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8/8/2019 Respirazione-volonta-pensiero http://slidepdf.com/reader/full/respirazione-volonta-pensiero 1/70 Respirazione consapevole, pensiero creativo e atto di volontà: verso l’acquisizione di coscienza. Premessa Tao LXXI - IL DIFETTO Insana è la sapienza dell'ignorante. Tao LXXI - IL DIFETTO DELLA SAPIENZA Somma cosa è l'ignoranza del sapiente. Insana è la sapienza dell'ignorante. Solo chi si affligge di questa insania non è insano. Il santo non è insano pe rché si affligge di questa insania. Per questo non è insano. Somma cosa è l'ignoranza del sapiente. Insana è la sapienza dell'ignorante. Per questo non è insano. Questo articolo viene scritto dando per scontato che chi lo legge abbia una seppur minima conoscenza delle teorie elaborate da Corrado Malanga. Lo scopo che mi prefiggo nello scrivere è quello di porre spunti di riflessione, di cercare di aggiungere qualcosa a ciò che è stato detto riguardo le interferenze aliene, la possibilità di liberarsi da esse e i modi in cui lo si può fare, e soprattutto alla possibilità di aumentare la nostra consapevolezza e coscienza. Ciò che mi piacerebbe riuscire a suggerire è che l’interferenza aliena e la liberazione da essa siano una conseguenza e non esclusivamente la causa di un disagio o di una situazione di benessere fisico, mentale ed emotivo . Detto in altri termini: - Anche se è vero che l’addotto starà meglio quando sarà libero, è soprattutto quando starà meglio che troverà la libertà. - Anche se è vero che l’addotto acquisirà coscienza nel liberarsi, è soprattutto acquisendo coscienza che troverà la libertà.

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Respirazione c onsapevole,

pensiero c reativo e atto d ivolontà: verso

l’acquisizione d i cosc ienza.

Premessa 

Tao LXXI - IL DIFETTO Insana è la sapienza dell'ignorante.

Tao LXXI - IL DIFETTO DELLA SAPIENZA

Somm a c osa è l'igno ranza d el sap iente.

Insana è la sapienza d ell'igno rante .

Solo c hi si affligg e di q uesta insan ia no n è insano.

Il santo non è insano 

pe rché si affligge d i questa insania.

Per que sto non è insano.

Som ma c osa è l'ignoranza de l sap iente.

Insana è la sapienza d ell'igno rante .

Per que sto non è insano.

Questo articolo viene scritto dando per scontato che chi lo legge abbia una

sep pur minima c onosc enza de lle te orie elab ora te d a Corrad o Ma lang a. Lo sc op oche mi prefiggo nello scrivere è quello di porre spunti di riflessione, di cercare diaggiungere qualcosa a ciò che è stato detto riguardo le interferenze aliene, lapossibilità di liberarsi da esse e i modi in cui lo si può fare, e soprattutto allapossibilità d i aumenta re la nostra c onsapevo lezza e c osc ienza .Ciò che mi piacerebbe riuscire a suggerire è che l’interferenza aliena e la

liberazione da essa siano una conseguenza e non esclusivamente la causa di un

disagio o di una situazione di benessere fisico, mentale ed emotivo. Detto in altritermini:- Anc he se è vero c he l’ addotto sta rà meg lio quand o sarà libero, è sop ra ttutto

quando sta rà m eg lio c he trove rà la libertà.- Anche se è vero c he l’a ddotto ac quisirà c osc ienza nel liberarsi, è sop ra ttuttoac quisend o c osc ienza che troverà la libertà.

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Questo è il pensiero su cui si basa l’ipotesi di lavoro che ho proposto e chepropongo. Detto questo sono in ugual modo convinto che se una persona nonvuole –inconsciamente- liberarsi, qualsiasi strategia proposta e utilizzata troverà difronte a sé il fallimento. Purtroppo c’è chi, pur lamentandosi della propriasituazione , pa radossa lmente c i si “ a ffeziona ” , pe rc hé essere a ddott i può generare

un autocompiacimento nel sentirsi prescelto, oppure importante nel ruolodell’ eroe o d ell’ eroina c he affronta l’a lieno, cosa c he a p oc hi è dato fare. C’è p oic hi gene ra forti resistenze a l camb iame nto e rag iona -senza esserne c onsapevo le-con una modalità di questo tipo “so che sono nella merda, ma almeno so dovesto, il c amb iame nto e la libertà non so d ove mi po rteranno” . E ancora si può d ireche finché c’è l’alieno di mezzo si può affibiare a lui la colpa della propriasofferenza e privarsi di responsabilità. Essere vittima è una parte in alcuni casic omod a , pe rc hé qua lunque c osa a c c ad a la c ausa d ei miei problemi è al di fuorid i noi, è sempre c olpa d i qualcun altro.In rea ltà è m eraviglioso essere responsabili, pad roni e c rea to ri de lla e nella p ropria

vita.Concludo questa premessa ringraziando Corrado Malanga, i suoi collaboratori etutti gli addotti, se oggi sono qui a mettere per iscritto qualcosa che possa avereun barlume d’interesse e utilità, queste persone ne hanno una parte consistente dimerito, poiché senza il loro lavoro, le loro idee e i loro sforzi sarei rimastoprob ab ilme nte a llo scuro d i molte verità e no n sarei la persona c he sono in questomomento.

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E  La Respirazione c onsapevole  

"Og ni ca mb iamento de i nostri stati 

mentali è riflesso nel respiro e poi nel 

c orpo . Tale feno me no funziona anc he a ll'inverso: ca mb iando gli 

schemi di respirazione viene allo 

stesso m od o a lterato 

anc he lo stato emo tivo".

Deepa k Chopra 

1  2  

Gua rda te q uest’ a lbero: ha un tronco inserito in un laghetto , le rad ic i ben p ianta te

nella terra e una chioma di rami, rametti e ramoscelli, somiglianti a delle bracciaprotese verso l’alto, nell’ aria . L’immagine ribaltata presenta le medesimecaratteristiche, essendo l’acqua uno specchio nel quale l’albero e il cielo siriflettono.

Gua rda te ora i polmoni presenti nel c orpo umano, assom igliano a d un a lbero co ntronco e rami. Le radici in questo caso sono rappresentate dalla laringe, dallafaringe, d a lla c avità b oc ca le e da lla fossa nasale, che prendono nutrimento non

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dalla terra ma nell’aria. Parliamo di ARIA appunto. Questo elemento vieneassoc ia to arc hetipica me nte a ll’ANIMA: da l grec o ànemos c he signific a "vento ". Inlatino anima  indica propriamente ciò che spira, il soffio, il vento, e anchel'elemento aria. Da questo significato si passa a quello di "respiro", nel sensodell'aria che si aspira, e per traslato indica la vitalità primordiale, animale, basata

appunto sull'at to del resp ira re. (http://it.wikipedia.org/wiki/Anima )

L’essere umano è come un albero che cresce, ma per farlo ha bisogno di radiciforti e ben salde nella terra, solo allora potrà permettersi di ergersi verso il cielo,senza correre il rischio di volar via. Potremmo dire che i polmoni (contenitoridell’aria) rappresentano a livello simbolico l’ANIMA che si cala nel corpo, nellaterra, nella virtualità e materialità nella quale può specchiarsi e conoscersi.Quando l’ anima è b en inserita nel co rpo , allora l’uomo diventa p iù c onsap evole,c rea tore, rea lizza tore e p ieno d i energ ia e fo rza d i volontà . Viceve rsa q uandol’anima tende a volersi separare dal corpo e ad essere poco collegata ad esso,

allora l’uomo diventa meno consapevole, privo di forza di volontà, energia e inbalia degli eventi. L’albe ro a nima si cala nell’albero uomo, più l’anima si rad ica in

esso, più l’uom o può c rescere verso il c ielo, distac carsi da l virtuale e spe rimentare

la REALTA’. 

Bisogna ragionare in un’ottica un po’paradossale, nella quale è necessariovedere sempre tutto come una rappresentazione, uno specchio. L’uomo coi“piedi ben piantati” prende energia dalla Madre terra (archetipo femminile), epuò così rivolgersi e assurgere al contatto divino col Padre Creatore in Cielo(archetipo maschile). Il respiro mette in contatto l’interno con l’esterno

(inspirazione-espirazione), il basso con l’altro (ventre-petto), il femminile col

maschile (polmone sinistro e destro), and and o a riequilibrare tutti questi rap po rti.

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Dunque l’a nima è rap presenta ta da ll’ a ria , e i nostri polmoni, e sop ra ttutto il mo doin cui li utilizziamo, diventano un modo col quale venire a contatto con la nostra

parte più profonda e divina, e quindi andare ad acquisire energia,c onsapevo lezza , co sc ienza , sa lute fisica e m enta le.

Perc hé la respirazione? 

La verità si ritrova sem pre 

nella semplicità,

ma i nella c onfusione.

(Isaa c Newto n)

Prima di parlare specificatamente del modo di respirare (e di quale tecnica ioconsiglio l’utilizzo), cominciamo col parlare del PERCHE’ convenga respirarequantitativamente di più e qualitativamente meglio. Ci sono un’infinità di buonimotivi per imparare a respirare in maniera consapevole, utilizzando a pieno lerisorse che il nostra apparato respiratorio offre. Purtroppo spesso questi buonimo tivi sono d imentica ti o sc onosc iuti ai più. Andiamo a ved erli.

RESPIRAZIONE è VITA: il co rpo uma no p er vivere ha bisog no d i comp iere 4 funzionivitali, ovvero mangiare, bere, dormire e RESPIRARE . Proviamo ora a pensare perquanto temp o possiamo sta re senza ma ngiare, senza bere, senza dormire e senza

respirare. Possiamo rimanere in vita senza toccare cibo per diverse settimane,possiamo stare senza ingerire liquidi per circa 3 giorni, dopodiché i nostri renicomincerebbero ad “asciugarsi” e non riuscirebbero più a riprendere le lorofunzioni e la disidratazione nell’organismo diverrebbe tale da compromettere lanostra sop ravvivenza . Possiam o resiste re senza dormire per 2 c ic li d i sonno (48 orecirca), dopo di che si cominciano a verificare fenomeni allucinogeni e schizoidi.Ma quanto tempo possiamo rimanere senz’ARIA e senza respirare? Solo circa 3minuti, rischiando di avere danni al cervello permanenti. Ovviamente storiporta ndo d a ti ind ica tivi riferiti a cond izioni fisiche e d i sa lute norma li. Quind i:Senza mang ia re: per set tima ne

Senza bere: per 3 g iorniSenza dormire per 2 g iorniSenza respirare per 3 minuti

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Respirare è la funzione primaria che l’organismo deve compiere per mantenersi invita, eppure è quella più trascurata dalla società, dalla scienza e dalla medicinaoc c ide ntale. Si pensa c he p er star bene dob biamo m ang iare sano , bere ta ntaac qua , dormire a lmeno 6/8 ore a notte in una po sizione comod a e su di un buonmaterasso. Tutto vero per carità, ma quante volte avete sentito un dottore

consigliare d i impa rare a respirare d i più e meg lio?

RESPIRAZIONE e CELLULE: immaginate di prendere una candelina cilindrica e diaccenderla, subito dopo di porre un bicchiere di vetro sopra a ad essa. Cosaaccade dopo qualche secondo? La candelina si spegne, poiché è finitol’ossigeno necessario alla combustione. Le cellule di cui il nostro corpo è formatoassomigliano a queste piccole candele,e si nutrono di ossigeno, se le affamiamodi tale sostanza, esse si “spengono”, e così la nostra salute e la nostra vitalità.(http :/ / it.wikiped ia.org/ wiki/ Respirazione# Respirazione_ce llula re).Una c rem a antic ellulite o antirughe su un amm asso d i ce llule “ spente ” hanno una

scarsa efficacia, lo stesso per quanto riguarda il prendere dei lassativi per andarea riattivare l’attività di alcuni metri d’intestino costituito da cellule “affamate” diossigeno che vengono messe in condizione di svolgere male il loro lavoro poichéprive di energia per effettuare la peristalsi (http://it.wikipedia.org/wiki/Peristalsi).Detto questo, più e meglio respiriamo, e meglio staranno le nostre cellule e dic onseg uenza tutto il nostro orga nismo .

(http:// web .unife.it/p roge tti/m atem aticainsieme/ schiume/p erc_vita01.htm) 

DISINTOSSICAZIONE: ogni giorno il nostro corpo assume una certa quantità ditossine da parte di sorgenti esterne -tramite l’inalazione, l’ingestione, l’iniezione,l’assorbimento e l’irradiazione- e interne -tramite fermentazione del ciboconsumato, (ma mal digerito che imputridisce e inrancidisce, ovvero diventaac ido), d isid ra ta zione , de nutrizione e pensieri ed emozioni neg ative c he va nno agenerare, da parte del cervello, la produzione e distribuzione nel corpo disosta nze chimiche dannose: il cosidd etto “ avvelena rsi il sangue” . Il 25% c irc a delletossine che accumuliamo vengono smaltite attraverso la sudorazione, l’urina, lefeci, il muco e il catarro, le lacrime e le secrezioni oculari, il cerume, la perdita dipeli e capelli, scaglie di pelle ecc. ecc. Il 75% andrebbe espulso tramitel’espirazione. Immaginate di avere addosso sparsi per il corpo 4 “bidoni” diimmondizia e 1 lo riempite con quanto citato precedentemente, (per favoreevitatemi di ripete re q uali sono gli sc arti “m ateria li” c he il nostro c orpo p rod uce…),e 3 a ttraverso sosta nze d isc iolte nell’esp irazione .Ricerche fa tte neg li Sta ti Uniti c i dicono c he su 100 pe rsone 10 sfrutta no il 50% delle

capacità del loro apparato respiratorio, le altre 90 ne sfruttano meno del 50%, efra queste, 50 ne sfruttano m eno del 10%. Med iamente in un adulto, (poi dipendedalla costituzione fisica), ogni polmone ha una capacità di 1 ½ / 2 litri.

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Praticamente abbiamo nel petto 2 specie di bottiglie di acqua. Qualcuno leriempie di aria fino a metà (pochi 10 su 100). Qualcuno le riempie meno dellametà (90 su 100), e qualcun altro le riempie a mala pena per la quantitàsufficiente per un bicchierino di vodka (50 su 100). Questo significa che dei 3bidoni di tossine che sarebbe bene liberare attraverso la respirazione, spesso 1 o

1½ rimane addosso alle persone che respirano sfruttando poco la loro capacitàpolmona re. 1 “ b idone” a l giorno non sma ltito, alla fine dell’ anno fanno 365 b idonidi schifezze che ci rimangono sul “groppone”… finché non siamo talmenteintossicati che abbiamo continui mal di testa, siamo perennemente stanchi,apatici, fatichiamo a dormire, a digerire e ad andare di corpo -sfavorendo unaltro processo disintossicante- ad avere una vita sessuale soddisfacente e alloral’amico farmacista ci fornisce aspirine, sonniferi, diuretici e viagra, tutte cose chefanno be ne all’ orga nismo…

PH SANGUIGNO E RESPIRAZIONE: Il pH è la misura del grado di acidità o di

alcalinità di un liquido ed è compreso tra 0 e 14. Da 0 a 7, si parla di aciditàdecrescente, a 7, di neutralità, da 7 a 14, di alcalinità crescente.In tutti gli organismi viventi ogni variazione importante e improvvisa dei valori delpH può essere deleteria. Esiste perciò un certo numero di sistemi di protezione,denominati sistemi tampone, il cui ruolo è di evitare queste variazioni. Per quantoriguarda le variazioni del pH, il sangue è il tessuto più protetto: il suo pH rimanestabile tra 7,36 e 7,42 (alla stessa stregua del pH degli altri liquidi fisiologici : ilsudore, le lacrime, la linfa, ecc.). Infatti il pH sanguigno può variare soltanto entrostretti limiti (da 7.02 a 7.80); in caso di un loro superamento possono manifestarsigravi disturbi metabolici e dello stato di coscienza.

Invece il nostro corpo ha una tendenza naturale all’acidità, poiché, a causa delsuo funzionamento, produce continuamente scorie acide. Queste ultime sono

eliminate principalmente attraverso i reni e i polmoni. Quando la funzione di questi

organi è ridotta o quando, sotto l’influsso di molteplici fattori acidificanti, la

produzione di acidi è troppo grande, le scorie sono espulse nel tessuto connettivo

per mantenere il pH sanguigno al suo valore normale. Inizia così il temibile

processo dell’acidificazione che può portare all’acidosi cronica dei tessuti. Un certo numero di sintomi si manifesta e s’insedia progressivamentenell’organismo sovraccarico di scorie acide. I principali sono: la fatica (inpartico la r modo quella mattutina e po stp randiale), l’ appetito sreg olato c on c risi d i

bulimia, l’alito cattivo, l’iperacidità gastrica, la stitichezza, le emicranie, latraspirazione eccessiva, la predisposizione ai raffreddori, le cervicalgie, la sinusite ela bronchite c roniche nonc hé la leuc orrea (perdite b ianc he). Inoltre l’acidosi cronica accelera il processo d’invecchiamento e costituisce ilterreno propizio al manifestarsi di numerose malattie, tra cui quelle renali evesc ica li, i reum atismi, il diabete, il morbo d i Based ow (l’ ipertiroid ismo) e persino ilcancro.Si può facilmente rilevare l’acidosi dei tessuti misurando il pH dell’urina medianteuna striscia di carta reattiva. È indispensabile ripetere questa misura tre volte algiorno per una o due settimane. Se i valori misurati sono sempre o molto spesso

inferiori a 7, ciò significa infallibilmente che l’organismo è sovraccarico di scoriemetaboliche acide. Gli alimenti più acidificanti sono lo zucchero raffinato e idolc iumi, la fa rina b ianc a e i suoi d eriva ti, i grassi id rog ena ti, g li oli ra ffina ti, i brod i

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grassi, l’alcool, il caffè e il tè. Sono pure fornitori di acidi, ma in minor misura, lac arne, il pesce, l’a lbume , i formagg i forti e fe rmenta ti e le leg uminose. 

Dato c he i metaboliti ac idi sono e liminati attraverso i reni e i po lmoni, acc elerando

il ritmo respiratorio, l’ossigenazione e stimolando la diuresi, l’attività fisica,

soprattutto all’aperto, contribuisce efficacemente a ripristinare l’equilibrio. Latendenza all’acidosi aumenta invece durante ogni malattia cronica o infettiva,nelle situazioni di stress intenso e in caso di assunzione di analgesici (l’aspirina e isuoi derivati, gli antinfiammatori non steroidici e la morfina).(http://www.lecommuniquesante.ch/it/Article.asp?id=213 ).

L’uomo occidentale vive in una società ipertesa che lo porta ad essere “piùac ido ” . Per comba ttere l’ac idità (per ad dolcirc i) tendiamo ad assumere più do lc ie zucc heri, che poi vanno a peg giora re ulteriormente il prob lem a. I med ic i di solitoper risolvere il problema somministrano polveri alcaline, che devono però essere

d ige rite d a llo stom aco ne l qua le sono presenti succ hi gastric i ac id i, che veng ononeutralizzati dalle polveri stesse comportando nel lungo periodo dei disturbidigestivi. I modi migliori e più naturali per diminuire l’acidità che c’è in noi, sonobe re m olta a c qua , c urare l’ alimentazione e RESPIRARE di p iù ossigenando il c orpo. In una visione più olistica gli acidi rappresentano il polo maschile , che dona eirradia; essi cedono protoni con in quali, per esempio, si possono sciogliere imetalli. Le basi, al contrario, hanno la caratteristica di attirare i protoni, e sono ingrado di sciogliere i metalli mediante un processo di lisciviazione. Il principio

donatore viene assoc ia to a l polo maschile per analogia c on il sole e l’ energia daesso irradiata, mentre il principio accettatore viene associato al polo femminile,

per analogia con la luna che assorbe e riflette la luce. Tutto c iò c he ne lmetabolismo rafforza il polo alcalino agisce in favore dell’archetipo femminile .La

società soffre di una preponderanza del polo maschile (desiderio di controllo,

mancanza di sensibilità, incapacità di rilassarsi) che si esprime nell’iper-acidità. Il

processo di respirazione ci rende meno acidi, spostando il ph sanguigno verso il

lato alcalino che rappresenta il polo femminile. L’anima, per quanto dubito sia

dotata di sesso, è archetipicamente collegabile alla femminilità e alle sue

caratteristiche di amore, comprensione e compassione. Respirando e

ossigenando il sangue riequilibriamo gli aspetti maschile e femminile che ci sono

in noi, collegandoc i ma gg iormente alla nostra anima . 

