reg. trib. n. 673 del 16 dicembre 1997 - rai.it · vita da strada. fabrizio casinelli. ono sinero...

25
RADIOCORRIERE TV SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA numero 8 - anno 86 27 febbraio 2017 Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997 IL COMMISSARIO MONTALBANO SI TORNA A BALLARE

Upload: others

Post on 27-Sep-2019

5 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

RADIOCORRIERE TV SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA numero 8 - anno 86 27 febbraio 2017

Re

g. T

rib

. n

. 6

73

de

l 16

dic

em

bre

19

97

IL COMMISSARIO MONTALBANO

SI TORNA A

BALLARE

TV RADIOCORRIERE2 3

INVITO ALLA LETTURA

Vita da strada

Fabrizio Casinelli

Sono sincero, la grande discussione sullo stadio della Roma non mi appassiona. Non per fede sportiva, ma perché sono convinto che la città non abbia bisogno di una nuova piccola cittadella al suo interno. Roma, da anni ormai, vive una quotidianità scandita da mille problemi tra sanità, scuola, case, traffico e non solo. Una capitale dove le metropolitane sono lontane cugine di quelle delle grandi metropoli, dove il degrado regna sovrano e soprattutto dove vivere è diventato difficile.Non si pensa più al quotidiano. Non si lavora con l'obiettivo di restituire fiducia ai cittadini, ma ci si concentra su progetti faraonici, le Olimpiadi (guardate oggi il Brasile post-olimpico alle prese con una gravissima crisi economica PIL -3,8% e festa di Carnevale annullate) e lo stadio di una squadra di calcio.Roma avrebbe bisogno di altro. Troppe volte è stata saccheggiata e offesa. A quanti hanno la memoria corta o antepongono la loro fede sportiva a qualsiasi altra forma di rispetto del vivere civile, voglio solo ricordare quanto accaduto all'inizio degli anni 2000.A Tor Vergata, zona a sudest della capitale, spicca la Vela ideata dall'architetto Santiago Calatrava. Doveva essere il simbolo della "Città dello sport" e doveva essere inaugurata in occasione dei Mondiali di Nuoto del 2009. Quel simbolo, mai completato, è fermo nella sua maestosità in un'area dismessa della quale non si sa bene cosa fare. Una grande incompiuta, come tante altre che resistono in questa città dalle mille contraddizioni."Panem et circenses" diceva il poeta latino Giovenale.

Buona settimana.

SOMMARIO

RADIOCORRIERETVSETTIMANALE DELLA RAIRADIOTELEVISIONE ITALIANAReg. Trib. n. 673del 16 dicembre 1997Numero 8 - anno 8627 febbraio 2017

DIRETTORE RESPONSABILEFABRIZIO CASINELLIRedazione - RaiVia Umberto Novaro 1800195 ROMATel. 0633178213

www.radiocorrieretv.itwww.rai-com.comwww.ufficiostampa.rai.it

HEADLINE GIORNALISTIMarina Cocozza

Hanno collaboratoSimonetta Faverio Carlo CasoliClaudia Turconi Cinzia Geromino

Grafica, impaginazioneCinzia GerominoClaudia Tore

FotograficoBarbara PellegrinoFabiola Sanesi

VITA DA STRADA5

FERZAN OZPETEK

8

NINO FRASSICA

28

MASSIMO CIRRI E FILIPPO SOLIBELLO

36

CULTURA

32

CULTURA

34

RAGAZZI

38MILLY CARLUCCI

20

ANGELO MELLONE

24

LUCA ZINGARETTI

16

MASSIMILIANO BRUNO

12

N. 827 FEBBRAIO 2017

Il comico messinese, impegnato nella

"Dopofiction" di Rai1 con Flavio Insinna e Nathalie

Guetta, svela la sua grande passione per il

Radiocorriere Tv

Il meglio della programmazione di

Rai Storia

L’ideatore e conduttore di "Top – Tutto quanto

fa tendenza" presenta la sua squadra di inviate: Cristel Carrisi, Valeria

Oppennheimer, Francesca Lancini, Valeria Altobelli e

Michela Mattei

L’attore torna a vestire i panni de "Il commissario Montalbano” con due nuovi episodi in onda sulla rete ammiraglia il 27 febbraio e

7 marzo

E’ tornata ad essere la regina del sabato sera di Rai1 con la dodicesima

edizione di “Ballando con le stelle”

Marco Giallini e Alessandro Gassmann sono i

protagonisti di "Beata ignoranza"in questi giorni nelle sale con Rai Cinema

e 01

Il regista torna nelle sale con la trasposizione cinematografica del suo ultimo romanzo "Rosso

Istanbul"

MUSICA

42

Giusy Ferreri presenta “Girotondo”, il suo ultimo

album che contiene il brano sanremese “Fa

talmente male”

Tutte le novità della programmazione della tv

dedicata ai ragazzi

ALMANACCO

46

CINEMA IN TV

44

Le storiche copertine del RadiocorriereTv

Una selezione dei film in programma sulle reti Rai

Gli appuntamenti di Rai5 dedicati all'arte, alla

letteratura e la musica

I due storici conduttori di

"Caterpillar" hanno appena concluso su Rai Radio2 la

tredicesima edizione della campagna "M'illumino di

meno" con lo slogan "Risparmio e vedo il

cielo"

Ferzan Ozpetek torna nelle sale con la trasposizione cinematografica del suo ultimo romanzo "Rosso Istanbul". «Raccontiamo la città attraverso gli occhi di una persona che

l'ha lasciata da tanto tempo diventando quasi uno straniero - dice -. Il film è pervaso dalla sensazione che stia per accadere qualcosa e restituisce il clima di un Paese che sta

cambiando velocemente»

FERZAN OZPETEK

InquietudineNostalgiae

9TV RADIOCORRIERE8

10 11

Ma anche Orhan è un po' come me, perché viene da fuori e ha la nostalgia del suo Paese, ma prova contemporaneamente la sensazione di essere un estraneo.

Il film è stato girato a Istanbul in un clima socio-politico non proprio tranquillo. Come ha affrontato le difficoltà in-sieme alla troupe?Qualche volta abbiamo dovuto rinviare di alcune giornate la possibilità di girare in certi luoghi considerati pericolosi e siamo sempre stati seguiti da un servizio di sicurezza. Ciò nonostante, la troupe turca è stata eccellente: tutti professionisti appassionati del proprio lavoro. Riguardo il contesto sociale e civile, a me solitamente interessano le persone, i loro cambiamenti emotivi. Però alla fine certi eventi non possono essere ignorati. Successe mentre giravo "La finestra di fronte". Accaddero cose molto gravi, ricordo che una persona si fece scoppiare in una zona non molto distante dal set. In più ho ripreso "le madri del sabato" (le madri degli scomparsi che si riuniscono a piazza Galatasaray con le foto dei loro cari sul petto, ndr) e non ho dimenticato il problema curdo.

Questa volta il suo racconto comincia il 13 maggio 2016. Perché?Ho voluto evidenziare sullo schermo questa data per sottolineare che Istanbul fino a quel giorno era così. Magari se ci andate ora è diversa, perché sta mutando a velocità esponenziale, anche negli umori delle persone. Ma quella data ha pure un valore celebrativo personale: è il giorno di inizio riprese di "Hamam-Il bagno turco", vent'anni fa.

Come mai ha abbinato alla sua città il rosso?Perché quando si pensa a Istanbul vengono in mente due colori, il blu e il rosso, che a volte si mischiano nel cielo del Bosforo. Il rosso, che si trova in tantissime cose in Turchia, era anche il colore preferito da mia madre in un certo periodo della sua vita, ed è inevitabile che mi ricordi il mio passato.

Nella colonna sonora si nota la commistione di diversi generi musicali compresi i rumori che provengono dalle strade. Come mai questa scelta?Ho inserito un brano intonato da ragazzi di strada e poi due canzoni: una composta per il film dalla star emergente turca Gaye Su Akyol e l'altra "In dieser Stadt" incisa dalla grande artista tedesca Hildegard Knef nel 1965, un brano che volevo utilizzare da otto anni. E ci sono anche le musiche originali di Giuliano Taviani e Carmelo Travia e certamente i rumori della metropoli.

