rischio biologico non sanitario [modalità compatibilità] · autonoma ed attiva dell’azienda,...

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RISCHIO BIOLOGICO NON SANITARIO

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RISCHIO BIOLOGICO NON SANITARIOSANITARIO

Linee guida

• La prevenzione è sempre stata il risultato dellainterazione di molteplici fattori (norme, azionidelle parti sociali, ruolo dei tecnici dellaprevenzione) diversamente influenti a secondadella realtà economica ,sociale, storica.della realtà economica ,sociale, storica.

• Un ruolo fondamentale, ha l’attuazione dellenorme (garanzia di minimi livelli di prevenzione eloro estensione a tutte le situazioni lavorative),ed il controllo di tale attuazione.

• Quest’ultimo,vero deterrente contro il nonrispetto della norma, è stato nel nostroPaese tradizionalmente assai carente,basti ricordare che in fase di attuazionebasti ricordare che in fase di attuazionedel 626/94 è stato ampiamente dimostratal’inosservanza dei DPR 303 e 547 di metàanni ‘50.

• Centrale resta il ruolo delle parti sociali : leaziende ed i lavoratori possono infattidecidere autonomamente di organizzaretutela della salute e della sicurezza intutela della salute e della sicurezza inmodo più efficace di quanto prevede lanorma, anche se in teoria potrebberodecidere anche l’opposto.

• La prevenzione in questo caso, non è vistacome un vincolo esterno, imposta danorme spesso complesse, ritenutevessatorie e fonti di costi aggiuntivi per levessatorie e fonti di costi aggiuntivi per leaziende, ma come una scelta delle partiinteressate

• Un ulteriore passaggio è quello delladimostrazione che prevenzione (ed ancora piùpromozione della salute e della sicurezza) nonconvengono solo perché evitano costi maperché, se così si può dire, garantiscono più utili.perché, se così si può dire, garantiscono più utili.In altre parole la prevenzione, come sceltaautonoma ed attiva dell’azienda, diventa unelemento in grado di migliorare il prodotto.

• .

• E’ qui che qualità e prevenzione entrano in reale contatto o meglio diventano l’una,la

prevenzione, parte dell’altra,la qualità.prevenzione, parte dell’altra,la qualità.

• Negli anni novanta vi è stato un rilevanteaggiornamento legislativo e normativo,conl’emanazione dei DLgs 277/91, 626/94,242/96…242/96…

• La produzione normativa è però risultatanon coordinata e a volte di difficileinterpretazione rispetto alle direttivecomunitarie da cui derivavano.

• Ma la di là dei limiti applicativi delle norme ,èsempre più diffusa la convinzione che siaauspicabile un approccio preventivo in cui allalegge siano affidati compiti di indirizzo generaleed alla normativa tecnica, emanata daed alla normativa tecnica, emanata daspecifiche entità- livelli siano affidati gli aspettiattuativi.

• Si tratta cioè di essere d’accordo sullavalorizzazione di riferimenti tecnici ,quali lenorme tecniche e quelle di buona prassi .

• Le prime vanno intese come i documentiemanati da enti riconosciuti (UNI ISO EN) chedefiniscono le caratteristiche (prestazionali,ambientali di sicurezza, di organizzazione)di unprodotto di un processo o servizio.

• Le seconde come le norme emanate da entità• Le seconde come le norme emanate da entitàscientifiche (riconosciute dagli utilizzatori),rappresentano le indicazioni formulate sullabase delle migliori conoscenze esistenti in undeterminato ambito operativo che agevolano lasoluzione dei problemi che si presentano aiprofessionisti in esso impegnati.

• Negli ultimi due tre lustri proprio nelle discipline mediche si è assistito ad una graduale esplicita proposizione di strumenti di questo tipo attraverso l’elaborazione delle Linee Guida (LG) definite come raccomandazioni di comportamento come raccomandazioni di comportamento prodotte attraverso un processo sistematico di valutazione delle informazioni scientifiche esistenti, per assistere nel decidere come gestire specifiche situazioni nel modo più opportuno .

• Le LG nascono per rispondere all’obiettivodi assicurare il massimo grado diappropriatezza degli interventi, riducendoal minimo la variabilità nelle decisionial minimo la variabilità nelle decisionilegate alla carenza di conoscenze ed allasoggettività nella scelta dei criteri diintervento, con una ricaduta attesa dimiglioramento nell’erogazione delleprestazioni.

• L’Istituto Superiore per la Prevenzione e laSicurezza del Lavoro (ISPESL) è centro diriferimento nazionale di informazione,documentazione, ricerca sperimentazione,controllo e formazione in materia di tutela dellacontrollo e formazione in materia di tutela dellasalute e della sicurezza e benessere nei luoghidi lavoro ed è ora confluito nell’ INAIL.

• Tale ruolo era già sottolineato dal D. Lgs 626/94soprattutto nei confronti delle piccole e medieimprese e delle imprese artigiane

• L’ISPESL ha prodotto alcune LG (10) con l’obiettivo disupportare medici del lavoro, tecnici della prevenzione,aziende e pubbliche amministrazioni nella scelta dimetodologie e strumenti appropriati per la valutazione egestione del rischio .

• In questo senso le LG sono anzitutto strumenti utili amigliorare la competenza intesa non come requisito

• In questo senso le LG sono anzitutto strumenti utili amigliorare la competenza intesa non come requisitofissato da una norma, ma come miglioramento dellecapacità di orientarsi e come ampliamento di attribuzioniin un determinato campo o come ha proposto SIMLII nel2004 , cioè la competenza come possesso diconoscenza, abilità, perizia e attitudine a svolgere uncompito o ricoprire un ruolo, in modo da garantirerisultati desiderati-attesi .

• L’elaborazione di Linee guida per la gestione del rischio biologico negli ambienti di lavoro non sanitari implica di considerare numerose problematiche tra cui:

- notevole varietà di modalità di trasmissione delle - notevole varietà di modalità di trasmissione delle infezioni occupazionali;

- ampia gamma di attività lavorative da valutare e da differenziare a seconda se il rischio di esposizione ad agenti biologici è potenziale o derivante dall’uso deliberato di microrganismi;

- necessità di distinguere i lavoratori esposti arischio specifico, proprio della mansione svolta,da quelli esposti a rischio generico, ad es. inambienti indoor (lavoratori in ufficio);

- esistenza di rischi biologici emergenti connessialle attività lavorative (soprattutto nell.ambito

- esistenza di rischi biologici emergenti connessialle attività lavorative (soprattutto nell.ambitodelle antropozoonosi);

- sviluppo di nuove malattie da agenti biologicipotenzialmente pericolose per l’uomo (es.influenza aviaria, SARS);

- necessità di approfondire le ricerche su malattiefinora sottostimate e sottovalutate.

• Alla luce delle ultime evidenze scientifiche sulrischio biologico occupazionale, riportate dallaletteratura scientifica nazionale edinternazionale, degli aggiornamentiepidemiologici e delle principali normativeepidemiologici e delle principali normativepresenti in materia, le categorie lavorativeesposte ad agenti biologici sono numerose.

• Nell’ambito di tali categorie sono individuabilidiverse attività di tipo non sanitario nelle qualil’esposizione al rischio da agenti biologici puòinteressare i lavoratori.

• Per quanto riguarda le tematiche relative allavalutazione del rischio, vengono consideratinumerosi microrganismi trasmissibili con variemodalità di contagio tra le quali riveste un ruolosignificativo quella attraverso gli animali,significativo quella attraverso gli animali,implicante lo sviluppo di zoonosi.

• Obiettivo delle linee guida è trattare i temi relativialla valutazione e controllo del rischio biologicoe alla sorveglianza sanitaria in ambienti di lavoronon sanitari, fornendo indicazioni operative inparticolare per il Medico Competente.

Glossario

• Di seguito vengono riportate alcunedefinizioni che possono risultare utili.

• Agente biologico : qualsiasimicrorganismo anche se geneticamentemicrorganismo anche se geneticamentemodificato (o parti di esso, o suoi prodottimetabolici), coltura cellulare oendoparassita umano che potrebbeprovocare infezioni, allergie, ointossicazioni.

• Infezione: L’infezione avviene quando imicrorganismi viventi (virus, batteri, funghi eparassiti) stabiliscono una presenza attiva,tendendo a moltiplicarsi all’interno dell’ospiteumano.umano.

• Questa situazione crea quadri caratteristici dimalattia. Alcuni sintomi che si manifestano dopoaver contratto l’infezione sono specifici degliagenti biologici patogeni, altri segni dellamalattia sono invece la risposta dell’ospite neiconfronti dei microrganismi invasori.

• Perché una malattia possa manifestarsi ènecessario non solo un contatto, ma occorre chegli agenti biologici siano in numero sufficiente(dose infettante), penetrino nell’organismoumano attraverso una opportuna via di ingressoumano attraverso una opportuna via di ingresso(vie respiratorie, bocca, ferita.), raggiungano ilsito preferenziale del corpo umano (naso, gola,polmoni, fegato, intestino, sangue, mucose) esuperino le difese che il corpo umano oppone(meccaniche come la cute oppure azione dicontrasto del sistema immunitario)

• Sebbene i batteri siano la fonte più comunementericonosciuta come causa di infezioni, è stato osservatoche solo alcune interazioni tra gli organismi mammiferi ei batteri producono uno stato di malattia.

• L’infezione, un evento che causa importanti reazioninell’organismo, deve essere distinta dallanell’organismo, deve essere distinta dallacolonizzazione, termine usato per indicare la presenzainoffensiva di microrganismi a contatto con il tessutoumano.

• Il nostro corpo è costituito da molti microambienti chesono ideali per l’insediamento di molte specie di batteri.

• Ad esempio i coliformi sono presentiabbondantemente nel colon comecomponenti della flora intestinale. Infattiquesti stessi batteri divengono fonte diquesti stessi batteri divengono fonte diinfezione quando fuoriescono dall’intestinoe invadono altri organi o tessuti.

• Infettività : capacità di un microrganismo di lasciarsitrasportare da un ospite ad un altro, di insediarsi in esso,di riprodursi e di penetrare nei suoi tessuti.

• Nell’uomo la misura dell’infettività si basa comunementesulla relativa facilità con cui si verifica in condizioninaturali, la trasmissione dell’infezione, cioè lanaturali, la trasmissione dell’infezione, cioè lacontagiosità.

• E’ possibile classificare gli agenti biologici secondo ungradiente di infettività con i valori più elevati per alcunivirus, ad esempio quello della varicella e del morbillo econ i valori più bassi per il bacillo della lebbra.

• Microrganismo: qualsiasi entità microbiologica cellulareo meno in grado di riprodursi o trasferire materialegenetico. Sono microrganismi tutte le seguenti classi diorganismi viventi:

• a) batteri → es. quelli che provocano tubercolosi,tetano. I più piccoli microrganismi unicellulari (procarioti);tetano. I più piccoli microrganismi unicellulari (procarioti);si riproducono per divisione diretta; sono dotati di unamembrana cellulare altamente differenziata; possonoavere forma sferica, a bastoncello o ad elica (cocchi espirilli); in base alle modalità di produzione di energia sidistinguono in aerobi e anaerobi.

• b) virus → es. dell’influenza, dell’epatite. Sono elementigenetici contenenti RNA o DNA; si replicano all’internodelle cellule, ma sono caratterizzati da uno statoextracellulare.

c) parassiti → es.l’agente della malaria o delle teniasi. Sono organismi che vivono a contatto con un altro organismo (detto ospite) traendone nutrimento e apportando danno. – Endoparassiti : vivono all’interno del corpo dell’ospite. – Endoparassiti : vivono all’interno del corpo dell’ospite. – Ectoparassiti: vivono sulla superficie esterna

dell’ospite. – Obbligati: non possono fare a meno dell’ospite

(plasmodio della malaria). – Facoltativi: possono anche vivere autonomamente

(es. bacilli del tifo)

d) funghi o miceti → es. l’agente dellacandidosi. Organismi eterotrofi saprofiti oparassiti a seconda che vivano su sostanzemorte od organismi viventi. Prosperano incondizioni di caldo umido; sono ampiamentecondizioni di caldo umido; sono ampiamentediffusi; i miceli (filamenti variamente ramificatiprovenienti dalle spore) formano tappeti ofasci da cotonosi a farinosi, bianchi o colorati,sul o nel substrato di coltura

• Neutralizzabilità : è la possibilità di prevenire ocurare con efficaci misure profilattiche oterapeutiche. In particolar modo seguendoprecise norme e mezzi di carattere generale,che comprendono denuncia, accertamentoche comprendono denuncia, accertamentodiagnostico, isolamento, disinfezione edisinfestazione, profilassi specifica (profilassivaccinale a scopi preventivi e profilassiimmunitaria e chemioprofilassi a scopiterapeutici), si riduce di molto la diffusione digermi patogeni causa di malattie infettive.

