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Il Serale Settimanale quotidiano 29 ottobre 2012 numero 19 Roma città all’erta La fumata bianca del disordine

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La fumata bianca del disordine

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Il SeraleSettimanale quotidiano

29 ottobre 2012numero 19

Roma città all’erta

La fumata biancadel disordine

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Malaroma, da Febbraio a oggi

Omicidi, rapine, strade dis-sestate, corpo di polizia

dissestato, commissariati asside-rati e appalti dissetati. Roma daFebbraio in poi non ha cambiatoil suo profilo di città eterna, af-flitta da problemi di cui non si ri-corda l’inizio. Non ci sono poisolo le zone periferiche, non soloi quartieri intoccabili: il disor-dine di una metropoli lasciataallo sbando investe e travolge,

come neve e come pioggia,anche i quartieri nobili e le areepiù centrali. Ma l’amministra-zione guidata da Alemanno sirende pur conto di essere allaguida di una delle città più fa-mose del pianeta e ogni tantoprova a ristabilire un po’ d’or-dine, o la sua parvenza.

Roma così vive di una fac-ciata creata per i turisti e le

sue metastasi che al contrario

Nove mesi fa “Presa diretta” di RiccardoIacona fotografava il disordine dellacapitale. Ecco cosa (non) è cambiato

di Filippo Desabato

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colpiscono i suoi cittadini. Re-cupare una specie di normalitàaccademica nel regolare il terri-torio sembra diventato unaprassi; anzi un vizio di cui si pos-sono occupare solo i giornali cheabboccano al folclore dell’ordi-nanza “anti panino”, “anti al-cohol”, anti qualsiasi cosa. Risolvere i problemi di una cittàper semplice opposizione signi-fica non conoscerne le dinami-

che e ignorarne i bisogni veri.Così fuori dalla demagogia Romaaspetta un nuovo terremoto, ri-mane sveglia e sempre all’erta.

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Alemanno d’ordinanzaDai provvedimenti antineve alle contestate direttive

contro il bivacco: risolvere in modo sbrigativo i problemidi Roma è diventato un vizio

L'argomento è stato tal-mente battuto da guada-

gnare addirittura l'attenzione delNew York Times, il più presti-gioso quotidiano statunitense efra i più celebri a livello globale.La scorsa settimana, sulle edi-zioni cartacea e online del Nyt èstato pubblicato un pezzo dal ti-tolo italo-americano semi-mac-cheronico che non richiedealcuna traduzione: "Buon Appe-tito, but Not Next to the Monu-ments". La notizia che hacatalizzato l'attenzione della cor-rispondente Elisabetta Povoledoè l'ennesima controversa ordi-nanza emanata dal sindaco capi-tolino Gianni Alemanno,rapidamente ribattezzata daimezzi d'informazione "anti-pa-nino", etichetta che provoca alprimo cittadino attacchi di orti-

caria al solo udirla: «Si tratta diun'ordinanza antibivacco e nonantipanino. I nostri vigili non di-sturberanno mai chi ha un pa-nino in mano perché non hasenso. La nostra è un'ordinanzaantidegrado e non antipanino».Un equivoco semantico-lessicalequindi, ammesso che il diziona-rio della lingua italiana venga in

soccorso fornendoci una defini-zione precisa del concetto di bi-vacco, quantomeno applicabile aicontenuti dell'ordinanza. Infatti,se per bivacco intendiamo "ac-campamento notturno all'a-

di Pasquale Raffaele

«I nostri vigili non disturberannomai chi ha un panino in mano

perché non ha senso. La misura èantidegrado, non antipanino»

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perto", appare evidente che nonabbiamo quasi nulla a che farecon sandwich e affini, anzi un si-mile provvedimento sembre-rebbe pensato soprattutto permantenere un decoro di facciataattraverso l'allontanamento deisenzatetto dai luoghi da cartolinadella Capitale. Non proprio unaquestione attinente snack e vi-vande, insomma. In realtà, l'in-tento del sindaco era quello didisciplinare entrambi i compor-tamenti, come si legge nell'ul-tima pagina dell'ordinanza datata30 marzo 2012 (quest'ultima in-fatti era già in vigore da quelladata e sarebbe scaduta il 30 set-tembre, la notizia è la prorogafino al 31 dicembre, non l'ema-nazione): il primo cittadino "or-dina" che le piazze di particolarepregio storico, artistico, architet-tonico e culturale ricadenti nelCentro Storico di Roma Capitale"vengano "utilizzate esclusiva-mente come luogo di fruizionevisiva delle prospettive monu-mentali ed architettoniche iviesistenti", ragion per cui "nellepredette aree è fatto divieto di: 1)bivaccare e/o sistemare giacigli"e 2) "sostare per consumare ciboe/o bevande". Poi c'è l'aspetto

politico, che in Italia si traducenell'immancabile siparietto pole-mico allestito contro l'avversa-rio, al quale vengono attribuiti imalcostumi che si intendonocontrastare, il tutto in un'otticacomparativa con le altre metro-poli globali, paravento sempre

spendibile proficuamente:«Quello che voglio far capire - hapuntualizzato - è che i nostri vi-gili devono rispettare una circo-lare precisa, non devonodisturbare chi è seduto, chi man-gia il panino o beve qualcosa, madevono stare attenti affinché nonvengano lasciate cartacce e spor-cizia. Se voi andate a Vienna, Pa-rigi, Tokyo, e provate a farequello che purtroppo viene fatto

Alemanno ha ribatutto di voler « far capire èche i nostri vigili devono rispettare una

circolare precisa, non disturbare chi è seduto»

«Nelle aree di particolare pregiostorico è fatto divieto di bivaccaree/o sistemare giacigli e sostare perconsumare cibo e/o bevande»

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sui monumenti della nostra città,la reazione della polizia è moltodura, molto di più delle multeche noi diamo. A Roma invece,per una logica da bivacco dellasinistra, una logica un po' da“fricchettoni”, il nostro sarebbesolo un modo di reprimere». Ivecchi missini si ristoravanonelle tipiche trattorie trasteve-rine mentre i "fricchettoni"maieuticamente partorivanosulle gradinate di Campo de'Fiori la cosiddetta "logica da bi-vacco"? Davvero una pratica sin-golare quella di attribuireetichette politiche alle abitudinialimentari.

