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STUDI DI DIRITTO PROCESSUALE CIVILE E DI DIRITTO COMPARATO

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STUDI DI DIRITTO PROCESSUALE CIVILEE DI DIRITTO COMPARATO

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Direttori

Gabriele C RUniversità degli Studi di Pavia

Girolamo MUniversità degli Studi di Palermo

Nicola P“Sapienza” Università Di Roma

Gianfranco R“Alma Mater Studiorum” Università di Bologna

Mario SUniversità degli Studi di Palermo

Comitato scientifico

Viviana BUniversità degli Studi di Palermo

Renzo Riccardo CUniversità “Ca’ Foscari” di Venezia

Giorgio CUniversità degli Studi di Palermo

Giuseppe GUniversità degli Studi di Palermo

Rosario PUniversità degli Studi di Palermo

Federico RUniversità degli Studi di Palermo

Guido SUniversità degli Studi di Palermo

Domitilla V D S VUniversità degli Studi di Palermo

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STUDI DI DIRITTO PROCESSUALE CIVILEE DI DIRITTO COMPARATO

La collana si propone di raccogliere e portare a conoscenza del pubbli-co dei lettori saggi di diritto processuale civile, di diritto comparato edi diritto processuale comparato, in modo da offrire un quadro quantopiù vasto e articolato delle predette discipline giuridiche. La collana sipropone altresì di incoraggiare ed incrementare l’apporto di giovanistudiosi.

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Federico Russo

Contributo allo studiodell’eccezione nel processo civile

Concetti e principi generali. Singole fattispecie

Seconda edizione

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Copyright © MMXVARACNE editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

II edizione: ottobre

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Indice

.........................................Prefazione alla seconda edizione 13

.............................................................................Capitolo I 15L’oggetto della presente indagine

..............................................................................I.1. Introduzione 15

............................................................................Capitolo II 21Quid est exceptio

...............................II.1. L’eccezione nel diritto romano “classico” 21..................................................II.2. L’età imperiale e giustinianea 28

II.3. L’eccezione nel diritto c.d. intermedio - a) il diritto longobardo ..........................................................e franco (VII - XI sec.) 33

II.4. L’eccezione nel diritto c.d. intermedio - b) le scuole di diritto romano (XII sec.) e l’exceptio quandoque ponitur large et

......................................................quandoque ponitur stricte 39II.5. L’eccezione nell’evoluzione successiva: I Commentatori, la

Scuola Culta cinquecentesca e la Scuola Storica: defensio ed .................................................................................exceptio 48

..............................................II.6. Conclusioni: quid est exceptio? 50

..........................................................................Capitolo III 53Dall’exceptio all’eccezione

III.1. L’eccezione nell’età delle codificazioni dal Code Louis alla ....................legislazione preunitaria fino al codice del 1865 53

III.2. Le eccezioni nel sistema del diritto Italiano e nella visione di ............Chiovenda, tra il 1865 e la vigilia dei codici del ’40 68

III.3. La svolta dei codici del ’40: a) la difesa del principio disposi-tivo e dell’onere della prova tra spinte autoritarie e diritto so-

.................................................................................stanziale 80III.4. La svolta dei codici del ’40: b) lo stretto (ma non troppo) le-

..............................game tra eccezione ed onere della prova. 91

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..........................................................................Capitolo IV 97Il diritto vivente (haec est exceptio)

IV.1. Le critiche alla concezione chiovendiana dell’eccezione. ..........L’eccezione tra visioni astratte e concrete dell’azione 97

IV.2. Un problema di prospettive: il valore relativo e descrittivo delle classificazioni. La sistematica dell’eccezione secondo i parametri descrittivi della posizione delle parti nel processo e

................della natura della posizione sostanziale azionata 105IV.3. Considerazioni di carattere generale: a) necessità di individua-

re un momento di collegamento tra la non rilevabilità d’uffi-cio di un’eccezione (eccezione in senso stretto procedurale) ed il suo contenuto sostanziale. I principi costituzionali e so-vranazionali e l’eccezione come limite tra potere giurisdizio-