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FUNZIONI OPZIONALI: una c asa ha a d isposizione un sistema c he fornisc e 3 kilow a ttdi corrente da distribuire per l’utilizzo di elettrodomestici e luci. Vi è mai capitato diaccendere contemporaneamente il forno, il pc, la televisione, una stufettaelettrica, il frigorifero, lo stereo, le luci ecc ecc. Ad un certo punto può capitarec he il sistem a sa lti, poic hé la c orrente d isponib ile non è suffic iente per sod d isfa re la

richiesta e allora bisogna spegnere qualcosa.Il corpo umano può essere visto come una casa all’interno della quale ci sonodiversi elettrodomestici che svolgono delle funzioni e per farlo necessitano dienerg ia. Sec ond o la fisiolog ia ind uista , tut ti g li esseri vivent i a ttraverso larespirazione creano un interscambio tra il mondo esterno e quello interno,ind ividua le. Ta le c om unica zione, che avviene a ttraverso il Prana  (in sanscrito,significa letteralmente soffio vitale , resp iro o energia cosmica ), è una comunionetra un essere e l'ambiente che lo circonda: grazie alla respirazione si assimilaenergia vita le. (http://it.wikipedia.org/wiki/Prana).Quindi ancora una volta se respiriamo poco e male forniremo poca energia alla

“nostra casa”e questo comporta che il nostro corpo sarà costretto a fare dellescelte quando la “corrente” non sarà sufficiente per tutti gli “elettrodomestici” eandrà ad abbassare il livello di energia fornito a qualcosa di “opzionale” e nonvita le. Cosa può essere c onsiderato op ziona le e c osa no? Non c erto a lc uni organic om e p er esempio, cuore, polmoni e c ervello, ma i 5 sensi per esempio:

-  c i ved remo me no be ne (tanto c i sono oc c hiali e lenti a c onta tto);-  c i sentiremo meno be ne (tanto la g ente d ic e un sac c o d i sc ioc c hezze)-  sentiremo meno bene profumi e sapori (gusti e aromi non sono

fondamentali)-  avremo una minore sensibilità ta ttile (e c hi si ab brac c ia e a cc arezza più in

una soc ietà c he no n vuole c he tu esprima i tuoi sentimenti?)Vi sono poi altre funzioni opzionali, come l’orgasmo che richiede una grandequantità di energia sia per l’uomo che per la donna. E poi ancora la lucidità diazione e pensiero, una buona digestione, (il diaframma contraendosi erilassandosi ma ssagg ia gli orga ni de ll’ appara to d ige rente favo rend one l’ a ttività ), ildormire come un bambino senza ansia, l’andare di corpo tutti i giorni, l’esserea lleg ri e sorridenti.Si può vivere senza tutte queste cose “opzionali”, ma più che vivere diventa unsopravvivere…

DISINTOSSICAZIONE EMOZIONALE: oltre alle tossine fisiche, ognuno di noi dallanascita immagazzina una certa quantità di tossine “emozionali”. Ogni qual voltanon ci siamo permessi di esprimere un’emozione o non abbiamo elaborato ereintegrato un trauma, li abbiamo “imprigionati energeticamente nel nostrocorpo. E’come se avessimo preso un’emozione l’avessimo impacchettata in unsac chetto e dep osita ta in qua lc he parte d ella no stra c asa / c orpo . Passano g li anni(10, 20, 30, 40 ecc ecc, in base all’età di ognuno) e ad un certo punto ciritroviamo c on la c asa p iena d i sac c hetti di imm ond izia em oziona le.Per fare un altro esempio, è come se per ogni emozione non espressaassumessimo 2 guardiani che la tengano a bada ogni qual volta essa tenta di

em ergere. Tutto q uesto p roc esso d i imp ac c hetta mento, bloc co e c om pressionerichiede una quantità di energia. Pensate a quanta concentrazione e sforzo civogliono per rimanere tranquilli quando un sentimento di rabbia, collera o

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d isappunto c erca no d i emergere. Diventiamo d elle p ento le a p ressione , e q uestapressione continua a salire. Attraverso la respirazione consapevole, circolare ed iaframm atic a abb iamo la possib ilità d i lasc ia re usc ire c iò c he a bbiam o represso,riappropriandoci dell’energia che utilizzavamo per bloccare e comprimereun’emozione c he c hied eva semplic emente d i pote rsi ma nifesta re.

(http:/ / ww w.pinosanto ro.it/ co mp uter%20art/ il_soffio_de lla_vita.jpg)

RESPIRO E VITA: si dice che una persona sia effettivamente nata quando fa il suoprimo respiro e che muoia quando esala l’ultimo respiro. C’è quindi uno strettorapporto fra la respirazione e la vita. Il nostro modo di respirare coincide e vieneinfluenza to d a l nostro mod o d i vivere. Se c on la pnl d ic iamo “ fam mi vedere co meti muovi e ti dirò c hi sei” , co n la resp irazione possiamo d ire “ fam mi ved ere c om eresp iri e ti d irò chi sei” . Attrave rso un’ ana lisi de l resp iro, ovvero andando a ved erecome, dove e quanto respira una persona, si possono fare delle ipotesi riguardoalla vita e alle convinzioni che una persona ha. Ovviamente rimane una cosaindica tiva e il c ui risulta to d ipe nde m olto anc he d a ll’esperienza e p ra tica d i c hi lasvolge, fermo restando c he la lettura del resp iro non è una lettura d elle c arte o deifondi di caffè.In ogni caso se il mio stile di vita influenza il mio modo di respirare, per

connessione se c am bio il mio modo d i respirare and rò a mod ifica re il mio modo di

vivere. Questo perché? Il nostro cervello registra i movimenti di alcuni muscoliassociando ad essi delle emozioni, dei pensieri e dei modelli di comportamento.Facciamo un esempio pratico: provate a sorridere senza motivo per un paio diminuti e guardate cosa succede. Il cervello non capisce che si sta sorridendoforzatamente, ma associa il movimento di alcuni muscoli facciali a determinateem ozioni o sent iment i e p rovved erà a p rod urre d eterminate sosta nze d a d istribuirenel sangue , generando ma ga ri una sensazione d i alleg ria .

Att raverso la resp irazione per esem pio and iamo a sc iogliere le te nsioni dei musc olidella schiena e del collo, e col tempo si può andare a cambiare la propriapostura, apparendo più sicuri di sé agli altri. Questo genera un loop positivo, nel

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quale io appaio più sicuro e noto che gli altri se ne accorgono, e allora mi sentoanc ora p iù sicuro e c osì via.Respirando in un certo modo andrò a mandare messaggi al mio inconscio, chepe rc ep irà c he sta avvenend o un c am biame nto a livello fisico. Ciò c he a vviene alivello fisico spesso -e oserei d ire sem pre- è un riflesso d i c iò c he sta ac c adend o a

livello mentale ed emotivo. Se innesco un cambiamento fisico e generoun’abitudine positiva vado a influenzare i miei pensieri e le mie emozioni e poi inun processo di controfeedback andrò ad influenzare il fisico e i comportamentiesterni ad esso connessi.

RESPIRO COME PONTE FRA CONSCIO E INCONSCIO: la respirazione di per sé è unapratica che noi svolgiamo inco nsc iam ente pe r gran pa rte d ella giornata , tuttaviapossiamo, osservandoci, diventare consapevoli e consci del nostro modo direspirare e guidare tale processo. La respirazione diventa dunque espressioneperfetta del rapporto che c’è fra conscio e inconscio. La maggior parte delle

persone è quasi totalmente inconsapevole di ciò che pensa, dice e fa, e dellemo tivazioni e movent i c he stanno d ietro a determinat i pensieri, parole e azioni. Piùci addestriamo nel far diventare consapevole la respirazione, più guadagneremolucidità nell’osservarci nella vita quotidiana e faremo diventare conscio ciò cheavviene a livello inconsc io.Detto questo, durante una sessione di respirazione consapevole, circolarediaframmatica è possibile raggiungere uno stato alterato di coscienza in cui sic rea un p onte fra il c onsc io e l’ inco nsc io. Più e m eg lio si resp ira durante la sessionepiù ci si inoltra nell’inconscio.Nel conscio abbiamo i problemi (per esempio le interferenze aliene, piuttosto che

cattivi rapporti con le altre persone, una scarsa autostima, la moglie o il maritoc he non riusc iam o a sop po rtare ec c ec c ), e nell’ inconscio, che ha risorse infiniterispet to a l c onsc io, troviamo le soluzioni a i p rob lemi.Possiamo descrivere una sessione di respirazione come un viaggio nel quale siparte con le valigie vuote, e si ritorna con le valigie piene di idee e intuizioni. E’unproc esso d ifficilmente sp iega bile p er chi non lo ha sperime nta to. Tutto d iventac hia ro, si ved ono le c ose p er come sono rea lmente.Oltre a questo, durante la fase finale del processo respiratorio, la persona cheresp ira , pur essend o c osc iente, si trova a llo stesso tem po in uno sta to d i tranc e c heoserei definire ipnotica, nel quale è possibile somministrare strategie. Ma come

avviene c iò lo sp ieg herò nelle p agine a seg uire.La respirazione ci aiuta quindi nel più grande atto di crescita ed evoluzione:diventare consci dell’inconscio, ovvero persone consapevoli, lucide, brillanti,sincere con sé stesse e piene di coscienza. C’è un detto che dice “Il monacoquando mangia sa di mangiare, quando cammina sa di camminare e quandoresp ira sa d i resp ira re” .Erich Fromm nel suo libro “Psicanalisi e buddismo Zen” fa diverse affermazioni ariguardo:

“… L’ individuo no n può p ermette rsi d i essere c onsapevo le d i pensieri o sent iment i inc ompatibili con i modelli cultura li nei qua li è c resc iuto , quindi è c ostretto a rimuoverli.

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Quel che CONSCIO e q uel che è INCONSCIO d ipe nde sop ra ttutto d a lla struttura d ella 

soc ietà e d a i mod elli di pensiero e sentimento…” 

“ …Se l’uom o p erde il c onta tto c on il grupp o soc ia le nel qua le vive, finisc e c on l’aver 

paura d ell’ isolamento, e a c ausa d i questo t imo re, non osa p ensare a l “ NON 

PENSABILE…” 

“ … L’uom o m ed io pur pe nsand o d i essere desto, è in rea ltà me tà assop ito, ovvero il suo 

c ontatto co n la rea ltà è m olto pa rziale . E’ consapevo le d ella rea ltà nella misura in c ui 

l’ob iettivo della sop ravvivenza rend e ta le consapevo lezza nec essaria… Esso è c onsc io 

spesso d i finzioni, può d ivenire c onsc io (t ram ite un lavoro d i AUTO-OSSERVAZIONE 

COSTANTE nd r) della rea ltà sog giac ente a ta li finzioni…” 

“ … Ciò d i cui una p ersona è c onsc ia spe sso è una finzione , (sia c he si tra tt i di p roiezioni,

transfert o raziona lizzazioni), mentre c iò c he rimuove è rea le…” 

“ … E’sc orret ta la sop pressione del desiderio “ ma lvagio” , esso si dissolve d i fronte a lla luce e c a lore de lla c onsapevo lezza e d i una c osc ienza p iù evoluta…” 

“ … L’inconsc io rap presenta semp re l’uomo nella sua tota lità c on tutte le sue luc i e 

om bre… ognuno dentro di sé ha l’uomo a rcaic o, la preda , il canniba le, l’ido latra, l’essere 

do tato della c ap ac ità d i usare la rag ione, di ama re e d i agire sec ondo giustizia… (ha 

de ntro d i sé il pe gg ior delinquente e il santo nd r)… “ 

“ … Sc op rire il p rop rio inc onsc io non è un a tto inte llettua le, bensì un’ esperienza a ffet tiva 

c he d iffic ilme nte, se non ma i, può essere espressa a parole… L’ inc onsc io è c iò c he 

abb iamo d i p iù intimo ed è d iffic ile a fferra rlo, c ome l’oc c hio non ved e sé stesso… Lo sta to 

d i DE-RIMOZIONE (att raverso il qua le and iamo a scava re d iet ro a d una finzione, ad una scusa o ipoc risia che c i rac c ont iamo ndr)è quello ne l qua le l’individuo riac quista una 

percezione imm ed iata e non d istorta d ella rea ltà , co me un BAMBINO osserva le c ose p er 

quello c he sono senza fa rle passare a tt raverso il filtro d elle sue idee e c onvinzioni… ” .

Vediamo se riesco, tramite un esempio, a rendere ancora più chiaro il concetto.Att raverso i nostri pensieri, em ozioni, imp ulsi, pa role e d azioni and iamo a da r vita ad iversi aspe tti de lla nostra pe rsona lità c he no n è unic a e semplic e. Nella ma ggiorparte dei casi siamo veramente poco coscienti di tutto il movimento che staa ll’ interno d i noi e spesso rinneghiamo pa rti nostre c he non c i piac c iono o c he nonpiacciono alla società in cui viviamo. E’come se nella nostra testa ci fosse unasorta di parlamento “democratico”, (per chi volesse approfondire questatematica può essere utile sapere qualcosa riguardo alla tecnica del voice 

dialogue  http://it.wikipedia.org/wiki/Dialogo_delle_voci) , a lc une voc i a ll’ interno diesso no n veng ono asc oltate , rinnegate e d isolate c om e frange estreme. A questevoci (parti di noi), se non prese in considerazione per troppo tempo, non restache, agire tramite “attentati”. Pensate ad un violentatore, un assassino o a unpe dofilo. Gente c he q uand o viene a rrestata dice “ non so, non c ap isc o, non ero inme…”. E’probabile che ciò sia almeno in parte vero, nel senso che hannorinnegato d eg li impulsi finc hé q uesti si sono ripresenta ti prepotentem ente, e q uellepersone sono diventate quel impulso non ascoltato e rinnegato. Provate ora a

pensare a quelle persone che sono ricche, di successo e famose e che di colpoc adono in dep ressione , cominciano a d rog a rsi o a bere. E’p rob abile c he esse nonabbiano ascoltato quella parte di loro che voleva trovare delle risposte alla vita

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stessa ed a l significa to che essa ha . Non c om prend end o lo sta to d i insod d isfazioneche le attanaglia, nonostante i successi lavorativi e la ricchezza, entrano in unloo p nega tivo e a utod istruttivo.L’addotto oltre alle parti ombra proprie che spesso rinnega, si trova ad avere nelproprio p arlam ento m entale anche le voc i aliene, che c rea no c onfusione, co me

un ma fioso o un ma ssone fa reb be ro a l Senato o a lla Ca mera dei dep utati dove dic aos c e n’ è g ià abb astanza senza bisog no d i aiuti esterni... Mi fermo qui per ora ,ma c onto d i ritornare sull’ a rgomento “ om bre” nelle p rossime pagine.

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QUINDI: 

Motivi dimostrabili

scientificamente per i

quali imparare aRESPIRARE meglio

Motivi di carattere

logico/deduttivo

Motivi metafisici, non

dimostrabili

scientificamente, matram ite esperienza diretta

La RESPIRAZIONE è VITALE Se il corpo no n haabbastanza energia pertutte le sue funzioni, latoglie a ciò che èopzionale. La respirazionec i da energia.

La RESPIRAZIONE c ipermette di liberareemozioni non espresse

La RESPIRAZIONE nutre lenostre CELLULE

La RESPIRAZIONE e la VITAsono strettamente

conneseLa RESPIRAZIONE ciDISINTOSSICA

La RESPIRAZIONE c rea unponte fra CONSCIO eINCONSCIO

La RESPIRAZIONE rende ILSANGUE MENO ACIDO

Ma lesseri Il malessere si attenua respirando

perchéMa l d i testa La p ressione sanguigna si reg ola e i

musc oli c ervic a li si rilassanoStanc hezza c ronica Il c orpo viene ric a ric a to da l punto d i

vista elettricoDisturbi d igestivi L’appara to d igerente viene

ma ssaggia to e le sec rezioni ga stric hesono reg olarizza te tramite l’ azionerilassante sul sistema neurovegeta tivo

Ma l d i schiena Le vertebre si espandono e le c artilag initrovano sollievo

Ab bassame nto sistem a imm unitario Il sistema immunita rio stretta me nteleg a to a ll’equilibrio del sistem a nervoso,è p rotetto g razie alla riduzione dellostress percepito

Allergie L’a llergico è da l punto d i vistapsic osomatic o, una p ersona c hesop porta p oc o le limitazioni de lla rea ltà ;il resp iro d i co nseg uenza , am pliand o sulpiano psichico le ca pa c ità d iaccettazione, riduce le forme

allergicheAffa ticamento della vista Il resp iro rilassa i musc oli del vo lto edella testa oc c hio-connessi

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Ultima cosa che mi preme sottolineare è che alcuni esercizi molto semplici

possono essere svolti in totale autonomia e portare a risultati veramente

notevoli. E’parec c hio impo rtante q uesta cosa p oiché è p ieno il mo ndo d i personec he no n ved ono l’ ora d i proietta re le loro q ua lità inespresse su qualche “ ma estrodi vita” , aggrapparvisi emotivamente e mentalmente, col rischio poi di rimaneredeluse…

Come respirare?  

Esistono un’infinità di tecniche di respirazione utilizzare per raggiungere obiettividifferenti: rilassarsi, svuotare la mente, meditare. Ciò che propongo io è larespirazione diaframmatica-circolare-integrata . Tale tecnica è stata ri-scoperta e sviluppata da moltissimi gruppi e personaggi con nomi differenti(rebirthing, olotropica, transformational breath, vivation ecc ecc.). Ogni correnteha sviluppato particolarità proprie nell’esecuzione e facilitazione, per cui è benechiarire cosa e come io intendo applicare i principi base che vi stanno dietro.Cominciam o a chiarire p erché utilizzo dete rminate pa role p er desc riverla .

Diaframmatica : perché appunto ha come scopo quello di re-imparare a utilizzare

a pieno il proprio d ia fram ma (http://it.wikipedia.org/wiki/Diaframma_(anatomia )),in mod o ta le d a sfruttare p ienamente tutta la nostra c ap ac ità p olmonare.Circolare: noi respiriamo in 2 fasi, in una prendiamo l’aria dall’ambiente(inspirazione) e nell’altra la rilasciamo (espirazione). Con la parola circolareintendo dire che nel ciclo inspirazione/espirazione non ci sono pause, ma vi è unc ontinuo prende re e lasc ia re andare a ria .Integrata: lo scopo del processo respiratorio è quello di “integrare” delle energieche erano bloccate, e quindi riappropriarsene con una consapevolezza echiarezza nuova.

Detto q uesto vediamo in pratica qua l è l’a bc de l respiro:

-  Nella pancia , ovvero più in basso possibile, fra l’ombelico e il pube ,andando a riempire la parte dei polmoni che spesso utilizziamo poco. Puòaiutare in questa procedura immaginare di gonfiare e sgonfiare unpalloncino di luce nel basso ventre e mettersi le mani sulla zona interessataper meglio monitorare il movimento. L’aria rappresenta l‘anima che si calanel corpo, più andiamo a riempire i polmoni nel ventre e più ci incarniamo,diventando concreti, pieni di volontà, creatori e realizzatori. Questo nonsignifica che sia sbagliato respirare nel petto o nel plesso solare, ma

sem plicem ente c he p rima d i conc entrarc i su que lle p arti è b ene essere be nrad ica ti nel ventre.

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-  Circolare, c ome ho detto prima questo significa c he il processo è continuo ,ovvero non ci sono pause fra inspirazione ed espirazione e viceversa e siutilizza solo uno dei due canali, o solo la bocca, o solo il naso. Diventiamoc analizza tori di un cic lo, un circ uito e nergetico c ontinuo, che no n ha pause. 

-  Rilassato, quindi non c’è sforzo. Riempiamo i polmoni nella pancia e poilasciamo andare l’espirazione in maniera naturale, senza né trattenere, néspingere. Diventa un “p rende re e lasc iare andare” .

-  Bocca aperta. Inizialmente è preferibile utilizzare la bocca perché ciconsente di prendere più aria e più velocemente . E’scorretto utilizzare ilnaso? Assolutam ente no! Semp lic eme nte c on la b oc ca and remo a lavo rareenergeticamente sui primi 3 chakra, andando a mettere le “radici”.Quando si hanno radici forti, allora si può iniziare a utilizzare il naso, che“affina” il processo respiratorio, per andare a esplorare altri “mondi”, esvilupp a re e a ttingere ad a ltre c apac ità e q ua lità insite in noi.

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ANALISI DEL RESPIRO 

Non c'è niente di più profond o 

di ciò c he a pp are in supe rfic ie.

(Geo rge Hege l)

Come ho scritto precedentemente è possibile, osservando una persona respirare,farsi delle idee riguardo il suo modo di vivere e i pensieri e le convinzioni che ha.Un’a nalisi è c omunq ue un’op erazione mo lto indica tiva e c he ric hied e una buonacapacità di osservazione ed esperienza. Cosa si osserva? Si osserva DOVE si

respira (p anc ia, p lesso sola re, petto), COME (inspirazione , espirazione), QUANTO

(quanta aria viene inspirata ed espirata). L’analisi è il frutto dell’osservazionedell’insieme di queste 3 cose. Cercherò di spiegare brevemente comeinterpretare il modo di respirare, ricordando ancora una volta quanto questo siad iffic ile, e sop ra ttutto , il fa tto c he og ni persona è d iversa e rap presenta un mix divari fattori, ai quali l’analizzatore saprà dare un senso più è bravo ed esperto nelcogliere particolari. In ogni caso l’analisi del respiro non è un fenomeno dabaraccone con il quale stupire gli osservatori, come se si stesse scrutando una“ sfera ma gica ” , ma serve sop rattutto a ll’ insegnante/ fac ilitato re pe r ca pire c omemeglio approcciarsi con la persona e quali strategie utilizzare per metterla nellec ond izioni di “ ried ucare” il prop rio a ppara to resp ira torio,

DOVE? 

Abbiamo 3 parti in cui il respiro si “sviluppa”, ovvero il basso ventre, (pancia), ilplesso solare e il petto. E’difficile trovarsi di fronte una persona che respira solo inuna parte, spesso c i si trova d i fronte persone c he resp irano in 2 parti, o p iù in una ,e un po’ nelle altre 2. Detto questo andiamo a vedere cosa può significarerespirare nelle varie parti.

