un pò di stile

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    U n po' d i stileNonn e ed it o ri a li d i r if e rimen to

    A cura d iLu ig i V ema s sa

    C o pe rt in a e p r og et to g ra fi coS i lv ano Be l tr amo

    S u p pl em e nt o a ChaosD i re t to r e r e sp o n sa b il e : O r s ol a C a s ag r a nd eR e g. T ri b. d i T o ri no n . 4 72 9 d e l 2 -1 1- 94

    A s S O O A Z lO N E C U IT IJ R AL E D E I P A R Iclo C .S .O . A. GABR IO , V i a R e v el lo , 5 " 1 01 00 T OR INO

    U n p o ' d i s t i l eNorm e editor ia li d i r ifer im e nto

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    PREFAZIONE

    Qu e st o l ib r et to , i n te r ame n te a u to p ro d o tt o ,e s ta to r ea li zz at o d ur an te i l c or so" E di to ri a e le tt ro n ic a" ( Pr og e tt o C r e. D i. To .)

    presso I'A gen zia F orm ativ a M ario E nrico - CSEA

    L a cu ra re da zio na le d ei te sti d es tin ati a lla pu bb lica zio nec os titu is ce u n a f as e im p re sc in d ib ile d el la vo ro e dito ria le ,e im p Jic a c om p e te n ze s pe cif ic he : o ltr e a lle c og n iz io n i lin -g u is ti ch e i nd is pe n sa b il i p e r I 'editing e la c orr ez io ne o rto gra fic a egranunat icale, o cc or re a n ch e c on o sc er e l 'u so a pp ro p ria to di que lsis tema d i scg ni, v aria nti g ra fiche e crite ri d i co mp os izio ne checa ra tte rizza g li a spe tti fo rm ali d i u n te s ta s tam pa to . S i tra tta ,i n s omma , d elle c os id de tte "n or m e o rto ed ito ria li", la c ui a pp li-c a zio n e p il i 0 m e n o p un tu a le e r ig o ro sa d e te rr nin a la q ua lita s tili-s ti ca d i UI1' e d iz io n e , s e c ondo c r it er i d i l o g ic a , c h ia r e zz a , p r e ci si o n ee a cc ur atc zz a d elle s ce lte re da zio na li, q ua le c he s ia il c on te nu tod ei te sti.D i tali n orm c , q ue st 'o pu sc olo ta sc ab ile fo m is ce u n c om p en diominimo c d c ss cn zia le , o v via m e nte s en za p re te se d i c om p le te zz a,rn a co n I'in tc nz io n e d i d ar e a g li in te re ss ati (r ev is or i, c or re tto ri,d e sk to p p u bl is he rs ccc.) le in d icaz ion i fon d am en ta li pe r Iencccs sua pi" frcqu en ti: un v adem ecu m d i "p ro nto so cco rso "redazionalc , du nqu e, che tu ttav ia s i p ro po ne anche com e s tru -rncnto critico p er v a lu ta re l 'a ff id ab ilita d eg li e d ito ri s ec on d o 1 0stile d ei lo ro p ro do tti.

    H ann o c o ll a bo r at o a l l'i mp a gi na zi on e:L u ca A b ba , S ab in o A v an ta ri o, S im o na B a ro n e,M a r c o C a g li er is , C r is ti n a C o st el li , G i an c ar lo D a ll os ta ,

    A n to n io G a rz il lo , S a lv a to r e Gu g li ar a, G i ov a nn i I nf u si no ,F il ip po L au re nt i, M a tt eo O sc ar L om ba rd i, K a ti a L om ba rd i,

    F ed er ic a M i ne tt o, D a ni el e P ep in o , R o be rt o P is ci te ll o,B a rb a ra S a nt i, R i cc a rd o V a lp re d a.