.......................................nale e diritti disponibili delle parti 113IV.4. Considerazioni di carattere generale: b) il carattere processua-

.................................................................le delle eccezioni 117IV.5. Il vocabolo (e il concetto) di eccezione nel codice di rito:

l’art. 112 c.p.c., le norme che rinviano all’eccezione per la definizione del thema decidendum e le norme che sottinten-dono la nozione al fine delimitare i poteri processuali delle parti nello spazio e nel tempo (l’eccezione nel sistema delle

..........................................................................preclusioni) 121IV.6. L’eccezione e l’impossibilità di definirla sulla base dell’art.

.................................................................2697 c.c. (rinvio) 128

..........................................................................Capitolo V 135Individuazione e classificazione delle eccezioni secondo il con-tenuto

(contestazioni del diritto; contestazioni del fatto; eccezioni-deduzioni di un fatto nuovo impeditivo, modificativo o estinti-vo del diritto; eccezioni-impugnazioni; eccezioni-facoltà di rifiutare l’adempimento).

V.1. Le possibili difese del convenuto: a) le mere difese; a1) la con-........................................testazione o negazione del diritto 135

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V.2. Le possibili difese del convenuto: a) le mere difese; a2) la con-testazione o negazione del fatto. Il problema della non conte-

.....................stazione alla luce del novellato art. 115 c.p.c. 139V.2.1. L’elemento caratterizzante delle difese in parola: la conte-

..............................................................stazione del “fatto” 139V.2.2. La non contestazione come limite al rilievo d’ufficio della

........................................................................quaestio facti 143V.2.3. Ratio dell’onere di contestazione specifica: la stretta in-

terconnessione tra onere di contestazione e onere della prova nelle sue due possibili concezioni. Contestazione e onere del-

....................................la prova nella sequenza processuale 147V.2.4. Il contenuto dell’onere di specifica contestazione: il supe-

........ramento della distinzione tra fatti primari e secondari 155V.2.5. Le conseguenze della mancata contestazione: la relevatio

................................................................ab onere probandi 158V.3. Le possibili difese del convenuto: b). le eccezioni-deduzioni di

un fatto nuovo impeditivo, modificativo o estintivo del diritto (eccezioni in senso lato o in senso maggiormente ristretto -

.......................................................................art. 2697 c.c.) 164V.3.1. L’elemento caratterizzante: l’introduzione nel processo di

......................................................................un fatto nuovo 164...................V.3.2. L’art. 2697 c.c. nel sistema delle eccezioni 165

V.3.3. Il criterio dell’onere della prova ex art. 2697 c.c. nei suoi tre momenti (ex ante come onere per le parti, ex post come criterio del decidere e intermedio, come criterio per l’ammis-sibilità e rilevanza delle prove) - coordinamento con l’art. 115

...........................c.p.c. e l’onere di specifica contestazione 173V.3.4. Il contenuto dell’onere della prova ex art. 2697 c.c.: la

.................domanda / eccezione o il “fatto” a fondamento? 182V.3.5. La prova del fatto negativo (il “fatto negativo” come fon-

..........................damento della domanda o dell’eccezione) 184V.3.6. - segue: Il problema delle azioni di accertamento negativo

- La domanda di accertamento negativo come contestazione ............................................................(anticipata) del fatto. 191

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V.3.7. - segue: implicazioni in materia di impugnazione del te-................................................................stamento olografo 201

V.3.8. - segue: la prova del fatto negativo e il criterio di vicinan-................................za o di riferibilità della prova. - critica 204

V.3.9. - segue: Il problema delle azioni di risoluzione (la do-manda di risoluzione presuppone la contestazione anticipata

...............................del fatto dell’adempimento avversario) 207V.4. Le possibili difese del convenuto: c). le eccezioni - impugna-

zioni basate su un controdiritto del convenuto (eccezioni in senso sostanziale: annullamento, risoluzione, rescissione,

..........................................................................usucapione) 214V.5. Le possibili difese del convenuto: d). le eccezioni - facoltà di

rifiutare l’adempimento (eccezione di inadempimento, pre-scrizione estintiva, compensazione, beneficio di escussione,