• Patogenicità: capacità di alcuni microrganismidi provocare malattie a seguito di infezioni.

• Nell’uomo, ad esempio, il rapporto tra infezionicliniche e inapparenti viene valutato a 100/5 nelmorbillo e 1/100-1/1000 nella poliomielite.morbillo e 1/100-1/1000 nella poliomielite.

• I valori di patogenicità più elevati sono propri deivirus del morbillo, della varicella, della rabbia edel vaiolo; quelli invece più bassi sono quellidella poliomielite, della tubercolosi e dellalebbra.

• I valori di patogenicità, quindi, determinano la virulenza,cioè il più basso numero di microrganismi in grado diuccidere tutti gli animali inoculati entro un tempoprefissato (DML). Attualmente si ricorre, come per lesostanze tossiche, alla Dose Infettante 50 (DI50), cioè ilnumero di microrganismi che infetta la metà degli animalinumero di microrganismi che infetta la metà degli animaliinoculati (50%) entro un tempo prefissato.

• Se l’effetto prodotto dal microorganismo è la mortedell’ospite la DI50 equivale concettualmente alla DL50usata in ambito tossicologico.

• Rischio biologico : condizione nella quale, in uncerto ambito di vita o di lavoro, la presenza di unmicrorganismo pericoloso e la sussistenza diuna esposizione ad esso, possono comportarela insorgenza di un danno per la salute.la insorgenza di un danno per la salute.

• Ovvero per rischio biologico si intende laprobabilità di danno derivante da esposizione adun agente biologico che, venuto a contatto conl’uomo, possa penetrare nel suo corpo,moltiplicarsi e provocare malattia.

• Il rischio biologico viene suddiviso in diversetipologie a seconda delle condizioni e dellecause della sua insorgenza:a) generico → presente in tutti gli ambienti dia) generico → presente in tutti gli ambienti dilavoro e conseguente alla presenza ubiquitariadei microrganismi; in genere di entità modestapoiché conseguente alla esposizione amicrorganismi caratterizzati da una pericolositànulla o molto modesta e quindi controllabile conl’adozione delle comuni norme igieniche;

• b) specifico → proprio della attività e dellamansione svolta, riconducibile allapresenza di specifiche noxae dimicrorganismi pericolosi per la salute e dimicrorganismi pericolosi per la salute e dipeculiari attività esponenti, presenti indeterminati ambiti lavorativi;

• c) potenziale → conseguente ad una condizionenella quale le attività lavorative svolte possonocomportare la eventualità della presenza dimicrorganismi pericolosi; la caratteristica dipotenzialità non è da ascrivere alla incertapotenzialità non è da ascrivere alla incertainsorgenza del danno, (condizione dipendentedalla entità della esposizione e dallecaratteristiche biologiche del soggetto o deisoggetti esposti), quanto dalla aleatorietà dellacondizione di pericolo (potenziale presenza);

• paradigmatico a questo riguardo è il rischiobiologico corso dai lavoratori dei laboratori dianalisi chimico-cliniche, per i quali può verificarsil’eventualità di lavorare con campioni ematiciprovenienti da persone affette da malattiaprovenienti da persone affette da malattiatrasmissibile (campioni potenzialmente infettivi);il rischio non è sempre certo ma potenziale infunzione del pericolo la cui presenza non è certama sempre potenzialmente presente;

• d) deliberato → derivante dall’impiego dimicrorganismi intenzionalmente introdottinel ciclo lavorativo per sfruttarne lenel ciclo lavorativo per sfruttarne leproprietà biologiche.

• Trasmissibilità : capacità di unmicrorganismo di essere trasmesso pervia diretta da un soggetto portatore ad unonon infetto.

• Vi può essere tuttavia una trasmissionedetta indiretta, in quanto l’agente biologicosoggiorna più o meno a lungonell’ambiente esterno prima di penetrare inun organismo sano.

• Ad esempio, i batteri della febbre tifoide,attraverso l’acqua contaminata, possonocontagiare nuovi soggetti anche in aree moltolontane da quelle di origine.

• La trasmissione indiretta può essere anchemediata da un vettore (ad es. insetti qualimosche e zanzare, mammiferi quali roditori oaltre specie animali) che trasmette l’infezione dalsoggetto malato a quello sano

• Virulenza: capacità di penetrare in individuisani, di riprodurvisi e di danneggiare odistruggere parzialmente l’organismo ospite permezzo di tossine da esso prodotte.

• Rappresenta la caratteristica che esprime intermini qualitativi la gravità degli effetti dannosiper l’organismo al seguito della infezione

LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO

• Un comune rischio ambientale ed occupazionaleproviene dalla presenza di svariati microrganismi (virus,batteri, funghi, rickettsie, ecc.), di allergeni di originebiologica (funghi aeroallergenici) ed anche disottoprodotti della crescita microbica (endotossine emicotossine), che possono essere presenti nell’aria,micotossine), che possono essere presenti nell’aria,negli alimenti e su superfici di ambienti contaminati.

• Le attività che presentano un maggior rischio diesposizione ad agenti biologici sono quelle cheprevedono un uso deliberato e quelle in cui esiste unrischio potenziale di diffusione di microrganismi.

• I microrganismi sono abbondantemente diffusinell’atmosfera: mentre la maggior parte di essi èinnocua, alcune specie sono responsabili delladiffusione delle malattie tra gli uomini, gli animalie le piante.e le piante.

• Il continuo movimento dell’aria e la suamiscelazione rendono la diffusione deimicrorganismi un evento naturale che deveessere considerato su scala globale.

• L’uomo è continuamente esposto ai microrganismi presenti nell’aria, l’incontro con i microrganismi potenzialmente patogeni è quindi un evento molto probabile;

• Lo sviluppo di una malattia dipende, invece, da • Lo sviluppo di una malattia dipende, invece, da molti fattori:

1. la suscettibilità dell’ospite, 2. la vitalità e la virulenza dei microrganismi, 3. il contatto di un numero adeguato di agenti

infettivi con una via di penetrazione idonea.

• In seguito all’entrata in vigore del DLgs 626/94 sono giàstati affrontati diffusamente temi attinenti laclassificazione delle tipologie del rischio di esposizionead agenti biologici negli ambienti di lavoro e laclassificazione dei microrganismi in funzione della loropericolosità per l’uomo, in relazione alle loropericolosità per l’uomo, in relazione alle lorocaratteristiche di patogenicità e virulenza;

• sono state identificate e catalogate le attività lavorativechepossono essere responsabili di esposizione adagenti biologici con l’analisi dettagliata delle varie fasi incui si articolano le attività a rischio e, infine, sono stateillustrate le procedure di contenimento degli agentibiologici.

• La valutazione del rischio biologico e larelativa sorveglianza sanitaria comportanodifficoltà, spesso maggiori rispetto agli altririschi e legate alla tipologia degli agenti dirischi e legate alla tipologia degli agenti dirischio e alle numerose variabili checoncorrono alla suscettibilità dell’ospiteverso l’infezione.

Normativa vigente• 1) Il D.Lgs. 81/06 prescrive misure per la tutela della

salute e per la sicurezza dei lavoratori durante l’attivitàlavorativa in settori pubblici e privati.

• Esso ha attuato alcune direttive CEE che riguardano ilmiglioramento della sicurezza e della salute dei

• Esso ha attuato alcune direttive CEE che riguardano ilmiglioramento della sicurezza e della salute deilavoratori sul luogo di lavoro

• Il titolo X concerne l’ esposizione ad Agenti Biologici edefinisce il campo di applicazione della legge. Indica leattività lavorative nelle quali si può delineare rischio diesposizione ad agenti biologici sia come utilizzodeliberato che esposizione potenziale.

Classificazione della Pericolosità dei Microrganismi

• Nel D.lgs. 626/94 prima e nel D.lgs. 81/06 poi idiversi agenti biologici sono classificati in basediversi agenti biologici sono classificati in basealla loro pericolosità nei confronti della salute deilavoratori e della popolazione in generale.Importanti nel determinare la pericolosità di unagente biologico sono le caratteristiche diInfettività, Patogenicità, Trasmissibilità,Neutralizzabilità, Virulenza

• L’allegato XLVI elenca gli agenti biologici inordine alfabetico i li suddivide in batteri, virus,parassiti e funghi;

• il Decreto li suddivide in 4 gruppi di pericolosità• il Decreto li suddivide in 4 gruppi di pericolositàche rappresentano un diverso rischio perl’uomo. La classificazione è basata sulleinformazioni disponibili circa le caratteristicheproprietà degli agenti biologici, da cui consegueil rischio di malattia.

• gruppo 1: un agente che presenta pocheprobabilità di causare malattie in soggettiumani; sono microrganismi con cui l’uomoconvive perché sono presenti sugli oggetticonvive perché sono presenti sugli oggettidi uso comune e negli ambienti di vita;sono agenti scarsamente patogeni o pernulla patogeni

• gruppo 2: un agente che può causare malattiein soggetti umani e costituire un rischio per ilavoratori;

• è poco probabile che si propaghi nella comunità;sono di norma disponibili efficaci misuresono di norma disponibili efficaci misureprofilattiche (vaccinazioni, immunoglobuline) oterapeutiche (antibiotici);

• sono agenti per i quali, nella maggior parte deicasi, l’adulto/lavoratore è già naturalmenteimmunizzato (morbillo, rosolia) o reso immuneda vaccinazioni (poliomelite, difterite).

• gruppo 3 : un agente che può causare malattie gravi insoggetti umani e costituisce un serio rischio per ilavoratori;

• l’agente biologico può propagarsi nella comunità, ma dinorma sono disponibili efficaci misure profilattiche oterapeutiche.terapeutiche.

• Molti agenti del gruppo 3 sono trasmessi dai liquidibiologici e quindi sono di grande interesse per glioperatori sanitari; molti sono trasmessi da animali onecessitano di vettori animali per propagarsi, quindi nellanostra realtà non è facile che si produca epidemia.(Brucelle, Salmonella paratyphi, Mycobacteriumtubercolosis, virus dell.epatite, virus dell’AIDS)

• gruppo 4: un agente che può causare malattiein soggetti umani e costituisce un serio rischioper i lavoratori e può presentare un elevatorischio di propagazione nella comunità;

• non sono disponibili efficaci misure profilatticheo terapeutiche. Si tratta di patogeni presentiessenzialmente in aree extraeuropee (virusEbola, virus della febbre emorragica diCrimea/Congo, ecc.)

ATTIVITA’ LAVORATIVE ESPONENTI

• Gli ambiti di esposizione a microrganismipotenzialmente patogeni legati all’attivitàlavorativa più studiati hanno riguardato illavorativa più studiati hanno riguardato illavoro a contatto con soggetti infetti, qualequello che si verifica in ambito sanitario-ospedaliero, e l’allevamento degli animali.

Origine e Tipologia dei Rischi

• Alla luce delle ultime evidenze scientifichesul rischio biologico occupazionale,riportate dalla letteratura scientificariportate dalla letteratura scientificanazionale e internazionale, degliaggiornamenti epidemiologici e delleprincipali normative presenti in materia , lecategorie esposte ad agenti biologici sononumerose.

• Nell’ambito di tali categorie sono individuabilidiverse attività di tipo non sanitario nelle qualil’esposizione al rischio da agenti biologici puòinteressare i lavoratori.

• Le modalità di trasmissione delle infezionioccupazionali sono diverse a seconda delcomparto produttivo in cui viene svolta l’attività,della mansione svolta, delle caratteristichedell’ambiente di lavoro, dei microrganismiimplicati, ecc.

