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RAVENNA Salute Dieci Piu’ DONAZIONE DEL SANGUE TECNOFOBIA OCCHIALI DA SOLE: COME SCEGLIERLI? LE CAGNE VANNO IN MENOPAUSA? MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 8 - AGOSTO 2019 IL DIABETE IN ESTATE SIMONA ATZORI PAG.11 BALLERINA E PITTRICE ITALIANA FOCOMELICA DALLA NASCITA SALUTE_10piu_cover_n.7.2019_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 25/07/19 10:03 Pagina 1

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RAVENNASalute Dieci Piu’

DONAZIONE DEL SANGUE

TECNOFOBIA

OCCHIALI DA SOLE:COME SCEGLIERLI?

LE CAGNE VANNOIN MENOPAUSA?

MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 8 - AGOSTO 2019

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ALIMENTAZIONE

2 CIBI SALUTARIPER IL FEGATODott. Roberto Nonni

INTERVISTA

11 SIMONA ATZORIdi Tiziano Zaccaria

LONGEVITÀ

14 113 ANNI per ANNA BENERICETTI:LA PIÙANZIANA D’ITALIAdi Tiziano Zaccaria

OCULISTICA

4 OCCHIALI DA SOLE:COME SCEGLIERLIDott. Ugo Cimberle

OTORINOLARINGOIATRIA

7 CALCOLOSI DELLA GHIANDOLASOTTOMANDIBOLAREDott. Andrea Baldisserri

Nr. 8 - AGOSTO 2019 - www.salute10piu.it

SALUTE 10+ - Anno 9 - N. 8.2019 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011 - www.salute10piu.itProprietà, redazione e realizzazione - Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48124 RavennaTel. 0544.501950 - [email protected] - Direttore responsabile: Spada Gabriele

Stampa: Modulgrafica Forlivese Spa - Forlì (FC) - www.modulforlivese.it

Salute Dieci Più

PSICOLOGIA

20 TECNOFOBIA:LA PAURA DELLA TECNOLOGIADott.ssa Isabella Cantagalli

SANITÀ

23 DIABETE IN ESTATE:LE REGOLE DA SEGUIREDott. Massimo Vincenzi

SANITÀ

16 DONAZIONE DEL SANGUEDott. Francesco Levada

SALUTE

27 VENE VARICOSE:CURARLE IN MODO NATURALEDott.ssa Maria Nives Visani

I NOSTRI AMICI ANIMALI

30 LE CAGNE VANNO IN MENOPAUSA?Dott.ssa Marta Avanzi

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CIBI SALUTARIALIMENTAZIONE

PER IL

LimoneQuesto agrume fornisce un cospicuoapporto di antiossidanti, ad esempiola vitamina C e gli antocianosidi, che aiu-tano a depurare le cellule del tessutoepatico favorendone la rigenerazione.

Dott. Roberto NonniDirettore SanitarioSan Pier Damiano Hospital FaenzaE-mail: [email protected]

Il fegato è un organo prezioso, in quan-to svolge diverse funzioni fondamentaliper mantenerci in salute. Per far sì chepossa sempre svolgere al meglio le suecomplesse funzioni, è molto importanteseguire una dieta sana.Infatti le malattie epatiche compromet-tono lo stato di salute dell’intero organi-smo. Ecco alcuni alimenti che possonoaiutarci a tenere il fegato in perfettasalute.

Cardo MarianoIl cardo mariano è noto per avere una val-ida azione protettiva sul fegato. La suaassunzione è indicata per la disintossi-

cazione dovuta aepatite, cirrosi, alcolis-mo, droghe, e tossineambientali, che entra-no nel corpo tramiteil cibo, l'acqua, l'ariae la pelle.

Rigenera i tessuti del fegato, stimolan-do la produzione di nuove cellule, rin-giovanendolo e proteggendolo daidanni futuri.Oltre a essere grande alleato del fegato,aiuta le donne che hanno bisogno di rie-quilibrare il proprio sistema ormonale.

Cos’è? ...L’erba d’orzo è semplicementeil primo germoglio verde dell’omonimapianta, ovvero uno dei cereali più noti eantichi usati nella nostra alimentazione. Ha un effetto sia depurativo cheimmunostimolante. Inoltre è rin-frescante. La si trova sotto formadi polvere, da sciogliere in acqua.

ERBA D’ORZO

FEGATO

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FINE

PeperoncinoSecondo una ricerca del Liver CellBiology Laboratory della VrijeUniversiteit di Bruxelles, questo prodot-to migliora la risposta epatica nel casodi eventuali lesioni.

In particolare la capsaicina, il princi-pio attivo contenuto nei peperoncini,sarebbe in grado di diminuire la for-mazione di fibrosi epatiche.

PesceIn particolare sal-mone e pesceazzurro costitui-scono importantifonti di omega 3, fondamentali per ilbenessere di questo organo.

Frutta seccaIn questo sensorisulta utileanche il consu-mo delle noci e della frutta secca congusci quindi pistacchi, nocciole e man-dorle. Questi alimenti fornisconoanche un ottimo apporto di vitami-ne A, B2, B9, C, F e P.

CarciofoLa fama di questo ortaggio benefico peril fegato è nota. In particolare stimola lasecrezione della bile. L’azione epato-

protettrice svoltadal carciofo èmerito dellacinarina, unasostanza aroma-tica che si trovanelle sue foglie.

Inoltre, diminuisce anche il livello delcolesterolo cattivo e dei trigliceridi. Il carciofo si può mangiare 3 o 4volte alla settimana; sarebbe preferibi-le mangiarlo crudo, condito con olioextra vergine di oliva.

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OCCHIALI OCULISTICA

Se invece saliamo di frequenza ed energiaentriamo nel campo degli ultravioletti, deiraggi X, dei raggi gamma e dei raggicosmici. Lo strato di ozono che circonda l’at-mosfera blocca la penetrazione dellefrequenze più elevate fino agli ultra-violetti C che altrimenti renderebberoimpossibile la vita sulla terra come laconosciamo.Invece iniziano a filtrare almeno parzial-mente gli ultravioletti B e A; questi, assie-me, costituiscono il 5% della irradiazionesolare in arrivo sulla superficie terrestre.

Dott. Ugo CimberleStudio OculisticoDal Fiume-Cimberle - RavennaE-mail: [email protected]

DA SOLE

Siamo in estate e possiamo passare dellebellissime giornate all’aria aperta al mare oin montagna. Il sole è un rimedio potenteper molti malanni, ma è anche una peri-colosa fonte di radiazioni. Sappiamo chequeste possono essere divise a secondadella energia che trasportano.

Radiazioni solariNormalmente più alta è l’energia traspor-tata, maggiore è la frequenza dell’onda.Quello che noi percepiamo delle radiazio-ni solari sono soprattutto le frequenze chei nostri occhi riescono a percepire comeluce visibile. Più alta è la frequenza, e piùla luce assume un colore freddo. La lucevisibile quindi varia dal rosso al violetto aseconda della frequenza e quindi dell’e-nergia. Frequenze più basse del rosso ven-gono percepite soprattutto come calore,sono gli infrarossi e le microonde.

COME SCEGLIERLI

Proprio l’alta energia trasportata dalleradiazioni ad alta frequenza è causa dimolteplici danni alle strutture oculari senon adeguatamente protette.

Voglia di sole ma facciamo attenzione a proteggere gli occhi.

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I FiltriFondamentale è la presenza di un buonfiltro per gli UV all’interno della lente.

Non tutti sanno che questo si puòottenere anche su lenti chiare e non ènecessariamente associato alla pigmenta-zione della lente stessa. Dunque ci deve essere un taglio comple-to, anche al 100%, dei raggi con lun-ghezza d’onda inferiore ai 400 nm, se poiassociamo anche un filtro per la LUCEBLU a lunghezze d’onda maggiori è sicu-ramente una buona cosa.

LATITUDINE, ALTITUDINEE POSIZIONE IN CUI SIAMO

È ormai assodato che ultravioletti ed alte fre-quenze oltre a danni immediati sui tessuticome eritemi e scottature portano a lesionipiù importanti ed a lungo termine cometumori delle palpebre e della congiuntiva,pterigi, cheratiti, cataratta e lesioni retiniche.Una parte delle frequenze viene blocca-ta per fortuna da cornea e cristallino maaltre riescono a raggiungere la retinafavorendo lo sviluppo delle maculopatie.

I livelli di radiazione ultravioletta e la loroazione è influenzata da diversi fattori:l’altezza del sole è molto impor-tante tanto che il 60% delle radia-zioni giornaliere arriva dalle ore 10alle ore 14. Ugualmente importante lalatitudine, il sole a picco dei tropici deveattraversare meno strati di atmosfera perarrivare sulla superficie. Stesso ragiona-mento per l’altitudine alla quale ci trovia-mo: in alta montagna i rischi sonomolto maggiori, in quanto gli ultra-violetti aumentano del 4% ogni300 metri di altezza.Importante anche il luogo dove siamo: laneve può riflettere l’85% delleradiazioni Uv, la sabbia asciutta il 15%,l’acqua il 5%, l’erba il 3%, l’asfalto il 2%,amplificandone l’effetto.

I nostri occhi non sviluppano tolleranzaai raggi ultravioletti, ma anzi diventanopiù sensibili con l’esposizione. Per questeconsiderazioni la nostra raccomandazio-ne è quella di utilizzare sempre unocchiale protettivo.

