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Teoria degli Insiemi Docente: Francesca Benanti Ottobre 2017 1 Teoria degli Insiemi La Teoria degli Insiemi ` e una bran- ca della matematica creata alla fine del diciannovesimo secolo principalmen- te dal matematico tedesco Georg Cantor (1845-1918). Inizialmente controversa, ` e arrivata ad avere il ruolo di teoria fondamentale nella matematica moder- na. I concetti di questa teoria, quali per esempio quelli di funzione e di relazione, sono presenti in ogni suo settore. Un insieme ` e una collezione di oggetti determinati e distinti della nostra percezione o del nostro pensiero concepiti come un tutto unico. Tali oggetti si dicono gli elementi dell’insieme. (G. Cantor) 2 Insiemi Insieme: concetto primitivo, nel senso che non pu`o essere definito in termini di altre nozioni pi` u elementari, sinonimo di collezione, raccolta di elementi. Insiemi Numerici: N = {0, 1, 2, 3, 4 ...} = l’insieme dei numeri naturali, 1

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Teoria degli Insiemi

Docente: Francesca Benanti

Ottobre 2017

1 Teoria degli Insiemi

La Teoria degli Insiemi e una bran-ca della matematica creata alla finedel diciannovesimo secolo principalmen-te dal matematico tedesco Georg Cantor(1845-1918). Inizialmente controversa,e arrivata ad avere il ruolo di teoriafondamentale nella matematica moder-na. I concetti di questa teoria, quali peresempio quelli di funzione e di relazione,sono presenti in ogni suo settore.

Un insieme e una collezione di oggetti determinati e distinti della nostrapercezione o del nostro pensiero concepiti come un tutto unico. Tali oggettisi dicono gli elementi dell’insieme. (G. Cantor)

2 Insiemi

Insieme: concetto primitivo, nel senso che non puo essere definito in terminidi altre nozioni piu elementari, sinonimo di collezione, raccolta di elementi.

Insiemi Numerici:

• N = {0, 1, 2, 3, 4 . . .} = l’insieme dei numeri naturali,

1

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• Z = {. . . ,−2,−1, 0, 1, 2, . . .} = l’insieme dei numeri interi,

• Q = {. . . ,−2.7, . . . ,−34, . . . , 0, . . . , 1

7. . . , 4.8(2), . . .} = l’insieme dei nu-

meri razionali,

• R = {. . . ,−√

5, . . . ,−45, . . . , 0, . . . ,

√2 . . . , 7, . . .} = l’insieme dei nume-

ri reali.

Osservazione:

I simboli N∗, Z∗, Q∗, R∗ indicano gli insiemi numerici N, Z, Q, R privatidell’elemento zero.

I simboli Z+, Q+, R+ indicano gli interi, i razionali, i reali positivi, rispetti-vamente.

I simboli Z−, Q−, R− indicano gli interi, i razionali, i reali negativi, rispetti-vamente.

3 Definire un insieme

Modi per definire un insieme:

• Modo esplicito: si elencano tutti gli elementi dell’insieme

Esempio: A = {−2,−1, 0, 1, 2}

• Modo implicito: si elencano le proprieta che caratterizzano gli ele-menti dell’insieme

Esempio: A = {x intero, − 2 ≤ x ≤ 2}

• Rappresentazione grafica: Diagrammi di Eulero-Venn

Esempio:

A =

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Per indicare che a e un elemento dell’insieme A si scrive

a ∈ Ae si legge a appartiene all’insieme A.

Per indicare che b non e un elemento dell’insieme A si scrive

b 6∈ Ae si legge b non appartiene all’insieme A.

Esempi:

• A = {−2,−1, 0, 1, 2}

−1 ∈ A, 3 6∈ A

• A = {x ∈ N | x = 2n, x2 > 11}

5 6∈ A, 4 ∈ A

• A =

3 6∈ A, 1 ∈ A.

