tutto quel che dio ti dà è per il tuo bene · “tutto quello che dio ti dà è per il tuo bene,...

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IL NOSTRO NOSTRO NOSTRO MOTTO MOTTO MOTTO: C : C : COME OME OME ESSERE ESSERE ESSERE MIGLIORI MIGLIORI MIGLIORI OGNI OGNI OGNI GIORNO GIORNO GIORNO Pag. 1 Febbraio 2013 Volume IV n. 26 C’era una volta un re, che aveva scelto come suo consigliere perso- nale un vecchio saggio, molto saggio, che tuttavia per i suoi detrattori aveva un grosso di- fetto: qualunque cosa succedesse, ripeteva : tutto quello che Dio ti dà è per il tuo bene, tutto quello che Dio ti dà è per il tuo bene”. Il re sopportava comunque questo suo difetto, perché dai suoi consigli e dalla sua saggezza ri- cavava sempre grandi vantaggi; per questo motivo, non appena il sovrano usciva dalla reggia, il vecchio saggio seguiva il re ovunque andasse, ma proprio ovunque. In un giorno di gran pioggia il re si recò dal barbiere e terminate le operazioni di pulizia del volto, il ragazzo di bottega cominciò la manicure. Mentre stava occupandosi del dito medio della mano sinistra, vi fu un gran tuono: il ragazzo ed il re sobbalzarono, e nel trambusto, zac, al sovrano venne tagliata la falan- getta!! (1) racconti saggi Tutto quel che Dio ti dà è per il tuo bene Falangetta rotta→→→ Falangina→→→→→→ Falange→→→→→→→ Ossa del dito (bianche) viste in traspa- renza sotto la pelle (contorno grigio) L’amore autentico è quello che vuole solo la felicità della persona amata e non chiede nulla per sé

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IIILLL NOSTRONOSTRONOSTRO MOTTOMOTTOMOTTO: C: C: COMEOMEOME ESSEREESSEREESSERE MIGLIORIMIGLIORIMIGLIORI OGNIOGNIOGNI GIORNOGIORNOGIORNO

Pag. 1

Febbraio 2013

Volume IV n. 26

C’era una volta un re, che aveva scelto come suo consigliere perso-

nale un vecchio saggio, molto saggio,

che tuttavia per i suoi detrattori aveva un grosso di-fetto: qualunque cosa succedesse, ripeteva :

“tutto quello che Dio ti dà è per il tuo bene,

tutto quello che Dio ti dà è per il tuo bene”.

Il re sopportava comunque questo suo difetto, perché dai suoi consigli e dalla sua saggezza ri-

cavava sempre grandi vantaggi; per questo motivo, non appena il sovrano usciva dalla reggia, il vecchio saggio seguiva il re ovunque andasse, ma proprio ovunque.

In un giorno di gran pioggia

il re si recò dal barbiere

e terminate le operazioni di pulizia del volto, il ragazzo di

bottega cominciò la manicure. Mentre stava occupandosi del dito medio della mano sinistra,

vi fu un gran tuono: il ragazzo ed il re sobbalzarono, e nel trambusto, zac, al sovrano venne tagliata la falan-

getta!!

(1) racconti saggi

Tutto quel che Dio ti dà è per il tuo bene

Falangetta rotta→→→

Falangina→→→→→→

Falange→→→→→→→

Ossa del dito (bianche) viste in traspa-

renza sotto la pelle (contorno grigio)

L’amore autentico è quello che vuole solo la felicità della persona amata e non chiede nulla per sé

Pag. 2

Strepiti, urla di spavento e di dolore, e la rabbia del re si abbatté sul mal-

capitato garzone: “In prigione, disgraziato, hai mutilato il tuo re, marcirai

in galera per il resto dei tuoi giorni”;

ma il vecchio saggio, rimasto imperturbabile fino a quel momento, cominciò la sua

litania:

” Tutto quello che Dio ti dà è per il tuo bene, tutto quello che Dio ti dà è per il tuo bene”;

Il re al colmo della rabbia sbottò :

” Basta, mi hai proprio scocciato con queste stupidate, vecchio pazzo, mi stai

prendendo in giro, mi hai sempre ingannato in tutti questi anni con queste idio-zie, fila in prigione anche tu, così potrai blaterare le tue lagne fino alla fine dei tuoi giorni!!”