In generale l’utilizzo degli occhiali da sole èancora molto limitato, infatti si concentranelle fasce dai 25 ai 54 anni, per poi decre-scere fino a interessare meno del 50% tragli over 64enni e tra i più giovani. Mentre tra i giovani con difetti visivi l’usodegli occhiali da sole è molto contenuto(15%-20%), a partire dai 45 anni l’uso èprevalente proprio tra la popolazione condifetti visivi. Tra chi non ha difetti visivi si nota infattiun crollo dell’utilizzo degli occhiali da solenella popolazione dai 55 anni in su.

LENTE CON FILTRO UV

VADEMECUM PER UNA ESPOSIZIONE SICURA AL SOLE

La montatura deve essere benaderente alla radice del naso;

Gli occhiali devono essere ampi(sopra il sopracciglio, un po’ arcuati)per proteggere anche dai raggi perife-rici ed inclinati.

Per un migliore effetto protettivoassociare l’uso degli occhiali aquello di un cappello con visiera.

Nell’acquisto di un paio di occhiali dasole, occorre, prima di tutto, verifi-carne la qualità, che viene segnala-ta da apposite marcature sulla base dispecifiche normative;

Gli occhiali devono essere indos-sati anche all’ombra, perché i raggisolari, in particolari condizioni di inci-denza su alcune superfici, quali sabbiao altre superfici riflettenti, risultanodannosi anche se filtrati;

Ridurre al minimo l’esposizioneal sole dalle 10 del mattino alle4 del pomeriggio.

Utilizzando tecniche di counseling sulla persona siandrà a individuare il disagio emotivo dell’animale

e di riflesso quello che l’animale ci sta mostrando con la sua sensibilità. Il counseling relazionale

tra l’animale e l’uomo aiuta a conoscere meglionoi stessi attraverso l'animale.

Stefania Scarabelli è professionista disciplinata ai sensi della legge n.4/2013, laureata in ScienzeNaturali, Naturopata Heilpraktiker, Operatore Olistico Trainer, Counselor Olistico.

RELAZIONE EVOLUTIVA ANIMALEUOMOANIMALE

Grande aiuto per l’animale e la suafamiglia arriva dai Fiori di Bach, Californiani o Australiani la cui indaginepuò essere una chiave di lettura per individuare il disagio profondo.

E' dimostrato che le emozioni degli uomini possono essere percepite dai cani, condizionandoneil comportamento.L’animale è quindi una guida e si fa carico dei nostri disagi.

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»SEGUE

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Criteri di scelta per uncorretto modello di occhiali1. Verificare presenza della marcatura CE.2. Verificare nota tecnica informativa (pre-senza della norma EN 1836/2006), chedeve contenere le caratteristiche tecnichedella montatura e delle lenti, 3. Verificare che il filtro consenta il rico-noscimento dei segnali semaforici (in casocontrario deve essere segnalato nella notainformativa);4. Se l’occhiale causa mal di testa o sensodi nausea significa che i filtri non sonomontati in modo corretto;

IMPORTANTEInfine per tutti vale la regola che peressere davvero protetti bisognascegliere un occhiale da sole di qual-ità, acquistandolo in canali di vendi-ta sicuri (centri ottici). Diffidare dacanali di vendita improvvisati comele bancarelle, le stuoie sulle spiaggee i tavolini dei mercati. Gli occhiali dasole “taroccati” espongono al rischiodi danni agli occhi e alla vista a causadi lenti non a norma, nonché pos-sono provocare importanti reazioniallergiche alla pelle.

PigmentoPoi viene la pigmentazione che gode dimaggiore flessibilità. Lo scopo di questaè di ridurre in modo possibilmenteuniforme la quantità di luce nello spettrodel visibile e estendere la protezioneanche ai raggi termici a frequenza vicinoall’infrarosso. Il pigmento migliore è ilgrigio che taglia in modo più omoge-neo le varie lunghezze d’onda, o il gri-gioverde, preferibile per gli occhi iper-metropi, e il marrone scuro, questo conmigliori performance visive negli occhimiopi. Evitare le lenti gialle o rosanon abbastanza protettive.

La quantità di pigmento, che si indica inpercentuale, va adattata alle caratteristichedell’ambiente per cui in alta montagnaavremmo bisogno di lenti molto scureed ad altissima protezione, meno in città.

Vanno protetti più degli altri. Ricordache fino a 15 anni i suoi occhi e la sua pellesono particolar-mente delicati.Proteggilo conocchiali, cappelloe maglietta.Inoltre, i bimbi al disotto di un anno divita non dovrebbe-ro mai essere esposti direttamente al sole.

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FINE

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GHIANDOLACALCOLOSI DELLA

OTORINOLARINGOIATRIA

La saliva che ristagna nella ghiandola vaspesso incontro a fenomeni infettivi, conlo sviluppo di una scialoadenite acuta:la regione sottomandibolare si gonfia ediventa molto dolorante.

L’essere umano è dotato di sei ghiando-le salivari maggiori (parotide, sotto-mandibolare e sottolinguale) e molte altrepiù piccole che tappezzano tutta la cavitàorale. Le ghiandole sottomandibola-ri sono le uniche soggette con unacerta frequenza alla formazione dicalcoli al loro interno, esattamentecome avviene nelle vie urinarie. Nonè rara la presenza di concrezioni che a voltesuperano un centimetro di diametro. Lacalcolosi salivare si manifesta in prevalenzanelle sottomandibolari per motivi anatomi-ci e per il particolare tipo di saliva, moltodensa, prodotta da queste ghiandole.Infatti, le ghiandole principali produconodiverse tipologie di saliva.

SintomiIl sintomo tipico è la colica salivare: appe-na si inizia a mangiare, si percepisce unafitta alla ghiandola che rapidamente sigonfia e diventa molto dolente.

SOTTOMANDIBOLARE

Dott. Andrea BaldisserriMedico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatriaMedicina di Gruppo “Caspita” - FaenzaE-mail: [email protected]

Ciò avviene perché lo stimolo legatoal cibo fa avviare la produzione disaliva. Se però il canale principale dideflusso della ghiandola è bloccato da uncalcolo, si crea rapidamente un ingorgo disaliva che ristagna a monte gonfiando laghiandola. Dopo alcune ore dalla colicasalivare, essendo cessata la produzione sali-vare di picco e grazie al lento deflusso dellasaliva oltre il blocco, la ghiandola si sgon-fia, per poi rigonfiarsi puntualmente quan-do si tenta di mangiare.

COLICA SALIVARE

GHIANDOLESALIVARIMAGGIORI

SCIALOADENITE ACUTA

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DiagnosiÈ opportuno eseguire una visita ORL, corre-data da uno studio ecografico del collo, checonsenta di evidenziare la presenza di calcoli ela loro posizione. Può essere utile una radio-grafia della regione sottomandibolare.

A questo punto è necessario un trattamen-to medico con antibiotici per scongiurarel’evoluzione in un flemmone del collo condiffusione del pus fuori della ghiandola,una grave complicazione che occorre trat-tare chirurgicamente in regime di urgenza.

TerapiaDurante la colica salivare può essere utilemassaggiare delicatamente la ghiando-la dall’angolo della mandibola verso ilmento, aiutando così il deflusso della sali-va. A volte il calco-lo viene espulsospontaneamente,altre volte si fermilungo il canaleprincipale, localiz-zato nel pavimen-to della bocca,divenendo visibilee palpabile. Inquesti casi si puòeseguire un inter-vento di asportazione in anestesia locale,definito marsupializzazione, che fornisce unimmediato sollievo e la risoluzione del caso.

Tuttavia occorre avere presente cheuna ghiandola che ha prodotto un cal-colo tenderà a produrne altri. Perciò,dopo l’espulsione del calcolo, è importanteche il paziente impari a bere molto e mas-saggiare la ghiandola con regolarità.

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I casi in cui si sviluppi una sintomatolo-gia infiammatoria/infettiva (scialoadeni-te) vanno trattati con antibiotici fino arisoluzione della flogosi e, successiva-mente, inviati ad intervento chirurgico.Lo stesso vale per i calcoli che non ven-gono espulsi.

L’intervento, definito scialectomia, con-siste nell’asportazione della ghiandolacon il calcolo. Si esegue in anestesiagenerale e richiede una degenza dipochi giorni. L’asportazione dellaghiandola non crea problemi per la sali-vazione, poiché le ghiandole rimastesono in grado di far fronte al fabbisognodi saliva senza problemi.

Nel giugno scorso, perla prima volta sono statiasportati ad una pazien-te due calcoli dalleghiandole salivari sotto-mandibolari in viaendoscopica, senzaalcun tipo di taglio ocicatrice, con il nuovorobot chirurgoFlexrobotic. L’intervento si è svolto presso l’Orotinolaringoiatria universitaria del-l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, diretta dalprofessor Roberto Albera. Questo robot è stato realizzato specificatamente per la chirurgia del distretto cer-vico-cefalico, per interventi di chirurgia per via completamente endoscopica,attraverso la bocca, la cosiddetta “scarless surgery” o chirurgia senza cicatrici. L’intervento è stato effettuato su una paziente di 69 anni affetta dacalcoli alle ghiandole sottomandibolari bilateralmente. La donna si èsottoposta all’intervento perché da diversi anni che non riusciva adalimentarsi correttamente. L’utilizzo del robot chirurgico ha consentito di asportare rapidamente i calcoliattraverso le ghiandole salivari per via trans-orale, evitando le tradizionali cicatri-ci nel collo della paziente. L’intervento è stato eseguito dal professor Giancarlo Pecorari, in collaborazionecon il professor Pasquale Capaccio (Otorinolaringoiatra della Fondazione IRCCSCà Granda Ospedale Maggiore di Milano), uno dei massimi esperti in Europa perla chirurgia delle ghiandole salivari. La paziente, dopo poche ore dall’intervento, ha potuto riprenderecorrettamente l’alimentazione per bocca come non faceva da tempo.

