quando attraverso il telefono corre il filo della speranza

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quando attraverso il telefono corre il filo della speranza risvegliare l’anima! ———————————————————————— IN quEsto NumEro Il motivo del nostro impegno ————————————————————————————————————————————————————————— Nelle molte le difficoltà è forte la fiducia e tenace la speranza. Risvegliare l’anima non è solo una affermazione ma- gica, esoterica o filosofica ma l’espressione di un momento di trasformazione e di rinnova- mento che ogni organizza- zione seria, dinamica, al passo coi tempi, deve necessaria- mente compiere; quello che nell’epoca medioevale si chia- mava ‘opera alchemica’. In realtà, una testata come la nostra, che tocca un tema angoscioso e presente come quello della depressione, offre una opportunità di crescita in- teriore a tutti noi. Per com- prendere a pieno il valore e la necessità di questa rivista oc- corre soffermarsi sul fatto che per risvegliare l’anima bisogna guardare al futuro con ottimi- smo, con fiducia, con la cer- tezza e la convinzione che quello cerchiamo di raggiun- gere con queste pagine è un obiettivo da portare avanti co- munque, nonostante i nume- rosi ostacoli. Siamo nati come rivista alla fine del 2011, inutile dirlo in un periodo di diffusa crisi eco- nomica, crisi di ideologie, crisi che investe anche i progetti no- profit. In un mondo dove tutto deve essere gratificato con il denaro; quello che si fa senza questo scopo viene percepito come anomalo. Noi Samaritans siamo una onlus di volontariato, esi- stiamo esclusivamente grazie alle offerte di persone anonime e non, e di alcune istituzioni come ad esempio la Chiesa scozzese e l'Anglo American fund. Cogliamo l’occasione per ri- volgere un appello al Comune di Roma, alla Provincia, alla Regione, al Ministero della Cooperazione, al Ministero della Salute e a quello delle Po- litiche Sociali, per sostenere questa nostra iniziativa. Ci rivolgiamo anche ai co- muni cittadini, alla gente di buona volontà perché sap- piamo che in materia di soli- darietà e generosità l’Italia non è seconda a nessuno. Gra- zie per l'aiuto che sentirete di offrire. Per la seconda volta, esce il nostro giornale, dopo il primo numero di novembre 2011. All’inizio, il nostro obiettivo era quello di una uscita mensile, per divulgare la grave proble- matica del disagio psico- logico (depressione, ansia e rischio di suicidio), e far conoscere anche il nostro specifico impegno di te- lefono di ascolto verso questa difficile e attuale situazione. Purtroppo, in questo momento le nostre ri- sorse economiche non ce lo permettono, ma spe- riamo che con l’aiuto di sponsor e pubblicità que- sto obiettivo possa con- cretizzarsi. Fare un giornale, anche se di minori dimensioni, non è un compito facile: viviamo in una Società attraversata da una crisi continua, che si riper- cuote anche nelle più semplici relazioni e com- portamenti. Ma noi tutti della reda- zione ci auguriamo che, data l’importanza del tema affrontato, potremo trovare i canali giusti al- l’interno delle organizza- zioni governative così come attraverso benefat- tori e sostenitori che ci aiutino a portare avanti l’idea di una voce che- vuole stare accanto a chi soffre “ il male di vivere”. Questa attività la ve- diamo anche come un complemento al nostro volontariato di ascolto te- lefonico che offriamo quotidianamente; serve per non rimanere isolati in un contesto sociale dove il confronto e la di- namica dialettica sono elementi indispensabili. Confidiamo di trovare una grande solidarietà da quella parte di mondo at- tento e sensibile verso questo aspetto. Il motivo del nostro impegno Un grazie affettuoso Dalle pagine del Diario Conoscere Samaritans E. Roesler Franz L’incanto lungo le rive del fiume Il Gioco dellaSabbia Percorso di guarigione Luci sul cammino dell’umanità L’intervista a Corrado Pensa Curiosando tra le targhe alluvionali Ode alla Vita di Martha Medeiros Com’è difficile vivere l’adolescenza Spunti dal seminario del Santo Spirito Bimestrale d’informazione a distribuzione gratuita Anno I - Numero 2 Aprile/Maggio 2012 Nel 30° anno di attività Un grazie affettuoso Ringraziamo e salu- tiamo con affetto Caro- line e Fiona, tornate in Inghilterra. Per anni si sono occupate, con de- dizione e discrezione, della Samaritans ita- liana e sono state la struttura portante della nostra associazione. Mancheranno a tutti noi volontari, che da loro hanno appreso la delicata arte dell’ascolto senza invadenza, e a tanti nostri chiamanti che da loro si sono sen- titi accettati e accolti. www.samaritansonlus.org www.samaritansonlus.org

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Page 1: quando attraverso il telefono corre il filo della speranza

quando attraverso il telefono corre il filo della speranza

risvegliare l’anima! ————————————————————————

IN questoNumero

Il motivo del nostro impegno—————————————————————————————————————————————————————————

Nelle molte le difficoltà è forte la fiducia e tenace la speranza.Risvegliare l’anima non è

solo una affermazione ma-gica, esoterica o filosofica mal’espressione di un momento ditrasformazione e di rinnova-mento che ogni organizza-zione seria, dinamica, al passocoi tempi, deve necessaria-mente compiere; quello chenell’epoca medioevale si chia-mava ‘opera alchemica’.