4 Inclusione

Definizione: Dati due insiemi A e B si dice che A e un sottoinsieme di B(o che A e incluso in B) e si scrive

A ⊆ B

se ogni elemento di A e un elemento di B, ossia e vera l’implicazione

∀ x ∈ A⇒ x ∈ B

Definizione: Dati due insiemi A e B si dice che A non e un sottoinsiemedi B (o che A non e incluso in B) e si scrive

A 6⊆ B

se esiste qualche elemento di A che non appartiene a B, ossia e vera laproposizione

∃ x ∈ A | x 6∈ B

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Esempi:

• A = {−2,−1, 0, 1, 2, 3, 4, 5}

B = {−1, 4, 5}

C = {−2, 3, 4, 7}

Allora, si ha

B ⊆ A, C 6⊆ A

• A = {x ∈ Z | x < 5, }

B = {x ∈ N | x2 < 20, }

C = {x ∈ N | x2 < 30, }

Allora, si ha

B ⊆ A, C 6⊆ A

• Consideriamo i seguenti insiemi

Allora, si haB 6⊆ A, C ⊆ A.

5 Sottoinsiemi Propri e Impropri

Definizione: Si definisce insieme vuoto l’insieme privo di elementi e siindica

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Esempio:

A = {x ∈ N | x2 = −1} = ∅

Osservazione: Dato un generico insieme A per convenzione si pone

A ⊆ A, ∅ ⊆ A

Definizione: Dato un insieme A si definiscono sottoinsiemi impropri di Al’insieme vuoto e A stesso.

Definizione: Dati due insiemi A e B, si dice che A e un sottoinsieme propriodi B e si scrive

A ⊂ B

se A e un sottoinsieme di B diverso dall’insieme vuoto e da B stesso, ossia

A 6= ∅, ∃ x ∈ B | x 6∈ A

Esempio:

A = {a, b, 1}sottoinsiemi impropri di A:

∅, Asottoinsiemi propri di A:

{a}, {b}, {1}, {a, b}, {a, 1}, {b, 1}

Definizione: Dato un insieme A si definisce insieme delle parti di A l’in-sieme i cui elementi sono i sottoinsiemi di A, e si indica

P(A)

Esempio:

A = {a, b, 1}

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P(A) = {A, ∅, {a}, {b}, {1}, {a, b}, {a, 1}, {b, 1}}.

Definizione: Dati due insiemi A e B si dice che A e uguale a B, e si scrive

A = B

se ogni elemento di A e un elemento di B e viceversa, ovvero

A ⊆ B, B ⊆ A

Esempio:A = {x ∈ N | x2 < 11}

B = {0, 1, 2, 3}Allora

A = B

6 Operazioni tra Insiemi

Definizione: Dati due insiemi A e B si definisce unione di A e di B, e siindica

A ∪B,l’insieme di tutti gli elementi che stanno in almeno uno dei due insiemi

A ∪B = {x | x ∈ A ∨ x ∈ B}

Esempio:

A = {1, 2, 3}, B = {4, 3}Allora

A ∪B = {1, 2, 3, 4}

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Definizione: Dati due insiemi A e B, si definisce intersezione di A e di B,e si indica

A ∩B,l’insieme di tutti gli elementi che appartengono sia ad A che a B

A ∩B = {x | x ∈ A ∧ x ∈ B}

Esempio:

A = {1, 2, 3}, B = {4, 3}Allora

A ∩B = {3}

Definizione: Dati due insiemi A e B, si definisce differenza di A e B, e siindica

A\B,l’insieme di tutti gli elementi che appartengono ad A e non a B

A\B = {x | x ∈ A ∧ x 6∈ B}

(Analogamente B\A = {x | x ∈ B ∧ x 6∈ A}, detta la differenza di B e A)

Esempio:

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A = {1, 2, 3}, B = {4, 3}Allora

A\B = {1, 2} B\A = {4}

Osservazione: Se A ⊆ B allora B\A e detto complementare di A in B.

Esempio:

A = {0, 1}, B = {−1, 0, 1, 4, 3}Allora

A ⊆ B, B\A = {−1, 3, 4}

(Analogamente se B ⊆ A allora A\B e detto complementare di B in A)

Sia U un fissato universo, ossia un insieme che contiene tutti gli oggetti checi possono interessare.

