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Diocesi di Treviso VEGLIA DIOCESANA DEI GIOVANI CON IL VESCOVO in occasione della XXV Giornata Mondiale della Gioventù Stare sotto la croce con Maria Chiesa di San Nicolò, Treviso - Sabato 27 marzo 2010

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Diocesi di Treviso

VEGLIA DIOCESANA DEI GIOVANI CON IL VESCOVO

in occasione della XXV Giornata Mondiale della Gioventù

Stare sotto la croce con Maria

Chiesa di San Nicolò, Treviso - Sabato 27 marzo 2010

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Veglia di preghiera

Introduzione

Ingresso del Vescovo

Canto di accoglienza: Con gioia veniamo a te

1. Tu ci raduni da ogni parte del mondo, noi siamo tuoi figli tuo popolo santo. Lodiamo in coro con le schiere celesti, insieme cantiamo, gioiosi acclamiamo.

Rit. O Signore, veniamo a te con i cuori ricolmi di gioia, ti ringraziamo per i doni che dai e per l’amore che riversi in noi. O Signore, veniamo a te con i cuori ricolmi di gioia, le nostre mani innalziamo al cielo, a te con gioia veniam.

2. La grazia immensa che ci doni, Signore, purifica i cuori, consola i tuoi figli. Nel tuo nome noi speriamo Signore, salvezza del mondo, eterno splendore. Rit.

Saluto del Vescovo

Vesc. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Ass. Amen.

Vesc. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.

Ass. E con il tuo spirito.

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Vesc. Cari giovani, all’inizio della Santa Settimana vo-gliamo prepararci a ricevere con fede la grazia pasquale. In questa veglia invochiamo lo Spirito perché apra i nostri cuori alla fede nel Signore, crocifisso per amore.

Ass. Vogliamo camminare con Gesù verso Gerusa-lemme. Vogliamo apprendere la fede impegnativa e coraggiosa di Maria fino a giungere anche noi sotto la croce.

Vesc. Cari amici, sotto la croce anche i nostri pove-ri cuori saranno riempiti della novità di Cristo, morto e risorto per amore dell’umanità.

Ass. Con la forza dello Spirito Santo saremo anche noi liberi di impegnare la nostra vita per amore di Dio e dei fratelli.

Invocazione allo Spirito Santo

Guida: Ora, fratelli e sorelle, per vivere questo incontro con la serena convinzione che aprire il cuore a Gesù è la via che ci conduce al senso profondo del nostro esistere, invochiamo dal Padre il dono dello Spirito Santo perché scenda con abbondan-za su di noi e ricolmi le nostre anime assetate di verità, di amore, di vita nuova.

Solo: Tu sei sorgente viva, tu sei fuoco, sei carità.Tutti: Vieni Spirito Santo, vieni Spirito Santo.

Lett. Vieni, Santo Spirito, e dona la fiducia che nel nostro cammino siamo sempre abbracciati dalla provvidenza di Dio Padre. Non far dimenticare i tanti segni che hai già posto lungo il sentiero per-corso finora.

Solo: Tu sei sorgente viva, tu sei fuoco, sei carità.Tutti: Vieni Spirito Santo, vieni Spirito Santo.

Lett. Vieni Santo Spirito e riempi fino all’orlo il sen-so di vuoto e smarrimento che a volte prende il

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nostro cuore. Non far dimenticare che tu sei più forte di tutto questo, che tu sei capace di portare vita dove c’è delusione e tristezza.

Solo: Tu sei sorgente viva, tu sei fuoco, sei carità.Tutti: Vieni Spirito Santo, vieni Spirito Santo.

Lett. Vieni Santo Spirito e infondi la sapienza nell’ani-ma, perché sappiamo gustare e vivere questa ve-glia coinvolti con tutto il nostro corpo, il nostro cuore, la nostra intelligenza nella relazione con Gesù. Non far dimenticare che basta un attimo di vero incontro con Te perché la vita cambi e si infiammi di vero amore.

Solo: Tu sei sorgente viva, tu sei fuoco, sei carità.Tutti: Vieni Spirito Santo, vieni Spirito Santo.

Guida: Ricolmàti della presenza dello Spirito, convinti della sua opera silenziosa e incessante in ciascuno di noi, entriamo con tutto noi stessi nell’ascolto della parola del Signore, per vivere e apprendere dall’esperienza di Maria come si possa stare con fiducia sotto la croce. Non fuggire dalla nostra concreta vicenda ma presentarla al Signore così com’è: questo è ora l’invito a tutti rivolto.

(Seduti. Abbassamento luci nelle navate)

Segno: Giovani in ricerca… con Maria giungono sotto la croce…

Lamentazioni

Lett. O voi tutti che passate per la via, fermatevi e guar-date se c’è un dolore simile al mio.