Verrebbe da domandarsi se il"pranzo della pace" a base di codaalla vaccinara, trippa, cicoria, po-lenta e parmigiano reggiano con-sumati all'insegna dell'allegria edella giovialità riconciliatrice inuno stand antistante la Cameradei Deputati sia da considerare

"federalismo gastronomico", unevento "stile cafonal", un gestopunibile grazie alla temibile or-dinanza oppure una logica e na-turale protesi delle pratiche diPalazzo, diciamo un "dietro lequinte" che guadagna la ribalta.Oppure ancora una logica ali-mentare ponderata negli anni daipartiti e movimenti di destra,visto il particolare apprezza-mento dell'ex segretario nazio-nale del Fronte della Gioventùper le immagini di contrapposi-zione barricadiera – da questopunto di vista Alemanno vantaun curriculum più che invidia-bile, non solo dialettico. Mastiamo uscendo dal seminato, enon siamo i soli a quanto pare.Poc'anzi stavamo spiegando – aonor del vero la spiegazione eradello stesso primo cittadino, inalcuni blog ribattezzato Alema-gno e Aledanno – che l'ordi-nanza sarebbe indirizzata a chi siaccampa di notte, ergo i paninarie i loro avventori non avrebberonulla da temere (inutile ribadireche il sindaco smentisce da sé ilcontenuto dell'ordinanza vergatadi suo pugno con la dichiara-zione successiva attinente il bi-vacco). A questo punto, leggere

Com’è da considerarsi quello che fuil cosiddetto “pranzo della pace”?Tra bivacco e panini, l’ordinanzanaufraga in un mare interpretativo

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della sanzione comminata adAngelo Bonelli e Mario Staderini– segretari rispettivamente deiVerdi e dei Radicali – per averconsumato un panino in piedinei pressi del Pantheon pone ineuroni di un individuo mediodi fronte a uno sforzo interpreta-tivo davvero complicato: ma ipanini non c'entravano come icavoli a merenda? Il tutto assumeconnotazioni grottesche se sitengono d'occhio le date dellafaccenda: l'ordinanza viene rin-novata il primo ottobre, il giornosuccessivo Bonelli e Staderini"contravvengono" – il virgolet-tato è d'obbligo dato che stavanoconsumando un panino in piedi,dunque se ci atteniamo al testodel provvedimento o, comunque,alla sua interpretazione più dif-fusa non dovremmo trovarci alcospetto di una violazione - e l'8ottobre, in un impagabile videopostato sul suo blog "Alemanno2.0", il sindaco rilascia le dichia-razioni di cui sopra a margine diuna passeggiata da netturbino,impegnato a farsi riprenderementre rimuove a mani nude –prassi tipica per gli addetti allapulizia delle metropoli, alle presecon ogni sorta di rifiuto - cop-

pette di gelato e bottiglie di birravuote dalle scale di Trinità delMonti. Come dobbiamo inter-pretare l'interpretazione delprovvedimento fornitaci dal sin-daco? Oppure viene da chiedersi,molto più banalmente: ma Ale-manno ogni tanto getta un'oc-

chio, anche distratto, ai mezzi diinformazione?IL SINDACO IN PERENNE EMER-

GENZA. Sin dal suo insediamentooltre quattro anni or sono,Gianni Alemanno ha spesso gua-dagnato la ribalta mediatica na-zionale per via delle suediscutibili ordinanze, in più diun'occasione semplici proposterimaste tali. É il caso, ad esem-pio, del provvedimento "anti-ro-

Non solo panini. In più di un’occasioneAlemanno ha guadagnato la ribalta mediatica

grazie ai suoi originali provvedimenti

Bonelli e Staderini (Verdi, Radicali)sono stati multati per il consumo diun panino davanti al Pantheon: maquesto non rientra nell’ordinanza

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vistaggio", ovvero l'idea di vie-tare ai senzatetto di frugare neicassonetti alla ricerca di qualun-que oggetto utile per scongiurarel'ipotesi che "la dispersione dellaspazzatura generi infezioni nellestrade e nei luoghi pubblici".Idea rimasta lettera morta e maitradotta in un'ordinanza dopoche la Comunità di Sant'Egidiosollevò la più naturale delle obie-zioni: molti nullatenenti sonoanziani disperati che possono"ovviare" alla loro condizionesoltanto rovistando nei casso-netti alla ricerca di qualcosa an-cora utilizzabile. A distanza diun anno, nelle mire del primocittadino finiscono le intempe-ranze della movida notturna, ar-ginate con due provvedimenti"complementari", l'ordinanza"antialcol" e quella che prevedesanzioni agli esercenti: la primavieta la vendita di bevande alco-liche da asporto dopo le 21.00,mentre la seconda obbliga i pro-prietari dei locali a tenere d'oc-chio la propria clientela e acontrastarne le eventuali intem-peranze – chi fa da sè, fa per tre,soprattutto se a disporlo è lalegge. Il mese di ottobre del 2009sarà invece ricordato per la co-siddetta "ordinanza antilavavetri,antigiocolieri e antivenditoriambulanti" – entrata in vigore ilprimo novembre e rinnovata apiù riprese – che prevedevamulte da 100 euro e sequestro di

proventi e attrezzature: per pocomeno di una settimana il provve-dimento è riuscito a incutere ti-more agli ambulanti, che poisono rispuntati ai semafori nu-merosi come funghi. Un'altrainiziativa controversa – in veritàparecchio in voga in svariati co-muni italiani - è quella datata 16aprile 2011 ed entrata in vigore amaggio, vale a dire l'ordinanzaanti-zanzara tigre che fra le altrecose obbliga i proprietari dipiante a rimuovere l'acqua daisottovasi o da qualunque reci-piente dove possa stagnare, in-vita a trattare questi depositid'acqua con "specifici prodottilarvicidi" e punisce i trasgressori

Amministrazione contro tutti: anti“rovistaggio”, anti alcohol, antilavavetri, giocolieri e venditoriambulanti e“anti zanzara tigre”

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con sanzioni amministrative da50 a 500 €. Risalgono invece aimesi di ottobre e novembre dueordinanze anticortei che impo-nevano itinerari e giorni specificistabiliti dal Comune per manife-stare: in quel caso, a far ritornareil sindaco sui propri passi è statoil Tar del Lazio che, lo scorsofebbraio, ha annullato entrambele disposizioni. Last but not least,le due ordinanze antineve, sem-pre dello scorso febbraio: buferaquasi senza precedenti a Romacon annesso indegno "gioco delcerino" fra Alemanno e la Prote-zione Civile sulle responsabilitàper i disagi arrecati ai capitolini,così il primo cittadino decreta lachiusura di scuole e uffici per idue giorni seguenti e, invece diricorrere al sale, rivolge un ap-pello-ordinanza alla cittadinanzaintera, "invitata" a contribuirespalando a più non posso e ta-

gliando i rami pericolosi. Anchein quel caso, il sindaco formatoemergenza regalò una delle sueperle, un video dove "mostrava aicittadini il buon esempio" spa-lando alacremente in compagniadell'esercito. A quando un'ordi-nanza antidemagogia?

