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RESTAURANDO LA STORIA L’alba dei principi etruschi TIPHYS EDIZIONI MA C E dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona Museo

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Page 1: RESTAURANDO LA STORIA L’alba dei principi etruschi · Alfredo Gnerucci, Comune di Cortona Leonarda Sinceri, ... Carla Visca Hanno partecipato allo stage in forma privata Annalisa

RESTAURANDO LA STORIAL’alba dei principi etruschi

TIPHYS EDIZIONI

MA C

E

dell’Accademia Etruscae della Città di Cortona

Museo

Page 2: RESTAURANDO LA STORIA L’alba dei principi etruschi · Alfredo Gnerucci, Comune di Cortona Leonarda Sinceri, ... Carla Visca Hanno partecipato allo stage in forma privata Annalisa

© 2012 TIPHYS EDITORIA E MULTIMEDIA Via Gramsci 147/A 52044 Cortona (AR) www.tiphys.com

ISBN 978-88-97582-08-3

Nessuna parte del presente volume può essere riprodotta o diffusa con qualsiasi mezzo.

Enti e istituzioni Ministero per i Beni e le Attività CulturaliMibac - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della ToscanaSoprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaRegione ToscanaProvincia di ArezzoComune di CortonaAccademia EtruscaMAEC

Main SponsorBanca Popolare di Cortona

Con il contributo diFondazione Nicodemo SettembriniRotary Club Cortona Valdichiana Rotary Club Arezzo

Sponsor TecniciUno Informatica s.r.l. Arezzo Fiere e Congressi EuronicsStudio Gallorini Engineering e Arte&Co.ScienzaGraziella Green PowerCantarelli

Comitato d’onoreAndrea Vignini, Sindaco del Comune di CortonaAndrea Pessina, Soprintendente ai Beni Archeologici della ToscanaIsabella Lapi, Direttore Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggisticidella ToscanaCristina Scaletti, Assessore alla Cultura Turismo e Commercio della Regione ToscanaRoberto Vasai, Presidente della Provincia di ArezzoRita Mezzetti Panozzi, Assessore ai Beni e Attività Culturali, Pubblica Istruzionee Turismo della Provincia di ArezzoGiovannangelo Camporeale, Lucumone dell’Accademia Etrusca di CortonaLucia Lepore, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Antichità ClassicaGiulio Burbi, Presidente della Banca Popolare di CortonaRoberto Calzini, Direttore della Banca Popolare di CortonaRaul Barbieri, Direttore Arezzo Fiere e Congressi

Comitato ScientificoPaolo Bruschetti, Segretario dell’Accademia EtruscaFranco Cecchi, Soprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaGianna Giachi, Soprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaPaolo Giulierini, Conservatore MAEC, Comune di CortonaElsa Pacciani, Soprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaPasquino Pallecchi, Soprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaGiuseppina Carlotta Cianferoni, Soprintendenza per i Beni Archeologicidella ToscanaLuca Fedeli, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana

Curatori della MostraPaolo BruschettiFranco CecchiPaolo GiulieriniPasquino PallecchiIn collaborazione con Giuseppina Carlotta Cianferoni Luca Fedeli

Musei e soggetti prestatoriSoprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaMuseo Archeologico Nazionale di FirenzeMAECCollezione Alfredo Ceccanti

Organizzazione generale della mostra

Immagine coordinataTIPHYS Srl

Coordinamento generaleSoprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaMAEC

Progetto generale di allestimentoDaniel Virtuoso, Arezzo Fiere e Congressi

RealizzazioneABB di Bruschini

Ufficio stampaAndrea Laurenzi

Coordinamento amministrativo e dei serviziPaolo Giulierini, Comune di CortonaAlfredo Gnerucci, Comune di CortonaLeonarda Sinceri, Comune di CortonaPietro Zucchini, Comune di Cortona

Coordinamento interventi conservativiFranco Cecchi, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana

Hanno partecipato al restauro tramite stage

Università degli Studi di FirenzeMaria Carla Callavaro, Giuseppe Luca De Vita,Giovanni Spallino, Paola Turi, Teresa Ulivelli, Miyuki Yamonoto

