix Togni quindi

    accompagna Bertino, lo zio

    Riccardo e sua moglie al Circo

    Nazionale Togni. E’ molto poco

    quello che riescono a recuperare:

    un po’ d’attrezzeria e i pochiani-

    mali chesi sonosalvati. Bertino é

    visibilmente scosso,nell’ inciden-

    te ha perso un amico, Marco.

    Marcoera un ufficiale di cavalle-ria appassionato di circo che ave-

    va deciso di passare le sue ferie

    al circo con Bertino primadiri-

    prendere il suo lavoro. Marco era

    su quel treno e nonsi é salvato.

    Bertino ha un grandissimo rimor-

    so: “Ero semprea letto avvilito”,

    si fa una colpadi quello che é suc-

    cesso al suo amico Marco e non

    riesce pili ad avvicinarsi ad un le-

    one nonostantele insistenze dei

    suoi familiari e, anche, della mam-

    madi Marco cheera venutain vi-

    sita un giorno. A poco a poco,

    pero, Bertino comincia a reagire;

    gli erano rimasti i serpenti e allora

    prepara una danzacontutte le bal-

    lerine del circo. L impresario che

    voleva un grande spettacolo in-

    15

    gaggiail balletto della Scalae al-

    lestiscono una danza, una panto-

    mima, con Bertino protagonista

    con i suoi serpenti. Lo spettacolo

    pare abbia avuto un grande suc-

    cesso. Ma questo numero non é

    retribuito come un/’attrazione didomatore, cosi Bertino “si sente

    costretto”a riprendereil suo lavo-

    ro. Parla con il padre di Darix,

    Ercole Togni, il quale mette a dispo-

    sizione i leoni del circo, ma nessunodi questi animali avevalavoratopri-

    matranne due leonesse: Brescia e

    Mausi. Bertino promette di adde-

    strarle. La prima “‘tattica’”’, come

    dice lui stesso, per farsi coraggio,

    é stata di guardarli mentre man-

    giano per vedere se andavanovia

    quelle visioni di cui soffriva anco-

    ra. Con la forca ha preso un pez-

    zo di carne, ma stato peggio, ve-

    deva in quei pezzi di carne quel

    giovane, Marco,il suo amico.

    Bertino sta per rinunciare, passa

    sette - otto giorni terribili. Poi pian

    piano qualcosa si muove,si cerca

    di dimenticarei fatti e non certo gli

    amici, cosi comeci dice lui stesso:

    “Tn 15 giorni ho montato un numero

    bellissimo... il padre di Darix é@ ri-

    masto stupefatto... allora ho ripre-

    so a lavorare ei Togni ci hanno dato

    una paga giusta e per un anno emezzoli ho seguiti”’.

    POLITEPALERMO

    CIIRCO NAZIONALEIF. TOGNI

    Direttore: FERDINANDO TOGNI

    Amin: A. Jurmick Segeet.: A. Marinoff

    AMA GARIBAL

  • La stampa,

    gli acrobati

    e il loro tirocinio

    L’interesse dei mass media

    Sul finire del secolo scorso, conil

    definitivo avventodella societa indu-

    striale, in tutto 1’ occidente comincia

    ad awvertirsi la necessita di impiega-

    real meglio il tempo libero delle mas-

    se che popolavanole grandi citta. Per

    questo motivo si sviluppanoulterior-

    mentei circuiti dei circhi stabili e dei

    teatri di varieta. Cosi, a cavallo fra

    Otto e Novecento,la categoria degli

    acrobati subisce una profonda meta-

    morfosi. Nella prima meta del secolo

    scorso vengonoancora chiamati sal-

    timbanchi e sonocostretti ad esibirsi

    in piazze e mercati rischiando ogni

    giomodi soffrire penose privazioni;

    d’untratto, in seguito all’ affermarsi

    del teatro di varieta e alla nascita di

    miriadi di locali che si possono ormai

    trovarein ogni cittadina, assumono

    unostatus invidiabile anchein rap-

    porto a tanti altri mestieri della vita

    ferma. Viaggianoperil mondoutiliz-

    zando moderni mezzidi trasporto ed

    STRANGE FEATS &—CLEVER TURNS—

    Remarkable Speciality Acts In Variety, Vaudeville and Sideshowsat the Turn of the 20th Century as seen by their Contempo

    THE SINGINGSTHONG LADY

    ~ COMPILED BY——CHARLIE HOLLAND——

    alloggiandoin confortevoli alberghi;

    guadagnano moltopit di stimati lu-

    minari di qualsiasi professione; han-

    no mododi stare a contatto con per-

    sone importanti, scrittori, poeti, pitto-

    ri, uomini di teatro; e soprattutto, gra-

    zie ai frequenti spostamenti,all’ atti-

    vita di agenti ed impresari ed alla cre-

    scente diffusionediriviste specializ-

    zate, tengono sempresott’occhio l’at-

    tivita delle centinaia di colleghi sparsi

    pertutto il mondo. E’ unasorta di

    tam-tamdella categoria, favorito an-

    chedal crescente sviluppo dei mezzi

    di comunicazione,percui se un arti-

    sta inserisce qualche nuova compo-

    nente nel proprio numero a New

    York, in capo a qualche giorno quella

    stessa componentevieneadottata, senon anche migliorata, da artisti che

    lavoranoa Vienna 0 altrove. Graziealla concomitanzadi questi fattori si

    formaunadiffusastratificazione dei

    generi per cui ogni passoin avanti di

    ciascunadisciplina vienediffuso,as-

    similato e superato nelgiro di un pe-

    riodo di temporelativamente breve.

    I periodici del tempo dimo-

    strano grandeinteressepergli artisti

    di varieta, in particolar modopergli

    acrobati, e a loro dedicano pagine e

    16

    paginedi interviste, racconti e curio-

    sita.