PETTO: le persone che respirano nel petto sono le persone di “cuore” , gentili,disponibili, empatiche che manifestano le loro emozioni e sono amorevoli. Se si

respira prevalentemente nel petto, e poco nelle altre parti, queste qualitàfiniscono per ritorcersi contro alla persona, perché non riesce a dire “no” allerichieste degli a ltri, si è ingenui e con la “ testa per a ria” . Si risc hia d i fa rsiabb indo la re, ma nipolare e sfrutta re dagli a ltri.C’è poi un altro modo di respirare in questa zona del corpo, (lo si distingue conl’esperienza), e si ha quando il petto è rigido, gonfio e corazzato; chi abbiamo difronte potrebbe essere un asmatico e/o avere un parente militare (o esserlo luistesso: “petto in fuori pancia in dentro!!!”). Può indicare un’attitudine a portareme taforic am ente “ med aglie” da far ved ere, per dimostra re q uanto si vale.

PLESSO SOLARE: qui troviam o il controllo e la realizzazione . Chi respiraprevalentemente in questa parte è spesso un “superealizzatore” e una personamo lto a ffidab ile; qua ndo si me tte in testa qua lc osa la porta a termine. Il la to m eno

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bello d i questa situazione è c he p oi si pot reb bero avere pensieri del tipo : “ com e lofac c io io non lo fa nessuno, se no n lo fac c io io non lo fa nessuno!!” . La nec essità d ivoler(/ dove r) controlla re(/ fare) tutto, caric a le spa lle d ella persona d iresponsab ilità , pesi e tensioni e possono g enerarsi, per esem pio, ma l d i sc hiena ema l d i testa . Queste p ersone hanno b isog no d i “ lasc ia r fare e lasc ia r andare” e

fida rsi un po ’d i più deg li altri. (Il mond o non c ade se le c ose no n va nno p er forzac ome noi vogliamo).

PANCIA: la ma gg ior pa rte d elle p ersone fat ica a respira re in questa parte. Questoindica colpa, autocritica, una volontà debole, non radicata , una resistenzaall’esistenza, questioni irrisolte nella sfera sessuale e insicurezza. L’aria che nonarriva sino nel ventre, rappresenta l’anima che fatica a restare ben ancorata alcorpo, perché dentro al proprio corpo non si sta così bene, non ci si sente alsicuro. Allora si il respiro si alza per distaccarsi dalla vita e da contenuti inconsci esubc onsc i c he non si vog liono a ffronta re.

Fac c iam o o ra un esempio per da re una minima idea di interpreta zione.Se mi trovassi ad osservare una persona che respira pochissimo nel petto, molto

nel plesso solare e un po’nella pancia , potrei farmi la fantasia che questa personaha chiuso il proprio cuore perché forse è cresciuta con un/dei genitori moltoesige nti e d istac c a ti (anche fisicame nte), in un c ontesto per il qua le si è rad ica tal’idea che “se non vengo apprezzato/a e amato/a per quello/a che sono, alloraverrò apprezzato/a per quello che faccio e realizzo”. Quindi si chiude il petto(oppresso da rabbia e dolore) e si entra nel controllo e nella realizzazione per

ottenere un po ’di approvazione ed affetto.La bella notizia è che se si respira di più nella pancia, sbloccando il plesso, silascerà “fare e andare”, togliendosi un po’di pesi. Poi andando a respirare nel

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petto , si lasc eranno a nda re la rab b ia e il dolore, e fina lmente a ffioreranno l’a mo ree la gentilezza nascosti.

COME? 

A q uesta dom anda si rispond e o sservand o le pause c he v i sono fra l’ insp irazione el’espirazione e viceversa e con che caratteristiche si prende e si lascia andarel’aria.Fa re un pa usa p rima d i inspirare può indicare c he la persona pensi di non m erita rsidi “prendere e ottenere”dalla vita ciò che vuole, e che per farlo sia necessario“farsi il mazzo e spaccarsi la schiena”. La bella notizia è che ognuno merita diprendere e ottenere ciò che vuole. La domanda giusta non è “chi sono permeritare di prendere/ ottenere?”, ma “ chi sono p er non meritarlo?” .Una pausa prima di espirare può indicare che la persona abbia un pensiero del

tipo “se quello che c’è dentro esce, qualcuno si fa male; se gli altri sapesseroquello c he io so d i me, non si avvic inerebb ero c osì tranquillame nte” .Spingere fuori l’a ria forzata mente, invec e, può indicare un a llontana re, un liberarsi,il non farsi carico: “questa cosa non la voglio sentire!!”. Probabilmente allape rsona non p iac e entrare in c onta tto c on le cose b rutte d ella vita.

(http://digilander.libero.it/ilrebirthing/Immagini/Maya1.jpeg)

QUANTO? 

Quanta aria prendiamo? Il quanto nel nostro respiro viene influenzato nei primi5/10 anni di vita .TANTO: ho da vanti una persona mo lto vitale .POCO: ha a che fare ancora con la meritevolezza e il “ non dar fastidio e non

rec ar danno” . Può essere colleg a to a nche a i genitori - voleva no un maschio ed èna ta una femm ina (e / o viceversa ) o non vo leva no un fig lio- e a lla nasc ita –il partoè sta to d iffic ile, la ma dre ha risc hia to la vita “ io d ep rimo ” quindi “ non esprimo ” pernon far morire la ma mma-. Opp ure la nasc ita è c olleg ata a livello temp orale a dun fatto familiare poco positivo (es. un lutto, “nasco io e un altro muore”, unfallimento ec onom ico, “ nasco io e rec o d anno, po rto fallimento” ).

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 Questo è un b reve assagg io teo ric o, c i sa reb be ro un’infinità d i altre c ose da d ire eda spiegare riguardo all’interpretazione del respiro, ma ritengo sia più utile parlaredi altro e fermarsi qui. Chi volesse approfondire questa tematica troverà nellebibliografia riferimenti a libri che hanno trattato in maniera più accurata questo

aspetto.

Veloc ità e p rofondità del respiro

Nella tabella sottostate riporto i vari tipi di respiro e la loro utilità in base allaveloc ità e p rofond ità.

Respiro lento e superfic iale (perdita d i

c onsapevo lezza , poc o utile per c iò c hestiam o c erc and o d i ottenere)

Respiro lento e profondo (per

espand ere le sensazioni) 

Respiro ve loc e e superfic iale (per farfluire veloc emente il do lore) 

Respiro veloc e e p rofondo (per“ a ttivare” , far pa rtire un c ic loenerge tico e fa r sc orrere energia) 

Qualche eserc izio pratico 

Un viag gio d i mille miglia 

comincia sempre 

c on il primo pa sso.

(Lao Tzu)

Mi permetto o ra d i suggerire una serie di esercizi c he sareb be op portuno fa renella suc cessione c he qua verrà illustrata .Detto questo a ndiamo alla p ratica .

1) Per iniziare: osservare il proprio respiro

Stendetevi a pancia in su. Rilassatevi e lasciatevi andare e per 5 minuti pensatesolo a respirare. Respirate normalmente come vi viene naturale e osservatevi.Dove respirate? Nel petto? Nel plesso solare? Nella pancia? Fate delle pause fral’espirazione e l’inspirazione o viceversa? L’inspirazione e l’espirazione sono fluide?Fate più fatica a prendere l’aria o a lasciarla andare? Quanta aria prendete?Osserva te , osserva te e osserva te…

2) Respiro “ geometrico ” : per imparare ad espa ndere e utilizzare i polmoni

consapevolmente.

Stendetevi a pancia in su. Rilassatevi e cominciate a respirare con apnee apolmoni vuoti e pieni. Mi spiego meglio: una modalità possibile è quella della

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respirazione “quadrata”. Inspirate per 4 tempi cercando di riempire i polmoni

partendo dal basso ventre , (ponete una mano sopra esso e sentitelo alzarsi),trattenete il respiro per altri 4 tempi, e poi espirate per altri 4 tempi svuotandocompletamente i polmoni. Prima di inspirare nuovamente aspettate altri 4 tempi.Con “ tempo ” intendo una m isura sog ge ttiva -c he p uò essere d i circ a un sec ond o-

da c onta re menta lmente . In q uesto eserc izio il resp iro sarà LENTO e PROFONDO.Quindi un ciclo geometrico è così rappresentato: -inspiro per 4 tempi -trattengoper 4 tempi -espiro per 4 tempi- attendo 4 tempi prima di inspirare nuovamente.Potete c om inciare fac endo 5 c ic li, po i aum entand o a 10, 20 ec c e cc .

3) Approc c iarsi alla respirazione c ircolare 

Stend etevi a p anc ia in su. Aprite bene la boc ca , (tenete la a perta sia per insp ira rec he per espira re), e c om inc iate a resp ira re lentamente immaginand o d i go nfiare,(più che potete), e sgonfiare -senza fare pause prima di inspirare e di espirare- un

palloncino luminoso posto nel basso ventre. Concentratevi solo su quella zona.Siate naturali nel scegliere la velocità (meglio né troppo lento,né troppo veloce).Cominciate con 5 respiri, belli pieni, circolari, nella pancia e rilassati e poi

fermatevi e osservate che sensazioni avete.  Poi continuate con altri 10 respiri – 

pausa/ osserva te- 20 respiri –pausa/ osserva te- 30 respiri –pausa/ osserva te- 40

respiri –pausa/ osserva te- .Potrebbe giravi la testa , oppure potreste avvertire fo rmicolio a lle m ani e a i pied i, oavere freddo. E’del tutto normale, è semplicemente energia in movimento. Stateossigenando il vostro corpo, e se siete abituati a respirare molto poco, essorea gisc e a questa ond ata di “ vitalità” . Tutto q uello c he a vete da fare è ferma rvi e

lasc ia re fluire. Evita te d i resp ira re in q uesto mo do quand o sta te fac end o qualcosache richiede la vostra piena attenzione e lucidità (tipo guidare, o mentre sietenella vasca da ba gno).

Sarebbe bene, utile e necessario seguire quest’ordine, che è tutt’altro checasuale. Prima ri-conoscete il vostro respiro, poi lo ampliate ed infine lo fate

diventare circolare . Ognuno di questi esercizi può essere fatto anche solo per 3/5minuti, un lasso di tempo, che per quanto impegnati siate, credo sia facile datrovare durante la giornata. Se in una giornata non riuscite a trovare qualche

minuto, per voi stessi ed il vostro benessere, significa che NON VOLETE trovarli. Vabenissimo, ma siate consapevoli che state facendo una scelta e che quindi poinon ci si può lamentare se non si ottengono risultati, e questo vale per qualsiasic osa e non solo per la resp irazione .Mi preme p oi dire c he il respiro c ompleto e armonioso è c ome un’onda c he partedal basso e arriva sino in alto in maniera sinuosa, ma per poter fare questo è

indispensabile prima di tutto riuscire ad arrivare in scioltezza e tranquillità nella

pancia , quindi co minciate a lavorare solo in que lla zona .Ultima cosa: sono dell’idea che per quanto una spiegazione scritta possa esseredetta gliata non va lga quanto un’espe rienza diretta c on q ualcuno d i più espe rto

che possa guidarvi. Vi consiglio di cercare una persona competente e fidata chepossa darvi qualche dritta sulla respirazione circolare e che possibilmente lofac c ia c on p assione e non per sp illa rvi miglia ia d i euro in corsi e sed ute.

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Cic lo energetico di integ razione  

La serenità è a sc olta re tra p iante 

e c espug li la voc e de l vento 

e sent irsi pa rte d ell'universo.

(Anonimo)

Quando respiriamo in maniera consapevole, diaframmatica, circolare e rilassataper diverse decine di minuti mettiamo in moto una grande quantità di energiaall’interno del nostro corpo e iniziamo a generare un ciclo energetico diintegrazione.Durante un ciclo possono riaffiorare ricordi, immagini, sensazioni, emozionirepresse, idee e intuizioni. La funzione di tutto questo è quella di andare asmuovere d elle energie stagna nti che ge neravano dei bloc c hi nel nostro sistem a

fisico, psichico e transpersonale. In una sessione vera e propria, che può durareanche un’ora, si possono produrre più cicli; tutto dipende da cosa stiamointegrando e da come stiamo respirando. Più cicli energetici di integrazionefacciamo più consapevolezza e lucidità acquistiamo. L’aria e il prana sono comeun fiume in p iena che romp e tutt i gli a rg ini.Un ciclo si divide in 4 fasi:

-  ATTIVAZIONE; in questa fase il corpo oppone delle resistenze, si può farfa tica a resp ira re, si sbadiglia , ci si vuole m uovere, si sentono delle sensazionia livello corporeo (alle mani, ai piedi, alle labbra ecc) sotto forma di

formicolio. La tendenza è quella di voler smettere, e invece è proprioall’apice delle resistenze che bisogna continuare a respirare per entrarefinalmente nella fase suc c essiva ;

-  RIELABORAZIONE; in questa fase, superate le prime resistenze corporee,entrano in campo quelle mentali. Il soggetto capisce che “qualcosa”preme e spinge per venire alla luce. La mente che tende a voler averesempre tutto sottocontrollo si oppone a questa cosa e la persona cherespira può essere nuovamente tentata di smettere di respirare, cosa cheinvec e va fatta per po ter arriva re a lla fase succ essiva;

-  INTEGRAZIONE; in questa fase quel “qualcosa” che spingeva per emergere

finalmente affiora alla coscienza e la persona integra l’energia cheutilizzava per trattenere quella “informazione” rimuovendo un bloccoenergetico.

-  ESTASI; in questa fase si ha una sensazione di forte connessione con tutto etutti, di pa ce e armonia, l’ energia b loc c ata fino a quel mom ento fluisc e.

Tutte e 4 le fasi and reb bero vissute e risulta veram ente d ifficile e ridutt ivo farne unadescrizione. Ciò che vorrei dire è che non è assolutamente detto che in un cicloemergano ricordi o emozioni particolari; io personalmente noto come taleprocesso mi sia più utile per avere idee, intuizioni e soluzioni a questioni della mia

vita. Tutto appa re c hiaro, è c om e se si vedesse una situa zione da un p unto d i vistad ifferente e fino a q uel mo mento sc onosc iuto.

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E’anche vero che la sessione può avere effetti positivi a posteriori, nel senso checiò che mentre respiravamo non è emerso a livello cosciente rimuovendo unblocco energetico, potrà riaffiorare nelle ore o giorni successivi. Sembra chel’inconscio sappia benissimo cosa fare, e che sappia molto bene cosa, come equando siamo pronti a rielab orarlo.

In rea ltà noi viviamo spesso nel nostro p roc esso d i c resc ita questo c iclo a ttrave rsoaltri mezzi, altre strade e altre esperienze. Ad esempio quando ci troviamo difronte una persona che ci ricorda un nostro aspetto che poco gradiamo ciattiviamo , avvertiamo un fastidio e cominciano ad emergere delle sensazioni dirab bia, ansia e p aura. La m ente e l’eg o entrano in gioco e c erc ano di blocc are ilprocesso di riconoscimento e rielaborazione di questo nostro aspetto. Quandofinalmente riconosciamo dentro di noi la causa del disagio, e riconosciamo unnostro la to o mbra , lo integriamo e finalmente sentiamo una sensazione d i pa c e edestasi perché abbiamo permesso alla consapevolezza di fluire in noi e siamoma tura ti e c resc iuti c om e uom ini e donne.Anche un addotto che si libera vive questo processo: capisce che c’è unproblema (attivazione), cerca una soluzione al problema (rielaborazione),

comprende che si tratta di un interferenza aliena (integrazione), e alla fine nella

“cacciata” del parassita/ombra lascia spazio alla luce dell’anima e alla pace e

consap evolezza che ne consegue (estasi).

Il ciclo energetico di integrazione rappresenta anche le 4 stagioni: la primavera

nella quale cominciano a sbocciare i fiori, l’estate quando crescono i frutti,l’autunno nel qua le g li alberi perdono le fog lie e l’ inverno qua ndo la neve biancaricopre tutto.

Esso rappresenta anche i 4 elementi e il viaggio di connessione fra di essi: sicomincia a respirare agendo sul corpo (la terra , la materialità), si attraversano leresistenze della mente (l’ acqua), si riaccende il fuoco che c’è in noi, la nostraparte attiva/maschile (lo spirito ) reintegrando energie bloccate, e finalmentelasc iamo posto e c i ric ong iungiamo d entro d i noi a lla nostra anima prop rio g razieall’aria respirata.

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Con questo concludo la prima parte dell’articolo. Ritornerò poi a parlare dellarespirazione cercando di spiegare come può essere utilizzata consapevolmenteper lavorare su no i stessi e in pa rticolar modo sulle inte rferenze a liene.

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Pensiero c reativo 

Quand o l’a nima desidera 

spe rimentare qua lc osa, proietta 

da vanti a sé un’ imma gine 

dell’esperienza e poi entra 

nella propria imm ag ine.

(Me ister Ec khart)

Per portare nella tua vita a lc unché 

Imm ag ina c he invece c i sia g ià 

(Richa rd Bac h)

Neg li ultimi anni sva ria ti autori in lib ri e a rticoli hanno esposto e d esc ritto d ec ine d itecniche e metodi con i quali utilizzare le capacità del proprio pensiero perapportare c amb iamenti positivi nella prop ria vita . Di rec ente , sop ra ttutto , si pa rlamolto della cosiddetta legge dell’attrazione. Si può nota re c ome d ietro a tale

argomento ci sia un grande apparato di marketing e business, che promette“miracoli” acquistando la pubblicazione, il video, la registrazione di questo oquell’autore.Sono assolutamente certo dentro di me della validità della legge dell’attrazione,tuttavia ritengo c he va lga la pe na c omprendere c ome funziona e c ome utilizzarlaprima di tutto come strumento di comprensione di sé stessi, più che un mezzo perdiventare ricchi e di successo, non che questo sia necessariamente sbagliato, maforse in questo modo si perde di vista lo scopo dell’esistenza: conoscersi, esserepad roni della p rop ria vita e non ma rione tte d i un sistem a ec onomico.Detto questo, mi prenderò la briga di essere l’ennesima persona che “scopre

l’acqua c alda” , tentando d i dimo stra re c om e d i sec olo in sec olo, di pub b lic azionein pubblicazione, sino ad arrivare ai giorni nostri, si è tornati -cambiando qualcheparola e definizione- a ripetere e studiare ciò che discipline e mistici passatiaveva no abb onda ntemente già spiegato.

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Le leggi psicologiche d i Rob erto Assagioli 

I sag gi trag go no inseg nam ento da gli stolti 

più c he g li stolti da i sagg i,

po iché i sag gi evitano g li errori deg li sto lti, ma g li sto lti 

non imitano i suc c essi de i sag gi.

(Catone)

Voglio partire col descrivere e schematizzare (e completare ove possibile) ciò cheRoberto Assagioli, (http://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Assagioli), psichiatra e teosofodescrisse come leggi psicologiche, attraverso le quali attuare ciò che lui definiva ilprocesso di psicosintesi (http://it.wikipedia.org/wiki/Psicosintesi ), cioè l’autorealizzazionenelle va rie sfere: fisica , emot iva , menta le e sp iritua le.

Innanzitutto c erchiamo d i c ap ire c osa riguarda no ta li leg ge psicolog iche, ovvero:

i fattori interni:- le immagini, le idee e le figure mentali   ovvero le visualizzazioni di scene esituazioni già vissute e non ancora vissute e le convinzioni che abbiamo riguardoad o gni amb ito d ella nostra vita- le emozioni e le sensazioni  ciò che percepiamo, sentiamo, proviamo sia nelfisico (dove sento l’emozione? con che intensità? con che modalità?), sia piùc once ttualmente e astratta mente- i bisogni, gli impulsi, gli istinti e i desideri  c iò c he genera , smuove e provoc a in

noi rea zioni e c om portamenti- i comportamenti esterni, gli attegg iamenti, i movimenti, le azioni il nostro agirec onc reto c onsapevo le (ra rissima me nte) e inconsapevo le (qua si sempre)i fatto ri esterni:

- tutto c iò con cui veniamo a c ontatto e traiam o informazioni e “nutrimento” fisico

e psicologico   qualsiasi cosa assimiliamo dall’esterno   sottoforma di alimenti,imma gini, suoni, pa role, relazioni p ersona li ec c .

Tutti questi fatto interag isc ono fra d i loro e s’ influenzano vicend evolmente .Vediamo c ome.

1)Le immagini, le idee e le figure mentali  tendono a suscitare le emozioni e le 

sensazioni ad esse connesse, e viceversa , le emozioni e le sensazioni  tendono a dintensific a re le imm agini, le idee e le figure menta li ad esse c onne sse.

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2) I bisogni, gli impulsi, gli istinti e i desideri  tendono a produrre immagini, idee,

figure mentali ed emozioni e sensazioni corrispond ent i. Allo stesso mo do imma ginied emozioni fanno tend ono a far em ergere impulsi e istinti. Questo ge nera un loop

mentale, esso può essere positivo e costruttivo per la persona, oppure negativo e

distruttivo.

Ta le loop me nta le influenza e tend e a p rod urre i c om portam enti esterni, gli 

atteggiamenti, i movimenti, le azioni della persona ; viceversa i comportamentiesterni intensificano gli elementi del loop mentale (immagini, idee, emozioni eimpulsi). Il tutto riassume i fattori interni influenzanti.