    B uu na le ttu ra .L uig i V er na ss a

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    Tutte le abbreviazioni elencate, e le eventuali altre ottenibiliIII modo analogo, sono indipendenti dal genere (maschilelfemminile) e dal numero (singolare/plurale) del vocabolo abbre-viato; percio vanno adoperate come invariabili, evitando Iadiffusa abitudine (burocratica) di indicare iplurali con il rad-doppiarnento dell'ultima lettera.Per esempio, trad. puo significate, secondo icasi, 'traduttore' 0'traduttrice', rna anche 'traduttori' a 'traduttrici', cosf come p.,vol., cap. eccetera valgono in ogni caso, senza variazioni, perabbreviare i rispettivi vocaboli singolari 0 plurali, Resta tuttaviaaccettabile, essendo d' uso generale 0quasi, la forma can-venzionale aa.vv., oppure AA.vv., per autori vari (rna sarebbesufficiente a . v . 0 A. V, in alternativa alla forma estesa), I

    a cura di a cura di (non si abbrevia; rna spesso,nci repe.rtori bibliografici, i1 nome delcuratori e preceduto sernplicementedall' abbreviazione cur.)a U .a.anon.

    allegatolianno/iancnimoappendice/iarticolo/iarticolo citatoautore/iautori variavanti Cristobibliografiacapitolo/icapoverso/i

    app.art.art. cit.aut. (Aut.)aa.vv. (AA.VV.)/a.v. (A.v.)a.C.bibliogr.cap.cpv.

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    circacitato/icollezione/icollaboratore/icollanacolonna/ecome sopraconfrontacopertinacorsivodirezionedopo Cristoecceteraeditore!edizioneediz ione fuori co rnme rc i oesempio/iet alii (e altri)fascico!o/ifigura!efoglio/ifotografia/efrontespiziofuori testoibidemillustrazione/ilibroliluogo citato (nel)manoscrittonotanota dell' autorenota del euratorenota dell' editorenota del redattorenota del traduttore

    6 - Unpadistile

    ca (ca.)cit.collez.collab.coIl.col.c.s.e fr .cop.cars.di r .d.C.ecc.eded. f.e.es.et al.fase.f ig .f.fotogr.front.f.t.ibid. (sostituibile can I'italiano ivi)ill.lib.loe. cit. (dal latina loco citato)ms.nota/nt. (raro)n.d.a./n.d.a.n.d.c./n. d . C.n.d.e.ln. d.e .n.d.r.fn.d. r.n.d.Un.d.t.

    numero/inuova serieopera citata (nell')opera citataoriginalepagina/eparagrafo/iparteper esempioprefazionepronunciaredattoreliriassuntoriproduzioneriproduzione anastaticaristamparivedutoseguente/isenza datasenza editoresenza luogosezione/itabella!etavola/etipografiatitolotomo/ itradotto (da)traduzione (di)vediverso!ivolume/i

    n .n.s ..op. cit. (dallat. opere citato)op. cit.orig.p.par.parte/pt. (raro)p. es. (oppure e.g., abbreviazionedel latino exempli gratia)prefaz.pm .red.riass.riprod.riprod. anast.r is t ,r i v .sg.s.d.s.e.S.l .sez.tab.tav ,tipogr.tit.t.trad.trad.vediV .vol.

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    In lingua italiana,' il segno grafico dell' accento ha due forme:quella dell'accento grave, inclinato a sinistra C), e quelladell'accento acuto, inclinato a destra O.I due segni servono a distinguere il suono aperto (accento grave)o chiuso (accento acuto) delle vocali accentate; rna poiche Ie duepossibilita esistono solo per Ia e e per la 0, e molto diffusa laconsuetudine di adoperare per Ie altre vocali (zr,i, u) solo il segnodell'accento grave, come segno generico ill accento tonica (senzavalare fonico, cioe senza distinguere il suono della a, sempreaperto, da quello sempre chiuso della i e della u). Secondo taleconvenzione, prescritta come norma dallurn oltre che daparecchie grammatiche, le possibili vocali accentate sana:

    it e e 6 0 UEsiste tuttavia unaltra consuetudine, meno diffusa rna pill logicae coerente, per cui i due tipi di accento mantengono in ogni casoanche il loro significate fonico; quindi sulla ie sulla u, vocali disuono chiuso, I'accento e sempre aeuto: I, u. Le possibili vocaliaccentate sono percio:

    a e e 6 (, uRIEPlLOGO

    delle vocali accentate in lingua italianait e e iO ) 6 (, l i e u )A E E t o o 6 0 u ( O )