IL PRIMO ROBOT CHE OPERA ALLEGHIANDOLE SALIVARI SENZA TAGLI

FINE

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SIMONAATZORI

INTERVISTA

Così ho scoperto la danza, la pittura e, ulti-mamente, la scrittura. Utilizzo questi “stru-menti” per andare oltre quello che glialtri vedono come un limite.

Simona, sei la dimostrazionevivente che con la forza divolontà si possono abbatterebarriere considerate invalicabili, che si può dipingere con i piedi, si può danzare senza braccia.Fin da quando ero bambina, ho scelto diaffrontare una vita fatta non di limiti, madi possibilità. Ho capito subito che non dovevo guarda-re a ciò che mi mancava, perché non miavrebbe portato da nessuna parte, ma aquello che avrei potevo fare.

Simona Atzori vede la luce a Milano il 18giugno 1974, da genitori di origini sarde.Nasce priva delle braccia, colpita dafocomelia, ma nonostante ciò finda piccola è vivace e piena di sogni. Da bambina si avvicina alla pittura, dipin-gendo con i piedi, ed avvia una brillantecarriera nella danza classica. Nel 2001 si laurea in "arti visuali" allaUniversity of Western Ontario, in Canada.Oggi i suoi dipinti sono espostinelle gallerie di tutto il mondo. Nel2009 danza durante due tappe del"Roberto Bolle and friends". Nel 2010 nasce la SimonArte Dance com-pany, che ha all’attivo tre produzioni incollaborazione con il Teatro alla Scala diMilano. Nel 2014 danza in Vaticano perPapa Francesco. Simona è anche scrittrice.Ha redatto tre libri: “Cosa ti manca peressere felice?” (Mondadori, 2011), “Dopodi te” (Mondadori, 2014), “La stradanuova: Diventare protagonisti della pro-pria vita” (Giunti, 2018). Oggi conduce anche incontri motivazio-nali per studenti e dipendenti di grandiaziende. Con i suoi risultati, ma soprattut-to grazie al suo atteggiamento straordina-riamente positivo verso la vita, riesce a tra-smettere il messaggio per affrontare unmiglioramento personale.

“NON MI MANCA NIENTE PER ESSERE FELICE”Nata senza braccia a causa della focomelia, ha trovato successo nelladanza classica e nella pittura. Oggi scrive anche libri e conduce incontrimotivazionali.

di Tiziano ZaccariaE-Mail: [email protected]

Via Castel San Pietro, 63 - RAVENNA - Tel. 0544.470475 - Fax 0544.470440E-mail: [email protected] - Pec: [email protected]

Professione esercitata ai sensi della Legge 14 gennaio 2013 n.4

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SALUTE_10piu_n.8.19_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 25/07/19 09:15 Pagina 11

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Però io dico sempre che continuerò a dan-zare nei miei quadri.

Oggi sei anche “life coach”.Mi piace incontrare le persone nelle aziende,

Quali di questi tre “strumenti” preferisci?Non saprei, mi offrono tutti emozionidiverse. So che la danza sarà la primache, purtroppo, dovrò abbandonare.

nelle associazioni e nelle scuole, per raccon-tare la mia esperienza di vita. La mia storia fapresa agli occhi della gente, perché il miolimite, non avere le braccia, è molto più evi-dente rispetto ai limiti che tutti abbiamo.

Quale messaggio cerchi di dare ai tuoi incontri?Gli incontri motivazionali partono propriodalla mia vita, piena di soddisfazioni, manon priva di difficoltà, perché altrimentinon si crescerebbe. Cerco di far capire cheoccorre affrontare le difficoltà come unostimolo di crescita.

Oggi come è vista la disabilità in Italia? Si stanno abbattendo vecchi stereotipi?Per fortuna sì. La strada è ancora lunga,perché esistono degli scogli mentali diffi-cili da superare, però le cose sono miglio-rate rispetto a venti-trenta anni fa.Quando iniziai a danzare, ero la“poverina” da commiserare per ciòche mi mancava. Ora mi dicono“brava” per quello che so fare.

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Da dove parte il percorso di sfida a te stessa?Nasce dall'accogliersi per quel che si è.I miei genitori mi hanno accolta e amatada subito, da bambina ho scoperto chei miei piedi sarebbero diventati le miemani. E' il mio modo di essere, è un per-corso pieno d’amore e tante difficoltà.

Qual’è il disagio maggiore che rilevi nelle persone che incontri?Spesso mi capita di confrontarmi con per-sone che rimuginano su un loro limite,che sia la situazione economica, il lavoroche non va, una malattia, un dispiacere infamiglia… Vedere me, conoscere la miastoria, li libera da ogni scusa.

Avrai anche momenti in cui tiassalgono stanchezza e dubbi.Come li superi?Quei momenti ci sono, fanno parte delpercorso di vita. Qualche volta è duraaccettarli, poi la passione per ciò che fac-cio mi aiuta sempre. Ci sono persone chevengono ai miei spettacoli per avere unpo' di forza, ma anch’io cerco personeche possano darmene.

E’ stato difficile trovare spazio nel campo artistico?Per me non c’è niente di difficile né difacile. Il mio percorso è lastricato di tantapassione, che mi ha aiutato sempre ad

aprire nuove porte. Credo sia questa lachiave: fare le cose con amore e determi-nazione, per andare avanti in qualcosa incui si crede davvero.

Esiste un segreto della felicità?Non ce n’è uno uguale per tutti, ognuno

La focomelia è una grave malattia congenita, molto rara, che provocaperlopiù deformazioni anatomiche negli arti superiori o inferiori, chepossono essere mono o bilaterali ed interessare porzioni più o menoestese degli arti. Questa malattia è il risultato di una muta-zione genetica a carico del cromosoma 8,che può essere ereditata dai genitori (foco-melia ereditaria) o la conseguenza dell'as-sunzione da parte della madre durante lagravidanza di alcuni farmaci come la tali-domide (focomelia iatrogena). A mettere sul mercato questo farmaco,senza bisogno di ricetta medica, fu un'a-zienda farmaceutica tedesca nel 1958. Imedici lo consigliavano contro la nauseamattutina tipica dello stato di gravidanza.Dopo la sua commercializzazione, in tutti iPaesi che ne acquistarono la licenza, Italiacompresa, si osservò un incremento notevole dei casi di focomelia, tanto che fu abba-stanza semplice stabilire di chi fossero le responsabilità. Nel 1961 le autorità sanitariedei Paesi coinvolti ritirarono dal commercio il farmaco. Naturalmente le deformazio-ni e le anomalie anatomiche sono permanenti; tuttavia, grazie ai progressi della tec-nologia, è in costante aumento la disponibilità di tutori ortopedici e protesi.

deve trovare il suo. La chiave è ascoltarsi,senza preconcetti e sovrastrutture mentaliche la società cerca di imporre.

Bisogna comprendere la voce della nostraanima, oltrepassando il rumore generatoda ciò che può influenzarci.

COS’È LA FOCOMELIA?

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LONGEVITÀ

LA PIÙ ANZIANA D’ITALIAAnna Benericetti, brisighellese di nascita, vive da oltre mezzosecolo a Forlì.

Anna da oltre mezzo secolo, per l’esat-tezza dal 1963, vive a Forlì, nella casadella figlia Marta Cimatti e del generoAntonio Boattini. La "nonnina" d’Italiagode di buona salute, nonostante i nor-mali acciacchi fisici delle persone ultra-centenarie, come il calo della vista edell’udito.

Il dipartimento di PatologiaSperimentale dell’Università diBologna l’ha fatta oggetto di studi edanalisi, per cercare di carpire i segretidella sua longevità, probabilmentenascosti in larga parte nel suo Dna,avendo trascorso una vita molte similea milioni di sue coetanee.

di Tiziano ZaccariaE-Mail: [email protected]

113 ANNI

Nel numero del giugno 2017“Salute 10+” ha dedicato unservizio sulla ultracentenariabrisighellese Anna Benericetti. Oggi vale la pena tornare a par-lare di questa incredibile nonninache il 22 marzo scorso ha compiu-to 113 anni, perché dal 18 giug-no è diventata la “decanad’Italia”, ovvero la persona piùlongeva del nostro Paese.

Nel corso della sua esistenza havisto poche volte il medico, se nonper controlli di routine.Solo a seguito della frattura di unfemore, ha dovuto utilizzare una sediaa rotelle. Anna ha quattro figli (Chiara,Giovanni, Franco e Marta), nove nipotie quattordici pronipoti. Nel corso della prima metà della suavita si è dedicata ai lavori agricoli, adaccudire gli animali in campagna ed atessere la tela come si faceva nellaprima metà del Novecento.

Dopo essersi trasferita a Forlì, si è ded-icata completamente alla cura della suafamiglia.

È ROMAGNOLA

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FINE

1. Anna Benericetti, nata il 22 marzo 1906 a Brisighella (Ravenna)

2. Renata Bianchi, nata il 16 ottobre 1906 a Cesena (Forlì-Cesena)

3. Valesca Tanganelli, nata il 7 luglio 1907 a Firenze

4. Irma Ilari, nata il 22 settembre 1907 ad Abbadia San Salvatore (Siena)

5. Erminia Bianchini, nata il 23 aprile 1908 a Bra (Cuneo)

6. Luigia Pavoncelli, nata il 22 maggio 1908 a Pescantina (Verona)

7. Cecilia Seghizzi, nata il 5 settembre 1908 a Gorizia*(allora nell’Impero austro-ungarico)

8. Maria Tonoli, nata il 9 ottobre 1908 a Gandellino (Bergamo)

9. Edvige Marinucci, nata il 20 dicembre 1908 a Bussi sul Tirino (Pescara)

10. Maria Carolina Vivaldelli, nata il 27 dicembre 1908 a Milano

LE DIECI PERSONE VIVENTI PIÙ LONGEVE IN ITALIAROMAGNA

AL TOP:LA SECONDAÈ CESENATE

L’uomo vivente più anziano d’Italia èGiovanni Quarisa, nato il 24 agosto1909 a Pieve del Grappa (Treviso),

soltanto 18° nella classifica assoluta.

