il natale e la speranza di un mondo nuovoun mondo nuovo · il natale e la speranza di un mondo...

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Redazione: Via G.Rossi, 2 - Castelbelforte Anno III° - Numero: 12 - Dicembre 2010 All’interno: PARROCCHIA All’interno: PARROCCHIA All’interno: PARROCCHIA All’interno: PARROCCHIA - ORATORIO ORATORIO ORATORIO ORATORIO - SANTI SANTI SANTI SANTI - SOCIALE SOCIALE SOCIALE SOCIALE - REPORT REPORT REPORT REPORT - CULTURA CULTURA CULTURA CULTURA - CUCINA CUCINA CUCINA CUCINA - GIOVANI GIOVANI GIOVANI GIOVANI MIRACOLO A BETLEMME MIRACOLO A BETLEMME MIRACOLO A BETLEMME MIRACOLO A BETLEMME Seleção Sacerdoti calcio: La partita più importante continua a essere quella per la pace! (pagina 12) G LI AUGURI DI B UON N ATALE DI DON A LBERTO il NATALE e la speranza di il NATALE e la speranza di il NATALE e la speranza di il NATALE e la speranza di un mondo nuovo un mondo nuovo un mondo nuovo un mondo nuovo I RAGAZZI DELLA CRESIMA I RAGAZZI DELLA CRESIMA I RAGAZZI DELLA CRESIMA I RAGAZZI DELLA CRESIMA Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima. Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima. Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima. Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima. Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima. Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima. Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima. Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima. Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima. Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima. Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima. Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima. Il Natale ci richiama ad una profonda riflessio- ne sul senso della vita alla luce dell’incarnazione di Dio nella persona del bambino Gesù. La vita non può mai essere nostro possesso; è destinata ad essere vissu- ta oltre le nostre capacità con i nostri limiti in un crescendo di speranza. Venendo ad abita- re in mezzo a noi, Egli realizza in sé le speran- ze di un popolo che cammina nella storia con la certezza della compagnia di Dio. Come ben sappiamo, in tutta la storia, il gran- de desiderio degli esseri umani è sempre sta- to quello di raggiungere la felicità, una felicità che spesso sembra allontanarsi per l’incapacità umana di vedere nei fratelli la via privilegiata che porta a costruire una umanità nuova, più fraterna. Potrebbe essere facile aiutare il bisognoso che ti impietosisce ma la nuova cultura del rispetto e del vivere civile si crea quando la fraternità si realizza con criti- chi o disprezzi tutti i giorni sulle strade del tuo paese. La grande speranza del Natale che la Chiesa annuncia oggi, (segue a pagina 3) COME ERAVAMO COME ERAVAMO COME ERAVAMO COME ERAVAMO Settembre 1939: l’insediamento a Castelbelforte del nuovo parroco, don Cinzio Galli. (pagina 4) ZERO POVERTY ZERO POVERTY ZERO POVERTY ZERO POVERTY In cammino per la pace. Il 2010 an- no europeo contro la povertà e l’esclusione sociale. (pagina 5) “Ok, adesso ci sentiamo cristiani”! “Ok, adesso ci sentiamo cristiani”! “Ok, adesso ci sentiamo cristiani”! “Ok, adesso ci sentiamo cristiani”! Il 24 ottobre abbiamo celebrato il sacramento della Santa Cresima per confermare la nostra cristiani- tà. Prima di questo giorno abbia- mo partecipato a molti incontri per capire il senso della Cresima e per riconoscere noi stessi. Tra gli incontri di catechismo, quel- lo più significativo, più divertente, è stato quando, con un banale gioco, abbiamo capito che c’è mol- ta più gioia nel dare e nel vedere una persona felice piuttosto che nel ricevere. Nei giorni precedenti alla Cresima abbiamo vissuto, con i nostri geni- tori, una giornata di ritiro spirituale a Fontana fredda. (segue a pagina 2) INCONTRO SULLE INCONTRO SULLE INCONTRO SULLE INCONTRO SULLE NUOVE DIPENDENZE NUOVE DIPENDENZE NUOVE DIPENDENZE NUOVE DIPENDENZE Quando il piacere del gioco diventa Quando il piacere del gioco diventa Quando il piacere del gioco diventa Quando il piacere del gioco diventa una droga. una droga. una droga. una droga. (pagina 7) SULLE ORME DI SAN SULLE ORME DI SAN SULLE ORME DI SAN SULLE ORME DI SAN FRANCESCO FRANCESCO FRANCESCO FRANCESCO I Ragazzi di 3° Media in pellegri- I Ragazzi di 3° Media in pellegri- I Ragazzi di 3° Media in pellegri- I Ragazzi di 3° Media in pellegri- naggio ad Assisi. naggio ad Assisi. naggio ad Assisi. naggio ad Assisi. (pagina 8)

