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Ecco le biografie di alcuni scienziati che
stiamo studiandoCLASSE 1°B
&PROF. MELANDRI
Albert Einstain pag.3
Anders Celsius pag.6
Antoine-Laurent de Lavoisier pag.9
Carlo Linneo pag.13
Daniel Gabriel Fahrenheit pag.17
Euclide pag.19
Galileo Galilei pag.22
Isaac Newton pag.25
John Venn pag.34
Leonhard Euler (Eulero) pag.37
René-Antoine de Réamur pag.42
William Thomson (Kelvin) pag.44
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Albert Einstein (Ulma, 14 marzo 1879 – Princeton, 18 aprile 1955) è stato un fisico e filosofo tedesco
naturalizzato statunitense.
Nel 1905 ricordato come "annus mirabilis", pubblicò articoli a contenuto fortemente innovativo, riguardanti aree
differenti della fisica:
espose la teoria della relatività ristretta, che precede di circa un decennio quella della relatività generale.
Nel 1921 ricevette il Premio Nobel per la fisica "per i contributi alla fisica teorica, in particolare per la scoperta della legge
dell'effetto fotoelettrico", e la sua fama dilagò in tutto il mondo soprattutto per la teoria della relatività, in grado, per l'assoluta originalità, di colpire l'immaginario collettivo. Fu un successo insolito per uno scienziato e durante gli ultimi anni di vita la fama non fece che aumentare, al punto che in molte culture
popolari il suo nome divenne ben presto sinonimo di intelligenza e di grande genio.
Oltre a essere uno dei più celebri fisici della storia della scienza, fu molto attivo in diversi altri ambiti, dalla filosofia alla politica, e per il suo complesso apporto alla cultura in generale
è considerato uno dei più importanti studiosi e pensatori del XX secolo.
La sua immagine rimane a tutt'oggi una delle più conosciute del pianeta, avendone fatto e facendone largo uso anche il
mondo della pubblicità: si è giunti infatti, inevitabilmente, alla registrazione del marchio "Albert Einstein".
Gioventù e studi
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Albert Einstein nacque a Ulma nel Württemberg, in Germania, 100 km a est di Stoccarda. I suoi genitori erano Hermann Einstein, proprietario di una piccola azienda che produceva macchinari
elettrici, e Pauline Koch. Si sposarono a Stuttgart-Bad Cannstatt. La famiglia era ebraica. Albert frequentò una scuola elementare
cattolica e, su insistenza della madre, gli furono impartite lezioni di violino. All'età di cinque anni suo padre gli mostrò una bussola
tascabile e Einstein si rese conto che qualcosa nello spazio "vuoto" agiva sull'ago spostandolo in direzione del nord; descriverà in
seguito quest'esperienza come una delle più rivelatrici della sua vita. Benché abbia sviluppato modelli e dispositivi meccanici per
divertimento, il suo ingresso nel mondo della scienza ufficiale avvenne abbastanza tardi, forse a causa della dislessia. Più tardi
egli stesso attribuì lo sviluppo delle teorie della relatività a questa sua lentezza, dicendo che pensando allo spazio e al tempo più tardi
della maggior parte dei bambini, fu in grado di applicarvi uno sviluppo intellettuale maggiore.
La circostanza che il suo profitto in matematica fosse scarso è contestata.
Nell'agosto 1886 infatti Albert riferì alla madre l'ottimo profitto scolastico: "Ieri Albert ha ricevuto la pagella, è nuovamente il primo della classe". Einstein cominciò a studiare matematica insieme a un amico di famiglia, Max Talmud, che gli procurò testi scientifici come
gli Elementi di Euclide ma anche filosofici come la Critica della ragion pura di Kant. All'età di dieci anni iniziò a frequentare il
Luitpold Gymnasium ma si rivelò ben presto sofferente al rigido ambiente scolastico, seppur riportando comunque buoni voti sia in matematica che in latino. Suo zio Jakob, inoltre, lo metteva spesso alla prova con problemi matematici che risolveva brillantemente
"provando un profondo senso di felicità".
A causa dei continui problemi economici la famiglia Einstein dovette trasferirsi spesso, sin da quando il piccolo Albert non aveva
nemmeno due mesi di vita; prima a Monaco, poi nel 1894 a Pavia, dove scrisse il suo primo articolo scientifico, e, due anni dopo a Berna, in Svizzera. Quando la sua famiglia si trasferì a Milano,
Einstein, quindicenne, restò in Germania per proseguire gli studi ma presto li abbandonò invece di diplomarsi e seguì la sua famiglia.
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Il suo fallimento all'esame d'ingresso presso il Politecnico di Zurigo, avvenuto nell'autunno del 1895, tentato nonostante non avesse
l'età minima richiesta e non superato per insufficienza nelle materie letterarie, fu una dura battuta d'arresto. Fu mandato dalla sua famiglia a Aarau, in Svizzera, per concludere gli studi superiori,
dove ricevette il diploma nel 1896. Qui, all'età di diciassette anni rinunciò definitivamente alla cittadinanza tedesca. Nell'ottobre dello stesso anno superò l'esame di ammissione al Politecnico di Zurigo e
vi si iscrisse. Nel 1898, Einstein incontrò e si innamorò di Mileva Marić, sua compagna di studi serba Mileva era l'unica donna
ammessa a frequentare il Politecnico Federale svizzero. Einstein concluse i suoi studi al Politecnico nel luglio del 1900, superando gli esami finali del diploma con la votazione di 4,9/6, risultando quarto su cinque dei candidati in matematica e fisica, fra cui vi era anche Mileva Marić, la quale conseguì il voto di 4/6 e venne bocciata. Egli fu altresì l'unico dei diplomati in quell'occasione a non ottenere un posto come assistente al Politecnico di Zurigo. Nel 1900 a Einstein
venne garantito un diploma da insegnante dall'Eidgenössische Technische Hochschule e fu accettato come cittadino svizzero nel
1901. In questo periodo Einstein discuteva dei suoi interessi scientifici con un ristretto gruppo di amici, inclusa Mileva. Lui e
Mileva ebbero una figlia, Lieserl, nata nel gennaio 1902 e che morì, presumibilmente di scarlattina, l'anno seguente.
Cenni
Gramigna
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Il grado Celsius (°C) è l'unità di una scala di misura per la temperatura, così chiamata dal nome dell'astronomo svedese
Anders Celsius (1701-1744), che la propose per la prima volta nel 1742.
Storia e descrizione
La scala Celsius oggi utilizzata fissa il punto di congelamento dell'acqua a 0 °C e il punto di ebollizione a 100 °C in condizioni
standard di pressione.
In origine invece la scala fu ideata da Celsius perché il punto di ebollizione dell'acqua fosse a 0 °C, e il punto di congelamento a
100 °C; solo dopo la sua morte, nel 1744, la scala fu modificata in quella oggi di uso comune.
Poiché ci sono cento divisioni tra questi due punti di riferimento, il termine originale per questo sistema era grado centigrado o grado centesimale. Nel 1948 il nome fu ufficialmente cambiato in Celsius
dalla nona.(CR 64), sia per riconoscere i meriti di Celsius e per eliminare la confusione risultante dal prefisso centi-, usato dal
sistema SI e la confusione con altri sistemi di misura della temperatura che possono anch'essi essere considerati centigradi. La dizione di grado centigrado non è errata, ma imprecisa; infatti anche il kelvin è un grado centigrado, in quanto ottenuto, come
quello Celsius, dividendo in 100 parti uguali l'intervallo tra due punti fissi fondamentali. Anche se i valori per il punto di congelamento e di ebollizione dell'acqua rimangono approssimativamente corretti,
la definizione originale non è adatta per essere uno standard: dipende dalla definizione di pressione atmosferica standard, la
quale dipende a sua volta dalla definizione di temperatura.
La definizione ufficiale corrente della scala Celsius pone 0,01 °C come il punto triplo dell'acqua, e un grado come 1/273,16 della differenza di temperatura tra il punto triplo dell'acqua e lo zero
assoluto. Questa definizione assicura che la differenza di temperatura di un grado Celsius rappresenti la stessa differenza di
temperatura di un kelvin.