.........................................................beneficio di divisione) 220V.6. Le possibili difese del convenuto: d). le eccezioni - facoltà di

rifiutare l’adempimento - continua: l’eccezione di compensa-....................................................................................zione 232

V.7. Le eccezioni-facoltà di rifiutare l’adempimento. Caratteri co-muni. Interdipendenza reciproca tra regime della rilievabilità a istanza di parte e natura sostanziale dei singoli istituti. Con-

................................................................................clusioni 238..........................................V.8. Le c.d. eccezioni riconvenzionali 242

........................................................................Capitolo VI 249Individuazione e classificazione delle eccezioni secondo il regi-me processuale

(eccezioni in senso stretto e in senso lato “procedurale”)VI.1. Le eccezioni non rilevabili d’ufficio o eccezioni in senso

stretto procedurale. Caratteristiche comuni (a conclusione del ragionamento): sono dirette a paralizzare una domanda fon-data e che diviene in fondata solamente a seguito della propo-

....................sizione nel processo dell’eccezione medesima 249

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VI.2. Il regime delle eccezioni rilevabili d’ufficio - questioni gene-........................................................................................rali 263

VI.2.1. Necessaria correlazione tra il restringimento, ad opera dell’evoluzione interpretativa, delle ipotesi di eccezioni in senso stretto procedurale e il progressivo aumento delle pre-

................................clusioni nella legislazione processuale 263VI.2.2. Maggiore o minore ampiezza del concetto di rilevabilità

d’ufficio nelle varie tipologie di difese, secondo il loro conte-......................nuto (contestazione del diritto, del fatto etc.) 265

VI.3. Il regime delle eccezioni rilevabili d’ufficio - problemi speci-........................................fici: a) le decisioni della terza via 268

VI.4. Il regime delle eccezioni rilevabili d’ufficio - problemi speci-fici: b) l’eccezione di nullità tra rilievo d’ufficio e corrispon-denza tra chiesto e pronunciato nel dibattito precedente all’in-

.................................tervento delle Sezioni Unite del 2014 272VI.5. Il regime delle eccezioni rilevabili d’ufficio - problemi speci-

fici: b.1) Il sistema delle eccezioni di nullità e il loro rilievo d’ufficio a seguito delle pronunce delle Sezioni Unite n.

.................................26242 e 26243 del 12 dicembre 2014 278VI.5.1. La rilevabilità d’ufficio della nullità allorché sia stato

domandato l’annullamento del contratto. Le evoluzioni della .....................................................................giurisprudenza 278

VI.5.2. Il casus belli: La fattispecie esaminata dalle Sezioni Uni-..................................................................te n. 26243/2014 283

VI.5.3. Il rilievo della nullità tra visioni pubblicistiche e privati-...............................................................stiche del processo 287

VI.5.4. Il nodo delle nullità c.d. “di protezione”: eccezioni in senso stretto o in senso lato? - Problema dell’opposizione del soggetto debole a far valere la nullità - Inquadramento come

.......................................................contestazioni del diritto 293VI.5.5. Conseguenze: a) rilievo d’ufficio; b) sottoposizione al

contraddittorio delle parti; c) declaratoria della nullità salvo il caso di opposizione del soggetto debole. Problematiche: dirit-

.............................to di ripensamento del soggetto debole? 301

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VI.5. 6. Idoneità al giudicato dell’accertamento incidentale sulla nullità (tradizionale e di protezione). La ragione più liquida; La decisione più stabile; La possibile diversa volontà del

............................................................................convenuto 305VI.5.7. Estensione dei principii a tutte le azioni di impugnativa

..............................................................................negoziale 310VI.5.8. Il caso della nullità diversa da quella invocata dalla par-

..................te: le domande di nullità come autodeterminate 315.VI.5.9. Le nullità parziali e la conversione del negozio nullo 319

VI.5.10. Il nodo insoluto della rilevazione d’ufficio della nullità in grado di appello o in cassazione (scil.: il concetto di giudi-

