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Vie di accesso all’aorta pararenale e sottodiaframmatica Ann. Ital. Chir., LXXV, 2, 2004 151 Ann. Ital. Chir., LXXV, 2, 2004 L. GABRIELLI, M. MARTELLI, A. BAUDO, S. BELLETTI. Istituto e Prima Scuola di Specializzazione in Chirurgia Vascolare Università degli Studi di Milano Abstract THE APPROACH TO THE INFRADIAPHRAGMATIC AND ADRENAL AORTA The progressive selection of the patient re s e rved to open surgery is determined by the preference of the endovascular option on the treatment of abdominal aortic aneurysm. This fact proba - bly will cause a reduction of the number of cases singurarly approachable by the infrarenal way while will prevail the need of control and clamping of the infradiaphragmatic and adre - nal aorta. The approach to the infradiaphragmatic and adre - nal aorta introduces technical and physiopathologic problems related to the hold interconnection between the vessel and the surrounding structures, particularly those visceral. The choice of the approach is determined by the surgical gesture that is had to perform. The simple supraceliac aortic clamping or the wrap - ping of bypass on the visceral arteries can be made by an ante - rior approach, supramesocolic transperitoneal, while the correc - tion of an juxtarenal or adrenal aneurysm can be performed by a submesocolic approach. The extraperitoneal approach offers a complete vision of this part of aorta, without the pancreas or left renal vein’s interposition, but it allows a bad control of the iliac and right renal arteries. The surgeon has to have fami - liarity with both the approaches, to be able to perform his own i n t e rvention in the simplest and effective way. Key words: Abdominal aorta, surgical approach, aortic aneurysm. Il trattamento endovascolare si sta affermando sempre più come metodo di cura degli aneurismi aortici sotto- renali. Uno dei criteri di esclusione da tale trattamento consi- ste nella mancanza di un colletto sottorenale sufficiente- mente lungo per consentire l’aggancio dell’endoprotesi e la sigillatura del lume. Nell’ambito della chirurgia aperta tradizionale degli aneu- rismi tale colletto rappresenta il punto prossimale di clam- paggio aortico, agevolmente raggiunto nella maggior par- te dei casi con i classici approcci transperitoneali sotto- mesocolici od extraperitoneali; è pre vedibile che la pro- gressiva selezione dei pazienti destinati ad una chirurgia a p e rta, operata conseguentemente alla preferenza per i trat- tamenti endovascolari, comporterà una diminuzione dei casi con possibilità di approccio unicamente sottorenale, mentre vedrà pre valere la necessità di controllo e clam- paggio dell’ a o rta sottodiaframmatica o pararenale (1). Tale evenienza comprende quindi gli aneurismi juxtare- nali (assenza di colletto), pararenali (uno o entrambe le arterie renali comprese nella parete aneurismatica) e tora- coaddominali di quarto tipo ma anche alcune situazioni di clampaggio alto in emergenza, di trombosi aortica iux- tarenale o di bypass anterogrado sulle arterie viscerali. A questi si deve oggi aggiungere l’eventualità di un con- versione tardiva di endoprotesi aortica malfunzionante. L’accesso all’aorta sottodiaframmatica soprarenale presen- ta peculiarità anatomiche e fisiopatologiche che richie- dono una buona conoscenza anatomica, una sicurezza chirurgica ed una velocità di esecuzione. L’aorta entra in addome attraverso il suo iato diafram- matici a livello del bordo inferiore della XII vertebra toracica (Fig. 1); tale forame è costituito dalla doccia fra Riassunto L’accesso all’aorta sottodiaframmatica e pararenale presenta problemi tecnici e fisiopatologici legati alla stretta inter - connessione fra il vaso e le strutture circostanti, particolar - mente quelle viscerali. La scelta della via di accesso è determinata dal gesto chi - rurgico che si deve eseguire. Il semplice clampaggio soprae - liaco o la confezione di bypass ortogradi sulle arterie visce - rali può essere fatto per via anteriore, transperitoneale sopra - mesocolica, mentre la correzione di un aneurisma iuxtare - nale o pararenale può essere eseguito per via sottomesocoli - ca. La via extraperitoneale offre una visione completa di questo tratto di aorta, senza interposizione di pancreas e vena renale sinistra, ma consente uno scarso controllo del - le arterie iliaca e renale di destra. Il chirurgo deve avere dimestichezza con entrambi gli accessi, per poter eseguire il proprio intervento nel modo più semplice ed efficace. Parole chiave: Aorta addominale, accesso chirurgico, aneurisma aortico.