Conversione
Anders Celsius in origine propose che il punto di congelamento fosse 100 °C, e il punto di ebollizione 0 °C. La scala fu rovesciata
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nel 1747 su suggerimento di Linneo, o forse di Daniel Ekström, il produttore della maggior parte dei termometri utilizzati da Celsius.
Una temperatura di −40° è la stessa per le scale Celsius e Fahrenheit.
Un metodo per convertire Celsius in Fahrenheit è di moltiplicare per 1,8 e aggiungere 32.
°F = °C × 1,8 + 32
Al contrario, per convertire Fahrenheit in Celsius occorre sottrarre 32 e dividere per 1,8.
°C = (°F − 32) : 1,8
La scala Celsius è utilizzata nella maggior parte del mondo quotidianamente, anche se nei mass media era ancora chiamata frequentemente centigrada fino agli anni novanta, in particolar modo nelle previsioni del tempo. Negli Stati Uniti e in Belize si utilizza invece la scala Fahrenheit, ma anche questi due Paesi
utilizzano la scala Celsius oppure la kelvin nell'ambito di applicazioni scientifiche o tecnologiche.
27 novembre 1701 – 25 aprile 1744) fu un fisico e astronomo svedese.
Biografia
Divenne professore di astronomia presso l'Università di Uppsala nel 1730. Fece un lungo viaggio di studio tra il 1732 e il 1735 visitando
numerosi osservatori in Germania, Francia e Italia. Mentre si trovava a Norimberga, nel 1733 pubblicò i risultati di 316
osservazioni di aurore boreali eseguite da lui o da altri nel periodo tra il 1716 e il 1732.
A Parigi partecipò allo studio di una spedizione in Lapponia per la misura di un arco di meridiano, e prese parte, nel 1736, al viaggio
effettivo, organizzato dall'Accademia francese delle scienze.
Nel 1741 fu il fondatore dell'Osservatorio astronomico di Uppsala. Nel 1742 presentò una memoria all'Accademia Reale Svedese delle
Scienze in cui proponeva una scala di temperatura, ora
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universalmente adottata e la cui unità di misura prende il nome di grado Celsius in suo onore.
Morì di tubercolosi nel 1744.
Conti
Ricci Frabattista
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Il suo contributo alla scienza
Nato il 26 agosto 1743 a Parigi, Antoine-Laurent Lavoisier frequentò il Collège des Quatre-Nations dal 1754 al 1761, studiando chimica,
botanica, astronomia, e matematica. Chimico, naturalista, astronomo, economista ed esattore delle imposte, Lavoisier delineò, a partire dagli anni sessanta del secolo, con una serie ininterrotta di ricerche, una nuova rivoluzionaria immagine della chimica. La sua prima pubblicazione di chimica apparve nel 1764. Nel 1767 lavorò su uno studio geologico dell'Alsazia-Lorena. Venne eletto membro dell'Accademia francese delle scienze nel 1768 all'età di 25 anni. Nel 1771, sposò la tredicenne Marie-Anne Pierrette Paulze, che
divenne nel tempo una sua collaboratrice scientifica, tradusse opere dall'inglese e illustrò i suoi libri. A partire dal 1775 servì
nell'Amministrazione delle polveriere reali", dove il suo lavoro portò a miglioramenti nella produzione di polvere da sparo e
all'introduzione di un nuovo metodo per la preparazione del salnitro.
Alcuni dei più importanti esperimenti di Lavoisier
esaminarono la natura della combustione. Attraverso
questi esperimenti, dimostrò che la combustione è
un processo che coinvolge la
combinazione di una sostanza con l'ossigeno. Dimostrò anche il ruolo
dell'ossigeno nella respirazione di animali
e piante, così come nell'arrugginimento del metallo. La spiegazione data da Lavoisier alla combustione rimpiazzò la
teoria del flogisto, la quale postulava che i materiali, quando bruciano, rilasciano una sostanza chiamata
flogisto. Scoprì inoltre che l'aria infiammabile di Henry Cavendish
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che chiamò idrogeno (dal greco "formatore d'acqua"), si combinava con l'ossigeno per produrre una rugiada che, come riportò Joseph
Priestley, appariva essere acqua.
Il lavoro di Lavoisier era parzialmente basato su quello di Priestley, ma ad ogni modo, egli cercò di prendersi il merito delle scoperte di
quest'ultimo. Questa tendenza ad usare i risultati di altri senza riconoscerlo e quindi trarre le proprie conclusioni, si dice che fosse
stata una caratteristica di Lavoisier. In Sur la combustion en general, del 1777 e in Considérations Générales sur la Nature des
Acides, del 1778, dimostrò che l'"aria" responsabile della combustione era anche fonte di acidità. Nel 1779, chiamò questa parte dell'aria "ossigeno" (dal greco "formatore d'acido"), e l'altra "azoto" (dal greco "senza vita"). In Reflexions sur le Phlogistique,
Gli esperimenti di Lavoisier furono tra i primi esperimenti chimici veramente "quantitativi" ad essere condotti. Egli dimostrò che,
anche se la materia cambia il suo stato con una reazione chimica, la quantità di materia è la stessa all'inizio e alla fine di ogni reazione. Bruciando fosforo e zolfo nell'aria, dimostrò che il prodotto pesava
più della materia iniziale e il peso acquisito era stato preso dall'aria. Questi esperimenti fornirono la prova per la legge di conservazione
della massa (in una reazione chimica la massa dei reagenti è esattamente uguale alla massa dei prodotti). Lavoisier investigò
anche sulla composizione dell'acqua, e battezzò i suoi componenti come ossigeno e idrogeno. Assieme al chimico francese Claude-
Louis Berthollet e ad altri studiosi, Lavoisier ideò una nomenclatura chimica, ovvero un sistema di nomi che serve da base al sistema
moderno. Descrisse il tutto nel suo Méthode de nomenclature chimique (Metodo di Nomenclatura Chimica, 1787). Questo sistema
viene ancor oggi largamente usato, compresi i nomi di acido solforico, solfati e solfiti.
Il suo Traité Élémentaire de Chimie (Trattato di chimica elementare, 1789), è considerato il primo moderno libro di testo di chimica, e presentava una visione unificata delle nuove teorie della chimica, conteneva una chiara enunciazione della "legge di conservazione della materia", e negava l'esistenza del flogisto. Inoltre, Lavoisier chiarificò il concetto di elemento come sostanza semplice che non può essere scomposta da nessun metodo conosciuto dell'analisi
chimica, e concepì una teoria della formazione dei composti chimici a partire dagli elementi. In aggiunta stilò una lista di elementi, o sostanze, che non potevano essere scomposte, che includeva
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ossigeno, azoto, idrogeno, fosforo, mercurio, zinco, e zolfo. La sua lista, comunque, includeva anche luce e calorico, che credeva
essere sostanze materiali.
I contributi fondamentali di Lavoisier alla chimica, furono il risultato di uno sforzo conscio di far rientrare tutti gli esperimenti all'interno di una singola struttura di teorie. Egli stabilì l'uso consistente della
bilancia chimica, usò l'ossigeno per rovesciare la "teoria del flogisto", e sviluppò un nuovo sistema di nomenclatura chimica, che
sosteneva che l'ossigeno era un costituente essenziale di tutti gli acidi (il che si rivelò in seguito vero nella maggior parte dei casi).
Per la prima volta la nozione moderna di elementi viene impostata sistematicamente; i pochi elementi della chimica classica fecero strada al sistema moderno, e Lavoisier elaborò le reazioni nelle
equazioni chimiche che rispettavano la conservazione della massa (si veda ad esempio il ciclo dell'azoto).
Creò anche la prima rivista di chimica specializzata, le "Annales de chimie".
La condanna a morte
Lavoisier era stato fin dal 1769 un Fermier Général, cioè un esattore in appalto di vari tipi di tasse. Nello svolgere questa attività aveva
cercato di introdurre riforme nel sistema monetario e fiscale francese. Inoltre, aiutò il governo a sviluppare il sistema metrico decimale, per garantire l'uniformità di pesi e misure in tutta la
Francia.
Nel 1790 l'assemblea Costituente aveva abolito la Ferme ed aveva affidato il compito della riscossione delle tasse all'amministrazione
pubblica.