Il giorno dopo il re, per smaltire un po’ di rabbia pensò di andare a caccia: ov-viamente da solo, visto che il vecchio saggio, che fino al giorno prima era la sua

ombra,

stava languendo nelle segrete

del castello. Dopo aver un po’ gironzolato nella giungla,

venne catturato dai Thug adoratori della dea Kali,

I Thug vivono in India una grande nazione dell’Asia.

Molto tempo fa uccidevano essere umani secondo un’antica superstizione per placare il furore della

dea kalì.

I Thug erano contentissimi per aver trovato una vittima da sacrificare per la notte del plenilunio. Il re sbraitò, minacciò , pregò ma non ci fu nulla da fare: a quella gente non importava né il rango di

re, né il blasone (stemma nobiliare), per loro era semplicemente un uomo da uccidere sull’altare sacro della dea kalì: per cui lo vestirono con la sacra veste, lo cosparsero del sacro unguento, lo legarono sull’altare e mentre il capo stava per affondare nel suo cuore il coltello sacro, si accorse

con orrore che alla vittima designata mancava un pezzettino di dito.

Figura della dea kalì con tante braccia e con

un piede sul corpo del consorte Śiva,

Pag. 3

Voi sapete come , per essere sacrificato, un corpo deve essere perfettamente integro, intero, pe-

na grandi disgrazie per la comunità tutta, per cui i seguaci lo coprirono d’insulti e sputi e lo lascia-

rono nella giungla, seminudo e terrorizzato,

ma vivo!

Ancora frastornato, il re si avviò verso il castello, e nel tragitto capì: il vecchio saggio aveva avuto ragione, come al solito; grazie a quell’incidente dal barbiere, la sua vita era stata risparmiata; cosa importava un piccolo pezzetto di un dito, se paragonato al rischio che ave-

va corso? Meglio vivo senza un pezzetto di un dito che morto intero, dopotutto!

Arrivato al castello, andò subito alle prigioni, liberò il garzone

e si recò dal vecchio saggio, che senza scomporsi meditava nella sua cella: en-

trò , lo abbracciò e gli disse:

” Amico mio, perdonami, che cieco sono stato, mi han rapito i Thugs, mi stavano sacrificando, poi

hanno visto che mi mancava un pezzo di dito, e mi hanno lasciato andare: avevi ragione tu,

” tutto quello che Dio ti dà è per il tuo bene, tutto quello che Dio ti dà è per il tuo bene”,

perdonami, starai sempre al mio fianco, il mio regno ti appartiene.

Però, scusa un momento, ma tu, che ti ho sbattuto in prigione, umiliato e picchiato, dov’è il bene

che Dio t’ha dato in tutto questo?”

Con serenità il vecchio guardò il suo sovrano e candidamente gli rispose:” Vede Maestà se lei non m’avesse messo in prigione, io l’avrei accompagnata a caccia,

come sempre, ed a me non manca alcun pezzo di dito e mi avrebbero sacrificato

alla dea Kalì”

Pillole di Saggezza

Il racconto sulla dea kalì appartiene ai miti della religione Indù; è un personaggio

immaginario che non è mai esistito nella realtà.

Il vecchio saggio invece si riferisce al Dio vivo e vero rivelatoci da Gesù, che ci vuole molto molto bene. Dio ci è sempre vicino e ci ama e aiuta in ogni momento della nostra vita. Ci ama anche

quando noi ci dimentichiamo di Lui e facciamo cose che dispiacciono a Gesù, quando facciamo i

capricci, non vogliamo fare i compiti o siamo dispettosi o arrabbiati o disobbedienti.

Tutto quello che Dio ti dà è per il tuo bene, perciò impara a ringraziare il Signore ogni giorno per tutto quello che ti dona: la buona salute, l’affetto dei tuoi genitori, bravi insegnanti, la Sua

Grazia.

Pag. 4

Oggi abbiamo imparato qualche cosa di

nuovo

Detrattore: chi toglie i giusti meriti a un’altra persona

Disgraziato: 1) sventurato, perseguitato dalla sfortuna; 2) sciagura-

to che è degno di biasimo

Imperturbabile: che non si lascia turbare, sconvolgere da nulla o da

nessuno: essere forte di carattere

Idiozie: stupidaggine, azione o discorso che rivelano scarsa intelli-

genza

Blaterare: Parlare tanto e a vanvera o cianciare, significa dire cose

senza senso o senza fondamento

Adoratore: è un generoso donatore, profondamente commosso e li-

bero da senso di colpa

Superstizione: Insieme di credenze o pratiche rituali dettate da i-

gnoranza, frutto di errore, di convinzioni sorpassate, di atteggiamenti

irrazionali cioè che non usano bene la propria intelligenza

Plenilunio:o Luna piena è la fase della Luna durante la quale

l'emisfero lunare illuminato dal Sole è interamente visibile

dalla Terra.