Con "Rosso Istanbul", nelle sale dal 2 marzo, Ferzan Ozpetek riprende in mano l'omonimo romanzo che ha scritto tre anni fa e lo rimaneggia firmandone la sceneggiatura

insieme a Gianni Romoli e Valia Santella. «Siamo partiti dal libro inserendo molti elementi nuovi, colpi di scena che trasformano la storia in una specie di thriller e svelano man mano ciò che all'inizio non si conosce - spiega il regista -. Tentiamo di raccontare la città attraverso gli occhi di una persona che l'ha lasciata da tanto tempo ed è diventata quasi uno straniero. Il film è pervaso dalla sensazione che stia per accadere qualcosa, un'inquietudine che si trasmette anche ai personaggi e restituisce il clima di un Paese che sta cambiando velocemente. I fatti hanno confermato poi quello che avevamo scritto».

I personaggi sono gli stessi del libro?Sì, ma ne ho aggiunto un altro. È Orhan, uno scrittore andato via dalla Turchia vent'anni fa in circostanze drammatiche dopo avere pubblicato un romanzo di grande successo. Da allora non ha mai più scritto e vive in Inghilterra facendo l'editor. E proprio in questa veste ritorna nella sua città d'origine per correggere "Rosso Istanbul", il libro del famoso regista Deniz.

E lei come ha vissuto questo ritorno nel suo Paese?È stato come immergermi di nuovo nel passato, evocare luoghi e personaggi che ormai stanno scomparendo. Tutto sta cambiando molto in fretta in Turchia. Per girare le scene sul Bosforo ho scelto una casa tipica, uno "yali" molto simile e molto vicino a quello che apparteneva alla mia famiglia, dove ho passato nell'infanzia l'estate. Negli ultimi tempi tante di queste pregevoli case antiche che si trovano in riva al mare sono state acquistate da stranieri e trasformate in appartamenti di lusso. Istanbul oggi è un cantiere aperto. Sta continuamente costruendo edifici moderni e il rumore incessante delle trivelle lo conferma, poi però capita di girare l'angolo e trovarsi improvvisamente nell'Ottocento. È una città strana e affascinante. Ho concepito il film come fosse un doppio viaggio, emotivo e razionale, interrogandomi per la prima volta sulla materia narrativa che era il ritorno a casa, sulla natura profonda e spesso nascosta delle emozioni e dei sentimenti che questo evento fa venire a galla.

Il protagonista del suo libro si chiama Deniz e fa il re-gista. Nella trasposizione cinematografica diventa uno scrittore. Analogie? Il regista mi assomiglia molto: Deniz è in Turchia per un mese, vive in Europa e viaggia molto per lavoro.

REGIA di Ferzan Ozpetek

SCENEGGIATURA di Ferzan Ozpetek, Gianni Romoli e Valia

Santella

CAST ARTISTICO Halit Ergenç, Tuba Büyüküstün, Nejat İşler,

Mehmet Günsür, Serra Yılmaz

PRODOTTO da Tilde Corsi e Gianni Romoli - Una coproduzione

italo-turca di R&C Produzioni - Faros Film con Rai Cinema

DISTRIBUITO da 01 Distribution

TRAMAIl 13 maggio del 2016 Orhan Sahin torna a Istanbul dopo

vent'anni di assenza volontaria. Come editor deve aiutare Deniz

Soysal, famoso regista cinematografico, a finire la scrittura del

suo libro. Invece rimane intrappolato in una città carica di ricordi

rimossi. Si ritrova sempre più coinvolto nei legami con i familiari

e gli amici di Deniz che sono anche i protagonisti del libro che il

regista deve finire. Soprattutto Neval e Yusuf, la donna e l'uomo a

cui Deniz è più legato, entrano prepotentemente anche nella vita

di Orhan. E lui, quasi prigioniero nella storia di un altro, finisce

per indagare soprattutto su se stesso riscoprendo emozioni e

sentimenti che credeva morti per sempre e che invece tornano

a chiedergli il conto per poter riuscire a cambiare la sua vita.

TV RADIOCORRIERE12 13

MEGLIOOON LINE

OFF LINE

«Filippo ricomincerà a riappropriarsi del tempo libero,

delle sue passioni e delle relazioni umane. Ernesto invece

capirà quanto possa far male esprimere giudizi in rete o

corteggiare una donna attraverso un computer». Massimiliano

Bruno parla del suo ultimo film "Beata ignoranza", dove ha scelto nel ruolo dei protagonisti Marco Giallini e Alessandro Gassmann

MASSIMILIANO BRUNO

TV RADIOCORRIERE14 15

bravissima Teresa Romagnoli al suo primo film, che fa da arbitro alla loro sfida e ne sottolinea gli errori. Nina è della generazione nata con lo smartphone in tasca, dove i social sono normale amministrazione e dove non c'è bisogno di ricordarsi un numero di telefono. È una nativa digitale, tutto il contrario di quelli della mia generazione che, con un po' di timore e puzza sotto al naso, hanno assistito scettici alla rivoluzione del modo di comunicare.

Spesso i giudizi dei social sono condizionanti. Che ne pensa?Questo film non vuole parlare male della rete, anzi ne esalta le qualità suggerendo timidamente a tratti qualche soluzione di quieto vivere. Io stesso sono rimasto sorpreso da alcune manifestazioni di solidarietà partorite dai social in casi drammatici come attentati o cataclismi. L'essere umano alla fine spunta sempre fuori e cerca di resistere alla superficialità.

Perché ha voluto Giallini e Gassmann nel ruolo dei protago-nisti?Lavoro con loro da anni. Alessandro e Marco sono diventati miei amici cari e il rapporto in scena tra loro cresce sempre di più per il rispetto che hanno per le loro diversità attoriali. Sono la coppia perfetta, li trovo istrionici e regolari allo stesso tempo. Ed è stato anche un piacevole rincontro quello con Carolina Crescentini che ha regalato al film alcune scene emozionanti. Oltre a lei abbiamo nel cast Valeria Bilello, perfetta nei panni della prof e una serie di giovani che amo particolarmente. Alcuni hanno frequentato il mio laboratorio teatrale e sono felice di fare squadra insieme a loro.

«Avevo voglia di parlare di una questione con cui ho a che fare giornalmente: le relazioni. Una volta le gestivo parlando, magari chiacchierando al telefono:

"Pronto casa Rossi? C'è Giacomo per favore?". Adesso le gestisco principalmente tramite messaggini, chat e post su Facebook. Whatsapp è diventato talmente diffuso che pensare a una mail ha già un sapore antico, sorpassato». Massimiliano Bruno spiega il motivo che lo ha spinto a girare un film come "Beata ignoranza", in questi giorni nelle sale. «Quattro anni fa - racconta - avevo scritto un post dove mi lamentavo di avere sempre meno tempo per le mie passioni e di dedicare troppo spazio alle sciocchezze on line. Ero diventato uno di quelli che legge di meno, va meno a teatro, passa sempre meno tempo da solo a riflettere. Avevo scelto il nickname di Mao Sanchez e partecipavo a tutto spiano alla vita in rete».

Poi cosa accadde?I miei orari cambiarono, e si modificarono anche le mie frequentazioni. Finché un giorno sono andato in crisi e ho spento il mio profilo per un po'. In quel momento mi sono ricordato chi ero. Ironia della sorte quel famoso profilo è stato bannato da Facebook proprio durante le riprese di "Beata Ignoranza" e da allora sono sui social col mio vero nome...

Quindi ora non si può più nascondere?Infatti scrivo molte meno sciocchezze. Pensavo di rosicare vedendo venir meno contatti, foto, video e ricordi, invece dal giorno dopo avevo già dimenticato tutto. Ulteriore conferma che il consumismo social si può combattere semplicemente cambiando strada o, come nel mio caso, modificando percorso.