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Le regole della sottrazione

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Se il punto di richiamo è il 5 febbraio,giorno di messa in onda di “Malaroma”,

puntata di Presa Diretta, gli omicidi commessi aRoma e dintorni, a partire da questa, data sono15. Il 2012 di sangue nella Capitale parte peròdal ben noto 4 gennaio: l’agguato a Zou Zhenge sua figlia ha risollevato il tema della sicurezza,specie dopo un anno, il 2011, che ha lasciatoalla squadra omicidi della capitale 30 casi darisolvere. Oltre all’episodio di Tor Pignattara, altri due

assassinii hanno macchiato di rosso il gennaioscorso: Antonio Maria Rinaldi «freddato conuna revolverata in faccia nel garage della suaabitazione alla Pisana» e Salvatore Polcino«assassinato e bruciato nelle campagne delDivino Amore, fra via Ardeatina e viaNettunense». In entrambi i casi gli inquirentihanno seguito la pista del narcotraffico e delregolamento di conti: il tanto citato “Far west”alla romana che ha dominato le pagine deigiornali dal 2011 fino al febbraio 2012. Infatti,dei 37 omicidi dello scorso anno, più della metàsono stati inizialmente attribuiti alla riaccesaguerra tra bande; difatti lo stesso RiccardoIacona, nel suo programma, rimarcava l’accentosul risveglio della criminalità organizzata.Tant’è che un sondaggio dell’1 febbraio scorsorivelava che il 71% dei romani non si sentiva alsicuro nella propria città. L’omicidio a Primavalle di Mario Maida, il 7

febbraio, non ha fatto che confermare latendenza: l’uomo, meccanico pregiudicato, èstato ucciso da un colpo di pistola mentre

Solo più liti e vendette personali: dafebbraio la criminalità organizzata hasmesso di sparare di Gioia Dell’Onzi

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usciva dall’officina. Ancora regolamento diconti, ancora Far West, ancora Chicago deglianni Venti. E, anche in quest’occasione, latendenza della stampa e dei media è stata quelladi associare l’assassinio alla “scia di sangue”iniziata nel 2011. Ma le differenze tra il 2011 eil 2012 ci sono e impongono di stabilire unacesura. Il numero degli omicidi, oramai in calo, è

passato dai 30 dell’anno scorso ai 18 di questo. Il 21 febbraio, Marco Zioni viene ucciso a

Montespaccato: il motivo è una lite tra famiglieper l’affidamento di un bimbo di 10 mesi. ATorvajanica, il 5 febbraio un rumeno di 22 anniha la peggio dopo una rissa con deiconnazionali; il 25 giugno, sempre nella cittàlaziale, un 21enne viene accoltellato dalconvivente transessuale dopo una lite; il 12giugno una rumena pugnalata dal compagno aViale America, mentre il 7 agosto un falegnamedi 43 anni viene legato e ucciso da un serbo peril mancato pagamento dell’affitto. E ancora, il 12settembre e il 20 settembre sono una prostitutarumena e una ragazza filippina a trovare lamorte: la prima, nel quartiere della Borghesiana,trovata picchiata e bruciata; la seconda uccisa acoltellate da un connazionale dopo una lite inViale Caltagirone. Il ciclo di sangue si chiude il 9ottobre, con un 70enne sgozzato in casa sua

Il numero degliomicidi è passato dai30 del 2011 ai 18 di

quest’anno

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dopo una rapina, e il 29 ottobre, con un 30ennesudanese colpito dalla pistola di un uomocalabrese, che lo avrebbe freddato per motivi dilavoro.

A questi omicidi si aggiungono quelli di un72enne ucciso a Ladispoli, di MarcelloQuattromini a Monte Porzio Catone, di ModestoPellino nel centro di Nettuno, di GaetanoMarino sul litorale di Terracina.

Il totale, dall’inizio del 2012, arriva a 18 casi;di essi solamente undici assassinii sonoavvenuti entro le mura romane e, tra questiultimi, solo due – quelli di Antonio Rinaldi eMario Maida – sono ufficialmente riconducibilia un regolamento di conti, ma comunque nonalla criminalità organizzata.

Se l’insicurezza percepita dagli abitanti ècollegabile anche ad altri fattori come rapine,aggressioni, violenze ecc..., gli omicidi sono statievidentemente e numericamente di meno.Roma, così, scende nelle graduatorie dellaviolenza mondiale e il suo rapportoomicidi/1000 abitanti si abbassa allo 0,9%. Lacapitale consegna al mondo uno scenarioparziale ben lontano dalla Chicago degli anniVenti e soprattutto lontana dalla Chicago deglianni nostri. Tenere lontani i confronti azzardati

Degli omicidi del 2012sono solo undici quelli

che sono staticonsumati a Roma

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è obbligatorio: nella città dell’Illinois, 9milaabitanti in meno rispetto alla capitale italiana,nel solo 2012 si è ucciso già 400 volte. Il 2012romano ci consegna anche un altro dato: gliarresti per gli omicidi dell’anno precedente. Dafebbraio infatti le indagini hanno fatto passi inavanti e hanno risolto molti dei casi che al 5febbraio scorso risultavano ancora aperti.Attilio Pezzotti, condannato a 14 anni perl’omicidio di Roberto Ceccarelli; EnricoLanoni, arrestato per la morte di Carlo Ciufo;un ex agente segreto, incriminato perl’assassinio di Rafael Cohen; due marocchini,individuati per l’agguato di Tor Pignattara edue rumeni per quello a Sabatino Onofri.Questi sono solo alcuni dei casi risolti. Con lecondanne e gli arresti di quest’anno si riesceperciò a distinguere meglio chi è morto perragioni personali - tra cui tutti quelli di cuisopra - e chi è stato ucciso per mano dellacriminalità organizzata, vale a dire: Colaneri, levittime di Cecchina, Antonini e Galleoni,Dente, Sforna, Lamma e Mortazzi, Di Masi,Calamanti, Simmi, Cappetta. Se si escludono i delitti che sono ancora

irrisolti - sono sei - , si ottiene un totale di 24casi su 30. Se a questi si sottraggono ancora gliultimi dieci casi di vero Far west, ecco che iltotale di 14 omicidi si avvicina non poco altotale di 11 di quest’anno. Le banche daticonsegneranno probabilmente la Roma del2012 come una capitale più sicura, grazie allapiù efficiente gestione delle forze dell’ordine, etanta, tanta altra retorica da Campidoglio. Da30 morti a 18 il passo è certamente lungo, manon c’è nessun merito perché la differenza èuna sola: la guerra fra bande si è semplicementepresa un anno sabbatico.