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Page 1: Vie di accesso all’aorta pararenale e sottodiaframmatica · vena renale sinistra, ma consente uno scarso controllo del- ... l’aorta è affiancata dalla cisterna chili e dal dotto

Vie di accesso all’aorta pararenale e sottodiaframmatica

Ann. Ital. Chir., LXXV, 2, 2004 1 5 1

Ann. Ital. Chir., LXXV, 2, 2004

L. GABRIELLI, M. MARTELLI, A. BAUDO, S. BELLETT I .

Istituto e Prima Scuola di Specializzazione in ChirurgiaV a s c o l a r eUniversità degli Studi di Milano

Abstract

THE APPROACH TO THE INFRADIAPHRAGMATICAND ADRENAL AORTA

The pro g re s s i ve selection of the patient re s e rved to open surgeryis determined by the pre f e rence of the endovascular option onthe treatment of abdominal aortic aneurysm. This fact pro b a -bly will cause a reduction of the number of cases singura rl ya p p roachable by the infra renal way while will pre vail the needof control and clamping of the infra d i a p h ragmatic and adre -nal aorta. The approach to the infra d i a p h ragmatic and adre -nal aorta introduces technical and physiopathologic pro b l e m srelated to the hold interconnection between the vessel and thes u r rounding stru c t u res, part i c u l a rly those visceral. The choice ofthe approach is determined by the surgical gesture that is hadto perf o rm. The simple supraceliac aortic clamping or the wra p -ping of bypass on the visceral arteries can be made by an ante -rior approach, supramesocolic transperitoneal, while the corre c -tion of an juxtarenal or adrenal aneurysm can be perf o rm e dby a submesocolic approach. The extraperitoneal approach offersa complete vision of this part of aorta, without the pancre a sor left renal ve i n’s interposition, but it allows a bad control ofthe iliac and right renal arteries. The surgeon has to have fami -liarity with both the approaches, to be able to perf o rm his ow ni n t e rvention in the simplest and effective way. Key words: Abdominal aorta, surgical approach, aorticaneurysm.

Il trattamento endovascolare si sta affermando semprepiù come metodo di cura degli aneurismi aortici sotto-renali.Uno dei criteri di esclusione da tale trattamento consi-ste nella mancanza di un colletto sottorenale sufficiente-mente lungo per consentire l’aggancio dell’endoprotesi ela sigillatura del lume.Ne l l’ambito della chirurgia aperta tradizionale degli aneu-rismi tale colletto rappresenta il punto prossimale di clam-paggio aortico, agevolmente raggiunto nella maggior par-te dei casi con i classici approcci transperitoneali sotto-mesocolici od extraperitoneali; è pre vedibile che la pro-g re s s i va selezione dei pazienti destinati ad una chiru r g i aa p e rta, operata conseguentemente alla pre f e renza per i trat-tamenti endovascolari, comporterà una diminuzione deicasi con possibilità di approccio unicamente sottore n a l e ,m e n t re vedrà pre va l e re la necessità di controllo e clam-paggio dell’ a o rta sottodiaframmatica o pararenale (1).Tale evenienza comprende quindi gli aneurismi juxtare-nali (assenza di colletto), pararenali (uno o entrambe learterie renali comprese nella parete aneurismatica) e tora-coaddominali di quarto tipo ma anche alcune situazionidi clampaggio alto in emergenza, di trombosi aortica iux-tarenale o di bypass anterogrado sulle arterie viscerali. Aquesti si deve oggi aggiungere l’eventualità di un con-versione tardiva di endoprotesi aortica malfunzionante.L’accesso all’aorta sottodiaframmatica soprarenale presen-ta peculiarità anatomiche e fisiopatologiche che richie-dono una buona conoscenza anatomica, una sicurezzachirurgica ed una velocità di esecuzione.L’aorta entra in addome attraverso il suo iato diafram-matici a livello del bordo inferiore della XII vertebratoracica (Fig. 1); tale forame è costituito dalla doccia fra