Durante la sua infanzia ha frequentatole elementari con qualche difficoltà,poiché dopo il trasloco della suafamiglia a Montecchio, doveva percor-rere a piedi strade con calanchi pergiungere a scuola. Della sua giovinezza Anna ricorda lefeste dopo la meititura del grano, una

situazione di gioiosa amicizia di cui oggisi sono perse le tracce. Nel 1928 hasposato Cesare Cimatti (oggi scomparso),che durante la seconda guerra mondialefu chiamato a combattere per tre anni inJugoslavia, lasciando a casa la mogliecon i tre figli. La quarta figlia, Marta, ènata dopo il ritorno in patria del padre.

Anna oggi ascolta la radio e la televi-sione grazie alle cuffie con l’audioamplificato.

Comunica poco, ma capisce ciò che leviene detto e ripete un affettuoso “gra-zie” a chi la saluta e le fa i complimen-ti per il suo traguardo di vita.

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SANITÀ

E’ sicuro donare il sangue?La donazione di sangue, emocompo-nenti e sangue cordonale in Italia èregolamentata da leggi nazionali edeuropee che garantiscono altissimi stan-dard di sicurezza per il donatore, per ilsangue stesso e ovviamente per i rice-venti di tale prezioso gesto. Non potrebbe essere altrimenti dopo 90anni dalla prima donazione volontaria(Milano 1927), le procedure di raccoltaoggi mirano innanzi tutto alla tuteladella salute del donatore attraverso unacorretta informazione e selezione, alla

In Italia nel 2018 sono stateeffettuate quasi tre milioni di tra-sfusioni grazie al gesto volontariodi 1.682.724 donatori di sangue. A livello nazionale si è raggiunta, daalcuni anni, l’autosufficienza trasfusio-nale ma per mantenere tali livelli didisponibilità negli anni a venire è neces-sario che tutti, soprattutto i giovani, siavvicinino a questo gesto di grande soli-darietà.Il bisogno di sangue, emocomponenti edi farmaci emoderivati (prodotti dacomponenti del sangue umano) è quo-tidiano e fondamentale per salvare vitee trattare gravi patologie. Non è possibile produrre artificialmentesangue intero, solo il costante ricambiogenerazionale della popolazione dona-trice permetterà di non incorrere in crisidi insufficienza di quello che si può con-siderare a tutti gli effetti un prezioso far-maco salvavita.

DEL SANGUE

Dott. Francesco LevadaMedico Selezionatoreper AVIS Provinciale Ravenna

prevenzione di effetti avversi e al moni-toraggio degli esami che costantementevengono effettuati.

Si può quindi affermare che i donatorirappresentano un gruppo di cittadinisani e controllati in cui è attiva una veraprevenzione medica, garantendo cosìnon solo l’approvvigionamentoperiodico del sangue ma anche unrisparmio economico in termini disalute per l’intera popolazione.

DONAZIONE

UN RISPARMIO IMPORTANTE

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Come posso avvicinarmi alla donazione?Nel nostro Paese il sangue viene raccol-to e gestito dal Sistema SanitarioNazionale, la donazione nell’oltre90% dei casi è fatta da membri diassociazioni di volontari che di concre-to con il SSN hanno a cuore la salute deipropri concittadini.Le principali operanti in Italia sonoAVIS, FIDAS, Croce Rossa Italiana eFratres. Qualunque sia quella a noi piùvicina, essendo la raccolta definita da undecreto legge nazionale, saranno identi-

ci i criteri di valutazione, i livelli di sicu-rezza delle procedure e la certezza delbuon uso di ciò che viene donato.

Potenzialmente tutti i cittadini com-presi tra i 18 e 65 anni di età conun peso superiore ai 50 kg. Senzavolersi troppo addentrare in ogni casospecifico l’invito che viene sempre fatto achi vuole avvicinarsi a questo magnificogesto di solidarietà è quello di affrontare ilprimo colloquio medico di idoneità.

CHI PUO DONARE IL SANGUE?

Un medico addetto alla selezione,specificamente formato a tale scopo,dal primo incontro e per ogni dona-zione raccoglierà i dati clinici della per-sona e valuterà se la procedura possaessere controindicata per colei o colui cheha davanti o possa in qualche modo arre-care danno al futuro ricevente di quel san-gue/emocomponente. Il colloquio e lavisita sono ovviamente coperti da segretoprofessionale, non si tratta di un interro-gatorio ma di una semplice chiacchieratain cui il donatore, o l’aspirante tale, sisente libero di dichiarare i propri stili eabitudini di vita e le eventuali problemati-che sanitarie pregresse o insorte. Va ricordato che la donazione è deltutto volontaria e gratuita, essendo ungesto spontaneo da cui non si ha nulla daperdere ne’ da guadagnare il donatore èsicuramente più motivato nel dichiarare ilvero durante il colloquio aumentandocosì ulteriormente il livello di sicurezza diciò che sarà donato.

Come si svolge nella pratica?Le principali tipologie di donazionesono quelle di sangue intero o esclusi-vamente di plasma (plasmaferesi) ovverodella parte liquida e non cellulare (globulirossi, globuli bianchi e piastrine) del san-gue. Possono anche essere raccolte, in spe-cifiche situazioni, le singole tipologie dicellule (ad esempio solo le piastrine trami-te la piastrinoaferesi).

Donatella TarozziVia dei Poggi, 1 - Ravenna

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Donatella TarozziProfessionista che si occupa di disagi in ambito sessuale, sia in relazione al singolo che alla coppia.

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»SEGUE

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il digiuno non è necessario per la dona-zione sono solamente da evitare latte, lat-ticini ed alimenti grassi in genere; il gior-no in cui si dona si può condurre la pro-pria routine quotidiana con un evidenteocchio di riguardo per chi svolge attività ohobby rischiosi e per cui il riposo è racco-mandato.

Che analisi vengono fatte?Anche gli esami del sangue concorrono adefinire un buon stato di salute e fannoparte degli accertamenti obbligatori neiconfronti del donatore.

Dopo il colloquio e la visita medica, il dona-tore valutato come idoneo, sarà messo aproprio agio in sala prelievi per la donazio-ne vera e propria: 450mL in 5/12 minu-ti per il sangue intero e 600mL in40/45 minuti per la plasmaferesi.

Sono da sfatare alcune credenze: l’agoche tanti spaventa, dopo il primo approc-cio non potrà che essere consideratocome una paura affrontata e superataessendo di dimensioni e forma appositeper la procedura, oltre che essere mano-vrato da infermieri formati per la raccolta;

In caso di alterazioni verrà invitato adavere un consulto con il proprio medico dimedicina generale per intraprendereeventuali percorsi di diagnosi, ricevereconsigli per migliorare le proprie abitudi-ni di vita, ad esempio alimentari, avereindicazioni per eventualiLe analisi svolte sono molteplici, alcu-ne effettuate ad ogni donazione, altreannualmente.Le prime, dedicate alla prevenzione dieventuali contagi o reazioni avverse tra-sfusionali, sono il controllo del grupposanguigno, l’esame emocromocitometri-co (ovvero la valutazione di numero ecaratteristiche delle cellule ematiche) e laricerca di infezioni trasmissibili attraversoil sangue quali AIDS (HIV), epatite B e C(HBV e HCB) e sifilide (LUE). Il secondo gruppo è rappresentato dacolesterolo (totale, HDL il colesterolo“buono” e LDL noto come il colesterolo“cattivo), trigliceridi, glicemia, proteine,ferritina, esami di funzionalità epatica erenale oltre ad altri eventuali controllinecessari al giudizio di idoneità alla dona-zione.In particolare questo ultimo insieme diesami dimostra l’attenzione per la salutedel donatore. Una ipercolesterolemia oun’iperglicemia non vanno certo a inficia-re la “qualità” del sangue donato ma pos-sono essere spia di stili di vita scorretti orappresentare fattori di rischio per l’insor-genza di patologie complesse o croniche

[email protected] ravenna.avisemiliaromagna.it AvisComunaleRavennaODVvis.it [email protected] vis.it visemiliarenna.avar omagna.it visemiliar ennaOD vomunaleRavisC A VennaOD

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L’autosufficienza si è raggiunta nel corsodegli anni principalmente per due fattori:la razionalizzazione delle convocazioni deidonatori per specifici componenti o grup-pi sanguigni in modo da non creare accu-muli di cellule che potrebbero andareincontro ad eliminazione per “scadenza”;pratiche cliniche di buon uso del sangue,ovvero l’individuazione di elementi clinicie laboratoristici che identifichino con cer-tezza la necessità di effettuare o menouna trasfusione o di somministrare un far-maco emoderivato in un paziente. Gli utilizzi sono molteplici, gli ambi-ti che più necessitano di sanguesono sicuramente quello trasfusio-nale/ematologico per la cura dimalattie e tumori del sangue, il chi-rurgico e il trapiantologico, l’oncologicoed infine quello della medicina d’urgenzae dei pronto soccorso. Il plasma viene utilizzato principal-mente per il trattamento dei gran-di ustionati e come terapia di sup-porto nella chirurgia trapiantologi-ca. Tutti i farmaci emoderivati sono indi-spensabili nel trattamento di gravi affe-zioni epatiche, coagulopatie (malattiedella coagulazione) e deficit immunitari.