Libera Accademia di Belle Arti, FirenzeEleonora Galardini, Elisa Mosti

Istituto per l’Arte e il Restauro-Palazzo Spinelli, FirenzeMichela Bartolotti, Annamaria Bezek, Chiara Carloni,Elisa Grzinlich, Michela Gioia Serra, Nicoletta Luconi

Daniela RizziCarla Visca

Hanno partecipato allo stage in forma privataAnnalisa Caffi, Adria Coscia, Ramona Marrella, Cristina Morelli,Emilia Nifori, Cristina Nobelli, Monica Pitti,Michele Recanatini, Irene Marta Calabria Salvadori, Ilaria Scalia, Annalisa Scirna,Tiziano Venturini

Indagini diagnostiche

Laboratorio di analisi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaGianna Giachi, Pasquino Pallecchi

Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali, CNR Francesco Algostino, Valentina Bonora, Rachele Manganelli Del Fà, Piero Tiano, Grazia Tucci

SegreteriaTiziana Domini, Accademia EtruscaSimona Lunghi, Accademia Etrusca

BiglietteriaVittorio Camorri-Terretrusche

Servizi di guidaAION CULTURACentro Guide Arezzo

Servizi di didatticaAION CULTURA

Disegni in mostraDonato Spedaliere

Testi PannelliLuca Rossato

Installazioni 3DStudio Gallorini Engineering e Arte&Co.Scienza di Massimo Gallorini

Filmati in mostraFotomaster di Gaetano Poccetti-Pixmotion di Gaetano Panza

LuciCedamStefano Greppi

Sito internetTIPHYS Srl

Pubblcità webValerio Giovannini

Catalogo

TIPHYS Editoria e Multimedia

CuratelaPaolo Bruschetti, Franco Cecchi,Paolo Giulierini, Pasquino Pallecchi

Segreteria coordinamento redazionaleSimone Rossi

Saggi a cura diLuciano Agostiniani, Università degli Studi di PerugiaMarica Bruni, Dirigente Opere Pubbliche e Urbanistica del Comune di CortonaPaolo Bruschetti, Segretario dell’Accademia EtruscaFabio Cavalli, Responsabile della Unità di Ricerca di Paleoradiologia e Scienze Affini Laboratorio di Telematica Sanitaria - SCIT, Azienda Ospedaliero Universitaria “Ospedali Riuniti” di TriesteFranco Cecchi, Funzionario restauratore Soprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaGiuseppina Carlotta Cianferoni, Direttore del Museo ArcheologicoNazionale di Firenze, Soprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaAdria Coscia, RestauratoreLuca Fedeli, Archeologo Direttore Coordinatore della Soprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaHelena Fracchia, Università di Edmonton CanadaGianna Giachi, Funzionario chimico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaPaolo Giulierini, Conservatore del MAEC, Comune di CortonaMaurizio Gualtieri, Università degli Studi di PerugiaElsa Pacciani, Funzionario biologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaPasquino Pallecchi, Funzionario geologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della ToscanaLaura Pastonchi, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze della TerraLuca Rossato, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze della TerraTeresa Santini, Collaboratore della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana

Francesco Algostino, Valentina Bonora,Rachele Manganelli Del Fà, Piero Tiano, Grazia TucciIstituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali, CNR

Schede a cura di Paola Turi, Università degli Studi di Firenze

FotografieSimone Rossi TIPHYS SrlFotomaster di Gaetano PoccettiAntonino Sentineri, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana

DisegniDonato Spedaliere

CartografiaSoprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana

18 novembre 2012 > 5 maggio 2013

RESTAURANDO LA STORIAL’alba dei principi etruschi

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a cura di

Paolo BruschettiFranco CecchiPaolo GiulieriniPasquino Pallecchi

TIPHYS EDIZIONI

RESTAURANDO LA STORIAL’alba dei principi etruschi

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PREMESSE

Andrea Vignini (Sindaco di Cortona) 9

Andrea Pessina (Soprintendente ai Beni Archeologici della Toscana) 11

Maria Cristina Scaletti (Assessore alla Cultura Turismo e Commercio della Regione Toscana) 12

Roberto Vasai (Presidente della Provincia di Arezzo) 13

Lucia Lepore (Università degli Studi di Firenze Dipartimento di Antichità Classica) 14

