tesi domenica 2 ott mattina · pdf filecorso in disaster management 4^ edizione 2005 titolo...

88
Corso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi dei criteri della comunicazione nel linguaggio giovanile. Informazione diretta e trasversale nella prevenzione dell’emergenza. L’importanza di un libretto di carattere informativo nel Comune e nel C.O.M. Autore Giorgio BALLATORE DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE SETTORE PROTEZIONE CIVILE I I N N& &OUT s.r.l. learning & comunicazione

Upload: doanduong

Post on 06-Mar-2018

232 views

Category:

Documents


7 download

TRANSCRIPT

Page 1: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

Corso in

DISASTER MANAGEMENT

4^ edizione 2005

TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi dei criteri della comunicazione nel linguaggio giovanile. Informazione diretta e trasversale nella prevenzione dell’emergenza. L’importanza di un libretto di carattere informativo nel Comune e nel C.O.M.

Autore Giorgio BALLATORE

DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE SETTORE PROTEZIONE CIVILE

IINN&&OUT s.r.l.

learning & comunicazione

Page 2: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

II

Corso in Disaster Management

Il processo di acquisizione di una cultura

di protezione civile nelle scuole. Analisi dei

criteri della comunicazione nel linguaggio

giovanile.

Informazione diretta e trasversale nella

prevenzione dell’emergenza. L’importanza di

un libretto di carattere informativo nel

Comune e nel C.O.M.

Giorgio Ballatore 2005

Page 3: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

III

Cultura dell’emergenza

Insieme delle idee, delle conoscenze e delle modalità di

percepire, di valutare e di agire sviluppate o da sviluppare

riguardo a situazioni di criticità che possono interessare la

nostra collettività, il nostro territorio, i nostri beni.

Generale Vito Bruno1

1 Vito Bruno, Generale dell’esercito, pilota. Docente nei corsi di formazione

di Disaster Management, ha ricevuto in materia l’attestato ad honorem

della Regione Piemonte. Esperto di Protezione Civile e autore di numerosi

testi.

Page 4: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

IV

Indice

Prefazione .............................................................................................................. V

Dal libro della Genesi ............................................................................................. 1

CAPITOLO 1

IL PROCESSO DI ACQUISIZIONE DI UNA CULTURA DI PROTEZIONE CIVILE ....... 2

1.1 La necessità dell’azione della Protezione Civile ......................................... 3 1.2 Storia della cultura della Protezione Civile ...............................................11 1.3 I concetti base della moderna Protezione Civile .......................................16 1.4 La comunicazione nel linguaggio giovanile: il punto di vista delle Istituzioni e

la formazione del docente...........................................................................18

CAPITOLO 2

ESPERIENZE NEL COMUNE DI RIVOLI ................................................................. 34 2.1 Formazione intesa come “comunicazione”...............................................35 2.2 Il Comitato Operativo Misto...................................................................38 2.3 L’opuscolo del Comitato Operativo Misto.................................................40 2.4 Interazioni tra le scuole del Comune di Rivoli e la Protezione Civile: ..........44

2.4.1 Prove di evacuazione di scuole .......................................................44 2.4.2 Istituzioni nella scuola....................................................................47 2.4.3 Altri incontri con la scuola ..............................................................49

2.5 Risposte delle scuole di Rivoli agli input delle Istituzioni ...........................52 2.5.1 Introduzione e premesse organizzative ed istituzionali ......................52 2.5.2 Esercitazione pratica: analisi dei possibili rischi presenti nella vita

quotidiana.............................................................................................54 2.5.3 Esercitazione pratica: analisi dei possibili rischi presenti nel territorio

circostante la scuola, individuati grazie alla segnaletica presente................57 2.5.4 Feedback di un’insegnante .............................................................60

Conclusioni........................................................................................................... 62

Allegati ................................................................................................................. 63 1 Opuscolo del Comitato Operativo Misto di Rivoli. ........................................63 2 Centro Coordinamento Fiat e i giovani.......................................................74

Bibliografia........................................................................................................... 81

Siti internet .......................................................................................................... 82

Page 5: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

V

Prefazione

Questo lavoro di Giorgio Ballatore mette in grande evidenza l’importanza di puntare sui processi educativi e sul coinvolgimento delle nuove generazioni, tramite la scuola e le famiglie, per formare e far crescere negli alunni la cultura della Protezione Civile.

Come ben descrive la relazione, in questi anni la collaborazione tra enti che si è sviluppata nel nostro territorio ha dimostrato come sia possibile educare i bambini sin dalla scuola materna a tenere il giusto comportamento nelle emergenze, e a sviluppare i meccanismi difensivi e di autocontrollo delle emozioni. Ma soprattutto è possibile educarli al rispetto dei valori collettivi, al dovere dell’aiuto reciproco, del soccorso e della solidarietà: valori che diventeranno un bene consolidato nell’età adulta e patrimonio prezioso di tutta la comunità.

Fondamentale in questo percorso, iniziato nell’anno scolastico 97/98 e mai interrotto, è stata la volontà comune di condividere obiettivi e attività, lavorando insieme fin dalla fase della progettazione delle iniziative e ricercando mezzi e risorse.

Il cammino non è stato scevro di difficoltà e ostacoli ma l’atteggiamento costruttivo e la disponibilità nel modificare continuamente le tecniche didattiche e nel trovare le soluzioni organizzative più opportune ha consentito di svolgere esperienze significative ed arricchenti.

Per il Circolo che dirigo, ma anche per le altre scuole della “rete”, l’Ufficio Protezione Civile del Comune di Rivoli, nella persona di Giorgio Ballatore e di tutto il personale e dei volontari coinvolti, è diventato un punto di riferimento importante per continuare nel processo avviato, ma anche per sperimentare nuove opportunità: a questo proposito ritengo veramente apprezzabile questo scritto, che non è soltanto memoria e testimonianza di quanto fatto, ma rappresenta un impegno per proseguire nella collaborazione e per aprire nuove prospettive.

Il Dirigente Scolastico Dott.ssa Antonietta Di Martino

Page 6: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

VI

La comunicazione e l’informazione sono aspetti fondamentali dell’azione di Protezione Civile. Una corretta e completa azione informativa e comunicativa permette di attuare un’efficace azione preventiva e spesso può contribuire a ridurre significativamente gli effetti dannosi di un evento. L’informazione e la comunicazione sono tanto più incisive quanto più centrano il targhet giusto e sono maggiormente efficaci se riescono a farsi comprendere e a lasciare un segno nella memoria delle persone e nei loro comportamenti. Per questi motivi l’informazione nelle scuole assume un’importanza fondamentale, perché colpisce la grande capacità percettiva dei giovani cittadini e insegna comportamenti che, proprio perché appresi in giovane età, difficilmente verranno dimenticati o cancellati del tutto. La dimostrazione dell’importanza dell’insegnamento nelle scuole l’abbiamo avuta venendo a sapere come una lezione sullo Tzunami tenuta in Inghilterra abbia permesso ad una bambina, in vacanza nel sud-est asiatico, di riconoscere il repentino ritirarsi del mare come uno degli effetti indicatori del pericolo imminente, di lanciare l’allarme e di salvare se stessa e le persone che gli stavano attorno. L’azione informativa e comunicativa fatta nei riguardi di soggetti ricettivi come i bambini e i ragazzi è però particolarmente delicata. Gli adolescenti ed i bambini sono abituati a seguire lezioni tenute da professionisti e sanno essere particolarmente critici nei confronti dei loro insegnanti. Una lezione noiosa e appesantita da nozionismo o informazioni inutili allontana l’attenzione degli studenti e può essere causa di disinteresse per l’intera materia; può quindi essere più dannosa che utile. Perché sia efficace l’azione comunicativa diretta a giovani studenti deve essere concertata con gli insegnanti, inserita nel programma generale dell’anno e non può risolversi in un incontro estemporaneo. La diffusione della cultura di Protezione Civile attraverso le scuole contribuisce sicuramente a migliorare la percezione dei cittadini e va incrementata per arrivare ad avere domani dei cittadini che siano particolarmente sensibili al tema. L’attività che Giorgio Ballatore descrive è articolata in momenti diversi, proprio volti all’interessamento dei ragazzi e all’azione studiata in sinergia con i loro discenti, per questo ha tutti gli elementi per raggiungere l’obiettivo che si prefigge, quello di prevenire attraverso la conoscenza. Comandante del Corpo di Polizia Municipale di Rivoli Disaster Manager Dtt. Franco Berera

Page 7: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

1

Dal libro della Genesi

Il Signore disse a Noè: "Entra nell`arca tu con tutta la tua famiglia

[…] D`ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e

la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il

maschio e la sua femmina[…] Perché tra sette giorni farò piovere

sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla

terra ogni essere che ho fatto". Noè fece quanto il Signore gli aveva

comandato.Noè aveva seicento anni, quando venne il diluvio, cioè le

acque sulla terra. […]Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono

sopra la terra;[…] proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le

sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. Cadde

la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. […] Il

diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e

sollevarono l`arca che si innalzò sulla terra. Le acque divennero

poderose e crebbero molto sopra la terra e l`arca galleggiava sulle

acque. Le acque si innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono

tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo. Le acque superarono

in altezza di quindici cubiti i monti che avevano ricoperto.[…]Così fu

sterminato ogni essere che era sulla terra: dagli uomini, agli animali

domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi furono sterminati dalla

terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell`arca. Le acque

restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni.

(Genesi 7,1 – 7,23)

Page 8: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

2

Capitolo 1

IL PROCESSO DI ACQUISIZIONE DI UNA

CULTURA DI PROTEZIONE CIVILE

Page 9: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

3

1.1 La necessità dell’azione della

Protezione Civile

Da sempre l’uomo si è travato innanzi alla necessità di

confrontarsi con fenomeni naturali ed eventi artificiali pericolosi

e dannosi. Questi hanno reso necessaria la creazione di

organizzazioni di persone, pronte e capaci a far fronte alle

emergenze dettate da alluvioni, terremoti, maremoti,

esondazioni, uragani, ma anche incendi, fughe di gas etc.

Oggi ancor di più, sembra che il progresso esasperato

non vada di pari passo con il raziocinio: paesi industrializzati e

paesi poveri, paesi informatizzati e paesi dove l’alfabetizzazione

è un miraggio, paesi dove si reclamizzano cibi per animali e

paesi dove bambini muoiono di fame ed altri ancora. L’esigenza

di intervenire tempestivamente, laddove si presenta un pericolo

potenziale o reale, impone agli stati moderni di destinare una

parte delle risorse umane ed economiche ad investimenti volti a

potenziare l’attività di prevenzione dai rischi e le attività di

pronto intervento in situazioni critiche. L’uragano Katrina2,

2 L’uragano Katrina si è abbattuto il 27 agosto 2005 sulle coste sud orientali

degli Stati Uniti. La NASA e la JAXA hanno reso disponibili delle immagini

che evidenziano il movimento del l’uragano Katrina. Nella pagina seguente,

la figura I. di sinistra mostra la situazione del 27 agosto 2005 alle ore 8:20,

ora locale, quella di destra la situazione di 2 giorni dopo alle ore 10:42.