1. Una bambina: papà e mamma si sono lasciati, non stanno più insieme, papà è andato via giovedì con due valige, non so dove sia, mamma piange e

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urla sempre, io e mio fratello Marco in silenzio e con il cuore che batte troppo forte facciamo finta di dormire… Perché, Signore?

2. Una giovane ragazza: sto raccogliendo ancora i pezzi del mio cuore esploso ieri sera quando è ar-rivato quel messaggio che ha posto fine a tre anni di storia con Flavio. 77 battute per buttarmi fuori dalla sua vita. Non una parola, il silenzio e 77 bat-tute di un cellulare. Perché, Signore?

3. Un prete: è venuto ai gruppi fino un mese fa, mi chiama sua madre disperata, l’hanno arrestato fuori della scuola. Spacciava da due anni. Non mi sono accorto di nulla, in tutti questi anni non mi sono accorto di nulla… Perché, Signore?

Coro: Cristo Gesù, o luce interiore, non lasciare che il buio parli in me. Cristo Gesù, o luce interiore, fa’ che io accolga il tuo amore.Ass. Cristo Gesù, o luce interiore, non lasciare che il buio parli in me. Cristo Gesù, o luce interiore, fa’ che io accolga il tuo amore.

(breve silenzio)

Lett. O voi tutti che passate per la via, fermatevi e guar-date se c’è un dolore simile al mio.

4. Una mamma: l’ho messo al mondo, l’ho allattato, lavato, curato, coccolato, l’ho amato e seguito, gli

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ho dato tutto. Mi ha rubato la carta di credito e ha svuotato il conto… poteva chiedere e invece ha rubato! Perché, Signore?

5. Un giovane: dovevamo sposarci, quel lavoro era tutto, voleva dire mutuo, futuro, prospettive. Mi ha chiamato in ufficio il responsabile del perso-nale e non mi ha rinnovato il contratto, mi ha lasciato a piedi. Non ho più nulla, sono disperato, non so cosa fare… Perché, Signore?

6. Un giovane straniero: 10 ore di coda alla questu-ra, freddo, buio, fame, sonno e tanta solitudine… finalmente è il mio turno! Ma non rientro nella quota per la regolarizzazione del permesso di sog-giorno. Tutto salta, divento un clandestino, non posso più aiutare la mia famiglia, ho il terrore di essere fermato, di essere espulso. Io voglio solo la-vorare onestamente e aiutare… Perché, Signore?

Ass. Cristo Gesù, o luce interiore, non lasciare che il buio parli in me. Cristo Gesù, o luce interiore, fa’ che io accolga il tuo amore.

(breve silenzio)

Lett. O voi tutti che passate per la via, fermatevi e guar-date se c’è un dolore simile al mio.

7. Un adolescente: sì lo so, abbiamo sbagliato, è ri-masta incinta, ma perché abortire, le ho detto che l’amo, che possiamo farcela, che qualcuno ci aiu-terà, non ne vuole sapere, si è chiusa e mi tiene fuori, ha detto che è meglio così per tutti… Per-ché, Signore?

8. Un’adolescente: a volte penso proprio di non far-cela più ad andare avanti, cerco un motivo per non commettere azioni assurde, per rimanere in vita senza farmi ancora del male… ho paura di essere felice, ho come la sensazione che il mio

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cuore non possa accettare la vera gioia… Per-ché, Signore?

9. Una coppia: cosa vuoi da noi, perché questa cro-ce, tutti questi anni di attese incompiute e di sof-ferenza, perché non possiamo diventare genitori come tutti, per quale motivo… Perché, Signore?

Ass. Cristo Gesù, o luce interiore, non lasciare che il buio parli in me. Cristo Gesù, o luce interiore, fa’ che io accolga il tuo amore.

(breve silenzio)

Guida: Vogliamo anche noi camminare verso Gesù con Maria, nel buio del non senso che tocca la nostra vita. Chiediamo una parola in tutto questo, chie-diamo una voce che dia senso a questa ricerca, che dia luce in questo buio e risposta alle nostre domande. Signore chiediamo una parola… atten-diamo la tua Parola.

Ascolto della Parola

(Il Diacono porta all’ambone l’Evangeliario. In piedi accla-miamo al Vangelo)

Acclamazione al Vangelo

Coro: Lode a te, o Cristo, Verbo di salvezza. Lode a te o Cristo, Parola di Dio per noi.

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Ass. Lode a te, o Cristo, Verbo di salvezza. Lode a te o Cristo, Parola di Dio per noi.

Vangelo

Diac. Il Signore sia con voi.Ass. E con il tuo spirito.