In realtà, una testata comela nostra, che tocca un temaangoscioso e presente comequello della depressione, offreuna opportunità di crescita in-teriore a tutti noi. Per com-prendere a pieno il valore e lanecessità di questa rivista oc-corre soffermarsi sul fatto cheper risvegliare l’anima bisognaguardare al futuro con ottimi-smo, con fiducia, con la cer-tezza e la convinzione chequello cerchiamo di raggiun-gere con queste pagine è unobiettivo da portare avanti co-munque, nonostante i nume-rosi ostacoli.

Siamo nati come rivista allafine del 2011, inutile dirlo inun periodo di diffusa crisi eco-nomica, crisi di ideologie, crisiche investe anche i progetti no-profit. In un mondo dove tuttodeve essere gratificato con ildenaro; quello che si fa senzaquesto scopo viene percepitocome anomalo.

Noi Samaritans siamo unaonlus di volontariato, esi-stiamo esclusivamente graziealle offerte di persone anonimee non, e di alcune istituzionicome ad esempio la Chiesascozzese e l'Anglo Americanfund.

Cogliamo l’occasione per ri-volgere un appello al Comunedi Roma, alla Provincia, allaRegione, al Ministero dellaCooperazione, al Ministerodella Salute e a quello delle Po-litiche Sociali, per sostenerequesta nostra iniziativa.

Ci rivolgiamo anche ai co-muni cittadini, alla gente dibuona volontà perché sap-piamo che in materia di soli-darietà e generosità l’Italianon è seconda a nessuno. Gra-zie per l'aiuto che sentirete dioffrire.

Per la seconda volta,esce il nostro giornale,dopo il primo numero dinovembre 2011.

All’inizio, il nostroobiettivo era quello diuna uscita mensile, perdivulgare la grave proble-matica del disagio psico-logico (depressione, ansiae rischio di suicidio), e farconoscere anche il nostrospecifico impegno di te-lefono di ascolto versoquesta difficile e attualesituazione.

Purtroppo, in questomomento le nostre ri-sorse economiche non celo permettono, ma spe-riamo che con l’aiuto disponsor e pubblicità que-sto obiettivo possa con-cretizzarsi.

Fare un giornale, anchese di minori dimensioni,non è un compito facile:viviamo in una Societàattraversata da una crisicontinua, che si riper-

cuote anche nelle piùsemplici relazioni e com-portamenti.

Ma noi tutti della reda-zione ci auguriamo che,data l’importanza deltema affrontato, potremotrovare i canali giusti al-l’interno delle organizza-zioni governative cosìcome attraverso benefat-tori e sostenitori che ciaiutino a portare avantil’idea di una voce che-vuole stare accanto a chisoffre “ il male di vivere”.

Questa attività la ve-diamo anche come un

complemento al nostrovolontariato di ascolto te-lefonico che offriamoquotidianamente; serveper non rimanere isolatiin un contesto socialedove il confronto e la di-namica dialettica sonoelementi indispensabili.

Confidiamo di trovareuna grande solidarietà daquella parte di mondo at-tento e sensibile versoquesto aspetto.

Il motivo del nostroimpegnoUn grazie affettuosoDalle paginedel DiarioConoscereSamaritans

E. Roesler FranzL’incanto lungole rive del fiume

Il GiocodellaSabbiaPercorso di guarigione

Luci sul camminodell’umanitàL’intervistaa Corrado Pensa

Curiosando tra letarghe alluvionaliOde alla Vitadi Martha Medeiros

Com’è difficilevivere l’adolescenzaSpunti dal seminariodel Santo Spirito

Bimestraled’informazionea distribuzione gratuita

Anno I - Numero 2Aprile/Maggio 2012

Nel 30° anno di attività

Un grazie affettuosoRingraziamo e salu-

tiamo con affetto Caro-line e Fiona, tornate inInghilterra. Per anni sisono occupate, con de-dizione e discrezione,della Samaritans ita-liana e sono state lastruttura portante dellanostra associazione.Mancheranno a tuttinoi volontari, che daloro hanno appreso ladelicata arte dell’ascoltosenza invadenza, e atanti nostri chiamantiche da loro si sono sen-titi accettati e accolti.

www.samaritansonlus.org www.samaritansonlus.org

Page 2: quando attraverso il telefono corre il filo della speranza

Puoi effettuare una donazione per so-stenere i Samaritans in uno dei seguentimodi:

Bollettino PostaleConto Corrente Postale n. 30920383.

Intestato a: Samaritans Onlus. Causale:“Un aiuto per i Samaritans”

Bonifico BancarioBanco Posta. Conto Corrente n.:

30920383. Intestato a: Samaritans OnlusC/o: Poste Italiane, Piazza S. Silvestro –00186 Roma Iban: 0IT54 N076 01032000 0003 0920 383 Causale: “un aiutoper i Samaritans”

Dona il tuo 5 per mille IRPEFDonare il 5 per mille ai Samaritans è

semplicissimo: basta firmare nel riqua-dro di pertinenza delle onlus, intitolato“Sostegno al volontariato, delle organiz-zazioni non lucrative di utilità sociale,delle associazioni di promozione so-ciale, delle associazioni e fondazioni”, sulmodello della propria dichiarazione deiredditi (730, Unico, Cud), e specificareil codice fiscale dei Samaritans Onlus(06447590586) nell’apposito spaziosotto la firma.

L’Associazione Samaritans Onlus nonha fini di lucro: tutti i Fondi verranno uti-lizzati per le attività dell’associazione. CiImpegniamo a mantenere la massima

trasparenza verso i nostri donatori e co-gliamo qui l’occasione per ringraziarli peril sostegno e la sensibilità che vorrannodimostrare.