Page 10: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

4

Figura I. Evoluzione dell’uragano Katrina.

Figura II. Figura III.

che ha sconvolto gli Stati Uniti, ha dimostrato che non sempre il

danaro è sufficiente a garantire previsione ed efficienza.

Page 11: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

5

Figura II. e figura III. ritraggono la città di New Orleans; rese

disponibili dalla NASA, sono state effettuate con un telescopio

che si trova su un satellite in orbita introno alla terra: la prima

risale al 2000, mentre la seconda è del 13 settembre 2005. Si

nota che il livello delle acque è salito notevolmente arrivando a

coprire quasi tutta la zona, ricordando che è una zona

densamente popolata ci si rende immediatamente conto degli

effetti devastanti di questa calamità

Nella figura IV, del 31 agosto 2005, si può notare un esempio

più evidente dei danni che tale uragano ha provocato.

Figura IV.

Nella pagina seguente, la figura V. mostra una situazione simile

risalente al 26 agosto 2005, dei danni causati in Florida sempre

dallo stesso uragano.

Page 12: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

6

Figura V.

La cultura di oggi, che ha profonde radici sulla

televisione, fa si che il fruitore, abituato a film che descrivono

eventi calamitosi, quando vengono presentati al telegiornale

situazioni come quelle create dagli uragani, tende a pensare

che sia un avvenimento assolutamente lontano dalla sua vita. E’

però un pensiero molto pericoloso perché porta a non prendere

precauzioni di nessun tipo e finisce per essere impreparato a

quelle situazioni che nel suo territorio possono capitare. Più

vicino alla nostra realtà, in Piemonte, le minacce di alluvione,

per fortuna con frequenza bassa, ma non per questo meno

pericolose, sono un ulteriore esempio di calamità. Si ricordi

quella del novembre 1994.

Page 13: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

7

La figura VI. Ritrae il Comune di Nizza Monferrato il 4 e 5

novembre ‘94.

Figura VI.

Questi scenari apocalittici, vengono contrastati dal nascere di

una nuova scienza, nuovi studi e nuove materie. Studi sulla

difesa dei tesori naturali, quegli stessi che spesso

contribuiscono alla sopravvivenza della razza umana.

Innovazioni tecnologiche e nuovi materiali consentono di

prevenire, studiare ed attenuare i rischi derivanti dai terremoti

ed altri eventi naturali .

Conferenze internazionali su temi comuni quali: deforestazione,

ozono, idrocarburi ed altro ancora, contribuiscono a creare una

coscienza dei pericoli.

L’analisi dei fenomeni e la pianificazione delle emergenze, così

come la gestione dei grandi eventi, l’informazione e

l’approfondimento di tutte queste tematiche si possono

sintetizzare con solo due parole: Protezione Civile.

A proposito di prevenzione ricordiamo il grande lavoro

espletato di recente dalla Protezione Civile e dalle Istituzioni, a

Roma durante le esequie del Papa Giovanni Paolo II.

Page 14: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

8

Figura VII.

Nella figura VII. è possibile vedere scorte di acqua preparate

dalla Protezione Civile in vista dell'enorme afflusso di fedeli in

Piazza San Pietro.

Gli stati moderni che si adoperano maggiormente per

diffondere nozioni di cultura civile ed ambientale sono

inevitabilmente quelli più ricchi, quelli cioè in grado di attuare

politiche rispettose dell’ambiente e dell’essere umano,

destinando allo scopo parte della propria ricchezza.

Purtroppo in svariate parti del pianeta, come quelle occupate da

popolazioni povere e devastate da economie fortemente in

deficit, la diffusione della cultura civile ed ambientale non

rientra tra le priorità più cogenti, nonostante le calamità

ambientali e i danni arrecati dall’uomo alla natura e alla civiltà,

abbiano, proprio in queste zone, conseguenze devastanti anche

e soprattutto perché le popolazioni colpite non godono delle

risorse economiche per fronteggiarle.

È un auspicio unanimemente condivisibile che i Paesi cosiddetti

“ricchi” prendano atto che il progresso, verso il quale tendono e

Page 15: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

9

che inseguono grazie ad investimenti di denaro e all’apporto

della scienza e della tecnologia, non può prescindere, anzi, deve

essere indissolubilmente legato al proposito di proteggere

l’ambiente e, con esso, l’uomo stesso. Soltanto immettendosi in

questa prospettiva, infatti, si potranno prevedere, con minor

approssimazione, catastrofi ambientali quali, il maremoto che

ha colpito le coste indonesiane e indiane o l’uragano che ha

dilaniato la costa nord orientale degli Stati Uniti. Eventi

catastrofici che sono stati ampiamente documentati e che

hanno tanto impressionato l’opinione pubblica.

Figura VIII.

La figura VIII. sono fotografie aeree con la vista

d’insieme della devastazione causata dalle onde dello Tsunami

che colpì i paesi dell’Oceano Indiano il 26 dicembre 2004. In

particolare nella foto di sinistra è visibile una colonia di

pescatori dell’India del sud, mentre a destra un altro

insediamento cittadino dell’India

Page 16: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

10

.

Figura IX.

La figura IX. mostra “il prima e il dopo” del passaggio

dell’onda anomala. Le due immagini da satellite evidenziano

una stessa provincia indonesiana, ma a sinistra nel 2003 prima

dello Tsunami , mentre a destra tre giorni dopo il disastro. Si

nota come l’acqua abbia spogliato la terra dalla vegetazione

lavando via ogni cosa sul proprio cammino. Il numero delle

vittime umane sono state più di 140.000.

Anche nei paesi poveri è possibile organizzare una risposta

efficace di Protezione Civile, ma è in maggior parte un impegno

che devono assumere i paesi “ricchi”. Essi devono portare

soccorso, con metodi moderni e organizzati, usufruendo di

personale ben addestrato.

Page 17: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

11

1.2 Storia della cultura della Protezione

Civile

L’esigenza di contrastare gli eventi calamitosi fu chiara

già agli antichi, che crearono delle squadre di uomini addetti a

intervenire in caso di incendio. L'istituzione delle prime milizie

organizzate per lo spegnimento degli stessi risale al 289 a.C.

Nel 22 a.C. Augusto3 istituì un corpo composto di 600 schiavi

preposti alla vigilanza notturna e all’estinzione degli incendi.

Figura X.

In quei gruppi organizzati risiede l’origine degli attuali Vigili del

Fuoco che a loro volta si possono considerare i precursori della

3 Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto (63 a.C-14 d.C.), primo imperatore

romano

Page 18: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

12

Protezione Civile. Nell’epoca romana si consideravano degne di

attenzione solo le calamità che erano più frequenti, quali gli

incendi.

Per avere chiara l’importanza che doveva avere il problema

degli incendi, si pensi a due avvenimenti molto famosi proprio

degli anni intorno alla nascita di Cristo: l’incendio di Roma sotto

l’impero di Nerone4 e l’incendio della Biblioteca di Alessandria

d’Egitto durante le guerre civili dell’epoca di Giulio Cesare5.

Il primo incendio avvenne nel 47 a.C., durante la guerra civile

tra Cesare e Pompeo6; presso Alessandria d’Egitto, il fuoco

divorò il porto cittadino e si estese anche ad alcuni depositi

della biblioteca più famosa del mondo, distruggendo circa

40.000 volumi.

Il secondo incendio, iniziato nella notte del 18 luglio 64 d.C., si

sviluppò nei quartieri poveri e malsani della città. Il fuoco,

favorito anche dalla stagione calda, diventato inarrestabile, si

estese nei quartieri vicini; dopo tre giorni raggiunse i quartieri

della borghesia e dopo altri quattro le fiamme avvamparono su

tutta Roma. In 9 giorni il novanta per cento della città era

ridotta in cenere; solo 3 quartieri dei 14 esistenti ne furono

risparmiati.

Con il passare dei secoli, la tipologia delle calamità da

fronteggiare si è estesa e con essa è nata e si è evoluta, una

4 Lucio Domiziano Nerone (37 – 68 d.C.) imperatore Romano 5 Caio Giulio Cesare (100– 44 a.C.) condottiero, uomo politico romano e

scrittore 6 Gneo Pompeo Magno (107-48 a.C.) generale e uomo politico romano nel

60 forma il primo triunvirato insieme a Licinio Crasso e Cesare

Page 19: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

13

scienza nuova, volta non solo più a contrastare ogni tipo di

disastro ma anche a prevenirlo.

Nella metà del secolo scorso gli Stati Uniti, sotto la

direzione del Ministero della Difesa e con l’apporto di tecnici

civili, hanno realizzato una strategia, a livello nazionale, allo

scopo di intervenire in caso di un attacco nucleare.

Negli stessi anni, una svolta determinante è avvenuta in

Svizzera, presso l’Università di Friburgo, dove sono nati i primi

studi di approfondimento sui temi del Disaster Management,

sulla scorta del ben conosciuto Piano Wahlen7 che garantì

sicurezza e indipendenza durante il secondo conflitto mondiale,

grazie ad uno staff di urbanistiche approfondirono gli argomenti

già schematizzi nel succitato piano.

In Inghilterra, il premio Nobel Patrik Blackett8, sfruttando

le metodologie di tattica e strategia militare, applicando le

teorie matematiche e statistiche che si utilizzano negli studi di

fisica, creò una nuova disciplina finalizzata ad analizzare ed

ottimizzare le procedure da attuare in situazioni d‘incertezza,

come per esempio le calamità naturali.

7 Il piano Wahlen nasce in Svizzera dall’esperienza della disciplina militare,

durante la seconda guerra mondiale, per far fronte alle possibili situazioni

di emergenza legate alla situazione contingente. Il piano ha avuto eco

grazie anche agli studi di Enrico Quarantelli, oggi direttore del Disaster

Research Center della Delaware University. 8 Patrick Maynard Stuart Blackett (1897-1974 ) fisico britannico. Premio

Nobel 1948. Nel 1940 coordinatore della Operations Research. Nel 1944

viene insignito dal Dipartimento della Guerra della medaglia al merito per il

servizio civile.

Page 20: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

14

In Italia il primo corso di Disaster Management,

riconosciuto dal U N D R O9, si è tenuto presso l’Università di

Napoli nel 1986.

I primi studi sulla Protezione Civile sono la naturale evoluzione

della primaria disciplina militare nata come “Difesa Civile”.

La Protezione Civile, in Italia, è il complesso degli organi

incaricati della prevenzione di calamità pubbliche (disastri

naturali, episodi di grave inquinamento ambientale) e degli

interventi di urgenza da compiere quando si verificano. Il

servizio nazionale della Protezione Civile è stato istituito nel

1992 e fa capo alla Presidenza del Consiglio. Costituisce un

sistema di competenze cui concorrono le amministrazioni dello

Stato, le Regioni, le Province, i Comuni e gli altri enti locali, gli

enti pubblici, la comunità scientifica, il volontariato, gli ordini

professionali. Il decreto legislativo n. 300 del 30 luglio 1999 ha

istituito l’Agenzia di Protezione Civile.10

Oggi il Disaster Management si occupa prevalentemente

di emergenze non intenzionalmente prodotte dall’uomo ed è

materia di insegnamento in molteplici università e istituti post

universitari del mondo.