Giovannangelo Camporeale (Lucumone dell’Accademia Etrusca di Cortona) 15

Giulio Burbi (Presidente della Banca Popolare di Cortona) 17

INTRODUZIONE

Cortona, (Ulisse) e il “restauro” 18

PARTE I

UN’ALLEANZA TRA STATO ED ENTE LOCALE PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DI CORTONA

L’Accademia Etrusca, soggetto attivo di tutela 25

Le prospettive dell’archeologia a Cortona 35

Verso il Parco Archeologico 39

Gli scavi della Soprintendenza dal 1992 al 2012 45

La Tabula Cortonensis 67

La villa romana di Ossaia 77

Venti anni di collaborazione tra il Museo Archeologico Nazionale di Firenzee il MAEC di Cortona 85

PARTE II

IL RESTAURO: MOMENTO FONDAMENTALE TRA SCAVO E ALLESTIMENTO

I grandi restauri del Centro di Restauro di Firenze 91

Note sul restauro dei reperti da scavo e sul restauro nel mondo antico 95

Il recupero dei manufatti provenienti da scavo 99

La diagnostica 103

Il microscavo di un cinerario in laboratorio 107

Analisi non distruttiva di un vaso cinerario mediante MSTC 115

Il restauro dei materiali e l’allestimento museale 121

Il contributo della modellazione 3D nella documentazione del restauro dei reperti archeologici 123

PARTE III

CATALOGO DEI MATERIALI IN MOSTRA

I manufatti in pietra 129

La ceramica 133

Il ferro 135

Il rame e il bronzo 139

Reperti in oro e argento 141

Ambra, osso, avorio 145

PARTE IV

CATALOGO DELLA MOSTRA

Tavole 150

Schede dei reperti 157

INDICE

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settembre-ottobre 2007, necessarie all’auspicata anastilosi del tamburo stesso (finora fer-matasi, tuttavia, al dicembre 2006)36.

I Circoli orientalizzanti del SodoUno dei più sorprendenti ritrovamenti verificatisi a Cortona negli ultimi anni è avvenuto

nel luglio del 2005, in occasione dei lavori di sbancamento per il nuovo letto del rio di Lore-to, torrente che ancora nell’autunno 2012 separa i due grandi tumuli del Sodo I e del Sodo II; è infatti previsto che l’alveo ne venga spostato a nord del Tumulo II, per consentire sia la completa messa in luce del tamburo di quest’ultimo (ancora inesplorato in parte nella sua porzione sud-orientale), sia la congiunzione pedonale dei due monumenti.

Nel 2005 sono stati dunque rinvenuti due gruppi di sepolture, delimitati da altrettanti circoli litici, situati a circa 30 m a nord di quest’ultimo37. Il I Circolo, indagato sia nell’estate 2005 che nell’estate-autunno 2012, ha rivelato al suo interno la presenza di ben sei tombe “a cassetta”, di cui tre si sono rivelate intatte38 (Fig. 7). Si tratta di un gruppo di tombe, la cui datazione si colloca fra la metà del VII e l’inizio del VI sec. a. C., verosimilmente appar-tenenti a individui dello stesso gruppo famigliare. I corredi, incentrati su grandi dolî d’im-pasto contenenti a propria volta un vaso cinerario chiuso con un coperchio, sono costituiti da vasi e manufatti d’uso (spesso collocati anche nel resto della sepoltura). La tomba più antica è la numero 3, situata al centro del Circolo e ulteriormente circoscritta da una sorta di tumuletto; le tombe rinvenute intatte sono costituite dalla numero 1, la numero 2 (che è stata successivamente tagliata per la messa in opera della Tomba 2/bis, a inumazione, di antica età romana39) e la numero 4. Inoltre numerosi materiali ceramici che avevano ori-ginariamente fatto parte del corredo della Tomba 6 sono stati rinvenuti all’interno di una buca riempita di pietre, disposta accanto a essa.

Fra la fine dell’estate 2007 e l’inizio del 2008, poi di nuovo nell’estate-autunno 2012, è stato esplorato il II Circolo tombale (Fig. 8) intravisto, nel 2005, nel corso delle escavazioni per il nuovo alveo del rio di Loreto40.