    Un/’antologiadi articoli

    E’stato pubblicato da pocoin Inghil-

    terra un volumedaltitolo Strange

    Feats & Clever Turns (1998,

    London, Holland & Palmer) chete-

    stimoniaditale interesse raccoglien-

    do un’antologia di articoli di giomalie

    riviste usciti in Inghilterrafra il 1895

    eil 1904,tutti dedicati ad argomentio

    artisti del teatro di varieta. Un libro

    chericordaperalcuniversiil pit: notoLearned Pigs & Fireproof Woman

    di Ricky Jay (1988, London, Robert

    Hale), ma se questo era composto

    da unaserie di saggi e ricercheine-

    renti personaggi delteatro di varieta,

    Strange Feats si limita a riprodurre

    di sanapianta articoli usciti a cavallo

    deidue secoli. Cosa che allo stesso

    tempoil limite edil fascino del volu-

    me.I] libro é composto daunaintro-

    duzionedel contesto delteatro di va-

    rieta di quegli anni,scritta dal curato-

    re dell’opera, Charlie Holland, dasei

    capitoli dedicati a varie discipline (I

    tavolo da biliardo umanoe altri gran-

    di giocolieri; La sensazionalebiciclet-

    ta dei Jones-Hilliard; Acrobati,

    arealisti e il re dei contorsionisti; I]grande magodel west e altri meravi-

    gliosi manipolatori; Cavalli tuffatoried

    altri animali; Miscellaneadi ingoiatori

    di spade, frecce umane e uomini for-

    ti) e da unabibliografiadi riferimen-

    to. Molti gli articoli interessanti. Frai

    personaggitrattati: W.C. Fieldsil

    giocoliere vagabondo (con unacom-

    pleta recensione del numero,prima

    che divenisse unastella del grande

    schermo), Paul Cinquevalli, Paul

    Conchas, edaltri personaggi meno

    noti ma non menocuriosi, comeil

    campione del mondodisalti, delle

    tiratrici di precisione, dei modellatori

    di creta, oltre ad orsi ammaestrati,

    pulci, serpenti, marionette,fino alla

    “donnaforte cantante”, la cui illustra-zione é sulla copertina del volume.

    Diventare acrobati

    Nel contesto della rubrica Arti di

    Scuola, ci sembra interessante ren-

    dere conto dell’articoloAcrobatsand

    howtheyare trained(gli acrobati

    ed il loro tirocinio), pubblicato in ori-

    gine da The Strand Magazine,vol.

    XXII,luglio - dicembre 1901. Il gior-

    nalista inizia il proprio pezzo sottoli-

    neandoili"interesse del pub-i

    blico per l’acrobazia ma anchela

    quasitotale ignoranzain materia di

    apprendimento delle tecniche.“I gu-

    sto del pubblico riguardoi divertimenti

    é incostante in modo quasi

    proverbiale e molti degli spettacoli che

    erano accolti con entusiasmo dagli

    spettatori di qualche annofa sareb-

    bero oggi ricevuti con un debole se-

    gno di approvazione, quando non con

    palese ostilita. Questo vale partico-

    larmente pergli artisti di varieta. Non

    sembriamomai stanchi di guardare

    le evoluzioni degli acrobati; vi é una

    attrazione magnetica in esercizi che

    tichiedononervied agilita costanti.

    Un fascino cheattira persone di ogni

    tipo ed eta.”

    Spesso perd a questo inte-

    resse corrispondevaunaquasi totale

    ignoranzain materia di apprendimento

    e training,le cui nozioni in merito, anzi,

    erano di solito dovute a morbosi emenzogneri luoghi comuni: “‘Perso-

    nalmente ricordo comefosse oggi le

    strazianti descrizioni che mi veniva-

    no fatte delle torture inflitte ai poveri

    infelici bambini, allora miei coetanei,icui bellissimi esercizi avevo appena

    finito di ammirare al Crystal Palace.

    Storie di piccoli ragazzi a cui veniva

    Unpiccolo equilibrista d’inizio secolo in prova. Tutte le illustrazioni di questo articolo

    sono tratte da Strange Feats & Clever Turns, di Charlie Holland, London,1998,

    Holland & Palmer, 22 Gilbert Road. E-mail:[email protected]

    17

    ARTI?vy

    piegata la spina dorsa- DI ey tieJe all’et4 di due anni per

    creaturecondannaes DCOUOLArimanereperoretutti i

    giorni con unagambalegata in alto, a

    testa in git, e una moltitudinedialtri

    orroni che venivano impressi nella mia

    giovane mente conil risultato di far-

    mi passare numerosenotti insonni.

    Senza dubbio la mia esperienza non

    é unica e forse ci sono ancora oggi

    persone che credonocheil tirocinio

    di un acrobata non possaessere ese-guito senza una buona dosedi cru-

    delta. A dire il vero, a mia vergogna,

    fino a tempi recenti qualche dubbio

    residuosull’argomentotrovavaanco-

    ta spazio nella mia mente ed stato

    disperso solo dopo aver avutola pos-

    sibilita di assistere di persona ai me-

    todi di diversi celebri artisti, tanto gen-

    tili da porte a mia disposizionelaloro

    poliennale esperienza peril beneficio

    dei lettori di The StrandMagazine”.

    Larticolo va avanti descrivendo i

    meriti, la carriera ed i successi diHenry Balcombe,alias Ara, del trio

    Ara, Zebra e Vora.