Questi studi affrontano due diverse tematiche: da una parte

delineano scenari di rischio e possibili collassi di sistemi

9 United Nations Disaster Relief Office: l'organo di controllo europeo in

materia di emergenze, con sede a Ginevra. 10 Il Decreto Legislativo si inserisce nella riforma dell'organizzazione del

Governo, a norma dell'art. 11 della Legge n. 59 del 15 marzo 1997. Per

quanto riguarda la creazione delle Agenzie di protezione civile si vedano gli

articoli dal n. 79 al n. 87.

Page 21: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

15

organizzati di ogni genere ( idrologici, tecnologici, sismologici

etc.); dall’altra hanno come obiettivo quello di sensibilizzare la

popolazione su tematiche quali la prevenzione e le tecniche di

soccorso.

La disciplina della Protezione Civile si è evoluta molto negli

ultimi anni: le materie che la compongono, nel corso del tempo,

si sono arricchite di contenuti che ne hanno migliorato la qualità

e lo “spessore”. Detto spessore non deriva soltanto dall’apporto

dato dalle leggi, dai regolamenti o dai protocolli, che codificano

la materia, ma, soprattutto, dal lavoro quotidiano e capillare di

persone qualificate che hanno come scopo primario la

formazione, l’informazione e la divulgazione di una cultura di

Protezione Civile nella società e hanno esperienze dirette da

trasmettere.

Page 22: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

16

1.3 I concetti base della moderna

Protezione Civile

La Protezione Civile si occupa di prevedere e quindi

prevenire, potenziali rischi calamitosi. Nel caso non fosse

possibile annullare gli effetti nefasti del pericolo, essa si occupa

d’intervenire portando i soccorsi necessari ai cittadini coinvolti e

di attivare gli strumenti necessari diretti a superare la situazione

di emergenza.

Affinché tutte queste attività risultino efficaci, è necessario

collaborare in stretto legame con i cittadini, sensibilizzando la

comunità affinché conosca l’operato della Protezione Civile.

Perché il “concetto di sicurezza” sia radicato nelle persone, non

è sufficiente parlare astrattamente di terremoti, tsunami,

eruzioni vulcaniche ed altre calamità, ma si deve anche

insegnare ai cittadini ad autoproteggersi dai rischi quotidiani.

Creare questa mentalità sugli eventi più ricorrenti, ma anche

meno disastrosi e pericolosi, servirà come base per insegnare a

capire e prevenire pericoli più grandi.

Questi obiettivi ambiziosi potranno essere raggiunti se si riuscirà

a diffondere quella che si può definire “cultura della sicurezza”.

Il messaggio forte che deve giungere al cittadino e che

deve restare nel profondo della memoria, si può riassumere in

tre parole: “regole, solidarietà e volontariato“.

Il primo concetto, ossia le “regole”, sono alla base di una buona

convivenza e di una corretta forma di rispetto verso gli altri. Il

Page 23: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

17

secondo concetto, “solidarietà”, vuole indicare l’amicizia

profonda che normalmente lega gli esseri umani. Ultimo

concetto, non meno importante, è il “volontariato”. Infatti il

cittadino deve avere la consapevolezza che molta parte degli

aiuti che può ricevere in caso di calamità o incidente arriva da

altri cittadini come lui, che si sono offerti di essere di aiuto per

gli altri. Questo con lo scopo di incentivare una coscienza

collettiva di volontariato. La forza della Protezione Civile è

racchiusa proprio in questa formula di tre soli vocaboli.

Page 24: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

18

1.4 La comunicazione nel linguaggio

giovanile: il punto di vista delle Istituzioni

e la formazione del docente

Ormai da qualche anno a questa parte le Istituzioni dello

Stato, delle Regioni, delle Province e dei Comuni hanno dato

segnali di sensibilità nei confronti delle materie ambientali e di

Protezione Civile.

Numerose sono le testimonianze, sul piano legislativo, di un

atteggiamento volto a creare nei cittadini una cultura di

prevenzione e attivazione degli strumenti che sono necessari in

caso di calamità o di pericoli intrinseci nella vita quotidiana.

Di seguito riportiamo alcuni esempi di stimoli che le

Istituzioni forniscono allo scopo di avvalorare i concetti di

trasmissione di una cultura di Protezione Civile nei cittadini di

domani. Cittadini che saranno gli imprenditori, gli operai, i

dirigenti pubblici del futuro.

Progettare per loro e soprattutto con loro, una città più sicura,

è l’impegno forte delle Istituzioni.

Page 25: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

19

Nel 1992 nasce il Progetto Scuola Sicura11 con lo scopo di

inserire nella scuola dell’obbligo l’insegnamento della Protezione

Civile. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è stato individuato

come parte privilegiata del progetto, probabilmente perché,

anche per motivi storici, resta il primo referente del cittadino in

caso di calamità naturali. Il progetto tende a favorire

l’inserimento nella scuola dell’obbligo di un programma globale

di educazione incentrato sui rischi naturali, dell’ambiente

domestico e scolastico, che coinvolga anche l’aspetto

comportamentale ed avvicini i ragazzi alle realtà della

Protezione Civile.

Lo scopo dell’iniziativa, infatti, non è solo quello di dare utili

informazioni sulle norme di sicurezza da adottare in caso di

emergenza, ma anche di formare ed educare il giovane a

comportamenti che siano improntati alla solidarietà,

collaborazione ed autocontrollo.

11 Programma didattico realizzato dal Ministero dell’Interno in

collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione e con il

Dipartimento della Protezione Civile. E’ stato creato un Comitato

Organizzatore Nazionale del Progetto Scuola Sicura , di cui fanno parte

rappresentanti del Ministero dell’Interno, del Ministero della Pubblica

Istruzione, del Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero

dell’Ambiente, del Corpo Forestale dello Stato, della Croce Rossa Italiana,

dell’A.g.e.s.c.i., dell’A.n.p.a.s., della Siemens e della Telecom.A livello locale

il Progetto è coordinato dalle Prefetture, attraverso un Comitato

Organizzatore Provinciale, cui partecipano oltre al Provveditorato agli studi

ed al locale Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, anche rappresentanti

degli enti locali, enti pubblici e privati, aziende di servizi, organizzazioni di

volontariato.

Page 26: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

20

Un altro aspetto particolarmente interessante di questo

progetto è che sono stati previsti corsi di formazione per i

docenti che dovranno portare nella scuola la materia

“Protezione Civile”.

Corsi che propongono incontri diretti tra la scuola e le

Istituzioni, come visite guidate nelle strutture locali della

Protezione Civile. In fine, un momento di particolare importanza

sono la redazione di un piano di evacuazione di un complesso

scolastico e le esercitazioni di verifica.

Il Ministero della Pubblica Istruzione con la Circolare n.

122 del 2000, prendendo come riferimento il Decreto

Legislativo n. 626 del 1994, ribadisce l’importanza della

sicurezza ed il ruolo primario della scuola per la

sensibilizzazione e la formazione dei cittadini su tali argomenti.

I punti salienti di detta circolare recitano che“[…]Il rispetto della

personalità collettiva ed individuale ed il miglioramento delle

qualità della vita può essere più adeguatamente sostenuto con

l’apporto di nuove generazioni opportunamente sensibilizzate e

formate ad una cultura della sicurezza e della prevenzione,

nell’ambito di uno sviluppo che tenga conto anche della

salvaguardia dell’ambiente e della salute. Ed è la scuola il luogo

in cui si realizzano e trasmettono cultura, valori ed idee […] Tra

le varie iniziative finalizzate alla diffusione della cultura della

sicurezza e prevenzione, non si può prescindere, nell’ambito di

tutte le forze operative della scuola, da un adeguato

coinvolgimento anche e soprattutto degli alunni […] tramite

l’affermazione, la diffusione ed il convinto insegnamento, che

deve trovare il momento propulsivo e determinante proprio

all’interno della scuola medesima […]”

Page 27: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

21

Mentre invece la Carta 2000 – Sicurezza sul Lavoro12

pone particolare attenzione alla necessità di creare una nuova

cultura della sicurezza nei lavoratori di domani (gli studenti di

oggi).

La salute e la sicurezza pubblica sono invece stati l’imperativo

che il Governo e le Istituzioni si sono date per l’anno 2000,

probabilmente partendo dal presupposto che l’Italia, nell’anno

precedente, è stato il paese con il primato negativo per il

numero degli infortuni e morti sul lavoro.

Questi esempi dimostrano che sono stati fatti degli sforzi da

parte delle Istituzioni, sono state emanate diverse leggi13, ma

da sole non bastano. Deve cambiare la cultura. La sicurezza

deve diventare materia scolastica, perché entri nella coscienza

profonda dei futuri lavoratori e dei futuri imprenditori.

Il Piemonte è, a livello locale da sempre, tra le regioni più

impegnate nelle attività di informazione e diffusione delle

tematiche di base di Protezione Civile e le istituzioni scolastiche

vengono considerate un contesto di fondamentale importanza a

cui destinare questi insegnamenti.

La Regione Piemonte considera necessarie le iniziative

formative nelle scuole che hanno lo scopo di informare quanti

sono soggetti a un pericolo o quanti devono “convivere” con

12Carta 2000 – Sicurezza sul Lavoro è il manifesto programmatico del

Governo, Istituzioni, Amministrazioni locali e parti sociali per vincere la

battaglia in favore della salute e della sicurezza sul lavoro. Presentata

presso il porto antico di Genova il 3, il 4 e il 5 dicembre 1999 13 Tra le altre, il Decreto Legislativo n. 626 del 1994

Page 28: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

22

particolari situazioni di rischio, illustrando quali possono essere i

comportamenti da tenere in caso di calamità.

Questi sono, infatti, gli elementi base della Cultura di Protezione

Civile, intesa anche come l’insieme delle idee, delle conoscenze

e delle modalità di percepire, di valutare e di agire, che sono

state sviluppate riguardo al problema dell’emergenza e dei

rischi.

Una prima attività della Regione è stata introdurre La

giornata della Protezione Civile istituita dal 1996. Essa è una

ricorrenza annuale, in cui il giorno cinque del mese di

novembre, si organizza una festa, come momento di sintesi

delle iniziative che coinvolgono le istituzioni scolastiche e non.

Tra le iniziative patrocinate dell’ente regionale, che riguardano

le scuole si può annoverare il concorso Amico Fiume, indirizzato

agli alunni delle scuole elementari e medie allo scopo di

sensibilizzare i più giovani alla “cultura di prevenzione”.

Figura XI.