Samaritans onlus è un’Associazionedi volontariato nata in Inghilterra nel1953 che opera a Roma dal 1980.

Ci occupiamo, attraverso l’ascolto, didare supporto a quanto vivono unforte disagio emotivo, offrendo soste-gno a chi si trova nella solitudine, di-sperazione e sull’orlo del suicidio. lepersone che ci contattano sanno chepotranno affrontare i loro problemi inmodo anonimo, sensa giudizio e pre-giudizio, qualunque sia il credo ol’orientamento politico.

In modo semplice, tramite l’ascolto,cerchiamo di incoraggiare chi chiamaa cercare le proprie soluzioni e a gua-dagnare un po’ di serenità sapendo chedall’altra parte del telefono c’è qual-cuno che ascolta.

L’associazione vive dell’impegno deivolontari (attualmente una trentina),delle donazioni , della raccolta del 5per mille, ma purtroppo non basta.Circa l’80% del nostro budget è desti-nato al pagamento dell’affitto e delleutenze della nostra sede.

Vi esortiamo quindi ad unirVi a noia sostegno di questa associazione, conil contributo che riterrete più oppor-tuno e con la consapevolezza che si ri-ceve più di quanto si da. Potreteconoscerci meglio telefonando sl nostronumero verde 80086022 o visitando ilnostro sito: www.samaritansonlus.orgdove troverete una sezione riservataagli sponsor. Saremo lieti di inserire ilVostro nominativo o il Vostro logo frai nostri sostenitori.

un contributo per samaritans può essere un prezioso aiutoUna piccola donazione porta passi al cammino

Raccolta di fondi

Conoscere Samaritans———————————————————————————————————————————————————————————————————————————

I volontari dell’Ascolto: una scommessa contro il disagio emotivo

quando la sofferenza è senza ascolto...———————————————————————————————————————————————————

Dalle pagine del diario

2 VIVERE SamaRItanS

1 Febbraio 2012Lo psicologo mi ha consigliato di tenere un diario,

ma che ci devo scrivere? e lui: Quello che fai duranteil giorno, i tuoi pensieri visto che non hai nessunocon cui parlare. Già, ma il diario quando mi ri-sponde? e poi che scrivo se non faccio mai niente, imiei giorni sono tutti uguali, un po’ di ore vuote tral’alba e il tramonto...

4 Febbraio 2012Ieri sono stata dal dottore mi ha detto che scrivo

troppo poco e non uso questo strumento nel modogiusto, che non voglio guarire. Ma lui che ne sa diquanto è faticoso mettersi li a scrivere i propri pen-sieri, sarebbe più facile se potessi parlane con qual-cuno, ma ho fatto scappare via tutti per questa cosadella depressione. Che ci posso fare sono depressada sempre o almeno così mi sembra, anche se primaavevo una vita normale, ma non so esattamente aquanto tempo fa corrisponda questo prima. Ognitanto ne sento la nostalgia e chiamo mio marito omeglio il mio ex marito, così per abitudine volevodirgli come mi sentivo, e invece ha risposto unadonna al telefono. Così mi sono ricordata all’im-provviso che si è risposato e ha pure un figlio, e nondoveva essere neanche la prima volta che chiamavoperché mi è parso di sentire che l’altra mormora ilmio nome prima che riattaccassi.... o almeno cosìmi sembra, è difficile distinguere la realtà dall’irre-altà quando non vivi più nel mondo...

4 Febbraio 2012...ho preso un sonnifero e ho dormito quasi tutto il

giorno, non posso continuare così credevo fosse gio-vedì invece è sabato...sono sempre confusa e non rie-sco a mettere ordine nei miei pensieri. Sono tregiorni che non parlo con nessuno! Se mi togliessi lavita proprio in questo istante, nessuno se ne accor-gerebbe per giorni e giorni, quindi a che pro conti-nuare a vivere se nessuno sentirà la mia mancanzaquando non ci sarò più...

Se anche tu, come la protagonista di questo dia-rio, vivi una situazione di disagio e vorresti po-terne parlare con qualcuno non esitare acontattarci... siamo qui per te!

Page 3: quando attraverso il telefono corre il filo della speranza

Sede Legale: Via di San Giovanni in Laterano, 250 - 00184 RomaHanno collaborato ai testi: Antonella, Donatella, Giampiero, Heather, Rina,Tomas.

about Samaritans ————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————

VIVERE SamaRItanS 3

Impariamo ad ascoltare——————————————————————————————————————

un corso sull’arte di accogliereVuoi « imparare ad ascoltare » ? Diventa volon-

tario. Vuoi riempire la tua vita di significato fa-cendo qualcosa per il tuo prossimo? Ti sentispinto ad offrire il tuo aiuto a persone con diffi-colta esistenziali? Sei alla ricerca di un’ attivita so-lidale con esiti arricchenti anche per una tuacrescita personale? Sei pronto a valorizzare la tuacapacita di ascolto?