• Le tipologie di rischio esistenti classificatein funzione della natura dei processimicrobiologici, della potenzialità delcontagio, della pericolosità deicontagio, della pericolosità deimicrorganismi presenti o potenzialmenteinfettanti e degli adempimenti che il Datoredi Lavoro deve mettere in atto per la tuteladei lavoratori, possono essereschematicamente così suddivise:

1) rischio biologico generico , presente intutti gli ambienti di lavoro, per il quale nonsussiste l’obbligo di sorveglianza sanitaria,ma restano valide le principali normeigieniche, di carattere generale, daigieniche, di carattere generale, daadottare nei luoghi di lavoro;

2) rischio biologico specifico , proprio dellaattività e della mansione svolta,a sua voltadistinguibile in:

a) rischio biologico potenziale , dovuto alla presenzanaturale, non deliberata o intenzionale, casuale oaccidentale, di microrganismi pericolosi nelle attività ditrattamento microbiologico di matrici organiche di usoalimentare, di materiali di rifiuto o acque di risulta;

• l’insieme di queste attività industriali è statorecentemente accorpato in un unico comparto produttivoche va sotto il nome generico industria dellebiotecnologie, ed in particolare di biotecnologietradizionali;

• un elenco esemplificativo delle attività lavorativenon sanitarie che espongono a rischio biologiconon deliberato è riportato nell’allegato XLIV delD.lgs. 81/06.

• Nell’ambito delle attività che possonocomportare la insorgenza di rischi potenzialivengono annoverate anche le attività dilaboratorio che comportano ai fini analitici odiagnostici la manipolazione di fluidi biologicipotenzialmente infetti;

b) rischio biologico da uso deliberato deimicrorganismi , derivante dall’impiego dimicrorganismi noti, intenzionalmente introdottinel ciclo lavorativo per esservi trattati,manipolati, trasformati o per sfruttarne lemanipolati, trasformati o per sfruttarne leproprietà biologiche;

• questo comparto produttivo fa parte dellaindustria delle biotecnologie e viene indicatocome settore delle biotecnologie avanzate,poiché si avvale di tecniche complesse direcente messa a punto;

c) rischio biologico da antropozoonosi,rischio di origine storica, ma oraemergente, connesso con la diffusione inambito lavorativo di malattie in passatoambito lavorativo di malattie in passatorelegate ad ambiti particolari (ad es.leptospirosi, leishmaniosi) o lo sviluppo dinuove malattie infettive trasmesse daglianimali all’uomo attraverso agenti biologicidi natura diversa (ad es. influenza aviaria).

Industria delle biotecnologie

• Per il suo progressivo sviluppo nei paesi piùindustrializzati (Stati Uniti, Giappone, Europa), risultaattualmente di rilevanza, un vasto settore checomprende i processi tecnologici a base biologica.

• Questo ambito viene fatto rientrare nel più generaletermine di biotecnologia, definita dalla Organization oftermine di biotecnologia, definita dalla Organization ofEconomic Cooperation and Development (OECD, 1986)come "l’applicazione dei principi della scienza edell’ingegneria al trattamento di materiali medianteagenti biologici nella produzione di beni e servizi".

• E’ da sottolineare che una diversa, e più restrittivainterpretazione del termine biotecnologia viene a volteriferita alle sole tecniche di manipolazione geneticaavanzata

• Una prima distinzione nel novero di queste tecnologieproduttive è quindi operata tra processi biotecnologici ditipo tradizionale e di tipo avanzato.

• Tra i processi biotecnologici tradizionali sono peresempio classificati quelli che utilizzano tecniche

• Tra i processi biotecnologici tradizionali sono peresempio classificati quelli che utilizzano tecnichefermentative conosciute ed utilizzate da secoli per laproduzione di alimenti (pane, latte, vino, birra), eprocessi di più recente allestimento ma ormai impiegatisu vasta scala, quali per esempio quelli per laproduzione di biodetergenti, antibiotici, enzimi, o per iltrattamento dei rifiuti e per l’estrazione conmicrorganismi dei metalli dai loro minerali;.

• Per processi biotecnologici avanzati siintendono invece le nuove tecnologiebasate sull’uso dei sistemi biologiciprogettuali (comprendenti le tecnologie delprogettuali (comprendenti le tecnologie delDNA ricombinante, degli anticorpimonoclonali e nuove tecniche diingegneria dei bioprocessi) per svilupparecommercialmente prodotti e processi.

• Le biotecnologie avanzate, oltre aschiudere nuovi orizzonti di ricerca etrovare innovativi campi di applicazione(come per esempio in ambito medico-(come per esempio in ambito medico-scientifico, in campo sia diagnostico cheterapeutico), possono nel loro progressivosviluppo migliorare le biotecnologietradizionali

• Un esempio a riguardo è rappresentatodall’uso di risorse rinnovabili: varimicrorganismi, che si sono dimostrati ingrado di convertire biomasse in materiegrado di convertire biomasse in materieprime e alcuni dei quali sono vettorienergetici, possono essere resi piùefficienti grazie all’intervento delle tecnicheavanzate, con conseguente miglioramentodel loro sfruttamento commerciale.

• Le biotecnologie avanzate non sono quindida considerarsi come una applicazioneper singolo prodotto, ma si configuranocome un gruppo di sistemi tecnologici adcome un gruppo di sistemi tecnologici adelevata potenzialità che possono trovarenumerose applicazioni in diversi ambitiindustriali.

• Oltre al campo medico-scientifico, di cui si è giàaccennato precedentemente, vanno principalmentericordati: il settore agro-alimentare, dove l’introduzione diprodotti e processi biotecnologici può notevolmenteincidere su numerosi passaggi della produzione agricola,aumentandone la resa e riducendone proporzionalmenteaumentandone la resa e riducendone proporzionalmentei costi; il settore agricolo, dove l’uso in spazi aperti(ovvero in pieno campo) di pesticidi costituiti da batteriveicolanti principi fitofarmacologicamente attivi puònotevolmente aumentare la specificità degli interventi dicontrollo delle specie animali e vegetali infestanti

• il settore chimico, dove il coinvolgimento dellebiotecnologie va dalla produzione di composti ad elevatovalore aggiunto allo sviluppo di nuove metodologie didisinquinamento e protezione dell’ambiente;

• il settore dell’energia, dove il contributo dellabiotecnologia si esplica nel miglioramento delle tecnichebiotecnologia si esplica nel miglioramento delle tecnichedi utilizzazione di residui agricoli o alimentari per laproduzione di vettori energetici (etanolo, metanolo,metano) e di biomasse da fonti energetiche rinnovabilicome i materiali ligneo-cellulosici, oppure nel possibilemiglioramento dell’estrazione del petrolio dai pozzi perl’azione di agenti surfattanti di origine batterica o dimicrorganismi eventualmente geneticamente modificatinelle loro capacità metaboliche;

• il settore del trattamento dei rifiuti, ivi compreso iltrattamento di depurazione biologica delle acquereflue urbane ed industriali, dove grazie alletecnologie avanzate è possibile aumentare lanaturale funzione degradativa aerobica ednaturale funzione degradativa aerobica edanaerobica dei batteri, oppure individuare o"costruire" particolari ceppi di microrganismiefficaci nella degradazione di sostanze tossichenormalmente non degradabili;

• Il settore minerario, dove l’utilizzazione dimicrorganismi che operano labioliscivazione dei minerali e di proteineefficaci nella chelazione e concentrazionedei metalli (quali le metallo-tioneine) èdei metalli (quali le metallo-tioneine) èresa più efficace dal miglioramento dellecaratteristiche dei diversi sistemi diestrazione e dall’ampliamento dello spettrodei metalli concentrabili secondo questamodalità.

• Da ultimo, va sottolineata la diffusione el’importanza dell’uso degli enzimi di originebatterica nei processi produttivi, come peresempio nell’industria conciaria, alimentare edella detergenza.della detergenza.

• Un secondo criterio di classificazione dei diversitipi dei procedimenti biotecnologici è ricondottoal tipo di microrganismo utilizzato ed allemodalità produttive adottate.

• Si possono così individuare processi difermentazione non asettica, dove è previstol’utilizzo di flora batterica indigena o mista (peresempio nel trattamento delle acque reflue onella produzione del biogas-metano dai rifiuti)nella produzione del biogas-metano dai rifiuti)oppure di flora selezionata (come per esempionella produzione alimentare), oppure processi difermentazione asettica con singolo cepposelezionato, particolarmente utilizzatinell’industria farmaceutica.

• La rilevanza degli aspetti di Medicina del Lavoroed Igiene Industriale nei confronti degli addetti inquesto comparto lavorativo (che come detto è inpotenziale progressivo sviluppo), unitamentealle preoccupazioni per ciò che attiene laalle preoccupazioni per ciò che attiene laprotezione della salute della popolazionegenerale e la tutela dell’ambiente, è tuttaviatestimoniata dal numero dei soggetti attualmenteimpiegati nel settore, valutabile per il nostropaese nell’ordine delle 10000-15000 unità.

Categorie lavorative esposteAttività lavorative non sanitarie che

espongono a rischio biologico deliberato

• I microrganismi in questo caso rappresentano lamateria prima di un processo lavorativo.

• Nelle Linee Guida delle regioni e provinceautonome di Trento e Bolzano è riportato unelenco, esemplificativo dei settori lavorativi conuso deliberato di agenti biologici, nel quale sonoindividuabili diverse attività di tipo non sanitario

Università e Centri di ricerca• ricerca e sperimentazione nuovi materiali e processi

utilizzanti agenti biologici• laboratori di microbiologia (diagnostica e saggio)

Zootecnia e Veterinaria• ricerca e sperimentazione nuovi metodi diagnostici• farmaci contenenti agenti biologici (uso e

sperimentazione)• laboratori di microbiologia• prove biologiche (su animali e su cellule)

Industria delle biotecnologie• produzione di microrganismi selezionati

Farmaceutica• ricerca e produzione vaccini• ricerca e produzione vaccini• ricerca e produzione farmaci• processi di biotrasformazione• fasi di separazione, concentrazione, centrifugazione e

produzione di sostanze derivate• ricerca e produzione nuovi kit diagnostici• prove biologiche (su animali e su cellule)

Settore alimentare• produzione per biotrasformazione (vino, birra,

formaggi, zuccheri, ecc.)• produzione di microrganismi selezionati• laboratori di microbiologia per prove di saggio • laboratori di microbiologia per prove di saggio

(ricerca patogeni)Chimica

• produzione per biotrasformazione di composti vari (es. detersivi, prodotti per la concia del cuoio)

Energia• produzione per biotrasformazione di vettori energetici

(etanolo, metanolo, metano) usando residui agricoli e agroalimentari o altre biomasse

Ambiente• trattamento rifiuti• trattamento rifiuti• uso di microrganismi (batteri) con funzione degradativa

aerobica e anaerobicaMiniere

• recupero metalli• uso di microrganismi per la concentrazione dei metalli da

soluzioni acquose

Agricoltura• fertilizzazione colture• uso di microrganismi azotofissatori• inoculazione micorrize• inoculazione micorrize• sviluppo nuove sementi• uso di antiparassitari microbici: batteri, funghi,

virusIndustria bellica

• produzione armi biologiche

Attività lavorative non sanitarie che espongono a rischio biologico

potenziale

• Sono elencate a titolo esemplificativo nellAllegato XLIV e integrate nelle LineeGuida delle Province Autonome di TrentoGuida delle Province Autonome di Trentoe Bolzano:

• industria alimentare;• agricoltura;

• zootecnia;• macellazione e lavorazione delle carni;• piscicoltura;• servizi veterinari;• servizi veterinari;• industria di trasformazione di derivati

animali (cuoio, pelle, lana, etc);• servizi mortuari e cimiteriali;

• servizi di raccolta, trattamento,smaltimentorifiuti;

• servizi di disinfezione e disinfestazione,impianti industriali di sterilizzazione,impianti industriali di sterilizzazione,disinfezione e lavaggio di materialipotenzialmente infetti;

• impianti depurazione acque di scarico,manutenzione impianti fognari

• Nel settore dell’industria alimentare il rischio biologicoè rappresentato dalla manipolazione di alimentipotenzialmente contaminati da microrganismi.

