virtù campane

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La nuova ecologia / FEBBRAIO 2013 66 ene nei piccoli comuni, meno bene nei grandi centri abitati. L’ottava edizione del rapporto Co- muni ricicloni in Campa- nia conferma che sul fronte rifiuti la regione viaggia a due velocità. Per quanto la percentuale della raccolta differenziata migliori anche nei comuni capoluogo. Basta scorrere i dati per accor- gersene: superano il 90% località come Atena Lucana, Roccadaspi- de, Felitto, Pertosa, tutti centri con meno di cinquemila abitanti e tutti in provincia di Salerno, non nuovi ai vertici delle classi- fiche del sud Italia. Tra i 10 ed i 20mila abitanti si conferma nella parte alta della graduato- storie ria Sala Consilina (Sa), prima nel sud Italia con oltre il 70%. Mentre Salerno è il capoluogo di provincia riciclone con il 68%, se- guita a ruota da Benevento (62%). Su percentuali decisamente infe- riori invece Avellino (54%), Caser- ta (38,12%) e Napoli con il 18%, sostanzialmente lo stesso valore dell’anno precedente (17,58%). Il dato regionale generale parla di circa un milione e mezzo di abitanti virtuosi, pari ad oltre 500mila famiglie che vivono nei 230 comuni ricicloni che in Cam- pania superano il 55% nella dif- ferenziata. «Sono loro che rappresentano la Campania che con i fatti ri- sponde ai decenni di emergenza VIRTÙ CAMPANE B rifiuti – commenta Michele Buo- nomo, presidente di Legambiente Campania – Ma occorre sottoli- neare che l’ottava edizione di Co- muni Ricicloni si è svolta in un momento in cui ancora una volta, purtroppo, si vanno materializ- zando gli spettri di una nuova fase di emergenza. Nell’ultimo anno, infatti, si è realizzato ben poco di concreto per superare la storica carenza strutturale che pregiudica la corretta gestione dei rifiuti nella nostra regione». Gli interventi realizzati non ras- sicurano, insomma, sul pieno su- peramento dell’emergenza. «Dopo l’inaugurazione dell’im- pianto di compostaggio di Salerno – aggiunge Buonomo – stentano ad attuarsi gli impianti di digestione anaerobica dei rifiuti umidi presso lo Stir di Tufino e quello prean- nunciato per Giugliano, nonché il completamento degli impianti di compostaggio di Giffoni Valle Piana, Eboli e San Tammaro, che anche se ancora insufficienti da- rebbero comunque un grosso aiu- to alla risoluzione del problema». Per non parlare delle bonifiche, Oltre un milione e mezzo di abitanti pratica la raccolta differenziata nei centri medio- piccoli dei Comuni ricicloni della Campania. Legambiente: «Si può fare di più» di Gianfranco Stabile Province al veleno 4 La relazione tra inquinamento da rifiuti e tumori è argomento che divide. Lo dimostra la contestata presentazione a gennaio ad Aversa (Ce) del rapporto del ministero della Salute sulla “Situazione epidemiologica della Regione Campania e in particolare delle province di Napoli e Caserta”. Lo studio rileva che nelle province in oggetto si muore più che altrove per tumore, ma il ministro Balduzzi ha negato un nesso causale con lo smaltimento dei rifiuti. «Molte ricerche sono demagogiche – ammonisce Antonio Gallozzi, direttore di Legambiente Campania – Al centro di ogni ragionamento ci deve essere la salute della gente. E questa passa dalle bonifiche, da fare senza indugio». Michele Buonomo è il presidente di Legambiente Campania. A lato la premiazione dei comuni lo scorso 15 dicembre a Napoli

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Ma anche Napoli sta cambiando

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Page 1: virtù campane

La nuova ecologia / FEBBRAIO 201366

ene nei piccoli comuni,

meno bene nei grandi

centri abitati. L’ottava

edizione del rapporto Co-

muni ricicloni in Campa-

nia conferma che sul fronte rifiuti

la regione viaggia a due velocità.

