storia della societÀ italiana -...

26
STORIA DELLA SOCIETÀ ITALIANA PIANO DELL’OPERA Vol. 1 DALLA PREISTORIA ALL'ESPANSIONE DI ROMA (1981) Vol. 2 LA TARDA REPUBBLICA E IL PRINCIPATO (1983) Vol. 3 LA CRISI DEL PRINCIPATO E LA SOCIETÀ IMPERIALE (1996) Vol. 4 RESTAURAZIONE E DESTRUTTURAZIONE NELLA TARDA ANTICHITÀ (1999) Vol. 5 L'ITALIA DELL'ALTO MEDIOEVO (1984) Vol. 6 LA SOCIETÀ COMUNALE E IL POLICENTRISMO (1986) Vol. 7 LA CRISI DEL SISTEMA COMUNALE (1982) Vol. 8 I SECOLI DEL PRIMATO ITALIANO: IL QUATTROCENTO (1988) Vol. 9 I SECOLI DEL PRIMATO ITALIANO: IL CINQUECENTO (1992) Vol. 10 IL TRAMONTO DEL RINASCIMENTO (1988) Vol. 11 LA CONTRORIFORMA E IL SEICENTO (1989) Vol. 12 IL SECOLO DEI LUMI E DELLE RIFORME (1989) Vol. 13 L'ITALIA GIACOBINA E NAPOLEONICA (1985) Vol. 14 IL BLOCCO DI POTERE NELL'ITALIA UNITA (1980) Vol. 15 LE STRUTTURE E LE CLASSI NELL'ITALIA UNITA (1986) Vol. 16 IL PENSIERO E LA CULTURA NELL'ITALIA UNITA (1982) Vol. 17 IL MOVIMENTO NAZIONALE E IL 1848 (1987) Vol. 18 LO STATO UNITARIO E IL SUO DIFFICILE DEBUTTO (1981) Vol. 19 LA CRISI DI FINE SECOLO 1880-1900 (1981) Vol. 20 L'ITALIA DI GIOLITTI (1981) Vol. 21 LA DISGREGAZIONE DELLO STATO LIBERALE (1982) Vol. 22 LA DITTATURA FASCISTA (1984) Vol. 23 LA SOCIETÀ ITALIANA DALLA RESISTENZA ALLA GUERRA FREDDA (1989) Vol. 24 IL MIRACOLO ECONOMICO E IL CENTRO SINISTRA (1991) Vol. 25 NUOVI EQUILIBRI E NUOVE PROSPETTIVE (1991).

Upload: truongphuc

Post on 15-Feb-2019

214 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

STORIA DELLA SOCIETÀ ITALIANA PIANO DELL’OPERA Vol. 1 DALLA PREISTORIA ALL'ESPANSIONE DI ROMA (1981) Vol. 2 LA TARDA REPUBBLICA E IL PRINCIPATO (1983) Vol. 3 LA CRISI DEL PRINCIPATO E LA SOCIETÀ IMPERIALE (1996) Vol. 4 RESTAURAZIONE E DESTRUTTURAZIONE NELLA TARDA ANTICHITÀ (1999) Vol. 5 L'ITALIA DELL'ALTO MEDIOEVO (1984) Vol. 6 LA SOCIETÀ COMUNALE E IL POLICENTRISMO (1986) Vol. 7 LA CRISI DEL SISTEMA COMUNALE (1982) Vol. 8 I SECOLI DEL PRIMATO ITALIANO: IL QUATTROCENTO (1988) Vol. 9 I SECOLI DEL PRIMATO ITALIANO: IL CINQUECENTO (1992) Vol. 10 IL TRAMONTO DEL RINASCIMENTO (1988) Vol. 11 LA CONTRORIFORMA E IL SEICENTO (1989) Vol. 12 IL SECOLO DEI LUMI E DELLE RIFORME (1989) Vol. 13 L'ITALIA GIACOBINA E NAPOLEONICA (1985) Vol. 14 IL BLOCCO DI POTERE NELL'ITALIA UNITA (1980) Vol. 15 LE STRUTTURE E LE CLASSI NELL'ITALIA UNITA (1986) Vol. 16 IL PENSIERO E LA CULTURA NELL'ITALIA UNITA (1982) Vol. 17 IL MOVIMENTO NAZIONALE E IL 1848 (1987) Vol. 18 LO STATO UNITARIO E IL SUO DIFFICILE DEBUTTO (1981) Vol. 19 LA CRISI DI FINE SECOLO 1880-1900 (1981) Vol. 20 L'ITALIA DI GIOLITTI (1981) Vol. 21 LA DISGREGAZIONE DELLO STATO LIBERALE (1982) Vol. 22 LA DITTATURA FASCISTA (1984) Vol. 23 LA SOCIETÀ ITALIANA DALLA RESISTENZA ALLA GUERRA FREDDA (1989) Vol. 24 IL MIRACOLO ECONOMICO E IL CENTRO SINISTRA (1991) Vol. 25 NUOVI EQUILIBRI E NUOVE PROSPETTIVE (1991).

Volume 1 DALLA PREISTORIA ALL'ESPANSIONE DI ROMA Questo volume copre, sulla base di un'ampia documentazione, l'arco di tempo che va approssimativamente dal IV millennio a.C. al II secolo a.C. Oltre agli eventi di carattere politico-militare, vengono qui rievocati i dati relativi all'organizzazione della vita materiale, alle istituzioni e alla vita artistica e culturale nella loro reciproca interazione, e questo senza mai perdere di vista la realtà delle altre società dell'epoca. Il volume prende le mosse da una penetrante sintesi della storia della società italiana in età antica e dei suoi problemi, per poi dispiegarsi nei saggi successivi secondo un taglio spiccatamente interdisciplinare. Ne esce un quadro organico e compiuto che ricostruisce l'evoluzione delle culture degli antichi abitanti della penisola, le linee di fondo della storia locale e regionale dall'età del ferro all'epoca tardo-antica, seguendo nel loro sviluppo le fasi della società etrusca, delle civiltà dei popoli cisalpini, la presenza greca in Italia con i suoi aspetti di colonizzazione, d'irradiazione e di decisivi contatti culturali con le altre popolazioni italiche. Particolare rilievo assume nel volume lo studio dell'evoluzione della società romana e dei rapporti fra questa e le genti italiche: dalla società romana arcaica con le sue istituzioni e strutture, all'habitus mentale delle gentes romane che fu alla base della conquista dell'Italia e che costituisce la chiave per comprendere la repubblica aristocratica antica e media e i suoi fenomeni. Infine, illustrando il periodo delle guerre puniche e dell'espansione romana nell'area mediterranea, il volume evidenzia l'emergere di ceti sociali, di gruppi politici e di interessi nuovi entro la tradizione gentilizia, costitutivi dei caratteri di quel che si è chiamato “imperialismo romano”. Indice: Gabriella Valera, Cronologia (IV millennio a.C. - 568 d.C.), pag. 11; Ettore Lepore, Per una storia della società italiana in età antica, pag. 87; Bruno D'Agostino, Preistoria e protostoria, pag. 105; Mario Torelli, Per una storia dell'Etruria antica, pag. 165; Guido Achille Mansuelli, Economia e società nella Cisalpina preromana, pag. 173; Ettore Lepore, I greci in Italia, pag. 213; Alfonso Mele, I pitagorici e Archita, pag. 269; Carmine Ampolo, Roma arcaica, pag. 299; Martin Frederiksen, Le gentes romane e la conquista dell'Italia, pag. 333; Filippo Cassola, Dalle guerre puniche alle conquiste mediterranee, pag. 377; Filippo Cassola, Genealogie di antiche gentes romane, pag. 412; Maria Bonghi Jovino, Grecità e arte romano-italica, pag. 425; Bibliografia, pag. 441; Glossario, pag. 453; Indici, pagg. 461. Pag. 487, € 28,50, Teti editore

Volume 2 LA TARDA REPUBBLICA E IL PRINCIPATO Oggetto della penetrante analisi di questo volume di storia della società italiana è l'arco di tempo, centrale per la storia italiana antica, che va dalla fine della Terza Guerra Punica (146 a.C.) sino all'esaurirsi del Principato con la fine dei Giulio-Claudii (68 d.C.). Scandito da una periodizzazione che dà conto del difficile passaggio dalla tarda Repubblica al Principato, la trattazione si sviluppa intrecciando le molteplici sfaccettature di una società in forte espansione come quella romana, illuminando ora le cadenze del rinnovamento politico e dei suoi risvolti giuridici e istituzionali, ora l'articolarsi dei mutamenti nel tessuto sociale italico, dell'ambiente e delle strutture economiche, ora infine le trasformazioni della cultura artistica e letteraria nelle loro dinamiche di rispecchiamento di un'epoca. L'analisi del volume apre con le contraddizioni poste dall'accelerazione imperialista della società romana e dal massiccio ricorso alla schiavitù, processi che porteranno a una profonda crisi politica e all'esplosione di reiterati antagonismi sociali e conflitti civili, contrapponendo classi, ceti e popolazioni italiche. Un lungo periodo segnato da una lacerante ricerca, da parte delle varie classi aristocratiche romane, di riforme in grado di affrontare le rivendicazioni più esplosive, e che porteranno a dislocare su basi nuove i rapporti di potere nello Stato, determinando la decadenza della Repubblica e successivamente il passaggio, attraverso la fase dominata dalla figura di Cesare, all'instaurazione del Principato. Infine, un'attenzione particolare è dedicata alla grande stagione letteraria e storiografica che - unificata linguisticamente l'Italia - ha caratterizzato quest'arco di tempo, da Catone a Cicerone, da Sallustio a Cesare a Tito Livio, da Lucrezio a Seneca, da Virgilio a Orazio. Indice: Monique Clavel-Levecque, La società italica dopo la Terza Guerra Punica. I Gracchi, pag. 13; Claude Nicolet, Le classi dirigenti romane sotto la Repubblica: ordine senatorio e ordine equestre, pag. 43; Guido Clemente, Emigrazione italica e comunità italiche di provincia, pag. 86; P.A. Brunt, Schiavi e classi subalterne nella comunità romano-italica, pag. 95; P.A. Brunt, Declino della schiavitù, pag. 133; Zvi Yavetz, Società e politica nell'età di Cesare, pag. 137; Jerzy Kolendo, L'Italia romana: Campagne e ceti rurali, pag. 167; Umberto Laffi, L'Italia romana: città e strutture amministrative, pag. 191; Ettore Lepore, La società italica dalla pax augusta alla fine dei Giulio Claudi - Principato e nobilitas, pag. 209; Ettore Lepore, Il calendario romano, pag. 298; Gabriella Valera, Erario e fisco durante il principato, pag. 301; Antonio La Penna, Poesia, storiografia e retorica fra Repubblica e Impero, pag. 329 - Cronologia della produzione letteraria da Lucilio a Seneca, pag. 387 - L'unificazione linguistica dell'Italia, pag. 394.; Mario Torelli, Panorama artistico e potere tra Repubblica e Impero, pag. 399. ; Bibliografia, pag. 417; Indici pag. 452. Pagg. 454, € 28,50, Teti editore