• I principali contaminanti di natura biologica che possonoinfettare gli alimenti appartengono a diverse categorie:

• batteri (Salmonella tiphy, stafilococco aureo, Listeria• batteri (Salmonella tiphy, stafilococco aureo, Listeriamonocytogenes, Clostridium botulinum e C. perfrigens,E.coli etc.)

• virus (epatite A, norwalk, etc.)• parassiti (echinococco spp., Giardia lamblia, etc.)• funghi (aspergillus spp.).

Gli eventuali fattori di rischio nella preparazione deglialimenti possono essere rappresentati da:

• contaminazione crociata: si verifica quando gli agentipatogeni passano da un alimento all’altro tramite leattrezzature, gli utensili, le superfici, gli addetti allamanipolazione, il contatto tra cibi crudi e cotti;manipolazione, il contatto tra cibi crudi e cotti;

• scarsa igiene del personale e degli ambienti;

• attrezzature sporche o non idonee (tagliere, tritacarne,affettatrice, etc.);

• conservazione a temperature non idonee.

I microrganismi in causa possono dare luogo amanifestazioni morbose in due modi differenti:

• mediante l’azione combinata delle tossinepreformate e dei microrganismi viventi in gradodi moltiplicarsi nell’intestino o, successivamente,in altri organi (tossinfezioni alimentari).di moltiplicarsi nell’intestino o, successivamente,in altri organi (tossinfezioni alimentari).

• mediante la produzione nell’alimento di quantitàsufficienti di tossine che, una volta ingerite con ilcibo, sono direttamente responsabili dellamalattia (intossicazioni alimentari)

• Nei settori dell’agricoltura e dell’allevamento ilrischio biologico è rappresentato dalla possibilitàdi contatto con microrganismi che vivono, simoltiplicano e svolgono il loro ciclo vitale nelterreno (es. tetano) oppure negli animali.terreno (es. tetano) oppure negli animali.

• I lavoratori possono venire a contatto con liquidibiologici provenienti da animali infettati damicrorganismi trasmissibili all’uomo.

• Anche gli insetti, presenti in grandi quantità negliallevamenti, possono costituire veicoli di agentibiologici.

• Le categorie più esposte comprendono gliaddetti alla manutenzione e cura deglianimali, al trasporto di animali e di lororifiuti, gli addetti alle operazioni di lavaggiorifiuti, gli addetti alle operazioni di lavaggioe disinfezione delle stalle e degli autocarriche trasportano gli animali da allevamentoe gli addetti alle operazioni di assistenza,compresa l’assistenza al parto e leprocedure di inseminazione artificiale.

• Per gli addetti all’agricoltura un problema particolare èrappresentato dalle infezioni da miceti, spesso presentiin biomasse in fermentazione e trasmessi all’uomoattraverso la polvere di materiale organico (paglia, fieno,farina, riso, carta, ecc.)

• Nel settore di macellazione e lavorazione delle carni ilrischio biologico è rappresentato dal contatto con animaliinfettati da microrganismi trasmissibili all’uomo e dallamanipolazione di prodotti di origine animale. Vi è inoltreper gli addetti la possibilità di insorgenza di verruche allemani il cui agente casuale è il papovavirus

• Nelle attività di pesca ed acquacoltura il rischiobiologico è rappresentato dal contatto direttocon microrganismi patogeni acquatici.

• I quattro agenti batterici più comuni, responsabili• I quattro agenti batterici più comuni, responsabilidi infezioni da contatto, sono rappresentati dallafamiglia delle Vibrionaceae, dal genereAeromonas e dagli agenti ErysipelothriRhusiopathiae e Mycobacterium Marinum.

• Nelle attività veterinarie il rischio biologico èrappresentato dal contatto con animali infettatida microrganismi trasmissibili all’uomo.

• Nei settori industriali di trasformazione diderivati animali (cuoio, pelle, lana, etc.) ilrischio biologico è rappresentato dal contatto edalla manipolazione di materiali e prodotti diorigine animale.

• L’esposizione ad agenti biologici, nelle attivitàlavorative non sanitarie, può avvenire oltre cheper contatto con animali, anche per contatto,attraverso ferite e tagli, con terreni e/o acquecontaminati (es. spora tetanica) o, piùcontaminati (es. spora tetanica) o, piùraramente, può avvenire per contattoaccidentale, attraverso la cute non integra o lemucose, con materiali contaminati da liquidibiologici umani potenzialmente infetti.

• Per gli addetti ai servizi mortuari e cimiteriali il rischiobiologico deriva dal contatto e dalla manipolazione dioggetti e superfici imbrattate con liquame biologicopotenzialmente infetto proveniente dalle salme.

• In particolare, il rischio da agenti biologici è dovuto sia• In particolare, il rischio da agenti biologici è dovuto siaalla manipolazione della salma che al contatto conliquami percolanti dai feretri in caso di cadavere già infase di iniziale decomposizione: è da ritenersi elevatoper quanto riguarda l’HBV e l’HCV, a causa del lungoperiodo di sopravvivenza dei virus anche in ambienteesterno nonché dell’elevato potere infettante.

• Per quanto attiene il rischio da HIV è daritenersi più elevato nelle prime oresuccessive al decesso, mentre tende aridursi successivamente sia per lo scarsoridursi successivamente sia per lo scarsopotenziale infettante, che per la ridottasopravvivenza in ambiente del virus.

• Per gli addetti ai servizi di raccolta,trattamento, smaltimento rifiuti,disinfezione e disinfestazione,sterilizzazione, disinfezione e lavaggiosterilizzazione, disinfezione e lavaggiodi materiali potenzialmente infetti , ilrischio biologico deriva dal potenzialecontatto con materiali infetti di variaprovenienza.

• Per gli addetti agli impianti didepurazione delle acque di scarico ealla manutenzione degli impiantifognari, il rischio biologico deriva dalcontatto con microrganismi presenti neicontatto con microrganismi presenti neiliquami trattati.

• Le acque reflue sono cariche di batteri,virus, parassiti e funghi.

• L’esposizione ad agenti biologici, nelle attivitàlavorative non sanitarie, può avvenire inoltreattraverso l’inalazione di aerosol contaminati damicrorganismi presenti nell’aria.

• Molti agenti biologici inquinano, infatti, anchel’aria dell’ambiente indoor: si tratta dimicrorganismi come i funghi e le muffe, i batteri(Legionella e altri Gram-negativi); gli acari dellapolvere e allergeni stagionali come i pollini(questi sono anche un problema per l’ariaesterna).

• L’esposizione a rischio biologico è statariscontrata, inoltre, anche in altri compartilavorativi di cui alcuni affini a quellielencati a titolo esemplificativoelencati a titolo esemplificativonell’Allegato XLVI

• arboricoltura e lavori forestali : il rischio biologico è rappresentato dal contatto con agenti biotici;

• allevamento avicolo : il rischio biologico è • allevamento avicolo : il rischio biologico è rappresentato dal contatto con agenti patogeni presenti nelle deiezioni animali e dalla presenza di insetti, possibili veicoli di microrganismi;

• dipendenti dei mattatoi, dei canili, deigiardini zoologici : il rischio biologico èrappresentato dal contatto con agenti patogenitrasmissibili dagli animali, presenti nelledeiezioni animali e dalla presenza di insetti,deiezioni animali e dalla presenza di insetti,possibili veicoli di microrganismi;

• floro -vivaismo : il rischio biologico deriva dalcontatto con terreni potenzialmente contaminati;

• imprese di pulizia: il rischio biologico derivadalla possibilità di contatto con materiali infetti divaria provenienza;

• lavanderia : il rischio biologico è dovuto allamanipolazione di indumenti sporchipotenzialmente infetti di varia provenienza eduso;

• falegnameria : il rischio biologico deriva dal• falegnameria : il rischio biologico deriva dalcontatto con microrganismi che utilizzano comesubstrato inorganico le polveri di legno;

• attività indoor : il rischio biologico derivadall’inalazione di aerosol contaminati damicrorganismi presenti nell’aria degli ambientiindoor.

• attività di assistenza asili nido e scuolematerne: il rischio biologico deriva dallapossibilità di entrare quotidianamente in contattocon bambini che possono essere affetti, in fasepre-clinica ma contagiosa, da varie malattiepre-clinica ma contagiosa, da varie malattieinfettive trasmissibili tra le quali varicella,morbillo, parotite, rosolia.

• Tali malattie diventano particolarmentepericolose se contratte in gravidanza perchèpossono provocare effetti sul nascituro.

• Il rischio di contagio può essere connessocon alcune specifiche operazioni quali, adesempio, il cambio dei pannolini.

• E’ possibile inoltre, data l’età dei bambini,• E’ possibile inoltre, data l’età dei bambini,il verificarsi di piccole ferite con fuoriuscitedi sangue che rappresentano altrepossibili fonti di contagio di agenti biologiciper l’insegnante.

• industria edile e delle costruzioni,trattamento di materie naturali quali argilla,paglia, canne : il rischio biologico deriva dallapossibilità di entrare in contatto con muffe ebatteri derivanti dal deterioramento di materialiedili.edili.

• aree di lavoro con impianti ad ariacondizionata con alto livello di umidità (ades. industria tessile, tipografica e dellaproduzione carta): il rischio biologico deriva damuffe/lieviti e legionella diffuse negli ambienti dilavoro.

• settore della produzione di nutrimenti e mangimianimali : il rischio biologico deriva dalla presenza dimicrorganismi e acari nelle polveri organiche dei cereali,nel latte in polvere, nella farina, nelle spezie.

• attività di parrucchiere ed estetista : l’esposizione ad• attività di parrucchiere ed estetista : l’esposizione adagenti biologici si può realizzare attraverso contattodiretto con fonti di contaminazione (esempio cuoiocapelluto in presenza di Tinea Capitis, Pediculosi) oattraverso contatto diretto col sangue che si puòverificare soprattutto nelle operazioni di manicure epedicure.

• -attività di assistenza ai bagnanti: durante le operazioni di primo soccorso l’assistente bagnanti è esposto a possibile contagio per epatite B, tetano, o sindrome da immunodeficienza acquisita (HIV); inoltre a causa del continuo contatto con l’acqua che rappresenta il vero e proprio ambiente lavorativo di questi soggetti, gli il vero e proprio ambiente lavorativo di questi soggetti, gli assistenti sono esposti a rischio dermatosi, che possono essere da contatto come le micosi cutanee (candida, verruche). La continua esposizione ambientale a sole, vento, sabbia e acqua salata può determinare anche l’insorgenza di congiuntiviti ed otiti

Zoonosi

• La modalità di contagio attraverso gli animali èdi frequente riscontro nei settori lavorativi citati eprevede lo sviluppo di zoonosi.

• I microrganismi in grado di provocare zoonosipossono contagiare l’uomo per diverse vie:possono contagiare l’uomo per diverse vie:

• attraverso morsi o graffi di animali infetti;• attraverso il contatto con sangue e/o altri liquidi

biologici (es. saliva, urine) di animali infetti;• attraverso la puntura di insetti (zecche, pulci)

che trasportano i microrganismi dall’animaleinfettial l’uomo;

• attraverso l’ingestione di alimenti e bevande(latte, uova, carni) provenienti da animali infetti;

• attraverso il contatto con i liquami delle fossebiologiche e il letame degli animali infetti.

• Per il rischio biologico da zoonosi è difficile• Per il rischio biologico da zoonosi è difficileesprimere l’entità del danno atteso; infatti leconseguenze dell’esposizione ai più comuniagenti zoonosici possono variare, sia per l’uomoche per l’animale, dalla semplicesieroconversione, alla malattia conmanifestazioni sintomatologiche variabili. .

Il danno è infatti condizionato da: 1. dose infettante ricevuta2. patogenicità del ceppo3. stato immunitario dell’uomo3. stato immunitario dell’uomo4. presenza di fattori di rischio quali

trattamenti farmacologici ,malattie o infezioni intercorrenti

5. età, stato fisiologico (es. gravidanza, allattamento, ecc).