Cosa vuole dimostrare il suo film?La domanda è: vi sentite meglio on line o off line? Chi siete veramente? Voi stessi o il vostro alter-ego? Stimate di più le vostre sconfitte reali o i vostri successi virtuali? Gassmann e Giallini si azzuffano per questo in "Beata Ignoranza". Provano ad affermare il proprio pensiero cercando di entrare nella vita dell'altro per dimostrare che è sbagliata. Ma è nella teoria del giusto mezzo che troveranno se stessi.

Come?Gassmann ricomincia a riappropriarsi del tempo libero, delle sue passioni, delle relazioni umane. Giallini invece va in avanscoperta nelle sue paure più profonde realizzando quanto possa far male in rete esprimere giudizi e ritrovarsi coinvolti in una shit-storm, ma allo stesso tempo quanto sia deresponsabilizzante corteggiare una donna attraverso un computer. Hanno una figlia in comune, Nina, la

Ernesto (Marco Giallini) e Filippo (Alessandro Gassmann) hanno due personalità agli antipodi e un unico punto in comune: sono entrambi professori di liceo. Filippo, un allegro progressista perennemente collegato al web, è bello

e spensierato nonché seduttore seriale sui social. È in grado di sedurre anche i suoi studenti grazie a un'app da lui stesso creata che rende immediata la soluzione di ogni possibile calcolo. Ernesto è invece un severo conservatore, rigorosamente sprovvisto di computer, tradizionalista anche gli suoi allievi, che fa della sua austerità un punto d'onore e vanta una vita completamente al di fuori della "rete". Il suo telefonino è un modello del 1995.Un tempo erano "migliori amici" ma uno scontro profondo e mai risolto li ha tenuti lontani, fino al giorno in cui si ritrovano fatalmente a insegnare nella stessa classe. I loro punti di vista opposti li portano inevitabilmente a una nuova guerra. Saranno obbligati ad affrontare il passato, che ritornerà nelle sembianze di Nina, una ragazza che li sottoporrà a un semplice esperimento che si trasforma in una grande sfida: Filippo dovrà provare a uscire dalla rete ed Ernesto a entrarci dentro.Questo viaggio li cambierà profondamente, costringendoli a trovare un equilibrio, sempre più raro e delicato ai giorni nostri, tra la coscienza globale di chi si affida alla rete e la totale indifferenza di chi si ostina a resistere a oltranza all'epoca digitale.

REGIA di Massimiliano BrunoCAST ARTISTICO

Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Valeria Bilello, Carolina

Crescentini, Teresa Romagnoli, Giuseppe Ragone, Malvina

Ruggiano, Emanuela Fanelli, Luca Angeletti, Luciano Scarpa, Teodoro

Giambanco, Guglielmo Poggi, Susy Laude, Michela Andreozzi, Alessandro Di Carlo, Pietro De

Silva, Massimo De Lorenzo, Urbano Lione, Teresa Fiorentini.

Massimiliano BrunoPRODOTTO da Fulvio e Federica

Lucisano con Rai CinemaDISTRIBUITO 01 Distribution

TV RADIOCORRIERE16 17

LUCA ZINGARETTI

Su Rai1 torna "Il commissario Montalbano" con "Un covo di vipere" e "Come voleva la prassi", due nuovi episodi molto attesi interpretati da Luca Zingaretti. «Salvo si fa voler

bene perché è molto umano, nel bene e nel male - dice l'attore -. Il successo in tutto il mondo della serie televisiva deriva soprattutto dal fatto che stiamo

parlando di un personaggio che Camilleri ha scritto e raccontato da

grande maestro»

UN POLIZIOTTOCON LA SCHIENA

DRITTA

18 19

Due storie d'amore senza lieto fine, ma fortemente avvincenti dall'inizio alla fine, nei nuovi attesissimi episodi de "Il commissario Montalbano", che torna su

Rai1 il 27 febbraio e il 7 marzo. "Un covo di vipere" è tratto dall'omonimo romanzo di Andrea Camilleri del 2013 e "Come voleva la prassi" figura nella raccolta del Maestro "Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano" pubblicata tre anni fa. Luca Zingaretti, recordman di ascolti, torna a vestire i panni del celebre commissario con la regia di Alberto Sironi.

Montalbano è diventato un personaggio incredibilmen-te popolare anche grazie alla sua interpretazione. Che effetto le fa?Il successo in tutto il mondo della serie televisiva ha colto di sorpresa me per primo, ma sono convinto che deriva soprattutto dal fatto che stiamo parlando di un personaggio che Camilleri ha scritto e raccontato da grande maestro. E poi non va dimenticato che dietro questo lavoro c'è sempre stata una grande squadra di amici straordinari, più che colleghi. Non a caso siamo ancora insieme dopo diciotto anni.

Se dovesse fare un bilancio?Sarebbe più che positivo. È una soddisfazione sapere che i nostri film si sono affermati anche all'estero, accolti con entusiasmo persino in Paesi che di solito non sono così teneri nei confronti delle produzioni italiane, come Inghilterra, Stati Uniti e persino l'Australia. Insomma Montalbano è riuscito a farsi apprezzare in tutto il mondo.

La tv ormai pullula di poliziotti, ma il commissario di Li-cata rimane imbattibile anche in termini di ascolti. Qual è la sua "marcia in più"?Salvo si fa voler bene perché è molto umano, nel bene e nel male. Piace perché è vero, libero e non deve rendere conto a nessuno. È uno con la schiena dritta e lo sguardo alto. Non insegue denaro né potere, ha uno stile di vita semplice. Gli bastano il suo lavoro, la sua casa e la donna che ama, meglio se un po' lontana.. .

Come considera questi due nuovi episodi?Sono entrambe storie che mi sono piaciute molto e sono certo che il pubblico si appassionerà. Probabilmente queste due indagini sono tra le più avvincenti che ho interpretato, forse perché ruotano intorno a figure femminili fortemente tormentate.

TV RADIOCORRIERE

TV RADIOCORRIERE20 21

«Roberta Bruzzone ha l'insolito ruolo di "analista psicologica" delle

performance dei ballerini e delle loro insicurezze». Milly Carlucci, che da dodici anni è la padrona di casa di

"Ballando con le stelle", il sabato sera sulla rete ammiraglia, spiega perché ha

voluto nella sua squadra la popolare criminologa. E ricorda che Valerio

Scanu, dietro le quinte, è "l'occhio social" del programma

I l primo ballerino per una notte è stato l'allenatore di calcio Roberto Mancini. Chi sarà il prossimo? Lo sapremo sabato prossimo, nella seconda puntata della dodicesima edizione di "Ballando con le stelle" in diretta su Rai1 alle 20.35, subito dopo il Tg1, con la regia di Luca Alcini. «È uno degli

show più longevi e popolari della tv italiana - puntualizza il direttore della rete ammiraglia Andrea Fabiano -. Uno spettacolo che continua a piacere al pubblico con un cast ricco, vario e pieno di personalità diverse». L'impeccabile padrona di casa Milly Carlucci si avvale di un ventaglio di star, pronte a scendere in pista a passo di danza accompagnate dall'orchestra diretta da Paolo Belli. Per il resto rimane nell'abituale postazione la giuria storica presieduta da Carolyn Smith e composta da Ivan Zazzaroni, Fabio Canino, Guillermo Mariotto a cui dallo scorso anno si aggiunta e Selvaggia Lucarelli.

Accanto a Sandro Mayer questa volta siede la criminologa Roberta Bruzzone. Milly, voleva stupirci?Era da tempo che la stavo "corteggiando". Ce l'ha concessa "in prestito" Bruno Vespa (scherza, ndr) e da noi ha l'inedito ruolo di "analista psicologica" delle performance dei ballerini e delle loro insicurezze, perciò siamo curiosi di conoscere le sue impressioni su questo cast puntata dopo puntata. Ci aiuterà ad entrare nel merito dei comportamenti dei nostri protagonisti anche al di là delle esibizioni.