Definizione: Dato un insieme A, si definisce complementare di A, e si indica

CA,

l’insieme di tutti gli elementi che non appartengono ad A

CA = {x ∈ U | x 6∈ A} = {x | x 6∈ A}

Esempio:

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A = {x |x < 2}Allora

CA = {x |x ≥ 2}

7 Proprieta delle Operazioni

tra Insiemi

1. Idempotenza:A ∪ A = A, A ∩ A = A;

2. Associativa:(A ∪B) ∪ C = A ∪ (B ∪ C),(A ∩B) ∩ C = A ∩ (B ∩ C);

3. Commutativa:A ∪B = B ∪ A, A ∩B = B ∩ A;

4. Distributiva:A ∪ (B ∩ C) = (A ∪B) ∩ (A ∪ C),A ∩ (B ∪ C) = (A ∩B) ∪ (A ∩ C);

5. Legge dei neutri:A ∪ ∅ = A, A ∪ U = U,A ∩ ∅ = ∅, A ∩ U = A;

6. Complemento:A ∪C A = U, A ∩C A = ∅,C(CA) = A, C∅ = U, CU = ∅;

7. Leggi di De Morgan :C(A ∪B) =C A ∩C B,C(A ∩B) =C A ∪C B.

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8 Prodotto Cartesiano

Definizione: Dati due insiemi A e B, si definisce prodotto cartesiano di Ae B, e si indica

A×B,l’insieme formato dalle coppie ordinate (a, b) in cui a ∈ A e b ∈ B

A×B = {(a, b) | a ∈ A, b ∈ B}

Esempio:

A = {x, y, z}, B = {1, 2}Allora

A×B = {(x, 1), (x, 2), (y, 1), (y, 2), (z, 1), (z, 2)}

Osservazione:

• (x, y) 6= (y, x)

• X × Y 6= Y ×X

• (x1, y1) = (x2, y2)⇔ x1 = x2, y1 = y2

Rappresentazioni del Prodotto Cartesiano:

1. (Tavola Pitagorica)

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2. (Piano Cartesiano)

3. (Diagramma di Eulero - Venn)

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Esercizi:

1. Dimostrare le proprieta delle operazioni tra insiemi;

2. SianoA = {x ∈ Z | x4 − 13x2 + 36 = 0}

eB = {x ∈ Z | x|18}.

Determinare A ∪B, A ∩B, A\B e B\A.

3. Siano

A = {a, b}, B = {2, 3} e C = {4, 3}

DeterminareA× (B ∪ C), (A×B) ∪ (A× C), A× (B ∩ C) e (A×B) ∩ (A× C).

Proprieta Distributiva, A ∩ (B ∪ C) = (A ∩B) ∪ (A ∩ C):Verifichiamo

• A ∩ (B ∪ C) ⊆ (A ∩B) ∪ (A ∩ C):

∀x ∈ A ∩ (B ∪ C)⇒ x ∈ A ∧ x ∈ (B ∪ C)⇒

(x ∈ A) ∧ (x ∈ B ∨ x ∈ C)⇒

(x ∈ A ∧ x ∈ B) ∨ (x ∈ A ∧ x ∈ C)⇒

(x ∈ A ∩B) ∨ (x ∈ A ∩ C)⇒ x ∈ (A ∩B) ∪ (A ∩ C)

• (A ∩B) ∪ (A ∩ C) ⊆ A ∩ (B ∪ C):

∀x ∈ (A ∩B) ∪ (A ∩ C)⇒ x ∈ (A ∩B) ∨ x ∈ (A ∩ C)⇒

(x ∈ A ∧ x ∈ B) ∨ (x ∈ A ∧ x ∈ C)⇒

(x ∈ A) ∧ (x ∈ B ∨ x ∈ C)⇒

x ∈ A ∧ (x ∈ B ∪ C)⇒ x ∈ A ∩ (B ∪ C).

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9 Corrispondenze

Definizione: Dati due insiemi A e B si definisce corrispondenza o relazioneR da A in B una legge che associa elementi di A ad elementi di B.

