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R.Capolupo-Appunti Macro2 1 Lezione 9 (Capitolo 14 De Long) Saldo di bilancio, debito pubblico e investimenti

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R.Capolupo-Appunti Macro2 1

Lezione 9(Capitolo 14 De

Long)

Saldo di bilancio, debito pubblico e investimenti

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Debito pubblico L’ammontare di debito che il governo ha accumulato nel

corso del tempo e che si riflette nell’ammontare complessivo di denaro che il governo deve ai risparmiatori dai quali ha preso a prestito.

Varia da un anno all’altro Per definirlo e conoscere le sue variazioni occorre guardare

ai deficit o agli avanzi del bilancio pubblico. Denotiamo con d il disavanzo di bilancio, e con D il debito

pubblico la relazione tra disavanzo e debito (tra flussi e stock) è:

D= d

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Definiamo il disavanzo disavanzo(t)= r D(t-1)+G(t)-T(t) Tutte le variabili sono in termini reali . Il primo termine al secondo membro r D(t-1) rappresenta gli

interessi reali corrisposti sui titoli pubblici in circolazione e (G –T) rappresenta il disavanzo primario

Poiché la misura ufficiale del disavanzo all’anno t è:iD+G-T, nel senso che la spesa per interessi è calcolata in termini nominali, la misura di disavanzo ufficiale deve essere corretta per l’inflazione:

Misura corretta del disavanzo o disavanzo reale = iD+G-T- D

in termini più semplici il disavanzo reale è legato al disavanzo ufficiale dalla relazione:

dr = du -D

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Perché gli economisti si interessano al disavanzo dello stato? E’ una misura del ruolo della politica fiscale nella

stabilizzazione del reddito (influenza sulla IS) nel breve periodo

disavanzo e il debito pubblico ad esso associato sono strettamente connessi con il risparmio nazionale e con gli investimenti nazionali

Nel lungo periodo un aumento del debito tende a comprimere la formazione di capitale, abbassa il sentiero di crescita di stato stazionario e riduce il PIL per lavoratore di stato stazionario

Un debito pubblico elevato richiede maggiori imposte nel futuro per pagare gli interessi sul debito. Questo potrà scoraggiare ulteriormente l’attività economica

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Cosa fare per ridurre il debito? Democratici: generare avanzi di bilancio,

riducendo la spesa ( politica dell’amministrazione Clinton diretta a ridurre gli enormi deficit delle amministrazioni precedenti)

Repubblicani:Ridurre le imposte per stimolare l’economia e non preoccuparsi di ridurre il debito (aderiscono alla teoria dell’equivalenza ricardiana)

Quale sia la politica più appropriata resta incerto e il problema deve essere risolto attraverso indagini empiriche

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Disavanzo (avanzo) di piena occupazione Esiste una misura appropriata di politica

fiscale che ci consenta di tener conto simultaneamente delle manovre di governo riguardanti sia la spesa sia le imposte?

Questa misura è il saldo di bilancio (disavanzo o avanzo) di piena occupazione o corretto per il ciclo.

Essa indica il valore che il saldo di bilancio assumerebbe se l’economia avesse raggiunto la piena occupazione

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Avanzo di bilancio di piena occupazione Si tratta di uno strumento per valutare la politica fiscale che

è indipendente dalle fasi del ciclo economico e dalle variazioni del deficit (o dell’avanzo) dovute a movimenti della spesa privata.

Esso misura l’avanzo di bilancio non al livello effettivo del reddito ma al livello di piena occupazione (o potenziale).

AB*= tY*-G Se l’avanzo di bilancio effettivo è: AB= tY-G Sottraendo quest’ultima dall’AB* si ha: AB*-AB=t(Y*-Y) La differenza tra l’avanzo di piena occupazione e l’avanzo

effettivo misura la variazione dell’avanzo dovuta al ciclo economico

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La differenza tra il saldo di bilancio (cassa) effettivo e il saldo

di piena occupazione del bilancio pubblico (USA) può essere notevole quando l’economia soffre di una profonda recessione oppure gode di un boom

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Come si determina? Il calcolo è piuttosto complesso e non è oggetto

del corso. Occorre correggere il saldo di cassa del governo (G-T) in saldo di piena occupazione tenendo conto della reazione automatica delle entrate fiscali e della spesa pubblica al ciclo economico.

Ciò che importa è che esso è una buona misura dell’effetto dell’imposizione fiscale e della spesa pubblica sulla domanda aggregata

Quando il disavanzo di bilancio di piena occupazione aumenta la IS si sposta verso destra denotando una politica fiscale espansiva. Il contrario accade quando il disavanzo di bilancio di piena occupazione diminuisce

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Disavanzi di piena occupazione e spostamenti della IS

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Analisi dei debiti e dei disavanzi Sostenibilità . Quando si incorre in disavanzi

persistenti la prima domanda da porsi è se questi deficit siano sostenibili.