    8 - VI! prl di stile

    L'accento e obbligatorio nei seguenti casi: sulla vocale finale di tutte le parole tronche di due 0 pin sillabe; su alcuni monosillabi, per distinguerli da altri omofoni: da (verbo),di (sostantivo), e (verbo), la, U (avverbi), ne (congiunzione), s e(pronome),' sf (avverbio 0 congiunzione), te (sostantivo); sulla vocale finale dei monosillabi con dittongo ascendente(die, pie, piu, pub) 0 con dittongo apparente (cib, gia, gill); sulla vocale finale delle parole composte il cui secondo elemento(la sillaba finale) sia un monosillabo normalmente privo di accento:e ilcaso di tutte Ie parole composte con la congiunzione che(vedi elenco pili avanti), con imonosillabi blu, re, su, tre (es.:rossoblu, vicere, lassu, trentatre ecc.), con a1cune forme verbali(rido, rifa ecc.) 0 con altri monosillabi normalmente non accentati(es.: autogru, lungopo ecc.),Sulla e tonica finale, l'accento e acuto (= suono chiuso) nellamaggior parte delle parole italiane:affinche, alcunche, allorche, altro che, ancorche, anriche,autodafe, benche, carre, cliche, consomme, cosicche, coupe,dopodiche, finche, frappe, fuorche, giacche, granche, habitue,henne, lame, merce, ne, nonche, nonsoche, nontiscordardimeose, pate, pave, perche, pOiche , pote, pressoche, purche, rose:scimpanze, se, separe, sicche, teste, treniatre, vicere, ye-ye ece.La e tonica [male can aecento grave (suono aperto, come in e, cioeecc.) e meno frequente, rna tipica di vade parole d'origine straniera:ahime, bebe, bide, bigne, caffe, canape, carcade, doe, coccode,corve, (gl! dei), die, e, gile, karate, koine, lacche, macrame,n~rgh!le, Noe, ohime, pancarre, pie, pure, rete, sake, tamure, te,tse-tse eec.La 0 finale in parole tronche si pronuncia sempre aperta, per-cio ha sempre I'accento grave: o . La 6 di suono chiuso esiste

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    solo come vocale interna, e si accenta esclusivamente quandooeeorre evitare possibili ambiguita fra parole omografe: p. es.per distinguere motori (plurale di motore) da motor! (pI. dimotorioy; osservatori (pI. di osservatore) da osservatori (pI.di osservatorio); volta (~ viso) da volto (participio passatodi volgere); ecc.

    APOSTROFIII segno grafico dell'apostrofo si usa principalmente per

    indicare il fenomeno fonetieo dell' elisione (eliminazione dellavocale atona finale di una parola davanti a un'altra parola coniniziale vocaliea), secondo le normali regole della grammaticaitaliana.ESEMPI: all 'alba, anch'egli, bell'esempio, c'e, c'entra, c'era; com'e,

    d'invemo, l'amico, l'estate, m'aspettano, mea'ora, nell'om-bra, nessun'altra, quell'operaio, quest'anno, pover'uomo,sant'uomo, tutt'e due ece.