    Passo dopo passo

    “Quando ho chiesto a Ara di darmi

    un’idea della maniera in cuii pit gio-

    vani eranoforgiati, mi ha risposto che

    nonesiste una strada maestra. L’im-

    portante é tenere sempre in mente

    che bisogna imparare a camminare

    primadi provarea correre. L’obbiet-

    tivo pid importante da raggiungere nei

    primi allenamenti di un bambino é

    quello di fortificare il suo fisico e allo

    stesso tempo renderlopit agile,pri-

    madi farlo cimentarein esercizipit:

    impegnativi. Per questo motivo sot-

    toposto ad unaserie di semplicieser-

    cizi, non molto pit difficili di quanto

    lo siano quelli eseguiti in una palestra

    di scuola, ma conla differenza che il

    piccolo professionista deveriuscire a

    compierli alla perfezione,ripeterli fino

    a quandoriesce ad eseguire i movi-

    menti pitt intricati senza sforzo. Quan-

    do il giovane é in grado di piegarsi

    senza fatica, pud procedere con l’ap-

    prendimentodelflip-flap(flic flac) e

    della hand-spring (corbetta). Quan-

    do lo studente ha appreso queste due

    tecniche é allora prontoperiniziare a

    provareil salto mortale,all’indietro,

    in avanti, di lato e il pit difficile salto

    mortale in piroetta, con il corpo che

  • ARTI?DI #{SCUOLA3"

    pe is combina uncomple-

    tf} to giro verticale con

    nuava:“In qualsiasi

    branchiadellavoro terra lo studen-

    te voglia specializzarsi, dovra prima

    averappresoalla perfezionetutti i ru-

    dimenti sopra descritti. Ara ripeteva

    “41 saltare é il padre di tutta l’ acroba-

    tica a terra.” E poneva particolare

    enfasinel farmi ricordare chetuttodeve essere appreso molto lentamen-

    te e ogni esercizio, per quanto sem-

    plice, deve essereripetuto e ripetuto

    di nuovo,finoa farlo divenire natura-

    le”. Riguardole ore da dedicareal-

    l’allenamento unavolta divenuti pro-

    fessionisti, il cronista scriveva: “La-

    vorando due0 tre volte al giorno non

    c’é bisognodi ulteriore esercizio, ma

    quandosi lavora solo una volta ma-

    gari la sera,la mattinata é dedicataa

    provare nuovefigure e allo svolgi-

    mento di esercizi generali pertenersi

    in forma.”

    “Longia’”’ e trapezio

    Altro intervistato da Ernest W. Low

    era Conn Fredericks,che si esibiva

    in un numero di scala libera.

    Fredericks si era esibito in numerose

    discipline fra le quali quelle aeree.

    “Viene dagli Stati Uniti ed é un buon

    esempio dei risultati del sistema ame-

    ricano di allenamento. Ha spiegato

    chegli esercizial trapezio,alla barra

    orizzontale, i salti mortali, o il

    filferrismo sono oggi appresi grazie

    all’ ausilio di uno strumento meccani-

    co chiamatolongia. Questo consiste

    in una cinturaportata dall’ apprendi-

    sta e fissata a due corde appese a

    delle carrucole. Quandolo studente

    prova un nuovoesercizio indossa

    questa cintura, due uomini tengono

    la cima di ciascunacordae,se |’al-

    lievo sbaglia, immediatamente dan-

    no unostrappoed egli si trova sospe-

    so per aria ma incolume.” Ma

    Fredericks disapprovava alcuni eser-

    cizi frai quali “gli equilibri sulla testa,

    che ritiene molto dannosialla salute.

    Infatti assicura che persone chesi

    sono cimentate a lungo in questadi-

    sciplinapresto o tardi hanno sofferto

    di problemi al cervello”. Fredericks,

    specializzatoin discipline aeree, do-

    veva realmente essere unartista di

    buonlivello, visto che aveva avuto

    come maestri gli Hanlon- Lees si

    era esibito da Barnum.I cronista rac-

    contava chei trapezisti primadisali-

    re sul trapezio, dovevanoesercitarsi

    astare in equilibrio sulle mani ed ese-

    guire delle spaccate. “Dopo aver ap-

    preso qualche semplice esercizio su

    untrapezio basso, cominciavano con

    quello alto. Laprima cosada appren-

    dere in questo caso é come cadere,

    cosi da arrivare in rete nella maniera

    appropriata. In seguito sono cauta-

    mente addestrati a valutare le oscil-

    lazionidel trapezio: quandolasciarlo

    andare e quandoafferrare |’ altro e

    comeatterrare salvi nellapiccola piat-

    taformasospesain aria, chiamata tec-

    nicamente“perch”(la nostra panchi-

    na).”

    Considerando quanto espo-

    sto, il cronista concludeva in questo

    modo:“La vita di un acrobata nonsembrala pit invidiabile. Anche se

    in possessodi tutte le doti necessa-

    rie, non raccomandereiamolti di sce-

    gliere questa professione.Infatti ar-

    rivare allamediocrita non é molto dif-

    ficile,ma, comeil grande poeta an-

    cheil grande acrobata nasciturnon

    fit’ Grande acrobata si nasce, non

    sidiventa.

    spettacoli

    “Sale”il Circo Ariz

    Il circo Ariz é un complesso di

    piccole-medie dimensioni di proprie-

    ta della famiglia Carbonari che diffi-

    cilmente gli appassionati del Nord

    Italia hanno avuto occasione di ve-

    dere, almeno in questi ultimi vent’ an-

    ni. Ad eccezione di un incidente ac-

    caduto a meta degli anni ottanta,

    quando un paio di animali feroci

    scapparono dal carro-gabbia e furo-

    no successivamenteritrovati e ucci-

    si in una sorta di battuta di caccia in

    un quartiere della capitale, questo

    circo non é mai assurto agli onori

    della cosi detta cronaca

    “scandalistica”. Notizie di questa

    struttura erano pertanto limitate al

    tam-tam di qualche appasionato del

    Centro-Italia che aveva occasionedi

    incontrarlo principalmentein Lazio e

    bassa Toscana. Il passaparola fra i

    Peri piccoli complessi italiani

    “salire” al Nord puo rappresen-

    tare una piccola scommessa.E”’

    quello che hafatto, con discreti

    risultati,il Circo Ariz, della fami-

    glia Carbonari.

