sullaviadellavita anno 3 n.1

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Presenza Pastorale in Ospedale Aprile 2014 Anno 3 n. 1 sulla VIA della VITA con un po’ di mestizia… L’ “Ospedale della donna e del bambino” è come il nuovo dentino di un fanciullo che, per farsi largo, fa saltare i denti da latte. È questa l’immagine che mi si presenta guardando alla demolizione del padi glione della Maternità, che aveva avviato la sua attività all’ultimo scorcio del 1969, quando la gestione dell’evento nascita diventava per legge competenza dell’ospedale e veniva a cessare l’attività all’ “Ospi zio degli Esposti e Maternità” di via G.B. Moschini. In quell’occasione, anche i poderosi Registri dei Battesimi traslocavano nella sede dei Cappellani degli Istituti Ospitalieri di B.go Trento, e lì vanno a richie dere i certificati i nubendi. Non sono gli unici: iniziano ad arrivarvi anche le richieste di “sbattezzo”, la richiesta cioè di non appartenere più formalmente alla Chiesa Cattolica. Perché i tomi sono poderosi? Negli anni preconciliari era prassi consolidata battezzare i neonati direttamente nella struttura di nascita e non nella rispettiva parrocchia. S’intende anche i bambini nati sani e non solo quelli a rischio di vita, come si fa tutt’oggi. Ecco perché don Guido Pettenella, responsabile di quella che era la Rettoria di S. Orsola, aveva il suo bel da fare. Per avere un’idea, nel decennio 1958/1967 sono stati amministrati 26.945 battesimi, la media 2.695 annui! Da lì in poi essi sono drasticamente scemati, e fra i fattori ci stanno senz’altro i nuovi orientamenti conciliari che recuperavano il valore ecclesiale, quindi parrocchiale, del sacramento. Infatti, si scende a 943 battesimi nel 1968, e a 715 nel 1969. L’ultimo battesimo registrato alla vecchia Maternità di via Moschini porta la data di domenica 7 dicembre 1969. Viene da pensare che si siano stati usati i due giorni festivi consecutivi (l’8 è Solennità dell’Immacolata) per il trasferimento dell’intero comparto Maternità nel nuovo fabbricato. Infatti, gli infanti sani nati fra il 5 e il 9 di cembre risultano battezzati “solennemente” cioè non d’urgenza ma col rito completo nella Cappella della nuova Maternità a partire dal 13 dicembre. Questo non significa che prima del 1969 a B.go Trento non ci fossero battesimi. Il primo registro di battesimi compilato in sede raccoglie il decennio dal 1960 al 1970. Si trattava di infanti battezzati nell’Ospe Pasqua 2014 Aiutiamo l’hospice “San Camillo” di Quito in Ecuador: si sta avviando una Unità Pediatrica di malati terminali La raccolta di aiuti per la Quaresima 2014 all’interno delle sante Messe dell’ospedale B.go Trento è destinata ad una opera coraggiosa che i camilliani stanno avviando in Ecuador, ad opera della Associazione Fecupal. FECUPAL è un ente senza scopo di lucro, pioniere in Ecua dor nella cura dei malati in fase terminale e delle loro fami glie. La sua mission consiste nell’andare incontro alle necessità fisiche, emotive e spirituali dei malati terminali e delle loro famiglie in modo personale, umano e acco gliente, privilegiando i più poveri. La cura e l’accoglienza dei malati ad opera di camilliani, di professionisti in medicina, di personale specializzato e di volontari è ispirata al comandamento dell’amore di Gesù, trasmesso nel Vangelo, nella Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica e nella vita esemplare di San Camillo De Lellis. Il lavoro di FECUPAL inizia quando gli altri si danno per vinti. Dal 1998 fino al 2012, FECUPAL ha assistito presso la sua sede 148.740 persone effettuando visite e day hospital in 30 specializzazioni differenti; fino al 2012 ha curato 1.979 malati da 1 a 100 anni con diverse tipologie di cancro e AIDS presso le loro abitazioni; ha realizzato 11.276 visite a domicilio nella città di Quito e nella sua periferia, con una media di 5.59 visite per ogni paziente in fase terminale. Perché un’Unità Pediatrica? In Ecuador, secondo i dati del 2009 del registro nazionale dei tumori, sono morte 59.714 persone. Il 14,77 %, ovvero 8.817 persone, sono morte di cancro: 1.626 per cancro allo ... continua a pag. 2 ... continua a pag. 2 La vecchia “Maternità” se ne va sotto i colpi delle pale,

