seminario la valutazione di incidenza...la valutazione di incidenza viene disciplinata dall’art 6...

9
Seminario LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA 24-25-26 marzo 2004, Regione Abruzzo, L’Aquila Sintesi degli interventi ANALISI DELL’AMBIENTE IDRICO Bruno Cicolani (Università degli Studi dell’Aquila) Lo studio di inserimento di nuove opere nell’ambiente deve definire, da un lato, i soggetti e sistemi ambientali interessati da modifiche e, dall’altro, valutare l’entità delle azioni o impatti che le attività di costruzione delle opere e le opere stesse avranno sull’ambiente. Per quanto concerne l’ambiente idrico, e gli ecosistemi fluviali in particolare ,è necessario considerare non solo il singolo segmento fluviale interessato dall’intervento ma l’idrosistema nel suo complesso costituito da acque superficiali e da acque sotterranee. Il concetto di ambiente si estende ,così, al “mosaico fluviale” sottolineando l’importanza delle zone di transizione ,non si considera pertanto solo il gradiente longitudinale del fiume (da monte a valle), ma anche quello verticale (acque superficiali e acque sotterranee) e trasversale (ambiente acquatico e terrestre). Ai fini degli studi di impatto, le acque interessano oltre che come componente ambientale e come risorsa anche come ambiente nel quale sono presenti molteplici forme di vita. Gli obiettivi generali di uno studio sono,quindi, i seguenti: 1) la formulazione di “ giudizi di valore” che conducono alla pronuncia di compatibilità del progetto con la qualità ambientale “ante operam” delle unità paesaggistiche. 2) la definizione degli elementi che saranno oggetto di tali giudizi; 3) la definizione di metodi e parametri per esprimere tali giudizi. Nella Valutazione di Incidenza ,per la definizione degli elementi che saranno oggetto di giudizi di valore, si fa riferimento alle specie ed habitat di interesse comunitario presenti in un sito Sic. Per la definizione di parametri e degli indici da utilizzare si fa riferimento al “sistema delle analisi” al fine di identificare e quindi valutare la sensibilità degli habitat e delle specie alla pressione della nuova opera. La valutazione di incidenza viene disciplinata dall’art 6 del DPR 12 marzo 20003 n 120 che ha sostituito l’art 5 del DPR 8 settembre 1997 n 357. Il procedimento costituisce lo strumento per garantire il raggiungimento di un rapporto equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie e l’uso sostenibile del territorio. La valutazione di incidenza analizza gli effetti di interventi che ,seppur localizzati, vanno collocati in un contesto ecologico dinamico al fine di considerare la coerenza complessiva e la funzionalità della rete Natura 2000. La valutazione di incidenza, come la Valutazione di Impatto Ambientale, prevede procedure codificate ( Fase di screening -Valutazione appropriata -Analisi di soluzione alternative - Definizione di misure di compensazione) che debbono essere attentamente esaminate da un “ valutatore “.

Upload: others

Post on 15-Mar-2021

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Seminario LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA...La valutazione di incidenza viene disciplinata dall’art 6 del DPR 12 marzo 20003 n 120 che ha sostituito l’art 5 del DPR 8 settembre 1997

Seminario

LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA 24-25-26 marzo 2004, Regione Abruzzo, L’Aquila

Sintesi degli interventi ANALISI DELL’AMBIENTE IDRICO

Bruno Cicolani (Università degli Studi dell’Aquila)