    “malati di circo” lo ricordava non di

    raro verso la fine degli anni ottanta e

    primi novanta quandolo spettacolo,

    proposto in gran parte dai figli di

    Claudio, venne arricchito da una vera

    e propria attrazione di coccodrilli e

    serpenti mirandoa stupire lo spetta-

    tore. La famiglia Carbonari cred in

    quel periodo un ottimo sodalizio ar-

    tistico con Carlo e Tina Rosaires che

    in precedenza eranostati in spetta-

    coli quali il Circorama, Tribertis o

    Miranda Orfei. La lotta nella piscina

    della donnaconil coccodrillo rimase

    per oltre un lustro il momento forte

    del circo Ariz e nonostanteil numero

    non costituisse una novita, vederlo

    in un ambiente di dimensione conte-

    nuta era dayvero impressionante.

    Proprio in virti della nazionalita dei

    Rosaires, anche la denominazione era

    stata arricchita di un secondo slogan:

    “Circo Spagna”. Ora, dopo molto tem-

    po,i Carbonari sono tornati ad avvi-

    cinarsi all’Italia del Nord. Lo hanno

    fatto all’inizio dello scorso autunno

    complice un momentaneo accordo

    con un altro complesso che, soprat-

    tutto in Lombardia, ha dato parecchie

    soddisfazioni. Da meta febbraio, perd,

    l’insegna “Ariz” ha assunto nuova-

    mente identita individuale dando

    Una panoramica esterna del Circo Ariz dei Carbonari.

    19

  • mododi scoprire quante cose sono

    variate nell’ ultimo periodo. Per quel

    cheriguardalo chapiteau, oggii co-

    lori sociali sono bianco e rosso che

    decorano la nuova tenda a due an-

    tennedi circa trenta metri con pochis-

    simi contropaliall’ interno,la faccia-

    ta e il tunnel che uniscele duestrut-

    ture. Degli stessi colori anche una

    piccola scuderia che ospita gli ani-

    mali cosi come gran parte dei mezzi.

    L’impressione chesi ha dall’esterno

    di un circo semplice e ordinato, non

    cambia una volta entrati. Una

    “controporta” in velluto rosso

    contraddistinguel’entrata degli arti-

    sti, mentre palchi, sedie e gradinate

    ruotanoattornoal cerchio di segatu-

    ra lasciando pochissimi spazi vuoti.

    Mala vera novita é costituita dalla

    pista che dopo tanti anni é tornata a

    “terra”. E’ un ritornoalle origini peri

    Carbonari, che comela quasi totalita

    dei circhi piccoli e medi, dalla meta

    degli anni settanta avevano preso a

    mostrare il proprio spettacolo sul

    carro-chapiteau. Mase da una parte

    si trattava di una soluzione comoda,

    dall’altra veniva a sorgere qualche

    problemaper|’esibizione di alcuni

    numeri equestri. La rimozione della

    pista rialzata ha consentito 1’inseri-

    mentonello spettacolo di alcuni qua-

    drupedi (ponies e alcuni passaggi di

    un massimo-minimo)e alcuni esem-

    plari cosi detti “esotici” (struzzi,

    lama, emu). Animali tuttora in fase di

    addestramento ma che soddisfano,

    insieme conil numero di gabbiadi tre

    tigri, la curiosita degli spettatori, in

    particolare i pit piccoli. Non deve es-

    sere sottovalutato, infatti, che gran

    parte del pubblico che approccia

    questi complessi vuole vedere ani-

    20

    mali pit’ o meno mansueti, la cui ca-

    renza viaggia spesso parallela alla

    diminuzionedi spettatori. Lo spetta-

    colo vede la presenza di Diego

    Brescianini che insiemealla partner

    presenta un buon numerodi vertica-

    li alternato a equilibri sui rulli (per

    diversi anni nei programmi di Nando

    Orfei), la famiglia rumena Huancia,

    impegnata in un trapezino pil che

    accettabile e in un numerodi giochi

    icariani e Naike Errani che nel corso

    del programmasi alterna in diverse

    specialita (giocoliere, hula hop,ect.).

    La famiglia Carbonari, oltre ad alcu-

    ne acrobazietradizionali, presenta un

    numerodi biciclette e la discreta at-

    trazione di antipodismodi Sue Ellen

    Casu frutto di alcuni anni di prove

    presso l’Accademia del Circo di

    Cesenatico. Complessivamente uno

    spettacolo simpatico e semplice che

    non delude gli spettatori visto an-

    che i prezzi non esosi. La strada in-

    trapresa sembra quella giusta, l’im-

    portante é non fermarsi. Con le forze

    di casa e un paio di famiglie serittu-

    rate si possono fare tanti migliora-

    menti.

    Larivista inglese

    King Pole riporta una

    notizia sui

    miglioramenti di

    Richard Chipperfield,

    gravementeferito nel

    gennaio dello scorso

    annodalla tigre Arnie,

    durante un servizio [iMfotografico realizzato

    peril programmadella

    produzione di Ringling, —

    doveRichardera scritturato (nella foto é

    il primo sinistra insieme al fratello

    Graham e a Mark Oliver Gebel).

    Il giovane ammaestratore é atteso da

    un altro annodi riabilitazione con frequenza

    giornaliera (dalle 9 alle 5) di un centro di

    La Germania sta indubbiamente

    conoscendo un’ incomparabile rina-

    scita del teatro di varieta ed é di-

    venuta la meta principale degli anni

    ‘90 per i migliori artisti internazio-

    nali.

    Il pubblicoaffolla i molti nuovi tea-

    tri di varieta perassistere a spetta-

    coli composti da una sequenzadi

    illusionisti, trapezisti, acrobati e gio-

    vani comici.