Un'altra novità è rappresentata dalla presenza di Valerio Scanu.Lui è il mio co-conduttore, o meglio il conduttore del "secondo schermo", quello dove interagiamo con la rete. Un'attività importantissima. Valerio conduce l'altro "Ballando con le Stelle", ovvero cura l'aspetto social del programma da dietro le quinte e ha il privilegio di andare ovunque e parlare con i protagonisti.

Soffermiamoci sugli aspiranti ballerini. Come stanno affrontando questa esperien-za?Premesso che il cast fa la vera differenza di ogni edizione, nuovi concorrenti sono emozionatissimi. Alla vigilia del debutto li ho visti tesi e piuttosto intimoriti, ci tengono a non fare brutta figura. Samuel Peron tenta di sdrammatizzare le paure di Martina Stella a cui ha affibbiato il soprannome di "ansiolin", Giuliana De Sio trasforma l'agitazione in lacrime e Alba Parietti chiede pietà nei giudizi. Castrogiovanni, da buon giocatore di rugby, è invece concentrato sul peso. Ha infatti già perso diversi chili negli allenamenti.

Quando il programma non va in onda lei è in giro per l'Italia, fa scouting, aggrega appassionati. "Ballando" è ormai una sua creatura, che le appartiene anche dal punto di vista autoriale.In effetti questa trasmissione la sento mia e colgo l'occasione per far arrivare un riconoscimento a tutta la squadra dei nostri autori, affiatata e instancabile. Per il resto sono convinta che il ballo faccia molto bene, e non solo al fisico. C'è una grande fetta sconosciuta di italiani che amano il ballo e lo praticano in maniera continuativa nelle scuole, nei circoli o nelle balere. Si divertono e si rilassano, li accomuna la passione. Quelli che vengono da noi rimangono uniti al gruppo, a dimostrazione che il ballo appartiene a tutti. E poi per i protagonisti questa è un'occasione per farsi conoscere da un altro punto di vista, mettendo a nudo alcune sfaccettature della loro personalità, la sensibilità innanzitutto. Speriamo di offrire ai telespettatori delle piacevoli serate di divertimento perché non ci sarà nulla di scontato.

MILLY CARLUCCI

ILBALLOFA BENE ATUTTI

TV RADIOCORRIERE22 23

Ecco le "stelle" chiamate ad esibirsi nelle diverse coreografie, accompagnate dai

rispettivi maestri di ballo. Tre le attrici: Giuliana De Sio (con Maykel Fonts), Anna

Galiena (con Simone Di Pasquale) e Martina Stella (con Samuel Peron). Tre anche gli

attori: Simone Montedoro (con Alessandra Tripoli), Antonio Palmese (con Samanta

Togni) e Christopher Leoni (con Ekaterina Vaganova). E ancora: la modella Ksenya

Belousova (con Raimondo Todaro), la showgirl Alba Parietti (con Marcello Nuzio),

il cantante Fausto Leali (con Ornella Boccafoschi) e la giornalista Anna La Rosa

(con Stefano Oradei). Dal mondo dello sport "atterrano" in pista il campione di judo

Fabio Basile (con Anastasia Kuzmina), il rugbysta Martín Castrogiovanni (con Sara

Di Vaira), e il campione paralimpico Oney Tapia (con Veera Kinnunen).

Le 13 COPPIE in pista

TV RADIOCORRIERE24 25

È tornato su Rai1 "Top - Tutto quanto fa tendenza", di cui

Angelo Mellone è capostruttura, ideatore, autore

e conduttore. Di questa terza edizione dice: «Con le nostre cinque inviate

raccontiamo moda, costume, tendenze ed eccellenze del

Made in Italy. Siamo un vero e proprio magazine che si sfoglia come una rivista di style»

ANGELO MELLONE

A CACCIA DI CREATIVI25TV RADIOCORRIERE24

26 27

T renta minuti incalzanti, avvincenti e pieni di novità. "Top - Tutto quanto fa tendenza" è tornato a stupire sulla rete ammiraglia nella seconda serata del sabato. Un programma di cui Angelo Mellone è capostruttura, ideatore, autore e conduttore.

Una sua "creatura", quindi?Sì. E come tale le sono particolarmente affezionato. Dopo l'esordio di tre anni fa, abbiamo chiuso la scorsa edizione con una media di oltre il 12% di share. Il pubblico ci ha premiato facendoci registrare ascolti molto vicini ad altri programmi del day time di Rai1. È una bella soddisfazione, sia per l'attenzione che i telespettatori ci hanno riservato, sia perché si tratta di un programma confezionato in casa a basso costo, forse è quello della rete con minor budget e di questo vado molto orgoglioso.

Come è strutturata la trasmissione?Ci avvaliamo di un'ottima squadra autoriale e di film-maker. Tutti giovani che sanno offrire una qualità anche cinematografica delle riprese, permettendoci di utilizzare da quest'anno solo immagini nostre. Non compriamo nulla e non utilizziamo quelle d'archivio, se non in rare occasioni.

Altre novità rispetto alle precedenti stagioni?Come location non siamo più al Maxxi, ma alla Lanterna di Fuksas nel pieno centro di Roma, e alcuni passaggi vengono girati all'interno di uno studio virtuale. Siamo diventati un vero e proprio magazine, che si sfoglia come una rivista di style, dedicato alla moda, al costume, alle tendenze e all'eccellenza del Made in Italy. Abbiamo dei topic fissi collegati alle nostre inviate Cristel Carrisi, Valeria Oppennheimer, Francesca Lancini, Valeria Altobelli e Michela Mattei.

Come si muovono le cinque inviate?Cristel ci racconta un'intera giornata, dall'alba all'alba, in una città europea. E abbiamo scelto mete un po' insolite, come Zagabria, Tirana, Cracovia, Palermo, Parma… Invece Francesca si collega con noi da quelli che abbiamo chiamato i "distretti creativi", cioè alcune zone del nostro Paese in cui la creatività spazia in vari campi. Abbiamo dato la precedenza all'Umbria e alle Marche, due realtà che si stanno risollevando dopo il terremoto. La Oppennheimer è a caccia di creativi, mentre Michela si occupa di arte con una finestra ben aperta sulla street art e l'architettura. Altobelli segue invece le nuove tendenze nello sport, dal fitness provocatorio lanciato da Madonna, ad alcune forme più dinamiche di yoga. In ogni puntata Paola Cacianti, la giornalista storica della moda italiana, va alla scoperta di ciò che si vede di bello nel mondo.

In che direzione sta andando la moda?È più attenta alla sobrietà e al rispetto per l'ambiente. Personalmente ho imparato che la moda è un eterno riciclo, quindi mi sento di suggerire di non buttare mai certi capi inutilizzati perché puntualmente ritornano, magari in forma un po' diversa. E poi ho imparato che si possono trovare cose a prezzi convenienti, ma mai a prezzi stracciati soprattutto per quanto riguarda il Made in Italy perché se un artigiano impiega una settimana a realizzare una camicia o un paio di scarpe, quel lavoro va considerato eccellenza anche per l'utilizzo di certi materiali. Ovviamente non può costare poco.

Altre tendenze?Ci occuperemo di robotica e start up. Abbiamo scovato due minorenni, fratello e sorella, contrattualizzati da una grande azienda che li considera geni della robotica. Ma ci sono anche designer e stilisti emergenti che riescono a stupire con gioielli incredibili, borse in ferro o addirittura tridimensionali, eccentrici accessori maschili. . .

Cosa piace ai giovanissimi?Tutto quello che è connessione. L'iperconnessione è una caratteristica strutturale delle nuove generazioni, rappre-senta il loro modo di percepire le relazioni interpersonali, l'amicizia e l'amore. Non giudico, ma mi rendo conto che è la connotazione dell'epoca in cui viviamo. I creativi ne stanno abbondantemente tenendo conto.