Terrorizzato: invaso da grande spavento e da tanta paura

Frastornato: Che si trova in uno stato di confusione, di stordimento

e di stanchezza fisica o mentale

Umiliato: 1 avvilire, mortificare qualcuno facendogli provare un sen-

so di inferiorità, di disagio o di vergogna: lo umiliò davanti a tutti;

2 Reprimere, frenare sentimenti o desideri

Pag. 5

Una storia racconta di due amici che camminavano nel deserto. In qualche momento del viaggio cominciarono a discutere, ed un ami-

co diede uno schiaffo all'altro, questi addolorato, ma

senza dire nulla, scrisse nella sabbia:

IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA DATO UNO

SCHIAFFO.

Continuarono a camminare, finché trovarono un'oasi, dove decisero

di fare un bagno. L'amico che era stato schiaffeggiato rischiò di affogare, ma il suo amico lo salvò.

Dopo che si fu ripreso, scrisse su una pietra:

IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA SALVATO LA VITA.

L'amico che aveva dato lo schiaffo e aveva salvato il suo migliore amico

domandò: Quando ti ho ferito hai scritto nella sabbia, e adesso lo fai su una pietra.

Perché?

L'altro amico rispose: quando qualcuno ci ferisce dobbiamo scri-

verlo nella sabbia, dove i venti del perdono possano cancellar-

lo.

Ma quando qualcuno fa qualcosa di buono per noi, dobbiamo inci-

derlo nella pietra, dove nessun vento possa cancellarlo. IMPARA A SCRIVERE LE TUE FERITE NELLA SABBIA ED A INCIDERE NELLA PIETRA LE

TUE GIOIE.

Per ridere

Pag. 6

.

All’inizio del mondo, quando tutto era ancora nuovo, e gli Animali avevano appena incominciato a lavorare per l’Uomo, viveva, in mezzo al Deserto Ululante, un Cammello, che era

proprio un gran fannullone, tanto che mangiava rametti,

pruni tamarischi e altre erbe, che poteva trovare

nel deserto senza scomodarsi troppo; e quando Qualcuno gli rivolge-va la parola, rispondeva: – Bah! – solo: – Bah! – e nient’altro. Per-

ciò, un lunedì mattina, il Cavallo andò da lui, con la sella sulla schiena e il morso in bocca, e disse: - Cammello, ehi, Cammello,

vieni fuori a trottare come tutti noi. - Bah! – fece il Cammello; e il Cavallo se ne

andò e lo riferì all’Uomo.

Poi andò da lui il Cane, con un pezzo di legno in bocca; e disse:

Cammello, ehi, Cammello, vieni a stanare la selvaggina come tutti noi. - Bah! – fece il Cammello; e il Cane se ne andò e lo

riferì all’Uomo.

Poi andarono da lui i Buoi, con il giogo sul collo, e dissero: Cammello, ehi, Cammel-lo, vieni ad arare come tutti noi. - Bah! – fece il Cammello, e i Buoi se ne andarono e

lo riferirono all’Uomo.

Sul finire del giorno l’Uomo chiamò a raccolta il Cavallo, il Ca-ne e il Bue e tenne loro questo discorsetto: - O miei Tre, sono

molto spiacente per voi (con il mondo ancora tutto nuovo); quel Fannullone nel deserto non vuol proprio lavorare, mentre ormai

dovrebbe già essere qui come voi; per cui sono costretto la-sciarlo solo, e voi dovrete lavorare il doppio per supplirlo.

Ciò irritò molto i Tre (con il mondo ancora tutto nuovo); ed essi si riunirono al

confine del Deserto a congiurare; e venne anche il Cammello, più indolente che

mai, ruminando erba, e rise loro in faccia. Poi fece: – Bah! – e se ne andò.

Allora arrivò il Genio che ha in custodia Tutti i Deserti, avvolto in una nube di polvere (i Geni viaggiano sempre in questo modo,

perché è Magia), e si fermò a parlare coi Tre.

- Genio di Tutti i Deserti, – disse il Cavallo, – è giusto che qualcuno se ne stia in ozio con il mon-

do tutto nuovo? - No di certo, – rispose il Genio.

Ebbene, – soggiunse il Cavallo, – c’è un animale in mezzo al tuo Deserto Ulu-

lante, con lungo collo e lunghe gambe che non ha fatto ancora niente da lunedì

mattina. Non vuole trottare.