Alla fine del 1793 fu decretato l'arresto per tutti i dirigenti della Ferme générale. Lavoisier cercò invano di dimostrare che egli non ricopriva più il ruolo di fermier da tre anni. Confidando nella sua
popolarità e non avendo nulla da nascondere, si presentò spontaneamente al magistrato e si affidò alla giustizia. Mal gliene incolse: fu accusato di tradimento. A Lavoisier in particolare non fu
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perdonata la proposta di circondare Parigi con un muro per ostacolare l'evasione del dazio: «Le mur murant Paris rend Paris murmurant» (Il muro che mura Parigi rende Parigi mormorante).
A chi gli faceva osservare che Lavoisier era uno scienziato, il giudice Jean-Baptiste Coffinhal, Presidente del Tribunale Rivoluzionario,
rispose: «La révolution n'à pas besoin des savants» (La rivoluzione non ha bisogno di sapienti). Il suo principale accusatore fu il
rivoluzionario e chimico dilettante Jean-Paul Marat (1743 - 1793), al quale Lavoisier aveva in precedenza rigettato la domanda di accesso all'Accademia delle Scienze. Marat lo accusò di aver
venduto tabacco annacquato e di vari altri crimini.
Il tribunale rivoluzionario lo condannò a morte. Lavoisier, assieme al suocero e gli altri colleghi, salì sulla ghigliottina l'8 maggio 1794.
Aveva 51 anni.
Verlicchi
Bartolini
Nato il 23 maggio del 1707 in una fattoria nella provincia di Småland (sud della Svezia, contea di Kronoberg), da Nils
Ingemarson, un contadino, e Christina Broderson, figlia del locale pastore protestante. Alla morte del suocero, quando il piccolo Carlo
aveva solo 18 mesi, Nils ereditò la carica di pastore e assunse la guida religiosa della comunità. Il padre di Carl era interessato alla botanica, tanto da adottare come cognome, all'inizio degli studi in teologia, "Linnaeus" ovvero la latinizzazione della parola dialettale
lind (tiglio) traendo spunto da un grosso tiglio situato nei pressi della sua casa natale. Questa stessa scelta era stata fatta
precedentemente da due fratelli della nonna paterna di Linneo, quando dovevano intraprendere gli studi per diventare sacerdoti.
Tale pianta di tiglio è tutt'oggi esistente a Vittaryd, Småland, seppur in cattive condizioni.
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Anche Carl, per il quale era prevista una carriera ecclesiastica, sviluppò fin dall'infanzia un grande interesse per la botanica, tanto
che il suo insegnante di scienze nonché medico locale, Johann Rothman, convinse suo padre a fargli frequentare l'università di Lund. Nel 1727 si iscrisse così all'Università dove iniziò lo studio della medicina, ma molto probabilmente il suo vero interesse era
quello di studiare le sostanze mediche usate a quei tempi, la stragrande maggioranza dalle quali era costituita da vegetali.
L'anno successivo (1728) si trasferì all'Università di Uppsala, la migliore della Svezia, dove divenne studente di Olaus Rudbeck il
Giovane. Linneo passò la maggior parte del suo tempo a raccogliere e a studiare vari tipi di piante.
Già dal 1730 iniziò a prendere forma il suo metodo di classificazione tassonomica. Ancora studente, giunto alla convinzione che gli organi riproduttivi delle piante, ovvero le parti del fiore (petali, stami e pistilli) potessero essere utilizzati come base per la loro
classificazione, scrisse un breve trattato sull'argomento, Preludia Sponsaliorum Plantarum ("Nozze delle piante"), che gli fece
ottenere ancora durante gli studi la posizione di docente presso il giardino botanico. Ciò gli procurò, purtroppo, anche una condanna: poiché ebbe l'imprudenza di basare la classificazione su quello che osò chiamare "il sistema sessuale" delle piante, esaminando i loro "organi riproduttivi". Ebbene, per questo ebbe una denuncia dallo
stato svedese per "immoralità" e la condanna della Comunità luterana per "sospetto di libertinismo".
Nel 1731 l'Accademia delle Scienze di Uppsala finanziò la sua spedizione in Lapponia, in quanto Linneo era in ristrettezze
economiche. Scrisse il resoconto della sua spedizione etnografica e botanica nell'opera Lachesis lapponica (pubblicata postuma nel
1811); nel 1734 organizzò un'altra spedizione nella Svezia centrale. I risultati scientifici furono illustrati nell'opera Flora Lapponica
Exhibens Plantas per Lapponiam Crescentes, secundum Systema Sexuale Collectas in Itinere Impensis (1737). Nel 1735 si trasferì in
Olanda e terminò i suoi studi di medicina all'università di Harderwijk.
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Successivamente però si iscrisse anche all'Università di Leida per
continuare i propri studi. In questa fase della sua vita la sua reputazione
di botanico era già ampia e affermata. Nel 1738 tornò in Svezia
dove iniziò a esercitare la professione di medico, dedicandosi
principalmente alla cura della sifilide.
Nel 1739 fu uno dei fondatori dell'Accademia Reale Svedese delle
Scienze. Nello stesso anno sposò Sara Morea, figlia di un medico. Due
anni dopo, nel 1741, ottenne una cattedra presso la facoltà di medicina
all'università di Uppsala ma l'anno successivo la scambiò con la cattedra
di botanica, dietetica e materia medica (che conservò fino alla
morte). A Uppsala restaurò il giardino botanico, disponendo le piante secondo il suo ordine di classificazione.
Linneo continuò a organizzare spedizioni in tutto il mondo, con il fine di scoprire e classificare tutti gli esseri viventi e i minerali della Terra. Molti dei suoi studenti presero parte alle spedizioni e alcuni addirittura perirono durante i viaggi. Nel 1758 acquistò l'azienda di Hammarby dove creò un modesto museo destinato ad accogliere la
sua collezione privata. Nel 1761 il re Adolfo Federico di Svezia gli conferì un titolo nobiliare a seguito del quale Linneo convertì il suo
nome in Carl von Linné. I suoi ultimi anni di vita furono caratterizzati da un crescente pessimismo e dalla depressione; nel 1774 fu colpito
da una serie di piccoli infarti e morì nel 1778.
Venne sepolto presso la Cattedrale di Uppsla
Il merito maggiore dello svedese fu la definizione e l'introduzione nel 1735 della nomenclatura binomiale, basata sul modello
aristotelico di definizione mediante genere prossimo e differenza specifica, nel sistema di classificazione delle piante, degli animali e minerali. Con questo metodo tassonomico (concepito poco più di un
secolo prima da Bauhin) a ciascun organismo sono attribuiti due nomi (di origine latina): il primo si riferisce al Genere di
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appartenenza dell'organismo stesso ed è uguale per tutte le specie che condividono alcuni caratteri principali (nomen genericum); il
secondo termine, che è spesso descrittivo, designa la Specie propriamente detta (nome triviale o nome specifico).
La portata dell’innovazione fu enorme; precedentemente alla nomenclatura binomiale il sistema di nomenclatura era
semplicemente basato su un'estesa descrizione di ogni pianta, in latino, per i caratteri distintivi ritenuti di rilievo, in modo del tutto
arbitrario, da ogni classificatore
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Daniel Gabriel Fahrenheit nasce a Danzica (Polonia) il 23 maggio 1686.
Sviluppa nel tempo una particolare abilità nell'arte di soffiare il vetro, dote che impiegherà per costruire apparecchiature
scientifiche.
Costruttore di strumenti scientifici oltre che commerciante, dopo aver viaggiato in Inghilterra, Germania e
Francia si stabilisce e passa la maggior parte della sua vita in Olanda, dove approfondisce
lo studio della fisica.
Le sue pubblicazioni scientifiche sono per lo più modeste fino a quando la sua fama la sua notorietà si diffondono nei vari paesi europei
per aver inventato nel 1720 un personale sistema per la fabbricazione di termometri.
Grazie alle sue scoperte viene eletto membro della Royal Society di Londra nel 1724.
È meglio conosciuto per aver inventato il Termometro ad alcool(1709) ed il termometro a mercurio (1714) e per aver
sviluppato la scala di temperatura Fahrenheit, ancora utilizzata negli Stati uniti e in Belize.
