rivista amici novembre dicembre 2012

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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi Novembre - Dicembre 2012 - Anno XIII n. 6

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rivista Amici novembre dicembre 2012

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mici di Gesù CrocifissoA Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

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Novembre - Dicembre 2012 - Anno XIII n. 6

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11 – Da Gesù Crocifisso al Crocifisso Risortodi P. Alberto PierangioliNovembre 2012

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Perché la croce?

La verità più difficile da accettarein Gesù Cristo è che il Figlio di Diomuoia crocifisso. Se ci si pensa seria-mente, c’è da perdersi. Com’è statopossibile? Il Padre non manda il Figliosulla terra per morire in croce, ma perriportare l’uomo sulla via della salvez-za. Gesù si fa uomo per salvare l’uo-mo, con un messaggio di amore; ma èrifiutato. Giovanni inizia il suo vange-lo affermando che, il Figlio di Dio“venne fra la sua gente, ma i suoinon l’hanno accolto” (Gv 1,11).“Tutta la vita di Cristo fu croce e mar-tirio”, dice l’Imitazione diCristo. Sono state tante lesofferenze di Cristo.

Appena nato in unastalla, è ricercato a morteda Erode. Quando inizia lavita pubblica a Nazaret, ipaesani cercano subito diucciderlo. È criticato per-ché perdona i peccati ecompie i miracoli di saba-to. Per questo i capi delsuo popolo decidono pre-sto di eliminarlo. Il Padrevuole la salvezza dell’uo-mo, ma l’uomo la rifiuta esi accanisce contro Coluiche gliela dona. Il Figlioama talmente il Padre el’uomo, da decidere didare la vita, perché sa che,solo “quando sarà innalzato daterra attirerà tutti a sé” (Gv 12, 32),che “il chicco di grano deve morireper portare molto frutto” (Gv 12,24)e che “non c’è amore più grande didare la vita per gli amici” (Gv15,13). Gesù accetta con amore e peramore la morte in croce.

Dalla morte alla vita

Il messaggio d’amore di Gesù rag-giunge il suo culmine sulla croce. Ma lacroce non è lo scopo e la meta della vitané per Gesù, né per noi. La passione èun passaggio obbligato, non è la meta.Gesù ha accettato di essere il Crocifissocome tappa necessaria per essere ilRisorto, il Vivente. Il Cristo crocifisso“Dio lo esaltò e gli donò il nome che èal di sopra di ogni nome, perché nelnome di Gesù ogni ginocchio si pie-

ghi nei cieli, sulla terra e sotto terra,e ogni lingua proclami: «Gesù Cristoè Signore!» (Fil 2 , 9-11).

Passione, risurrezione e gloriasono inseparabili, per Gesù e per noi.Gesù ha detto: “Se qualcuno vuolvenire dietro a me, rinneghi se stes-so, prenda la sua croce ogni giorno emi segua” (Lc 9,23). Il cristiano non èun condannato a portare una crocespeciale: è la croce di ogni uomo, lacroce quotidiana, la croce di ognivocazione. L’essere cristiano nonaumenta e non toglie la croce, aiuta aportarla, a renderla meno pesante, asantificarla. Gesù dice: “Venite dietro

a me”. Egli va avanti e aiuta ognidiscepolo a portare e redimere la crocedi ogni giorno, come “concrocifisso”con Cristo. Contemplare la croce diCristo aiuta a ridimensionare le nostrecroci. Portare la propria croce conGesù la rende più leggera. La crocesenza Cristo schiaccia, con Cristoinnalza e diventa trono. S. Paolo dellaCroce parla ai discepoli più generosidi “Morte mistica”, ma che porta alla“Divina Rinascita”: morire per vive-re, perdersi per ritrovarsi. S. Francescodiceva: “Tanto grande è il bene che miaspetto che ogni pena mi è diletto”. Lasequela di Cristo è esigente. Esserecristiano significa fare proprio il mododi vivere e di sentire di Gesù.

Pensiamo alla vita di famiglia: èstato detto che la famiglia deve essereil camposanto dell’io, per essere poi ilcampo dell’amore, della comunioneprofonda, della santità. Ma se predo-

mina e comanda l’io, la famigliadiventa il cimitero dell’amore e del-l’unione. Le conseguenze le abbiamocontinuamente sotto gli occhi. L’iotrionfa e fa intorno a sé un cimitero.Questo vale per ogni vocazione, perogni situazione.

Conclusione

Nelle religioni non cristiane ladivinità chiede sacrifici agli uomini,

ma essa non partecipaalla loro sofferenza. Ilnostro Dio è il Dio chesoffre con gli uomini eper amore degli uomini:“Non abbiamo unsommo sacerdote chenon sappia compatire lenostre infermità, essen-do stato lui stesso pro-vato in ogni cosa, asomiglianza di noi,escluso il peccato” (Eb4,15). Il nostro primoimpegno con Dio non è diamare Dio, ma di credereall’amore che Dio haper noi. Il Crocifisso ne èla prova più grande. IlRisorto è la meta lumino-sa verso la quale cammi-niamo. Ci sono tante

prove nella nostra vita e a volte non èfacile credere all’amore di Dio.Contemplando, amando e testimonian-do il Crocifisso Risorto comprendia-mo che “Dio è amore” e che ci vuolefelici, ci ha creati per il Cielo. I nostriimpegni di cristiani, di coniugi, geni-tori, lavoratori, Amici di GesùCrocifisso sono chiodi di amore checi tengono legati a Lui.

Siamo chiamati ad essere portatoridi croci, ma non fabbrichiamocicroci da soli e non siamo mai fabbri-catori di croci per gli altri. IlCrocifisso Risorto è portatore di vita edi speranza, non solo per la vita eterna,ma anche per il pellegrinaggio su que-sta terra. La risurrezione di Gesù è lacertezza che anche noi risorgeremo eche la nostra vita continua oltre lamorte nella gloria del cielo.

[email protected]

Pasquale, Renata e M. Teresa di Roccarasoconsacrati a Gesù Crocifisso con chiodi d’amore.

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Il punto centrale della spiritualità disan Paolo della Croce è stato indi-viduato da molti studiosi nella dot-

trina della “morte mistica e divinarinascita”. È un tema che ricorrespesso nelle lettere del santo; temaattualissimo, collegato alla spiritualitàbattesimale di cui parla san Paolo apo-stolo, che considera il battesimo comeinizio della salvezza. Il battesimo èuna morte e una nascita. Il fonte batte-simale è nello stesso tempo un sepol-cro e un grembo. Nasciamo vivi comefigli di Adamo, morti come figli diDio.

Scrive san Paolo ai Romani: “Permezzo del battesimo siamo statisepolti insieme a lui nella morteaffinché, come Cristofu risuscitato daimorti, così anche noipossiamo camminarein una vita nuova. Seinfatti siamo statiuniti a lui a somiglian-za della sua morte, losaremo anche a somi-glianza della suarisurrezione. Lo sap-piamo: l’uomo vec-chio che è in noi èstato crocifisso conlui, perché noi nonfossimo più schiavidel peccato… Ma sesiamo morti conCristo, crediamo cheanche vivremo conlui, sapendo cheCristo, risorto daimorti, non muore più.Infatti egli morì per ilpeccato una volta pertutte; ora invece viveper Dio. Così anchevoi consideratevimorti al peccato, maviventi per Dio, inCristo Gesù” (Rm 6, 4-11).

L’immersione battesimale deveportarci a morire a tutto ciò che è men-talità del mondo, autonomia da Dio eautosalvezza. L’ emersione porta allarisurrezione e alla nuova nascita. È ilcammino battesimale del Cristiano:non dalla vita alla morte, ma dallamorte alla vita.

San Paolo della Croce parte da altriprincipi, ma guida allo stesso cammi-no e alla stessa meta. Così scrive aLucia Burlini: «Morta misticamente atutto ciò che non è Dio, con altissimaastrazione da ogni cosa creata, entra-te sola, sola nel più profondo dellasacra solitudine interiore, nel sacro

deserto; e questa sacra entrata si facon l’annichilamento, si fa con la fedee il santo amore, con alto distacco daogni contento sensibile anche santo, ecosì l’anima rinasce a nuova vita dicarità nel Divin Verbo!» (LL I-I p.301). (Cfr, Lippi: Introd. Lettere aiLaici I-I. p. 105).

Per fare il volo nel “seno delPadre”, occorre deporre tutta lazavorra che ci appesantisce; occorreun cammino di spogliamento e dipurificazione: è la morte “dell’uomovecchio” (Col 3,9), la “morte misti-ca” a tutto ciò che non è Dio. È parte-cipare alla morte di Cristo, per mezzodel Battesimo, è morire ed esseresepolti con Lui, per risorgere con lui

(Rm 6,4). Continua san Paolo: “Voisiete morti e la vostra vita è ormainascosta con Cristo in Dio.Mortificate dunque quella parte divoi che appartiene alla terra” (Col3,3-5). È la “potatura” divina, di cuiparla Gesù (Gv 15,2), necessaria perportare più frutto. Per san Paolo dellaCroce occorre una continua “vitamoriente”: morire a tutto il creato,con distacco da ogni creatura, anchedagli stessi doni di Dio, con la morti-ficazione interna ed esterna. È la con-vinzione di “nulla avere, nulla potere,nulla sapere”, per attaccarsi unica-mente a Dio e riposarsi in Lui,“Sommo Bene” e il vero “Tutto”. Le

prove, le tentazioni, leumiliazioni, le ariditàsono gli strumenti di cui siserve Dio per purificare l’animaamante sono: “ricami del lavoro amo-roso di Dio”, che ama e vuole il verobene della sua creatura. La mortemistica arriva quando uno muoretotalmente a se stesso, al proprio io eal mondo. Allora può dire con Gesù:“Padre, nelle tue mani consegno ilmio spirito” (Lc 23, 46). La mortedell’uomo vecchio porta alla nascitadell’”uomo nuovo”, per vivere la vitadeifica nel “seno di Dio”. L’animarinasce ogni momento a vita nuova diamore nel Divin Verbo.