COME VIENE USATO IL SANGUE?

che se non prevenute potrebbero portare,oltre a non essere più ritenuti idonei alladonazione, ad esempio al dover assumerefarmaci diventando così fonte di stresspersonale e costo per la società.

Cosa succede al sangue donato?Il sangue afferisce alle così dette “officinetrasfusionali”, laboratori pubblici specializ-zati nell’analisi, scomposizione, conserva-zione e distribuzione di ciò che vienedonato. Una sacca di sangue intero, i cui esamiassociati sono negativi per eventuali pato-logie ematologiche o infettive, vienescomposta tramite centrifugazione in unasacca di globuli rossi, una di plasma e inuna piccola quantità di piastrine (denomi-nata buffy-coat). Ognuna di queste puòessere conservata a temperature controlla-te e per tempi definiti. Una sacca di globuli rossi deve essereutilizzata entro 42 giorni dalla raccoltae a sostegno della tesi che la donazionedel sangue è necessaria tutti i giorni basti

pensare che nel 2017 solo il 3% dei glo-buli rossi prodotti sia stato eliminato per“scadenza” o per motivi tecnici o sanitari.Il plasma viene congelato (è possibileconservarlo per un anno) e in parteutilizzato per uso clinico, cioè per usoumano diretto ed in parte ceduto a indu-strie farmaceutiche per la produzione difarmaci emoderivati. I buffy coat piastrinici si riuniscono in con-centrati piastrinici che devono obbligato-riamente essere trasfusi entro 5 giornidalla raccolta. Ogni centro sanitario la cuiattività richieda l’uso di questi emocom-ponenti potrà farne richiesta all’officinatrasfusionale e vedersi assegnate le unitànecessarie.

La donazione è del tutto anonima mala tracciabilità delle sacche è assicuratada un sistema informatico, accessibile aisoli medici del centro trasfusionale di riferi-mento, basato sull’uso di codici a barre chepermette di conoscere la storia di quellospecifico componente dal braccio deldonatore a quello del ricevente. FINE

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TECNOFOBIAPSICOLOGIA

strano già a partire dalla rivoluzioneindustriale tra il diciottesimo ed ildiciannovesimo secolo.

Immaginate come si sentirebbe unapersona tecnofoba in un ufficiopieno di computer o circondato dapersone intente ad utilizzare il pro-prio smartphone.Una persona tecnorfoba avrebbe inol-tre fortissimi problemi a trovare unlavoro, dato che gran parte dei lavori -d'ufficio e non - richiedono oggi unutilizzo in misura variabile di un com-puter. Tuttavia, casi di tecnofobia - anche selegati a tecnologie evidentementemolto diverse da quelle attuali - si regi-

La tecnofobia è la paura costante epersistente della tecnologia, unapaura associata a una forte sensazione diansia che si manifesta quando il soggettoè costretto a utilizzare qualsiasi dispositivotecnologicamente avanzato. Si tratta di un problema che può interes-sare persone in tutto il mondo, compresiad esempio alcuni insegnanti, che si rifiu-tano di utilizzare ausili tecnologici a scuo-la, proprio a causa della loro paura neiconfronti della tecnologia. È una paura talmente grande che causaun tale livello di stress e di ansia che si tra-sforma, in alcuni casi, in veri e propridisturbi mentali.

TecnofobiaLa tecnofobia può diventare invalidantenella nostra società in cui la tecnologia èonnipresente, soprattutto se la personatecnofobica è costretta a utilizzare disposi-tivi sofisticati in ambito lavorativo.

LA PAURA DELLA TECNOLOGIA

Dott.ssa Isabella CantagalliSpecializzata in Psicologia ClinicaPhysiomedica - Faenza

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nari per la paura dell'effetto che questiavrebbero potuto avere sull'uomo e sullasocietà. In medicina, è una fobia a tuttigli effetti, proprio come l’aracnofobiao la claustrofobia.

In quel particolare frangente storico,quando la tecnologia si stava lentamenteaffermando nel processo produttivo, icosiddetti "luddisti" organizzarono prote-ste e addirittura la distruzione dei macchi-

Tuttavia, nel linguaggio comune, que-sto termine viene spesso utilizzato perindicare una persona contraria ad alcu-ne scoperte tecnologiche per ragionidiverse (volontà di preservare l’am-biente, paura che altre macchinepossano creare disoccupazione,preoccupazione per l'alienazionedovuta all'utilizzo intensivo deglistrumenti tecnologici, ecc.).

I sintomiGeneralmente le persone che soffronodi questo problema tendono a rifiutareil cambiamento, o a pensare che, difronte a un dispositivo tecnologico,saranno costrette a seguire un com-plesso insieme di istruzioni difficili,rischiando di commettere degli errori odi fallire.

Di fronte a questa possibilità, il sogget-to si blocca, manifestando sintomi diansia e panico. I sintomi sono identicia quelli osservati nella maggior partedelle altre fobie. »SEGUE

Parafarmacia-Erboristeria-Obiettivo-Salute

P A R A F A R M A C I A - E R B O R I S T E R I A

Via dell’Aida, 15 - Ravenna - Tel. 0544.270872E-mail: [email protected] P. Pavirani, 32/34/36 - Ravenna - Tel. 0544.502216

CONTROLLO

•L’invecchiamento dell’orecchio con conseguente degenerazione delle cellule sensoriali (Presbiacusia).

•Comportamenti uditivi sbagliati, come l’esposizione prolungata a rumori forti ( superiori agli 80dB).

• Infezioni all’orecchio frequenti (otiti).•Reazioni ototossiche ad alcuni medicinali

(come alcuni antibiotici).•Predisposizione genetica.•Complicazioni durante la gravidanza

e durante il parto.

DELL’UDITOGRATUITO

Il suo farmacista di fiducia le

metterà a disposizione un

professionista specializzato nel

valutare la capacità uditiva e

nel consigliare la soluzione

più appropriata.

L’ipoacusia è l’indebolimento della capacità uditiva chepuò manifestarsi a tutte le età e con diversi tipi di gravità,può interessare un solo orecchio oppure entrambi.

Ci sono diversi tipi di cause che possono essere tenute sotto controllo con un’attenta prevenzione:

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Si manifestano in presenza di un apparec-chio tecnologico o per anticipazione, adesempio, quando il soggetto pensa didover utilizzare il computer il giornoseguente.

Oltre ad angoscia, possono presentarsitremori, sudori, vertigini, palpitazioni, pal-lori, intorpidimento degli arti o sensazionedi soffocamento. Un tecnofobicotende ad evitare il più possibile ilcontatto con l’oggetto della paura:può, ad esempio, rifiutare di averealcuni apparecchi in casa.

Questo problema può essere provocatoda un’ansia generale, ed interessa mag-giormente le generazioni più anziane,

Coloro che soffrono di questa fobia dovreb-bero quindi essere disposti a rendersi contoche la loro non è una malattia, né il riflessodella loro intelligenza, e dovrebberopian piano avvicinarsi sempre più almondo della tecnologia magari conl’aiuto di amici e parenti o, se necessario,anche con l’aiuto di terapisti qualificati.

Tuttavia, per le forme più gravi,potrebbe essere necessaria una psi-coterapia, a volte affiancata da un tratta-mento farmacologico a base di antidepres-sivi o ansiolitici. Si pensi alla terapia cogni-tivo-comportamentale: permette di com-battere la paura progressivamente, con unconfronto progressivo.

COME AFFRONTARLA

quelle che non sono cresciute con i com-puter, sigle complicate o giochi digitali.Per superare la paura dei computer, laconoscenza è l’arma migliore.

Le causeQuesto disturbo può essere consideratoun meccanismo di difesa che permette alsoggetto di esteriorizzare un’ansia moltointensa, proiettandola su strumenti tecno-logici.

L’origine di quest’angoscia può esserelegata a un evento traumatico avve-nuto durante l’infanzia o a fattorifamiliari o ambientali.Tuttavia, la causa esatta rimane sconosciu-ta in molti casi. FINE

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»SEGUE

DIABETEIN ESTATE

SANITÀ

Bere abbondantementeAnche se non si ha molta sete per evitareil pericolo di disidratazione e bere ancoradi più se la sudorazione è abbondante.Nelle persone con diabete la presenza dielevati livelli di glicemia può ulteriormen-te favorire la perdita di liquidi attraverso leurine, motivo in più per prestare moltaattenzione alla corretta idratazione.Inoltre, i diabetici spesso assumono diure-tici e, da poco tempo, sono talora trattaticon farmaci anti-diabete che aumentanole perdite urinarie di glucosio e, con essi,di acqua.

Il diabete non va in vacanza. Anzi,in estate, le temperature più elevate, icambiamenti negli abitudinari stili divita, la mancata aderenza alla terapiavissuta come un peso da ricordareanche nei luoghi di villeggiatura e lasottovalutazione di alcune possibili con-dizioni climatiche o ambientali, sonotutti fattori che possono scompensare ildiabete.

Tuttavia è importante mantenere com-portamenti corretti anche in estate,senza cioè dimenticare la malattia, cheva monitorata e curata con l'adeguataterapia per tutto il periodo della villeg-giatura.Ecco quindi alcuni suggerimenti trattidal Decalogo della Società Italiana diDiabetologia (SID) per evitare di espor-si a inutili pericoli in questo periododell’anno.

LE REGOLE DA SEGUIRE

Dott. Masimo VincenziDietologo e gastroenterologo - Faenza

Per reintegrare i liquidi perduti labevanda da preferire è l’acqua oppu-re il tè fatto in casa, non zuccherato.

