scarico e trattamento delle acque domestiche mora alessandra 4a\p.5 anno 2004
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Scarico e Trattamento Delle Acque Domestiche
Mora Alessandra 4A\p.5
Anno 2004
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GLI IMPIANTI DI SCARICO
Hanno il compito di raccogliere , convogliare e smaltire le acque
presenti in un edificio , contribuendo ad evitare che negli ambienti abitati si determinano
cattivi odori .
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VANNO DISTINTI A SECONDA CHE SI TRATTI DI :
• ACQUE BIANCHE Dovute dalle piogge
e dal disgelo della neve .
• ACQUE USATE o NERE
Prodotte dall’uso che di esse fa l’uomo .
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UN IMPIANTO DI SCARICO DI ACQUE BIANCHE COMPRENDE :
• CANALI DI GRONDA , dove convergono acque provenienti dalle falde dei tetti e dai solai piani di copertura ;
• PLUVIALI , colonne di scarico verticali , che ricevono , nella parte alta le acque provenienti da canali di gronda o da solai piani ; ( Sezione netta : 1cm² per ogni 3m² di tetto )
• COLLETTORI DI SCARICO , raccordano alla base le pluviali , convergendo verso lo scarico finale , che può essere un corso d’ acqua superficiale , ovvero la rete fognaria urbana d’ acque bianche o miste ;
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Ecco alcune considerazioni sullo smaltimento delle acque bianche
(o Pluviali) che l’ufficio consulenze tecniche della Geberit ( leader mondiale nella costruzione di tubazioni per impianti di scarico ) periodicamente invia a progettisti e
a consulenti :
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1_ E’ molto importante stabilire la quantità massima di acqua caduta durante periodi di
piogge intense .
2_ Come unità di misura delle acque pluviali si addotta l’intensità
pluviometrica,espressa in cm\ora\mq.Questo valore varia però da regione a
regione e raggiunge il massimo durante piogge brevi ma intense .Per determinare un buon valore
medio dell’intensità della pioggia ci si basa su un periodo Z=10anni .
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3_La quantità d’acqua determinante per il dimensionamento delle condotte pluviali
dipende dai seguenti fattori: *dalla totalità delle superfici esposte alla
pioggia,determinata mediante la proiezione ortogonale in mq .
e*dalla pendenza e la natura delle superfici
esposte espressa con il coefficiente K .
4_Coefficiente k = Riduttore dell’intensità pluviometrica effettiva , basato sulla natura delle superfici esposte alla pioggia .
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LE ACQUE USATE o NERE SI DISTINGUONO A SUA VOLTA IN :
• ACQUE FECALI : Provenienti principalmente da vasi o orinatoi .
• ACQUE BIONDE : da lavabi e bidet .
• ACQUE SAPONATE GRASSE : dalla cucina .
• ACQUE GRIGIE : acque bionde + acque saponate .
• ACQUE DI SCARICO INDUSTRIALE : provenienti da scarichi industriali
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UN IMPIANTO DI ACQUE NERE COMPRENDE:
• LE FECALI ( Colonne di scarico ) : Qui le acque usate dagli apparecchi igienico sanitari , arrivano attraverso le diramazioni interne
• FOGNATURA INTERNA ( Collettori fecali ) : Seguono le Fecali , ed è l’ultimo percorso tubiero che trasporta le acque usate fino alla fognatura urbana . Se in esse convergono anche colonne pluviali si parla di COLLETTORI MISTI .
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Occorre accertarsi che tra gli impianti fecali e l’ambiente chiuso si interponga sempre un
tappo idraulico , di acqua pulita (sifone) , che impedisca ai cattivi odori che accompagnano le acque usate di accedere negli ambienti stessi .
Ciò si ottiene con l’impianto di ventilazione , che deve essere sempre accompagnato con quello di scarico , col compito di disperdere i cattivi odori
presenti in rete e di evitare che nella rete fognaria si determinino Risucchi ,che
potrebbero annullare i citati tappi presenti nei sifoni .
Il sifonaggio va realizzato sia vicino ad ogni apparecchio sanitario , sia nelle reti fognarie .