Riassunto

L’accesso all’aorta sottodiaframmatica e pararenale presentaproblemi tecnici e fisiopatologici legati alla stretta inter -connessione fra il vaso e le strutture circostanti, particolar -mente quelle viscerali.La scelta della via di accesso è determinata dal gesto chi -rurgico che si deve eseguire. Il semplice clampaggio soprae -liaco o la confezione di bypass ortogradi sulle arterie visce -rali può essere fatto per via anteriore, transperitoneale sopra -mesocolica, mentre la correzione di un aneurisma iuxtare -nale o pararenale può essere eseguito per via sottomesocoli -ca. La via extraperitoneale offre una visione completa diquesto tratto di aorta, senza interposizione di pancreas evena renale sinistra, ma consente uno scarso controllo del -le arterie iliaca e renale di destra. Il chirurgo deve averedimestichezza con entrambi gli accessi, per poter eseguire ilproprio intervento nel modo più semplice ed efficace.Parole chiave: Aorta addominale, accesso chirurgico,aneurisma aortico.

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i pilastri diaframmatici mediali che lateralmente all’aor-ta hanno una consistenza tendinea nella loro inserzioneai primi corpi vertebrali lombari mentre anteriormente,congiungendosi, hanno una consistenza più fibrosa (lega-mento arcuato mediano); posteriormente l’aorta appog-gia sui corpi vertebrali. A destra, postero-lateralmente,l’aorta è affiancata dalla cisterna chili e dal dotto tora-cico che passa per il suo stesso forame mentre anterior-mente è coperta dal plesso simpatico e dai gangli celia-ci, oltre che dai linfatici.Questa zona è generalmente indenne da gravi processiaterosclerotici e rappresenta un buon punto di clampag-gio e di inserzione di anastomosi protesiche per bypassanterogradi sulle arterie viscerali.Subito a valle del legamento arcuato dell’aorta emergo-no le arterie freniche inferiori e quindi il tripode celia-co; distalmente l’aorta e l’arteria mesenterica superioresono coperte dal pancreas al cui bordo inferiore si reper-tano le arterie renali che hanno come repere osseo ilmargine superiore della seconda vertebra lombare.Le arterie renali presentano una discreta variabilità: rara-mente emergono esattamente alla stessa altezza, con pre-valenza dell’emergenza più alta della sinistra; solo nel70% degli individui sono singole mentre nella rimanen-te popolazione se ne possono reperire due o tre per lato.Nel suo decorso, postero-lateralmente, l’aorta emette learterie lombari mentre posteriormente decorrono le venelombari di sinistra.Nello spazio di pochi centimetri quindi si colloca l’aor-ta addominale soprarenale con i suoi rami contraendorapporti anatomici con vena cava, fegato, esofago, pan-creas, duodeno, strutture nervose e linfatiche che ren-dono limitata la possibilità di esposizione della faccia