...............................................cato implicito “con riserva”) 321VI.6. Il regime delle eccezioni rilevabili d’ufficio - problemi speci-

fici: c) L’eccezione di concorso colposo del debitore ex art. .......................................1227 c.c. commi primo e secondo 324

VI.7. Il regime delle eccezioni rilevabili d’ufficio - problemi speci-.............fici: d) le eccezioni di giudicato interno ed esterno 329

VI.8. Le eccezioni di difetto di legittimazione attiva e passiva e di difetto di titolarità delle posizioni giuridiche attive e passive tra contestazione del diritto, contestazione del fatto ed ecce-zione-deduzione di una fatto nuovo, impeditivo, modificativo

............................................................o estintivo del diritto 338VI.8.1. La “legitimatio ad causam” nel sistema chiovendiano 338VI.8.2. La concezione astratta dell’azione: la scissione tra “legi-

timatio ad causam” e titolarità delle posizioni giuridiche de-..............................................................dotte. - Le critiche. 340

VI.8.3. Legitimatio ad causam e titolarità delle posizioni giuridi-che nel sistema delle eccezioni. Opportunità di mantenere la

........................distinzione sul piano linguistico-descrittivo 343VI.8.4. “L’eccezione” di difetto di Legitimatio ad causam come

......................mera contestazione del diritto - conseguenze 349VI.8.5. “La eccezioni” di difetto di titolarità della posizione giu-

..........ridica: a) mere contestazioni del fatto - conseguenze 350

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VI.8.6. “Le eccezioni” di difetto di titolarità della posizione giu-ridica: b) l’introduzione di un fatto nuovo impeditivo, modi-

.......................ficativo o estintivo del diritto - conseguenze 351..................................................................VI.8.7. Conclusioni 353

VI.9. L’eccezione di difetto di rappresentanza come contestazione del fatto o del diritto: la problematica del falsus procurator dopo la pronuncia delle Sezioni Unite Cass. 3 giugno 2015, n.

...................................................................................11377 356VI.10. Le eccezioni di accettazione con beneficio di inventario e di

estensione ex art. 510 c.c. degli effetti dell’accettazione bene-...........................................ficiata nei confronti dei coeredi 371

.......................................................................Capitolo VII 387L’esercizio dell’eccezione in via stragiudiziale o in altro giudi-zio

............................VII.1. L’esercizio stragiudiziale dell’eccezione 387VII.2. L’azione di accertamento negativo fondata sull’eccezione,

come mezzo per eludere la mancata o tardiva proposizione ............dell’eccezione nel processo principale di condanna 389

.......VII.2.1. Ammissibilità della strategia processuale de qua 389VII.2.2. Rilevanza dell’accertamento ottenuto nel giudizio se-

condario, in caso di eccezioni in senso lato procedurali, siano esse contestazioni del diritto, contestazioni del fatto o sempli-ci eccezioni-deduzioni di un fatto nuovo, modificativo, impe-

.................................................ditivo o estintivo del diritto 396VII.2.3. Rilevanza dell’accertamento ottenuto nel giudizio se-

......................condario, in caso di eccezioni-impugnazioni 398VII.2.4. E sua irrilevanza nel caso delle eccezioni-facoltà di ri-

.........................................................fiutare l’adempimento 401

.....................................................................Capitolo VIII 405Le eccezioni processuali

.........................................VIII.1. Le c.d. “eccezioni” processuali 405

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VIII.1.1. Premessa di ordine sistematico: eccezioni processuali e .............................................................tecnica del processo 405

........................VIII.1.2. L’oggetto dell’eccezione processuale 408...............VIII.1.3. Eccezione processuale e onere della prova 414

............................VIII.1.4. Rilievo d’ufficio e ragionevolezza 415

........................................................................Bibliografia 419

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Prefazione alla seconda edizione

Quando per la prima volta misi mano alla delicata e vasta tematica dell’eccezione, la mia idea era quella di suddividere l’indagine in due parti: una dedicata ai principi generali, ed una seconda dedicata alle singole fattispecie.