È un approfondimento originaledel dualismo evangeli-co: “morte e vita”,“morire per vivere”,“vita secondo la carnee vita secondo loSpirito”. Arrivati aquesta altezza, s’inco-mincia a provare glieffetti della mortemistica, a vedere lemeraviglie d’amore cheopera il Signore nel-l’anima che si abbando-na a Lui. “Oh che vita èquesta! Oh chemorte!”, esclama sanPaolo della Croce. È unmartirio d’amore.

Concludiamo, chie-dendoci: “che cosasignifica “morire atutto ciò che non è Dio,anche a se stesso edistaccarsi da tutte lecreature”. Il cristianonon è un pessimista, unmasochista, un misogi-no. Il cristiano è unoche riconosce il creatocome opera di Dio e sa

che tutto ciò che Dio ha creato è “cosabuona” (Gen 1, 10). Ma sa anche cheil peccato ha inquinato la natura etende ad allontanare l’uomo da Dio.Per questo, il vero cristiano s’impegnaa rimettere Dio al primo posto e ciòrichiede lotta e sacrificio. Fa questoper rimanere fedele all’amore di Dio,per camminare verso la vita con Dio.Questo è il cammino della “mortemistica” per arrivare alla “divinanatività e alla santità, un passaggiodalla passione alla risurrezione. Unagrande schiera di santi cammina consan Paolo della Croce per indicarciquesto cammino.

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12 – La “morte mistica” e la “divina natività”di P. Alberto PierangioliDicembre 2012

Morte mistica e divina natività sulla Crocedi Gesù Bambino, venerato da San Paolo della Croce.

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dare ad Elia il tempo di compiere unprodigio a favore di Gesù, miracoloche, ovviamente, si suppone nonavverrà mai.

Nella morte di Gesùl’aurora della fede

In questo contesto di solitudine edi scherno, Gesù spira dopo averemesso un grande grido. Il velo deltempio si squarcia in due da cima afondo, mentre il centurione riconoscela figliolanza divina di Gesù. Dasegnalare che è la prima volta che,all’interno del racconto marciano, unuomo riconosce in Gesù il Figlio diDio. Finora questa verità di fede èstata affermata soltantodall’Evangelista, all’inizio della suaopera (1,1); dal Padre (1,11; 9,7); daidemoni (3,11; 5,7) e da Gesù stesso(14,62).

Va messo in rilievo che per quantoconcerne il motivo che ha spinto que-sto militare a riconoscere la divinità diGesù, Marco si differenzia molto daMatteo. Secondo Mt 27,54, il centu-rione e quelli che stanno con lui rico-noscono in Gesù il Figlio di Dio amotivo del terremoto e di quanto suc-cesso alla sua morte. Per Mc 15,39, ciòche colpisce il centurione è il modo incui è spirato Gesù e di cui egli è statotestimone oculare. Ma che cosa havisto di particolare questo pagano? Gliunici avvenimenti eccezionali chehanno accompagnato la morte di Gesùsono il suo grande grido e lo squarciodel velo del tempio. Più che lo strappo

del drappo posto all’ingresso del san-tuario è il grande urlo dato da Gesùimmediatamente prima di morire asuscitare la solenne dichiarazione delcenturione. Si è trattato di un gridocosì forte che un uomo, sfinito dallaflagellazione (15,15), dalla coronazio-ne di spine (15,17) e dalle percosse(14,65; 15,19), non avrebbe mai potu-to emettere. Non a caso i soldati roma-ni hanno dovuto costringere Simone diCirene a portare la croce di Gesù(15,21). Un uomo, specie in quellecondizioni, non avrebbe mai avuto laforza di lanciare un grido così forte,così intenso. L’evangelista Marco dun-que mette in rilievo che, paradossal-mente, l’identità di Gesù è colta intutta la sua pienezza quando Eglimuore in croce.

La Buona Notizia

Il cristiano non dovrebbe mai ver-gognarsi della croce di Cristo.Piuttosto, è chiamato a fare proprie leparole di S. Paolo Apostolo: Quanto ame non ci sia altro vanto che nellacroce del Signore nostro Gesù Cristo(Gal 6,14a). Questo è il luogo in cui siconosce Gesù nella sua identità piùprofonda. È qui che il discepolo vienea contatto con la potenza e la sapienzadi Dio (1Cor 1,24). Dall’albero dellacroce scaturisce la vita nuova segnatada una radicale presa di distanza daquesto mondo (Gal 6,14b). Questadunque la sintesi del suo apostolato:Noi annunciamo Cristo crocifisso(1Cor 1,23).

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Carissimi Amici, continuando ilnostro percorso incentrato suiracconti della Passione in

Marco, siamo arrivati alla morte diGesù. Procediamo con la lettura-ascolto del passo biblico.

Quando fu mezzogiorno, si fecebuio su tutta la terra fino alle tre delpomeriggio. Alle tre, Gesù gridò agran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactà-ni?», che significa: «Dio mio, Diomio, perché mi hai abbandonato?».Udendo questo, alcuni dei presentidicevano: «Ecco, chiama Elia!». Unocorse a inzuppare di aceto una spu-gna, la fissò su una canna e gli davada bere, dicendo: «Aspettate, vediamose viene Elia a farlo scendere». MaGesù, dando un forte grido, spirò. Ilvelo del tempio si squarciò in due, dacima a fondo. Il centurione, che si tro-vava di fronte a lui, avendolo visto spi-rare in quel modo, disse: «Davveroquest’uomo era Figlio di Dio!».

Vi erano anche alcune donne, cheosservavano da lontano, tra le qualiMaria di Màgdala, Maria madre diGiacomo il minore e di Ioses, eSalome, le quali, quando era inGalilea, lo seguivano e lo servivano, emolte altre che erano salite con lui aGerusalemme.

Gesù muore solo e deriso

Il racconto della morte di Gesùsecondo Marco inizia con la menzionedelle tenebre che avvolgono tutta laterra, da mezzogiorno fino alle tre delpomeriggio. Questa oscurità ci aiutaad interpretare la crocifissione e lamorte di Gesù come il momento delmassimo nascondimento di Dio.

Egli infatti non è sperimentatocome presente nemmeno da Gesù ilquale grida in aramaico: «Eloì, Eloì,lemà sabactani?»; che significa: «Diomio, Dio mio, perché mi hai abbando-nato?». L’espressione «perché mi haiabbandonato», più che una domandadi senso, sembra essere il lamento dicolui che, sempre fedele a Dio, si sentelasciato solo nelle mani dei suoi carne-fici.

L’invocazione di Gesù, citazionedel Sal 22,2, è interpretata dai presenticome un appello rivolto ad Elia. Unodei soldati, imbevuta una spugna diaceto la porta a Gesù per dissetarlo,dicendo in maniera ironica:«Aspettate, vediamo se viene Elia afarlo scendere». È chiaro che non sitratta di un gesto di pietà, ma di unabeffa: si prolunga il suo martirio per

4 V - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI MARCOLa morte di Gesù: evento che rivela la sua identità (15,33-41)

di P. Roberto CecconiCP

Michele Messi di Macerata, tra i genitori, si consacraa Gesù Crocifisso: Morrovalle, 15 settembre 2012.

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si sentono parlare, ma al tempo stesso conil loro silenzio quante cose dicono allepersone che vivono con loro!

Beate quelle anime che sanno apprez-zare come si conviene questo silenzio inte-riore, e che quando questo entra in esse,sanno chiudere senza timore le porte deisensi, per godere liberamente di questotesoro e perché nessuno glielo rubi!Quando comincia veramente a sentire lasua divina grandezza e a gustare le sueineffabili dolcezze, le mancano le parole,non ha più voglia di parlare; la parola nonbasta più; la vede così povera per esprime-re ciò che sente, che preferisce tacere. Laparola della creatura è parola vuota, se nonl’accompagna la virtù interiore della gra-zia. Il silenzio dell’anima è la virtù segretache opera prodigi; è il parlare divino, ilmodo come Dio, insegna grandi cose aisuoi, che lo Spirito Santo chiama beati efelici: felici quelli a cui Tu stesso, Signore,insegni le tue leggi di amore con questoprezioso silenzio che le imprime con tantaforza nell’anima! Questo silenzio interioreè anche, per l’anima che lo possiede, sor-gente delle più pure e vere gioie. Col silen-zio, l’anima ascolta Dio, lo sente ed è sen-tita da Lui. Che conforto è per un’animaamante sapere con certezza che, senzanecessità di parole, Dio la capisce, cono-sce tutti i suoi desideri, pensieri e affetti!Ella non è angosciata per le cose materiali,né si preoccupa di ciò che deve chiederenella preghiera. Ha trovato il regno di Dioe la sua giustizia; quel regno, del qualeNostro Signore Gesù Cristo ha promessoche, a chi lo possiede, tutto il resto saràdato in aggiunta (cf. Mt 6, 33). Per questo,in quest’anima risiede la pace, e vi risuo-nano spesso le parole silenziose dell’amo-re. Le dice: “il Padre vostro sa di qualicose avete bisogno...” (cf. Mt 6, 8.32).