anteriore; questo induce molti autori a privilegiare unaesposizione della faccia sinistra dell’aorta, che è copertasolo dal pilastro diaframmatico mediale sinistro, ma chepreclude un buon controllo della arteria renale destra.La strategia di aggressione di tale segmento aortico dovràquindi essere diversificata in funzione del gesto chirur-gico che si deve eseguire: un semplice clampaggio sopra-celiaco, un bypass ortogrado ai rami viscerali o un con-trollo immediatamente soprarenale possono essere effet-tuati per via anteriore mentre gesti più complessi richie-dono un approccio sinistro.La scelta sul punto di aggressione e di clampaggio deveinoltre tener conto di considerazioni fisiopatologiche, spe-cialmente per quel che riguarda i tempi di tolleranzadell’ischemia: il clampaggio sopraceliaco è consentito per20 minuti, quello soprarenale per 40 minuti e quellosottorenale per oltre tre ore. Le vie di accesso possono essere transperitoneali o extra-peritonelai; il dibattito sui vantaggi dell’una sull’altra nonha portato a prove convincenti per cui molti chirurghipreferiscono la via transperitoneale solo per consolidataconsuetudine; in effetti però i primi interventi di chi-rurgia restaurativa aortica realizzati agli inizi degli anni’50, da Outdot per obliterazione aortica e da Dubostper aneurisma aortico, sono stati eseguiti con accessoretroperitoneale (2, 3).In seguito sono state preferite le vie d’accesso transperi-toneali, nonostante qualche pubblicazione sottolineasse labassa morbilità degli accessi retroperitoneali (4, 5).Solo agli inizi degli anni ’80 le vie d’accesso retroperi-toneali hanno conosciuto un ritrovato interesse, basatosu impressioni soggettive di minor morbilità. La via retro-peritoneale si correla con una minore variazione dell’emo-dinamica cardiaca (6) e con una minore morbilità posto-peratoria complessiva quando confrontata alla via tran-speritoneale (7, 8). Tuttavia non vi sono differenze sta-tisticamente significative in termini di mortalità tra ledue procedure (7, 8, 9). Attualmente quindi la scelta tra la via transperitoneale equella retroperitoneale è basata principalmente sul tipodi lesioni, sull’esistenza di patologie associate, sulle con-dizioni locali e su preferenze personali.

Vie d’accesso trans-peritoneali

Le due incisioni comunemente utilizzate sono la medianaxifo-ombelicale (o pubica) e quella bisottocostale (Fig. 2).

Laparotomia mediana xifombelicale o xifopubica.

Questo tipo di incisione gode della maggior popolarità;può essere eseguito molto velocemente perché non visono vasi importanti che possano essere sezionati e con-sente una ottima esposizione su tutto il campo operato-rio.

L. Gabrielli, M. Martelli, A. Baudo, S. Belletti

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Fig. 1: Lo schema mostra gli stretti rapporti fra aorta addominale sopra-renale e pancreas e vena renale sinistra, che impediscono un accesso ante-riore completo (da Rif. 10, modificato).

LegamentoArcuato

TripodeCeliaco

MesentericaSuperiore

RenaleSinistra

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Il paziente giace sul letto operatorio in decubito supinocon una spezzatura del letto in corrispondenza della pun-ta delle scapole; questa posizione solleva ed allarga l’arca-ta costale.

1 – Aorta sopraceliacaIncisa la linea alba ed aperto il peritoneo parietale si spo-sta il lobo sinistro del fegato verso destra; per liberare illobo ed aumentare lo spazio del campo operatorio sideve talvolta sezionare il legamento triangolare sinistro.Si trae delicatamente lo stomaco verso il basso e a sini-stra, ponendo in tensione il piccolo omento che vieneinciso longitudinalmente, stando distanziati un centime-tro dall’esofago e dalla piccola curvatura dello stomaco.Aperto il peritoneo posteriore della borsa omentale ci sitrova sul pilastro diaframmatico mediale destro che deveessere sezionato nella sua componente tendinea. L’even-tuale separazione anche dei fasci muscolari consente unaagevole preparazione per via smussa dei margini lateralidell’aorta che può essere clampata facendo scivolare lapinza sulle dita che agganciano il vaso. È sconsigliabilecircondare completamente l’aorta per la possibile lesionedi arterie e vene lombari posteriori e per le difficoltà dicontrollo emostatico della zona.Quando si rende necessario esporre più estesamente l’aor-ta sopraceliaca, si deve sezionare il legamento arcuatomediano e tutta la porzione di pilastro diaframmaticodestro sovrastante l’aorta, avendo così accesso alla parteterminale dell’aorta toracica nel mediastino posteriore(10).