    L'apostrofo non deve invece essere usato nei casi di troncamento,c ioe quando la parola privata della parte finale puo esistere nellaforma tronca anche davanti a un vocabolo con inizialeconsonan t i c a , Si deve perc io serivere sempre senza apostrofo, p.es.: buan amico, nessun altro, qual e , un tal uomo eccetera.Fanno eccezione poche parole per cui e necessario che iltroncamento sia indicato con l'apostrofo:mo' (modo); po' (poco); da', di 'c fa', sta', va' (forme imperativedei verbi dare, dire, fare, stare, andare); alcune forme antiquate,poetiche, 0 regionali, come a' (ai), ca' (casa), de' (dei), mi' (rnio),ne' (nei) ecc,

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    L'apostrofo si usa inoltre per indicare I'aferesl (caduta di uno 0pili suoni all'inizio di parola) in alcune forme dialettali 0 popolaricome 'sto (questo), 'sta (questa) ecc., oppure nell'indicazionenumerica di anni 0 decenni abbreviata aile ultime due cifre (p, es.:il '68, gli anni '60 ecc.). Nell'indicazione di periodi compresi tradue anni espressi in forma abbreviata, si apos t r o f a solo il primo:p. es. La guerra del '14-18 (anziche '14-'18).NOTA. Poiche I' apostrofo che indica I' aferesi e sempre

    preceduto da uno spazio vuoto, occorre evitare che invideoscrittura, se e stato attivato l'automatismo delle"virgolette intelligenti", venga erroneamente interpretatodal computer corne una virgoletta d'apertura (').

    Per quanto riguarda l'apostrofo in fin di riga, e sempreconsigliabile evitare ilproblema, spostando anche l'articolo aliariga success iva, 0 modificando la frase.Per le preposizioni articolate sono possibili tre soluzioni, comenel seguente esempio:

    1) ,.. ,' , " , del-l'amico,2), .., ,., " ,..,"dell' a -mico,3) " ,..,, , , ,,.. ,,.,' , , , dell'amico,

    La prima e quella preferibile, La terza e generalmente esclusa daglieditori, pur essendo teoricamente accettabile, Sarebbe invecescorretta la forma dello/amico, che non esiste nella lingua italiana,percio tale soluzione e assolutamente da evitare.

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    Per le parole italiane di genere femminile gli articoli sonosempre la/le/una; normalmente le forme singolari la e una sielidono davanti a iniziale vocalica (l'amica. un'ora ecc.).L' a rticolo maschile dipende invece, secondo le consuete regolegrammaticali, dalla lettera iniziale della parola che 10 segue:.10 (I')/gli/un (senza apostrofo) davanti a parole che comincianocon una vocale (p. es. l'anno, l'esempic, gli autori, gil uomini,un incontro, un orologio ecc.);./o/gh/uno davanti a parole che incominciano con x, y, 2, S impura(doe seguita da un'altra consonante), i semieonsonante (j), gn,ps , pn (rna per una parola d'uso eomune come pneumaticop reva lgono da tempo le forme popolari il/un pneumatico, secondoilmodello del plurale i pneumatici che ha sostituito quasigeneralmente gil pneumatici, forma gramrnatiealmente correttarna in disuso); il/i/un in tutti gli altri cas i ,Gli stessi criteri valgono anche per le parole straniere, secondo ilsuono della lettera iniziale assimilato ai suoni dell ' alfabeto Italiano:IIjazz, il/un jarrista, il/i/un jet/jingte/joliy/jumbo eec. (perche intali casi laj e assimilata nella pronuncia alla consonante italiana gcon suono palatale a "dolce"); lo/uno/gli junghiano(i)/juventinoiii ece. (perche j e semivoeale assimilata alIa i); lo/uno/gli champagne, shampoo eec.; 1 0 shopping, lo swing eee.Per Ie parole straniere di genere maschile che cominciano can h siusa lo (I' )/un/g li, secondo la consuetudine italiana per cui l'h emuta (es.: 1'/un/gli habitat/hacker/hamburger/hmidicap/harem!hippy/hobby/hooligan ece.); per quelle che eominciano can IVsemivocalica si usa if/unit (es.: if weekend/western/whisky ecc.),12 ~ Unpo' di stile