Il silenzio, scuola di amoreBeati quelli che sanno perseverare in

questo silenzio d’amore, nel quale, con leorecchie sorde ai rumori della terra, l’ani-ma comincia a gustare quanto è dolce ilSignore, e ad ascoltare il suo divino lin-guaggio. Quando il cuore arde di amore, labocca tace o preferisce tacere, e taccionoanche le potenze dell’anima, restando inuna calma serena e tranquilla, e ricono-scendo che la voce più eloquente del-l’amore è il silenzio. Diceva san Paolodella Croce: “L’amante parla poco, unaparola d’amore basta a tenere un’anima ingran raccoglimento per del tempo. La lin-gua dell’amore è il cuore che brucia e s’in-cenerisce in olocausto al Sommo Bene”.Dolce cosa è, per l’anima che si sente sottoil soave peso delle grazie di Dio, che cono-sce la sua grandezza, degna di essere esal-tata, e che vede la sua impotenza di poterlofare degnamente... dolce cosa è sapere chetutto questo può dire e fare con questosilenzio interiore, che esprime la lode piùcompleta, il più sincero riconoscimentodel proprio nulla. E’ l’autentica espressio-ne del vero amore. O anima che ami Dio eti senti portata a questo santo e preziososilenzio esteriore ed interiore, abbandonatiad esso tranquilla. Non temere inganni edillusioni; questo è uno dei sintomi preziosidel divino amore e un segno che non tar-derai a salire a gradi superiori, se conumile gratitudine lo saprai apprezzare ecapirne l’immenso valore. Se questo ti dariposo, pace, e desiderio non di abbrevia-re, ma di prolungare il tempo della tua pre-ghiera, anche se non dirai nulla al tuo Dio,né con le labbra né con la mente, nontemere, il tuo cuore ama e dice tutto, per-ché “il cuore è la lingua del santo amore”.

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“ Sieda costui solitario e resti insilenzio” (Lam 3,28)

L’amore agisce in silenzio

Quando un’anima si dona totalmentee il Signore comincia a farle gustare il suoamore, specialmente se in precedenza èstata fredda o del tutto lontana da Lui, sisente tanto felice e riconoscente allaBontà divina che vorrebbe diventare tuttalingua per benedirlo e ringraziarlo comeconviene. Non si contenta di mostrargli ilsuo amore con opere sante, dopo averlasciato quelle cattive ed imperfette, seb-bene sia questa la prova più sicura; masente anche la necessità di esprimergli lasua sincera gratitudine con gli affetti delcuore e con le parole. Sono sempre prontea intonare inni di lode al Signore e a par-tecipare, con le loro opere buone, alle pre-ghiere pubbliche e private, per poteravere, sole o in compagnia, il piacere dilodare il Signore. Tutto questo per l’anima amante, che ha cominciato a sentirein sé il fuoco del divino amore, è comeuna necessità che sente quasi senza ren-dersene conto. Queste anime sentono ilcuore così pieno di amore che hanno biso-gno di sfogarsi e corrono in cerca di altreanime come loro o cercano un ministrodel Signore che le ascolti e le comprenda,gli aprono gioiose il loro cuore e si sento-no così più coraggiose ad andare avanti eunirsi sempre più strettamente a Dio.Tutto questo è buono e santo, ma è solo ilprincipio della vita spirituale; sono i primieffetti dell’amore di Dio nell’anima. Mase poi queste anime progrediscono nelcammino dell’amore subentra un gransilenzio interiore ed esteriore. Non sannopiù che dire; ma nemmeno vogliono ohanno qualcosa da dire. Il loro spirito nondesidera altro che tacere; e in questosilenzio dell’anima esse trovano tutto.Dio abita in quelle anime ed esse possonoascoltarlo e conoscerlo.

Vantaggi del silenziointeriore

Che un’anima entri in questo silenziointeriore è un chiaro segno che essa pro-gredisce e possiede già un grado piuttostoelevato di amore. La sua vita spirituale hagià un fondamento solido per continuare.Quasi senza che se ne renda conto, vannooperandosi in essa grandi cambiamenti: sisente più disposta all’esercizio di tutte levirtù, ad un maggiore distacco da personee cose; vive in un sentimento di umiltàquasi continuo alla vista del suo nulladavanti a Dio, ma tutto nella pace e nelsilenzio interiore. Anche esternamenteregna il silenzio intorno a loro. Rare volte

XVII - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena Marcucci

I CARATTERI DEL DIVINO AMORE: Il silenzio interiore

di Maria Grazia Coltorti

Cinzia, Gianfranco, Sonia, Linda, Silvana di Sulmonascelgono l’amore per Gesù Crocifisso.

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6 L’ANNO DELLA FEDE: I testimoni

Questa è la storia di GiuliaGabrieli, 14 anni, malata ditumore. Sappiate fin da subito

che Giulia ce l’ha fatta. È vero, non èguarita: è morta la sera del 19 agosto,a casa sua, nel quartiere di SanTomaso de’ Calvi, a Bergamo, propriomentre alla Gmg di Madrid si con-cludeva la Via Crucis dei giovani.Eppure ce l’ha fatta. Ha trasformato isuoi due anni di malattia in un innoalla vita, in un crescendo spirituale chel’ha portata a dialogare con la suamorte: «Io ora so che la mia storia puòfinire solo in duemodi: o, grazie a unmiracolo, con lacompleta guari-gione, che io chiedoal Signore perché hotanti progetti darealizzare. E li vor-rei realizzare pro-prio io. Oppureincontro al Signore,che è una bellissimacosa. Sono entrambidue bei finali.L’importante è che,come dice la beataChiara Luce, siafatta la volontà diDio». Giulia erafatta così: dicevaqueste cose enormi,che a noi adultitremolanti sembra-no impronunciabili,con la lievità deisuoi 14 anni.

Eppure era unaragazza normale.Anzi, rivendicavaspesso la sua norma-lità: era bella, solare,genuinamente teatrale, amava viaggia-re, vestirsi bene e adorava lo shopping.Un’esplosione di raffinata vitalità, chela malattia, misteriosamente, non hastroncato, ma amplificato.

Il talento della scrittura. Aveva iltalento della scrittura (due volte pre-miata al concorso letterario «I raccontidel parco»). Amava inventarsi storiefantastiche, avventurose. Per questoparagonava la sua malattia a un’av-ventura. E rifletteva: «Il fatto è che lagente ha paura della malattia, dellasofferenza.

Ci sono molti malati che restanosoli, tutti i loro amici spariscono,spaventati. Non bisogna avere paura!Se gli altri ci stanno vicino, ci vengonoaccanto, ci mettono una mano sullaspalla e ci dicono “Dai che ce la fai!”,

è quello che ci dà la forza di andareavanti. Se questo non succede ti chie-di: perché vanno così lontano? Sehanno paura, allora devo temereanch’io… Perché dovrei lottare per laguarigione se nessuno mi sta accan-to?». Non solo conosceva perfetta-mente la sua malattia, ma aveva impa-rato a distinguere ogni farmaco, ognirisvolto tecnico delle chemioterapie.Con la sua amabile ma dirompentepersonalità non lesinava consigli amedici e infermieri dell’oncologiapediatrica di Bergamo. In più ci

aggiungeva la sua decisiva flebo diallegria: «Se trovi la forza per pen-sare: eh va be’, vado in ospedale, fac-cio una chemio e poi torno a casa, ètutta un’altra cosa. Certo anch’ioquando sto male mi chiedo: perché èsuccesso proprio a me? Poi peròquando sto meglio dico: “Massì, dai, èpassato”. Ci rido anche sopra…». Lamalattia va sdrammatizzata. La malat-tia va sdrammatizzata, diceva sempreGiulia. E ci riusciva così bene chepochi giorni prima di morire hacostretto uno dei suoi medici, in visitaa casa sua, a mimare «quella volta incui sono svenuta e tu mi ha presa alvolo».. Lui ha dovuto mimare e farsipure fotografare. Quel drammaticopomeriggio è finito con una risata col-lettiva.

Purtroppo il tumore, un sarcomatra i più aggressivi, combattuto per unanno e ridotto in un angolo, si eraripresentato. Più forte di prima. C’erada ricominciare tutto da capo.

Nello studio, i medici schieratiavevano le lacrime agli occhi. Nonriuscivano a rompere il ghiaccio.Allora Giulia, che come al solitoaveva già capito tutto, con uno di queisuoi gesti spontanei, si è alzata e li haabbracciati uno per uno.

Poi ha detto: «Ce l’ho fatta unavolta ad affrontare le chemio, posso

farcela anche laseconda. Forza,ripartiamo dacapo». Insomma, liha consolati..Strada facendoGiulia si è imbattu-ta nella storia diChiara LuceBadano, morta nel1990, a diciottoanni, per un tumoreosseo e proclamatabeata il 25 settem-bre 2010. E Diosolo sa quanto èstato provvidenzia-le questo incontro:«Lei è morta, peròha saputo viverequesta esperienzain modo così lumi-noso e solare,abbandonandosialla volontà delSignore. Voglioimparare a seguir-la, a fare quello chelei è riuscita a farenonostante lamalattia. La malat-

tia non è stata un modo per allonta-narsi dal Signore, ma per avvicinarsia Lui…». La mattina del 19 agosto, aMadrid, il suo vescovo Francesco, checon lei aveva intessuto un dialogo fittoe confidenziale, ha raccontato la storiadi Giulia ai mille e più ragazzi berga-maschi della Gmg. Non sapeva che sifosse aggravata così tanto. Poi la serala Via Crucis, nella notte la notizia cheera «andata incontro al Signore». Ilgiorno dopo, sabato, ha celebrato perlei la Messa con i giovani. E la mattinadel lunedì, di ritorno da Madrid, qual-che ora prima dei funerali, raccolto inpreghiera con la famiglia, ha invitato a«correggere» così l’eterno riposo:«L’eterna gioia donale Signore,splenda a lei la luce perpetua.Amen».

di Manuela Peraio

Page 7: rivista Amici novembre dicembre 2012

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Il 17 ottobre ha visto la luce la letteraapostolica di Papa Benedetto XVI«Porta fidei», datata 11 ottobre, con

la quale s’indice l’Anno della fede comegrande «anno di grazia». Questa letterasottolinea che la fede è in crisi perfinoall’interno della Chiesa Cattolica e cidona un percorso per una nuova evange-lizzazione che ha al suo centro nelCatechismo della Chiesa Cattolica di cuinel 2012 ricorre il ventennale.