Volume 3 LA CRISI DEL PRINCIPATO E LA SOCIETÀ IMPERIALE Questo ponderoso volume abbraccia l'arco temporale che si stende dal I al II secolo dopo Cristo. E' il periodo attraverso cui l'impero romano passa dal punto massimo della sua espansione imperialistica al punto di inizio - nel III secolo - di una crisi lacerante e convulsa che prelude alle ristrutturazioni, ai rinnovamenti, e alle nuove crisi del Tardo-Antico. In lunghi e approfonditi capitoli vengono analizzati sia il regno dell'imperatore Traiano, che estese i confini fino alla Dacia (Romania), all'Arabia e alla Mesopotamia, sia il regno dei Severi e degli imperatori che nel III secolo si contesero il potere con le armi. Tema unificante di tutti i contributi è quello della società: la sua evoluzione, le sue dinamiche e le sue contraddizioni viste in rapporto alla complessa ricchezza dell'evento storico, dove trovano la loro saldatura i processi materiali e quelli spirituali. Tutti gli aspetti dell'espansione e del declino vengono dettagliatamente analizzati: la politica, l'articolazione sociale, la demografia, la cultura materiale e le strutture produttive, le tecnologie, la letteratura e la filosofia, le arti figurative, il diritto, l'organizzazione dell'esercito, i rapporti con le popolazioni barbariche sempre più incombenti e con l'impero sassanide, la diffusione del cristianesimo costituiscono l'oggetto di indagine di una serie di capitoli del presente volume. Indice: Mario Pani, L'Impero dai Flavi a Traiano, pag. 7; Pier Giuseppe Michelotto, Aspetti e problemi dell'Età traianea, pag. 41; Paolo Desideri, L'Italia nell'impero umanistico, pag. 159; Mario Mazza, Da Pertinace all'avvento di Settimio Severo. La grande crisi degli anni 193-197, pag. 189; Mario Mazza, Un uomo forte al potere: il regno di Settimio Severo, pag. 211; Mario Mazza, La dinastia severiana: da Caracalla a Severo Alessandro, pag. 261; Luigi Gallo, La base demografica, pag. 319; Giuseppe Pucci, La cultura materiale e la struttura produttiva e distributiva, pag. 343; Daniele Foraboschi, Economie e orizzonte tecnologico, pag. 373; Gherardo Gnoli, Il pericolo persiano: Ardashir e Shapur I, pag. 399; Claudia Giuffrida Manmana, L'esercito del principato. Il reclutamento. Il limes, pag. 435; Gaetano Puglisi, La politica della frontiera. Mondo germanico e mondo romano, pag. 481; M. Gabriella Angeli Bertinelli, I Germani, pag. 553; Giuliano Crif˜, Il diritto e l'ideologia del 'buon governo', pag. 607; Francesco Romano, La cultura e la filosofia all'epoca dei Flavi e degli Antonini, pag. 645; Gianfranco Lotito, Poesia, filosofia e antiquaria all'epoca dei Flavi e degli Antonini, pag. 661; Giorgio Jossa, Ippolito e la chiesa di Roma, pag. 705; Indici pag. 806. Pagg. 806, € 39,00, Teti editore

Volume 4 RESTAURAZIONE E DESTRUTTURAZIONE NELLA TARDA ANTICHITÀ Questo volume è relativo all'arco temporale del mondo antico, focalizzato sul cosiddetto Tardoantico, cioè sul momento ultimo della civiltà classica, fino al tracollo dell'Impero Romano. Le ultime pagine trattano infatti la transizione dal mondo antico al medioevo e degli elementi di continuità e rottura che vi si manifestano. E' un segmento di storia dai drammatici rivolgimenti che sono stati spesso interpretati solo come crisi, declino e imbarbarimento, più che come emergere di altre culture quali il cristianesimo - e le stesse culture barbariche - che profondamente contribuirono alla storia dell'umanità. Nel volume viene lasciato grande spazio allo studio dei fenomeni culturali, religiosi e scientifici. Ma ovviamente - come sempre - lo studio della società, dell'economia, del fisco e della moneta, delle trasformazioni del paesaggio geografico disegna le linee strutturali su cui quei fenomeni si innestarono. Ci troviamo in presenza di un'opera filologicamente ben fondata e storicamente innovativa, di un volume che chiude al meglio una serie accolta con elevato interesse dalla critica, dagli studiosi, dal pubblico. Indice: Giuseppe Giliberti, Il colonato tardo-antico, pag. 11; Antonino Pinzone, L'assetto amministrativo dell'Italia nella tarda antichità, pag. 45; Lietta De Salvo, Economia e fisco nell'Italia tardo-antica, pag. 59; Daniele Foraboschi, Moneta e inflazione nel tardo-antico, pag. 97; Giusto Traina, Le trasformazioni del paesaggio nell'Italia tardo-antica, pag. 121; Ariel Lewin, L'Italia: frontiere e barbari da Augusto al 476, pag. 137; Giovanni Cupaiuolo, Cultura e letteratura dell'Italia tardo-antica, pag. 163.; Mario Geymonat e Franco Minonzio, Scienza e tecnica nell'Italia romana - I saperi della tradizione, pag. 189; Mario Geymonat e Franco Minonzio, Razionalità matematica, indagine sulla natura e saperi tecnici nella cultura romana, pag. 321; Oliviero Diliberto, L'età delle codificazioni - Le fonti del diritto nell'età del Dominato (1V-VI d.C.), pag. 459; Orietta Cordovana, Aspetti della cultura figurativa romana da Marco Aurelio a Diocleziano, pag. 479; Irma Bitto, Impero e cristianesimo nel III secolo: dalla persecuzione alla tolleranza, pag. 545; Francesco Scorza Barcellona, La cristianizzazione dell'aristocrazia a Roma e in Italia, pag. 575; Salvatore Pricoco, Il cristianesimo da Damaso a Leone I(366-461), pag. 599; Elvira Migliario e Chris Wickham, Continuità e fratture fra tardo-antico e alto Medioevo, pag. 647; Bibliografia, pag. 685; Indici pag. 734 pagg. 733, € 33,50, Teti editore

Volume 5 L'ITALIA DELL'ALTO MEDIOEVO Dedicato al periodo dell'alto Medioevo, il volume analizza l'epoca che va dal 568 d.C. (anno della calata longobarda nella penisola) ai primi tentativi di autonomia cittadina a cavallo dell'anno Mille. Il complesso dei saggi qui presentati - frutto di una riflessione storiografica seria e stimolante intesa a far risaltare i nessi storici globali di un'epoca - individua nella storia politica e nel suo fitto intreccio con gli sviluppi economici, religiosi e le pratiche sociali il fulcro della sua indagine. Il volume esordisce con lo sconvolgimento determinato dalla discesa longobarda in una penisola già profondamente disarticolata, rilevandone il significato di discrimine per la storia della società italiana, le sue molteplici ricadute (etniche, sull'organizzazione del potere, nella distribuzione della ricchezza ecc.), e il determinarsi di una divisione politico-territoriale dell'Italia destinata a lasciare lunghi e profondi effetti nel tempo. Viene posto in evidenza l'intreccio delle relazioni assai differenziate che in quest'epoca intercorrono con l'installarsi delle formazioni statali longobarda, bizantina, carolingia, saracena e normanna. I saggi conferiscono ampio spazio all'indagine di queste direttrici, e al tempo stesso ne rilevano l'intrecciarsi con le vicende del papato e delle strutture ecclesiastiche, non mancando di far emergere le pulsioni, diversamente efficaci per luogo e periodo, all'affiorare dei particolarismi locali e regionali. Risulta cos“ illuminante l'analisi storica, sociale e istituzionale degli ordinamenti dei vari Stati longobardo, bizantino e carolingio, mettendone in rilievo le specificità connaturate e il sovrapporsi a quelle precedenti, in un contesto di formazione di nuove figure e strutture sociali, e di rapporti fra potere centrale e poteri locali in movimento. Indice: Lucia Sandri, Cronologia (568-1400), pag. 11; Ernesto Sestan, I longobardi, pag. 71; Vito Fumagalli, L'Italia centro-settentrionale dalla conquista carolingia al dominio sassone, pag. 119; Stefano Gasparri, L'Italia meridionale, contesa tra bizantini, longobardi, franchi, saraceni, pag. 169; Illuminato Peri, La Sicilia musulmana, pag. 199; Pasquale Corsi - Giosuè Musca, il Mezzogiorno dalla riconquista bizantina al regno normanno, pag. 217; Pasquale Corsi, I ducati di Napoli, Gaeta e Amalfi, pag. 267; Ovidio Capitani, La riforma della Chiesa e la lotta per le investiture, pag. 279; Bibliografia, pag. 345; Indici pag. 359. Pagg. 379, € 28,50, Teti editore

