tra psicologia e linguistica · i processi cognitivi superiori sono in grado di influenzare i...
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Linguaggio come sistema cognitivo
Tra Psicologia e Linguistica
Prof. Giovanna Marotta
Corso di Linguistica Applicata
a.a. 2016-17
1
La psicologia cognitivista
Due approcci principali allo studio del sistema cognitivo: teorie
modulari e connessioniste
1. Teorie modulari ● Il sistema cognitivo opera su simboli che si combinano tra loro in base a regole
● Sistema centrale
a. Responsabile di funzioni cognitive complesse (ragionamento,
formulazione di decisioni…)
b. Integra tra loro le informazioni disponibili c. Relativamente lento
● Sistemi di elaborazione periferica, ‘moduli’
a. Esempi: linguaggio, memoria…
b. Autonomi dal punto di vista funzionale
c. Associati a specifiche strutture neurali e quindi danneggiabili in caso
di lesione delle corrispondenti aree cerebrali
d. Veloci 2
La psicologia cognitivista
2. Teorie connessioniste
● Conoscenza = connessioni di nodi all’interno di una rete neurale
● Rete neurale = insiemi di unità di elaborazione:
● interconnesse tra loro
● operanti in parallelo
● ogni informazione elaborata è distribuita tra le singole unità
● I processi cognitivi superiori sono in grado di influenzare i processi
cognitivi a livello più basso (elaborazione top-down) e viceversa
(elaborazione bottom-up)
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Il sistema cognitivo del linguaggio
Linguaggio = sistema cognitivo modulare, specializzato
nell’esecuzione di compiti specifici
Suddiviso in sub-moduli, elaboratori specializzati
Due dimensioni dell’elaborazione del linguaggio:
1. Dimensione microelaborativa (intrafrasale):
a. livello di elaborazione lessicale: organizza le configurazioni
fonologiche o grafemiche in sequenze morfologiche e parole,
determinando il contesto morfosintattico richiesto da ogni parola
(livelli di analisi fonetica, fonologica, morfofonologica,
morfologica, morfosintattica, sintattica e semantica)
b. livello di elaborazione frasale: organizza i contesti
morfosintattici richiesti dalle parole in sintagmi 4
Il sistema cognitivo del linguaggio
2. Dimensione macroelaborativa (interfrasale):
a. livello di elaborazione pragmatica: i significati veicolati da parole
e frasi vengono contestualizzati mediante la generazione di inferenze
b. livello di elaborazione testuale/discorsiva: le frasi o gli enunciati
sono integrati in modo da dedurne il significato generale sotto forma
di modello mentale (es.: la trama di un libro)
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Il lessico mentale
Le parole formano un lessico mentale
Grande velocità di elaborazione: un parlante italiano di media cultura
in condizioni normali è in grado di riconoscere una parola specifica in ca
125-250 msec, tra le 50.000 che conosce
Lessico mentale organizzato in modo efficiente
Informazioni organizzate sotto forma di entrata lessicale:
• Ortografiche, fonetiche, fonologiche (scrittura, pronuncia e
composizione fonologica delle parole)
• Morfo-fonologiche (composizione sillabica)
• Morfologiche (strutturazione interna e categoria di appartenenza)
• Semantiche (significato)
• Morfosintattiche (contesto sintattico richiesto)
6
Il lessico mentale
Rapporti tra le entrate lessicali, basati sulla condivisione di
caratteristiche di diverso tipo
1. Caratteristiche fonologiche/ortografiche velocità e accuratezza di
accesso alle parole nel lessico mentale influenzate dalla loro vicinanza acustica/
ortografica
2. Caratteristiche semantiche: entrate lessicali = nodi di una rete concettuale; le
parole collegate tra loro tendono a essere più vicine nella rete effetto
priming durante compiti di decisione lessicale
a. Rapporti intrinseci: elementi che formano un campo semantico
comune
esempi: iperonimia (mobilio-sedia), antinomia (caldo-freddo),
sinonimia (battaglia-conflitto)…
a. Rapporti associativi: dipendono da specifiche conoscenze socioculturali
esempio: guerra-morte 7
Il lessico mentale
Rapporti tra le entrate lessicali, basati sulla condivisione di
caratteristiche di diverso tipo
1. Caratteristiche fonologiche/ortografiche velocità e accuratezza di
accesso alle parole nel lessico mentale influenzate dalla loro vicinanza acustica/
ortografica
2. Caratteristiche semantiche: entrate lessicali = nodi di una rete concettuale; le
parole collegate tra loro tendono a essere più vicine nella rete effetto
priming durante compiti di decisione lessicale
• Task: decidere se sequenze di grafemi formano una parola realmente
esistente
• Coppie di parole in cui il primo membro (prime) è realmente esistente (es.