Dopo avere affermato che «la“porta della fede” che introduce allavita di comunione con Dio e permettel’ingresso nella sua Chiesa è sempreaperta per noi», il Papa sottolinea che«fin dall’inizio del mio ministero … horicordato l’esigenza di riscoprire il cam-mino della fede. Infatti, «capita ormainon di rado che i cristiani si diano mag-gior preoccupazione per le conseguenzesociali, culturali e politiche del loroimpegno, continuando a pensare allafede come un presupposto ovvio delvivere comune. In effetti, questo presup-posto non solo non è più tale, ma spessoviene perfino negato. Mentre nel passatoera possibile riconoscere un tessuto cul-turale unitario, largamente accolto nelsuo richiamo ai contenuti della fede e aivalori da essa ispirati, oggi non sembrapiù essere così in grandi settori dellasocietà, a motivo di una profonda crisi difede che ha toccato molte persone»(Porta della fede, p.5).” E il risultatofinale è una società atea.

E di qui l’indizione di un secondoAnno della fede. Secondo, perché ilservo di Dio Paolo VI (1897-1978) neindisse un altro, il primo, nel 1967, perfare memoria del martirio degli ApostoliPietro e Paolo. Paolo VI ricordaBenedetto XVI, lo pensò come unmomento solenne perché in tutta laChiesa vi fosse “un’autentica e sinceraprofessione della medesimafede”.L’Anno della fede, del servo diDio Paolo VI, si concluse nel 1968. «Igrandi sconvolgimenti che si verificaro-no in quell’anno - scrive Benedetto XVI- resero ancora più evidente la necessitàdi una simile celebrazione. Essa si con-cluse con la Professione di fede delPopolo di Dio, per attestare quanto icontenuti essenziali hanno bisogno diessere confermati, compresi e approfon-diti in maniera sempre nuova al fine didare testimonianza coerente in condizio-ni storiche diverse dal passato».

Ciò di cui ci si preoccupava ieri èpreoccupazione anche del presente:interpretare e vivere in modo autentico ilConcilio. Benedetto XVI sottolinea chePaolo VI vide l’anno della fede comeuna “conseguenza ed esigenza postcon-ciliare”. Anche papa Benedetto ha rite-nuto che l’Anno della fede, in occasione

del cinquantesimo anniversario del-l’apertura del Concilio Vaticano II,possa essere un’occasione propizia percomprendere che i testi lasciati in ereditàdai Padri conciliari. Papa Benedettosente il dovere, in sintonia con Giovannipaolo II, di additare il Concilio come lagrande grazia di cui la Chiesa ha benefi-ciato nel secolo XX. “Io pure, afferma ilpapa, intendo ribadire con forza quantoebbi ad affermare a proposito delConcilio pochi mesi dopo la mia elezio-ne a Successore di Pietro: se lo leggiamoe recepiamo guidati da una giusta erme-

neutica, esso può essere e diventare sem-pre di più una grande forza per il semprenecessario rinnovamento della Chiesa”.

«Il cristiano - aggiunge il Papa - nonpuò mai pensare che credere sia un fattoprivato». La professione della fede «è unatto personale ed insieme comunitario. Èla Chiesa, infatti, il primo soggetto dellafede. Nella fede della Comunità cristianaognuno riceve il Battesimo, segno effi-cace dell’ingresso nel popolo dei cre-denti per ottenere la salvezza». A chiinvece è tentato dal rifiuto dei documen-ti del Concilio Ecumenico Vaticano II,Benedetto XVI propone una guida sicu-ra per la loro interpretazione che è ilCatechismo della Chiesa Cattolica del

1992. Il Papa ricorda che il Catechismoè un «testo promulgato dal mioPredecessore, il Beato Papa GiovanniPaolo II» - dunque si tratta di Magisteropontificio e che questo «autentico fruttodel Concilio Vaticano II, fu auspicato dalSinodo Straordinario dei Vescovi del1985 come strumento al servizio dellacatechesi e venne realizzato mediante lacollaborazione di tutto l’Episcopatodella Chiesa cattolica».

«Per accedere a una conoscenzasistematica dei contenuti della fede, tuttipossono trovare nel Catechismo della

Chiesa Cattolica un sussidio prezioso edindispensabile. Esso costituisce uno deifrutti più importanti del ConcilioVaticano II. …Io lo riconosco come unostrumento valido e legittimo al serviziodella comunione ecclesiale e come unanorma sicura per l’insegnamento dellafede”». Pertanto «l’Anno della fededovrà esprimere un corale impegno perla riscoperta e lo studio dei contenutifondamentali della fede che trovano nelCatechismo della Chiesa Cattolica laloro sintesi sistematica e organica. Qui,infatti, emerge la ricchezza di insegna-mento che la Chiesa ha accolto, custodi-to ed offerto nei suoi duemila anni distoria.

L’ANNO DELLA FEDE: la porta della fede

di Manuela Peraio

Page 8: rivista Amici novembre dicembre 2012

8

Il prossimo 11 dicembre si concludo-no le celebrazioni per il primo cen-tenario della morte del beato

Bernardo Maria Silvestrelli. IPassionisti hanno ricordato doverosa-mente e con affetto questo illustre con-fratello che spese la sua vita per il benedella congregazione. Si potrebbe defini-re il beato come un geloso custode delpassato, un saggio interprete del presen-te, un illuminato profeta del futuro. IPassionisti hanno trovato in lui unaguida sicura in tempi turbolenti e diffi-cili e si nutriranno per sempre del suoesempio, della sua sapienza e della suaintercessione presso il Signore.

Un nobile sceglieil convento

Bernardo nasce a Roma il 7 novem-bre 1831 da una nobile famiglia chepossiede abitazioni in città, vasti posse-dimenti nell’agro romano e un alleva-mento di cavalli di razza. Due suoi fra-telli prenderanno parte attiva alla storiad’Italia. Luigi sarà deputato alParlamento; Augusto consigliere comu-nale di Roma. Il nipote TommasoTittoni sarà senatore, ministro degliEsteri nei governi Giolitti e Nitti, amba-sciatore a Londra e presidente delSenato. La famiglia ha in casa unacuoca, due domestici, una governanteper le ragazze, il precettore ecclesiasti-co per la formazione scolastica e cri-stiana. Bernardo cresce in una societàsegnata da turbolenze politiche e dalmovimento risorgimentale. Ha unaintelligenza non comune e fino ai sedicianni frequenta il collegio dei Gesuiti.Spesso lo si vede raccolto in meditazio-ne nella cappella di casa. Il precettoredon Francesco Paolini di Santarcangelo(Rimini), ne è entusiasta.

Bernardo fa anche l’esperienza deldolore. Nel 1832 muore il fratelloGiuseppe, nel 1845 la sorella Caterina,nel 1848 la mamma e nel 1853 il papà;educato però cristianamente, non subi-sce sbandamenti irreparabili.Interrogativi sul futuro non gli manca-no. Una sosta imprevista nel conventopassionista a Sant’Eutizio (Viterbo), glimette dentro una sana inquietudine. Lamorte poi di una persona cara tormenta-ta da gravi problemi di coscienza rendegli interrogativi ancora più acuti e pres-santi. Nel 1854 trascorre un mese dipreghiera tra i Passionisti ai SantiGiovanni e Paolo (Roma): vuole guar-

darsi dentro e decidere il futuro.Partendo regala un crocifisso a ognunodei famigliari. Alla loro meraviglia,spiega: “Non si può mai sapere cosasuccederà”. Forse lui già sa. A casa nontornerà più. Sarà passionista.

Va al Monte Argentario (Grosseto)dove inizia il noviziato. Nell’attestatodel cardinale vicario di Roma si leggeche il giovane “splende per integrità dicostumi, singolare pietà e impegno reli-gioso”. Per malattia però è subitocostretto a interrompere il cammino.Ottiene di restare ugualmente in con-vento. Studia teologia e il 22 dicembre1855 è ordinato sacerdote da monsignorGiuseppe Molajoni, passionista, giàvescovo in Bulgaria. Rimessosi in salu-te rinnova la domanda di entrare tra iPassionisti. Viene mandato aMorrovalle (Macerata) dove arriva ilprimo aprile 1856. Il successivo 10 set-tembre lo raggiunge un elegante diciot-

tenne proveniente da Spoleto (Perugia),il futuro san Gabriele dell’Addolorata.Bernardo lo guarda con occhio indaga-tore e si domanda perplesso: “Resisteràquesto damerino?”. Resteranno insiemequasi un anno emulandosi nella santità.