TELEFONACI AL NUMERO VERDE

Dopo un primo contatto telefonico, seguito daalcuni incontri e colloqui con lo staff organizzativodei Samaritans, ti verra chiesto di frequentare uncorso preparatorio. L'obiettivo del corso e quellodi avviarti al delicato compito dell'ascolto attivo.Il corso di formazioneI Samaritans organizzano corsi di formazione

mediamente una o due volte l'anno. Ogni forma-zione e strutturata in due percorsi:

• Un primo percorso conoscitivo incentratosull’ascolto attivo, con esercitazioni, simulazionie riflessioni di gruppo, della durata di alcune ses-sioni a cadenza settimanale;

• Un successivo percorso di preparazione pratica,con esperienza diretta di ascolto dalla nostra po-stazione telefonica e con il supporto di un nostrovolontario-tutor appositamente formato allo scopo.L’impegno del volontarioA ciascun volontario che abbia sostenuto il

corso di formazione, dimostrando l'attitudine edi requisiti necessari per poter far parte del nostrogruppo, i Samaritans chiedono un impegno di treore una volta alla settimana.

Everybody has experienceddifficult moments in their livesand each person finds his orher way of getting throughthem. Or do they? When some-thing negative happens, we arenot always able to cope; some-times we do not know who toturn to. Samaritans’ toll freenumber 800 86 00 22 is ahelpline, not only for the Italiancommunity but also for theinternational community inRome and Italy. e volunteerstry to be available to answerphone calls from 13.00 to22.00, 365 days a year.

800 86 00 22 puts you intouch with volunteers who arethere to actively listen toanyone who is in any kind ofdistress. Sometimes people seeonly one way out: SUICIDE.For the Samaritans, suicide re-mains an extremely importantissue. Frequently there is anunderreporting of suicide duealso to a misclassification ofdeaths. In Italy there are 3.500- 4.000 suicides every year.

e Samaritans’ Mission is toalleviate emotional distress andreduce the incidence of suicidefeelings and suicidal behaviour.e Samaritans’ Values arelistening, confidentiality, beingnon-judgemental, giving peopletime, undivided attention andempathy. All these values meeta fundamental emotional needof every human being andreduce distress and despair.Samaritans is not a religiousorganisation. Volunteers donot impose their religious or

political beliefs on callers.Spreading the word… How

many times have we heard thewords “if only I could talk tosomebody…” or “if only I hadknown about Samaritans…”.Recently we have stepped upour efforts to get the word outand to tell people that we arehere to listen. anks to thehard work of our volunteersand generosity of variousassociations, we are able to tellmore and more people that ifthey ring 800 86 00 22 they willfind somebody there to listen.We were recently invited to theAmerican Women’s Associationof Rome - AWAR (www.awar.org)February Fact Forum GuestLecture held at the AmericanUniversity of Rome. espeaker was Brooke Galloway,Development and PolicyDirector of Americans Over-seas Domestic Violence CrisisCenter (www.866uswomen.org),founded in September 1999, asan on-line resource by PaulaLucas, who fled to the UnitedStates and lived in a shelterwith her three sons aerescaping 14 years of domesticviolence and child abuse.Domestic Violence is anotherissue which the Samaritanstake seriously and we wereglad to give our support to thisAmerican association and alsoto have the opportunity tospeak about our mission andoutreach during the GuestLecture. We would like to thankAWAR for the invitation.

We would also like to thank

the Anglo-American Fund, St.Andrew’s Church and BritishExpats in Rome for theirgenerosity and support. A bigthank you goes to Gaby Ford’sEnglish eatre in Rome(www.rometheatre.com).Finally, thank you also to thosepeople make a contributionbut prefer to remainanonymous.

Your support can make ahuge impact in helping us tohelp others …

1. We are looking for a newlocation: if you know of a placethat could be suitable pleasedial 800 86 00 22;

2. We need more donors - ifyou would like to support ourassociation, you can finddetails on our website:www.samaritansonlus.org ordial 800 86 00 22 to get moreinformation. By the way, whenyou file your Italian tax return,remember that you can giveyour 5/1000 (cinque per mille)to Samaritans! SamaritansOnlus Italia C.F. 06447590586;

3. We need publicity – canwe put a link on your website?Would you like to put somepublicity in our magazine?How can you help us to bemore visible? Let us hear yourideas by dialling 800 86 00 22;

4.We need volunteers – ifyou would like to volunteerwith the Samaritans, on thehelpline, doing administration,fundraising please dial

800 86 00 22.

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La targa più anticaIl più antico esemplare

esistente è datato 6 novem-bre 1277; si trova all'estre-mità dell'Arco dei Banchi,uno stretto passaggio sullariva del fiume di fronte aCastel Sant'Angelo, che col-lega via del Banco di SantoSpirito alla vicina corsoVittorio Emanuele. Unavolta si trovava presso l'an-tica chiesa dei Santi Celso eGiuliano, sul lato oppostodella medesima stradina,finché l'edificio non fu rico-struito attorno al 1730.

4 DEntRo aL DISaGIo

Si è svolto presso l’OspedaleSanto Spirito di Roma neigiorni 14 ottobre, 4 e 18 no-vembre, 2 dicembre 2011 uninteressante Seminario daltema: “Psicopatologia del-l’adolescenza: teorie più re-centi, complessità e gravitàdegli interventi nella praticaclinica”.

Per gli obiettivi della nostrarivista di volontariato Samari-tans, ho pensato utile riferirein particolare il contenutodella prima giornata dell’in-contro, aperta dal responsa-bile dell’Unità Operativa ildott. Emilio Buonaccorsi,dove gli intervenuti hannotrasmesso la loro personaleesperienza clinica, sottoline-ando le enormi difficoltà cheessi affrontano ogni giorno, acausa di una situazione sta-gnante e frammentaria versola tutela dell’adolescenza, daparte della Regione.