Volume 6 LA SOCIETÀ COMUNALE E IL POLICENTRISMO Questo volume prende in esame, con una evidente aspirazione alla globalità, la storia multidimensionale, differenziata e policentrica della società dei Comuni. L'impianto dei vari saggi persegue un'ampia analisi tematica del reticolo in cui, tra XI e XII secolo, si intrecciano i caratteri e l'evoluzione dell'economia e dei commerci, le strutture e gli ordinamenti della società, le dinamiche fra religiosità e movimenti ereticali, il fiorire di un fecondo rapporto fra città e arte, sullo sfondo di un contenzioso fra papato, impero e autonomie. Ne risulta uno scenario italiano che ha al suo centro un affiorante “dualismo” fra l'affermarsi nell'Italia centro-settentrionale del fenomeno dei Comuni, di contro a una sostanziale unità monarchica nel Meridione, cui parallelamente corrisponderà il successivo imporsi, da una parte, dei ceti borghesi e dello sviluppo di attività mercantili e manifatturiere di contro al predominio nel Sud del baronaggio come classe e il fissarsi di rapporti di predominio nelle attività agricole. In questo denso contesto trovano inoltre spazio indagini specifiche che portano l'attenzione del lettore a soffermarsi su dati e fatti spesso trascurati, quali l'evidente incremento demografico caratteristico dell'epoca e i suoi effetti di mobilità sociale, di conseguente dissodamento di nuove terre e di creazione di nuovi villaggi, cui a livello esterno corrispondono la spinta del movimento delle crociate, la ripresa degli scambi commerciali col Vicino Oriente e dell'economia di scambio fondata sul denaro e il credito. Mentre nel contempo nei Comuni italiani si fanno strada, lentamente ma tenacemente, le premesse sociali, civili ed economiche atte a far sorgere non solo un nuovo tipo di cultura, ma anche un nuovo e moderno tipo di uomo di cultura: l'intellettuale. Indice: Francesco Surdich, Le città marinare tra rivoluzione commerciale e crociate fino all'inizio del Duecento; Franco Cardini, La società italiana e il movimento crociato, pag. 53; Paolo Brezzi, Le libertà cittadine, pag. 75; Paolo Brezzi, L'esercito feudale e gli eserciti comunali, pag. 140. ; Salvatore Tramontana, La monarchia normanna in Sicilia, pag. 147; Anna Benvenuti, Massimo D. Papi, La nuova religiosità e le eresie, pag. 191; Anna Imelde Galletti, Innocenzo III e la teocrazia pontificia, pag. 237; Sergio Raveggi, Da Federico II a Carlo D'Angiò: l’Italia dei guelfi e dei ghibellini, pag. 255. ; Gabriella Piccinni, L'economia e la società urbana, pag. 279; Andrea Castagnetti, Le comunità rurali, pag. 315; Franco Cardini, Gli intellettuali e la cultura, pag. 349; Franek Sznura, La città e l'arte, pag. 387; Bibliografia, pag. 417; Indici, pag. 437. Pagg. 461, € 28,50, Teti editore

Volume 7 LA CRISI DEL SISTEMA COMUNALE Questo volume è dedicato all'analisi degli originali e complessi processi economici, istituzionali e culturali sviluppatisi in Italia fra la fine del Duecento e gli inizi del XV secolo. L'impostazione corale dei vari saggi permette al lettore di cogliere in profondità la dinamica di una società in movimento, evidenziando sia gli elementi di staticità che gli aspetti progressivi presenti nell'organizzazione comunale. L'esame storico approfondito sviluppato dagli autori ruota attorno a due fondamentali nodi tematici fortemente interconnessi. Il primo legato al presentarsi, nell'età dei Comuni, di rilevanti e contraddittorie novità in campo economico, che segnano una fase di trapasso che supera un sistema chiuso e di ormai asfittiche prospettive. Un trapasso caratterizzato da una parte dalla crisi delle campagne, da ripetute carestie ed epidemie e da una forte contrazione della popolazione; e dall'altra dall'estendersi degli spazi mercantili italiani, con una più fitta rete di scambi con i mercati e le piazze finanziarie europee e con una straordinaria espansione dei traffici sino all'Estremo Oriente. Il secondo nodo è determinato dalla lunga e travagliata crisi degli ordinamenti comunali, strutturalmente intrecciata ai mutamenti economici e attraversata da profondi conflitti sociali. Una crisi che infine sfocerà, in gran parte dei Comuni del Nord e del Centro Italia, in una nuova configurazione politico-istituzionale: la Signoria. Si tratta dunque di un'epoca densa di avvenimenti e rivolgimenti, che gli autori del volume puntualizzano riannodandoli efficacemente ai fermenti culturali, religiosi e artistici che proprio in questo periodo raggiungono le vette più alte con Dante, Petrarca e Boccaccio. Indice: Maria Serena Mazzi, Demografia, carestie, epidemie, tra la fine del 1200 e la metà del 1400, pag. 11; Bruno Dini, Gli orizzonti economici, pag. 39; Bruno Dini, Lo sviluppo delle tecniche amministrative bancarie, pag. 99; Bruno Dini, Piazze finanziarie e fiere, pag. 110; Giuliano Pinto, Le campagne e la crisi, pag. 121; Franco Cardini, Viaggi di religione, d'ambasceria e di mercatura, pag. 157; Carmela Maria Rugolo, Dalla guerra del Vespro al tramonto della teocrazia pontificia, pag. 221; Franco Cardini, La società italiana e il papato avignonese, pag. 251; Grado Giovanni Merlo, Fra Dolcino e i movimenti di rivolta contadina, pag. 281; Josef Macek, Cola di Rienzo e il mito di Roma, pag. 301; Francesco Surdich, Il commercio con il Levante e lo scontro fra Genova e Venezia, pag. 325; Victor I. Rutenburg, La crisi d'ordinamento comunale e i moti cittadini, pag. 361; Josef Macek, Gli intellettuali e la crisi comunale e nazionale, pag. 393; Bibliografia, pag. 426. Indici pag. 442. Pagg. 471, € 28,50, Teti editore

Volume 8 I SECOLI DEL PRIMATO ITALIANO: IL QUATTROCENTO L'analisi svolta in questo volume è interamente dedicata al Quattrocento. L'articolazione dei saggi mette a disposizione un grande affresco di uno dei secoli centrali della storia italiana, ricco di vicende politiche, sociali, economiche e culturali in ognuna delle realtà regionali della penisola. La ricerca mette in luce il processo avviatosi col passaggio dalla Signoria agli Stati su base regionale, analogamente con quanto andava realizzandosi su scala europea. Alla fine di questa evoluzione la geografia politica italiana risulta profondamente mutata, sostituendo la frammentazione con una nuova organizzazione politico-istituzionale fondata sull'equilibrio politico sancito nel 1454 con la pace di Lodi. Nel Quattrocento l'Italia vive la grande stagione rinascimentale del suo primato civile e culturale in Europa. E' altresì l'Italia in cui si vanno fissando quegli elementi negativi che avrebbero segnato regressivamente il corso successivo della storia della penisola: il predominio della città sulla campagna, il peggioramento delle condizioni di vita delle popolazioni rurali, la contrapposizione fra le regioni del Centro-Nord legate al circuito economico internazionale e le regioni del Meridione agrario e “feudale”. L'avviato rafforzamento delle strutture amministrative e di governo che prelude all'organizzazione statale moderna (diplomazie, apparati militari permanenti, realizzazione del sistema fiscale) non s'accompagna negli Stati italiani a un'unificazione del diritto, alla creazione di funzionari dell'apparato statale scelti in base alle capacità. In questi Stati regionali, fondati sul ruolo privilegiato delle aristocrazie nella gestione politico-amministrativa, cova insomma una debolezza strutturale nel rapporto fra Stato e sudditi, fra centro e periferia destinato a durare a lungo. Indice: Lucia Sandri, Cronologia (1400-1599), pag. 13; Josef Macek, La crisi ideologica del papato dal grande scisma al Rinascimento, pag. 65; Maria Ludovica Lenzi, Le compagnie di ventura e le signorie militari, pag. 123; Patrizia Mainoni, Lo stato milanese dei Visconti e degli Sforza, pag. 169; Roberto Greci, Gli stati minori della Padania: un anacronismo funzionale, pag. 203; Gian Luigi Falabrino, La repubblica di Genova nel XV secolo, pag. 313; John Law, Il Quattrocento a Venezia, pag. 233; Giovanni Cipriani, Firenze, capitale dell'Umanesimo e dell'equilibrio italiano, pag. 331; Giovanni Cipriani, Il banco Medici e le grandi banche italiane, pag. 372; Michele Luzzati, Siena, Lucca, Pisa fra Trecento e Cinquecento, pag. 381. Peter Partner, Lo Stato della Chiesa nel XV e nel XVI secolo, pag. 399; Guido D'Agostino, Napoli e il Sud dagli Angioini agli Aragonesi, pag. 437; Bibliografia, pag. 465; Indici pag. 481. Pagg. 507, € 28,50, Teti editore