2 – Rami visceraliDistalmente la preparazione può essere estesa al troncoceliaco, sezionando il ganglio celiaco ed il denso tessu-to fibroso ad esso connesso, ed alla origine della mesen-terica superiore, che richiede la cauta mobilizzazione ver-so il basso del pancreas e della vena splenica che lo fian-cheggia, isolando verso l’alto l’arteria epatica ed il pri-

mo tratto di splenica. Nel brevissimo tratto di aorta fratronco celiaco e mesenterica superiore si ritrovano altrefibre del ganglio celiaco.Una via alternativa a questa zona può essere l’accessoattraverso il legamento gastro-colico.Sezionando quest’ultimo si accede alla retrocavità degliepiploon; spostando il colon inferiormente e lo stomacoverso l’alto si evidenzia il pancreas: al suo margine supe-riore si reperta l’arteria epatica comune e l’arteria sple-nica che possono essere seguite fino al tronco celiaco.Se si incide il peritoneo posteriore lungo il bordo infe-riore del pancreas si trova l’arteria mesenterica superio-re, che fuoriesce fra il margine inferiore del pancreas edil margine superiore della terza porzione del duodeno.Scollando delicatamente il pancreas verso l’alto s’incon-tra l’arteria pancreatico-duodenale inferiore, che va pre-servata. Si può quindi seguire l’arteria mesenterica supe-riore fino alla sua origine in aorta.Una terza via per accedere all’aorta iuxta mesentericasuperiore, è quella che prevede la mobilizzazione duo-deno-pancreatica che inizia a partire dall’angolo destrodel colon (via di Borelly (11)).Si incide il peritoneo posteriore lungo il margine dellaC duodenale e si scolla il blocco duodeno-pancreaticoche viene spinto molto verso sinistra secondo la mano-vra di Kocher. Si viene così ad aprire un angolo che sulpiano posteriore presenta la vena cava con le vene rena-li e l’aorta e sul piano sagittale mostra l’asse venosomesenterico-portale che ha seguito il pancreas nellamanovra di Kocher. Proseguendo la dissezione dell’aortaverso l’alto si può giungere al tronco celiaco.

3 – Aorta soprarenaleA – la classica via sottomesocolica consente nella maggiorparte dei casi un accesso abbastanza agevole all’aortasoprarenale, nel breve tratto immediatamente a valle del-la mesenterica superiore (Fig. 3). L’apertura del perito-neo posteriore deve giungere fino al Treitz in modo daconsentire un certo spostamento verso il basso e a destradell’angolo duodenodigiunale; spesso si rende necessariala legatura e sezione della vena mesenterica inferiore.Il punto focale di questa via sta nella mobilizzazione del-

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Vie di accesso all’aorta pararenale e sottodiaframmatica

Fig. 2: Vie di accesso transperitoneali. “A” segna la linea di incisionexifo-pubica. “B” indica l’incisione bisottocostale estesa verso sinistra.L’asterisco indica il punto ove deve avvenire la spezzatura del letto ope-ratorio.

Fig. 3: Accesso all’aorta soprarenale per via sottomesocolica mediante lapa-rotomia transperitoneale bisottocostale per aneurisma iuxtarenale (assenzadi colletto sottorenale). Si osserva quanto sia breve il segmento di aortainterposto fra la mesenterica superiore e le arterie renali. Nell’immaginea desta il confezionamento dell’innesto con anastomosi iuxtarenale.

