why this? magazine
DESCRIPTION
'WHY THIS? magazine' it is an indipendent magazine who talking about visual culture and power of images. It is talking about fashion, art and music with a new sensibility.TRANSCRIPT
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#01
CONTENTS
1. The american deream (05)
2. La superstar di Warhol - Edie Sedgwick (09)
3. AQ|AQ She lost control (014)
4. Shock socks (020)
5. Dente (025)
6. Giorgio Sovana (028)
7. Il velo di Maya (031)
8. Gold rush in fashion (043)
9. Gilliam Wearing (050)
why this?
03
why
thi
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CONTENTS
1. The american deream (05)
2. La superstar di Warhol - Edie Sedgwick (09)
3. AQ|AQ She lost control (014)
4. Shock socks (020)
5. Dente (025)
6. Giorgio Sovana (028)
7. Il velo di Maya (031)
8. Gold rush in fashion (043)
9. Gilliam Wearing (050)
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Bvlgari S.p.a bvlgari.com
bvlgari via Mazzini 96, Milano
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Andy Warhol rappresenta non solo il
principale protagonista della pop
art, ma di tutta l’arte
contemporanea.
Warhol propone nella sua arte una
chiara teorizzazione del rapporto
tra ‘opera’ e consumo.
Afferma che gli affari sono le
migliori opere d’arte.
Dall’aspetto così pellicolare,
distaccato quasi asettico era assai
più complicato e profondo.
Nasce a Pittsburgh in Pennsylvania,
il 6 agosto 1928.
La sua arte prende spunto dal
cinema, dai fumetti, dalla
pubblicità, senza alcuna scelta
estetica, ma come puro istante di
registrazione delle immagini più
note e simboliche. E l’opera intera
di Warhol appare quasi un catalogo
delle immagini-simbolo della
cultura di massa
americana: si va dal volto di
Marilyn Monroe alle inconfondibili
bottigliette di Coca Cola, dal
simbolo del dollaro ai
detersivi in scatola, e così via.
In queste sue opere non vi è alcuna
scelta estetica, ma neppure alcuna
intenzione polemica nei confronti
della società di massa: unicamente
esse ci
documentano quale è divenuto
l’universo visivo in cui si muove
quella che noi definiamo la
“società dell’immagine” odierna.
Ogni altra considerazione è solo
conseguenziale ed interpretativa,
specie da parte della critica
europea, che in queste
operazioni vede una presa di
coscienza nei confronti del kitsch
che dilaga nella nostra società,
anche se ciò, a detta dello stesso
Warhol, sembra del tutto estraneo
alle sue intenzioni.
“Quel che c’è di veramente grande in questo paese è che l’America ha dato il via al costume per cui il consumatore più ricco compra essenzialmente le stesse cose del più povero..”; quindi Andy Warhol può definirsi il primo “pro-dotto” della globalizzazione.
THE SOUP
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Edie Sedgwick
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Tendenze | 1
Lo stile inconfondibile di Edie, icona e musa ispiratrice di tanti.Idolatrata, imitata, presa a modello e replicata.
Minidress e geometrie optical di matrice prettamente Sixties.
LA SUPERSTAR DI WARHOL
Edie Sedgwick era semplicemente Edie. Il naturale centro dell'attenzione intorno a cui
gravitavano tutti gli sguardi, il sorriso capace di mandare in frantumi il cuore di chiunque si
trovasse al suo cospetto. Nata in una ricca famiglia californiana, una vita segnata dal lutto per la morte prematura di due
fratelli e dalla figura ingombrante di un padre problematico, che ammetterà di essere stato il punto d'origine dei disturbi dei
suoi figli, Edie manifesta da subito una predisposizione per il mondo dello show biz. È evidente che il palcoscenico di Cambridge,
in Massachusetts, dove studia arte ad Harvard, è troppo piccolo per lei e che l'unica vetrina in grado
di esaltare la sua aura è New York. Edie vi si trasferisce nel 1964 e qui conosce l'uomo con cui
dividerà un pezzo di storia: Andy Warhol..
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Calzedonia
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Leila Kashanipour
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AQ / AQ è il nuovo capitolo dal marchio di moda britannico precedentemente conosciuto come Aqua by Aqua. AQ / AQ è una linea di moda pensata e creata per donne alla ricerca di uno style accativante e originale. I colori sono brillanti, le linee forti.
http://www.aqaq.com/home
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AQ/AQ WOMENS TUMBLR
AQ/AQ MIXTAPES
She lost
control
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S H O C K
S O C K S
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a a d o o
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BRINGTHE
NOIZE023
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SOMEBODY WAS TRYING TO TELL ME
THAT CDS ARE BETTER THAN
VINYL BECAUSE THEY DON’T HAVE ANY SURFACE NOISE. I SAID “LISTEN, MATE, LIFE HAS SURFACE NOISE.”