Volume 9 I SECOLI DEL PRIMATO ITALIANO: IL CINQUECENTO Il presente volume tratta un'epoca in cui il quadro politico della penisola risulta profondamente modificato in seguito alle guerre italiane fra la Francia e la Spagna. Rimasta divisa in cinque grandi Stati (Milano, Venezia, Firenze, Stato della Chiesa e Napoli) l'Italia non seppe darsi una configurazione statale unitaria. L'instaurazione dell'egemonia spagnola (1559) segnò la fine dell'autonomia italiana e anche del Rinascimento, mandando in frantumi il fragile equilibrio su cui si erano retti gli Stati italiani. Questa “acuta” crisi politica non volle però dire crisi economica perché l'Italia restò fino alla metà del secolo XVI il Paese forse più ricco d'Europa. Su questa base strutturale si celebrò anche in quel periodo il primato culturale italiano, con uno sviluppo intellettuale e artistico che gli autori dei saggi seguono nella sua complessa articolazione. Largo spazio è cos“ dato alla pittura e alle arti figurative indagate nei meccanismi delle “botteghe” oltre che nei loro valori estetici. Un saggio specifico illumina poi la nascita dell'”utopia urbana” cioè di quel pensiero architettonico che, incentrandosi su una nuova idea della città, e dello spazio urbano, affrontò in modo innovatore il rapporto fra architettura e città, con esiti che hanno lasciato un indimenticabile impronta sugli spazi urbani di centri maggiori - come Ferrara e Urbino - e minori - come Pienza -. E un rilievo particolare assumono anche i filoni innovativi del pensiero, dal neoplatonismo alla lucida e amara riflessione di Machiavelli e Guicciardini, fondatori della politica e della storiografia moderne. Sempre nell'ambito della storia del pensiero e della cultura sono oggetto di un'attenta ricostruzione i fermenti religiosi ed ereticali che presero ispirazione dapprima dalla predicazione di Erasmo da Rotterdam e che si concretizzarono poi nelle iniziative dei seguaci di Lutero e Calvino, da Pietro Carnesecchi a Bernardino Ochino. Indice: Maria Ludovica Lenzi, L'Italia e l'Europa nella prima metà del Cinquecento, pag. 11. Franco Saba, L'economia italiana del Cinquecento, pag. 57; Albano Biondi, Il primato culturale italiano, pag. 77; Pierluigi De Vecchi, Il primato artistico italiano, pag. 113; Riccardo Bruscagli, La letteratura e il dibattito sulla lingua. Ludovico Ariosto, pag. 167; Aldo Maurizio - Gianfranco Berardi, La riflessione storica e politica. Machiavelli e Guicciardini, pag. 237; Gaetana Cantone, L'utopia urbana, pag. 269; Marcello Craveri, Riforme religiose ed eresie, pag. 379; Marcello Craveri, Dalla magia alla scienza, pag. 399; Bibliografia, pag. 413; Indici pag. 421. Pagg. 447, € 28,50, Teti editore

Volume 10 IL TRAMONTO DEL RINASCIMENTO Il Cinquecento, questo secolo eccezionalmente ricco di eventi e di profonde trasformazioni decisive per la storia italiana, è l'oggetto dell'approfondita ricerca condotta in questo volume. E' in questo secolo che il processo di modernizzazione assegnò a Paesi come l'Inghilterra e la Francia, con il primo affermarsi del modo di produzione capitalistico, un ruolo centrale ed egemonico in Europa e nel mondo. In questo contesto di passaggio si colloca la sostanziale impasse italiana. E' a partire da questo nodo di contraddizioni che si sviluppa l'analisi dei saggi raccolti in questo volume, con un'opera di scandaglio ricca dei risultati delle più aggiornate ricerche storiche sulle ragioni politiche, sociali ed economiche del blocco nello sviluppo italiano. Il risultato è un quadro dettagliato delle ragioni del declino delle attività manifatturiere, del “ritorno alla terra” col conseguente trasferimento di risorse all'agricoltura settentrionale, dell'estendersi della mezzadria nel Centro Italia e del rafforzamento del potere feudale nel Mezzogiorno. Tutto ciò avviene in un'Italia in cui si afferma l'egemonia spagnola a scapito di quella francese e si afferma il perpetuarsi della frammentazione politico-statuale con il conseguente allontanarsi della prospettiva di uno Stato nazionale unitario in grado di esercitare un ruolo autonomo nel contesto europeo. Buona parte del lavoro di ricerca degli autori � inoltre dedicato all'esame delle dinamiche presenti nei singoli Stati italiani: dalla Genova oligarchica e mercantile dei Doria all'aristocratica Repubblica di Venezia; dalla Toscana medicea dove spicca la grande figura di Cosimo, allo Stato pontificio con le vicende relative ai suoi domini temporali e quelle della lotta contro la Riforma fino al Concilio di Trento. Indice: Oscar Di Simplicio, Sopravvivenza e declino dell'economia urbana italiana, pag. 13; Bruno Anatra, L'affermazione dell'egemonia spagnola e gli stati italiani, pag. 63; Franco Cazzola, Il "ritorno alla terra", pag. 103; Carlo Bitossi, La Genova di Andrea Doria, pag. 169; Carlo Bitossi, Il Banco di San Giorgio, pag. 213; Carlo Bitossi, Il declino delle tecniche nautiche mediterranee, pag. 221; Paolo Preto, Venezia tra la Spagna e i turchi, pag. 231; Claudia Di Filippo Bareggi, La Toscana dei Medici: lo stato, l'economia, la cultura, pag. 259; Ivan Tognarini, Lo Stato dei Presidi in Toscana, pag. 297; Susanna Peyronel Rambaldi, Il concilio di Trento, pag. 315; Roberto Alonge, Ruzante e lo spettacolo teatrale del Cinquecento, pag. 367; Bibliografia, pag. 387; Indici, pag. 395. Pagg. 421, � 28,50, Teti edi tore

Volume 11 LA CONTRORIFORMA E IL SEICENTO Questo volume copre il periodo che va dalla fine del XVI secolo a tutto il XVII. Il lettore è dapprima introdotto nel mondo della Controriforma, che segna in Europa la riscossa cattolica contro il Protestantesimo, mentre in Italia soffoca definitivamente i fermenti religiosi che si erano manifestati nei decenni precedenti, avvalendosi fra l'altro di strumenti come l'Inquisizione e la Congregazione dell'Indice, che con la loro azione repressiva contribuirono al distacco della vita intellettuale e religiosa italiana dalle più vive correnti culturali europee. Alla caduta delle tensioni intellettuali si accompagnò la crisi economica del Seicento, con un processo di decadenza che colpì soprattutto le tradizionali attività manifatturiere presenti nella fitta trama delle città della penisola e i settori commerciali e bancari. Caratteristico di questo secolo fu pure un arresto dell'espansione demografica, conseguenza delle devastanti epidemie di peste e delle ricorrenti carestie. Tuttavia l'evidente decadenza fu parzialmente mitigata dalla capacità di recupero in alcuni settori della manifattura e in zone più o meno vaste anche nell'agricoltura, grazie a investimenti dirottati dal settore manifatturiero e commerciale. In virtù di questo insieme di processi in Italia si andò comunque rafforzando il peso dei gruppi aristocratici a spese dei mercanti e degli imprenditori, mentre si allentavano i legami fra nord e sud. Il panorama di questo volume è infine completato da contributi dedicati alle rivoluzionarie conquiste della scienza del Seicento impersonate dal genio di Galilei, al sorgere delle accademie, alla letteratura e allo spettacolo, alla musica e alle arti figurative con un complesso di pagine che riproducono un'immagine del secolo assai più mossa e variegata di quella che conosciamo Indice: Vito Zagarrio, Cronologia (1600-1814), pag. 13; Susanna Peyronel Rambaldi, La Controriforma, pag. 53; Gino Benzoni, Intellettuali e Controriforma, pag. 111; Paolo Malanima, L'economia italiana nel Seicento, pag. 149; Gianvittorio Signorotto, Milano e la Lombardia sotto gli spagnoli, pag. 189; Giovanni Muto, Il regno di Napoli sotto la dominazione spagnola, pag. 225; Aurelio Musi, La rivolta antispagnola a Napoli e in Sicilia, pag. 317; Claudio Donati, Genova, Piemonte, Stato della Chiesa e Toscana nel Seicento, pag. 359; Michael Knapton, Venezia e il Mediterraneo dalla guerra di Cipro alla pace di Passarowitz, pag. 399; Roberto Maiocchi, La rivoluzione scientifica nel Seicento, pag. 425; Luigi Besana, Le accademie e l'organizzazione del sapere, pag. 454; Roberto Monge, Letteratura e spettacolo nel Seicento, pag. 463; Raffaele De Grada, Le arti figurative, pag. 487; Franco Bezza, La musica dal Rinascimento a Monteverdi, pag. 511; Bibliografia, pag. 541; Indici, pag. 559. Pagg. 587, � 28,50, Teti edi tore

