raccolta dal n°0 al n°10 - informazioni dal parlamento 5 stelle

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informazioni dal PARLAMENTO 5 STELLE MO IMENTO 1 Luigi Di Maio - portavoce alla Camera Reddito di cittadinanza L’Italia ha bisogno subito di una Legge sul Reddito di Cittadinanza (il diritto all’esistenza). Una Legge che emana dal Parlamento, ovvero dai cittadini. Chiedo alla Presidente Boldrini ed al Presidente Grasso di sollecitare le forze politiche: indicate SUBITO i nomi per le commissioni permanenti e costituiamole entro la settimana. Quando ha voluto questo Parlamento (con la vecchia classe politica) ha ap- provato leggi come il LODO ALFANO in tempi record. Ebbene la politica di- mostri di essere responsabile sui temi e non sui personaggi. Non perdiamo tempo sui nomi, usiamo da subito la funzione legislativa delle Camere per salvare le famiglie in difficoltà. Apriamo le commissioni, individuia- mo la copertura finanziaria e diamo respiro ai cittadini. Ad emanare i regolamenti attuativi può pensarci anche il Governo in carica, non è un problema. Vorrei che fosse chiaro una volta per tutte che qui c’è bisogno di fare cose buone per il Paese, non di fare un Governo a tutti i costi. Alessandro Di Battista - portavoce Il principio di auto-deter- minazione dei popoli Oggi la Commissione esteri a 5 stelle (le aprite queste commissioni dipendenti del Popolo si o no?) ha lavorato moltissimo. Sono giorni che studiamo la questione Afghanistan e se è vero che (pare) la missione di guerra (altro che pace) terminerà nel 2014 è altrettanto vero che da qui al 2014 mancano ancora TROPPI mesi e soprattutto nessuno ha comunicato ai cittadini, per filo e per segno, quale sia l’exit-strategy. Martedì presen- teremo una mozione per il ritiro immediato dall’Afghanistan. La verità è che nessuno sa il perchè siamo lì, perchè sono morti 52 soldati italiani e oltre 70.000 civili afghani? Perchè ragazzi? Non ce lo raccontano ma ci dicono dove è stato arrestato Corona, come mi faccio il nodo alla cravatta io di fuori da Montecitorio o il colore dei calzini di un giudice. Non ce lo di- cono perché fa comodo che noi non lo sappiamo. Perchè non si parla più di Afghanistan? Perchè? Perchè la guerra è persa, hanno vinto i talebani, hanno riconquistato l’80% del territorio, hanno avuto enormi supporti popolari (altrimenti come si spiegherebbe che abbiano resistito alla guerra più lunga del 900?). Perchè le motivazioni per l’intervento erano e sono balle, pure balle. Il terrorismo internazionale è una balla! La tutela dei diritti umani una balla, la lotta al narcotraffico una balla immensa, l’esportazione della democrazia una balla assoluta. Per scrivere una mozione e preparare discorsi in aula studiamo giorni, ci prepariamo, leggiamo libri, intervi- stiamo esperti. Questa, per noi, è Politica. Ce la faremo, siamo forti, la strada è quella giusta e Dio solo sa quanto ci credo che possiamo cam- biare il mondo! Laura Bottici - Questore al Senato Intervento sui costi dell’occupazione Sui costi derivanti dal prolungamento dell’apertura dell’Aula a seguito di un’iniziativa del Gruppo M5S Signor Presidente, colleghi, mi spiace che la senatrice Mussolini non sia in Aula. Premesso che nel rispetto del lavoro altrui i senatori del Movimento 5 Stelle hanno lasciato l’Aula alle ore 22, invito la signora senatrice Musso- lini ad informarsi prima di muovere accuse. Palazzo Madama nei giorni d’Aula chiude alle ore 22. Dopo tale ora i senatori del Movimento 5 Stelle si sono recati presso i loro spazi nel Palazzo Carpegna, che, come la se- natrice Mussolini saprà, è sottoposto a sorveglianza notturna. Se il proble- ma è il consumo di energia elettrica dell’Aula, chiedo vengano posti dei controlli per il costante funziona- mento dell’illuminazione posta nei corridoi, nei bagni e negli uffici per- sonali dei senatori in quanto, se essi non arrivano, la luce rimane accesa dalla mattina alla sera. Comunque, in qualità di Questore del Senato, ho già richiesto di quantificare il maggior costo sostenuto dal bilancio del Sena- to per il prolungamento dell’apertura dell’Aula a seguito dell’iniziativa dei senatori del M5S. Tale costo è risulta- to essere di 3 euro l’ora per l’energia elettrica e di 75 euro l’ora per il condizionamento dell’aria. Per l’ad- debito del relativo costo al Gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle mi riservo di trovare una soluzione con il Collegio dei senatori Questori. Andate a lavorare! Art. 31 del regolamento del senato: Art. 1 - ciascun gruppo, entro 5 giorni, dalla propria costituzione, procede, dandone comunicazione alla presidenza del senato, alla designazione dei propri rappresentanti nelle singole commissioni permanenti di cui all’art 22... Art. 71 della costituzione: L’iniziativa delle leggi appartiene al go- verno, a ciascun membro delle camere... Art. 72 della costituzione italiana: Ogni disegno di legge, presentato ad una camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una commissione e poi alla camera stessa, che l’approva articolo per articolo e con votazione finale... ...può altresì stabilire in quali casi e for- me d’esame e l’approvazione dei disegni di legge sono deferiti a commissioni, anche permanenti, composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Le commissioni permanenti: - esaminano preventivamente ogni dise- gno di legge presentato alle camere - possono procedere all’approvazione dei disegni di legge. 0 INFORMAZIONI DAL PARLAMENTO 5 STELLE Foglio di informazione non ufficiale in uscita come file PDF e stampato in proprio. Ideato, progettato e realizzato da Sara Bertilorenzi, Massa, via Palestro 36 - 54100 - MS (art.2 comma 1 l.47/1948). Redazione in MoVimento lavora nel MeetUp Toscana 5 Stelle www.meetup.com/Toscana5Stelle/messages/boards/forum/10114872/ Questo foglio è di libera diffusione e può essere liberamente stampato, copiato, pubblicato, ecc. Lo trovi anche sull’omonima pagina Facebook

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Page 1: Raccolta dal n°0 al n°10 - Informazioni dal Parlamento 5 Stelle

informazioni dalPARLAMENTO 5 STELLE

MO IMENTO

1

Luigi Di Maio - portavoce alla Camera

Reddito di cittadinanza L’Italia ha bisogno subito di una Legge sul Reddito di Cittadinanza (il diritto all’esistenza). Una Legge che emana dal Parlamento, ovvero dai cittadini. Chiedo alla Presidente Boldrini ed al Presidente Grasso di sollecitare le forze politiche: indicate SUBITO i nomi per le commissioni permanenti e costituiamole entro la settimana. Quando ha voluto questo Parlamento (con la vecchia classe politica) ha ap-provato leggi come il LODO ALFANO in tempi record. Ebbene la politica di-mostri di essere responsabile sui temi e non sui personaggi. Non perdiamo tempo sui nomi, usiamo da subito la funzione legislativa delle Camere per salvare le famiglie in difficoltà. Apriamo le commissioni, individuia-mo la copertura finanziaria e diamo respiro ai cittadini. Ad emanare i regolamenti attuativi può pensarci anche il Governo in carica, non è un problema. Vorrei che fosse chiaro una volta per tutte che qui c’è bisogno di fare cose buone per il Paese, non di fare un Governo a tutti i costi.

Alessandro Di Battista - portavoce

Il principio di auto-deter-minazione dei popoliOggi la Commissione esteri a 5 stelle (le aprite queste commissioni dipendenti del Popolo si o no?) ha lavorato moltissimo. Sono giorni che studiamo la questione Afghanistan e se è vero che (pare) la missione di guerra (altro che pace) terminerà nel 2014 è altrettanto vero che da qui al 2014 mancano ancora TROPPI mesi e soprattutto nessuno ha comunicato ai

cittadini, per filo e per segno, quale sia l’exit-strategy. Martedì presen-teremo una mozione per il ritiro immediato dall’Afghanistan. La verità è che nessuno sa il perchè siamo lì, perchè sono morti 52 soldati italiani e oltre 70.000 civili afghani? Perchè ragazzi? Non ce lo raccontano ma ci dicono dove è stato arrestato Corona, come mi faccio il nodo alla cravatta io di fuori da Montecitorio o il colore dei calzini di un giudice. Non ce lo di-cono perché fa comodo che noi non lo sappiamo. Perchè non si parla più di Afghanistan? Perchè? Perchè la guerra è persa, hanno vinto i talebani, hanno riconquistato l’80% del territorio, hanno avuto enormi supporti popolari (altrimenti come si spiegherebbe che abbiano resistito alla guerra più lunga del 900?). Perchè le motivazioni per l’intervento erano e sono balle, pure balle. Il terrorismo internazionale è una balla! La tutela dei diritti umani una balla, la lotta al narcotraffico una balla immensa, l’esportazione della democrazia una balla assoluta. Per scrivere una mozione e preparare discorsi in aula studiamo giorni, ci prepariamo, leggiamo libri, intervi-stiamo esperti. Questa, per noi, è Politica. Ce la faremo, siamo forti, la strada è quella giusta e Dio solo sa quanto ci credo che possiamo cam-biare il mondo!

Laura Bottici - Questore al Senato

Intervento sui costi dell’occupazioneSui costi derivanti dal prolungamento dell’apertura dell’Aula a seguito di un’iniziativa del Gruppo M5SSignor Presidente, colleghi, mi spiace che la senatrice Mussolini non sia in Aula. Premesso che nel rispetto del lavoro altrui i senatori del Movimento 5 Stelle hanno lasciato l’Aula alle ore 22, invito la signora senatrice Musso-lini ad informarsi prima di muovere accuse. Palazzo Madama nei giorni d’Aula chiude alle ore 22. Dopo tale ora i senatori del Movimento 5 Stelle si sono recati presso i loro spazi nel Palazzo Carpegna, che, come la se-natrice Mussolini saprà, è sottoposto a sorveglianza notturna. Se il proble-ma è il consumo di energia elettrica dell’Aula, chiedo vengano posti dei

controlli per il costante funziona-mento dell’illuminazione posta nei corridoi, nei bagni e negli uffici per-sonali dei senatori in quanto, se essi non arrivano, la luce rimane accesa dalla mattina alla sera. Comunque, in qualità di Questore del Senato, ho già richiesto di quantificare il maggior costo sostenuto dal bilancio del Sena-to per il prolungamento dell’apertura dell’Aula a seguito dell’iniziativa dei senatori del M5S. Tale costo è risulta-to essere di 3 euro l’ora per l’energia elettrica e di 75 euro l’ora per il condizionamento dell’aria. Per l’ad-debito del relativo costo al Gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle mi riservo di trovare una soluzione con il Collegio dei senatori Questori.

Andate a lavorare!Art. 31 del regolamento del senato:Art. 1 - ciascun gruppo, entro 5 giorni, dalla propria costituzione, procede, dandone comunicazione alla presidenza del senato, alla designazione dei propri rappresentanti nelle singole commissioni permanenti di cui all’art 22...Art. 71 della costituzione:L’iniziativa delle leggi appartiene al go-verno, a ciascun membro delle camere...Art. 72 della costituzione italiana:Ogni disegno di legge, presentato ad una camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una commissione e poi alla camera stessa, che l’approva articolo per articolo e con votazione finale... ...può altresì stabilire in quali casi e for-me d’esame e l’approvazione dei disegni di legge sono deferiti a commissioni, anche permanenti, composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari.Le commissioni permanenti:- esaminano preventivamente ogni dise-gno di legge presentato alle camere - possono procedere all’approvazione dei disegni di legge.

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INFORMAZIONI DAL PARLAMENTO 5 STELLE Foglio di informazione non ufficiale in uscita come file PDF e stampato in proprio. Ideato, progettato e realizzato da Sara Bertilorenzi, Massa, via Palestro 36 - 54100 - MS (art.2 comma 1 l.47/1948). Redazione in MoVimento lavora nel MeetUp Toscana 5 Stellewww.meetup.com/Toscana5Stelle/messages/boards/forum/10114872/

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Interpellanza votata da 53 senatori del MoVimento 5 Stelle

Contro la guerra in Siria Al Presidente del Consiglio dei Mini-stri – Ministro pro tempore agli Esteri

Premesso che:- in Siria, da due anni, è in corso una guerra (90.000 morti, secondo l’ONU) determinata dall’irrompere di gruppi armati, provenienti da numerosi stati stranieri e foraggiati dall’Occi-dente e dalle Petromonarchie, che, impossessandosi delle giuste istanze di democrazia e partecipazione che erano alla base delle mobilitazioni del popolo siriano di qualche anno fa, stanno seminando il terrore con autobombe, assalti ad edifici gover-nativi, uccisioni e rapimenti di inermi cittadini siriani “colpevoli” di non schierarsi con loro contro il governo di Bashar al-Assad;- i suddetti gruppi, tra l’altro di feroce “ideologia” jihadista e facenti parte della cosiddetta “Coalizione nazionale siriana” sono stati rico-nosciuti dal dimissionario Ministro Terzi come “unici rappresentanti del popolo siriano” per i quali (insieme alla diplomazia francese e inglese) ha recentemente proposto la fine uffi-ciale dell’embargo di armi decretato dalla Comunità Europea;- il 3 aprile di quest’anno 4 giorna-listi di nazionalità italiana (Amedeo Ricucci, inviato Rai; Elio Colavolpe, Andrea Vignali, e Susan Dabbous) sono stati rapiti nel nord della Siria da uno dei suddetti gruppi e tuttora sequestrati nella verosimile attesa di ricevere dal nostro governo soldi o armi;- il 4 aprile di quest’anno, la RAI e la Farnesina, verosimilmente per non gettare cattiva luce sui suddetti gruppi armati, dichiarava, i suddetti giornalisti non già “rapiti” ma, bensì, pudicamente “trattenuti” e chiedeva agli organi di informazione un “silen-zio stampa” prontamente ottenuto anche dai numerosi organi di infor-mazione sempre pronti a invocare crociate;- che sono passati almeno sei giorni dal rapimento senza che il Governo si sia sentito in dovere di riferire al Parlamento su questo gravissimo episodio si chiede di riferire con urgenza:- se il Governo italiano sta conducen-do trattative con i suddetti gruppi armati per ottenere la pronta libera-

zione degli ostaggi;- se queste trattative prevedono l’in-vio di denaro o di armamenti.

Commissione Esteri M5S - Mozione

Ritiro delle truppe dall’AfghanistanLa Camera, premesso che:- con i suoi 12 anni di coinvolgimento diretto del nostro Paese, la guerra in Afghanistan risulta essere più du-ratura rispetto a quelle che hanno caratterizzato il ‘900; - esportare la democrazia utilizzando la forza militare è una contraddizione in termini;- il modello politico, sociale e di sviluppo occidentale non èun valore universale; - l’art.1 dello Statuto delle Nazioni Unite, l’art.1 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e cul-turali e l’Atto Finale di Helsinki del 1975 sanciscono che l’autodetermi-nazione dei popoli è un diritto univer-sale che permette a ogni popolazione di decidere liberamente il proprio statuto politico senza ingerenza esterna;- il nostro Paese è intervenuto per contrastare il terrorismo internazio-nale e per tutelare i diritti umani ma storicamente la guerra si è dimostra-ta la negazione degli stessi;- un altro obiettivo che si voleva raggiungere con l’intervento era contrastare la produzione di oppio, obiettivo fallito dato che sotto il regime talebano la stessa produzio-ne era calata drasticamente per poi tornare a livelli preoccupanti solo successivamente all’intervento (oggi l’Afghanistan, con oltre il 90% della produzione, è il principale produttore di oppio al mondo); - la situazione sanitaria in Afghani-stan resta drammatica nonostante ONG e associazioni italiane operino nel pieno rispetto dei principi umani-tari grazie a generosi contributi del popolo italiano;- lo svolgimento delle attività econo-miche è reso difficile dalla guerra in atto; - nonostante i buoni risultati ottenuti dalla campagna di alfabetizzazione delle forze ANP (polizia afghana), il numero di violazioni dei diritti umani perpetrati dalle stesse resta signifi-cativo. - occorre prendere atto che la guerra è persa e che gran parte del territo-

rio afghano è sotto controllo dei talebani e di altri gruppi armati non governativi;- gli stessi USA stanno pensando a una exit-strategy non potendo più sostenere i costi di tale operazione militare specie in uno scenario di crisi economica globale; - in questa guerra, dipinta come missione di pace, hanno perso la vita 52 nostri soldati e oltre 70.000 civili afgani, molti dei quali uccisi dai bombardamenti NATO ed è costata finora ai cittadini italiani oltre 4,5 miliardi di euro, denaro che sarebbe stato opportuno usare diversamente, ad esempio, per sostenere le PMI, l’istruzione o la sanità pubblica;- l’art.11 della Costituzione Italiana dichiara che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liber-tàdegli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie inter-nazionali”;

impegna il Governo:- a elaborare e comunicare con chia-rezza al popolo italiano un piano di rientro immediato del nostro contin-gente militare dall’Afghanistan;- alla costruzione della pace e dello sviluppo economico e sociale; - a promuovere la tutela dei diritti umani e a migliorare la condizione delle donne e della società civile;- a un controllo diretto e mirato del sostegno economico italiano sia per i finanziamenti bilaterali che tramite accordi con la UE e con la NATO.

informazioni dalPARLAMENTO 5 STELLE

FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 12 APRILE 2013

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informazioni dalPARLAMENTO 5 STELLE

MO IMENTO

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Gabriele Bianchi, Lucca

Il rivoluzionario da salottoIl rivoluzionario da salotto consegna a Beppe Grillo ed ai suoi parlamentari il mandato per la rivoluzione che deve essere rapida e risolutiva. Lui riguadagna la sua postazione in salotto, davanti alla televisione a controllare che la rivoluzione si realizzi nei tempi e nei modi mirabil-mente definiti qualche giorno prima in una accalorata discussione al bar. Il mandato dell’elettore rivoluzio-nario è chiaro: tutto, presto e bene. massimo in un mese, lui attenderà impaziente seduto in poltrona. Devono saperlo Grillo e i suoi parla-mentari come uscire dal pantano poli-tico. Il mandato è chiaro, all’insegna del cambiamento e della rivoluzione, poi se ci vuole una grande coalizione, un inciucio (meglio chiamarlo gover-no di scopo) questo non è affare che riguarda il rivoluzionario da bar, lui guarda e giudica. La sua rivoluzione l’ha già combat-tuta nella cabina elettorale, lui solo contro, tutti. È già passato più di un mese dalle elezioni e Grillo ed i suoi dicono di no a tutto. Il rivoluzionario da salotto è molto deluso, minaccia di non votarlo più, pensa quasi di dover riprendere in mano il suo il forcone momentanea-mente deposto, ma non è ancora il momento. Lo utilizzerà in vicinanza delle prossime elezioni. Tra poco ripartirà dal solito bar vicino casa, dove sfidando folle di ben due-tre persone la volta ricomincerà le sue battaglie senza confine. Non sa se la prossima volta voterà Berlusconi o Bersani, lo deciderà più avanti. Di certo non voterà più Grillo, la delusione è profonda: non ha fatto il governo, ha detto di no a tutti e a tutto, non è quasi mai uscito in televisione, mentre lui, il grillino rivoluzionario, attendeva che venisse cambiato il mondo, coraggiosamente seduto sul divano di casa.

Gruppo parlamentare Fratelli d’Italia

Il 27 marzo si è riunito l’ufficio di presidenza della camera dei deputati e tra le cose da discutere c’era la costituzione di un gruppo parlamen-tare in deroga al regolamento della camera. Il nuovo gruppo è quello di Fratelli d’Italia, per intenderci La Russa e Meloni.Il regolamento della camera ci dice che un gruppo di deputati inferiore al numero di 20 non può formare un gruppo parlamentare autonomo ma deve andare a comporre il gruppo misto. I componenti di “Fratelli d’Ita-lia” sono 9.Durante la riunione dell’ufficio di presidenza il movimento cinque stelle ha chiesto quanto costa la costituzio-ne di questo gruppo, la risposta del questore è stata questa: “400.000 euro all’anno in più”.Dato che la costituzione di questo nuovo gruppo parlamentare aveva bisogno del voto dell’ufficio di pre-sidenza andando in deroga al regola-mento si è proceduto al voto.Tutti i partiti, tutti, dal PD al PDL hanno votato a favore. Il MoVimento 5 stelle ha votato contro.Il risultato è che in deroga al regola-mento della camera dei deputati si forma un nuovo gruppo parlamentare denominato “Fratelli d’Italia” com-posto da 9 deputati e che ci costerà 400.000 euro all’anno in più.Soprattutto in questo periodo ci sembra una spesa davvero inutile e assurda, degna della casta, lo abbia-mo detto in tutti i modi durante la riunione di presidenza, ma niente! Questi sono i nostri cari partiti re-sponsabili che chiedono la fiducia al movimento e quindi ai cittadini.

Rendicontazione spese elettorali - Tsunami TourIl MoVimento 5 Stelle ha finanziato la sua campagna elettorale con le micro donazioni volontarie di 27.943 cittadini. Grazie a loro il M5S ha raccolto 774.208,05 euro, ne sono stati spesi 348.506,49. La differenza sarà devoluta ai terre-motati dell’Emilia Romagna. Le voci di spesa rendicontate sono pubblicate qui, insieme alla lista dei donatori con relativo contributo. Si ringraziano i fornitori che hanno deciso di non richiedere alcun compenso.€ 5.005,20 Progettazione grafica€ 59.562,47 Manifesti elettorali€ 52.009,00 Palco San Giovanni, Roma€ 10.540,84 Streaming€ 4.826,25 Videomaker€ 140.749,23 Consul.legale/tributaria€ 10.445,24 Spostamenti Tsunami€ 1.510,08 Spot elettorali€ 50.000,00 Google Adsense€ 3.603,00 Incontri eletti post elezioni€ 3.634,84 Hardware-Parabola/con-nessione satellitare€ 4.782,85 Camper€ 1.669,80 Brand Camper€ 167,69 Spese bancarie

Lettera alla Boldrini

Gentile Presidente, in relazione alla deliberazione dell’Ufficio di Presiden-za n°227/2012, approvata in data 21 dicembre 2012, di attuazione degli articoli 15 e 15-ter del Regolamento della Camera dei Deputati si chiede di sottoporre all’attenzione Sua e dei membri dell’Ufficio di Presidenza le problematiche inerenti l’applicazione dei vincoli di destinazione del Contri-buto Unico ed Omnicomprensivo ai sensi degli allegati A e B che ci sono stati consegnati dal Servizio Tesoreria della Camera dei Deputati.

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Luigi Di Maio vice presidente della Camera dei deputati22 Marzo

Roberto FicoCamera

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informazioni dalPARLAMENTO 5 STELLE

FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 17 APRILE 2013

La delibera succitata all’articolo 4 prevede che i Gruppi parlamentari debbano assumere un numero di di-pendenti come da piano di ripartizio-ne stabilito dal Collegio dei Questori, che presumibilmente delibererà in merito, lunedì 25 marzo prossimo venturo.Qualora i Gruppi non provvedano entro 30 giorni dalla data di ap-provazione dei piani di ripartizione all’assunzione del numero di dipen-denti indicato, il Contributo Unico ed Omnicomprensivo sarà ridotto nella misura di euro 65.000,00 su base annua per ciascun dipendente non assunto.Ai sensi dell’articolo 4 comma 4 ciascun Gruppo è tenuto a destina-re in ogni caso all’assunzione dei dipendenti di cui al citato articolo, il 25% dell’ammontare complessivo del Contributo ad esso assegnato. La delibera succitata prevede inoltre, ai sensi dell’articolo 5, che i Gruppi debbano assumere un dipendente inserito nell’elenco di cui all’allegato B per ogni cinque deputati apparte-nenti al Gruppo medesimo. A tal fine esso è tenuto a destinare all’assunzione dei soggetti di cui al periodo precedente almeno il 30% dell’ammontare complessivo del con-tributo ad esso assegnato.Si tiene a sottolineare che gli elenchi di nominativi forniti, violando ogni principio di garanzia e di trasparenza, sono carenti di qualsiasi informazio-ne inerente dati anagrafici (luogo e data di nascita, qualifica, curriculum professionale e sono altresì privi di riferimenti di contatto numeri di telefono o indirizzi e-mail).Inoltre, vincolando il Contributo Unico ed Omnicomprensivo all’assun-zione di personale proveniente dai suddetti elenchi, la cui professiona-lità non è in alcun modo dimostrata, appare pregiudicato il principio di meritocrazia che dovrebbe informare l’intero apparato amministrativo del Paese.Pur non mettendo in dubbio che nell’ambito dei suddetti elenchi vi siano figure di alta professionalità, si chiede che Ella valuti l’opportunità di porre all’attenzione dell’Ufficio di Presidenza prossimo venturo la problematica su esposta, e conte-stualmente di invitare il Collegio dei Questori a sospendere ogni decisione in merito all’erogazione del Contribu-to Unico ed Omnicomprensivo.

Dichiarazione di voto Stamina

A.S. 298 - Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2013, n.24, recante disposizioni urgenti in materia sanitariaSignor Presidente, colleghi, le coper-tine patinate, i servizi televisivi e l’immagine di qualcuno in quest’Aula che sente di essere in una perenne campagna elettorale non possono misurarsi con la salute pubblica ed il diritto alla cura.È con questo spirito e con le mani li-bere da qualunque interesse affaristi-co o di rendere uno o più personaggi più uguali degli altri (come in prece-denza visto) anche al cospetto della legge che ci siamo trovati a legife-rare su materie tanto importanti. Come cittadini, ci troviamo coinvolti a livello emotivo e di coscienza, ma, in virtù del ruolo che ci è stato conferito da cittadini assolutamente uguali a noi e dei quali siamo dovero-si portavoce, dobbiamo moralmente far fronte alla necessità di andare a fondo, per la loro stessa incolumità, analizzando, verificando e prendendo posizione, non solo di fronte a quanto possa emotivamente sembrare la cosa giusta, ma rispetto a ciò che razional-mente è la cosa giusta.Siamo abituati a chi, muovendosi nell’illegalità, trova normale per-mettere che ciò che ancora non è legale passi come tale, ma noi siamo sognatori e ci illudiamo che «legale» possa equivalere a «giusto». Nel pie-no rispetto del dolore e del bisogno di intere famiglie (e a maggior ragione di bambini) di una cura attualmente usata, ma non ancora capace di fu-gare dubbi all’interno della comunità scientifica, abbiamo operato affinché questa cura fosse loro garantita. Al contempo, ci troviamo nell’urgenza di garantire che tale trattamento non risulti, alla fine della sua sperimenta-zione, non solo inefficace ma addirit-tura dannoso.La mancanza di tempo e il protrarsi

dell’assenza delle Commissioni per-manenti hanno impedito di procede-re, tramite audizioni o accesso agli atti, a un processo di controllo e di verifica che avrebbe visto la decisio-ne di giungere alla conversione di questo decreto-legge, unanimemente condiviso, con animo sereno. Questo avrebbe permesso sia a noi che ai colleghi (alcuni dei quali si sentono tanto sicuri di fornire la soluzione a tutti i mali) di deliberare su basi scientifiche, anziché emotive o strumentali. Ciò non è stato possibi-le perché lo stato di continua deroga che persiste all’interno del Parlamen-to e che ci priva dell’unica forma di reale confronto e garanzia democrati-ca ancora risulta latente per l’indo-lenza e l’indifferenza di chi frequenta questo posto da troppo tempo.Non ci lasciamo intimidire da una campagna mediatica creata ad hoc per rifarsi il trucco o da parole altiso-nanti proclamate da chi necessita di accedere alle istituzioni politiche, chiamate a legiferare per la colletti-vità intera, per meri interessi di tipo personalistico.È nostra intenzione e responsabilità fare in modo, come indicato dall’or-dine del giorno G2.100, presentato dalla collega Fattori questa mattina, che sin d’ora il Governo si impegni ad intraprendere, senza indugio, nelle competenti sedi nazionali e comuni-tarie, percorsi volti alla ridefinizione dei criteri autorizzativi di GMP (Good Manufacturing Practices) e GLP (Good Laboratory Practies) che determinano le caratteristiche dei laboratori per la manipolazione sulle cellule staminali, in modo da assicurare l’accesso e la fattibilità operativa, in condizioni di assoluta sicurezza, anche ad operato-ri con esigue disponibilità economico-finanziarie; a semplificare, in termini temporali ed economici, le procedure di ottenimento della certificazione GMP rilasciata dal nostro Paese per consentire un maggiore sviluppo della ricerca per i trattamenti a base di cellule staminali; ad intraprendere azioni volte a identificare in ma-niera univoca cure a base di cellule staminali e loro manipolazione che rientrino tra le cure farmacologiche e quelle che invece possono rientrare nella categoria «trapianti»; a fornire la rendicontazione tecnica, nonché economica del tavolo di lavoro apertonel settembre 2012 sugli studi e l’uti-lizzo in Italia delle cellule staminali mesenchimali; a favorire, per quanto

Paola Taverna Senato Seduta n° 12 del 10 Aprile

Page 5: Raccolta dal n°0 al n°10 - Informazioni dal Parlamento 5 Stelle

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MO IMENTOFOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 17 APRILE 2013

1

di competenza, iniziative che garanti-scano lo sviluppo e la definizione di un quadro normativo puntuale sulla materia di cui in premessa, anche con riferimento a cellule staminali di provenienza ombelicale.Attualmente la Fondazione Stamina si dice impossibilitata a operare in conformità alla legge. Dunque, noi vogliamo verificare a questo punto non solo la validità del metodo della suddetta fondazione, ma anche met-tere nelle condizioni tutte quelle realtà che ne vogliano beneficiare di potervi avere accesso, affinché l’ec-cessiva burocratizzazione non risulti un ostacolo. Questo è il nostro impegno per il quale pretendiamo, di ritorno, che la stessa Stamina rispetti chi invece per-segue le finalità di ricerca in maniera conforme alla legge, relazionando in maniera puntuale e tempestiva in merito a quanto sta facendo per riallinearsi a sua volta alle regole vi-genti, evidentemente derogate finora in maniera arbitraria.È nello spirito di questo decreto-leg-ge che la volontà dei cittadini sia prevalente anche alle normative che ci hanno spinto oggi a essere in con-trasto con le linee guida comunitarie, perché crediamo che sia necessario garantire alla sperimentazione di poter essere esaustiva anche per le malattie che oggi sembrano inguari-bili. Così come non vogliamo che li-bera sperimentazione possa far rima con una indiscriminata deregolamen-tazione, senza alcun tipo di control-lo da parte dello Stato e degli enti preposti dallo stesso.Se allo stato attuale il cittadino aves-se avuto rispetto e fiducia nelle isti-tuzioni, questa situazione non avreb-be avuto luogo. Ed è anche per un riavvicinamento dei cittadini alle isti-tuzioni stesse e alla riacquisizione di una fiducia da parte di quella che voi chiamate «società civile» verso quella che, sempre voi, chiamate «classe dirigente» che abbiamo tentato di legittimare di nuovo il Parlamento, e non più il Governo, con atti propri, anche su temi etici di portata nazio-nale, come quello della sperimenta-zione, cercando una condivisione di intenti, laddove le abitudini politiche hanno portato fino ad oggi in altre direzioni.Sulla base dei motivi esposti, tanto sulla proroga dell’opportuno pro-cesso di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari quanto sulle

attività connesse all’impiego delle cellule staminali di cui all’articolo 2 del decreto, il Gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle voterà favorevol-mente, con senso di responsabilità civica ed etica, al provvedimento all’esame in Assemblea.

Critica al Governo Monti

Signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, signori deputati, le teatrali dimissioni dell’ex Ministro Terzi avvenute ieri in quest’Aula di-mostrano, se ancora ve ne fosse biso-gno, l’inadeguatezza totale di questo Governo tecnico che lei presiede, signor Presidente.Un Governo fallimentare dal punto di vista sociale: ricordiamo i tagli trasversali alla sanità, all’università e alla scuola pubblica.Fallimentare dal punto di vista econo-mico: centinaia di imprese chiudono ogni giorno in Italia. Fallimentare dal punto di vista politico: avete messo in ginocchio gli italiani colpendo con-temporaneamente lavoratori e pen-sionati e creando di fatto una nuova categoria, gli esodati. Avete tutelato unicamente gli interessi della casta politica e finanziaria, un Governo e un Presidente del Consiglio forte con i deboli e debole con i forti, che corag-gio! Il suo si è dimostrato un Governo fallimentare anche in ambito interna-zionale, il suo motivo di vanto signor Presidente. L’altro ieri in quest’Aula ci ha ricordato la credibilità recupe-rata dall’Italia grazie al suo operato: eccoli qui i risultati.Lei, signor Presidente, è responsabile della scelta di Ministri inadeguati e di non essere stato in grado di garantire compattezza alla sua azione di Gover-no. E siete corresponsabili anche voi, colleghi del Popolo della Libertà e del Partito Democratico, voi che ieri avete definito la crisi indiana come l’8 settembre del Governo Monti e che avete attaccato il suo operato duramente, dimenticando che siete stati voi a sostenerlo, confermandone costantemente la fiducia.