Questa iniziativa prevedeva l'ideazione grafica e lo slogan della

campagna di Protezione Civile 2003 Amico Fiume. Il concorso è

stato vinto dagli undici alunni dalla pluriclasse quarta e quinta

dalla Scuola elementare Domenico Savio di Villareggia (TO) che

ha creato Gocciolone .

Page 29: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

23

Figura XII. Gocciolone

Dalla primavera 2003 l'Assessorato alla Protezione Civile

della Regione Piemonte, utilizzando come simbolo Gocciolone

ha avviato la Campagna di pulizia dei fiumi del territorio

piemontese.

Ogni provincia "adotterà" uno o più corsi d'acqua e si occuperà

della messa in sicurezza degli stessi.

Page 30: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

24

Figura XIII. Figura XIV.

Esseoesse è invece il titolo di uno spettacolo di burattini

realizzati con materiali d'uso comune assemblati fra loro. In

esso si narra la giornata di un bambino soggetto a piccoli e

grandi rischi che riesce ad affrontare nel migliore dei modi.

Questo progetto, sempre della Regione, si rivolge a un pubblico

di bambini della scuola materna e primo ciclo elementare.

Dal 1998 ad oggi sono state realizzate più di 260

rappresentazioni.

Un’altra iniziativa della Regione è Fuori pericolo!,

spettacolo che affronta i comportamenti da tenere in caso di

calamità naturali o derivanti dall'intervento dell'uomo,

evidenziando alcune piccole-grandi azioni che ciascuno può

eseguire nell'attesa dei soccorsi (nella figura n.XIV la

locandina).

Questo progetto si rivolge ai ragazzi delle scuole elementari e

medie. Dal 1997 a oggi sono state realizzate più di 33 repliche

che hanno coinvolto circa 10.000 ragazzi.

Page 31: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

25

Figura XV.

Acqua di Po è un’ulteriore iniziativa che integra e

prosegue il programma di attività educative avviate dallo

spettacolo Esseoesse. La scenografia dello spettacolo è

composta da un plastico animato, che rappresenta un tratto del

fiume Po lungo la Pianura Padana piemontese.

Alcune immagini delle più recenti alluvioni in Piemonte,

trasmesse direttamente sulla scena da un videoproiettore, si

sovrappongono drammaticamente allo spettacolo, nel momento

più emozionante, quello dell'alluvione.

Un’altra realizzazione molto interessante è il Diario di

Protezione Civile, che è un vero e proprio diario scolastico per

gli alunni delle scuole elementari.

Ha lo scopo di sensibilizzare i più giovani alle tematiche della

Protezione Civile. Un simpatico personaggio di nome Rischiotto

indica ai bambini come comportarsi in caso di piccole e grandi

emergenze, illustrando tutto ciò per mezzo di vignette e giochi.

Il diario è inteso come strumento didattico e la distribuzione

privilegia le scuole che intendono impostare un progetto

educativo relativo alle tematiche della Protezione Civile.

Si veda nella pagina seguente, in figura XVI. la copertina del

Diario di Protezione Civile.

Page 32: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

26

Figura XVI.

Tutte queste iniziative ed attività della Regione Piemonte

sono finalizzati a sensibilizzare soprattutto i bambini e i ragazzi

ma con loro anche gli adulti. L’obiettivo è sempre quello di

riuscire a trasmettere una vera cultura di Protezione Civile, una

maggiore consapevolezza dei pericoli e delle azioni da

intraprendere nelle differenti situazioni.

Gli operatori del settore di Protezione Civile, che sono

stati coinvolti nelle iniziative volte a divulgare la cultura di

Protezione Civile nelle scuole, si sono trovati di fronte ad un

compito arduo. Hanno accettato, infatti, di portare a termine un

progetto ambizioso, che esula dalle proprie competenze

specifiche poiché, provenendo da un contesto diverso, prevede

un inserimento nel mondo della scuola. La parte più facile, ma

che assorbe comunque molto tempo, è preparare la lezione,

Page 33: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

27

documentarsi, approfondire gli argomenti. Quella più difficile è

rendere efficace l’esposizione dei concetti che si intendono

passare agli ascoltatori. Una persona che si trova a dover

insegnare, non avendo una preparazione specifica, anche se

possiede un’ottima padronanza della materia, si trova spesso

nell’incapacità di rendere facilmente comprensibile il suo

insegnamento. Diventa quindi necessaria una preparazione

all’educazione per lo stesso educatore.

Su questi argomenti sono numerosi gli spunti e le riflessioni

degli esperti in materia di educazione.

Suor Rosanna Costantini14, per citare un esempio, in un suo

testo sulla visione psicologica dell’insegnamento effettua alcune

interessanti riflessioni. In primo luogo sostiene che si deve

tenere conto dell’allievo non solo in quanto individuo ma anche

come essere sociale e teologico; si devono inoltre inserire gli

insegnamenti nel contesto di vita quotidiana dell’allievo stesso.

La relazione educativa non deve più essere concepita come un

mero flusso informativo unidirezionale, ma deve essere basato

su una forte interattività fino a diventare un dialogo in cui si

tengano presenti le differenze tra i singoli allievi.

La relazione educativa, dal punto di vista psicologico, è

una situazione di convergenza che coinvolge processi di crescita

e di comunicazione, individuali e interpersonali, di gruppo e

istituzionale-organizzativi, che esigono il contributo di approcci

metodologici differenti.

14 Suora Rosanna Costantini, docente presso la Facoltà Auxilium

Page 34: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

28

Herbert Franta15 ha scritto diversi libri sulla

comunicazione e sull’insegnamento, sostenendo che chi deve

portare messaggi ai giovani, come un educatore o un

insegnante, è chiamato ad assumere una posizione guida. Egli

sostiene che sia quindi necessario creare un positivo contatto

socio-affettivo con i giovani; questi comportamenti si

manifestano sotto forma di rispetto, calore umano,

considerazione. Tali bisogni sono avvertiti in misura maggiore

dalle persone in crescita, in quanto si trovano in posizione di

inferiorità e di dipendenza di fronte agli adulti e non hanno

ancora sviluppato o consolidato un positivo concetto di se

stessi.

Ci sono degli importanti punti di sovrapposizione tra i due

sociologi cattolici dai quali si evince che l’educatore deve essere

una guida autorevole, capace cioè di organizzare con

ragionevolezza gli interventi in vista dell’autonomia

dell’educando, di orientare le attività in vista di un progetto di

vita.

L’educatore deve essere una guida, capace di rendere la

comunicazione trasparente e di facile comprensione. Deve

altresì interagire con il mondo giovanile, avvicinandosi ad esso,

tenendo ben presente l’età dei destinatari del suo messaggio.

Tutto ciò non basta, per Herbert Franta. La guida deve anche

essere “amorevole” cioè capace di accogliere e rispettare

l’alunno nella sua attuale situazione, di comprendere il suo

mondo così come lui lo vede, di incoraggiarlo attivando le sue

15 Herbert Franta , educatore salesiano tedesco.

Page 35: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

29

risorse al fine di incrementare la fiducia e l’autostima, col

l’obbiettivo finale di stimolare le sue motivazioni ad agire come

individuo autonomo e responsabile.

Il Disaster Manager Franco Berera16, scrive nella sua tesi

che: “il termine comunicazione significa trasmissione di

informazioni e notizie, ma anche messa in comune,

partecipazione, condivisione e scambio di messaggi.

Condividere vuol dire scambiarsi, dare e ricevere messaggi,

informazioni e dati. La condivisione può avvenire tramite una

gestualità o una mimica socialmente riconosciute e accettate,

tramite suoni e parole, scritti o disegni e sistemi informatici.

Può essere diretta o mediata da strumenti quali la radio, la

televisione, i giornali o, più semplicemente, tramite altre

persone che riferiscono quello che hanno sentito e hanno

capito. Presupposto fondamentale perché la comunicazione sia

comprensibile dai soggetti attori è la condivisione dei linguaggi,

dei codici e dei gesti.“

Differenti studiosi sono giunti alla stessa conclusione,

pertanto il termine comunicazione significa in primo luogo

trasmissione di informazioni e notizie, ma anche messa in

comune, partecipazione, condivisione e scambio di messaggi.

La comunicazione teatrale può essere uno spunto molto

interessante per trovare un modo efficace di trasmettere dei

concetti all’uditore. Il teatro (nel senso di simulazione) può

essere considerato la prossima sfida per raggiungere lo scopo

16 Comandante del Corpo di Polizia Municipale di Rivoli, ha partecipato al

primo corso Disaster Management.

Page 36: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

30

educativo. Come si evince anche dagli studi sopra citati,

l’interazione e l’attenzione all’uditore è fondamentale per una

comunicazione efficace. D’altro canto questo è da sempre stato

l’imperativo del teatro. Se il fruitore dell’opera teatrale si annoia

non tornerà e farà una cattiva pubblicità allo spettacolo. Quindi

deve divertirsi ed essere stimolato dall’inizio alla fine. Nello

stesso modo chi viene formato se si annoia non presterà

attenzione e non ricorderà nulla.

Inutile dire che il teatro ha permeato la vita degli uomini,

infatti nasce da antichi riti ma forse anche dalla narrazione,

dalla imitazione delle voci e dei movimenti degli animali17.

Con i ragazzi è di fondamentale importanza produrre

argomentazioni che abbiano riferimento al mondo in cui “loro”

vivono, ricordando che potrebbe non essere lo stesso mondo in

cui vive l’adulto.

Anche l’uso dell’improvvisazione organizzata, in questo

contesto, non assume una connotazione negativa, anzi stimola

il coinvolgimento del pubblico.

I testi sulla comunicazione sono concordi nel dire che un

relatore classico, di fronte ad un uditorio normale, riesce a

tenere alto il livello di attenzione per quindici o venti minuti.

Una scolaresca, invece, ha un tempo d’attenzione che può

essere ancora più breve, trascorso il quale i ragazzi iniziano a

dimostrare nervosismo e noia.

Nello stesso modo un buon relatore che riesce a

percepire le esigenze degli ascoltatori, fa della improvvisazione

17 Oscar. G. Brockett, Storia del teatro, Venezia, Marsilio, 1988

Page 37: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

31

il suo punto di forza. Trattare gli argomenti in modo teatrale,

interrompere la lezione con alcune digressioni dal tema,

concedendo loro momenti di pausa mentale, serve a suscitare e

mantenere l’attenzione degli studenti.

Quante volte si è sentito dire che un ottimo tecnico nella sua

materia spesso non sa trasmettere le sue conoscenze in modo

appropriato, non sa spiegare i concetti o non sa farsi ascoltare.

E’ importante inserire nell’insegnamento l’improvvisazione

come elemento teatrale. Si incoraggiano così gli spettatori ad

avere curiosità riguardo agli argomenti proposti. Pertanto, il

pubblico resta in attesa di quello che verrà spiegato e sarà, in

tal modo, impressionato dagli argomenti trattati. In questo

modo le informazioni e i concetti faranno breccia e matureranno

nelle loro coscienze.