• Le malattie trasmissibili originate dal contattocon gli animali sono alcune centinaia ; quelle diinteresse primario,almeno nei Paesi ad elevatolivello igienico sanitario in cui esiste un ServizioVeterinario efficiente che opera nell’ambito delVeterinario efficiente che opera nell’ambito delsistema di prevenzione e che attua i piani dimonitoraggio, prevenzione ed eradicazione dellemaggiori malattie trasmissibili sono quelle cheriportiamo nella seguente tabella:

Valutazione del Rischio

• La valutazione del rischio secondo quanto previsto dallanormativa vigente presuppone la conoscenza dellecomponenti che concorrono alla insorgenza dei rischiper la salute, ovvero degli eventi tra loro concatenati dauna sequenza di accadimento temporale e tra lorointerconnnessi da una relazione di causalità, ovvero:l’esistenza di una condizione di pericolo (rappresentatal’esistenza di una condizione di pericolo (rappresentatadalla presenza di agenti lesivi e nel caso specifico daimicrorganismi dotati di più o meno spiccatapatogenicità), la possibilità (ipotetica o reale) di unaesposizione al pericolo ( intesa come il contagio con imicrorganismi), e la eventuale insorgenza di un dannoalla salute la cui frequenza di accadimento dipende dalladose assorbita e dalle caratteristiche biologiche deisoggetti esposti

• Se nella valutazione dei rischi chimici lagrande variabilità dei contaminanti intermini quali-quantitativi rende conto delledifficoltà delle stime, ancora più incerta èdifficoltà delle stime, ancora più incerta èla valutazione del rischio biologico, siarelativamente agli effetti subacutiosservabili sia nelle procedure di controllosanitario ai fini preventivi a cui sottoporregli addetti.

• Da una prima analisi delle conoscenze suipossibili effetti per la salute conseguentialla esposizione ad agenti biologici,sembra che uno dei maggiori problemisembra che uno dei maggiori probleminella valutazione dell’entità del rischio apriori dell’instaurarsi del danno, risiedanella difficoltà a quantificare in modoesaustivo l’entità dell’esposizione:

• A differenza di quanto si registra neiconfronti degli agenti chimici, per gli agentibiologici va infatti sottolineata la mancanzadi procedure di indagine standardizzatedi procedure di indagine standardizzateper il monitoraggio dell’esposizioneaerodispersa presente in ambitoprofessionale;

• inoltre, se in campo tossicologico ègeneralmente possibile identificare la"dose-soglia" e le relazioni "dose-effetto" e"dose-risposta" per le varie sostanze"dose-risposta" per le varie sostanzechimiche, più difficile risultal’interpretazione delle dosi in termini difrequenza attesa delle diversemanifestazioni patologiche di natura siainfettiva che allergologica.

• Per ciò che concerne i fattori di rischiospecifici nel settore delle tecnologiefermentative o di utilizzo industriale dimicrorganismi, in analogia a quantoregistrato negli altri comparti lavorativi, laregistrato negli altri comparti lavorativi, lavalutazione del rischio viene attuataidentificando la pericolosità degli agentilesivi presenti nel processo produttivo onel protocollo di lavoro con materialipotenzialmente infettivi.

• Ciò risulta tanto più vero nel caso dell’utilizzo deliberatodi microrganismi in ambito industriale, poiché come giàpremesso, la diversità degli inquinanti biologici, ilcarattere discontinuo dell’esposizione, la scarsamisurabilità della contaminazione batterica, e lacomplessiva limitata conoscenza della reale entità deicomplessiva limitata conoscenza della reale entità deidiversi danni, rendono ragione della necessità diconoscere a priori la pericolosità dei microrganismipresenti al fine di predisporre adeguati interventi per ilcontrollo dell’esposizione e la prevenzionedell’insorgenza del danno.

Presenza ed Entità della Esposizione

Monitoraggio della contaminazione ambientale• L’attuazione del monitoraggio ambientale

relativamente alla contaminazione biologicanell’industria delle biotecnologie dispone da unnell’industria delle biotecnologie dispone da unlato di tecniche ormai classiche di misura deimicrorganismi aerodispersi o adesi alle superfici,come la raccolta di campioni di natura diversa(aria, acqua, tamponi di superfici) e conta dellecolonie su piastra o in soluzione

• Questi metodi di misura sono ampiamentevalidati, ma hanno validità limitata poiché semi-quantitativi, poco sensibili, lenti e di laboriosaesecuzione;

• D’altro canto il monitoraggio ambientale deimicrorganismi registra la sperimentazione ditecniche altamente sofisticate, qualil’applicazione di sonde a DNA con l’uso della"polymerase chain reaction" (PCR) o della "DNAfingerprinting" (RFLP).

• Tali tecniche, che tendono ad unire i pregidi alta sensibilità e specificità con unaelevata velocità di esecuzione, sonoancora eccessivamente indaginose edancora eccessivamente indaginose edonerose dal punto di vista economico, enon si prestano pertanto ad applicazionidiffuse

Monitoraggio dell’esposizione dei lavoratori

• Per gli operatori degli impianti biotecnologici e più ingenerale di tutte le attività che comportano l’usodeliberato o la presenza potenziale e sporadica dimicrorganismi in ambito lavorativo, la via di esposizioneai microrganismi è costituita principalmente dallaai microrganismi è costituita principalmente dallainalazione di aerosoli contenenti microrganismi (o lororesidui di lisi e/o decomposizione) sotto forma diparticelle singole o adese a polveri organiche o comeaerosoli costituiti da particelle liquide (goccioline anchedi dimensioni micrometriche) biologicamentecontaminate.

• Si deve inoltre considerare una possibileesposizione per via orale per contaminazionemano-bocca, legata soprattutto a cattiveabitudini igieniche quali fumare o consumarecibo sul luogo di lavoro o a scarsa igienecibo sul luogo di lavoro o a scarsa igienepersonale;

• da ultimo non è da escludere l’infezione per viaparenterale occulta, per inoculo o penetrazioneaccidentale attraverso ferite o abrasioni dellacute.

• Il monitoraggio della avvenuta esposizione dei soggetti si avvale di tecniche per la misura della presenza dell’agente infettante nell’ospite contagiato (sieroconversione), della misura della risposta immunitaria dell’ospite al seguito della risposta immunitaria dell’ospite al seguito del contagio (innalzamento dei tassi anticorpali generici e specifici) o della ricerca diretta dei microrganismi sulla cute o le mucose dell’ospite (infezione e/o colonizzazione dell’ospite a livello della mucosa congiuntivale, del cavo orale, del tratto intestinale).

DANNI ALLA SALUTE

Danni alla salute nell’industria delle biotecnologi e• I rischi per la salute connessi con l’impiego delle

tecniche fermentative, o di utilizzo industriale dimicrorganismi, interessano principalmente i lavoratoriaddetti al comparto.

• Tuttavia, in analogia a quanto si verifica per altri settorilavorativi (per esempio il trattamento e lo smaltimentodei rifiuti), questi rischi non appaiono confinatinell’ambito lavorativo, e sono state sollevatepreoccupazioni nei confronti della popolazione generalee dell’ambiente di vita in senso lato;

• anche in questo caso, quindi, l’attenzioneposta nella tutela della salute dei soggettiprofessionalmente esposti può fornire utiliinformazioni per l’identificazione diinformazioni per l’identificazione dipotenziali rischi che possono coinvolgereanche la popolazione generale.

• Nel loro insieme, gli agenti lesivi presenti nelcomparto lavorativo delle biotecnologie sonoclassificabili in base alla loro natura e secondo icanoni consolidati della Medicina del Lavoro infisici, chimici, biologici e psico-fisiologicifisici, chimici, biologici e psico-fisiologiciriconducibili al lavoro organizzato.

• La loro diffusione, a seconda delle diversesituazioni produttive, permette di raggrupparli inagenti lesivi che causano danni di naturagenerica e agenti lesivi che causano dannispecifici.

Agenti lesivi generici• Sono quelli comuni ad altre attività

produttive. Essi vengono prevalentementeoriginati dalle procedure di sterilizzazione,originati dalle procedure di sterilizzazione,usate su larga scala nelle biotecnologie:vapore caldo in pressione radiazioni,formaldeide, ossido di etilene.

• Essendo questi fattori presenti anche inaltri settori industriali, la loro valutazione,al pari della prevenzione degli effetti sullasalute derivante dall’esposizione aglisalute derivante dall’esposizione aglistessi, può essere attuata mediante gliinterventi tradizionali della Medicina delLavoro e dell’Igiene Industriale, e nonpresenta conseguentemente alcunapeculiarità in questo comparto produttivo

Agenti lesivi specifici

Sono legati all’impiego dei microrganismi e/odei loro prodotti, e sono conseguentementedifferenti da processo a processo e da impiantoa impianto. Considerati nel loro insieme, essia impianto. Considerati nel loro insieme, essipossono tuttavia essere ricondotti nell’ambito ditre aree omogenee di effetti lesivi:

1. le immunopatie,2. gli effetti tossici,3. gli effetti patogeni dei microrganismi

• Immunopatie: nella definizione di immunopatievengono fatti rientrare sia le malattie allergicheche i deficit immunitari, e queste patologiepossono essere generate dai microrganismi, dailoro prodotti metabolici o da ausiliari chimici diloro prodotti metabolici o da ausiliari chimici diprocesso.

• Le forme di natura allergica rappresentano lapatologia di più frequente riscontro nei lavoratoriaddetti ai processi biotecnologici.

• Di esse, la più grave e diffusa, è l’asmabronchiale allergico: questa malattia, di cuiall’inizio degli anni. 70 si sono riscontrateelevate frequenze, ad esempio negli addetti allaproduzione di enzimi per la biodetergenza, e inproduzione di enzimi per la biodetergenza, e inepoche più recenti negli addetti agli stabulari deilaboratori di ricerca, è mediata da IgE specifichenei confronti dell’agente allergizzante, coniugateai mastociti ed ai granulociti basofili.

• Fra gli agenti asmogeni di più largoimpiego nell’industria delle biotecnologievanno principalmente ricordati, oltre aimicrorganismi stessi quali Actinomiceti,microrganismi stessi quali Actinomiceti,Aspergilli e Micofiti, gli antibiotici, glienzimi, i residui e le pareti di cellulebatteriche, i derivati vegetali, nonché lesostanze chimiche utilizzate in qualità diadditivi, solventi, sterilizzanti.

• Un secondo quadro clinico, tipicamentelegato ai processi biotecnologicitradizionali, è rappresentato dalla alveoliteallergica estrinseca.allergica estrinseca.

• Questa sindrome è stata per esempiodescritta come tipica negli addetti allaproduzione della birra ("malt worker.slung"), all’allevamento del bestiame("farmer’s lung"), ed alla produzione("farmer’s lung"), ed alla produzionecasearia ("cheese worker’s lung"),situazioni nelle quali l’agente eziologico èstato identificato rispettivamente inAspergillus clavatus, Micropolyspora faeni,Penicillium casei;

• La malattia è mediata da IgG e IgM che sidepositano a livello vascolare, e siconfigura come una sindromecomprendente tosse secca e stizzosa,comprendente tosse secca e stizzosa,dispnea, astenia, artralgie e/o mialgie,talvolta con iperpiressia lieve.

• Da ultimo, va ricordata la dermatite da contatto: essapuò insorgere per meccanismo sia irritativo sia allergico,conseguentemente all’esposizione ad agenti irritanti(quali per esempio solventi, acidi, etc.) o a sostanzechimiche o a componenti di origine biologica dotati dipotere antigenico.potere antigenico.

• Conseguentemente all’esposizione cutanea amicrorganismi patogeni ubiquitari, il quadro dermatiticopuò successivamente vedere l’insorgenza disovrainfezioni, per esempio di tipo piogenico o micotico.

• La seconda grande branca delleimmunopatie di origine professionale,anche se per ora studiata e discussa soloin via ipotetica, è rappresentata dalin via ipotetica, è rappresentata dalpossibile manifestarsi di deficit immunitaricome causa diretta od indirettadell’esposizione a microrganismi o loroprodotti metabolici.

• L’importanza di queste sindromi nei confronti degliaddetti in questo comparto coinvolge un duplice aspetto:da un lato esse possono intervenire come effetti lesiviconseguenti all’esposizione ad agenti immuno-tossicipresenti nell’ambiente di lavoro (immunopatie acquisite);

• dall’altro, esse possono essere presenti quale situazionecontingente (depressione dell’attività immunitaria disoggetti trattati con farmaci cortisonici o affetti dasindrome di immunodeficienza acquisita) o qualecondizione permanente di origine genetica o congenita.