Vanno guardate con sospetto le bevan-de cosiddette “senza zucchero” perchéspesso contengono sostanze zuccherineocculte o, inalternativa,contengonoedulcoranti ilcui effettoneutro per l’organismo in questo momen-to è in discussione.

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Prestare attenzioneall’alimentazioneAnche quando si soggiorna in albergo esono frequenti le tentazioni dei ricchi buf-fet o dei menu pantagruelici. E’ l’occa-sione per aumentare il consumo dipesce, verdura, frutta e non per toglier-si soddisfazioni con dolciumi e per esage-rare coi carboidrati e i grassi. E’ possibilemangiare qualsiasi tipo di frutta fresca.Anzi il diabetico deve mangiare la frutta:deve educarsi a farlo nel modo giusto.Esistono dei frutti estivi più ricchi di zuc-cheri come anguria, melone, uva, fichi maè possibile mangiarli controllando la por-zione, la frequenza di consumo e ilmomento della giornata in cui si consu-mano. 10 g di zuccheri si trovano in 100g di prugne o 160 g di anguria o 80 g difichi. Conoscere quanti zuccheri siapportano con una determinata por-zione di frutta è il modo migliore perinserire al meglio la frutta nella pro-pria dieta.Anche se il calcolo dei carboidrati nonrisulta sempre preciso in quanto la quan-tità di zuccheri dipende da vari fattoricome il grado di maturazione, ad esempiostabilire delle porzioni e controllare l’an-damento della propria glicemia è davveromolto utile al diabetico.

La frutta sconsigliata è la frutta in sca-tola, la frutta sciroppata e la fruttacan-dita perché hanno un surplus di zuccheri.

Attenzione anche alle bevande reidra-tanti con sali minerali perché talora con-tengono anche zuccheroo simili. Il loro eventualeuso va sempre discussocon il medico. L’acqua èla bevanda principale nonché un nutrien-te fondamentale del nostro corpo perciò èda preferire a qualsiasi altra bevanda. Inestate si può aumentare il consumo diacqua effervescente naturale perché puòrisultare più dissetante. Alternative all’ac-qua possono essere degli infusi preparatiin casa e non zuccherati da bere freschi.

L’importante è che durante la stagioneestiva ci sia un aumento del consumo diliquidi in quanto sono maggiori le perdi-te idriche con la sudorazione. Per questo è bene aumentare del 20-30% il consumo di acqua.

IMPORTANTE. Le bevande alco-liche vanno inserite tra le bevande daevitare, compresa la birra, ghiacciatamolto usata in estate. L’alcol ha un altopotere calorico, provoca vasodilatazionecutanea peggiorando la sudorazione epuò aumentare il rischio di ipoglicemie.

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Dermocosmesi e Infanzia Fitoterapia e Omeopatia

Attenzione al maggior rischio di ipoglicemiaSe si è in trattamento con insulina o confarmaci anti-diabetici orali che possonocausare ipoglicemia, d’estate può succe-dere di avere un ritmo di vita diverso conintervalli più lunghi fra un pasto e l’altro.Uno dei sintomi classici della crisi ipo-glicemica, la sudorazione, può essereconfusa con la sudorazione legata alcaldo e l’ipoglicemia riconosciuta conmaggiore difficoltà o con ritardo.Anche se si è in vacanzabisogna tenere sempresotto mano una fonte dicarboidrati a rapido assor-bimento come le tipichebarrette energetiche.

Monitorare con regolarità la glicemiaAnche in estate è indispensabile nonabbandonare i periodici controlli glicemici,commisurati al tipo di diabete e alla terapiaanti-diabetica. E’ necessario ricordare cheglucometro e strisce per la glicemia nonamano il troppo caldo o il troppo freddo,quindi le strisce reattive e lo strumentovanno conservati al riparo dal sole.

Valutare la necessità di adeguare la terapiaantidiabeticaIl riposo riduce lo stress e questo cambia-mento da solo può far scendere le glicemie.

EVITARE DI CAMMINARE SCALZI

Pertanto la terapia anti-diabetica dovràseguire questi cambiamenti, seguendo leindicazioni fornite dal medico curanteprima della partenza.

Prevenire le variazionedella pressione arteriosaSe si soggiorna a lungo in ambienti caldipuò essere necessaria una riduzione delledosi dei farmaci anti-ipertensivi, in parti-colare dei diuretici. Al contrario, se ci sireca in montagna, la terapia antipertensi-va potrebbe meritare un potenziamentoperché in alta quota tende a salire. E’ comunque necessario consultare il pro-prio medico curante prima di variare laterapia anti-ipertensiva.

Prima di partire per le ferie, ricordaredi procurarsi scorte di farmaci suffi-cienti per tutto il periodo di vacanza,aumentate di un prudenziale 20-30% per farfronte ad ogni evenienza. Soprattutto l’insuli-na va conservata in maniera adeguata, senzaesporre penne e flaconi ad alte temperature..

FARMACI E GLUCOMETRISEMPRE CON SÈ

Astenersi da attività sportive strenueSe non si è allenati. L’attività fisica è parteintegrante della gestione del diabete main estate, in presenza di temperature ele-vate, è meglio svolgerla all’aperto nelleprime ore del mattino o nel tardo pome-riggio o dopo il tramonto. Eccellente ilnuoto, al mare, al lago o in piscina perla sua capa-cità di mette-re in movi-mento tutti imuscoli in uncontesto fre-sco. E’ importante iniziare l’esercizio fisicoin un buono stato di idratazione comin-ciando a bere già 2-3 ore prima del-l’avvio dell’attività.

Evitare di esporsi troppo al soleEvitare scottature o dermatiti da raggisolari. Le infezioni che possono compli-care le lesioni cutanee scompensano ildiabete. Usare quindi creme protettiveadeguate.

L’estate per molti è sinonimo di libertà e ilcamminare a piedi nudi fa talora parte diquesta libertà. Le persone con diabe-te tuttavia devono fare attenzionea non riportare lesioni ai piedi enon devono mai camminare scalze.

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LE VARICISALUTE

Finalmente estate! Caldo, sole e tantavoglia di vacanza al mare o in montagna,ma per coloro che soffrono di difficoltàcircolatoria e stasi venosa il caldo e solenon sono buoni alleati.Con l’aumento della temperatura e laposizione eretta o seduta a cui si è costret-ti per lungo tempo, per lavoro o abitudi-ne di vita, il sistema circolatorio venoso èmesso a dura prova.Come sappiamo il circolo venoso riportaal cuore il sangue raccolto dai vasi capil-lari nei vari distretti del corpo.

Le vene varicoseLe vene sono vasi che hanno una pareteendoteliale più sottile rispetto alle arteriee perciò più facilmente soggette a dilata-zione permanente, con sfiancamentodelle valvole di ritorno soprattutto agli artiinferiori, con ristagno di sangue e forma-zione di Varici.

CURARLE IN MODO NATURALE

Dott.ssa Maria Nives VisaniFarmacista - NaturopataE-mail: [email protected]

In questi casi si parla di stati lesionali, adandamento progressivo che possono rag-giungere vari gradi di gravità fino a doverpresentarsi la necessità di intervento chirur-gico come avviene per la vena Safena.

Le complicazioni più gravi sono gli edemi, leulcerazioni, trombosi e in particolere le flebi-ti (infiammazione delle vene assai dolorosa,con possibili complicanze infettive).

Ma le varici possono presentarsi anche inaltri distretti come ad esempio quelle loca-lizzate nel cordone spermatico chiamateVaricocele o quelle del plesso emorroi-dario Emorroidi.

FLEBITE

VENA VARICOSA (VARICE) E VENA SANA

VENA FEMORALE

VENA SAFENAGRANDE

VENA SAFENAPICCOLA

»SEGUE

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L’intervento della chirurgia vascolare per-mette di evitare le situazioni peggiori, masarebbe opportuno fare una diagnosi pre-coce osservando i primi sintomi, tra i qualila presenza di “teleangectasia”, i cosid-detti “capillari”, che in realtà sono piccole

venule dilatate che si presentano comedei rametti blu rossastri sotto la superficiedella pelle, oltre a facile stancabilità, for-micolio e gambe pesanti.

Prevenzione Attraverso questi sintomi precoci possiamoimpostare da un punto di vista naturopati-co un “intervento preventivo”. Innanzituttoconsiglio una corretta alimentazionepriva di eccesso di sale e grassi saturi, ericca di Bioflavonoidi ed Antociani che tro-viamo in frutta (mirtilli, frutti di bosco,agrumi, uva) e verdura. Consiglio inoltre di camminare perchéattraverso il movimento del piede facilitia-mo il ritorno del sangue al cuore, maattenzione agli sport che caricano troppoi muscoli delle gambe, ovvero bicicletta epalestra, perché possono peggiorare lostato delle varici.

I sintomiI primi sintomi più comuni sono, oltre aduna facile stancabilità, il formicolio, ilsenso di peso alle gambe, il gonfiore allacaviglia che può indicare una correlatadifficoltà circolatoria linfatica.

Da un punto di vista estetico possonodeturpare l’aspetto dalle gambe, in quan-to visibili sotto forma di cordoni blua-stri con rigonfiamenti e nodi.

L’ideale sarebbe camminare inacqua, dove vengono associate glieffetti benefici del movimento delpiede e il massaggio dell’acqua,meglio se quelladi mare, cheessendo salatafacilita anche ildrenaggio deiliquidi, migliorando ristagni e cellulite.

