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La componente antropica è data da tutta quella serie di interventi attuati dall’uomo sull’ambiente naturale, modificandolo e piegandolo alle proprie esigenzeDiga delle tre gole -
Cina
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Esistono varie tipologie di paesaggio antropicoEsistono varie tipologie di paesaggio antropico: se gli interventi sono legati all’agricoltura si parla di paesaggio agrario; se sono legati al settore secondario si parla di paesaggio industriale; riguardo alle città si parla di paesaggio urbano
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Esiste inoltre una dimensione temporale del paesaggio: i rapporti tra componente naturale e componente antropica evolvono cioè nel tempo.
Se durante la preistoria era ovviamente la componente naturale del paesaggio a prevalere su quella antropica, negli ultimi secoli (e ancora di più negli ultimi decenni) è stata la componente antropica del paesaggio a prevalere su quella naturale.
Oggi, grazie alla tecnologia, l’uomo è il principale agente geomorfologico della Terra
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Il paesaggio nel tempo: un esempioL’evoluzione del paesaggio nel basso vercellese durante gli ultimi 2000 anni
Dora Baltea
Po
Sesia
Basso vercellese
Il basso vercellese si estende nella pianura a sud di Vercelli. I limiti naturali di questa sub-regione sono rappresentati a sud dal Po, a ovest dalla Dora Baltea e a est dal Sesia
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L’età romana Durante l’età romana il basso vercellese doveva presentarsi intensamente coltivato e fittamente punteggiato da fattorie.
La carta archeologica a lato è significativa in tal senso, riportando i numerosi insediamenti rurali romani individuati nella zona di Trino (VC).
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Il MedioevoIl collasso dell’impero romano portò ad un minor controllo del territorio, che si materializzò in un vistoso aumento delle aree incolte e boscate.
Durante il X secolo il basso vercellese, che in età romana era intensamente coltivato, era ricoperto da numerosi boschi.
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Durante il XIII secolo questi boschi erano però sensibilmente diminuiti sia come numero che come estensione.
L’uomo aveva cioè intrapreso in queste zone un’opera di disboscamento.
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Questo rimettere a coltura il territorio durante il XIII secolo non fu un’operazione nata “dal basso” o casuale, ma programmata e fortemente voluta dalle autorità civili e religiose locali.
Tra le prime va ricordato il Comune di Vercelli; tra le seconde l’ordine religioso cistercense, che fondò in questa zona un’importante abbazia: S. Maria di Lucedio.
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In sintesi, l’opera congiunta dei contadini e dei monaci a partire dal XIII secolo riportò progressivamente il basso vercellese ad essere una zona caratterizzata da coltivi, così come lo era già stata in età romana.
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L’età moderna e contemporanea
A partire dalla fine del 1400-inizi 1500 il paesaggio del basso vercellese inizia ad assumere l’aspetto odierno: viene cioè introdotta la coltura del riso, coltivato in risaie periodicamente allagate
Nella carta topografica a lato, le risaie sono rappresentate con tratto sfumato. E’ evidente come attualmente dominino il paesaggio locale.
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La risicoltura ebbe qui notevole sviluppo grazie alla grande disponibilità di acqua ed alla presenza di terreni argillosi, quindi impermeabili ed adatti a “trattenere” le acque duranti i periodi di sommersione delle risaie
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Una risaia semi-allagata
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Schema di funzionamento dei canali che permettono la sommersione delle risaie
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Le risaie allagate. In primo piano il Po; sullo sfondo le Alpi.
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Risaie semi-allagate, con il riso non ancora maturo
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Il paesaggio forestale
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I boschi più comuni nel nostro Appennino sono costituiti da latifoglie. A quote basse prevalgono querceti misti; a quote più alte le faggete.
L’uomo ha da sempre sfruttato i boschi. Se i tagli sono stati pesanti e ripetuti, il bosco è oggi ridotto a ceduo: da una ceppaia partono numerosi polloni; il fusto dell’albero è basso.
Si tratta di boschi degradati
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Se gli alberi nascono non da polloni, ma da seme, abbiamo fustaie (boschi d’alto fusto), come ad es. le Foreste Casentinesi (FC)
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L’uomo ha sfruttato i boschi per ricavarne legname oppure carbone da legna
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Grande importanza avevano in passato i castagneti
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Un essiccatoio per le castagne
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In Italia, soprattutto a partire dal Ventennio fascista l’uomo ha iniziato ad impiantare rimboschimenti artificiali (essenzialmente conifere), per prevenire frane, dare lavoro, ecc.
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La stessa pineta di Ravenna è un rimboschimento artificiale medievale