Ma che begli occhi che hai...chissà come mi vedi bene.
Giusppe Peveri in arte Dente, è il nuovo personaggio del panorama cantautorale italiano.Nasce a Fidenza (PR) nel 1976
Il nuovo protagonisa del panorama cantautorale italiano, Giuseppe Peveri in arte Dente, nasce a Fidenza (PR) nel 1976. A 18 anni si avvicina alla musica, dapprima come chitarista dei Quic, passando poi per la band La Spina (con due album all’attivo), per poi intraprendere la carriera solista.La carriera da solista lo porta nel 2006 a firmare per Jestrai, esordendo con il suo primo album ufficiale “Anice in bocca”. Dopo soli sei mesi esce "Non c’è due senza te" che in seguito verrà ristampato e distribuito nel 2010 con la Ghost Records da Venus Dischi, che si piazza tra i finalisti del Premio Italiano della Musica Indipendente come miglior album. Il suo lavoro viene subito accolto ed apprezzato si dal pubblico, che dalla critica in mariera più che positiva.All'inzio del 2008 Dente pubblica un mini album dal titolo "Le cose che contano".Nel frattempo continua con intensità la performace live con due tour, dove si esibisce accompagnato dalla sua band e non più in acustico. All'inizio del 2009 Dente cambia etichetta ed entra a far parte della scuderia Ghost Records insieme ad altri nomi della musica alernativa italiana. Il 14 febbraio 2009 pubblica l’album "L'amore non è bello". Il 18 dicembre 2013 vengono annunciati il titolo e la data di pubblicazione del quinto album in studio. Si tratta di Almanacco del giorno prima, che verrà pubblicato il 28 gennaio 2014.
Lei oggi era vestita di
verde
verdi i suoi occhi,
e ha un sorriso per me.
Di certo a non esser verdi
eran due trecce corallo,
lentiggini sulla sua
pelle,
lentiggini che sono
milioni.
Oggi useremo soltanto
benzina che sia priva di
piombo
sara' bello vederci i suoi
occhi
nel fondo delle cose e del
viaggio.
Poi la notte era tutto un
cercarla
tra distese di verde e
montagne
mai stato cosi' vicino al
mostro,
giuro non ci sono mai
stato.
Clandestino nel suo mondo
di ghiaccio,
clandestino nel suo mondo
di niente,
rovesciavo i suoi oggetti
in giardino
sull'asfalto di questa
citta'.
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Piove e sono senza ombrello. Batto due colpi decisi alla porta e subito sento il chiavistello che gira, Giorgio mi accoglie subito nel suo studio e insieme a lui ci sono un cane e due gatti neri. La prima cosa di cui mi accorgo è l’intenso profumo di legno appena tagliato e estrema gentilezza con cui Giorgio mi fa accomodare nel suo mondo. Mi fa sentire bene. Iniziamo a parlare. Capisco subito che quello sarebbe stato lo spazio fisico e mentale in cui mi sarei mossa per realizzare i miei scatti.
Mi incanto davanti alle sue sculture che non mi appaiono come corpi mutilati, non avverto il senso di un’assenza ma piuttosto un senso di pienezza. Pienezza non più materica ma mentale, la pienezza dell’Io personale che finisce dentro al legno quando viene scolpito con la motosega. Perché Giorgio non usa lo scalpello. E’ un uomo minuto, piccolo, ma immenso al suo interno. Rimango colpita dalla sua conoscenza. L’equilibrio tra pensiero e forma, tra materia ed intelletto. La sua poetica si inserisce in una tradizione postmoderna che trova nella forma arcaica il prolungamento dell’infinito di una memoria archetipica che si manifesta attraverso forme diverse. Forme che rimandano
sempre alla stessa matrice, che riesce ad eludere e vincere il corso del tempo. Le sue opere e lui stesso sono perfettamente in equilibrio. La sua poetica è qualcosa che ha a che fare con Duchamp, Man Ray,
Brancusi o Modigliani, con un mondo di storie lontane, di Africa e di Preistoria.La rigidità delle forme, la geometria delle figure erette chiudono la forma all’interno di un concetto di unità che ha reso giustizia alla tesi di Malevic, secondo la quale una colonna antica, considerata al di là della sua funzione strutturale, si manifesta come pura sensibilità.Giorgio è consapevole e forte di tale consapevolezza. Torna e lavora sempre sulla stessa forma, è come se, stesse aderendo a un progetto di ripetizione differente, la raddoppiasse.Le sue sculture sono note in me, mi sembrano familiari. Tale senso di eterno ritorno è evidenziato, per altro verso, dall’assenza del titolo. Il ‘non titolo’ rafforza il significato tautologico di una scultura che, proprio perché considera il tempo un corpo unico e indivisibile, pur essendone immerso, riesce a sovrastarlo. Riesce a non farsi travolgere. Come del resto anche io provo a non essere travolta.