Essi hanno posto in luce lanecessità di costruire nel ter-ritorio una forte rete di servizidi prima accoglienza, diascolto, di recupero, e nei casipiù gravi anche di degenza,per una effettiva risposta alcrescente malessere giovanile,al disadattamento e agliaspetti di disagio (acuto omeno evidente) che rappre-sentano le condizioni basilaridi una psicopatologia in fasedi formazione.

Per tutti i relatori, di grandeimportanza è la “preven-zione”, anche attraverso unaadeguata formazione sia dellafamiglia sia degli insegnanti edi altre figure con le qualil’adolescente si relaziona,quali ad esempio il bidello, ilbibliotecario, l’autista del pul-mino, l’allenatore sportivo, ilsacerdote dell’oratorio, eanche lo stesso medico di fa-miglia. Serve infatti una co-

noscenza e una sensibile os-servazione dei primi segnaliindicatori di problemi giova-nili che possono con il tempo,se trascurati o ignorati, diven-tare sempre più gravi.

Nella Regione Lazio nonesistono ancora linee guidachiare, e gran parte del lavorosi sostiene con la buona vo-lontà dei singoli, nell’Ambula-torio, nel Centro Diurno,nella Residenza sanitaria pro-tetta, e nella Unità Operativadello Sportello Scuola- Salutein cui viene data prevalenzaalle diverse forme di psicote-rapia, rispetto all’uso deglipsicofarmaci, perché nell’ado-lescenza il Sistema Nervoso èancora in formazione e pre-senta un equilibrio precario.

Il suicidio è l’aspetto piùdrammatico, e per il dott.Paolo Girardi dell’Ospedale

Sant’Andrea di Roma è unatto trasversale, legato più allavita in sé che non alla catego-ria diagnostica: urge perciòun cammino verso spiega-zioni anche sociali.

Mentre la Salute Mentale difronte all’anziano fa “conteni-mento”, e nell’adulto la situa-zione è piuttosto stabile,nell’adolescenza o nell’infan-zia il follow-up (ossia i risul-tati di una cura) cambia,essendo l’intervento effettiva-mente incisivo, in questo pe-riodo della vita.

Al Sant’Andrea da circa unanno si è realizzato ungruppo di help-line di pre-venzione del suicidio(06.33775674) grazie all’im-pegno del dott. MaurizioPompili, del dott. GianlucaSerafini e di 50 volontari (fracui alcuni genitori di ragazzideceduti); è un servizio col-legato con l’Università diHarward (che rappresentanel mondo la massima auto-

rità sul suicidio).Il dott. Pompili ha inizial-

mente preso contatto anche lanostra Organizzazione Sama-ritans, per acquisire ulterioriindicazioni e suggerimenticirca le forme migliori diascolto in questo specificoambito, così grave ed esteso,perché il suicidio è la secondacausa di morte negli adole-scenti.

Le ricerche riferiscono unadifferenza sostanziale delladepressione fra adolescenti eadulti: i primi parlano di “di-sperazione” più che di depres-sione, non trasmettono il lorodisagio, possono far uso di so-stanze, non continuano lascuola (bullismo e suicidiosono molto legati); gli adole-scenti con idee suicidarie a 30anni presentano deficit invarie aree di sviluppo.

A volte, si parla di ‘pressionenegli studi’ o ‘perdita di unapersona cara’, ma questi sono,secondo il dott. Pompili, solodegli elementi, e non la direttacausa del suicidio.

Occorre una attenta vigi-lanza, essere sensibili ai se-gnali di allarme, ad esempioquando l’adolescente si senteaffaticato, senza appetito, epuò soffrire di disturbi psico-somatici.

Fattori di rischio sono: inte-razionali, familiari, cambio diabitazione, stili di comunica-zione inefficienti, scarse figuredi riferimento, alte aspettativedei genitori, stress, impulsi-vità, diminuita coesione fami-liare e conseguente aumentodei tassi di depressione, abusisessuali infantili. Negli USA, isuicidi soprattutto fra i ma-schi sono diventati stratosfe-rici; l’ambiente contatantissimo e non per ultimisono come fattori di rischioanche i disturni del sonno.

L’ unità operativa Complessa - tutela Adolescenti - della AsL di romapropone alcune riflessioni sulle difficoltà psicologiche incontrate dai ragazzi

Com’è difficilevivere l’adolescenza

—————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————

spunti dal seminario tenutosi presso l’ospedale santo spirito

ettore roesler Franz racconta l’incanto lungo le rive del fiume———————————————————————————————————————————————————————————————————————————————

Prezioso testimone, con i suoi acquerelli, mostra la poesia e le difficoltà d’un tempo. Ettore Roesler Franz nasce

a Roma l’11 maggio 1845. Dal 1875 si dedica mag-

giormente alla pittura efonda con Nazareno Ci-priani la Società degli Ac-querellisti di Roma, di cuifu più volte presidente.

Nel 1878 a Parigi pre-senta due opere all’Esposi-zione Universale.

Dal 1878 al 1881 compiediversi viaggi in Scozia,Lombardia, Venezia e In-ghilterra, dove ha modo diapprofondire il suo inte-resse per gli acquerelli cheproprio in Gran Bretagnatrovano poi i suoi più assi-dui acquirenti, soprattuttoper quanto riguarda leopere della campagna ro-mana.

Nel 1882 è presente con12 acquerelli alla SettimaEsposizione della Societàdegli Acquerellisti di Roma;nel 1883 al Palazzo delleEsposizioni con la primaserie di acquerelli intitolataLa memoria di un’ era chepassa dedicata a Roma.