Il vicemaestro, il venerabile padreNorberto Cassinelli, scriverà cheBernardo “precedeva tutti nella virtù,non escluso Gabriele”. E il damerinoviene affidato come compagno proprioa lui che lo guida nei primi passi dellavita passionista. Bastano pochi giorni eBernardo si accorge che Gabriele fa sulserio; corregge subito il tiro e profetiz-za: “Questo damerino passerà davanti atutti”. Il 28 aprile 1857, il giovaneemette la professione religiosa.Testimoni dell’atto sono Gabrieledell’Addolorata e Norberto Cassinelli.

Bernardo inizia subito il lungo ser-vizio a favore dei confratelli. Nel 1861è professore e direttore degli studenti

CENTENARIO DEL BEATO BERNARDO MARIA SILVESTRELLI

GELOSO CUSTODE. ILLUMINATO PROFETAdi Pierluigi di Eugenio

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9CENTENARIO DEL BEATO BERNARDO MARIA SILVESTRELLI

teologi; dal 1865 al 1869 è maestro deinovizi; ricopre poi in rapida successio-ne la carica di superiore, di consultoreprovinciale e di superiore provinciale.Nel 1878 è eletto superiore generaledella congregazione. Il verbale del capi-tolo parla di “vero dolore e amaro cor-doglio” di Bernardo che “con umilissi-mi sentimenti prega di essere esonera-to”. Deve intervenire il delegato delpapa, il cardinale Lorenzo Nina, perfarlo accettare. Resterà alla guida dellacongregazione, sia pure con qualchebreve intervallo, fino al 1907 e sarà rie-letto sempre al primo scrutinio.

Passato, presente e futuro

Ad ogni elezione Bernardo si prote-sta incapace di governare, ma gli eletto-ri vedono in lui, e vedono bene, il supe-riore illuminato e lungimirante, vigile edeciso, saggio e perspicace, intuitivo ecapace di sintesi; legato alle sane tradi-zioni e aperto al nuovo, largo di vedutee concreto nei progetti; dolce e paternoanche quando è costretto a spiacevoliprovvedimenti. E poi, anzi prima ditutto, è pieno di quella sapienza che èfrutto della preghiera e quindi dono diDio. Chi lo ha conosciuto, afferma:“Aveva dalla natura e dalla grazia tuttele qualità per essere un eccellente supe-riore”. Costante in lui il richiamo alfondatore e l’esortazione a “tornare alleorigini” con una fedeltà dinamica.

Nel 1893 Bernardo, per evitare“guai”, rinunzia a partecipare al capito-lo generale. Ma mentre si allontana daRoma, gli appare san Gabriele che loinvita a tornare sui suoi passi e ad accet-tare le decisioni dei capitolari che lochiamano a guidare ancora la congrega-zione. Questa volta Bernardo, sorpren-dendo tutti, accetta senza fiatare. Luisolo sa il perché. Raccontando in segui-to l’intervento di san Gabriele, com-menterà: “Quel ragazzo me ne ha fattouna veramente grossa”. Se dipendessedai confratelli resterebbe generale avita. Due volte Bernardo prega il papadi sollevarlo dall’incarico. Nel 1907 PioX a malincuore accoglie la rinunziadovuta alle sue gravi condizioni di salu-te; vuole però che conservi il titolo digenerale ad honorem.

Il periodo del generalato diBernardo resta tra i più difficili dellacongregazione sia per i problemi inter-ni dovuti alla crescita numerica e allapresenza in nuove nazioni, sia alle ini-

que leggi del tempo che sopprimono gliordini religiosi. I problemi non sonopochi: riaprire i conventi o aprirne dinuovi dopo la bufera della soppressio-ne; promuovere l’espansione dell’Isti-tuto; salvaguardarne lo spirito ereditatodal fondatore; incarnare il carismadella congregazione in nuove culture.Bernardo tutto risolve con rara compe-tenza. Nell’esercizio del suo compitoincontra grandi gioie ma anche inevita-bili amarezze. Bernardo vive le gioiecon animo grato; affronta i momentiburrascosi sereno anche se amareggia-to, paziente ma deciso, umile mafermo. Durante il suo servizio comegenerale, apre nuove case anche inMessico, Australia, Inghilterra,Francia, Olanda, Belgio, Irlanda, Usa,Cile, Spagna, Argentina. Alla sua morteè raddoppiato il numero dei religiosi,dei conventi, delle province. Davverouna straordinaria e promettente prima-vera.

Bernardo istituisce i seminari dovevengono educati i futuri Passionisti;apre a Roma lo studentato internaziona-le; dà un deciso impulso alla formazio-ne umana, culturale e religiosa dei gio-vani. Con Bernardo l’istituto acquistaconcretamente la dimensione di inter-nazionalità. Nessuna fascia di età sfug-ge alle sue premure. E’ attento ai grandiproblemi della congregazione, maanche alle minuzie che riguardano i sin-goli religiosi. Non disdegna di mandareuna lozione particolare ad uno studenteteologo preoccupato per l’inarrestabilecalvizie; non reputa perdita di tempoconfezionare pacchetti e spedirli a chigli chiede pinze, piccoli arnesi da lavo-ro, corone del rosario. Utilizza con idovuti permessi il ricco patrimoniofamiliare per il bene della congregazio-ne e per i poveri. Lui vive povero emuore povero.

Serve la congregazione con la dedi-zione materna fino al completo dono disé. Nei ritagli di tempo scrive piacevoliopuscoli riguardanti la teologia dellavita religiosa e il carisma dell’istituto.In essi, deliziosi gioielli di ascetica e distoria dei primi Passionisti, traduce ildesiderio di tramandare ai posteri ilgenuino spirito del fondatore e l’esem-pio di coloro che meglio lo hanno incar-nato. Invia lettere pastorali, dialoga contutti, visita le comunità sia in Italia cheall’estero. Viene salutato come il“secondo fondatore”. Nella congrega-zione vive ancora oggi la spinta data dapadre Bernardo.

Un chiodo per il cappellocardinalizio

Bernardo è molto stimato dai papi.Leone XIII lo chiama “santissimouomo”; Pio X dice ai Passionisti: “Voiavete un santo per generale”. Ripetuti,ma inutili i tentativi per crearlo cardina-le. Lui rifiuta sempre e prega il papa dilasciarlo nella pace del convento.L’ultimo tentativo è del 1909. Bernardoaccoglie l’inviato di Pio X con un sorri-so e indicandogli un chiodo sulla pare-te, sospira: “Dica al santo Padre che semi manda il cappello cardinalizio, loattacco a quel chiodo”. Bernardo ormaiè tutto proteso verso l’eternità. Altroche porpora cardinalizia!

Gli ultimi anni li passa nella preghie-ra e nella solitudine anche se non sempreriesce a nascondersi. Ognuno vuole ilconforto di una sua parola, la luce di unsuo consiglio, un ricordo nella sua pre-ghiera, la grazia di una sua benedizione,la gioia di un incontro con lui. Cambiaspesso convento: per contentare i supe-riori e le comunità che lo richiedono, persfuggire a continue visite che lo distol-gono dal raccoglimento. Nel giugno del1911 giunge a Moricone (Roma). Vivegioiosamente insieme ai confratellidando l’esempio di umiltà, di preghiera,di amabile conversazione. L’antivigiliadella morte confida all’infermiere diessere giunto ormai al traguardo e citail versetto del salmo 21: “Quale gioiaquando mi dissero: Andremo nella casadel Signore”. Muore, come da lui pre-detto, per una caduta mentre sale unabreve ma ripida scala. E’ il 9 dicembre1911. Giovanni Paolo II lo dichiarabeato il 16 ottobre 1988.

Il 31 maggio 1908 era avvenuta labeatificazione di Gabriele dell’Addo-lorata. Nella circostanza Bernardo si tro-vava a Roma per presiedere il capitologenerale. Tutti vanno in San Pietro per lasolenne cerimonia. Agli studenti chestanno partendo chiede di raccomandar-lo al nuovo beato. Lui preferisce restarein convento; si raccoglie nel silenziosciogliendosi in dolcissimi e commoven-ti ricordi. Un giorno Bernardo pensandoa Gabriele aveva detto: “Quel ragazzo siè fatto santo; mi è passato avanti, ma iolo raggiungerò”. La storia ci dice che c’èriuscito. Lo ha raggiunto in cielo e suglialtari. E dal cielo continua a proteggerela congregazione da lui saggiamente gui-data, premurosamente servita, immensa-mente amata.

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10 VOCI DEGLI AMICI AGGREGATI

Mai sola in 25operazioni dolorose

Caro padre, ti ringrazio di avermiaggregata alla Fraternità diMacerata. Non puoi immaginare lagioia che ho provata solo nel leggeresulla rivista il mio nome tra gliAggregati. Ho ricevuto daMariannina le tue catechesi sullafede. Con immensa gioia ho inco-minciato subito a leggere con calmale prime pagine sulla fede. La fede èun mistero, come dice il sacerdotesull’altare e come mi ripeteva miomarito che è in cielo. Dobbiamo cre-dere in Gesù, donando a lui la nostravita, anche quando non capiamo,quando siamo nel dolore. Lo provosu me stessa: quando sono nellaprova, Gesù mi consola, mi dà forza,mi fa sentire più leggera. Caro padre,ti prometto che leggerò ogni giornouna pagina delle tue catechesi e faròtesoro di ogni parola. Tu mi conosci.Sono stata 25 volte sotto i ferri peroperazioni molto dolorose. Ma nonsono andata mai da sola. Con mesono stati sempre presenti Gesù e lamia Mamma celeste. Con loroaccanto, non ho paura, sono serena.Soffro e offro. Ho sempre lottato esofferto nella vita, ma ho sempreconservato la fede. Prego sempre permio figlio che ha problemi con lafede. Prego S. Monica che pregòtanto per suo figlio Agostino e otten-ne la sua conversione. Prego perchéottenga anche a me questa grazia.