A distanza di alcuni anni mi sono reso, però, conto che tale suddivi-sione non si sarebbe ben adattata all’architettura data al primo volume pubblicato nel 2013, viste le profonde interconnessioni tra parte gene-rale (sistematica dell’eccezione) e singole fattispecie. Il regime da at-tribuire alle seconde, invero, è stretta conseguenza delle conclusioni raggiunte nella prima; ma le conclusioni raggiunte in questa, per con-verso, sono a loro volta influenzate dalle specifiche problematiche correlate alle singole eccezioni disciplinate dal diritto positivo. Gli è che nella tematica dell’eccezione, per così dire - come in molte altre questioni di questa affascinante materia che è il diritto processuale ci-vile - il rapporto tra principii generali e singole fattispecie è di pregiu-dizialità reciproca, nel senso che non è sempre agevole stabilire chi pregiudichi cosa, i.e. quale sia la causa e quale l’effetto.

Correlativamente, negli ultimi anni, la giurisprudenza ha revisiona-to talune questioni, che erano state oggetto del primo volume (si pensi alla complessa questione delle eccezioni di nullità negoziale, o alla problematica dell’eccezione di difetto di titolarità delle posizioni giu-ridiche sostanziali).

Tali considerazioni, unite agli utili e graditi suggerimenti ricevuti, come pure alle altrettanto utili e gradite critiche, mi hanno, pertanto, portato alla determinazione di abbandonare l’idea originaria di un se-condo volume, autonomo rispetto al precedente, e di tentare la compo-sizione di un volume unico, il più possibile completo e arricchito an-che nell’apparato bibliografico.

Sperando di essere riuscito nell’intento, desidero esprimere un gra-zie sentito ai maestri e agli amici, docenti universitari, magistrati e av-vocati, che hanno voluto dedicare il loro tempo alla lettura del mio

13

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scritto e mi hanno fatto pervenire importanti suggerimenti, aiutandomi nel paziente lavoro di revisione.

Palermo, 11 luglio 2015.

Prefazione14

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Capitolo I

L’oggetto della presente indagine

Exceptiones† sunt arma reorū, & ẹquitate nituntur,ad excludendū ac-tiones quae competunt ipso iure, quales sunt metus, doli, vel in factū exceptiones h.d.1

I.1. Introduzione

Quello dell’eccezione è - si fas est - uno dei concetti più delicati e controversi del diritto processuale civile. Un concetto infinite volte affrontato nelle sue specifiche sfaccettature, sia dai teorici che dai pra-tici del diritto (e dalla giurisprudenza in particolare, che ha avuto, in oltre sessant’anni, evoluzioni non sempre coerenti e omogenee)2.

Un concetto, tuttavia, probabilmente evanescente, ogniqualvolta si sia tentato di risalire dalle singole caleidoscopiche sfaccettature ad una ricostruzione unitaria e ad un inquadramento sistematico dell’istituto. Come in una sineddoche si è - in passato - innumerevoli volte tentato di definire la categoria concettuale muovendo da singoli aspetti. Il che ha portato, probabilmente, a talune incertezze concettuali, che si sono presto riversate in contraddizioni interpretative.

Non sono mancati, sia chiaro, contributi fondamentali di grandissi-mi maestri, che hanno trattato, funditus, la materia, inquadrandola sul piano concettuale in modo organico e sistematico. Riteniamo, però, che tali lavori possano e debbano, oggi, essere sottoposti ad una revi-sione critica, non certo perché concettualmente imprecisi, ma sempli-

15

1 BALDO, Commentaria ad quatuor Institutionum libros, Institutiones, De exceptionibus, 53 (Ed. Apud haeredes Nicolai Bevilaquae, Augustae Taurinorum, M.D.LXXVI).

2 Il che, del resto, è perfettamente logico, e non presuppone una “cattiva” giurisprudenza. Compito del giudice, dopotutto, non è quello di indicare categorie concettuali, ma di dare risposte concrete a problemi e questioni specifici. Non si può, riteniamo, accusare d’incoeren-za la giurisprudenza, senza perdere di vista la sua stessa ragion d’essere.