‘camion’); il secondo elemento (target) può essere collegato al prime (es.
‘auto’), non collegato al prime (es. ‘tulipano’), o una pseudo-parola (es.
*argio)
• Generalmente, i soggetti sono più veloci e accurati quando il target
è preceduto da un prime correlato
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Memoria e linguaggio
La memoria è fondamentale per apprendere e utilizzare il linguaggio
Acquisizione lessicale: in età evolutiva è favorita dallo sviluppo delle funzioni
mnestiche
Memoria di lavoro (Working Memory): sistema in grado di immagazzinare
informazioni per un breve lasso di tempo, compiendo su di esse anche operazioni
mentali. Almeno tre componenti:
a. Taccuino visuo-spaziale: mantiene informazioni relative all’aspetto, la
conformazione e la posizione spaziale
b. Circuito fonologico: mantiene informazioni di natura acustica. Sistema
composto da:
• Magazzino acustico a breve termine: mantiene l’informazione nella
memoria a breve termine, in modo passivo
• Componente attiva: previene il decadimento della traccia mnestica,
attraverso il meccanismo della ripetizione articolatoria subvocalica
(reharsal) 9
Memoria e linguaggio
La memoria è fondamentale per apprendere e utilizzare il linguaggio
Acquisizione lessicale: in età evolutiva è favorita dallo sviluppo delle funzioni
mnestiche
Memoria di lavoro: sistema in grado di immagazzinare informazioni per un breve
lasso di tempo, compiendo su di esse anche operazioni mentali. Almeno tre
componenti:
a. Taccuino visuo-spaziale: mantiene informazioni relative all’aspetto, la
conformazione e la posizione spaziale
b. Circuito fonologico: mantiene informazioni di natura acustica. La sua
presenza spiega:
• Effetto della lunghezza della parola: la quantità di informazioni
mantenute nella memoria a breve termine è generalmente
maggiore per liste di parole corte anziché lunghe (la ripetizione
articolatoria subvocalica di parole lunghe richiederebbe più
tempo per essere completata)
à Lo span verbale è correlato al livello di fluenza articolatoria
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Memoria e linguaggio
La memoria è fondamentale per apprendere e utilizzare il linguaggio
Acquisizione lessicale: in età evolutiva è favorita dallo sviluppo delle funzioni
mnestiche
Memoria di lavoro: sistema in grado di immagazzinare informazioni per un breve
lasso di tempo, compiendo su di esse anche operazioni mentali. Almeno tre
componenti:
a. Taccuino visuo-spaziale: mantiene informazioni relative all’aspetto, la
conformazione e la posizione spaziale
b. Circuito fonologico: mantiene informazioni di natura acustica. La sua
presenza spiega:
• Effetto di somiglianza fonologica: il ricordo immediato di una
serie di parole è più difficile se sono fonologicamente simili e più
facile se sono fonologicamente diverse
à parole fonologicamente simili formano tracce mnestiche meno
nette di parole acusticamente diverse 11
Memoria e linguaggio
La memoria è fondamentale per apprendere e utilizzare il linguaggio
Acquisizione lessicale: in età evolutiva è favorita dallo sviluppo delle funzioni
mnestiche
Memoria di lavoro: sistema in grado di immagazzinare informazioni per un breve
lasso di tempo, compiendo su di esse anche operazioni mentali. Almeno tre
componenti:
a. Taccuino visuo-spaziale: mantiene informazioni relative all’aspetto, la
conformazione e la posizione spaziale
b. Circuito fonologico: mantiene informazioni di natura acustica. La sua
presenza spiega:
c. Esecutivo centrale: immagazzina temporaneamente e coordina le
informazioni elaborate dai due sistemi periferici, per inviare informazioni
coerenti ai sistemi di memoria a lungo termine
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Modello dichiarativo procedurale (Paradis, 1994; Ullman, 2004)
● Modello dell’organizzazione cognitiva del linguaggio
● Due sistemi di memoria a lungo termine, anatomicamente e
funzionalmente distinti, per l’apprendimento di una lingua e la
sua rappresentazione cerebrale
1. Memoria procedurale
• Implicita
• Conoscenze che possono essere apprese anche in modo
inconsapevole, e consentono di effettuare procedure in
modo quasi automatico
• Nella fase di acquisizione del linguaggio, indispensabile
per apprendere ed eseguire abilità senso-motorie e
cognitive come quelle coinvolte nell’articolazione di suoni e
nella sintassi 13
Modello dichiarativo procedurale (Paradis, 1994; Ullman, 2004)
2. Memoria dichiarativa
• Esplicita
• Formata da due sistemi:
a. Memoria semantica, in cui sono immagazzinate le
informazioni di tipo enciclopedico (es.: conoscenze
relative al significato delle parole, a fatti storici…)
b. Memoria episodica, in cui è immagazzinato il ricordo
delle esperienze vissute precedentemente dall’individuo.