I fattori interni influenzati sono strettamente connessi ai fattori esterni influenzanti:

gli uni conc orrono a generare g li altri e vic eversa. Tutto questo può essere definito

come PROCESSO CREATIVO DELLA NOSTRA REALTA’PERSONALE.

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PROCESSO CREATIVO DELLA NOSTRA REALTA’ PERSONALE

 

All’interno del processo, da qualsiasi punto si parta, tutti gli altri punti vengono

influenzati automaticamente. Il fatto è che spesso siamo così inconsapevoli di noi

stessi che non ce ne rendiamo conto . Ammettiamo che io debba fare uncolloquio di lavoro e abbia poca fiducia nelle mie possibilità e mi faccia l’ideache non avrò mai quel lavoro. Senza rendermene conto potrei cominciare aimmaginare di essere al colloquio e di non saper rispondere in maniera sicura e

precisa a qualche domanda, questa immagine genera paura e ansia, chegenerano altre immagini mentali poco positive. Il tutto influisce sul mio modo dip resenta rmi esternamente , sulla mia postura , il mio mo do d i pa rla re e a tteg giarmi.L’ intervista to re d a ll’ esterno pot rà fa rsi l’ idea d i avere d i fronte una persona insic urae incapac e. Alla fine ciò che avevo “immaginato e sentito” si è concretamente

realizzato. Si potreb be ro fa re d ec ine d i esemp i pa rtendo d a un bisog no, o d a un’em ozione,da un’ azione, o da un comm ento c he mi viene d all’ esterno.Più siamo inco nsapevo li di ta le p roc esso, p iù sa rem o in ba lia d i esso. Diventiam o lenostre idee e immagini, i nostri impulsi, le nostre emozioni e ciò che ac ca de dentro

di noi poi ce lo ritroviamo al di fuori come se ci stessimo riflettendo in unospecchio, poiché c iò c i porta a interag ire in ma niera spesso p oc o utile c on g li altrie a ved ere c iò c he c i c irc onda in ma niera distorta.

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Come dice Anthony De Mello nel suo libro “Messaggio per un’aquila che si crede 

un pollo” :

- IL MONDO VA BENE PERCHE’IO MI SENTO BENE, e non, MI SENTO BENE PERCHE’IL

MONDO VA BENE

- NOI VEDIAMO IL MONDO E LE COSE NON PER COME SONO, MA PER COME SIAMOFATTI NOI.

- IL GIORNO IN CUI SI CAMBIA E CI SI SVEGLIA, NON SI TENTA DI FAR ACCADERE LE

COSE: ACCADONO E BASTA. IMPROVVISAMENTE SI COMPRENDE CHE QUALSIASI

COSA ACCADA A UNA PERSONA, E’UNA BUONA COSA.

- IL GIORNO IN CUI SI CAMBIA, CAMBIA ANCHE CIO’CHE CI CIRCONDA E NESSUNO

HA PIU’IL POTERE DI FARCI DEL MALE.

Siam o a ncora a l c once tto d e “ la map pa non è il territorio” , ma se non imp ariam oa conosc ere la nostra ma pp a mentale, non po ssiamo nemm eno renderc i c onto d i

quanta sia scorretta o incompleta, bisogna osservarla e comprenderla.E’nec essario a rriva re a d amm ette re c he –c hi più c hi meno- anc he quando siamo

svegli siamo completamente addormentati e inconsapevoli della stragrandemaggioranza dei nostri pensieri, di ciò che facciamo, diciamo e del perchéag iam o in un determinato m od o.L’aforisma “Una vita inconsapevole non è degna di essere vissuta” (Socrate) e ilmo tto g rec o “ Conosc i te stesso” , riassumono bene la strada da seg uire.

L’atto d i volontà e le fac oltà psico logiche 

Aiutati c he Dio ti aiuta.

Gente alleg ra il c iel l’ aiuta.

(Detti pop olari)

Abbiamo visto in maniera schematica come funziona il processo di creazione,c erchiamo a desso d i c apire c om e p ote rlo utilizzare a nostro va ntagg io.

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In questo schema vediamo come il “ punto centrale, l’io” sia al centro di tutte le

facoltà psicologiche che l’uomo può svolgere. La VOLONTA’ lo circonda edinteragisce con tutte le altre facoltà, le quali anch’esse hanno interazioni fra diloro.

Le sensazioni influenzano e vengono influenzate da emozioni/ sentimenti eimp ulsi/ desideri.Le em ozioni/ sensazioni influenzano e vengono influenzate da sensazioni e

immaginazione.

Gli impulsi/ de sideri influenzano e vengono influenzati da sensazioni e pensieri.

L’immaginazione influenza e viene influenza ta da em ozioni/ sentimenti e intuizione.

I pe nsieri influenzano e vengono influenzati da intuizione e impulsi/ desideri.

L’io centrale, in teoria, dovrebbe manifestare e utilizzare tutte le sue qualità conc og nizione e m onitora rle c ostantem ente a ttraverso l’uso d ella volontà . Quello c he

poi in realtà accade è che quasi sempre sono le sue facoltà che influenzano lavolontà,la fiaccano e annullano, prendendo possesso dell’io che si identifica e

diventa esse nella loro manifestazione . Noi diventiamo le nostre facoltà, inveceche osservarle, monitorarle e dirigerle.

Quello c he sarebb e b ene a cc ad esse, è che l’io c entrale eserc itasse, acc rescesse

e utilizzasse la VOLONTA’per dirigere tutte le altre facoltà, al fine di raggiungere i

suoi sc op i e manifestare sé stesso p er c iò c he è veram ente .

La mente è un grande strumento, la questione è che bisogna imparare ac om prend erla e usarla , e a non farsi usare d a essa .Attraverso essa posso creare immagini, riprodurre emozioni e sensazioni, elaborarepensieri e idee, comprendere impulsi e desideri e canalizzare l’energia che stadietro essi in maniera a me utile. Posso utilizzarla per ottenere e lasciar fluireintuizioni, per po i ana lizzarle ed esprimerle. Paradossa lmente anc he il non ut ilizzarla

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(fare il vuoto mentale scopo della meditazione) è un suo utilizzo e spessopotreb be essere il migliore.

Att raverso la VOLONTA’ possiamo d iventa re padroni d i noi stessi, c om prend ere no istessi e c rea re la rea ltà c he no i desideriamo .

Con un ATTO DI VOLONTA’ p osso:

- osservare i miei impulsi, gli istinti, i bisogni e desideri. L’osservazione va fattasenza giudizio o c ond anna, ma c om e semplic e c onsta tazione della loro esistenza .In tutti noi ci sono aggressività, sessualità, orgoglio, possessività, egoismo ed èassolutamente inutile neg are e c ond annare c iò c om e sbaglia to. L’energia c he stad ietro a questi “sta ti” se a c cetta ta , può e ssere sfoga ta d iretta mente, (non sempreè la soluzione), o sublimata, trasmutata e canalizzata in attività differenti quali lacreazione artistica e l’attività intellettuale. Se reprimiamo queste parti di noi, prima

o poi eme rge ranno, e ma ga ri qua ndo e nei mod i che meno c i aspe tteremm o- creare immagini per me gratificanti e utili, sostituendole a quelle negative edistruttive- c reare sensazioni, em ozioni e sentimenti per me g ratificanti e utili, sostituendoli aquelli neg ativi e d istruttivi- posso variare i mie comportamenti esterni, cominciando dal mio modo dimuovermi, dai miei atteggiamenti, dal modo di parlare, e perfino RESPIRAREdiversamente- posso scegliere fattori esterni a me utili e gratificanti e imparare a controllarequelli negativi, alimentandomi in modo sano, spegnendo il televisore,

freq uentand o pe rsone più po sitive e evitand o, c ontenend o o gestendo meg lio lerelazioni spossanti e stressanti

Come abbiamo visto nello schema del processo creativo della nostra realtà

personale, agendo anche su di un solo fattore alla volta andiamo ad influenzare

tutti gli a ltri.

E’quasi praticamente impossibile monitorare completamente ed in ogni momentotutti i fattori interni ed esterni, sarebbe come mettere i pratica una sorta dimed ita zione c osta nte , una continua p resenza e c onsapevo lezza . Se c i riusc issimo

vorrebbe dire che non avremmo più inconscio, poiché tutto sarebbe conscio,ovvero saremmo completamente “risvegliati”, illuminati: saremmo DIO IN TERRA,sarem mo veramente ANIMA.

Tutta via anc he se è mo lto imp rob ab ile c he si riesc a a fare c iò, possiamo

eserc itarci ne l farlo, magari cominciando anc he solo da un aspetto, perché tanto

influiremo su tutti gli altri a ruota , e questo non potrà fare altro che portarebenefici.

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Possiamo quindi d ire che:“ Noi siamo dominati da ciò con cui ci identifichiamo, ma dominiamo 

c iò da c ui c i disidentifichiamo ” .

“ Noi usiamo il potere creativo del pensiero e di tutte le altre forze 

psicolog iche c ontinuamente, spontaneamente e, INEVITABILMENTE. Lo 

facciamo senza rendercene conto, a caso con scarso risultato 

costruttivo, e anzi spesso recando danno a noi e agli altri.” (Roberto 

Assagioli)

Forse è meglio osservare e usare coscientemente impulsi, immagini, emozioni ea tteg g iamenti piuttosto c he d iventa re essi inconsapevo lmente.

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Le a ffermazioni 

"In princ ipio e ra il Verbo ,

e il Verbo era presso Dio 

e il Verbo era Dio.

Il Verbo si fece c a rne e venne ad a bitare 

in me zzo a no i" (Gv 1,1.14) 

Fra le azioni, atteggiamenti e comportamenti esterni, io inserirei anche il nostromodo di pa rlare.E’bene fare molta attenzione a come parliamo durante la giornata, alleespressioni che usiamo, soprattutto a quelle che rivolgiamo a noi stessi e alladesc rizione d ella nostra vita ne i suoi ambiti. Qua lc uno potreb be essere sc et tico

riguardo il potere delle affermazioni. Se così fosse vorrei far riflettere riguardo aquale potere hanno sulla psiche e sulla vita delle persone affermazioni "negative"

ripetute a sé stessi continuamente per tutto l'anno e per anni . Gene rano em ozioni,sensazioni, immagini, fanno emergere impulsi e istinti distruttivi. Il tutto poi in unprocesso di feedback alimenta il loop distruttivo essendo che ogni aspetto vainfluire sull’ a ltro.

Le affermazioni influenzano la mente. Quando un'affermazione diventa unaCONVINZIONE, l'anima genera archetipi e “modifica” -virgolette d’obbligo-l'olog ramm a/ rea ltà virtua le e a ttira p ersone e d e venti.

Forse è op portuno sme ttere d i perdersi in “ seg he m enta li” -c ioè qua lc osa c he no nha attinenza con la realtà del qui e ora, ma che a furia di essere pensato simanifesta- e rendersi conto che noi diventiamo anche quello che ci diciamo,perché poi lo p ensiamo , lo immaginiamo , lo sentiamo tram ite e mo zioni.

Le nostre affermazioni generano pensieri, immagini, sensazioni e influiscono suinostri impulsi e istinti. Quind i:

LE PAROLE CHE USO PER DESCRIVERE: LE SITUAZIONI E LE ESPERIENZE DA

ME VISSUTE, E ME STESSO/ A E GLI ALTRI, CREANO LA MIA REALTA’.

Impariamo a formulare delle affermazioni utili per lavorare su degli aspetti chepossono essere migliorat i d i noi, o a nc ora m eg lio , per migliorare la p ercezione c heab biamo d i noi.

Le affermazioni vanno fatte:- a l presente (il futuro non c i inte ressa , c i inte ressa il qui e o ra )- a livello persona le (c he riguard ino noi e non gli a ltri)- in modo, appunto, affermativo (la mente toglie la negazione, il “non”. Non ci

credete? Non pensate all’elefante rosa che vola nel cielo… L’avete visualizzato?Penso di sì… Quindi dire per esempio “non sono ansioso” già mi sta facendo

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pensare al concetto di ansia. Meglio concentrarsi sull’opposto positivo “sonosereno e tranq uillo” ).

Es: a ffe rma zioni Sono una persona ordinata

Se dicendo ciò sentite una voce nella testa che vi risponde "Seeeebuonanotteeeee", allora modificatela affinché la mente la possa acc ettare c ome

vera .

Divento una persona ordinata Posso imp arare a diventa re una persona ordinata Posso riusc ire ad essere una persona p iù ordinata rispet to a quella che sono ora

Qua ndo le avete dige rite e assimila te c om e c onvinzioni allora p ote te o sare d i più,l'imp ortante è c he l'a fferma zione d iventi una CONVINZIONE. Infatti:

CIO’CHE CREDO CHE SIA VERO DIVENTA VERO PER ME. 

Questo perché la nostra mente ci farà notare tutto ciò che avvalora una nostrac onvinzione. Per esempio a volte c ap ita che c i convinc iam o c he una pe rsona èfatta in un ce rto m od o p ositivo o nega tivo, in ba se a questo m od o d i ved ere nonriusciamo a vedere o i suoi pregi e le cose buone che fa, o i suoi difetti e le cosepo c o b elle c he mette in atto. Mi riservo di ritornare sulla questione nelle pagine seguenti dando un ulteriorespiegazione rifac end omi a lla teo ria dell’ universo ologra fic o.Co ntinuiamo ora c on g li ultimi consigli:

- evita te di utilizzare ve rbi come VOLERE e DESIDERARE, poiché inseriti inaffermazioni portano la mente della persona a immettersi in un'ottica di attesa ed i puro d esiderio po c o finalizza to a ll’ azione .Esempio: voglio liberarmi HA SCARSA UTILITA’, l'addotto desiderasemplicemente di liberarsi, l’azione è inesistente.MEGLIO: MI LIBERO, MI STO LIBERANDO oppure se la sentite poc o vera c ominc iatec on POSSO IMPARARE A LIBERARMI.- fate c aso a qua nte vo lte nella giornata utilizzate il verbo DOVERE: "devo fare,

de vo and are, devo, devo, devo ..."

Se sostituite “ DEVO” con “ SCELGO” ved rete e vivrete le c ose d a a ltre p rospettive econ meno ansia. VI assicuro che ci sono veramente pochissime cose che siDEVONO FARE, e tantissime c he si possono SCEGLIERE DI FARE.Anche andare a lavorare facendo qualcosa che non ci piace è una scelta.Sceg liamo di fare un lavoro che non c i piac e, perché la sc elta a lternativa è q uellad i non lavorare, non p ercep ire uno stipend io, non mantenersi, non p ote r pagare lespese, le bollette, il mutuo ecc ecc. Verissimo, ma sempre di scelta si tratta.Tutta via si può sem pre sc eg liere d i trova rsi un lavo ro mig liore e p iac evo le. Se sta te

pensando che “non è così semplice”, beh state attenti perché in questo istantesta te c ont ribuendo a l rimanere dove siete. Il pensiero c rea , o sbaglio? ☺ 

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Immaginate che mentre stiate parlando siate sempre ascoltati da un “ qualcosa ”che realizza qualsiasi vostra affermazione, è come se foste in una fase di“ p reg hiera” c ostante, e q uesta p reg hiera veng a sempre esaudita . Forse è me glioimpara re a fa re ric hieste a noi utili.

Dal libro “ Pensieri del c uore” d i Louise L. Hay:

“ Chied i aiuto. Dì alla vita c he c osa vuoi e lasc ia c he succ ed a.

Tutto quello d i cui ho bisog no mi a rriva nella perfetta seq uenza spazio-tem po: fo rmulare 

affermazioni, compilare un elenco dei desideri, visualizzare sono tutte attività che si 

possono paragonare all’andare al ristorante. Il cameriere raccoglie l’ordinazione e si 

d irige in c uc ina per pa ssarla a llo c hef. Tu rima ni a ta vola sed uto senza alcun p rob lem a 

poiché presumi che le pietanze stiano per arrivare. Non chiedi ogni 2 secondi “Non è 

ancora pronto? Come lo stanno preparando? Che cosa stanno facendo lì dentro?” 

Dec id i c osa p rend ere e sa i che la p ieta nza ordinata ti sarà servita . Altrettanto suc c ed e in 

quella che io definisco la “cucina cosmica”: dai un’ordinazione alla cucina cosmica 

dell’Universo e sa i che se ne oc c uperanno. Ti a rriverà nella g iusta seq uenza temp orale e 

spaziale.” 

“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto...” (Lc11,9). Ci siamo d iment ica ti che o gni frase e pensiero sono una richiesta …Qualcuno potrebbe essere scettico riguardo il potere delle affermazioni. Se così fosse

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Come ac c resc ere la volontà 

L’o zio è la ruggine d ell’a nimo .

(Tomm aso Roc c ab ella)

E' la volontà c he fa l'uomo grande o p ic co lo.

(Fried ric h Von Sc hiller)

La volontà ovviamente per essere usa ta , va acc resc iuta e nob ilita ta in tutte le suecaratteristiche. Mi voglio limitare a suggerire un esercizio che può risultare unosprono in tal senso.

Prendete un foglio e una penna e scrivete un elenco delle oc casioni perdute, dei

danni, della sofferenza arrecata a voi stessi e ad altri dalla mancanza di forza di

VOLONTA'. Rilegg ete e poi pensate a com e sarebbe ro andate d ifferentemente le

cose se vo i aveste avuto la forza di vo lontà c he vi è ma ncata. Sc rivete tutto,

rileggete e lasciate affiorare tutte le emozioni nel rileggere. Riflettete e osservate

cosa a c cade in voi. E’INDISPENSABILE CHE SCRIVIATE!!!

Spesso accade che si trovino mille scusanti per mettersi a fare un esercizio delgenere. Ci mette di fronte ai nostri fallimenti. Questo in realtà va visto come unmo vente (ovvero c he smuove) p er com e c i comp orterem o in futuro. Il solo inizia rel’ esercizio è un c ontributo a d aumentare la p rop ria vo lontà .

Dopodiché pensate al futuro e immaginate voi stessi pieni di volontà e riuscire adagire nel miglior modo in ogni situazione. Siete forti e sicuri di voi stessi. Comeved ete la vostra vita ment re siete p ieni d i vo lontà? Sc rivete.

Le p arole evoc atrici 

“ Cerca ndo la p arola si trova no i p ensieri” 

Josep h Joube rt 

E' impossibile conoscere gli uomini 

senza conoscere la forza delle parole.

(Sigmund Freud )

Esiste un a ltro e serc izio anc h’ esso suggerito da Rob erto Assagioli per ac c rescere laprop ria vo lonta ’e q ua lsiasi nostra q ua lità inespressa . Le p arole evoca tric i:“ Tutte le parole sono SIMBOLI che non solo indicano o denotano oggetti o fatti 

psicologici, ma posseggono anche il potere di stimolare e provocare l’attività ad esse assoc iate ” .

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TATTO: toc c are una grand e p ietra, un grosso p ezzo d i marmo  

GUSTO: pasta e fa gioli e p ane ☺ 

ODORE: odore d i pulito, tipo l'odo re ne lla fa rma c ia , che dà sensazione d i ord ine. 

Co me ved ete le immagini da nno a ltre sensazioni, e le sensazioni altre imm agini,c osì c om e i suoni; sc rivete tutto p oiché og ni c osa , anche la p iù ap parenteme ntesc iocc a , può essere utile. 

Quando ave te finito  rilegg ete tutto e po i guarda te c he pa role e voca trici/c oncettiavete a ssoc c ia to a lla VOLONTA' Nel mio c aso: ene rg ia , forza , dec isione , co sta nza , puntua lità, fermezza , crea zione,padronanza, azione, ordine, precisione.

ELABORATE (e scrivete ) DELLE AFFERMAZIONI in ba se a tutto c iò c he a vete sc ritto(a l p resente, c red ibili per voi, c he riguard ino solo la vostra persona , e a fferma tive -cioè niente negazioni tipo "non"). 

Queste sono quelle c he io ho elab orato per me stesso:

- Lasc io fluire in me forza ed energia 

- Ogni giorno m i sento un po'p iù energico e forte  

- Ne lle situa zioni imparo ad essere sempre p iù DECISO/ FERMO/ PUNTUALE/ PRECISO. 

- Ogni giorno imp aro a CREARE qua lc osa d i positivo per me e g li altri - Sono sempre p iù CONSAPEVOLE e PADRONE delle mie emozioni, pensieri e d ellemie a zioni- Sono sem pre p iù ATTIVO e abbandono le resistenze e la no ia- Posso sentire c rescere in me la volontà- Dive nto una VOLONTA' FORTE, BUONA e SAGGIA 

Qua ndo a vete finito, le rileg ge te e ne sc eg liete un pa io, que lle c he sentite p iùvere e a ttivanti.A q uesto punto a vete tutti gli elementi per fare una sintesi fina le, e c ioè c rea re

una visua lizzazione nella qua le inserire sensazioni e a ffe rma zioni. 