Per quanto la percentuale della

raccolta differenziata migliori

anche nei comuni capoluogo.

Basta scorrere i dati per accor-

gersene: superano il 90% località

come Atena Lucana, Roccadaspi-

de, Felitto, Pertosa, tutti centri

con meno di cinquemila abitanti

e tutti in provincia di Salerno,

non nuovi ai vertici delle classi-

fiche del sud Italia. Tra i 10 ed

i 20mila abitanti si conferma

nella parte alta della graduato-

storie

ria Sala Consilina (Sa), prima

nel sud Italia con oltre il 70%.

Mentre Salerno è il capoluogo di

provincia riciclone con il 68%, se-

guita a ruota da Benevento (62%).

Su percentuali decisamente infe-

riori invece Avellino (54%), Caser-

ta (38,12%) e Napoli con il 18%,

sostanzialmente lo stesso valore

dell’anno precedente (17,58%).

Il dato regionale generale parla

di circa un milione e mezzo di

abitanti virtuosi, pari ad oltre

500mila famiglie che vivono nei

230 comuni ricicloni che in Cam-

pania superano il 55% nella dif-

ferenziata.

«Sono loro che rappresentano

la Campania che con i fatti ri-

sponde ai decenni di emergenza

VIRTÙ CAMPANE

Brifiuti – commenta Michele Buo-

nomo, presidente di Legambiente

Campania – Ma occorre sottoli-

neare che l’ottava edizione di Co-

muni Ricicloni si è svolta in un

momento in cui ancora una volta,

purtroppo, si vanno materializ-

zando gli spettri di una nuova

fase di emergenza. Nell’ultimo

anno, infatti, si è realizzato ben

poco di concreto per superare la

storica carenza strutturale che

pregiudica la corretta gestione

dei rifiuti nella nostra regione».

Gli interventi realizzati non ras-

sicurano, insomma, sul pieno su-

peramento dell’emergenza.

«Dopo l’inaugurazione dell’im-

pianto di compostaggio di Salerno

– aggiunge Buonomo – stentano ad

attuarsi gli impianti di digestione

anaerobica dei rifiuti umidi presso

lo Stir di Tufino e quello prean-

nunciato per Giugliano, nonché

il completamento degli impianti

di compostaggio di Giffoni Valle

Piana, Eboli e San Tammaro, che

anche se ancora insufficienti da-

rebbero comunque un grosso aiu-

to alla risoluzione del problema».

Per non parlare delle bonifiche,

Oltre un milione e mezzo di abitanti pratica la raccolta differenziata nei centri medio-piccoli dei Comuni ricicloni della Campania. Legambiente: «Si può fare di più»

di Gianfranco Stabile

Province al velenoLa relazione tra inquinamento da rifiuti e tumori

è argomento che divide. Lo dimostra la contestata

presentazione a gennaio ad Aversa (Ce) del rapporto del

ministero della Salute sulla “Situazione epidemiologica

della Regione Campania e in particolare delle province

di Napoli e Caserta”. Lo studio rileva che nelle province

in oggetto si muore più che altrove per tumore, ma

il ministro Balduzzi ha negato un nesso causale

con lo smaltimento dei rifiuti. «Molte ricerche sono

demagogiche – ammonisce Antonio Gallozzi, direttore di

Legambiente Campania – Al centro di ogni ragionamento

ci deve essere la salute della gente. E questa passa dalle

bonifiche, da fare senza indugio».

Michele Buonomo è il presidente di Legambiente Campania. A lato la premiazione dei comuni lo scorso 15 dicembre a Napoli

Page 2: virtù campane

FEBBRAIO 2013 / La nuova ecologia 67

che restano ancora una chimera

mentre alcuni territori sono an-

cora avvelenati dai rifiuti tossici.

«Bisogna partire dalla riduzione

della produzione dei rifiuti, dal-

la costruzione degli impianti di

compostaggio, accompagnate da

una raccolta differenziata spinta,

adottando il sistema secco-umido,

porta a porta, in tutti i comuni

della regione, applicando puntual-

mente la tariffa. E poi – conclude

Michele Buonomo – è fondamenta-

le premiare i comuni e i cittadini

virtuosi». Che sono pronti a fare

la differenza.