La dott.ssa Amalia Vetromile18 su questo argomento

scrive: “il teatro può diventare uno strumento pratico

d’intervento, una tecnologia da utilizzarsi per finalità formative

e informative. Attraverso la drammatizzazione delle esperienze

il teatro assume i connotati di una tecnologia atta ad affrontare

e soddisfare le richieste della committenza.”

In definitiva spesso è necessario, parlando con i ragazzi,

condurli per mano in un viaggio semplice ma contornato da

cose colorate e brillanti, mantenendo così vive il loro interesse.

La spiegazione di regole e norme, può diventare facilmente un

argomento molto noioso, se non viene supportato da esempi,

che stimolino la fantasia dell’uditore, e se non si adottano

18 Cfr. la rivista Sviluppo e organizzazione n. 209 del 2005

Page 38: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

32

tecniche comunicative prese in prestito del teatro. Se invece si

snocciolano solo una lunga lista di regole, mantenendo anche e

sempre lo stesso tono di voce monotono, si può essere certi

che molto presto buona parte dell’insegnamento appreso verrà

dimenticato.

Anche il mondo dell’imprenditoria ha recepito l’importanza

della divulgazione della “cultura della sicurezza”. Pertanto, nel

panorama dei progetti educativi e delle iniziative formative che

offrono risorse integrative al mondo della scuola si inserisce il

marchio Fiat e i giovani19. Esso rappresenta l'impegno

dell’Azienda a collaborare con le Istituzioni per la crescita

culturale delle nuove generazioni. Da undici anni, Fiat e i

giovani contribuisce, con spirito innovativo, all'educazione

stradale offrendo alle scuole, ai docenti, alle famiglie, ai

formatori degli enti locali e delle autoscuole, strumenti sempre

aggiornati per sensibilizzare le nuove generazioni alla

complessità della tematica sicurezza. Per l'anno scolastico 2003-

2004 Fiat e i giovani ha messo a disposizione delle scuole un

nuovo percorso organico ed esclusivo di educazione stradale,

rivolto agli alunni dai 3 ai 18 anni.

Apparentemente estranea dalla sfera di competenza della

Protezione Civile, questa iniziativa di Fiat, ha invece delle

similitudini molto importanti. Infatti è un’esperienza didattica su

materie extra scolastiche, rivolte al mondo giovanile e

incentrata su uno dei molteplici aspetti concernenti il “concetto

19 Cfr. Centro Coordinamento Fiat e i giovani / La Fabbrica, Via Mascheroni,

29 - 20145 Milano

Page 39: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

33

sicurezza”. Dal progetto didattico Educare alla Strada20,

promosso da Fiat e i giovani si evince, pertanto, che il

comportamento del “docente Fiat”, impegnato a comunicare

con i giovani nelle scuole è simile, se non uguale, al

comportamento del “docente di Protezione Civile”.

Fiat ha individuato delle linee guida sul metodo di

insegnamento, che vengono di seguito riassunte, in quanto

interamente applicabili al contesto di diffusione della cultura di

Protezione Civile nelle scuole: 1. importante il colloquio

preliminare con gli insegnanti al fine di conoscere le

caratteristiche salienti della classe: livello di partecipazione; se

si tratta di classe prevalentemente da stimolare o da

“contenere”; che genere di “disturbo” possiamo aspettarci e

come è meglio affrontarlo e, in generale, quali comportamenti

si rivelano efficaci; 2. gli insegnanti devono preparare e poi

proseguire il lavoro del docente esterno, questo per evitare

l’effetto di momentaneo interessamento per diventare un

percorso concordato scuola/extra scuola; 3. la lezione deve

cominciare spiegando chi è il docente e per quale scopo si trova

lì: la presenza di un esperto, soprattutto se è in divisa, desta

sempre curiosità ed interesse. E’ bene approfittarne per far

capire l’importanza dell’argomento che si va a trattare, che non

è di sola competenza scolastica, ma è anche aperta al

contributo, fondamentale, di altri soggetti.

20 Cfr. C. Bruni, I. Maranesi, P. Villa, Educare alla Strada, Milano, La

Fabbrica, 2003

Page 40: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

34

Capitolo 2

ESPERIENZE NEL COMUNE DI RIVOLI

Page 41: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

35

2.1 Formazione intesa come

“comunicazione”

La formazione nel campo della Protezione Civile deve

essere intesa come “comunicazione”, ossia come punto di

incontro tra la “società”21 e la “prevenzione dei rischi”22.

In questi ultimi anni lo sforzo maggiore prodotto dagli organi

preposti23 alla Protezione Civile è stato indirizzato verso i

giovani, cittadini di domani.

Dal 1998 l’ufficio di Protezione Civile del Comune di Rivoli

si è impegnato a divulgare nelle scuole alcuni concetti di base

(quali l’informazione sui rischi e le procedure operative da

attuarsi in caso di pericolo), dando particolare attenzione allo

sviluppo delle tecniche di comunicazione, al fine di renderle

idonee ai destinatari del messaggio, che sono di volta in volta

interlocutori di età e scolarizzazione diversa. Uguali indirizzi

formativi hanno infatti raggiunto tutti i livelli scolastici presenti

sul territorio, partendo dagli asili, fino ad arrivare alle scuole

medie superiori.L’esperienza tratta ha concesso di ottimizzare

21 In questo contesto per “società” s’intendono varie tipologie di gruppi

umani organizzati, quali le scuole, le fabbriche, i condomini, le strade,

ovvero gli ambienti abitati. 22 Si definisce “prevenzione dei rischi" l’obiettivo principale cui tende

l’attività della Protezione Civile 23 Stato, Regioni, Province, Enti Locali

Page 42: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

36

gli interventi, di studiare meglio gli approcci metodologici per

riuscire a creare negli interlocutori il necessario interesse verso

gli argomenti trattati.

I sistemi di comunicazione, infatti, hanno forti implicazioni

organizzative ed influenzano la creazione del valore aggiunto

del prodotto consegnato all’utente. In questo caso si è scelto

come metodo di comunicazione quello della “trasmissione degli

input” che consiste nell’insegnare concetti concisi, studiati e

selezionati con cura e facilmente assimilabili.

Si è partiti dallo studio dei processi della comunicazione,

passando poi allo studio del lavoro di gruppo al fine di

trasformare le parole in dialogo.

A tale proposito Benjamin Franklin24 disse: “parlami e io

dimenticherò, insegnami e io ricorderò, fammi partecipare e io

imparerò.”

Gli operatori del settore di Protezione Civile del Comune di

Rivoli hanno deciso di lavorare in accordo con il significato di

questa riflessione. Essi dovevano entrare in contatto con il

mondo della scuola, non comportandosi come semplici

insegnanti di materie extra scolastiche, ma cercando di dare

corpo al concetto di Protezione Civile con esempi pratici ed

utilizzando un nuovo metodo educativo.

A tal fine si è stabilito di affiancare all’Ufficio Protezione Civile il

Responsabile dei Vigili del Fuoco e il delegato del Servizio “118”

della Croce Verde, della Città di Rivoli. Questo lavoro di gruppo

24 Benjamin Franklin (1706-1790) scrittore, scienziato e politico

statunitense.

Page 43: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

37

ha comportato sforzi di coordinamento ben ripagati dal

successo dell’iniziativa e dai riconoscimenti dei direttori didattici.

Per trasmettere una coscienza di Protezione Civile ai ragazzi

dovevano essere anche coinvolti i loro insegnanti, al fine di

aggiornare i docenti su questa recente disciplina.

L’insegnante ha anche il dovere di infondere giornalmente

sicurezza ai propri allievi, sia insegnando loro come evitare i

pericoli quotidiani, sia verificando i miglioramenti nelle prove di

evacuazione o portando a termine progetti con temi specifici sui

rischi così come suggerito dagli organi di Protezione Civile.

Il docente che è sempre presente in classe, può dare continuità

ai progetti, può dare corpo agli input che l’ufficio di Protezione

Civile del Comune di Rivoli ha lanciato come esca ai giovani.

Dopo aver esposto gli aspetti organizzativi, si passa attraverso

la definizione dell’obbiettivo: in questo caso, la conoscenza dei

pericoli, il modo di affrontarli guardandoli magari da nuove

angolazioni, la spiegazione delle regole che consentono alla

società di funzionare.

Questo lavoro con gli insegnanti è stato un altro cardine

importante nella trasmissione del processo di acquisizione della

cultura di Protezione Civile.

Il progetto comunicativo raggiunge i suoi obiettivi, le Istituzioni

entrano nella scuola e si confrontano, portano idee e le

discutono con i ragazzi, lasciano un segno.

Si è, in tal modo, innescato un processo di sviluppo di una

cultura civile e ambientale i cui frutti si potranno raccogliere nel

tempo.

Page 44: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

38

2.2 Il Comitato Operativo Misto

Con provvedimento del 15 settembre 1995 il Prefetto ha

stabilito che Rivoli fosse a capo del Centro Operativo Misto25

(qui di seguito denominato C.O.M.) per il coordinamento dei

Comuni di Collegno, Grugliasco, Rosta, Villarbasse e Alpignano.

Il C.O.M. instaura il collegamento con i suddetti Comuni

coordinando le forze disponibili sul territorio, mantenendo i

rapporti, per conto di tutti, con la Sala Operativa della

Prefettura di Torino e con gli altri organi istituzionali.

Il Sindaco è per la natura e la rilevanza sociale e

territoriale delle sue funzioni, il più immediato e rilevante

organo di Protezione Civile. Gli strumenti di cui si avvale, per

poter operare in situazioni di emergenza, sono di carattere

giuridico e di carattere organizzativo. Lo strumento giuridico

utilizzato è l’ordinanza contingibile ed urgente.

La Sala Operativa è la sede ove opera la struttura che consente

al Sindaco di gestire in prima persona le emergenze.

Quando la calamità naturale o l’evento non possono

essere fronteggiati con le risorse e i mezzi a disposizione del

Comune, ovvero quando l’evento interessa il territorio di altri

25 Il Centro Operativo Misto è un organo di coordinamento operante tra più

comuni, creato della Prefetture, la cui sede operativa è un interlocutore

unico verso la Prefettura, in caso di eventi calamitosi che interessino quei

territori.

Page 45: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

39

comuni confinanti, il Sindaco chiede l’intervento al Prefetto e al

Presidente della Provincia, che provvedono ad attivare altre

“forze” e strutture di soccorso.

Il C.O.M. di Rivoli si riunisce mensilmente ed affronta di

volta in volta le problematiche emerse26, cercando di mantenere

un elevato standard di unità ed efficienza tra tutti i soggetti

coinvolti.

26 Per esempio vengono discusse le problematiche relative all’acquisto di

tecnologie comuni tra gli appartenenti al C.O.M. Vengono definiti dei

protocolli per la trasmissione delle informazioni.

Page 46: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

40

2.3 L’opuscolo del Comitato Operativo

Misto.