N.B. A e detto dominio della corrispondenza,B e detto codominio della corrispondenza.

Esempio:

A = {1, 4,−5} B = {0, 1,−2, 2, 3}

consideriamo la corrispondenza R definita nel modo seguente:

aRb, se b2 = a

dove a ∈ A e b ∈ B.

Allora si ha:

1R 1, 4R 2, 4R − 2

Osservazione: In una corrispondenza da A in B ad un elemento del domi-nio puo essere associato piu di un elemento o nessun elemento del codominio.

Esempio:

A = {1, 4,−5} B = {0, 1,−2, 2, 3}

aRb, se b2 = a

1R 1

4R 2, 4R − 2

6 ∃ b ∈ B | − 5R b

Osservazione: Una corrispondenza da A in B puo essere vista come unsottoinsieme del prodotto cartesiano A×B, ossia

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ARB = {(a, b) | a ∈ A, b ∈ B, aR b} ⊆ A×B

Esempio:

A = {1, 4,−5} B = {0, 1,−2, 2, 3}

aRb, se b2 = a

1R 1, 4R 2, 4R − 2

ARB = {(1, 1), (4, 2), (4,−2)} ⊆ A×B

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10 Relazioni

Definizione: Dato un insieme A si definisce relazione binaria o semplice-mente relazione su A una corrispondenza R da A in se stesso.

Osservazione: Una relazione su A individua un sottoinsieme del prodottocartesiano A× A.

Esempio: Sia

A = {0, 1, . . . , 9}

consideriamo la relazione R definita nel modo seguente:

aR a, se a = 2a

dove a, a ∈ A. Allora

ARA = {(a, a) | a, a ∈ A, a = 2a} =

= {(0, 0), (1, 2), (2, 4), (3, 6), (4, 8)}.

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Osservazione: Una relazione su A puo essere rappresentata anche medianteun grafo in cui i nodi sono gli elementi di A e gli archi le relazioni tra glielementi di A.

Esempio: A = {0, 1, . . . , 9}

ARA = {(a, a) | a, a ∈ A, a = 2a}

11 Proprieta delle Relazioni

• Proprieta Riflessiva: Una relazione R definita su un insieme A eriflessiva se ogni elemento di A e in relazione con se stesso:

∀x ∈ A, xRx.

• Proprieta Simmetrica: Una relazione R definita su un insieme Ae simmetrica se, comunque presi x e y in A, se x e in relazione con yallora y e in relazione con x:

∀x, y ∈ A, xRy ⇒ yRx.

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• Proprieta Antisimmetrica: Una relazione R definita su un insiemeA e antisimmetrica se, comunque presi x e y in A con x 6= y, se x e inrelazione con y allora y non e in relazione con x:

∀x, y ∈ A, x 6= y, xRy ⇒ y 6 Rx.o, equivalentemente, se x e in relazione con y e y e in relazione con xallora x = y

∀x, y ∈ A, xRy, yRx⇒ x = y.

• Proprieta Transitiva: Una relazione R definita su un insieme Ae transitiva se, comunque presi tre elementi in A, x, y, z, se x e inrelazione con y e y con z, allora x e in relazione con z:

∀x, y, z ∈ A, xRy, yRz ⇒ xRz.

12 Relazioni d’ordine

Definizione: Una relazione R su un insieme A per la quale valgono leproprieta riflessiva, antisimmetrica e transitiva e detta relazione d’ordineparziale.

A e detto parzialmente ordinato.

Definizione: Una relazione d’ordine R su un insieme A e detta relazioned’ordine totale se comunque presi due elementi a e b in A si ha aRb o bRa,ossia a e b si possono sempre confrontare.

A e detto totalmente ordinato.

Esempio: Sia A = {1, 2, 3, 6, 12}, consideriamo la relazione R definita nelmodo seguente:

xRy ⇔ x|y, x, y ∈ A.R e una relazione d’ordine parziale su A, infatti

• R e riflessiva:

∀x ∈ A, x|x• R e antisimmetrica:

∀x, y ∈ A, xRy, yRx⇒ x|y, y|x⇒ x = y

• R e transitiva:

∀x, y, z ∈ A, xRy, yRz ⇒ x|y, y|z ⇒ x|z ⇒ xRz

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Graficamente:

N.B. La relazione d’ordine non e totale, infatti 2 6 | 3 e 3 6 | 2, dunque 2 6 R3 e3 6 R2.