Lo studio di inserimento di nuove opere nell’ambiente deve definire, da un lato, i soggetti e sistemi ambientali interessati da modifiche e, dall’altro, valutare l’entità delle azioni o impatti che le attività di costruzione delle opere e le opere stesse avranno sull’ambiente. Per quanto concerne l’ambiente idrico, e gli ecosistemi fluviali in particolare ,è necessario considerare non solo il singolo segmento fluviale interessato dall’intervento ma l’idrosistema nel suo complesso costituito da acque superficiali e da acque sotterranee. Il concetto di ambiente si estende ,così, al “mosaico fluviale” sottolineando l’importanza delle zone di transizione ,non si considera pertanto solo il gradiente longitudinale del fiume (da monte a valle), ma anche quello verticale (acque superficiali e acque sotterranee) e trasversale (ambiente acquatico e terrestre). Ai fini degli studi di impatto, le acque interessano oltre che come componente ambientale e come risorsa anche come ambiente nel quale sono presenti molteplici forme di vita. Gli obiettivi generali di uno studio sono,quindi, i seguenti: 1) la formulazione di “ giudizi di valore” che conducono alla pronuncia di compatibilità del progetto con la qualità ambientale “ante operam” delle unità paesaggistiche. 2) la definizione degli elementi che saranno oggetto di tali giudizi; 3) la definizione di metodi e parametri per esprimere tali giudizi. Nella Valutazione di Incidenza ,per la definizione degli elementi che saranno oggetto di giudizi di valore, si fa riferimento alle specie ed habitat di interesse comunitario presenti in un sito Sic. Per la definizione di parametri e degli indici da utilizzare si fa riferimento al “sistema delle analisi” al fine di identificare e quindi valutare la sensibilità degli habitat e delle specie alla pressione della nuova opera. La valutazione di incidenza viene disciplinata dall’art 6 del DPR 12 marzo 20003 n 120 che ha sostituito l’art 5 del DPR 8 settembre 1997 n 357. Il procedimento costituisce lo strumento per garantire il raggiungimento di un rapporto equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie e l’uso sostenibile del territorio. La valutazione di incidenza analizza gli effetti di interventi che ,seppur localizzati, vanno collocati in un contesto ecologico dinamico al fine di considerare la coerenza complessiva e la funzionalità della rete Natura 2000. La valutazione di incidenza, come la Valutazione di Impatto Ambientale, prevede procedure codificate ( Fase di screening -Valutazione appropriata -Analisi di soluzione alternative -Definizione di misure di compensazione) che debbono essere attentamente esaminate da un “ valutatore “.

Page 2: Seminario LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA...La valutazione di incidenza viene disciplinata dall’art 6 del DPR 12 marzo 20003 n 120 che ha sostituito l’art 5 del DPR 8 settembre 1997

Nel caso in cui la valutazione evidenzi effetti con incidenza negativa sul sito, è possibile autorizzare la realizzazione del progetto solo se sono adottate misure di compensazione. Tali misure possono connotarsi nel modo seguente: 1) ripristino dell’habitat nel rispetto degli obiettivi di conservazione del sito; 2) creazione di un nuovo habitat su un sito nuovo o ampliando quello esistente, 3) miglioramento dell’habitat rimanente in misura proporzionale alla perdita dovuta al piano /progetto L’esame dei 127 p.Sic presenti nella regione Abruzzo consente di identificare la presenza nei corpi idrici abruzzesi di nove specie di Pesci ,3 specie di Anfibi e di 1 specie di Crostaci. Le caratteristiche di ogni specie vengono illustrate nelle schede allegate che riferiscono anche sugli Habitat acquatici riportati nelle schede dei Sic della nostra Regione. Al fine di proporre esempi di mitigazioni e misure di compensazione viene esaminato ,come “caso concreto”, un progetto di approvvigionamento idrico che interessa siti Sic. Facendo riferimento al D.Lgs n 152 dell’11 .05,1999, che definisce la qualità delle acque interne, viene sottolineata l’importanza delle indagini biologiche a carattere sistemico da tenere in grande considerazione nei procedimenti di Valutazione di incidenza. Al riguardo vengono illustrati alcuni indici con particolare riferimento all’Indice biotico Esteso (IBE) e all’Indice di funzionalità Fluviale (IFF). Per le opere di captazione delle acque vengono accennate le problematiche legate al Deflusso Minimo Vitale. INDICE BIOTICO ESTESO E MAPPAGGIO BIOLOGICO DELLE ACQUE Nel campo della sorveglianza ambientale dei corsi d'acqua un notevole impulso al controllo biologico è stato dato dalla utilizzazione degli indici biotici basati sullo studio dei macroinvertebrati.