Per rispondere a questa domanda bisogna analizzare il sentiero temporale del rapporto debito/PIL (D/PIL)

Valutare se tale rapporto tenda a un qualche valore di stato stazionario

In corrispondenza dello stato stazionario sia D sia Y (PIL) cresceranno allo stesso tasso proporzionale

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D/Y di stato stazionario Ricordiamo che nel lungo periodo il PIl cresce al

tasso n+g (tasso di crescita della forza lavoro+tasso di crescita dell’efficienza del lavoro)

La variazione del debito è: Dt+1- Dt= d- Dt E il tasso di crescita = d- Il valore reale del debito cresce di un ammontare

pari al deficit di bilancio e decresce di un ammontare pari al tasso di inflazione (rappresenta l’erosione del valore del debito per effetto dell’inflazione).

L’equazione precedente si può scrivere: Dt+1= d+ (1- ) Dt

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D/Y di stato stazionario (2) Denotiamo il disavanzo come quota del PIl

con:= d/Y

Ovvero d= Y, e sostituiamo nel tasso di crescita del debito:

t

t

t

tt

D

Y

D

DD 1

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Stabilità del rapporto debito/PIL implica che il tasso di crescita del PIL :

D

Ygn

Il che avviene quando:

Questo è il livello di stato stazionario a cui tende il rapporto D/PIL

gnY

D

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Esempio numerico Supponiamo che l’economia incorra

annualmente in un deficit costante pari al 4% del PIL (=4%) che n=2% ,g=1% e =5%

Applicando la formula Il rapporto D/Y *= ½ Se il rapporto D/Y corrente <1/2 il

rapporto debito/PIL aumenterà e viceversa

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Esiste un rapporto D/Y di stato stazionario? Per ogni d/PIL = il rapporto D/Y tende al suo valore di

stato stazionario (che dipende da n+g+) Sè vero che l’ammontare di debito/PIL che il governo

intende emettere tende a un valore stabile c’è da chiedersi se gli investitori desiderano detenere quella quantità di debito.

Più alto è il rapporto D/Y più rischioso diventa il debito del Paese secondo il giudizio degli investitori e meno titoli si desidera detenere per paura che i governi successivi possano ripudiare il debito contratto dai governi precedenti

Più alto è il rapporto D/Y più forte è la tentazione di ripudiare il debito

Inoltre il governo è in grado di controllare l’entità reale del suo debito facendo variare il tasso di inflazione (il tasso di interesse reale= i-)

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D/Y in USA

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Disavanzi e loro effetti Un disavanzo di bilancio è sostenibile solo se il

rapporto debito/PIL di stato stazionario è a livelli sufficientemente bassi da spingere gli investitori finanziari a giudicarlo abbastanza sicuro e perciò tale da essere detenuto

Definiamo capacità di indebitamento del governo il rapporto massimo di D/Y in corrispondenza del quale gli investitori sono disposti a detenere titoli del debito

Se viene superata la capacità di indebitamento i tassi di interesse devono aumentare. Il governo dovrà necessariamente aumentare le imposte o ricorrere all’inflazione (o iperinflazione) per ridurre il valore reale del debito

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Disavanzi: conseguenze politiche Due argomenti a confronto: J. Buchanan (premio nobel nel 1986) auspica una regola

stringente di pareggio di bilancio. I forti deficit e l’aumento delle imposte che ne seguirà colpiscono le generazioni che non possono votare. Il principio nessuna tassa senza rappresentanza richiede che non debba esservi nessun debito pubblico di lungo periodo o più precisamente un debito pubblico superiore allo stock di capitale del settore pubblico

Tesi a favore dei deficit creati dalla riduzione delle imposte. Il sistema politico prevede sempre un aumento della spesa pubblica. L’obiettivo è di incorrere in un disavanzo costante che può essere ottenuto non attraverso aumenti della spesa ma riduzione delle imposte. Riducendo le entrate si riducono le possibilità del governo di espandersi ulteriormente

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Disavanzi: conseguenze di breve periodo Prevale l’opinione che nel breve periodo i

disavanzi siano espansivi sia che questo avvenga attraverso una riduzione di T (aumenta il consumo) sia di G (aumento degli acquisti pubblici). In entrambi i casi si sposta la IS.