    Sull’onda di questo movimento

    un’ importante casa di produzione

    televisiva tedesca la Hessian

    Broadcasting Corporationsta orga-

    nizzando,in cooperazioneconil

    GOP di Hannover e Essen e il

    Wintergarten di Berlino, una mani-

    festazione dedicata adartisti di va-

    rieta. L’International German

    Variety Award 1999si terra dal 27

    agosto al 5 settembre nel centro

    culturale di Kassel, dove unagiu-

    ria di esperti attribuira al migliore

    fra i 25 numeri in concorso un as-

    segno di 25.000 marchioltre ad al-

    tri premi speciali offerti dal

    Tigerpalast, dal GOP e dal

    Wintergarten. Potranno partecipa-

    recupero specializzato.

    Tl lavoro viene

    effettuatoin particolare

    sul linguaggio e sulla

    mobilitaé della parte

    destra del corpo.

    Larticolo si concentra

    4 inoltre sul

    miglioramento della

    » deambulazione,senza| perdere di vista

    ~ importante obbiettivodella guida di un autoveicolo.

    Al centro Richard cavalca cinque

    volte alla settimanae il fratello Graham

    descrive questo come“unodeipit: grandi

    piaceri della sua vita, dato che il solo

    contatto che ha ora congli animali”’.

    International

    German

    Variety Award “99

    [ieeeCoieZee)

    re artisti di ogni brancadel varieta, senza limiti di

    eta, con esibizioni che durinodai tre ai sette minuti.

    Gli interessati possonoinviare una videocassetta,

    delle foto recenti ed un curriculum al seguente in-

    dirizzo: Hessischer Rundfunk, Redaktion

    TraumtaenzerVarietépreis ‘99, Postfach 410254,

    D - 34114 Kassel. L’indirizzo di posta elettronica

    é: [email protected]

    21

  • estero

    L’Italia vista da fuori

    Questo mesela sezione estero parla an-chedell’Italia. Vogliamoinfatti segnala-re l’attenzione che alcuneriviste stranie-re hannodedicato al panoramacircensedella nostra nazione.

    Arts de la piste

    Nel numero 12 della rivista francese artsde la piste, edita da HorsLesMurs,é sta-

    to pubblicato unarticolo di Raffaele DeRitis, gia caporedattore della nostra rivi-sta e attualmente al lavoro negli Stati Unitiperallestire il nuovospettacolodi Ringlingsotto chapiteau.I] pezzo é un panoramasul circo italiano diviso in due parti: unritratto storico ed unafotografia dellasi-tuazioneattuale. De Ritis é comeal soli-to lucido e analizza con distacco e com-petenza l’evoluzione della situazionecircensenella nostra penisola. Inizia ram-mentando l’importanzadegli italiani nelladiffusione dell’ arte circense in Europa.“Le prime grandi dinastie del circo mo-derno,i Franconi, Chiarini, Grimaldi oancorai Ciniselli, Sidoli o Truzzi, ebbero

    un ruolo di pionieri e fondatori del circomoderno in numerosi paesi del nord edell’est Europa.” Masubito inizia adesporre alcune contraddizioni tipiche delnostro circo: “Durante la prima meta delsecolo, nonostante |’ Italia continuasse a

    darei natali a straordinarie famiglie diartisti che si diffusero in tutto il mondo,igrandi complessicircensi erano pochi edistanti fra loro e non raggiunsero mailedimensioni di altri giganti europei.”DeRitis passa poia descriveregli effettipositivi della legge 337 del 18.03.1968,laprima del mondooccidentale: “Questa leg-ge garantivasussidie, soprattutto, chie-devaalle cittaé ed ai comunidi allestiredelle aree equipaggiate per ricevere uncirco... La qualita dei circhi italiani au-ment6 subito in maniera eccezionale:nel1972 Darix Togni fondail Circo sull’ Ac-qua, lo stesso annoi Casartelli creanoilsontuoso Medrano, un annopit tardi

    Moira Orfei ed il marito Walter Nonesapronoil colossale Circo sul Ghiaccio,combinandounapista tradizionale con unadi ghiaccio sotto lo stesso chapiteau, conpitt cambiamenti di quadri delle FoliesBergéres. Nel 1974, Nando e Liana Orfei

    ideanoil Circo delle Mille e una Nottecon un’arenadi oltre 30 metri di diame-tro e 500 costumi disegnati da Danilo Do-nati, il costumista di Fellini. Allo stessotempo Enis Togni porta in tour il suoAmerican Circus,forse il pit’ grande ditutti, con le sue tre piste, 25 elefanti e

    100 cavalli. Erano gli anni in cuitutti gliitaliani accorrevanosotto i tendoni:il cir-

    22

    co era di moda.” Mal!’analisi di De Ritisdiventa critica quando comincia a parla-re degli anni ‘80:“Sfortunatamente, diecianni fa l’aspetto negativo della leggecominio ad apparire: infatti il testo nonimponevanessun controllo artistico 0qualitativo del prodotto. Ognuno potevaaprire un circo medio o grande riceve-re contributi rispettandocerti parametritecnici. Numerosefamigliedi artisti, acro-bati o ammaestratori di animali conside-rarono pit! remunerativo aprire un pro-prio circo. Cosi quelli che eranostati ot-timi artisti si trasformaronoin mediocri,presuntuosidirettori di circhi, gestendoiloro tendonisenzatalento né preparazio-ne.” Poi, dopo avertratteggiato l’attivitadell’ Accademia,il distacco esistente con

    le altre discipline dello spettacolo e la que-stione animalista,lascia intravedere unaposizione di fondoottimista:‘Nell’ otto-bre 1998, quandocadeil governo Prodi,Veltronilascia la vice presidenzae il di-partimento dello Spettacolo non senza la-sciarsi dietro un decreto storico:il 16 ot-tobre grazie a questo decreto avvienelafusione del Dipartimento dello Spettaco-loconil Ministero dei Beni Culturali in unnuovo Ministero,il Ministero dei benie

    delle attivita culturali. Sotto la guida dellagiovane Giovanna Melandri questo nuo-vo Ministero dovrebbe cominciarela pro-pria attivita entro i prossimi mesi. Avraduesezionidistinte, una peril cinemaed

    unaperle arti dello spettacolo dalvivo.Ilprecedente dipartimentocirchi e spetta-coli viaggianti verra integrato in quest’ ul-timo.”