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Redazione: Via G.Rossi, 2 - Castelbelforte Anno III° - Numero: 12 - Dicembre 2010

All’interno: PARROCCHIA All’interno: PARROCCHIA All’interno: PARROCCHIA All’interno: PARROCCHIA ---- ORATORIO ORATORIO ORATORIO ORATORIO ---- SANTI SANTI SANTI SANTI ---- SOCIALE SOCIALE SOCIALE SOCIALE ---- REPORT REPORT REPORT REPORT ---- CULTURA CULTURA CULTURA CULTURA ---- CUCINA CUCINA CUCINA CUCINA ---- GIOVANIGIOVANIGIOVANIGIOVANI

M IR ACO LO A B E T L EMMEM I R ACO LO A B E T L EMMEM I R ACO LO A B E T L EMMEM I R ACO LO A B E T L EMME Seleção Sacerdoti calcio: La partita più

importante continua a essere quella per

la pace! (pagina 12)

GLI AUGURI DI BUON NATALE DI DON ALBERTO

il NATALE e la speranza di il NATALE e la speranza di il NATALE e la speranza di il NATALE e la speranza di

un mondo nuovoun mondo nuovoun mondo nuovoun mondo nuovo

I RAGAZZI DELLA CRESIMAI RAGAZZI DELLA CRESIMAI RAGAZZI DELLA CRESIMAI RAGAZZI DELLA CRESIMA

Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.

Il Natale ci richiama ad una profonda riflessio-

ne sul senso della vita alla luce

dell’incarnazione di Dio nella persona del

bambino Gesù. La vita non può mai essere

nostro possesso; è destinata ad essere vissu-

ta oltre le nostre capacità con i nostri limiti in

un crescendo di speranza. Venendo ad abita-

re in mezzo a noi, Egli realizza in sé le speran-

ze di un popolo che cammina nella storia con

la certezza della compagnia di Dio.

Come ben sappiamo, in tutta la storia, il gran-

de desiderio degli esseri umani è sempre sta-

to quello di raggiungere la felicità, una felicità

che spesso sembra allontanarsi per

l’incapacità umana di vedere nei fratelli la via

privilegiata che porta a costruire una umanità

nuova, più fraterna. Potrebbe essere facile

aiutare il bisognoso che ti impietosisce ma la

nuova cultura del rispetto e del vivere civile si

crea quando la fraternità si realizza con criti-

chi o disprezzi tutti i giorni sulle strade del tuo

paese. La grande speranza del Natale che la

Chiesa annuncia oggi, (segue a pagina 3)

COME E R A V AMOCOME E R A V AMOCOME E R A V AMOCOME E R A V AMO Settembre 1939: l’insediamento a

Castelbelforte del nuovo parroco,

don Cinzio Galli. (pagina 4)

Z ERO PO V ER T YZ ERO PO V ER T YZ ERO PO V ER T YZ ERO PO V ER T Y In cammino per la pace. Il 2010 an-

no europeo contro la povertà e

l’esclusione sociale. (pagina 5)

“Ok, adesso ci sentiamo cristiani”!“Ok, adesso ci sentiamo cristiani”!“Ok, adesso ci sentiamo cristiani”!“Ok, adesso ci sentiamo cristiani”!

Il 24 ottobre abbiamo celebrato il

sacramento della Santa Cresima

per confermare la nostra cristiani-

tà. Prima di questo giorno abbia-

mo partecipato a molti incontri per

capire il senso della Cresima e per

riconoscere noi stessi.

Tra gli incontri di catechismo, quel-

lo più significativo, più divertente,

è stato quando, con un banale

gioco, abbiamo capito che c’è mol-

ta più gioia nel dare e nel vedere

una persona felice piuttosto che

nel ricevere.