Fahrenheit ha passato gran parte della sua esistenza nei Paesi Bassi, dove si è dedicato allo studio della fisica ed alla fabbricazione di strumenti meteorologici di precisione. Ha scoperto tra l'altro, che l'Acqua può rimanere liquida sotto il relativo punto di congelamento
e che il punto di ebollizione dei liquidi varia a seconda della pressione atmosferica . Gli è stato dedicato un cratere sulla luna.
Morì di febbre gialla il 17 settembre 1736.
La scala Fahrenheit si basa su 32 gradi per il punto di congelamento dell'acqua e su 212 gradi per il punto di ebollizione della stessa,
intervallo che è diviso in 180 sottoparti.
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Nel XVIII secolo il fisico tedesco originariamente prese come zero della sua scala la più bassa temperatura ottenibile in laboratorio ai suoi tempi ovvero quella di una miscela di uguali parti di ghiaccio e
cloruro ammoniaco scelse i valori di 30 gradi e di 90 gradi rispettivamente per il punto di congelamento dell'acqua e della temperatura corporea umana. In base a successivi affinamenti
questi valori vennero portati 32 gradi per il punto di congelamento dell'acqua e dapprima a 96 gradi e successivamente a 98,6 gradi la
temperatura corporea.
Fahrenheit
Scala
Fahrenheit
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Euclide fu un matematico greco (attivo verso il 300 a.C.). Poco si sa di lui, se non che visse sotto il regno di Tolomeo I, quando si organizzarono ad
Alessandria il Museo e la Biblioteca, che costituirono il più importante centro di studi
superiori dell'antichità. Qui Euclide svolse forse la sua attività di insegnante e a questo fine ben si
adatta la sua opera più celebre, gli Elementi, in 13 libri, che doveva costituire la base per ogni
sviluppo delle scienze matematiche per oltre un millennio.
Pur non essendo la prima opera di questo genere, essa fu quella che in forma deduttiva e rigorosa assimilò e ripresentò
organicamente, spesso arricchendola di geniali dimostrazioni, la tradizione dei matematici precedenti, eleati, pitagorici e platonici,
in particolare Eudosso di Cnido (III sec. a.C.) e Teeteto (IV sec. a.C.). La deduzione dei teoremi prende avvio dalla definizione degli enti
fondamentali (punto, retta, angolo ecc.) dai postulati e dalle nozioni comuni o assiomi: fra i primi la critica storica ha distinto almeno tre
accezioni differenti che rivelano una diversa provenienza. Dei 5 postulati, i primi riconducono la possibilità degli enti matematici alla
loro costruibilità con riga e compasso (e ciò confuterebbe la tradizione che vuole Euclide platonico e convinto assertore della pura razionalità e astrattezza delle idee matematiche), mentre il quinto, detto ''delle parallele'', apparì problematico allo stesso
Euclide e suscitò innumerevoli discussioni che dovevano culminare, con J. Bolyai, N.I. Lobacevskij e B. Riemann, nella scoperta delle
geometrie non euclidee. Le nozioni comuni o assiomi sono in massima parte enunciati fondamentali sull'uguaglianza e la
disuguaglianza. La critica moderna ha riconosciuto l'uso da parte di Euclide di assunzioni inespresse quali il ''postulato di continuità'' e il ''principio di induzione completa''. Ciò tuttavia non intacca il valore altissimo dell'opera con cui, per esempio, viene fondata l'algebra
geometrica (libro II) e l'aritmetica dei numeri naturali (VII, VIII e IX) giungendo alle soglie della teoria dei numeri reali (V) e alla
classificazione rigorosa, senza ricorrere al simbolo di radicale, delle grandezze incommensurabili (X). Altre opere di Euclide furono i Dati, contenente 94 proposizioni relative alle condizioni sotto le
quali è determinata una certa figura geometrica, e la Divisione delle
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figure. Gli furono attribuite anche opere di fisica e di matematica applicata, quali l'Ottica (teoria della prospettiva) e la
Catottrica(teoria delle immagini speculari), di astronomia e di musica
GLI ELEMENTI DI EUCLIDE
Gli Elementi (in greco Στοιχεῖα) di Euclide sono la più importante opera matematica giuntaci dalla cultura greca antica. Composti tra il IV e il III secolo a.C., rappresentano un quadro completo e definito
dei principi della geometria noti al tempo.
L'opera consiste in 13 libri: i primi sei riguardanti la geometria piana, i successivi quattro i rapporti tra grandezze (in particolare il decimo libro riguarda la teoria degli incommensurabili) e gli ultimi
tre la geometria solida.
Alcune edizioni più antiche attribuiscono ad Euclide anche due ulteriori libri che la critica moderna assegna però ad altri autori. I diversi libri sono strutturati in definizioni e proposizioni (enunciati
che potremmo anche chiamare teoremi). Delle proposizioni vengono fornite le dimostrazioni.
Euclide basa, nel libro I, il suo lavoro su 23 definizioni, che trattano i concetti di punto, linea e superficie, su 5 postulati e su 5 nozioni comuni, quelle che ora sono dette assiomi. Dei
postulati non viene fornita alcuna dimostrazione
Postulati:
1. Un segmento di linea retta può essere disegnato unendo due punti a caso.
2. Un segmento di linea retta può essere esteso indefinitamente in una linea retta
3. Dato un segmento di linea retta, un cerchio può essere disegnato usando il segmento come raggio ed uno dei
suoi estremi come centro4. Tutti gli angoli retti sono congruenti tra loro
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5. Se due linee sono disegnate in modo da intersecarne una terza in modo che la somma degli angoli interni, da un lato, sia minore di due angoli retti, allora le due linee si
6. intersecheranno tra loro dallo stesso lato se sufficientemente prolungate.
Assiomi:1. Cose uguali ad una stessa cosa sono uguali tra loro2. Aggiungendo (quantità) uguali a (quantità) uguali le
somme sono uguali3. Sottraendo (quantità) uguali da (quantità) uguali i resti
sono uguali4. Cose che coincidono con un'altra sono uguali all'altra
5. L'intero è maggiore della parte
Brunetti
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- La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può
intendere se prima non si impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli
è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i
quali mezzi è come vagare in un labirinto oscuro -
Padre della scienza moderna, Galileo Galilei è il gigantesco pensatore grazie al quale si diffuse un nuovo modo di fare scienza. Galileo compie
i primi studi di letteratura e logica a Firenze dove si trasferisce con la famiglia nel 1574. Nel
1581 per volere del padre si iscrive alla facoltà di medicina dell'Università di Pisa, ma per questa disciplina non
mostrerà un vero interesse. Quindi tornerà a Firenze. Qui sviluppa una passione per la meccanica cominciando a costruire macchine
sempre più sofisticate, approfondendo la matematica e compiendo osservazioni di fisica. Col passare del tempo formula alcuni teoremi
di geometria e meccanica. Nel 1586 scopre la teoria del peso specifico dei corpi. Nel 1591 il padre Vincenzo muore lasciandolo alla guida
della famiglia; in questo periodo scrive il “ de Motu", dato il suo interesse al
movimento dei corpi. Nel 1589 ottiene la cattedra di matematica allo
Università di Pisa che manterrà fino al 1592. Nel 1593 Galileo viene chiamato a Padova dove la
locale Università gli offre una prestigiosa cattedra di matematica, geometria e astronomia che rimarrà fino al 1620. Intanto nel 1599 conosce Marina Gamba, che gli darà tre figli: Maria Celeste, Arcangela e Vincenzio. E' in questo
periodo che comincia a minare la teoria copernicana del moto planetario, avvalorata dalle
osservazioni effettuate con un nuovo strumento costruito in Olanda: il telescopio che poi migliorerà in futuro.
A Padova con il nuovo strumento Galileo compie una serie di osservazioni della luna nel dicembre 1609, e il 7 gennaio 1610 quando osserva delle "piccole stelle" luminose vicine a Giove.