Devono essere evitate le esposizioni selvag-ge al sole, perché le radiazioni calde com-portano un maggiore dilatazione varicosa,per questo risultano opportune docce espugnature fresche alternate atiepide/calde, meglio ancora il “percorsovascolare” che possiamo trovare in centribenessere, terme o centri di riabilitazione.

Una novità del mercato offre un praticocuscinetto refrigerante che può esseremesso a contatto dei polpacci mentre siè distesi. È molto importante manteneregli arti in scarico soprattutto d’estate, solle-vandoli di almeno 10 centimetri, ponendodegli spessori sotto i piedi del letto.

TELEANGECTASIA

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Passiamo ora ai consigli che vengono dallaMedicina naturale.

FitoterapiaFitoterapia che ha accumulato millenni dipratica ed esperienze. Le piante più impor-tanti per la problematica venosa, che incomune hanno un’alta concentrazione dibioflavonoidi e tannini, sono AesculusHippocastano, Ruscus Aculeatus,Hamamelis Virginiana, Ginko Biloba,Melilotus, Vitis Vinifera, CentellaAsiatica o Hydrocotile Asiatica.

Un elenco di piante che possiamo trovare inestratti secchi, estratti totali o tinture madri dautilizzare singolarmente o in complessi sottoforma di compresse capsule o gocce.

OligoterapiaL’Oligoterapia è molto utile ed efficacenel lungo periodo e va seguita fin daimesi che precedono l’estate.

Nel trattamento preventivo trovia-mo: MnCo (Manganese Cobalto)fiale assunto a mattine alterne ancheper 3-6 mesi alternate a Co (Cobalto)per tre giorni a settimana. Questotrattamento risulterà molto utile perla pesantezza e il formicolio tipico inmolte donne in età menopausale,per chi svolge attività che costringo-no alla posizione eretta per molteore al giorno o in gravidanza.

In acuto con varici infiammate potranno esse-re associate al MnCo anche Magnesio (Mg) eFluoro (Fl). Se compare eczema varicoso asso-ciamo anche Zolfo (S). In caso di emorroidi si possono utilizzareoltre agli oligoelementi elencati anche pian-te in estratti secchi sotto forma di pomatacontenenti: Aesculus Hippocastano, RuscusAculeatus, Calendula, Propoli, oltre a oli essen-ziali di Lavanda, Rosmarino, Pino e Timo.

TRATTATMENTO PREVENTIVO

OmeopatiaAnche l’Omeopatia interviene conrimedi in low dose dinamizzati con:

Hamamelis Virginiana 5CH: utile instasi venosa con congestione e pressio-ne, in particolare alle gambe ma ancheper noduli emorroidari, con prurito,bruciore e sanguinamento. La vena sipresenta con turgore e dolore indolen-zimento locale come da contusione esensazione di scoppio.

Fluoricum Acidum 9CH: utile quandola varice è accompagnata da pruritointenso, ulcerazione e sensazione dibruciore alle gambe, aggravate dalcalore e migliorate da applicazionifredde.

Pulsatilla 9CH: adatto soprattutto adonne giovani dalla carnagione chiara econnettivo debole che a causa del rallen-tamento della circolazione venosa pre-sentano acrocianosi delle estremità chesono fredde con aspetto marmoreo e chepresentano dilatazioni dei “capillari”.

Vipera Redi 7CH: è utile se intervieneun processo di tromboflebite superfi-ciale con sensazione dolorosa intensache si irradia lungo tutta la vena.

Lachesis Mutus 9CH: varici o ulcere dicolore fortemente bluastro o viola sensibi-lissime al più piccolo contatto. Caratterizzato da sensazione di costrizione eaggravato dal calore può presentare ulcerecon liquido maleodorante. Vi è la tendenza a presentare ecchimosianche per piccoli traumi ed è presente l’ag-gravamento col calore.

Tra i Sali di Schussler troviamo la CalcareaFluorica 6DH indicata quando ci trovia-mo di fronte a lassità dei tessuti che puòcoinvolgereoltre che lepareti veno-se anche altritessuti qualitendini elegamenti, prolassi vescicale, rettale, dellevalvole cardiache, pilorica, cardias, facilità aprocurarsi distorsioni, lussazioni di spalla eginocchio, alterazioni del tessuto epitelialecon formazione di rughe e rilassamento deicontorni del viso. L’utilizzo di questosale è raccomandato in gravidanza,in quanto previene smagliature ecarie, oltre che dare beneficio agambe ed emorroidi.

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FINE

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LE CAGNEI NOSTRI AMICI ANIMALI

Le cagne vanno in menopausa? Larisposta è “no”. Quando una donnava in menopausa non ha più i suoi ciclimensili e il suo corpo produce livellimolto bassi di estrogeni e progesteroneper il resto della vita. Questo non si veri-fica nelle cagne che, se sane, continuanoad andare in calore per tutta la vita.Anche cagne molto anziane, finoaddirittura a 16 anni (età equiva-lente a una donna di 90 anni) pos-sono restare gravide. Tuttavia, il livello di fertilità cala gradual-mente con l’avanzare degli anni, tanto chedopo i 5-6 anni di età è decisamente scon-sigliabile riprodurre una cagna, perchéavrebbe problemi a portare avanti unagravidanza sana e partorire cuccioli vitali. Questo problema si verifica più precoce-mente nelle razze di grande taglia rispet-to a quelle più piccole, a causa della mag-giore velocità di invecchiamento.Ovviamente, è importante anche lo statogenerale di salute della madre.

VANNO IN MENOPAUSA?No. Ma è sconsigliabile farle riprodurre in età avanzata: avrebberoproblemi a portare avanti una gravidanza sana e partorire cucciolivitali.

Cuccioli a rischio quando la madre è anzianaUno studio condotto nei beagle hadimostrato che la mortalità nei cucciolineonati aumenta con l’aumentare del-l’età della madre. A 9 anni, circa l’80%dei cuccioli muore prima dello svez-zamento. Anche per la madre all’au-mentare dell’età aumentano i problemi,come difficoltà durante il parto cherichiede un intervento chirurgico, o pro-blemi medici come bassi livelli di calcioo di zucchero nel sangue, che mettono arepentaglio la vita della madre.

Dott.ssa Marta Avanzi - Veterinariawww.avanzimorivet.it

Nelle cagne anziane i calori possonodiventare irregolari (con intervalli piùlunghi) o silenti (senza segni esterniquali le perdite di sangue) ma non ces-sano mai del tutto, a meno che nonsiano presenti malattie dell’apparatoriproduttivo, come tumori ovaric o cistiovariche.

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Altri vantaggi della sterilizzazione com-prendono l’eliminazione dei cicli (e deldisagio che comportano in quanto a per-dite di sangue e attrazione dei maschi),di gravidanze indesiderate e del

rischio di sviluppare malattie ovarichee uterine (tumori, infezioni, cisti, ecc.).In media le cagne sterilizzate vivono piùa lungo e più sane di quelle intere.

Vantaggi della sterilizzazionePoichè le cagne non vanno in menopau-sa, i calori persistono per tutta la vita. Ciò può essere dannoso per la loro salu-te, e non solo per i pericoli legati a even-tuali gravidanze tardive.

L’organismo della cagna è program-mato per portare avanti una gravi-danza ad ogni calore e la produzio-ne di ormoni è la stessa sia che resti-no gravide oppure no. I livelli di estro-geni si abbassano e quelli di progesteronesi alzano e restano così per due mesi.

Questo le espone ad un rischio elevatodopo ogni calore di sviluppare un’infezio-ne uterina potenzialmente fatale, dettapiometra, e questo rischio aumenta conl’avanzare dell’età. Anche la probabilità disviluppare tumori della mammella èmolto elevato nelle cagne anziane nonsterilizzate da giovani. Al contrario, steri-lizzare la femmina prima del primo calo-re fornisce una protezione quasi totalecontro il rischio di tumori mammari.

FINE

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Dott. Andrea BaldisserriMedico-Chirurgo specialistain otorinolaringoiatriaE-mail: [email protected]

Salute Dieci PiuHANNO COLLABORATO al numero 8_AGOSTO_2019 di SALUTE 10+

I COLLABORATORI DI SALUTE 10+

Dott. José Aguayo Ph.D. - Psicologo - Psicoterapeuta Email: [email protected]

Dott.ssa Marta Avanzi - Veterinaria - www.avanzimorivet.it

Stefania De Fazio - Consigliere nazionale della Società Italianadi Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE

Dott. Andrea Costa - Laurea in tecniche audioprotesiche

Dott. Ugo Cimberle - Studio Oculistico Dal Fiume-CimberleRavenna - E-mail: [email protected]

Dott. Andrea DreiPronto Soccorso Medicina d’Urgenza

Ospedale di Faenza - E-mail: [email protected]

Paola Ferrari - Medico Veterinario della Società ScientificaItaliana di Medicina Veterinaria PreventivaEmail: [email protected]

Dott.ssa Alice Finazzer - www.ambulatoriozama.it

Dott. Andrea Flamigni - Specialista Idrologia MedicaDirezione Sanitaria Terme di RIOLO

Dott. Francesco Giuseppe FoschiAmbulatorio Interdipartimentale Malattie Epatiche Complesse

Presidio Ospedaliero di Faenza - Azienda USL di Ravenna

Dott.ssa Alessia FronteMedico Veterinario - E-mail: [email protected]