Dati alla mano, Romanon è una Chicago

degli anni Venti. Maper quanto ancora?

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La “sicurezza” di essere in pochiI reati aumentano del 7,5% perché non bastano le forze dipolizia né le tre versioni del “Patto per Roma sicura”: la capitalenon può più guardare il bicchiere mezzo pieno

Presa diretta del 5 febbraio scorso, parla GianniCiotti, segretario romano della Silp: «Grossomodo abbiamo un poliziotto per omicidio»

di Nicola Chiappinelli

«Grosso modo noi ab-biamo un rapporto:

un omicidio, un poliziotto».Protestava così, con

garbo, Gianni Ciotti, segre-tario romano della Silp, ilsindacato di polizia dellaCgil. Era il 5 febbraioscorso, e la puntata “Mala-roma” di Presa Direttaaveva appena spostato il suoocchio clinico dalle “ri-sorse” della criminalità aquelle, dichiaratamente in-feriori, dei tutori dell’ordinedella nostra enorme capi-tale.Ma facciamo un ulteriore

salto indietro. Perché la no-stra sarà pure un’attivitàspesso mal (o non) pagata eabusata, ma ti regala quelsottile piacere di recuperareil passato, ricontestualiz-zarlo, e scoprirlo puntualipiù di mille nuove notizie.Ad esempio in data 13

agosto 2010 spunta fuoriquesta sintetica dichiara-

zione del prefetto di Roma,Giuseppe Pecoraro: «Romaè una città accogliente e tol-lerante, tra le più sicured’Europa». Molto contento,ai tempi, era anche GianniAlemanno: «Le istituzionihanno fatto squadra - di-ceva il sindaco - e in questoquadro abbiamo operato,seguendo il “Patto perRoma Sicura” siglato nel lu-glio del 2008, insieme alprefetto Pecoraro e stiamolavorando con il questoreTagliente, con i carabinierie con tutte le altre forze dipolizia per fare in modo cheRoma si liberi da ogni formadi insicurezza e di degrado.»Ma in due anni quante

cose possono cambiare?Tante, evidentemente. E sesi prendono come misura gliannunci e le dichiarazioni,anche di più. Passano infatti24 mesi da quella confe-renza stampa tutta giubilo esicurezza, e ad agosto di

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quest’anno scopriamo chein realtà non è tutto oroquello che luccica; anzi, chel’oro l’hanno proprio fattosparire. I dati a tutto il 2011del Ministero degli Interni(in riferimento al 2010) par-lano chiaro: a Roma i furtiin appartamento sono au-mentati del 13,1% (arri-vando a 14.622), i furti condestrezza del 11,8%(18.799), e le rapine del7,9% (4.232).Poi ci sono le aggressioni,

e si parla sempre e solo direati denunciati, ignorandostatisticamente quindi ilmancato ricorso alla poliziaper paura o per mancanza difiducia nella “giustizia”:l’anno scorso sono arrivate a5.253, il 13,5% in più ri-spetto al 2010.Alemanno guarda il bic-

chiere mezzo pieno: «I reati,che in Italia aumentanoovunque, (a Roma) aumen-tano meno che da altreparti». Vero, lo riporta IlSole 24 ore: se all’ombra delTevere si segnalano 6.138casi ogni 100 mila abitanti,a Milano se ne contano in-vece più di 7 mila. E poi,nonostante la crescita dei

reati, nello stesso tipo diclassifica Roma compare trale dieci città più colpite d’I-talia “soltanto” per i bor-seggi, le rapine e i furtid’autovetture. Così ci pensail delegato del sindaco per laSicurezza, Giorgio Ciardi, aspiegare che questi datisono frutto della crisi eco-nomica. Ovvero, si ruba perpovertà diffusa: «C’è da re-gistrare quindi come giungaun segnale importante daRoma, quinta nella classi-fica, per incidenza di reatisulla popolazione. [..] Leazioni politiche poste in es-sere dalla nostra ammini-strazione infatti, inconcorso con le forze del-l'ordine e tutte le istituzionipreposte nell'ambito delterzo “Patto per Roma Si-cura”, stanno dando risultativalidi, ben lontani da quelliad esempio conseguiti dalmodello Pisapia o De Magi-stris».

Non si sa quale sia talemodello, ma viene da chie-dersi se questo bicchieremezzo pieno non sia piutto-sto un’esclusiva della cri-stalliera comunale delprimo cittadino Gianni,visto che il totale dei reatidenunciati nella Capitale, al2011, fa segnare un +7,5%complessivo (257.434), cheè matematicamente supe-riore rispetto al +5,4 regi-strato a livello nazionale. Epoi ci sono altri dati, di poco

Giorgio Ciardi, delegato del sindaco per la sicurezza: «C’è daregistrare quindi come giunga un segnale importante da Roma,quinta nella classifica per incidenza dei reati sulla popolazione»

I reati proliferanoovunque per povertà,ma nella capitalel’aumento è sopra lamedia nazionale

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precedenti, che confermanoe rincarano la dose: secondol’Associazione delle forze dipolizia (Anfp) il numero deireati era infatti in crescita(+7,8%) già nel 2010; e nelmarzo scorso la procura diRoma aveva segnalato, perle sole violenze sessuali, unaumento del 34,42% tra imesi di luglio del 2010 e del2011.Torniamo allora dal dot-

tor Pecoraro: «Sicuramentel'incremento di reati preda-tori c'è stato. Era previsto -spiega il prefetto – ma se il