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cemente perché il diritto e le sue categorie, come ogni fenomeno uma-no e ogni disciplina umanistica, sono in costante evoluzione, ed alla storia sono, dopotutto, soggetti3.

Il concetto di eccezione, in particolare, come si vedrà nei capitoli seguenti ha risentito di una complessa e non sempre coerente evolu-zione, correlata alla travagliata storia dei popoli e delle culture giuridi-che ove esso fu concepito, recepito ed inteso.

La stessa elaborazione, poi, di un ipotetico concetto condiviso, che possa muovere dall’isolamento delle singole fattispecie, risente di tutte le ambiguità, astrazioni e difficoltà, che sono insite nella dinamica processuale. Questa, nel suo necessario contrappunto tra posizione dell’attore-domanda-azione da una parte e posizione del convenuto-di-fesa-eccezione, costituisce pur sempre una forma di rappresentazione

Capitolo I16

3 Tra i tanti Autori che hanno affrontato la tematica: G. BALENA, Istituzioni di diritto pro-cessuale civile, IV ed., Bari, 2015, p.88 ss.; P. CALAMANDREI, Istituzioni di diritto processuale civile secondo il nuovo codice. Parte prima, Disposizioni Generali (le persone del processo), Padova, 1943, p.114 ss.; M. CAPPELLETTI, L’eccezione come controdiritto del convenuto, in riv. dir. proc., 1961,266 ss; G. CHIOVENDA, Principii di diritto processuale civile - Le azioni. Il processo di cognizione, Napoli, 1965 (rist. an.), p. 264 ss.; G. CHIOVENDA, Sulla eccezione, in Saggi, I, p. 149 ss.; L.CIFFO BONACCORSO, L’eccezione nel sistema della difesa del conve-nuto, in Giur. it., 1959, I, I, 1193 ss; V. COLESANTI, Eccezione (dir. proc. civ.), in Enc. dir., vol XV, 1965, p. 172 ss.; C. CONSOLO, Spiegazioni di diritto processuale civile, vol. I, Le tutele: (di merito, sommarie ed esecutive), Torino, 2014, p. 139 ss.; E. CORTESE, Eccezione (dir. in-termedio), in Enc. dir., vol XV, 1965, p. 139; S. COSTA, Eccezione (diritto vigente), in Nov. Dig. It., 1957, vol VI., p.349 ss.; G. FABBRINI, (voce) Eccezione, in Enc. giur., vol. XII, 1989, p. 1 ss.; V. DENTI, L’eccezione del processo civile in Riv. trim. dir. proc., 1961, p. 22 ss.; F. ESCOBEDO, L’eccezione in senso sostanziale, Milano, 1927, p. 3 ss; G. FABBRINI, L’eccezione di merito nello svolgimento del processo di cognizione, in Studi in memoria di C. Furno, Mi-lano, 1973, p. 247; E.T. LIEBMAN, Intorno ai rapporti tra azione ed eccezione, in Riv. dir. proc., 1960, p. 446 ss.; E.T. LIEBMAN, Manuale di diritto processuale civile. Principi, VII ed a cura di V. COLESANTI, E. MERLIN, E. F. RICCI, Milano, 2007, p. 157 ss.; F.P. LUISO, Diritto processuale civile, I, Principi generali, VIII ed., Milano 2015, p. 254 ss.; G.I. LUZZATTO, Eccezione (dir. romano), in Enc. dir., vol. XV, 1965, p. 135 ss.; C. MANDRIOLI, Diritto proces-suale civile, I Nozioni introduttive e disposizioni generali, XXII ed a cura di A. CARRATTA, p. 149 ss.; A. MOTTO, Poteri giurisdizionali e tutela sostanziale, Torino, 2012, p. 203 ss.; R. ORIANI, Postilla di aggiornamento, in Enc. giur., vol. XII, 2000, p.1 ss.; R. ORIANI, Eccezioni rilevabili (e non rilevabili) d’ufficio. Profili generali (I), in Corriere Giur., 2005, 7, p. 1011; R. ORIANI, (voce) Eccezione, in Dig. disc. priv., sez. civile, vol. VII, 1991, p.262 ss; S. PU-GLIATTI, Eccezione (teoria generale), in Enc. dir., vol XV, 1965, p. 151 ss.; E. REDENTI, Dirit-to processuale civile, I Nozioni e regole generali, Milano, 1957, p.55 ss.; S. SATTA, Dei poteri del giudice (sub art. 112) in Commentario al codice di procedura civile, I, disposizioni gene-rali, 1966, p. 429 ss.; G. VERDE, Diritto processuale civile, 1. Parte generale, III ed., Bolo-gna, 2012, p. 112 ss.; M.T. ZANZUCCHI, Diritto processuale civile, I, 1964, p.196 ss.