Ma adesso andiamo avanti, quello che ci interessa è una risoluzione positi-va e nel minor tempo possibile per questa crisi internazionale. Il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle si mette a completa disposizione per supportare qualsiasi attività si ren-desse necessaria a tale scopo.Noi ribadiamo che la trasparenza è il fondamento per la risoluzione di ogni conflitto e la base per tutelare sem-pre gli attori coinvolti. Per questo, a lei, signor Presidente del Consiglio, e da oggi Ministro degli affari esteri ad interim, chiediamo che entro una settimana siano pubblicati i seguenti documenti sul sito del Ministero degli affari esteri: decreto-legge n. 107 del 12 luglio 2011, riguardante le misu-re antipirateria; un documento che renda chiare e comprensibili le regole di ingaggio dei nostri militari a bordo di navi private; le prove che attestino che l’incidente che vede coinvolti i fucilieri della Marina sia avvenuto in acque internazionali; il documento del Ministero degli esteri indiano che il sottosegretario de Mistura sostiene di aver visionato e che dà garanzie sulla non applicabilità della pena di morte per i nostri militari; tutta la documentazione relativa all’accadu-to, per conoscere dettagliatamente nello specifico chi c’era sulla nave e cosa ha fatto per tutelare i nostri fucilieri, qual è stata l’autorità che ha consentito l’inversione di rotta della Enrica Lexie, il nome, il cogno-me e il grado dell’autorità militare che ha ordinato ai nostri due fucilieri di scendere a terra. Senatore Monti, le sue valutazioni non possono essere sufficienti. Vogliamo nello specifico sapere se ci sono implicazioni tra la vicenda in questione e lo sblocco dell’accordo commerciale da 300 milioni di euro tra l’India e la WASS di Livorno, controllata da Finmecca-nica, per la fornitura di siluri ad alta tecnologia.Concludiamo invitando il suo Go-verno, senatore Monti, al massimo impegno, affinché questa vicenda si concluda positivamente e rapidamen-te e venga tutelata la vita dei nostri fucilieri, la dignità delle loro fami-glie, la memoria dei due pescatori indiani e l’onore del popolo italiano.

Manlio Di Stefano Camera Seduta n° 5 del 27 Marzo

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Attivazione Commissioni e doppi incarichi

Signor Presidente, la Conferenza dei presidenti di gruppo ha convenuto di procedere all’istituzione a norma dell’articolo 22, comma 2, del nostro Regolamento di una Commissione speciale per l’esame di alcuni atti del Governo aventi significativi effetti economico-finanziari e per i quali sono state ravvisate ragioni di urgen-za nell’intervallo tra la costituzione delle Camere e quella delle Commis-sioni permanenti. Poiché è stata mes-sa in dubbio la possibilità di procede-re alla costituzione delle Commissioni parlamentari, non essendo ancora costituito un Governo legato ad un rapporto di fiducia con le Camere, vi elenchiamo di seguito le norme del Regolamento della Camera dei depu-tati che si occupano della materia: articolo 19 del Regolamento della Camera dei deputati, a norma del quale le Commissioni sono formate in modo da rispettare la proporzione tra i gruppi che distribuiscono a tal fine tra queste i propri componenti; articolo 20 del Regolamento della Camera dei deputati, che prescrive che le Commissioni si costituiscono eleggendo il presidente ed un ufficio di presidenza e, per quanto concerne i meccanismi di elezione del presi-dente, statuisce: «Nell’elezione del presidente, se nessuno riporti la mag-gioranza assoluta dei voti, si procede al ballottaggio tra i due candidati che abbiano ottenuto il maggior numero di voti. Nel caso di parità...». Dall’e-same delle fonti normative, tra cui anche gli articoli 64, 72, 82 e 94 della Costituzione, si evince che l’unico requisito per la costituzione delle Commissioni permanenti è la propor-zione tra i gruppi parlamentari: nes-sun riferimento alla proporzione tra maggioranza e opposizione, neanche per l’elezione dei presidenti delle Commissioni.A suffragio della nostra tesi vogliamo portare a vostra conoscenza i prece-

denti del 1976, del 1979 e del 1992.Il gruppo parlamentare 5 Stelle ha già comunicato alla Presidenza della Camera i nomi dei componenti delle quattordici Commissioni. Pertanto riteniamo che debba essere ripristinata la regolarità prevista dal Regolamento, dando immediata ese-cuzione alla designazione dei compo-nenti delle Commissioni permanenti.Ciò permetterebbe a tutto il Parla-mento, nonostante il perdurare del Governo Monti, di lavorare a pieno ritmo per uscire da questa situazio-ne di stallo, in cui i cittadini italiani attendono risposte e proposte da noi che in questa sede li rappresentiamo.Dunque, pretendiamo che il Parla-mento, in quanto organo costituzio-nale e massima sede rappresentativa del popolo sovrano, acquisti piena funzione legislativa attraverso la costituzione delle Commissioni per-manenti. Qualora le motivazioni fin qui esposte non siano sufficienti a convincere il Presidente della Camera dell’impro-rogabilità dell’avvio delle Commissio-ni permanenti e, quindi, dell’inutilità dell’integrazione delle competenze della Commissione speciale, invitia-mo l’Ufficio di Presidenza a sospen-dere questa seduta e a convocare immediatamente la Giunta per il Regolamento al fine di emanare velo-cemente due pareri: il primo, consi-derati gli articoli della Costituzione e del Regolamento e i precedenti su esposti, è se, nonostante tutti questi elementi, esistano condizioni di legittimità che ostino all’insediamen-to delle Commissioni permanenti; in secondo luogo, chiediamo un parere sulla regolarità di un’estensione dei poteri della Commissione speciale in considerazione del blocco ingiustifi-cato delle Commissioni permanenti.Concludiamo ribadendo che è nel-l’interesse dei cittadini che una Commissione speciale sia veramente tale e non si sostituisca al Parlamento nella sua funzione legislativa e che, quindi, porti urgentemente a termine i lavori per i quali è stata creata e che subito dopo venga immediata-mente sciolta.

Danilo Toninelli - Signor Presidente, colleghi deputati, ribadendo che il criterio guida nella costituzione delle Commissioni e delle Giunte è quello della proporzionalità rispetto ai gruppi, combinato con il criterio della rappresentatività dei medesi-

mi, e poiché né il Regolamento né la Costituzione impongono il rispetto degli equilibri di maggioranza e di opposizione, rinnoviamo il nostro in-vito all’immediata costituzione delle Commissioni permanenti. Sappiamo perfettamente – e lo de-vono sapere tutti i cittadini italiani – che non volete creare le Commissioni prima della formazione del Governo, in quanto per voi – e per voi intendo la partitocrazia – le presidenze delle Commissioni sono poltrone destinate agli esclusi. Per voi le presidenze delle Commissioni sono poltrone destinate agli esclusi da incarichi di Governo, che ivi dovranno sedere e che potranno usufruire delle ulteriori ingentissime indennità. Chiunque di voi non voglia oggi creare subito le Commissioni permanenti ne dovrà rispondere direttamente a tutti i cittadini italiani. Dovrete spiegare loro perché la macchina legislativa costituita dal Parlamento e che costa milioni di euro al giorno è, a causa vostra, completamente bloccata.Dovrete spiegare a quell’Italia a cui l’ossigeno sta finendo, a quell’Italia che sta fallendo perché non la volete aiutare e, a causa del vostro attacca-mento alle poltrone, la state lascian-do morire.

Roberta LombardiCamera Seduta n° 8 del 9 Aprile

Danilo ToninelliCamera Seduta n° 8 del 9 Aprile

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FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 17 APRILE 2013

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Dal Bolg di Grillo

Blue SundayUna mattina di aprile triste, un silen-zio strano. Quella poca gente che si vede in giro nelle città la domenica mattina non sorride e tira dritto. Ti senti come il giorno dopo la scom-parsa di una persona cara. Quella indefinibile mancanza che provi dentro, che non riesci ad accettare e che sai ti accompagnerà troppo a lun-go. La Repubblica, quella che si dice democratica e fondata sul lavoro, ieri è morta. Pensi al sorriso raggiante di Berlusconi in Parlamento, risplenden-te come il sole di mezzogiorno, dopo la nomina di Napolitano, e ti domandi come è possibile tutto questo, pensi ai processi di Berlusconi, a MPS, alle telefonate di Mancino, ai saggi e alle loro indicazioni per proteggere la casta. Sai che alcuni di loro divente-ranno ministri. Ti viene lo sconforto. Tutto era stato predisposto con cura. Un governissimo, le sue “agende” Monti e Napolitano, persino il nome del primo ministro, Enrico Letta o Giuliano Amato, e un presidente Lord protettore dei partiti. Uno tra Amato, D’Alema o Marini avrebbe dovuto essere l’eletto. Rodotà ha rovinato i giochi. Ed ecco il piano B con il rientro di Napolita-no che fino al giorno prima aveva strenuamente affermato che non si sarebbe ricandidato. E di notte, in poche ore (minuti?) si è deciso (ratificato?) il presidente della Repubblica e la squadra di gover-no. Chiamala, se vuoi, democrazia. L’Italia ha perso e, non so perché, mi viene in mente il pianto disperato di Baresi dopo la finale persa ai rigori con il Brasile nel 1994. Il MoVimento 5 Stellle è diventato l’unica opposizione, l’unico possibile cambiamento. Il Partito Unico si è mostrato nella sua vera luce. Noi o loro, ora la scelta è semplice. Coloro che oggi sono designati al comando della Nazione sono i respon-sabili della sua distruzione. Governano da vent’anni. Per dignità dovrebbero andarsene, come avviene negli altri Stati. Chi sbaglia paga. E chi persevera paga doppiamente. Entro alcuni mesi l’economia presen-terà il conto finale e sarà amarissimo.

Dopo, però, ci aspetta una nuova Italia.Caro direttore, non è mia abitudine replicare a chi critica le mie scelte o quel che scrivo. Ma l’articolo di ieri di Eugenio Scalfari esige alcune precisazioni, per ristabilire la verità dei fatti. E, soprattutto, per coglie-re il senso di quel che è accaduto negli ultimi giorni. Si irride alla mia sottolineatura del fatto che nessuno del Pd mi abbia cercato in occasione della candidatura alla presidenza della Repubblica (non ho parlato di amici che, insieme a tanti altri, mi stanno sommergendo con migliaia di messaggi). E allora: perché avrebbe dovuto chiamarmi Bersani? Per la stessa ragione per cui, con grande sensibilità, mi ha chiamato dal Mali Romano Prodi, al quale voglio qui confermare tutta la mia stima. Quan-do si determinano conflitti personali o politici all’interno del suo mondo, un vero dirigente politico non scappa, non dice “non c’è problema”, non gira la testa dall’altra parte. Affronta il problema, altrimenti è lui a venir travolto dalla sua inconsapevolezza o pavidità. E sappiamo com’è andata concretamente a finire.La mia candidatura era inaccettabile perché proposta da Grillo? E allora

bisogna parlare seriamente di molte cose, che qui posso solo accennare. È infantile, in primo luogo, adottare questo criterio, che denota in un par-tito l’esistenza di un soggetto fragile, insicuro, timoroso di perdere una identità peraltro mai conquistata. Nella drammatica giornata seguita al-l’assassinio di Giovanni Falcone, l’esi-genza di una risposta istituzionale rapida chiedeva l’immediata elezione del presidente della Repubblica, che si trascinava da una quindicina di votazioni. Di fronte alla candidatura di Oscar Luigi Scalfaro, più d’uno nel Pds osservava che non si pote-va votare il candidato “imposto da Pannella”. Mi adoperai con successo, insieme ad altri, per mostrare l’infan-tilismo politico di quella reazione, sì che poi il Pds votò compatto e senza esitazioni, contribuendo a legittimare sé e il Parlamento di fronte al Paese. Incostituzionale il Movimento 5 Stel-le? Ma, se vogliamo fare l’esame del sangue di costituzionalità, dobbiamo partire dai partiti che saranno nel-l’imminente governo o maggioranza. Che dire della Lega, con le minacce di secessione, di valligiani armati, di usi impropri della bandiera, con il rifiuto della Carta dei diritti fonda-mentali dell’Unione europea, con

Lettera di Rodotà a Repubblica

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le sue concrete politiche razziste e omofobe? È folklore o agire in sé in-costituzionale? E tutto quello che ha documentato Repubblica nel corso di tanti anni sull’intrinseca e istituzio-nale incostituzionalità dell’agire dei diversi partiti berlusconiani? Di chi è la responsabilità del nostro andare a votare con una legge elettorale vizia-ta di incostituzionalità, come ci ha appena ricordato lo stesso presidente della Corte costituzionale? Le dichia-razioni di appartenenti al MoVimento 5 Stelle non si sono mai tradotte in atti che possano essere ritenuti incostituzionali, e il loro essere nel luogo costituzionale per eccellenza, il Parlamento, e il confronto e la dialettica che ciò comporta, dovreb-bero essere da tutti considerati con serietà nella ardua fase di transizione politica e istituzionale che stiamo vivendo. Peraltro, una analisi seria del modo in cui si è arrivati alla mia candidatura, che poteva essere anche quella di Gustavo Zagrebelsky o di Gian Carlo Caselli o di Emma Bonino o di Romano Prodi, smentisce la tesi di una candidatura studiata a tavolino e usata strumentalmente da Grillo, se appena si ha nozione dell’iter che l’ha preceduta e del fatto che da mesi, e non soltanto in rete, vi erano appelli per una mia candidatura. Piuttosto ci si dovrebbe chiedere come mai persone storicamente ap-partenenti all’area della sinistra ita-liana siano state snobbate dall’ultima sua incarnazione e abbiano, invece, sollecitato l’attenzione del MoVimen-to 5 Stelle. L’analisi politica dovrebbe essere sempre questa, lontana da malumori o anatemi. Aggiungo che proprio questa vicenda ha smentito l’immagine di un Movimento tutto au-toreferenziale, arroccato. Ha pubbli-camente e ripetutamente dichiarato che non ero il candidato del Movi-mento, ma una personalità (bontà loro) nella quale si riconoscevano per la sua vita e la sua storia, mostrando così di voler aprire un dialogo con una società più larga. La prova è nel fatto che, con sempre maggiore chiarez-za, i responsabili parlamentari e lo stesso Grillo hanno esplicitamente detto che la mia elezione li avrebbe resi pienamente disponibili per un via libera a un governo. Questo fatto politico, nuovo rispetto alle posizioni di qualche settimana fa, è stato igno-rato, perché disturbava la strategia rovinosa, per sé e per la democrazia italiana, scelta dal Pd.

E ora, libero della mia ingombrante presenza, forse il Pd dovrebbe se-riamente interrogarsi su che cosa sia successo in questi giorni nella società italiana, senza giustificare la sua distrazione con l’alibi del MoVimento 5 Stelle e con il fantasma della Rete. Non contesto il diritto di Scalfari di dire che mai avrebbe pensato a me di fronte a Napolitano. Forse poteva dirlo in modo meno sprezzante. E può darsi che, scrivendo di non trovare alcun altro nome al posto di Napolitano, non abbia considerato che, così facendo, poneva una pietra tombale sull’intero Pd, ritenuto inca-pace di esprimere qualsiasi nome per la presidenza della Repubblica. Per conto mio, rimango quello che sono stato, sono e cercherò di rima-nere: un uomo della sinistra italiana, che ha sempre voluto lavorare per essa, convinto che la cultura politica della sinistra debba essere proiettata verso il futuro. E alla politica continuerò a guardare come allo strumento che deve tra-mutare le traversie in opportunità.

Intervento sulle votazioni del Presidente della Repubblica

Signor Presidente, come ho già chie-sto in Conferenza dei Capigruppo, reitero l’istanza di rendere pubblici i nomi di coloro che - immagino - entro l’apertura delle votazioni per il Presidente della Repubblica non avranno esercitato l’opzione o sciolto la riserva. Ci sembra doveroso che tutti cittadini sappiano chi sono i se-natori e i deputati che hanno deciso di mantenere il doppio incarico nel momento del più alto esercizio di democrazia in Italia, ossia il voto per l’elezione del Presidente della Repubblica.

di Paolo Ben

Bilancio di Previsione del Quirinale per il 2013

Per l’anno in corso la spesa comples-siva attesa è di 243,6 milioni di euro. Tali uscite verranno per la maggior parte coperte dallo Stato con un appannaggio di 228,5 milioni. La differenza di 15 milioni, invece, sarà pagata con entrate del Colle e con le eccedenze delle gestioni precedenti.

Residenze e trasferte - Le bollette arrivano anche nelle tre residenze presidenziali: Quirinale, tenuta di Castelporziano e Villa Rosebery. Per questi tre palazzi, le utenze di acqua, gas, luce, canoni tv costano in tutto 3 milioni di euro; la telefonia 250 mila euro; i “francobolli” e le spese postali in genere 160 mila euro. Le manutenzioni ordinarie ammontano a 5,3 milioni di euro, mentre i servizi di pulizia e igiene 1,3 milioni. La gestio-ne di flora e fauna a Castelporziano vale 20 mila euro a cui vanno som-mati i 300 mila della valorizzazione e tutela ambientale.

Arredi - Per i beni immobiliari e du-revoli sono stati messi in conto 5,4 milioni di euro che vanno a coprire investimenti diversi: gli interventi strutturali sugli immobili e gli impian-ti (2,6 milioni), l’acquisto e la manu-tenzione di arredi (500 mila euro), mezzi di trasporto (171 mila euro), hardware (1,2 milioni), software (mezzo miliardo).

Lavoratori - I 1720 dipendenti del Colle costano 211 milioni di euro, tra personale di ruolo e personale in quiescenza. Per gli assunti vengono spesi anche ulteriori 260mila euro sotto la voce Reclutamento e forma-zione.

Beneficienza e regali - Le relazioni esterne e il cerimonale fanno sborsa-

Vito CrimiSenato Seduta n°13 del 16 Aprile

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MO IMENTOFOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 27 APRILE 2013

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re all’inquilino del Colle 1 milardo di euro. Di questa somma complessiva, 167mila euro vanno via in doni, onori-ficienze e commemorazioni. I beni alimentari assorbono 423 mila euro, mentre i viaggi del Capo dello Stato costano 280 mila euro. Gli eventi culturali e artistici valgono 81mila euro, mentre la manutenzione dei beni artistici 210 mila euro. Nel bilancio del Quirinale compare anche la voce Contributi e interventi sociali: la beneficienza vera e propria incide per mezzo miliardo, il soste-gno ad attività culturali e sportive esterne per 403 mila euro, le attività organizzate all’interno del Colle ne valgono 100mila.

Toner e altre forniture - Le forniture di beni e materiali di consumo incido-no in tutto per 1,4 milioni che com-prendono voci curiose: 470 mila euro per la biancheria e gli abiti da lavoro, 255 mila euro di cancelleria, 105 mila euro in detersivi e altri materiali di pulizia, 19 mila euro in materiale sanitario come la carta igienica, 200 mila euro in benzina e olio per le auto che costano altri 660mila euro.

Eventi e comunicazione - 140 mila gli euro a copertura delle varie iniziati-ve di comunicazione finanziate dal Colle. 220 mila gli euro per studi e ricerche, 561 mila gli euro per agen-zie, abbonamenti a giornali e banche dati. Quasi un miliardo l’investimento per il patrimonio artistico, biblioteca-rio e archivistico.

Cosa succede all’estero - Il Quirinale costa cinque volte più di Buckingham Palace (42 milioni di euro) e quasi il doppio della Casa Bianca (136 milioni di euro). Anche Parigi e Berlino sono più parsimoniosi rispetto a noi italiani quando di parla di appannaggi presi-denziali: l’Eliseo spende 103 milioni l’anno mentre la Cancelleria tedesca “soltanto” 28 milioni. Nella nota che accompagna il bilan-cio, il Colle precisa che la dotazio-ne di 228 milioni di euro è rimasta invariata dal 2010 ed è in calo di 3,2 milioni di euro rispetto al 2009; e che la spesa prevista per il 2013 (243,6 milioni) è in calo di quasi 2 milioni di euro rispetto al bilancio 2012.

Su pagamento di una parte dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione

Signor Presidente, Ministri, colle-ghi, oggi, con questa risoluzione, il Parlamento ha dato mandato al Governo per redigere un decreto che consenta il pagamento di una parte di debiti commerciali della pubblica amministrazione, nell’ordine di 20 miliardi per ciascuna delle annualità 2013 e 2014, con relativi benefici per il sistema delle imprese e per le condizioni di liquidità dell’interno del sistema economico nazionale. Occorre sottolineare alcuni aspetti: secondo le ultime stime della Banca d’Italia i debiti commerciali della pubblica amministrazione ammon-terebbero a 91 miliardi alla fine del 2011, la cui composizione vedrebbe particolari incidenze sul fatturato del settore delle costruzioni. Non solo la quantificazione è poco affidabile, ma risulta per nulla esaustiva. Del tutto assente è la quantificazione del 2012, mentre quella del 2011 è basata su un limitato campione, non rappresen-tativo del tessuto industriale italiano. Di questi crediti, una parte – il 10%, secondo la Banca d’Italia – è stato già ceduto dalle imprese a intermediari finanziari con le forme pro soluto e pro solvendo, a seconda dei casi; ciò significa che possiamo ragionevol-mente ritenere che l’ammontare dei debiti corrisponda a un’immediata immissione di liquidità nel sistema economico per quelli in mano alle imprese, mentre per i pagamenti che finiscono nel sistema creditizio l’efficacia dell’operazione è incerta, in quanto l’immissione di liquidità risulta essere indiretta. Occorre ricordare, signor Presidente, che il decreto legislativo 9 novembre 2012, n. 192, recependo la direttiva euro-pea, fissava in 30 giorni il pagamento dei crediti ordinari della pubblica amministrazione e in 60 giorni il re-golamento per casi eccezionali. Tale

decreto è stato del tutto disatteso, le ragioni sono riconducibili da un lato alla difficoltà di certificare i crediti, che ha scoraggiato moltissime impre-se a presentare le relative domande, e dall’altro ai ritardi nella messa a

Laura CastelliCamera Seduta n°6 del 2 Aprile

CAMERA DEI DEPUTATIProposte di legge

Sebastiano Barbanti - Disposizioni concernenti il divieto dello svolgi-mento di propaganda elettorale a carico delle persone appartenenti ad associazioni mafiose e sottopo-ste alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza (660) presentata il 4/4, annunziata il 9/4

Michele Dell’Orco - Modifica all’articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e altre disposizioni in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali (750) pres. il 15/4, ann. il 16/4

Federica Dieni - Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presi-dente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, e al decreto legisla-tivo 31 dicembre 2012, n. 235, in materia di introduzione del voto di preferenza per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica e di disciplina delle cause di incandidabilità (736) pres. il 12/4, ann. il 16/4

Roberta Lombardi - Abolizione dei contributi pubblici e modifiche alla disciplina in materia di spese elettorali e agevolazioni a partiti e movimenti politici. Delega al Governo per l’adozione di un testo unico delle leggi concernenti age-volazioni in favore dei partiti (664) pres. il 4/4, ann. il 9/4

Carla Ruocco - Modifiche all’arti-colo 3 del decreto-legge 13 agosto 2011, n.138, convertito, con modi-ficazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n.148, in materia di soppres-sione dell’obbligo di assicurazione dei professionisti (646) pres. il 3/4, ann. il 9/4

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punto della piattaforma informatica. Non è un Paese civile quello in cui si permette che decine e decine di migliaia di imprese sane ed efficienti si trovino in seria crisi di liquidità per il perpetrare di inefficienze e malfunzionamento della macchina amministrativa, non è un Paese a cui sta a cuore il futuro dei suoi citta-dini quello in cui ci si limita al mero rispetto contabile di alcuni dubbi principi numerici, invece la politi-ca – in particolare modo la politica economica – si dovrebbe occupare di realizzare obiettivi di benessere, di piena occupazione, di rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo

della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economi-ca e sociale.

Intervento di Vito Crimi - 17 Aprile

Dimissioni di Giovanna Mangili - M5SÈ la seconda volta che le dimissioni di Mangili (M5S) vengono respinte. Due settimane fa la senatrice non si era presentata in Aula, ma aveva inviato una lettera in cui spiegava i motivi della sua decisione. La maggioranza aveva però ritenuto le ragioni esposte “lacunose”.

“La decisione di rinunciare – ha detto Mangili durante il discorso di oggi – è maturata nella massima libertà ed autonomia. Anzi, devo dire che le fantastiche persone che fanno parte del mio gruppo hanno tentato di convincermi a restare dimostrandomi affetto e protezione. Rinuncio all’in-carico per ragioni personali. Confermo la mia richiesta di dimissio-ni e chiedo all’Aula di votare favore-volmente per porre fine al tortuoso percorso ad o-stacoli che mi vede protagonista”. Ma anche questa volta le sue dimissioni sono state respinte e si sono subito scatenate polemiche, con le proteste del Pdl e le perplessi-tà nel Pd, espresse da Felice Casson: “La ricerca dei motivi che hanno con-dotto a queste dimissioni è rimasta tale, nel senso che una risposta non l’abbiamo ottenuta”......“È davvero una scena inquietan-te – commenta il vicepresidente di Palazzo Madama, Maurizio Gasparri – quella a cui abbiamo dovuto assi-stere. La parlamentare ha dovuto leggere su un foglio, come se fosse un discorso preparato, il perché di questo suo gesto. Il Senato è un luogo di libertà in cui ognuno può esprimer-si e assistere a scene di questo tipo è davvero preoccupante”.

All’attacco di Gasparri risponde il capogruppo grillino Vito Crimi: “Sono costernato dalla crudeltà dimostrata in questa aula nei confronti di una persona che sta cercando di esercita-re un suo diritto, quello di rinunciare a un mandato. Giovanna Mangili ha dichiarato sin dall’inizio l’intenzione di rinunciare. Non capisco questo atteggiamento. È venuta in quest’aula per spiegare ed evidentemente ha parlato senten-dosi emozionata. Evidentemente non siete abituati a persone che decidono di lasciare un posto perché non se la sentono. Le persone che non rispettano le isti-tuzioni sono quelle che hanno 3-5 poltrone insieme e non vi vogliono rinunciare”.

Principali attività parlamentari della settimanaMOZIONI

- Richiesta di rinvio delle nomine dei vertici della Cassa Depositi e Prestiti, in nome della trasparenza e anche in vista del decreto di sblocco di 40 miliardi per i pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione alle imprese;- Richiesta dell’immediato ritiro delle nostre truppe dall’impiego in Afghani-stan, consentendo, oltre alla salvaguardia di vite umane, anche un risparmio pari a oltre 65 milioni al mese;- Richiesta di bloccare preventivamente le coltivazioni OGM, in particolare il mais della Monsanto (clausola di salvaguardia);

PROPOSTE DI LEGGE- Abolizione del contributo pubblico ai partiti;- Introduzione del voto di preferenza per le elezioni alla Camera dei Deputati e al Senato;- Liberalizzazione delle giornate festive lavorative nel piccolo commercio;

INTERROGAZIONI PARLAMENTARI- Pignorabilità stipendi e pensioni: richiesta al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali per porre il limite del quinto al pignoramento di stipendi e pensioni anche quando superino i mille euro- Terremoto Emilia Romagna: richiesta al Ministro dello Sviluppo Economico per la sospensione degli studi di settore relativi alle aziende delle zone col-pite dal sisma, e la sospensione per due anni dei tributi non pagati- Pesticidi: richiesta ai Ministri di Agricoltura, Ambiente e Salute per porre un freno all’uso dei pesticidi in agricoltura nel nostro Paese, causa di inqui-namento delle falde acquifere e dei terreni- Rigassificatore Gioia Tauro: richiesta ai Ministri dello Sviluppo Economico e Ambiente per sospendere la procedura amministrativa per il rigassificatore di Gioia Tauro, in attesa del parere del Consiglio dei Lavori Pubblici- Concorso Vigili del Fuoco: richiesta al Ministro dell’Interno per sbloccare il turn-over del personale del Corpo dei Vigili del Fuoco, e trasparenza delle graduatorie- Licenziamenti Golden Lady Chieti: richiesta al Ministro del Lavoro per assumere una iniziativa normativa per la legge di stabilità, per prorogare la cassa integrazione per ristrutturazione, e istituire un tavolo di concertazione- MUOS Sicilia: richiesta al Ministro della Difesa per chiarire se i lavori siano prossimi al completamento in quanto gli americani non hanno dato seguito al provvedimento che revocava le autorizzazioni, e quali provvedimenti il governo intenda adottare- Trivellazioni Sardegna: richiesta al Ministro dello Sviluppo Economico per promuovere un tavolo di confronto, sospendendo nel contempo ogni autoriz-zazione già concessa

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di Beppe Grillo - 28 Aprile

In merito all’attentato di Palazzo ChigiC’è stato un attentato ai carabinieri davanti a Palazzo Chigi. Vorrei innanzitutto manifestare la mia solidarietà ai carabinieri, alle forze dell’ordine e ai parenti del carabiniere ferito gravemente. Ci discostiamo da questa onda che spero finisca lì perchè il nostro MoVi-mento non è assolutamente violento. Noi raccogliamo firme ai banchetti, facciamo referendum e leggi popola-ri. Piena solidarietà alle forze dell’or-dine e speriamo che sia un episodio isolato e rimanga tale.

Otto milioni di intrusi!

Più di otto milioni di italiani che han-no dato il loro voto al MoVimento 5 Stelle sono considerati intrusi, cani in chiesa, terzi incomodi, disprezzati come dei poveri coglioni di passag-gio. Né più e né meno dei 350.000 che firmarono per la legge popolare Parlamento Pulito che non è mai sta-ta discussa in Parlamento dal 2007 e dopo due legislature è decaduta. Il M5S non può governare, ma nep-pure avere i diritti minimi di chi fa opposizione. L’offerta di un governo condiviso con il pdmenoelle con l’elezione di Ro-dotà, un presidente della Repubblica indipendente e incorruttibile, non è stata minimamente valutata. Eppure sarebbe stato l’inizio di un nuovo giorno, del rinnovamento del Paese. E ora, dopo l’osceno colloquio nottur-no a tre, in cui due persone, Berlu-sconi e Bersani, hanno deciso tutto, governo, presidenze della Repubblica, programma, al cospetto dell’insigne presenza di Napolitano, il M5S non vedrà rispettati i suoi diritti di pre-

siedere le commissioni del Copasir e della Vigilanza RAI. Andranno all’op-posizione farlocca della Lega e di Sel, alleati elettorali di pdl e pdmenoelle. Un quarto degli elettori è di fatto una forza extra parlamentare.Lo scorso sabato la folla ruggiva, aveva circondato il Parlamento sui quattro lati, stava per sfondare. Si era radunata spontaneamente. Erano cittadini che si sentivano im-potenti, esclusi da qualsiasi rappre-sentanza, da ogni decisione. Persone che vivono sulla loro pelle e su quella dei loro familiari una crisi economica senza precedenti nella storia repub-blicana. I responsabili di quella crisi ora si pongono a salvatori della Patria senza alcun senso del pudore. Ci ridono in faccia e mostrano il dito medio in segno di disprezzo, come Gasparri, al riparo delle loro scorte. “Noi siamo noi e voi non siete un cazzo”. Quanto pensate che potrà tenere il ghetto in cui avete rinchiuso la volon-tà popolare? Sei mesi? Un anno?Il M5S subisce attacchi vergognosi ogni giorno da giornalisti prezzolati, attacchi furibondi che si sono intensi-ficati dopo le elezioni. Chiunque faccia parte del M5S, o anche si avvicini, è colpito sul piano personale e nessuno si indigna. Per il Palazzo è normale che que-sti parvenu della democrazia siano sbeffeggiati, insultati, derisi. Le mail private di molti parlamentari del M5S sono state trafugate, foto, filmati, corrispondenze. In un altro Paese sarebbe il primo titolo per giorni. Se fosse successo al Pdl, a Cicchitto, Ghedini, Brunetta i giornali e i telegiornali avrebbero gridato all’attentato alla sicurezza nazionale. Per il M5S solo scherno o silenzio. Anche il silenzio del presidente della Repubblica del quale sono stati di-strutti nei giorni scorsi i nastri delle conversazioni con Mancino.

La coerenza del PD... ...sono solo parolePierluigi Bersani - 2 ottobre 2012 “Se si pensa di ovviare con mag-gioranze dove io dovrei stare con Berlusconi, si sbagliano. Nel caso io, e penso anche il Pd, ci riposiamo” (Micromega Online).

Emanuele Fiano - 28 febbraio 2013“Lo dico con anticipo, io un’alleanza con Berlusconi non la voto” (AGI).

Ivan Scalfarotto - 28 febbraio 2013“I nostri elettori non capirebbero un accordo con Berlusconi” (AGI).