+8% è calcolato sui residentimi sembra eccessivo, perchéRoma è una città dove gra-vitano migliaia di pendolari,immigrati e turisti. Quindi èun dato parziale. Ma non bi-sogna abbassare la guardia:l'aumento degli arresti èstato incredibile e già iltrend del 2012 non è cosìnegativo. Ci sono semprepiccoli furti e rapine perpochi soldi, tipici del mo-mento che stiamo attraver-sando. E gli omicidi sono incalo.»Ineccepibile. Ma quando

si trasla il discorso dallaquantità alla qualità del cri-mine, si entra in una selvafitta di interpretazioni opi-nabili che lasciano il fiancoagli attacchi di chi, ad esem-pio, per mestiere fa opposi-zione. Così si legge che «neiquattro anni e mezzo diAlemanno sono cresciuteaggressioni politiche asfondo razziale, omofobo e

contro le donne. La movidanotturna è costantementesegnata da risse, violenze eaggressioni. E Roma è dive-nuta la maggior piazza na-zionale di consumo dellacocaina»: parole del consi-gliere comunale DarioNanni.«È patetico che la propa-

ganda di Alemanno voglialeggere questi risultati inmodo diverso, magari com-parandoli con altre città»,dice invece il segretario delPd romano, Marco Miccoli,il quale ricorda che oltre-tutto l’ex ministro delle Po-litiche agricole, nel 2008,vinse le elezioni «specu-lando su fatti di cronacanera e promettendo unacittà più sicura.»Altra piccola grande ve-

rità. Basta andare su You-tube e prendere un video acaso della campagna eletto-rale di Alemanno: “Chiviola la legge deve essere ar-restato o cacciato da questacittà”.Ecco allora la chiave di

tutto, il nucleo di questacellula che è la “sicurezza”:l’ordine pubblico non èun’espressione astratta, ma

Il prefetto Pecoraro ha detto che «non bisogna abbassare laguardia, l’aumento degli arresti è stato incredibile e già il trenddel 2012 non è stato così negativo»

«L’incremento c’èstato, ma il dato èparziale perché qui cisono pendolari,immigrati e turisti»

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una funzione concreta, affi-data ed esercitata da uominiin carne e ossa con esigenzepratiche reali. Una que-stione a cui si da’ scarso in-teresse o perché ritenutascontata (per esserci l’arre-stato deve esserci chi arre-sta), o più probabilmenteperché è uno smacco per leistituzioni trovarsi davantialle lamentele della polizia,braccio armato di quella “le-galità” a cui esse appaltanoqualsiasi decisione. Ed è dif-ficile che a smentire l’effica-cia di chi garantiscel’esistenza del sistema, sia ilsistema stesso.«Ringraziamo il grande

lavoro delle forze dell’or-dine» è uno dei motti clas-sici di chi governa. Maqueste forze come la pen-sano? Ecco: «Non possiamopurtroppo meravigliarci delpeggioramento dei feno-meni criminali nel nostroPaese, [..] non può essereignorato l'effetto che hannoavuto i tagli alla sicurezzadecisi dal governo Berlu-sconi. Una riduzione di 3miliardi di euro in tre annialle forze di polizia non puòessere compensata infatti

dall'impegno degli opera-tori». Lo dice Claudio Giar-dullo, segretario generaleSilp-Cgil, che aggiunge: «Ele decisioni del governoMonti con la spending re-view non lasciano spazio al-l'ottimismo: il sistema disicurezza perderà nei pros-simi 3 anni altri 18.000 ope-ratori, e nulla ancora è statodetto sulla sorte delle que-sture nelle province che sa-ranno accorpate. Il rischioche il Paese sta correndo,dunque, è quello di subireun ulteriore peggioramentodei livelli di legalità..che,certamente, non lo aiute-ranno a uscire dalla crisi».Servono investimenti,

non promesse o ringrazia-menti. Per questo a dicem-bre del 2011 Alemannos’era impegnato per concor-dare con il ministro dell’In-terno Anna MariaCancellieri un nuovo “Pattoper Roma sicura” (il terzo),

Claudio Giardullo, segretario generale Silp: «Il rischio che il Paesesta correndo è quello di subire un ulteriore peggioramento dei

livelli di legalità che non lo aiuteranno a uscire dalla crisi»

«Con la spendingreview il sistemasicurezza perderà neiprossimi tre anni altri18mila operatori»

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Previsti finanziamenti per 2 milioni e 700mila euro, el’immissione «di 400 uomini tra carabinieri e polizia inarrivo da tutta Italia che saranno dislocati sulle strade»

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forse perché la città poi cosìsicura non è, a dispetto diciò che dice il prefetto. Pre-visti finanziamenti per 2mln e 700 mila euro, e l’im-missione «di 400 uomini tracarabinieri e polizia in ar-rivo da tutta Italia che sa-ranno dislocati sulle strade».Reazioni entusiaste da

tutti i fronti, ma nulla cheabbia cambiato decisamentelo stato delle cose. Lo dimo-strano le parole di GiorgioInnocenzi, segretario gene-rale del Consap, che tempofa aveva definito «inaccetta-bile la circolare che ha resonota la chiusura di tutti ipunti carburante della poli-zia romana, proprio in unafase in cui l’afflusso di pelle-grini e turisti sulla Capitaleavrebbe richiesto un poten-ziamento del servizio».Continuava Innocenzi: «Piùche di razionamento, biso-gnerebbe parlare di priva-zione, i colleghi infattiavranno a disposizione solodue buoni per turno di ser-vizio, un totale di 20 euro;significa che l’auto che deverecarsi, ad esempio, a Fiu-micino rischia di rimanere asecco in autostrada».

Nei giorni scorsi ad espri-mersi sulla questione erastato invece il comandantedella Polizia Locale diRoma, Carlo Buttarelli: «Afronte di una dotazione or-ganica del corpo fissata a8.450 unità, attualmente ilCorpo di Polizia Municipaleconta 6.322 unità con unacarenza del 25% rispetto ladotazione base».Insomma pensate a dei

bambini che giocano a“guardie e ladri”: i primihanno un monopattino, isecondi una mountain bike.Potrete studiare tutte le po-litiche del quartiere, i porti-cati e le vie del circondario;le guardie arriveranno sem-pre dopo.