Esempio: Sia A = R. Consideriamo la relazione R definita nel modo se-guente:

xRy ⇔ x ≤ y, x, y ∈ A.R e una relazione d’ordine totale su A, infatti

• R e riflessiva:

∀x ∈ A, x ≤ x

• R e antisimmetrica:

∀x, y ∈ A, xRy, yRx⇒ x ≤ y, y ≤ x⇒ x = y

• R e transitiva:

∀x, y, z ∈ A, xRy, yRz ⇒ x ≤ y, y ≤ z ⇒ x ≤ z ⇒ xRz

• e inoltre

∀x, y ∈ A, x ≤ y, oppure y ≤ x.

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13 Relazioni d’equivalenza

Definizione: Una relazione R su un insieme A per la quale valgono leproprieta riflessiva, simmetrica e transitiva e detta relazione d’equivalenza.

Esempi:

1. Sia A un generico insieme. Consideriamo la relazione R definita nelmodo seguente:

xRy ⇔ x = y, x, y ∈ A.

Banalmente si verifica che R e una relazione d’equivalenza su A.

2. Sia A = Z. Consideriamo la relazione R definita nel modo seguente:

aRb⇔ a− b = 2n, n ∈ Z, a, b ∈ A.

R e una relazione d’equivalenza su A, infatti:

• R e riflessiva:

∀a ∈ Z, a− a = 0 = 2 · 0⇒ aRa;

• R e simmetrica:

∀a, b ∈ Z, aRb⇒ a− b = 2 · n, n ∈ Z⇒b− a = −(a− b) = −(2 · n) = 2 · (−n) = 2 · n′, n′ ∈ Z⇒

bRa;

• R e transitiva:

∀a, b, c ∈ Z, aRb e bRc⇒a− b = 2 · n, b− c = 2 · n′, n, n′ ∈ Z⇒

a− c = (a− b) + (b− c) = 2 · n+ 2 · n′ = 2 · (n+ n′) =

2 ·m, m ∈ Z⇒ aRc.

3. Sia A = Z. Consideriamo la relazione R definita nel modo seguente:

aRb⇔ ab ≥ 0, a, b ∈ A.

R non e una relazione d’equivalenza su A, infatti:

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• R e riflessiva:

∀a ∈ Z, aa = a2 ≥ 0⇒ aRa;

• R e simmetrica:

∀a, b ∈ Z, aRb⇒ ab ≥ 0⇒ ba ≥ 0⇒ bRa;

• R non e transitiva:

3R0, 0R(−5) ma 3 6 R(−5).

4. Sia A = Z∗. Consideriamo la relazione R definita nel modo seguente:

aRb⇔ ab > 0, a, b ∈ A.

R e una relazione d’equivalenza su A, infatti:

• R e riflessiva:

∀a ∈ Z∗, aa = a2 > 0⇒ aRa;

• R e simmetrica:

∀a, b ∈ Z∗, aRb⇒ ab > 0⇒ ba > 0⇒ bRa;

• R e transitiva:

∀a, b, c ∈ Z∗, aRb, bRc⇒ ab > 0, bc > 0⇒(ab)(bc) > 0⇒ ab2c > 0⇒ ac > 0⇒ aRc.

Definizione: Sia dato un insieme A e sia R una relazione di equivalenzadefinita in A. Sia a ∈ A, si chiama classe di equivalenza di a il sottoinsiemedi A formato da tutti gli elementi b di A che sono in relazione con a

[a] = {b ∈ A | aRb}.

Osservazione: [a] 6= ∅, infatti a ∈ [a].

Esempi:

Corso di Algebra 1, a.a. 2017/18

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1. Sia A un generico insieme. Consideriamo la relazione R definita nelmodo seguente:

xRy ⇔ x = y, x, y ∈ A.