Nel 2003 in una riunione del C.O.M. si è deciso di creare

un opuscolo informativo destinato ai cittadini. L’iniziativa rientra

nell’ambito di un progetto di più ampio respiro che ha lo scopo

di diffondere una cultura di Protezione Civile e costituisce un

vero e proprio ponte tra le Istituzioni e i cittadini destinatari del

messaggio, ossia le famiglie degli studenti e i docenti che

hanno ricevuto l’illustrato presso le proprie scuole.

L’illustato ha trovato la luce grazie alla sponsorizzazione della

Società Acque Metropolitane Torino27 e alla ditta Microner28 filtri

aria.

Il C.O.M. ha individuato i seguenti temi: consigli di auto-

protezione di carattere generale; consigli specifici su come agire

in caso di pericolo (incendio, fuga di gas, alluvione, rilascio di

sostanze nocive, terremoto, evacuazione di edificio scolastico);

procedure operative per una reazione organizzata all’evento

calamitoso.

27 La S.M.A.T. si occupa anche del servizio emergenza di Protezione Civile,

garantendo alla popolazione la distribuzione dell’acqua in boccioni e

sacchetti. 28 La ditta Microner è fornitore ufficiale dei filtri auto per il parco macchine

della Polizia Municipale della Città di Rivoli e del Comune di Milano.

Page 47: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

41

L’opuscolo contiene: due pagine per ogni Comune

facente parte del C.O.M. con i numeri telefonici di emergenza di

Protezione Civile; la localizzazione dei vari gruppi di volontariato

operativi nel C.O.M. con numeri telefonici di riferimento; due

pagine alla Provincia di Torino, Ufficio di Protezione Civile con i

riferimenti tecnici urgenti.

Il libretto è stato arricchito con disegni, grazie all’impegno degli

scolari delle scuole di Rivoli, che hanno partecipato ad una

competizione “a colpi di matite colorate”. Sono stati premiati e

scelti i disegni più rappresentativi. I simpatici disegni hanno

fatto da cornice ai suggerimenti di auto-protezione dai rischi.

Figura XVII. - Rappresenta la copertina del Libretto di Protezione Civile del

C.O.M. di Rivoli.

Page 48: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

42

Nel 2005 l’illustrato, frutto di esperienze interne alla

struttura di Protezione Civile veniva distribuita nelle scuole; la

collaborazione dei sindaci, degli insegnanti, degli esperti di

Protezione Civile e dei tecnici informatici ha permesso di portare

a termine un importante lavoro che ha così coinvolto tutti i

comuni del C.O.M., numerosi assessorati e le scuole

appartenenti alla “Rete”29.

Questo impegno ha consentito di far entrare nelle famiglie un

opuscolo salvavita, che regala informazioni sui comportamenti

da adottare in caso di eventi calamitosi e nel contempo fornisce

l’opportunità di potersi avvalere di contatti diretti verso gli

addetti alla Protezione Civile del C.O.M.

E’ inoltre apprezzabile avere creato un prodotto uguale per

tutti: stesse informazioni per gli abitanti di cinque differenti

comuni in cui sono descritte le medesime procedure ed i

rispettivi recapiti.

L’opuscolo potrà diventare anche momento di interesse

didattico se le insegnanti lo sapranno adoperare come spunto

per l’educazione alla sicurezza ed alla prevenzione durante

l’anno scolastico.

Un’altro grande punto di forza è la possibilità di aggiornamento,

infatti è possibile: effettuare il cambio dei numeri telefonici di

riferimento; sostituire i nominativi dei responsabili da

contattare; aggiungere notizie; inserire nuovi enti o gruppi di

29 Accordi per la creazione di protocolli di lavoro sul tema della sicurezza,

che uniscono più scuole anche appartenenti a comuni diversi così da creare

un sistema detto di “Rete”.

Page 49: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

43

volontariato; sostituire o integrare il materiale fotografico o gli

eventuali disegni, anche per renderlo più innovativo ed

accattivante.

Tutto ciò rende il materiale vivo ed aggiornato e costringe il

C.O.M. ad un continuo confronto con i cittadini.

Page 50: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

44

2.4 Interazioni tra le scuole del Comune di

Rivoli e la Protezione Civile:

2.4.1 Prove di evacuazione di scuole

Le prove sono un momento topico della preparazione degli

allievi e dell’insegnamento.

Infatti evacuare un’intera scuola, prevede una grossa

preparazione e uno sforzo non indifferente da parte sia dei

ragazzi che di tutti gli adulti presenti, siano essi corpo docente e

non.

L’evacuazione è un punto di forza della Protezione Civile:

costituisce il momento più importante della comunicazione tra

la Protezione Civile e la scuola, perché gli allievi possono

mettere in pratica gli insegnamenti appresi.

Le prove organizzate da ogni singolo complesso

scolastico, coinvolgono l’intera struttura, con queste modalità: il

personale non docente30, dato l’allarme di evacuazione si

preoccupa di disattivare tutti i contatori e verificare la presenza

di alunni in luoghi non usuali alla didattica; i ragazzi devono

lasciare tutte le loro cose, interrompere immediatamente ogni

attività e predisporsi ad uscire come previsto31 con un apri-fila e

30 Operatori scolastici, addetti alle pulizie ecc. 31 Percorsi predefiniti dai consulenti alla sicurezza, così come previsto dalla

legge.

Page 51: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

45

un chiudi-fila; gli insegnanti, raccolto il registro presenze, e

verificato che non manchi nessuno, accompagnano i ragazzi

fuori dall’aula seguendo i percorsi assegnati32; gli addetti ai

controlli33 verificano che tutto si svolga in modo efficace ed

efficiente.

Durante le prove di evacuazione sono presenti la Croce Verde, i

Vigili del Fuoco, i rappresentanti dell’ufficio Comunale di

Protezione Civile.

Le prove di evacuazione sono il momento migliore per mettere

alla prova la cultura e i mezzi della Protezione Civile. Tutti gli

elementi costitutivi sono presenti. Ci sono infatti i

rappresentanti delle Istituzioni, le cartine poste nelle aule e nei

corridoi. In questa particolare circostanza è possibile verificare

l’efficacia della didattica, valutando i comportamenti tenuti dagli

allievi e dagli insegnanti, esaminare l’assimilazione del concetto

di solidarietà, che dovrebbe trovare applicazione nel momento

in cui i ragazzi affrontano un potenziale pericolo.

Dal riscontro di eventuali anomalie o errori, nasce

l’esigenza di apportare eventuali correzioni. La modifica dei

protocolli sulla sicurezza diventa un momento di importante.

Da questi presupposti, ogni anno scolastico, a partile da quello

1997-1998, le scuole della “Rete”34 hanno richiesto la

consulenza dell’Ufficio di Protezione Civile Comunale e la

32 Cfr.nota precedente. 33 Personale docente incaricato dalla scuola, così come previsto nel piano

della sicurezza interna; consulente, o funzionari dell’Ufficio Comunale di

Protezione Civile. 34 Cfr nota 29.

Page 52: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

46

presenza di tecnici sia nelle aule, come momento di

preparazione e di verifica, che nelle prove di evacuazione.

Figura XVIII.

Nella figura XIX. è riportata pagina 17 del libretto del C.O.M.

di Rivoli, in cui si vede un disegno fatto da un allievo di una

scuola elementare che raffigura il concetto di solidarietà

durante l’evacuazione.

Page 53: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

47

2.4.2 Istituzioni nella scuola

Al fine di consolidare il concetto di coscienza di Protezione

Civile e la cultura della sicurezza, nascono alcune iniziative

fortemente volute dalla Dott.ssa Di Martino35 e dal’Ufficio di

Protezione Civile del C.O.M. di Rivoli.

Con l’Insegnante Adriana Raschi36 prende il via il percorso

Istituzioni nella scuola: alcune ore di dialogo con la Polizia, i

Carabinieri, i Vigili del Fuoco, la Croce Rossa, la Polizia

Municipale, le Associazioni di Volontariato, dove gli allievi iscritti

nelle classi delle scuole aderenti alla “Rete”37 e i loro insegnanti,

si confrontano ed imparano a conoscere e a familiarizzare con

le “divise” presenti nella città.

Poiché la scuola ha quasi totalmente eliminato lo studio

dell’ Educazione Civica, si è reso ancora più necessario spiegare

il ruolo e le responsabilità dall’operatore che indossa una

differente divisa.

Al termine di questo percorso le idee di tutti sono più chiare ed

emerge un nuovo punto di vista e, soprattutto, un maggiore

35 Dott.ssa Antonietta Di Martino, Dirigente Scolastico del Primo Circolo

Didattico di Rivoli. Svolge anche il ruolo di tutor per la formazione sulla

sicurezza dei dirigenti scolastici, su incarico dell’Ufficio Scolastico Regionale

Piemontese. Collabora, inoltre, con il Ministero dell’Istruzione, sempre in

materia di sicurezza. 36 Insegnante della scuola “Don Dilani”, Responsabile della sicurezza. 37 Cfr nota 29.

Page 54: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

48

rispetto verso “gli uomini in divisa” che non sono più identificati,

come spesso accade, solamente come organo di controllo e

repressione, ma come persone intente ad aiutare e soccorrere il

cittadino.

L’adulto di domani riesce così anche a distinguere meglio

le diverse figure istituzionali presenti sul territorio; comprende

appieno le mansioni, capisce l’importanza del volontariato e

spesso sfata le proprie errate convinzioni.

Formulando domande, i ragazzi scoprono che le “divise”

presenti in classe sono parte integrante della Protezione Civile.

Page 55: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

49

2.4.3 Altri incontri con la scuola

La dottrina di Protezione Civile, trova un momento di

interessante connubio nella scuola mediante la messa in campo

di convegni educativi su materie specifiche di interesse per gli

insegnanti e le famiglie.

Citiamo ad esempio i due convegni: Dolce Boccone e Che

acqua scorre, che aria tira.

Il primo, svoltosi nel 2004, aveva per argomento

l’educazione alimentare (vedi figura XIX); partendo dai rischi

nelle mense scolastiche, passando per quelli legati alla

dislocazione delle stesse, per finire ai rischi nella distribuzione e

al primo soccorso nei casi di infortuni a tavola.

Figura XIX.

Page 56: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

50

Questo convegno ha coinvolto tutte le insegnanti della “Rete”,

l’A.S.L. 5 e alcuni consulenti esterni sulla sicurezza.

Si può considerare come ottimo risultato anche il fatto che

siano intervenuti oltre duecento partecipanti qualificati, in due

giorni.

Mentre il secondo Che acqua scorre, che aria tira,

convegno patrocinato dal Comune di Rivoli ed organizzato dal

Primo Circolo Didattico di Rivoli38 si è svolto nel maggio 2005 e

l’argomento era l’acqua che entra nelle nostre case e l’aria che

siamo costretti a respirare (vedi figura XX).

Figura XX.

Alla presenza di funzionari della S.M.A.T. (acquedotto), di

rappresentanti della ditta Microner (filtri per l’aria), dell’A.S.L. 5,

e di due pneumologi dell’Ospedale Molinette di Torino, si è

38 In particolare nelle persone della Dirigente Dott.ssa Di Martino e

dell’insegnante Dott.ssa. Ferrari.