Diac. DAL VANGELO SECONDO LUCA (Lc 2,33-35)Ass. Gloria a te, o Signore.

Diac. In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stu-pivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e an-che a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”.

(breve silenzio)

Diac. DAL VANGELO SECONDO MARCO (Mc 3,20-21.31-35)Ass. Gloria a te, o Signore.

Diac. Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”.

Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stano fuori e ti cerca-no”. Ma egli rispose loro: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”.

Girando lo sguardo su quelli che erano seduti at-torno a lui, disse: “Ecco mia madre e i miei fratel-li! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre”.

(breve silenzio)

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Diac. DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 19,23-25)Ass. Gloria a te, o Signore.

Diac. I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, pre-sero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero così. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.

Parola del Signore.Ass. Lode a te, o Cristo.

(Restiamo in piedi. Dopo ogni vangelo Maria svela la croce e i giovani si tolgono la maschera e le depongono tra le lam-pade. Acclamiamo di nuovo al Vangelo).

Coro: Lode a te, o Cristo, Verbo di salvezza. Lode a te o Cristo, Parola di Dio per noi.Ass. Lode a te, o Cristo, Verbo di salvezza. Lode a te o Cristo, Parola di Dio per noi.

(seduti)

Contemplazione della croce

Guida: Anche noi vogliamo unirci spiritualmente a Ma-ria sotto la croce, illuminati dalla Parola ascoltata e resa viva oggi dalle parole che il nostro Vescovo presto ci rivolgerà. Rimaniamo per alcuni istanti in silenzio a contemplare Gesù crocifisso per amore.

(silenzio)

Intervento del Vescovo

(Al termine gli ultimi giovani si tolgono le maschere)

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Adorazione eucaristica

Canto di esposizione: Anima di Cristo

1. Anima di Cristo santificami, corpo di Cristo salvami, sangue di Cristo inebriami, acqua del costato lavami.

Rit. Lode a te per la tua immensa carità, lode a te, tu ti doni a me. Lode a te per la tua immensa carità, o Signor, io mi dono a te.

2. Passione di Cristo confortami, o buon Gesù esaudiscimi, nelle tue piaghe nascondimi, non permetter ch’io mi separi da te. Rit.

3. Dal maligno difendimi, nell’ora della morte chiamami e comandami di venire da te, con i santi tuoi adorarti. Rit.

4. Anima di Cristo santificami, corpo di Cristo salvami, sangue di Cristo inebriami, acqua del costato lavami. Amen, amen, amen.

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Entrare nella preghiera di adorazione

Preghiera: Imparare da Maria a guardare Gesù

Guida: Abbiamo bisogno di te, o Maria, del tuo sguardo di madre che intuisce e custodisce le sofferenze e le fatiche del nostro cuore. Aiutaci a fissare lo sguardo su Gesù, sorgente della nostra pace.

Ass. Sei tu, Signore, l’unico balsamo per le nostre ferite. È tua la sola mano che vediamo tesa verso di noi. Tuo è l’abbraccio che rivolgi a ciascuno dalla croce.

Guida: Con il tuo Spirito hai sostenuto tua madre Maria nel silenzio di quell’immenso dolore.

Ass. Visita con il tuo amore tutti noi stasera, mentre ti adoriamo nel Pane vivo. È presenza reale e se-gno credibile della tua vita consegnata per noi. La tua grazia consoli e guarisca la nostra mente, il nostro cuore e tutta la nostra vita.

Tempo prolungato di adorazione

Guida: Ora sostiamo silenziosi nell’adorazione personale. Possiamo rileggere i brani della Parola e ripensare alla meditazione del Vescovo. Ciascuno assuma la po-sizione che meglio lo aiuta a rimanere in preghiera.

(silenzio)

Dopo alcuni minuti di adorazione in silenzio, provo a espri-mere al Signore ciò che porto nel cuore. Imparando da Ma-ria, rivolgo il mio sguardo e il mio cuore a Gesù…

Per quale sofferenza gli chiedo consolazione? Può essere una sofferenza personale, di persone care oppure una situa-zione del mondo… La presento con fiducia a Gesù…

(silenzio)

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Canto durante l’adorazione: Sei il mio rifugio

Sei il mio rifugio, la mia salvezza. Tu mi proteggerai dal male, mi circonderai d’amor e il mio cuore libererai. Non ho timore, io confido in te.

(silenzio)

Preghiera dialogata

Guida: Signore, con Maria sotto la croce abbiamo con-templato il tuo dono d’amore.

Ass. Signore, con Maria sotto la croce abbiamo con-templato il tuo dono d’amore.

Guida: Ci hai riempito il cuore della tua consolazioneAss. Ci hai riempito il cuore della tua consolazione.