Il mappaggio biologico consente di conoscere lo stato della risorsa idrica e di programmarne l'utilizzo in base alle esigenze del territorio, in quanto evidenzia la situazione globale dell'ambiente in relazione al danno arrecato agli organismi. Questo tipo di controllo, infatti, consente di valutare, oltre alla situazione istantanea, anche quella trascorsa, fornendo un preciso livello di riferimento della qualità, non soggetto alle oscillazioni che caratterizzano i valori chimico-fisici .

Va comunque sottolineato che la diagnosi di qualità non può limitarsi al solo mappaggio biologico, ma deve prevedere anche il controllo sistematico delle caratteristiche fisiche e chimiche che consentono di conoscere le cause effettive che determinano l'inquinamento. L'informazione biologica contiene infatti un'alta capacità di sintesi, ma una bassa capacità analitica. La necessità di integrazione tra metodiche chimiche e biologiche è ormai riconosciuta da tutti, come pure risulta evidente che i dati chimici e biologici assolvono ciascuno ad un ruolo distinto, in quanto il dato chimico rivela la natura dell'inquinamento mentre quello biologico l'effetto prodotto. Nell'ambito del monitoraggio biologico dei corsi d'acqua sono utilizzati gli invertebrati bentonici in quanto particolarmente adatti a fornire dati sulla presenza nell'ambiente di condizioni di stress.

Lo scopo dell’Indice Biotico Esteso (I.B.E) è quello di formulare diagnosi della qualità di ambienti di acque correnti sulla base delle modificazioni nella composizione delle comunità di

Page 3: Seminario LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA...La valutazione di incidenza viene disciplinata dall’art 6 del DPR 12 marzo 20003 n 120 che ha sostituito l’art 5 del DPR 8 settembre 1997

macroinvertebrati, indotte da fattori di inquinamento o da significative alterazioni fisiche dell’ambiente fluviale. L’Indice Biotico Esteso, deriva dal “Trent Biotic Index (Woodiwiss, 1964), rielaborato come “Extended Biotic Index” E.B.I (Woodiwiss, 1978) e adattato per una applicazione standardizzata ai corsi d’acqua italiani come I.B.E. (Ghetti, 1995).

Il metodo si fonda su un esauriente campionamento qualitativo che permette di ricostruire la struttura della comunità macrobentonica. Allo scopo è necessario programmare una strategia di campionamento rappresentativa dei diversi microhabitat ed una oculata dislocazione delle stazioni lungo il corso d'acqua.

Sui campioni raccolti viene condotta l'analisi sistematica, classificando i gruppi faunistici secondo determinati livelli tassonomici previsti dall’indice. I principali gruppi faunistici sono disposti, dall'alto in basso, dal più sensibile al meno sensibile. La definizione del valore di indice da assegnare ad una determinata sezione di un corso d'acqua si basa pertanto su di una tabella a doppia entrata (Tabella 1), che ha, in ordinata, gruppi di invertebrati con diversa sensibilità agli inquinanti e, in ascissa, intervalli numerici che fanno riferimento al numero totale di unita sistematiche rinvenute nella stazione di campionamento

L’I.B.E. assume il valore corrispondente alla casella che si trova all'incrocio della riga di entrata orizzontale con la colonna di entrata verticale. La tabella consente quindi di tradurre in un giudizio numerico lo stato di qualità biologica di un ambiente, basandosi, da un lato sulla ricchezza di unità sistematiche della comunità macrobentonica e, dall'altro, sulla diversa sensibilità agli inquinanti di alcuni gruppi. Per convertire i valori di indice in classi di qualità dei corsi d'acqua viene poi utilizzato lo schema riportato in Tabella 2 che raggruppa i valori di I.B.E. in 5 cla ssi (C.Q.), ciascuna individuata da un numero romano. Ad ogni classe corrisponde un giudizio ed un colore convenzionale per la rappresentazione cartografica. Dato che i diversi gradi di qualità vanno intesi come un progressivo allontanamento dalle condizioni ottimali per quel tipo di ambiente si ricorre, in alcuni casi anche all’uso di valori intermedi (un valore di I.B.E. compreso tra 9-10 sta ad indicare, per esempio, che l'ambiente si trova al limite superiore del livello 9 di indice; mentre un valore di 10-9 evidenzia che le condizioni dell'ambiente si trovano al limite inferiore della categoria 10). Tale situazione viene visualizzata in cartografia con i colori azzurro e verde alternati. Questo artificio grafico consente di produrre delle mappe di qualità dei corsi d'acqua che rappresentano una suggestiva e qualificata opportunità di conoscenza dello stato di salute dei corpi idrici al fine di proporre piani e programmi d'intervento.