TV RADIOCORRIERE28 29

NINO FRASSICA

2928

Nino Frassica, da buon "maresciallo", è rimasto fedele al nostro giornale dal 1979,

quando era ancora in edizione cartacea: «Leggevo tutte le

notizie legate allo spettacolo». Poi racconta la sua nuova avventura di "Dopofiction"

con Flavio Insinna e Nathalie Guetta: «Lui è quello preparato, lei funziona proprio per la sua impreparazione, mentre io mi

tengo stretto il mio surrealismo»

SONO LA NOTA

STONATA

TV RADIOCORRIERE30 31

Frassica, lei non indosserà mai i panni del "bravo presentatore"?Tranquilli, appena tocca a me divento subito molto professionale. In realtà siamo tre presentatori con caratteristiche diverse: Flavio è quello preparato, Nathalie funziona proprio per la sua impreparazione, mentre io mi tengo stretto il mio surrealismo. L'obiettivo è riuscire a bilanciare i momenti seri con quelli comici.

Insinna ha definito questo trio "un bel complessino". Come suonerete insieme?Di scritto c'è solo la scaletta, tutto il resto è improvvisato. Ognuno va per la sua strada, tanto c'è Flavio che pensa a raddrizzare tutti gli sbandamenti.

Anche in questo caso lei sarà il maresciallo?Guarda caso i ruoli ritornano. Io serio, anche se impacciato e pacchiano, ma sempre un "personaggio".

Si ritiene ancora il maresciallo più amato dagli italiani?Certo. La simpatia deriva proprio dal fatto che il mio personaggio non è perfetto, non prova nemmeno a esserlo. Tutti lo amano proprio per i suoi difetti. E poi è una persona perbene, quindi tutto gli viene perdonato.

Che definizione si dà come comico?Non voglio essere bravo ma originale, unico. Il mio genere è il surreale, il "non sense". E la mia aspirazione è quella di diventare una maschera. Sentirsi dire "facciamo qualcosa alla Frassica" è forse uno dei complimenti migliori. E poi, qualsiasi ruolo debba interpretare, non la tradisco la mia natura.

Qualcuno ha scritto di lei come un messinese da studiare nella prossima letteratura italiana. Cosa ne pensa?Magari… Un linguista come Tullio De Mauro ha dedicato delle pagine a Frate Antonino Scasazza che, con il suo modo di parlare, ha influenzato il linguaggio!

Cinema, tv e radio non solo in Rai. Lei è un grande professionista, cosa le manca? Con "DopoFiction" ho realizzato un altro piccolo sogno. Quello nel cassetto è creare una sit com completamente spregiudicata, qualcosa da ridere senza però avere dei "filtri". Vorrei essere produttore, distributore e anche telespettatore. Insomma, me la canto e me la suono (ride, ndr).

Oggi se non sei "social" non sei nessuno. Che rapporti ha con questo mondo?Sono in ritardo, come su tutto il resto…

Esiste un suo "erede"?Uno come me ancora no. Mi piace Maccio Capatonda, Massimo Bagnato, la coppia Nuzzo-Di Biase, il Mago Forrest e Lillo&Greg. Ma anche loro cominciano a essere anziani!Nino Frassica è, come sempre, un fiume in piena. Difficile fermare i suoi racconti e l'entusiasmo di un uomo che ha fatto della sua professione uno stile di vita. Ci ha però congedati cosi, con una battuta, alla Frassica: «Leggete il RDTV ma il giovedì buttate anche questo, via i telecomandi e tutto il resto. Non si legge, non ci si muove e non si va da nessuna parte. Ricordate, c'è il Dopofiction su Rai1!».

Galeotta fu la conferenza stampa di presentazione di "Dopofiction", la nuova avventura di Nino Frassica con due compagni di viaggio molto speciali: Flavio Insinna e Nathalie Guetta. Lo abbiamo incontrato e già dall'inizio della nostra

conversazione questo messinese che tutti ci invidiano ha confessato il

suo affetto per il nostro giornale. Sentite perché.

Come mai si dice così legato al Radiocorriere Tv? Quando ancora non ero "Nino Frassica", mi dilettavo in spettacoli dal

sapore "arboriano". Io, che venivo dalla provincia e sognavo il mondo

dello spettacolo, vedevo Renzo Arbore come un mito "irraggiungibile".

Un giorno presi coraggio e lo chiamai. Era il 1979! Poi, da buon topo

da archivio, leggevo tutte le notizie legate allo spettacolo proprio sul

Radiocorriere, l'unico settimanale a occuparsi di questo mondo, con

un'attenzione particolare per la radio. Ed è proprio dal vostro giornale

che appresi della nuova avventura radiofonica di Arbore, Boncompagni e

Mario Marenco. L'ho saputo quasi in anteprima, così ho contattato Renzo

e gli ho detto: "Sono pronto". E' iniziato tutto così e dalla radio sono

passato alla tv nella grande avventura di "Indietro tutta" e "Quelli della

notte".

Con "Quelli della notte" è stato inventato un modo diverso di fare tv.In radio come in televisione il genio di Renzo Arbore ha operato una vera

rivoluzione. Improvvisazione anche quando si era in diretta! Siamo tutti

un po' "figli" di questo genio.

L'Altra Tv, come la chiama Arbore, oggi sarebbe possibile?Quel modo di fare televisione non esiste più, in giro si trova ancora troppa

tv "banale". Ci sono però dei segnali: "Quelli che il calcio", la Gialappa's,

alcuni comici, Fabio Fazio con "Che tempo che fa" e perché no, anche

"Dopofiction" con il suo mix di comico e serio. Ancora oggi, però, manca

quel programma capace di ricreare la magia di "Indietro tutta".

E ora parliamo di "Dopofiction".Una mia idea, subito appoggiata dal direttore di Rai1 Andrea Fabiano.

Lavorando da tempo nel mondo delle fiction, mi sono accorto che è un

genere considerato di livello inferiore rispetto al cinema. La situazione

in realtà è ben diversa, tenendo conto che gli addetti ai lavori, fra

sceneggiatori, attori, registi, sono gli stessi per entrambi i settori. Il primo

grande merito delle fiction è sicuramente quello di aver "affossato" le

soap sudamericane che avevano invaso la nostra tv. E poi parlano di noi,

del nostro modo di vivere, raccontano il Paese come in passato faceva la

commedia all'italiana.

Com'è costruito il programma?Siamo un trio perfettamente in sintonia. C'è il classico presentatore in

giacca e cravatta, Flavio Insinna, c'è Nathalie, totalmente estranea a

questo mestiere, e poi ci sono io, la nota "stonata" e quindi divertente.

Con i nostri difetti e i servizi sbagliati accompagniamo la precisione di

Flavio. Una continua ricerca, una sperimentazione goliardica attraverso

il mondo delle fiction di oggi e di ieri. Una specie di talk con ospiti

diversi per ciascuna puntata e un varietà molto improvvisato.

32 33

CULTURA

Nel XVI secolo, al tempo in cui l'Italia è frammentata in numerosi piccoli stati, Isabella d'Este Gonzaga e Lucrezia Borgia, profondamente diverse tra loro per indole e storia familiare, diventate cognate, lasciano il segno nella storia e nella cultura dei loro