    FUORICORPOE la forma adatta per Ie citazioni di tratti di testo piuttosto lunghi,oppure per distinguere con particolare evidenza il pas so citato:con testo rientrato rispetto ai margini nonnali del testo principale(testo corrente), senza virgolette, preferibilmente in caratteri dicorpo rninore e, se possibile, can interlinea ridotta.EsEMPIO: Nelle note esplicati ve e di eommento a1 suo primo

    rornanzo, l'autore affenna cheun narratore non deve fornire interpretazioni dellapropria opera, altrimenti non avrebbe scritto unro manzo, che e una macchina per generareinterpretazioni, Ma uno dei principali ostacoli allarealizzazione di questa virtuoso proposito e proprioil fatto che un romanzo deve avere un titolo .Un titolo e purtroppo gia una chiave interpretativa.Forse bisognerebbe essere onestarnente disonesticome Dumas, poiche e chiaro che I Ire moschettierie in verita la storia del quarto .... Un titolo deveconfondere le idee, non irreggimentarle.

    Aggiunge poi una sua personale definizione delcosiddetto effetto poetico, inteso come

    la capacita, ehe un testa esibisce, di generare letturesempre diverse, senza consurnarsi mai del tutto.

    INCORPOE ilmodo piti frequente, adatto per tutte Ie citazioni che non sianomolto lunghe, e per Ie battute di dialogo (vedi "Dialoghi"), Ogni

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    citazione in corpo deve essere racchiusa tra virgolette doppie,preferibilmente basse ({{... }, Se la citazione e inserita normalrnentenella sintassi del testo corrente, non occorre altro. .EsEMPIO: In varie occasioni J.L. Borges ha dichiarato che la letturae una forma della felicita.Quando la citazione e all'inizio del periodo, 0 e introdotta dai duepunti, dopo Ie virgolette di apertura e d' obbJigo I'iniziale maiuscolase il testa della citazione stessa comincia dall' inizio del periodocitato; se no, I'iniziale sara minuscola rna preceduta da uri' in-dicazione di omissis, cioe da tre puntini preceduti e seguiti dauno spazio vuoto (0 da tre puntini, senza spaziature, tra parentesiquadre).EsEMPl: L'opinione di J.L. Borges e nota: La lettura e una formadella felicita.

    L'opinione di J.L. Borges e nota: ... la lettura e unaforma della felicita,

    La punteggiatura interna di ogni citazione deve ovviamenterimanere come nell ' originale.Un eventuale punto interrogativo 0 esclamativo finale che ap-partenga alIa citazione stessa va scritto prima delle virgoJette dichiusura ( ... ?/!), Si omettono invece gli altri segni finali (virgo la,punto e virgola, due punti) presenti nell' originale aI termine deltratto di testa citato e che, nella citazione, verrebbero a trovarsidopo l'ultima parola e prima delle virgolette di chiusura.I segni di punteggiatura al terrnine della citazione rna appartenential testo in cui e inserita si scrivono sernpre dopo le virgolette dichiusura.14 - VII po' di stile

    Anche ilpunto fermo finale e normalmente estemo aile virgolette( ... ... . ), tranne quando la citazione sia isolata e costituisca unperiodo autonomo e indipendente. (Come nel caso di un'epigrafe,o come in questa parentesi.)Il testa delle citazioni (di cui si deve sempre indicare la fonte,mediante riferimenti bibliografici in nota 0 inseriti tra parentesidopa le virgolette di chiusura) si scrive in caratteri tondi normalianche quando e in lingua straniera (l'eventuale traduzione puoessere aggiunta subito dopo tra parentesi, 0 in una nota apposita).