Espone a Londra, Ber-lino, Dresda e Vienna,dove per i suoi acquerelliromani viene premiato conuna medaglia d’oro. Nel1902 partecipa all’Esposi-zione Italiana di San Pie-troburgo.

Muore a Roma, all’età di62 anni, il 26 marzo 1907 .

Page 5: quando attraverso il telefono corre il filo della speranza

Quanta poesia quando lecase erano costruite diret-tamente sulle rive, a ri-dosso dell'acqua, anche sela città era soggetta a inon-dazioni, alcune delle qualiparticolarmente severe.

In occasione di tali cala-mità ai maggiori edifici cit-tadini venivano applicatedelle targhe, a futura me-moria dell'evento, special-mente quando il livello

raggiunto dalle acque eraelevato.

Le fonti letterarie ci rac-contano di inondazioni sindal V secolo a.C. Tuttavianel corso dell'età classica,ed anche per tutto il me-dioevo, la città veniva alla-gata in media due volteogni 100 anni.

Poi, a partire dal tardomedioevo, alcune trasfor-mazioni urbanistiche au-

mentarono la frequenzadelle inondazioni.

Facendo ricorso a docu-menti, incisioni, ed altrefonti storiche, si è potutostabilire che un totale di122 targhe furono affisseed è abbastanza sorpren-dente il fatto che solopoche di esse siano andateperdute, o non si trovinopiù nella posizione origi-nale. La gran parte di que-ste targhe risale ad epochecomprese tra i secoli XVI eXVIII.

Nella parte storica dellacittà capita spesso di im-battersi in queste targhe,alluvionali, in particolaresul muro esterno di CastelSant'Angelo, al porto flu-viale di Ripa Grande enella facciata della chiesadi Santa Maria Sopra Mi-nerva, presso il Pantheon,in uno dei punti più bassidi Roma, dove l'acqua rag-giungeva altezze conside-revoli.

Attualmente un'inonda-zione avrebbe luogo solonel caso in cui l'acqua rag-giungesse i 15 metri. Maprima della costruzione

dei muraglioni bastavano12 metri perché il fiumecominciasse ad allagare lacittà, iniziando, di solito,dal Ghetto ebraico.

L’acqua seguiva l'orogra-fia urbana, scivolandoverso i rioni altimetrica-mente più bassi. Poteva ri-salire la Cloaca Maximafuoriuscendo a piazza dellaRotonda presso il Pan-theon, uno dei punti piùbassi di Roma, spanden-dosi poi alle strade circo-stanti. A volte ampie zonedella città finivano sott'ac-

qua, in particolare l'areapianeggiante del CampoMarzio e le valli compresetra i molti rilievi cittadini.Vi erano luoghi, come ilGhetto ebraico, dove l’ac-qua poteva raggiungere ilterzo piano delle case.

aLtERnatIVa CIttà: Roma Da SCoPRIRE 5

Due passi nella storia, quando il Tevere, privo dei muraglioni di fine Ottocento, allagava la città.

Curiosando tra le targhe alluvionali

tintoretto alle Scuderie del Quirinaledal 25 febbraio - 10 giugno 2012

La mostra si pre-figge di illustrarecompiutamentela sua opera pre-sentando i treprincipali generidella pittura delgrande maestroveneto: il temareligioso, il temamitologico e il ri-

tratto, inoltre, opere di artisti che intorno a Tintoretto si muo-vevano: da Tiziano a Bonifacio Veronese, a Giovanni Demio, aSustris, il Parmigianino, El Greco, lo Schiavone e Paolo Veronese.

ettore roesler Franz racconta l’incanto lungo le rive del fiume———————————————————————————————————————————————————————————————————————————————

Prezioso testimone, con i suoi acquerelli, mostra la poesia e le difficoltà d’un tempo. Il Porto di Ripetta verso Ponente

Ai Prati di Castello - San Carlo al fondo

La via Fiumara, nel Ghetto, inindata

Targa posta sul lato occidentaledi Santo Spirito in Sassia.«...FIN QUI CREBBE IL TEVERENELLA STESSA NOTTE DELLANASCITA DEL SIGNORE »

Affissa in via dell'Arancio, ri-corda l'alluvione del 2 febbraio1805. Significativo il disegno.

Questa targa è datata 8 ottobre1530, affissa presso la chiesa diSanta Maria sopra Minerva:«FIN QUI CREBBE IL TEVERE EGIÀ DEL TUTTO SOMMERSASAREBBE STATA ROMA SE LAVERGINE NON AVESSE QUI RE-CATO LA SUA CELERE OPERA »

Page 6: quando attraverso il telefono corre il filo della speranza

Com’ è affrontata e os-servata la realtà della sof-ferenza nelle tradizionispirituali buddhiste?

La riflessione sulla soffe-renza è al cuore dell’inse-gnamento del Buddha, cheviene definito, infatti, “lequattro verità circa dukka”.

La parola dukka indicasofferenza in un sensomolto vasto, che va dallapiccola insoddisfazionefino all’angoscia e al do-lore.

È importante poi com-prendere che la dichiara-zione dell’esistenza di

dukka è solo la prima ve-rità. La seconda veritàcirca dukka è che essanasce da cause e tali causesono i tre inquinanti, ossial’attaccamento, l’avversionee l’ignoranza. La terza ve-rità è che, liberandosi dagliinquinanti, si perviene al-l’estinzione del fuoco dellasofferenza. La quarta veritàè che esiste un camminoper liberarsi dagli inqui-nanti, cammino nel qualelo sviluppo della consape-volezza è determinante.