Come il I Circolo, esso comprende al suo interno un gruppo di quindici tombe a casset-ta litica, databili dalla prima metà del VII agli inizi del VI secolo a.C.; inoltre, cinque altre

tombe, di epoche e forme diverse, insistono presso l’esterno del pe-rimetro del Circolo. Nel 2007-2008 vennero esplorate ben diciannove tombe, mentre nel luglio-agosto 2012 ne è stata indagata un’ultima, esterna e tangente al perimetro. Il II Circolo si denota quindi per di-mensioni un po’ più grandi che non il I e per una generale, pur lie-ve, maggior antichità dei corredi. Entrambi i Circoli furono oggetto di un parziale ampliamento di pe-rimetro, operato su un settore della rispettiva circonferenza.

Sviluppatosi quasi insieme al I, il II Circolo ha rivelato al suo interno un numero assai maggiore di tom-be e, benché fosse più grande e più fitto di sepolture, buona parte de-gli spazi interni ne furono esauriti e ben cinque tombe vennero depo-ste all’esterno del suo perimetro.

Numerose spiegazioni possono formularsi in proposito, non necessariamente in contrad-dizione fra sé. Per esempio, si può pensare a rami diversi di uno stesso gruppo famigliare (di cui uno, magari, più esclusivo e l’altro più inclusivo) oppure, o anche, a una residua disponibilità di spazi nel I quando il II Circolo era stato quasi tutto occupato: potrebbe in-durre a questa conclusione la presenza, in quest’ultimo, di tombe tangenti al suo perimetro (cfr. Fig. 8), possibile segno che gli spazi interni vi si andassero esaurendo.

Il restauro dei materiali, cominciato nel 2008 e proseguito negli anni successivi41, è stato completato nel giugno-luglio e nel settembre-ottobre 2012 ed è oggetto della mostra illu-strata in questo Catalogo.

Strutture in muratura nell’area del SodoNell’estate-autunno 2009 sono state messe in luce le fondazioni di due interessanti strut-

ture (Fig. 9) edificate a sud-est dei vicini circoli tombali arcaici esplorati nel 2005, nel 2007-0842 e nel 2012.

La prima, di dimensioni più contenute (4 x 4 m), è interpretabile -per la presenza di ossa combuste- come edificio funerario, databile alla seconda metà del VI sec. a.C. grazie a frammenti di un calice o pisside in bucchero pesante.

La seconda, adiacente e provvista di dimensioni maggiori (m. 7.50 x 7.80 circa), ha rive-lato murature realizzate con ciottoli di fiume di piccole e medie dimensioni: probabilmente uno zoccolo di base, il cui alzato poteva essere in terra o mattoni crudi. La struttura pre-senta, sul lato nord, una cavità rettangolare che sporge come un piccolo avancorpo rispetto alle murature; essa è perimetrata da murature identiche, per tessitura, a quelle del resto della struttura.

Tale cavità (favissa votiva, tomba o altro che fosse) non ha restituito il suo contenuto originario, evidentemente asportato in epoca romana (come sembrano dimostrare i reper-ti rinvenuti presso di essa). La messa in opera dell’edificio in ciottoli, per la presenza di

Fig.7I Circolo tombale del Sodo

Fig.8II Circolo del Sodo: la tomba B, scavata nell’estate 2012

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IL RECUPERO DEI MANUFATTI PROVENIENTI DA SCAVOFranco Cecchi, Pasquino Pallecchi

