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SEMIOTICA 2020-21 PROF. ILARIA TANI

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Page 1: SEMIOTICA 2020 -21 · 2020. 10. 16. · • Umberto Eco, Semiotica e filosofia del linguaggio, Torino, Einaudi, 1984 • Materiali didattici disponibili nell’area docente del sito

SEMIOTICA 2020-21

PROF. ILARIA TANI

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Programma del corsoPrincipali nuclei tematici del primo modulo: Introduzione alla semiotica generale

• Origini della semiotica• Segno e significazione• La fondazione linguistica della semiotica• Caratteristiche semiotiche del linguaggio umano• Espressione/contenuto, modi di produzione segnica• Sistemi di significazione e processi di comunicazione• Cooperazione e interpretazione• Dizionario / Enciclopedia• Metafora• Simbolo

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Principali nuclei tematici del secondo modulo:• La trasformazione semiotica della filosofia di Kant

• Peirce• Il confronto con Kant e l’elaborazione della semiotica cognitiva• Una prospettiva anticartesiana• Tipi di segno• Le forme dell’inferenza • Realismo e pragmatismo

• Cassirer• Il concetto di forma simbolica e il superamento della teoria kantiana della

conoscenza• Il confronto con la storia del pensiero linguistico: l’importanza di Humboldt• Fenomenologia della forma linguistica: dall’indicare al significare

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Testi d’esamePrimo Modulo• Tullio De Mauro, Prima lezione sul linguaggio, Roma-Bari, Laterza,

2002• Umberto Eco, Semiotica e filosofia del linguaggio, Torino, Einaudi,

1984• Materiali didattici disponibili nell’area docente del sito web del

Dipartimento di Filosofia e su Classroom ttug7pb

• Testo integrativo per i non frequentanti• Stefano Traini, Le due vie della semiotica, Milano, Bompiani 2013 (pp.

1-113; 215-288).

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Secondo Modulo• Charles Sanders Peirce, Scritti scelti, a cura di G.

Maddalena, Torino, Utet, 2008 (selezione: 53-103; 411-433)

• Ernst Cassirer, Filosofia delle forme simboliche, vol. I: Il linguaggio, Firenze, La Nuova Italia (selezione: 1-173)

• Materiali didattici disponibili nell’area docente del sito web del Dipartimento di filosofia

• Testi integrativi per i non frequentanti• 3) G. Maddalena, Peirce, Editrice La Scuola, 2015 (pp. 1-

112)• 4) G. Raio, Introduzione a Cassirer, Laterza, 2002 (pp. 1-

83)

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Che cos’è la semiotica?Una disciplina giovane con una lunga storia: le sue radici

affondano nell’antichità greca e in particolare nel saperemedico

• Prima definizione: scienza dei segni

• Seconda definizione: Studio dei sistemi di significazione e dei processi di comunicazione (verbali e non verbali) in determinati contesti culturali.

La semiotica è la disciplina che studia le condizioni cherendono possibile la produzione, la trasformazione e lacomprensione del senso; l’insieme di tali fenomeni èchiamato anche significazione.

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Come nasce la semiotica?

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Margaret Mead, Convegno su paralinguistica e cinesica,Bloomington, 1962:

«Io credo che a quanto si può immaginare stiamo lavorando in uncampo che col tempo includerà lo studio di tutte le forme dicomunicazione dotate di struttura, delle quali la linguistica è quellatecnicamente più avanzata. Sarebbe utile disporre di una parola perle forme di comunicazione in ogni modalità sensoriale, dotate distruttura […] molte persone qui, che avevano l’aria di essere da partiopposte della barricata, hanno usato la parola ‘ semiotica ’ . Misembra l’unica parola che, in una forma o in un’altra, sia stata usatada persone che ragionano da posizioni completamente differenti.”