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Cappellania Ospedale Borgo Trento - La vecchia “Maternità” se ne va sotto i colpi delle pale, con un po’ di mestizia - Pasqua 2014: Aiutiamo l’hospice “San Camillo” di Quito in Ecuador - Quando il ferito e il guaritore sostano davanti al Crocefisso - Notizie

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P r e s e n z a P a s t o r a l e i n O s p e d a l e

Aprile 2014 Anno 3 ­ n. 1

sulla VIA della VITA

con un po’ di mestizia…L’ “Ospedale della donna e del bambino” è come il nuovo dentino diun fanciullo che, per farsi largo, fa saltare i denti da latte. È questal’immagine che mi si presenta guardando alla demolizione del padi­glione della Maternità, che aveva avviato la sua attività all’ultimoscorcio del 1969, quando la gestione dell’evento nascita diventava perlegge competenza dell’ospedale e veniva a cessare l’attività all’ “Ospi­zio degli Esposti e Maternità” di via G.B. Moschini. In quell’occasione,anche i poderosi Registri dei Battesimi traslocavano nella sede deiCappellani degli Istituti Ospitalieri di B.go Trento, e lì vanno a richie­dere i certificati i nubendi. Non sono gli unici: iniziano ad arrivarvianche le richieste di “sbattezzo”, la richiesta cioè di non appartenerepiù formalmente alla Chiesa Cattolica.Perché i tomi sono poderosi? Negli anni preconciliari era prassiconsolidata battezzare i neonati direttamente nella struttura di nascitae non nella rispettiva parrocchia. S’intende anche i bambini nati sanie non solo quelli a rischio di vita, come si fa tutt’oggi. Ecco perchédon Guido Pettenella, responsabile di quella che era la Rettoria di S.Orsola, aveva il suo bel da fare. Per avere un’idea, nel decennio1958/1967 sono stati amministrati 26.945 battesimi, la media 2.695annui! Da lì in poi essi sono drasticamente scemati, e fra i fattori cistanno senz’altro i nuovi orientamenti conciliari che recuperavano ilvalore ecclesiale, quindi parrocchiale, del sacramento. Infatti, siscende a 943 battesimi nel 1968, e a 715 nel 1969.L’ultimo battesimo registrato alla vecchia Maternità di via Moschini

porta la data di domenica 7 dicembre 1969. Viene da pensare che sisiano stati usati i due giorni festivi consecutivi (l’8 è Solennitàdell’Immacolata) per il trasferimento dell’intero comparto Maternitànel nuovo fabbricato. Infatti, gli infanti sani nati fra il 5 e il 9 di­cembre risultano battezzati “solennemente” ­ cioè non d’urgenza macol rito completo ­ nella Cappella della nuova Maternità a partire dal13 dicembre.Questo non significa che prima del 1969 a B.go Trento non ci fosserobattesimi. Il primo registro di battesimi compilato in sede raccoglie ildecennio dal 1960 al 1970. Si trattava di infanti battezzati nell’Ospe­

Pasqua 2014Aiutiamo l’hospice “San Camillo”di Quito in Ecuador: si sta avviando una

Unità Pediatrica di malati terminaliLa raccolta di aiuti per la Quaresima 2014 all’internodelle sante Messe dell’ospedale B.go Trento è destinata aduna opera coraggiosa che i camilliani stanno avviando inEcuador, ad opera della Associazione Fecupal.