    II corsivo, che nei testi dattiloscritti si indica con unasottolineatura, serve soprattutto a mettere in rilievo la presenzadi parole 0 frasi all'interno di un testo (a differenza delle virgolette,che evidenziano il significato 0 il contenuto).USITIPICI Parole 0 frasi di lingua straniera, che non siano citate travirgolette, e che non siano tra quelle divenute d'uso comuneanche nella lingua italiana (baby-sitter, bar, computer, goal,hostess, jazz, killer, rock, software, sport, weekend ecc.).Ovviamente I'opportunita della distinzione dipende dal contesto,e in parte anche da criteri soggettivi. Termini tecnici, specialistici 0 settoriali, quando compaionoper la prima volta nel testo. Dopo la prima volta, la ripetizione delcorsivo puo apparire superflua e fastidiosa, tranne quando siautile 0 necessaria per evidenziare la frequenza del termine neltesto, 0 per agevolarne la ricerca. Parole intese come tali. (Es.: lmprobabile non e sinonimo diimpossibile. / In italiano, la Iettera q e sempre seguita da una u. /La parola ragazzo e probabilmente d'arigine araba.)

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    Titoli di opere intere (Iibri, film, spettacoli, dischi, quotidiani,periodici ecc.). Per enfanzzare parole 0 frasi di particolare importanza.

    E in progressive declino da decenni, e nell'italiano modernotende a sparire del tutto 0 quasi. Deve essere evitata, 0 abolita, ognivolta che non sia davvero necessaria, cioe quasi sempre. Puo restaresolo in alcune locuzioni consolidate dall'uso, come ad onta di e adesempio (rnaper esempio e meglio), oppure quando la vocale iniziaJedella parola seguente e Lastessa della congiunzione 0 preposizioneche la precede (ed erano, ad avere ecc.).

    Anni. Si scrivono normalmente in eifre arabe (es.: 1998). Talvolta,in contesti discorsivi, si usa 1a forma abbreviata, con aferesi delleprime due cifre indicata da un apostrofo (es.: nel '98).Le eventuali abbreviazioni a.C. 0 d.C. sono sempre posposteallarmo indicato (es.: daI64 a.C. a198 d.C.).In lingua inglese, le abbreviazioni analoghe sono B.C. (BeforeChrist) e A.D. (Anno Domini), rna quest'ultima si serive sernpredopo l'anno cui si riferisce. Giorno, mese, anno. Le indicazioni di data complete si scrivonoin normaIi caratteri tondi, senza virgole, con i norni di giorno emese rninuscoli e scritti per esteso, oppure abbreviati aile primelettere (lun.; rnar.!rnart.!rna.; rner./merc./rne.; gio./giov.; ven.; sab.;dom.; gen./genn.; feb.; mar.; apr.; rnag.; giu.; lug'/lu.; ago.lag.;set/sett.; ott.; nov.; dic.).EsEMI'IO: martedf 16maggio 1995 (mar. 16mag. 1995).16 ~ V II po' d i s ti le

    In alcuni casi, p. es. all'interno di tabelle, didascalie 0 notesintetiche, si puo usare la forma totalmente numeric a, con giomo,mese e an no espressi in cifre e separati da trattini (senzaspaziature): p. es. 16-05-1995. Ricorrenze. Si scrivono di solito in lettere, con le inizialimaiuscole: il Venticinque Aprile, il Quattro Novembre, il PrimoMaggio ecc. Oppure: il XXV Aprile, il IV Novembre ecc. Intervalli. Un intervallo tra anni si indica con le due cifre separateda un trattino, senza spaziature: 1970-1995 (0 anche 1970-95).Tra due date complete e invece preferibile che iltrattino sia precedutoe seguito da uno spazio: 1 gennnaio 1992 - 3 febbbraio 1993. Secoli. II numero ordinale si pub scrivere in lett ere (tutteminuscole), special mente per nurneri rninori di 10; oppure in cifrearabe 0 in cifre romane (es.: il quinto secolo, l'ottavo secolo, ill8seeolo, ilXX secolo ecc.).Le indicazioni mediante numeri cardinali si scrivono solo in lettere,con l'iniziale maiuscola: il Trecento, l'Ottocento ecc.