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Soltanto in seguito, i satelliti avranno i nomi con i quali sono conosciuti oggi: Europa, Io,
Ganimede e Callisto. La scoperta di un centro del moto che non fosse la Terra comincia a minare alla la teoria tolemaica, che sosteneva che la terra fosse al centro del nostro universo. Le
teorie astronomiche di Galileo Galilei vengono ben presto ritenute incompatibili con le verità
rivelate dalla Bibbia. Una prima conseguenza è un'ammonizione formale del cardinale Bellarmino. Galileo dopotutto
non fa altro che confermare la teoria copernicana, teoria già conosciuta da tempo. Nell'aprile del 1630 Galileo, sì intimidito, ma
non a sufficienza per interrompere la sua straordinaria esplorazione scientifica ", termina di scrivere il "Dialogo sui due Massimi Sistemi
del Mondo” nel quale le teorie copernicana e tolemaica vengono messe a confronto, per poi naturalmente dimostrare la superiorità
delle nuove teorie. Concorda anche con il Vaticano alcune modifiche per poter far stampare l'opera, ma decide poi di farla stampare a
Firenze, nel 1632. Arrivata nelle mani di Papa Urbano VIII, questo ne proibisce la distribuzione e fa istituire dalla Inquisizione un processo
contro Galileo. Lo scienziato, ormai anziano e malato, viene chiamato a Roma e processato nel 1633, quando viene imprigionato
e minacciato di tortura, Galileo viene costretto a disdire pubblicamente e condannato alla prigione a vita. Si dice che
nell'occasione Galileo mormorasse fra i denti "Eppur si muove". La pena venne poi commutata; gli viene
concesso di scontare la pena nella sua villa di Arcetri, vicino a Firenze, carcere ed esilio fino alla morte. Questo colossale
scienziato e pensatore a cui si devono i mattoni fondamentali del progresso scientifico così come lo conosciamo oggi. Morì a Firenze l’
8 gennaio 1642, circondato da pochi allievi e nella quasi totale cecità. A Galilei si deve la legge del pendolo “Il tempo delle oscillazioni è costantemente uguale, qualunque sia la loro
ampiezza”, chi si reca nella Cattedrale di Pisa può ancora oggi ammirare, sospesa alla volta altissima del tempio, la lampada che
con le sue oscillazioni ispirò al giovane Galilei. Galileo Galilei è sepolto a Firenze, in Santa Croce, nel mausoleo dei sommi italiani. Ben 350 anni dopo la sua morte nel 1922, la Chiesa ha riconosciuto
formalmente la grandezza di Galileo Galilei, "riabilitandolo" e assolvendolo dall'accusa di eresia.
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Ronchi
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1642 – Isaac Newton nasce a Wollsthorpe (Lincolnshire, Inghilterra) il giorno di Natale, il 25 dicembre del 1642. Fu astronomo, fisico e
matematico, con le sue rilevanti scoperte nel campo della fisica non poté non influenzare la stessa filosofia, in particolare Newton fu
l'ordinatore di tutta una serie di concetti relativi alla dinamica dei corpi che trovarono la loro suprema sintesi nella teoria della gravitazione universale, legge che sarà alla base di tutta la
cosmologia successiva e verrà messa in discussione e perfezionata soltanto dalla teoria della relatività di Einstein.
1661 – Newton diciannovenne, inizia gli studi universitari a Cambridge. E sulla sua strada oltre all'innato talento, ha un'altra
fortuna: quello di incontrare e avere per maestro Isacco Barrow, che ben presto comprendendo il valore di questo suo allievo, si accorse
di avere davanti un potenziale genio quando sottoponendogli difficili problemi e alcuni anche insoluti, il ragazzo li risolse
rapidamente con eleganza e quasi con noncuranza.
1664/1665 - Newton elabora le teorie matematiche e fisiche della gravitazione. Su un foglietto sgualcito fa appena vedere i suoi appunti al suo professore, che impallidisce (e ha solo 22 anni).
1665 - Con un altro manoscritto che fa nuovamente vedere al suo sconcertato professore, Newton rivela la conoscenza di analisi
matematica e della gravitazione già nella forma in cui si ritroveranno nei "Principia".
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1666 - Compie alcune indagini sulla Luce, e trova una geniale soluzione, scomponendola mediante una serie di prismi ottici.
Compie il memorabile esperimento rivelandoci tutta la complessa gamma dei colori dell'iride.
1669 - Barrow davanti a simile competenza sulla materia che lui insegna, decide di ritirarsi dalla cattedra di matematica per lasciarla al suo più che valente allievo, mentre lui passa a quella di teologia
e filosofia. Newton che non ha ancora 27 anni ottiene così a Cambridge la cattedra di matematica.
1672 - Pubblica la "Nuova teoria della luce e del colore". Questi studi lo portarono a occuparsi dei problemi delle lenti,
permettendogli di costruire il primo telescopio riflettore. E fu proprio per questo singolare oggetto che la Royal Society, la massima
accademia scientifica inglese lo accolse tra i suoi membri, e non per le sue altre importanti teorie.
1684 - Pubblica l'opera intitolata " Del moto". Pochi vi badarono, meno un paio di suoi estimatori che erano dentro proprio nella
Royal Society.
1686 - Newton in quel 1684, aveva conosciuto alla Royal Society ROBERT HOOKE, un fisico matematico, naturalista.
1686 - Newton con l'aiuto di Halley, pubblica così i "Principia". Vi sono raccolte le teorie matematiche sulla derivazione e
sull'integrale; le prime tre leggi della dinamica (la prima di Leonardo, la seconda di Galileo e la terza dello stesso Newton): vi sono poi i calcoli delle orbite e delle velocità dei pianeti effettuati
utilizzando le leggi di attrazione universale; studi di curve matematiche particolari (le coniche), leggi di movimento dei corpi in mezzi resistenti (fluidi), determinazione della velocità del suono
in diversi materiali.
1693 - E' colpito da un grave esaurimento nervoso con segni di pazzia dal quale però si riprende.
1704 - Pubblica "L'Ottica". Un'altra opera straordinaria: Newton formulò l'ipotesi, che preveniva la moderna teoria dei "quanti", che
la luce fosse composta da corpuscoli e cercò di interpretare in questo modo quasi tutti i fenomeni conosciuti. Singolare è che le
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varie esperienze negative dei successivi scienziati, misero in crisi questa teoria della "luce in corpuscoli" di Newton.
Per lungo tempo fu respinta dai fisici, anche dopo gli approfonditi studi di Einstein, ma poi nel 1921 con l'interpretazione dell'effetto
fotoelettrico ci vinse il premio Nobel per la fisica.
1707 - Pubblica l'"Aritmetica universale".
1712 - Pubblica la " Teoria delle curve di terzo ordine".
1727 - Newton muore a Londra il 20 marzo. Riposa nell'Abbazia di Westminster.
Dispersione di un raggio di luce in un prisma.
Le 5 leggi di Newton
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1. La legge di gravitazione universale
La leggenda vuole che l'idea della legge di gravità sia venuta a Newton osservando la caduta di una mela da un albero (altre versioni danno la mela caduta direttamente sulla sua testa),
Newton si sarebbe chiesto cosa sarebbe successo se la mela fosse caduta da un'altezza pari alla distanza tra la luna e la terra. Si accorse dunque che la mela e la luna, questi due oggetti così
diversi tra loro, potevano ugualmente essere soggetti alla stessa legge fisica. In realtà la formulazione della legge di gravità è
l'ultimo atto di un lungo percorso scientifico che aveva portato numerosi fisici prima di Newton ad analizzare solo parzialmente le leggi della dinamica dei corpi a seguito delle scoperte di Galileo.
Newton scoprì che le masse dei corpi celesti si attraggono proporzionalmente al prodotto delle masse e in ragione inversa del
quadrato delle distanze, tale attrazione prese il nome di gravità. Questa legge, semplice in sé, comportava una rivoluzione epocale nella meccanica dei corpi, la gravità era valida universalmente in
tutti i luoghi dell'universo e implicava una reciproca relazione e una reciproca influenza di tutti i corpi presenti nel cosmo. La gravità è quella forza per cui un corpo sulla terra si tiene ancorato al suolo. Più una massa è grande, maggiore sarà la sua forza di attrazione
gravitazionale, e nulla che abbia una massa inferiore potrà liberarsi dall'attrazione gravitazionale della massa più grande, se non con
grande sforzo (si pensi alle enormi quantità di energia indispensabili per staccare dal suolo i razzi e farli sfuggire all'attrazione
gravitazionale terrestre).
Alla luce della nuova teoria, lo stesso moto ellittico degli astri di Keplero venne messo in discussione, in quanto l'ellissi che
descriveva la Terra attorno al Sole non poteva essere perfetta come
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sostenevano gli studi di Keplero, ma avrebbe dovuto presentare delle perturbazioni conseguenti all'influenza della massa degli altri
pianeti.