FECUPAL è un ente senza scopo di lucro, pioniere in Ecua­dor nella cura dei malati in fase terminale e delle loro fami­glie. La sua mission consiste nell’andare incontro allenecessità fisiche, emotive e spirituali dei malati terminali edelle loro famiglie in modo personale, umano e acco­gliente, privilegiando i più poveri.La cura e l’accoglienza dei malati ad opera di camilliani, diprofessionisti in medicina, di personale specializzato e divolontari è ispirata al comandamento dell’amore di Gesù,trasmesso nel Vangelo, nella Dottrina Sociale della ChiesaCattolica e nella vita esemplare di San Camillo De Lellis. Illavoro di FECUPAL inizia quando gli altri si danno per vinti.Dal 1998 fino al 2012, FECUPAL ha assistito presso la suasede 148.740 persone effettuando visite e day hospital in30 specializzazioni differenti; fino al 2012 ha curato 1.979malati da 1 a 100 anni con diverse tipologie di cancro eAIDS presso le loro abitazioni; ha realizzato 11.276 visite adomicilio nella città di Quito e nella sua periferia, con unamedia di 5.59 visite per ogni paziente in fase terminale.

Perché un’Unità Pediatrica?In Ecuador, secondo i dati del 2009 del registro nazionaledei tumori, sono morte 59.714 persone. Il 14,77 %, ovvero8.817 persone, sono morte di cancro: 1.626 per cancro allo

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La vecchia “Maternità” se ne va sotto i colpi delle pale,

dale Pediatrico Alessandri, verosimilmente lì trasferiti a causa diserie complicazioni.Nel nuovo regime, si distinguevano i bimbi battezzati nellacappella della nuova Maternità, con rito completo ad opera di uncappellano, da quelli battezzati d’urgenza nel reparto prematuri onel reparto lattanti, quasi sempre ad opera di una infermiera o diuna vigilatrice d’infanzia presente in corsia. Questo non devesorprendere. Vigeva il dettato dogmatico, valido anche oggi, chechiunque può battezzare in stato di urgenza, con la formula “ (no­me)…, io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spiri­to Santo”.

* * *Si sta parlando di Pediatria. In occasione dell’annuale S. Messanatalizia il vescovo mons. Zenti aveva fatto visita al reparto e lìera maturata l’idea di una S. Messa direttamente in corsia per ce­lebrare la Giornata della Vita. La necessità di far coinciderel’evento con la disponibilità di un coro di bambini aveva fattoslittare la data dal 3 al 17 febbraio. È stata una celebrazione moltobella, commovente, animata magistralmente dal coro dellaparrocchia del Sacro Cuore diretto dalla maestra Marta Benciolini,alla presenza folta di mamme con bimbi ricoverati e di personaleospedaliero. Il vescovo ha commentato e applicato a quell’udito­rio molto particolare la Lettera di Giacomo, un forte invito a sapersopportare le prove con pazienza e con la fiducia nel Signore. Leprove… la pazienza… la fiducia: tre ingredienti che alimentano ilpercorso della fede, dei bimbi, dei loro genitori, ma anche delpersonale. Dal mese di settembre tutto il comparto della Materni­tà e della Pediatria è in diaspora, nei padiglioni 12, 13 e 14. Inattesa che l’erigendo “Ospedale della donna e del bambino”venga alla luce, quei tre ingredienti restano ben attuali per tutticoloro che vi operano.