Pagina a fronte:La Tomba 8 del circolo II del Sodo al momento dell’apertura

Un deposito archeologico può essere considerato un insieme complesso di strati di formazione antropica o naturale contenenti reperti di varia composizione e caratterizza-ti da un diverso stato di conservazione. I reperti sono di norma inglobati in una matri-ce prevalentemente terrosa con un contenuto di acqua variabile in relazione al contesto geomorfologico,alla permeabilità della matrice o alla presenza di una falda acquifera. Nei terreni permeabili, prossimi alla superficie, insieme all’acqua si trova una quantità di ossi-geno sufficiente a creare nel deposito un ambiente ossidante. In questo contesto il materiale costituente ciascun reperto può trovarsi in condizioni di instabilità e quindi essere soggetto a trasformazioni delle parti a contatto con il terreno con la formazione di prodotti stabili nell’ambiente che caratterizza il deposito. Si formano così composti anche complessi quali quelli che compongono le “patine” che coprono e proteggono le superfici di molti reperti. Esempi di patine sono quelle di colore verde, formate da carbonati e carbonati basici di rame, presenti sulle superfici di oggetti metallici in bronzo. oppure i carbonati di piombo che interessano le superfici dei manufatti realizzati con questo metallo. Se le trasformazio-ni non producono prodotti stabili, o le caratteristiche dell’ambiente di giacitura variano continuamente, i processi di degrado continuano a trasformare le componenti originali del manufatto fino a modificarne profondamente l’aspetto iniziale e talvolta fino alla sua completa distruzione. Questo avviene frequentemente per i materiali di natura organica o per i manufatti in ferro: questi ultimi, in ambienti idrati e molto permeabili, possono essere completamente degradati fino a disperdersi nel terreno trasformando il manufatto in un deposito diffuso di ossidi e idrossidi di ferro riconoscibile solo per la caratteristica zonatura rossastra del terreno.

Durante la formazione del deposito archeologico un manufatto è soggetto, oltre che ad aggressione chimica, anche a sollecitazioni meccaniche dovute alle dinamiche dell’interra-mento e al dissesto delle strutture eventualmente presenti. Questo può portare alla frattu-razione del manufatto e, nel caso di oggetti fragili e di piccole dimensioni, alla dispersione dei frammenti nel terreno.

In un tale contesto risulta evidente come l’intervento conservativo debba iniziare proprio durante il recupero del reperto nello scavo in modo da sottrarlo all’azione di ulteriori pro-cessi di degrado ed evitare il pericolo della perdita di elementi utili alla ricostruzione della forma originale del manufatto.

L’indagine diagnostica, programmata durante lo sviluppo delle operazioni di scavo, per-mette di identificare le caratteristiche microambientali del deposito archeologico e di indi-viduare la composizione ed i processi di degrado che interessano i reperti. Le conoscenze acquisite risultano di notevole importanza per la messa a punto delle corrette operazioni di recupero dei reperti e stabilire le migliori condizioni di stoccaggio necessarie a conservarli in sicurezza fino al momento del restauro in laboratorio. Quando si devono recuperare ma-teriali molto fragili e frammentari è preferibile, compatibilmente con le esigenze dello scavo archeologico, mantenerli nel terreno che li conteneva facendo attenzione a non modificare l’ umidità che lo stesso presentava nella giacitura originaria. Nel caso in cui questo non fosse possibile si possono eseguire consolidamenti preliminari reversibili che hanno lo scopo di bloccare qualsiasi trasformazione della componente materia costituente il reperto oppure evitare il distacco di pellicole pittoriche o altri elementi decorativi eventualmente presenti.

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57Olla cineraria globulare monoansata con breve colletto con coperchio con pomello circolareCircolo II del Sodo, To. 12 US 131Fine VII-inizio VI sec. a.C Ceramica d’impastoOlla: Ø ric. orlo 14,2; H 22,5Coperchio: Ø ric. orlo 17; H 5,5

58Punta e codolo di lanciaCircolo II del Sodo, To. 12 US 131Fine VII-inizio VI sec. a.C FerroPunta: Lungh 36,5; largh 5Codolo: Lungh. 17; Ø 2

59Fibula a staffa lungaCircolo II del Sodo, To. 12 US 131Interno cinerario 1Fine VII-inizio VI sec. a.C FerroLungh. 14,5

60Fibula e anello concrezionatiCircolo II del Sodo, To. 12 US 131Interno cinerario 1Fine VII-inizio VI sec. a.CFibula in ferro e anello in bronzo saldati con frammenti osteologi del defuntoLungh. 8; largh. 7

61Olla globulare con breve labbro diritto con coperchio con presa a bottoneCircolo II del Sodo, To. 2 US 107Fine VII-inizio VI sec. a.C Ceramica d’impastoOlla: Ø ric. orlo 14,5; H 27Coperchio: Ø ric. orlo 15; H 7,5