A. Renale Destra

A. Renale Sinistra

A. MesentericaSuperiore

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la vena renale sinistra che si adagia sull’aorta iuxtarena-le coprendo le arterie renali; per poterla spostare all’occor-renza verso l’alto o verso il basso si devono legare i col-laterali surrenalici e gonadici e soprattutto ve r i f i c a re l’ e s i-stenza di una lombare confluente posteriormente in essa,la cui lesione comporta massivi sanguinamenti. La ve n arenale sinistra deve quindi essere preparata per tutta la suaestensione, fino alla confluenza cavale, ed essere caricata sufettuccia. In alcuni casi (per esempio, in presenza di aneu-rismi molto voluminosi o infiammatori) può essere con-veniente sez i o n a re fra due legature la vena renale sinistrain prossimità della confluenza cavale, avendo cura di rispet-t a re le collaterali sopracitate per permettere lo sviluppo dic i rcoli collaterali che consentano un re g o l a re deflusso ve n o-so dal rene sinistro. In una revisione della LetteraturaAndersen (12) ha riscontrato un’incidenza di complicanzelegate alla sezione della vena renale sinistra di circa l’ 1 1 %dei casi. La ricostruzione della stessa non sembra essereefficace a pre ve n i re tali complicanze (13). Pa rt i c o l a re cau-tela si deve adottare in caso di varianti anatomiche dellavena renale sinistra o negli sdoppiamenti della cava o nel-la sua posizione a sinistra dell’ a o rt a .La preparazione dell’ a o rta pararenale può provo c a re unfastidioso sanguinamento dalle stru t t u re linfonodali circ o-stanti generalmente ben controllabile con falde emostati-c h e .

B – In alternativa alla via sottomesocolica si può utiliz-zare la rotazione mediale dei visceri.Questa via è stata proposta da Shirkey (14) e successi-vamente riproposta da Stoney (15). A seconda dellanecessità di preparazione dell’aorta ci si può limitare allarotazione del colon e estenderla anche a milza, stomacoe pancreas (1). Il peritoneo parietale viene inciso in posi-zione laterocolica fino alla flessura splenica per prose-guire parzialmente sul legamento gastrocolico nel primocaso o proseguire lungo il legamento freno-lienale(sospensore della milza) e poi sul diaframma fino al lega-mento triangolare del fegato. Si portano così in avantie a destra milza, pancreas, stomaco e colon. Il piano dimobilizzazione può essere sviluppato sia anteriormenteche posteriormente al rene sinistro.Nel primo caso si prepara un campo il cui piano fron-tale è costituito dalle vene del sistema cavale, le arterierenali e l’uretere che rimangono in sede; il piano sagit-tale è invece costituito dalle vene del sistema portale edalle arterie digestive (mesenterica superiore o troncoceliaco). È possibile proseguire l’isolamento del troncoceliaco sino alla sua origine in aorta (16), sezionare ilpilastro diaframmatico mediale sinistro e preparare l’aor-ta fino al suo iato.Questa via è consigliata in caso di aneurismi con por-zione pararenale particolarmente dilatata, pazienti obesi,reinterventi ed aneurismi infiammatori (1); è stata tut-tavia segnalata una incidenza non indifferente di com-plicanze che vanno dalla rottura di milza (25%) alla pan-creatite acuta (2-5%) (17).