stomaco, 820 alla prostata, 666 ai polmoni, 446 alla mammella e388 all’utero.Di fronte a questa necessità il Paese però non è in grado di daresupporto per mezzo del Ministero della Salute Pubblica, enemmeno promuovere una legislazione che difenda il diritto auna morte dignitosa. A questo si aggiunge che il progressotecnologico medico­scientifico non arriva alla maggior partedella popolazione povera, ma che in alcuni casi interferisce neiprocessi naturali di vita e morte senza alcun rispetto per iprincipi etici e morali.Bambini e adolescenti non sono sottoposti a un’adeguata assi­stenza sia per quanto riguarda i trattamenti oncologici che per lecure palliative. La mancanza di assistenza a queste fasce d’etàdurante la malattia rappresenta una priorità all’interno dell’ Ho­spice San Camillo, per offrire ai bambini e alle loro famiglie unambiente accogliente caratterizzato da efficienza professionale eumana, che soddisfi le necessità caratteristiche dello stato termi­nale.L’Hospice San Camillo all’inizio del 2014 dispone dei permessinecessari per avviare l’attività ed è riconosciuto come “UnitàSpecializzata per le cure palliative” di terzo livello all’interno delSistema Nazionale della Salute. L’accoglienza e il ricovero dellepersone inizia dal mese di aprile 2014, con un’area riservata abambini e giovani. Trattandosi di una realtà nuova per il Paese econsiderando che l’assistenza per i malati pediatrici è carente,FECUPAL prevede di assistere approssimativamente 50 bambinie giovani con due modalità differenti: ricovero e assistenza a do­micilio.Inoltre si riscontra una crescente partecipazione di persone lai­che nella missione della Chiesa attraverso il servizio volontarioai malati e coloro che soffrono. È un vero e proprio esercito diservitori silenziosi alla vita che lavorano vicino alle persone incondizioni difficili e precarie.

Chi intendesse partecipare alla colletta oltre il tempo dellaQuaresima, ne indichi la specifica destinazione e la conse­

gni ai cappellani.

da pag.1 Pasqua 2014...da pag.1 La vecchia Maternità...

Quello qui presentato è un paragrafodell’intervento di padre Pierpaolo Vallialla Giornata Mondiale del Malato, il 20febbraio, in Sala Marani. Dopo avere pre­sentato san Camillo de Lellis come “guari­tore ferito”, uomo che ha imparato adessere misericordioso coi sofferenti apartire dall’esperienza personale del do­lore, passa a leggere quelle sue espe­rienze nella prospettiva spirituale del suoincontro col Gesù sofferente sulla croce.

Un terzo e ultimo momento che vorreicondividere con voi è l’incontro con il ve­ro Guaritore ferito a cui Camillo si ispira.È vero che Camillo incontra il proprio do­lore e il dolore degli altri a partiredall’incontro con il Cristo crocifisso ma èanche vero che il dolore incontrato, in sée negli altri, viene portato davanti al Cri­sto in Croce e per questo trasformato eintegrato.Vorrei partire dalle parole scritte da unapersona di religione ebraica che lavora inun negozio di articoli religiosi: “Prima diandarmene, ho gettato uno sguardo allaparete dei crocefissi, pensando al generedi messaggio evocato da tutto quel doloremanifesto. D’improvviso ho capito lagrande fortuna di una religione il cuisimbolo è l’immagine di un uomo sullacroce. È assolutamente umano! Interpretain modo immediato e profondo la perce­zione che la maggior parte della gente,nei secoli e oggi, ha della vita: un duropercorso. Il cristianesimo nasce dal dolo­re, quello stesso dolore ineluttabile che lastragrande maggioranza degli esseri uma­ni sperimenta e si porta appresso; queldolore che è alla base della crescita diognuno, accettato consapevolmente da

qualsiasi persona un minimo risoluta.Guardare un crocefisso è un po’ comeincontrare qualcuno che ti capisce.”A me pare che Camillo abbia capito que­sto, che guardando a quell’uomo sullacroce poteva sia capire il proprio dolore(abbracciato nell’esperienza del perdonoda parte del Signore soprattutto nel mo­mento della sua conversione), sia esseremisericordioso e amorevole nei confrontidegli altri (come si sente amato lui, può

credere che così il Si­gnore ama tutti isuoi).Ciò che avviene in Ca­millo, è una progressi­va sorta di iden­tificazione tra il Cristoin croce e il Cristonelle persone che as­siste. È chiaro che èun dono di graziaparticolare aconsentirgli di arriva­re a tale sintesi umanae spirituale, ma quel

che ci stimola è il pensare che anche pernoi è possibile un cammino in questa di­rezione. Il dolore elaborato in noi (sianella forma spirituale come è stato perlui, sia nella forma prettamente umana)può diventare lo spazio per crescerenell’accoglienza del dolore dell’altro. Sa­persi amato dal Cristo della croce lo haportato ad amare ogni Cristo in croce sulletto degli Ospedali. E ciò fino ad arrivarea questi vertici di santità: “Consideravaegli tanto vivamente la persona di Christoin loro, che spesso quando gli imboccava(imaginandosi che quelli fussero i suoiChristi) dimandava loro sotto linguagratie et il perdono de' suoi peccati,stando così riverente nella lor presenzacome stasse proprio nella presenza diChristo cibandogli molte volte scoperto,et ingenocchiato” (testimonianza di un te­stimone oculare).