Ecco la mia SINTESI FINALE (c he va fatta sop rattutto le prime vo lte in fase d i

rilassamento): imm agino me stesso p ieno d i energ ia , forza , de c isione, fermezza ,me ntre camm ino lungo un sentiero sterra to in mezzo a d un immenso pra to verdee ve do c he il c ielo è azzurro. Sento il vento c a ldo a c c arezzarmi la pelle, e a lzare lapolvere. Mi sento c rea tivo, padrone d i me stesso -della mia vita , de i mieipensieri/imp ulsi/em ozioni- prec iso, puntua le e ord ina to . Sento, me ntre c ammino, il suono d i un gran tamb uro d a l ritmo simile a l passo d i unelefante (pum p um p um). Ca mm inand o a rrivo d i fronte a d una enorme c olonna

d i marmo luminosa bianc o/ giallo splendente , la toc co, imp ongo le m ani su d iessa , sento la p ietra . Ca lore ed ene rg ia si diffond ono nel p lesso solare e nel pe tto .Nell'aria percep isco o dore d i pulito e respiro a p ieni po lmo ni la luce b ianco/ gia llo

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splendente c he è em ana ta d alla p ietra e io stesso d ivento, a po c o a po c o,b ianco/ giallo sp lend ente . Sento solid ità e imp onenza. In b oc c a ho il gusto dec isodella pa sta e fa gioli e di un pa ne frag rante. ☺ 

A q uesto punto mi ripeto me nta lme nte , sem pre visua lizzando, "Possosentire c rescere in me la volontà" e "Divento una VOLONTA' FORTE, BUONA e

SAGGIA".

Qualsiasi elemento della visualizzazione può essere utilizzato, durante la giornata,come ancoraggio per riagganciarci, anche solo per un attimo, a tutti gli altrielementi presenti in essa. Una volta che è stata fatta la sintesi finale e la si èevo c a ta , sarà fac ile foc a lizzarsi su d i essa anc he solo per qua lc he ista nte. Potresteattaccare dei biglietti in casa o in macchina con la parola evocatrice, in modotale che leggendoli vi focalizziate istantaneamente sulla visualizzazione, anchesolo p er qua lc he sec ond o. Il tutto p er generare un loo p positivo c ostruttivo.

Servono 10 minuti per scrivere ed elaborare la sintesi, e 5 minuti al giorno permetterla in pratica rilassandosi. Dopo una settimana, comincia a venire naturalerievocarla, anche casualmente, durante la giornata. Se riosserviamo lo schemadel processo creativo della nostra realtà personale, è facile dedurre che effettipossa avere una p roc ed ura d i questo tipo. Inoltre nello sc rivere tutto c iò ab biam o

chiesto e fatto elaborare alla nostra mente i simbolismi che lei utilizza per

comunicare all’anima il nostro “essere volenterosi” e il nostro concetto di

VOLONTA’. Stiamo pa rland o attraverso nostri a rchetipi p ersona li alla nostra anima.

Non avete che da provare. Provare significa fare, fare significa eseguire sin nei

minimi dettagli l’esercizio per almeno una settimana. Se non riusciamo a trovare 5minuti al giorno, non li vogliamo trovare. Se non li vogliamo trovare, va benissimo,ma poi non lam entiam oc i e non rac c ontiam oc i bugie.Se a vete d iffic oltà ne l generare imm agini me nta li, pote te a nc he fa re solo la primaparte dell’ esercizio nella quale vi c onc entrate solo sulla parola evoca tric e sc ritta .In ogni caso il processo attraverso il quale mettete per iscritto immagini, suoni esensazioni vi sa rà utile e vi a iuterà ne l c rea re la visua lizzazione .

Questo esercizio può essere fatto per sviluppare qualsiasi nostra qualità oconcetto. Sugg erirei a ll’addo tto di c om inc iare con VOLONTA’, po i passare a

LIBERTA’, ed infine ad ENTUSIASMO.

Perché proprio queste 3 parole? Perché per liberarsi dai parassiti serve un atto di

volontà, che ha l’origine nell’anima, e per fare questo è necessario diventare

anima, essere anima , ovvero essere entusiasti.(Entusiasmo deriva dal greco enthous en-theos p ieno d i un Dio, divinam enteispira to. Il contra rio d ell’ entusiasmo è la paura , che è la c ausa d i ogni ma ncanzad i azione ).

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Il Buddismo e il pensiero c rea tivo  

Perché non esercitarsi a vivere 

CO ME SE fossimo estrem ame nte intelligenti? Co me vivrem mo se fo ssimo 

spiritua lmente p rog red iti? 

(Richa rd Bac h)

Lo sc he ma rappresentante il PROCESSO CREATIVO DELLA NOSTRAREALTA’PERSONALE se osservato attentamente e monitorato consapevolmentenel suo manifestarsi non è altro che l’applicazione dei principi buddisti espressi intempi passa ti.

La disciplina buddista è costruita su 12 pilastri costituiti dalle 4 nobili verità e gli 8nobili sentieri per raggiungere l’estinzione della soffe renza , ovvero la fe licità .

Le 4 NOBILI VERITA’ riguardano :

- l’esistenza della sofferenza la nascita, la vecchiaia, la malattia, la morte, latristezza, l’ira, l’invidia, il timore, l’ansia, la paura, la disperazione, l’assenza di ciòc he si am a , la p resenza d i ciò c he si od ia, il desiderio, l’a vversione tutto c iò p uòessere sofferenza e causa d i sofferenza- la causa della sofferenza   cioè l ’attaccamento, che è causato dall’ ignoranza

de lla rea ltà , c ioè c he la realtà è impermanente

- l’estinzione della sofferenza   se si estingue la causa della sofferenza, ovverol’ ignoranza de lla rea ltà, quindi dell’ atta c c am ento- la via che p orta a ll’estinzione d ella sofferenza  gli 8 nobili sentieri

Gli 8 NOBILI SENTIERI riguardano:

- il retto sforzo  l’atto di volontà iniziale con il quale mettere in pratica gli altri 7nobili pensieri- la retta comprensione  è la c onoscenza d ella vera natura d ella realtà; essendola realtà impermanente e in continuo cambiamento e ogni cosa in essa è

condizionata e collegata a tutte le altre, allora io non posso attaccarmi a nulla.E’bene med itare spesso sull’imp erma nenza delle c ose- il retta conc entrazione  è l’osservazione costante e distaccata della mente edel suo agire (immagini, idee, impulsi, desideri, istinti, bisogni, emozioni, sentimenti,sensazioni)- la retta presenza mentale   consiste nella presenza nella realtà, quindinell’essere costantemente coscienti di ciò che stiamo facendo e di ciò che cicirconda- il retto pensiero  pensiero in c ui non c ’è né c onfusione, né d istrazione , né ira , néodio, né desiderio, né libidine, ma l’amore universale. Potremmo dire che consiste

nel riconoscimento ed eliminazione del pensiero negativo/distruttivo (seghementa li?) e ne lla c rea zione d i quello p ositivo/ costruttivo

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- la retta parola, retta azione e retti mezzi di sussistenza   ovvero un retto

comportamento; consiste nell’agire senza violenza e senza creare danno agli altrie a noi stessi, né col pensiero, né con le parole, né con gli atti, poiché questoge nerereb be senso di c olpa e q uindi ca ttivi stati d ’animo e “ ma l” funzionamentodella mente.

Guarda caso stiamo parlando di monitorare e regolare i nostri pensieri, e quindi leimmagini mentali, le idee, le emozioni, le sensazioni, le parole e i comportamentiesterni.Pare c he Sidd harta Guata ma (http://it.wikipedia.org/wiki/Gautama_Siddhartha ),elaborando quello che sarebbe diventato il buddismo(http://it.wikipedia.org/wiki/Buddismo), avesse già, nel VI secolo avanti Cristo,anticipato abbondantemente tutti coloro che parlano di pensieropositivo/ c rea tivo, d i “seg reto ” e legge dell’ a ttrazione in questi ultimi tem pi.

Il Karma e l’universo o lografic o 

Io sono c ausa d i me stesso sec ond o 

il mio e ssere c he è ete rno,

e no n sec ond o il mio divenire 

che è temporaneo.

Perciò sono non-nato,

e sec ondo il modo 

non-nato non posso mai morire.

(Me iste r Ec khart)

Ci fu un mom ento , mentre riflettevo sul potere c rea tivo del pe nsiero, in c ui mi fec iuna dom anda e no n riusc ii sub ito a darmi una risposta c he p otesse sod d isfarmi. Ladomanda era: “ Se io posso c rea re la m ia rea ltà che ne è d ella leg ge del 

Karma? ”. La risposta d’impulso fu che il Karma non esisteva. Errore. Tale risposta èassolutamente scorretta e me la diedi semplicemente perché non avevoc om preso c osa fosse in rea ltà il Karma .La legge del Karma è la legge d ella causa effetto c he reg ola la vita di tutto c iòc he è manifesto nell’ universo. Sec ond o ta le parad igm a c iò c he fa i, nel bene e ne l

male ti ritorna in questa o nelle vite future. Letta così potrebbe essere interpretatac om e una sorta d i giustizia d ivina universa le c he tend e a p rem iare i buoni epunire i cattivi. In realtà questa è una definizione veramente grossolana edeviante; non c’è bene o male, né buono né cattivo. Questi sono concetti dualiche la mente è costretta a utilizzare per dare una descrizione delle cose che lacircondano. Per l’anima tutto ciò è assurdo poiché esiste solo il concetto disperimentare, chiederle se preferisce il bene o il male è come chiedere ad unapersona se p referisc e il co lore g ia llo o il verde. Detto questo, ved iamo perché nonvi è alcuna incoerenza fra ciò che concerne la legge del Karma e il pensierocreativo.

Ecco alcuni passaggi estratti dal libro “Le leggi del Karma” di GoswamiKriyananda:

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“ Il mio d esiderio è il mio ka rma , i miei de sideri sono il mio ka rma . Dunque il mio karma è il 

mio c orpo e il c orpo è il mio karma . Il karma è la mia vita e la mia vita è il mio karma.” 

Infa tti abb iam o v isto c om e i deside ri, g li imp ulsi, g li istinti e i bisogni influenzino idee ,imm agini, em ozioni e com po rta menti esterni c he p oi creano la rea ltà a l di fuori d i

noi. 

“ Il sent iero della saggezza è cercare di comprendere quali condizioni attivino determinati 

eventi.” 

Questo appunto è il raggiungimento della consapevolezza, del conoscere séstessi. Ovvero se c ap isc o c om e posso c rea re la rea ltà , divento padrone della miavita , e quindi del mio ka rma .

“ Ogni azione produce un effetto visibile e uno invisibile , quest’ultimo si manifesterà 

quando si presenteranno le condizioni giuste” 

“Gli eventi non vanno visti come punizioni o premi, ma come  simboli di atteggiamenti,

va lori e azioni passate ” 

E’ovvio che se penso “male”, se ho emozioni distruttive, se non sono padrone deimiei impulsi, alla fine agirò male e prima o poi mi ritroverò a fare i conti con ciòc he ho g enerato intorno a me.

“ Gli eventi karmic i si ma nifesta no solo q uand o le c ond izioni per la loro m aturazione sono 

presenti” 

“Gli atteggiamenti e le reazioni nei confronti degli eventi karmici producono a loro volta 

karma” 

Se di fronte ad un evento da me giudicato negativo, entro in un loop mentaledistruttivo, produrrò altri eventi distruttivi. Per esempio, molto semplicemente, seuna persona mi fa un to rto, e io le rispo ndo c on un a ltro torto, è fac ile c he ric everòun altro to rto a ncora. Ho g enerato a ltro karma neg ativo. Se d i fronte ad una“cattiva” notizia tiro un pugno al muro e mi rompo una mano, la mia incapacitànel gestire un impulso rabbioso ha generato istantaneamente altro karmanegativo.

“ La vostra vita diventa c iò c he fate o c he avete fatto; voi diventate c iò c he fate; e fate c iò d i c ui parlate; e parlate di c iò d i c ui pe nsate” 

“ Tutto c iò c he c i ac c ad e, ogni pa rola, pensiero, azione non è c ausato d a Dio, da lla 

natura o d al ca so: è c ausato d alle nostre azioni e re-azioni ” 

Praticamente il riassunto del processo di creazione il pensiero. Se in una vita“ pa ssata ” non ho fatto in mod o d i po rtare alla luce un determinato aspe tto d i me ,dovrò farlo in un'altra vita. Spesso ci capita di continuare a vivere delle situazioniche si assomigliano, e mano a mano che si ripresenta lo stesso tema, esso pareingigantirsi. Questo continua ad accadere finché non andiamo a comprenderec osa c i sia d ietro.

Nasciamo in un corpo inserito in un determinato contesto familiare, affettivo e sociale, atto a generare un determinato 

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SISTEMA DI CREDENZE -idee, immagini, sensazioni, impulsi,

istinti, desideri- c he probabilistic amente faranno i modo che 

si crei una determinata realtà attraverso l’attrazione e scelta 

di determinate diapositive olografiche, ovvero la manifestazione di un determinato Karma (positivo o 

negativo), con lo scopo di lavorare –sperimentare- 

determinati nostri aspetti attraverso l’esperienza, ovvero 

modificare il nostro sistema di credenze, ovvero acquisire 

consapevolezza.

-NASCITA FATTORI ESTERNI INFLUENZANTI  FATTORI INTERNI INFLUENZANTI   

KARMA

-VOLONTA’(ovvero monitorare i fattori influenzanti ne lla loro g lobalità)  

CONSAPEVOLEZZA AMMORBIDIRE/ BRUCIARE KARMA DIVENTARE ANIMA 

Quale idea, convinzione, pensiero, impulso o istinto sta alla base della

generazione del loop mentale che c i porta poi a p orc i in modo da “ attirare” certe

persone e circostanze? Quando lo si capisce, allora cambiano le convinzioni, le

idee, i pensieri e c erti impulsi svaniscono o veng ono a ttenuati.

L’anima ha a disposizione una collezione infinita di diapositive olografiche nelle

qua li infilarsi per gioc are, spe rimentare e c onoscere sé stessa osservand o c iò c he

non è -pur essendolo poiché Dio è, paradossalmente, anche ciò che non è- perarrivare a specchiarsi in tutte le sue modalità. Finché un certo aspetto non viene

integrato e compreso si continua ad esperire diapositive che presentano eventi

simili (ovve ro si continua a ma ntenere lo stesso loop menta le e lo stesso sistema di

idee e c redenze).

Quando si riescono a capire le cose senza l’esperienza 

diretta si può anche evitare di vivere c erti eventi. Si bruc ia il 

c osidde tto ka rma nega tivo o lo si ammorbidisc e.

Comportarsi “male” (in pensieri, parole e azioni), crea necessariamente karmanegativo. La catena si spezza quando raggiungiamo la consapevolezza

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nell’osservare lucidamente perché ci siamo comportati in un certo modo e cheschema ci sia dietro, allora si inverte un meccanismo e si “attirano situazioniolografiche” differenti.I monaci buddisti, gli Yogy e altri utilizzano la meditazione per mettere a tacere la

mente e g iungere a ll’ illuminazione .

Que sto p roc esso ha 2 conseg uenze:- tram ite le cosiddette illuminazioni e intuizioni si comprendono c ose senza doverle

esperire

- se faccio il vuoto mentale e quindi penso a “nulla”, allora non genero karma,

ovvero non sto creando e non attiro né eventi né situazioni; semplicemente mi sto

connettendo d irettame nte alla parte d i me c he va o ltre la m ia uma na esistenza ed

evolvo

 

Io m i sono fa tto l’ idea c he q ua lsiasi cosa riusc iamo a d imma ginare, solo per il fa ttoc he è possibile immaginarla , significa c he d a “ qua lc he p arte” è g ià esistente .

Il proc esso d i crea zione in verità è un p roc esso d i sc elta fra le 

infinite opzioni già p resenti sulla griglia olografica .

La mente d ipinge un “quad ro” e per fa rlo ha a d isposizione figure, c olori, sensazionied emozioni. Quando entriamo in un loop di pensiero che genera unac onvinzione c ontinuiamo a riemp ire d i dettagli un ce rto “ qua d ro” , finché diventa

identico a una de lle d iapositive olog rafic he già esistenti. A questo p unto la SCELTA

è c ompiuta e l’anima p roietta la diapositiva olografica e c i si imm erge.

Ec c o perc hé CIO’CHE CREDO SIA VERO DIVENTA VERO PER ME.

Prend o un p asso d a ll’ a rtico lo “ L’ultimo p asso” d i Corrado Ma langa :

“ Sec ond o il pa rad igm a dell’Universo O log ra fic o[…]   noi non staremmo creando il film 

della nostra vita, ma  staremmo camminando su di una pellicola già girata, vivendo di 

volta in volta le situazioni contenute nei singoli fotogrammi. Ad ogni fotogramma, però,

potremmo scegliere di cambiare direzione e seguire una variante diversa del film che 

stiam o vivendo, dec idendo d i ca lpestare non il fotogramma che ab biamo da vanti, bensì 

quello che abbiamo accanto, a destra od a sinistra, sotto o sopra di noi. Pellic ole comunque già preparate, che noi percorreremmo (e non creeremmo) con la nostra 

volontà. La nostra volontà sceglierebbe solo quale percorso utilizzare, ma all’interno del percorso scelto non ci sarebbero possibilità di cambiamento del comportamento degli 

og ge tti (in posizione o m ovimento).” 

E anc ora:

“ In rea ltà g li eve nti esiste rebbero tutti ne llo stesso ista nte e nello stesso luogo , poiché il p iano spazio-tem porale non sareb be fo rma to d a una serie d i eventi in seq uenza , bensì da 

un insieme d i eventi dota ti de lle stesse pa rtico la rità d i un olog ramm a.

Esisterebbe dunque qualcosa, simile ad un raggio laser, che illuminerebbe la superficie 

del piano spazio-temporale creando, localmente, i differenti nodi. Questo illuminatore genererebbe i singoli fotogrammi in un unico momento creativo e la sorgente di questo 

illuminatore a vrebbe , dentro d i sé, tutte le informa zioni ologramm atiche de llo spa zio e de l 

tempo .”  

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Se gli eventi esistessero tutti nello istante e nello stesso luogo, e l’anima potessecollegarsi istantaneamente ad ognuno di essi, non mi sorprenderei se esistesserodiversi me stesso che stanno vivendo presenti differenti, che hanno vissuto passati

differenti e che vivranno futuri differenti. Avete presente il film Sliding doors

(http://it.wikipedia.org/wiki/Sliding_Doors) ?

In fondo le c om binazioni sulla g rig lia ologra fica sono infinite, d unque potrebberoesserci universi paralleli in cui le cose stanno andando differentemente rispetto aquello c he sta a c c adend o “ nel mio mo ndo” . (Tornerò in seg uito su questo tema ).A questo punto vi ripropongo la citazione che ho fatto iniziando a parlare delpensiero c rea tivo:“ Quando l’anima desidera sperimentare qualcosa, proietta davanti a sé un’immagine 

dell’ esperienza e p oi entra nella p rop ria imm agine.” 

(Meiste r Ec khart)

Continuiam o a sc op rire l’ ac qua c alda …☺ 

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Parole evoc atric i e Simbad 

Sono un m ag o e, q uand o riap rirò g li oc c hi 

vedrò un mondo c reato d a me 

de l qua le sono c omp leta ment e respo nsab ile 

(Richa rd Bac h)

La fanta sia è più importante 

della conoscenza.

(Albert Einstein)

C’è una storiella che racconta di una gara fra 2 amici boscaioli -Caio eSempronio- nella quale i due si sfidano a colpi di ascia per vedere chi, nelmede simo temp o, riesc e a fare più ca taste d i legna spa c c and o tronchi di alberi.I 2 boscaioli hanno a disposizione 4 ore e si trovano in zone diverse, ma nondistanti, e pur non riuscendo a vedersi sono in grado di udire i colpi di ascia

dell’ am ic o. Quindi non po ssono sap ere q uante c ata ste sta fac endo il compa gnoc onc orrente , ma solo fa rsi un’ide a del ritmo c he q uesto sta tenendo e delle p auseche fa per riposarsi.

Dop o un’ora entramb i si ferma no, Ca io per 5 minuti e Sem pronio per 10. Lo stessosuccede nelle ore successive. Alla fine della gara Caio si è fermato a riposarsi perun totale di 20 minuti e Sempronio per 40 . Caio è convinto di aver vinto avendoudito le pa use d i Sempronio, e sapend o q uindi di ave r spac c a to legna p er 20minuti in p iù e a llo stesso ritmo d i Sem pronio.Tutta via rima ne a llibito quando sc op re c he Sem pronio è riusc ito a fa re una

c a tasta d i leg na p iù di lui, e si c hied e c om e sia potuto ac c adere. Sem proniosorridendo risponde “Nei 20 minuti in più di pausa che ho fatto rispetto a te, stavosed uto e affilavo la lam a de lla mia a sc ia ” .

Prima d i pa rlare del SIMBAD e d ell’ esercizio delle p arole evoc a trici ho vo luto c itarequesto racconto affinché ci si possa porre una riflessione sul fatto che a volte nonba sta fare le c ose, ma bisogna a nche po nde rare c ome fa rle e c on c he mezzi.

Il Simb ad è una “ buona asc ia” , un b uon me tod o c on il qua le si può m onitorarel’interferenza aliena, osservarla, disidentificarsi dai parassiti e infine anche

liberarsene a ttraverso l’ a tto d i volontà . Funziona , dec ine d i ad dotti ha nno sfra tta toesseri di luce, sei dita e memorie aliene attive. E’un metodo con il quale

contrastare l’alieno .Viceversa con le parole evocatrici io non mi concentro minimamente sull’alieno,ma vado verso qualcosa di opposto –anziché contro- ovvero l’attivazione delle

qualità finora poco espresse che mi permetteranno di liberarmi. MI CONCENTROSOLO SU ME STESSO/ A e l’ac quisizione d i c osc ienza .Sono 2 processi inversi che portano allo stesso risultato. Ovviamente l’uno nonesclude l’altro, poiché è fondamentale capire col SIMBAD che c’è l’alienoparassita e allo stesso modo è bene generare e accrescere gli strumenti e

c ap ac ità c he ne pe rme ttono il suo “ sfratto ” .