Volume 12 IL SECOLO DEI LUMI E DELLE RIFORME Il campo d'indagine di questo volume � il Settecento. Compreso tra il rafforzamento del potere asburgico nella penisola e l'arrivo di Napoleone nella pianura padana (1796), questo fu un “grande secolo” anche per l'Italia. Anche qui infatti si ebbero profonde trasformazioni che permisero di superare la stagnazione del Seicento e di costruire le premesse dell'imminente Risorgimento. Grazie al vento di rinnovamento culturale ispirato all'Illuminismo e al prender radici di una cultura storico-economica di impianto laico (sintetizzata da nomi illustri quali Pietro Verri, Beccaria, Genovesi, Galiani e Filangieri), l'Italia di quei decenni conobbe l'opera riformista del “dispotismo illuminato”. I vari saggi analizzano l'opera di consolidamento in senso moderno degli Stati e delle loro strutture (esemplare l'introduzione dei catasti), di limitazione dei privilegi di ordini e ceti, di riduzione dei poteri ecclesiastici, di formazione di burocrazie professionali non più di esclusivo appannaggio aristocratico. Contemporaneamente, nelle città si operò lo smantellamento delle corporazioni, divenute ormai un freno oggettivo al libero dispiegamento dell'economia; mentre nelle campagne del Nord prese lena più spedita un'agricoltura di tipo capitalistico che faceva perno sul ceto dei “fittavoli”. Accanto a questo intreccio di avvenimenti e di svolte, vengono approfonditi specifici ma essenziali momenti della vita italiana del Seicento. Questi vedono la nascita di una nuova scienza fondata sulla pratica sperimentale, particolarmente legata al nome di Lazzaro Spallanzani, l'articolarsi in modi e forme nuove della realtà urbanistica, e l'originale avventura della musica barocca italiana. Indice: Giuseppe Ricuperati, Cultura e società nell'Italia delle riforme, pag. 13; Franco Saba, Sviluppo economico e riforme in Lombardia, pag. 47; Giuseppe Armani, Beccaria e la riforma penale, pag. 79; Ivo Biagianti, Roberto G. Salvadori, Il riformismo leopoldino in Toscana, pag. 97; Fiorenzo Landi, Le campagne emiliane nel Settecento tra conservazione e riforme, pag. 173; Anna Maria Lo, Il riformismo borbonico a Napoli, pag. 215; Dino Cupanetto, Gli stati senza riforme, pag. 291; Gianni Micheli, Lazzaro Spallanzani e il pensiero scientifico del Settecento, pag. 319; Marco Cerruti - Giovanni Pagliero, Letteratura e società in Italia nel Settecento, pag. 345; Aurora Scotti, La città italiana nel Settecento, pag. 383; Franco Bezza, La grande musica del Barocco, pag. 435; Bibliografia, pag. 463; Indici, pag. 471. Pagg. 493, � 28,50, Teti edi tore

Volume 13 L'ITALIA GIACOBINA E NAPOLEONICA Dedicato all'Italia “giacobina e napoleonica”, questo volume presenta una lucida interpretazione degli avvenimenti succedutisi nel nostro Paese fra il 1789 e il 1814. Si tratta di un arco di tempo profondamente influenzato dagli effetti della Rivoluzione francese, e d'importanza centrale per la storia italiana poiché da esso ebbe inizio il lungo e tormentato processo risorgimentale. In quegli anni si rafforzarono infatti le condizioni favorevoli al consolidarsi del movimento nazionale che avevano iniziato a formarsi nel corso del Settecento, accelerando la trasformazione di una tradizione che era ancora essenzialmente letteraria e retorica in un coerente atteggiamento politico, pronto a darsi organizzazione e programmi per modificare in senso progressivo la realtà. I saggi presenti nel volume indagano in profondità le esperienze delle “repubbliche giacobine” del triennio 1796-1799, da quella Cispadana a quelle Ligure, Romana e Partenopea. E questo discorso viene strettamente collegato a quello delle “insorgenze” contadine e popolari, indice del distacco che opponeva la città alla campagna, i proprietari - nobili e borghesi - alle masse rurali povere e spesso disperate. Un contrasto che avrebbe lasciato la sua impronta anche sul successivo corso del Risorgimento e della storia dell'Italia unitaria. Il volume studia poi la nascita dello stato amministrativo in Italia, legata all'attività giuridica, amministrativa e militare napoleonica: dalla creazione di una più efficiente burocrazia allo stabilimento di una legislazione che equiparava i “sudditi” di fronte alla legge. Ampio spazio è infine dedicato agli sviluppi dell'economia italiana in quei decenni, alle elaborazioni del pensiero politico - a partire dalla riflessione di Vincenzo Cuoco - e alle testimonianze letterarie. Indice: Ivan Tognarini, La Rivoluzione francese e la crisi del riformismo italiano, pag. 11; Francesco Mineccia, L'agricoltura nella seconda metà del Settecento, pag. 25; Ivan Tognarini, Le repubbliche giacobine, pag. 59; Carla Nassini, L'ordinamento costituzionale delle repubbliche giacobine, pag. 93; Ivo Biagianti, Riforme ecclesiastiche e pratica religiosa, pag. 105; Daniele Menozzi, La Chiesa, la Rivoluzione francese e l'Impero napoleonico dall'assolutismo illuminato all'età napoleonica, pag. 143; Rinaldo Salvadori, Moti antigiacobini e insorgenze antinapoleoniche in Val Padana, pag. 189; Agnese Sinisi, Antigiacobinismo e sanfedismo, pag. 219. Giovanni Montroni, L'età napoleonica, pag. 253; Bruno Anatra, L'"Ancien Régime" in Sardegna, pag. 283; Giovanni Montroni, Economia e società alla fine dell'età napoleonica, pag. 295. Fulvio Tessitore, Vincenzo Cuoco e le origini del liberalismo moderno, pag. 329; Giuseppe Nicoletti, Letteratura e politica fra Rivoluzione e regime napoleonico, pag. 371; Luciano Patetta, Il Neoclassicismo, pag. 403; Bibliografia, pag. 425; Indici, pag. 431. Pagg. 450, � 28,50, Teti edi tore

Volume 14 IL BLOCCO DI POTERE NELL'ITALIA UNITA I contributi presenti in questo volume rappresentano a pieno titolo una serrata e complessiva introduzione all'analisi dei secoli XIX e XX, e al tempo stesso un'organica e penetrante sintesi preliminare dei nodi strutturali (tanto economici che sociali e culturali) che hanno dominato, caratterizzandola, la storia italiana dagli inizi del secolo scorso ai giorni nostri. Fermamente ancorato a una rigorosa visione globale dei processi storici, il volume ricostruisce lo svolgersi del processo di formazione delle classi dirigenti italiane dall'Ottocento post-napoleonico agli ultimi decenni del XX secolo, analizzandolo passo dopo passo nel suo intrecciarsi con la lotta per il movimento nazionale, con il formarsi di un moderno assetto statuale, con il sorgere e consolidarsi di nuovi rapporti capitalistici agrari e industriali, tutti visti nella loro contraddittoria e complessa relazione con le classi subalterne e antagoniste. Nell'articolazione dei vari saggi presenti nel volume, anche aspetti specifici come l'andamento demografico e le trasformazioni territoriali, l'evoluzione dell'organizzazione costituzionale e dell'ordinamento amministrativo, arricchiscono la viva ricerca delle cause naturali e strutturali di fenomeni quali i flussi migratori, il modificarsi del rapporto fra città e campagna e lo sviluppo urbano da una parte, e dall'altro la sostanziale “continuità” degli apparati burocratici che via via attraversano i mutamenti costituzionali e amministrativi, indice di un trasformismo capillare radicato, e al tempo stesso di una vocazione centralistica dello Stato italiano. Indice: Roberto Guerri, Cronologia (1815-1976), pag. 9; Giorgio Mori, Il blocco di potere e la lotta politica in Italia (1830-1973), pag. 223; Teresa Isenburg, La popolazione italiana dall'Unità all'oggi, pag. 325; Ettore Rotelli, Le istituzioni politiche e amministrative, pag. 357; Bibliografia, pag. 387; Indici, pag. 389. Pagg. 395, � 28,50, Teti edi tore

Volume 15 LE STRUTTURE E LE CLASSI NELL'ITALIA UNITA Questo volume è dedicato alla ricostruzione sistematica dei processi profondi che, dall'avvento dello Stato unitario (1860-1861) sino a oggi, hanno caratterizzato lo sviluppo economico e sociale italiano. L'impianto di ricostruzione storica globale che emerge dai vari saggi offre una lettura articolata del divenire della struttura economica dall'Unità d'Italia ai nostri giorni nel suo lento e diseguale passaggio da un regime prevalentemente agricolo a quello industriale con un settore terziario avanzato, ma segnato oltre che da successi anche da limiti e ritardi. Un percorso che viene sviscerato analizzando inoltre con particolare attenzione la progressiva creazione delle infrastrutture civili nei loro vari segmenti - dalle reti dei trasporti a quelle igienico-sanitarie - insieme al loro complesso significato politico e culturale, e le profonde trasformazioni determinatesi negli assetti territoriali e urbani. Contemporaneamente largo spazio � dedicato alla ricostruzione e all'impatto dei fenomeni strutturali che hanno dato vita a originalissime forme e fasi di sviluppo del movimento sindacale e cooperativistico italiano, e determinato incessanti e complessi processi di trasformazione delle classi e dei ceti sociali che tanta parte hanno avuto nell'evolversi della storia italiana nell'ultimo secolo. In questo contesto, le innovative elaborazioni offerte si segnalano per l'attenzione rivolta all'indagine di aspetti particolari ma importanti del modificarsi degli assetti della vita materiale e quotidiana. Il volume delinea cos“ sia una storia dell'alimentazione popolare nell'Italia del decollo industriale, sia la storia di un caratteristico fenomeno sociale di massa come lo sport. Indice: Giovanni Federico - Marco Chesi, Lo sviluppo economico, Pag. 13; Eduardo Grottanelli de' Santi, Trasformazioni territoriali e infrastrutture dopo l'Unità, Pag. 71; Elvira Cantarella, Le ferrovie dalle origini alla statizzazione, Pag. 101; Marco Soresina, La tutela della salute (1860-1980), Pag. 149; Maristella Miglioli - Maurizio Bergomi - Marzio Dall'Acqua, Psichiatria e società, Pag. 197; Paolo Sorcinelli, L'alimentazione popolare nell'Italia del decollo industriale, Pag. 241; Valerio Evangelisti, Trasformazioni delle classi sociali dall'unità al 1980, Pag. 281; Adolfo Pepe, il sindacato dal 1880 al 1940, Pag. 319; Maurizio Degl'Innocenti, La cooperazione dalle origini alla Seconda guerra mondiale, Pag. 367; Roberto Ronchini - Giorgio Triani, Le basi storico-sociali dello sport in Italia, Pag. 417; Bibliografia, Pag. 473; Indici, Pagg. 515. Pag. 516, � 28,50, Teti editore