L'universo descritto da Newton possedeva la qualità di essere uniforme in senso assoluto. Ciò significa che ogni regione spazio-temporale dell'universo sottostava non solo alle medesime leggi
fisiche, ma presentava anche una uniformità delle condizioni temporali e geometriche dello spazio e del tempo che verranno poi messe in discussione dalla teoria della relatività. La fisica classica di Newton comportava pur sempre la presenza necessaria dell'etere,
la presenza di una materia leggera e quasi volatile che doveva comunque occupare tutti gli spazi del cosmo per rendere possibile la trasmissione fisico-meccanica delle cause e degli effetti di tutti i fenomeni (per la vicenda della confutazione dell'etere si veda la
relatività di Einstein.
2. Massa e Peso
La definizione della legge di gravità implica la distinzione tra massa e peso di un corpo: la massa di un corpo consiste nella quantità di materia presente nel corpo stesso, quantità in base alla quale si forma la forza di gravità; Il peso di un corpo è invece il risultato della forza di gravità applicata sul corpo. Più ci si allontana dalla
Terra, che è l'agglomerato di materia più grande "nelle immediate vicinanze" dell'uomo, più la forza di gravità esercitata dal pianeta
sui corpi decresce, ecco perché gli astronauti godono dell'invidiabile dono della perdita di peso e lievitano nello spazio. La massa è
quindi quell'agglomerato di materia che rende possibile alla gravità di esercitare una certa forza di attrazione, e il peso non è altro che l'effetto di questa forza (sulla luna i corpi sono più leggeri perché la
sua minore massa attrae a sé i corpi in modo più blando).
Ancora una volta, come si è già visto per Galileo, il nuovo metodo scientifico non permette solo di arrivare a conclusioni che esulano
dal senso comune, ma permette anche di prevedere in modo straordinario il comportamento dei corpi in regioni dello spazio
ancora inesplorate (gli astronauti subiscono necessariamente gli effetti di quella legge di gravità che fu scoperta tre secoli prima
delle loro esperienze in assenza di peso).
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3. Gli studi sull'ottica
Prima di formulare la teoria della gravità Newton si occupò di ottica e in particolare della rifrazione della luce in un prisma: scoprì che
nel colore della luce solare sono presenti tutti i colori e che il colori stessi si separano dalla luce del sole per il diverso angolo di
rifrazione che subiscono attraverso il prisma. Ad esempio, I colori che si formano nell'arcobaleno (a funzionare da prisma rifrattore
sono in questo caso le goccioline di umidità sospese nell'aria) sono riconducibili allo spettro dei colori, ogni colore può venire così
ridotto a formula matematica in ragione dell'angolo di rifrazione prodotto dal prisma (o dalla gocciolina di umidità).
Le onde luminose hanno una frequenza, ogni frequenza corrisponde a un diverso colore. Questi studi di ottica newtoniana sono alla base dei successivi perfezionamenti apportati da Wollaston, Fraunhofer, ma soprattutto da Gustav Kirchhoff, inventore della spettroscopia.
Si noti come per Newton la luce assumesse le caratteristiche proprie della materia, unico modo per rendere la luce un fenomeno quantificabile e determinabile entro le leggi della fisica (a tutt'oggi, la luce è un'onda elettromagnetica, soggetta allo stesso campo alla
quale è soggetta la materia, e viene definita come una sostanza corpuscolare, la quale inerisce sia il processo ondulatorio che quello
particellare, si veda la meccanica quantistica.
4. Le quattro regole del metodo newtoniano
Nei Principia Newton formula le quattro regole metodologiche alle quali la scienza moderna si deve attenere per essere considerata
tale:
1. Attenersi alle sole cause necessarie per spiegare un fenomeno, ovvero fare proprio l'assunto del rasoio di Ockham "Entia non sunt
multiplicanda praeter necessitatem", eliminando le spiegazioni complesse a favore di quelle più semplici;
2. A stessi fenomeni medesime cause, ovvero, nel caso si osservi un
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fenomeno identico a un altro, applicare al fenomeno le stesse spiegazioni dell'altro. Questo significa che ogni fenomeno che si ripete identico ad un altro, dovra essere ricondotto a una sola
spiegazione e non a diverse;
3. Le qualità che appartengono a certi corpi possono essere considerate come appartenenti a tutti i corpi in generale: è il
principio della induzione scientifica;
4. I Risultati dell'induzione vanno considerati validi fino ad ulteriore conferma, come a ribadire la natura perfettibile della fisica e della
scienza moderna, un processo cognitivo sottoposto a continua revisione.
5. L'Universo (e Dio) secondo Newton
Come già Galileo, anche Newton cercò di conciliare la parola della Bibbia con le sue scoperte scientifiche, convinto che le sue teorie non potessero contrastare con le verità rivelate dalla religione. Innanzitutto Newton si domandò da dove potesse provenire la velocità iniziale indispensabile al moto dei pianeti e in questo
riconobbe l'opera di Dio. Newton si comportò in sostanza come Aristotele, che volle dare un primo motore all'universo, non poté
sottrarsi a darne una spiegazione metafisica.
L'Universo di Newton non conosceva ancora la relatività di Einstein. La fisica di Newton si definisce classica, in quanto prevede un universo in cui lo spazio e il tempo sono grandezze assolute. Il
tempo scorre uguale ovunque, sempre in avanti (dal passato verso il futuro), niente e nessuno può rallentarlo o modificarne il passo. Lo spazio è infinito e lineare, nulla può incurvarlo (ignaro del fatto che sarà proprio l'effetto gravitazionale, come mostrato da Einstein, ad
avere il potere di incurvare lo spazio e rallentare il tempo).
Newton affermò poi che Dio ha creato il mondo fondandolo su principi e leggi semplici e universali (come la legge di gravità) e che
lo scopo degli uomini è quello di portare alla luce e decodificare questi algoritmi universali. E' propria di Newton e della scienza del suo tempo la convinzione che tutto possa essere spiegato con leggi semplici, valide per ogni grandezza e in ogni contesto, assolute e
non relative.
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Il telescopio riflettore costruito da Newton
Bosi
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John Venn, nato il 4 agosto 1834 a Kingston upon Hull (Inghilterra), è stato un logico britannico, noto soprattutto per aver introdotto i
cosiddetti diagrammi di Venn usati in Teoria degli insiemi.
Cresciuto in una famiglia di stretta osservanza religiosa (il padre e il nonno erano pastori anglicani), Venn frequentò la Highgate School e nel 1853 si iscrisse a Cambridge. Nel 1857 si laureò e nel '59 venne
ordinato pastore; dal 1862 ritornò a Cambridge come lettore di Scienze morali.
Gli interessi scientifici di Venn erano rivolti alla Logica matematica. In quest'ambito pubblicò nel 1866 “The Logic of Chance” (nel quale
definì la probabilità come il limite cui tende la frequenza relativa dell'evento al crescere del numero degli esprimenti) e nel 1881
“Symbolic Logic” dove per la prima volta si incontrano i cosiddetti diagrammi di Venn. Nel 1883 venne ammesso alla Royal Society e nel '97 pubblicò un volume intitolato “The Biographical History of Gonville and Caius College,1849–1897” nel quale raccontava la storia del Collegio di Cambridge. Tra le passioni di Venn vi era la
costruzione di macchinari, in particolare ne costruì uno che simulava il lancio delle palle nel gioco del cricket; questa macchina
venne usata nel '09 in occasione della visita a Cambridge della squadra australiana ed era così ben fatta che riuscì a battere uno
dei campioni australiani.
John Venn è morto a Cambridge il 4 aprile 1923.
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Il disegno di John Venn
La madre di John Venn, Martha Sykes, proveniva da Swanland vicino a Hull e morì mentre era ancora un ragazzo. Suo padre è stato il
Rev Henry Venn che, al momento della nascita di Giovanni, è stato il rettore della parrocchia di Drypool, vicino a Hull. L'Ap Henry Venn,
egli stesso un collega del Queen's, è stato da una famiglia di distinzione. Suo padre, il nonno di Giovanni, è stato il Rev John Venn, che era stato il rettore di Clapham nel sud di Londra. E 'diventato il leader della Setta Clapham, un gruppo di cristiani evangelici, incentrato sulla sua chiesa. Essi con successo una campagna per l'abolizione della schiavitù, auspicata riforma
carceraria e la prevenzione di sport crudele, e ha sostenuto l'opera missionaria all'estero.