casati e delle loro città. Mantova, eletta capitale italiana della cultura 2016, con Isabella e il marito Francesco II si arricchisce di innumerevoli splendori artistici, mentre la corte di Ferrara è definita nel Rinascimento "la prima città europea". Le analogie e le differenze tra le due no-bildonne sono al centro del doc "Isabella d'Este e Lucrezia Borgia. Le signore del Rinascimen-to", scritto da Marta La Licata, con la collaborazione di Alessandra Necci, regia di Fedora Sasso in onda martedì 28 febbraio alle 21.10 su Rai Storia, per il ciclo "Italiani" con l'introduzione di Paolo Mieli. Isabella d'Este Gonzaga, bambina prodigio, affascinata dai viaggi, la moda e la musica, verrà definita dai suoi contemporanei la prima donna del mondo. Incarna un modello di principe umanista. Circondata da intellettuali e artisti, ha concepito la sua vita come un'o-pera d'arte coltivando le arti, la bellezza e la cultura come valori fondanti. Ma la marchesa è anche una razionale manipolatrice nelle relazioni diplomatiche e in quelle con gli artisti. Ha un'altissima concezione di sé e del suo ruolo nella storia, ed è pronta a tutto per salvaguardare i figli e la corte. La sintesi della personalità di Isabella è forse nel suo studiolo, una piccola stanza delle meraviglie nella corte vecchia del Palazzo Ducale di Mantova, in cui erano custo-diti i tesori dell'antichità, i capolavori di artisti come il Mantegna, il Perugino e Lorenzo Costa e dove ogni decorazione rimanda alla sua filosofia di vita. Il nome di Lucrezia Borgia, invece, è sempre stato associato a veleni, intrighi e incesti, ma alla luce di nuovi studi basati su registri, documenti amministrativi e lettere segrete scritte in codice si evince che ha avuto grandi capacità di reggenza del ducato in assenza del marito preoccupandosi del benessere dei suoi sudditi e la sopravvivenza dello Stato estense. Pochi ricordano che è Lucrezia ad aver fondato una banca per i poveri e ad aver promosso le boni-fiche dei terreni paludosi perché diventassero terre coltivabili. Al prestigio e lusso personale preferisce investimenti economici per la comunità. Lucrezia ha subito la pesante eredità di una famiglia nota per l'indole sanguigna e prepotente del fratello Cesaree per i costumi dissoluti del padre, il Papa Alessandro VI. Una nuova chiave di lettura della duchessa di Ferrara, donna sobria e dalla ricca vita interiore, è condivisa anche da Dario Fo, premio Nobel scomparso di recente, che nella puntata racconta cosa lo ha affascinato del personaggio e quanto sia im-portante raccontarla con lealtà. Lucrezia Borgia è interpretata da Maria Grazia Toccaceli. Nel ruolo di Isabella d'Este c'è invece Federica Restani, attrice mantovana, mentre Adolfo Vaini è il notaio Odoardo Stivini. Intervengono nel racconto Diane Ghirardo della University of Southern California, lo storico Tommaso di Carpegna Falconieri, Lorenzo Bonoldi, storico dell'arte, il vi-cedirettore del Complesso Museale del Palazzo Ducale di Mantova Renata Casarin, la direttrice dell'Archivio di Stato di Modena Patrizia Cremonini e lo scrittore Giancarlo Malacarne.

Con la loro forte personalità contribuirono al cambiamento di due città emblema della cultura come Mantova e Ferrara. "Isabella d'Este e Lucrezia Borgia. Le

signore del Rinascimento" è il titolo di un documentario scritto da Marta La Licata con la collaborazione di Alessandra Necci e la regia di Fedora Sasso, su Rai Storia

il 28 febbraio in prima serata

Dal 1° marzo, in prima serata su Rai Storia, torna "Argo", il ma-gazine televisivo tematico dedicato alla storia e alla sua nar-razione in compagnia di uno dei più noti divulgatori italiani,

Valerio Massimo Manfredi. Il titolo programma - firmato da Alessan-dra Bisegna, Sara Chiaretti, Davide Savelli e Clemente Volpini, con la regia di Claudia Mencarelli - evoca la mitica nave che portò Giasone e gli Argonauti alla conquista del vello d'oro. E dal suo ventre imma-ginario Manfredi sceglie un tema centrale in ogni puntata, ne traccia le origini più antiche, mitologiche, e chiede a suo gruppo di inviati di trovare nuove tracce e storie nei secoli più recenti, proponendo servizi nei luoghi teatro di eventi come negli archivi, ritratti di personaggi emblematici, memorie e testimonianze, approfondimenti di esperti ma anche curiosità sorprendenti. Il tema del primo appuntamento è il corpo. Valerio Massimo Manfredi ci guida in un viaggio nel tempo alla scoperta di storie, miti, leggende, luoghi e personaggi a esso legati. Dai corpi oltraggiati di Piazzale Lore-to al corpo violato degli stupri di guerra av-venuti in Italia durante il secondo conflitto mondiale. Dalla santa anoressia dei digiuni mistici durante il Medioevo all'anoressia co-me malattia nei diari dell'archivio di Pieve Santo Stefano. E ancora lo studio del corpo nelle cere anatomiche conservate presso il Museo Luigi Cattaneo di Bologna, la bellez-za del corpo allenato e la storia della Reale Società Ginnastica di Torino, fino al corpo del doping negli anni della guerra fredda.

LE DONNE DELLA RINASCITA

QUANT E COSE PUÒ RACCONT ARE

IL CORPO UMANO... Il divulgatore Valerio Massimo Manfredi sceglie un tema

centrale in ogni puntata tracciandone le origini più antiche e mitologiche. Poi un gruppo di inviati troveranno nuove tracce nei secoli più recenti. Si articola così il magazine "Argo", che è

tornato dal 1° marzo su Rai Storia

34 35

i n s e g u e n d o

i l q u art e t t od i l i v e rpo o l

"Beatles Stories" è il documentario che Rai5 trasmette in prima serata il 1° marzo per "Music Icons". Lo ha realizzato nel 2004 il cantautore

Seth Swirsky, che ha registrato su pellicola centinaia di ricordi e

aneddoti raccontati in prima persona da coloro che per motivi diversi hanno

incrociato la loro strada con quella della mitica band

CULTURA

OMAGGIO A

JACK LONDONMarco Paolini rende omaggio a Jack London (1876-1916)

rievocandone l'immaginario e reinterpretando alcuni estratti dei suoi racconti e romanzi più noti, nello spettacolo in due parti "Ballata di uomini e cani", che Rai Cultura propone sabato

4 marzo alle 21.15 su Rai5. L'omaggio è rivolto sia a London che ha acceso l'immaginario di tante generazioni di adolescenti sia all'autore che si apprezza soprattutto in età adulta, e non solo per i suoi oltre cinquanta tra racconti, saggi e romanzi, ma anche per la sola rilettura dei suoi due testi più conosciuti, "Il richiamo della foresta" e "Zanna bianca". «Per me - dice Paolini - ciò che rende prezioso London è che scrive di ciò di cui ha fatto esperienza, senza mai dispensare consigli, ma coinvolgendo il lettore nel racconto del vivere». Un "work in progress" cominciato nel 2010 nei boschi, nei rifugi alpini e nei ghiacciai, che lentamente ha preso la forma di uno spettacolo teatrale, in cui ai tre racconti dello scrittore statunitense recentemente tradotti da Davide Sapienza si aggiungono le ballate composte ed eseguite alla chitarra da Lorenzo Monguzzi, ex "Mercante di liquori", e da anni suo collaboratore affiancato in scena da Angelo Baselli al clarinetto e Gianluca Casadei alla fisarmonica. Le ballate sono ispirate ai vagabondaggi sonori e canori di Woody Guthrie con riferimenti al Verdi suonato dalle bande americane, come racconta Whitman nel suo "Foglie d'erba".

Nello spettacolo "Ballata di uomini e cani", su Rai5 il 4

marzo, Marco Paolini rievoca l'autore de "Il richiamo della foresta" e "Zanna bianca", i

libri che hanno accompagnato l'immaginario di diverse

generazioni di adolescenti

John Lennon ha veramente incontrato Ghandi e scherzato con Ronald Regan? Paul McCartney ha incrociato Fonzie per le strade di New York? Il cantautore Seth Swirsky cattura gli incontri più improbabili, ma rigorosamente veri, dei Fab Four

nel documentario "Beatles Stories", che Rai Cultura propone in prima visione mercoledì 1° marzo alle 21.25 su Rai5. Swirsky è cresciuto negli anni Sessanta adorando le canzoni dei Beatles, il loro sound e il loro stile. Nel 2004, videocamera alla mano, ha registrato su pellicola centinaia di ricordi e aneddoti raccontati in prima persona da coloro che per motivi vari e diversi hanno incrociato la loro strada con quella dei suoi miti. Da Sir Ben Kingsley a Sir George Martin, dal Beach Boy Brian Wilson all'astronomo Brian Skiff, parlano persone che hanno conosciuto bene i Beatles, ma anche coloro che hanno avuto un incontro fortuito, e indimenticabile, con i membri della band. Tra i protagonisti che intervengono nel documentario gli attori Henry Winkler (l'interprete di "Fonzie", ndr) e Jon Voight, gli ex produttori discografici e tecnici dei Beatles in sala d'incisione Norman "Hurricane" Smith, Ken Scott e John Kurlander. E poi i musicisti Smokey Robinson, Jackie De Shannon, Graham Nash, Davy Jones, Susanna Hoffs, Art Garfunkel e decine di altri ancora. Swirsky raccoglie storie in luoghi inaspettati ascoltando vicini di casa, compagni di giro, soci in affari, ex fidanzate che svelano storie mai sentite prima.