Maria Anna Ferretti

Caro padre, ieri unita in preghieracon tutti voi, ho riletto una catechesiche ci hai donato durante la settima-na di esercizi spirituali. Il testoriguardava “La Fede va alimentatacome una lampada”. Nella situazio-ne in cui oggi viviamo, siamo conti-nuamente distratti e non riusciamo atrovare tempo per il silenzio, prezio-so per la preghiera e il dialogo conGesù. La cosa che mi è piaciutamolto è la descrizione della preghieradei “poveri”. Le pitture sacre nellechiese antiche facevano sì che guar-dando un semplice quadro, si riusci-va a raccogliersi. Secondo me, era laprima e vera preghiera contemplati-va. Oggi noi tutti crediamo di essereculturalmente più evoluti, quindi piùvicini a Gesù, ma Gesù non ha biso-gno della nostra cultura, ci ama così

come siamo, sempre, ma in particola-re ama “il povero” l’umile, che nonha niente e si fonde nel tutto che èGesù.

Elena Pilloni

Carissimo padre, nonostante lalontananza, perché vivo in Emilia,mi tieni aggiornato con le catechesiche puntuale mi fai avere; per questoti ringrazio tanto perché mi fai senti-re in comunione con voi, nello spiri-to, nella preghiera e nell’Amore diGesù, che adoro con tanto amoretutte le notti. Prostrato ai piedi dellacroce, contemplo le sue piaghe e lesofferenze che ha sofferto per noi eprego per te e per tutti i fratelliAmici di Gesù Crocifisso.

Paolino e Rosalia Carruba

Sono stata impegnata per ilConvegno Pastorale Diocesano. È laprima volta che partecipo ad unConvegno Diocesano ed e’ stataun’esperienza che mi ha arricchitamolto. Spero un giorno di potervenire ad uno degli incontri aCivitanova, anche se vivo aBenevento. Il libro che mi aveteinviato è bellissimo, mi sta illumi-nando su tantissime cose che nonavevo mai preso in considerazionesulla vita e la Passione di NostroSignore Gesù. .Sono sicura cheMaria Letizia è una bravissima per-sona e che mi sarà di aiuto per man-tenermi in contatto con la fraternità acui sono aggregata.

Laura Tirino

Amiche di Gesù Crocifissofesteggiano i 90 anni di Enrica di Civitanova Marche.

È bellissima la catechesi di set-tembre che ci invita alla immersio-ne nel grande mare della passionedi Gesù. Per S Paolo della Croce èla fiducia che dobbiamo avere inGesù, è buttarci pienamente tra lesue braccia e fidarci totalmente diLui. Con la meditazione assiduadella sua passione, Egli c’insegneràche cosa fare.

Confesso sinceramente che gior-no dopo giorno sto provando cheGesù ci vuole sempre più vicini aLui. La meditazione sta diventandopane quotidiano e se non riesco afarla, sento che mi manca qualcosadi importante e non trovo pace, per-ché Gesù è preghiera e pace interio-re e quando si ha questo si ha tutto,perché è la cosa più importantedella vita, è puro ossigeno dell’ani-ma.

Patrizia

Unita con voi nella preghiera, inquesto mese di settembre, ho riflet-tuto molto sulla Pietà, Maria chetiene tra le sue braccia Gesù morto,lo guarda, soffre, piange, lo puliscedalle ferite. Quale mamma soffrecosì tanto? È un dolore straziante; iosono mamma e lo capisco moltobene. A me sono venute in mentetutte le mamme che hanno perso iloro figli per incidenti o nelle guerre,sono proprio l’immagine di Maria.Prego anche per loro, perché capiscoche questo profondo dolore è senzafine.

Elena Pilloni

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11PASSIONISTI, CHIESA, SOCIETÀ

PASSIONISTI

46° CapitoloGenerale deiPassionisti

Il 10 settembre, con la solenneconcelebrazione presieduta dal p.Generale Ottaviano D’Egidio, si èaperto il 46° Capitolo Generale dellaCongregazione Passionista. I capitoligenerali, come ha ricordato il p.Ottaviano nella omelia della messa diapertura, «rivestono particolare impor-tanza perché gli Istituti sono chiamatia discernere alla luce dello Spirito lemodalità adeguate per custodire e ren-dere attuale nelle diverse situazionistoriche e culturali, il proprio carismaed il proprio patrimonio spirituale»(VC 42). Nel Capitolo, ha ricordato lostesso p. Ottaviano durante la sessionedi apertura, si è chiamati ad «ascoltareil Signore che parla, come parlava alpopolo di Israele fuori della tenda delConvegno». E questo capitolo, in par-ticolare, è stato chiamato a concentrar-si particolarmente sui temi della soli-darietà e della missione come fruttiprincipali della Passione di Cristo.

Il 46 capitolo ha riflettuto, tra l’al-tro, sul tema della ristrutturazione, ilprocesso di riorganizzazione dellaCongregazione e che ha visto la forma-zioni di sei configurazioni, frutto dellaconvergenza di varie province, al finedi favorire tra le stesse un senso di soli-darietà nei grandi ambiti del personale,della formazione e dell’economia.

Tra le principali novità e frutti del46° Capitolo Generale c’è la formazio-ne della Provincia CEB (che raccogliele province italiane, quella francese eportoghese) che diventerà realtà a par-tire dal prossimo 2015, e l’inserimentodel laicato passionista nei RegolamentiGenerali. Al riguardo, però, avremomaggiori dettagli solo dopo la pubbli-cazione degli Atti.

PIET: la Famiglia cresce

Il mese di settembre è stato pienodi vitalità per la nostra Provincia reli-giosa che ha visto l’ordinazione sacer-dotale di p. Lorenzo Pantanetti (il 1settembre) a Montecosaro (MC) e laprima professione di confr. MicheleMessi a Morrovalle.

Nello spirito della famiglia soste-niamo questi giovani con la nostra pre-ghiera perché il Signore compia inloro i suoi progetti.

CHIESA

Anno della fede

L’11 ottobre scorso il papaBenedetto XVI ha inaugurato l’annodella fede e della nuova evangelizza-zione. Nell’omelia il papa ha ricordatoche l’anno della fede “non è per ono-rare una ricorrenza, ma perché ce n’èbisogno, ancor più che 50 anni fa!”. Ilpontefice ha poi descritto questo annocome un pellegrinaggio nei deserti delmondo contemporaneo, in cui bisognaportare con sé “solo ciò che è essen-ziale: non bastone, né sacca, né pane,né denaro, non due tuniche -come diceil Signore agli Apostoli inviandoli inmissione (cfr Lc 9,3)- ma il Vangelo ela fede della Chiesa, di cui i documentidel Concilio Ecumenico Vaticano IIsono luminosa espressione”.

Nell’anno della fede il santo padreha introdotto un nuovo ciclo di cate-chesi nelle udienze del mercoledì incui approfondirà il “Credo” perché “ilcristiano oggi spesso non conosceneppure il nucleo centrale della pro-pria fede cattolica, del Credo, così dalasciare spazio ad un certo sincreti-smo e relativismo religioso. Non è cosìlontano oggi il rischio di costruirsi,per così dire, una religione del «fai-

da-te»”. L’intento dichiarato èquello di aiutare la cristianità “ariscoprire il messaggio delVangelo, farlo entrare in modopiù profondo nelle nostrecoscienze e nella nostra vita quo-tidiana”.

Al riguardo segnaliamo anchel’apertura di un nuovo sito dedi-cato proprio a questa ricorrenza:http://www.annusfidei.va in cuisi troveranno informazioni circale iniziative promosse dalla SantaSede in vista dell’Anno della fedee relativa documentazione, mate-riale di approfondimento e noti-zie riguardanti le attività che sistanno preparando e svolgendo in

tutto il mondo a proposito dell’Annodella fede in base alle segnalazioniinviate dagli utenti.

SOCIETÀ

Anonymous:i crociati della rete?

La questione della pirateria infor-matica è sempre un tema sensibile inuna società così digitalizzata quale èquella attuale. E benché esista un codi-ce etico degli hackers che impone lorodi lasciare indicazioni delle falle disicurezza riscontrate nei server chevisitano, può capitare che qualchecracker si mescoli a questi “missionaridella rete” producendo qualche danno(materiale o immateriale che sia) alserver attaccato.

Di fatto il gruppo di hackers italianiraccolti sotto il nome collettivo diAnonymous, dopo aver fatto incursioneprima nel server dei Carabinieri e poidel Ministero della Difesa ha dichiaratonel blog http://anon-news.blogspot.de/che «il livello di sicurezza dei vostrisistemi, al contrario di quanto pensassi-mo, è davvero scadente».

La contestuale apparizione in retedi alcuni documenti riservati suggeri-scono però che anche dietro le miglioriintenzioni si possono celare azioni dibassa levatura. Così come tra i crociatic’erano cercatori di ventura tra le filedi Anonymous si sono celati nostraniJulian Assange a caccia di documentiriservati e di notizie (leaks).

Nuova Curia Generale dei Passionisti,con al centro

il nuovo superiore generale,P. Joachim Rego.

di P. Lorenzo Mazzoccante

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12 FOTOTECA

AGC al santuario di San Gabrieleper pregare con il Capitolo Generale

Il Capitolo Generale dei Passionistiin visita al santuario di San Gabriele

AGC di Villa Lempa TEcon il parroco don Stefano Iacono

e i padri Alberto e Bruno

Ida Marinozzi di S. Elpidio a Mare FMfesteggia e ringrazia il Signore

per la ricuperata salute.