    Le battute di dialogo inserite occasionalmente in un testo,narrativo 0 no, possono essere racchiuse tra doppie virgolette(basse 0 alte) e trattate come "Citazioni" incorpo (vedi). Altrimenti,soprattutto quando le battute sono molte, invece delle virgolettesi possono usare le lineette orizzontali - pili lunghe del semplicetrattino, e assenti in tastiera rna ottenibili con Alt + 0151 -secondo criteri analoghi (vedi "Virgolette"), rna con qualchedifferenza:- le lineette sono sempre precedute (tranne che a inizio riga) eseguite da uno spazio vuoto;- per le battute di dialogo che terrninano con un "a capo", dopo il

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    segno di punteggiatura finale (punto, punto interrogativo, puntoesclamativo, oppure puntini di sospensione) si omette abi-tualmente la lineetta di chiusura.In pratica, le lineette sono il modo pili semplice e rapid a perindicare le battute del dialogo diretto, e quindi il piti usatospecialmente in narrativa.Nei testi di soli dialoghi (0 quasi) come icopioni teatrali, in cui sialternano Ie battute dei vari personaggi introdotte di volta involta dal nome seguito dai due punti, non occorrono ne virgolettene lineette.MAIUSCOLO/milluscolo . . .,;. ;~.

    L'uso del maiuscolo e norrrralmente necessario per la letterainiziale di: ogni nuovo tratto di testo, cioe all'inizio di ogni nuovo periodo,capoverso, paragrafo ecc.; ogni nuova battuta di dialogo; citazioni introdotte dai due punti (tranne quando I'mizio dellacitazione sia preceduto, dopa le virgolette d i apertura, dai puntinidi omissione), 0 poste all'inizio del periodo; titoli (di opere, volumi, capitoli, sezioni, paragrafi ecc.); nomi e cognomi personali, soprannomi, pseudonimi; neinomi composti can trattino d'unione, sono maiuscoleentrambe Ie iniziali; Ie particelle di, de, van ecc. sononormalmente minuscole se il cognome e preceduto dal nome,rna con iniziale maiuscola se il cognome compare da solo(tuttavia nei riferimenti bibliografici in ordine alfabetico taliparticelle sono spesso posposte, minuscole, al cog nome veroe proprio); iprefissi inglesi 0' e Mac 0 Me si scrivono coniniziale maiuscola e attaccati al cognome; nomi propriin genere, e in particolare: di luoghi 0 aree geografiche18 - UII po ' di . s r i l e

    (citta, paesi, nazioni ecc.); di enti, istituzioni, organizzazioni,associazioni, istituti d'insegnamento; di periodi storici, culturaliecc. (il Medioevo, il Rinascimento, il Trecento, lOttocento ecc.);di partiti e movimenti politici in forma estesa (es.: ilPartitoDemocratico della Sinistra; ma in forma abbreviata: il PDS); diquartieri, strade, edifici, monurnenti; di festivita e ricorrenze,Itermini geografici come oceano, mare (mar), monte, lago ecc.hanno normalmente l'iniziale minuscola, tranne quando siano parteintegrante del nome (es.: Mar Rosso, Mar Morto, Fiume Gialloecc.), cioe quando il termine che precede il nome non e sostituibilecon un semplice articolo (si puo dire il Mediterraneo, rna non ilRosso, it Morto, il Giallo ecc.).In genere e preferibile usare il maiuscolo solo quando estrettamente necessaria; in particolare, nonostante imoltiesempi contrari, non occorre alcuna maiuscola per le direzionigeografiche in forma estesa (nord, sud, nord-est ecc.; ma N,S, NE ecc., e ovviamente America del Nord, it Sud ecc.), neper le indicazioni di decenni nelle forme del tipo "anuisessanta/novanta/ecc." .