Non è stato solo il nonno di Venn, che ha svolto un ruolo di primo piano nel movimento cristiano evangelico, per così ha fatto il suo
padre Henry Venn Ap.
Dopo essere stata assegnata una borsa di studio della matematica nel suo secondo anno di studio, si è laureato come sesta Wrangler
in matematica Tripos del 1857, il che significa che egli è stato classificato al sesto posto di quegli studenti che sono stati assegnati uno di prima classe laurea in matematica. Egli è stato eletto Fellow della Gonville and Caius College poco dopo la laurea, e due anni più tardi è stato ordinato sacerdote. In realtà l'anno dopo la sua laurea,
nel 1858, era stato ordinato diacono a Ely, quindi dopo la sua ordinazione di un sacerdote che aveva servito come prima curato a
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Cheshunt, Hertfordshire, e poi per un anno come un curato a Mortlake, Surrey.
Marri
Seferovic
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Leonhard Euler, noto in Italia come Eulero (Basilea, 15 aprile 1707 – San Pietroburgo, 18 settembre 1783,
è stato un matematico e fisico svizzero.
È considerato il più importante matematico dell'Illuminismo. È noto per essere tra i più prolifici di
tutti i tempi e ha fornito contributi storicamente cruciali in svariate aree: analisi infinitesimale, funzioni
speciali, meccanica razionale, meccanica celeste, teoria dei numeri, teoria dei grafi. Sembra che Pierre
Simon Laplace abbia affermato "Leggete Eulero; egli è il maestro di tutti noi".
Eulero è stato senz'altro il più grande fornitore di "denominazioni matematiche", offrendo il suo nome a una quantità
impressionante di formule, teoremi, metodi, criteri, relazioni, equazioni. In geometria: il la retta e i punti di Eulero relativi ai
triangoli, più la relazione di Eulero, che riguardava il cerchio circoscritto a un triangolo; nella teoria dei numeri: il criterio di
Eulero, l'indicatore di Eulero, l'identità di Eulero, la congettura di Eulero; nella meccanica: gli angoli di Eulero, il carico critico di
Eulero (per instabilità); nell'analisi: la costante di Eulero-Mascheroni; in logica: il diagramma di Eulero-Venn; nella teoria dei
grafi: (di nuovo) la relazione di Eulero; nell'algebra: il metodo di Eulero (relativo alla soluzione delle equazioni di quarto grado); nel calcolo differenziale: il metodo di Eulero (riguardante le equazioni
differenziali).
Sempre a Eulero si legano altri oggetti matematici, attraverso l'aggettivo "euleriano", quali: il ciclo euleriano, il grafo euleriano, la
funzione euleriana di prima specie o funzione beta, e quella di seconda specie o funzione gamma, la catena euleriana di un grafo
senza anse, i numeri euleriani (differenti dai Numeri di Eulero).
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Anche se fu prevalentemente un matematico diede importanti contributi alla fisica e in particolare alla meccanica classica e
celeste. Per esempio sviluppò l'equazione delle travi di Eulero-Bernoulli e le equazioni di Eulero-Lagrange. Inoltre determinò le
orbite di molte comete.
Eulero tenne contatti con numerosi matematici del suo tempo; in particolare tenne una lunga corrispondenza con Christian Goldbach
confrontando con lui alcuni dei propri risultati. Egli inoltre seppe coordinare il lavoro di altri matematici che gli furono vicini: i figli
Johann Albrecht Euler e Christoph Euler, i membri dell'Accademia di San Pietroburgo W. L. Krafft e Anders Johan Lexel l e il suo segretario
Nicolaus Fuss (che era anche il marito di sua nipote); a tutti i collaboratori riconobbe i meriti.
Complessivamente esistono 886 pubblicazioni di Eulero. Buona parte della simbologia matematica tuttora in uso venne introdotta da Eulero, per esempio i per i numeri immaginari, Σ come simbolo
per la sommatoria, f(x) per indicare una funzione. Diffuse l'uso della lettera π per indicare pi greco.
INFANZIA
Eulero nacque a Basilea figlio di Paul Euler, un pastore protestante, e di Marguerite Brucker. Ebbe due sorelle, Anna Maria e Maria
Magdalena. Poco dopo la nascita di Leonhard, la famiglia si trasferì a Riehen, dove Eulero passò la maggior parte dell'infanzia. Paul
Euler era amico della famiglia Bernoulli, e di Johann Bernoulli, uno dei più famosi matematici d'Europa, che ebbe molta influenza su
Leonhard. Eulero entrò all'università di Basilea tredicenne e si laureò in filosofia. A quel tempo riceveva anche lezioni di
matematica da Johann Bernoulli, che aveva scoperto il suo enorme talento.
Il padre di Eulero lo voleva teologo e gli fece studiare il greco e l'ebraico, ma Bernoulli lo convinse che il destino del figlio era la matematica. Così, nel 1726 Eulero completò il dottorato sulla propagazione del suono e, nel 1727, partecipò al Grand Prix
dell'Accademia francese delle scienze. Il problema di quell'anno riguardava il miglior modo di disporre gli alberi su di una nave.
Arrivò secondo subito dopo Pierre Bouguer ora riconosciuto come il
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padre dell'architettura navale. Eulero comunque vinse quel premio ben dodici volte nella sua vita.
San Pietroburgo
In quegli anni i due figli di Johann Bernoulli, Daniel e Nicolas, lavoravano all'Accademia Imperiale delle scienze di San
Pietroburgo. Nel 1726, Nicolas morì e Daniel prese la cattedra di matematica e fisica del fratello, lasciando vacante la sua cattedra in
medicina. Per questa fece quindi il nome di Eulero, che accettò. Trovò lavoro anche come medico nella marina Russa.
Eulero arrivò nella capitale russa nel 1727. Poco tempo dopo passò dal dipartimento di medicina a quello di matematica. In quegli anni alloggiò con Daniel Bernoulli con cui avviò un'intensa collaborazione
matematica. Grazie alla sua incredibile memoria Eulero imparò facilmente il russo. L'Accademia più che un luogo d'insegnamento
era un luogo di ricerca. Pietro il Grande infatti aveva creato l'Accademia per richiudere il divario scientifico tra la Russia e
l'Occidente.
Francobollo emesso in Unione Sovietica nel 1957 per commemorare il 250º anniversario della nascita di Eulero.
Deterioramento della vista
Ritratto di Eulero di Emanuel Handmann, dove si nota la cecità cecità all’occhio destro.
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La vista di Eulero peggiorò molto durante la sua carriera. Dopo aver sofferto di una febbre cerebrale, nel 1735 diventò quasi cieco
all’occhio destro. Tra le cause di questa cecità, Eulero annoverò il lavoro scrupoloso di cartografia che effettuò per l’Accademia di San Pietroburgo. La vista di Eulero da quell’occhio peggiorò così tanto
durante il suo soggiorno in Germania che Federico II lo soprannominò “il mio Ciclope”. Successivamente Eulero soffrì di
cataratta all’occhio sinistro, e questo lo rese quasi completamente cieco. Nondimeno, il suo stato ebbe scarso effetto sul suo
rendimento: compensò la vista con le sue abilità mentali di calcolo e memoria fotografica. Per esempio, Eulero poteva ripetere l’Eneide
di Virgilio dall’inizio alla fine senza esitazione e dire la prima e l’ultima riga di ogni pagina dell’edizione in cui l’aveva imparata.
Dopo la perdita della vista, Eulero fu aiutato da Nicolaus Fuss, che gli fece da segretario.
Ritorno in Russia
In Russia la situazione politica si stabilizzò e Caterina la Grande, salita al potere e nel 1766, lo invitò a San Pietroburgo. Egli accettò
e ritornò in Russia dove restò fino alla sua morte. Il suo soggiorno fu inizialmente funestato da un evento tragico: nel 1771, mentre
Tomba di
Eulero
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lavorava nel suo studio per San Pietroburgo si propagò un incendio. Eulero, praticamente cieco, non se ne accorse fino a quando il suo
ufficio non fu completamente avvolto dalle fiamme. Fu portato fortunosamente in salvo insieme a gran parte della sua biblioteca,
ma tutti i suoi appunti andarono in fumo.