- Ohibò! – esclamò il Genio; – per tutto l’oro dell’Arabia, ma questo è il mio

Cammello! e che scusa trova?

La gobba del cammello (1)

Ecco, come spuntò la gobba al Cammello

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- Dice: “Bah!” – disse il Cane; – e non vuole andare a stanare la selvaggina.

- Dice qualcos’altro? - Solo: “Bah!” e non vuole arare, – disse il Bue.

- Benissimo, – fece il Genio; – se avete la pazienza di aspettare un minuto lo farò

sgobbare io. Il Genio si avvolse nel suo mantello di polvere, andò nel deserto, e trovò il Cammello più indolente che mai, che rimirava la sua immagine ri-

flessa in una pozza d’acqua.

Mio lungo e indolente amico, – disse il Genio, – ho sentito sul tuo conto cose che ti fanno poco onore. È vero che non vuoi lavorare? - Bah! – rispose il Cam-

mello.

Il Genio si sedette, col mento fra le mani, e si ac-cinse ad escogitare qualche

grande incantesimo, mentre il Cammello continuava a rimirare la sua im-

magine riflessa nell’acqua.

- Tu hai costretto i Tre a lavorare il doppio da lunedì mattina, e tutto per colpa della tua insoppor-

tabile pigrizia – disse il Genio, e continuò a pensare incantesimi col mento fra le mani. - Bah! – fe-

ce il Cammello.

Non lo ripeterei più se fossi in te, – disse il Genio; – potresti dirlo una volta di troppo. Fannullone,

voglio che tu lavori.

E il Cammello ripeté ancora: – Bah! – ma non aveva ancora finito di dirlo, che vide il suo dorso, del quale era così orgoglioso, gonfiarsi e gonfiarsi finché si formò su di esso una grande, immensa,

traballante gob-bah.

- Vedi cosa ti è successo? – disse il Genio; – questa gobba te la sei voluta pro-prio tu, con la tua pigrizia. Oggi è giovedì, e tu non hai fatto ancora nulla, men-

tre il lavoro ha avuto inizio lunedì. Ora devi andare a lavorare.

- Come è possibile, – protestò il Cammello, – con questa gob-

bah sulla schiena?

Anzi, è fatta apposta, – replicò il Genio, – perché hai perso quei tre giorni. Ora po-trai lavorare per tre giorni senza mangiare, perché puoi vivere a spese della tua

gobbah; e non ti venga in mente di dire che non ho fatto niente per te. Esci dal de-serto, vai a raggiungere i Tre, e comportati bene. E sgobba! E il Cammello andò a raggiungere i Tre, e sgobbò, nonostante la gobba. E da quel giorno in poi il Cam-

mello ebbe sempre la gobbah (noi, ora, la chiamiamo gobba per non offenderlo); ma non è ancora riuscito a recuperare i tre giorni che ha perso all’inizio del mondo, e non ha

ancora imparato a comportarsi come si deve.

VVVITAITAITA DELDELDEL CAMMELLOCAMMELLOCAMMELLO

Il cammello anche definito cammello a due gobbe (questa caratteristica che lo differen-

zia dal dromedario che di gobba ne ha soltanto una) vive nelle zo-ne desertiche dell’Asia centrale e orientale ed è un animale per lo più dome-

stico. Grazie alle sue due gobbe che gli consentono di sopportare la mancanza di cibo e acqua anche per 20 giorni e alle sue caratteristiche di forza e resi-stenza che gli consentono di camminare, ininterrottamente, per 24 ore, il

cammello è utilizzato come animale da soma ( soma è il carico che si pone in grop-

pa ad una bestia da trasporto), da tiro e da cavalcatura in zone anche molto aride

e desertiche. Inoltre, in alcune regioni dell’Asia centrale, è utilizzato per la produzione di carne, lat-

te e lana.

Filato di pelo di cammello della Mongolia

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La gobba permette al cammello di poter lavorare con grande resistenza nel deserto, dove si può camminare per molti giorni senza trovare cibo o acqua, perché dalla stessa gobba trae gli alimenti

che gli forniscono la forza necessaria per camminare tutto un giorno e una notte senza mai fermar-si. Il cavallo, il cane e il bue sono molto contenti del proprio lavoro tanto che ognuno cercherà di convincere l’indolente e pigro cammello, ancora senza gobbe, a trottare come il cavallo, a stanare

la selvaggina come il cane o a dissodare i campi con l’aratro come il bue.