    Si usa spesso per ititoli 0 le scritte interne di iIlustrazioni 0tabelle, 0 per didascalie brevi, e talvolta come variante grafica perscopi particolari (p. es. epigrafi in stile lapidario) 0 come alternativaal maiuscolo (p. es. in un sottotitolo, 0 in una sigla di solemaiuscole come UTET, ON'U ecc.).Nei testi dattiloscritti, 0 in correzione manuale, si indica mediantedoppia sottolineatura (e la tripla sottolineatura si usa per indicareil maiuscolo).

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    Chiarnato anchegrassetto 0, in inglese, bold, nelle correzionie nei dattiloscritti si indica mediante una sottolineatura ondulata;si usa soprattutto nella composizione dei titoli interni, e talvoltain luogo del corsivo per daremaggior rilievo a parole0frasi di cuisi voglia evidenziare la presenza nel testo.

    o comunque can commento analitico, si preferisce evitare lasuddetta numerazione progressiva, adoperando come riferimentii numeri dei versi, a delle righe di testa accornpagnate danumerazione progressiva a margine (di 5 in 5, 0 di 10in 10).Nelle eventualinote di riferimentobibliografico apie dipagina, se alterminedel volumec'e unaBibliografiaparticolareggiatain cui sianoforniteIe altre informazioni sui testi citati, si possono usare forme diriferimentoridotte, indicandosologli autori e i titoli (e, se necessario,le parti di testa interessate); in tal caso, e consuetudine scriverenelle note inomi degli autori per esteso e can il nome prima delcognome (cioe al contrario di corne si fa nella bibliografia finale,ordinata alfabeticamente secondo i cognomi degli autori).e note aI testo possono essere collocate a pie di pagina,

    oppure raccolte in un unico elenco alla fine del volume, 0 ancheraggruppate in elenchi parziali alIa fine d'ogni capitolo: Ia sceltadipende, oltre che da criteri editoriali e ii i irnpaginazione, dallaquantita e dalla lunghezza delle note necessarie, e dalla naturadelle note stesse 0 della maggior parte di esse (di solito, maspecialmente per le note di commento 0 spiegazione, e rneglio ilpie di pagina; se invece sono perlopiri note di riferimentobibliografico, puo essere preferibile l'elenco finale).Devono in ogni caso essere numerate progressivamente,ricominciando da 1 per ogni capitolo; per ogni nota dovra quindiesserci un apposite nurnero di richiamo nel testo, uguale alnumero progressive della nota stessa.I numeri di richiamo nel testa vanno scritti in corpo minore e inposizione di "esponente" (0 "apice") dopo la parola 0 frase cui lanota si riferisce: per quanto possibile, dovrebbero sernpre essereposti al termine del periodo, dopo ilpunto finale, a almena dopoun segno di punteggiatura interno (oppure dopa una parentesichiusa, 0 dopo Ie virgolette di chiusura di una citazione), perevitare ai lettori fastidiose interruzioni prima delle pause "naturali"rappresentate dana punteggiatura.Per Ie opere in versi, 0 per opere classiche in edizione scolastica20 - iln po ' d . , .1 1 0100 d 0138 S 0176 0 0214 6 0252 U06 3 ? 0101 e 0139 , 0177 0215 x 0253 y06 4 @ 0102 f 0140 C E 0178 2 0216 0 0254 P Pini to di s tampare nelmese di dicernbre 199806 5 A 0103 9 0141 0179 3 0217 U 0255 Y presso La Graf ica Nueva - Torino06 6 B 0104 h 0142 0180 0218 U06 7 C 0105 i 0143 0181 tJ 0219 006 8 D 0106 j 0144 0182 1 1 0220 006 9 E 0107 k 0145 , 0183 0221 Y32 - Un po' di stile