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semplificata e convenzionale della realtà; concetto, questo, da inten-dersi ovviamente non in termini necessariamente assoluti, ma - a se-conda della propensione soggettiva dell’interprete - anche solamente relativi o perfino esclusivamente linguistici4: i fatti come percepiti dal-le parti e linguisticamente rappresentati da esse ai difensori e da questi nel processo, come rappresentati nelle prove assunte e infine, all’esito della lite, come rappresentati un’ultima volta dal giudice nella senten-za.

Invero, come è stato giustamente osservato, la rappresentazione nel processo di un fatto accaduto, sia in termini di fatto costitutivo del di-ritto fatto valere che di eccezione, implica inevitabilmente un’attività di semplificazione del fatto stesso, e al tempo stesso di astrazione, per ricondurlo entro gli schemi generali e astratti di una situazione tipo disciplinata dalla norma di diritto positivo5. Un’attività ermeneutica, potremmo dire, che finisce per avere inevitabili margini di discrezio-nalità e momenti valutativi e di decisione da parte dell’interprete.

Se infatti, all’inizio del XVIII secolo, Vico osservava che:

Latinis verum, & factum reciprocantur, seu, ut Scholarum vulgus lo-quitur, convertuntur; atque iisdem idem est intelligere, ac perfecte le-gere, & aperte cognoscere (...) Verum esse ipsum factum6

in epoche più recenti è stato affermato che «la verità esiste solo nei limiti in cui la lasciamo in pace»7.

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4 Cfr. la celebre analisi di L. WITTGENSTEIN, Tractatus logico-philosophicus e Quaderni 1914-1916, Torino, 1964, passim.

5 Parafrasando G. FABBRINI, (voce) Eccezione., cit., p.1 e p.2, il quale, in realtà, individua la tendenza all’astrazione ed alla semplificazione nella posizione dell’attore, laddove l’ecce-zione del convenuto sarebbe volta ad eliminare «la possibilità di astrazione del risultato finale del processo dal modo di essere della situazione sostanziale preesistente, garantendone invece la istituzionale coincidenza».

6 G. VICO, De antiquissima Italorum sapientia ex Linguae Latinae Originibus eruenda libri tres, (1710); ed. a cura di M. SANNA, Roma, 2005, p. 14 ss.

7 F. DÜRRENMATT, Morte della Pizia, in Racconti, in F DÜRRENMATT, Racconti, terza ed., Milano, 1998, p.251, nella celebre riproposizione del mito di Edipo, dal punto di vista di cia-scuno dei personaggi, principali e secondari.

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Con ciò non si vuole, ovviamente, introdurre una riflessione (che esulerebbe, peraltro, oltre che dai limiti della presente indagine anche dalle competenze di chi scrive) – per così dire metafisica – su cosa sia la verità, se essa sia conoscibile all'uomo e, precisamente, all'uomo di legge; se sia, cioè, logicamente corretto:

- presupporre l'esistenza di una e una sola verità sostanziale dei fatti accaduti8;

- ritenere che essa possa essere accertata (o non, piuttosto, decisa o creata) nel processo;

- concludere che sia o meno possibile (e successivamente: che sia o meno auspicabile) che il suo accertamento venga considerato una sorta di fine eteronomo e al tempo steso possibile del processo9.