Nel 1773 perse la moglie Katharina, dopo quarant’anni di matrimonio. Si risposò tre anni dopo. Il 18 settembre 1783, in una
giornata come le altre, in cui discusse del nuovo pianeta Urano appena scoperto, scherzò col nipote e gli fece lezione, fu colto
improvvisamente da un’emorragia cerebrale e morì poche ore dopo. Aveva 76 anni. Il suo elogio funebre fu scritto da Nicolaus Fuss e dal
filosofo e matematico Marquis de Condorcet, che commentò sinteticamente.
Aurucci
Guerrini
Francese, noto per i suoi studi sulla temperatura: da lui prende il nome la scala Réaumur di temperatura.
Venne educato agli studi filosofici nel collegio gesuita di Poitiers, e nel 1699 si trasferì a Bourges per seguire lo studio di legge,
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matematica e fisica, dietro la tutela di uno zio canonico a La Sainte-Chapelle.
Nel 1703 si trasferì a Parigi dove continuò gli studi matematici di fisica e nel 1708 all'età di 24 anni divenne membro dell'Académie des Sciences. Da allora per almeno cinquant'anni non trascorse anno nel quale le Mémoires de l'Académie non contenessero un
saggio di Réaumur.meurmembro di un importante progetto scientifico nazionale,
ovvero la classificazione di tutte le arti e le manifatture, che portò alla scoperta di nuove attività produttive e alla riqualificazione di
quelle ormai cadute in disuso. Per le sue scoperte nel campo della produzione metallurgica di ferro ed acciaio venne insignito di una
pensione di 12.000 livree, ma lo studioso, pago del proprio stipendio personale, donò la rendita all'Académie des Sciences, per
incentivare e promuovere nuovi esperimenti.Nel 1731 le sue attenzioni scientifiche si focalizzarono
sulla meteorologia inventando così la scala per la misurazione delle temperature che porta il suo nome, ovvero la scala Réaumur.
Nel 1735 per motivi familiari accettò il posto di comandante ed intendente dell'ordine militare di San Luigi, ottemperando i suoi
doveri senza accettare alcun ritorno economico.
Bartolini
Verlicchi
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Per "temperatura termodinamica" si intende la differenza fra la temperatura indicata (quella del punto triplo dell'acqua: 0,01 °C) e quella dello zero assoluto (-273,15 °C). Lo zero della scala kelvin è
infatti lo zero assoluto.Con questa definizione il kelvin è stato adottato nel 1954 dalla 10ª Conférence générale des poids et
mesures come unità di temperatura del Sistema internazionale (SI).Prende il nome dal fisico e ingegnere irlandese William
Thomson, nominato barone con il nome di Lord Kelvin. Egli propose per primo questa definizione nel 1868, partendo dalla
considerazione termodinamica che esiste una temperatura minima assoluta, lo zero assoluto. Per praticità è stata però mantenuta
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invariata, rispetto alla preesistente scala Celsius, la dimensione di una unità (Δ 1 K ≡ Δ 1 °C): in questo modo le differenze di
temperatura nelle scale Celsius e kelvin sono numericamente uguali.
Mentre la scala Celsius è pratica dal punto di vista umano, in quanto si basa sulla temperatura di congelamento e di ebollizione
dell'acqua (che sono temperature di cui si ha quotidianamente esperienza diretta), quella kelvin è più rigorosa (prende atto
esplicitamente della presenza di un minimo assoluto di temperatura) e si presta a essere usata come unità di misura facilmente riproducibile. Infatti la temperatura del punto triplo
dell'acqua è una quantità auto-consistente, che non richiede altre definizioni, mentre la temperatura di fusione e di ebollizione
richiedono di specificare le condizioni normali (specialmente di pressione) a cui il processo di fusione o ebollizione avviene.
La scala kelvin, avendo per zero lo zero assoluto è a volte detta scala assoluta. La scala di temperatura Celsius e il grado Celsius
sono comunque accettati, ma come unità derivata, e sono definiti rispetto al kelvin.
Formule per convertire le temperature da/a kelvin
Conversione da
a Formula
Kelvin grado Celsius
T(°C) = T(K) - 273,15
grado Celsius kelvin T(K) = T(°C) + 273,15
Kelvin grado Fahrenheit
T(°F) = (T(K) × 1,8) - 459,67
grado Fahrenheit
kelvin T(K) = (T(°F) + 459,67) / 1,8
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Nella tredicesima Conferenza generale dei pesi e delle misure si è deciso di abbandonare il termine "grado" per riferirsi alla scala
kelvin e corrispondentemente il simbolo °, che invece rimane per le scale Fahrenheit (°F) e Celsius (°C).
Altre scale di temperatura sono: newton (circa 1700), rømer (1701), Fahrenheit (1724), réaumur (1732), delisle o de Lisle (1738), Celsius
(1742), Rankine (1859) e Leyden (circa 1894?).In Italia la scala termodinamica delle temperature è attuata mediante i campioni dell'ex Istituto di metrologia Gustavo
Colonnetti del CNR, a Torino, facente ora parte del nuovo Istituto nazionale di ricerca metrologica (INRiM).
A differenza della maggior parte delle conversioni tra diverse unità di misura delle grandezze fisiche, per le quali è sufficiente
moltiplicare o dividere per un certo fattore, le conversioni tra diverse scale di temperature possono coinvolgere un termine che va sommato o sottratto oltre a un fattore moltiplicativo; questo
deriva dal fatto che le diverse scale di temperature definiscono uno "zero" differente. Inoltre il sistema di misurazione kelvin fa riferimento a un particolare "zero", che è lo zero assoluto, e
corrisponde alla più bassa temperatura che teoricamente si possa ottenere in qualsiasi sistema macroscopico. Questo fa sì che la
temperatura misurata in "kelvin" sia detta temperatura assoluta, e sempre per lo stesso motivo non si antepone al simbolo del kelvin (K) il simbolo di grado (°), che invece viene anteposto ai simboli
scale Celsius (°C) e Fahrenheit (°F).Seppure la scala Celsius e la scala kelvin abbiano dei riferimenti
differenti, i valori degli intervalli di temperatura (cioè le differenze di temperatura) misurati con le due scale coincidono. Questo vuol dire che, mentre una temperatura T di 25 °C corrisponde a 298 K, una
differenza di temperatura ΔT di 25 °C corrisponde esattamente a 25 K.
Esempi[modifica | modifica sorgente]
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Il punto di fusione dell'acqua corrisponde a una temperatura di 0 °C. Per convertire questo valore in kelvin, bisogna sommare a
questo valore273,15, per cui:
0 °C = (0+273,15) K = 273,15 KLa differenza di temperatura di 0 °C corrisponde invece a una
trasformazione isoterma (cioè a temperatura costante), e in kelvin corrisponde a una differenza di temperatura di 0 K.
Per convertire in gradi Celsius una temperatura espressa in kelvin bisogna invece sottrarre il valore di 273,15. Per esempio, una temperatura di 6000 K corrisponde approssimativamente a:
6000 K = (6000-273,15) °C = 5726,85 °CSi nota quindi che il valore della temperatura espressa in kelvin è sempre maggiore del valore della stessa temperatura espressa in
gradi Celsius.In analogia all'esempio precedente, la temperatura di 6000 °C è
pari a 6273,15 K.Da questi esempi risulta chiaro che bisogna prestare particolare attenzione durante la conversione al fatto che
la quantità che vogliamo convertire sia una temperatura (per esempio la temperatura corporea a un dato istante o la
temperatura di un determinato punto di una stanza in un determinato momento) oppure una differenza di temperatura (per esempio l'escursione termica in un determinato luogo tra giorno e notte o la differenza di temperatura tra due pareti opposte di una
stanza).Dato che il valore unitario di kelvin e gradi Celsius è il medesimo, occorre anche tener presente il numero di cifre significative di ciò che si intende convertire. Infatti se si dichiara, ad esempio, che la temperatura superficiale della stella Saiph è di circa 26000 K, solo le prime due cifre sono significative ed è quindi corretto affermare
che tale temperatura è pari a 26000 °C.
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Guzzon