Potresti parlarci di Sati- la consapevolezza -?

È molto di più di quello

Cos’è l’«A.Me.Co.»L’Associazione per la Meditazione di ConsapevolezzaA.Me.Co. è stata fondata a Roma nel dicembre 1987 dal pro-fessor Corrado Pensa, dalla dottoressa Neva Papachristou eda altri sei soci, tutti praticanti nel Dharma.E’ un’associazione religiosa di fede buddhista di tradizioneeravada costituita per testimoniare, coltivare e diffondere,con attenta adesione alle Scritture buddhiste, e, al tempostesso, in spirito interreligioso, il nucleo fondamentale del-l’insegnamento del Buddha.

6 LUCI SUL CammIno DELL’UmanItà

Continua il nostro viaggio alla scopertadi figure di riferimento.Grazie al loro contributo

l’umanità può ritrovare i passi del proprio andare

ode alla vita di martha medeiros

Lentamente muore—————————————————————————————————————

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambiala marcia, chi non rischia e non cambia colore dei vestiti,chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisceil nero su bianco e i puntini sulle "i", piuttosto che uninsieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gliocchi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelleche fanno battere il cuore davanti all’errore e aisentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi èinfelice sul lavoro, chi non rischia la certezza perl'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permettealmeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non legge, chi non viaggia, chinon ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi nonsi lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi dellapropria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto primadi iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che nonconosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosache conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre cheessere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore delsemplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimentodi una splendida felicità...

Questo testo tratto da una poesia scritta nel 2000dalla giornalista brasiliana Martha Medeiros

dal titolo “A morte devagar” (una morte lenta),è stato per lungo tempo, soprattutto nel tam tam di internet,

attribuito erroneamente a Pablo Neruda.

Offriamo questa opportunità di riflessionea coloro che già conoscono il testo

e a coloro che lo leggono per la prima volta,consapevoli che quasi tutte le situazioni di disagio psichico

vengono costruite giorno per giornoattraverso la ricerca di false sicurezze e inutili possessi,

uno stillicidio di illusioni e distrazioni tossicheche possiamo interrompere prendendone coscienza.

Corrado Pensa ha insegnato Religioni e Filosofie dell’India edell’Estremo Oriente presso l’Università “La Sapienza” di Roma;attualmente insegna meditazione vipassana presso l’Associazione perla Meditazione di Consapevolezza (A.Me.Co.) di Roma e pressol’Insight Meditation Society di Barre, Mass., U.S.A.

E’ autore dei seguenti libri:

•“La Tranquilla Passione” - Ubaldini Editore - Roma - 1994•“L’Intelligenza Spirituale” - Ubaldini Editore - Roma - 2002•“Attenzione saggia, Attenzione non saggia” - Magnanelli Edizioni - Torino - 2002•“Il Silenzio tra le due onde” - Mondadori Editore - Milano - 2008Per coloro che volessero approfondire l’argomento presso la segreteria A.Me.Co. in

vicolo dell’Orfeo, 1 - a Borgo Pio - Roma si tengono seminari e intensivi di meditazionevipassana e sono reperibili dispense e cd-rom.

Corrado Pensa

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L’IntERVISta 7

che noi intendiamo in ge-nere con la parola “consa-pevolezza”.

Sati è propriamente ilpieno sviluppo della capa-cità di essere presenti nelmomento presente. È at-tenzione non giudicante, èconsapevolezza accettanteche consente di imparare astare con il disagio, a pren-derne atto, senza nutrirlo esenza ignorarlo.

Come si sviluppa laqualità dell’essere presentinel momento presente?

Si tratta di imboccare uncammino che consenta didecostruire e abbandonarele nostre modalità automa-tiche di reattività per por-tarsi in uno spazio dimaggiore libertà edequanimità; uno spa-zio che non sia conti-nuamente inquinatodalle nostre av-versioni, at-taccamenti econfusioni.

L’adde-stramentom e d i t a -tivo, insensolato, èadde-strare que-sta capacità di esserepresenti, contrapposta al-l’essere continuamente in-ghiottiti da quellaproliferazione emotivo-concettuale che è propria

della mente inquinata daattaccamento, avversione econfusione.

Nell’ascolto del disagiodelle persone che si rivol-gono al nostro centro ci sirende conto che, nellamaggior parte dei casi,alla radice della sofferenzaci sono sempre “gli altri”,la relazione con il mondo.Cosa ne pensi?

Sai, un pregio di un cam-mino interiore seguito coninteresse risiede proprionello scoprire la parte no-stra nei conflitti.

Spesso il conflitto nascedall’abitudine di attribuirela responsabilità quasiesclusivamente all’altro.

Posso pensare a tanteconversioni a U dipersone che si sonorese conto diquanto contribui-

vano all’accre-scere il disagio

o conflittorelazionale.Se, invecedi abban-

d o n a r c ialla so-

l i t ar e a tt i -

vità, impariamo a rispon-dere con un atteggiamentopiù equanime, accettante,cordiale, è molto difficileche non arrivi un riscontro.Insomma, voglio dire che labenevolenza, l’equanimità,

apprese magari con unacerta fatica, è difficile chenon diano frutto. La rela-zione va intesa comeun’arte che va imparata, enon è un’arte facile. Moltedelusioni, litigi, fini, dipen-dono dal fatto che troppofacilmente si pensa chequando nasce una rela-zione, questa si debbaprendere cura di tutto; in-vece siamo noi che dob-biamo prenderci cura dellerelazioni e, ripeto, è un’artenon facile. La relazione èun campo esplosivo ma èanche un campo fonda-mentale di crescita.