Fabbro (2001): si ritiene che entro il periodo critico il bambino acquisisca
• le competenze morfosintattiche e sintattiche in modo
inconsapevole grazie alla memoria procedurale;
• le competenze semantico-lessicali in modo consapevole grazie
alla memoria dichiarativa
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Unico sistema semantico-lessicale in cui sono immagazzinate le
informazioni semantiche delle parole, indipendentemente dalla
modalità con cui vengono utilizzate (scritta/orale)
Quattro strutture modulari indipendenti tra loro all’interno del lessico
mentale:
1. Lessico fonologico di input: immagazzina le informazioni relative alle
configurazioni acustiche delle parole
2. Lessico fonologico di output: immagazzina le informazioni articolatorie
necessarie alla produzione delle parole
3. Lessico ortografico di input: immagazzina le informazioni grafemiche
relative alle parole
4. Lessico ortografico di output: immagazzina le informazioni relative
alle configurazioni gestuali per scrivere le parole
Modello dell’elaborazione lessicale
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Modello dell’elaborazione lessicale Comprensione
Input visivo
Sistema di analisi visiva
LESSICO ORTOGRAFICO DI
INPUT
Sistema semantico-lessicale
Input uditivo
Sistema di analisi uditiva
LESSICO FONOLOGICO DI
INPUT
Sistema semantico-lessicale
1. L’informazione (visiva o uditiva) viene elaborata da un sistema di analisi, che riconosce i suoni o grafemi conosciuti
2. Ogni parola letta o udita viene trasferita al lessico ortografico o fonologico di input, in cui viene confrontata con il materiale lessicale presente, alla ricerca di parole note
3. L’informazione linguistica viene trasferita al sistema semantico-lessicale, in cui si accede al significato delle parole percepite
Cfr. Marini (2008)
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Modello dell’elaborazione lessicale Produzione
Sistema semantico-lessicale
LESSICO ORTOGRAFICO DI
OUTPUT
Buffer grafemico
Produzione scritta
1. Nel sistema semantico-lessicale viene pianificato il concetto che si vuole veicolare 2. In base al tipo di canale utilizzato (scritto o orale), l’informazione viene trasferita al lessico ortogafico o fonologico di output, in cui si ottiene l’accesso alle informazioni necessarie per scrivere o articolare la parola
3. Tale informazione viene inviata a un magazzino di memoria di lavoro (buffer grafemico o fonologico), che mantiene l’informazione in attesa di essere scritta o pronunciata
Sistema semantico-lessicale
LESSICO FONOLOGICO DI
OUTPUT
Buffer fonologico
Produzione orale
Marini (2008)
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Modello dell’elaborazione lessicale
Vantaggi del modello modulare del lessico:
1. Individuazione dei processi alla base dell’elaborazione lessicale
2. Previsione degli effetti di un deficit selettivo sul processo di
comprensione o produzione lessicale
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Pianificazione concettuale
Concetto lessicale
Selezione lessicale
Lemma
Codifica morfofonologica
Parola fonologica
Codifica fonetica
Organizzazione dei movimenti articolatori
Articolazione
1. Concettualizzazione
(prelinguistica)
2. Codifica grammaticale
(linguistica)
3. C o d i f i c a
morfofonologica
4. Codifica fonetica
5. Articolazione
Produzione orale
Marini (2008)
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Caratteristiche acustiche dei suoni
Suono = vibrazione che si propaga in un mezzo con un movimento
articolatorio à nella fonazione, il mezzo è l’aria
1. Una sorgente mette in movimento le particelle che compongono l’aria