AGC di Sulmona festeggiano la loro consacrazionea Gesù Crocifisso con il giovane parroco

Don Carmine Caione e i padri Alberto e Bruno.

P. Lorenzo Pantanetti con i genitorinel giorno della sua Ordinazione

sacerdotale a Montecosaro Stazione,MC, il 1-09-2012.

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13TESTIMONIANZE

Riflessione sugli esercizispirituali

Il lavoro di gruppo durante gliesercizi spirituali sulla fede, ci haaiutato a riflettere e scambiarciaspetti pratici della vita personale edella vita del gruppo, fortificandocia vicenda nella fede. Il secolarismoporta l’uomo a sentirsi grande, fortee coraggioso ma le prove della vitalo costringono a rientrare nel propriointerno. Dio è un interlocutorepotente che porta speranza, fiducia,forza e consiglio. Il nostro impegnoè scoprire lo stupore nella propriavita e vivere la fede seriamente. ConDio presente, tutto è diverso. Il verocristiano non si accontenta di unrosario, di una Messa o di far parte diun gruppo ecclesiale per vivere lafede. Egli deve comunicare la fedecon entusiasmo e delicatezza. Devemettersi al fianco del sofferente, deldubbioso, dello sfiduciato, dell’ateo,comunicare con lui e fare brecciaservendosi anche del dono di unlibro o di un oggetto sacro. Accadeche nella vita si debbano fare dellescelte. Chi è fedele a Dio, prega,ascolta la Parola di Dio, si rivolgeper consiglio a una persona piùesperta, cerca l’intimità con Dio epoi...il salto nel buio è con la fede.Per ravvivare la Fede, sono statefatte molte proposte:

- Nei tempi forti dell’anno cri-stiano, portare nelle famiglie un’im-magine sacra come luce della vita.

- Arricchire le testimonianzedella nostra rivista con episodi e rife-rimenti biblici.

- In casa tenere una luce o luminosempre acceso, che ci ricorda la pre-senza di Dio che è luce.

Per approfondire la fede, nellacatechesi ci è stato raccomandato diavere in casa il Catechismo dellaChiesa Cattolica. Dal sondaggio nelnostro piccolo gruppo di riflessionedi 13 persone, è risultato che 8hanno il CCC.

Nello e Marvì

Esercizi e consacrazione

Carissimo padre, gli esercizi spi-rituali di questo anno a San Gabrielesono stati per me particolarmenteimportanti. Le catechesi sulla fedehanno aperto il mio cuore ad amareancora di più Gesù. Ho capito che lafede è l’unica consolazione nel dolo-

re; la vera fede porta la speranza ecancella la disperazione. Gesù èsempre pronto a consolarci, colman-doci di doni. Io personalmente hoavuto il dono preziosissimo di con-sacrarmi a Lui perpetuamente. Tiringrazio infinitamente, di avermipermesso di far parte della FamigliaPassionista per sempre. La mia emo-zione è stata grande, ma la mia gioiaancora di più. L’unica tristezza erache il mio Franco non era vicino ame fisicamente, come alla mia primaconsacrazione, ma so per certo, cheda lassù mi ha guardata ed ha gioitoanche lui. Il mio cammino continuaora con maggiore impegno, nelrispettare i miei doveri, come verafiglia Passionista, so che Gesù mi èvicino e sarà Lui a guidarmi e illumi-narmi. Mi abbandono completamen-te a Lui e credo solo in Lui.

Germana

Iniziative a Sant’Atto

Desidero informarti del mio pro-getto “Evangelizzare e testimoniare lafede”. Sto diffondendo le mie richie-ste di incontro per la recita del SantoRosario e lettura sacra nelle famigliedi Sant’Atto, ma non solo. Intendocoinvolgere altre frazioni, un po’come la Peregrinatio Crucis. Moltihanno risposto positivamente e prestocomincerò con tanta gioia nel cuore.Spero che Maria, mia ispiratrice e mioesempio, possa accompagnarmi inquesto mio cammino per donarle conumiltà la mia testimonianza di fede. Ilmio Parroco Don Gabriele Bufalari è

stato informato, mi ha anche propostodi accompagnarlo ogni primo venerdìdel mese nel suo incontro per donarel’Eucaristia ai malati. Domenica 23settembre è stata una giornata emozio-nante e dolcissima, per me è stata unaesperienza profonda e coinvolgentepartecipare alla celebrazioneEucaristica con tutti i CapitolariPassionisti rappresentanti di tutto ilmondo. Ho chiesto a S. Gabriele diaccompagnarmi nel mio “pellegrinag-gio di preghiera” che comincerò il 5 diottobre, primo venerdì del mese, ini-zierò a S. Atto e poi negli altri paesi.

Olga Orlando

Ringrazio il Signoreper la chiamatae la consacrazionetra gli AGC

Ringrazio per l’invio della cate-chesi di settembre che ho accoltocon tanta gioia, come sempre.Ringrazio il Signore per il dono dellachiamata agli AGC che mi ha datol’opportunità di comprendere l’im-mensità dell’amore di Dio, questosi apprende soprattutto meditandodavanti a Gesù Crocifisso .Ho accolto con immensa gioia l’in-vito alla 3’ Consacrazione a GesùCrocifisso che rinnovo con più con-sapevolezza, affidando e condivi-dendo con LUI le prove della vita avolte molto amare ma certamentenon eguagliabili a ciò che ha soffertoper me sulla croce il mio AMATO.

Linda di Sulmona

Consacrazione amici a Sulmona, AQ

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14 TESTIMONIANZE

Consacrarmi,per rispondere con amoreall’Amore

Il 2 ottobre desidero ardentemen-te fare la consacrazione perpetua aGesù Crocifisso per entrare per sem-pre nella Famiglia Passionista cheamo profondamente. Questa spiri-tualità mi aiuta a vincere i miei limi-ti, per poter corrispondere all’Amoredel mio Signore che è salito volonta-riamente sulla Croce per dare a noila vita eterna. Non esiste amore piùgrande di questo.

Cinzia di Sulmona

Prime consacrazionia Sulmona

Caro padre, desidero condividerecon te la grande gioia che ho provatoil 2 ottobre nel rinnovare la mia con-sacrazione a Gesù crocifisso. È statauna grande grazia e una grande gioiaper noi quattro rinnovare per la primavolta la consacrazione nella nostraParrocchia e per Cinzia fare la consa-crazione perpetua, nella Messa presie-duta dal nostro Parroco con Carmine.“Grazie, Signore, per il dono dellafede in quel Cristo in croce, segno diGloria e di Resurrezione, che ci donala chiave del nostro vivere quotidia-no”. Grazie per il bellissimo pensieroche hai avuto per noi nel ricordarci lafesta del nostro fondatore del 19Ottobre, la novena e le catechesi darileggere. Noi di Sulmona il 19 otto-bre ci riuniremo nella Parrocchia diMaria Santissima Ausiliatrice e parte-ciperemo INSIEME alla Santa Messain onore di San Paolo della Croce,nostro fondatore.

Linda Amandolini

Visita Pastoralee consacrazionia Roccaraso

Ringraziamo il Signore per i 4giorni di permanenza tra noi deipadri Alberto e Bruno nei giorni 1-6ottobre. Sono stati giorni molto pro-ficui per le nostre Fraternità diRoccaraso, Rivisondoli, Pesco-costanzo, Sulmona e Trasacco. Cisono stati vari incontri con laFraternità di Roccaraso e dintorni.

Le catechesi tenute dal P. Albertosono state molto interessanti.Ricordo in modo particolare la cate-chesi “Pescare le perle nel mare diamore e dolore della Passione”,secondo l’insegnamento di SanPaolo della Croce. Le perle dapescare sono le virtù praticate daGesù nella sua passione. Alla base ditutto c’è l’amore che dà la forza peraccettare tanto dolore ed esercitare levirtù. L’amore che Dio concede acolui che si tuffa nel mare dellaPassione di Gesù dà la forza diimitare le virtù di Gesùsofferente. Certamente noi AGCsiamo chiamati a praticare le virtùcon la forza della Fede, perché cidice san Paolo della Croce che “ilGiusto vive di fede”. Il nostroFondatore ha basato tutta la sua vitasulla fede che lo ha sostenuto nelleinnumerevoli difficoltà che ha dovu-to superare. Egli raccomandava “ditenere sempre accese le lampadedella fede della speranza e della cari-tà”. Vivere di fede deve significareper noi accettare ogni cosa dallemani di Dio, abbandonarci alle suebraccia e vivere continuamente allasua presenza. Per evitare che la fedenon si spenga mai, dobbiamo ali-mentarla con i Sacramenti, special-mente con l’Eucaristia che è il sacra-mento della fede, con la Parola diDio e con atto di amore verso il pros-simo. Questi insegnamenti hannoanimato tutta la Fraternità, ma in

particolare Renata e Maria Teresaper preparasi al rinnovo dellaConsacrazione a Gesù Crocifisso e ilfratello Pasquale per prepararsi allaconsacrazione perpetua, come èavvenuto il 4 ottobre, con la messapresieduta dal P. Alberto, mentre ilnostro parroco don Renato animaval’assemblea con il suono dell’orga-no. Ringraziamo i nostri due padriassistenti, per quanto hanno fatto e ilnostro parroco don Renato per l’ac-coglienza che ci riserva e per l’orga-nizzazione che mette a disposizionedegli ACG di Roccaraso, Rivison-doli e Pescocostanzo.