Amare il proprio lavoro rende la vita più bella per tutti, grandi e piccini, i quali devono essere ope-

rativi e svolgere bene e nel giusto ordine i propri impegni. Il papà e la mamma compiono il loro la-voro in ufficio e in casa, puntuali, precisi, ordinati e allegri, pieni di affetto. Anche i bambini sono

impegnati a svolgere qualche piccolo lavoro prima di dedicarsi ai loro giuochi pre-

feriti. Il lavoro dei bambini può essere quello di fare i compiti di scuola bene, senza tante distrazioni ma stando molto attenti di non sbagliare. Un altro piccolo lavoro

può essere quello di obbedire volentieri alle richieste dei geni-tori o a quelle delle maestre, vincendo la propria pigrizia e in-

dolenza o svogliatezza.

Come allontanare la pigrizia

L’importanza dell’esempio

Devono essere i genitori, per primi, a incentivare i figli con un comportamento attivo. In altre paro-

le, è inutile invitarli a spegnere la Tv se stiamo noi stessi immobili sul divano. Cerchiamo di invo-gliarli con proposte coinvolgenti. Proponiamo una semplice passeggiata, non importa se piove: con

mantella impermeabile e stivali di gomma, anche saltare nelle pozzanghere rappresenta un buon esercizio fisico. La destinazione può essere un bar o una pasticceria dove gustare una sana meren-da, oppure una libreria per premiarsi con l’acquisto di un libro. Se il tempo è discreto, organizzia-

moci con qualche amico con bimbi dell’età dei nostri. Con un po’ di fantasia ci possiamo inventare un itinerario misterioso anche solo nel centro storico della nostra città, a scoprire luoghi resi intri-

ganti dall’oscurità e dalla nebbia. O magari visitare qualche cittadina d’arte poco distante dal nostro luogo di abitazione. L’Italia ne è piena. Armati di piantina e guida, per i ragazzi sarà anche

un’occasione di arricchimento culturale.

Muoversi anche se fa ancora freddo

Lo sport rappresenta per un bambino un'importante possibilità di crescita perché lo mette nella condizione di confrontarsi con gli altri e di misurarsi con i propri limiti e con la propria forza di vo-lontà. In questo periodo cominciano a aumentare le occasioni per correre in bici, sui roller o per

giocare al parco, anche se fa un ancora po’ fresco. Inoltre, sicuramente anche vicino a dove si abita esistono palestre e centri sportivi indoor, che dietro prenotazione permettono entrate anche pome-

ridiane ai nostri figli e a qualche amico.

Perché il lunedì

Il lavoro del cavallo, del cane e del bue inizia il lunedì che è il primo giorno della settimana. Anche

nella Bibbia che racconta la creazione del mondo, Dio da origine a tutte le code del cielo e della ter-ra in sei giorni, poi il settimo giorno si riposò e per questo è chiamato domenica che vuol dire

“giorno del Signore”. La domenica è fatta per il riposo, gli svaghi attivi e innanzitutto per dare culto a Dio. Adorare è dare a Dio quel che gli spetta, offrirgli la primizia dei nostri sentimenti insieme a

tutto noi stessi.

AMARE IL LAVORO

Pag. 9

Consigli

Vuoi imparare a studiare in fretta e a memorizzare bene ciò che è impor-

tante?

Quando leggi, usa l'evidenziatore ed evidenzia solo ciò che è assolutamente necessario ricorda-

re. Leggi varie volte ciò che hai evidenziato. Prova a ripetere che cosa hai capito e ti ricordi,

con un registratore acceso.

Vuoi imparare in fretta una poesia?

Impara la prima riga bene, poi la seconda riga. Poi ripeti insieme la prima riga e la seconda a me-

moria.

Leggi la prima, la seconda e la terza riga: ripetile insieme a memoria.

Passa alle altre righe, continuando con questo sistema.

Vuoi incidere su una cassetta una colonna sonora di rumori?

Vento di tempesta = soffia vicinissimo al microfono

Cigolii = sbatti una porta o una cerniera arrugginita

Sferragliamento = agita un mazzo di chiavi

Acqua che corre = agita l'acqua in una bacinella con il rubinetto aperto

Tuono = sbatti una lamiera

Scoppiettio del fuoco = stringi tra le mani una vaschetta-cibi di stagnola

Vuoi fare una buona torta?

Compera una confezione di pasta

sfoglia surgelata.