«Ma anche Napoli sta cambiando»Porta a porta e nuovi impianti. Raffaele Del Giudice, da un anno presidente di Asia

n anno da presidente dell’”Azienda servizi igiene ambientale” a Napoli, la città più vessata dall’emergenza

rifiuti. È quello che ha appena compiuto Raffaele Del Giudice, già educatore ambientale e direttore di Legambiente Campania. Un compito impegnativo, segnato anche da alcune decisioni difficili, come il licenziamento di quattro dipendenti per assenteismo. «In questi primi dodici mesi ho voluto costruire un rapporto diretto con i lavoratori e i cittadini - spiega - Con l’obiettivo di garantire un patto per il bene della città».

Come ha trovato la situazione a Napoli?

La prima cosa che mi ha colpito è stato il grande lavoro del Comune, vederli impegnati costantemente sui temi ambientali. Non mi sono sentito certo solo. Io ho portato in Asia lo stile Legambiente: dalle cinque della mattina a mezzanotte sempre a lavoro.

Ci vuol dire che la scintilla del cambiamento

negli organi decisionali è partita?

Sì. Abbiamo risolto la questione appalti ai privati facendo diventare Asia pubblica al 100% in particolare su due temi chiave, vale a dire rifiuti e acqua.

E come hanno reagito i napoletani a questo

nuovo corso?

Con i napoletani vogliamo creare una relazione di fiducia. Per questo li andiamo a prendere con i mezzi pubblici e li portiamo a vedere gli impianti, per mostrare loro che quello che mettono nella differenziata non va perduto. Sono dunque coinvolti in un processo che restituisce fiducia a noi come azienda e a loro come cittadini.

Quali iniziative segnano il cambio di rotta?

Premetto che non ho consulenti esterni e come me vi hanno rinunciato tutti i componenti del Cda. Proprio da qui viene la prima operazione: la cessione delle nostre due auto di servizio ai vigili urbani impegnati in funzioni di polizia ambientale. Poi diffondiamo la cultura della differenziata e del “non sporcare” nelle scuole. Infine, organizziamo le “Cartoniadi” per incentivare il recupero di carta e cartone insieme a Comieco e Conai. Quindi, non solo riciclo ma anche riuso: abbiamo recuperato e

donato 600 coperte in buone condizioni ai senzatetto in questo periodo di freddo.

Tanti sforzi ma Napoli è ancora ferma al 18%

di differenziata.

Il dato fa riferimento al 2011. Nei primi sei mesi di quell’anno i cumuli erano al terzo piano. Oggi abbiamo un dato aggregato di dicembre 2012 che dovrebbe superare il 30%. Abbiamo la differenziata del vetro, della carta e del cartone in tutta la città. Ed entro metà 2013 avremo l’estensione del porta a porta a 500mila abitanti. Tutte cose che stiamo facendo senza soldi. Una svolta verrà certamente dai nuovi impianti.

Già, i nuovi impianti...

Oggi portiamo 35mila tonnellate all’anno di umido di ottima qualità fuori regione con una perdita economica e di posti di lavoro. Ma stiamo completando un appalto per un sito di compostaggio nell’area nord della città: sarà una struttura d’importanza strategica e rilevanza nazionale. Puntiamo ad averlo in un anno e mezzo. Resta irrisolto il problema delle isole ecologiche che al momento tamponiamo predisponendo quelle mobili. Bisogna accorciare un po’ la filiera, lavorare sugli impianti per la lavorazione degli ingombranti, far nascere un polo impiantistico a servizio della differenziata con riuso. Infine vogliamo portare avanti la nostra proposta per una terza via tra pubblico e privato: la sinergia tra i due scegliendo ovviamente un privato sano.

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Entro metà 2013 avremo l’estensione del nuovo sistema di raccolta a 500mila abitanti

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