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LE RETI FOGNARIE POSSONO ESSERE
• A SIFONE UNICO Il quale può essere
sostituito da un pozzetto sifonato che risponde egualmente all’obbiettivo di creare un tappo idraulico tra rete fognaria esterna e quella interna .
• A SIFONE MULTIPLO Il Sistema oggi più
diffuso.Prevede l’istallazione di un sifone alla base di ciascuna fecale prima dell’accesso ai collettori . Per le colonne fecali che collegano vasi igienici è opportuno che un pozzetto di ispezione areato preceda il sifone , per agevolare i possibili interventi di manutenzione .
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Il calcolo delle diverse componenti tubiere di un impianto di scarico per edifici , è caratterizzato da periodi di
deflusso di liquido molto irregolari , con regime di moto non sempre
prevedibile , per cui ormai i criteri per la definizione delle reti sono
fondamentalmente empirici basati sulla
più diffusa esperienza . Infatti :
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DIAMETRI TROPPO RISTRETTI COMPORTEREBBERO :
• NEI TRATTI ORIZZONTALI Il rallentamento del flusso d’acqua,
determinando intasamento, impedendo lo scorrere del liquido retrostante , fino al rischio di farlo defluire all’esterno magari dagli apparecchi sanitari posti a quote basse rispetto ai punti di intasamento.
• NEI TRATTI VERTICALI Dove le pendenze sono massime, il
flusso risulterebbe eccessivo,con rumorosità intollerabile, pericoli di rotture...
• DIAMETRI TROPPO GROSSI COMPORTEREBBERRO :
NEI TRATTI ORIZZONTALI Il formarsi di depositi che , nei periodi
a tubazione vuota si essiccano, con la possibilità di arrivare in particolari condizioni , all’otturazione.
NEI TRATTI VERTICALI L’acqua potrebbe sfioccarsi , portando
particelle di sporco a schiacciarsi sulle pareti , poi essiccandosi ,trasformandosi in incrostazioni che potrebbero diventare veri e propri ganci ai quali si attaccano carta strofinacci e materiali simili ;si determinerebbero ammassi di materiale poco degradabile che distaccandosi in masse consistenti produrrebbe occlusioni .
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Un corretto calcolo di proporzionamento si effettua
attribuendo a ciascun apparecchio igienico-sanitario un valore numerico
alla portata che esso scarica
nell’unità di tempo .
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Con UNITà DI SCARICO SI INTENDE :
Il Valore più basso ipotizzabile
LA SUA DEFINIZIONE ORIGINARIA è INDICATA COME:
Il volume del liquido in un minuto primo dagli apparecchi sanitari che richiedono la minima capacità di scarico (lavabo o bidet) quando il
tubo di scarico ed il sifone abbiano il diametro di 1’’ 1\4 (32mm)
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Fattore importante , per calcolare e progettare un’ impianto di scarico , è la
determinazione della contemporaneità di scarico degli apparecchi , stabilire cioè la
percentuale di probabilità che 2 o più apparecchi ,allacciati ad un’ unica
condotta , scarichino
contemporaneamente .
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Ciò è difficile da determinare con assoluta precisione , per cui ci si basa su dati teorici , risultati di test pratici e confronti effettuati a livello internazionale .
La base per il calcolo è la quantità d’acqua Q in litri che deve essere evacuata nell’unità di tempo ;sono da prendere in considerazione i seguenti fattori :
• Determinazione del carico totale della diramazione di scarico ,degli apparecchi componenti un servizio o un’ unità industriale o di laboratorio
• Determinazione del carico totale della colonna di scarico
• Determinazione del carico totale del collettore di scarico
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TENENDO CONTO DELLA CONTEMPORANEITà:
• In CASE D’APPARTAMENTI (Caratterizzati da intensità di scarico variabile nel tempo breve )
Qr (intensità scarico reale) = 0.5 V¯Qt (intensità di scarico teorica)
• In GRANDI RISTORANTI ,OSPEDALI … Qr = 0.7 V¯Qt
• In INDUSTRIE ,ECC…(Caratterizzati da intensità di scarico costanti per lungo tempo)
Qr = 1.2 V¯Qt
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Fine