Tale idea si basa sull’assunzione che la BC non intervenga per neutralizzare gli effetti espansivi della politica di bilancio. In realtà negli ultimi decenni la BC ha avuto come obiettivo la stabilizzazione dell’inflazione mostrando minore interesse per l’allontanamento del PIL reale dal sentiero di piena occupazione. Gli interventi fiscali sono stati neutralizzati da politiche monetarie restrittive

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Disavanzi: effetti sull’economia aperta Peggioramento del saldo della bilancia

commerciale Lo spostamento della IS aumenta i tassi di

interesse interni e provoca un apprezzamento della valuta nazionale che riduce le esportazioni nette (esportazioni diminuiscono e le importazioni aumentano)

La produttività delle imprese esportatrici probabilmente si riduce e questo provoca oltre a riduzioni del reddito, cambiamenti nella struttura e nella composizione della domanda aggregata che potrebbe avere effetti di lungo periodo non stimabili in modo attendibile nell’immediato

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Effetti di lungo periodo Un alto deficit di bilancio influisce

negativamente sulla crescita economica di lungo periodo perché:

Riduce il rapporto K/Y* attraverso la riduzione del risparmio nazionale

Aumenta l’imposizione fiscale richiesta per pagare gli interessi sul debito con effetti negativi sul lato dell’offerta

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Disavanzi: Effetti di lungo periodo

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Equivalenza ricardiana Il teorema di equivalenza ricardiana,

riproposto in anni recenti da Robert Barro afferma che:

una riduzione delle imposte che provoca un disavanzo di bilancio non ha alcun effetto espansivo sul consumo perché gli operatori economici scontano le maggiori imposte che dovranno pagare in futuro

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Effetti di una riduzione delle imposte Se il governo riduce le imposte di 1

miliardo, e finanzia il deficit attraverso il debito pubblico, sappiamo che dovrà aumentare le imposte l’anno successivo di un valore pari a (1+r).

Supponiamo che il governo annunci che aumenterà le imposte quale sarà l’effetto sul consumo?

Il consumo rimane invariato perché il reddito disponibile rimane invariato

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Le imposte correnti diminuiscono di un miliardo ma il valore attuale delle imposte future è:

e l’effetto netto delle due variazioni è zero

111 rr

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Cosa accade al risparmio?

Poiché gli agenti sanno che le imposte future aumenteranno , aumenteranno il loro risparmio in misura pari all’aumento del disavanzo (riduzione del risparmio pubblico).

Ne consegue che una politica fiscale espansiva di riduzione delle imposte non ha effetti espansivi sul reddito se gli agenti prevedono un aumento delle imposte nel futuro (aumentano in pari misura il risparmio)

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Lo stesso accade se lo stato riduce le imposte nell’anno zero e le aumenta nell’anno t per ripagare il debito.

In tal caso l’incremento delle imposte dovrà essere pari a (1+r)t

Il valore attuale al tempo zero è:

1)1(

)1(

t

t

r

r

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E’ valida l’ipotesi Barro-Ricardo? Non sempre i governi annunciano che alla

riduzione delle imposte seguirà un aumento delle imposte nel futuro

Se pure questo dovrà accadere, in quanto bisogna rispettare il vincolo di bilancio, non sappiamo quando ciò accadrà. Le imposte potrebbero gravare sulle generazioni successive. In tal caso il consumo aumenta.

L’evidenza empirica non mostra che alla riduzione delle imposte segue un aumento del risparmio privato di uguale ammontare. L’esperienza degli anni ’80 e ’90 in Usa mostra che il risparmio privato è diminuito. In Italia l’ultima esperienza dimostrerebbe invece un aumento del risparmio

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Come mai l’Italia continua a restare nell’UEM nonostante deficit e debito eccessivi?Grazie alle norme del nuovo patto di stabilità (NPS) Nessuna procedura di deficit eccessivo (EDP) può essere applicata a paesi

membri con crescita negativa o bassa crescita (precedentemente era prevista una crescita di -2%)

La presenza di fattori rilevanti riparano il paese dalla EDP. Tali fattori includono:- il tasso di crescita potenziale-ciclo economico-riforme strutturali (pensioni, sicurezza sociale)- spese in R&D-consolidamento fiscale di medio termine (riduzione del debito investimenti pubblici) -sforzi tesi a migliorare la solidarietà internazionale o a realizzare specifici obiettivi dell’Europa

Estensione da 1 anno a 2 anni del periodo necessario a correggere i deficit eccessivi

Gli obiettivi di medio-lungo termine varieranno a seconda della specificità del paese e vanno da -1% di deficit strutturale per i paesi con basso debito e alta crescita all’equilibrio o surplus per i paesi con bassa crescita e alto debito

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CRITICHE al NPS Dalla BCE :Un patto debole che mina la

fiducia nelle istituzioni fiscali europee Dalla Bundesbank minori incentivi per i

paesi a seguire una finanza sana. Differenziare l’applicazione delle regole tra paesi rende il Patto meno trasparente, più difficile da implementare e più complicato

Dal FMI: necessità di una agenzia indipendente che possa monitorare , valutare e porre veti alle politiche fiscali dei singoli governi.

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R.Capolupo-Appunti Macro2 33

Cosa occorrerebbe fare? Molti commentatori ritengono che un

maggior fattore di disciplina potrebbe essere svolto dai mercati finanziari che dovrebbero incorporare il premio per il rischio di governi con alto debito.

Ciò dovrebbe funzionare come incentivo a tenere le finanze in ordine per non dover sopportare più elevati tassi di interesse