Guida: Rendici solidali verso quanti ora sono nella prova.Ass. Rendici solidali verso quanti ora sono nella prova.

Canto: Adoriamo il sacramento

Adoriamo il Sacramento che Dio Padre ci donò. Nuovo patto, nuovo rito, nella fede si compì. Al mistero è fondamento la parola di Gesù. Gloria al Padre onnipotente, gloria al Figlio redentor. Lode grande, sommo onore, all’eterna carità. Gloria immensa, eterno amore alla santa Trinità. Amen.

Vesc. Preghiamo. Rinnova in noi, o Padre, la luce della fede e la fiamma del tuo amore, perché adorando

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in spirito e verità il nostro Dio e Signore Gesù Cristo, presente in questo sacramento, e impa-rando dall’esempio di Maria, diventiamo anche noi capaci di vivere con fede ogni prova della vita. Per Cristo nostro Signore.

Ass. Amen.

Benedizione eucaristica

Vesc. Dio sia benedetto.Ass. Benedetto il suo santo nome.

Vesc. Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.Ass. Benedetto il nome di Gesù.

Vesc. Benedetto il suo sacratissimo Cuore.Ass. Benedetto il suo preziosissimo Sangue.

Vesc. Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento del-l’altare.

Ass. Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.

Vesc. Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.Ass. Benedetta la sua santa ed immacolata Concezione.

Vesc. Benedetta la sua gloriosa assunzione.Ass. Benedetto il nome di Maria, vergine e madre.

Vesc. Benedetto San Giuseppe, suo castissimo sposo.Ass. Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.

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Canto alla reposizione: Cristo Gesù, speranza delle genti

Rit. Cristo Gesù speranza delle genti, Cristo Gesù salvezza di ogni debole, Cristo Gesù ricchezza di ogni povero, sei la mia eredità.

1. Luce del mondo sei, sole senza tramonto, il tuo splendore rischiara la notte e guida i passi miei. Rit.

2. Re di speranza e di pace, gioia del mondo sei. La tua giustizia e la tua misericordia splendono su di me. Rit.

3. Quando verrai nella gloria del regno del Padre tuo giudicherai con sapienza e indulgenza e i miti accoglierai. Rit.

Avvisi e congedo del Vescovo

Consegna del crocifisso a tutti (uno per ciascuno)

Canto durante la consegna: Popoli tutti

Mio Dio, Signore, nulla è pari a te. Ora e per sempre, voglio lodare il tuo grande amor per me.

Mia roccia tu sei, pace e conforto mi dai. Con tutto il cuore e le mie forze, sempre io ti adorerò.

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Popoli tutti, acclamate al Signore, gloria e potenza cantiamo al Re, mari e monti si prostrino a te, al tuo nome, o Signore.

Canto di gioia per quello che fai, per sempre Signore con te resterò, non c’è promessa, non c’è fedeltà che in te.

Canto finale: Salve, Regina

Salve Regina, Madre di misericordia. Vita, dolcezza, speranza nostra salve! Salve Regina!

A te ricorriamo, esuli figli di Eva. A te sospiriamo, piangenti in quella valle di lacrime. Avvocata nostra, volgi a noi gli occhi tuoi, mostraci dopo questo esilio il frutto del tuo seno, Gesù.

Salve Regina, Madre di misericordia. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Salve Regina, salve, salve!

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Pellegrinaggio dei giovani con il Vescovo alla Sindone

Sabato 17 e domenica 18 aprile Colle Don Bosco e Torino

Il pellegrinaggio diocesano dei giovani a Torino per l’ostensione della Sindone sarà l’occasione per condivi-dere una intensa esperienza fede e di amicizia, nello stile sobrio del pellegrinaggio.

In preparazione a questa iniziativa, l’Ufficio diocesano per la Pastorale Giovanile organizza un incontro forma-tivo per i giovani iscritti al pellegrinaggio e per quanti lo desiderano. Sarà martedì 13 aprile alle ore 20.30 presso l’auditorium del Collegio Pio X (Borgo Cavour, Treviso). Oltre al Vescovo, sarà presente la prof.ssa Emanuela Mari-nelli, docente di Scienze Naturali e sindonologa (Roma), con una proposta dal titolo “La Sindone: indagine su un mistero”. L’incontro è aperto a tutti, in particolare a quanti altri nelle prossime settimane si recheranno a Torino per ve-nerare la Sindone.

Veglia diocesana per le vocazioniGiovedì 22 aprile, ore 20.30, Cattedrale (Tv)

Veglia di preghiera per le vocazioni di speciale consacra-zione, promossa dal Centro diocesano per le vocazioni e presieduta dal Vescovo. Sono invitati i giovani, i sacerdo-ti, i religiosi, le religiose e quanti desiderano riflettere e pregare per le vocazioni di speciale consacrazione.