«A fronte di una dotazione fissata a 8450 unità, attualmente ilCorpo di Polizia Municipale conta 6322 unità con una carenza del

25% rispetto alla dotazione base»

«Bisognerebbeparlare di privazione:con 20 euro per labenzina si rischia dirimanere a secco»

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Strade perduteCome l’asfalto ha strangolato Roma

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Tutte le vie portano alla capitale, ma una volta arrivateci muoionostrangolate tra appalti, malagestione e assenza di manutenzione.Così si dà la colpa a pioggia, neve e altri agenti atmosferici: laresponsabilità è però solo delle amministrazioni

C'è un vecchio adagio cherecita "Tutte le strade por-

tano a Roma". Nato in tempi an-tichi, sottolineava come lamaggior parte delle strade con-solari partissero da Roma, esal-tandone l'efficienza del sistemaviario, fiore all'occhiello dellaallora capitale dell'Impero.Chissà se i nostri illustri antenatiavrebbero mai immaginato che,a distanza di secoli, il sistemastradale della Capitale e la suarelativa gestione sarebbero dive-nuti sinonimi di inefficienza emalfunzionamento. Triste testi-monianza dell'attuale problema"viabilità", è stata la paradossalesituazione venutasi a creare loscorso febbraio, in occasionedell'ormai famosa nevicata ab-battutasi sulla Capitale: mac-chine bloccate per un totale di280 chilometri di code dal cen-tro fino al raccordo anulare, il75% degli autobus impossibili-tati a circolare per mancanza digomme termiche, decine ditreni regionali rimasti fermi perl'intera nottata, con a bordo per-lopiù sfortunati pendolari rima-sti così senza cibo ne acqua;infine, dulcis in fundo, dodiciuscite del Raccordo rimaste

chiuse per permettere il tardivointervento di spazzaneve e spar-gisale. Il tutto condito dallo“scaricabarile” di responsabilitàfra Alemanno e il capo dellaprotezione civile Gabrielli ri-guardo i motivi di una tale im-preparazione ad affrontare lasituazione venutasi a creare.d'altra parte l'eccezionalità di unsimile evento è stata più voltechiamata in causa come parzialescusante di tanta disorganizza-zione. Una giustificazione che diffi-

cilmente potrebbe essere ad-dotta per giustificare i problemipiù volte creati da un ben piùprevedibile agente atmosferico:

la pioggia. Eclatante al riguardoè quanto avvenuto la mattinadel 20 ottobre 2011, quando unviolento temporale abbattutosisulla città di Roma ha messo anudo tutti i limiti di un sistemafognario non adeguato e che giàtroppe volte in precedenza si era

di Daniele Di Corcia

Il 20 ottobre 2011 un violento temporale siabbatte su Roma. Il reticolo viario è allagato,

la zona attorno alla stazione Tiburtina sitrasforma in un’enorme pozzanghera

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dimostrato non all'altezza. Ine-vitabile conseguenza è stato ilparziale allagamento di alcuniquartieri, come l'Infernetto, cheha causato ingenti danni almanto stradale (e non solo) e laparalisi della circolazione diqualsivoglia mezzo di locomo-zione all'interno delle zone piùcolpite. Ma qual è la reale moti-vazione di tanti disagi? La rispo-sta è presto detta: la totalemancanza di una manutenzionecostante e programmata dellestrade da parte del comune. IlCampidoglio costringe quindi isingoli municipi, di per sé dotatisolo di un potere di indirizzo alriguardo, a farsi carico di unonere palesemente eccessivo, so-prattutto in assenza di sovven-zioni specifiche.Proprio per ovviare a questo

problema l'ex Sindaco Veltroniaveva deciso di appaltare, per unperiodo di nove anni, la manu-tenzione delle strade capitolineal consorzio di società facentecapo all'imprenditore AlfredoRomeo. Tuttavia l'annullamentodi tale concessione da parte delTar del Lazio, avvenuta nel 2007per una rilevata situazione diconflitto di interessi di uno deicomponenti del consorzio almomento dello svolgimentodella gara d'appalto, coincisa conlo scioglimento della giunta Vel-troni, ha nuovamente gettatonel caos la questione. Per questo

il subentrante sindaco Ale-manno, nominato per l'occa-sione anche commissariostraordinario all'emergenza traf-fico, ha deciso di ritirare la con-cessione esclusiva per lamanutenzione stradale al fine discinderla in 8 lotti da assegnareanch'essi tramite gara d'appaltopubblico. Peccato che poi le coseabbiano preso una piega ben di-versa. Non è un mistero infatti

(come testimoniano gli inter-venti a più riprese dell'autoritàper la vigilanza sui contrattipubblici) che, in molti casi, inluogo della prevista procedura diassegnazione tramite gara, si siafatto ricorso all'affidamento di-retto. E qualora la gara d'appalto

La manutenzione non c’è. Il comune prova arisolvere il problema costringendo i singolimunicipi a farsi carico di onere eccessivo e

che non possono in alcun modo gestire

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si sia effettivamente svolta rego-larmente abbiano vinto offertefino al 50% inferiori all'importobase dell'asta,un apparente sui-cidio economico da parte dellesocietà appaltanti. A meno che,durante i successivi lavori di co-struzione,non si decida di ri-sparmiare diminuendo lepercentuali di legame bitumi-noso o utilizzando materiali sca-denti per gli strati di base delmanto stradale. E poco importase in media 200 persone l'annoperdono la vita a causa di inci-denti dovuti al deteriorarsi del-l'asfalto.Ma i problemi di malagestione

della viabilità a Roma purtropponon si limitano a quanto dettofinora. C'è un'altra spina nelfianco della città eterna che ri-sponde al nome di "mezzi pub-blici". é stato calcolato che unautomobilista romano passa inmedia al volante 230 ore l'anno,ovvero l'equivalente di diecigiorni di vita. Se ne deduce fa-cilmente il ruolo fondamentalegiocato dai mezzi pubblici nelcongestionato scacchiere deltraffico capitolino. In questocaso però utilità ed efficienzanon vadano esattamente di paripasso. Prendiamo ad esempio laproblematica questione dei"pendolari". Essi sono i piùusuali utilizzatori dei treni checollegano il centro città con lezone più periferiche e i paesi cir-

costanti e di conseguenza diven-gono i più vessati dai frequentiproblemi che vengono a crearsi,quali fatiscenti condizioni dellecarrozze e soprattutto sovraffol-lamento delle stesse, dovutoprincipalmente alla frequentesoppressione delle corse, causatadalla mancanza di treni in con-dizioni tali da poter essere effet-tivamente utilizzati.Esempio ancora più calzante è

quello delle metropolitane.Roma è dotata di due sole linee,che si estendono complessiva-mente per un totale di 36 chilo-metri, una cosa irrisoria separagonata agli oltre 200 diquella di Parigi e ai 400 di quellalondinese. Per questo la giunta