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8 Sulla coppia concettuale verità formale – verità sostanziale, e sulla sua stretta correla-zione col principio del c.d. libero convincimento del giudice v. A. CARRATTA, Prova e convin-cimento del giudice nel processo civile, in Riv. dir. proc., 1/2003, p. 46 ss.; P. COMOGLIO, Il giudice specializzato in materia d’impresa. Problemi e prospettive, Torino, 2014, in part. p. 209; L.P. COMOGLIO, Le prove civili, III ed., Torino, 2010, p. 195 ss.; C. MANDRIOLI - A. CARRATTA, Diritto processuale civile, II. Il processo ordinario di cognizione XXIV ed., Tori-no, 2015, p. 190 ss. e, in termini critici, G. MONTELEONE, Alle origini del principio del libero convincimento del giudice, in Riv. dir. proc., 2008, p.124; ID., Limiti alla prova di ufficio nel processo civile (cenni di diritto comparato e sul diritto comparato), in Riv. dir. proc., 2007, p. 863 ss..; J. MONTERO AROCA, I principi politici del nuovo processo civile spagnolo, Napoli, 2002, p.104; G.F. RICCI, Premesse ad uno studio sulle prove atipiche, Arezzo, 1990, p.92; Id., Diritto processuale civile, Torino, 2004, p.69 ss.; M. TARUFFO, La prova dei fatti giuridici, Milano, 1992, p. 361 ss.; ID. Per la chiarezza di idee su alcuni aspetti del processo civile, in Riv. dir. proc. civ., 2009, p. 723 ss.

9 In senso decisamente contrario v. G. MONTELEONE, Alle origini del principio del libero convincimento del giudice, in Riv. dir. proc., 2008, p. 131-132, secondo cui una siffatta impo-stazione trasformerebbe il processo in uno strumento per legittimare un fine dopo l'altro «im-boccando un cammino dall'esito imprevedibile»; e ID., Limiti alla prova di ufficio nel proces-so civile (cenni di diritto comparato e sul diritto comparato), in Riv. dir. proc., 2007, p. 863 ss., ove si afferma che la verità, dal punto di vista processuale, non può risolversi in altro che la certezza conseguibile dal giudice; e che fine della prova non può essere quello di condurre all'accertamento della verità in assoluto, ma semplicemente quello di consentire «l'acquisizio-ne della certezza soggettiva da parte del giudice su ciò che è vero (perché provato) e ciò che non lo è (perché non provato)». V. anche G. MONTELEONE,, Intorno al concetto di verità ma-teriale o oggettiva nel processo civile, in Riv. dir. proc., 2009, p. 1 ss; L.P. COMOGLIO, Abuso del processo e garanzie costituzionali, in Riv. dir. proc., 2008, p. 321 ss.; A. DONDI –A. GIUS-SANI, Appunti sul problema dell'abuso del processo civile, in Riv. trim. dir. e proc. civ., 2007, p. 193 ss.; M. TARUFFO, Idee per una teoria della decisione giusta, in Riv. trim. dir. e proc, civ., 1997, p. 319 ss.; M. TARUFFO, Verità negoziata?, in Riv. trim. dir. e proc. civ., suppl. al n.3, 2008, p. 69 ss. Per un esame comparatistico v. L. CORREIA DE MENDONCA, Virus autori-tario e processo civile, in Il giusto processo civile, 2008, p. 115 ss.

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Solamente si vuole sottolineare che ogni attività interpretativa - e l’individuazione del concetto di eccezione non fa deroga - presuppone sempre e comunque un’attività valutativa e, in una certa misura, lar-gamente discrezionale, influenzata dalla specifica visione del mondo che l’interprete ha in un determinato luogo e in un determinato mo-mento storico.

In questo lavoro ci si propone di affrontare in chiave sistematica il concetto di eccezione, muovendo dalle sue remote radici storiche, se-guendo la sua evoluzione (o le sue evoluzioni) fino ai giorni nostri. Si tratteranno talune delle principali eccezioni, tentandosi, infine, una possibile definizione sistematica, ed una conseguente classificazione.

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