    Circus Zeitung

    Vogliamo segnalare anche|’ attenzioneche il mensile tedesco Circus Zeitung hadedicato al nostro paese con un interven-to sviluppato addirittura in due puntate suinumeri di novembre e dicembre 1998. Ilpezzo titolato “Arte circenseitaliana:classico e moderno”. Martin Huttner,l’autore del dossier, € molto preciso ed

    elenca in maniera puntigliosa e nonencomiastica i programmi dei circhi Ce-sare Togni, David Orfei, Errani,

    Barcellona e Circo Nazionale di Spagna.Anche la descrizione delle strutture émeticolosa e si capisce che scritta dapersona competente.I] limite dell’ artico-lo € caso mainella scelta dei complessirecensiti. Un panoramapit! vicino allacompletezza avrebbe forse dovuto com-prendere anche circhi come |’ America-no, il Medrano,il Moira Orfei(citato soloper le massiccie campagned’affissione)oil Florilegio.

    Il Festival du Cirque de Demain

    entra nel terzo millennio

    Il XXIIFestival del circo del domanisi svolgera dal26 al 31 dicembre 1999 sotto lo chapiteau di ArletteGruss a Parigi e presentera oltre ad acrobati ¢clown, anche numeri equestri e di ammaestramen-

    to. Proponiamo un’intervista pubblicata da LeCirque dans |’ Univers (1° trim. 1999) che ha do-mandato a Dominique Mauclair, fondatore delFestival, e Presidente dell’ Associazione franceseperil Circo di Domani, di annunciare quali sarannoi cambiamenti di questa nuovaedizione,di spiega-re come funzionail Festival e di tracciarnela storia.- Le Cirque dans |’Univers: Dalla creazione delfestival nel 1977, questa manifestazione ha cono-sciuto numerosi cambiamenti, perché?- Dominique Mauclair: La prima ragione é che lavocazione di questo Festival é di essere innovati-vo. Quando é stato creato, abbiamo tenuto contodella rivoluzione rappresentata dalla nascita di scuo-le di cireo in Occidente che avrebbero dovutoper-mettere, nell’universo chiuso della pista, a giova-ni, non provenienti da famiglie di Circo, di apporta-re all’arte della pista la loro cultura e la loro nuovasensibilita. Nel 1977, un artista uscito dalle scuoleoccidentali non aveva nessuno spazio per mostra-re il suo numero, Unasola possibilita: partecipareagli spettacoli organizzati dalla struttura che lo ave-va formato (Cirque al’ Ancienne ol’ Ecole di AnnieFratellini e Pierre Etaix). Questa é la ragioneprinci-pale checi ha incitati a non organizzare pit il Galade la Piste (che avevo creato nel 1958 con LouisMerlin) per concentrarci su questa nuova missio-ne. Ma quando abbiamocreatoil Festival (primaleBorse Louis Merlin,poi il Cirque de Demain) nonavevamo nessun appoggio finanziario. Le primesovvenzioni ci sono state versate dopo la setlimaedizione. Persette anniil Festival & sopravvissutograzie all’appoggio dell’ Union sociale du Spectacle.Dopodueanni al Cirque d’Hiver, abbiamo potutocontinuare la nostra attivita grazie al generoso ap-poggio di Silvia Monforte all’aiuto della famigliadi Alexis Gruss. I] Festival si é sviluppato ed hapotuto accogliere i nuovi numeri dell’Europa so-cialista, poi cinesi, cubani, coreani, mongoli e i rus-si ed infine vietnamiti ed africani. Nel 1982 ci siamotrovati nella seguente situazione:il Festival avevagia una rinomanza mondiale,tutti i giovaniartistivolevano parteciparvi, ma non avevamo alcunmezzo economico per andare avanti. Seguendo ilconsiglio di Christian Dupavillon, Jack Lange ac-cetta di donarci un importante contributo che cipermette di pareggiarei nostri conti e di costituireun fondo di ammortamento. Contemporaneamenteanchela citta di Parigi inizia a donarci un contribu-to integrativo. All’epoca, accanto ai giovaniarti-sti, si stava affermando un nuovostile di circo e

    possiamodire di averlo visto sviluppare all’ inter-no del nostro Festival, con la partecipazione di com-plessi come Roncalli, il Big Apple Circus, i Puitsaux Images, poi Le Cirque du Soleil, Archaos,Plume, |’Intrepida Troupe,il Lido di Toulouse ed

    altri ancora. Nel 1988,il Circo Nazionale di Alexis

    Gruss non avevapiil l’area del Parc de la Vilette,

    decidiamoallora, con |’aiuto dei Bouglione,di tor-

    nare al Cirque d’ Hiver. Bisognaprecisare cheil bi-lancio del festival é coperto peril 40% dagli incassidel botteghino; per un 30% da contributi di entipubblici; per un 25% daidiritti televisivi e per il 5%da incassi vari (sponsor, vendita di programmi,ecc.). Aumentarele entrate si é rivelato quasi im-possibile visto che riempiamogia I’82% dei postidisponibili al Cirque d’Hiver, chei contributi deglienti pubblici sono invariati dal 1991 (con tendenzaalla diminuzione), chei diritti televisivi sono in ca-dutalibera e chegli incassi vari sembranostagnanti.Mentre le spese, purtroppo, aumentano in conti-nuazione.In questa condizione ci era impossibiletrovare un sano equilibrio restando al Cirqued’Hiver, dato chela televisione, per continuare a