Page 57: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

51

aperto nella Sala Consiliare del Comune di Rivoli un discorso

sull’acqua che beviamo e sull’aria che respiriamo.

La Protezione Civile è intervenuta per verificare le potenziali

risorse in caso di calamità naturali o di carattere antropico.

Il dr. Cappuccio, responsabile della Protezione Civile del Servizio

Acque Metropolitane Torino, si è soffermato sui rischi terroristici

e atti di vandalismo, e sui sistemi di sicurezza messi in essere

dal suo ufficio al fine di contrastare tali fenomeni.

Tutte queste attività, sempre in continuo studio evolutivo

sono finalizzate a mantenere alto il profilo della comunicazione

di Protezione Civile, cosicché lo slancio iniziale non abbia a far

cadere quella buona tensione che deve far parte del progetto “

Cultura di Protezione Civile”.

Page 58: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

52

2.5 Risposte delle scuole di Rivoli agli input

delle Istituzioni

2.5.1 Introduzione e premesse organizzative ed

istituzionali

La scelta del metodo per condurre i giovani a capire

l’importanza della sicurezza è stato un altro argomento di

discussione e di studio.

La scuola ha assunto un ruolo fondamentale come veicolo di

trasmissione di concetti di auto-protezione che devono

raggiungere le famiglie e di conseguenze la società civile.

I risultati del percorso scelto hanno portato a risultati in alcuni

casi rilevanti e in altri addirittura sorprendenti.

L’ufficio di Protezione Civile del Comune di Rivoli ha

collaborato con il Dirigente Scolatico, Dott.ssa Antonietta Di

Martino,39 trovando porte aperte per la creazione di una nuova

cultura di Protezione Civile nella scuola ed anche la possibilità di

creare laboratori per gli studenti e gli insegnanti.

La Dott.ssa Di Martino in ottemperanza alle norme40 è

riuscita a portare a termine un accordo di “Rete”41 tra le

39 Cfr nota 35. 40 Decreto Legislativo n. 626 del 1994, Decreto Ministeriale n. 382 del 1988

e Decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999. 41 Cfr 29.

Page 59: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

53

istituzioni scolastiche, per gli adempimenti in materia di

sicurezza. I primi ad essere coinvolti sono stati i circoli didattici

della Città e in seguito, quelli dei Comuni confinanti di Collegno

e Alpignano.

Questo ha consentito all’ufficio di Protezione Civile del C.O.M. di

Rivoli di avviare incontri con insegnanti ed alunni e di creare

progetti ad ampio respiro, consolidando il rapporto con la

scuola.

Lo stesso ufficio sin dall’anno scolastico 1997/98 è presente

nelle scuole con tre obiettivi: proporre la Protezione Civile come

nuovo elemento didattico; creare una nuova coscienza di

Protezione Civile; incentivare le “prove di evacuazione”.

Page 60: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

54

2.5.2 Esercitazione pratica: analisi dei possibili rischi

presenti nella vita quotidiana

Durante l’anno scolastico 2003-2004, una classe42

elementare del Comune di Rivoli, ha iniziato un percorso di

lavoro che ha preso spunto dalla visitazione degli ambienti

frequentati normalmente dai bambini, come la casa, la scuola, i

parchi ecc…I luoghi prescelti sono stati divisi in sotto sezioni e,

in particolare, la casa e la scuola sono state suddivise per

ambienti, individuando i punti dove risultano più frequenti le

occasioni di incidenti. Guidati progressivamente dalla loro

insegnante,43 i bambini si sono inoltrati nella fase del

brainstorming44 in cui si sono confrontati, misurando le proprie

esperienze e conoscenze, e ragionando sui fatti verificati di

persona o raccontati da altri. Si sono poi divisi in gruppi, e ad

ogni gruppo è stato dato il compito di disegnare uno degli

ambienti individuati. Successivamente, vicino ad ogni pericolo

che si voleva evidenziare, è stato posto un numero.

42 Classe quinta “A” della Scuola Elementare Don Dilani di Rivoli, facente

parte del Primo Circolo Didattico. 43 Insegnante Paola Limone, docente incaricata dei progetti Funzione e

Coordinamento nuove tecnologie della Scuola Don Dilani di Rivoli. 44 Tecnica di ricerca di gruppo per stimolare la produzione di idee creative.

Un gruppo di persone esprime le proprie idee sul tema trattato ed ognuno

mette a disposizione la propria l’intelligenza e la propria creatività. Tutte le

persone che vi partecipano risultano molto coinvolte nell’attività.

Page 61: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

55

Il lavoro è quindi proseguito nel laboratorio informatico: gli

alunni hanno effettuato la scansione45dei disegni, poi li hanno

salvati sul computer e, successivamente, con l’aiuto

dell’insegnante, li hanno inseriti in pagine aventi un formato

visibile su internet. Le immagini sono state rese interattive: ogni

pericolo è stato numerato e ad ogni numero è stata collegata

una frase spiritosa che spiegasse in sintesi la natura del

possibile pericolo.

Nelle figure XXI. e XXII., nella pagina seguente, mostrano un

esempio tratto dallo spazio web del Primo Circolo Didattico di

Rivoli.

45 Processo informatico tramite il quale è possibile trasformare una figura

da supporto cartaceo a quello informatico.

Page 62: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

56

Figura XXI.

Figura XXII.

Page 63: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

57

2.5.3 Esercitazione pratica: analisi dei possibili rischi

presenti nel territorio circostante la scuola,

individuati grazie alla segnaletica presente.

La stessa classe, durante l’anno scolastico 2003-2004, sotto

la guida della medesima insegnante46 ha affrontato il tema

“Educazione alla sicurezza” mediante un progetto che in fase

iniziale prevedeva una ricognizione sul territorio, sia circostante

la scuola, sia effettuata al suo stesso interno. Successivamente,

dai risultati della ricognizione è stato possibile la creazione di

segnali “simbolo di pericolo” o “segnalazioni generiche”.

I bambini hanno, in seguito, effettuato una ricerca su internet

per trovare le immagini di questi segnali, che sono state salvate

su computer ed utilizzate per creare un gioco-quiz.

Con il materiale selezionato dai bambini è stato ideato un sito

internet in materia di sicurezza, in cui si trovano i segnali

individuati dai bambini. Accanto ad ogni segnale compaiono tre

definizioni dello stesso, di cui una soltanto è corretta.

46 Paola Limone, cfr nota 43.

Page 64: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

58

Figura XXIII. Mostra la parte iniziale della pagina tratta dallo

spazio web del Primo Circolo Didattico di Rivoli

Cliccando sulle singole risposte appare di volta in volta un

personaggio dei cartoni animati della serie “I Simpson”, che

gioisce ed assegna dieci punti in caso di risposta corretta, o, in

caso di risposta errata, non attribuisce punteggio e deride il

perdente, come si può vedere dalla figura XXIV.

Figura XXIV.

Page 65: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

59

Al termine del gioco, e fatto il conteggio dei punti acquisiti, si

accede all’apposita casella per il controllo del risultato. A

seconda dell’esito dl test, si possono raggiungere tre livelli, che

sono: esperto, bravo, scarso.

Figura XXV.

Queste attività hanno entusiasmato gli alunni, che si sono

sentiti molto gratificati nel vedere il frutto del loro lavoro

pubblicato su internet. Il progetto realizzato ha, inoltre,

partecipato al concorso nazionale Studiamo la Sicurezza 47,

conseguendo il primo posto.

La sollecitazione data dal C.O.M. di Rivoli alla scuola elementare

ha permesso ai bambini, sotto la guida della loro insegnante, di

fare un’ottima esperienza formativa, nell’ambito della più ampia

attività di diffusione della cultura di Protezione Civile, dal titolo

Coscienza di Protezione Civile è coscienza sulla sicurezza.

47 Si tratta di un concorso su scala nazionale, giunto alla settima edizione,

organizzato dalla Polistudio di Rovigo dedicato a Roberto Sambin.

Page 66: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

60

2.5.4 Feedback di un’insegnante

L’insegnante Paola Limone48 ha tracciato per il C.O.M. di

Rivoli alcune linee guida che confermano e sostengono le scelte

educative da esso adottate. Ecco una parte della relazione da

lei consegnata al suddetto C.O.M.:“Il lavoro svolto in classe non

è altro che l’approfondimento delle tematiche affrontate negli

incontri con la Protezione Civile.

Qualunque processo educativo deve partire dal bambino; in lui

sono già presenti delle tracce oppure interi concetti, magari

erronei, i quali vanno comunque ripresi e valorizzati e, solo a

questo punto, si lavora sulla correzione o sull’ampliamento delle

conoscenze del bambino. Correzione che si avvia mediante

percorsi, nei quali è il bambino stesso a comprendere e

correggere: prova, sbaglia e si corregge. Meglio chiedere quali

errori commette la mamma alla guida, domanda a cui loro

risponderanno in modo puntuale, piuttosto che spiegare cosa

vieta la norma. Mai dimenticare che i bambini sono severi

giudici del comportamento degli adulti.

L’insegnante deve essere una mera guida agli argomenti da

trattare, al fine di evitare dispersioni, lasciando comunque

spazio alla discussione. Ogni volta è necessario che si metta in

gioco e si faccia coinvolgere. Avendo in questo modo instaurato

un clima di “laboratorio” tutti sono pronti a dare e a ricevere: la

48 Cfr nota 43.

Page 67: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

61

partecipazione diviene totale. In particolare, partecipazione

significa far parlare i ragazzi (esperienze, incidenti, vita

vissuta…).

Dopo aver instaurato a scuola un clima di “laboratorio”, si

prosegue facendo pervenire ai genitori il questionario Come

affrontare i pericoli, recante domande inerenti agli argomenti

trattati con i bambini (per lo più temi riguardanti i pericoli sul

luogo di lavoro, in casa, in auto, in caso di alluvione, terremoto

ecc…). I questionari compilati dalle famiglie vengono raccolti e,

successivamente, diventano oggetto di approfondimento e

dibattito a scuola, dove ogni idea esposta trova un appropriato

commento.

Dal dialogo al gioco. Dialogo come coinvolgimento,

purché ogni espressione sia formulata in un linguaggio che sia

congeniale ai giovani e pronto a rinnovarsi continuamente.

Al fine di portare a compimento la costruzione del gioco sulla

sicurezza, l’insegnante si deve limitare a creare relazioni tra i

vari concetti, guidando poi i ragazzi tra le immagini per dare un

senso grafico alle idee scaturite nei dibattiti in classe.

Con queste idee - conclude Paola Limone - abbiamo

ottenuto grossi risultati sia tecnici che pedagogici.”

Page 68: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

62

Conclusioni

La tesi sostenuta in questo elaborato non è altro che il

riassunto delle esperienze maturate in questi anni dallo

scrivente. E’ stata anche l’occasione per rivedere con occhio

critico il percorso comunicativo scelto per portare nelle scuole la

Cultura di Protezione Civile.