È chiaro che noi non siamo chiamati adarrivare a questi vertici, anche perché,probabilmente, non ne saremo capacisenza l’aiuto di un dono speciale. Rimaneperò lo stimolo a fare del nostro dolore lospazio in cui ritrovare il guaritore che c’èin noi e che c’è nel cuore dell’altro. Chie­

dere perdono all’altro, vedendo nel ma­lato lo stesso Cristo crocifisso, può essereper noi un percorso da intraprendere nontanto nella forma vissuta da Camillo manella sostanza che tale esperienza cisuggerisce. Accostare l’altro coscienti deinostri limiti e delle nostre ferite, ciconsente di considerare l’altro un misteroda rispettare e non da invadere con le no­stre pretese di essere salvatori dell’umani­tà. Ci abilita a vivere l’umiltà di chi siaccosta all’altro nel desiderio umano diessere sostegno ma anche nella consape­volezza che l’altro ha in sé le stesse capa­cità che abbiamo noi di affrontare lanostra sofferenza.

Per Camillo, vedere nel malato lo stessoCrocifisso ha consentito questa sorta dioperazione umano­spirituale che apre lospazio del dono di sé nei confronti diogni persona che si trova nella sofferenza.Se è vero che lui vedeva il Crocifisso neimalati incontrati, è altrettanto vero chequel Crocifisso era dentro di lui. Il Croce­fisso incontrato e il crocefisso interio­rizzato nei propri gesti di amoredivengono le due facce della stessa realtà.Il guaritore ferito, il crocifisso che guari­sce. Guarisce a partire dall’amore con cuiama. È questo ciò che cura: è nella formache tale guarigione assume che trovasenso parlare di salvezza che va oltre lasemplice, se pur necessaria, voglia di sa­nare una sofferenza fisica. Camillo non haguarito tutti coloro che ha incontrato. Co­me lo stesso Cristo non ha guarito tutti.Chi però li ha incontrati ha trovato acco­glienza, cura, amore, rispetto, considera­zione, ascolto: e questo è ciò che guariscein profondità il cuore dell’uomo ancheladdove la parola morte sembra segnarela sconfitta di una medicina che devespesso arrendersi di fronte a malattie co­siddette “incurabili” dimenticando chenon c’è niente che non si può curarementre può esserci qualcosa che non èguaribile. Come disse un medico, amico ecollaboratore: “quando siamo di fronte adun paziente morente e diciamo che nonc’è più niente da fare ci sbagliamo. Perchéquando non c’è più niente da fare, intermini tecnici, resta molto da fare intermini di umanità”.

Quando il ferito e il guaritore sostano davanti al Crocefissodi Padre Pierpaolo Valli

sulla VIA della VITAPeriodico del Servizio Religioso presentenell’Ospedale di B.go Trento, Verona.Il bollettino viene distribuito in cartaceo ein digitale sul sito AziendaleOspedale Civile MaggioreB.go Trento ­ VeronaTelefono: 045.812.2110email: [email protected] ONLINEhttp://issuu.com/sullaviadellavita

Orario SS. MesseBorgo Trento

Chiesa centraleFeriale 7.15 ­ 15.30Prefest. 16.15Festiva 11.00

GeriatricoFeriale 7.15Festiva 10.30

Polo Confortini(Festive)Cappella 17.00Cardiologia, (3° p. Blu) 9.30Chirurgia, (5° p. Arancio) 11.00