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Se la mia volontà è scarsa, se non ho chiaro il mio obiettivo, se dentro di me nonho un vero movente per liberarmi, e se non ho raggiunto la consapevolezza ecoscienza di certi aspetti “miei” di cui l’alieno è solo uno specchio, potrò farec ent inaia d i Simb ad senza ot tenere risulta to .

Col SIMBAD l’anima oc cupa lo spa zio c he le c ompe te dopo c he i pa rassiti

vengono “sfrattati”. Finché questo “spazio” non è stato illuminato dalla luce

de ll’anima -finché la c osc ienza non è fluita- i pa rassiti continueranno a c erca re d i

occuparlo. Mi sono fatto l’idea che se un addotto ha cacciato un parassita, ma

non ha colto a pieno la lezione che sta dietro a questa “esperienza”, allora

continuerà ad aprirsi ad attacchi, anche se magari in quantità e modalità

differenti.

Con le parole evocatrici l’anima si espande in noi fino a non lasciar posto ai

parassiti.

Sono vie differenti, entrambe degne di essere percorse andando acomplementarsi. E’bene riconoscere e affrontare l’ombra, e allo stesso tempoandare verso la luce, è bene affrontare l’alieno e allo stesso tempo acquisirecoscienza.

La respirazione catalizzatrice nel p roc esso di liberazione 

Concentrati sulla perdita e sperimenterai la perdita 

Concentrati sul potere e sperimenterai il potere 

Se no n a vrai fiduc ia non ti sarà d ata fiduc ia 

Co nc entrat i sul Tao e sperimente rai il Tao 

(Lao -Tzu)

Torniamo a parla re d ella resp irazione. Abb iamo visto c om e il solo fa tto d i impa rarea respirare meglio influisca su più aspetti di noi: fisici, mentali, psicologici etranspersonali. Ho illustrato cosa sia un ciclo energetico di integrazione e come si

possa c rea re un p onte fra c onsc io e inconsc io me ntre respiriamo .Più cicli di integrazione vengono fatti, più energia si reintegra nel sistema. Lasessione stessa nella sua interezza rappresenta un ciclo di integrazione a sé stantein cui c’è una fase nella quale è possibile agire con induzioni in maniera simileall’ipnosi profonda. Bisogna, tuttavia capire qual è l’induzione giusta da fare perottenere q uello c he si vuole e sop ra ttutto spesso è bene c ap ire c iò c he si vuole.

Parliamo delle interferenze aliene e dei parassiti. Come può essere sfruttata larespirazione in tale contesto? In realtà già solo respirando quotidianamentequa lc he m inuto, nella ma niera c he ho spieg a to, si otteng ono dei risulta ti, tutta viasi può fare d i più.

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Io lavoro in questo modo, prima di respirare (dopo un’opportuna illustrazionepratica), faccio un colloquio p reliminare nel quale:- c hiedo all’a dd otto cosa vo rrebbe ottenere da lla sessione- c hiedo all’a dd otto da cosa capirebbe che ciò che desidera è stato ottenuto ecosa c am bierebbe se riusc isse a d ottenere c iò vuole

- c hiedo all’a dd otto che sensazioni, em ozioni o immag ini ha a riguardo

Ammettiamo che l’addotto mi dica semplicemente che vuole liberarsi deiparassiti e poi alle mie ulteriori domande mi dica che se fosse libero si sentirebbepiù sicuro, che sarebbe più lucido, che avrebbe più energia. A questo punto inbase a questa risposta gli domanderei cosa significa per lui/lei essere più sicuro,energico, lucido e libero. Gli direi magari “riesci ad associare un immagine aqueste cose? Un immagine di te stesso/a, oppure qualcosa che tu associ allasicurezza , all’ ene rg ia , a lla lucidità e a lla libertà…” Lui/lei po trebbe rispond ermi chevede sé stesso camminare a testa alta e poi prendere il volo e volare in cielo,

leggero senza pesi. Io gli chiederei se questa immagine gli evoca delle sensazionianche fisiche, e lui/lei potrebbe rispondermi che sente l’aria e il vento che gliac c arezzano la p elle.

Questo dialogo è molto grossolano, e in realtà è solo esemplificativo, nel sensoche dietro ci sta tutto un gioco pnllistico di ricalchi e guide -che non sto aspiegare- con il quale aiutare la persona a lasciarsi andare e fornire piùinformazioni possibili. Tali informazioni poi verranno utilizzate durante la sessione infase d i rielab orazione ed estasi. Ved iamo com e.

L’addotto mi fornisce dei concetti, un immagine, delle sensazioni (magari deisuoni o deg li od ori ec c ec c ), a llora a d un certo punto m entre la persona respira sic om inc ia a guida re una visua lizzazione ma ga ri dicendo “ ec c o, ora il tuo respiro sifa sempre più profondo -e si ricalca il respiro- ti senti al sicuro, e cominci a creareun’immagine chiara, a colori –si ricalca il respiro- e vedi te stesso/a camminaresicuro a testa alta e poi spicchi il volo e ti vedi volare leggero in mezzo alle nuvolee senti il vento accarezzarti la pelle –si ricalca il respiro e magari si soffialeggermente sulle mani e le braccia per dare la sensazione dell’aria sulla pelle-”La persona è in uno stato “modificato” di coscienza nel quale è tuttavia vigile, eascolta. Ogni tanto ripeto alcuni elementi della visualizzazione, e poi formulo

a fferma zioni -in p rima persona - c rea te in b ase a g li elementi c he m i sono sta ti da tinel colloquio preliminare. In questo caso sussurrerei all’orecchio con tono basso“Mi sento ogni giorno più sicuro; sento sempre più energia fluire in me; mi sentopieno di energia; vedo sempre chiaro nella mia vita, sono lucido e cosciente; misento libero e leg gero; lasc io fluire in me la libertà ;” . I temp i in cui tutto c iò avvieneè imp ossibile spiegarli in ma niera d etta glia ta , variano da persona a persona e dasessione a sessione.

Dopo d i che uso un’a fferma zione stand ard c he è questa:

CREDO IN UN POTERE MOLTO PIU’GRANDE DI ME CHE SCORRE ATTRAVERSO ME ECHE MI RENDE CAPACE DI GENERARE, CREARE E ATTIRARE EVENTI, SITUAZIONI EPERSONE NELLA MIA VITA; DA ORA SCELGO DI GENERARE CREARE E ATTIRARE

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ESCLUSIVAMENTE EVENTI, SITUAZIONI E PERSONE POSITIVE PER ME E PER CHI MICIRCONDA. DA ORA SCELGO DI ESSERE LIBERO/ A.

In definitiva lo scopo di tutto ciò è di utilizzare uno stato catalizzatore nel quale il

conscio e l’inconscio dell’addotto sono strettamente connessi e soprattutto c’è

una ma gg iore c onnessione con l’anima :- per rip rog ramm are un sistem a d i crede nze c he p rob ab ilmente è limitante- dare modo alla mente di creare un’immagine con delle sensazioni andando afomenta re un nuovo tipo d i loop m enta le positivo

PROCESSO CREATIVO DELLA NOSTRA REALTA’ PERSONALE

In quel momento l’addotto sta pensando, immaginando, percependo e

respirando COME SE fosse libero. In questo momento di connessione e di estasil’addotto, anche se solo per qualche minuto è a contatto con l’anima, quasi lodiventa. E in questo breve lasso di tempo, c’è un cambiamento fondamentalec he p uò p ortare l’ anima ad ag ire d ifferentemente rispe tto al pa ssato .Io credo che a dover essere riprogrammata sia la mente più che l’anima. ANIMA

E’REALE, dubito si possa riprogrammare qualcosa che è reale e non virtuale.Credo che nelle ipnosi fatte da Malanga, non siano propriamente le anime aparlare, ma che ciò che esce dai colloqui con ciò che si definisce “matrici diluce”, sia la rap presentazione linguistic o-o lografica de lla connessione c he c ’è fra

la persona, la sua m ente e l’anima . E la stessa c osa avviene col simb ad .

In pratica la mente viene utilizzata per creare un “quadro” con immagini,sensazioni e a fferma zioni. Il resp iro p rofo ndo amp lifica tutte queste percezioni, e ilquadro d iventa sempre p iù “ rea le” in quel mom ento . Se d iviene a bbastanza rea lel’anima proietta una diapositiva olografica nella quale questo quadro sic onc ret izzerà ne lla virtua le, ovvero la p ersona c om ince rà a vivere situazioni c he laporteranno a sentirsi libera, energica, sicura e lucida (nel caso dell’esempio soprariportato).

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Finita la sessione lasc io a lcuni minuti a lla persona per godersi l’ esta si e lasc iare c heciò che è emerso possa essere assimilato. Dopo di che se la persona vuolepa rlarne o a qua lc he do ma nda c ’è un colloquio finale.

Quello che mi preme è che l’addotto tornando a casa si comporti, pensi e sia

c onvinto c he il p roc esso d i liberazione sia già in a tto, sia in pa rte g ià ac c aduto e inpa rte stia a c c ad endo: viva COME SE quello che desidera fosse già nella sua vita .Questo atteggiamento e attitudine, che sarebbe opportuno praticare il piùpossibile, ha diversi vantaggi:

- se vivo COME SE avessi già qualcosa che desidero, allora non sto facendo

dipendere la m ia felicità d a tale cosa , sono g iàfelice e questo può portare a una riflessione del tipo “è più importante esserefelici, che avere qualcosa che mi rende felice”, e quindi iniziare a comprenderel’ illusione c he sta d ietro a certi nostri c onvinc iment i, che c i privano della possib ilità

d i essere felic i a p resc indere da tutto e d a tutti- vivere COME SE si fosse già in una determinata situazione, significa che sto

monitorando tutto il processo di creazione della realtà personale , in quanto mimuovo, mi atteggio, parlo, penso e immagino come una persona che ha giàquello che vuole, e questo crea i presupposti esterni affinché questa cosa si stia

effettivamente realizzando 

L’anima continua a riproporre diapositive olografiche in cui noi

andiamo ad affrontare e risolvere paure, ansie e sofferenze, finché

appunto non le vediamo per quello che sono, cioè ridicole (la lezioneviene appresa, la coscienza è fluita); se mi comporto COME SE fossi

felic e, poiché la m ia felic ità non dipende da qualc os’altro, ma da me

stesso, allora significa che paure, ansie e sofferenza non m’intaccano,

e l’anima sc eg lie d i spe rimentare a ltre d iapositive olografiche, poiché

que lle “ negative/ distruttive” -virgo lette d ’ob bligo- sono inutili da vivere,

per lei sarebbe come continuare a giocare ad un gioco che già

conosce a memoria, e allora ne sceglie altre, dove sarà attraverso

altre esperienze più “positive/costruttive” –virgolette d’obbligo-che

potrà sperimentare. Sofferenza e paura spesso sono necessarie allanostra crescita, purché non ci si affezioni ad esse e le si veda come

unic o strumento di app rend imento. E’meg lio imp arare nella gioia e

nella felic ità c he ne lla sofferenza e nella pa ura.

Fra gli addotti c he ha nno p rova to a fare una sessione intera, alcuni hanno nota tocambiamenti radicali nel giro di pochi giorni, sia a livello fisico che mentale edemotivo, altri già durante la sessione hanno vissuto qualcosa di “mistico”, e altriancora hanno affrontato il parassita che cercava di interferire e l’hanno intimatod i and arsene , vedend o rea lizzarsi tale c osa .

 

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Sia be n chiaro non è de tto c he b asti farsi una “ respira ta” e tutto c am bia e va p eril meglio. Il lavoro p oi è bene c he c ontinui in ma niera autonoma , ved iam o c ome .

Ho suggerito 3 esercizi (da fare assolutamente nell’ordine esposto: è meglio farepoc o e bene, che c erca re d i stra fare e fare ma le). Una volta fa tta una sessione si

è in grado di respirare autonomamente e lucidamente, senza bisogni di unaguida, per 4/5 minuti in maniera circolare, rilassata e diaframmatica. Già soloquesto può fa re la d ifferenza . Tuttavia ho no ta to c om e, dop o a ver resp ira to, ilsimbad riesca più facilmente e se ne sia più padroni. Inoltre c’è l’esercizio dellepa role evoc atric i.

Allora c om e riunire tutto c iò con un senso log ic o?

Per chi non ha la possibilità d i essere guida to in una sessione di

respirazione, questo può essere il pe rcorso:

1) eseguire rigorosamente –senza strafare- i 3 esercizi di respirazione,facendone uno per volta evitando di saltare direttamente al respirocircolare. Quindi prima dedicherete del tempo, (magari almeno qualcheminuto per qualche giorno.. ☺) all’osservazione del vostro modo direspirare, poi all’espansione della capacità polmonare (anche qui magarianche un po’ più di una settimana), ed infine potrete cominciare adapprocciarvi al respiro circolare, SEMPRE RIGOROSAMENTE NELLE

MODALITA’ DA ME DESCRITTE

2) quando avrete cominciato a respirare in maniera circolare potreteutilizzare il rilassamento ottenuto respirando per effettuare il simbad, e

l’esercizio delle parole evocatrici con maggiore efficacia (l’accessoall’inconscio è facilitato). Il simbad aiuta a capire su cosa lavorare (qualiqualità evocare) e le parole evocatrici rendono il simbad e noi nel simbadpiù sicuri e decisi. 

RESPIRO CIRCOLARE PAROLE EVOCATRICI SIMBAD 

La respirazione già di per sé apporta cambiamenti fisici, emotivi e mentali, sesommiamo a questi visualizzazioni (immagini-emozioni-sensazioni) positive ededificanti, entriamo in un processo di controfeedback, per cui pensiamo comerespiriamo, agiamo come respiriamo e respiriamo come pensiamo e agiamo.Insomma una ve ra ondata “ po sitiva”☺.

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Luce e ombra: lo spec c hio d ivino 

Non si è ma i visto q ualcuno c am minare al sole e non fare om bra.

Qua nd o il nostro co rpo è illumina to d a l sole,

esso c i ap pa re splend ente; 

ma g etta un’om bra che è oscura.

Più brillante è la luce , più osc ura è l’o mb ra .

In tutti noi vi è una pa rte d ella 

nostra persona lità c he è nasc osta .

(Robert Bly)

Dio ha t anto b isog no d i c erca rc i,

c om e se la sua intera d ivinità 

dipe nde sse d a que sto.

Dio può fare a me no di noi tanto p oc o,qua nto noi p ossiamo fare a m eno di lui.

(Me ister Ec khart)

Malanga ha associato i 4 elementi -aria, fuoco, acqua, terra- a 4 componenti -anima, spirito, mente, corpo- e 4 parametri -tempo, spazio, energia, coscienza-per dare una descrizione realisticamente comprensibile di ciò che era emersotramite le sue ric erche . Cred o c he q uesta semplific azione sia tanto effic ac e e utilequanto migliorabile, poiché solo la mente rappresenta, nel suo insieme, undistricato agglomerato di personalità, parti e voci. E’bene che chi non siac c ontenta vad a a ric erca re e spe rimentare p ersona lmente, c iò c he sente p oc ochiaro nelle ricerche del chimico toscano, tenendo tuttavia presente che esserappresentano una base solida alla quale far riferimento, stando comunqueattenti a non affezionarsi troppo a questa sola base, poiché la ricerca e lac om prensione sono c ose troppo imp ortanti per dep osita rne l’onere de lla sc op erta

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e divulgazione sulle spalle di una sola persona, aspettando che sia lei a dirci espiegarc i tutto. Ved iamo se io riesco a dare un mio –sep pur limita to- c ontributo.

Credo decisamente che l’universo sia stato generato con delle caratteristicheben precise e credo che ogni cosa esistente abbia necessariamente una sua

funzione , in q uanto e ma nazione d ivina. Solo pe r il fatto c he una cosa esista -e p eresistere ha necessariamente una struttura dietro la quale vi è un qualche tipo diinformazione/dato- in quella cosa Dio è presente . Un sasso non ha capacità dipensiero, non sa nemmeno di esistere, non ha quindi COSCIENZA. Questamancanza di coscienza si manifesta virtualmente in una forma che di coscienzamanca.

ESSENDO DIO TUTTO, ESSO E’ANCHE CIO’CHE NON E’. 

Dio manifesta una parte di sé stesso, anche quando manifesta ciò che lui non è. Per questo esistono cose prive di coscienza, e INANIMATE, e poi esseri a Esso piùsimili (con un’infinità di sfumature fra la luce e l’ombra, fra il bianco e il nero) chesono ANIMATI e quindi c he ma nifesta no, in d iverse forme, presenza d i cosc ienza .E’assolutamente scorretto affermare di avere un’anima, nel momento stesso in cuiio affermo ciò, io sono tutto fuorché anima, poiché sto attuando una distinzionefra me ed essa .In realtà la stessa nominalizzazione ANIMA è fuorviante, poiché sto ancorac ercando di da re una d efinizione d i un qua lcosa c he d efinito c on p a role non puòessere. Allo stesso modo dire che io sono un’anima è ancora poco corretto,poiché così facendo attuo ancora una distinzione fra me –in quanto anima- edaltre anime. Che esistano più anime è solo un’illusione, esiste in realtà un’unicaanima che p enetra la virtualità.

Gli universi –se nel m icrocosmo Dio p uò ma nifestarsi illusoriamente fram mentato in

più rappresentazioni olografiche, perché non dovrebbe accadere ciò anche nel

macrocosmo?- sono il corpo di Dio, tutte le menti nella loro interezza

rap presentano la sua mente, e tutte le parti femminile e ma schile, rapp resentano

la sua pa rte m aschile e femm inile ne lla sua interezza. Tutte le anime insieme

rap presentano lui come anima , e tutta l'omb ra rap presenta il suo eg o.

E’ sec ond o me preferibile la pa rola cosc ienza rispe tto a lla pa rola a nima , de l restoin ipnosi le anime non si de finisc ono ta li, ma “ luce o ma tric i di luc e” . L’ imm aginedell’anima come di un qualcosa di eterico -ma con una sua forma distaccata eindividuale- collegata al corpo, è oltremodo deviante. Anima è semplicemente

un flusso di coscienza, è Dio che penetra dentro sé stesso, dentro la parte di sé

che lui non conosce e c he quindi gli è me no somigliante.

Nel caso d i un sasso, Dio manifesta sé stesso in c iò c he g li è p iù lonta no , at traversouna rappresentazione olografica in cui coscienza non è presente, tuttavia èpresente una forma d’informazione che permette una struttura, una consistenza,una forma. In ta li termini potremm o dire c he a nche un sasso quindi è Dio.

Cosa centra tutto questo discorso con le interferenze aliene? Centra poiché sel’ a lieno esiste, significa c he a nc h’esso è un’emanazione d i Dio, e in q uanto ta le ha

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una sua utilità nel progetto e nella volontà universale divina, altrimenti l’alieno nonesisterebbe.Meister Eckhart scrive:

“ Dio gusta sé stesso. Nell’ a tto del gusta re sé stesso, eg li gusta tutte le c rea ture. Nell’ a tto in 

c ui gusta tutte le c rea ture, non in quanto c rea ture, ma le c rea ture in qua nto Dio.”

Vi è una stretta c orrispond enza fra mic roc osmo e mac roc osmo , e in mod o a ncorapiù marcato fra uomo e universo. Come l’uomo ha la possibilità di manifestareuna sua volontà ind ividua le, c osì nec essariamente esisterà qua lc osa d i universa lec he c erca d i ma nifesta re una sua vo lontà , e c he quindi non sta lasc iando a nda rele cose a l ca so:

“ Se no n c i fosse una volontà universa le, a llora l’uomo possied erebb e q ua lc osa c he no n 

esiste nell’universo, e il microcosmo sarebbe dunque superiore al macrocosmo, il che è 

una p resunzione davvero rid ic ola.”(Roberto Assagioli)

“ L’individualità non è solo l’opposto necessario e complementare dell’universalità, ma 

anche il solo punto focale attraverso il quale si può avere l’esperienza dell’universalità.

[…] Perché l’ universo dovrebbe evo lvere d elle fo rme individua lizzate d i vita e d i cosc ienza 

se questo non fosse coerente con lo spirito o natura dell’universo, o intrinseco ad esso? ”(Lam a Anag arika Govinda )

“ Il privileg io spec ia le d ell’ essere umano è q uello d i po tersi unire c osc iente mente c ol tutto 

e operare per il tutto, e incorporare il disegno nella sua stessa vita. I due elementi 

dell’essenza: unicità (individualità) e universalità (totalità) crescono insieme fino a che infine  il più unic o d iviene il più universale .” (Radhakrisnan)

Sono c onvinto c he tutti gli uomini abb iano l’ anima, e c red o c he c ’è l’ ab bianoanc he g li alieni.Ma… chi E’ veram ente anima ? E qua nto e p er quanto temp o lo E’

veramente?Un dito di una mano preso singolarmente non è l’intera mano, ciò –tuttavia- nonsignifica che esso non sia la ma no.