    filmare i nostri spettacoli, esigeva la presenza dinumeri equestri e di ammaestramento che nonsipossonorealizzareall’ Hiver. Queste sonole ragio-ni che ci hannofatto accettare l’offerta di ArletteGruss:organizzareil Festivalsottoil suo chapiteau.- Tornare sotto chapiteau comportera un cam-biamento dello spirito del Festival?- Lospirito del Festival resta lo stesso: offrire unmezzo di espressioneai giovani artisti, quale chesia la loro formazione,la loro cultura, ma anchequali che siano le discipline da essi scelte. Ora,dopoil 1988, se abbiamo potuto accogliere acro-bati e clown, abbiamo dovutorifiutare la presenzadi ammaestratori e cavallerizzi. E non bisogna di-menticare che nel nostro palmarésfigurano artisticome Martine Gruss(oro nel 1981), Stephane Gruss(oro nel 1984), Louis Knie Jr. (argento nel 1985),

    Armand Gruss(argento nel 1985), Marina Popova(argento nel 1985), tutti ammaestratori 0 cavalleriz-zi. E abbiamodovutorifiutare la presenzadi figurecome Geraldine Knie, Dick Chipperfield Jr., 0 gliallievi di Francesco Caroli, Manu e Bernard.I] nuo-vo orientamentodel Festival ci permettera di invi-tare numeri di ammaestramento,alla condizione che

    tali numeri apportino un’evoluzione nello stile esiano effettuati nel rispetto delle sane leggi natu-rali.- L’organizzazione del Festival sotto chapiteauapportera altre innovazioni?-Eun po’presto per parlarne. Comunquerealizze-remo unaselezione europeail 26 dicembre,per poterallargare la partecipazione degli artisti europei edoffrire loro |’ occasionedi esibirsi in pubblico. D’al-tra parte siamo intenzionati ad organizzareperilpassaggio fra i due millenni una grande festa, Lanotte del terzo millennio, durante la quale sarapossibile viverele ultime ore del secondo millen-nio e le prime del terzo assieme agli artisti delFestival e quindi a persone provenienti dal mondointero. Mai buoni propositi per il futuro sono mol-tissimi.

    23

    OLVDISD

  • anniversarl

    Il nostro Direttore,

    la “critica circense”’

    e delle recensioni di

    spettacoli italiani.

    30) ann a

    'CIRCO!Sbirciandofra le pagine delle

    riviste Circo di vent’ annifa troviamoarticoli, recensioni che riteniamopre-

    sentino degli aspetti interessanti.

    Comenelcaso del numero diaprile

    del 1979 dove erano pubblicate rifles-

    sioni sulla critica circense e recen-

    sioni di spettacoliitaliani.

    Come gia ampiamente rac-

    contatonegli scorsinumeri,erapurtrop-

    po venuto amancare Enrico Bassano,

    il pit importante direttore che la nostra

    rivista abbia avuto. La conduzionedel

    periodicopassavaallora alla figlia Se-

    rena. Riportiamoperesteso l’interven-

    tocheaprivailnumerodiapriledel 1979.“Questo é il primonumero di Circoche

    nonporta la firma di mioPadre come

    Direttore. Vorrei chequesto giomonon

    fosse venuto mai. Era legato a questo

    piccolo, semplice, candido giornaleche,

    diceva, nonéunanormale pubblicazio-

    ne di categoria, né unarivista informa-

    tiva: é un atto di amore al Circoe chi lolegge elo segue é perché amail Circo,

    altrimenti non lo sfoglierebbe neppure.

    Per questo aveva cercato sempre ditenerelontano lepolemiche,irimbrotti,

    senon formulati inmodocomprensivo

    ed affettuoso:sipud rimbrottare dura-

    mente o fustigare chi si ama? Selo si

    fa, e pud ancheessere qualche volta

    indispensabilee salutare, deve essere

    in tonobonario, paterno, mai astiosoné

    categorico; deve essere come quando

    si sgridanoinostrifigli, peril loro benee

    conpili amore che rimprovero, Forse

    qualcunopotra avere scambiato que-

    stabonarieta, questacomprensione, per

    debolezza: vuol dire chenon conosce-

    vamio Padre.In lui nonvieradebolez-

    za, ma solo un eccesso(se vi pud esse-

    re eccesso nell’amore), un eccesso di

    amore. Ecco perché Ja Sua grande

    Amniiciziaper Cervellati: entrambitra-

    boccavano di tenerezza ed avevano

    bisogno di estemarla, difameparte agli

    altri. Enonsopportavanochinonlica-

    piva. Io continuoil Suolavoroe cer-

    cherd di continuare anche con Ja Sua

    menitalita; non che io pensi di annullare

    Jamia personalita, né quella dei colla-

    boratori, macredo chesaraspontaneo

    in ognunodi noi, forse ancora pill oggi

    che prima,tentare di adeguarciil pid

    possibile aquello che erail Suomodo di

    sentire e di pensare. Tenterd, hodetto,

    macerto non avremo mai pill articoli

    scritti con la Sua prosa nondi giornali-

    sta, ma di vero ed autenticoscrittore:

    cerchiamo, almeno, dinontradire mai

    la Sua visione globale delnostro “atto

    di Amore al Circo’’. Solo cosi potremo

    ricordarl_o sempre con serenita, sicuri

    dellaSuapresenzaalnostrofianco. Solo

    cosi potremo vedere sempre il Suo

    nomea firmare queste poche pagine

    scritte pitt con il cuore, che con lapen-

    na, “Circo” sara sempre diretto damio

    Padre.”