Volume 16 PENSIERO E CULTURA NELL'ITALIA UNITA Il complesso di problemi affrontati in questo volume riguarda le linee d'evoluzione sociale e dell'organizzarsi del pensiero e delle attività culturali dal sorgere dello Stato unitario agli ultimi decenni del XX secolo. L'Italia unita ereditava dal lontano passato aspetti di grandezza e altri assai più grami dal passato recente, su cui gravava il peso di una frammentazione politica che si allargava in una rete di barriere e confini culturali, di interessi e indirizzi diversi. La domanda cui rispondono i vari saggi riguarda la ricerca di sbocchi e di interventi nella nuova realtà unitaria per creare una cultura e una coscienza collettiva della propria specificità nazionale. Ecco allora indagati l'evoluzione della scuola in Italia e dei suoi strumenti quali fattori di trasformazione sociale; il ruolo degli intellettuali e dei mass-media nella loro funzione di veicolo di cultura ma anche di creazione di consenso politico, in contraddittoria dialettica con le esigenze del potere da una parte, e la società e i suoi bisogni dall'altra. Ecco ancora analizzate le varie forme di creazione artistica nella loro capacità di interpretare esigenze sociali e di tradurle nel linguaggio universale dell'arte sia figurativa che musicale, pur nella loro relazione complessa e contraddittoria con le istituzioni culturali, da una parte protese nella rete del potere statale e di chi lo usa, dall'altro nelle esigenze di massa. Infine viene sondato il rapporto che via via s'instaura e si consolida fra la ricerca scientifica e le sue organizzazioni da un lato e le scelte economiche e produttive dall'altra. Una delicata e complessa interrelazione, questa, fra scelte culturali e di ricerca - che sono politiche - e scelte economiche - parimenti politiche - che diventa essenziale per comprendere la formazione e l'evoluzione dell'apparato produttivo nazionale. Indice: Luisa Finocchi - Claudio Minoia, La scuola e l'alfabetizzazione, pag. 11; Mario Isnenghi, L'informazione, pag. 83; Mario Spinella, Intellettuali, società, stato, pag. 149; Mario De Micheli, La vicenda degli artisti dall'Unità alla Resistenza e al dopoguerra, pag. 203; Enrico Fubini, La cultura musicale dall'Unità a oggi, pag. 273; Luigi Pestalozza, Istituzioni musicali e pubblico, pag. 314; Ludovico Geymonat - Roberto Maiocchi, La scienza e l'industria, pag. 323; Bibliografia pag. 388; Indici, pag. 396. Pagg. 415, � 28,50, Teti edi tore

Volume 17 IL MOVIMENTO NAZIONALE E IL 1848 L'arco di tempo - la prima metà dell'Ottocento - abbracciato da questo volume � presente nella riflessione storiografica come un periodo di importanza centrale nel travagliato processo di formazione dello Stato unitario italiano. Gli anni dal 1815 al 1849 qui analizzati sono quelli in cui si delineano nel tessuto economico italiano marcate - ma al tempo stesso geograficamente disomogenee - tendenze all'avvio dell'industrializzazione e alla penetrazione del capitalismo nelle campagne (area padana). Tendenze peraltro combinate a uno stentato sviluppo dell'alfabetizzazione, agli irrisolti problemi legati a condizioni pessime d'igiene, sanitarie e di alimentazione nella maggior parte delle popolazioni, e soprattutto a una perdurante stagnazione e a lentissime modificazioni dei rapporti di produzione nelle aree del Centro e del Sud latifondistico. Diversità e contraddizioni permanenti nelle dinamiche di modernizzazione, che una volta formatosi lo Stato unitario saranno poi alla base dell'insorgere della “questione meridionale”. E questo anche il periodo in cui prendono corpo il dibattito e le forze politiche che, attraverso, un articolarsi di programmi tattici e strategici, si contenderanno l'egemonia e la direzione politica e ideale del Risorgimento: i gruppi moderati di Vincenzo Gioberti, Massimo D'Azeglio, Bettino Ricasoli, Marco Minghetti, e l'ala democratico radicale di Giuseppe Mazzini, Carlo Cattaneo, Giuseppe Ferrari e Carlo Pisacane. Una vicenda ideale, culturale e politica che viene originalmente analizzata nel suo complesso intreccio e nel suo dipanarsi sino alle alterne vicende del 1848, l'anno delle rivoluzioni di Palermo, Milano, Venezia che videro tornare da protagonisti sulla scena storica anche gli strati popolari. Indice: Luigi Ambrosoli, La restaurazione e gli stati italiani, pag. 13; Marino Berengo, L'organizzazione della cultura nell'età della restaurazione, pag. 45; Luigi Faccini, L'agricoltura dal 1815 al 1859, pag. 89; Roberto Romano, L'industria italiana dal 1815 al 1861, pag. 109; Franco Della Peruta, Malattia e società nell'Italia dell'Ottocento, pag. 127; Franco Della Peruta, Giuseppe Mazzini e la democrazia risorgimentale (1830-1861), pag. 151; Luigi Ambrosoli, Le altre correnti democratiche, Cattaneo e Ferrari, pag. 191; Giampietro Beni, I moderati e il neoguelfismo, pag. 227; Simonetta Soldani, Il lungo Quarantotto degli italiani, pag. 259; Luciano Russi, L'esame critico del 1848-1849 e le nuove prospettive di Pisacane, pag. 345; Grazia Melli Fioravanti, Letteratura e Risorgimento, pag. 373; Raffaele Pozzi, La realtà e la maschera L'opera italiana da Cimarosa a Verdi, pag. 399; Luigi Pestalozza, Verdi, il significato dei personaggi, pag. 423; Bibliografia, pag. 433; Indici, pag. 470. Pagg. 469, � 28,50, Teti edi tore

Volume 18 LO STATO UNITARIO E IL SUO DIFFICILE DEBUTTO Questo volume è dedicato ai primi e tormentati anni della storia unitaria italiana che vanno dalla spedizione dei Mille sino alla “rivoluzione” parlamentare del 1876 e all'ascesa al potere della Sinistra con il primo ministero di Depretis. L'opera di ricostruzione storica fatta dagli autori non si cristallizza in una pur vivace analisi degli avvenimenti politici, diplomatici e militari, ma si dispiega in un assai più ampio contrappunto in cui trovano un'appassionata disamina le tendenze reali della mentalità collettiva della popolazione, e la sua evoluzione a livello culturale e di vita materiale non meno che a livello economico. Ecco allora lo scavo, ben al di là del suo apparire di fenomeno, del manifestarsi di quel vasto moto di ribellione sociale che fu il brigantaggio meridionale, punto di raccolta della delusione del contado del Mezzogiorno dopo la liberazione, e primo sintomo dell'insorgere nella storia unitaria della “questione meridionale”. Questi difficili primi anni del Regno sono segnati dai tratti del dualismo fra le principali correnti politiche (moderati e democratici), riflesso pure nello stesso andamento del processo unitario e prolungatosi nella contesa parlamentare. Ed � un dualismo particolarmente acuto nelle componenti sociali e territoriali del Nord e del Sud, in cui si sedimentano le caratteristiche di universi a lungo separati. Su questa base, il volume articola un ritratto culturale dell'Italia di quegli anni, dove a uno sviluppo della scienza e della ricerca si accompagna il radicarsi di posizioni laiche, materialiste e poi positiviste; cui corrisponde in campo letterario una sensibilità contraddittoria ma nuova - dalla Scapigliatura lombarda alla grande stagione del Realismo - alla ricerca del vissuto quotidiano o volta a penetrare le situazioni sociali e ambientali. Indice: Zeffiro Ciuffoletti, Cavour e l'egemonia moderata, pag. 11; Zeffiro Ciuffoletti, Dall'impresa dei Mille al Regno d'Italia, pag. 37; Zeffiro Ciuffoletti - Lorenzo Piccioli, Garibaldinismo e contadini, pag. 64; Franco Molfese, Il brigantaggio meridionale, pag. 73; Maurizio Punto, Il governo della Destra, pag. 105; Idomeneo Barbadoro, La "guerra parallela" del 1866, pag. 147; Stefano Cammelli, I moti del macinato, pag. 181; Giovanni Landucci, Scienza, cultura, ideologia nello Stato unitario, pag. 201; Filippo Mazzonis, Pio IX, il tramonto del potere temporale e la riorganizzazione della Chiesa, pag. 251; Luigi Mascilli Migliorini, La "rivoluzione parlamentare" del 1876 e il governo della Sinistra, pag. 287; Piero Di Siena, Il meridionalismo e Giustino Fortunato, pag. 323; Bartolo Anelani, Nuove correnti letterarie, pag. 339; Bibliografia, pag. 377; Indici, pag. 388. Pagg. 407, � 28,50, Teti edi tore