Giovani per LourdesPellegrinaggio diocesano a Lourdes

29 agosto-4 settembre 2010

Ogni estate molti giovani scelgono di andare a Lourdes con l’Unitalsi per impegnarsi nel servizio ai fratelli am-

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malati nel pellegrinaggio diocesano con il nostro Vesco-vo. Anche questa estate la Pastorale giovanile e l’Uni-talsi accompagneranno i giovani dai 18 ai 28 anni. Dal 29 agosto al 4 settembre vieni anche tu, con tanti altri giovani, a questa intensa esperienza di fede, di servizio e di amicizia.Iscrizioni entro il 15 giugno presso Ufficio Unitalsi (Casa Toniolo - Via Longhin 7 - Treviso; 0422.576879 al matti-no). Quota per 18-28enni: euro 360 (invece di euro 415). Informazioni presso l’Ufficio per la Pastorale giovanile (Casa Toniolo) oppure nel sito www.pastoralegiovanile.it. Puoi scrivere a: [email protected] (anche per chie-dere una presentazione dell’esperienza a gruppi giovani e scout).

Gruppo 153Gruppo diocesano di discernimento vocazionale

Itinerario 2010-2011

Restare persone incompiute è possibile… se non accetti più l’insoddisfazione che ti abita, stabilisci un contatto con il gruppo 153. Ti sentirai realmente accolto, ascolta-to e accompagnato.La proposta è per tutti i giovani e le giovani della dioce-si, dai 18 ai 30 anni, che stanno cercando un senso, una pienezza, una verità di vita. Molti stanno già camminan-do… e stanno vedendo la Luce...Rivolgiti subito a don Silvio Caterino - 339.2709924 – [email protected]

Giornata mondiale della Gioventù Madrid 2011

Prime notizie riguardo alla prossima GMG

Quest’anno la GMG si celebra in tutto il mondo la Do-menica delle Palme (28 marzo 2010). Benedetto XVI ha dedicato ai giovani un messaggio - riportato in questo libretto – dal titolo: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” (Mc 10,17).

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Il prossimo anno la GMG dei giovani con il Papa si cele-brerà a Madrid, dal 16 al 21 agosto. Ogni giovane potrà scegliere di partecipare anche alla pre-GMG in una delle diocesi spagnole, dall’11 al 15 agosto. Per la pre-GMG, la nostra diocesi ha stretto il gemellaggio con la città e la diocesi di Saragozza, che si è resa disponibile ad acco-glierci con entusiasmo.Nei prossimi mesi l’Ufficio per la PG, attraverso la Consul-ta diocesana e i Coordinatori vicariali di PG, darà ulteriori informazioni per l’iscrizione e la preparazione a questo significativo evento, proposto per i giovani dai 18 anni in su. Quanti prevedono di partecipare lo segnalino all’Ufficio: faranno parte della mailing-list per la GMG e saranno tenuti informati. Fin da ora infatti sono aperte le pre-iscrizioni: basta comunicare con una e-mail il pro-prio interesse a partecipare… te esperamos en Madrid! Buen camino!

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Messaggio di Benedetto XVIper la XXV Giornata Mondiale

della Gioventù (28 marzo 2010)

“Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” (Mc 10,17)

Cari amici,ricorre quest’anno il venticinquesimo anniversario di

istituzione della Giornata Mondiale della Gioventù, volu-ta dal Venerabile Giovanni Paolo II come appuntamento annuale dei giovani credenti del mondo intero. Fu una iniziativa profetica che ha portato frutti abbondanti, per-mettendo alle nuove generazioni cristiane di incontrarsi, di mettersi in ascolto della Parola di Dio, di scoprire la bellezza della Chiesa e di vivere esperienze forti di fede che hanno portato molti alla decisione di donarsi total-mente a Cristo.

La presente XXV Giornata rappresenta una tappa ver-so il prossimo Incontro Mondiale dei giovani, che avrà luogo nell’agosto 2011 a Madrid, dove spero sarete nu-merosi a vivere questo evento di grazia.

Per prepararci a tale celebrazione, vorrei proporvi al-cune riflessioni sul tema di quest’anno: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” (Mc 10,17), tratto dall’episodio evangelico dell’incontro di Gesù con il giovane ricco; un tema già affrontato, nel 1985, dal Papa Giovanni Paolo II in una bellissima Lette-ra, diretta per la prima volta ai giovani.

Gesù incontra un giovane

“Mentre [Gesù] andava per la strada, – racconta il Vangelo di San Marco - un tale gli corse incontro e, get-tandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Ma-

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estro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i coman-damenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tut-te queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni” (Mc 10,17-22).