Page 4: Seminario LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA...La valutazione di incidenza viene disciplinata dall’art 6 del DPR 12 marzo 20003 n 120 che ha sostituito l’art 5 del DPR 8 settembre 1997
Page 5: Seminario LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA...La valutazione di incidenza viene disciplinata dall’art 6 del DPR 12 marzo 20003 n 120 che ha sostituito l’art 5 del DPR 8 settembre 1997

Indice di Funzionalità Fluviale Gli indici biotici comunemente impiegati per valutare la qualità biologica delle acque si basano, come precedentemente riferito, sullo studio di comunità acquatiche descrivendo la situazione relativa al segmento fluviale delimitato dall’alveo bagnato. Recentemente è stato proposto un nuovo indice sintetico che tiene conto degli aspetti strutturali e funzionali del “sistema fiume” e quindi, non solo del corso d’acqua ma anche del territorio e il contesto ambientale in cui è inserito il corpo idrico. L’ambiente fiume viene considerato parte integrante del paesaggio che, direttamente o indirettamente, condiziona i livelli di naturalità, di qualità e di funzionalità fluviale. L’indice IFF (Indice di Funzionalità Fluviale), basato sulla metodologia RCE (Riparian Channel Inventory I e II) messa a punto in Svezia e, poi, estesa ad altre nazioni europee (Petersen,1992), è stato recentemente calibrato ed adattato alla realtà Italiana (ANPA,2000). Il metodo prevede il rilevamento di alcuni parametri sufficienti e necessari a descrivere lo stato di funzionalità del corso d’acqua intesa come valutazione indiretta di alcune proprietà ecosistemiche mediante osservazione e rilievo dei valori di diversità ambientale e diversità biologica presenti. Presuppone, quindi, di poter valutare gli aspetti significativi delle interazioni tra componente biotica e abiotica e definire l’efficienza funzionale del fiume (riciclo dei materiali e trasferimenti di energia) che si esplicita in elevata capacità di sostenere la vita di comunità acquatiche ricche e ben diversificate. Il metodo si basa sulla formulazione di 14 domande a risposta multipla; per ogni risposta viene assegnato un punteggio di riferimento. Lo schema della tabella per la rilevazione dell’indice viene di seguito riportato. La sommatoria di tutti i punteggi delle domande, fornisce il valore finale del punteggio da assegnare al sito in esame. Il punteggio totale varia da un minimo di 14 ad un massimo di 300. Una tabella di riferimento serve poi a differenziare i punteggi in classi o livelli di funzionalità che vanno da I a V con ulteriori 4 classi che descrivono situazioni intermedie (Tab. 4). Come per gli indici Biotici, ad ogni livello corrisponde un colore che sarà utilizzato poi nelle mappe o carte tematiche.

Page 6: Seminario LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA...La valutazione di incidenza viene disciplinata dall’art 6 del DPR 12 marzo 20003 n 120 che ha sostituito l’art 5 del DPR 8 settembre 1997

Tabella 3. IFF- Corrispondenza tra punteggio, livello di funzionalità, giudizio e colore di

riferimento.