Ciò c he d efiniamo Dio p uò essere visto c om e una ma no c he c erca d i infila rsi in unguanto da lui stesso tessuto , con la sua stessa mano.Ancora meglio può essere visto come un uomo che cerca di vestirsi con abitiindossati da un manichino. Per indossare questi abiti è necessario “svuotarli” delma nic hino, o se vog liamo “ d iventa re” il manichino, e q uind i fa r sì che il ma nichino“ diventi” uomo.L’uomo che cosciente non è, altro non è che un manichino convinto di esserequel manichino. Solo quando tale manichino si “spoglia” di sé stesso, e delle sueconvinzioni, etichette, aspettative e paure, gli abiti rimangono “vuoti” e allora èpossibile per Dio indossare –entrare - in tali abiti. In questo momento Dio si é fatto

uom o e l’ uomo si è fa tto Dio. Un a c rea zione d ivina , non è Dio, ep pure lo è. Comeè p ossibile c iò?

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Se io dipingo un quadro, io vedo questo quadro al di fuori di me e quindi midisidentifico da esso.Se io compong o una me lod ia e la suono, io a scolto ta le melodia a l d i fuori d i me equindi mi d isident ific o d a essa .Se io scrivo una poesia, io leggo questa poesia su di un foglio al di fuori di me e

quindi mi d isident ific o d a essa .

Tuttavia un qua dro, una m elod ia e una po esia sono una cop ia ed un’em anazionedi qua lc osa de ntro me.

Se guardo un quadro e ne imprimo la figura nella mia memoria, se ascolto unac anzone e la imp rimo nella mia m emoria , se legg o una poesia e la imp rimo nellamia memoria, chiudendo gli occhi, posso -DENTRO DI ME- osservare tale quadro,asc oltare ta le m elodia e sentire ta le poesia .

Ciò che era al di fuori di me è tuttavia anche dentro di me in manieraidentic a, cosicc hé il confine tra l’interno e l’esterno, il dentro e il fuori di

me, è c osì sottile da scom parire.

L’anima-Dio è un flusso d i cosc ienza unico, esso c erca d i “versarsi” nei

vari “contenitori”, e in questa procedura il contenitore cerca di

diventare a nima, e l’anima di d iventare il contenitore. Detto in un altro

modo, ciò che è reale cerca di penetrare il virtuale, e il virtuale di

divenire a sua volta reale, o ancora p otremmo dire c he la luc e c erc a

di farsi spazio nell’ombra, e l’ombra d i farsi illuminare da lla luce.

Leg g iamo anc ora q ua lc osa d i Meister Ec khart:

“ Prendo una c at inella d ’ ac qua e vi metto d entro uno spe c c hio e la p ongo sotto la sfera 

del sole; allora dal disco e dal profondo, il sole getta la sua chiara luce, e tuttavia in ciò 

esso non svanisce. Il raggio di ritorno dallo specchio nel sole, è sole nel sole, e tuttavia lo 

spe c chio è q uello c he è.

Così anche è con Dio. Dio è nell’anima con la sua natura, col suo essere e con la sua 

d ivinità e tuttavia , egli non è l’ anima . Il ragg io d i ritorno d ell’ anima è Dio in Dio, e tuttavia 

essa è q uello c he è .” 

Eckhart pone, lo specchio –l’ologramma, la virtualità- nell’acqua, ovvero nellame nte. Difat ti se l’ acqua è sporca , ovvero se la mente è c orrotta , piena d i illusioni,aspettative e paure, la luce non giunge allo specchio, e il riflesso non può tornarea lla sorgente, pe r divenire Dio in Dio.Nel mom ento in c ui Dio penetra la virtua lità spec c hiandovisi, la virtua lità non è p iùtale, essa diviene reale. Allo stesso modo Dio necessita di divenire virtuale, permanifestare sé stesso. Nel farlo egli è obbligato a manifestarsi in ogni forma,qua lità e NON- qualità .

Le anime non si definiscono tali, ma “luce e matrici di luce” e non parlano alsingolare, ma al plurale come se fossero un tutt’uno. Esse definiscono i parassitic ome omb ra, ovvero m anc anza di luce.

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L’alieno è una manifestazione di Dio che NON manifesta sé stesso, è

Dio nella sua stessa m anc anza, tuttavia –com e g ià detto- Dio è tutto. L’alieno è la manifest-azione di Dio che non si riconosce Dio, è Dio

nella manc anza di Dio, è Dio c he si identifica c ol suo spec chio.

L’alieno è Dio che invece di cercare, osservare e capire sé stesso perESSERE SE’STESSO, vuo le e tenta –invec e- d i avere e possedere sè

stesso.

Io come uomo, nel momento in cui affermo di avere un’anima, divento unasemplice rappresent-azione olografica mortale, poiché rinnego il mio ESSEREETERNO, e in quel momento divento ALIENO alla mia stessa natura. Affermo diessere un sem plice spec c hio, e non c olui che lo spec c hio utilizza .

Resta –tutta via - il fat to c he: Dio è c iò c he e ’ e c iò c he non è, ovvero Dio è rea le evirtua le, ovvero Dio è luce e om bra .La LUCE si specchia nell’ombra, in ciò che essa non è -nella virtualità- e vede séstessa -o meg lio- arriva a riconosc ersi per esc lusione e neg azione .L’OMBRA si specchia nella LUCE, in ciò che E’ed ESISTE veramente, -nella realtà- eved e sé stessa –o me g lio- arriva a rico nosc ersi e d isident ific a rsi da c iò c he pensa d iessere, lasc iand osi co lma re d a lla luc e.

L’alieno è necessario, altrimenti non esisterebbe. In esso vediamo le nostri partiombra -o meglio- mancanti di LUCE –o meglio ancora- la nostra manifest-azioneombra – o p er essere a nc ora p iù prec isi- la NON-manifest-azione d i LUCE.

Qualcuno potrebbe affermare che in quanto uomo o donna non si comportac ome l’a lieno, che non è ombra e pa rassita.Chiedo a questo qualcuno se mai gli è capitato di far soffrire qualcuno con leprop rie a zioni, parole o pensieri.Chiedo a questo qualcuno di domandarsi come sia possibile che, in questomomento, sieda comodamente ad un pc, magari sgranocchiando qualcosapreso dal frigo pieno di cibo, e abbia la possibilità di leggere ciò che staleggendo. Chiedo a questo qualcuno se possegga un’autovettura e la usiquot id iana me nte , se ut ilizzi il risc a lda me nto ed elett rod om estici; se fa c c ia la spesa

ad un supe rmerc a to, se non a bbia un c ellula re, e se non si trovi in una c asa pienad i ogget ti la c ui utilità per l’ esistenza è p a ri a zero.A questo qualcuno chiedo se si è mai fermato a pensare al fatto che in questoistante è una delle pochissime persone, o meglio, RAPPRESENTAZIONIOLOGRAFICHE inserito nell’OLOGRAMMA TERRA, che hanno la fortuna di vivere inun contesto del genere, mentre la stragrande maggioranza della popolazione –olografica- vive in schiavitù, nella violenza, senza sapere se e cosa mangerà ilg iorno dop o o il g iorno stesso.

In maniera e quantità differenti, poche centinaia di milioni di persone portano

avanti uno stile d i vita c he è inevitab ilmente e indubbiam ente PARASSITARIO pe r ilresto della popolazione mondiale, che viene depredata e sfruttata affinché pochi

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possano vivere uno stile di vita irrispettoso verso il pianeta, sé stessi e gli altri,

totalmente basato sull’AVERE sem pre d i p iù, ed ESSERE sem pre m eno.

Sia ben chiaro, l’ultimo dei miei obbiettivi è quello di instillare senso di colpa,

tuttavia vorrei portare a riflettere sul fatto che noi siamo necessariamente tutto:be ne e ma le, luce e ombra. Così è, po ic hé questo è lo sc op o del giocoolografico. In altre esistenze eravamo, o siamo o saremo noi le vittime, e altri iparassiti. Del resto io parassitato posso diventare parassita verso qualcun altro nelmomento in cui mi comporto come tale verso di lui o lei. Nel momento in cui ho

aspetta tive e pretese verso chiunque SONO PARASSITA, sono sem plice rappresent-

azione olografica, ho un’anima, ma non sono anima, poiché tutto ciò che

ma nifesto -in quell’istante- è ma ncanza di c osc ienza. 

L’Italia è una perfetta immagine di questo stato. Pochi lavorano e tanti parassiti

vivono alle loro spalle. Parassiti di destra e di sinistra che litigano fra di loro sulmodo migliore di parassitare, se col controllo o col senso di colpa. Gente chevuole partecipare a guerre, stando comodamente seduta sul divano di casapropria, e g ente c he me tte la b and iera de lla pa ce a lla finestra e p oi fa la guerrain casa , a genitori, fig li, fra te lli e sorelle, comp agni/e e amici.

Io personalmente non posso fare altro che constatare la mia umana virtualità ema ncanza d i co nsapevo lezza e c osc ienza sia nella mia vita passa ta c he in quellapresente, tuttavia ciò rappresenta per me stesso più che una rassegnazione omo tivo d i sc onfo rto, una libe razione .

Vorrei riportare a lcune c onsiderazioni e aned ott i di Anthony De Mello:

“ Chiudi gli occhi e pensa ad una persona cara e importante; ora l’hai davanti e dille: “ p refe risc o la fe lic ità a te; se d ove ssi sc eg liere, non avrei dubb i: sc eg lierei la felic ità” Ti 

senti egoista? Più ti senti tale, più sei stato sottoposto ad un lavaggio del cervello. Ora 

pensa che qualcuno di caro venga a dirti: “Come hai potuto essere tanto egoista da 

antep orre la tua fe lic ità a m e?” Non verreb be da rispond ere: “ E tu com e puoi essere 

tanto egoista da pretendere che anteponga te alla mia felicità? Io non te lo chiederei 

mai! ”  

“ Non siam o in g rad o d i essere felic i incond iziona ta mente, non lo vog liam o. Pensiamo 

“ Sarò felic e a c ond izione c he a bb ia questo e questo e quest’ altro” . Ciò equivale a dire a l nostro Dio, a l nostro am ic o, a l nostro c ompagno / a o a c hiunque a ltro: “ Tu sei la mia 

felic ità. Se no n ho te, mi rifiuto d i essere fe lice .” […]Ci deve pur essere un mod o m igliore d i 

vivere, un modo migliore che non c om porti d ipend enza d a un a ltro essere umano.” 

“ Siam o c irc ondat i da un mare di gioia, felic ità e am ore, ma po c hi se ne ac c orgono” 

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Guardate questa immagine. Il cerchio rappresenta noi, le macchie dentro e fuorisono c iò c he p oc o c i p iac e d entro di noi e fuori d i noi. Tutto lo sfond o b ianc o èquanto d i bello c ’è a ll’ interno e all’ esterno della no stra persona . Tutta via siamopo rtati a c onc entrarci e focalizzarci su qua lc he ma cc hia, dimenticand o q uanto d ipositivo, bello e me raviglioso siamo e ved iamo neg li altri e ne l mond o.

Un tempo –e indubbiamente ancora, anche se in modalità e quantità differenti-ero una persona estremamente critica verso la società, verso il mondo, verso glialtri e soprattutto verso me stesso. Con un atto di volontà ho iniziato e continuotutt’ora a cercare d’invertire questo meccanismo. Perché focalizzarmi su ciò chein me non va ? Perché foc a lizzarmi su c iò c he negli a ltri non va? Quello c he c red osia vero diventa vero pe r me , e q uindi forse è p iù utile vedere c iò che d i costruttivo

c ’è (dentro e fuori di me) per espa nderlo, piuttosto c he stare a contrastare quello

che sec ondo m e è sbagliato.

Continuo a nco ra c on Anthony De Me llo:

“ Non è m eraviglioso c ap ire c he non siamo m igliori di c hiunque altro sulla terra?” 

“Ci differenziamo dagli altri (criminali per esempio) per quello che facciamo o non 

fac c iam o, non per quello c he siam o” 

“ Com e si può op ta re p er la ma nca nza di egoismo? Sarebb e c ome sc eg liere di NON 

ESSERE. Smet tiamo d i sentirci in c olpa per il fa tto d i essere eg oisti: siamo tut ti ugua li” 

“Aspettatevi il peggio: avete a che are con persone egoiste ed addormentate. Cercano 

il loro interesse personale, PROPRIO COME VOI . Quando lo si capisce si è liberi, e non si 

può rima nere d elusi o inga nna ti. Se non vi si lasc ia inga nna re d a lle fa lse op inioni, da lle illusion i, da lle a spet ta tive, allora sarete fe lic i e fina lmente a me rete g li a ltri.

“ E’ impressionante cap ire c he c i si deve aspet ta re c he TUTTI, ec c et to le rarissime 

SVEGLIATE, siano eg oisti o perseg ua no il p roprio interesse. Non c ’è nulla d i cui rima nere 

delusi!” 

Siamo ombra, o meglio mancanza di luce -di coscienza- per gran parte dellanostra esistenza e prima lo ammettiamo a noi stessi e prima potremo

disidentificarc i da q uesto stato e lasc iare fluire in noi la luce e la c onsap evo lezza .

“ La carità è, in rea ltà , interesse pe rsona le ma sc herato da a ltruismo” 

“ Esistono 3 tipi d i egoismo: 

-  qua ndo c onc ed o a m e stesso il piac ere di c ompiac ermi  egocentrismo 

-  qua ndo mi conc edo il piac ere d i comp iac ere g li altri 

-  fa re d eterminate c ose p er non sentirsi ma le; questo è senso d i co lpa , non è a mo re 

Fare un gesto nobile per sentirsi utili è comunque egoistico. […] Non è un male agire e 

fare cose per gli altri e ottenerne piacere, ma bisogna esserne coscienti, bisogna essere 

consapevoli che si porta avanti un interesse personale e che quindi non si è speciali per 

questo. […]  Non vogliamo che gli altri abbiano di noi una cattiva opinione!!! Questo è 

ego!!!” 

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Persona lità e sub-persona lità- m icroc osmo e mac roc osmo 

La conoscenza implica trasformazione,

la te oria non può essere 

disgiunta d alla pratica ,e nell’ a tto d i co nosc ere sé stesso,

l’uomo trasforma sé stesso.

Erich From m 

La nostra psiche c erca di indic arci 

dov’ è la nostra omb ra,

at trave rso le p ersone 

c he c i ispirano un od io irrazionale.

Robert Bly 

Noi manifestiamo -e nel farlo diventiamo- una personalità complessa, compostada numerose sub-personalità. Ogni sub-personalità possiede aspetti luce ed altriombra.

In rea ltà l’ombra è semplicemente ma nca nza d i luce.

Queste sub-personalità si manifestano in tempi e spazi differenti. Provate apensarc i: a c asa c i comp ortiamo in un mo do, sul posto d i lavoro in un a ltro, con g liamic i in un a ltro a nc ora, e c osì via .

In ogni contesto emerge una SUB-PERSONALITA’, poiché ogni contesto diviene

uno psicodramma e in ogni psicodramma troviamo fuori di noi la sommatoria ditutte le SUB-PERSONALITA’ presenti in noi.Mi spiego meglio: quando sono inserito in un gruppo particolare di persone, peresempio dieci, emergerà una mia sub-personalità, e così accadrà per le altrepersone present i nel grupp o.Se a vessi la luc idità e c onsapevolezza per osservare c osta ntemente, potrei nota recome quello che accade dentro me e quello che accade fuori siano unospecchio di uno e dell’altro. Ovvero vedrò fuori di me la sommatoria di dieci miesub-personalità, dieci parti di me. In alcune specchierò qualità in altre difetti.

Un RISVEGLIATO è in grado d i osservarle tutte e rimanerecompletamente lucido, poiché non sarebbe toccato da nessun

impulso, emozione o sensazione, avendo già integrato qualsiasi sua

sub-p ersona lità, qua lsiasi parte om bra.

Un gruppo di persone diventa –nel momento in cui si riuniscono- una sola entità,una sola persona che manifesta tutti i suoi lati femminili e maschili, e tutte le sueparti. Ecco perché il dentro è lo specchio del fuori e viceversa. Ecco perché noived iamo le c ose non p er quello c he sono , ma pe r quello c he noi siamo .

Il risvegliato vede le cose per quello che sono, poiché lui

semplicemente è arrivato ad essere consapevole di qualsiasi cosa,

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ovvero ha penetrato qualsiasi parte ombra –sub-personalità-

facendovi luce. Quando in noi cresce un trasporto emotivo, venendo

a contatto c on qualcuno, –“positivo o nega tivo” c he sia- significa c he

necessariamente sta risuonando una nostra sub-personalità. Essa può

essersi manifestata attraverso noi, oppure essere stata rinnegata esoppressa. Quando avremo la consapevolezza per osservarla e

disidentific arc i da essa, a llora la integreremo.

Come dice Robert Bly “ La persona che ha mangiato la propria ombra diffonde 

attorno a sé calma ” e “ Qua ndo l’ om bra viene riassorbita, l’ essere uma no p erde 

ogni parte della sua oscurità e diviene luminoso, leggero e giocoso in modo 

nuovo. […] Una p ersona c he ha lavo ra to c on l’ ombra o c he l’ ha integrata , dà la 

sensazione d i essere “ condensa ta ” . Gli a ltri le ric ono sc ono fac ilme nte una certa 

auto rità nelle q uestioni morali ” .

Ora rag ioniamo un a ttimo sui colori e la luce , per arriva re a c apire un c onc ettofondamentale. Nell'esperienza quot idiana osserviamo c he vi sono corpi che no nlasc iano p assare né luc e, né c olori, né fo rme : i c orpi opac hi.Vi sono c orpi c he lasc iano passare la luce m a le forme e i colori sono ben d istinti:corpi traslucidi (vetro sme riglia to, c arta olea ta , pa rtico la ri tip i di p lastic a ).Infine c i sono c orpi c he lasc iano passare la luc e, le fo rme e i c olori e si definisc ono : corpi trasparenti (vetri...).La luce bianc a si scompone in diversi colori fra i qua li siamo in grado di

individua re il rosso, l'aranc io, il gia llo, verde , blu e il violetto, non nettamente

diversi ma sfumati l'uno nell'altro. Un corpo trasparente colorato lasc ia p assare la

radiazione c olorata de l suo stesso c olore e trattiene o a ssorbe tutte le altre. Eric h From m c ita c om e e sempio un prisma c olora to per spiega re la d ifferenza fra“ ESSERE” ed “ AVERE” :

“ Un vet ro a zzurro a ppare ta le q uando la luce lo a ttraversa , perché e sso a ssorbe tutti gli 

a ltri c olori, imp ed end o loro d i passarg li a ttraverso. In a ltre parole, noi d efiniamo "azzurro" 

un vetro proprio pe rché non trattiene le vib razioni crom atic he azzurre; la designa zione 

c he gli viene d ata non si riferisce a c iò che il vetro possiede , ma a c iò che em ana . 

[…]Solo se limitiamo la mo da lità dell'avere, va le a d ire del non essere, la mo da lità dell'essere può eme rgere.[…] 

I pote ri de lla rag ione, d ell'am ore, d ella c rea zione a rtistica individua le, i poteri "essenzia li",

c resc ono grazie a l loro p roc esso d i esprimersi. Ciò c he si spend e no n va perduto , ma a l 

c ont ra rio va pe rduto c iò c he si c onserva.” 

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 La cosc ienza è la lamp ad ina –la luce- c he illumina le zone d 'omb ra , i d ifetti.Cos’è un difetto? Difetto deriva da difettare, quindi essere privo –in questo casooserei dire inespresso. Quando la consapevolezza penetra l'ombra, con la sualuce rende v isibile le qua lità inespresse. Per esemp io è m eglio dire c he io ma nco di

umiltà, piuttosto che dire che sono presuntuoso o arrogante. O ancora meglio èdire che io esprimo e m anifesto poco l’umiltà.

Spesso siamo come corpi opachi che non lasciano passare la “luce” -lac osc ienza- e non em aniamo le q ualità c he essa rappresenta .Quando Dio vede l'ombra la integra e l'accetta. Dio è creatore e osservatore.Crea zione e osservazione sono proc essi stretta me nte lega ti.Dove Dio non osserva, lì Dio non vi dimora, ma è tuttavia presente in quantorappresent-azione d i ta le sta to d i inc onsapevo lezza .

Nel mom ento in cui noi diventiamo osservatori, siamo a nche c rea tori e

apportiamo trasformazione in noi stessi, in que l istante c i comportiamo

c om e se fossimo Dio.

L'alieno si specchia nella sua rappresentazione divina nell'uomo. Nella sua stessamancanza divina è incapace di riconoscersi divino. Questo reca invidia. L'alienoc erc a di diventare uom o. L'alieno c erc a di ag grappa rsi ad un'altra anima p oichéincapace di riconoscere e incorporare la propria. Pensa di mancare di qualcosa,e vedendo questo qualcosa al di fuori di sé, sminuisce sé stesso, Dio e l'uomo,a ttuando un mec canismo di d ifesa tipico di c hi è infantile e imm aturo.