Questo racconto esprime in maniera efficace la gran-de attenzione di Gesù verso i giovani, verso di voi, verso le vostre attese, le vostre speranze, e mostra quanto sia grande il suo desiderio di incontrarvi personalmente e di aprire un dialogo con ciascuno di voi. Cristo, infatti, interrompe il suo cammino per rispondere alla domanda del suo interlocutore, manifestando piena disponibilità verso quel giovane, che è mosso da un ardente desiderio di parlare con il «Maestro buono», per imparare da Lui a percorrere la strada della vita. Con questo brano evange-lico, il mio Predecessore voleva esortare ciascuno di voi a “sviluppare il proprio colloquio con Cristo - un colloquio che è d’importanza fondamentale ed essenziale per un giovane” (Lettera ai giovani, n. 2).

Gesù lo guardò e lo amò

Nel racconto evangelico, San Marco sottolinea come “Gesù fissò lo sguardo su di lui e lo amò” (cfr Mc 10,21). Nello sguardo del Signore c’è il cuore di questo specia-lissimo incontro e di tutta l’esperienza cristiana. Infatti il cristianesimo non è primariamente una morale, ma esperienza di Gesù Cristo, che ci ama personalmente, giovani o vecchi, poveri o ricchi; ci ama anche quando gli voltiamo le spalle.

Commentando la scena, il Papa Giovanni Paolo II aggiungeva, rivolto a voi giovani: “Vi auguro di speri-mentare uno sguardo così! Vi auguro di sperimentare la verità che egli, il Cristo, vi guarda con amore!” (Lettera

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ai giovani, n. 7). Un amore, manifestatosi sulla Croce in maniera così piena e totale, che fa scrivere a san Paolo, con stupore: “Mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2,20). “La consapevolezza che il Padre ci ha da sempre amati nel suo Figlio, che il Cristo ama ognuno e sempre – scrive ancora il Papa Giovanni Paolo II -, di-venta un fermo punto di sostegno per tutta la nostra esi-stenza umana” (Lettera ai giovani, n. 7), e ci permette di superare tutte le prove: la scoperta dei nostri peccati, la sofferenza, lo scoraggiamento.

In questo amore si trova la sorgente di tutta la vita cristiana e la ragione fondamentale dell’evangelizzazi-ne: se abbiamo veramente incontrato Gesù, non possia-mo fare a meno di testimoniarlo a coloro che non hanno ancora incrociato il suo sguardo!

La scoperta del progetto di vita

Nel giovane del Vangelo, possiamo scorgere una con-dizione molto simile a quella di ciascuno di voi. Anche voi siete ricchi di qualità, di energie, di sogni, di speran-ze: risorse che possedete in abbondanza! La stessa vostra età costituisce una grande ricchezza non soltanto per voi, ma anche per gli altri, per la Chiesa e per il mondo.

Il giovane ricco chiede a Gesù: “Che cosa devo fare?”. La stagione della vita in cui siete immersi è tempo di scoperta: dei doni che Dio vi ha elargito e delle vostre responsabilità. È, altresì, tempo di scelte fondamentali per costruire il vostro progetto di vita. E’ il momento, quindi, di interrogarvi sul senso autentico dell’esisten-za e di domandarvi: “Sono soddisfatto della mia vita? C’è qualcosa che manca?”.

Come il giovane del Vangelo, forse anche voi vivete situazioni di instabilità, di turbamento o di sofferenza, che vi portano ad aspirare ad una vita non mediocre e a chiedervi: in che consiste una vita riuscita? Che cosa devo fare? Quale potrebbe essere il mio progetto di vita? “Che cosa devo fare, affinché la mia vita abbia pieno valo-re e pieno senso?” (Ibid., n. 3).

Non abbiate paura di affrontare queste domande! Lontano dal sopraffarvi, esse esprimono le grandi aspira-

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zioni, che sono presenti nel vostro cuore. Pertanto, van-no ascoltate. Esse attendono risposte non superficiali, ma capaci di soddisfare le vostre autentiche attese di vita e di felicità.

Per scoprire il progetto di vita che può rendervi pie-namente felici, mettetevi in ascolto di Dio, che ha un suo disegno di amore su ciascuno di voi. Con fiducia, chiede-tegli: “Signore, qual è il tuo disegno di Creatore e Padre sulla mia vita? Qual è la tua volontà? Io desidero com-pierla”. Siate certi che vi risponderà. Non abbiate paura della sua risposta! “Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa” (1Gv 3,20)!

Vieni e seguimi!