Sbuccia una mela e tagliala a lu-

nette che porrai su un piatto con

poco zucchero. Fai cuocere qual-

che minuto in forno a microonde.

Mescola le mele cotte con dei

pinoli. Imburra leggermente una

teglia. Stendi la pasta scongela-

ta sul fondo e poni sopra la frut-

ta. Spolvera di zucchero, metti

qualche fiocchetto di burro e

cuoci nel forno tradizionale per

20 minuti.

Pag. 10

A buon gatto, buon topo

Caduto l’albero l’ombra non c’é più.

O bere, o affogare!

Raramente si ottiene ciò che si desidera quando lo si cerca troppo in fretta.

Acchiappa fulmine

Età dei partecipanti: dai 4 in su

Numero giocatori: minimo 4 Dove si gioca: all’aperto o in casa Cosa serve: bambini

Regole e svolgimento del gioco E’ un gioco simile ad “acchiapparello”; un bambino sta sotto e deve acchiappare i compagni. Il bimbo che viene acchiappato si immobilizza finché un compagno non

lo tocca, liberandolo. Se il bimbo immobilizzato non viene liberato entro un minuto,

si trasforma a sua volta in cattivo e aiuta ad acchiappare gli altri bambini.

Passatempi

Pag. 11

Compiti per casa

La maestra in classe sta dettando i compiti per casa: per martedì portare lo svolgi-

mento del seguente tema: domani ricorre il giorno dei morti. Pierino non sa davvero cosa scrivere. Così chiede ai sui genitori un consiglio, su cosa scrivere, ma entrambi

non sanno come aiutarlo. Arrivato il Martedì, Pierino tutto soddisfatto, consegna il tema alla maestra, la quale controlla subito l’operato del bambino e comincia a leg-gere. TITOLO: Domani ricorrono i morti. SVOLGIMENTO: Speriamo che vinca mio

nonno.

Conti in matematica

“Papà che cosa mi daresti se prendessi 10 in matematica?”

“Ti darei un euro Pierino”.

“Beh, allora dammi 50 centesimi, ho preso 5″.

L’educazione prima di tutto

Un tipo racconta ad un amico: “Avevo un cane ferocissimo. Così l’ho mandato ad un

istituto di rieducazione”. “E gli è servito?” “Si che gli è servito. Adesso prima di mor-

dere qualcuno si mette il tovagliolo!”.

Indovinelli 1)Ha la bocca ma non parla. Che cos’è?

2) Aumenta e diminuisce, nessuno la può vedere. Non è fuoco, eppur si può spegne-re. Cos’è?

3) Cosa ci fa un granello bianco su un ascensore?

Soluzioni a pag. 12 .

Barzellette

Siamo su internet

www.foliacardiologica..it

Hanno collaborato a questo nu-

mero:

Matilde Rossi

Paolo Rossi

Pag. 12

Soluzione Indovinelli

1.il serpente

2. la sete

3. sale

Oggi abbiamo imparato qualche cosa di

nuovo

Stanare: 1 Far uscire dalla tana: stanare una lepre oppure far uscire qualcuno dal luogo in

cui si è nascosto;2 fig. Costringere, indurre qualcuno ad uscire dal proprio stato di solitudine

Arare: 1. Lavorare, solcare la terra con l’aratro; 2. Segnare di solchi, di righe, in gene-

re: volto arato di rughe

Supplire: Provvedere a una mancanza, compensandola con altro; Sostituire temporanea-

mente qualcuno nell'esercizio di un'attività(per es. un insegnante)

Fannullone: Chi non vuole fare nulla

Congiurare: 1. Tramare in segreto contro lo stato o contro chi detiene il potere; 2. Concor-

rere a danneggiare qualcuno

Ruminare:1. Eseguire la doppia masticazione del cibo, caratteristica dei ruminanti (capre,

pecore buoi); 2. Masticare lentamente, svogliatamente, o anche con difficoltà

Escogitare: l'escogitare è un pensare a un progetto, un architettare qualcosa

Incantesimo: è la concentrazione di energie della volontà verso un preciso scopo, com-

prendente l'alterazione del comportamento naturale delle cose o della volontà delle persone

Gobba: Nell'anatomia dell'uomo il termine gobba indica una curvatura della spina dorsale

Primizia: 1. Frutto o ortaggio che matura per primo o innanzi tempo, considerato perciò

una rarità; 2. Opera fatta conoscere prima della pubblicazione, opera giovanile di un autore;

notizia non ancora divulgata; 3. Il sentimento principale e profondo offerto a Dio