circostante
2. Il movimento delle particelle d’aria è oscillatorio: le particelle si spostano in
avanti e indietro rispetto al proprio punto di riposo
a. La particella si sposta in avanti e comprime lo spazio che la separa
dalla particella successiva, trasmettendole il movimento
b. La particella torna al proprio punto di riposo, oltrepassandolo con
uno spostamento all’indietro rispetto ad esso
c. La particella torna al proprio punto di riposo
Rarefazione
Compressione
http://www.mediacollege.com/audio/images/loudspeaker-waveform.gif
20
Caratteristiche acustiche dei suoni
• Frequenza di vibrazione (Hz) = numero di oscillazioni compiute in un
secondo
• Periodo = tempo necessario per compiere ogni ciclo
• Ampiezza (dB) = massimo spostamento delle molecole del mezzo di
propagazione al passaggio dell’onda rispetto alla posizione di equilibrio
• Velocità di propagazione dell’onda acustica nell’aria in assenza di
ostacoli fisici, alla temperatura di 20 ˚C e alla pressione atmosferica di 760
mm: 343 m/s
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/b/bb/Onda_sonora.jpg/400px-Onda_sonora.jpg
21
Meccanismo laringeo
• La durata media dei cicli di apertura e chiusura è di circa 5 msec per le
donne e di circa 10 msec per gli uomini
• Numero di cicli di apertura/chiusura al secondo = frequenza di
vibrazione delle pliche vocali, che determina F0)
• F0 corrisponde al tono di voce di chi parla:
• F0 alte = suono percepito come acuto (donne: più di 200 Hz)
• F0 basse = suono percepito come grave (uomini: circa 125
Hz)
• Dipende da vari fattori: pressione sottoglottica, lunghezza,
spessore e tensione delle pliche vocali
• Può essere modulata irrigidendo o tendendo le pliche vocali
• Variazioni nella F0 contribuiscono a modulare la curva
intonativa degli enunciati (affermativo, interrogativo…) 22
La comprensione orale del messaggio
Input uditivo
Analisi uditiva
Trasformazione dello stimolo acustico in formato fonologico
Selezione lessicale
Accesso al lemma
Comprensione concettuale
Schema tratto da Marini (2008)
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• Isolamento dei suoni linguistici rispetto a suoni di natura non linguistica
• Sistema uditivo centrale (nervo uditivo, aree uditive primarie e secondarie e
lobi temporali)
• Sistema uditivo periferico (orecchio esterno, medio e interno)
I suoni percepiti sono trasformati in segnali neurali dalla coclea
Struttura tonotopica della membrana basilare all’interno della coclea (Marini, 2008: 115)
La comprensione orale del messaggio Analisi uditiva
24
Difficoltà:
1. Variabilità del segnale in entrata, dovuta a:
• fenomeni di coarticolazione;
• variazioni di natura soggettiva, dovuta a fattori di tipo sociolinguistico,
psicologico, comunicativo, ambientali
esempi: inflessioni dialettali, stati emotivi, uso di intonazioni particolari
in base al contesto comunicativo…
2. Mancanza di confini netti tra fonemi e parole
Si ritiene che il sistema di percezione acustica dell’uomo sia in grado di compensare tale
variabilità, percependo e riconoscendo segnali estremamente variabili
ricerca di indici acustici invarianti, ossia caratteristiche acustiche
legate alla fonazione che si mantengono costanti tra i parlanti delle varie
lingue; ad es., per identificare una vocale è necessario individuare almeno
le prime due formanti che la costituiscono (F1 e F2)
La comprensione orale del messaggio Fase di trasformazione dello stimolo acustico in formato fonologico
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Vengono riconosciute le parole che compongono il messaggio in entrata
Problemi:
1. Forma dello stimolo uditivo (fonemi, sillabe, strutture tonali…)
2. Quali processi portano alla rappresentazione dello stimolo percepito?
a. Teoria del confronto con un modello (Template matching hypothesis,
Klatt, 1989): individuazione di corrispondenza acustica fra stimolo e
schema acustico (template) immagazzinato nella memoria a lungo termine
b. Teoria motoria della comprensione linguistica (Motor Theory of
Speech Perception, Liberman, Cooper, Shankweiler et al., 1967): nonostante
la variabilità del segnale, i comandi motori sottostanti ai movimenti
articolatori (o strutture intenzionali più astratte) sono gli stessi
à è possibile riconoscere una parola formulandone inconsape-
volmente i movimenti necessari per riprodurla (cfr. neuroni specchio)
La comprensione orale del messaggio Fase di selezione lessicale
26
La lettura Modello a due vie della lettura ad alta voce
(Coltheart, Curtis, Atkins et al. 1993)
Input visivo
Sistema di analisi visiva
Identificazione dei grafemi
Lessico ortografico di input
Sistema di conversione grafema-fonema
Sistema semantico-lessicale
Lessico fonologico di output
Buffer fonologico
Articolazione ad alta voce Marini, 2008: 125
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La lettura Input visivo e fase di analisi visiva
1. L’informazione visiva, dopo aver attraversato il cristallino e aver raggiunto
la retina, viene trasmessa agli emicampi visivi destro e sinistro.
2. L’informazione raggiunge porzioni diverse del cervello per determinare
il riconoscimento dello stimolo visto
3. In questa fase, disturbi di natura non linguistica possono impedire il
corretto riconoscimento dello stimolo (es: disturbi di attenzione visiva,
agnosia visiva…)
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La lettura Fase di riconoscimento dei grafemi
• Sono analizzate le informazioni visive riconosciute come possibili grafemi sono
analizzate
• Diversi modelli per spiegare il processo di riconoscimento dei grafemi
1. Modello Pandemonium (Selfridge, 1959): il riconoscimento dei grafemi
avviene attraverso quattro fasi distinte
a. L’input sensoriale è temporaneamente immagazzinato nella memoria iconica,
sotto forma di rappresentazione iconica dello stimolo
b. Riconoscimento delle caratteristiche grafiche dei grafemi, attraverso l’aumento
di attivazione dei tratti identificati
c. Attivazione delle lettere che possono contenere tratti simili a quelli individuati
d. Selezione dei grafemi che hanno ottenuto il massimo livello di attivazione
è possibile determinare quale sia il grafema percepito
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La lettura Fase di riconoscimento dei grafemi
2. Modello di lettura ad attivazione interattiva parallela (Rumelhart,
McClelland, 1986, PDP): modello connessionista che prevede tre livelli
elaborativi principali:
a. Riconoscimento dei tratti grafici che compongono i grafemi
b. Elaborazione dei grafemi indipendentemente dalla loro
realizzazione formale (es. corsivo, ecc.)
c. Elaborazione delle parole
• Parallelo: i tre livelli operano contemporaneamente;
• Interattivo: le informazioni vengono scambiate fra i livelli,
attraverso l’invio reciproco di impulsi eccitatori (che facilitano
l’attivazione di determinati tratti, grafemi o parole) e inibitori (che
ne impediscono l’attivazione)
• Spiega l’effetto di superiorità della parola 30
La lettura Via lessicale e non lessicale
Input visivo
Sistema di analisi visiva
Identificazione dei grafemi
Lessico ortografico di input
Sistema di conversione grafema-fonema
Sistema semantico-lessicale
Lessico fonologico di output
Buffer fonologico
Articolazione ad alta voce
Via lessicale Via non lessicale
Immagine tratta da Marini (2008)
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La lettura Modello a due vie della lettura ad alta voce
• Via lessicale: il riconoscimento della parola passa attraverso il suo confronto con un
modello presente nel lessico mentale
• Via non lessicale: meccanismo di conversione grafema-fonema che permette di
leggere parole non presenti nel lessico mentale (inventate o mai viste prima)
• Spiegazione delle modalità di apprendimento di nuove parole durante la lettura à
il bambino, attraverso un’analisi dell’ambiente che lo circonda, impara a convertire i
fonemi nei grafemi corrispondenti e viceversa, immagazzinando le nuove parole nel
lessico mentale
• Quattro fasi principali nell’apprendimento della lettura (Savoia, 2014: 488; cfr.