Volume 19 LA CRISI DI FINE SECOLO (1880-1900) Suddiviso in densi saggi tematici, questo volume si occupa del complesso nodo di crisi dello Stato unitario collocato fra il 1880 e il 1900. In quegli anni infatti nel Paese si condensano tutte le contraddizioni della società italiana, determinando il sorgere in campo economico e politico di difficoltà per il giovane Stato unitario. Lo sviluppo capitalistico dell'Italia, affacciatasi tardi sulla scena internazionale, rimaneva per questo condizionato, come pure avveniva per l'intreccio fra scelte economiche e scelte politiche delle classi al potere. Sono anni in cui, anche sulla scorta dell'”inchiesta Jacini”, si accende un dibattito fra orientamenti liberistici e protezionistici sia nel settore agricolo che in quello industriale. Lo sbocco protezionistico segna l'alleanza fra borghesia industriale e proprietà fondiaria, con la costituzione di un nuovo blocco di potere sotto la cui spinta avviene la ristrutturazione dell'economia e degli apparati dello Stato. E il decennio di Crispi, dominato da scelte di politica interna e internazionale che segnano lo svanire delle ultime residue istanze della Sinistra storica risorgimentale. II nuovo blocco storico impone le sue scelte alla società generando scontri e lotte drammatiche, dai Fasci siciliani al 1898 a Milano con i cannoni di Bava Beccaris e le tentazioni di “colpo di Stato”, manifestazioni del riflusso reazionario della borghesia. Nelle lotte di fine secolo appaiono però anche elementi di rinnovamento della società e il fiorire in forme nuove delle forze democratiche. Si sentono in questo periodo gli effetti dell'entrata sulla scena del movimento operaio, delle sue organizzazioni e elaborazioni teorico-politiche; mentre anche il movimento cattolico, diviso fra intransigenti e fautori dell'inserimento nella nuova realtà, fa il suo ingresso nella vita politica. Indice: Roberto Romano, Gli inizi del capitalismo italiano, pag. 11; Idomeneo Barbadoro, L'inchiesta Jacini, pag. 53; Maurizio Antonioli, Il movimento operaio da Bakunin alla fondazione del Psi, pag. 89; Mario Spinella, Antonio Labriola e l'origine del marxismo in Italia, pag. 117; Salvatore Massimo Ganci, Il decennio crispino, pag. 139; Salvatore Massimo Ganci, I fasci siciliani, pag. 197; Salvatore Massimo Ganci, L'opposizione democratico-borghese, pag. 213; Camillo Brezzi, La 'Rerum novarum' e il movimento cattolico, pag. 235; Emilio Agazzi, Benedetto Croce, pag. 279; Umberto Levra, La crisi del 1898, pag. 331; Bibliografia, pag. 381; Indici, Pagg. 387. Pag. 399, � 28,50, Teti editore

Volume 20 L'ITALIA DI GIOLITTI Caratterizzato da un'esemplare chiarezza espositiva e da analisi ricca di penetranti interventi, questo volume offre una serie di innovativi contributi alla comprensione di quel periodo chiave della storia italiana dominato dalla figura di Giovanni Giolitti. Ne esce uno spaccato del primo Novecento che evidenzia i ritmi e le linee di trasformazione del capitalismo italiano, punteggiato dallo sviluppo delle grandi imprese, dal formarsi di monopoli e di concentrazioni finanziarie, e dal discusso ruolo delle grandi banche miste. Si tratta di un boom industriale che, in un clima psicologico-economico euforico, finirà col rimuovere la consapevolezza degli squilibri geografici e strutturali tra Nord e Sud, sui quali peraltro si fondavano non poche fortune della borghesia legata ai circoli governativi. Tuttavia, seppur lasciando immutata la fisionomia dualistica dell'assetto socio-economico italiano, gli effetti della politica di Giolitti finiranno con l'aprire nuove prospettive e nuove possibilità di dialettica democratica, che gli autori del volume sviscerano efficacemente analizzando le dinamiche emergenti nel movimento contadino e operaio - con la sua grande domanda di riforme - e nelle forze politiche socialiste e cattoliche ad esso legate. Come pure un'ampia trattazione è dedicata al complesso “universo” socialista e alle sue correnti, ai suoi limiti teorici e politici sul terreno della rappresentanza di classe e del rapporto con le forze di governo. In questo contesto di profonde trasformazioni, il volume illustra inoltre aspetti della realtà poco noti e spesso trascurati come quello dell'emergere in quegli anni di un movimento di presa di coscienza femminile che si andò collegando alle lotte dei socialisti per superare la tradizionale condizione di inferiorità della donna. Indice: Aldo Alessandro Mola, Giolitti e il giolittismo, pag. 11; Roberto Romano, L'industrializzazione nell'età giolittiana, pag. 55; Duccio Bigazzi, Grandi imprese e concentrazione finanziaria, pag. 87; Duccio Bigazzi, La Pirelli e la Fiat nel mercato mondiale, pag. 126. Annarita Buttafuoco, Condizione delle donne e movimento di emancipazione, pag. 145; Alberto De Bernardi, Socialismo e movimento contadino, pag. 187; Idomeneo Barbadoro - Piera Galbiati, Il socialismo riformista, pag. 225; Alessandro Roveri, Salvemini, le grandi riforme e i contadini meridionali, pag. 283; Paolo Favilli, La sinistra socialista, pag. 301. Filippo Mazzonis, Dai democratici cristiani al patto Gentiloni, pag. 331; Umberto Sereni, I gruppi antigiolittiani, pag. 371; Silvio Lanaro, La cultura antigiolittiana, pag. 427; Paolo Alatri, La crisi del giolittismo, pag. 465; Bibliografia, pag. 485; Indici, pag. 501. Pagg. 519, � 28,50, Teti edi tore

Volume 21 LA DISGREGAZIONE DELLO STATO LIBERALE Al centro dell'analisi di questo volume sta la complessa dinamica dei processi sociali, politici ed economici degli anni precedenti la prima guerra mondiale e del primo dopoguerra che portarono rapidamente alla crisi e poi alla disgregazione dello Stato liberale. I saggi presenti nel volume, che si avvale dei più avanzati contributi alla ricerca storiografica degli ultimi vent'anni, operano un significativo spostamento nella definizione della linea di spartiacque nella vita democratica del paese, ponendo l'accento più sull'assestamento negli anni 1925 e 1926 dei processi strutturali precedentemente maturati, che sul solitamente preminente evento della marcia su Roma. L'articolazione dei contributi è organizzata attorno a tre grandi e centrali filoni tematici. Il primo rimanda a una ricostruzione delle motivazioni profonde dell'entrata in guerra dell'Italia, dell'acuto dibattito fra interventisti e antinterventisti che attraversò trasversalmente le forze politiche e ideali, e dell'incerta e contraddittoria condotta della guerra; ricostruzione che è coronata da una profonda analisi delle trasformazioni strutturali conosciute dall'assetto dell'economia e della classe operaia e contadina negli anni del conflitto. II secondo filone è dedicato alle dinamiche della crisi nella società determinatasi nell'immediato dopoguerra, e al suo dirompente esprimersi nella dialettica fra le forze politiche ed ideali vecchie e nuove. Il terzo e ultimo filone, infine, indaga minuziosamente il fenomeno della nascita del fascismo e dei suoi ancoraggi al tessuto economico e sociale della nazione - dal mondo agrario e industriale al mondo dei reduci dalla guerra mondiale - sino al suo nuovo strutturarsi dopo l'Aventino e la crisi determinata dal caso Matteotti. Indice: Paolo Alatri, L'interventismo e la guerra, pag. 13; Idomeneo Barbadoro, La condotta della guerra, pag. 35; Bruno Bezza, La mobilitazione industriale, pag. 71; Francesco Bogliari, Le campagne italiane nella Prima guerra mondiale, pag. 103; Emilio Franzina, La chiusura degli sbocchi emigratori, pag. 125; Renato Monteleone, La prospettiva riformistica di Nitti - Borghesia e nazionalismo, pag. 191; Renato Monteleone, La questione fiumana, pag. 223; Idomeneo Barbadoro, Biennio rosso, lotte sociali e direzione socialista, pag. 231; Giovanni Gozzini, La costituzione del PcdI, pag. 287; Mario G. Rossi, Partito popolare e sindacalismo cattolico nella crisi del dopoguerra, pag. 323; Aldo Alessandro Mola, Massoneria e fascismo, pag. 355; Adriana Dadà, Gli anarchici tra guerra di classe e reazione, pag. 375; Santi Fedele, I repubblicani nel primo dopoguerra, pag. 407; Alessandro Roveri, La crisi economica del 1921, pag. 427; Alessandro Roveri, Lo squadrismo agrario, pag. 443; Massimo Legnani, Industriali e fascismo, pag. 461; Giorgio Rochat, I militari da Vittorio Veneto al fascismo, pag. 485; Ariane Landuyt, Matteotti e l'Aventino, pag. 495; Bibliografia, pag. 519; Indici, pag. 535. Pagg. 558, � 28,50, Teti edi tore