Gesù, invita il giovane ricco ad andare ben al di là della soddisfazione delle sue aspirazioni e dei suoi pro-getti personali, gli dice: “Vieni e seguimi!”. La vocazione cristiana scaturisce da una proposta d’amore del Signo-re e può realizzarsi solo grazie a una risposta d’amore: “Gesù invita i suoi discepoli al dono totale della loro vita, senza calcolo e tornaconto umano, con una fiducia sen-za riserve in Dio. I santi accolgono quest’invito esigen-te, e si mettono con umile docilità alla sequela di Cristo crocifisso e risorto. La loro perfezione, nella logica della fede talora umanamente incomprensibile, consiste nel non mettere più al centro se stessi, ma nello scegliere di andare controcorrente vivendo secondo il Vangelo” (Be-nedetto XVI, Omelia in occasione delle Canonizzazioni: L’Osservatore Romano, 12-13 ottobre 2009, p. 6).

Sull’esempio di tanti discepoli di Cristo, anche voi, cari amici, accogliete con gioia l’invito alla sequela, per vivere intensamente e con frutto in questo mondo. Con il Battesimo, infatti, egli chiama ciascuno a seguirlo con azioni concrete, ad amarlo sopra ogni cosa e a servirlo nei fratelli. Il giovane ricco, purtroppo, non accolse l’in-vito di Gesù e se ne andò rattristato. Non aveva trovato il coraggio di distaccarsi dai beni materiali per trovare il bene più grande proposto da Gesù.

La tristezza del giovane ricco del Vangelo è quella che nasce nel cuore di ciascuno quando non si ha il coraggio

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di seguire Cristo, di compiere la scelta giusta. Ma non è mai troppo tardi per rispondergli!

Gesù non si stanca mai di volgere il suo sguardo di amore e chiamare ad essere suoi discepoli, ma Egli propone ad alcuni una scelta più radicale. In quest’An-no Sacerdotale, vorrei esortare i giovani e i ragazzi ad essere attenti se il Signore invita ad un dono più gran-de, nella via del Sacerdozio ministeriale, e a rendersi disponibili ad accogliere con generosità ed entusiasmo questo segno di speciale predilezione, intraprendendo con un sacerdote, con il direttore spirituale il necessa-rio cammino di discernimento. Non abbiate paura, poi, cari giovani e care giovani, se il Signore vi chiama alla vita religiosa, monastica, missionaria o di speciale con-sacrazione: Egli sa donare gioia profonda a chi risponde con coraggio!

Invito, inoltre, quanti sentono la vocazione al matri-monio ad accoglierla con fede, impegnandosi a porre basi solide per vivere un amore grande, fedele e aperto al dono della vita, che è ricchezza e grazia per la società e per la Chiesa.

Orientati verso la vita eterna

“Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eter-na?”. Questa domanda del giovane del Vangelo appare lontana dalle preoccupazioni di molti giovani contempo-ranei, poiché, come osservava il mio Predecessore, “non siamo noi la generazione, alla quale il mondo e il pro-gresso temporale riempiono completamente l’orizzonte dell’esistenza?” (Lettera ai giovani, n. 5). Ma la domanda sulla “vita eterna” affiora in particolari momenti dolorosi dell’esistenza, quando subiamo la perdita di una persona vicina o quando viviamo l’esperienza dell’insuccesso.

Ma cos’è la “vita eterna” cui si riferisce il giovane ric-co? Ce lo illustra Gesù, quando, rivolto ai suoi discepoli, afferma: “Vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegre-rà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia” (Gv 16,22). Sono parole che indicano una proposta esaltante di fe-licità senza fine, della gioia di essere colmati dall’amore divino per sempre.

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Interrogarsi sul futuro definitivo che attende ciascu-no di noi dà senso pieno all’esistenza, poiché orienta il progetto di vita verso orizzonti non limitati e passeggeri, ma ampi e profondi, che portano ad amare il mondo, da Dio stesso tanto amato, a dedicarci al suo sviluppo, ma sempre con la libertà e la gioia che nascono dalla fede e dalla speranza.

Sono orizzonti che aiutano a non assolutizzare le re-altà terrene, sentendo che Dio ci prepara una prospettiva più grande, e a ripetere con Sant’Agostino: “Desideria-mo insieme la patria celeste, sospiriamo verso la patria celeste, sentiamoci pellegrini quaggiù” (Commento al Vangelo di San Giovanni, Omelia 35,9). Tenendo fisso lo sguardo alla vita eterna, il Beato Pier Giorgio Frassati, morto nel 1925 all’età di 24 anni, diceva: “Voglio vivere e non vivacchiare!” e sulla foto di una scalata, inviata ad un amico, scriveva: “Verso l’alto”, alludendo alla perfezione cristiana, ma anche alla vita eterna.