anche Firth, 1985):
• Stadio logografico: le parole sono scritte o riconosciute come figure
• Stadio alfabetico (5-6 anni): apprendimento di regole di corrispondenza
lettera-suono
• Stadio ortografico: apprendimento di informazioni relative alla struttura
sillabica e morfologica della lingua
• Stadio lessicale: il bambino ha immagazzinato un lessico ortografico ed è
in grado di abbinare suoni e configurazioni di lettere
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La lettura • Interpretazione di DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento)
ad es. dislessia, disortografia.
Esempio: interpretazione dei disturbi dislessici acquisiti centrali, dovuti a
problemi nell’elaborazione linguistica dell’input visivo
a. Dislessia superficiale: lesione della via lessicale
soggetti in grado di leggere ad alta voce le parole (via non lessicale)
senza comprenderne il significato: non riescono a trovare l’entrata
lessicale corrispondente ai grafemi riconosciuti
b. Dislessia fonologica: lesione della via di conversione grafema-fonema
soggetti in grado di leggere solo parole conosciute
c. Dislessia profonda: lesione (parziale o completa) di entrambe le vie
soggetti non in grado di leggere parole sconosciute, che commettono anche
errori nella lettura di parole note N.B.: l’ipotesi della lesione completa delle due vie prevede che il processo di lettura venga
portato avanti dall’emisfero destro, consentendo di leggere alcune parole nuove ma con forti
limitazioni
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La scrittura
Interpretazione delle disgrafie
• Disgrafia profonda: lesione di entrambe le vie di scrittura
Incapacità di scrivere non-parole (lesione della via non lessicale) e errori
semantici nella scrittura di parole note (lesione della via lessicale); maggiori
difficoltà nella scrittura di parole astratte, verbi e funtori rispetto a parole
concrete e nomi (difficoltà di accesso al lessico ortografico di input)
• Disgrafia superficiale: lesione della via lessicale
Incapacità di scrivere le parole dall’ortografia irregolare
• Disgrafia fonologica: lesione della via non lessicale
Incapacità di scrivere non-parole sotto dettatura 34
• Apprendimento di lettura e scrittura differenti dall’acquisizione del linguaggio:
a. Abilità non innate: prodotto dell’evoluzione culturale dell’uomo
b. Apprese dopo il linguaggio, ‘secondarie’ e ‘esterne’
• No relazione necessaria fra lingua e scrittura: non tutte le lingue hanno
un sistema di scrittura
• Diversi modi di rappresentare gli elementi lessicali di una lingua
• Logogrammi: segno = concetto (scrittura tradizionale cinese)
à l’apprendimento della lettura comporta l’immagazzinamento
di un numero elevato di simboli
• Fonogrammi: segno = unità fonologica
• Scrittura sillabica: segno = sillaba (sistemi hiragana e katakana)
• Scrittura alfabetica: segno = segmento fonologico (italiano)
N.B.: in realtà, non sempre corrispondenza 1:1 fra segno e suono,
generalmente perché la grafia riflette rapporti fra lettere e suoni che
valevano in uno stadio precedente della lingua
esempio: it. <c> = [k], [ʧ]
Linguaggio, lettura e scrittura
35
I diversi sistemi di scrittura sono riportabili almeno in parte a un ordine
cronologico
1. Sistema pittografico: prime attestazioni certe di scrittura = segni sulle tavolette
rinvenute a Uruk e in altre località della Mesopotamia (3200-3400 a.C.):
rappresentazione scritta di referenti mediante simboli con valore convenzionale
2. Ideogrammi: es. cuneiforme (Sumeri, 3000 a.C. ca)
3. Sistemi misti: es. lineare A (combinazione di sillabogrammi e ideogrammi)
4. Sistemi fonografici: più antico esempi di alfabeto = scrittura fenicia
Diverse direzioni di scrittura:
• Dall’alto verso il basso (es. cuneiforme, prima fase)
• Sistema sinistrorso (es. arabo)
• Andamento bustrofedico (alternanza di una riga verso sinistra e una verso
destra;
es. greco e latino, prima di stabilizzarsi in direzione destrorsa)
• Sistema destrorso (es. italiano)
Linguaggio, lettura e scrittura