Veltroni tentò di appaltare, per un periodo di9 anni, la gestione delle strade al consorzio di

Alfredo Romeo. Un conflitto d’interessiindusse il Tar a sciogliere il contratto

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Veltroni aveva deliberato il pro-lungamento della metro B perun totale di 521 milioni di spesa.Esborso non considerato soste-nibile dal successivo sindacoAlemanno il quale, vedendosicomunque costretto a realizzarel'opera promessa dal suo prede-cessore, al fine di reperire i fondiper essa necessari ha deciso diutilizzare la formula del "projectfinancing": consiste nel conce-dere la possibilità a società pri-vate di edificare in zoneperiferiche (un milione di metricubi in totale), purché esse siimpegnino a terminare il trattomancante della linea B. E pocosi è badato al fatto che le sud-dette zone siano già sature enon più in grado di sopportareulteriori colate di cemento,chemetterebbero definitivamente arepentaglio la già scarsa vivibi-lità attuale. la situazione è per-sino peggiore per quantoriguarda il completamento dellanuova linea C, dove la conces-sione è stata attribuita tramiteaffidamento diretto,senza quindipassare per una gara d'appalto.Questo ha permesso alle societàconcessionarie di avanzare pre-tese a dir poco folli in cambiodella costruzione degli ultimisette chilometri della futura me-tropolitana, quali la richiesta digestione esclusiva della stessaper 35 anni e la possibilità di uti-lizzare a proprio piacimento

svariati edifici (al momento adi-biti perlopiù a caserme) situatiin prestigiose zone di Romaquali Prati e Flaminio. A tuttoquesto va poi aggiunto l'enormeritardo sulla fine dei lavori, chesono arrivati ormai a costare labellezza di 250 milioni al chilo-metro, cifra tre volte superiore aquella spesa dal comune di To-rino per la propria linea metro-politana.

Ma d'altronde si sa, al nord ra-gionano in maniera fredda e di-staccata. E poco importa se lostereotipo ogni tanto viene con-fermato, tanto i più simpatici ri-maniamo sempre noi.

La metro B è stata prolungata grazie al“project financing”: le società sono state

libere di edificare in periferia purchécontinuassero i lavori fino a Conca d’oro

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Scandalo Atac, 50 centesimi dopo

In uno dei servizi mandati inonda da presa diretta il 5febbraio, Lisa Iotti intervistava ilavoratori dell’Atac cercando dicapire per quali motivi la piùgrande azienda di trasporto pub-blico italiano non riuscisse a of-frire un servizio decente allacittadinanza. Gli operai si do-mandavano come fosse possibileche si fossero trovati i soldi perrimpolpare la schiera dei diri-genti, ma non per comprare adesempio qualche cacciavite inpiù. Effettivamente è paradossaleche un’azienda con un buco dibilancio che oscilla tra i 600 e gli800 milioni di euro, riesca ad as-sumere grandi quantità di nuoviimpiegati.

Per capire qualcosa in più, èdoveroso fare un passo indietro etornare al 2010, quando la Cortedei Conti e la Procura di Romaaprirono due inchieste sulle mo-dalità di assunzione dell’aziendadal 2004 in poi, ipotizzando ilreato d’abuso di ufficio. Inda-gando, venne fuori che dal 2004in avanti il comune aveva spesoun bel po’ di soldi per la sele-zione del personale: un totale di1.855.249 euro destinati dal 2004in avanti a diverse società che sioccupavano della selezione, dicui ottocentomila nel solo trien-

Due anni dopo “Parentopoli” i Pm hanno chiuso leindagini: per Visconti e altri sette dirigenti si profila ilrinvio a giudizio per abuso d’ufficio

Nel 2010 la Procura di Roma aprì l’inchiestasulle modalità d’assunzione dell’azienda che dasole avevano assorbito dal 2004 quasi 2 milioni

di Elisabetta Specchioli

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nio tra il 2008 ed il 2010. Addi-rittura tre di queste società ot-tennero l’incarico senza essereneppure accreditate: la Mida Spa,che ricevette 23mila euro nel2008, la Coritecna che ne ebbe27.600 nel 2009 e la Asset Mgmtche ne percepì 19mila nel 2006.

Per capire per quale motivo leassunzioni venissero gestite nondirettamente dall’Atac, ma affi-date a altre società, bisogna in-traprendere un piccolo viaggionelle trasformazioni che l’a-zienda ha vissuto negli anni: nel2000 Atac decide di tenere per sésolo la proprietà dei mezzi, degliimpianti tramviari e filoviari edei depositi, cedendo il compitodi gestire l'esercizio commercialea delle società concessionarieesterne. Ad esempio la gestionedella gran parte del servizio disuperficie fu assegnata alla Tram-bus, società controllata total-mente dal Comune di Roma, lelinee periferiche vennero affi-date alla Tevere Tpl, società in-teramente privata e le lineemetropolitane andarono allaMe.Tro, controllata al 95% dalComune. Nel 2010, proprio pocoprima che lo scandalo Parento-poli scoppiasse, Trambus e Me.

Tro, furono riassorbite da Atac. In questa storia di scissioni e

riassorbimenti, non bisogna maiperò perdere di vista due puntifermi: che le aziende municipa-lizzate romane hanno un girod’affari che si aggira sui 4 mi-liardi di euro e 31.800 dipendenti

totali e che l’80% dei costi di ge-stione sono fissi, in quanto rela-tivi in parte al gasolio e in parteal personale. Se questo personaleviene assunto con dei meccani-smi tutt’altro che cristallini, l’au-mento del costo del biglietto adesempio suona come una vera epropria presa in giro di chi quelbiglietto lo deve pagare.

A due anni di distanza dall’a-pertura dell’inchiesta, il Pm

Le aziende municipalizzate romane hanno ungiro d’affari che si aggira sui 4 miliardi di euro

e quasi 32mila dipendenti

Nel 2000 Atac decide di tenere persé solo la proprietà dei mezzi e degliimpianti. L’esercizio commercialepassa a società concessionarie

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Francesco Dall’Olio e il procura-tore aggiunto Alberto Capernahanno depositato l’avviso di con-clusione delle indagini che po-trebbe portare al rinvio agiudizio, con l’accusa di abusod’ufficio, sia nei confronti del-l’assessore all’ambiente MarcoVisconti, la cui moglie BarbaraPesimena, venne assunta primain Me.tro e quindi in Atac conuno stipendio da circa 70milaeuro l’anno e un incarico di

«capo della Gestione eventi sani-tari» sia per sette dirigenti diMe.tro , Trambus e Atac.