Sia a ∈ A, allora

[a] = {b ∈ A | aRb} = {b ∈ A | a = b} = {a}.

2. Sia A = Z. Consideriamo la relazione R definita nel modo seguente:

aRb⇔ a− b = 2n, n ∈ Z, a, b ∈ A.

Determiniamo [3]:

[3] = {x ∈ Z | 3Rx} = {x ∈ Z | 3− x = 2n, n ∈ Z} =

{x ∈ Z | x = 3− 2n = 3 + 2n′ = 2n′′ + 1, n′′ ∈ Z} =

{x ∈ Z | x = 2n+ 1, n ∈ Z} =

{tutti gli interi dispari}

3. Sia A = Z∗. Consideriamo la relazione R definita nel modo seguente:

aRb⇔ ab > 0, a, b ∈ A.

Determiniamo [−5] e [−2]:

[−5] = {x ∈ Z∗ | (−5)Rx} = {x ∈ Z∗ | (−5)x > 0} =

{x ∈ Z∗ | x < 0} = Z−

Analogamente

[−2] = {x ∈ Z∗ | (−2)Rx} = {x ∈ Z∗ | (−2)x > 0} =

{x ∈ Z∗ | x < 0} = Z− = [−5].

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Domanda: Quando due classi di equivalenza coincidono?

Criterio: Sia R una relazione di equivalenza definita su un insieme A.∀a, b ∈ A,

[a] = [b]⇔ aRb.

Dimostrazione:

(⇒): bRb⇒ b ∈ [b] = [a]⇒ b ∈ [a]⇒ aRb.

(⇐): Dimostriamo dapprima che [a] ⊆ [b]. ∀c ∈ [a]⇒ aRc. Ma per ipotesiaRb. Dunque, per la proprieta simmetrica, si ha che bRa. Allora bRa eaRc. Per la transitivita di R, si ha bRc. Dunque c ∈ [b]. In modo analogo sidimostra che [b] ⊆ [a]. In conclusione si ha [a] = [b].

Definizione: Sia dato un insieme A e sia R =∼ una relazione di equivalenzadefinita in A. Si definisce insieme quoziente di A modulo ∼ l’insieme di tuttele classi di equivalenza

A/ ∼= {[a]∼ | a ∈ A}.

Esempi:

1. Sia A un generico insieme. Consideriamo la relazione ∼ definita nelmodo seguente:

x ∼ y ⇔ x = y, x, y ∈ A.

Sia a ∈ A, allora [a] = {a}.Dunque

A/ ∼= {[a] | a ∈ A} = {{a} | a ∈ A}.

2. Sia A = Z. Consideriamo la relazione ∼ definita nel modo seguente:

a ∼ b⇔ a− b = 2n, n ∈ Z, a, b ∈ A.

Determiniamo [0]:

[0] = {x ∈ Z | 0 ∼ x} = {x ∈ Z | 0− x = 2n, n ∈ Z} =

{x ∈ Z | x = −2n = 2n′, n′ ∈ Z} =

{x ∈ Z | x = 2n, n ∈ Z} = {tutti gli interi pari}

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Determiniamo [1]:

[1] = {x ∈ Z | 1 ∼ x} = {x ∈ Z | 1− x = 2n, n ∈ Z} =

{x ∈ Z | x = 1− 2n = 1 + 2n′, n′ ∈ Z} =

{x ∈ Z | x = 2n+ 1, n ∈ Z} = {tutti gli interi dispari}Dunque

Z/ ∼= {[0], [1]}.

3. Sia A = Z∗. Consideriamo la relazione ∼ definita nel modo seguente:

aRb⇔ ab > 0, a, b ∈ A.

Determiniamo [1]:

[1] = {x ∈ Z∗ | 1 ∼ x} = {x ∈ Z∗ | 1x > 0} =

{x ∈ Z∗ | x > 0} = Z+

Determiniamo [−1]:

[−1] = {x ∈ Z∗ | (−1) ∼ x} = {x ∈ Z∗ | (−1)x > 0} =

{x ∈ Z∗ | x < 0} = Z−

DunqueZ/ ∼= {Z+,Z−}.