• Fra le situazioni in grado di dar luogoall’insorgenza di deficit immunitari vannoprincipalmente ricordati l’esposizione aradiazioni e a sostanze chimiche dotate diproprietà mielotossiche (quali per esempioproprietà mielotossiche (quali per esempioil benzene o il cloramfenicolo), nonchél’operare nei processi di produzione disostanze con tropismo per l’apparatoimmunitario, quali i farmaci cortisonici,antitumorali o immunosoppressivi.

• E’ evidente invece come la presenza diforme di immunodeficienza su basecostituzionale possa rappresentare unimportantissimo elemento diimportantissimo elemento diipersuscettibilità individuale nei confrontidel rischio infettivo legato all’esposizione amicrorganismi potenzialmente patogeni,con evidenti risvolti limitativi nei confrontidella idoneità lavorativa di questi soggetti.

• Effetti tossici: l’occorrenza di effetti tossicidiretti per esposizione a sostanze di originemicrobica è stata osservata in lavoratori addettinella produzione di antibiotici ed ormoni.

• Per questo ed altri casi di esposizione asostanze dotate di peculiari caratteristichefarmacologiche e tossicologiche, è statogeneralmente possibile individuare la relazioneesistente tra entità della dose assunta edingravescenza dell’effetto biologico osservato.

• Per ciò che attiene i casi di intossicazione manifestariportati a più riprese nella letteratura scientifica, essisembrano in massima parte riconducibili amacroscopiche e protratte esposizioni legate acondizioni di scarsa igiene industriale: a questoproposito, non va dimenticato che. a differenza di quantoproposito, non va dimenticato che. a differenza di quantoavviene per altre sostanze chimiche di uso industriale,per le sostanze chimiche biologicamente attive, qualiquelle di uso farmacologico, per la limitatezza numericadei soggetti professionalmente esposti e la peculiaritàdelle sostanza stesse, non sono disponibili in formaufficiale e con validità collettivamente riconosciuta valorilimite di esposizione ambientale (TLV).

• In questi casi, quale criterio largamenteconsolidato di prevenzione e tutela dellasalute in ambito professionale, si utilizza lamassima limitazione dell’esposizione, conmassima limitazione dell’esposizione, conl’adozione di precauzioni preventive chegarantiscano i livelli di contaminazione,dell’ambiente e dei lavoratori, più bassitecnicamente raggiungibili.

• La natura degli effetti tossici che sono stati osservatidipende dalle proprietà farmacologiche delle sostanzestesse. Così, nel caso degli antibiotici, i principali effettidescritti sono rappresentati da ipovitaminosi,virulentazione della flora saprofitica presente a livellointestinale e selezione di ceppi resistenti ai diversiintestinale e selezione di ceppi resistenti ai diversiprincipi attivi;

• nei soggetti di sesso femminile, per l’alterazione degli equilibri fisiologici della flora saprofitica vaginale è inoltre stato osservato il prevalere di singole forme microbiche con l’insorgenza di infezioni micotiche (candidosi).

• Per ciò che concerne gli ormoni, gli effettiosservati erano principalmente legatiall’esposizione a corticosteroidi,androgeni, estrogeni e progestinici, conandrogeni, estrogeni e progestinici, coninsorgenza di sindromi diverse a caricodella sfera endocrina.

• Un ultimo elemento di rischio, sempre di natura tossicologica ma di più difficile valutazione e tuttora largamente ipotetico, è rappresentato dagli effetti lesivi conseguenti alla potenziale esposizione, protratta e a dosi inferiori di quelle esposizione, protratta e a dosi inferiori di quelle farmacologiche, a proteine specie-specifiche complesse. prodotte con la tecnica del DNA ricombinante. quali per esempio interferoni, interleuchine, attivatori tessutali.

• Effetti patogeni dei microrganismi: tra i dannispecifici connessi con l’impiego dellebiotecnologie, gli effetti patogeni sostenuti daimicrorganismi rappresentano quello di piùimmediata percezione.immediata percezione.

• Il concetto di "patogenicità" è generalmentedefinito come il rapporto tra la capacità infettantedi un microrganismo ed i meccanismi di difesadell’ospite;

• E’ opinione comune che, in generale, ilrischio infettivo possa essere valutato apriori, sulla base delle conoscenzemicrobiologiche e delle specifichecaratteristiche delle lavorazioni effettuate,caratteristiche delle lavorazioni effettuate,in modo da poter prevedere il livello dellemisure di confinamento fisico e biologicoche è necessario attuare per ilcontenimento della contaminazione e delladannosità del contagio.

• E’ questo il criterio che viene proposto ed adottato alivello legislativo per la tutela dei lavoratori esposti adagenti biologici potenzialmente patogeni, secondo ilquale la tutela della salute non è salvaguardabile conl’adozione di valori limite di esposizione (TLV, BLV) ogenerici standard di salubrità degli ambienti di lavoro, magenerici standard di salubrità degli ambienti di lavoro, macon interventi di più o meno rigido contenimentodell’esposizione (misure di confinamento fisico ebiologico dei microrganismi) e controlli più o menostringenti di sorveglianza sanitaria differenziati peraccuratezza, estensione e frequenza a seconda dellapatogenicità dei microrganismi usati.

• Da ultimo, alla base dei rigidi criteri di eliminazionedell’esposizione mediante confinamento fisico ebiologico sussiste anche la preoccupazione che lapatogenicità di un microrganismo sia una proprietàvariabile dello stesso.

• Nell’ambito delle operazioni di manipolazione genetica,• Nell’ambito delle operazioni di manipolazione genetica,quale per esempio la tecnica del DNA ricombinante,viene paventata l’eventualità di un trasferimento dicaratteri indesiderati, con conseguente virulentazione dimicrorganismi precedentemente innocui, oppure lapossibilità, al termine di una serie di colture, di unaselezione di ceppi anomali resistenti alle terapie.

• A questa eventualità si cerca di porre rimedioadottando quelle che vengono definite norme diconfinamento biologico: ovvero l’inserimento neicaratteri del genoma del microrganismomodificato di tratti di DNA ricombinato chemodificato di tratti di DNA ricombinato checodifichino per l’incapacità di replica delmicrorganismo in sistemi o in organismi viventi(ad esempio in assenza di particolari principinutritivi, o alla temperatura di 37°C) diversi daquelli sperimentali.

• Nonostante l’elevato standard igienico degli ambienti dilavoro interessati (specialmente per ciò che concerne ilsettore della ricerca), risulta quindi evidente comel’utilizzo di microrganismi potenzialmente o francamentepatogeni per l’uomo. per esempio nell’ambito di processifermentativi o nella produzione di vaccini virali .fermentativi o nella produzione di vaccini virali .rappresenti un rischio reale per i lavoratori addetti.

• Inoltre, qualora sussistano carenti condizioni igieniche,anche l’utilizzo di microrganismi teoricamente nonpatogeni può essere alla base di effetti avversi sullasalute, per esempio nel caso i batteri siano produttori diendotossine.

• Tuttavia, per ciò che concerne il rischio infettivo,l’esperienza industriale riferisce solo l’nsorgenzadi micosi cutanee in lavoratori addetti a processibiotecnologici tradizionali.

• Per le altre lavorazioni, se vengono adottatetutte le specifiche norme tecniche e di lavoroatte a prevenire la contaminazione, il rischio perla salute osservato, salvo episodi accidentali .viene solitamente definito "trascurabile".

Impianti di trattamento delle acque reflue urbane

• Nel più ampio novero delle attivitàindustriali che possono comportarel’esposizione a microrganismil’esposizione a microrganismipotenzialmente patogeni, in particolare traquelle legate alle operazioni di trattamentoe smaltimento dei rifiuti, un capitolo aparte è rappresentato dalle acque reflue.

• Risulta infatti evidente come l’acqua, purnon essendo in quanto tale classificabilenella categoria dei materiali di risulta, vipossa essere annoverata nel momento incui abbia subito inquinamento chimico ocui abbia subito inquinamento chimico ocontaminazione biologica che ne rendanonecessario un trattamento diigienizzazione in vista di un suosuccessivo riutilizzo o reimmissionenell’ambiente.

• Le problematiche sanitarie connesse con ilfunzionamento e la gestione delle strutture fognarie edegli impianti di depurazione delle acque reflue degliagglomerati urbani, rientrano storicamente in un’ottica diigiene e sanità pubblica.

• In epoche passate, le preoccupazioni risultavanoprincipalmente ascritte al pericolo di contaminazioneambientale da parte degli inquinanti chimici e biologicipresenti negli scarichi fognari, e ai conseguenti rischi perla popolazione generale.

• Tuttavia il progressivo aumento dei volumi di scarichifognari ed acque reflue da trattare, unitamente allanecessità di ulteriore trattamento e smaltimento deifanghi biologici di risulta, ha determinato nel corso degliultimi decenni un aumento delle strutture impiantistichepresenti sul territorio, il cui sviluppo è statopresenti sul territorio, il cui sviluppo è statoaccompagnato da un progressivo ampliamento dellapopolazione lavorativa addetta nel settore.

• Quale conseguenza, risulta parimenti aumentata larilevanza ed attualità delle problematiche di medicinaprofessionale e di igiene e sicurezza del lavoro presentiin questo comparto.

• Nell’ambito della gestione dei corsid’acqua e delle strutture che costituisconoil complesso delle reti fognarie (canali nelsottosuolo, impianti di depurazione,sottosuolo, impianti di depurazione,sistemi di chiuse e griglie), i fattori dirischio presenti possono essere classificatiin base alla loro origine in chimici, fisici, ebiologici.

• I rischi di natura chimica sono legati alla possibilepresenza di contaminanti sia organici che inorganici,quali per esempio metalli, pesticidi e solventi; essicostituiscono di norma eventi accidentali, dovuti afenomeni estemporanei di inquinamento massivo deireflui, per esempio da sversamenti dolosi oconseguentemente ad infiltrazione nel terreno qualeconseguentemente ad infiltrazione nel terreno qualeconseguenza di scorretto smaltimento di rifiuti pericolosi(tossici e nocivi), oppure legati alla fermentazione dimateriale organico in condizione di carenza di ossigeno,con conseguente formazione di acido solfidrico (H2S);

• i rischi di natura fisica sono principalmente connessi conl’esposizione a microclima sfavorevole oppure a sorgentidi rumore, quali pompe o sistemi di sollevamento.

• I rischi di natura biologica sono da porre inrelazione alla presenza, nelle acquereflue, di una popolazione dimicrorganismi variamente rappresentatimicrorganismi variamente rappresentati(batteri, virus, protozoi, ed elminti) le cuicaratteristiche infettive, allergogene, etossinogeniche, a seconda della originedelle acque stesse, possono essere inalcuni casi rilevanti.

• Mentre i rischi di natura fisica e chimica si connotanoquali rischi aspecifici, comuni cioé anche ad altre realtàlavorative, i rischi di natura biologica rappresentanoinvece una peculiarità costante delle acque reflue.

• Inoltre, se per esempio per i rischi di natura chimica• Inoltre, se per esempio per i rischi di natura chimicaesistono conoscenze sufficientemente consolidate per lastima della loro rilevanza e conseguentemente per lamessa in atto di misure idonee alla realizzazione diinterventi di tipo preventivo, la qualificazione equantificazione dei rischi conseguenti all’esposizione adagenti biologici presenta ancora numerose carenzeconoscitive.

• A titolo di esempio, in tabella 1 sonoriportati una serie di agenti biologici (isolatiin diverse indagini attuate in ambitonazionale ed internazionale in acquenazionale ed internazionale in acquereflue urbane provenienti da differenti areegeografiche) classificati secondo i criteri dipericolosità

• Come si evince da quanto riportato in tabella,tali microrganismi risultano prevalentementecompresi nella classe 2 di pericolosità ai sensidella medesima normativa: tra essi possonodistinguersi batteri e loro forme sporigene, virus,distinguersi batteri e loro forme sporigene, virus,protozoi ed elminti;

• la maggior parte di essi sono di provenienzafecale umana, ma alcuni possono esserepresenti nelle urine o nelle feci di animali infetti,ad esempio i ratti residenti nelle reti fognarieurbane.