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• Ricerca di un territorio comune dove potessero incontrarsi e integrarsi istanze nate da discipline diverse: sguardo trasversale e problematico sui dispositivi molteplici della significazione e della comunicazione (Gensini, Elementi di semiotica, Carocci 2002).

• L’identità è data non dall’oggetto, ma dallo sguardo, dal metodo.

• Costitutiva interdisciplinarietà della semiotica, dipendente dal fatto di non avere un oggetto proprio.

• Grande varietà di indirizzi e ambiti applicativi (dagli stimoli percettivi ai più elaborati costrutti culturali). Rischio di smarrimento e di imperialismo.

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Sviluppi negli anni sessantaDiverse scuole di orientamento semiotico:

• Francese• Roland Barthes (1915-1980): Élements de sémiologie (1964)• Algirdas J. Greimas (1917-1992)

• Russa• Jurij Lotman (1922-1993)• Boris Uspenskij (1937-)

• In Italia• Umberto Eco (1932-2016)• Tullio De Mauro (1932-2017)

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Nuclei teorici della riflessione di Umberto Eco

• Analisi scientifica della cultura di massa

• Questione dell’iconismo

• Significazione e comunicazione

• Il problema dell’interpretazione

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Alcuni testi

• Opera aperta, 1962 e 1967 (per una estetica della ricezione)• Apocalittici e integrati, 1964 (analisi scientifica della cultura di massa)• La struttura assente, 1968• Le forme del contenuto, 1971• Il segno, 1973• Trattato di semiotica generale, 1975• Lector in fabula, 1979• Semiotica e filosofia del linguaggio, 1984• I limiti dell’interpretazione, 1990• Kant e l’ornitorinco, 1997• Dire quasi la stessa cosa, 2003• Dall’albero al labirinto, 2007

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Nuclei teorici della riflessione di Tullio De Mauro

• Storia delle idee semiotiche e linguistiche

• Sociolinguistica

• Semantica

• Comunicazione e comprensione

• Educazione e politica linguistica democratica

• Lessico e lessicologia

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Alcuni testi

• Storia linguistica dell’Italia unita, Laterza, 1963• Introduzione alla semantica, Laterza 1965• Ferdinand de Saussure, Corso di linguistica generale, Introduzione,

traduzione e commento di T. De Mauro, Laterza, Bari, V-XXIII; 283-54; 365-486

• Guida all’uso delle parole, Editori Riuniti, 1980• Minisemantica dei linguaggi non verbali e delle lingue, Laterza, 1982• Capire le parole, Laterza, 1992• Dizionario avanzato dell’italiano corrente (DAIC), Paravia, 1997• Grande dizionario dell’uso, Utet, 1999• La fabbrica delle parole, Utet, 2005

Bibliografia completa: http://www.tulliodemauro.com

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Semiotica e storia della semioticaEco, Filosofia del linguaggio, 1984, introduzione:

Per capire meglio tanti problemi che ancora ci occupano occorreandare a rivisitare i contesti in cui una data categoria è apparsa per laprima volta.

Rilevanza della tradizione filosofica: ogni grande filosofo del passato haelaborato a suo modo una semiotica, intesa come semiotica generale.

La semiotica generale, in quanto disciplina filosofica, ha il compito dielaborare categorie che permettano di vedere ciò che accomunaesperienze semiotiche apparentemente diverse.

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Che cos’è un segno?La parola “segno” viene utilizzata per riferirsi a una molteplicità di fenomeni diversi:

• Cicatrici, graffi, lividi (“ho ancora il segno della ferita”).• Segni come connotati fisici che permettono di identificare una persona

(“segni particolari”).• Tracce o impronte (“i segni delle ruote sulla strada”, “il segno del suo

passaggio”).• Bersagli (“tiro a segno”, “mandare a segno un intervento”).• Indizi (“segno di amicizia”, “dare segni di pazzia”).• Sintomi (“i primi segni della malattia”).• Gesti di comunicazione (“un segno di saluto”, “esprimersi a segni”).• Emblemi, detti comunemente simboli, convenzionalmente usati per

rappresentare «un campo definito di significati indefiniti» (Eco 1984: 8)(“la croce è segno del cristianesimo” “la mezzaluna è segnodell’islam”).