Visti i risultati ottenuti, sono convinto della bontà delle scelte

operate.

In questo lungo viaggio, iniziato nel 1996, diverse

persone mi hanno fatto buona compagnia, sostenuto, aiutato e

incoraggiato. Da loro ho anche imparato molto e tratto spunti

per nuove iniziative; poiché non è possibile citarle tutte, penso

sia doveroso ringraziare tutti quelli che, in questi dieci anni,

hanno, a vario titolo, collaborato con me a portare una nuova

Cultura di Protezione Civile nelle scuole.

Page 69: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

63

Allegati

1 Opuscolo del Comitato Operativo Misto di

Rivoli.

Page 70: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

64

Page 71: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

65

Page 72: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

66

Page 73: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

67

Page 74: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

68

Page 75: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

69

Page 76: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

70

Page 77: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

71

Page 78: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

72

Page 79: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

73

Page 80: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

74

2 Centro Coordinamento Fiat e i giovani.

L’approccio del docente extrascolastico nei differenti

ordini di scuola.

I bambini delle scuole elementari

il bambino a partire da sei anni fino alla fine delle elementari, si

sente abbastanza sicuro del suo legame con i genitori e può

allontanarsi da loro per esplorazioni sempre più lunghe in

sintonia con la grande curiosità che lo accompagna da quando

è venuto al mondo. Può anche instaurare buoni legami con

figure diverse di mamma e papà.Ogni bambino si ispirerà ai

maestri che ha ascoltato, agli eroi di cui ha sentito parlare nei

racconti, nei fumetti nei film, ai calciatori, ai cantanti, agli attori

che avrà ammirato, alle varie figure adulte che avrà incontrato,

per trasformarsi in quell’adulto unico e irripetibile che sarà.

E più in carne e ossa saranno questi personaggi più il bambino

potrà interagire dal vivo con loro, più l’interiorizzazione di alcuni

loro aspetti sarà vitale ed arricchente.

Dalla viva voce di chi vive socialmente e professionalmente altre

realtà, il bambino potrà più facilmente apprendere informazioni

colorandole affettivamente.

Page 81: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

75

Suggerimenti sul metodo di insegnamento ai bambini

elementari

Perché non farli sedere in cerchio per terra, rompendo l’assetto

strettamente scolastico delle sedie e dei banchi, al fine di creare

un clima più favorevole all’ascolto reciproco: ci si guarda in

faccia e si fanno circolare le idee.

Non più le solite dinamiche dove l’adulto parla in cattedra. Ora

è seduto anche lui nel cerchio e il suo ruolo è soprattutto quello

di facilitare la comunicazione e la riflessione. Tutto quello che

disturba o che non c’entra lasciamolo fuori dal cerchio. Chi

gioca in prima persona stà nel cerchio.

Quest’ultimo si può allargare o restringere a piacere.

I ragazzini delle medie

Preadolescenza, momento di passaggio.

Considerando la famiglia un cerchio al cui interno vi sono i suoi

membri, il preadolescente si colloca sulla circonferenza, al

confine tra il dentro e il fuori.

Mentre il bambino è dentro il ragazzino è sulla soglia; difficile

chiuderlo dentro perché è ancora piccolo così come chiuderlo

fuori perché è già grande: meglio pensare di lasciare una porta

socchiusa che gli permetta di amdare e venire.

La ricerca di nuove esperienze, contesti,persone è

fondamentale in questa fase della crescita. Il preadolescente è

in grado di separarsi dalla figura dei genitori per far posto ad

altre immagini ed altri modelli.

Page 82: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

76

Ragionare sulle emozioni

E’ stato chiamato “effetto vaccinazione” quel fenomeno per cui

le persone che ricevono un alto dosaggio di informazioni su

certi fenomeni sociali, magari con toni particolarmente

allarmistici, possono sentirsi immunizzate da ogni pericolo. E’

come se la saturazione indotta dalle notizie dei mass media le

esonerassero dal modificare i loro eventuali comportamenti a

rischio.

In questa particolare età i ragazzi sono anche capaci di

allontanare da se, come se non le capissero o le

dimenticassero, informazioni che suonino per loro

particolarmente minacciose o dolorose.

Non è dunque valida l’equazione “informare = modificare” per

intervenire sugli atteggiamenti e sui comportamenti.

Lavorando solo sul piano del sapere, dell’aumento delle

conoscenze e agendo solo a livello razionale sarà difficile

mettere in atto un nuovo sentire e quindi, un diverso fare.

Per far diventare “competenza affettiva” le “informazioni

cognitive” si può tentare di stimolare una riflessione sul proprio

modo di sentire e di muoversi nella realtà partendo dalle

suggestioni proposte:

Cosa ti viene in mente di fronte a questa storia ?

Cosa le diresti ?

Come risolveresti questo problema ?

Page 83: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

77

Tentando di offrire una occasione di ragionamento sulle loro

emozioni per costruire delle scelte personali piuttosto che

regalare raccomandazioni precostituite e prescrittive.

Aiutare i ragazzi a scoprire ciò che sentono, ciò che pensano, di

cui sono magari poco consapevoli, e dare significato a ciò che

fanno, può essere un modo per aiutarli ad adottare

comportamenti che non li espongano a situazioni “a rischio”.

Un gruppo classe, in un certo senso artificiale e di solito

misto, è una risorsa indispensabile per elaborare un pensiero

collettivo, per apprendere dagli altri e con gli altri anche

attraverso un confronto tra maschi e femmine.

Suggerimenti sul metodo di insegnamento ai ragazzini

delle medie

Nella solita classe, con banchi e sedie, si sviluppano , giorno

dopo giorno, le solite dinamiche.

C’è il ragazzo che parla sempre, quello che tace timido e

insicuro, quello che deve farsi notare ad ogni costo, quello a cui

sembra non interessare nulla. Può essere utile spezzarle,

segnalando che si farà un gioco nuovo, nuovi discorsi con

nuove persone.

Il punto d’incontro è la scuola ma si parla del fuori.

Meglio mettere le sedie in cerchio e sedersi tra loro; si lavora

infatti con loro e per loro.

Il discorso si crea o si disfa con il loro continuo contributo,

arricchito dall’apporto dell’esperto esterno che deve però

mostrarsi più curioso che sapiente.

Page 84: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

78

I ragazzi delle superiori

L’adolescente alle scuole superiori. “Io chi sono ?”

Un proverbio canadese dice che i genitori possono regalare due

cose ai propri figli: le radici e le ali. Questo è il momento delle

ali. Volare via dal nido accogliente sembra fondamentale e

necessario. L’adolescenza è stata chiamata “seconda nascita” o

“nascita sociale”. Muoversi in nuove realtà, ma anche fra idee e

culture diverse, è al servizio del processo di separazione e

quindi di crescita.

Ascoltare l’incertezza

Non è tanto importante a quest’età rispondere in modo univoco

e assoluto alle loro domande, quanto aiutarli a valorizzarle,

tenerle aperte, farne nascere di nuove.

Fare delle loro incertezze un valore da cui muoversi perché

acquisiscano nuovi significati.

La “pappa pronta” è una cosa da bambini piccoli e perciò va

rifiutata, così come il sapere “pre-confezionato” viene vissuto

come segno di dipendenza dagli adulti.

E’ ben accetto l’adulto che non mostra di “sapere già chi sei” e

di “sapere già cosa dici e cosa dirti” portatore di risposte sicure,

soluzioni univoche e giuste ma che si presenti come ascoltatore

attento e curioso. Tale adulto è credibile, si può ascoltare,

senza paura di tornare piccoli.

Le statistiche ci dicono inequivocabilmente che nella

adolescenza avvengono molti incidenti, legati a rischi corsi più o

Page 85: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

79

meno volontariamente. Molti lavori di prevenzione con gli

adolescenti (campo tossicodipendenze – sessualità ) hanno

messo in evidenza che sottolineare eccessivamente la

pericolosità di ciò verso cui si vorrebbe metterli in guardia

spesso significa addirittura renderlo più attraente. E’ facile che

si sviluppi a quest’età un senso di onnipotenza e di

invulnerabilità che porta i ragazzi a credere che tanto a loro non

potrà mai capitare o che comunque sapranno trarsi d’impaccio

o fermarsi al momento giusto.

Inutile quindi, se non controproducente, citare dati minacciosi

facendo solo leva sul ragionamento o sul buon senso. Meglio

farli riflettere sul fatto che il rischio, inteso come

allontanamento dal quotidiano, dal noto, dal ripetitivo, alla

scoperta del nuovo in se stessi oltre che nella realtà circostante,

così come mettersi alla prova, sperimentare l’ansia

dell’insuccesso, può servire a crescere.

La scuola e il gruppo dei pari sono a quest’ età gli spazi

extrafamiliari più importanti per la crescita.

Suggerimenti sul metodo di insegnamento ai ragazzi

delle superiori

Se la classe è molto vivace e lavorare in un unico cerchio

appare dispersivo e faticoso, si possono formare dei piccoli

gruppi misti che discutano insieme, magari eleggendo un

coordinatore che farà da portavoce.

L’adulto entrerà nei vari gruppi riportando le idee di altri ragazzi

incontrati, per incuriosire ed arricchire i gruppi più spenti o

passivi.

Page 86: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

80

Più i disturbatori vengono coinvolti attivamente, attribuendo

loro ruoli di coordinatori o di protagonisti, più deporranno quella

che spesso è soltanto una maschera per coprire vuoti o paure.

I punti di vista maschili e femminili, che di solito sono a

quest’età molto differenti, possono essere evidenziati e

confrontati, valorizzandoli nelle loro peculiarità.

Ciò potrà aiutare a coinvolgere anche coloro che, come singoli,

sono meno curiosi e attenti.

Page 87: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

81

Bibliografia

O. Brockett, Storia del teatro, Venezia, Marsilio, 1988

C. Bruni, I. Maranesi, P. Villa, Educare alla Strada, Milano, La

Fabbrica, 2003

R. Costantini, Sistema preventivo e relazione educativa. Pr

ospettiva psicologica

H. Franta, Salonia, Comunicazione interpersonale. Teoria e

pratica, Roma , Las, 1981

H. Franta, Atteggiamenti dell’educatore. Teoria e training per la

prassi educativa, Roma, Las, 1992

H. Franta, Colasanti, Carocci, L' arte dell'incoraggiamento.

Insegnamento e personalità degli allievi, Roma , Las, 1999

Genesi, in La Bibbia, Milano, Edizioni Paoline, 1987.

A.Vetromile, in Sviluppo e organizzazione, n. 209, 2005

Page 88: tesi domenica 2 ott mattina · PDF fileCorso in DISASTER MANAGEMENT 4^ edizione 2005 TITOLO TESI Il processo di acquisizione di una cultura di protezione civile nelle scuole. Analisi

82

Siti internet

htpp://news.bbc.co.uk/

http://www.cnn.com/

http://www.isao.bo.cnr.it/

http://www.nasa.gov./

http://rivoli1.scuole.piemonte.it/

http://www2.adnkronos.com:8888/