Dott. Battista Galli - Medico Veterinariowww.clinicaveterinariacmv.it

Dott. Emanuele GiordanoDirettore Sanitario Centro Veterinario Riminese

Valentina Giorgi - D.O.D.O.P. - Specialista in riabilitazione

neurologica infantile c/o Madicina Ravenna, via Porto Coriandro, 7

Dott. Marco Ioni - Dirigente Medico 1° Livello Medicinad’Urgenza

e Pronto Soccorso Ospedale Civile di Faenza AUSL di Ravenna

Dott. Marcello Lanari - Consiglio Direttico SIN,Società Italiana di Neonatologia

Dott. Valerio Nobili - Responsabile di Malattie Epato-Metaboliche

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - Roma

Dott. Roberto Nonni - Direttore SanitarioSan Pier Damiano Hospital - Faenza - E-mail: [email protected]

Dott. Gianfranco NieddaOtorinolaringoiatra

E-mail: [email protected]

Dott. Andrea Sagona - Senologo - Itituto Clinico Humanitas

Dott. Aladar Bruno IanesDirettore medico di Korian Italia - www.korian.it

Dott. Stefano Palo - Medico Chirurgo Specialistain Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica

Cell: 393.4825681 - E-mail: [email protected]

Dott. Massimiliano Perrone - Medico Chirurgo Oculista Direttore

Sanitario Poliambulatorio Privato DSC - Bologna Tel. 051.242588

E-mail: [email protected]

Dott.ssa Anna Pasi - Medico Specialista in ginecologiae ostetricia c/o Studio Medico DonnaSiCura

Ravenna - Tel. [email protected]

Dott.ssa Simonetta SantisiFisioterapista c/o Studio Medico DonnaSiCura

Ravenna - Tel. [email protected]

Dott.ssa Paola StefanelliDipartimento Malattie Infettive,

Parassitarie ed Immuno-mediateIstituto Superiore di Sanità - Roma

Dott. Francesco GiambelliSpecialista in Ginecologia e Ostetricia

Unità Operativa di Ginecologia e OstetriciaPresidio Ospedaliero di Ravenna

Dott. Mauro StronatiPresidente S.I.N. - Società Italiana Neonatologia

Dott.ssa Sara Vignoli - Fisioterapista - Studio MedicoVia Anastagi, 2 - Ravenna -

Cell. 333.3537612 - [email protected]

Dott. Giovanni Lughezzani - Urologo - Humanitas

Dott.ssa Daniela Verduci - Farmacista, consulente alimentare e ricercatrice indipendente di sani

percorsi alimentari. E-Mail: [email protected]

Dott.ssa Maria Nives VisaniFarmacista - Naturopata - E-mail: [email protected]

Dott. Massimo Vincenzi - Dietologo e gastroenterologo - Faenza

Dott. Alfonso Zaccaria - Ex Direttore Dipartimento Oncologiaed Ematologia Azienda USL di Ravenna

Prof. Silvio Danese - Responsabile Centro Malattie InfiammatorieCroniche Intestinali di Humanitas - Milano

Dott. Nicola GaffuriResponsabile dell’Unità operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia

digestiva all’Ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo

Prof. Franco LocatelliDirettore del Dipartimento di Onco-Ematologia,

Terapia Cellulare e Genica Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma

Prof. Carlo SelmiResponsabile di Reumatologia e Immunologia Clinica in Humanitas

Viola TofaniAssociazione Luca Coscioni - www.associazionelucacoscioni.it

Prof. Antonio CostanzoResponsabile di Dermatologia di Humanitas

Dott.ssa Giselle Cavallari - Psicologa e psicoterapeutaRogersiana

Psicoterapia del benessere Emozionale

Dott.ssa Patrizia BenvenutiMedico di Base - Ravenna - Via Berlinguer, 36

Dott. Roberto CerianiResponsabile della Sezione Day Hospital Epatologico ed

EpatologiaInterventistica in Humanitas

Nando TessitoreEducatore cinofilo comportamentalista

Allevamento “Delle Code Allegre” Fossalto - Campobasso

Dott. Renato CuteraResponsabile Unità di Bronco-Pneumologia

Ospedale Bambino Gesù - Roma

Prof. Antonino Di PietroMedico-Dermatologo - Presidente fondatore Isplad,

società internazionale di dermatologia plastica, rigenerativa e oncologica. Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis - Milano

Prof. Nicola SpecchioResponsabile di Epilessie rare e complesse

del Bambino Gesù di Roma

Dott.ssa Beatrice SalvioliGastroenterologa di Humanitas - Milano

Dott. Filippo OngaroProfessore presso l’Università di Bologna Medico Chirurgo -

Direttore scientifico di Medicina Rigenerativa e Antiaging (Ismerian) - Treviso

Prof. Giuseppe BarillaroDipartimento di Ingegneria dell’Informazione

dell’Università di Pisa

Dott. Alessandro RepiciResponsabile Endoscopia Digestiva - Humanitas Milano

Prof. Riccardo PolosaDirettore Centro di Ricerca del Danno da FumoDipartimento Medicina Clinica e Sperimentale

dell’Università di Catania [email protected]

Davide AcitoFondatore di Action Project Animal

Dott.ssa. Laide AntonioniPsicologa scpecializzata in terapia psicomotoriae Psicoterapeuta a orientamento psicodinamico

presso Centro Psicopedagogico Dorantea Ravenna - Cell. 339.4950100

Dott. Giuliano MontaltoClinica Veterinaria S. Gaetanino

Circ. San Gaetanino, 203/205 - Ravenna Tel. 0544.456328

Dott.ssa Lara CastagnettiOsteopata e Specialista in Medicina Fisica

e Riabilitativa di Humanitas

Dott. Pier Andrea Della CameraUrologo - Ospedale Careggi di Firenze

E-mail: [email protected]

Dott.ssa. Michela MancinelliBiologa Nutrizionista - Ravenna

Dott. Roberto CerianiResponsabile della Sezione Day Hospital Epatologico ed

Epatologia

Dott. Vincenzo TulloNeurologo e Responsabile dell’ambulatorio

sulle cefalee di Humanitas

Dott. Francesco PurrelloPresidente della Società Italiana di Diabetologia

Dott. Ennio DragoniSpecialista in urologia presso

Policlinico S.Orsola Malpighi - BolognaE-Mail: [email protected] - Tel Tel. 051.2142514

Dott.ssa Serena De SimonePsicologa e psicoterapeuta - Roma

E-mail: [email protected]

Dott. Ugo CimberleStudio OculisticoDal Fiume-Cimberle - RavennaE-mail: [email protected]

Dott. Roberto Nonni Direttore SanitarioSan Pier Damiano Hospital - FaenzaE-mail: [email protected]

Dott. Andrea BaldisserriMedico-Chirurgo specialistain otorinolaringoiatriaE-mail: [email protected]

Dott.ssa Maria Nives VisaniFarmacista - Naturopata

E-mail: [email protected]

Dott. Francesco LevadaMedico Selezionatoreper AVIS Provinciale Ravenna

Dott.ssa Marta AvanziVeterinaria

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Dott.ssa Isabella CantagalliSpecializzata in Psicologia ClinicaPhysiomedica - Faenza

Dott. Masimo VincenziDietologo e gastroenterologo - Faenza

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SALUTE_10piu_cover_n.7.2019_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 25/07/19 10:03 Pagina 3

Polo Sanitario Opera Santa Teresa del Bambino Gesù Via Don Angelo Lolli, 20 - Ravenna - Tel. 0544.38513

Inizia così la sua storia, nel lontano 1913, con iniezioni e piccole medicazioni gratuite in favore dei piùindigenti, eseguite in un angusto locale di via Nino Bixio da religiose dedite alla cura del prossimo; neltempo è diventato una realtà radicata nel territorio in continua evoluzione, senza, peraltro perdere lo spi-rito fondante, originario che è quello di avere uno sguardo particolare per tutte quelle persone che, avario titolo, stanno attraversando momenti di difficoltà.

Oggi, il Poliambulatorio “Polo Sanitario Opera Santa Teresa del Bambino Gesù” cerca di affrontare icambiamenti imposti dal mondo della medicina, della ricerca e della cura, tenendo sempre a mentecoloro che affidano al Centro il loro bene più prezioso: la salute.

Sappiamo, spiega il Responsabile Generale Filippo Botti, che faremo sempre più fatica a sostenere siste-mi che garantiscano assistenza e cure per chi non ha risorse per farlo autonomamente; sistemi univer-salistici, nei quali l’interesse pubblico all’aiuto sia difeso come un valore irrinunciabile.

Il dato storico che emerge dall’attuale contesto sociale ci pone di fronte al fatto che gli attuali mec-canismi di crescita dei paesi economicamente avanzati e super industrializzati non producono, né coin-cidono con processi di sviluppo equilibrati e adeguati all’articolazione dei bisogni sociali.

Questo è tanto più vero quando parliamo della “scienza medica”, laddovel’uomo è visto non nella sua unitarietà, ma nelle sue parti, laddove è visto comesintomo di una malattia, come numero di una cartella clinica, per cui sonoprofondamente convinto che sia urgente un cambio di prospettiva, occorre“cogliere” l’uomo e la sua malattia nell’unità dell’Essere, nella sua totalità e un“agire” medico che usi al meglio le risorse di cui dispone, che non faccia mer-cimonio della salute altrui, che rispetti la volontà di ognuno ad essere curato einsieme difenda e promuova la salute della comunità. C’è solo un modo per fare questo, difendere strenuamente una medicina che servaveramente all’uomo, riconoscere che il malato non è solo una cartella clinica cheattesta una metastasi, ma è il suo essere totale, i suoi bisogni, le sue paure, cosicché ilpiano del rapporto umano finisce per avere importanza anche sul piano terapeutico.

Polo Sanitario Santa Teresa del Bambino Gesù

Analisi di laboratorio “in Service”: qualità a costi ospedalieri.

SALUTE_10piu_cover_n.7.2019_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 25/07/19 10:04 Pagina 4