Tutta via ta le p roc esso ha una sua log ic a e utilità , poiché to rniamo a l gioc o d ellospecchio:

L’Ombra:

- è masc hile nella sua m anifest-azione (o NON-manifestazione della

luce)

- è femm inile nell'ac c ettazione de lla luce

La Luc e:

- è m asc hile ne l suo fluire ne ll'ombra- è femminile nella sua m anifest-azione

L'alieno/ ombra, nella sua estrema manifest-azione dell’archetipo maschilerappresenta il complesso d i Edipo: misconosce il padre Dio e cerca di unirsi allama dre/ ma trice di luce.Esso per rifiutare la rottura matrice di luce/alieno -madre/figlio- allontana il padrecreatore. Poi per non soccombere al padre, lo prende a modello e desideraessere c om e lui, pensand o d i sostituirlo.Quando l'alieno riconoscerà Dio nei suoi aspetti genitoriali maschile/femminile,

allora prenderà Dio come modello, ma per lasciare fluire in lui la consapevolezzae non sarà attratto dalla matrice di luce –dal flusso divino altrui- non vorrà più

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possederla, ma capirà di essere anch’esso luce, di essere già parte di Dio e nonl'olog ramm a involuc ro.

L'uomo in quanto portatore di luce , nella sua estrema manifest-azionedell’archetipo femminile manifesta il complesso di Elettra : ambisce a tornare al

padre e per questo “uccide” l'ombra e riacquista l'identificazione con la sua veranatura d ivina .

La psico logia de ll'uomo rap presenta la p sico logia de ll'universo. Com e

un frammento di Dna rappresenta tutto l'insieme, così una parte

dell'universo ne rappresenta tutta la sua varietà.

L'uomo sta all'universo, come il microcosmo sta al macrocosmo. Per

c ap ire c ome funziona ogni cosa non resta c he osservarc i.

Il Dottor Malanga sostiene –in base alle ricerche svolte e all’analisi dei datiottenuti- che gli alieni e alcuni uomini non hanno anima, o meglio che non losono.Ciò è giusto e sbagliato allo stesso tempo. Se io fossi sempre anima sarei Dio interra.Le anime in ipnosi si definiscono matrici di luce e luce, e quando gli si chiedequanti hanno luc e le risposte sono “ poc hi… il 20%... meno del 50%...” io c red o c hequesto va da interp reta to in ma niera differente rispetto a c om e è sta to fa tto finora .Alla luce di tutto ciò che ho scritto, possiamo chiederci quante persone sianoanima e fo rse d are un’ interpreta zione d ifferente rispetto a quella da ta sino a d ora.

Siamo solo mente e corpo per il 90% e più della giornata, siamo totalmenteinconsapevoli di noi stessi. L'anima –o meglio quel flusso di coscienza che

rappresenta c iò che noi c hiamiamo Dio- se ne sta lì a gua rdare il persona ggio c hec erca d i interpretare.Quando mi osservo, quando sono conscio di tutti i miei pensieri, azioni, emozioni,sentimenti, impulsi sono coscienza sono osservatore e creatore, altrimenti sono eresto un mero personaggio presente nella griglia olografica. Vero è che doveabbiamo fatto luce quella luce rimane e si esprime, quindi c’è chi è piùCO SCIENZA e c hi lo è meno.

La Cosc ienza non è un param etro, è la sorgente/ matric e/ Dio/ luce d a

cui scaturiscono i parametri di spazio, tempo ed energia, che nella

loro "condensazione olografica" sono la manifestazione,

rappresentazione ed emanazione della Coscienza stessa e di come

essa sia presente in ogni cosa.

Se fossimo veri "Osservatori" guardando una persona pot rem mo c apire d i essaqualsiasi cosa: il suo stesso corpo rappresenta la sommatoria dei 3 parametri che

diventano -per chi li sa interpretare- pura e semplice informazione; se un personaha una determinata costituzione, postura, salute, occhi, viso, espressione,atteggiamento, odore c'è un perché, e ognuna di queste cose è una

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rappresentazione di ciò che essa è. E' una rappresentazione di quanta luce haaccolto, e di quanta ombra vi è da illuminare.

Il dna stesso è una rappresentazione di ciò. E'pura e semplice informazione,rappresenta nte c he ma nifestazione d ivina a bbiamo d i fronte . 

I parassiti vanno dove vedono un po' di luce, ma non troppa. Per loro dove nonvedono luce, la luce non c'è e in parte è vero. In realtà c'è, solo che non stailluminando, sta cercando di illuminare osservando, ma finché il personaggioologra fico non si ri-sveg lia, sarà sem pre e solo un gusc io.

Ripeto a ffermare d i avere o non avere anima non ha senso. Né d ire di

essere anima è c ompletamente c orretto. Se è vero c he l’aria

rappresenta l’anima, allora necessariamente qualsiasi cosa respiri, è

ANIMATA DA QUALCOSA, quindi ha un’a nima, quindi p uò essereanima, e quindi può divenire COSCIENZA. Qualunque essere umano

qua ndo muore esala l’ultimo respiro, e q uindi d iventa inanima to.

Se io non mi com porto "c om e se" fossi COSCIENZA non lo d ivento , e se

non sono COSCIENZA non mi comporto "come se" fossi COSCIENZA. E’

un circolo vizioso, che tuttavia può essere invertito. Ci vuole solo un

bric iolo d i VOLONTA’ per farlo.

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Conclusioni 

Tu inseg ni meg lio a g li 

altri ciò che più hai 

bisog no d i imp arare.Richard Bach 

Il mond o è il tuo qua de rno de gli esercizi,

le pa gine sulle q ua li eseg ui le som me .

Non è rea ltà, seb bene tu p ossa e sp rimere 

la rea ltà in e sso qua lora lo d esideri.

Sei ino ltre libero d i sc rivere a ssurdità ,

menzogne o strap pa re le pag ine.

Richard Bach 

Imp ara re signific a sc op rire q uello che già sai,

Fare significa dimostrare che lo sai.

Inseg nare è rico rdare a gli altri che sanno b ene quanto te.

Siete tutti a llievi, pratica nti e ma estri.

Richard Bach 

Pare che io sia arrivato alla fine di questo articolo. Mi scuso qualora avessi scritto inmaniera poco comprensibile, tuttavia gli argomentati trattati sono poco semplicida spiegare a parole. Vorrei aggiungere ancora un paio di cose, una inpartic olare per gli ad dotti, e un’ a ltra p er c hiunque si approc c i a lla lettura .

L’interferenza aliena è un mezzo e uno strumento, può divenire un grandetrampolino di lancio per arrivare a comprendere ed esperire cose stupende,tuttavia posso c apire la soffe renza c he sta d ietro a ta le v issuto .Evitate qualsiasi dialogo, compromesso e tentativo di spiegazione -con l’ombra-con l’alieno esso non è in grado di capire, poiché questa è la sua funzioneall’interno del gioco. L’unico modo per aiutare l’alieno è essergli d’esempio,acquisire coscienza e impedirgli di comportarsi come parassita. Solo a quel punto,a queste ent ità non resterà c he ferma rsi e osservarsi pe r ca p ire.Solo e soltanto quando saremo “intoccabili e inavvicinabili” allora potremo“ sc end ere a ll’ inferno” e d are loro q ua lc he d ritta, ma fintanto c he sarem o no i stessi

parzia lmente p rivi di luce, e quindi fragili e vulnerab ili l’ unica c osa saggia da fare èrespingerli fermamente.Per il resto sforziamoci di essere d’esempio agli altri, piuttosto che di consiglio. Iostesso mi rendo conto -mentre sto scrivendo- che sono lontano dal metteresempre in p ra tica c iò c he so o c he sp ieg o agli a ltri. Parliamo pe r inseg nare a noistessi.L’unica ricetta valida pe r cam biare c iò c he po c o c i piac e, è quella d i Ga ndhi: “SII

IL CAMBIAMENTO CHE VUOI VEDERE NEL MONDO” . Lasciamo perdere le altrepersone, conc entriamoc i solo su no i stessi.

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La nostra pa ura più profonda non è que lla di essere inadeguati.

La nostra p aura p iù grande è d i essere potenti a l di là d i ogni misura.

E’ la nostra luc e, non il nostra ombra c iò che c i spaventa .

Ci dom and iamo: “Chi sono io per essere brillante, ma gnifico , pieno d i

talento, favoloso?”.In realtà, chi sei tu pe r non esserlo? Tu sei un figlio d ell’Universo.

Il tuo g ioc are a sminuirti non serve a l mond o.

Non c ’è nulla d i illuminato nel rimp icc iolirsi in modo c he g li a ltri non si

senta no insicuri intorno a no i.

Noi siamo fatti per risplendere c ome fanno i bambini.

Noi siamo fatti per rend ere manifesta la g loria d ell’universo c he è in

noi.

Non solo in alc uni di noi, in ognuno di noi.

E quando permettiamo a lla nostra luce d i risp lendere, noi,

inconsciamente,

d iamo alle a ltre persone il permesso di fare lo stesso.

Quando c i liberiamo dalle nostre paure, la nostra p resenza

automaticam ente libe ra g li altri. Marianne Williamson (citata da Nelson Mandela 

nel discorso di insed iam ento)

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Una storia c ome tante 

N.D.Walsch: c ome pa rla Dio,e a chi? Dio: Parlo c on tut ti. Senza interruzione. La dom anda non è a c hi pa rlo, ma : chi mi sta a sentire? 

N.D.Walsch: c ome fac cio a sap ere c he questa c omunica zione p roviene d a Dio? Come fac cio a sap ere c he

non si tratta de lla mia imm ag inazione?Dio : Quale sarebb e la differenza? Non ti rend i co nto c he p rop rio c on la stessa fac ilità p otrei operarea ttrave rso la t ua imma gina zione c om e in un qualsiasi altro m od o? Ti da rò i pe nsieri, le pa role o i sentimentiesattamente giusti, in un qua lsiasi mom ento , ada tta ti in ma niera prec isa a llo sc op o in que stione, rico rrend o auno solo, o a d iversi strata ge mm i.

"In uno spaziote mp o lontano e tutta via vic ino a l qui e o ra c rea mm o un p a lazzo 

c on 7 p iani e svaria te stanze, nelle q uali me ttem mo op ere d 'arte rappresenta tive 

del nostro e ssere e della nostra c rea tività . Perdem mo poi la me mo ria d i ciò c he 

avevam o fa tto e d i c iò c he eravam o, e trovand oc i di fronte a tale pa lazzo, l'unic a 

c osa c he sap evamo era c he a vremmo do vuto entrarci ed esplorarlo."[…] 

Og ni finestra è c hiusa e sig illa ta e tutte le sta nze sono buie. Entrand o nel p a lazzo 

non vedo nulla , so c he c i sono interruttori per ac c end ere la luc e, e q uind i li c erco 

in mezzo a l buio, and and o a tastoni e ce rc and o d i farmi un'ide a di ciò c he mi 

c ircond a e d i c iò c he toc c o; a volte, mentre vag o, mi c ap ita d i farmi male 

urta ndo c ose, p ersone , ed a ltre vo lte esseri ed ent ità . Ci sono situa zioni in c ui sento 

d i essere morso o c olpito, ma non riesc o a c ap ire in che mo do. Per la paura mi 

ac c ovac c io e rannic c hio nel punto d ove sono e sme tto d i c erc are, finché non mi 

rendo c onto c he in quella posizione, e in que lla NON-ATTIVITA'c ontinuerò a d 

essere frag ile e vulnerab ile e sop ra ttutto non riusc irò a ved ere le meraviglie 

p resent i in og ni sta nza . A questo punto , anc he se a fa tica , mi a lzo e mi rime tto a cercare.

Finalmente m etto la ma no sull'interruttore e la luce s'ac c end e e ved o le me raviglie 

della sta nza e sono p ieno d i g ioia ed e ntusiasmo .

Allo stesso tem po ve do c iò c he m i ha mo rso, urtato e percosso e mi stup isc o 

pe rc hé vedo le c rea ture e le pe rsone c he hanno fa tto c iò e vedo - ora c he la luce 

è a c cesa- che sono p iene d i paura . Cerc ano d i rifugiarsi in qua lc he ango lo, ma 

appena fac c io un pa sso fugg ono fuori da lla stanza p er andare in un'a ltra d ove 

ma nca la luce.

Ca p ita a volte c he q uand o sono riusc ito a far luc e in una stanza , esc o p er entra re in un'altra , c red end o d i pote r trova re imme d ia ta mente l'interruttore, e nel buio,

d ic o a d a ltre p ersone d i seg uirmi e sta rmi atta cc a te p oiché io so c osa fare; finc hé 

mi ac c orgo di non avere la più pa llida idea d i quello c he sto d ic endo. Allora mi 

fermo c on g li a ltri e d isc uto c on loro d i c om e ho fat to a trova re la luce nelle stanze 

preced enti e di co me sono stato b ravo nel farlo, ed altri che ha nno trova to la luc e 

in a ltre sta nze fa nno lo stesso. Inta nto non c i rend iamo c onto c he siamo fe rmi- e al 

buio- e c he non stiam o a nda ndo ava nti c on la nostra ricerca . Ad un certo p unto 

pa ssa qua lc uno c he sta c ontinuando a c ercare e c i fa nota re c he siam o fermi e 

c he parlare di ciò che ab biamo fatto nelle stanze p rec ed enti è p oc o utile, e che 

sareb be b ene c ontinuare ad esp lorare. Qua lc uno, anc he se tituba nte si a lza , e qua lcun a ltro p referisc e rima nere dove sta .

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Così d i stanza in stanza c erchiamo e c erchiamo e troviamo la luce.

Og ni volta che c i lasc iam o a nda re a llo sconforto e alla pa ura c i bloc c hiamo e 

perdiamo la volontà e tutto c i sembra inutile. Quello c he ho c ap ito essere la c osa 

mig liore, è invec e, foc a lizzarsi sulle m erav ig lie che sc op rirem o e imm aginare no i 

stessi g ioiosi ed esta sia ti qua ndo a vrem o trova to la luce e p ot rem o a mm ira re le 

meraviglie invisibili al b uio.Qua ndo d imentic hiamo lo sc op o e pensiamo ag li ostac oli, la nostra forza 

e vo lontà si fiac c ano .

Più luc i ac c end iamo in varie stanze p iù c i ac c orgiamo d i c om e sia p iù fac ile fa rlo 

in que lle suc c essive. E c osì sa liam o d i p iano in piano. E sa lend o no tiamo 2 cose: 

c ap ita c he ne lle sta nze suoni un te lefono e seg uend one il trillo troviamo la 

c ornetta ; alzandola c i vengo no da ti de i sugg erimenti e d ei consigli. Poi la linea 

c ade. Altre volte nelle sta nze entra qua lc uno c on una to rc ia e c i ind ic a 

gentilmente d eg li ostac oli e p oi questo q ualcuno sparisc e.

Bisog na sta re a ttenti, poiché c i sono delle situa zioni in c ui qua lc uno o q ua lc osa si 

avvic ina a noi co n fa re g entile e osseq uioso; d ice d i volerc i a iuta re e poi 

scop riamo che c i sta dando informazioni sc orrette e d evianti, fac end oc i perdere 

temp o ed e nergia.

Mentre c i avvic iniam o a ll'ultimo piano c ap iam o c he spe sso c i ferma vam o p er 

aiutare g li altri, e tuttavia c omprendiamo che in fondo stava mo c erc and o d i 

a iutare noi stessi e c he a g ivamo in questo m od o p er sent irc i –a lcune vo lte - 

importanti e-altre- perché vedere g li a ltri inermi c i ric ordava la nostra inerzia e 

questo c i infastidiva.Finalmente o ra c ap iamo c he il mo do m igliore per aiutare gli a ltri è trova re 

l'inte rrutto re d ella luce, poiché in que l mo me nto , e in que llo soltanto , gli a ltri c he 

sono a l buio p ossono ved ere chia ro intorno a loro e veng ono sponta nea me nte a 

c hied erc i c ome ab biamo fatto a trova re la luc e, perc hé pe rc ep isc ono e 

ammet tono a loro stessi, la nostra maggiore esperienza . E’meg lio essere 

d ’esem pio c he fornire un c onsig lio.

Qua ndo sono a ll'ultimo p iano e nell'ultima sta nza - dopo a ver trova to la luce - 

ved o 1 po rta c hiusa ; mi c i avvic ino, la apro ed entro in una sa la dove intorno ad 

un ta volo sied ono p ersone da ll'aria d istinta e sorridente.Vengo invita to a sed ere co n loro e da l soffitto c a lano d ei monitor nei qua li ved o 

me stesso m entre vaga vo ne l buio e trova vo la luce. Poi ved o le sta nze buie e 

ved o a ll'inte rno d i esse a ltri uom ini, donne ed ent ità . Osservo d a ll'esterno sc ene 

c he io ho vissuto e sorrido.

Una d elle p ersone a l tavolo prende un telefono e d igita un numero e ved o in un 

monitor qua lc uno che c erca e trova una c ornetta e asc olta e le viene d etto in 

c he d irezione d irigersi.

Un'altra delle persone a l tavo lo, si alza e si dirige ve rso una tenda , la tira e ve do 

aprirsi un asc ensore. Vi entra, e in un monitor la vedo usc ire d a ll'asc ensore ed 

entrare in una d elle sta nze b uie. Accend e una p ic c ola to rc ia , si avvic ina a d un uom o, gli fa strada per qua lche istante e poi rientra ne ll'asc ensore. Dop o p oc hi 

ista nti rito rna e si risiede a l tavo lo.

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Ci sono dec ine d i persone riunite qui; ad un c erto p unto un'altra si a lza , ha un'a ria 

familiare, co me se la conosc essi da sem pre, ma qua lc osa mi sfugge. Mi si avvicina 

e a poc o a po c o la ved o semp re più c hiaramente e vedo che è identic a a me. A

que l punto a c c ad e q ualcosa di strano , mi sento vibrare e g uardand omi le mani 

c om inc io a ved erne i c ontorni svanire e sfuma re; sto sparend o e ment re sparisc o mi sento attrarre verso il mio "sosia" e capisco di esserne un'emanazione e mi 

a llineo a lui e d ivento lui.

Gli a ltri a ttorno a l tavolo app laudono e sorridono e io ora ric ordo tutto.

Il pa lazzo e tutto c iò c he c ont iene è sta to c ostruito d a tutti noi per rea lizzare un 

favoloso g ioco d i ruolo e riscop rire tutta la bellezza che c 'era in noi e 

pote rla vivere c ome se non la c onosc essimo , con oc c hi nuovi, gli oc c hi d i un 

fanc iullo c he si stup isc e d i fronte a qualcosa d i nuovo.

Mi sento colmo d i gioia e d entusiasmo .

Ora a ttend eremo. Qua ndo tutte le nostre em anazioni sa ranno a rriva te in cima a l pa lazzo p otremo ric om inc ia re il gioc o d a un’ a ltra p arte, po ic hé in verità non 

abb iamo c ostruito un solo pa lazzo, ma una c ittà infinità p iena d i a ltri pa lazzi e 

p iena d i a ltre m eravig lie.

Poi ricordo c he fine fa ranno le entità p resenti nel g ioc o e c he p oc o c i som igliano.

Qua ndo il g ioc o sarà termina to per tutte le ema nazioni e tutto il pa lazzo sarà 

tota lme nte illuminato , queste entità sa ranno c ostrette a sme ttere d i fugg ire 

nell’ om bra , po ic hé d i om bra non ve ne sarà p iù, e osserveranno loro stesse e c iò 

c he le c irc ond a e p otranno fina lme nte sc op rire le meraviglie d entro e fuo ri d i loro 

perco rrend o i piani de l pa lazzo, fino ad a rriva re qua . Nel farlo sc op riranno c he il 

loro a spe tto tetro e spaventoso è solo un c ostume indo ssa to, e c he c on ta le c ostume esse si sono identifica te , fina lmente se lo tog lieranno e si sc op riranno 

esseri anima ti come noi, c he non hanno nec essità d i aggrap parsi ad a ltri per 

sop ravvivere nel pa lazzo, poiché solo d i un gioc o si tra tta . Tutta via c iò fu p revisto 

nella rea lizzazione del g ioc o, e c ioè c he qua lcuno d i noi si ca lasse in esso sot to 

una forma/ travestimento a noi poc o somigliante e c he rendesse più co mp lic ata e 

stimolante la ric erca della luce. Tuttavia , come io in qua nto ema nazione , non 

ric orda vo c hi ero e sapevo solo c he d ovevo trova re la luce , co sì c hi si è c a la to 

d iretta mente ne l g ioc o travestito non ric orda nulla , se non che un tem po sed eva 

a questo ta volo a ll’ ultimo piano e c he p oi se ne era voluto a nda re p er governare 

il g ioco d a ll’ inte rno c onvinto d i essere d iventa to solo un’ em anazione senza la relativa sorgente . All’ interno de l g ioc o non vi è mod o d i far ca p ire q uesto a c hi 

rec ita questa parte, l’ unic a c osa c he è utile è c he tutti pe rc orrano il pa lazzo e 

ac c end ano le luci, affinché no n si lasc i altra possib ilità a questi “ persona ggi” d i 

ved ersi fuori da ll’ om bra . A quel punto a rriveranno a ll’ ultimo p iano e ric orderanno 

tutto , tog lieranno il loro c ostume , e inizieranno a rigioc are il g ioc o d a c apo,

me ntre noi sa rem o a ndati a ltrove .

In questo m om ento veng o c olto da un p ensiero: c hi mi dice che in rea ltà io - ora 

c he sono torna to a d essere me stesso- non sia a ltro che un’ a ltra em anazione, di 

un’a ltra emanazione , di un’a ltra emanazione e d i altre emanazioni all’ infinito a ll’ interno d i un altro g ioc o? 

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neurolinguistica. Casa Editrice Astrolab io (1982)

Richard Bandler. Mag ia in azione. Casa Editrice Astrolab io (1993)

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http://www.racine.ra.it/ungaretti/labscie/luce2.htm