Rucci Riccardo

Consacrarmi per offriretutto a Lui.

Rinnovare la mia consacrazione aGesù Crocifisso il prossimo 4 ottobremi permette di proseguire più fedel-mente nel cammino passionista, diimmergermi nella spiritualità dellaPassione di Gesù e di offrire tutto Lui,le mie azioni, le mie sofferenze, ibuoni propositi, le mie distrazioni,per poter vivere con Lui e per Lui.Spero tanto che Dio accetti questemie miserie e, a Lui piacendo, mi diala grazia di arrivare alla consacrazio-ne perpetua. Mi affido con umiltà efiducia a Maria Santissima.

Renata Strizzi

Consacrazione Amici a Roccaraso, AQ.

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15PROGRAMMA DI FORMAZIONE 2013

MEDITAZIONI MENSILI 2013

Dal libro: “Voi siete miei Amici”

Gennaio N. 8 Gesù Predice la sua PassioneFebbraio N. 11 Il Mistero della Croce e scandalo di

PietroMarzo N. 13 Offro la vita liberamenteAprile N. 64 La vostra afflizione si cambierà in gioiaMaggio N. 74 Maria nel cammino spirituale (II Ed.

p.263)Giugno N. 50 Padre, perdona loroLuglio N. 28 L’Angelo dell’agonia e il sudore di sangueAgosto N. 67 Attirerò tutti a meSettembre N. 71 Amici di Gesù C.: Chi siamo? (II ed. 258)Ottobre N. 72 Amici: un nome-programma (II Ed.p.255)Novembre N. 57 Emise lo SpiritoDicembre N. 19 Li amò sino alla fine: Lavanda dei piedi

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FORMAZIONE 2013Anno della Fede:

“La Fede e la Parola”Nel prossimo numero della rivista il programma annuale.

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CALENDARIO DI AGC 2013

06 gennaio Messa Casa Riposo – Montecosaro, ore15,00

07 aprile Giornata di spiritualità a Casale con PioCampitelli

05 maggio Ritiro m. e consacrazioni, Morrovalle:09,00-17,30

16 maggio S. Gemma, patrona del MLP – Loreto,ore 21,00

09 giugno Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17,3007 luglio Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17,3005-10 agosto I corso Esercizi spirituali a S. Gabriele,

per tutti15-19 agosto II corso Ritiro spirituale a S. Gabriele, per

famiglie08 settembre Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17,3029 settembre Consiglio Nazionale - Morrovalle06 ottobre Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17.3019 ottobre S. Paolo della Croce – Morrovalle, 21,1503 novembre Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17.0008 dicembre Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17.0031 dicembre Fine anno a Morrovalle, ore 22—24,00

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FESTE PASSIONISTE 2013

05 gennaio S. Carlo Houben08 febbraio Festa della Passione 12 febbraio Gesù prega nel Getsemani27 febbraio S. Gabriele dell’Addolorata12 aprile Piaghe gloriose di Gesù Cristo

16 maggio S. Gemma Galgani (Monache Pass. diLoreto: Ore 21,00)

12 giugno B. Lorenzo Salvi01 luglio Preziosissimo Sangue06 luglio S. Maria Goretti09 luglio B.V.M. Madre della S. Speranza23 luglio B. Niceforo e compagni martiri della

Spagna26 agosto B. Domenico Barberi14 settembre Esaltazione della S. Croce15 settembre B.V. Maria Addolorata, patrona Famiglia

Pass.24 settembre S. Vincenzo Maria Strambi06 ottobre B. Isidoro de Loor09 ottobre S. Innocenzo Canoura Arnau martire

Spagna19 ottobre S. Paolo d. Croce: Morrovalle: Messa

solenne 21,1503 novembre B. Pio Campidelli05 novembre Defunti della Famiglia Passionista13 novembre B. Eugenio Bossilkov18 novembre B. Grimoaldo Santamaria21 novembre Presentazione di Maria SS. al Tempio09 dicembre B. Bernardo M. Silvestrelli

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CONSACRAZIONI 2013

Fossacesia AprileMorrovalle 5 maggioTrasacco 16 giugno S. Gabriele, Es. Sp. 10 agostoS. Gabriele, Ritiro F. 19 agostoCastellano P. S. Elpidio 14 settembreSulmona 2 ottobreRoccaraso 4 ottobreMadonna della Stella 20 OttobreS. Nicolò a Tordino 9 novembreGiulianova 17 novembreAltre Fraternità Date da stabilire

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INCONTRI FRATERNITA’ 2013

1. Recanati MC Convento Passionista I- III venerdì 18,302. Morrovalle MC Convento Passionista III-ultimo mart. 21,003. Civitanova M. MC Parrocchia S. Gabriele II-IV lunedì 21,004. Macerata Parrocch. s. Croce Ultimo ven. Varie 21,005. P. S. Elpidio FM Parrocch. S. Pio X II - IV mercoledì 21,006. Montecosaro MC Parrocch. Annunziata II - ultimo giov. 21,007. Castellano FM Parrocch. Castellano I - III mercoledì 21,008. Fossacesia CH Convento Passionista I - III martedì 21,009. Roccaraso AQ Parrocch. Assunta II -IV mercoledì 15,00 10. Trasacco AQ Suore Passioniste I - III mercoledì 21,0011. Giulianova TE Parrocch. Annunziata I - III venerdì 21,0012. S.Nicolò a T. TE Parroc. S. Francesco I - III martedì 21,0013. Villa Lempa TE Parroc. d.Carmine I – III venerdì 21,0014. Madonna d. Stella PG LA STELLA II - IV domenica 15,30 15. Moricone RM Convento Passionista I - III giovedì 21,0016. Bari Carbonara: Suore I ven. III domen. 16,0017. Sulmona Fr. in form. P.M. Ausiliatrice II- IV mercoledì 21,00

Page 16: rivista Amici novembre dicembre 2012

SOMMARIO2. P. A. Pierangioli Da Gesù Crocifisso al Crocifisso Risorto3. P. A. Pierangioli La “morte mistica” e la “divina natività”4. P. R. Cecconi VI - Meditiamo con il vangelo di Marco5. Coltorti M. Grazia XVII – La santità è amore di M. Maddalena Marcucci6. Manuela Peraio L’Anno della Fede: i testimoni 7. Manuela Peraio L’Anno della Fede: la porta della fede8-9. Pierluigi Di Eugenio Centenario B. Bernardo Silvestrelli10. Pierluigi Di Eugenio Centenario B. Bernardo Silvestrelli11. P. L. Mazzoccante Passionisti, Chiesa, Società 12. Varie Fototeca13-14. Varie Testimonianze 15. Direzione AGC Programma 201316. P. Alberto CP Auguri di Buon Natale

Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Fiorini Bruna di Loro Piceno MC. Soria Antonia di Sulmona, consacrata

Novembre-Dicembre 2012 – Anno XIII n. 6

Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano TemperilliPiazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394E-mail [email protected]://www.amicidigesucrocifisso.org

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa

Buon Natale e Benedizioni per l ’Anno NuovoCarissimi AGC, non posso chiudere quest’ultimo numero 2012 della nostra rivista, che compie il suo13° anno divita e il 23° anno della nascita del movimento AGC, senza inviare gli auguri più cari e sentiti di BUON NATALEe SANTO ANNO NUOVO a tutti voi e in particolare ai nuovi Amici che hanno aderito in questo anno al nostrocammino passionista, raggiungendo così in questi giorni il numero di 3040 circa. Come sempre, seguendo l’esem-pio del nostro santo Fondatore S. Paolo della Croce, gli auguri più sentiti ve li darò la notte di Natale nella solennecelebrazione eucaristica, quando vi affiderò e vi offrirò a Gesù Bambino e alla Madre Immacolata, insieme allevostre famiglie. Quando vi arriverà questa rivista, avremo già celebrato il XXIII Consiglio Nazionale, del qualevi daremo dettagliate notizie nel primo numero del 2013. Il compito principale di questo Consiglio Nazionale saràquello di tastare il polso del nostro movimento dopo 23 anni di vita e tracciare un serio cammino per l’anno dellaFede. Ringraziamo il Signore perché il nostro movimento continua a crescere, anche se a un ritmo più contenutorispetto al passato e per le 87 consacrazioni avute in questo anno: 18 prime, 49 rinnovi e 20 perpetue. Cerchiamodi vivere l’Anno della Fede con quella intensità che il S. Padre, Benedetto XVI, ci ha chiesto. Il nostro Movimentovuole essere un vero “Gruppo Ecclesiale”, cioè un vero gruppo di santificazione e di apostolato. Pregate per mee per tutto il Movimento. Tanti auguri di benedizioni divine per i nostri vescovi, i nostri superiori, incominciandodal nuovo Superiore Generale, P. Joachim Rego e Consiglio Generale, parroci, assistenti e “Amici” tutti. Unabbraccio nel Signore e tante benedizioni.

P. Alberto Pierangioli

Calendario degli Amici 04 novembre: Ritiro mensile a Morrovalle MC

10 novembre: Ritiro e consacrazioni a San Nicolò a Tordino TE 18 novembre: Consacrazioni a Bari 25 novembre: Ritiro e consacrazioni a Giulianova Lido TE 09 dicembre: Ritiro mensile a Morrovalle MC 31 dicembre: Fine anno comunitario, Morrovalle: Adorazione, Messa, festa: 22-24,00. 06 gen. 2013: Messa e festa alla casa di riposto di Montecosaro. 13 gen. 2013: Primo Ritiro Mensile 2013 a Morrovalle MC