Page 7: Seminario LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA...La valutazione di incidenza viene disciplinata dall’art 6 del DPR 12 marzo 20003 n 120 che ha sostituito l’art 5 del DPR 8 settembre 1997
Page 8: Seminario LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA...La valutazione di incidenza viene disciplinata dall’art 6 del DPR 12 marzo 20003 n 120 che ha sostituito l’art 5 del DPR 8 settembre 1997

Tab 4 : tabella di riferimento per differenziare i punteggi in classi o livelli di funzionalità che vanno da I a V con ulteriori 4 classi

che descrivono situazioni intermedie

Punteggio IFF

Livello di Funzionalità

Giudizio di Funzionalità

Colore

261-300 I Elevato Blu

251-260 I-II Elevato-Buono Blu-Verde

201-250 II Buono Verde

181-200 II-III Buono-Mediocre Verde-Giallo

121-180 III Mediocre Giallo

101-120 III-IV Mediocre-scadente Giallo-Arancio

61-100 IV Scadente Arancio

51-60 IV-V Scadente-Pessimo Arancio-Rosso

14-50 V Pessimo Rosso

Le domande sono strutturate in maniera da analizzare ed esplorare tutti i vari comparti ambientali e

possono essere raggruppate in 4 gruppi funzionali:

- le domande 1-4 riguardano le condizioni dell’ambiente ripariale (estensione, integrità

naturalità) e il contesto paesaggistico (uso del territorio, antropizzazione ecc.);

- le domande 5 e 6 si riferiscono alle condizioni dell’alveo bagnato e alla morfologia delle

rive;

- le domande 7-11 analizzano la struttura dell’alveo (sequenza di raschi e pozze, meandri,

strutture di ritenzione dei nutrienti e del detrito, erosione) fornendo indicazioni sulle

capacità autodepurative;

- le domande 12-14 tendono a rilevare le caratteristiche biologiche del sito mediante

analisi strutturale della componente macrobentonica e macrofitica e la tipologia del

detrito organico.

L’applicazione dell’IFF permette di poter disporre di un utile strumento per le indagini conoscitive

sugli ecosistemi acquatici sia per valutare lo stato di salute sia per individuare

zone ad alta valenza ecologica con l’obiettivo di tutela e salvaguardia o, al contrario, degradati che

necessitano di interventi di recupero e riqualificazione. Il metodo risulta utile anche per valutare gli

impatti di determinate opere sull’ambiente fluviale nonché per valutare a medio- lungo termine la

capacità di recupero in seguito ad interventi di risanamento. Esso fornisce utili indicazioni sulla

componente o sui singoli elementi maggiormente interessati agli impatti e sui quali bisognerà

prioritariamente indirizzare gli interventi stessi.

Page 9: Seminario LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA...La valutazione di incidenza viene disciplinata dall’art 6 del DPR 12 marzo 20003 n 120 che ha sostituito l’art 5 del DPR 8 settembre 1997

Il DEFLUSSO MINIMO VITALE

Gli usi umani della risorsa idrica spesso determinano modificazioni del deflusso e

delle caratteristiche degli habitat.

La Legge 183/89 sulla Difesa del Suolo, il Decreto Legge 275/93 sul Riordino in materia di

concessione di acque pubbliche, la successiva Legge 36/94 sul Servizio Idrico Integrato ed il

Decreto Legislativo 152/99 sulle Disposizioni sulla Tutela delle Acque dall’Inquinamento trattano,

o richiamano, il tema del Deflusso Vitale da garantire ai corsi d’acqua al fine di non condizionare

gli equilibri degli ecosistemi interessati.

La finalità delle leggi citate è evidente; si intende tenere sotto controllo l’insieme delle

derivazioni che non debbono superare il limite che potrebbe determinare una crisi degli equilibri

delle biocenosi acquatiche.

La legge n° 36/94 considera il “deflusso minimo vitale” (DMV) come una misura per la protezione

della funzionalità ecologica dei corsi d’acqua e demanda alle Autorità di Bacino il compito di

definire le procedure tecniche di valutazione.

Parlando di DMV ci si riferisce, in sintesi, alla problematica della minima portata da garantire negli

alvei dei fiumi regolati e derivati, per ottenere un ambiente acquatico di buona qualità ecologica.