• I rischi di natura biologica rappresentanoquindi una peculiarità costante delle acquereflue, e sono da porre in relazione allapresenza di una popolazionepresenza di una popolazionenumericamente variabile di diversimicroorganismi (batteri, virus, protozoi, edelminti), dotati, in via di principio, dicaratteristiche infettive, allergogene, etossinogeniche rilevanti.

• Se in passato in ambito professionalesono state oggetto di maggiorepreoccupazione e studio i rischi infettiviper le vie di esposizione più classiche,per le vie di esposizione più classiche,quali quella ingestiva e cutanea, piùrecentemente particolare rilevanza haassunto la esposizione per via inalatoriaad aerosol veicolanti microorganismi.

• La formazione degli stessi ha luogo neicorsi d’acqua o negli impianti didepurazione principalmente per azione diorgani meccanici in movimento, perorgani meccanici in movimento, pergorgogliamento di aria in pressione nellefasi di aerazione dei reflui e per laformazione di spruzzi in occasione divortici e salti di livello nei condotti.

• La formazione di aerosol e la conseguenteesposizione in ambito professionale aimicroorganismi da essi veicolati, risultaampiamente documentata nella letteraturascientifica italiana ed internazionale, conscientifica italiana ed internazionale, conparticolare riguardo agli impianti didepurazione delle acque reflue (Butelli,1988; Clark, 1987; Colombi et al., 1993;Fannin et al., 1985; Garzaroli et al., 1995;Sekla et al., 1979).

• L’entità della esposizione è riconducibileall’espletamento di mansioni correlate allediverse fasi di lavorazione (per esempiopompaggio, sollevamento, grigliatura,ossidazione delle acque di risulta), sia alleossidazione delle acque di risulta), sia allediverse tecnologie di depurazione etrattamento utilizzate (per esempio,l’aerazione delle vasche di ossidazionepuò essere a turbine, a candelesommerse, oppure a diffusori sommersi).

• Alla possibile esposizione a microrganismiaerodispersi (per il tramite di aerosol batterici)desta la maggior preoccupazione in termini ditutela della salute dei lavoratori addetti agliimpianti di trattamento delle acque reflueimpianti di trattamento delle acque reflueurbane, nonché - in fase successiva- allosmaltimento in ambito agricolo dei fanghi liquidio semisolidi provenienti dalla depurazione, lapresenza di microrganismi di origine fecale.

• Pur non essendo riportata l’insorgenza di formecliniche conclamate, è stata descritta lacomparsa di un quadro clinico caratterizzato dauna sintomatologia aspecifica comprendentemalessere generale, astenia, rinite acuta,malessere generale, astenia, rinite acuta,iperpiressia, alterazioni umorali a carico dei titolianticorpali e delle immunoglobuline seriche,nonché una aumentata frequenza di episodi didissenteria e disordini gastrointestinali,irritazione oculare, e comparsa di dermatitiirritative in sedi diverse.

• Conseguentemente all’esposizione alleacque reflue, tra gli agenti biologici cherappresentano un tradizionale rischio diinfezione e infestazione vanno infine citateinfezione e infestazione vanno infine citatela leptospirosi, sostenuta da Leptospiraicterohaemorrhagiae e le parassitosiintestinali.

• Relativamente ai parassiti patogeni, Entamoebahystolitica e Giardia lamblia sono gli agenti cherivestono maggiore importanza.

• Le migliorate condizioni sia di lavoro, sia di• Le migliorate condizioni sia di lavoro, sia diigiene delle acque, nonché più in generale disanità pubblica e del territorio, hanno tuttaviarelegato queste forme morbose alla dimensionedi evento sporadico ed isolato.

Impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e

delle biomasse

• Il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti solidiurbani (RSU), rappresenta uno degli aspetti piùrilevanti connessi allo sviluppo urbano eall’avvento della cosiddetta "civiltà dei consumi".all’avvento della cosiddetta "civiltà dei consumi".

• Questo comparto lavorativo, anche se didimensioni quantitative limitate, è caratterizzatoda una serie di peculiarità nei confronti dei rischiper la salute dei lavoratori addetti, in particolareper quanto riguarda il rischio biologico.

• La classificazione dei diversi tipi ditrattamento/smaltimento è tradizionalmenteoperata, in base alla natura del processoutilizzato, in termici, chimico-fisici e biologici.

• Tra i trattamenti di natura biologica di maggiorinteresse e diffusione sono da citare ilcompostaggio, la bioessicazione e labiofiltrazione dei reflui gassosi maleodorantiprovenienti da queste attività e la messa indiscarica

Impianti di compostaggio, bioessicazione, biofiltrazione

• I processi di raccolta e messa in discarica degliRSU o di trattamento mediante compostaggiobioessicazione, degli RSU e di biofiltrazione deibioessicazione, degli RSU e di biofiltrazione deireflui gassosi, si avvalgono di tecnologiesemplici, da tempo caratterizzate da ampimargini di affidabilità estensibili anche altrattamento di un’ampia gamma di rifiuti tra lorodiversi per natura od origine (es. rifiuti di origineagroalimentare e biomasse di origine vegetale oanimale).

• A fronte di queste intrinseche e favorevoli caratteristiche,gli impianti trovano difficile allocazione sul territoriopoiché considerati fonte di inconvenienti e di una serie dipericoli per la salute della popolazione residente nelleloro vicinanze.

• Le preoccupazioni principali sono riferite alle emissioniche queste attività producono, con particolare attenzionealla dispersione ambientale di polveri, quale veicolo oltreche di inquinanti chimici e sostanze organiche volatili(SOV e odori molesti), soprattutto di microrganismi.

• La natura chimica delle polveri emesse dagli impiantidi compostaggio dipende dalla matrice organica trattata,ma in genere queste polveri costituiscono un pericoloper la salute solo quando la loro quantità inalata risultamassiva e l’inalazione è protratta nel tempo.

• Gli impianti rappresentano una condizione di pericolo perle popolazioni residenti e a maggior ragione per ilavoratori, quando le attività di movimentazione erivoltamento meccanico del materiale, secondo quanto èprevisto nelle diverse fasi del ciclo di trattamento, sonocausa di aerodispersione di grandi quantità di polvere.

• L.inconveniente è particolarmentepresente quando i cumuli di compost,costituiti ormai da materiale abbastanzaessiccato, devono venire ripetutamente edessiccato, devono venire ripetutamente edintensamente rimescolati per terminarne lamaturazione.

• Durante queste operazioni in impianti dicompostaggio di Rifiuti Solidi Urbani (RSU),Autori stranieri, hanno misurato valori dipolverosità totale compresi tra 10 e 2000mg/m3, valori indicativi della presenza dimg/m3, valori indicativi della presenza dicondizioni di immediato pericolo per gli operatoriaddetti a tali attività in assenza di adeguatipresidi di protezione individuale e di rilievotossicologico ( in caso di una eventualeaerodispersione) anche per i residenti nelle zonelimitrofe agli impianti stessi.

• Gli agenti biologici lesivi per la salute veicolati dallapolvere (polvere organica) che si libera nelle attività diproduzione del compost, di bioessicazione(biostabilizzazione), e biofiltrazione, possono

• essere ricondotti a tre tipologie di contaminanti:

a) microrganismi potenzialmente patogeni presentiin origine nel materiale da trattare, principalmentein origine nel materiale da trattare, principalmentecostituiti da batteri di origine enterica umana edanimale (enterobatteri ed enterovirus);

b) forme microbiche saprofite o potenzialmentepatogene che si sviluppano in grande quantitàdurante il processo di compostaggio, principalmentecostituite da funghi e batteri termofili;

c) tossine di origine microbica presenticome costituenti (endotossine cellulari) deibatteri Gramnegativi, e micotossine chepossono liberarsi in forma aerodispersapossono liberarsi in forma aerodispersanelle polveri contaminate in seguito adautolisi o attività metabolica deimicrorganismi.

• Il primo insieme di microrganismi presenti nella matriceorganica è costituito prevalentemente da agenti patogenidi provenienza enterica che possono essere presentinella frazione umida degli RSU, oppure nel materialeorganico che può essere compostato insieme ai rifiuti(come i fanghi di depurazione delle acque reflue(come i fanghi di depurazione delle acque reflueurbane);

• esso può contenere forme batteriche (coliformi fecali),virali (virus enterici) o parassitarie come i protozoi (deigeneri Giardia ed Entamoeba) ed elminti (dei generiTaenia ed Ascaris). Il compost stesso per la suacostituzione rappresenta un ricco substrato per lacrescita di microrganismi eterotrofi indesiderati.

• Tuttavia nel corso del processo dicompostaggio, dopo un periodo iniziale in cui siassiste ad una forte crescita dei microrganismienterici favorita dalla ampia disponibilità disubstrati organici facilmente utilizzabili, la florafecale patogena presente, ad esempiofecale patogena presente, ad esempioappartenenti al genere Salmonella, va incontroall’inattivazione quasi completa sia a causa dellatemperatura raggiunta dal materiale (superiore a60°C) che della durata protratta di taleriscaldamento quale requisito necessarioall’efficacia dell’intero processo.

• Inoltre vengono ad instaurarsi concomitanti fenomeni dicompetizione con la flora saprofita termofila che opera latrasformazione dei composti organici complessi (amidi elignine) in precursori degli acidi umici e fulvici e quindi incompost.

• La pericolosità iniziale, legata all’originaria presenza neirifiuti di agenti patogeni di identica origine, ma diversaprovenienza, tende pertanto ad esaurirsi nel corso delprocesso di compostaggio. Esiste tuttavia l’eventualitàche il materiale subisca una ricontaminazione nelle fasisuccessive al processo di maturazione.

• Tale rischio si può verificare solo nei casi in cui ilmateriale di partenza possa presentare una carica dicontaminanti molto elevata o al seguito di unaricontaminazione per opera di mezzi meccanici dimovimentazione a loro volta contaminati.

• È questo il caso più frequentemente osservato con lasalmonella. È da sottolineare che la verifica dellapresenza di salmonelle nel compost risulta utilizzatacome marcatore per testare l’avvenuta igienizzazione delmateriale ed il permanere dell’igienicità del prodotto altermine del processo stesso.

• Il secondo gruppo di microrganismi che puòessere fonte di danno per la salute deglioperatori, è costituita da funghi actinomicetimesofili e termofili: per la loro ubiquitarietà lecolonie fungine sono abitualmente presenti nelcolonie fungine sono abitualmente presenti nelcippato di legno (materiale aggiunto per renderesoffice ed aerabile il rifiuto da compostare) eanche negli RSU, ma si sviluppanoprevalentemente durante la fase termofila adalta temperatura del processo di compostaggio.

• Nel corso di questo processo all’interno dei cumuli dicompost cresce un denso strato di micelio (formafilamentosa ramificata del fungo che costituisce un corpocellulare complesso) ed un numero elevato di spore o diframmenti filamentosi di micelio possono liberarsi sottoforma di polvere e aerodisperdersi nell.ambiente durantela movimentazione o i trattamenti meccanici dila movimentazione o i trattamenti meccanici dirivoltamento nella fase di maturazione o di finitura delcompost.

• Tra le muffe che vengono aerodisperse durante questitrattamenti sono ritrovabili, frequentemente associate anumerose altre specie di funghi ed actinomiceti, grandiquantità di Aspergillus fumigatus

• La possibile esposizione alle forme sporigene dimuffe e di batteri, viene segnalata in più studiriportati nella letteratura scientifica, in particolaread Aspergillus fumigatu, microrganismo nonpatogeno, ma che nei casi di esposizionepatogeno, ma che nei casi di esposizioneprolungata e massiva, o in soggetti defecati oimmunodepressi,può sostenere gravi formemorbose con proliferazione del microrganismo alivello polmonare (aspergillosi).

• L’esposizione a spore, forme vitali oproteine di origine batterica viene anchesegnalata quale causa di disturbiallergologici respiratori di diversa naturaallergologici respiratori di diversa naturaed entità, quali rinite allergica, asmaallergico, alveolite allergica.

• La terza tipologia di contaminanti d’originebiologica che possono rappresentare una fontedi danno per la salute, è costituita dalle tossineaerodiffusibili (endotossine e micotossine)derivanti da batteri Gramnegativi e dalmetabolismo secondario di alcuni generi dimetabolismo secondario di alcuni generi difunghi.