Anna Finocchiaro - 5 marzo 2013“Il Pd è unito su una proposta chiara. Noi diciamo no a ipotesi di governissi-mi con la destra” (L’Unità)

Pier Luigi Bersani - 7 marzo 2013“Parliamoci chiaro: un accordo di governo fra noi e la destra berlusco-niana (respiro profondo) non esiste” (Otto e Mezzo, La 7)

Massimo D’Alema - 8 marzo 2013 “In Italia non è possibile che, neppu-re in una situazione d’emergenza, le maggiori forze politiche del centrosi-nistra e del centrodestra formino un governo insieme” (L’Espresso)

Beppe Fioroni - 25 marzo 2013“Fare cose non comprensibili dagli elettori non sono utili né per l’Italia né per gli italiani. Non mi pare questa la strada”. (L’Espresso)

Matteo Orfini - 27 marzo 2013 “Nè ora nè mai un governo col Cava-liere. Un governo Pd-Pdl è inimmagi-nabile” (La Repubblica)

Enrico Letta - 29 marzo 2013 “I contrasti aspri tra le forze politi-che rendono non idoneo un governis-simo con forze politiche tradizionali” (Lettera 43)

Roberto Speranza - 7 aprile 2013 “Non dobbiamo avere paura di con-frontarci con gli altri, ma non signifi-ca fare un governo con ministri del Pd e del Pdl. La prospettiva non è una

Angelo TofaloCamera28 Aprile

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formula politicista come il governis-simo, è quel governo di cambiamento di cui l’Italia ha bisogno” (L’Unità)

Roberto Speranza - 7 aprile 2013“L’alternativa non può essere o voto anticipato o alleanza stretta tra Pd e Pdl” (L’Unità)

Roberto Speranza - 8 aprile 2013“Serve un governo del cambiamento che possa dare risposta ai grandi pro-blemi dell’Italia. Nessun governissimo Pd-Pdl” (L’Unità)

Pierluigi Bersani - 8 aprile 2013 “Il governissimo predisporrebbe il calendario di giorni peggiori” (L’E-spresso)

Enrico Letta - 8 aprile 2013“Pensare che dopo 20 anni di guer-ra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile” (La Presse)

Pier Luigi Bersani - 13 aprile 2013“Il governissimo non è la risposta ai problemi” (Micromega)

Rosy Bindi - 21 aprile 2013“Abbiamo sempre escluso le larghe intese e le ipotesi di governissimo” (L’Espresso)

Andrea Orlando - 22 aprile 2013“Sono contrario a un governo Pd-Pdl” (Linkiesta)

Dario Franceschini - 23 aprile 2013“Non si può riproporre qui una grande coalizione come in Germania. Non ci sono le condizioni per avere in uno stesso governo Bersani, Letta, Berlu-sconi e Alfano” (L’Espresso)

A proposito di fiducia...Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, colle-ghi deputati, l’Esecutivo presentato oggi, chiede a questo Parlamento la fiducia, una parola che indica appro-

vazione, fondata su una valutazione positiva dei fatti. Dopo quanto espo-sto negli interventi del MoVimento 5 Stelle e soprattutto dopo i disastrosi risultati di questa classe politica, alla quale voi appartenete da numerosi anni, come si può dare fiducia a que-sto Esecutivo? Negli ultimi decenni si è ammessa da più parti la mancanza di credibilità di questa classe politica che ora chiede la fiducia per l’ennesi-ma volta, come se questa squadra di Governo venisse dalla luna, come se non fosse responsabile, o quantome-no corresponsabile, di quanto finora avvenuto. Secondo noi tutto quello che oggi si prospetta agli italiani nasce da quella famosa frase: lo sa lui e lo sa l’onorevole Gianni Letta, pronunciata da Luciano Violante durante un discorso alla Camera nel quale affermava di aver garantito dal 1994 le televisioni di Silvio Berlusconi e di conseguenza tutti i suoi interes-si. a allora tutti noi ci siamo posti le seguenti domande: perché mai non si è fatta una seria legge anticorruzio-ne? Perché mai non si è votato nella Giunta per le elezioni l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi? Perché costan-temente aumentavano i rimborsi elettorali arrivando a cifre da capo-giro senza che nessuno si opponesse, e il tutto in completo disprezzo del referendum del 1993 che aboliva definitivamente il finanziamento pub-blico ai partiti? Perché mai i manager delle grandi aziende pubbliche sono appartenuti sempre alle aree di rife-rimento di questi due partiti e hanno sempre lavorato con stipendi d’oro, liquidazioni astronomiche e in cambio ci hanno lasciato aziende distrutte e svendute, in barba alla fatica dei nostri genitori e dei nostri nonni? Perché non è stata mai, e dico mai, discussa alcuna legge di iniziativa popolare in Parlamento? Perché nel silenzio generale molto spesso l’esito dei referendum non viene rispetta-to? Perché mai la TAV, il ponte sullo Stretto di Messina, la Gronda, tutte opere economicamente e ambiental-mente insostenibili, hanno l’appoggio

Elenco dei componenti del neonato Governo Letta

Riccardo NutiCamera Seduta n° 10 del 29 Aprile

Riccardo NutiCamera Seduta n° 10 del 29 Aprile

Sottosegretario alla Presidenza: Filippo Patroni GriffiVice Premier e Ministro degli Interni: Angelino AlfanoAffari Europei: Enzo Mauro MilanesiAffari Regionali e Autonomie: Graziano DelrioCoesione territoriale: Carlo TrigiliaRapporti col Parlamento: Dario FranceschiniRiforme Costituzionali: Gaetano QuagliarielloIntegrazione: Cecile KyengePari Opportunità, Sport e Politiche Giovanili: Josefa Idem

Publica Amministazione: Giampiero D’AliaAffari Esteri: Emma BoninoGiustizia: Annamaria CancellieriDifesa: Mario MauroEconomia e Finanza: Fabrizio SaccomanniSviluppo economico: Flavio ZanonatoTrasporti: Maurizio LupiPolitiche agricole: Nunzia De GirolamoAmbiente: Andrea OrlandoLavoro: Enrico GiovanniniIstruzione: Maria Chiara CarrozzaBeni e Attività Culturale: Massimo BraySalute: Beatrice Lorenzin

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di questi due partiti? Abbiamo troppe domande e molti indizi, e tantissimi fatti che ormai sono un’evidenza. Un accordo forte, di sistema, tra i due più grandi attori della politica italiana tiene sotto scacco il Pae-se e i cittadini tutti. Ecco spiegati vent’anni di opportunità perdute per la nostra terra, per i suoi abitanti, per la nostra crescita culturale e di comunità. Ci sono tantissime perso-ne, troppe in questo Paese, che la notte non sanno dove dormire, che hanno paura del domani, dei debiti. Ci sono persone che piangono per la disperazione e non siamo certo noi i responsabili di queste tragedie che, probabilmente, anche qualcuno di noi ha vissuto. Siamo convinti che non basta avere – come è stato detto – un Governo anagraficamente giovane, né un Governo con numerose presenze femminili: ciò che serve all’Italia è portare avanti un’idea innovativa e il requisito minimo per poterlo fare è avere persone disinteressate dall’al-ta e comprovata moralità e onestà. Ci teniamo a ribadire che non siamo l’emergenza democratica di questo Paese. Noi siamo la conseguenza del-la finta democrazia di questo Paese. Da oggi, le emergenze si dovranno chiamare, prima di tutto, conseguen-ze, perché le conseguenze prevedono della responsabilità da individuare. A proposito di responsabilità, vogliamo dire a tutti voi, e agli italiani e non che ci stanno ascoltando, che vote-remo favorevolmente quei provve-dimenti che riterremmo utili per il bene comune, quelli di reale cambia-mento. Per il resto, faremo un’oppo-sizione seria, costruttiva e propositi-va. Il nostro non è un «no» a priori, ma un «no» frutto di conoscenza e di informazione, un «no» di chi non vuo-le accontentarsi del meno peggio, di chi non può e non vuole chiudere gli occhi davanti a questo inciucio, di chi non vuole cedere allo squallido com-promesso che chiede voti in cambio di posti di lavoro, di concessioni e di permessi. Il nostro «no» alla richiesta di fiducia è un «no» informato, figlio di tanti scandali, come le discariche di Chiaiano, Malagrotta, Bellolampo e quella sul fiume Pescara, gli ecomo-stri Residence Roma e di Realmonte, le migliaia di morti sul lavoro che piangiamo ogni anno e che, dopo un apparente interesse da parte delle istituzioni, sono tornate nel silenzio generale senza subire alcun significa-tivo calo, gli scandali sanitari dell’os-

pedale San Raffaele, Santa Rita, della sanitopoli d’Abruzzo e della clinica Santa Teresa, gli scandali finanziari Parmalat, Monte dei Paschi di Siena e Antonveneta, i morti uccisi in decen-ni di guerra dalla ’ndrangheta, dalla camorra e da Cosa Nostra, i morti a causa di tumore, in nome della crescita, dall’ILVA al petrolchimico di Gela, a tante altre zone d’Italia e, non per ultimo, alle bombe di Capaci, Via d’Amelio, Roma, Firen-ze e Milano. Questo è solo un breve elenco, potenzialmente infinito. Per tutti questi motivi, il voto del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle non può che essere contrario alla fiducia da voi richiesta. La fiducia è qualcosa che si conquista nella vita, dimostrando di meritarla giorno per giorno, è qualcosa che resiste an-che a singoli errori, ma che non può persistere dopo che queste forze politiche che voi rappresentate hanno dimostrato di non voler cambiare, ma solo di far finta di cambiare.

Interventi sulla non fiducia al Governo Letta

Presidente del Consiglio Letta, noi vi conosciamo! Noi sappiamo chi siete! Ed è quindi inutile mettere delle fac-ce nuove solo per far vedere che è in atto un cambiamento. Quando in una parete c’è la muffa, la soluzione è rimuoverla, non passarci sopra la ver-nice. Perché la muffa, subito dopo, ritorna ancora peggio di prima. E questo siete voi, una mano di vernice su di un muro già irrimediabilmente rovinato. Presidente Letta, questo Governo odora di democristianità. Odora di intrecci di comitati d’affari quali CL e Compagnia delle Opere. Visto il Mini stro dell’Interno che ha scelto, o che è stato obbligato a sce-gliere, possia mo ben dire che questo sembra il Governo della trattativa Stato-Mafia. Del bavaglio alla magi-stratura ed alle opposizioni politiche.Questo, siamo sicuri, sarà il Governo del salvacondotto giudiziario a Silvio

Berlusconi. Presidente Letta, sap-piamo anche perché Napolitano ha scelto lei. Lei è l’esemplificazione della trasversalità, degli accordi alle spalle dei cittadini. E d’altra parte Lei è lo stesso che ha affermato che era meglio votare Berlusconi che il M5S. Lei è lo stesso che venerava un certo Giulio Andreotti, prescritto per concorso esterno ad associazione ma-fiosa. Lei è anche il nipote di Gianni Letta, braccio destro di Berlusconi, amnistiato per finanziamento illecito dei partiti; indagato da varie procure d’Italia. Tipico intreccio familistico del potere in Italia. Presidente Letta, la sua Fondazione Vedrò riceve finan-ziamenti da aziende praticamente pubbliche come Eni ed Enel. Da ex monopolisti pubblici come Autostrade per l’Italia ed altri ancora. Ed allo-ra, quando dovrà prendere decisioni difficili, a chi risponderà? Ai cittadini oppure alle grandi aziende che gene-rosamente la finanziano? Insomma, Lei riassume quello che è lo status quo in Italia. La preservazione degli interessi di pochi contro gli interessi della collettività. Presidente Letta, noi qui in Aula faremo una opposizio-ne durissima, senza sconti. D’altra parte qui dentro abbiamo dimostrato di essere l’unica vera opposizione. Ma siamo anche cittadini italiani. E, sinceramente, speriamo, ma non crediamo, che possiate fare qualcosa di positivo per il Paese. E se ciò dovesse davvero succedere, se quindi riuscirete a fare gli interessi dei cittadini invece che delle lobby che vi sostengono, noi vi appogge-remo convintamente. Ma se, come crediamo, farete gli interessi dei pochi, noi saremo pronti a stanarvi ed a denunciare pubblicamente ciò che siete e rappresentate!

E ancora...

Signor Presidente, signor Ministro, il Movimento 5 Stelle condanna sen-za appello la vile e inammissibile violenza perpetrata domenica nei confronti di due servitori dello Stato,

Andrea CollettiCamera Seduta n°10del 29 Aprile

Mario Michele Giarrusso - SenatoSeduta n°17del 30 Aprile

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i carabinieri Giuseppe Giangrande e Francesco Negri. Una violenza tanto più grave e ingiustificabile in quanto posta in essere nei confronti di chi, nell’adempimento del proprio dove-re, in quel momento era preposto alla difesa delle istituzioni democratiche di questo Paese. Il MoVimento inten-de così manifestare la propria umana e politica vicinanza ai due carabinieri feriti, alle loro famiglie e a tutti i membri delle forze dell’ordine. Que-ste donne e questi uomini in divisa ogni giorno, in dignitoso silenzio, mal pagati e peggio equipaggiati, sono co-munque e sempre nelle nostre strade, tra i cittadini, per garantire la sicu-rezza di tutti. Queste donne e questi uomini, fedeli servitori dello Stato, con le loro vite, difendendo le istitu-zioni, difendono la nostra democrazia ed il libero esercizio sia dell’attività di Governo che il libero svolgimento dell’opposizione, perché in demo-crazia noi facciamo così. Chi attenta alla vita di queste donne e di questi uomini, di questi servitori dello Stato, attenta alla nostra libertà, attenta alla libertà di tutti i cittadini, anche di quelli che protestano e dissentono e che lo possono fare civilmente e li-beramente proprio grazie all’impegno e alla professionalità dimostrata dai nostri cittadini in divisa, perché in democrazia noi facciamo così. Chi osa speculare sul sangue dei nostri fedeli servitori dello Stato per fini di bassa polemica politica è un poveretto, è in malafede. Chi ha osato speculare su questi gravi fatti per attaccare il M5S lo ha fatto in palese malafede. È lo stesso individuo e sono gli stessi gruppi che fino a qualche giorno fa apostrofavano i magistrati come criminali. Chi ha osato speculare sul dolore dei nostri carabinieri feriti è lo stesso che qualche giorno fa afferma-va testualmente «daremo battaglia nel Parlamento e nelle piazze», e non era Grillo e non eravamo noi, signor Presidente! È lo stesso personaggio, imputato per induzione alla prosti-tuzione di una ragazza minorenne, che affermava con grande enfasi e violenza verbale che all’interno della magistratura c’è una parte che ha formato una specie di associazione a delinquere. Questi personaggi, che in gioventù inneggiavano alla violenza politica, invocando per l’Italia un golpe violento come quello della Gre-cia e che veramente hanno assaltato il Parlamento insieme ai loro sodali politici e per fare i fatti sono stati

inquisiti per attentato agli organi costituzionali, questi stessi adesso ci fanno la morale. La violenza, signori colleghi, non appartiene alla storia del M5S, che ha sempre predicato la non violenza e la resistenza civile e pacifica e ha incanalato la rabbia e la disperazione dei cittadini, provati dalla crisi morale, civile e politica in cui versa il nostro Paese, attraverso la raccolta di firme per i referen-dum, attraverso la raccolta di firme per le iniziative di legge popolari e, non ultima e non meno impor-tante, attraverso la partecipazione alle elezioni politiche. Lo scopo è di restituire la voce propria ai cittadini che in queste Aule, da troppo tempo sorde e cieche ai loro lamenti ed alle loro legittime invocazioni di aiuto, non avevano rappresentanza, perché in democrazia noi facciamo così. In conclusione, vorrei solo sottolinea-re che noi del M5S, proprio in quei momenti, eravamo tra i cittadini che protestavano, invocando il nome di Rodotà e non certo lanciando molo-tov o brandendo spranghe di ferro; abbiamo continuato a farlo per tutta la giornata, evitando che la protesta potesse esorbitare dal binario civile e democratico ad opera di frange di estremisti che si erano infiltrati. Il MoVimento, in quei momenti conci-tati e convulsi, si è assunto le proprie responsabilità, collocandosi dove deve stare una forza politica come la nostra, democratica, civile, pacifica e di opposizione, tra i cittadini che protestano ed i cittadini in divisa che vigilano, affinché la protesta potesse svolgersi senza rischi per l’incolumità di tutti, perché in democrazia noi facciamo così.

E ancora...

Signor Presidente, peccato che non sia presente il Ministro Alfano perché parliamo di giustizia. Ministro Cancel-lieri, mi rivolgo a lei. Siamo felici che una donna come lei possa diventare Ministro della giustizia. La supporte-remo se farà battaglie per la legalità

e la proteggeremo da eventuali attac-chi delle mafie. Saremo con lei se toccherà gli interessi di quei gruppi di potere che hanno trasformato i cittadini in sudditi. Noi siamo qui per suggerirle azioni di Governo, per indicarle percorsi che non possono non prescindere dalla strada tracciata dalla Costituzione. Una Costituzione che tutela l’auto-nomia della magistratura, un obbligo che deve seguire alla lettera disin-nescando l’assurdo conflitto con la politica che perdura da vent’anni, da quando Berlusconi – purtroppo non Cesare Beccaria – è sceso in politica per occuparsi dei suoi problemi met-tendo 60 milioni di italiani in un mare di guai. Noi del MoVimento 5 Stelle non difen-diamo i magistrati tout court. I magi-strati sono uomini, gli uomini sbaglia-no e gli errori sono in buona o cattiva fede, Ministro. Noi difendiamo il ruo-lo sacrosanto della magistratura. La sosterremo se vorrà rivedere il «piano carceri» troppe persone che hanno commesso reati di «serie B» sono in galera, mentre colletti bianchi che hanno contribuito alla crisi viaggiano sotto scorta. Questo è intollerabile, Ministro, lei lo sa benissimo. La invitiamo, quindi, ad impegnarsi in un programma di depenalizzazione dei reati a bassa pericolosità sociale e ad una politica dura nei confronti di quei criminali che falsificano i bilan-ci, che corrompono e che legiferano nonostante le loro condanne. Il falso in bilancio va inasprito, Ministro, per favore! Lei sa che cosa succede a chi falsifica un bilancio negli Stati Uniti, un Paese portato ad esempio da tanti che le siedono accanto. Oggi la corruzione ci costa 60 miliar-di all’anno. Si immagina, Ministro, quante imprese potremmo salvare con questo denaro?Quanti cittadini disperati potremmo aiutare magari attivando quel red-dito di cittadinanza, che è presente negli altri Paesi europei? 60 miliardi all’anno, 15 volte il gettito IMU. Riflettiamoci tutti a cominciare da lei, Ministro. Se lei si batterà per l’indipendenza della magistratura, se lei stessa si dimostrerà indipendente, noi non soltanto la sosterremo, ma la chiameremo con orgoglio Ministro della giustizia. Buon lavoro.

Alessandro Di BattistaCamera - Seduta n°10del 29 Aprile

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Le conclusioni del capogruppo Crimi

Egregio Presidente, signori senatori, siamo oggi a decidere se riconoscere al Presidente del Consiglio e al Gover-no la nostra fiducia e quella dei citta-dini che hanno scelto il MoVimento 5 Stelle come portavoce delle improro-gabili istanze del Paese.Per decenni un grido di dolore è salito via via da cittadini e famiglie, lavora-tori ed imprese, giovani disoccupa-ti, pensionati ed esodati, ignorato solamente dalla sordità delle forze politiche. Lo ha ricordato il Presiden-te della Repubblica nei passaggi del suo discorso che, in modo kafkiano, angosciante e surreale, avete voi stessi ipocritamente applaudito.Il senso del mandato elettorale che abbiamo ricevuto sta qui: nella con-vinzione dei cittadini che il sistema politico vigente non voglia e non pos-sa evolvere spontaneamente, anzi resista alle spinte della società civile che, estromessa dalle istituzioni poli-tiche, è arrivata a concepirle come circoli esclusivi o addirittura palazzi fortificati. Malgrado ciò non siamo venuti per una contrapposizione as-soluta e radicale; siamo per natura e per scelta un movimento propositivo, ne abbiamo dato dimostrazione e ne daremo ancora. La doverosa protesta per la violazione del Regolamento e il mancato avvio delle Commissioni per-manenti non ci ha impedito di contri-buire costruttivamente ai lavori delle Commissioni speciali plenipotenzia-rie; Commissioni improprie per loro natura e a maggior ragione a causa anche del conflitto di attribuzioni, in quanto i Presidenti di dette Com-missioni sono stati chiamati anche in qualità di saggi a delineare una linea programmatica per il Governo, men-tre nelle Commissioni speciali rivesti-vano ruoli di responsabilità, controllo e garanzia. Si è preferito bloccare l’azione dei parlamentari in attesa che maturassero le condizioni perché si consumasse l’annunciato matrimo-

nio a cui assistiamo oggi. Malgrado ciò abbiamo accettato comunque di contribuire in sede di Commissione speciale ad un decreto già in parten-za insufficiente per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministra-zioni verso le imprese, pur avendo proposte di legge di ben altra por-tata da avanzare nelle Commissioni permanenti: per lo sblocco totale dei pagamenti succitati; per l’abolizio-ne graduale dell’IRAP entro il 2014; per estendere a tutte le imprese il cosiddetto pagamento dell’IVA per cassa. Si tratta di proposte studiate e costruite in collaborazione con realtà locali ed associazioni di categoria e dunque con chi costruisce l’economia reale quotidianamente, e non con chi la piega agli interessi della finanza. Quale che fosse il Governo, anche in prorogatio, queste misure potevano essere già definite ma, mentre noi in-dicavamo la luna, i partiti guardavano il dito, distratti a definire gli equilibri di potere, trascurando prerogative e doveri legislativi.Abbiamo dunque coniugato coeren-za e realismo, fermezza e dialogo, anche al punto da non escludere la nascita di un Governo, non già nostro di bandiera, ma super partes, «super» per levatura tecnica e reale autono-mia dai poteri costituiti, in grado di portare ciò che necessita ora più che mai alla politica e al Paese.Con questo stesso spirito attento e niente affatto preconcetto, valutiamo oggi ciò che è possibile concedere in termini di fiducia, benché il quadro sia - ahinoi - deficitario.Il Paese è involuto sotto lo stillicidio di leggi inique, che hanno aumentato l’impunità, fratturato la coesione, aperto la forbice tra ricchi e poveri, tra economia e finanza, tra diritti e doveri, affievolendo la fiamma pilota della scuola, della ricerca, del tessuto imprenditoriale, della tutela dei beni comuni, delle fasce deboli, e con questi il principio della sovra-nità del popolo. Di questa sistema-tica deriva il sistema dei partiti è responsabile come lo sono i Governi uscenti. Con questa consapevolezza, signor Presidente, ci siamo accostati alle consultazioni che, per la prima volta nella storia, i cittadini hanno potuto vedere e valutare dal vivo, e ne siamo orgogliosi. Lei parve convin-to del suo ruolo, lo si è visto, quasi che la sua fosse una proposta per noi irrinunciabile. Il suo fervore era pari al nostro disincanto per la parabola,

per nulla casuale, che ha portato al suo mandato e per la fisionomia prevedibile del Governo nascente, dettata esplicitamente dal Presidente della Repubblica e dalle esternazioni interessate dei notabili di partito.Per l’ennesima volta avremmo voluto essere smentiti. Per l’ennesima volta si è confermato invece il potere inerziale che sta portando il Paese al declino. Abbiamo visto fallire due Governi, entrambi con larghissime maggioranze, e con logica pervicace si è escluso un Governo, foss’anche di minoranza, innovativo e super partes. Serviva un passo indietro dei partiti, logorati dalle lotte intestine e non un accalcarsi nelle stanze dei bottoni. Abbiamo dovuto votare con una legge elettorale ripugnante e ora, come danno e beffa, vediamo uniti e ab-bracciati proprio i partiti e i politici che hanno eluso sistematicamente la riforma elettorale per calcolo fazio-so. Il cambiamento, chiara istanza emersa dal voto e universalmente riconosciuta da tutte le analisi, ci è stato sbandierato nelle precedenti consultazioni e rinnovato da lei pochi giorni fa a parole, senza seguito nei fatti. Forse il cambiamento si limita-va al portare gli stadi fuori dai centri storici: spero che non sia questo. Anzi, proprio lei ha chiesto a noi di cambiare, di scongelarci. Noi l’at-tendevamo sui fatti e le prime azioni confermano la rigidità del sistema politico, ibernato nella conservazione dello status quo. L’invito a scongelar-si lo rivolgiamo a lei e a quella classe politica che rappresenta. Ai posti di responsabilità del suo Go-verno troviamo ancora comandanti e nostromi dei Governi naufragati nel 2011 e 2012. Troviamo anche nuovi Ministri in settori chiave, ma non tutti con competenze specifiche, alcuni dal curriculum improbabile, se si esclude la militanza di partito. Il programma è quantomeno aleatorio e verosimilmente sarà ostaggio di veti incrociati e mercanteggiamenti dei partiti, ognuno proteso a conquistare un successo di Pirro da spalmare sui media. Doppi fini personali traspaiono invece dietro le cortine mediatiche, nessuna presa di posizione chiara sull’ineleggibilità di Silvio Berlusconi e sul conflitto di interessi. Non dare-mo dunque la nostra fiducia, perché essa impegna chi la concede ben più di chi la raccoglie. La nostra proposta di metodo non è stata accolta. Ora ci confronteremo sui contenuti e su

Vito CrimiSenato - Seduta n°17del 30 Aprile

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questi, malgrado tutto, ci troverà sempre responsabili, per il valore che diamo a questo termine. Due punti su tutti ci permettiamo di imporre alla sua attenzione: il primo è il sostegno ai redditi, in primis con l’istituzione di un reddito di cittadi-nanza. Tale richiesta viene da tante forze politiche e vale appena la pena di ricordare come in tutte le Nazioni europee esistono strumenti analo-ghi, con pochissime, non invidiabili eccezioni. Le istituzioni europee ci raccomandano di adottare queste misure, o forse l’Europa è autorevole solo quando ci chiede e pretende? Sono misure che possono sostituire altri ammortizzatori sociali, e dunque con minore onere netto per il bilan-cio, che rilanciano i consumi e con essi l’economia e le entrate fiscali virtuose. Si tratta di una misura i cui stessi effetti riducono il suo costo reale. Il secondo è un «piano Marshall» per le piccole e medie imprese, imper-niato su: semplificazione burocrati-ca, riforma fiscale, detassazione di investimenti e ricerca, spostamento degli investimenti dalle grandi opere inutili ad un piano di microprogetti a vantaggio delle imprese artigiane, riduzione dei tempi per la giustizia civile e penale, che hanno costi eco-nomici pari a diversi punti di PIL.In conclusione, signor Presidente, prendiamo atto comunque che sta nascendo un nuovo soggetto politico, che stravolge il risultato elettorale e disattende il voto espresso dai citta-dini, basato sulle coalizioni dichiarate in campagna elettorale. L’espressione di questo «modello unico» è appunto questo Governo, al quale il MoVimen-to 5 Stelle si contrappone fermamen-te, assumendo il ruolo di opposizione. Non possiamo non sottolineare invece un’affermazione inquietante, che ab-biamo sentito, e cioè la costituzione di una cosiddetta convenzione. Si propone di restituire la centralità al Parlamento, ma allo stesso mo-mento si sottrae allo stesso la possibi-lità di dar vita al dibattito fisiologico - come da lei stesso viene definito - che viene connotato quasi da un’ac-cezione negativa.Fin dai primi giorni, a seguito dell’in-gresso in queste stanze del MoVi-mento 5 Stelle, e quindi di cittidini, vengono proposti modelli atti a de-legittimare l’unica presenza politica all’interno di quelle stanze che rive-

ste un ruolo di opposizione al modello unico, dapprima con cosiddetti saggi ed ora con questa convenzione, la cui Presidenza è stata reclamata addirit-tura da Silvio Berlusconi: su questo nessun commento è sufficiente a descrivere il nostro sdegno. Opposizione che eserciteremo comun-que con responsabilità e propositivi-tà. Siamo appena entrati nei mecca-nismi di questa macchina elettorale e in questi meccanismi potremo essere olio oppure sabbia. Saremo olio tutte le volte che le azio-ni saranno volte all’interesso collet-tivo, saremo sabbia negli ingranaggi ogni volta che prevarranno interessi di parte.

L’etica e la traspareza

L’etica nei comportamenti pubblici e privati e la trasparenza sono da sempre due principi cardine del M5S. Così come l’uso assennato e da buon padre (o madre) di famiglia delle risorse pubbliche, ovvero i soldi che

Roberta LombardiCamera nella seduta n° 8 del 9 Aprile

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MO IMENTOFOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 1° MAGGIO 2013

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noi cittadini versiamo ogni anno allo stato. Per questo motivo, in riferi-mento al codice di comportamento che ogni parlamentare ha sottoscrit-to al momento della candidatura, vorrei prendere un impegno ancora più chiaro e stringente con i cittadini che ci hanno votato. Ricordo che il gruppo M5S alla Camera, attraverso i sue rappresentanti nell’Ufficio di Presidenza, ha proposto di adeguare le retribuzioni dei parlamentari alla cifra di 5.000 euro lordi che noi già prenderemo e ha richiesto di ottimiz-zare la parte dei rimborsi unificandoli e documentandoli a piè di lista.Nell’attesa che l’Ufficio di Presidenza si pronunci, questa di seguito sarà la mia linea di condotta.Indennità parlamentare: rinuncio alla differenza con i 5.000 euro lordi, (5.435 euro). La differenza verrà restituita.Diaria: documentazione di tutte le spese a piè di lista, anziché il forfait di 3500 euro previsto. Quanto non do-cumentato verrà restituito.Rimborso spese per esercizio del mandato (ovvero cosiddetti portabor-se e consulenze): intera documen-tazione spese anziché il 50% come previsto. Quanto eventualmente non speso, verrà restituito.Spese trasporto e viaggio: rinuncio ai rimborsi taxi pari a 3.323,70 euro netti liquidati trimestralmente.Spese telefoniche: rinuncio a 3.100 euro circa su base annua.Assistenza sanitaria: non è possibile rinunciarvi.Indennità fine mandato (in busta paga indicato come Fondo Solidarietà): non

è possibile rinunciarvi. Ma lo restitui-rò a fine mandato.Previdenza Deputati: è l’accantona-mento per la pensione calcolata con sistema contributivo. Maturerò il di-ritto alla pensione al compimento dei 65 anni di età e a seguito dell’eserci-zio del mandato parlamentare per almeno 5 anni effettivi. Relativamen-te alle spese di viaggio, me ne servirò esclusivamente per quanto riguarda trasferte di lavoro e mi impegno a prediligere sistemazioni in hotel di categoria media ed a mantenere le spese di vitto, e alloggio e trasporto, il più possibile contenuti. Non esiste richiesta di uso virtuoso dei soldi pubblici se noi per primi non siamo disposti a dare il buon esempio!

Quale Europa? Quella dei popoli o delle Banche?

Signor Presidente, signori ministri, colleghi deputati, il 2 marzo 2012 a Bruxelles fu redatto il Fiscal Com-pact, il Patto di bilancio europeo che prevede enormi sacrifici.L’approvazione del Trattato in Italia, avvenuta nella scorsa estate, ha com-portato una conseguenza: il dispo-sitivo è entrato nella Costituzione italiana, sicché il pareggio di bilancio è un obbligo fondamentale. Tale ob-bligo, però, si pone in contrasto con i doveri della Repubblica e con i diritti dei cittadini, sempre più sottoposti a tagli e tasse che producono perdita di servizi, di lavoro, di economie, di speranza nel futuro.L’Italia ha dunque ceduto alcune prerogative di giurisdizione nazionale all’Unione europea. Il che non può considerarsi affatto normale.Il Fiscal compact, oltre a determinare la cessione di un pezzo di sovranità, che per Costituzione appartiene al popolo, comporta che le politiche economiche dei prossimi decenni sono già ipotecate. La strada è trac-ciata.L’approvazione del Fiscal compact e degli atti collegati è opera vostra,

signori ministri del Pd, del Pdl e del raggruppamento Monti. Ieri avete affidato il governo dell’Italia ai poteri forti europei, oggi siete gli attuatori del loro programma di austerità.Apro una parentesi. Ricordo che quando il senatore Monti si presentò alla Camera, ricevuto l’incarico di presidente del Consiglio, proprio il suo successore, l’onorevole Enrico Letta, si mise a disposizione con un discusso bigliettino.Di là da ogni dietrologia, quell’epi-sodio mi pare simbolico di un’equi-valenza delle parti politiche, legate a un modello sbagliato di Europa e unite dalla disponibilità a sgretolare la sovranità dei cittadini, per interes-si di grandi capitali.Di proposito, si è spiegato quasi nien-te del Fiscal compact, del collegato Meccanismo Europeo di Stabilità e del Fondo salva Stati, che nella vostra coscienza sapete essere un vero imbroglio.Tutto questo sulla base di logiche impositive, verticistiche, antide-mocratiche; sulla base di un’idea di Europa delle lobby, delle ragionerie tecnocratiche e dei loro sostenitori politici, la quale mortifica i popoli e il progetto dell’unità politica del Vecchio continente.Il Movimento Cinque Stelle propone di intervenire nel rapporto, in termini di sovranità nazionale, tra il Fondo salva Stati e il Parlamento; due, occorre agire anche rispetto all’attuazione del pareggio di bilancio, che è un’a-berrazione e cancella gli studi di eco-nomia e di diritto di tutti i presenti in aula. Per ultimo, bisogna modificare l’organizzazione dei gruppi bancari, strutturati a mo’ di scatole cinesi funzionali a operazioni, ormai sempre più note, che acuiscono la crisi.Vogliamo chiudere con le parole del prof. Stefano Rodotà. “In questo mo-mento l’Europa è lontana, Bruxelles è detestata, perché viene percepita dai cittadini europei come il luogo da cui arrivano i sacrifici. Invece – con-tinua il prof. Rodotà – per i cittadini europei ci sarebbe, ci può essere e ci deve essere la dimensione dei diritti che è nella vocazione storica dell’Eu-ropa”.

Dalila Nesci CameraSeduta n°11del 30 Aprile

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informazioni dalPARLAMENTO 5 STELLE

FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 1° MAGGIO 2013

Prima della non fiducia al Governo

Grazie Presidente, gentili colleghi e colleghe, oggi condividiamo le paure dei cittadini in strada che pretendono risposte immediate per combattere un momento di così grave crisi socia-le, economica e morale. Oggi dobbiamo fare i conti con una nuova ondata di violenza che passa da una crescita esponenziale della microcriminalità nelle nostre città e culmina in gesti di estrema pericolo-sità. E come rispondiamo noi? Come affrontiamo queste tensioni? Come aiutiamo la nostra comunità? Sempli-ce... Teniamo bloccate le commissio-ni utilizzando l’unica di esse ad oggi realmente operativa come valvola di sfogo per urgenze di palazzo. Siamo anche capaci di perder tempo per la costituzione di gruppi parla-mentari come Fratelli d’Italia che hanno prima elemosinato “favori istituzionali” in nome della democra-zia per poi dichiarare, subito dopo, di essere opposizione al “padrone” che li ha fatti eleggere. SEL, dopo aver consentito al Pd di prendere la maggioranza, ed aver bypassato lo sbarramento, oggi diven-ta opposizione e speriamo non giochi una partita ambigua che va dalle parole forti di un leader alla ricerca del cambiamento all’opposizione furba e comoda in linea con il pro-getto di “restaurazione” in atto nelle istituzioni. Poi c’è la Lega che senza provare alcuna vergogna si reinventa vantan-do una nuova ed immacolata vergi-nità, dichiarandosi opposizione dello stesso piazzista che la tiene in vita. Non trasformiamo questa legislatura transitoria in una guerra santa fatta di alchimie politiche e giochi di pre-stigio.Dedichiamoci immediatamente al nostro ruolo supremo: legiferare!Ci aspettiamo che, in ossequio alla legge, le nomine al Copasir ed alla commissione relativa alla Vigilanza

Rai siano attribuite all’unica vera opposizione, quella del M5S, e non a forze politiche di opposizione last mi-nute. Spero che queste richieste non rimangano inevase e siano soltanto il punto di partenza per operare, pur nelle nostre diversità, in un contesto politico che garantisca la legalità e la trasparenza. Grazie.

Noi stiamo lavorando...