L a p a rotomia bisottocostale

Una remora, ormai superata, rispetto a questa incisionec o n s i s t e va nel dubbio sul destino dei muscoli retti sez i o-nati trasversalmente; si è visto che questa incisione nonp rovoca lesioni nervose né paralisi dei retti e che seppureal momento della sezione i capi muscolari tendano a re t r a r-si, non ne esita una part i c o l a re debolezza della parete addo-minale, anzi nel processo cicatriziale i muscoli tendono ariunirsi formando una nuova incisura aponeurotica (18).La possibilità di laparocele sono inferiori rispetto all’ i n c i-sione della linea alba mentre si deve cerc a re di evitare que-sta incisione nei pazienti con processi steno-occlusivi dellasucclavia o nei quali l’ a rteria mammaria sia stata utilizza-ta per la rivascolarizzazione coronarica. La legatura dellea rterie epigastriche in queste circ o s t a n ze potrebbe non esse-re adeguatamente compensata e si potre b b e ro ve r i f i c a relesioni ischemiche muscolari.La posizione del malato è uguale a quella descritta pre c e-dentemente per l’incisione xifo-pubica . L’incisione cutaneaè trasversale, arcuata con convessità verso l’ a rcata costale dacui si distanzia 3-4 cm; si interrompe a livello dei margi-ni laterali dei muscoli retti dell’addome ma in talune cir-c o s t a n ze è richiesta la sezione parziale degli obliqui e delt r a ve r s o. A sinistra l’incisione può essere estesa verso il let-to dell’XI costa. Il tessuto sottocutaneo e la fascia musco-l a re vengono incisi. La faccia posteriore dei muscoli re t t iviene scollata dal piano aponeurotico posteriore ed i musco-li retti vengono sezionati trasversalmente col bisturi elet-trico, legando i vasi epigastrici che decorrono longitudi-nalmente. Il foglietto posteriore della guaina dei retti ed ilperitoneo parietale anteriore vengono quindi sezionati pertutta la larghezza dell’incisione; il legamento falciforme vie-ne sezionato fra due legature. L’esposizione dell’ a o rta vie-ne eseguita allo stesso modo che in caso di laparo t o m i amediana. Ne l l’esperienza degli Autori si è resa necessariain un caso (voluminoso aneurisma della arteria splenica)una controincisione prossimale mediana dall’apofisi ensifor-me ed in un altro caso (grande obeso con aneurisma aor-tico iuxtarenale e bisiliaco) una controincisione distalemediana sotto-ombelicale.

Vie d’accesso re t ro p e ri t o n e a l i

Queste vie sono consigliabili nei pazienti in cui non èrichiesto un controllo estensivo dell’asse iliaco destro ed e l l’ a rteria renale destra. Esse da un lato offrono il va n-taggio di minori deiscenze di ferita ma dall’ a l t ro pre s e n t a-no svantaggi da riferirsi al campo operatorio limitato.L’accesso all’ a o rta per via re t roperitoneale viene agevo l m e n t egarantito dalla via orizzontale di Rob “e s t e s a” (4, 16, 19)( Fig. 4). Il malato è in decubito supino, saldamente lega-to al letto in modo da poterlo ru o t a re. L’emitorace sini-s t ro viene sollevato di 45° con un rotolo parallelo al rachi-de ed un supporto scapolare mentre il bacino rimane quan-to più possibile orizzontale. Il tavolo operatorio viene spez-

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zato a livello del fianco destro in modo di aprire a ve n-taglio quello sinistro.L’incisione cutanea inizia sulla linea mediana, due dita tra-s versali al di sotto dell’ombelico e si dirige verso la puntad e l l’undicesima costa prolungandosi sul suo letto o lungo l’ X Ispazio intercostale sino al margine dei muscoli parave rt e b r a l i .Il tessuto sottocutaneo viene inciso esponendo la faccia

a n t e r i o re delle aponeurosi muscolari. Il foglietto anterioredella guaina del muscolo retto e dell’ a p o n e u rosi del gran-de obliquo vengono incisi nel senso delle fibre di que-s t’ultimo, che vengono divaricate. Il muscolo retto puòvenir inciso parzialmente o completamente, a secondad e l l’esposizione che si desidera a livello dell’asse iliacod e s t ro. Le fibre muscolari dell’obliquo interno e del tra-s verso vengono sez i o n a t e .L’XI costa viene scollata dai muscoli intercostali e dallai n s e rzione del diaframma ed eventualmente resecata fino allimite posteriore dell’incisione. L’XI costa può essere ancherisparmiata e in questo caso la sezione muscolare viene ese-guita lungo il margine superiore di tale costa. La pleura ère p e rtata e mobilizzata verso l’alto; la sua accidentale aper-tura non ha conseguenze rileva n t i .La sezione della fascia trasversalis apre lo spazio re t ro - p e r i-toneale; il suo scollamento avviene sulla ve rticale dell’ u n d i-cesima costa. Lo scollamento peritoneale viene re a l i z z a t op ro g re s s i vamente e con attenzione dal chirurgo; il saccoperitoneale viene ampiamente mobilizzato in alto, in bas-so e medialmente, iniziando dall’esterno e pro g redendo ve r-so l’ a l t o. A livello della guaina dei muscoli retti, ove ilperitoneo si fa più aderente e sottile, lo scollamento devee s s e re effettuato con un tampone o con le forbici. Lo scol-lamento peritoneale viene proseguito verso la linea media-na fino alla fine dell’incisione della fascia mediana e deimuscoli retti. Lo scollamento re t roperitoneale viene ripre-so posteriormente passando davanti allo psoas ed indivi-duando l’asse iliaco di sinistra. A livello della porzione supe-r i o re dell’incisione la dissezione può essere portata nel pia-no re t ro renale o in quello pre - renale. Nel primo caso, ribal-tando completamente il rene verso l’alto e a destra e legan-do la vena lombare che afferisce posteriormente alla ve n arenale sinistra (Fig. 5) si giunge agevolmente all’ a o rta sot-todiafrarnmatica, ove si deve unicamente incidere il pila-