Volume 22 LA DITTATURA FASCISTA Questo volume è dedicato al periodo della dittatura fascista. Lo sforzo corale degli autori è indirizzato ad approfondire in modo originale lo studio delle tematiche specifiche di questa fase, sviluppandole lungo le linee parallele della politica interna ed estera del regime, e coniugandole con i richiami alle più significative trasformazioni introdotte dalla guerra nel quadro del sistema capitalistico mondiale. In primo luogo trovano largo spazio la trattazione e l'interpretazione approfondite degli aspetti economici e sociali del regime, costruendo così importanti elementi di un'autentica storia sociale dell'Italia fascista, a lungo evitata da tanta storiografia. Sono in tal modo analizzati criticamente l'organizzazione del consenso attraverso la cultura e il ruolo degli intellettuali; la formazione del grande capitale favorita attraverso la politica d'espansione demografica e l'ideologia ruralista; il controllo dei sindacati fascisti e la nuova organizzazione del lavoro; mentre un'attenzione particolare � dedicata al ruolo e al rapporto con la Chiesa dopo il Concordato del 1929. Il quadro che ne esce � quello di un regime che, in presenza di un contesto internazionale che ne favorisce la stabilizzazione al potere, vara le sue drastiche direttive di politica economica grazie al consolidamento dello Stato di polizia col conseguente, e spesso sconvolgente per ampi strati di popolazione, controllo assoluto sulla forza lavoro, sui salari, sui consumi. La politica estera del ventennnio è infine indagata nei suoi stretti nessi con le scelte di politica interna, tanto economica che di controllo sociale, sottolineandone l'emblematica debolezza involontariamente rivelata dal Mussolini del 1927 che con il suo “espandersi o esplodere” immortalava da se stesso la contraddittorietà del regime. Indice: Alberto Preti, La politica interna fascista e l'organizzazione del consenso, pag. 13; Domenico Preti, Fascismo, grande capitale, classi sociali, pag. 65; Ivano Granata, Classe operaia e sindacati fascisti, pag. 101; Giulio Sapelli, Grande industria e organizzazione del lavoro, pag. 135; Carlo A. Corsini, La mobilità interna della popolazione, pag. 163; Camillo Brezzi, I Patti lateranensi e il mondo cattolico, pag. 195; Gianpasquale Santomassimo, Cultura, intellettuali e fascismo, pag. 233; Emilio Agazzi, Croce e l'antifascismo moderato, pag. 259; Aldo Berselli, L'antifascismo all'interno e all'estero, pag. 341; Enzo Santarelli, L'espansionismo imperialistico del 1922-1940, pag. 383; Teodoro Sala, Fascismo e Balcani, pag. 413; Enzo Collotti, L'alleanza italo-tedesca 1941-1943, pag. 449; Bibliografia, pag. 509; Indici, pag. 517. Pagg. 533, � 28,50, Teti edi tore

Volume 23 LA SOCIETÀ ITALIANA DALLA RESISTENZA ALLA GUERRA FREDDA In questo volume sono posti al centro dell'analisi avvenimenti e problemi della società italiana che costituiscono in gran parte patrimonio di memoria collettiva. La ricostruzione del nesso Resistenza-antifascismo è immediatamente posta in evidenza con i suoi nodi, complessi e travagliati, sia nel succedersi degli eventi sia negli elementi di transizione della società e della cultura italiane verso nuovi ordinamenti. In questo sta la centralità della Resistenza, come indubbio momento di “intensa vita collettiva degli italiani”, che gettò le premesse per un decisivo rinnovamento civile e politico del paese, il cui primo atto fu l'instaurazione di una repubblica democratica “fondata sul lavoro”. La ricerca corale espressa dal volume - frutto della collaborazione di alcuni fra i maggiori studiosi dell'Italia contemporanea - si dispiega poi nell'esame dei nuovi blocchi sociali che si vengono a costituire nell'immediato dopoguerra, della funzione centrale svolta dai partiti politici, da quelli maggiori e di massa (Democrazia cristiana, Partito comunista, Partito socialista), a quelli minori e d'opinione (dagli azionisti ai liberali). Un'analisi a vasto raggio che ruota attorno ai nodi tematici dell'elaborazione della Costituzione repubblicana, della rottura dell'unità antifascista e della conseguente uscita delle sinistre dal governo De Gasperi, sino alle elezioni del 18 aprile 1948 e al ruolo svolto nella vita politica italiana dalla Chiesa di Pio XII. Rilevante è infine l'attenzione minuziosamente dedicata al contesto economico e ai conflitti sociali di questo periodo, che ha visto seguire alla ricostruzione e ai “bui anni cinquanta” l'inizio del boom economico che trasformerà l'Italia da paese agricolo-industriale in potenza industriale sviluppata. Indice: Enzo Santarelli, La Resistenza 1943-1945, pag. 11; Aurelio Lepre, Unità antifascista, repubblica, Costituzione, pag. 51; Maurizio Pieretti, De Gasperi e la Democrazia cristiana, pag. 77; Filippo Mazzonis, La Chiesa di Pio XII: dalla riconquista alla diàclasi, pag. 129; Gianfranco Petrillo, I "bui anni cinquanta", pag. 229; Adolfo Pepe, La classe operaia, la scissione sindacale e le lotte di difesa (1949-1954), pag. 259; Adolfo Pepe, Il "piano del lavoro", pag. 309; Giovanna Mottura, Agricoltura e classi rurali tra fascismo e dopoguerra, pag. 315; Bruno Bottiglieri - Giancarlo Subbrero, La ricostruzione industriale, pag. 357; Mario Spinella, I "Quaderni dal carcere" di Antonio Gramsci, pag. 375; Francesca Taddei, Il partito socialista da Morandi al centro-sinistra, pag. 389; Bibliografia, pag. 407. Indici, pag. 413. Pagg. 427, � 28,50, Teti edi tore

Volume 24 IL MIRACOLO ECONOMICO E IL CENTRO SINISTRA Questo volume copre gli anni del “miracolo economico” e del primo centro-sinistra, che videro svolgersi nel nostro Paese il processo di trasformazione economico-sociale più rapido e profondo della sua storia unitaria, che ne mutò radicalmente il volto. Alcuni dei contributi ripercorrono quindi con un sicuro taglio interpretativo le vicende dell'industria, nella sua duplice componente privata e pubblica; altri segnano il percorso dell'agricoltura che è riuscita a raddoppiare la produzione con una costante diminuzione del numero degli addetti, scesi tra il 1950 e i giorni nostri dal 43% al 10% della popolazione attiva. Altre pagine dell'Opera mettono in luce le contropartite negative dello sviluppo. La programmazione rimase un “libro dei sogni” e non orientò la crescita dell'economia in modo da permettere il superamento degli squilibri vecchi e nuovi che caratterizzarono il nostro Paese, a partire dalla “questione meridionale”, perché il Mezzogiorno non è riuscito a ridurre in modo sensibile le distanze dal resto del Paese. E gravi furono anche i costi umani pagati, a partire dalla “grande emigrazione” dalle regioni del Sud che tra il 1949 e il 1973 portò fuori dai confini sette milioni di italiani e spostò verso le zone industrializzate del Nord altri due milioni e mezzo di persone. Una particolare attenzione è rivolta al Sessantotto, la radicale contestazione giovanile che rigettava i valori familiari tradizionali e proponeva una partecipazione diretta ai processi decisionali e si opponeva ai modelli della società consumistica. E così pure oggetto di un'accurata ricostruzione è stato l'”autunno caldo”, l'insieme delle lotte operaie che posero le premesse per una ripresa dell'azione unitaria delle grandi centrali sindacali. Indice: Roberto Guerri, Cronologia 1977-1989, pag. 13; Gianluigi Della Valentina, L'agricoltura nella nuova Italia industriale, pag. 95; Giulio Sapelli, Le basi del "miracolo economico", pag. 133; Nino Calice, Il risvolto del "miracolo": la questione meridionale, pag. 153; Ugo Ascoli, Gli anni delle migrazioni interne, pag. 187; Francesca Romana Koch, Le donne dal dopoguerra a oggi, pag. 223; Francesca Taddei, I partiti all'appuntamento del centro-sinistra, pag. 291; Alberto De Bernardi - Romano Madera, Il sessantotto in Italia, pag. 303; Valerio Evangelisti - Salvatore Sechi, L'"autunno caldo": l'offensiva della classe operaia, pag. 335; Francesca Taddei, Il processo di unità sindacale, pag. 355; Antonio Varsori, La scelta europeista, pag. 363; Bibliografia, pag. 405; Indici, pag. 413. Pagg. 423, � 28,50

Volume 25 NUOVI EQUILIBRI E NUOVE PROSPETTIVE Il volume si apre con le pagine dedicate agli “anni di piombo del terrorismo” e si chiude con un'apertura sulle nuove, più recenti prospettive. All'analisi del percorso dell'eversione è strettamente collegata quella dell'esperienza della “solidarietà nazionale” e del “compromesso storico” tra Dc e Pci, con cui si cercò di avviare il paese sulla strada di uno sviluppo economico più organico, nel quadro di un'opera di rinnovamento sociale e di progresso democratico. Un adeguato spazio interpretativo è poi dedicato al quadro delle complessive vicende politiche di questi ultimi anni della nostra storia, dalle competizioni elettorali all'attività e al funzionamento delle Regioni, la cui attuazione ha finalmente realizzato un dettaglio della Costituzione rimasto a lungo disatteso e ha dato nuovi canali di partecipazione politica ai cittadini. Fedele all'impostazione complessiva dell'opera, che si è proposta di collegare in un nesso organico e in una spiegazione intrecciata gli avvenimenti politici e i movimenti di fondo di più lungo periodo dell'economia e della società, le pagine del volume insistono su aspetti e momenti centrali del nostro più recente passato; la crisi e la ripresa del sindacato; lo sviluppo produttivo proseguito fra inflazione e stagnazione; la diffusione dei mass-media e il loro rapporto con gli intellettuali; l'informatizzazione; la perdita di centralità della classe operaia; e la formazione di un terziario avanzato. Indice: Donatella Della Porta, Gli anni del terrorismo, pag. 11; Francesca Taddei, I partiti tra referendum e fallimento del 'compromesso storico', pag. 61; Adolfo Pepe, La crisi del sindacato 1972-1985, pag. 77. Carlo Felice Casula - Giovanni Tassani, La chiesa e i cattolici in Italia nel periodo postconciliare, pag. 99; Rita Pasquini, Le competizioni elettorali, pag. 137; Loredana Leoni, L'esperienza regionale, pag. 203; Gualtiero Tamburini, La programmazione in Italia, pag. 239; Gualtiero Tamburini, Inflazione e crescita in Italia, pag. 269; Paola M. Manacorda, L'informatizzazione, pag. 299; Marcello Flores, Gli intellettuali e i mass media, pag. 353; Bibliografia, pag. 385; Indici, pag. 391. Pagg. 405, � 28,50, Teti edi tore, Teti editore