Il M5S si prepara a presentare i suoi emendamenti, proposte importanti che riguardano la vita dei cittadini e delle imprese in difficoltà. Così mentre qualcuno già festeggiava per la spartizione delle poltrone, il movimento, in un parlamento de-serto, studiava ed analizzava ogni singola proposta preparandosi ad una importante discussione in aula. Alcuni degli emendamenti che avanziamo riguardano l’abolizione dell’IMU sulla prima casa, la proposta di istituire un fondo a favore delle piccole e micro imprese con i soldi dei finanziamenti pubblici ai partiti (questo emendamento è stato accolto e sarà votato in aula), la possibilità di effettuare la certificazione dei crediti anche anche da parte di altri professionisti come gli avvocati e i commercialisti, iscritti all’albo da almeno 5 anni, e non solo dai notai, la ridiscussione della Tares che va stabilita in base al consumo dei rifiuti e non in base alla metratura, l’elimi-nazione della discrezionalità da parte di equitalia di pignorare pensioni e stipendi, la sospensione delle cartelle esattoriali per tutte quelle impre-se che vantano crediti con le PA, la compensazione dei contributi versati (contributi dormienti) per chi non ha conseguito il diritto alla pensione autonoma (si parla di pensione per persone anziane che potrebbero com-pensare queste somme con le cartelle di un ICI/IMU non pagate perchè in difficoltà) e altre proposte di fonda-mentale importanza che troverete tutte in rete. Così alla fine della loro compilazione ci siamo detti: “andia-

mo giù dalla stampa ed enunciamo alcune di queste proposte in modo da farle conoscere a tutti”; ma giunta davanti ai giornalisti il mio desiderio di spiegare il nostro lavoro è stato ac-colto con sufficienza e noia, mentre tutte le domande si sono riversate sulle mail trafugate ai parlamentari del M5S. Questa, per la quasi totali-tà, è la stampa di questo paese che mentre affonda si preoccupa di fare solo gossip.

SENATO DELLA REPUBBLICA

Decreti legislativi presentati Alberto Airola - Norme in materia di modificazione dell’attribuzione di sesso. (392)Rosetta Enza Blundo - Modifi-ca all’articolo 6, comma 17, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di ricerca ed estrazione di idrocarburi. (451)Vito Claudio Crimi - Riforma della disciplina per le elezioni della Camera e del Senato, concernente i criteri di candidabilità ed i casi di revoca e decadenza del mandato nonché l’espressione del voto di preferenza da parte degli elettori. (452)Disposizioni volte alla abolizione del finanziamento pubblico all’edi-toria. (453)Abrogazione della legge 3 febbraio 1963, n.69, e successive modifi-cazioni, sull’ordinamento della professione di giornalista. (454)Francesco Molinari - Disposizioni concernenti il divieto di propagan-da elettorale per le persone appar-tenenti ad associazioni mafiose e sottoposte alla misura di preven-zione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. (455)Michela Montevecchi - Nuove disposizioni per il contrasto dell’o-mofobia e della transfobia. (391)Nicola Morra - Modifiche all’ar-ticolo 416-ter del codice penale in materia di scambio elettorale politico-mafioso. (431)Luis Alberto Orellana - Modifiche al codice civile in materia di egua-glianza nell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso. (393)

Angelo TofaloCamera Seduta n°10del 29 Aprile

Carla Ruocco Resoconto della giornata alla Camera

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informazioni dalPARLAMENTO 5 STELLE

MO IMENTO

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Un saluto perAgnese BorsellinoI parlamentari del M5S abbracciano la famiglia Borsellino colpita dalla scom-parsa di Agnese, vedova di Paolo. Il nostro è un abbraccio fatto di sin-cero calore umano e sete di verità. Un abbraccio che esprimiamo ripren-dendo le parole di Salvatore Borselli-no: “È morta Agnese. È andata a raggiungere Paolo. Adesso saprà la verità sulla sua morte”.

Corriere della Sera - 2 Maggio

MPS: il MoVimento propone varo commissione inchiestaIl gruppo parlamentare del MoVimen-to 5 Stelle al Senato ha depositato una proposta per l’istituzione imme-diata di una Commissione parlamen-tare di inchiesta sul dissesto finanzia-rio dell’istituto di credito Monte dei Paschi di Siena. L’iniziativa, si aggiun-ge, porta la firma dell’intero gruppo parlamentare e vede come primo firmatario Carlo Martelli. “La Com-missione - si legge nel comunicato - dovrà far luce su quello che è uno dei più grandi scandali finanziari e politi-ci della Repubblica italiana mettendo particolare attenzione alle operazioni di acquisizione societaria e di attività su strumenti finanziari derivati. La proposta prevede l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchie-sta sull’operato della Banca MPS, della fondazione MPS, e, conseguen-temente, della Consob e della Banca d’Italia per quanto concerne MPS. Compito della Commissione di inchie-sta sarà altresì quello di verificare le responsabilità per evitare che fatti così non abbiamo più a ripetersi”.

Marco Baldassarre - Deputato

Situazione dei lavoratori di Monte dei Paschi di SienaDa operaio in aspettativa per il mandato parlamentare ho partico-larmente a cuore i temi del lavoro, ragion per cui martedì 7 maggio, quando si formeranno finalmente le commissioni permanenti, entrerò a far parte della XI Commissione sul

Lavoro. Proprio per questo mi preme affrontare la questione del Monte dei Paschi di Siena anche dal punto di vista dell’occupazione. Viviamo in un periodo da dimenticare per quel che riguarda il lavoro, il welfare ed il sociale. La Riforma Fornero ha creato una nuova categoria, quella degli Esodati, attualmente 362.000, ha creato 900.000 esuberati e/o inoccupati, cioè quella categoria che non avendo fatto nessun accordo con la propria azienda si trova senza un lavoro a pochi anni dal pensio-namento che, sempre grazie alla Riforma Fornero, è slittato all’età di 67 anni. Per non parlare del tasso record di disoccupazione, sopratutto giovanile. Nel frattempo, purtroppo, si uccide una persona al giorno, tra chi non sa come mandare avanti la propria famiglia per la mancanza di un lavoro e chi, sommerso dai debiti per il fallimento della propria azien-da, si è visto recapitare una letterina da Equitalia invece di un aiuto dallo Stato. In questa tragica situazione abbiamo due personaggi, Profumo e Viola, che hanno redatto il Piano Industriale 2012-2015 del Monte dei Paschi di Siena, un piano di riorganiz-zazione dell’azienda, che prevede la riduzione dell’organico di 4.600 lavo-ratori entro il 2015, l’esternalizzazio-ne di un ramo dell’azienda formato da 1.110 lavoratori del Consorzio Operativo che verranno ceduti ad una società terza (di solito, in questi casi, si preannuncia il licenziamento), il ricorso al Fondo di Solidarietà per 1.660 dipendenti (il Fondo è stato completamente pagato dai lavora-tori, non dall’azienda) che verranno accompagnati così al prepensiona-mento, ed infine la modifica del Con-tratto Integrativo con il conseguente peggioramento economico e contrat-tuale della loro situazione. A questo aggiungiamo tutti quei dipendenti, tra cui anche quelli che verranno licenziati, che hanno investito i loro risparmi ed il loro TFR nelle azioni della banca e che hanno perso circa l’80% del valore (considerando che prima una quota aveva un valore di circa 3,5€ mentre ora non valgono più di 25 centesimi). Ancora un volta as-sistiamo alla solita scena: chi ne paga le conseguenze di una malagestione sono sempre gli stessi.

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ELENCO DEI NUOVI VICEMINISTRI E SOTTOSEGRETARI

PRESIDENZA DEL CONSIGLIOFilippo Patroni Griffi - Segretario del Consiglio dei MinistriGiovanni Legnini - Editoria e Attuazione ProgrammaSesa Amici - Rapporti con il Parla-mento e coord. attività di GovernoSabrina De Camillis - Rapporti con il Parlamento e coordinazione attività GovernoWalter Ferrazza - Affari Regionali e Autonomienon ancora assegnato - Pari Oppor-tunità, sport e politiche giovaniliGianfranco Miccichè, Micaela Bian-cofiore - Pubb. Amm. e Semplific.Domenico Minniti, detto Marco - Au-torità delegata per la sicurezza della RepubblicaINTERNOFilippo Bubbico - Viceministro Do-menico Manzione, Giampiero Bocci AFFARI ESTERI Lapo Pistelli - Viceministro, Bruno Archi - Viceministro, Marta Dassù - Viceministro, Mario GiroGIUSTIZIA - Giuseppe Beretta, Cosi-mo Maria Ferri DIFESA - Roberta Pinotti, Gioacchino AlfanoECONOMIA E FINANZEStefano Fassina - Viceministro, Luigi Casero - Viceministro, Pierpaolo Baretta, Alberto GiorgettiSVILUPPO ECONOMICOCarlo Calenda - Viceministro, Anto-nio Catricalà - Viceministro, Simona Vicari, Claudio De VincentiINFRASTRUTTURE E TRASPORTIVincenzo De Luca - Viceministro, Erasmo D’Angelis, Rocco GirlandaPOLITICHE AGRICOLE FORESTALI E ALIMENTARI - Maurizio Martina, Giuseppe CastiglioneAMBIENTE, TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE - Marco Flavio CirilloLAVORO E POLITICHE SOCIALICecilia Guerra - Viceministro, Jole Santelli, Carlo Dell’AringaISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA - Gabriele Toccafondi, Marco Rossi Doria, Gianluca GallettiBENI, ATTIVITÀ CULTURALI E TURISMO - Simonetta Giordani, Ilaria Borletti BuitoniSALUTE - Paolo Fadda

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da Espresso on line

Biancofiore e le sue perle25 marzo 2013 «Sono una kamikaze imbottita di tritolo berlusconiano puro»

12 marzo 2013 «Ma voi che ne sapete se Ruby era o no la nipote di Mubarak?»

7 febbraio 2013 «Mussolini è stato un grande uomo della storia, non possiamo dimentica-re le cose che ha fatto»

15 novembre 2012 «Crisi? Venendo qui sono passata da-vanti ad un famoso bar di Roma alle 10 del mattino, ed era pieno di gente che si faceva cornetto e cappuccino! Cosa faceva tutta que-sta gente? Se ci fosse davvero tutta ‘sta povertà...»

20 aprile 2012 «Mi fa strano vedere due uomini che si baciano, la trovo una cosa contro natura»

6 ottobre 2012 «Obama era un modesto avvocato che è stato montato tantissimo dal sistema mediatico. Berlusconi vicino a lui giganteggiava, lui era un vero taicon!»

dal sito del Governo - 4 Maggio

Tolte le deleghe alle Pari Opportunità a BiancofioreIl presidente del consiglio, Enrico Let-ta, comunica che al sottosegretario alla presidenza del consiglio Micaela Biancofiore non verranno assegnati compiti nell’ambito delle deleghe per le Pari opportunità, lo sport e le poli-tiche giovanili, bensì compiti nell’am-bito delle deleghe per la Pubblica amministrazione e la semplificazione.

Anche Vincenzo De Luca è incompatibileASCA - 3 Maggio - Dopo quella dei neoministri Graziano Del Rio e Flavio Zanonato il MoVimento 5 Stelle pone la questione dell’incompatibilità anche del neo viceministro alle Infra-strutture e sindaco di Salerno Vincen-zo De Luca (PD).

Riteniamo inoltre grave e inaccetta-bile nominare viceministro Vincenzo De Luca, che risulta indagato da Aprile di quest’anno per abuso d’uf-fico per la vicenda legata alla co-struzione dell’ecomostro Crescent. Inoltre De Luca risulta condannato a 4 mesi di reclusione e 12 mila euro di ammenda per aver violato le norme igienico-sanitarie del decreto Ronchi autorizzando lo sversamento di rifiuti (una montagna di 20 mila tonnellate) in un sito di stoccaggio provvisorio e abusivo a Ostaglio, una piazzola a ridosso della Salerno-Reggio Calabria. Ma non è finita. Nel luglio 2010 è sta-to anche condannato dalla Corte dei Conti per la vicenda stipendi d’oro.

Non vi nascondo che l’annuncio inizialmente mi ha lasciato molto interdetto. Com’è possibile proporre questa carica ad un sindaco che, dopo 20 anni di governo, consegna ai salernitani un comune indebitato ver-so le banche di una cifra superio-re ai 220 milioni di euro, una moltitudine di opere incompiute (cittadella giudi-ziaria, palazzetto dello sport, stazio-ne marittima etc.) ed un trasporto pubblico allo sbando (liquidazione CSTP, metropolitana fantasma etc). Spero che questo nuovo ruolo gli consenta di chiudere definitivamente questo cantiere a cielo aperto, ora non potrà certo accusare il Napoli-centrismo della Regione Campania e la totale sordità del Ministero. Nei prossimi mesi scopriremo se il governo del partito unico servirà solo come salvacondotto giudiziario per i fedelissimi del pdl e del pdmenoelle o se qualcuno, preso da una innata voglia di fare politica, risolverà anche qualche problema degli italiani.

Per ora stiamo lavorando a proposte alternative alla speculazione sfrenata nei centri urbani, soluzioni in linea con le teorie di urbanizzazione più moderne che pongono paesi nordeu-ropei all’avanguardia. Nelle prossime settimane manderemo una delega-zione di tecnici legali ed ingegneri altamente specializzati a parlare con il “filosofo qualificato in teoretica” sperando che si riesca, sin da subito, a dare risposte che non si traducano in mera propaganda politica. O que-sta volta la totale inconcludenza sarà colpa del Ministro Lupi?

«I sindaci del pd (menoelle, ndr) Del-rio e Zanonato sono stati nominati ministri. Delrio ha detto che non ha nessuna intenzione di dimettersi, e vuole continuare a fare il primo citta-dino di Reggio Emilia. Per corrispon-denza. Come se la città non avesse bisogno di essere amministrata! Ha detto che è anche disposto a rinun-ciare agli 80 mila euro di stipendio di sindaco (da ministro dovrebbe prendere quasi 200 mila euro lordi all’anno). Tuttavia, visto che questi politici amano i cavilli, gli ricordia-mo che l’articolo 13, comma 3, del decreto legge n. 138 del 2011 come convertito in legge n. 148/ 2011, dispone che “le cariche di deputato, senatore, parlamentare europeo non-ché le cariche di governo (Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministri, Vice Ministri, Sottosegretari di Stato e commissari straordinari del Governo), sono incompatibili con qualsiasi altra carica pubblica elettiva di natura monocratica relativa ad organi di governo di enti pubblici territoriali aventi, alla data di indizione delle elezioni o della nomina, popolazione superiore a 5.000 abitanti.” Che è appunto il caso dei due sindaci di Reggio Emilia e di Padova». Zanonato ha risposto su twitter con una foto del suo ufficio. “Scatoloni per il trasloco”. Ma le dimissioni? Sono all’interno degli scatoloni? Le ha già date? Le darà? Aspettiamo una risposta.

Andrea CioffiSenatore

Angelo TofaloDeputato28 Aprile

Matteo OlivieriConsigliere comunaleReggio Emilia

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Contro il gioco d’azzardo e la corruzione

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, parlan-do di leggi e di legalità, noi del MoVi-mento 5 Stelle chiediamo che venga immediatamente rafforzata la legge anticorruzione, troppo debole. La corruzione oggi costa al Paese ol-tre 60 miliardi di euro ed è una delle cause della nostra crisi economica.È inaccettabile che in Parlamento a fare le leggi ci siano ancora 13 con-dannati e decine di persone sottopo-ste a procedimenti penali anche molto gravi. Non stiamo parlando di reati d’opinione, tanto per essere chiari. Anche qui la voce dei cittadini è inascoltata. Lo sappiamo bene dal 2007, quando 350.000 firme per la legge popolare «Parlamento pulito» sono state messe nei cassetti. E legato alla corruzione c’è il crimine organizzato, il vero cancro di questo Paese; crimine organizzato che oggi vive riciclando denaro principalmente in pubblici appalti, edilizia e gioco d’azzardo. Il gioco d’azzardo diffuso è una delle piaghe sociali ed econo-miche di questo Paese da quando il decreto Bersani lo ha liberalizzato ed i successivi Governi Berlusconi e Mon-ti ne hanno rafforzato la diffusione. Denunciamo al Paese e al Parlamento i dati allarmanti della ludopatia, la dipendenza da gioco d’azzardo. Nei SerT oggi è allarme rosso; è un’e-mergenza maggiore della droga in diverse realtà italiane. Come dimostrano i dati diffusi da as-sociazioni come il CONAGA, a fronte di otto miliardi di euro di entrate per l’erario dello Stato, abbiamo quattro miliardi di mancata IVA sui consumi. Le persone buttano i loro soldi nell’illusione delle slot machine e dei giochi on line anziché investirli diver-samente. Secondo attendibili studi svizzeri, si stimano in sei miliardi l’anno i danni e i costi sanitari. Il 15% dei matrimoni va in frantumi

a causa della ludopatia. Certo, non rassicura il fatto che numerose socie-tà di gioco d’azzardo vedano al loro interno politici o ex politici in palese conflitto d’interessi. Per non parlare dei 98 miliardi di euro non pagati dai concessionari di slot machine, tutti praticamente con-donati con inaccettabili scelte fatte da chi aveva conflitti di interesse. Ci chiediamo inoltre quale sia l’op-portunità politica di avere tra i propri finanziatori il titolare di una delle 10 concessionarie di slot machine, un finanziere svizzero, la Federacciai e la Federfarma, come riportato da articoli di stampa. Tutti finanziamenti legali, sia chiaro, ma in nome della trasparenza chie-diamo che venga immediatamente prevista la pubblicazione online di ogni tipo di contributo privato a poli-tici e partiti. Chiediamo anche che ogni spesa ven-ga rendicontata da parte dei parla-mentari, così come ci apprestiamo a fare noi del MoVimento 5 Stelle. Abbiamo sentito parlare d’Europa e ci chiediamo qual è la visione? L’Europa dei cittadini o quella dei poteri forti? È lecito sospettare che la mancata elezione di Stefano Rodotà a Presi-dente della Repubblica sia da colle-gare alla volontà di perpetuare una visione conservatrice. Stefano Rodotà, infatti, seppur padre della Carta europea dei diritti, e quindi europeista convinto, è forte-mente critico verso la struttura eco-nomica dell’attuale Unione. Forse si voleva evitare che un euro-peista sincero e democratico met-tesse al centro della costruzione europea i diritti dei lavoratori, dei cittadini, delle piccole imprese, dei beni comuni, contrastando demo-craticamente l’idea pericolosa di eurocentralismo delle banche e della grande finanza. Ci sono due visioni opposte. La nostra che parla di democrazia dal basso, dei diritti di cittadini, dei lavoratori, delle piccole e medie imprese, di democrazia partecipata e diretta e di Parlamenti che sono veramente rappresentativi. E l’altra con il potere centralizzato in oligarchie. Con il pensiero unico oggi rappresentato in Italia dal modello unico PD-PDL.

Mail rubate, partono le denunce del M5S

Dichiarazione del 3 Maggio: «Diamo fastidio al sistema, ci sentiamo ab-bandonati»... «C’è un attacco a tutto campo contro di noi e questo fenome-no è stato sottovalutato»... «Oggi sia-mo andati in Procura. Abbiamo messo in ordine i fatti ed evidenziato al pro-curatore aggiunto Giancarlo Capaldo quello che è successo. Dopo 8 ore, però, non abbiamo notizie sull’attivi-tà della magistratura né della polizia postale: non sappiamo nulla di cosa stanno facendo per tutelare in primis questi 30 cittadini, un gruppo politico che evidentemente sta dando fastidio a molti»... «Abbiamo la sensazione di essere abbandonati in questo momen-to di grossa pressione psicologica nei nostri confronti. Nessuno nelle istitu-zioni ha tutelato queste persone, o se l’ha fatto non ce l’ha comunicato. Vi ricordo che la prossima settimana si insediano le commissioni parlamen-tari e di garanzia e che per quanto ne sappiamo tra questi 30 cittadini ci potrebbe essere il futuro presidente del Copasir».

Questi i cittadini portavoce nelle commissioni e gli indirizzi mail per scrivergliCamera dei deputatiI Commissione - Affari Costituzionali Cozzolino Emanuele, Dadone Fabiana, Dieni Federica, Fraccaro Riccardo, Lombardi Roberta, Nuti Riccardo, Toninelli Danilo(mail: [email protected])

II Commissione - GiustiziaAgostinelli Donatella, Bonafede Alfon-so, Businarolo Francesca, Colletti An-drea, Ferraresi Vittorio, Sarti Giulia, Turco Tancredi, Micillo Salvatore

Ornella BartorottaSenato seduta n° 17 del 30 Aprile

Roberta LombardiCapogruppo alla Camera

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informazioni dalPARLAMENTO 5 STELLE

FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 8 MAGGIO 2013

(mail: [email protected])

III Commissione - Esteri Del Grosso Daniele, Di Battista Ales-sandro, Di Stefano Manlio, Grande Marta, Sibilia Carlo, Spadoni Maria Edera, Tacconi Alessio, Scagliusi Ema-nuele (mail: [email protected])

IV Commissione - DifesaAlberti Ferdinando, Artini Massimo, Basilio Tatiana, Bernini Paolo, Corda Emanuela, Frusone Luca, Rizzo Gian-luca (mail: [email protected])

V Commissione - Bilancio Cariello Francesco, Caso Vincenzo, Castelli Laura, D’Ambrosio Giuseppe, D’Incà Federico, Fico Roberto, Sorial Girgis, Currò Tommaso (mail: bilan-cio. [email protected])

VI Commissione - Finanze Barbanti Sebastiano, Cancelleri Azzurra, Chimienti Silvia, Pesco Daniele, Pisano Girolamo, Ruocco Carla, Villarosa Alessio (mail: [email protected])

VII Commissione - Cultura Brescia Giuseppe, Chiara Di Benedet-to, D’Uva Francesco, Gallo Luigi, Mar-zana Maria, Vacca Gianluca, Valente Simone, Battelli Sergio (mail: cultura. camera @parlamentari5stelle.it

VIII Commissione - Ambiente Busto Mirko, Daga Federica, De Rosa Massimo, Mannino Claudia, Segoni Samuele, Terzoni Patrizia, Zolezzi Alberto, Tofalo Angelo(mail: ambiente.camera @parlamen-tari5stelle.it)

IX Commissione - Trasporti Comunicazioni Bianchi Nicola, Catalano Ivan, De Lo-renzis Diego, Dell’Orco Michele, Ian-nuzzi Cristian, Liuzzi Mirella, Romano Paolo Nicolò, Furnari Alessandro(mail: trasporti_comunicazioni. ca-mera @parlamentari5stelle.it)

X Commissione - Attività Produttive Crippa Davide, Da Villa Marco, Della Valle Ivan, Fantinati Mattia, Mucci Mara, Prodani Aris, Vallascas Andrea, Petraroli Cosimo (mail: attivita_produt-tive.camera @parlamentari5stelle.it)

XI Commissione - LavoroBaldassare Marco, Bechis Eleonora, Ciprini Tiziana, Cominardi Claudio, Rizzetto Walter, Rostellato Gessica, Tripiedi Davide, Labriola Vincenza(mail: lavoro.camera @parlamentari-5stelle.it)

XII Commissione - Affari Sociali Baroni Massimo, Cecconi Andrea, Dall’Osso Matteo, Di Vita Giulia, Giordano Silvia, Grillo Giulia, Lorefice Marialucia, Mantero Matteo (mail: affari_ [email protected])

XIII Commissione - Agricoltura Bernini Massimiliano, Benedetti Silvia, L’Abbate Giuseppe, Lupo Loredana, Parentela Paolo, Zaccagni-ni Adriano, Gallinella Filippo (mail: agricoltura. [email protected])

XIV Commissione - Politiche dell’Unione Europea Brugnerotto Marco, Carinelli Paola,Colonnese Vega, Nesci Dalila, Pinna Paola, Spessotto Arianna, Vignaroli Stefano, Di Maio Luigi (mail: europa. [email protected])

Principali attività parlamentari della settimanadal 24 APRILE al 2 MAGGIO

PROPOSTE DI LEGGE- Proposta per l’abolizione delle Province- Proposta per nuove norme in materia di conflitto di interessi- Proposta di nuova legge anticorruzione- Proposta per l’introduzione del limite di due mandati parlamentariDocumento di programmazione economica e finanziaria (DEF)Presentata la relazione di minoranza per chiedere:- Reddito di cittadinanza- Aiuti a Piccole e Medie Imprese- Riforma del mercato bancario

EMENDAMENTIPresentati 52 emendamenti al decreto 35 per lo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione (decreto “40 miliardi”), alla Commissione Speciale.

INTERPELLANZE URGENTIRichiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sul fallimento Deiulemar, Compagnia di Navigazione SpA

INTERROGAZIONI PARLAMENTARI- Progetto Cunicolo Esplorativo La Maddalena (TAV): richiesta al Ministero Infrastrutture e Trasporti per il rispetto delle delibere CIPE da parte delle ditte aggiudicatrici- Intimidazioni imprenditore De Masi: richiesta ai Ministeri Interno e Sviluppo Economico per le misure di protezione previste per De Masi, imprenditore etico modello di legalità a Gioia Tauro- Centrale a Carbone di Montebello Ionico: richiesta a Ministero Sviluppo, Ambiente ecc. in merito a infiltrazione mafiose nel progetto- Commissariamento Alitalia: richiesta al Ministero dello Sviluppo economico sulle differenze tra le responsabilità dei commissari e le relative motivazioni- Cessione parte di Telecom ad imprenditore cinese: richiesta a Ministeri Economia e Sviluppo per chiarimenti sulla cessione di un asset strategico per il Paese in mani straniere- Terremoto Emilia Romagna: richiesta al Ministero dell’Economia per ottene-re una proroga al pagamento dei mutui relativi a tutte le abitazioni colpite dal sisma- Arsenico nelle acque viterbesi: richiesta ai Ministeri Salute e Giustizia per le misure urgenti per tutelare la salute pubblica- Stabilizzazione precari Sardegna: richiesta a Ministero del Lavoro per dare certezze al personale amministrativo precario, e indire concorsi trasparenti- Elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia: richiesta a Ministeri Sviluppo e Am-biente per superare le “super grid” interesse di pochi e implementare invece le “smart grid”.

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Vito Crimi - Capogruppo al Senato

Al Presidente Letta...Apprendiamo che Enrico Letta avreb-be dichiarato che lui, con un decre-to, toglierà gli stipendi ai ministri, mentre Grillo “non riesce a togliere la diaria ai suoi parlamentari che invece si ribellano”. Il MoVimento 5 Stelle invita il Presidente del Con-siglio ad estrarre una calcolatrice e ad effettuare la seguente somma: 42 milioni di euro di rimborsi elettorali rifiutati alle ultime elezioni politiche; 5 milioni di euro l’anno derivanti dal dimezzamento dell’indennità parla-mentare; 3,5 milioni di euro l’anno derivanti dalla rinuncia alle spese generali aggiuntive (informatica, telefoni, taxi); 1.620 milioni di euro l’anno derivanti dalla rinuncia all’in-dennità di fine mandato; 175mila euro l’anno derivanti dalla rinuncia alle indennità di carica dei presidenti, dei vicepresidenti e dei questori. Il tutto tralasciando ulteriori varie ed even-tuali, ivi compresa la questione della diaria che, per la precisione, una vol-ta detratte le spese di vitto e alloggio rendicontate, difficilmente assomi-glierà a un importo superiore a poche centinaia di euro a testa, che in ogni caso la maggior parte dei parlamenta-ri a 5 stelle - se non tutti - restituirà parimenti. Una volta effettuata la somma e premuto il tasto idoneo a visualizzare il risultato sul display della sua calcolatrice, il presidente Letta, cui suggeriamo di effettuare tale operazione da seduto per scon-giurare le possibili conseguenze di un probabile capogiro, avrà chiari tutti i numeri e la coerenza del MoVimento 5 Stelle, che coglie l’occasione per sfi-darlo non già a superarlo - cosa invero realisticamente impossibile -, nell’e-sclusivo interesse del Paese, quanto perlomeno ad eguagliarlo. Se Enrico Letta accetta la sfida, il MoVimento 5 Stelle e gli italiani tutti non potranno che essergliene grati. Tuttavia, al momento il MoVimento 5 Stelle può dimostrare nei fatti di avere già mantenuto le sue promesse, mentre Enrico Letta è ancora nella fase di chi è costretto a declinare i verbi al futuro (“toglierò”). Come del resto tutte le altre forze parlamentari.

dal Blog di Grillo

#LettaFirmaloEnrico Letta ha affermato: “Io lavoro: io con un decreto toglierò lo stipen-dio ai ministri (solo quello aggiutivo ai ministri parlamentari che si do-vranno accontentare di 16.000 euro al mese, ndr)”. Bene! Bravo! Bis! Ora, signor presidente, firmi un decreto anche per l’abolizione immediata dei rimborsi elettorali e il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari.

Facciamo un po’ di conti. Il MoVi-mento 5 Stelle rinuncia a: 42 milioni di euro di rimborsi elettorali rifiu-tati alle ultime elezioni politiche; 5 milioni di euro l’anno derivanti dal dimezzamento dell’indennità parla-mentare; 3,5 milioni di euro l’anno derivanti dalla rinuncia alle spese ge-nerali aggiuntive (informatica, tele-foni, taxi); 1,6 milioni di euro l’anno derivanti dalla rinuncia all’indennità di fine mandato; 175mila euro l’anno derivanti dalla rinuncia alle indennità di carica dei presidenti, dei vicepresi-denti e dei questori. Quello che resta della diaria di ogni parlamentare. Se tutti i partiti e i parlamentari facessero lo stesso si risparmierebbero centinaia di milioni di euro all’anno. Prima di lei mi sono rivolto senza esito a Bersani. Lei ha il potere di estendere la buona pratica introdotta dal M5S a tutti i partiti. Lo faccia. Firmi il decreto! L’Italia le sarà grata! #LettaFirmalo

Sulla ratifica della Convenzione di Istanbul

Signor Presidente, mi sarebbe piaciu-to parlare a tutti i colleghi deputati, ma evidentemente non è stato possi-bile. Abbiamo assistito con angoscia in questi ultimi giorni ad avvenimenti tragici, quali il femminicidio di tre giovani donne in sole ventiquattr’ore: un bollettino di guerra. Vogliamo in-nanzitutto stringerci attorno alle fa-miglie di Ilaria Leone, Chiara Divita, Alessandra Iacullo, Michela Fioretti, e di tutte le donne vittime di violenza che oggi sono in pericolo di vita. È a loro che va la nostra preoccupazione. Abbiamo appreso positivamente, nella scorsa seduta, la volontà da parte delle forze politiche di questo Parlamento e l’invito della Presidenza nella stessa direzione, di procedere con urgenza alla ratifica della Con-

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Giulia Di VitaCameraSeduta n°12del 6 Maggio

PRESIDENTI DELLE COMMISSIONICAMERA DEI DEPUTATIAffari costituzionali: Francesco Paolo Sisto PDL Giustizia: Donatella Ferranti PD Esteri: Fabrizio Cicchitto PDL Difesa: Elio Vito PDL Bilancio: Francesco Boccia PD Finanze: Daniele Capezzone PDL Cultura: Giancarlo Galan PDL Ambiente: Ermete Realacci PDTrasporti: Michele Meta PD Attività produttive: Guglielmo Epifani PDLavoro: Cesare Damiano PD Affari Sociali: Pierpaolo Vargiu SCAgricoltura: Luca Sani PD Politiche Ue: Matteo Bordo PD

SENATO DELLA REPUBBLICAAffari costituzionali: Anna Finocchiaro PDGiustizia: Francesco Nitto Palma PDL Esteri: Pier Ferdinando Casini SCDifesa: Nicola Latorre PD Bilancio: Antonio Azzollini PDLFinanze: Mauro Marino PDCultura: Andrea Marcucci PDLLavori Pubblici: Altero Matteoli PDLAgricoltura: Roberto Formigoni PDLIndustria: Massimo Mucchetti PDLavoro: Maurizio Sacconi PDLSanità: Emilia De Biase PD Ambiente: Giuseppe Marinello PDLPolitiche UE: Vannino Chiti PD

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venzione di Istanbul per il contrasto alla violenza sulle donne, ma questo non è che il primo passo. Il nostro Paese ha per troppo tempo sottova-lutato il fenomeno, nonostante le sollecitazioni giunte perfino da parte dell’ONU, ed oggi ne paghiamo le amare conseguenze. La Convenzione di Istanbul prevede importanti misure di prevenzione, tutela e contrasto, da attuare al più presto. Non vorrem-mo ritrovarci di qui a poco davanti ad uno dei soliti fenomeni a cui gli italiani si sono abituati, ovvero ottenere adeguate normative, a volte all’avanguardia, che rimangono poi sulla carta. Non vorremmo, infatti, andare incontro allo stesso destino, ad esempio, della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabi-lità, ratificata dall’Italia nel 2009, ma attuata ad oggi parzialmente e con risultati di molto al di sotto delle aspettative. Pertanto, auspichiamo che l’unione di intenti manifestata in quest’Aula possa perdurare fino all’adeguata attuazione dei propositi europei e al loro stesso superamento. Ciò si potrà ottenere soltanto ascol-tando e coinvolgendo la società civile e le organizzazioni impegnate in pri-ma linea a tutela delle donne e che fino ad oggi hanno colmato le lacune di uno Stato troppo assente. Infine, ci preme sottolineare che il fenomeno della violenza sulle donne non è una questione prettamente femminile: sono anche gli uomini, di questo Par-lamento in primis, chiamati a farsene carico in nome di tutti gli uomini di questo Paese, degni compagni di vita, padri, fratelli, figli, amici, puntual-mente mortificati da quegli stessi atti di violenza e a cui va la nostra piena solidarietà. Riteniamo, infatti, che solo dalla ricostruzione del rapporto uomo-donna possa rinascere quel senso di comunità che potrà essere, se noi lo vorremo, più efficace di qualunque legge.»