• Simboli logici e algebrici, governati da regole.

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E poi:

• Indicatori luminosi (spie)• Espressioni del volto• Comportamenti e segnali di altri animali• Manufatti come la struttura di un edificio, l’arredamento di una

casa• Diagrammi• Disegni• Parole di una lingua

In tutti questi casi attribuiamo sostanza e valore di segno a esperienzediverse.

Cosa accomuna questi usi diversi della parola segno?

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Relazione di rinvioIn tutti i casi considerati c’è qualcosa che sta perqualcos’altro: aliquid stat pro aliquo

Qualcosa di percepibile (sul piano visivo, acustico, tattile,olfattivo) sta per qualcosa di non percepibile.

Perché si possa parlare di segno l’esperienza percettivadeve rinviare a qualcosa di assente.

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La relazione di rinvio può assumere caratteristiche diverse

• Nel caso del sintomo o dell’indizio è totalmente a caricodell’interprete. Il rapporto dello stare per si regge qui su unmeccanismo inferenziale: una traccia o un sintomo sono segni diqualcosa solo se c’è qualcuno che li interpreta come effetti di unacausa da scoprire.

• Questi segni non sono stati prodotti intenzionalmente per comunicarequalcosa.

• Il gesto dell’OK, La Z di Zorro sono segni prodotti da qualcuno conl’intenzione di comunicare qualcosa a un destinatario. La relazione dirinvio è sancita dall’emittente.

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Segni naturali e segni artificiali• Segni naturali

Prodotti non intenzionalmente; il rinvio è fissato a valle da uninterprete che decide di considerare un certo fenomeno come segnodi qualcosa.

• Segni artificialiProdotti intenzionalmente per comunicare qualcosa a qualcuno erendere manifesta questa intenzione; il rinvio è fissato a monte da unesecutore.

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QuestioneCome avviene la relazione di rinvio nei due tipi di segni considerati(naturali e artificiali)?

Nei casi del sintomo e dell’impronta il passaggio dall’aliquid all’aliquo avvienetramite un ragionamento (inferenza), che può essere più o meno complesso epiù o meno consapevole. Il ragionamento assume che tra ciò che non c’è (ilrinviato) e ciò che c’è (il segno) sussiste una relazione di causa-effetto che puòessere descritta nella forma della implicazione: se p allora q (congettura).

Nei segni artificiali la relazione di rinvio è più immediata, in virtù di unaconvenzione che correla l’elemento materiale a qualcosa di immateriale (unsignificato culturalmente codificato) (gesto dell’OK). Per attribuire un significatoal segno gestuale basta essere in possesso della regola correlativa cheautorizza a sostituire, in base a un meccanismo di equivalenza, queldeterminato gesto con un significato generalmente riconosciuto (vedi anchesegnali stradali, bandierine navali, il bastone bianco del cieco, emblemi, isimboli della logica e dell’algebra, i fischi dell’arbitro, ecc.) .

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Due modelli di segno

• Nella tradizione filosofica e semiotica prende forma una distinzionetra due concezioni del segno:

• Segno come inferenza: Se p, allora qmodello impiegato per spiegare la struttura logica soggiacente ai segni diordine soprattutto non verbale (se c’è fumo, c’è fuoco; se c’è un’orma,c’è un animale; le nuvole annunciano - o significano - pioggia).

• Segno come equivalenza o abbinamento tra un significante e unsignificato: A sta per BModello impiegato per spiegare il funzionamento dei segni di ordinesoprattutto verbale, ma anche segnaletiche, sistemi di allarme, programmidi scrittura, la cui realizzazione richiede l’intervento di regole, previste daun codice (intenzionalità).