34

#condiVivo

«Stiamo portando avanti la proposta d'istituzionalizzare la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli

Stili di Vita Sostenibili». È con questo spirito che Massimo Cirri e Filippo Solibello, i conduttori di "Caterpillar" hanno affrontato la tredicesima edizione di "M'illumino di meno"

su Rai Radio2

«Insieme a voi in questi anni abbiamo spento i principali monumenti italiani ed europei come gesto simbolico di risparmio energetico. Abbiamo cominciato quando ancora la sensibilità verso i temi ambientali era poco diffusa e

ora la cura del pianeta è diventata sempre più impellente». Massimo Cirri e Filippo Solibello, i conduttori del popolare programma di Rai Radio2 "Caterpillar", ci hanno creduto fin dal 2005, quando hanno lanciato la prima iniziativa simbolica finalizzata alla sensibilizzazione. «Rinnoviamo l'invito a spegnere le piazze, le illuminazioni private e pubbliche», hanno detto pochi giorni fa, il 24 febbraio, dando il via alla tredicesima edizione di "M'illumino di meno". Due ore di diretta, dalle 18.00 alle 20.00, in cui Cirri e Solibello si sono collegati con i tanti Comuni di tutt'Italia che hanno accettato l'invito di spegnere le luci entrando nello spirito dello slogan "Risparmio e vedo il cielo". E i cittadini più social hanno partecipato numerosi anche attraverso l'hashtag #condiVivo rispondendo alla richiesta di un gesto di condivisione contro lo spreco di risorse. Ed è dimostrato come la più grande dispersione energetica sia causata dallo spreco in tutti ambiti dei nostri consumi. Ma "Condivivere" come? Il suggerimento è stato: dando un passaggio in auto ai colleghi, organizzando una cena collettiva nel proprio condominio, aprendo la propria rete wireless ai vicini e in generale condividendo le proprie risorse come gesto concreto anti spreco. Tutte situazioni che servono anche per socializzare."Caterpillar" si è rivolto, ancora una volta, alle istituzioni, alle associazioni culturali e sportive, alle scuole e soprattutto ai singoli cittadini perché "M'illumino di Meno" è soprattutto una giornata di festa energetica aperta a tutte le forme di creatività.Nel corso degli anni la manifestazione, che ha simbolicamente "spento" i più emblematici monumenti della nostra Penisola, ha fatto registrare una partecipazione massicciamente crescente. Perciò Cirri e Solibello auspicano di veder realizzata una loro aspettativa: «Stiamo portando avanti la proposta dell'istituzione della Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili».

RADIO

36 37TV RADIOCORRIERE

TV RADIOCORRIERE38 39

RAGAZZI

«La Dottoressa Peluche" ha molto da in-segnare ai medici, a partire dall'uso di parole semplici», ha spiegato la psico-

loga dell'infanzia Stefania Andreoli presentando i risultati di una ricerca realizzata dal network Fattore Famiglia in collaborazione con Disney sulla percezione dei medici presso i bambini in età prescolare. Perché i bambini non temo-no il dottore o il dentista, anzi molti sognano di poter fare il medico "da grandi" (21%) e il 43% preferisce un kit da piccolo dottore anziché un regalo tecnologico. Fare una puntura è ciò che spaventa di più i bambini fra gli zero e i sei anni (38,69% degli intervistati fra 150 famiglie), ma alla notizia della visita medica la gran parte dei bambini non reagisce con capricci o proteste si che si tratti del pediatra (65%) o del dentista (53%). Dalla ricerca si evince poi che il 67% dei genitori si fida dei medici e questa sicurezza vie-ne trasmessa ai figli. «La fiducia è il contrario della paura», evidenzia Andreoli. Secondo la ri-levazione infatti il 65% dei medici rappresenta un modello positivo perché si rivolge con parole semplici ai genitori e ai piccoli pazienti.

DA GRANDE FACCIO

IL MEDICO

PRIMA DI ANDARE

A NANNADa alcuni giorni nel palinsesto serale di Rai

YoYo ci sono stati importanti variazioni di orario. Nello specifico è stato raddoppia-

to l'appuntamento delle 18.55 con "Masha e Orso", che va avanti fino alle 19.35 quando va in onda "La casa di Topolino". Alle 20.00 arriva "Minnie Toons" seguito dalla "Dott.sa Peluche". Alle 20.25 doppio appuntamento con "Regal Academy", mentre alle ore 21.15 c'è "Winx Club". Alle 21.40 i bambini possono seguire "I racconti di Masha" e alle 21.50 "Topo Tipo". Confermato l'appuntamento delle 22.10 con i "PJ Masks".

Tutte le sere, alle 20.05, tutti i bambini si ritrovano davanti alla tv per seguire su Rai YoYo le avventure di Dottie, che come per magia dà vita ai suoi gio-cattoli. È tornata infatti con nuovi episodi la "Dottoressa Peluche", la serie

animata Disney creata da Chris Nee, che si rivolge a un pubblico prescolare. Quando i giocattoli si feriscono o si rompono, Dottie li porta nella sua "clinica", che si trova nel cortile di casa e per ognuno di loro trova la diagnosi e li cura. La serie televisiva insegna ai bambini come prendersi cura di se stessi e degli altri. Dottie interagisce spesso con il suo fratellino, la madre, che è una dottoressa, e il padre. È una pre-murosa bambina di sei anni che riesce a parlare con giocattoli e animali di stoffa prendendosi cura di loro e medicandoli laddove necessario. Quando usa il suo ste-toscopio, giocattoli, bambole e peluche prendono vita e lei può comunicare con loro. Ad assistere Dottie nella sua clinica ci sono sempre i suoi adorati amici di peluche: l'orgoglioso Draghetto, l'affettuosa pecorella Bianchina, Hallie, ippopotamo infer-miere allegro e premuroso, Squittino, pesciolino allarmista dalla voce squillante, e il pupazzo di neve Nevino che passa molto tempo in clinica per i suoi check-up. Che si tratti di una cucitura allentata, batterie scariche o una piccola crepa, Dottie e i suoi assistenti sono lì a dare una mano insegnando ai piccoli telespettatori l'importanza di prendersi cura di se stessi e degli altri.

La "Dottoressa Peluche" è tornata ogni giorno nel preserale di Rai YoYo con nuovi episodi. La protagonista è Dottie, una bambina di sei anni che si occupa di "guarire" giocattoli e peluche. La serie animata Disney creata

da Chris Nee è dedicata ai bambini di età prescolare e ha l'obiettivo di insegnare a prendersi cura degli altri

38

QUALCOSA DI ROTTO?

CI PENSO IO...