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Vie di accesso all’aorta pararenale e sottodiaframmatica

Fig. 4: Via di accesso retroperitonea-le. Nell’inserto è evidenziato con ilpallino nero il tratto di undicesimacosta che verrà resecata.

Fig. 5: L’asterisco indica la vena lombare che confluisce posteriormentenella vena renale sinistra, prima e dopo la sua sezione (in basso) checonsente una piena mobilizzazione del rene e quindi un agevole accessosoprarenale.

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s t ro diaframmatico mediale sinistro; qualora interessi soloun controllo dell’ a o rta soprarenale si può lasciare il re n es i n i s t ro in situ, liberando pro g re s s i vamente il piano fibro-so che separa la fascia di Ge rota dal peritoneo parietale.Si individua la vena genitale che viene isolata e legatafino al suo sbocco nella vena renale di sinistra. Si pre-para quindi la vena renale di sinistra fino alla confluen-za nella vena cava inferiore. La dissezione della facciaanteriore dell’aorta sottorenale e lo scollamento del meso-colon sinistro vengono limitati verso il basso dall’origi-ne dell’arteria mesenterica inferiore che rappresenta unpunto di ancoraggio, per cui la sua legatura e sezione ènecessaria per ottenere il controllo dell’asse iliaco destro.Esistono incisioni alternative a questa descritta ma sostan-zialmente non comportano grosse variazioni né consen-tono esposizioni migliori (20, 21).

Via Toracoaddominale.

Questa via, decisamente più cruenta rispetto a quelle pre-cedentemente descritte, ha indicazioni limitate rispettoa l l’ o b i e t t i vo chirurgico di contro l l a re l’ a o rta sottodiafram-matica, ottenibile con gli accessi sopra descritti.Si incide la cute dalla linea ascellare media a livello dellaVII-VIII costa sinistra lungo l’ a rcata dorsale fino alla lineamediana dell’addome in vicinanza dell’ombelico, pro l u n-gandola poi verso il basso. Si procede per via re t ro p e r i t o-neale con scollamento del peritoneo parietale postero l a t e-rale. Si mobilizzano a sinistra il sacco peritoneale e gli orga-ni re t roperitoneali con le manov re descritte nella via re t ro-peritoneale estesa, con scollamento del mesogastrio poste-r i o re. Incisa l’ a rcata costale e il diaframma in senso radia-le fino allo iato aortico, si penetra nel cavo pleurico; l’ i n c i-sione circ o n f e renziale del diaframma viene condotta a par-t i re da 3 cm dal margine interno della VII costa ed evi-ta la lesione dei rami principali del nervo frenico e per-mette una ripresa più rapida della funzione diaframmati-ci. Si ottiene un vasto campo sull’ a o rta toracica distale esu quella sottodiaframmatica sopra e sottore n a l e .

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L. Gabrielli, M. Martelli, A. Baudo, S. Belletti

1 5 6 Ann. Ital. Chir., LXXV, 2, 2004

Autore Corrispondente:

Prof. Livio GABRIELLIIstituto di Angiologia e Chirurgia Vascolarec/o Istituti Clinici di PerfezionamentoVia Commenda, 1620122 MILANO