Risultato: Sia dato un insieme A e sia ∼ una relazione di equivalenzadefinita in A. Allora l’insieme quoziente A/ ∼ e una partizione di A, ossiae una famiglia di sottoinsiemi di A non vuoti, a due a due disgiunti e la cuiunione e tutto A.

14 Funzioni

Definizione: Dati due insiemi A e B si chiama applicazione o funzione daA in B una corrispondenza che associa ad ogni elemento di A uno ed un soloelemento di B. Si scrive:

f : A→ B

a→ b

dove a ∈ A. Si scrive anche f(a) = b.

N.B. A e detto dominio della funzione,

B e detto codominio della funzione.

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Esempio: Dati gli insiemi

A = {−2,−1, 0, 1, 2} e B = {−4,−3,−2,−1, 0, 1, 2, 3, 4}

si consideri la corrispondenza

f : A→ B

definita da

f(x) = x2, ∀x ∈ A.

f e un’applicazione, infatti ad ogni elemento di A corrisponde uno ed un soloelemento di B

f(−2) = 4 ∈ B, f(−1) = 1 ∈ B, f(0) = 0 ∈ B,

f(1) = 1 ∈ B, f(2) = 4 ∈ B.

Graficamente:

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Criterio: Per verificare che una corrispondenza f : A→ Be un’applicazione bisogna verificare

• ∀x ∈ A, ∃f(x) ∈ B;

• ∀x ∈ A, ∃!f(x) (e unico):

x = y ⇒ f(x) = f(y)

Esempi:

1. Consideriamo la corrispondenza

f : Z→ Z

definita daf(x) = 2x, ∀x ∈ Z.

f e un’applicazione, infatti

• ∀x ∈ Z, 2x ∈ Z⇒ f(x) = 2x ∈ Z.

• Siano x, y ∈ Z. Se x = y ⇒ 2x = 2y ⇒ f(x) = f(y)

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2. Consideriamo la corrispondenza

f : Q→ Q

definita daf(a

b) = 5

a

b, ∀a

b∈ Q.

f e un’applicazione, infatti

• ∀ab∈ Q, 5a

b∈ Q⇒ f(a

b) ∈ Q.

• Siano ab, cd∈ Q. Se a

b= c

d⇒ 5a

b= 5 c

d⇒ f(a

b) = f( c

d)

3. Consideriamo la corrispondenza

f : R→ R

definita da

f(x) =5

2− x, ∀x ∈ R.

f non e un’applicazione, infatti

• f(2) 6∈ R

4. Consideriamo la corrispondenza

f : Q→ Q

definita daf(a

b) = 2b, ∀a

b∈ Q.

f non e un’applicazione, infatti

• ∀ab∈ Q, 2b ∈ Q⇒ f(a

b) ∈ Q.

• 12

= 36

ma f(12) = 4 6= f(3

6) = 12

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Definizione: Dati due insiemi A e B ed f : A→ B un’applicazione. Si diceche f e iniettiva se elementi distinti del dominio hanno immagini distinte nelcodominio, ossia

∀x, y ∈ A, x 6= y ⇒ f(x) 6= f(y).

Esempi:

INIETTIVA NON INIETTIVA

Criterio: f : A→ B e iniettiva se, ∀x, y ∈ A,

f(x) = f(y)⇒ x = y

Esempi:

1. Consideriamo l’applicazione

f : Z→ Z

definita daf(x) = 3x+ 1, ∀x ∈ Z.

f e iniettiva, infatti

Siano x, y ∈ Z. Se

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f(x) = f(y)⇒

3x+ 1 = 3y + 1⇒ 3x = 3y ⇒ x = y

2. Consideriamo l’applicazione

f : Z→ Z

definita daf(x) = x2, ∀x ∈ Z.

f non e iniettiva, infatti

1 6= −1 ma f(1) = 1 = f(−1)

Definizione: Dati due insiemi A e B ed f : A→ B un’applicazione. Si diceche f e surgettiva o suriettiva se ogni elemento del codominio e immagine diqualche elemento del dominio, ossia

∀b ∈ B, ∃a ∈ A t.c. f(a) = b.