• Le endotossine sono delle macromolecolecomplesse costituite da un insieme di fosfolipidi(generalmente ritenuti responsabili dell.attivitàtossinica) e di lipopolisaccaridi con attivitàantigenica (LPS).

• Esse fanno parte integrante della paretecellulare dei batteri Gram-negativi e siliberano in seguito alla distruzione dellacellula, che può avvenire naturalmente percellula, che può avvenire naturalmente perautolisi o in seguito a trattamento conmezzi chimici o fisici.

• Il calore prodotto nel processo di compostaggio,benché permetta di raggiungere temperatureche distruggono la maggior parte deimicrorganismi mesofili presenti nei materiali dacompostare ed in particolare gli enterobattericompostare ed in particolare gli enterobatteriGram-negativi, non sarebbe però in grado diraggiungere temperature capaci di distruggere edetossificare i LPS che sono consideratisostanze piuttosto termostabili.

• Per quanto riguarda le micotossine è notoche in certe condizioni colturali funghi delgenere Aspergillus, Trichocetium,Penicillium e Fusarium, possono produrrePenicillium e Fusarium, possono produrretossine dotate di un’elevata tossicitàsistemica e per alcune di esse anche diproprietà cancerogene

• Questo peculiare aspetto della pericolosità deimicrorganismi è stato mutuato da quantoosservato nell’ammuffimento delle derratealimentari, ma la formazione di micotossine inquantità significative negli impianti diquantità significative negli impianti dicompostaggio e la loro aerodiffusioneambientale, sono da considerare, al momento,delle ipotesi puramente speculative conseguentiad una eventualità possibile, ma meramenteteorica.

• Va però segnalato che, in passato, negliimpianti di trattamento ed essiccamento dibiomasse batteriche provenienti dalladepurazione delle acque reflue urbane,sono stati segnalati episodi di malesseresono stati segnalati episodi di malesserecollettivo fra gli addetti con comparsa difebbre e alterazioni di alcuni parametribioumorali e immunitari ricondottiall’esposizione massiva a tossinebatteriche.

PREVENZIONE DEL RISCHIO

Misure di protezione e prevenzione universali• In generale, la via prevalente di esposizione ai

contaminanti biologici è costituita dalla viarespiratoria conseguente alla inalazione dipolveri o aerosoli contaminati da microrganismiin toto o dai loro residui di lisi e/opolveri o aerosoli contaminati da microrganismiin toto o dai loro residui di lisi e/odecomposizione, ma in ambito professionale sideve considerare anche la via di esposizioneorale, dovuta ad un trasporto mano-bocca deicontaminanti, legata a cattive abitudini igienicheindividuali quali il fumare o il consumare cibo sulluogo di lavoro o alla scarsa igiene personale.

• Da ultimo, sempre in ambito professionale, non è da escludere la infezione dell’organismo ospite per via parenterale occulta, ovvero per inoculo accidentale di occulta, ovvero per inoculo accidentale di materiale contaminato attraverso ferite o abrasioni della cute presenti o prodottesi durante il lavoro.

• Le norme universali di protezione e prevenzionedel rischio biologico hanno una valenzagenerale e devono essere applicate a priori diqualsiasi valutazione dei rischi, anche solo incondizioni di potenziale o ipotetica esistenza delcondizioni di potenziale o ipotetica esistenza delrischio.

• Il rischio potenziale in ambito professionale siconfigura come condizione nella quale le attivitàlavorative svolte possono comportare unaesposizione ad una condizione di potenziale dipericolo

• Il rischio ipotetico in ambito professionalesi configura invece come una condizionenella quale le attività lavorative svolte inpresenza di microrganismi pericolosi opresenza di microrganismi pericolosi opotenzialmente tali, possono comportarela eventualità ipotetica di una esposizionecapace di causare la eventuale insorgenzadi un danno alla salute del soggettoesposto.

• In ambedue i casi la insorgenza del danno(nel singolo o nel gruppo di soggettiesposti) è una eventualità funzione dellecaratteristiche biologiche individuali e dellacaratteristiche biologiche individuali e dellaentità della esposizione e non risultadipendere dalle condizioni di potenzialità oipoteticità degli eventi, ovvero la presenzadel pericolo o la esistenza di unaesposizione.

• Paradigmatici a tale riguardo sono gli esempi riferibili alleattività svolte in un laboratorio di analisi chimico clinicheo alle attività che comportano l’uso deliberato dimicrorganismi pericolosi: nel primo caso. l’esistenza diun rischio biologico potenziale. è definitodall’imprevedibile ed incognita presenza di un campionedall’imprevedibile ed incognita presenza di un campionepericoloso (infettante) tra i tanti processati;

• nel secondo caso, l’esistenza di un rischio biologicoipotetico., nota la presenza di microrganismi pericolosi, èdipendente dal carattere ipotetico della esistenza dellaesposizione.

• Ambedue queste eventualità generanouna condizione di rischio e fanno sì che illavoratore non possa essere certo dilavorare sempre in condizioni di sicurezza,lavorare sempre in condizioni di sicurezza,poiché il suo lavoro è soggetto allapossibilità di un contagio pericoloso,imprevisto ed imprevedibile, al seguito inuna accidentale o fortuita esposizione.

• La strategia preventiva che viene messa inatto per controllare i, rischi biologiciipotetici e/o potenziali è quella di adottarenelle pratiche di lavoro misure diprevenzione cosiddette universali che, inprevenzione cosiddette universali che, inogni situazione, indipendentemente dallanatura infettiva dei campioni trattati e dellecondizioni di igiene del lavoro,garantiscano l’ assenza di unaesposizione.

• Trattando tutti i campioni indifferentementerispetto alla loro pericolosità ed adottandoprocedure di prevenzione e norme ditutela universali che garantiscano latutela universali che garantiscano lasicurezza in qualsiasi condizione osituazione, si raggiunge il controllo ol’abbattimento del rischio di natura edentità incerta, connesso a queste attività.

Norme igieniche rischio generico nei luoghi di lavoro

• Relativamente alla gestione del rischio biologico generico nei luoghi di lavoro il Medico Competente fa riferimento a quanto disposto dalla normativa vigente

• Le principali norme igieniche suggerite da adottare nei luoghi di lavoro, che devono risultare nel Documento di Valutazione dei Rischi sono le seguenti.

• Adeguata informazione ed eventualmente formazione dei lavoratori

• rispetto delle principali norme igieniche come ad esempio mantenere una buona igiene esempio mantenere una buona igiene personale, lavarsi le mani dopo aver starnutito o tossito o pulito il naso.

• Per la disinfezione dell’ambiente e degli oggetti utilizzare prodotti adeguati ad esempio a base di cloro attivo.

• Lavarsi le mani prima di toccare occhi, naso e bocca.

• Lavarsi le mani dopo aver usato il bagno.• Asciugarsi con salviette monouso.• Asciugarsi con salviette monouso.• Gettare le salviette in appositi contenitori.

• Circa la regolare pulitura di tutti i luoghi dilavoro è suggerito di verificareperiodicamente l’attività svolta dalle ditteappaltatrici dei lavori di pulizia, inappaltatrici dei lavori di pulizia, inparticolare riguardo ai servizi igienici.

• Ove possibile sarebbe necessario metterea disposizione rubinetti con pedale o concellula fotoelettrica.

• Devono essere segnalati adeguatamente,• Devono essere segnalati adeguatamente,fra l’altro, i rubinetti da cui dovessescorrere acqua non potabile.

• E’ necessaria la rimozione di materiali sporchi opolverosi, nonché la detersione con l’uso oculato didisinfettanti, solo ove necessario; a tal proposito, finita lapulitura, le aree di lavoro vanno fatte areareadeguatamente.

• Una periodica disinfestazione è inoltre necessaria inambienti di lavoro particolari quali mense, cucine,refettori, giardini, magazzini ed archivi, e comunquedove necessita, effettuandola previa pulitura a fondo deilocali e facendo trascorrere un adeguato lasso di tempoprima del rientro dei lavoratori e degli utenti.

• E’ raccomandato altresì di allontanaretempestivamente il materiale in disusoaccantonato negli ambienti di lavoro, conparticolare riguardo al materiale organico.

• E’ opportuno provvedere all’imbiancaturadegli ambienti di lavoro soprattuttoladdove siano presenti danni dainfiltrazioni, con presenza di muffa.

• E’ auspicabile l’acquisto di saponi liquidi a PHdebolmente acido per la detersione delle manied evitare l’uso promiscuo di asciugamaniutilizzando nei servizi igienici materiale usa egetta.

• E’ necessaria la pulizia periodica dei tendaggi edei dispositivi di modulazione dell’intensità dellaluce ( tende, veneziane, tapparelle ecc.), nonchédelle pale dei ventilatori laddove presenti eun’adeguata pulitura dei filtri di tutti icondizionatori.

• Necessita anche la riparazione didiscontinuità dei pavimenti o delle pareti edelle volte che possono divenirericettacolo di polvere ed insetti.

• E’necessario evitare il sovraffollamento deilocali, effettuando una distribuzioneadeguata degli operatori in base anchealle capacità recettive dei vari ambienti

• Anche se non previsto espressamente ènecessario altresì che sia valutata lapossibilità, per quanto riguarda le attività diufficio comportanti rapporti con il pubblicoin maniera continuativa, la collocazionein maniera continuativa, la collocazionedel lavoratore in postazione protetta, qualiad esempio schermatura con appositi vetriche evitino l’impatto e la diffusione dieventuali secrezioni provenienti dastarnuti, colpi di tosse e quant’altro.

Norme igieniche nei luoghi di lavoro durante pandemie, epidemie ed

endemie• Quando sono in corso pandemie, epidemie ed endemie

bisogna considerare l’eventualità di una diffusione delle stesse nei luoghi di lavoro.

• In realtà in assenza di casi sospetti, nei luoghi suddetti, il rischio stimato per i lavoratori è analogo a quello della

• In realtà in assenza di casi sospetti, nei luoghi suddetti, il rischio stimato per i lavoratori è analogo a quello della popolazione generale pertanto in questi casi vanno rispettate, da parte dei lavoratori, tutte le disposizioni emanate dal Ministero della Salute o da altri Organi Competenti in proposito e al Medico Competente si richiede l’osservanza di alcuni adempimenti quali:

• verificare e rammentare ai lavoratori e al Datoredi lavoro le norme igieniche generiche,sopraelencate, da adottare nei luoghi di lavoro;

• identificare ed intervenire, per quanto possibile,sulle categorie di dipendenti e/o sui dipendentiche possano venire in contatto con soggettiprovenienti da paesi stranieri a rischioepidemico segnalati dal Ministero della Salute;

• rammentare ai lavoratori leraccomandazioni del Ministero dellaSanità in merito all’effettuazione deivaccini;

• attivare tempestivamente ogni ulterioreintervento fattibile ed utile allasalvaguardia della salute e sicurezza suiluoghi di lavoro che con il tempo sidovesse rendere necessario.

Vaccinazione antinfluenzale in luoghi di lavoro con rischio biologico generico

• Secondo le Linee Guida del Ministerodella Salute la vaccinazione anti-influenzale strettamente raccomandata adinfluenzale strettamente raccomandata aduna serie di categorie a rischio cheincludono anche lavoratori di normaesposti ad un rischio biologico genericoquali gli addetti ai servizi pubblici diprimario interesse collettivo.

• Il personale che, per motivi occupazionali, è a contatto con animaliche potrebbero costituire fonte di infezione è stato incluso alla lucedei recenti episodi di influenza aviaria.

• A tal proposito è da segnalare che la vaccinazione antinfluenzale, inprevisione di una diffusione pandemica del virus dell.aviaria,assume particolare rilievo considerato che non solo nelle categorieassume particolare rilievo considerato che non solo nelle categoriea rischio ma anche nella popolazione generale, è in grado di ridurrela possibilità di co-circolazione, negli stessi individui, del virusdell.influenza umana e di quello aviario.

• Tale co-circolazione, come evidenziato dall.OMS, è appunto lacondizione che potrebbe causare l’emergenza di ceppi virali dotatidipotenziale pandemico.