62Tre calici con labbro indistinto e stelo su piede appena svasatoCircolo II del Sodo, To. 12 US 107Fine VII-inizio VI sec. a.C Ceramica d’impastoØ ric. orlo 14-15; H 6-7

63Tre calici con labbro distinto e piede a trombaCircolo II del Sodo, To. 2 US 107Fine VII-inizio VI sec. a.C Ceramica d’impastoØ ric. orlo 10-10,5; H 6-6,5

65Due olpai monoansateCircolo II del Sodo, To. 2 US 107Fine VII-inizio VI sec. a.C Ceramica d’impastoØ ric. orlo 8-8,3; H 13-14

64Due olle con labbro estroflesso, collo e corpo globulareCircolo II del Sodo, To. 2 US 107Fine VII-inizio VI sec. a.C Ceramica d’impastoØ ric. orlo 8,2-8,5; H 13,5-16,5

66Olla biconica monoansata con due listelli forati con tracce di decorazione geometrica con ciotola coperchio monoansata con fasce di sostegno con fori alla base e tracce di decorazioni geometricheCircolo II del Sodo, To. 3 US 106Fine VII-inizio VI sec. a.CCeramica depurata dipintaOlla: Ø ric. orlo 14; H 30,5Coperchio: Ø ric. orlo 16,5; H 4,5

67Olpe a beccoCircolo II del Sodo, To. 3 US 106Fine VII-inizio VI sec. a.C Ceramica depurataLargh. max orlo 9,5; H 21,5

68Nove calici con labbro indistinto e alto piedeCircolo II del Sodo, To. 3 US 106Fine VII-inizio VI sec. a.C Ø ric. orlo 7,6-9; H 6,7-7,5

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87Skyphos con piede ad anello e anse con decorazione impressa a fiori di loto concatenatiCircolo II del Sodo, To. C US 119Fine VII-inizio VI sec. a.C BuccheroØ ric. orlo 14; H 4,2

85Calice con labbro a tesa con decorazione a linguette impressa, vasca emisferica, alto stelo con collarino e piede a trombaCircolo II del Sodo, To. C US 119Fine VII-inizio VI sec. a.C BuccheroØ ric. orlo 15; H 9,5

86Calice carenato con labbro a tre scanalature e piede a trombaCircolo II del Sodo, To. C US 119Fine VII-inizio VI sec. a.C BuccheroØ ric. orlo 13; H 8

89Oinochoe trilobata con decorazione baccellata a imitazione metallicaCircolo II del Sodo, To. C US 119Fine VII-inizio VI sec. a.C BuccheroLargh. orlo 6,5; H 14

83Filo a sezione circolareCircolo II del Sodo, To. C US 119Fine VII-inizio VI sec. a.C ArgentoIngombro 11x10

84Calice carenato mancante del piedeCircolo II del Sodo, To. C US 119Fine VII-inizio VI sec. a.C Ceramica d’impastoØ ric. orlo 14; H 3,5

88Oinochoe trilobata con ansa bifida sormontante e basso piede troncoconicoCircolo II del Sodo, To. C US 119Fine VII-inizio VI sec. a.C BuccheroLargh. orlo 9; H 16,5;con ansa 18,5

90Calice con sostegno a traforo e con decorazione impressa a linguette sulla vasca e a rilievo con sagoma di guerriero sul sostegnoCircolo II del Sodo, US 94Fine VII-inizio VI sec. a.C BuccheroØ 13,3; H 15,5

91Calice su alto stelo con decorazione impressa a linguette sulla vasca e piede a trombaCircolo II del Sodo, US 94Fine VII-inizio VI sec. a.C BuccheroØ 12,5; H 12,3

92Due calici con piede a tromba e labbro inflessoCircolo II del Sodo, US 94Fine VII-inizio VI sec. a.C BuccheroØ 11,2-11,5; H 5,5

93Kantharos con piede a trombaCircolo II del Sodo, US 94Fine VII-inizio VI sec. a.C BuccheroØ 12,8; H 7,8, con ansa 12,8

94Skyphos con piede cilindrico, presa orizzontale e decorazione geometrica graffitaCircolo II del Sodo, To. 15 US 136Fine VII-inizio VI sec. a.C BuccheroØ 15; H 8