Borgo RomaFeriale 17.00Prefest. 17.00Festiva 10.30 ­ 17.00

Invito alla collaborazioneChi vuole, può collaborare inviando ilproprio contributo per il giornalino:testo, immagini, domande, segnala­zioni,..., alla mail:[email protected] contattando i cappellani.Grati per quanto vorrete donare aquesta causa, con stima ed amicizia.La Redazione

http: / / i s suu.com/sul lav iadel lav i ta

Giornata Mondiale del MalatoIl giorno 11 febbraio si celebrava la XXII Giornata Mondiale del Malato che aveva pertema: « Fede e carità: “...anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1 Gv 3,16)». Sonotre gli appuntamenti coi quali il nostro Ospedale ha celebrato la XXIII Giornata Mondialedel Malato.­ Il 15 Febbraio Radio Maria ha trasmesso dalla nostra chiesa il rosario e la S. Messa,presieduta da P. Gianluigi Valtorta e animata dal coro dell’ospedale.­ I Cappellani dell’intera Diocesi si sono trovati il 19 Febbraio al Centro Camilliano diFormazione ad ascoltare don Andrea Manto, che presentava le indicazione operativedell’ultimo documento della Chiesa Italiana sulla pastorale della Salute.­ Al corso ECM del 20 Febbraio in Sala Marani quasi 300 iscritti passano l’interopomeriggio con tavola rotonda sul tema “Il dolore dimenticato. La fatica degli operatorisanitari a convivere con il dolore dei pazienti e dei famigliari”, con l'organizzazione diViviana Olivieri.

Lettori e accolitiCi sono alcuni giovani camilliani in formazione che la domenica animano la S. Messa inreparto. Il 25 Marzo nella chiesa di S. Maria del Paradiso, in Veronetta, hanno ricevuto i“ministeri minori” del lettorato e dell’accolitato. Sono: Salvatore Giuffrida, NicolaDocimo, Salvatore Postillo. Auguriamo a loro un fecondo servizio liturgico.

La cappellaniaLa cappellania ospedaliera di B.go Trento – formata dai cappellani e dai lorocollaboratori volontari ­ ha avuto due incontri di formazione e aggiornamento su temi diparticolare interesse: nella Due Giorni del 3 e 4 Marzo a Rossano Veneto ( VI) hannoaffrontato il tema della prevenzione; nel raduno mensile del 1 Aprile quello dellapastorale del morente.

Il Consiglio OspedalieroIl 10 Febbraio il CPO si è radunato presso l’alloggio dei cappellani per una presa inesame della proposta di riflessione della CEI per la Giornata Mondiale del Malato(“Educati dal Vangelo alla cultura del dono”) e per prendere in esame alcune possibiliiniziative pastorali.

Staffetta Verona­Roma per il IV centenario di San CamilloLa Associazione sportiva Montefortiana sta organizzando congiuntamente coi camillianiuna staffetta ciclistico/podistica che, partendo da Verona e passando per Bucchianico(paese natale del Santo), approdi a Roma. Il tratto Verona­Bucchianico di km 500 èpercorso in tre o quattro giorni dai ciclisti (col supporto di un camper), che “passano lamaglia” ai podisti per il tratto Bucchianico­Roma di 230 km, fatto in due giornate.L’arrivo è previsto per il 13 luglio, vigilia della Solenne Celebrazione in Roma.I ciclisti provetti che volessero aggregarsi contattino padre Edoardo per le informazioni(347­4259927).

NOTIZIE

TRIDUO PASQUALEGIOVEDI SANTO

Ore 15.00 ­ S. Messa solenne della CENA DEL SIGNOREal Padiglione n. 12, Piano Rialzato (Corridoio del Pronto Soccorso di Ginecologia)

VENERDI SANTOOre 15.00 ­ Celebrazione della PASSIONE DEL SIGNORE

in Chiesa “San Camillo”, padiglione n. 7 (Accanto alle Celle Mortuarie)SABATO SANTO

Ore 21.00 ­ Solenne celebrazione della VEGLIA PASQUALEin Chiesa “San Camillo”, padiglione n. 7 (Accanto alle Celle Mortuarie)

CONFESSIONIdalle h. 10:00 alle 11:00 tutti i giorni, nelle tre le chiese

dalle h. 15:00 alle 16:00 Sabato, nelle tre le chiese