Giorgio Sovana
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IL VELO DI MAYA
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IL VELO DI MAYA
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“È Maya, il velo ingannatore, che avvolge gli occhi dei mortali e fa loro vedere un
mondo del quale non può dirsi né che esista, né che non esista;
perché ella rassomiglia al sogno, rassomiglia al riflesso del sole sulla
sabbia, che il pellegrino da lontano scambia per acqua,
o anche rassomiglia alla corda gettata a terra che egli prende
per un serpente”
Photography by Roberta Lacaria
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« Strofe, offerte, sacrifici, voti,
passato, futuro, ciò che dicono i Veda: da ciò il
mago crea tutto questo universo e in ciò
l’altro (l’anima individuale)
è tenuto dai lacci dell’illusione.
Bisogna dunque sapere che l’illusione è la natura e il grande Signore è il mago. Tutto questo mondo è
compenetrato di entità che sono particelle di
lui »
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In questa pagina. Leggings, Hugo Boss. Abito, Catherine Andrè. Foulard,
Romeo Gigli. Manto, Catherine Andrè.
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In questa pagina. Leggings, Hugo Boss. Cappotto, Catherine Andrè. Foulard,
Romeo Gigli. Borsa, Primark. Scarpe, American Apparel.
Copricapo, etnico.
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In questa pagina. Leggings, Hugo Boss. Giacchino, Catherine Andrè. Foulard, Romeo Gigli. Pagliaccietto, Oysho
Cintura, etnica.
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In questa pagina. Leggings, Hugo Boss. Abito, Catherine Andrè. Foulard,
Romeo Gigli. Manto, Catherine Andrè.
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In questa pagina. Pantaloni, Hugo Boss. Gilet, etnico. Manto, Romeo Gigli.
In questa pagina. Leggings, Hugo Boss. Giacchino, Catherine Andrè. Foulard, Romeo Gigli. Pagliaccietto, Oysho
Cintura, etnica.
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In questa pagina. Leggings, Hugo Boss. Cappotto, Catherine Andrè. Foulard,
Romeo Gigli. Borsa, Primark. Scarpe, American Apparel.
Copricapo, etnico.
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GOLD RUSH IN FASHION
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GO
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GO
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GOLD RUSH IN FASHION
ORO, colore indiscuso per l’autunno|inverno ma anche per la primavera|estate.Protagonista di tutte le passerelle.Lo abbiamo visto su diversi tessuti, in broccati, ricami ma soprattutto sulla pelle.
Donne|regine impreziosite e inebriate.Ammaliante potere dell’oro.
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In queste pagine. Pantaloni, Hugo Boss.Pagina accanto. Abito, Catherine Andrè.Orecchini etnici
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Signs that say what you want them to say and not signs that say what someone
Gillian Wearing
La capacità del fotoconcettualismo
di rimuovere la superficie della
vita quotidiana attraverso azioni
semplici si ritrova nell’opera
‘Signs that say what you want
them to say and not signs that
say what someone else wants you
to say’ dell’artista britannica
Gillian Wearing. Per realizzare
quest’opera l’artista ferma
estranei per strada e chiede
loro di scrivere qualcosa che li
riguardasse su un foglio di carta
bianco e li fotografa con i loro
pensieri in mano. Le fotografie
così rivelano gli stati emotivi
delle persone ritratte. Al centro
delle immagini rimane il
messaggio che ogniuno vuole
trasmettere.
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La Regina Margherita mangiava il pollo con le dita. Ma vestiva Hermeès?
Varese
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s?Per la realizzazione di questo
numero si ringraziano:Paolo Bazzani
Roberta LacariaValentina MascioniGiorgio SovanaSilvia Gasparini
Anniva Anzi
?Numero 01
A cura di Marta Achini
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