Nel tuo libro “La Tran-quilla Passione” c’è un rife-rimento alla “amiciziainterna” considerata come“una virtù così forte da es-sere in grado di disinne-scare la violenza e lastupidità che ci abitano”.

Puoi precisare il valoredell’amicizia interna?

È amicizia per la propriamente; è cura per se stessiche comincia coltivandoun senso di accettazioneper noi stessi così comesiamo e non come vor-remmo essere.

Carl Rogers parlava diquanto sia sorprendente

scoprire che soltantoquando esiste una vera ac-cettazione di noi stessi cosìcome siamo, allora comin-cia la possibilità di cam-biare.

Nei tuoi scritti e nei ritirisottolinei spesso la diffe-renza tra “credenza” e“fede-fiducia”...

La fede-fiducia è un sen-tire, una forza intuitiva eunitiva; mentre la fede nelsenso di credenza facil-mente è separativa. La cre-denza è un’opinione,un‘idea o un insieme diidee; ma la spiritualitànasce dal vissuto.

Non si tratta, infatti, di“credere” nella medita-zione: si tratta di praticarla,e praticandola si sviluppafiducia.

I Samaritans fin dal loroesordio ritengono l’ascoltouna pratica di fondamen-tale importanza per l’at-tenzione al disagio dellepersone, un valore intrin-secamente terapeutico.

Da insegnante di medi-tazione cosa pensi del-l’ascolto?

Non potrei essere piùd’accordo.

La meditazione ci rendepiù interessati all’ascolto, cirende molto più capaci diascoltare. E ciò grazie a uncerto svuotamento - che lameditazione può favorire -da tanto nostro pensarecompulsivo.

Dunque uno svuota-mento fecondo, che portanaturalmente all’ascoltodegli altri e di noi stessi.

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8 EntRaRE In RELazIonE

Il “Gioco della sabbia” oSand Play erapy è un’ori-ginale applicazione delpensiero e della pratica ana-litica alla psicoterapia percurare il disagio psichico.Elaborata da Dora Kalffun’allieva di Carl GustavJung. Da Zurigo, dove laKalff operava, il Gioco dellaSabbia, si è diffuso in tuttoil mondo.L'uomo è pienamente tale

solo quando gioca.schiller

Questo strumento tera-peutico si avvale di unasabbiera e di oggetti in mi-niatura che rappresentanotutto quello che può raffi-gurare il mondo umano,animale e vegetale.La diffe-renza con l’analisi tradizio-nale è importante: quiavvicinare la propria inte-riorità è più facile, soprat-tutto per un bambino o un

adolescente, non ci sono“cose da dire”, frasi da inter-pretare, ragionamenti dafare, si é liberi di esprimersiattraverso ciò che sembraun gioco per tutte le età main realtà si tratta di una te-rapia del profondo.

Le scene create sono po-tenti veicoli di stati d’animoe, a differenza del disegno,le immagini liberate dall’in-conscio sono tridimensio-nali, si possono “toccare”, inquesto risiede l’efficacia te-rapeutica di questa tecnica.

Questa cura ha il merito,già dopo poche sedute, disbloccare una situazione distallo nella vita psichica,mettendo a disposizionedel paziente nuove forzeche lo fanno sentire bene. Ilterapeuta contiene “emoti-vamente” le sensazioni dichi “gioca” e aiuta a incana-lare le energie interiori delpaziente nella vita di tutti igiorni.

Ogni “scena di sabbia”viene fotografata dal tera-peuta, gli scatti vengonoconservati e, nel loro in-sieme, formeranno un per-

corso di evoluzione e guari-gione.

La Sand Play erapyviene usata anche per ladiagnosi, ha il grande van-taggio di facilitare la rap-presentazione del suomondo interiore.

Con le “terapie verbali”,dove viene richiesto di tra-durre in parole il disagio,spesso, soprattutto il bam-bino e l’adolescente, tende adifendersi e a chiudersi.

La Sand Play arapy éparticolarmente efficaceper curare bambini e adole-scenti, dai 5 ai 18 anni chesoffrono di disturbi alimen-tari, dell’apprendimento,psicosomatici, del compor-tamento, conseguenze diviolenze o abusi, depres-sione, fobie, tic e balbuzie.

Le manisanno svelare un segretointorno a cui l’intellettosi affanna inutilmente.

C.G. Jung

I risultati che si ottengonocon questa terapia sonosorprendenti. Attraverso lemani si esprimono emo-zioni, paure, timori che dif-ficilmente il paziente riescea strutturare in un discorsoverbale compiuto. Il fatto

stesso che egli non abbia dacostruire mentalmente un“parlato” dà il via libera alracconto delle emozioni delprofondo. Emergono così,seduta dopo seduta, bloc-chi, complessi e visioni chesolo attraverso l’uso dellemani riescono ad uscire dalcongelatore psichico nelquale sono stati rinchiusi:sono i primi passi verso ildisgelo e la guarigione.

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Dott.ssa Elena mancusoiscrizione Albo Psicologi del Lazio n° 16727

tel. 349.5811035Studio: Via Savoia, 84 - 00198 Roma

Quando le mani raccontano più delle parole————————————————————————————––––––––––––––––––––––––––––––––————————————————————————————––––––––—————————————————————————————

Il “Gioco della sabbia”un creativo percorso di guarigione