TV RADIOCORRIERE40 41

Ridere fa bene alla salute, allo spirito. E lo sanno bene i nuovi "eroi", addirittura i super eroi di Made in Sud, il programma comico di successo che

torna su Rai2.E così Pigroman, tutt'altro che efficiente e multitasking, anzi come ricorda la P sul suo costume da supereroe, è un eroe di Pigrizia . Non c'è causa, in fondo per quanto nobile, che richieda troppa fretta nell'intervenire . Prima pensiamoci e poi se è proprio necessario…..Questa è la filosofia di questo "Supereroe controvoglia" di Mariano Bruno che involontariamente è diventato così popolare da dover scrivere, a grande richiesta, un' autobiografia; un po' la raccolta delle sue amatissime favole classiche reinterpretate in chiave molto personale da leggere oziosamente ridendo a più non posso. L'altro eroe moderno è Ciro Giustiniani, un incrocio tra cabarettista e sindacalista , due attività più simili di quanto si creda, che mescolano narrazione , calembour, cabaret. Nato a S. Giorgio a Cremano come Massimo Troisi ha fatto sua l'arte del monologo . Ci sono luoghi in cui la vita è un romanzo dove il lieto fine bisogna sudarselo sette camicie. Prende vita così un'opera esilarante, pubblicata da Rai Eri e in libreria dal 28 febbraio. Una storia di vita dissacrante, così tra un sorriso e una stretta al cuore, si tuffa al fondo del suo sconforto per ripescarne la tragicomica epica quotidiana.

BENVENUTIAL SUD

40 41TV RADIOCORRIERE

Le tragicomiche, esilaranti avventure di due comici in cerca di avventura… ma senza fretta!

TV RADIOCORRIERE42 43

Fra pochi giorni esce "Girotondo", il nuo-vo album d'inediti di Giusy Ferreri, che contiene, tra gli altri, "Fa talmente male" con cui l'artista si è presentata in gara

alla 67.ma edizione del Festival di Sanremo nel-la sezione Campioni. Il brano sanremese è sta-to scritto da Roberto Casalino sulla musica di Takagi e Ketra, autori anche della hit mondiale Roma-Bangkok di Baby K ft. Giusy Ferreri, insieme a Paolo Catalano. Ecco la tracklist di "Girotondo": "Fa Talmente Ma-le", "L'amore tante volte", "Partiti Adesso", "L'amore mi perseguita" (ft. Federico Zampaglione), "È fi-nita l'estate", "Occhi lucidi" (scritto da Tommaso Paradiso), "Col sole e col buio", "Girotondo", "La Distanza", "Il mondo non lo sa più fare", "Tornerò da te", "Immaginami" (scritto da Marco Masini), "Il resto del mondo è diverso da te", "La gigantessa".Ad aprile, Giusy riporterà sul palco la sua energia e la sua voce unica con "Anteprima Live 2017", due concerti- evento a Roma e Milano dove pre-senterà live i brani contenuti nel nuovo album, oltre ai suoi più grandi successi. Queste le date: il 4 aprile all' Auditorium Parco della Musica (Sala Petrassi) di Roma e il 12 aprile al Teatro Nuovo di Milano.

FA TALMENTE

MALE

Il 3 marzo esce "Girotondo", il nuovo album di Giusy Ferreri con quattordici inediti. C'è anche il brano "Fa talmente male", con cui l'artista si è presentata

in gara a Sanremo. Ad aprile la presentazione ufficiale del disco con due

concerti live a Roma e Milano

MUSICA

45

CINEMA IN TV

Dramma e commedia per il "Manhattan" di Woody Allen. Sophia Loren è la "Bella mugnaia" contesa da Mastroianni e De Sica. Segreti giapponesi e colpi di scena in "Agente 007 - Si vive solo due volte". Meryl Streep, diretta da Mike

Nichols, interpreta magistralmente la protagonista di "Silkwood"

SUCCEDE NELLA GRANDE MELA

È Sean Connery ad interpretare il ruolo dell'agente segreto James Bond in "Agente 007 - Si vive solo due volte", il quinto della serie diretto da Lewis Gilbert, che si ispira liberamente all'omonimo romanzo di Ian Fleming. Dato per morto in una precedente missione, Bond si ripresenta in azione per neutralizzare la terri-bile organizzazione della Spectre. Mimetizzato all'in-terno di un vulcano spento su un'isola del Giappone, il sedicente gruppo dedito al terrorismo e all'estorsione internazionale sta pianificando un piano per scatena-re la Terzo Guerra Mondiale. Con un sofisticato sistema infatti, la Spectre è riuscita a catturare le navicelle spa-ziali di americani e sovietici che, naturalmente, si accu-sano reciprocamente per le aggressioni subite. L'agente 007 entra in azione, aiutato dai servizi segreti giappo-nesi, tra belle ragazze e spettacolari colpi di scena.

Un film intenso, che racconta la storia vera di Karen Silkwood, operaia in una fabbrica di materiale radioattivo dell'Oklahoma. Nell'autunno del 1974 la donna si scopre positiva a una conta-minazione da plutonio, entra nel sindacato e incomincia a de-nunciare le irregolarità che si verificano nell'azienda che compro-mettono la salute non solo dei dipendenti. Questa sua battaglia la isola dai colleghi, timorosi di rimanere senza lavoro e ignari dei rischi che corrono a causa delle possibili contaminazioni. Ma lei continua la sua lotta e la sua ricerca di prove sulle irregolarità del processo produttivo. Decisa a denunciare la compagnia per la quale lavora, Karen rimane vittima di uno strano incidente auto-mobilistico proprio nel giorno in cui avrebbe dovuto incontrare un giornalista per mostrargli le prove raccolte. Diretto da Mike Nichols nel 1983, "Silkwood" ottenne cinque candidature all'O-scar compresa quella di Meryl Streep come attrice protagonista.

Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Vittorio De Sica, Yvonne Sanson sono fra i protagonisti de "La bella mugnaia", un film del 1955 diretto da Mario Camerini, remake di "Il cappello a tre punte" realizzato con i De Filippo dallo stesso regista nel 1934. Nella Napoli vessata dalla dominazione spagnola, Luca (Marcello Mastroianni ndr) e Carmela (Sophia Loren ndr) sono due mugnai nel feudo governato da Don Teofilo (Vittorio De Sica ndr). I due giovani sposi approfittano del fascino che la bella Carmela esercita sul governatore e su tutti i potenti per avere una tassazione agevolata. Un giorno però Luca rimane coinvolto in una rivolta popolare e viene arrestato. Da questo momento comincia la commedia degli equivoci. Adulteri non consumati provocano reazioni e controreazioni fino a che i protagonisti si convinceranno a salvare i rispettivi matrimoni.

MARTEDÌ 28 FEBBRAIO ORE 21.15ANNO 1979 - REGIA DI WOODY ALLEN

GIOVEDÌ 2 MARZO ORE 08.15ANNO 1955 - REGIA DI MARIO CAMERINI

VENERDÌ 3 MARZO ORE 21.20 ANNO 1967 - REGIA DI LEWIS GILBERT

DOMENICA 5 MARZO ORE 21.10 ANNO 1983 - REGIA DI MIKE NICHOLS

TV RADIOCORRIERE

Ispirato dall'amore per la musica di George Gershwin, Woody Al-len scrive, dirige e interpreta "Manhattan", considerato da pubbli-co e critica uno dei migliori del regista statunitense. Isaac Davis è un autore televisivo di quarantadue anni che abita nel cuore ella Grande Mela. Ha appena divorziato dalla seconda moglie e convive con Trecy, una liceale diciassettenne affascinata dalla sua cultura. Lui è convinto che questa relazione non può durare e spinge la studentessa ad andare a Londra per frequentare una scuola d'arte drammatica. Anche perché, nel frattempo, si sta in-namorando di Mary, che ha conosciuto tramite il suo amico Yale. Quando però Tracy si decide a partire, Isaac cerca di fermarla. Il film è una perfetta sintesi tra commedia e dramma, tenerezza e ironia si alternano in questa riflessione sul cinema che per Allen equivale a dire sul senso stesso della vita. Come si è saputo solo posteriormente, il film ha una forte componente autobiografica essendo ispirato dalla relazione sentimentale avuta da Allen con la giovanissima attrice Stacey Nelkin.

44

TV RADIOCORRIERE46 47

ALMANACCO DEL RADIOCORRIERE

febbraio

1927 1937

1967

1947

1977

1957

1987

47TV RADIOCORRIERE46

TV RADIOCORRIERE48 www.radiocorrieretv.it44