La sanità non è una merce ma un Bene Comune

Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi senatori, il Sistema Sanitario Nazionale, una delle riforme sociali che l’Europa e tutto il mondo hanno sempre considerato come un modello di eccellenza, si sta sfaldan-do. (...) Non per la crisi economica e la mancanza di risorse, ma perché si ritiene di combattere la crisi stessa tagliando sul sistema di protezione della salute. Una recentissima ricerca del CENSIS parla di oltre nove milioni di persone che hanno dovuto rinun-ciare alle cure sanitarie per motivi economici nell’ultimo anno: sono donne, anziani, famiglie con figli. (…) Inoltre, dilagano truffe e malaffare: per queste voci, il danno erariale calcolato ammonta a 333 milioni di euro. Il risultato è spaventoso e le strutture pubbliche sono quelle più interessate dal malaffare. (…) Come se non bastasse, le recenti misure an-ticrisi hanno reso il ricorso al privato conveniente nella diagnostica di base e nella specialistica, mentre il taglio dei fondi (-93%) ha reso virtuali i ser-vizi sociali e determinato un aumento della domanda impropria alla sanità. Sembra si voglia suggerire che con la privatizzazione del sistema funzione-rebbe tutto a meraviglia, nasconden-do sotto il tappeto le più recenti truffe del privato ai danni del pubbli-co: dal San Raffaele di Milano al San Filippo Neri di Roma, alla Fondazione Maugeri; da tutti i professionisti tro-vati nella totale illegalità operativa sino alle varie truffe su farmaci e ricoveri. E mentre nei Paesi in cui lo Stato sociale è difeso e rafforzato si soffrono meno le conseguenze delle speculazioni finanziarie mondiali, in Italia si va in senso contrario. In que-sta situazione servono approcci nuovi. L’assistenza sanitaria non è una mer-ce del mercato, ma un bene comune. Il fine non è il profitto, ma un utilizzo condiviso del bene che ne preserva nel tempo la disponibilità. In effetti,

la sanità, in quanto bene pubblico che sarebbe meglio definire a gestio-ne istituzionale, viene di fatto gestita da direttori generali all’interno di un modello aziendalistico che consente loro di esercitarne un uso privato. E quasi mai sono create le condizio-ni in cui i membri della comunità possono svolgere al meglio la gestione comune del bene. Per noi un bene comune è libero da valori. Il suo esito può essere buono o cattivo, sostenibi-le oppure no. E per garantire sistemi durevoli e stabili abbiamo bisogno di chiarezza, di buone capacità decisio-nali e di strategie di gestione colla-borativa. La medicina deve tornare ad essere uno strumento di cura delle persone e non di oggetti pazienti. La società potrà trarre solo beneficio dalla consapevolezza profonda di cosa sia davvero la malattia, non solo per il corpo, ma anche per lo spirito.

Intervento sul DEFDOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA

Signor Presidente, intanto il titolo di «onorevole» (...) va conquista-to giorno per giorno stando qui, e facendo decidere ai cittadini, agli italiani, quelli che ci hanno messo qui. Volevamo poi ringraziare l’Aula, perché oggi è piena, a differenza di ieri, quando invece ci siamo trovati un’Aula mezza vuota, forse perché era un momento di discussione e non si doveva votare. Oggi siamo contenti che sia davvero piena. (…) Abbiamo letto ogni riga di questo DEF, con la speranza di chi cerca fra le righe le risposte per un Paese stremato. Le risposte non le abbiamo assoluta-mente trovate, e per questo, caro Presidente, siamo delusi, amareggiati e allibiti. Ma lo siamo soprattutto perché pensiamo che questo DEF sia un’occasione persa. Sì, Presidente, questa è la prima occasione persa del nuovo Governo Letta. Era soprattutto l’occasione per scrivere quelle parole che stanno dentro al vostro «libro dei sogni», e che non abbiamo ancora capito se avete intenzione di realizza-

Maurizio RomaniSenatoSeduta n°18del 6 Maggio

Laura CastelliComm. BilancioSeduta n°13 del 7 Maggio

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re. Più che altro, non capiamo come. E dobbiamo ammettere: spiace molto perché tante di quelle parole sono anche le nostre parole. Solo che noi le abbiamo messe nero su bianco. (…) La classe politica attuale non soddisfa più le aspettative di tutti gli italiani, che credono in una necessaria inver-sione di marcia della società italiana, sposando una nuova politica che non abbia più come metro di riferimento solo la logica del profitto e lo sfrut-tamento delle risorse, ma anche la prospettiva ed il benessere della po-polazione. Nell’ottica del riavvicina-mento dei cittadini alla politica, è ne-cessario istituire un nuovo strumento chiamato «politometro», finalizzato a garantire la pubblicità e la trasparen-za, ma soprattutto a garantire che la politica non sia solo arricchimento e privilegi. (…) Questo DEF, dunque, è un’occasione mancata. Lo ribadiamo, Presidente, affinché chi ci ascolta – e, glielo assicuro, sono tanti – capisca e intenda che noi ve l’avevamo detto, ma soprattutto capisca le vostre vere intenzioni. Aspettare settembre, que-ste sono le vostre intenzioni, aspetta-re che tra voi, Ministri di centrodestra e di centrosinistra, vi siate annusati, vi siate capiti e vi siate accordati. E intanto sarà settembre e intanto gli esodati non avranno pensioni, gli stu-denti non avranno borse di studio, gli ospedali non avranno infermieri e i lavoratori e gli anziani non avranno mezzi pubblici. Ma che importa? Voi vi sarete capiti, vi sarete accordati e allora sì che saprete davvero come spartirvi questo Paese, o meglio, quello che resta di questo Paese. (...) Invece, Presidente Letta, ha pensato a cosa farà rispetto alle occasioni perse? Cosa farà se lascerà questo Paese per cinque mesi senza bilancio? Cinque mesi, più di centocinquanta giorni: circa trecento aziende chiuse e cittadini disperati senza lavoro, senza futuro e senza speranza e con tutte le tasse spostate a dicembre. Ma in quali condizioni, cari Ministri, questo Paese arriverà a fine anno? Lo capite, o non lo capite, che siete responsabili? E per questo ogni parola scritta nel nostro DEF sarà, a brevissi-mo, proposta di legge, sarà occasione di un Governo sospeso per dare rispo-ste e fatti. Oggi abbiamo aperto le Commissioni e ci sembra davvero un sogno, per noi e per i cittadini. Usia-mo le Commissioni e mettiamo in atto quelle parole che per voi sono solo parole, che per noi sono il vero moti-

vo per cui siamo qui: gli italiani. Noi del M5S voteremo contro un bilancio vuoto, privo di ogni senso umano, che non parla di economia della vita, che è senza programmazione e ha solo obiettivi di rimando. Ci auguriamo, Presidente e Ministri, di vedere le no-stre proposte, quelle che per mesi ci avete accusato di non avere, inserite nella prossima Nota di aggiornamento del DEF e che sia oggetto di dialogo quotidiano fatto per i cittadini e non per gli elettori.

Sulla nomina del senatore D’Alì in seno all’APEMASS. PARLAMENTARE EURO-MEDITERRANEA

Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, questo è il mio secon-do intervento in Aula e, con enorme rammarico, rifaccio il mio intervento in mezzo al deserto, perché tutti i banchi sono vuoti e questi spazi vuoti, da soli, qualificano il rispetto degli assenti per le istituzioni e per il ruolo che ci è stato dato dai cittadini. Mi dispiace che non siano presenti il pre-sidente Grasso e il senatore D’Alì, ma l’ intervento era già noto alla Presi-denza. In data 12 aprile 2013 il sena-tore D’Alì, del PdL, è stato nominato rappresentante italiano all’Assemblea parlamentare euro-mediterranea. Ricordiamo che il cittadino D’Alì risulta attualmente imputato presso il tribunale di Palermo con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Tale conferma arriva, imma-gino, con un certo imbarazzo da parte del Presidente del Senato, Piero Gras-so, che non ha esitato ad avallare la scelta del PdL di mandare in Europa, a rappresentare le Camere, un senatore della Repubblica accusato da più pen-titi di avere avuto e di avere ancora oggi rapporti con la famiglia del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro. Posto che sussiste la pre-sunzione di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio, prevista dalla nostra Costituzione al secondo comma

dell’art. 27, siffatta nomina è quanto-meno scomoda e inopportuna, poiché ci vede da un lato impegnati ad espor-tare in Europa il meglio della legisla-zione antimafia italiana e dall’altro indignati per aver mandato a rappre-sentarci in Europa un senatore impu-tato presso il tribunale di Palermo, con la terrificante accusa di concorso esterno in associazione mafiosa! Noi cittadini normali non comprendiamo come il Presidente del Senato, ex Procuratore nazionale antimafia, ab-bia confermato senza alcuna remora l’incarico al senatore D’Alì, proprio pochi giorni dopo il sequestro esegui-to a Trapani nei confronti di alcuni imprenditori edili, dalla cui inchiesta emergerebbero i rapporti tra i sud-detti imprenditori e il senatore D’Alì. Il senatore ricoprirà l’incarico di Vice Presidente della Commissione econo-mica e di componente della Commis-sione energia e ambiente e magari in quella Commissione si parlerà di banche. È gravissimo che l’immagine internazionale dell’Italia e di tutti noi cittadini sia ancora macchiata da simili comportamenti istituzionali e lo è ancora di più il fatto che il senatore D’Alì abbia deciso di non fare un passo indietro nel rispetto delle istituzioni e del compito assegnatoci dai cittadini! Noi cittadini del M5S chiediamo al Presidente del Senato quali motiva-zioni abbiano indotto a confermare il senatore D’Alì come rappresentante italiano all’APEM, senza preoccuparsi di esternare alcunché. Il silenzio e la passività su questi temi, colpevolmen-te mostrati in queste Aule da troppi anni da parte di chi occupava le istituzioni, non fa altro che rafforzare il sistema mafioso. Inviamo un mes-saggio diametralmente opposto a chi sta fuori, soprattutto da coloro che la mafia l’hanno combattuta per anni e che oggi rischiano di trasformarsi da professionisti in carrieristi dell’anti-mafia, dimenticando l’etica pubblica e il disposto dell’art. 54 della Co-stituzione italiana, che afferma che le funzioni pubbliche devono essere adempiute con onore e disciplina.

MaurizioSantangeloSenatoSeduta n°20 dell’8 Maggio

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L’Alfano bifronte, di lotta e di Governo

Signor Presidente, colleghi, ho ascol-tato con attenzione quanto ha detto il senatore Romani, e ringrazio il senatore Zanda per la sua esposizione. È pur vero che come M5S siamo stati chiamati in causa per quanto è suc-cesso a Brescia. Sinceramente, però, come MoVimento ci siamo sentiti tirati in causa dalla presenza in particolar modo del ministro dell’interno, ono-revole Alfano, che, in qualche ma-niera, con la sua presenza all’interno di quella manifestazione che doveva essere legittimamente un comizio elettorale, ha avallato le prese di posizione, violente e irriguardose, del senatore Berlusconi nei confronti dell’operato dei magistrati italiani. Il senatore Berlusconi non esita mai ad ergersi censore dell’operato dei nostri giudici, che suddivide in imparziali e faziosi non in base al rispetto della corretta applicazione delle norme im-poste dai nostri codici e dalle nostre leggi, bensì in funzione dell’esito a lui favorevole o meno dei procedimen-ti nei quali è coinvolto. Proposte e riflessioni inerenti a un tema quanto mai delicato come la riforma della giustizia, che dovrebbe suggerire la massima cautela e prudenza, così come viene richiesto, affinché ci sia una buona collaborazione all’interno di questo Parlamento, sia delle forze di maggioranza che di opposizione, vengono introdotte con toni minaccio-si, degradate a strumenti di un’auspi-cata ritorsione nei confronti di coloro che garantiscono il mantenimento della pace sociale. Devo dire - non è stato ricordato, ma personalmente ci tengo a farlo - che sono amareg-giata, così come credo buona parte del mio Gruppo, per la citazione, a mio avviso assolutamente impropria, relativa alla vicenda Tortora: un caso giudiziario che non ha nulla in comune con gli attuali procedimenti nei quali il senatore Berlusconi è coinvolto. Come hanno ricordato le figlie del

compianto Tortora, strumentalizzare impropriamente la storia di un uomo che ha sempre manifestato il più profondo rispetto per l’operato dei giudici e delle istituzioni in generale, dimettendosi - dimettendosi, lo ripeto - da parlamentare europeo per potersi difendere come un qualsiasi cittadino (probabilmente, il senatore Berlusconi questo aspetto lo ha rimosso) non è niente altro che un’offesa alla sua memoria. Non solo come senatrice del MoVimento 5 Stelle, perché noi ci teniamo ad essere e a rimanere sempre dei cittadini della Repubblica, chiedo al ministro Alfano come pensa di conciliare i doveri impostigli dalla

sua carica con la sua scelta politica di avallare platealmente con la propria partecipazione posizioni che mettono in discussione l’autonomia e l’indi-pendenza dei membri appartenenti all’ordine della magistratura, sancite inequivocabilmente dall’articolo 104 della Costituzione. Oppure ci si vuol far credere che questo non sia un conflitto istituzionale, come ha già detto il senatore Zanda? Per essere leali verso il proprio Paese bisogna, in primis, accettare le leggi senza sottrarsi in modo elusivo al giudizio della magistratura e rispettare poi il principio secondo cui la legge è uguale per tutti.

Principali attività parlamentari della settimanadal 3 al 9 MAGGIO

NUOVE PROPOSTE DI LEGGE∙ Progetto di Legge costituzionale finalizzato al referendum per la permanenza nell’Euro ∙ Proposta per incentivare la mobilità ciclistica ∙ Proposta contro il consumo del suolo ∙ Proposta per la ratifica della Con-venzione Europea sulla lotta alla violenza sulle donne

INTERROGAZIONI PARLAMENTARILavoratori precari impiegati negli uffici giudiziari - richiesta al Ministero della Giustizia per la stabilizzazione dei precari che da anni lavorano negli uffici giudiziari.Mobilità lavoratori del Centro Ricerche “Giulio Natta” di Ferrara - richie-sta al Min. dello Sviluppo Economico per impedire la messa in mobilità dei dipendenti di una multinazionale chimica.Decreto per la promozione del riutilizzo dei rifiuti - richiesta al Ministero dell’Ambiente per una rapida realizzazione dei decreti attuativi.Mais transgenico - richiesta ai Ministeri di Ambiente, Salute e Politiche Agri-cole per revocare l’autorizzazione europea alla coltivazione di mais transge-nico, e per una clausola di salvaguardia.

MOZIONIF35 - Si chiede l’immediato blocco della costruzione degli F35 e la rimodel-lazione della Difesa su peacekeeping, oltre alla rimozione degli ordigni nucleari in Italia.Tagli Scuola e Cultura - mozione per chiedere maggiori risorse alla cultura, rientro dei tagli alla scuola entro due anni e copertura cattedre vacanti.Combustibili solidi secondari - mozione per impedire la trasformazione dei cementifici in inceneritori, e richiesta di moratoria immediata.

QUESTION TIMEEsodati - si chiede che il governo fornisca finalmente il numero preciso dei lavoratori penalizzati, ovvero i rimanenti oltre ai 130 mila già salvaguardati.

EMENDAMENTI APPROVATI AL DECRETO 40 MILIARDI (DEI 52 PRESENTATI DAL M5S)“Non condizionare i pagamenti alla regolarità contributiva prevedendo che sia sufficiente che la regolarità contributiva sia stata conseguita all’epoca della maturazione del credito in fase di emissione della fattura o richiesta equivalente di pagamento”. Significa che saranno pagate anche aziende che, causa crisi, hanno faticato a pagare i contributi.“Prevedere che quando sia richiesta la regolarità contributiva attestata mediante DURC, in caso di inadempienza, si applichino le norme previste dal Regolamento di applicazione del Codice Appalti, ossia si proceda al pagamento del credito, ma l’ente debitore trattenga i contributi”. Significa che, solo in alcuni casi, lo Stato tratterrà i contributi dovuti ma l’azienda sarà pagata.

Paola TavernaSenato Seduta n°21del 14 Maggio

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Intervista a Luigi Di Maio - You media

Il Copasir e la vigilanza Raivanno all’opposizione«Il Copasir per legge secondo la rifor-ma dei servizi segreti deve andare all’opposizione. In questo momento l’unica vera forza di opposizione, che ci è arrivata lì da sola senza premi di maggioranza di partiti che oggi stanno al governo è il M5S, quindi opposizio-ne con la o maiuscola.» Così il vice presidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio del M5S, intervistato da Fanpage.it durante la presentazione dei candidati grillini campani alle elezioni amministrative della prossima settimana che si è tenuta a Napoli presso il Centro culturale Città del Sole. Di Maio ha anche risposto alla polemica di SEL che aveva accusato i grillini di “poltronismo” per l’incetta di vice presidenze delle commissioni da parti dei pentastellati. “Il partito di Vendola è un partito del 3% che sta in parlamento grazie ad un premio di maggioranza. Io sono contento tutto sommato della presidenza di Laura Boldrini, sicuramente meglio di Fran-ceschini che era il candidato prece-dente. Hanno già ottenuto la Presi-denza della camera con un partito del 3% che ha una composizione alterata grazie al premio di maggioranza. Se pensate al numero di deputati che hanno loro e a quello che abbiamo noi (3% - 25%). Vogliono prendere anche la presidenza del Copasir e la vigilan-za Rai dicendo di essere opposizione? Io credo che se Sel si candidava da sola come abbiamo fatto noi alle nazionali probabilmente non superava lo sbarramento. Quindi se ora queste persone vogliono fare incetta di occa-sioni che sanno bene che la prossima volta non riusciranno a superare ne-anche lo sbarramento se non si allea-no con il Pd. Noi ne prendiamo atto, noi non minaccia-mo mai niente, se non prenderne atto ed andare avanti. Più fanno così più ci rinforzano.» Ed ancora «Se ‘poltronismo’ significa prendere la maggior parte delle pol-trone rinunciando a tutte le indennità di carica che spettano a coloro che occupano queste funzioni allora spero che potremmo fare ‘poltronismo’ a vita così facciamo risparmiare un bel po’ di soldi ai contribuenti».

L’Europa che vogliamo

Signor Presidente, gentili colleghi, nei prossimi giorni il presidente Letta si troverà in un consesso internazionale a discutere di due temi che per il nostro Paese sono fondamentali e sui quali in questi anni il dibattito è stato acceso: uno di questi è l’energia. (...) Nel panorama europeo l’Italia è il Paese che si è distinto nella estensio-ne del concetto di energia rinnovabile agli inceneritori, introducendo il con-cetto di fonti rinnovabili e assimilate e, di conseguenza, il finanziamento cosiddetto CIP6. Ben due procedure di infrazione della Commissione europea e quat-tro anni ci sono voluti per limitare i danni di quella scellerata norma. Solo nel 2009, a titolo di esempio, dei 4 miliardi di euro di contributi alle energie rinnovabili, 3 sono andati a finanziare inceneritori: speriamo ciò non accada più. Le raccomandazioni del Consiglio europeo tendono inoltre a suggerire la diversificazione delle fonti di approvvigionamento rinno-vabili di energia: e quale Paese più dell’Italia potrebbe in tale campo essere avanti agli altri? È il Paese nel quale è possibile trovare con-temporaneamente e in gran quantità le principali fonti di energia rinno-vabile: sole, vento, acqua, calore della terra; eppure ci ostiniamo a considerare i rifiuti fonte di energia. (...) Il fatto più grave per il nostro Paese è il totale disinteresse verso la politica dell’efficienza energetica, di cui nella proposta di risoluzione non vedo traccia. Crediamo che la miglio-re fonte di energia rinnovabile sia la riduzione, ed è in questo settore che si devono investire le maggiori risor-se. Nonostante il ruolo fondamentale che l’efficienza energetica svolge in termini di riduzione della domanda, attualmente soltanto una piccola parte del suo potenziale economico

viene sfruttata. Basti pensare che la direttiva sulla prestazione energeti-ca nell’edilizia del 19 maggio 2010 risulta dalla relazione non essere stata ancora recepita dall’Italia, e si intuisce anche dai grafici allegati la potenzialità di investimento e di sviluppo nel campo dell’efficienza energetica, in particolare nell’edili-zia, ma anche l’enorme potenzialità, per esempio, della dispersione di fon-ti di energia, di calore e di altre fonti di energia da parte delle industrie, che potrebbero essere canalizzate e convogliate per non essere sprecate. La parola crescita si ripete spesso nella proposta di risoluzione; in modo preoccupante, identificandola con la crescita di PIL, iperproduttività e iperconsumismo. A nostro avviso, è la decrescita, nell’accezione positiva del termine, la vera alternativa, e non può esse-re sostenibile una crescita costante e indefinita. Solo una cosa cresce indefinitamente, e non è benigna. Il generico riferimento ad una vera

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Vito CrimiSenatoSeduta n°24 del 21 maggio

www.live5stelle.it/la-festa/La Festa del M5S a Mira Venezia 1 e 2 Giugno 2013Birra a km zero, menù vegani, ma anche stoviglie biodegradabili e una full im-mersion nelle tematiche della decrescita felice, del riuso e del recupero. A Mira, l’1 e il 2 giugno, sarà la Festa nazionale della Repubblica (grillina). Ad un anno esatto (era il 21 maggio scorso) dalle elezioni dei primi 4 sindaci italiani a 5 stelle, Roberto Castiglion a Sarégo, Marco Fabbri a Comacchio, Federico Pizzarotti a Parma e Alvise Maniero a Mira, il popolo grillino si riu-nisce per festeggiare. E lo fa nel comune vene-to di 39mila abitanti che un anno fa ha visto indossare la fascia tricolore ad un ragazzo di 26 anni. Una festa nazionale alla quale parteciperanno anche Beppe Grillo, Roberta Lombardi, tutti i sindaci eletti e Vito Crimi.

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liberalizzazione del mercato inter-no ci preoccupa nel momento in cui non abbiamo sentito parlare di un concetto che a noi preme molto: la democrazia energetica, un’idea che speriamo entri anche nell’agenda politica. I problemi non si risolvono con la stessa logica di chi li ha creati, diceva Einstein, e pertanto occorre osare e pensare in modo diverso. Democrazia energetica vuol dire compartecipazione alla produzione e risparmio di energia necessario al proprio sostentamento e a quello di una comunità; passaggio dal concetto di semplice consumatore a quello di produttore-consumatore, sviluppando reti di distribuzione a distanza ridotta e anche a bassa tensione; decentra-mento della distribuzione e produzio-ne da fonti di ridotte dimensioni, di ridotto impatto e di ridotto costo, ma maggiormente distribuite sul territo-rio. Una rivoluzione culturale ancor prima tecnologica. Serve una nuova rivoluzione energetica, che tolga potere alle grandi multinazionali che controllano la grande produzione. Le energie rinnovabili portano il concet-to di indipendenza energetica ed è forse questo l’aspetto che fa più pau-ra. Tutto questo è possibile solo ad una condizione: la ricerca. La ricerca tecnologica è il nostro futuro. Solo l’intelligenza e l’intuizione, di cui noi in Italia siamo ricchi, potranno aiu-tarci a superare la crisi da carenza di fonti d’energia tradizionali, ma non leggiamo da nessuna parte neanche di un piano energetico nazionale. Marginalmente, benché non sia il tema principale dell’incontro di domani, leggiamo anche di strategie volte a lottare contro la disoccupa-zione giovanile, dimenticando, però, anche tutti coloro che giovani non sono più, che sono fuori dal mondo del lavoro, che non hanno prospetti-ve e che alle loro spalle hanno delle famiglie. Leggiamo, sempre nella proposta di risoluzione, di unione economica e monetaria, puntual-mente declinata con iniziative ben precise, ma pochi e generici rife-rimenti a una unione dei diritti e a un’unione dei popoli, e nessuna parola sulla fiscal compactness. Molti hanno detto di battere i pugni sul ta-volo europeo: pugni con mani legate da questi strumenti. In merito alla lotta alla frode e all’evasione fiscale, negli ultimi anni l’Unione europea ha prestato grande attenzione ai problemi dell’elusione e dell’evasio-

ne fiscale, in particolar modo negli Stati membri oggetto di programmi di aiuto finanziario. (...) Il caso italiano, poi, gode dell’idiosin-crasia di uno Stato che alimenta una selva fiscale e burocratica impene-trabile, chie-dendo al cittadino prima di perdervisi e poi di autoimmolarsi. È il Paese nel quale un ex Presidente del Consiglio, che oggi dovrebbe sedere tra questi banchi ma non vediamo mai, ha avuto l’ardire di affermare di sentirsi mo-ralmente autorizzato ad evadere. A fronte di tale situazione, che provoca notevole stress agli opera-tori economici, quando non vere e proprie difficoltà nel portare avanti le proprie attività, nel caso italiano il miglior strumento per prevenire l’elu-sione fiscale è la semplificazione nor-mativa e burocratica. In quest’ottica diviene allora prioritaria la pressione sui paradisi fiscali affinché abbando-nino le pratiche di segreto bancario, introducendo nel contempo forme di limitazione e regolazione dei movi-menti di capitali da e verso Stati in cui il settore sia stato fortemente de-regolamentato. È necessario dare pie-na e completa attuazione all’agenda digitale, una delle sette iniziativefaro della strategia ‘Europa 2020’, adot-tata il 17 giugno 2010 per proseguire ed innovare la strategia di Lisbona, necessaria, oltre che per sviluppare un mercato unico digitale, anche per condurre l’Europa verso una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, per contrastare con efficacia l’au-mento della criminalità informatica e le relativi frodi, informatiche e non, come le cosiddette frodi “carosello”, e la piaga dell’evasione fiscale. È necessaria la semplificazione fiscale, un sistema nel quale l’Agen-zia delle entrate diventi un vero e proprio partner delle aziende e dei contribuenti, che li accompagni nel pagamento delle imposte dovute quasi come un consulente, con un at-teggiamento di collaborazione e non di repressione. Le riforme non sono solo tecniche, ma anche culturali. Infine, signor Presidente, avremmo voluto sentire parlare anche di reintroduzione del reato del falso in bilancio e di norme più severe che vadano nella direzio-ne della maggiore trasparenza delle società quotate in borsa, dei partiti e degli istituti bancari, con particolare riferimento alle fondazioni ad essi collegate. Un nome su tutti: Monte dei Paschi di Siena.

Signoraggio, Bilderberg e altre losche faccende

Signor Presidente, Governo, colleghi, il terzo punto di cui si andrà a discu-tere al Consiglio europeo di domani sarà l’UEM, l’Unione economica e monetaria, che passa per i provvedi-menti in materia di fiscalità ai quali lei faceva accenno. Un argomento importante, diremmo, importantis-simo, peccato che nessun cittadino italiano – e siamo pronti a scom-mettere neanche europeo – sappia niente al riguardo. Allora, proviamo a spiegarlo noi cosa ha in mente sul serio il Consiglio europeo con l’istitu-zione dell’UEM. Gli obiettivi sono tre: spezzare il nesso tra banche e Stati, promuovere un quadro finanziario integrato, attivare una politica di assorbimento degli shock economici a livello centrale, centralizzando i poteri di controllo attraverso il MES, Meccanismo europeo di stabi-lità. Questo è quanto riportato nel documento di sintesi dell’incontro del 5 dicembre 2012. Ora non pole-mizziamo sul fatto che queste siano o meno le priorità dei cittadini euro-pei, però analizziamo il primo punto: spezzare il nesso tra banche e Stati. Ebbene, signor Letta, mi spiega qual è il nesso tra banche e Stati oggi? Mi spiega qual è questo nesso, se la Banca centrale europea è di fatto di proprietà delle banche centrali nazio-nali. Diremmo benissimo se le banche centrali nazionali fossero di proprietà dei cittadini, dello Stato, peccato però che le banche centrali nazionali siano di fatto – e ci tengo a precisa-re, di fatto – banche di proprietà di istituti di credito privati. L’esempio è la Banca d’Italia, che non è di pro-prietà dei cittadini italiani, come il nome potrebbe lasciar pensare, bensì è di proprietà di Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena, Unicredit, Assicurazioni Generali: tutte Spa e tutte trasparentemente elencate sul sito della Banca d’Italia, attraverso questo documento. Quindi, è come

Carlo SibiliaCameraSeduta n°20 del 21 maggio

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dire che dei soggetti privati siano proprietari della nostra moneta e ce la prestino richiedendola indietro con l’interesse. Ma se la moneta è dei cittadini, degli Stati, allora perché ce la prestano? Ha mai sentito parlare di signoraggio bancario, signor Letta? Ne parlate mai alle riunioni del Club Bilderberg, club di cui lei, il suo pre-decessore Mario Monti, Emma Bonino, guarda caso Ministro degli affari este-ri, e Mario Draghi, guarda caso diret-tore della Banca centrale europea, fate parte? Gli istituti privati stam-pano moneta cedendola in prestito e richiedendo una restituzione con interesse, per creare questa spirale di stritolamento che si chiama debito. Il Consiglio europeo è responsabile di un’Europa non fondata sui diritti, non fondata sulla solidarietà tra i popoli, ma di un’Europa fondata sul debito; debito come strumento di schiavitù degli Stati. Dica questo al Presiden-te Van Rompuy. E poi chi è questo Van Rompuy? Chi lo ha eletto? Lo so che lei, signor Letta, lo conosce, perché anche egli, guarda caso, è parte del Club Bilderberg, ma sappia che i cittadini italiani non sanno per nulla chi sia e da dove venga questo personaggio, non è mai stato eletto in alcuna elezione nazionale e presiede un organismo che condiziona gran parte delle scelte dei cittadini d’Eu-ropa e di tutto il mondo. Si ricorda il tormentone «ce lo chiede l’Europa»? Bene, allora dica a Van Rompuy che glielo chiede l’Italia. Dica, da parte nostra, che l’Italia rifiuta il Meccani-smo europeo di stabilità, un mostro giuridico e anticostituzionale. Gli dica, da parte nostra, che ritenia-mo questa politica di scatole cine-si, austerity, fiscal compact, Patto di stabilità, non essere la politica dell’Italia. Dica, da parte nostra, che l’Italia ha bisogno di visione politica, e non di riforme imposte dall’Euro-pa, come egli stesso auspicava. Dica che, in merito all’evasione fiscale, ci prenderemo subito gli 80 miliardi evasi dal circuito delle slot machi-ne. Dica che sigleremo convenzioni in favore della trasparenza bancaria con i paradisi fiscali di tutta Europa, che generano evasione per decine di miliardi di euro e con i quali siamo stati sempre fin troppo tolleranti, se non protettivi. E dica anche, visto che c’è, che ripristineremo il reato di falso in bilancio. Signor Presiden-te, ritengo che Letta sia un signore. Comunque, lo sappiamo che lei non

dirà mai nulla di tutto questo a Van Rompuy, ma non per una questione di coraggio, perché quello, forse, essendo lì dove è, non le manca, ma perché, da oltre 15 anni, l’Italia che avete costruito voi partiti, PD e PdL, ormai modello unico, è diventata un servile scendiletto dei banchieri di tutta Europa. Ma sappia, Presidente Letta, che i cittadini italiani qui fuori vorrebbero che lei dicesse ciò che abbiamo suggerito noi. Adesso pensi a quello che ha in mente di dire lei domani, ne tragga le sue conclusioni.

Esempi di solidarietà e coraggio

Signor Presidente, il mio intervento è un po’ in risposta al collega Chaouki. Siamo abituati a portare all’attenzio-ne dell’Aula molto spesso avvenimen-ti tragici; invece oggi vorrei approfit-tarne per segnalare un piccolo evento positivo che è accaduto nel nostro Paese ma che non ha avuto grande risalto, nemmeno a livello mediatico.Qualche giorno fa a Palermo un citta-dino ghanese ha salvato un commer-ciante dal suo estorsore, in particola-re, come riporta la notizia apparsa su un blog di informazione, il malvivente aveva sfilato a un commerciante le chiavi del furgone, minacciando di non restituirle se prima non avesse ottenuto tutti i soldi che gli aveva chiesto. Dopo un po’ la situazione è degenera-ta e l’estorsore è fuggito; a inseguirlo però non c’era solo il commerciante palermitano ma anche un extracomu-nitario che aveva sentito tutto e vo-leva rendersi utile. Incurante del suo status di immigrato senza permesso di soggiorno, il ghanese ha bloccato l’uomo in fuga ed ha anche aspettato l’arrivo della Polizia e consegnato or-goglioso il malvivente. Notizie come questa dovrebbero riportarci ad una dimensione di maggiore unità, con-divisione e integrazione, sia a livello di comunità che di comunità multi-culturale e multirazziale. Abbiamo

ritenuto ancora più doveroso rac-contare questo episodio qui in Aula, all’attenzione dei colleghi, anche perché la settimana scorsa è stata giustamente segnalata la questione citando il tragico episodio avvenuto a Milano, riguardo il ghanese Kabo-bo che ha massacrato a morte tre vittime, alle cui famiglie rinnoviamo la nostra vicinanza. Abbiamo ritenuto importante infatti contrapporre ad avvenimenti quanto mai deprecabili e dolorosi episodi positivi, in modo da contribuire a rendere giustizia a comportamenti virtuosi che, pur nel silenzio e nell’ombra, accadono nel nostro Paese perché accadono ed è anche nostro dovere valorizzarli, sti-molare, prendere a modello e creare le condizioni affinché possano diven-tare la norma.A tal proposito, infatti, invitiamo ilParlamento tutto ad affrontare la questione dell’integrazione sociale e del miglioramento della normativa sull’immigrazione con questo tipo di approccio, in chiave positiva, pur mantenendo grande attenzione su o-gni tipo e possibilità di abusi e irrego-larità, ma con l’obiettivo di promuo-vere il progresso sociale e culturale, senza esacerbare umori e tensioni che rischiano di sfociare in atti di raz-zismo e odio sociale, strumenti ultimi di chi non ha la capacità o la volontà di reagire adeguatamente.

A chi andrà la delega del gioco d’azzardo?

Signor Presidente, cari colleghi, ha destato scalpore la denuncia alla trasmissione «Le Iene» di un dipen-dente del Senato sull’azione di lobby in questo Parlamento. Non è difficile vedere il filo rosso che, in maniera legale, ma deleteria per il Paese, unisce politica e gioco d’azzardo. L’11/02/2013, in Senato, Matteo Iori, Presidente dell’associa-zione CoNaGGA, che lotta contro la dipendenza dal gioco di azzardo, ne denunciava gli intrecci.