Chiusa dunque Parentopoli,Caperna e Dall’Olio hanno av-viato un nuovo fascicolo d’inda-gini stralciato dal precedente,concentrandosi sul capitolo ap-palti, all’interno dell’azienda deitrasporti comunali.

Le nuove verifiche riguardanol’acquisto, la manutenzione e lecondizioni di sicurezza dei va-goni delle due linee metropoli-tane che servono la capitale.Secondo quanto ha riportato il

Messaggero «il Pm ha chiesto adAtac di consegnare agli investi-gatori il bando della gara del 23giugno 2010 per l'appalto a sog-getti esterni all'azienda per lamanutenzione dei vagoni dellalinea B della metropolitana diRoma nonché della documenta-zione relativa alla istruttoriasvolta alla aggiudicazione dellagara alla ditta Bombardier». Alvaglio degli investigatori c’èanche il bando per «servizi di ri-morchio pulizia e manutenzionedelle vetture di superficie», asse-gnato alle ditte Drive line ser-vice, Ciclat, Cometa, Gommeur

e Punto Log. Infine, nuovo og-getto d’indagine è l’installazionedi servizi di refrigerazione e l’ac-quisto di carrozze con aria con-dizionata.

E, come in ogni buon film di

spionaggio, anche in questo rac-conto dalla fitta trama c’è latalpa. Ancora il Messaggero: «Adenunciare appalti che potreb-bero aver scavalcato persino i la-

Dopo Parentopoli Caperna eDell’Olio hanno avviato un nuovofascicolo indipendente,concentrandosi sugli appalti

Al vaglio degli investigatori c’è anche il bandoper «servizi di rimorchio pulizia e manutenzione

delle vetture di superficie»

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voratori dell’Atac è stato un di-pendente sentito come personainformata sui fatti che ha dichia-rato a verbale di riscontrare si-stematicamente che la maggiorparte delle apparecchiature deinuovi treni non vengono affidateagli operai Atac che sarebberoperfettamente in grado di effet-tuare manutenzione nei labora-tori a loro disposizione, mavengono effettuate da una dittaspagnola per appalto». Il colpo di coda degli scandali

legati alla gestione dell’Atac di-pinge una pennellata impor-tante: il cittadino non è soloraggirato, ma addirittura preso ingiro. E i giochi di parolemuoiono davanti a quella grandezona grigia che sono gli appaltiin Italia e specialmente a Roma;con i suoi 5 milioni di abitanti dagestire, il capoluogo laziale costi-tuisce la più grande stazione ap-paltante di servizi del Paese. Un vero e proprio portone

l’hanno invece aperto le indaginisull’Ama, l’azienda che si occupadella nettezza urbana della capi-tale. Franco Panzironi, ex ammi-nistratore delegato dell’Ama, èindagato insieme ad altri tre im-prenditori per presunte irrego-

larità legate a un appalto di ser-vizi e noleggio di materiale e ve-stiario dell'aziendamunicipalizzata capitolina. L'ac-cusa per tutti e quattro è di averusato «mezzi fraudolenti costi-tuiti da un preventivo accordo»ed in questo modo avrebbero

turbato la gara e «predetermi-nando caratteristiche e tempi difornitura tali da impedire ad altriconcorrenti di presentare offerteconcorrenziali». Il Pm Paolo Ieloipotizza che l’appalto del 2010,del valore di 14 milioni di euro,sarebbe stato assegnato tramiteun bando viziato, volto a favorireuna ben precisa società, inoltreha ritenuto sospetti «i tempimolto ristretti di partecipazione»

Il capoluogo laziale, con i suoi 5 milioni diabitanti da gestire, costituisce la più grande

stazione appaltante di servizi del Paese

Le nuove verifiche riguardanol’acquisto, la manutenzione e lecondizioni di sicurezza dei vagonidelle due linee metropolitane

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Di fronte all’aumento a 1,50 euro,ecco l’esito della corsa agli ultimibiglietti a un’euro di metro e bus

(Foto: G. Ceglia)

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che nei fatti hanno favorito l'Ati,ovvero la società che poi ha vintola gara. Insomma, stando allaProcura Panzironi avrebbe fattoin modo che ad aggiudicarsi l’ap-palto fosse un consorzio tempo-raneo d’impresa, penalizzando eescludendo dalla gara ditte che,tra l’altro, avevano presentato of-ferte di importo inferiore equindi più vantaggiose perl’Ama. Panzironi, oltretutto, erastato già indagato nell’ambito diParentopoli ed è una vera e pro-pria figura chiave che qualcosadice di Alemanno e della sua ge-stione della città. Infatti, come silegge su Libero del 18 ottobre «lapromozione di Panzironi comeamministratore delegato del-l'Ama fu fortemente voluta dalsindaco capitolino nonostante levicissitudini gestionali e giudi-ziarie del manager che come expresidente Unire, ente ippico perla selezione e l’incremento dellerazze equine, fu indagato e co-stretto ad andarsene ed è statoalla guida dell'Ama fino alla finenaturale del mandato (agosto2011). I rapporti con Gianni Ale-manno, di cui è un fedelissimo,sono ancora molto stretti: è in-fatti il segretario generale di

Nuova Italia, fondazione che facapo al sindaco». Il mondo degli appalti è un

grande pascolo dove i corrotti siforaggiano abbondantemente el’aspetto inquietante del discorsoè che la corruzione venga consi-derata come geneticamente cor-relata a quest’ambito, come unamalattia impossibile da debel-lare, come dire che è essa stessaun sistema di gestione. Peccatoche vada sempre a discapito dellaqualità della vita di chi ad esem-pio a Roma ci vive.

Bandi e appalti viziati: quellodell’Atac non è l’unico scandalo, mafa compagnia alle indagini sull’ex addi Ama, Franco Panzironi

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Il SeraleSettimanale quotidiano*

*Un tema a settimana,un aggiornamento ogni sera.

Coordinatori Lorenzo Ligas, Silvia Fiorito

Chiara Esposito