Cari giovani, vi esorto a non dimenticare questa prospettiva nel vostro progetto di vita: siamo chiamati all’eternità. Dio ci ha creati per stare con Lui, per sem-pre. Essa vi aiuterà a dare un senso pieno alle vostre scel-te e a dare qualità alla vostra esistenza.

I comandamenti, via dell’amore autentico

Gesù ricorda al giovane ricco i dieci comandamenti, come condizioni necessarie per “avere in eredità la vita eterna”. Essi sono punti di riferimento essenziali per vi-vere nell’amore, per distinguere chiaramente il bene dal male e costruire un progetto di vita solido e duraturo. Anche a voi, Gesù chiede se conoscete i comandamenti, se vi preoccupate di formare la vostra coscienza secondo la legge divina e se li mettete in pratica.

Certo, si tratta di domande controcorrente rispetto alla mentalità attuale, che propone una libertà svinco-lata da valori, da regole, da norme oggettive e invita a rifiutare ogni limite ai desideri del momento. Ma questo tipo di proposta invece di condurre alla vera libertà, porta l’uomo a diventare schiavo di se stesso, dei suoi desideri immediati, degli idoli come il potere, il denaro, il piacere

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sfrenato e le seduzioni del mondo, rendendolo incapace di seguire la sua nativa vocazione all’amore.

Dio ci dà i comandamenti perché ci vuole educare alla vera libertà, perché vuole costruire con noi un Re-gno di amore, di giustizia e di pace. Ascoltarli e metterli in pratica non significa alienarsi, ma trovare il cammino della libertà e dell’amore autentici, perché i comanda-menti non limitano la felicità, ma indicano come trovar-la. Gesù all’inizio del dialogo con il giovane ricco, ricorda che la legge data da Dio è buona, perché “Dio è buono”.

Abbiamo bisogno di voi

Chi vive oggi la condizione giovanile si trova ad af-frontare molti problemi derivanti dalla disoccupazione, dalla mancanza di riferimenti ideali certi e di prospettive concrete per il futuro. Talora si può avere l’impressione di essere impotenti di fronte alle crisi e alle derive attua-li. Nonostante le difficoltà, non lasciatevi scoraggiare e non rinunciate ai vostri sogni! Coltivate invece nel cuo-re desideri grandi di fraternità, di giustizia e di pace. Il futuro è nelle mani di chi sa cercare e trovare ragioni forti di vita e di speranza. Se vorrete, il futuro è nelle vo-stre mani, perché i doni e le ricchezze che il Signore ha rinchiuso nel cuore di ciascuno di voi, plasmati dall’in-contro con Cristo, possono recare autentica speranza al mondo! È la fede nel suo amore che, rendendovi forti e generosi, vi darà il coraggio di affrontare con serenità il cammino della vita ed assumere responsabilità familiari e professionali. Impegnatevi a costruire il vostro futu-ro attraverso percorsi seri di formazione personale e di studio, per servire in maniera competente e generosa il bene comune.

Nella mia recente Lettera enciclica sullo sviluppo umano integrale, Caritas in veritate, ho elencato alcune grandi sfide attuali, che sono urgenti ed essenziali per la vita di questo mondo: l’uso delle risorse della terra e il rispetto dell’ecologia, la giusta divisione dei beni e il controllo dei meccanismi finanziari, la solidarietà con i Paesi poveri nell’ambito della famiglia umana, la lotta contro la fame nel mondo, la promozione della dignità

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del lavoro umano, il servizio alla cultura della vita, la co-struzione della pace tra i popoli, il dialogo interreligioso, il buon uso dei mezzi di comunicazione sociale.

Sono sfide alle quali siete chiamati a rispondere per costruire un mondo più giusto e fraterno. Sono sfide che chiedono un progetto di vita esigente ed appassionante, nel quale mettere tutta la vostra ricchezza secondo il di-segno che Dio ha su ciascuno di voi. Non si tratta di com-piere gesti eroici né straordinari, ma di agire mettendo a frutto i propri talenti e le proprie possibilità, impegnan-dosi a progredire costantemente nella fede e nell’amore.

In quest’Anno Sacerdotale, vi invito a conoscere la vita dei santi, in particolare quella dei santi sacerdo-ti. Vedrete che Dio li ha guidati e che hanno trovato la loro strada giorno dopo giorno, proprio nella fede, nella speranza e nell’amore. Cristo chiama ciascuno di voi a impegnarsi con Lui e ad assumersi le proprie responsabi-lità per costruire la civiltà dell’amore. Se seguirete la sua Parola, anche la vostra strada si illuminerà e vi condurrà a traguardi alti, che danno gioia e senso pieno alla vita.

Che la Vergine Maria, Madre della Chiesa, vi accom-pagni con la sua protezione. Vi assicuro il mio ricordo nella preghiera e con grande affetto vi benedico.