Giulia Di VitaCameraSeduta n°20del 21 Maggio

Giovanni EndrizziSenatoSeduta n°27del 22 Maggio

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Lo stesso Iori, il 7 maggio, commen-tava in rete: «Ben sette Ministri, compreso il primo ministro Enrico Letta, fanno parte di una fondazione, che si chiama «VeDrò», finanziata anche da due multinazionali del gioco di azzardo, Lottomatica e Sisal. Letta ricevette 15.000 euro di con-tributi da porsi a titolare di HBG, la quale è una delle più grandi aziende del gioco d’azzardo. Il nuovo ministro Bray è anche diret-tore della rivista «Italianieuropei», già sostenuta da importanti contratti pubblicitari con le industrie del gioco d’azzardo. Nel nuovo Governo a chi andrà la delega dei giochi d’azzardo? Sarà forse casualmente scelto il nuo-vo sottosegretario Alberto Giorgetti? Giorgetti non sarebbe nuovo alla delega ai giochi, perché la tenne per anni sotto il Governo Berlusconi con grande piacere dell’industria del gio-co. Queste sono le parole di Iori: dal dossier del CoNaGGA e da inchieste di stampa apprendiamo inoltre che SNAI ha finanziato regolarmente Gianni Alemanno, Margherita, UDC, DS, MPA, Gianni Cuperlo e PD; compaiono ex politici e i loro parenti entrati nel business. Cito rapidamente Augusto Fantozzi, presidente SISAL; Vincenzo Scotti che lanciò «Formula Bingo» insieme a Luciano Consoli (uomo di fiducia di D’Alema); Francesco Tolotti dell’Ulivo che, con Nannicini, Vannucci, Salerno e Gioacchino Alfano, nel 2007 riuscì a modificare il testo unico che regola le slot machine; l’onorevole Laboccetta; Massimo Ponzellini; Antonio Cannali-re, proprietario della Jackpot Game, che a Milano gestiva sale da gioco d’azzardo insieme alla Finanziaria Cinema, di proprietà di Marco Jacopo Dell’Utri, figlio di Marcello Dell’Utri. Si ricorda che il Governo Berlusconi liberalizzò i giochi d’azzardo on line; casualmente - ma solo casualmente - qualche giorno prima la Mondadori acquisì il controllo del 70% di Gla-ming, che opera nel gioco d’azzardo on line. Non possiamo, infine, omettere Pelle-grino Mastella, figlio di Clemente Ma-stella, che, attraverso SGAI e Betting 2000 dei fratelli Renato e Massimo Grasso, avviò altre aziende da gioco, tra cui King Slot e Wozzup, indagate per gravissimi reati. Cari colleghi, sono certo che la stragrande maggioranza di voi non ha alcun legame di lobby e condivide

l’urgenza di una stretta normativa contro slot machine e giochi on line, che lucrano con gravissimi danni per cittadini, famiglie e per i loro figli. Il MoVimento 5 Stelle attende dal Go-verno nei fatti la coerenza di cui oggi è politicamente legittimo dubitare.

Principali attività parlamentari della settimanadal 10 al 16 MAGGIO

NUOVE PROPOSTE DI LEGGEProposta di Legge per l’mpignorabilità della prima casa, e la tutela degli stipendi dai pignoramentiProposta di Legge per introdurre nel Codice Penale i delitti contro l’ambienteProposta di Legge per l’etichettatura degli alimentari con indicazione di origine della materia prima

INTERROGAZIONI PARLAMENTARIStabilizzazione docenti precari e personale ATA: si chiede l’immediata stabilizzazione di docenti e personale ATA della scuola, che hanno lavorato almeno 36 mesi negli ultimi 5 anniCentrale nucleare Krsko (Friuli): si chiede che il governo si informi presso Slovenia e Croazia relativamente alla situazione della centrale nucleare che si trova a solo 201km dal confineDetrazioni fiscali per efficienza energetica: si chiedono al governo inizia-tive per rendere i certificati bianchi (effic. energetica) cumulabili con altri incentivi attraverso detrazioni fiscali per le aziende

MOZIONI/RISOLUZIONIParata del 2 Giugno: nel quadro di un’ottica di risparmio, si chiede l’aboli-zione della parata del 2 Giugno per la Festa della Repubblica, destinando i fondi ai servizi socialiPetrolizzazione Abruzzo: mozione per chiedere il divieto delle prospezioni petrolifere e delle autorizzazioni allo sfruttamento petrolifero in Adriatico sulle coste abruzzesiBarriere salva motociclisti: si chiede l’installazione di apposite barriere sui guard-rail, per metterli in sicurezza e salvare numerose vite.

INTERPELLANZE URGENTI/QUESTION TIMENomina Direttore Agenzia Digitale: si chiede maggiore trasparenza riguardo la selezione degli esperti per la nomina del Direttore dell’AgenziaInvasi Sardegna: si chiedono informazioni su un decreto che renderà inutiliz-zabili 5 invasi indispensabili all’approvvigionamento idrico in una zona già criticaLegge Omofobia: si chiede un’iniziativa normativa per ampliare la legge Mancino/Reale, che persegue i reati contro la persona, anche a casi di orien-tamento sessuale e identità di genereDecreto 40 miliardi (pagamenti debiti dello Stato alle imprese)Presentazione in Commissione di 52 emendamenti da parte del MoVimento 5 Stelle, di cui 4 approvati.

5 EMENDAMENTI PRESENTATI (NESSUNO APPROVATO)

3 ORDINI DEL GIORNO PRESENTATI (TUTTI APPROVATI)Priorità al pagamento di imprese non coinvolte con la criminalità organizzata.Rinvio al 2014 dell’applicabilità della TARES.Monitoraggio dell’effettivo pagamento dei crediti da parte dello Stato.

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dal Blog www.beppegrillo.it

Lettera di un parlamentaredal Palazzo«Buongiorno onorevole, buongiorno senatore...» mi sento dire ogni giorno quando arrivo al lavoro. Ancora adesso, a volte, dopo quasi tre mesi mi giro indietro, magari il saluto è rivolto a qualcun altro. No, sono io l’onorevole, il senatore. Ormai ci ho fatto l’abitudine, saluto, sorrido e vado avanti. Per i palazzi dove siamo entrati, Montecitorio e Palazzo Madama, in tanti, tantissi-mi, siamo quelli nuovi, i ‘grillini’, i ‘ragazzini’, ‘dilettanti allo sbaraglio senza proposte’ (Marina Berlusconi e his father dixit), quelli su cui fare ‘scouting’ (Pigi Bersani).Mi aspetta la commissione, l’emen-damento da studiare con i miei col-leghi, l’intervento in aula, il disegno di legge da presentare, l’interpellan-za urgente sull’ennesimo disastro. E poi l’incontro con il sindacato, con Confidustria, con gli esodati. I primi a farsi avanti come cavallette sono i giornalisti. La mattina ti sorridono sempre. Prendo fiato e li affronto. Racconto di quello che abbiamo fatto, spiego, mi accaloro, sono felice di vedere che nonostante siamo al 57° posto nella classifica mondiale della Libertà di stampa, ci sono giornalisti che voglio-no sapere. Per un attimo mi dimen-tico che da mesi quasi tutti i giornali non pubblicano una riga sui nostri lavori, ma solo gossip, retroscena, se non vere e proprie falsità. Ormai so che serve a poco parlare con loro. L’indomani del mio, del nostro lavo-ro, non si parlerà nei loro articoli. Ma guai a snobbarli, sono una delle caste del Palazzo.E nel Palazzo poi ci sono le regole, la burocrazia con cui bisogna fare i conti. A volte ci sentiamo soli. Come quelle persone normali, con vite normali, con sogni normali, che im-provvisamente vengono invitate alla feste del Re e devono sottostare ai precetti. Ma questo non è il palazzo del Re, non è la Città proibita, è il Parlamento. Ma visto da dentro, que-sto Palazzo fa paura. E io, noi, non ci possiamo permettere di avere paura. «Buongiorno, buon-

giorno...». È il refrain che mi avvolge mentre navigo nei corridoi. Sono i miei ‘colleghi’, quelli ‘eletti’ dalle segreterie dei partiti, dalle lobby, dai comitati d’affari, dal gossip televisi-vo. Mi chiedo, «e noi cosa siamo?». Una setta, burattini nelle mani di Beppe e Gianroberto, semplici com-parse a cui sono stati affidati i sogni e la rabbia di milioni di persone? Siamo uomini e donne liberi, quelli che sentono ancora il profumo della vita, quelli che tengono ancora gli occhi grandi sbarrati quando tutte le mattine vediamo i volti degli intoc-cabili. Da tre mesi, come ha detto Alessandro Di Battista, vediamo tutte le mattine ‘la mafia in faccia’, quella che non spara, che non ha pallottole ma usa la legge, l’emendamento, il regolamento, l’articolo di giorna-le o la comparsata in tv per dire ai sudditi, «questo è il nostro paese e ci facciamo quello che vogliamo». Lo fanno da sempre. Ma adesso hanno paura. Sanno che non siamo come loro. Siamo quelli che vigilano, controllano e che sono pronti a votare le buone idee, di chiunque siano. E magari ce ne pro-ponessero una. Ma non ci facciamo prendere in giro. Non ci prendete in giro, questo è un consiglio. Smettete-la di raccontarci che l’antiberlusconi-smo esiste ancora. Non esistono più soldatini blu e solda-tini rossi, ora sono tutti grigi: votano le stesse cose, dicono le stesse bugie, e hanno lo stesso odore, quello che si sente nelle camere di obitorio, davanti ai morti. Questa politica non proporrà una legge elettorale per i cittadini, non abolirà le province, non abolirà il finanziamento pubblico ai partiti e tantomeno ai giornali, non propor-rà il reddito di cittadinanza e non investirà sulla scuola pubblica e sulle imprese. Ne parlano, ne blaterano tutti i giorni. Ma sono annunci, solo spot che devono fare. Ne parlano perché nel Palazzo sono entrati i cittadini. Lo faremo noi, noi, quelli che sono considerati imprepa-rati, ignoranti e stupidi. Noi, con la forza della rete, con la forza delle persone oneste. Faremo più in fretta possibile. Ci riusciamo, perché non siamo soli. Ma voi non lasciateci soli.

Un saluto a Don Gallo

Signor Presidente, colleghi deputati, anche noi vogliamo ricordare don Andrea Gallo e lo vogliamo fare con le parole di Stefano Milano, un amico che ha condiviso con lui molte batta-glie: Don Gallo, sei stato un grande uomo di chiesa che ha sempre unito la sfera spirituale con l’impegno civile, il messaggio del Vangelo con lo spirito e gli articoli della Costituzio-ne. Hai avuto un riferimento costante alla nostra Carta, non enunciandola solo a parole, ma mettendola in pratica giorno per giorno, spesso fa-ticosamente, nella ricerca della pari dignità sociale e della rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Principi che nel nostro Paese sono rimasti in larga parte disattesi, segno tangibile di una politica che da tempo ha rinunciato a farsi garante dello spirito dei padri costituenti, lasciando che grandi uomini come te, spesso in solitudine e con pochi mezzi, ma mossi da una grande passione civile rimasta intatta negli anni, provassero a colmare tale vuoto, tale tentativo di donare e riconoscere agli uomini un po’ di uguaglianza e di dignità, per donare loro una «goccia di splen-dore», come diceva il tuo amico De Andrè. Il Presidente Pertini, che spesso amavi citare, diceva che i giovani, i cittadini non hanno bisogno di ser-moni, ma di esempi, esempi che tu hai testimoniato ogni giorno, aprendo le porte agli oppressi, ai poveri, agli emarginati, agli esclusi che sempre più numerosi si rivolgevano alla tua piccola, grande, comunità di San Be-nedetto. Non hai solo combattuto la

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povertà, ma hai denunciato con forza le scelte politiche ed economiche che l’hanno governata. Ricordo ancora bene le tue parole: perché si è permessa la concentra-zione del potere economico nelle mani bramose di pochi, grandi colossi mondiali? La crisi attuale è la vitto-ria degli ultraliberisti con l’assenza di un’alternativa ritenuta valida. La debolezza della politica occidentale e la scomparsa dei valori di civiltà hanno fatto il resto. I ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più pove-ri. Gli economisti e gli statisti attuali ne sono imbevuti e, rivestendo posti di responsabilità, la applicano senza scrupoli. Lo dice Stiglitz, Nobel per l’econo-mia: Il mercato ed il potere finan-ziario creano armi di distruzione di massa. Questa logica liberista è propugnata dalle banche. Gli econo-misti italiani (Draghi, Monti e soci) sono composti chierichetti di que-sto neoliberalismo in una blindata cattedrale del dio denaro. Andrea, sei sempre stato un uomo scomodo quan-do contestavi il potere, le ingiustizie economiche e sociali, quando ma-nifestavi contro le guerre travestite da finte missioni di pace e contro le centrali a carbone, che uccidono per profitto, quando accoglievi intorno a te omosessuali, trans, prostitute, quando assistevi le donne immigrate costrette ad abortire, quando parlavi di fine vita, del matrimonio dei preti o delle donne sacerdote, argomenti tabù per gerarchie ecclesiastiche che mal digerivano un prete che afferma-va di dover rispondere alla propria coscienza civica. Il tuo amico don Ciotti ha detto che eri scomodo per quella politica che, anche in quest’Aula, tende spesso a non servire la comunità, ma inte-ressi e poteri consolidati, scomodo anche per quella Chiesa che viene a patti con quei poteri forti, sceglien-do di non interferire, di non portare insieme alla carità e alla solidarietà la sveglia delle coscienze. Eri un vero prete pastore, conoscevi bene l’odore dei tuoi parrocchiani con i quali con-dividevi il pane nella tua comunità, la domenica dopo messa. Con la tua dottrina, allo stesso tempo cristiana e laica, con la forza dirom-pente delle tue parole, con l’esempio dato dal tuo modo di vivere, ci hai insegnato che il peggior vizio capitale è l’indifferenza. Ciao don, ci mancherai!

Regioni senza ragionebiomasse illegali

Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei riportare l’attenzione in questa sede su un argomento importantissi-mo, spesso tralasciato, spesso passa-to in secondo piano. Si tratta delle innumerevoli centrali a biomasse che vengono spesso in maniera scellerata autorizzate non solo nella mia regio-ne Marche ma in tutto il territorio nazionale e, sottolineo, si tratta di un tema importantissimo perché qui non si tratta di porre l’accento soltanto su questioni ambientali ma soprattutto chiedere una più equa distribuzione delle risorse pubbliche. Onorevoli colleghi, dopo la maxi inchiesta della procura della Repubblica di Ancona che ha portato 13 avvisi di garanzia, un altro grave macigno cade sulla testa della regione Marche e del pre-sidente Spacca; la Corte costituzio-nale ha infatti dichiarato la parziale incostituzionalità della legge regiona-le n°3 del 2012 sulla base della quale sono state autorizzate dalla regione Marche decine di centrali a biogas sul proprio territorio. Ancor più pesante appare la posizione della giunta e del presidente che hanno continuato ad autorizzare gli impianti nonostante la pesante impugnativa pendente alla Consulta e nonostante il Parlamento regionale abbia più volte deliberato in maniera ampia e condivisa tra mag-gioranza e opposizione di sospendere le autorizzazioni. Non si capisce in base a quale interesse pubblico la giunta abbia disatteso le delibera-zioni del Parlamento regionale ed oggi la sentenza pesante contro la legge regionale n°3 del 2012 dimostra l’infondatezza e la non supportabilità giuridica di una tale decisione. La regione ha ignorato inspiegabilmente anche innumerevoli memorie, pareri, diffide e pareri legali inviati da nu-merosi cittadini e comitati e persino da sindaci, in cui venivano chiariti sia il quadro di incostituzionalità delle norme regionali sia enormi criticità

procedurali negli iter autorizzativi. Il presidente Spacca e la regione hanno proseguito imperterriti con le auto-rizzazioni permettendo a soggetti privati di completare gli impianti e di ottenere con il GSE, cioè il gestore del servizio, contratti per milioni di euro di incentivi pubblici. Il governa-tore della regione Marche, Spacca, ha permesso che decine di impianti fossero autorizzati sulla base di norme definite oggi illegittime dalla Consulta invece di sospendere e/o revocare in autotutela le autorizzazioni. Quale interesse pubblico ha tutelato? Perché sono gli interessi collettivi e non quelli privatistici i primi a dover essere posti sotto tutela. Le motivazioni della sentenza della Consulta, che è la n°93 del 2013, sono pesantissime per la regione Marche; non mi soffer-merò nella lettura di queste motivazioni, che possono essere lette da chiunque, voglio solo sottolineare che la Consul-ta dice questo: la mancata considera-zione dei predetti criteri della diret-tiva UE pone la normativa regionale impugnata in evidente contrasto con le indicazioni comunitarie dal momen-to che il rispetto del suddetto obbli-go comunitario grava sul legislatore regionale così come su quello statale. In sintesi, tutto ciò ha portato il pro-lificare indiscriminato di impianti sul territorio anche a poca distanza l’uno dall’altro con autorizzazioni che risul-tano quindi indebitamente agevolate alla luce della sentenza della Consul-ta. Pertanto, a tutela degli interessi dei cittadini, agiremo con ogni mezzo a nostra disposizione anche parla-mentare; annuncio che chiederemo la revoca delle autorizzazioni concesse sulla base di una legge dichiarata illegittima, anticostituzionale ed in contrasto con la direttiva europea; procederemo inoltre con l’istanza al GSE, cioè al gestore del servizio elet-trico, affinché questo eserciti le sue funzioni di vigilanza e di controllo. Infine, nel sopra citato passaggio della sentenza n°93 del 2013 della Consulta si evidenzia come tutti gli impianti, anche dell’allegato 2 della direttiva 2011/ 92/UE, debbano essere sottopo-sti almeno a procedura di screening, cioè a verifica di assoggettabilità. Ver-rà inviata, quindi, ai ministri dell’am-biente, dello sviluppo economico e della giustizia una richiesta di rivisita-re, all’occorrenza, revocare, tutte le autorizzazioni per le quali gli obblighi della direttiva europea ribaditi dalla Consulta non siano stati rispettati.

Donatella AgostinelliCamera Seduta n°24 28 Maggio

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La Costituzione e il futuro dei nostri giovani

Signora Presidente, colleghi tutti, spero di essere capace di dare parola ai sentimenti che sto provando; sen-timenti che sono contrastanti e con-traddittori, ve lo dico espressamente, perché ho apprezzato molte delle tesi che sono state avanzate, soprattutto da senatori che al momento non sono presenti in Aula. Vorrei ringraziare il senatore Nencini per alcuni spunti della sua intelligente riflessione e vorrei congratularmi con la senatri-ce Finocchiaro per quanto ha detto in merito alla necessità di dar luogo ad un dibattito che sia quanto meno chiaro, accessibile a tutti, e soprat-tutto non tanto agli specialisti, bensì ai cittadini, perché noi stiamo lavo-rando a regole per i cittadini del no-stro Stato. Dalle tribune stanno assi-stendo a questa seduta dei ragazzi, che diventeranno cittadini a breve: è per loro che stiamo lavorando.Mi sembra però che, come al solito, accanto a questi sentimenti di appro-vazione se ne debbano registrare altri di delusione, perché poi, quando il dibattito entra nel merito, siamo tutti distratti, siamo tutti assenti. Voglio anche ringraziare il senatore Tonini per aver citato la figura di Dossetti, una figura per me solare, che forse ben pochi qui ricordano per quanto ha fatto e per quanto ha detto. Dossetti ha lasciato un’eredità innanzitutto morale, che ben pochi forse riescono ad apprezzare, anche perché - e lo dico a cuore aperto - credo che la crisi che ha investito il nostro Paese sia innanzitutto una crisi morale, prima ancora che politica. È inutile parlare di cambiare questo o quello, se poi per primi si sta già escogitando come derogare, come violare, in pratica come prendere per i fondelli la legge. In questo Parlamento troppe volte abbiamo concesso quello che non poteva e non doveva esser concesso. Spero di essere non l’unico, perché

mi piangerebbe il cuore, ma uno dei tanti che amano leggere ed amano leggere parole di verità. Negli ultimi anni ho preso gusto a leggere e condi-videre con gli amici - perché questo è il gusto della condivisione - le rifles-sioni che da tempo sta facendo una filosofa, attualmente in Germania, che si chiama Roberta De Monticel-li. Un paio di anni fa ha ottenuto larghi consensi da parte di una certa sinistra, perché ha ripreso il titolo di una famosa intervista che Enrico Berlinguer concesse a La Repubblica. Il titolo di questo pamphlet, che ho qui con me, è «La questione mora-le»: proprio di questo noi dovremmo ragionare, perché le regole rinviano innanzitutto ad un ambito che, prima che giuridico, è etico, e qui con l’eti-ca forse ben pochi hanno familiarità! Mi rivolgo, innanzitutto, a chi ha deciso di non risolvere, ad esempio, il conflitto di interessi che una legge datata 1957 ribadiva con assoluta fermezza! Il fatto è che noi italiani, eredi dei bizantini, quando vogliamo trovare le parole per prendere per il naso qualcuno, appunto, siamo bravissimi: ce lo ha insegnato Man-zoni. Azzeccagarbugli si è prestato al gioco: se c’è qualcuno che è potente, la giustizia in qualche modo «si aggiu-sta», vi invito a notare anche il gioco di parole. Tempo fa conversavo - lo posso dire tranquillamente - con Piercamillo Davigo, un giudice che stimo tantissi-mo e che penso debba essere un’altra stella cometa per tanti. Davigo mi spiegava - così com’è noto a tutti - che in Italia basta poter pagare tanto per avere attualmente la prescrizio-ne, e con la prescrizione la giustizia non c’è. E se non c’è giustizia - e credo che questo sia un vulnus formi-dabile allo spirito con il quale i nostri Padri costituenti hanno elaborato quantomeno i primi 12 articoli della Costituzione - che futuro prospettia-mo ai nostri ragazzi, ai nostri figli? Possiamo fare, infatti, il semipresi-denzialismo o il presidenzialismo, il “Porcellum” o il “Mattarellum”, ma lasciamo loro semplicemente un Paese pieno di debiti, di cui noi siamo causa, non noi MoVimento 5 Stelle, ma noi come generazione, noi come classe dirigente che ha portato questo Paese allo sbando. Siamo stati commissariati: mi sarei aspettato, per esempio, da chiunque, e soprat-tutto da un’autorità di Governo, delle parole ferme ed aspre di condanna

nei confronti del signor Mario Draghi quando il 7 marzo scorso sostenne che in Italia era comunque già stato messo il «pilota automatico». Caspita, ma la sovranità non appar-tiene al popolo? Questo, mi pare, è quello che dice la nostra Costituzione all’art. 1: e invece no, c’è qualcun altro che ci mette il pilota auto-matico. Prima ho sentito parlare di cessioni di sovranità: è vero, abbiamo ceduto sovranità, ma innanzitutto a chi? A poteri transnazionali e alla grande finanza, che non riusciamo ad attaccare, perché a parole siamo tutti pronti a colpire - mediante la fi-scalità - la rendita e la finanza, quan-do eccede. Vorrei poi sapere quando eccede e quando no, perché, a mio avviso, la finanza - come scriveva un certo Aristotele - troppo spesso ecce-de. Nei fatti, però, tutte queste leggi perché non le produciamo? Ho sentito - con stupore, debbo dire - la presidente della mia Commissione, la presidente Finocchiaro, sostenere nella prima seduta che noi si doveva restituire centralità al Parlamento. Ma chi è che gliel’ha tolta la centra-lità al Parlamento? Forse i parlamen-tari stessi, forse la ‘casta’ - è questo il senso della riflessione che voglio fare, in conclusione - che nel corso di decenni ha permesso a questo Paese, che a-vrebbe potuto avere un altro presente e un altro futuro, di rovinar-ci (e lo dico con amarezza). Un certo Luigi Sturzo, già alla fine degli anni ‘40 - tenendo conto delle indicazioni di un sociologo tedesco, Michels - aveva coniato il termine «partitocrazia», che, a dire il vero, era già stato usato qualche anno prima da altri (se non ricordo male da Falcone Lucifero, proprio nell’Assem-blea costituente).Ebbene, non ci siamo resi conto che questo è un sistema partitocratico? Vogliamo parlare un pochino, per esempio, di immunità parlamentare? Penso che tutti quanti noi si debba pensare con fierezza - e lo sottolineo, ma forse non tanti la possiedono - di essere rappresentanti dei cittadini. Anzi, qualcuno - come il senatore della Lega che parlava poc’anzi - ha detto correttamente che siamo dei di-pendenti, e dei dipendenti, per senso di responsabilità, debbono dar conto di quanto fanno, oltre che di quanto dicono. E noi questo non lo consentiamo, perché la trasparenza - e qui divento forse anche un sindacalista di coloro

Nicola MorraSenatoSeduta n°25 del 29 Maggio

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che aprono il Parlamento come scato-lette di tonno - è troppo spesso fuori da queste Aule. In conclusione, cer-chiamo di dare giustizia e diritto alla felicità: nelle prime Costituzioni, che qua qualcuno ha citato, si rivendicava il diritto per qualunque essere umano di perseguire in piena autonomia la propria felicità. Per far questo, la nostra Costituzione prevedeva che fosse compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che fattualmente potevano impedire a tutti di dare il massimo e di diventare quello che potevano essere. Io vengo dalla scuola, come spero tanti altri colleghi, anche di altre formazioni politiche, anche se so che purtroppo negli ultimi dieci anni sono soprattutto avvocati a stare qua dentro: questo è, secondo me, uno dei mali del nostro Paese. Venendo dalla scuola, come dicevo, ho me-moria di tutti i miei ex studenti che, non avendo cognomi importanti, sono stati costretti a fare le valigie. È una responsabilità vostra, ricordate-velo; come scriveva un certo Giorgio Ambrosoli (e non debbo ricordarvi io chi sia stato e da chi sia stato ammaz-zato): abbiate coscienza dei doveri che dobbiamo avere tutti quanti nei confronti di noi stessi. E forse il primo dovere fondamentale è quello di re-stituire una speranza ai giovani.

Il nostro amore per Franca

Oggi ci ha lasciato Franca Rame. Oltre al dolore per la sua scomparsa abbiamo assistito davvero inorriditi al modo in cui il servizio pubblico di questo Paese ha presentato la noti-zia al Tg2 delle 13 con il servizio di Carola Carulli. Citiamo testualmente, «Una don-na bellissima, amata e odiata: chi la definiva attrice di talento e chi invece la vedeva come la passionaria rossa che usava la bellezza fisica per imporre attenzione, finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata». Rimarchiamo di nuovo, «che usava la bellezza fisica per imporre atten-

zione, finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata». Questo messaggio lascia quasi in-tendere che la bellezza fisica abbia potuto in qualche modo giustificare un atto di violenza come lo stupro, senza nemmeno sentirsi in dovere di specificare che, in realtà, è stato l’atto ignobile di cinque estremisti di destra. Cinque fascisti che hanno usato lo stupro come arma politica per punire una donna per il suo attivismo. Ciò accade giusto oggi, quando appena ventiquattr’ore fa questo Parlamento ratificava la Conven-zione di Istanbul contro la violenza sulle donne, con grande susseguirsi di interventi – non solo nostri – che denunciavano la responsabilità anche dell’informazione per il degrado dell’immagine femminile, per il poco

rispetto della sua dignità. È ingiustificabile cadere in errori tan-to grossolani che creano un’informa-zione completamente distorta. Franca Rame è stata una donna straordina-ria, esempio per tante donne e la società tutta, che ha saputo trasfor-mare persino un episodio di violenza così grave in una occasione di crescita individuale e collettiva, sempre. Ha saputo donare parte di sé agli altri nonostante il dolore. A nome di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle, e credo di tantissimi cittadini italiani, dichiariamo il nostro amore per Fran-ca Rame.

Principali attività parlamentari della settimanadal 24 al 30 Maggio

PROPOSTE DI LEGGEIn materia di conflitto di interessi.Per il riconoscimento del diritto di accesso alla Rete Internet.Per l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria.Per il contenimento del consumo del suolo e la tutela del paesaggio.Per istituire una Commissione di Inchiesta sulle consulenze nella P.A.Per ampliare i parametri delle pensioni di reversibilità.

INTERROGAZIONI PARLAMENTARIRiforme costituzionali: Mozione per campagna informativa alla popolazione e referendum propositivo per le riforme costituzionali. Legge elettorale: Risoluzione per soglia minima per il premio di maggio-ranza, stessi sistemi di calcolo del premio di maggioranza per Camera e Senato, ripristino del voto di preferenza nel rispetto della parità di genere e uniformità delle condizioni di accesso alla ripartizione dei seggi tra liste e coalizioni.Convenzione di Istanbul: Testo unificato proposte di legge per ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza alle donne. 3 ordini del giorno, Efficienza energetica: Mozione sulle detrazioni fiscali per interventi di effi-cienza energetica e di ristrutturazione edilizia.

INTERROGAZIONI PARLAMENTARIOGM/Clausola di salvaguardia: si chiede una regolamentazione più restritti-va per le colture OGM, e l’adozione di una Clausola di Salvaguardia.Telecom Italia: si chiede il rinvio dello scorporo della rete Telecom, dell’ag-gregazione con Tre Italia, e della partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti tramite il fondo strategico italiano.Ulivi pugliesi: si chiedono disposizioni di tutela del paesaggio e lo stop all’abbattimento di ulivi centenari nella regione PugliaGasdotto Adriatico: si chiede di rinunciare al passaggio appenninico del gasdotto Brindisi-Minerbio a causa di rischio sismico

INTERPELLANZE INFORMATIVE URGENTI/QUESTION TIMESistema Energetico Nazionale: si chiede un Piano Energetico Nazionale di lungo periodo.

Roberto FicoCameraSeduta n°25del 29 Maggio

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al Blog www.beppegrillo.it

La scatola di tonno è vuotaIl Parlamento ha ancora un senso? Va riformato, abolito? Una cosa è certa, oggi non serve praticamente a nulla. Il Parlamento, luogo centrale della nostra demo-crazia, è stato spossessato dal suo ruolo di voce dei cittadini. Emette sussurri, rantoli, gemiti come un corpo in agonia che sono raccolti da volenterosi giornalisti per il gossip quotidiano. Chi rappresenta ormai questo luogo? Deputati e senatori so-no nominati dai dirigenti della “ditta” del pdmenoelle (così si dice la chiami Gargamella Bersani in privato) e di un condannato in secondo grado per evasione fiscale che altrove sarebbe in fuga in lidi lontani. I parlamentari nominati dai partiti non rappresentano nessun elettore, neppure sé stessi. Sono solo impie-gati con un ottimo stipendio adibiti a pigiare bottoni a comando. Qualcuno, scelto tra i più fedeli, viene utilizzato alla bisogna per raccontare frottole in televisione su canali lottizzati. Il Parlamento è sovrano in materia legislativa secondo l’articolo 76 della Costituzione «L’esercizio della funzio-ne legislativa non può essere dele-gato al Governo se non con determi-nazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti». Fare leggi è il suo compito, ma le leggi, al suo posto, le fa il Governo sotto forma di decreti a pioggia, quasi sempre approvati in aula. Il Governo, in teoria, ha il compito di governare, non di sostitu-irsi al Parlamento. Camera e Senato, sono diventati un luogo di nominati che approvano le leggi del Governo. Una situazione degna di deliri da funghi allucinogeni. Il Parlamento può sfiduciare il Governo in carica, unico titolato a farlo, sempre secondo la Costituzione (art. 94). Ma anche que-sto potere gli è stato sottratto con l’avvento di Monti eletto senza alcun voto di sfiducia a Berlusconi. “Vuolsi così colà dove si puote”. I parlamentari stessi non sono tenuti alla presenza in aula. Alcuni si vedono una o due volte all’anno. A che serve questo Parlamento? A cosa servono le elezioni? Il Parlamen-to è incostituzionale in quanto il Por-

cellum è incostituzionale e ora pre-tende di cambiare la Costituzione su dettatura del pdl e del pdmenoelle? Follia. Il Parlamento potrebbe chiude-re domani, nessuno se ne accorgereb-be. È un simulacro, un monumento ai caduti, la tomba maleodorante della Seconda Repubblica. O lo seppelliamo o lo rifondiamo. La scatola di tonno è vuota. Ripeto: la scatola di tonno è vuota.

ILVA, tutto ha un prezzo anche la vita

Cittadini della provincia di Taranto, cittadini italiani, Presidente, mini-stri, colleghi, molti, forse tutti gli interventi in Aula, adducendo cifre e numeri, vorrebbero convincerci dell’assoluta necessità che lo stabili-mento ILVA continui la propria produ-zione ad ogni costo e qualcuno pensa di quantificarlo, ma ci sono valori che non sono monetizzabili, in primis la vita e la salute. A pochi mesi dall’entrata in vigore del decreto-legge «ammazza-Taran-to», il siderurgico ritorna urgente-mente in Aula. Eppure, a rileggere le pagine dedicate dal DEF del Governo Monti, si è indotti a credere che la vicenda si stava risolvendo per il meglio. Non è così: prendete atto che la vostra politica ancora una volta ha fallito. Il caso ILVA non è un problema di carenze di commesse, di crisi del settore: nel 2011 il Gruppo Riva ha fatturato 10 miliardi. Non è neanche un problema di proprietà, di gestione o di forma di commissariamento. Oggi si parla di ILVA perché la perizia epidemiologi-ca dell’indagine della procura, mai smentita dall’azienda, parla di eventi di malattia e morte: molte centi-naia di ricoveri, soprattutto in età pediatrica, e trenta decessi all’anno direttamente riconducibili all’ILVA.