    Finteressante ancheI’inter-

    ventodiRobertoTosiche,lungidall’uti-

    lizzare banali strumenti di retorica,

    focalizzalasuariflessione su un aspet-

    tofondamentaledell’attivita diBassano:

    lostimolodella“criticacircense”’. ‘“De-

    sideriamo qui ricordareEnricoBassano

    non tanto comeun caro amico,un bril-

    lante autore teatrale, un acutocritico

    cinematografico o come l’uomoche

    seppe essere, con grande discrezione,

    il pit ascoltato consigliere di Gilberto

    Govi;altri lo hannofatto e lo faranno in

    modomolto pit degnodelnostro. E’

    superfluo pure elencare i molti meriti

    che Bassanoacquisi nei confronti del

    Circoe del suo mondo;riteniamo inve-

    ce sottolineare quella cheforseé stata

    la sua benemerenza maggiore come

    Scrittore di cose circensi: Bassano éstato frai primia scrivere di circo met-

    tendolaPista sullo stesso piano di qual-

    siasi altra manifestazioneartistica. Non

    si é mai stancato di far comprendere

    cheil Circo deveessere presosul se-

    tio,sia sul pianoartistico che su quello

    umanoe chela suagente costruisce e

    presenta i propri “numeri’”’ senza mai

    barare, arrivando a pagare anche con

    la vita i propri errori. Non perse occa-

    sione per affermarecheil Circo deve

    essere giudicato per quello cheée per

    quello che vale, anche a costo di spo-

    gliarlo di quella melensa atmosferapa-

    teticache generalmente gli viene affib-

    biataachi non ne ha capitol’essenza.

    Aicircensi hasempre consigliato dinon

    abdicare mai adunadignitéduramente

    conquistata edha loro ricordato che la

    concordiafra tuttala gente del viaggio

    é elemento essenziale perlasopravvi-venza del Circo stesso. Questo era il

    Credocircense di Enrico Bassano,che

    sempre aveva operatoperfarne parte-cipi circensi e no. Questi ultimi, salvo

    lodevolimalimitateeccezioni, sembra-

    no nonaverancora fatto tesoro della

    sua lezione;perloro il Circo fa notizia

    solo se un trapezista si fiacca 1’osso del

    collo oppure sequalche belvafuggitiva

    trasformaun agente in un cacciatore

    da safari. Perquanto riguardai circensi

    ciasteniamo daqualsiasi considerazio-

    ne, limitandoci apensare cheun appro-

    fondito esamedi coscienza rimangail

    miglior modoperonorare lamemoria

    del“loro” Bassano.”

    Gia vent’annifa la nostra rivi-

    sta cercava di darconto dell’ attivita dei

    complessiitaliani, cosanon sempre sem-

    plice. Andare a rileggere le recensioni

    di allora pud dare un’idea di come sia

    cambiata |’ attivita deicirchiitaliani e allo

    stesso tempo la manieradi parlamesulla

    rivista. Ecco gli stralci di due recensio-

    ni che apparivanonel numero di aprile

    del 1979. Edgardo Meda scriveva del

    Circo Viales. “Uncirco degnosolodi

    elogi, siasotto il profilo artistico, siacome

    organizzazione,é il circo Viales. Un cir-

    co che non é stato mai segnalato dal

    nostro giornale, soltanto perché pernoi,

    Amicidel Circo,sta diventando sem-

    pre piti difficile e problematicorintrac-

    ciare e raggiungere i vari complessi

    circensi. II circo Viales (chapiteaugial-

    lo-blu, metri 24 per 30) é diretto da Lu-

    ciano Medini, nomedi pretta marca

    circense.” Dopoun breve racconto delle

    origini dei fondatori, il pezzo passa a

    descrivere lo spettacolo:“Un program-

    mavivacecontanta gioventi in pistae

    tutta brava: diversi “numeri” che pre-

    senta questo complesso,potrebbero de-

    gnamente figurare in circhi molto pit

    grandi ed impegnativi e vi riportereb-

    bero certamente un ottimo successo.

    Comenonricordareil contorsionismo

    di Deborah,disei anni? E il trapezio di

    Antonella, di dodici anni? O1’ “impalo”perfetto del piccolo Davide? lostile

    e la grazia dell’undicenne Luana, alla

    corda verticale? Buonissimo ancheil

    duo Piazza in un bambi a due cheil

    padre effettua con lafiglia di appena

    otto anni.” In chiusura Edgardo Meda

    scriveva: “‘Anche per questo comples-

    soi periodi buonisi alterneranno aquelli

    menofortunati e le difficolt4 non man-

    cheranno, ma unacosaé certa:il circo

    Viales non dovra mai avere paura del-

    lavvenire artistico, con tanta gioventi

    e cosi valida da garantire per l’avveni-

    re una continuitA di successi e di soddi-

    sfazioni.” Unaltro valido collaboratore

    25

    della rivista, Giuseppe Rivarola, scrive-

    va del Circo Niuman:‘Unospettacolo

    ligio alla migliortradizione,équellopre-

    sentato dal circo Niuman dei fratelliGualberto, Dante ed Ivo Niemen.Bi-

    glietto di presentazione: uno chapiteau

    di circa mt. 37 per 44, posti molto ac-

    coglienti, spettacolo rapido, molto ben

    condotto da Dante Niemen,il cui figlio,

    Tler, é un po” Ja granderivelazione”.

    Gualberto “‘Ciccio” Niemen presenta-

    va quattro fra leonie leonessee il terzo

    fratello, Ivo, si occupava del campo

    economico.Dello spettacolo facevano

    poi parte un giocoliere di forza, icoltelli

    di Angelo Gerardi, i giocolieri Franchetti,

    Nives Bizzarro conla corda edi piatti

    sulla scala libera, il nuovo gruppo di

    maiali di Gottani,il fachiro Althoff,ilclown Fredy Emestos. La recensione

    chiudevacosi: “Danondimenticareper

    misuratezza il duo comico Chinotto e

    Coca Cola.”

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