Esempi:

SURGETTIVA NON SURGETTIVA

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Criterio: f : A→ B e surgettiva se, ∀b ∈ B ∃x ∈ A, taleche l’equazione

f(x) = b

ha soluzione.

Esempi:

1. Consideriamo l’applicazione

f : Z→ Z

definita daf(x) = x+ 6, ∀x ∈ Z.

f e surgettiva?

∀b ∈ Z ∃x ∈ Z t.c. x+ 6 = b?

Risolviamox+ 6 = b

si ottiene

x = b− 6 ∈ Z

dunque

∀b ∈ Z ∃x = b− 6 ∈ Z t.c. f(b− 6) = b

f e surgettiva.

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2. Consideriamo l’applicazione

f : Z→ Z

definita daf(x) = 3x+ 1, ∀x ∈ Z.

f e surgettiva?

∀b ∈ Z ∃x ∈ Z t.c. 3x+ 1 = b?

Risolviamo3x+ 1 = b

si ottiene

x =b− 1

36∈ Z

dunque f non e surgettiva, infatti per b = 5 si ha x = 436∈ Z

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Definizione: Dati due insiemi A e B ed f : A→ B un’applicazione. Si diceche f e biunivoca se e iniettiva e surgettiva.

Esempi:

1.

2. Consideriamo l’applicazione

f : Z→ Z

definita daf(x) = x+ 6, ∀x ∈ Z.

f e biunivoca

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Definizione: Dati due insiemi A e B ed f : A→ B un’applicazione biu-nivoca. Si definisce funzione inversa di f , e si indica f−1, l’applicazionef−1 : B → A che associa ad ogni elemento di B, b ∈ B, quell’unico elementoa ∈ A di cui e immagine tramite la f , ossia f(a) = b.

∀b ∈ B, f−1(b) = a, dove a ∈ A e f(a) = b

Esempio:

f f−1

Esempio: Consideriamo l’applicazione

f : Z→ Z

definita daf(x) = x+ 6, ∀x ∈ Z.

Abbiamo visto che f e biunivoca

La funzione inversa

f−1 : Z→ Ze definita da

f(x) = x− 6, ∀x ∈ Z.

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Definizione: Siano f : A→ B e g : B → C due applicazioni. Allora l’ap-plicazione g ◦ f : A→ C definita da

g ◦ f(x) = g(f(x)), ∀x ∈ A

e detta applicazione composta.

Esempio: Consideriamo

f : Z∗ → N

f(x) = x2, ∀x ∈ Z∗g : N→ Q

g(x) = 3x+52, ∀x ∈ N

g ◦ f : Z∗ → Q

g ◦ f(x) = g(f(x)) = g(x2) =3x2 + 5

2

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Esercizi:

1. Delle seguenti relazioni su N verificare quali tra le proprieta riflessiva,simmetrica, anti-simmetrica e transitiva sono valide:

a) xRy ⇔ x|y;

b) xRy ⇔ hanno lo stesso numero di cifre;

c) xRy ⇔ x− y = 3n per qualche naturale n;

d) xRy ⇔ hanno un divisore comune diverso da 1.

2. Su Z si definisca la seguente relazione:

xRy ⇔ λx− 3y = 1

con λ ∈ Z. Dire per quale valore di λ la relazione R e simmetrica:

a) λ = 0;

b) λ = 12;

c) λ = −3;

d) λ = 2.

3. Delle seguenti funzioni dire quali sono iniettive e quali surgettive:

a) f : R→ R, definita da f(x) = 4x+ 1;

b) g : R∗ → R, definita da g(x) = 2x;

c) h : Z∗ → R, definita da h(x) = 1x2+1

;

4. Siano f : R→ R e g : R→ R due funzioni definite da f(x) = (x− 1)2

e g(x) = x+ 1. Determinare le funzioni composte f ◦ g, g ◦ f , f ◦ f eg ◦ g.

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