Si parla di ILVA perché a Taranto i bambini hanno il sangue pesante, con il piombo; si deve parlare di Ilva perché il latte materno a Taranto è contaminato da diossina. Per questo, il gip Todisco a luglio 2012 emanava il decreto di sequestro dell’area a caldo, intimando di bloccare non l’attività lavorativa, bensì le cause di eventi di malattia e morte. «La ricchezza non è una colpa o una vergogna», parole di chi ha propo-sto e approvato il decreto-legge «ammazza-Taranto», insieme a tutti i partiti presenti in Aula. Il Governo e il partito unico, consentendo la prosecuzione dell’attività inquinan-te, hanno assunto la responsabilità di procurare danni alla vita e alla salute delle persone, di cui ignorano soltanto il volto, in violazione della Convenzione europea per la salva-guardia dei diritti dell’uomo. Ma non è l’unica ragione per cui questo caso è europeo. In Europa vige il principio secondo cui chi inquina paga, e forse Taranto non è in Europa. Le prescrizioni contenute nell’AIA ad oggi sono disattese e ancora non sono irrogate le sanzioni previste. Cosa succede ad un esercizio com-merciale che non abbia una licenza? Rispondano agli italiani i signori ministri! Se le prescrizioni non sono rispettate – e non lo sono –, allora questo significa che le cause che portano allo stato di malattia e morte non sono rimosse; in ogni caso, chi crede che l’applicazione dell’AIA risolverà i problemi di salute si illu-de. In un’analisi sul primo rapporto della valutazione del danno sanitario redatto dall’ARPA Puglia, si apprende che i rischi verrebbero dimezzati, non eliminati. Inoltre, il rapporto esamina i rischi tumorali legati alla sola inalazione, non quelli connessi all’ingestione di alimenti, e i rischi per soggetti adulti, non per i bambi-ni. Si dimezzano i condannati a morte dal profitto privato: i morti non sono un vantaggio competitivo. Le istituzioni devono garantire una scelta, devono impegnarsi a fornire un’alternativa, perché dopo averle distrutte tutte volontariamente per decenni con il falso mito del benesse-re portato dai posti di lavoro dell’in-dustria pesante, devono spezzare le catene del ricatto, che chiede se

Diego De LorenzisCameraSeduta n°28 del 4 Giugno

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morire di fame o morire per tumore, o per entrambi. Non è una colpa fare profitto a di-scapito della vita delle persone? Non è una vergogna avere uno stabili-mento incompatibile con la saluta umana, a 500 metri dalle scuole? È possibile uccidere la vocazione di un territorio, il futuro di una città, la speranza di centinaia di migliaia di italiani? Quale società è quella in cui non si possono tumulare i propri morti per la contaminazione del ter-reno? Quale civiltà è quella in cui ai bambini è vietato giocare nel cortile all’aria aperta? Quanti morti si pos-sono ignorare per il profitto di pochi? Si possono uccidere a norma di legge i cittadini inermi? La competitività di un’azienda può essere costruita sulla demolizione dei diritti dei lavoratori? Il caso ILVA è questo e non potrà trovare soluzione senza rispondere a queste domande. Sorvoliamo per que-stioni di tempo sull’operazione am-biente svenduto, sul minacciare crisi occupazionali con cifre che non sono confermate per spaventare l’opinio-ne pubblica e ancora sui lavoratori, dei quali il mondo politico e sinda-cale mai parla, quelli delle attività danneggiate dall’inquinamento, la miticoltura, l’allevamento e l’agricol-tura. Perché non si ricordano mai le alternative possibili, quelle costruite su turismo, arte e storia? La verità è che i cittadini sono stanchi delle vostre decisioni prese a porte chiuse, di una classe politica che, quando anche non collusa, si è sicuramente dimostrata incapace di saper gestire il bene comune e di garantire i diritti fondamentali, non solo a Taranto, che oggi è l’emblema di tutto questo. Nessuno tra le autori-tà si è recato a Taranto, avete indet-to incontri addirittura nei cineporti, ma senza coinvolgere i cittadini. Non crederete ancora che i problemi si possano risolvere calando risposte dall’alto e davanti ad una telecame-ra? Noi vorremmo che qualunque per-corso cominci oggi sia non solo per i cittadini, ma insieme ai cittadini, nel rispetto di tutti i diritti, a cominciare dal diritto al lavoro in un ambiente sano. Ci sono scenari possibili solo quando c’è la volontà di attuarli, non per decreto, ma per il bene di tutti. Nella cosiddetta strategia industriale per la filiera produttiva dell’accia-io che il Governo deve presentare entro trenta giorni, allora si preveda una riqualificazione produttiva delle

aree di crisi industriale complessa, si preveda una riqualificazione del territorio. Si preveda lo spegnimento immediato della parte più inquinan-te, l’area a caldo, esattamente come è avvenuto a Genova, garantendo il diritto di reddito ai lavoratori. Il Governo ha il dovere, soprattutto morale, di valutare altri scenari con i cittadini, perché tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un singolo bambino.

Le mille balle del Tav

Signor Presidente, troppo spesso, durante la discussione in quest’Aula, ho sentito pronunciare la parola «la TAV». Questo mi è sufficiente per capire il grado di preparazione di tanti dotti commentatori. Sì, perché non stiamo parlando della «trena» ad alta velocità. Voglio infatti ricordare ai colleghi che il segmento della linea ferroviaria Torino-Lione è incluso nel-l’asse 6, uno dei trenta assi trans-eu-ropei TEN-T core network approvati nella decisione di europea n. 661/ 2010/UE del Parlamento e del Consi-glio europeo del 7 luglio 2010. Con questa decisione si sottolinea che la linea ferroviaria in questione non è ad alta velocità e neppure ad alta ca-pacità, ed è classificata dall’Unione europea come linea convenzionale. Ricordo, inoltre, che la linea stori-ca Torino-Modane è già un segmento della medesima direttrice, che già stata riammodernata con una spesa pari a circa 400 milioni di euro e che oggi viene utilizzata solo per un nono della sua capacità. Nella mozione dell’onorevole Costa si apprende di un aumento importante dei flussi di merci a livello mondiale. Il dato, fosse anche supportato da una fonte attendibile – cosa che evidentemente non è – sarebbe comunque inutile. Per sostenere una tratta da Torino a Lione occorre, infatti, esaminare i dati storici del traffico su quella direttrice, non su scala globale. Dati alla mano, ci accorgiamo di uno spaventoso calo, ed il primo pensiero

va sicuramente alla crisi economica. Leggiamo, invece, che questa decre-scita del trasporto delle merci avvie-ne con un ritmo pressoché costante dai primi anni del duemila, periodo ben lontano da ogni minima percezio-ne rispetto a quanto oggi accade. Nonostante questo inequivocabile dato di fatto, i proponenti dell’opera continuano a dare dimostrazione di un imbarazzante livello di prepara-zione tecnica e soprattutto di scarso buon senso. «Pensi di scavare l’alveo di un fiume? Prima o poi l’acqua scorrerà», dichiarava un membro dell’Osservatorio tecnico, ospite di un convegno al Politecnico di Tori-no il 4 novembre 2011. LTF, società responsabile del progetto della tratta internazionale dell’opera si esprime invece secondo previsioni del traffico merci che nulla hanno a che vedere con la ragione umana. Considerato, lo ricordiamo, un trend di decresci-ta che dura da più di un decennio, LTF proietta verso l’alto e nel futuro numeri assurdi, è così che afferma che nel 2053 il traffico su ferrovia sa-rebbe pari a più di 15 volte il traffico attuale: una crescita esponenziale troppo lontana dai modelli fisici ed economici che regolano la realtà. L’a-spetto comico di tutta questa faccen-da diventa ridicolo quando si scopre che questa crescita così accentuata è messa in correlazione ad una sup-posta continua crescita del PIL per i prossimi anni. Stiamo dicendo, insom-ma, che, in controtendenza rispetto al pensiero economico internaziona-le ed in barba al puro buonsenso, i proponenti dichiarano che il periodo che verrà non potrà essere altro che prospero e felice. Informiamo allo-ra quelle 365 mila piccole e medie imprese che hanno chiuso nel 2012, quegli imprenditori che ogni giorno non vedono alternativa se non il sui-cidio, tutti quei padri che non sanno più come sfamare i loro figli. Ecco la crescita è già qui! Con queste assurdità a difesa solo di grandi interessi state calpestando la dignità dei cittadini. Avete dalla vostra un sistema dell’informazione che mai racconterà le verità tecniche oggetti-ve celate dietro a questa grande ope-ra inutile che vi ostinate a definire «strategica». Ma avete letto l’analisi costi/benefici? Un’opera comporta un investimento stratosferico che vedrebbe, secondo i proponenti, una redditività minima. Vedremo un pareggio, infatti, solo nel 2072. Una

Ivan Della ValleCameraSeduta n°29del 5 Giungo

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persona qualsiasi, purché raziona-le e non in conflitto di interessi, si interrogherebbe immediatamente ed immediatamente si darebbe una risposta: quantomeno stiamo parlan-do di un’opera che non è prioritaria. Sull’analisi costi/benefici, qualche mese fa presso il Politecnico di Torino la dottoressa Maffii, membro dell’Os-servatorio tecnico è intervenuta con qualche dichiarazione alquanto imba-razzante per i proponenti: «L’analisi costi/benefici soffre di un eccesso di ottimismo» e «si ha una tendenza per le opere di questo tipo a sottostimare i costi e a sovrastimare i benefici». Notizia ancora più sconcertante arri-va quando la dottoressa ci parla del fattore incidentalità: senza il peso di questo fattore, il bilancio costi/bene-fici non sarebbe più, come dichiarato, leggermente positivo ma andrebbe in perdita. Si, abbiamo proprio capito bene: togliendo i benefici della ridu-zione degli incidenti stradali, l’opera, anche secondo i proponenti, è inutile o meglio economicamente dannosa. Nell’analisi costi/benefici i benefici dell’opera vengono calcolati a partire dal 2023 ma il progetto definitivo prevede 12 anni per la costruzione del tunnel di base, che non è ancora partito. Emerge quindi un ennesimo gravissimo errore di valutazione. Sapete poi che questa analisi costi/ benefici non riguarda il tanto concla-mato progetto per fasi, ma l’opera nella sua interezza? Qualche gentile collega potrebbe spiegarmi come si fa a parlare del progetto attuale utilizzando l’analisi costi/benefici di un’altra idea di opera?Ma se allora l’analisi non va bene, un’analisi costi/benefici non esiste! O almeno non per questo progetto! È allora di cosa stiamo parlando?

Un deserto di cemento chiamato EXPO

Signor Presidente, cittadini del Sena-to, buonasera. Ho scritto questo testo dieci giorni fa, quando pensavo che

arrivasse in Aula il disegno di legge, prima di finire in questa vischiosa melassa che è stata l’iter di questo provvedimento, e così ve lo leggo. È la prima volta che intervengo in quest’Aula e mi perdonerete una pic-cola riflessione introduttiva. In questo tempo, oltre a studiare e a lavorare insieme ai cittadini a cinque stelle, ho avuto modo di rendermi conto che quello che pensavo quando ero fuori di qua è in gran parte vero. C’è chi si è lamentato perché l’inden-nità aggiuntiva che percepisce non è sufficiente, c’è chi non ha il corag-gio di cambiare, c’è chi sventola la bandierina per mostrare e dimostra-re la propria appartenenza, c’è chi viene in Aula in veste di membro del Governo e non ascolta gli interventi, c’è chi prevede di fare una seduta notturna in Commissione iniziando alle ore 20 e finendo alle ore 21,30. Prima di entrare in Senato ho svolto la libera professione e per me una seduta notturna finisce non prima delle 2 di notte. Non so come voi siate abituati a lavorare, ma la terribile e fantastica responsabilità che grava sulle nostre spalle ci dovrebbe portare a svisce-rare i problemi fino in fondo, aven-do una visione che sia scevra dalle collocazioni che ognuno di noi ha in questa Assemblea. Una buona idea, un buon emendamento è buono al di là di chi lo propone. Ma non sembra che funzioni così, visto che le modifiche presentate dal nostro Gruppo sono state boc-ciate. Esemplare è stato l’iter nelle Commissioni riunite 8a e 13a, dove l’analisi di tutti gli emendamenti e la successiva votazione si è svolta con una velocità che ricordava il teatro dell’assurdo. Posizioni preconcette che facevano alzare le mani al di là della logica di un emendamento. Avete stimolato in noi un misto di ilarità e rabbia che alla fine è esploso in un richiamo alle responsabilità dei presenti in Commissione all’esercizio del proprio dovere. Se volevate farci percepire come inutili, beh, vi siete sbagliati: siamo e saremo molto più determinati di quello che credete e vi incalzeremo con le nostre proposte, con i nostri emendamenti, con il sapore di un cocktail fatto di rabbia e di umiltà. Un cocktail che vi stordirà! Possono l’onore e la disciplina di cui parla l’articolo 54 della Costituzione essere rappresentati da ciò che è

scritto in testa ad alcuni articoli del provvedimento, cioè: «In deroga al divieto di proroga o rinnovo»? Quale disciplina c’è nel non rispetto delle regole che ci siamo dati? È onorevo-le la disapplicazione del codice dei contratti pubblici relativamente ai lavori per la realizzazione di Expo 2015? In questo bistrattato Paese è diventata regola la deregolamenta-zione. Viviamo continuamente dentro un ossimoro.La parola «deroga» e suoi sinonimi compaiono 6.000 volte negli atti legislativi dello Stato e se aggiungia-mo anche le eccezioni, i «tranne», le esclusioni, all’insieme delle leggi statali, regionali e dei regolamenti attuativi, abbiamo il mostruoso totale di 60.000 deroghe! E questo, egregi cittadini del Senato, vi sembra giusto? Come può un cittadino vivere nel ri-spetto della legge se la legge stessa è indigeribile e impenetrabile? Quanto costa al sistema Paese una matassa così ingarbugliata?All’art. 4, dove si parla della Galleria Pavoncelli, viene compiuta un’altra forzatura, incorporando una ordinan-za della Presidenza del Consiglio dei ministri in una legge. In questo modo si sovverte la ordinaria gerarchia del-le fonti stabilita dalla nostra Costitu-zione e la si sottrae al controllo del TAR e del Consiglio di Stato. Tradotto dal burocratese, ciò significa che il popolo si vede negato il diritto di verifica e controllo su un atto ammi-nistrativo. È proprio sul tema delle deroghe e del rispetto della gerarchia normati-va che abbiamo presentato l’ordine del giorno G105, che chiediamo al Governo di accogliere. In quanto allo specifico delle opere di Expo 2015, di cui all’articolo 5, si vuole qui ribadire la netta contrarietà del Gruppo ad un evento che è stato completamente stravolto nelle sue linee programma-tiche iniziali. Se il titolo dell’evento è «Nutrire il pianeta, energia per la vita» e nasceva con il progetto dell’orto planetario, come è possibile che sia diventato una semplice e grande speculazione edilizia? Cosa succederà sui suoli dell’Expo una volta finito l’evento? Perché collegare all’evento opere come la linea metropolitana M4, che non vedrà mai la luce nel 2015, ma forse soltanto nel 2020? Abbiamo davvero bisogno di tante strade di collegamento nuove, delle opere con-

Andrea CioffiSenatoSeduta n°35del 5 Giugno

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FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 8 GIUGNO 2013

nesse e dei parcheggi remoti quando ci sono già quelli della adiacente Fiera? Se dobbiamo nutrire il pianeta cosa faremo? Mangeremo cemento? «Là dove c’era l’erba ora c’è una città», cantava Celentano nel 1966, e noi siamo ancora qui a glorificare la nuova edilizia. Una vera fiera delle vanità questa Expo, che non porta nulla di nuovo alla trasformazione della società italiana e che appare anacronistica e figlia di una logica produttivista che non rispecchia minimamente la visio-ne pentastellata del futuro. Nel 1889 l’Expo si tenne a Parigi e per l’occasione fu edificata la tor-re Eiffel. Erano gli anni del boom del carbone, gli anni in cui la gran-de macchina industriale muoveva impetuosa i sui passi verso un futuro radioso sostenuto dall’utilizzo delle fonti fossili. L’uomo voleva superare se stesso, ma le comunicazioni tra esseri umani erano ancora carenti e frammentarie. In quel contesto, l’esposizione universale era una straordinaria occasione di incontro e di scambio di conoscenze. Era anche l’anno in cui cadeva il centenario della Rivoluzione francese. Sono passati quasi 130 anni e noi sia-mo ancora fossilizzati a quella storia. Nel frattempo l’informatica, il web, hanno radicalmente trasformato le comunicazioni tra gli uomini e quello che era un evento utile è diventato un contenitore senza più contenuto. Il tema dell’orto planetario aveva dato nuova energia e nuova vita all’evento. L’interscambio di esperienze e di modalità produttive in campo agrico-lo rinvigoriva la speranza di un futuro nuovo con il ritorno all’antico. La biodiversità, le sementi ritrova-te, il fulcro su quel settore primario troppo a lungo dimenticato e tra-scurato aveva ridato vita all’Expo, ma lorsignori hanno giudicato non attrattivo il tema agricolo e molto at-trattivo il post Expo, la valorizzazione in senso speculativo del suolo. E ancora una volta all’agricoltura ab-biamo sostituito la rendita fondiaria per via edificatoria.Che dire poi del continuo tentativo, visti anche gli emendamenti presen-tati a questo decreto, di infilare nel decreto norme, regole, argomenti estranei, al solo fine di fare presto, al solo fine di soddisfare aspetti ed appetiti localistici? Signori, se riuscis-

simo a riportare il focus di chi siede in quest’Assemblea sui reali problemi delle persone, forse si potrebbe esse-re celeri nella valutazione e nell’ap-provazione dei disegni di legge, finalmente riportare a normalità il sistema e fare fino in fondo il nostro dovere di rappresentanti del popolo.

Al M5S la vigilanza RAI

«Spero che in questa legislatura faremo un ottimo lavoro, senza nasconderci, e in tutta trasparenza, spero che il faro della commissione sia cercare di far distaccare la poli-tica dall’informazione e dalla tv di Stato che è di tutti i cittadini. Serve trasparenza e basta con i direttori dei Tg nominati dai partiti».

Principali attività parlamentari della settimanadal 3 al 7 Giugno

PROPOSTE DI LEGGEPer l’istituzione di una Commiss. Parlamentare sul Monte dei Paschi di Siena.Per consenso informato nei trattamenti sanitari, contro l’accanimento terapeutico.Per sostenere la ricerca su farmaci orfani e malattie rare.Per l’istituzione dell’Ufficio del Garante della Salute.Per istituire una Commissione di Inchiesta sulla malasanità.

MOZIONI /RISOLUZIONISicurezza stradale: Mozione per messa in sicurezza di guard-rail e altre infrastrutture stradali, a salvaguardia dei motociclisti. F35: Mozione del gruppo interparlamentare M5S-SEL-PD per cancellare il progetto relativo all’acquisto degli F35.Guerra in Mali: Mozione contro l’intervento militare in Mali e per il ritiro di tutti i militari italiani nelle missioni estere.

INTERROGAZIONI PARLAMENTARI/INTERPELLANZE/QUESTION TIMEDiploma magistrale: si chiede che i titolari di diploma magistrale siano equiparati agli altri nell’abilitazione all’insegnamento.Detrazioni d’imposta: si chiede che il sistema delle detrazioni sia esteso a tutti i settori produttivi dell’ambito sviluppo sostenibile.Viabilità siciliana: si chiede un piano straordinario per l’ammodernamento e il potenziamento della viabilità in Sicilia.Tassi interessi bancari: si chiede una verifica del governo sull’attedinbilità dei tassi medi di interesse comunicati da banche e intermediari.Criminalità organizzata: si chiedono ulteriori indagini su denunce di ostacoli ad indagini antimafia nella catena di comando a Palermo.Ricostruzione L’Aquila: si chiede, nel reclutamento di nuovo personale, di attingere in trasparenza alle graduatorie del Concorsone già svolto.Costa Concordia: si chiede al governo come si intenda procedere per la rimozione del relitto.Manifestazione PDL Brescia: si chiede conto della presenza del Ministro Alfano.

DISCUSSIONI AULADecreto 40 Miliardi debiti PA: presentati 5 ordini del giorno, 4 accolti dal governo e 1 votato all’unanimità dall’aula.ILVA Taranto: si chiede chiusura dell’impianto a caldo, bonifica e reddito di cittadinanza.

Roberto FicoCameraSeduta n°25del 29 Maggio

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dal Blog www.beppegrillo.it

No tengo dineroLe panzanate elettorali di Berlusco-ni sull’IMU, che dovremo comunque pagare, le fandonie del Governo sull’Iva, che crescerà comunque di un punto, e sulla riduzione delle tasse, che aumenteranno a livello locale, dicono una cosa sola: le casse sono vuote. Capitan Findus prende tempo, spera che passi la nottata, ma non c’è nessuna alba ad aspettarlo. I dati economici sulla disoccupazione e sul-le imprese sono terrificanti, ripeterli come una giaculatoria è ormai irritan-te, ha un sapore di cose dette e stra-dette. Provoca frustrazione. Mentre il Paese affonda pdl e pdmenoelle, dopo aver occupato tutte le poltrone, anche quelle dell’opposizione con Sel, Lega e Fratelli d’Italia, immensa presa per i fondelli dell’elettore, si baloccano con il semipresidenzialismo alla tedesca e il doppio avvitamento carpiato con premier alla francese, con riforme costituzionali indifferibi-li, legge elettorale che non può più attendere (e infatti è la stessa dal 2006 con buona pace di Napolitano). Discutono ogni giorno di temi che non sono prioritari. La priorità in questo momento è coniugare il pranzo con la cena, pagare l’affitto, le spese sanitarie. A Bologna molti bambini non hanno da mangiare e aspetta-no la mattina la scuola, la mensa scolastica, per sfamarsi. Questa è l’Italia, non quella dipinta da partiti nelle conferenze, nei seminari, nelle dichiarazioni inconcludenti. Siamo in piena emergenza e ci dicono che “Bisogna dare delle risposte al Paese” senza però fare nulla. Di tagli non se ne parla, dalle province, alle auto blu, a un taglio dei vitalizi, delle dop-pie e triple pensioni, della burocrazia che uccide le imprese. L’unico taglio è sulla povera gente, sui servizi sociali, sugli asili, sui tra-sporti, sulla sanità. Nessuno si pone il problema del debito pubblico, di come fermarlo prima che ci trascini a fondo, nessuno ipotizza la sua ristrut-turazione, che presto o tardi sarà obbligatoria, con il deprezzamento dei titoli pubblici, nessuno impone come centrale nella politica europea gli eurobond per ripartire su base co-mune i problemi economici nazionali,

forse l’unica possibilità di rimanere nell’euro. Si discute di tutto per non parlar di niente. Leggi anti corruzione per recuperare 100/120 miliardi? Leggi per tagliare costi inutili dello Stato, a iniziare dai costi super-flui della politica pari a 16 miliardi all’anno? Leggi per recuperare decine di miliardi restituendo allo Stato la gestione delle concessioni, a iniziare dalle autostrade? Nulla di nulla. Il M5S propone ogni giorno questi temi in Parlamento nel silenzio dei media foraggiati dai partiti. Quante leggi ha approvato il Parla-mento negli ultimi anni? Il MoVimento 5 Stelle non resterà a guardare. Uscirà sempre più dal Palazzo per informare, per ascoltare, per condivi-dere. Cittadini tra i cittadini.

Respinto dal Governo il sostegno a scuola e ricerca

Signor Presidente, sono davvero im-barazzato per quanto sta accadendo oggi in Aula, perché si sta verificando quanto segue: c’è una parte dell’at-tuale maggioranza che non avrebbe nessun problema a votare la nostra mozione, perché individua nella no-stra mozione una volontà per il bene comune, di andare verso il bene co-mune, e c’è un’altra parte di questa maggioranza che lo sta vietando.Noi ci troviamo quindi veramente in difficoltà, perché abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili per andare incontro, per dialogare, per dire che possiamo trovare una soluzione comune, perché vogliamo soltanto il bene della scuola, dell’università, del futuro dell’Italia, e ci ritroviamo a non avere l’appoggio per quanto vi ho detto. (...) Quale Paese può davvero definirsi moderno e civile se non mette al centro dei propri inter-venti la realizzazione e l’attuazione di un progetto di sviluppo costante

del proprio sistema di formazione e istruzione? Quale Paese può definirsi in salute e proiettato verso un futuro prolifico e radioso se non investe sulla formazione delle generazioni presenti e future? (...) L’Italia ha un popolo di grandi tradizioni, noi tutti abbiamo il grande onore di discen-dere da personaggi illustri che hanno scoperto, inventato e contribuito a creare i fondamenti di quelle discipli-ne che ancora oggi vengono studiate in tutto il mondo e contribuiscono allo sviluppo e alla sussistenza del genere umano. Senza paura di cadere in nazionalismo, mi sento di affer-mare con estrema chiarezza che il popolo italiano è un popolo che possiede una capacità di approcciarsi in maniera creativa alla soluzione dei problemi che ben pochi altri popoli possono vantare. Quando, a causa dell’assenza di strutture in grado di sviluppare le potenzialità e a causa di una visione di futuro che defini-re opaca sarebbe quanto meno un eufemismo, i nostri giovani, i nostri cervelli, sono costretti a partire per l’estero, le aziende straniere che li assumono imparano ad apprezzarne ben presto la flessibilità e l’origina-lità e si guardano bene dal lasciarli andare. Secondo una ricerca dello Sponsor Value cultura e spettacolo, realizzata da Stage up e Ipsos, se l’Italia investisse in cultura quanto mediamente fanno Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna, il PIL nazionale indotto raggiungerebbe i 140 miliardi, con un incremento del 253%. Ma noi evidentemente non vogliamo che ciò accada. (...) Non voglio limitarmi alle parole. Parliamo di cifre. Come bene illustrato nella nostra mozione, solo nella preceden-te legislatura la politica dei tagli ha tolto circa 8 miliardi di euro all’istru-zione, all’universitaria e alla ricerca, con una spesa che per questi compar-ti passa negli ultimi cinque anni dal 10,6% al 9,1%, producendo un proces-so di impoverimento culturale e so-ciale che mina la stabilità del vivere civile e solidale, relegando l’Italia negli ultimi posti in Europa in quanto a investimenti in questi settori. (...) Nella nostra mozione chiediamo al Governo di impegnarsi ad adottare le politiche necessarie a garantire un piano pluriennale di finanziamento

Giuseppe BresciaCameraSeduta n°31dell’11 Giugno

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FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 15 GIUGNO 2013

a partire proprio dal reintegro delle risorse sottratte al settore nella scor-sa legislatura. Quindi, siamo esatta-mente in linea con quanto dichiarato dal Ministro Carrozza, ma qui oggi il Governo ci viene a dire che lui non è in linea con quanto dichiarato da se stesso. Noi veramente non riusciamo a capire come dobbiamo agire. (…) Stiamo parlando di edilizia scolastica. Noi aggiungevamo che, oltre ad esse-re sicuri, è necessario ripensare alle strutture scolastiche in chiave futura perché noi dobbiamo rendere le scuo-le dei posti dove la nuova didattica possa essere messa in atto, invece noi ci ritroviamo con 400 scuole che a settembre rischiano di non aprire perché non ci sono i fondi neanche per ristrutturarle. Questa è la condizione dell’Italia. Noi stiamo chiedendo che si torni ad investire nell’istruzione per far sì che questa realtà cambi. (...) Su un punto però fondamentale forse siamo dav-vero distanti. Facciamo l’ipotesi così astrattamente che ci sia un partito al potere, un partito dominante il quale, però, formalmente vuole ri-spettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza, non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’Aula in alloggiamento per i «manipoli», ma vuole «istituire» senza parere una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole, per trasformare le scuole... insomma, volevo leggervi le parole di Piero Ca-lamandrei, non avrò il tempo di farlo. Sessant’anni fa circa lui diceva che un partito come il vostro... indeboli-rebbe la scuola pubblica in favore di quella privata. Voi avete oggi l’opportunità di dimo-strare il contrario, ma a quanto pare non volete farlo.

L’Italia ripudia la guerra,su questo siamo d’accordo?

Non ho preparato un discorso e vado a braccio, provando a parlare con il cuore a tutti noi, e anche a lei, Mini-stro. Forse era Brecht che diceva che è «sventurata la terra che ha bisogno di eroi». Massimo, massimo rispetto per il militare ammazzato. Io non ho figli e non so proprio che cosa significhi per una madre per-dere un figlio e perderlo lontano da casa e nessuno vuole strumentaliz-zare un’ennesima perdita italiana in Afghanistan. Ma la guerra ci fa schifo, Ministro, e siamo in guerra da dodici anni. Tra l’altro è una delle guerre più durature del Novecento ed è una guerra! Il fatto stesso che lei dica che la missione cambierà, che la prossima missione sarà non combat significa che dove siamo adesso è una missione combat. Perché vi smentite da soli? Perché?Noi chiediamo un po’ di onestà intel-lettuale in quest’Aula. Siamo in guerra ed è una guerra che abbiamo perso, lo sapete tutti quan-ti, ne parlavamo prima anche alla buvette. La guerra è persa, perché tutte le guerre quando si iniziano sono perse, perché la guerra fa schi-fo, perché ci piace la pace e perché non crediamo che l’unico mezzo di risoluzione dei conflitti, anche dove ci sono, non terroristi, magari crimi-nali, ma non terroristi, che comunque non ci hanno mai attaccato, Ministro, e questo anche dobbiamo considerar-lo, perché l’articolo 11 della Costi-tuzione parla chiaro: l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Possibile che nel 2013 ancora diciamo frasi che dicevano gli antichi romani, Ministro, ossia che per fare la pace dobbiamo costruire la guerra, che gli F35 ci servono per la pace, quando la gente fuori da quest’Aula muore di fame? Scusate, colleghi, però parlo davvero con il cuore e mi rivolgo a

tutti voi, giovani o non giovani, alla prima legislatura e anche a voi... e anche a lei, Presidente, mi scusi. Noi siamo entrati da poco e, al di là di tante differenze di visione, io credo che ci sia bella gente in quest’Aula, ne sono sicuro. Vogliamo tutti quanti assieme anche cambia-re una visione vecchia, stantia che odora di guerra, che odora di morte. Allora, mettiamoci assieme almeno su questi punti. Il MoVimento 5 Stelle ha presentato immediatamente una mozione di ritiro delle truppe dall’Af-ghanistan: noi non vogliamo che tornino domani così. Abbiamo chie-sto al Governo di riferirci su un’exit strategy vera e propria. Che cosa intendete fare? Ma quello che dicono la NATO e Rasmussen è che abbiamo già dato l’ok per proseguire a stare in Afghanistan. E se i talebani spareran-no che cosa facciamo, non spariamo? Io sono obiettore di coscienza, ho scelto di non prendere mai un’arma da fuoco in mano, perché, anche se mi dovessero attaccare, io non voglio rispondere con un’arma da fuoco, perché credo che la pace sia l’unica, l’unica, l’unica risposta. L’unica!E non abbiamo utilizzato nessun altro modo per risolvere quel problema de-vastante che c’è in Afghanistan. La pace vale anche per i cittadini afgani: 70.000 morti, signor Ministro, e quasi 5 miliardi di euro, non per es-sere venale, per l’amor di Dio, prima vengono le vite dei nostri militari, dei civili afgani e poi i quattrini. Ma 5 miliardi di euro sono più del getti-to IMU sul quale si fanno campagne elettorali! Scusate ancora, colleghi e Presidente, ma ci teniamo, davvero, a provare a portare parole di cambiamento in quest’Aula e invitiamo tutto il popolo italiano e tutta quest’Aula a svegliar-si su queste tematiche, ad alzare la testa, a tirarla fuori dalla sabbia per-ché sappiamo perfettamente che la guerra c’è solo ed esclusivamente per interessi economici che sono sempre gli stessi e che sono sempre poche persone che determinano le scelte di interi popoli! Mi avvio a concludere, citando Thore-au che ha scritto un libro bellissimo sulla disobbedienza civile dove ricor-da che le gambe, signori colleghi, non servono per sedervisi sopra, iniziamo a camminare assieme!

Alessandro Di BattistaCamera - Seduta n°10del 29 Aprile

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MO IMENTOFOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 15 GIUGNO 2013

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Referendum sull’Acqua, l’esito resta disatteso

Signora Presidente, colleghi dipen-denti del popolo italiano, sono passati due anni dal referendum sull’acqua pubblica, quando un’inaspettata, per tantissimi di voi presenti in quest’Au-la (si fa per dire tantissimi: è vergo-gnoso quanto accade ogni giorno a fine lavori), e corposa maggioranza di cittadini, ben 27 milioni, ha boccia-to l’obbligo di privatizzazione degli acquedotti pubblici ed il rendimento minimo garantito del 7% sul capitale investito. La maggioranza assoluta degli italiani si è espressa per una fuoriuscita da queste logiche di mercato e di profitto. Se si dovesse giudicare il comportamento delle forze politiche delle larghe intese e delle amministrazioni locali, dovrem-mo dedurne che il voto di due anni fa sia avvenuto in un altro Paese e non in Italia. Fuori da questo Parlamento, oggi, adesso, in occasione del secon-do anniversario dei referendum, il Fo-rum italiano dei movimenti per l’ac-qua ha indetto una manifestazione in piazza Montecitorio per sollecitare i parlamentari affinché si impegnino in un’iniziativa politica per costruire un intergruppo dei parlamentari per l’acqua bene comune, che si ponga l’obiettivo di intraprendere un per-corso legislativo per giungere ad una gestione pubblica e partecipativa del servizio pubblico idrico integrato. Ricordo che il 12 e il 13 giugno 2011 i referendum sono tornati ad essere lo strumento di democrazia diretta che la Costituzione garantisce; era dal 1995 che referendum abrogativi non raggiungevano il quorum. Ricordo ancora che nel luglio 2011 la Corte costituzionale ha giudicato incostitu-zionale l’articolo 4 della legge n. 138 del 2011, voluta dal Governo Berlu-sconi a soli due mesi dall’esito del referendum, con questa motivazione che leggo: «(la legge) viola il divieto di ripristino della normativa abrogata dalla volontà popolare desumibile

dall’articolo 75 della Costituzione».Dentro il Parlamento, qui al Senato, noi cittadini del Movimento 5 Stel-le siamo quelli che vogliono ancora l’acqua pubblica, quelli che credono ancora che un bene universale fonda-mentale per la vita non debba essere affidato alle logiche del mercato e del profitto. Vogliamo continuare a rappresentare la grande coalizione che ha vinto il referendum per l’ac-qua bene comune nel giugno 2011.Proprio due anni fa - mi perdoni se mi dilungo, Presidente, ma l’argo-mento è importante - 27 milioni di italiani hanno votato, con il 95% di Sì, esprimendo pienamente la vo-lontà di riportare l’acqua tra i beni comu-ni. Questo risultato ha reso nuova-mente possibile in Italia la gestione del servizio idrico tramite enti di diritto pubblico. Un risultato che ha messo in allarme i poteri forti, che non solo non hanno dato seguito agli esiti referendari, ma hanno messo in atto ripetuti tentativi di cancellare quella vittoria. Oggi non possiamo continuare a svuotare di sostanza la nostra democrazia non rispettando gli esiti di una volontà popolare chiaris-sima. È sommo disonore continuare a mostrare le spalle politiche alla volontà popolare e far prevalere la preoccupazione magari di sanare gli abusi, tollerare gli impuniti, essere indulgenti con i soprusi. Come si può leggere nella relazione di accompa-gnamento alla proposta di legge di iniziativa popolare che il Forum ha elaborato, le istituzioni economiche, finanziarie e politiche che per decen-ni hanno creato il degrado delle risor-se naturali e l’impoverimento idrico di migliaia di comunità umane oggi dicono che l’acqua è un bene prezio-so e raro e che solo il suo valore eco-nomico può regolare e legittimare la sua distribuzione. Noi sappiamo che non è così. Sappiamo che dobbiamo dare seguito al mandato ricevuto da 27 milioni di elettori, a due anni dal referendum. Per questo favoriremo la costituzione dell’intergruppo promos-sa dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, e vi aderiamo. L’acqua è di tutti, per una vera de-mocrazia del bene comune.