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Caratteristiche della scrittura
• Linguaggio scritto è decontestualizzato, non prodotto in rapporto a una
situazione comunicativa reale
à Effetti sull’organizzazione cognitiva del parlante: l’interpretazione del
linguaggio scritto implica l’esplicitazione delle assunzioni, delle premesse e
del contesto di riferimento unicamente attraverso gli elementi linguistici
• Relazione più generale e astratta tra parola scritta (e letta) e referente
• Maggiore densità lessicale
• Comprensione del testo scritto (cfr. il fenomeno dell’analfabetismo di ritorno):
• accesso alla forma grafica;
• vocabolario più ampio e specializzato;
• comprensione del significato di un testo sganciato dal contesto del discorso o
dalle conoscenze implicate dall’interazione tra gli interlocutori
• Effetti a livello sociale: la scrittura è un agente di democratizzazione del sapere; la
diffusione scritta delle conoscenze ha introdotto ulteriori differenziazioni sociali,
dovute al diverso grado di padronanza della lingua scritta e di accesso ai testi scritti 37
Disturbi linguistici
I disturbi linguistici possono interessare solo una modalità di produzione, orale o scritta,
anche limitatamente a una sola categoria grammaticale (cfr. Rapp e Caramazza, 1997;
Shapiro e Caramazza, 2003)
Shapiro e Caramazza (2003):
a. le forme delle parole orali e scritte devono avere rappresentazioni separate;
b. le categorie grammaticali sono rappresentate al livello delle forme della parola
c. il danno selettivo non riguarda i processi sintattici profondi (il deficit relativo al
vocabolario funzionale interessa solo una modalità)
Rapporto diretto tra flessione e contenuto concettuale-semantico
(Independent network model of lexical access, Caramazza, 1997; Caramazza e Miozzo, 1997)
A differenza dei modelli tradizionali, il livello semantico-lessicale è connesso a quello
fonologico-ortografico, senza il livello associato al lemma 38
Costruzione del modello mentale
Le informazioni morfosintattiche e semantiche contenute nei lemmi delle entrate
lessicali attivate permettono l’organizzazione delle parole percepite in frasi
1. Microstruttura: le informazioni derivanti dalle frasi vengono elaborate e
integrate sotto forma di proposizioni (predicato + argomenti richiesti), semplici o
complesse
• Le proposizioni sono integrate grazie a vincoli coesivi (relazioni di coreferenza,
connettivi, relazioni di coerenza locale tra gli stati ed eventi descritti nelle
proposizioni…)
2. Macrostruttura: generazione di reti concettuali in cui le informazioni
ricavate dalla microstruttura vengono ulteriormente integrate à coerenza
globale
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Costruzione del modello mentale
3. Superstruttura: insieme delle conoscenze presenti nella memoria
dichiarativa riguardanti il modo in cui le informazioni presenti in un testo
devono essere strutturate
• Esempio: script, struttura conoscitiva riguardante situazioni
comuni, consuete o stereotipate
Costituito da scene, composte da azioni a cui vengono
assegnati ruoli
esempio: comprare un automobile = entrare in un autosalone,
guardare e scegliere un modello di automobile, stipulare un
contratto; ruoli di venditore dell’autosalone e acquirente
Nozione di frame cognitivo: l’organizzazione testuale è legata all’integrazione
di script e informazioni provenienti dal contesto
• In base al contesto vengono eliminati i nodi concettuali superflui all’interno
del frame cognitivo, limitando la comprensione ai frame presenti in una
situazione comunicativa
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Costruzione del modello mentale
Modello mentale (Johnson-Laird, 1983):
• rappresentazione concettuale (non linguistica) per una completa
comprensione di un testo scritto o discorso orale
• rappresentazione di referenti, azioni, stati ed eventi esplicitamente
menzionati nel messaggio o inferibili
Comprensione del messaggio = ricostruzione del modello mentale che
l’emittente intende comunicare
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