Le tasse controproducenti di PD e PDL

Signor Presidente, l’aliquota IVA nel corso dei decenni è stata aumentata ben otto volte; proprio di recente è passata dal 20 al 21%, un record forse destinato ad aumentare fra pochi giorni. L’aliquota è aumentata l’ultima volta due anni fa, nel 2011: la misura faceva parte del pacchet-to introdotto al fine di fronteggiare la crescente crisi economica. Mal-grado questo incremento, il gettito tra metà settembre del 2011 ed il dicembre del 2012 si è ridotto di 3,5 miliardi di euro e si è ottenuto l’effetto contrario a quello sperato. Dall’inizio della crisi alla fine del 2012 il PIL nazionale è diminuito di 7 punti percentuali e la spesa delle famiglie di 5. Quanto successo serva da monito. Questa caduta di 5 punti corrisponde, in termini assoluti, ad una diminuzione media della spesa pari a circa 3.700 euro a famiglia. Se non si evita l’aumento previsto, si corre il rischio di penalizzare an-cora la domanda e di peggiorare la situazione economica: quella delle famiglie, quella delle piccole e me-die imprese e quella dei lavoratori autonomi, che vivono quasi esclusiva-mente di consumi interni. La gravità della situazione è stata evidenziata anche dalla Banca d’Ita-lia. Nella relazione annuale, l’isti-tuto di via Nazionale, segnala che in termini pro capite la spesa è tornata ai valori del 1998, quella di quattor-dici anni fa, quattordici anni persi. Se l’aumento previsto diventa effettivo, se si aumenta ancora l’IVA, gli italiani si troveranno a subire l’aliquota IVA ordinaria più elevata tra tutti i prin-cipali Paesi dell’aerea dell’euro. Ri-cordo che tra l’aumento di un punto percentuale dell’IVA, l’aumento della TARES e quello dell’IMU sui capanno-ni, si stima una stangata di 9,4 miliar-di di euro in più nel 2013 rispetto al 2012; una stangata che peserà sulle imprese e soprattutto sulle famiglie.

Gianluca CastaldiSenatoSeduta n°39 del 12 Giugno

Barolomeo PepeSenato Seduta n°42del 13 Giugno

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La domanda che rivolgo quindi al Go-verno è se intenda rispettare quanto promesso dal presidente Letta nel suo discorso di insediamento alle Came-re, cioè non aumentare l’IVA dal 21 al 22%, e anzi, visti gli effetti che il precedente aumento ha comportato, chiedo se non sia il caso di riportare tale imposta al 20%.

IMU, quale futuro?

Signor Ministro, l’IMU, inizialmente introdotta per il biennio 2013-2015, non si sa ancora se diventerà un’im-posta permanente. Ora la parola è passata a lei, al Governo Letta, che ha sospeso la prima rata di giugno sugli immobili adibiti ad abitazione principale, sui terreni, sui fabbricati agricoli, sugli immobili delle coope-rative edilizie e le case popolari IACP. Di fatto questo Governo ha sommi-nistrato un’anestesia temporanea al popolo italiano, perché nel frattempo non è ancora chiaro se si andrà avanti con gli anestetici o ci si pone davvero l’obiettivo di una riforma complessiva della materia. Fino a questo momen-to il Governo si è limitato alla formu-lazione di diverse ipotesi: rimborso dell’IMU, eliminazione, rimodula-zione, una riforma complessiva con l’introduzione di una service tax. Il passaggio al modello della service tax, che includa nel suo perimetro anche la TARES, per il M5S determi-nerebbe il trasferimento di parte del prelievo dai proprietari agli inquilini, con effetti redistributivi indesidera-ti e, per la componente relativa ai rifiuti, sarebbe incompatibile con il principio comunitario del «chi inquina paga».Quello che si chiede al Governo è se non sia il caso di cambiare logica, di capire che oggi la pressione fiscale in Italia è insostenibile, che gli aumen-ti, sia dell’imposizione diretta che indiretta, stanno producendo una distorsione del gettito. Ricordo che l’IMU, per le piccole e medie imprese, ha rappresentato una triplicazione del carico fiscale.

Quello che si chiede è un atto di coraggio, una riforma complessiva del fisco che preveda una riduzione del carico fiscale di 4-5 punti per-centuali, una revisione complessiva della spesa pubblica, un intervento sull’ammontare del debito pubblico, una seria lotta all’evasione fiscale, lasciando stare strumenti di contrasto burocratici quali sono il redditometro e gli studi di settore. Visto che non si riesce a capire in che direzione intenda muoversi il Governo, se vi è una linea condivisa nel determinare le sorti dell’IMU, si chiede se la si vuole abolire, rimodu-lare o riformare.

Principali attività parlamentari della settimanadal 10 al 14 Giugno

PROPOSTE DI LEGGEPer il divieto di cumulo tra pensioni e lavoro in amm. pubblicaPer la stabilizzazione del 5 per mille a finalità scelte dal contribuentePer le pensioni del personale della scuola

MOZIONI/RISOLUZIONIAcqua Pubblica: Mozione per recepire l’esito del referendum e per promuo-vere gli interventi sulle acque potabili e il sistema idrico italiano.Occupazione giovanile: Mozione intergruppi per chiedere misure di rilancio per il lavoro dei giovani

INTERROGAZIONI PARLAMENTARI/INTERPELLANZE/QUESTION TIMEIndesit: si chiede la tutela dei lavoratori a rischio licenziamento e che le più importanti realtà industriali restino sul territorio italiano.ENI: si chiede che lo Stato, come azionista di maggioranza ENI, intervenga a proposito dei casi di corruzione per le trivellazioni in Nigeria.Terreni demaniali: si chiede di non vendere i terreni di proprietà pubblica e di incentivare invece l’attività dei giovani agricoltori.Olio di oliva: si chiede l’applicazione della legge europea per tutelare il sistema oleario e combattere le frodi nel settore.Poste SpA: si chiede al CDA una revisione del Piano Industriale con alternati-ve per l’occupazione e un fondo di solidarietà per gli esodatiTrattamento rifiuti: si chiede di adempiere alla direttiva europea che preve-de il trattamento dei rifiuti anziché il conferimento in discarica.Marines a Sigonella: si chiede se il governo sia informato sullo spostamento di 500 marines USA dalla Spagna alla base di Sigonella.Edilizia scolastica: si chiede un intervento del governo sui tagli ai bilanci delle Province, che impediscono la ristrutturazione delle scuole e mettono a rischio la riapertura a settembre.Crisi gruppo Merloni: si chiede se il governo sia al corrente, e se i Ministri intendono attuare misure per l’occupazione e la produzione.

DISCUSSIONI AULAConvenzione San Marino frodi fiscali: 1 ODG/respinto dal governoSostegno a scuola, Università e cultura: 1 mozione/respinta dal governoObiezione di coscienza in ambito sanitario: 1 mozione/approvata dal go-verno.

Questo foglio di informazione è realizzato con i resoconti stenofgrafici dei siti ufficiali:

www.camera.itwww.senato.it

Altri indirizzi utili:Montecitorio 5 Stelle

Senato 5 Stelle

M5S News

LaCosa

Informazioni dal Parlamento 5 Stelle

TG in Movimento

Barbara LezziSenatoSeduta n°42del 13 Giungo

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dal Blog www.beppegrillo.it

Inciucio alla ragusana? #IoVotoFedericoA Ragusa, per il ballottaggio, dentro la coalizione del candidato del centro sx Giovanni Cosentini è finito di tut-to: democristiani doc, ex sostenitori di Berlusconi, seguaci di Totò Cuffaro, ex comunisti di provincia e luogote-nenti affezionati di Rosario Crocetta. Tutti insieme, appassionatamente alleati dopo aver cambiato più volte casacca, per vincere facile e scaccia-re definitivamente l’incubo 5 Stelle dalla Sicilia. Ragusa è la città, unica in Sicilia, dove siamo riusciti ad arri-vare al secondo turno. Il nostro candidato è Federico Piccit-to, ingegnere. Il candidato del Pd-Udc-Megafono Cosentini ha un pas-sato da vice sindaco Udc nella giunta di centro dx che ha amministrato Ragusa fino all’estate scorsa. Il primo cittadino era Nello Dipasquale, per molto tempo leader e fondatore di Forza Italia, oggi deputato regionale e luogotenente di Crocetta a Ragusa. Il primo accordo per il ballottaggio Cosentini l’ha stretto con uno degli avversari già sconfitti al primo turno: Ciccio Barone, appoggiato da 2 liste civiche e proveniente dal PID, partiti-no fondato da Totò Cuffaro. Il Pdl ha subito annunciato di voler appoggiare Cosentini creando una coalizione sterminata che va da Berlusconi, passa dal Pd e giunge a Crocetta. Larghe, larghissime intese, come a Roma insomma. La città mormora, si lamenta dell’In-ciucio alla ragusana, non digerisce, non l’ha presa bene. Beppe verrà domani a Ragusa per sostenerci. E voi ce la date una mano? Abbiamo lancia-to una Campagna Donazioni: sostieni-ci! E lunedì sera, forse, Todo Cambia e cambierà anche Ragusa!

E intanto l’Italia muore!

Signora Presidente, Ministri, deputati, Svetonio diceva che il buon pastore deve tosare le proprie pecore, non scorticarle. Anche gli usurai, forti delle loro tragiche esperienze, sanno che lo «strozzato» va incalzato, spolpato, depauperato giorno per giorno con meticolosa precisione, ma senza mai costringerlo a morire. Voi classe dirigente, politici, tecnici, con i vostri servi e i vostri complici, voi che da vent’anni occupate le istitu-zioni, sempre gli stessi, inamovibili e graniticamente presenti, non solo non prendete esempio da Svetonio, ma neppure riuscite ad emulare gli stroz-zini. Voi responsabili del debito pub-blico, artefici della più spaventosa rapina del secolo, voi che vi riempite la bocca di frasi roboanti e le tasche del denaro appartenente al popolo. Voi classe dirigente e casta oppres-siva, che giurate di osservare la Costi-tuzione e di difendere gli interessi del popolo italiano, ignorate Svetonio e andate anche oltre gli usurai. Per la vostra incapacità, la vostra determi-nazione in difesa dei vostri privilegi e del vostro incontrollato potere, costringete le vostre vittime a soc-combere. Il debito pubblico, che voi avete creato, aumentato, ingigantito e gestito, l’avete portato secondo gli ultimissimi dati della Banca d’Italia a 2.041 miliardi di euro, 2.041 miliardi di euro! Signora Presidente della Ca-mera, sono tanti e sfido l’illuminato capogruppo de Il Popolo della Liber-tà-Berlusconi Presidente, dall’alto delle sue competenze universalmente riconosciute, a riportare la cifra da euro in lire e trascrivere il risultato su una paginetta a quadretti, possi-bilmente senza ricorrere all’aiuto dei suoi validissimi consulenti. Le entrate tributarie, sempre secondo i dati della Banca d’Italia, nel I trimestre 2013 sono pesantemente aumentati

di un ulteriore 1,7%, ma questo dato è accompagnato da una riduzione del PIL del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2012 e dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. Ciò vale a dire una pressione fiscale che aumen-ta esponenzialmente, attestandosi secondo stima del Tesoro intorno al 44,4%. In questo quadro, con la disoccupazione al 12% e al sud al 17%, l’Italia muore. Le pecore, le vostre pecore, non possono più vivere, smettono di produrre lana e latte e, non volendo darvi la soddisfazione di continuare a trattarle come animali, senza presente e privati del futuro, la fanno finita, si suicidano e muoiono in numero sempre maggiore. Secondo la COMITAS, associazione di microim-prese, nei primi tre mesi di quest’an-no trentadue persone si sono tolte la vita, trentadue nostri concit-tadini si sono ammazzati. Erano disoccupati, piccoli imprenditori, giovani e anziani perseguitati dal fisco e oppressi dall’insopportabile situazione econo-mica. Di fronte a ciò, voi che siete da sempre i responsabili, gli autori, gli approfittatori di questo sfracello nazionale, continuate nella pantomi-ma del: tutto andrà bene, signora la marchesa, nella vostra splendida e magnificente rappresentazione della commedia degli equivoci, nel vostro gioco delle parti. Siete gli stessi, tutti insieme, che 3 anni or sono avete inventato l’IMU, che due anni or sono ne avete anticipato l’applicazione e che quest’anno ne avete differito la riscossione, mentendo spudorata-mente sulla vostra volontà di abolirla. Siete gli stessi, tutti insieme, che anni addietro avete aumentato l’IVA, che l’anno scorso ne avete deciso un altro aumento e che quest’anno proponete il differimento mentendo ancora una volta tutti insieme spu-doratamente. Siete sempre gli stessi, professori, tecnici, politici e saggi di fresca nomina, che con le vostre decisioni larghissimamente intese e unanimemente approvate, avete distrutto lo stato sociale, mortificato la salute pubblica, aggredito la scuola statale, strozzato gli enti locali ed i cittadini mono-protetti e per questo più deboli. Siete sempre voi, tutti insieme, che state aspettando l’esito delle sentenze che riguardano il vostro cavaliere, presun-to evasore

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Carla RuoccoCameraSeduta n°34del 17 Giungo

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fiscale, rispettato e garantito, e che nell’attesa promette facilitazioni per chi assume, ben sapendo che non si assume quando non c’è lavoro, incen-tivi per chi investe, sapendo che non si investe quando non c’è mercato e promettendo semplificazioni tempo-rali sugli adempimenti fiscali e ammi-nistrativi ben sapendo che se un’im-presa non può onorare il fisco, non lo potrà onorare né a gennaio e né a luglio. Ed oggi chiamate a convertire il vostro raffazzonato, inconcludente e demagogico decreto-legge, ci tro-viamo solo un paio di aspetti positivi in questo decreto-legge delle pubbli-

che illusioni e degli unanimi inganni: quello che riguarda il doveroso rifi-nanziamento della cassa integrazione e quello che interviene sui precari della pubblica amministrazione, ma anche queste sono norme raffazzona-te e senza alcuna ambizione siste-mica, inserite accanto alla dilatoria sospensione del pagamento dell’IMU, rinviato di 3 mesi e al conclamato e sbandierato taglio degli stipendi dei Ministri già parlamentari, compreso Letta «il giovane». Voi, signori demagoghi, vi riducete lo stipendio di 3.000 euro al mese, mantenendovi quello intoccabile

di 18.000 euro. Noi, incompetenti, inadeguati, rissosi ed inesperti, lo abbiamo decurtato del 50% e abbia-mo rinunciato a 42 milioni di euro di finanziamento pubblico ai partiti, in linea con quanto già espresso dalla volontà popolare, ma voi siete bravi, belli, telegenici ed amici del presun-to evasore, nonché i nipoti dell’amico più amico di tutti. Noi, invece, siamo terreno da pa-scolo, da circuire, da blandire e da convincere. Ma noi siamo anche le pecore, quelle pecore risvegliate da un «grillo», rispettose delle istitu-zioni, dei ruoli e delle prerogative, e vogliamo rappresentare tutte le pe-core di questo Paese, quelle vessate, derubate, quelle dominate e anche quelle che avete «suicidato». Per questo, pur avendo presentato tutta una serie di proposte di buonsenso, in Commissione esse sono state tutte respinte. Abbiamo appoggiato un emendamento per abolire totalmente l’IMU, ma è stato bocciato. Mi rivolgo a voi, che sban-dierate l’abbattimen-to fiscale nei talk show di regime: abbiamo proposto di estendere la so-spensione del pagamento della prima rata dell’IMU anche agli immobili del gruppo catastale D, che include quelli ad uso produttivo, ma voi lo avete impedito. Abbiamo proposto, almeno, di bloc-care la rivalutazione catastale degli stessi immobili ad uso produttivo, ma voi vi siete dichiarati contrari. Voi, responsabili del disastro, voi del PdL e del PD che fingete pure di esse-re i tutori e i difensori dei piccoli im-prenditori, siete contrari e contrariati dalle nostre proposte, salvo, a tratti, copiarle, come quella sull’impignora-bilità della prima casa, che ricalca un nostro progetto di legge, prima da voi ignorato, poi ripescato per meri scopi elettorali. Ci auguriamo che possiate finalmente e adeguatamente copiare anche gli altri 19 punti del nostro programma. La speranza è l’ultima a morire! Abbiamo proposto, a gran voce, il taglio immediato degli stipendi dei parlamentari, ma voi, sordi. Abbiamo proposto l’immediata abolizione dei truffaldini rimborsi elettorali, ma voi, muti. Abbiamo chiesto di rivedere gli apparati degli enti inutili, veri e propri bacini di voti, dei quali non si conosce neanche il reale numero. Per quanto riguarda le spese militari, solo per citare il Forza NEC, il colos-sale piano di digitalizzazione dell’e-

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sercito, si prevedono 22 miliardi di preventivo: roba da fare impallidire quanto preventivato per l’acquisto degli F35, ma voi, ciechi. Abbiamo chiesto maggiore trasparenza sui redditi e sui patrimoni dei politici, ma voi, nulla. Abbiamo proposto che questi evidenti risparmi confluisse-ro in un fondo per il sostegno alle microimprese. Vi abbiamo chiesto di parlare de-gli sprechi, quelli veri, di discutere le assunzioni temporanee di vostri amici consulenti e di quelle per chiamata diretta dei vostri obbe-dienti dirigenti, ma voi, impassibili. Vi abbiamo sottolineato che uno dei grandi problemi del nostro Paese è la corruzione, quella delle società in house, che servono solo a foraggiare e mantenere i vostri clientes, quella delle società pubbliche o parapubbli-che conniventi con la vostra politica, quella dei consigli di amministrazio-ne, rifugio di amici e del «giaguaro», mai sbiancato, di amici, parenti ed affini, ancorché trombati. Il problema è la corruzione, che si annida tanto nella politica quanto nell’ammini-strazione, e che soffoca, con il suo tanfo, non solo l’economia, ma anche la speranza di una società che possa almeno confidare su una minima base di etica pubblica. Vi abbiamo indicato che il problema è anche il vostro immobilismo, la vostra inamovibilità, non solo eletti-va, ma anche burocratica. Il politico fa politica in eterno: se del caso, nomina il figlio, il nipote, l’amante, il faccendiere, meglio se pregiudica-to, e, con il politico, il burocrate, il dirigente, l’alto dirigente non cambia mai. Secondo lo schema del giochetto delle sedie musicali, gli si offrono altre sedie, altre musiche, altri inca-richi, altre prebende, e loro cantano, ballano e si divertono, anche quando la musica finisce. Questo produce casta, consente il radicamento della casta, la vostra casta, immobile ed inamovibile, che determina l’esatto opposto della tanto strombazzata meritocrazia e ri-produce se stessa, con tutti i privilegi e gli onori possibili e immaginabili. Ora basta! Mi appello al Presidente del Consiglio, ai Ministri, ai deputati della maggio-ranza: i 18 mesi che vi siete presi per cucinarvi le riforme tanto attese usateli per fare qualcosa di buono. E se vi sarà qualcosa di buono per il po-polo italiano, per la gente umile, per

quella massa di benemerite formichi-ne che lavorano giorno dopo giorno con serietà, scrupolo e dedizione e che rischiano anche la vita lavoran-do, avrete – lo ribadiamo – tutto il nostro appoggio. Ma se continuate nel solito esercizio di aumentare i vostri privilegi, i vostri onori e i vostri smisurati poteri, sappiate che non vi seguiremo. Continueremo a voler rappresentare le pecore citate da Svetonio, aiutan-dole, soccorrendole ed impedendo loro di lasciarvi campo libero, suici-dandosi. Attenzione, signor Letta, il giovane, rammenti la vicenda di quell’altro giovane: lui, zio di suo nipote, e non nipote di suo zio, lui, Plinio, nobi-lissimo cultore di altissime cariche pubbliche, credeva di poter osservare da una postazione sicura, protetto da una nave e da un equipaggio di fedelissimi, l’evolversi della tragica eruzione del Vesuvio. Ma si sbagliava, signor Letta, si sbagliava anche lui!

L’IMU la paghi anche se la casa non ce l’hai più

Dicevo che abbiamo assistito al blocco un po’ di tutti i rinvii, pesando ancora di più sulle categorie – come hanno detto i miei colleghi – produt-tive, la spina dorsale della nostra Nazione. Con questo emendamento si vuole sospendere invece la prima rata del l’IMU per tutti coloro che, bef-fati dalla sorte, non debbano subire anche l’umiliazione da parte dello Stato. Mi riferisco a coloro che si sono visti strappare le proprie abitazioni dalla forza della natura (in particolar modo da terremoti ed eventi idro-ge-ologici in genere) e che adesso, alla luce delle disposizioni vigenti, sono anche costretti a pagare l’IMU – seb-bene in misura ridotta – su un’abita-zione resa inagibile. Mi riferisco alle popolazioni dell’Emilia, a quelle de L’Aquila, a quelle delle Cinque terre, di Barcellona Pozzo di Gotto, di

Gianpilieri, di Mormanno e in genere del Pollino e di Maierato, solo per ci-tarne alcune. Queste persone vivono ancora in tende o roulotte: come pos-siamo permettere che queste persone paghino l’IMU, con quale coraggio, con quale faccia?L’emendamento contempla anche la creazione di un credito di impo-sta, qualora queste persone, per un altissimo senso del dovere e rispetto nei confronti dello Stato abbiano già pagato – come è giusto che sia – la prima rata. Abbiamo contemplato, appunto, la creazione di un credito di imposta e abbiamo anche, ovviamen-te, trovato le coperture del caso, per chi volesse guardarle.Deputate, deputati, e mi riferisco a tutti, ma in particolar modo ai miei colleghi calabresi: dimostriamo a queste persone la vicinanza dello Stato ai nostri concittadini più sfor-tunati; votiamo tutti compatti questo emendamento e diamo prova del fatto che vogliamo che nessuno venga lasciato solo.

Giorgetti, il biscazzieredello Stato

Signora Presidente, distinti colleghi, il 22 maggio (...) posi alla vostra attenzione il conflitto di interessi tra politica e industria del gioco d’az-zardo e il trasparire di una precisa volontà politica di assegnare nuova-mente la delega al sottosegretario del PdL Alberto Giorgetti. Così dissi e così è avvenuto: non solo ha avuto la delega al gioco d’azzardo, ma anche un più ampio potere sulle questioni di competenza dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli, da cui l’erario emunge annualmente decine di miliardi di euro. Una delega ambi-ta, pregiata, dunque. Ma quali sono i suoi meriti? Essere gradito all’industria del settore? (...) Giorgetti gestì la delega per i giochi durante l’ultimo Governo Berlusconi e fu particolarmente apprezzato dalle industrie del gioco per la sua capacità

Sebastiano BarbantiCameraSeduta n°35del 18 Giungo

Giovanni EndrizziSenatoSeduta n°43del 18 Giugno

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di aiutare nell’introduzione di tanti nuovi giochi d’azzardo: la videolotte-ry, il win for life, i concorsi aggiuntivi del superenalotto, il bingo a distanza, il poker on line in solitario e molti altri. Il volume di giocate ebbe una impennata, con un incremento del 30% in un solo anno, dal 2010 al 2011. Ricordo che a livello epidemiologico la diffusione, la disponibilità e la facile accessibilità ai punti di gioco sono fattori che aumentano la dipen-denza patologica. Secondo stime restrittive, i giocatori patologici sono 700 mila almeno e vivono in fami-glie dove tutti soffro-no, anche i bambini. Da uno studio del Dipartimento politiche antidroga, poi, emerge che quasi l’8% dei ragaz-zi quindicenni gioca verosimilmente in modo problematico. Ciò dimostra come siano illusori i controlli attuali e quale epidemia ci dobbiamo prepa-rare ad affrontare. Di questo busi-ness allo Stato arrivano 8-10 miliardi l’anno, ma il gioco d’azzardo sottrae risorse ai consumi di generi alimen-

tari e di beni primari: l’economia langue e le imprese muoiono. Anche l’erario perde, con il manca-to introito di 3,8 miliardi di IVA sui consumi. Uno studio dell’università di Neuchâtel stima in oltre 6 miliardi i danni sociali e sanitari causati dal gioco d’azzardo. Perché dunque perseguire questa assurda espansione? Fondazioni e associazioni no profit hanno implora-to di invertire la rotta e che la delega non andasse a chi aveva spinto alla diffusione di questi cosiddetti giochi, invece proprio Giorgetti è stato scel-to dal Governo Letta. Per quale motivo, nonostante le auto-revoli proteste? Come si intende sgomberare il campo dai dubbi di conflitto di interesse che hanno investito diversi esponenti del Governo? Sono domande alle quali i Ministri dovranno ora rispondere: un’interro-gazione verrà presentata a breve.

Le tattiche parlamentari?

Signor Presidente, gentili colleghi, volevo spiegare per bene come erano andate le cose, perché non ho sentito frasi reali e corrette. Allora, noi abbiamo portato delle ri-chieste stamattina in Conferenza dei presidenti di gruppo. È da vent’anni, o forse più, che c’è un utilizzo massiccio dei decreti-legge omnibus (...) che racchiudono migliaia di argomentazioni completa-mente differenti dal testo originario, tra l’altro, aggiunte dal Senato, senza tempi di riflessione e con il «condi-zionamento» da parte della Camera.

Alessio Mattia VillarosaCameraSeduta n° 37 del 20 giugno

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Le tattiche parlamentari non le cono-sciamo bene noi, le conoscono bene altri qua dentro. Potete dire tutto quello che volete, ma i terremotati dell’Emilia sanno benissimo quanto noi siamo attenti a questo tema. Noi abbiamo fatto una donazione importantissima. Noi abbiamo donato oltre 400 mila euro ai terremotati dell’Emilia! (...) Quindi, di cosa stiamo parlando? Chi volete prendere in giro? Non si prendono in giro le persone. Noi stamattina, in Conferenza dei presidenti di gruppo, eravamo rimasti d’accordo che saremmo andati in Commissione e poi al Comitato dei nove a parlare di abrogazioni condi-vise. Non abbiamo chiesto niente all’inter-no del Comitato dei nove. Ci sono state presentate 3 proposte di soppressione, non richieste da noi: presentate, non richieste da noi. Noi abbiamo presentato altre 2 ri-chieste di soppressione. Nessun passo indietro da parte del Comitato dei nove, nessun passo in-dietro! Da 2 siamo scesi a una: nessun passo indietro. Da una siamo scesi a mezza: nessun passo indietro. Le tattiche parlamentari qua dentro noi non le conosciamo, voi le cono-scete benissimo e non prendiamo in giro gli italiani «Vivi e reiterati!»

Tutti contro il MoVimento

Signor Presidente, Governo, cari col-leghi, pensavamo di fare un discorso sulla fiducia, invece abbiamo visto che il titolo del discorso è: «tutti contro il MoVimento 5 Stelle». Ci tro-viamo qui di nuovo di fronte all’enne-sima fiducia da dare ad un Governo, questa volta al decreto-legge n°43 del 2013, il decreto delle emergenze ambientali. Questo voto, però, non evoca la fidu-cia ma, piuttosto, la parola ricatto. Che figura ci fa un Governo con una maggioranza così ampia a porre la questione di fiducia? E che sia chiaro a tutti: il M5S, ovvero l’unica vera op-posizione, non ha chiesto la fiducia. Ecco l’ennesimo ricatto di un Governo degli inciuci nei confronti di un Par-lamento di nominati, tra le cui pareti rimbombano, giorno dopo giorno, pa-role vuote, una retorica assordante, un affannarsi cui non corrispondono mai spazi di manovra, di discussione e di decisioni reali e concrete. Presidente, colleghi, mi sembra di sentire rimbombare, qui dentro, le

dita che pigiano i bottoni e mi sembra persino di sentire rimbombare, tra queste mura, il fruscio di carte che passano senza fermarsi; ma, sono rumori nel vuoto. Cari colleghi, la scatola è vuota! Noi pigiamo i bottoni e passiamo carte come notai impotenti, che vidimano e avallano ciò che si decide altrove. Lo chiamano decreto emer-genze ambientali. Ma cosa c’entra-no le camere di commercio con le emergenze ambientali? E il TAV? E la governance dell’Expo, per cui si auto-rizzano opere con cemento derivato dalla combustione di rifiuti edulcora-ti, che generano ancora più diossina? Questo decreto vuole risolvere delle emergenze ambientali, ma in realtà le aggrava e ne crea di nuove. Ci avete dato degli irresponsabili, ma noi ci sentiamo talmente responsabili delle sorti di quest’Aula, di questo Parlamento e di questa democrazia, da essere stati gli unici a farsi carico di costruire un argine per difendere le prerogative e la sovranità di questa Assemblea. Secondo voi, il nostro è un Parlamento libero? Una demo-crazia compiuta? Piero Calamandrei diceva che la libertà è condizione ineliminabile per la legalità. Dove non vi è libertà non può es-servi legalità. Ecco, la legalità è un chiodo fisso del MoVimento 5 Stelle, da sempre. Su questo decreto, tra l’altro, pesa una pregiudiziale di inco-stituzionalità. È un parere che oserei definire inquietante quello rilasciato

Riccardo NutiCameraSeduta n°38 del 21 Giugno

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dal Comitato per la legislazione. Noi volevamo che fosse un decreto che portasse i territori interessati fuori dall’emergenza, ma l’emergenza a questo Governo conviene per poter continuare a far ciò che è stato fatto negli ultimi 20 anni. Questo Gover-no infatti ha una potenza mediatica ta-le da far diventare l’ultima balla una verità assoluta, ovvero che il MoVimento 5 Stelle bloccando questo decreto, abbia impedito di destina-re i fondi alle zone terremotate per l’Emilia e per l’Abruzzo. È talmente falsa questa affermazio-ne da poter essere riassunta in una sola parola: schifo! Invece, andrebbe detto, a onor del vero, che in Confe-renza dei presidenti di gruppo, con la presenza del Ministro Franceschini e di tutta la maggioranza, vi siete impegnati prima a ripristinare il decreto nella sua forma originale e subito dopo ad eliminare tutto quello che con le emergenze ambientali non c’entrava nulla. Sapete quanto vale una persona che si rimangia la parola data? Nulla. E questo i cittadini lo sanno. Allora, preferiamo rivolgerci direttamente agli abruzzesi e agli emiliani e non a questo Governo, che non ha credibi-lità. Cittadini, questo Governo non vi guarderà mai negli occhi e vi spiego il perché. Avrebbe avuto la possibi-lità di porre fine al vostro stato di emergenza, ma non l’ha fatto, per un mero calcolo politico: non votare uno dei nostri emendamenti al decreto, uno dei nostri cento emendamenti al decreto. Questo decreto è un imbro-glio ed una prassi consolidata quella di trasformare, con la scusa dell’e-mergenza, un decreto in un elenco di

regalie, di appalti e di affari che nul-la hanno a che fare con i bisogni dei cittadini. Tornando a voi, signori del Governo, voi siete dalla stessa parte di chi rideva al telefono la notte al sisma all’Aquila. Voi siete quelli che proprio l’altro giorno avete boc-ciato un nostro emendamento che prevede-va l’esenzione dell’IMU per gli immo-bili inagibili per le calamità. (...) Potreste fare degli stanziamenti vera-mente sostanziosi alle zone colpi-te dai sismi. Ve lo abbiamo chiesto, e non lo avete fatto. Voi siete quelli degli slogan che coprono inganni e truffe e non abbiamo dimenticato la truffa del disegno di legge sul finan-ziamento ai partiti. L’avete venduta bene, con la complicità dei mass media. (...) Noi del M5S abbiamo deciso di donare 400 mila euro all’Emilia, frutto delle libere sottoscrizioni dei cittadini per la nostra campagna elettorale, voi

invece per il 31 luglio intascherete 91 milioni di euro. Bravi, complimenti! Per quanto tempo davvero crede-te di continuare così? Voi sareste i responsabili e noi quelli che teniamo congelati i nostri voti? Qualcuno qui dentro e fuori da qui ancora ci chiede perché non abbiamo fatto il Governo con il PD? C’è ancora bisogno di spiegarlo? Per far passare queste porcate siete capaci di spingere fino a modificare le regole del Parlamento, quando voi stessi non siete stati in grado di rispettarle. (...) Signore, voi ancora non l’avete capito, ma è fi-ni-ta! (...) Sappiate che non saremo noi a presentarvi il conto, ma i cittadini italiani. Avrete la fiducia, sì, ma solo la vostra. Pur di non accordarvi col M5S state passando sui cadaveri de L’Aquila e dell’Emilia; tutto al solo scopo di continuare a distribuire soldi ai vostri amici. (...)

I portavoce M5S scendono in piazza assieme ai cittadini per protestare contro le spese sostenute dallo Stato per gli aerei F35 — presso Piazza di Montecitorio, Rome.