Nei giorni precedenti alla Cresima

abbiamo vissuto, con i nostri geni-

tori, una giornata di ritiro spirituale

a Fontana fredda.

(segue a pagina 2)

I N CON TRO S U L L E I N CON TRO S U L L E I N CON TRO S U L L E I N CON TRO S U L L E NUOVE D I P ENDENZ ENUOVE D I P ENDENZ ENUOVE D I P ENDENZ ENUOVE D I P ENDENZ E

Quando il piacere del gioco diventa Quando il piacere del gioco diventa Quando il piacere del gioco diventa Quando il piacere del gioco diventa

una droga. una droga. una droga. una droga. (pagina 7)

SU L L E ORME D I S AN S U L L E ORME D I S AN S U L L E ORME D I S AN S U L L E ORME D I S AN F R ANCESCOFRANCESCOFRANCESCOFRANCESCO

I Ragazzi di 3° Media in pellegri-I Ragazzi di 3° Media in pellegri-I Ragazzi di 3° Media in pellegri-I Ragazzi di 3° Media in pellegri-

naggio ad Assisi. naggio ad Assisi. naggio ad Assisi. naggio ad Assisi. (pagina 8)

P a g i n a 2 i n C O N T A T T O . n e t

A TU PER TU CON DON ALBERTOA TU PER TU CON DON ALBERTOA TU PER TU CON DON ALBERTOA TU PER TU CON DON ALBERTO Pillole teologico Pillole teologico Pillole teologico Pillole teologico ---- liturgicheliturgicheliturgicheliturgiche

P A R R O C C H I A :

(segue dalla prima pagina)

Le suore sono state molto ospitali, ci

hanno preparato un buon pranzo e

hanno anche preparato una piccola

cappella per consentirci di celebrare

la Santa Messa domenicale. Nella

mattinata, noi ragazzi abbiamo ascol-

tato la testimonianza di una suora di

circa 35 anni. Ha trattato molti argo-

menti, tra cui l’amore.

Eravamo tutti a bocca aperta. La suo-

ra ha detto una frase che è rimasta

impressa a tutti:

“la cosa più bella al mondo è l’amore,

quanto è bello essere innamorati!!

Ma non come sentimento semplice e

superfluo (come purtroppo la no-

stra società spesso ci vuole far crede-

re)! L’amore è un sentimento vero,

profondo, dovremmo imparare ad

amare come ci ama Dio!”

Ci ha colpito la gioia, la semplicità e la

serenità di queste suore che hanno

fatto una scelta importantissima nella

loro vita e alcune di esse hanno avuto

familiari e amici che non volevano

che facessero questa scelta.

La cerimonia è stata molto gioiosa,

preparata nei minimi dettagli, con un

sacco di gente che aspettava.

Noi eravamo parecchio agitati.

Il nostro ingresso è stato decisamente

inusuale: siamo partiti in fila per due

da fuori il portone della chiesa e, in

processione, siamo arrivati davanti

l’altare. Jessica, la nostra catechista,

pronunciava al microfono i nostri no-

mi e noi, facendo una genuflessione,

pronunciavamo ad alta voce

“ECCOMI”“ECCOMI”“ECCOMI”“ECCOMI”.

In quel momento tutti noi rispondeva-

mo alla chiamata di Dio.

In quel giorno, abbiamo ricevuto il

sigillo dello Spirito Santo e una gran-

de responsabilità: ora sappiamo che

dobbiamo coltivare i doni che ci sono

stati affidati. Ci dobbiamo impegnare

ogni giorno ad alimentare la luce della

nostra fede.

(a cura di: Andrea, Ilaria, Laura,

Manuel, Mattia, Nicole, Sofia, Elisa)

I RAGAZZI DELLA CRESIMAI RAGAZZI DELLA CRESIMAI RAGAZZI DELLA CRESIMAI RAGAZZI DELLA CRESIMA

Isanna intervista Don AlbertoIsanna intervista Don AlbertoIsanna intervista Don AlbertoIsanna intervista Don Alberto

Nella scorsa edizione del giornalino

abbiamo ricordato l’importanza della

partecipazione alla santa Messa, il ritro-

varsi ogni Domenica è riunirsi nel Suo

nome come Gesù ci ha insegnato e fare

memoriale del dono della Sua vita.

IsannaIsannaIsannaIsanna: L’Eucaristia è” ” ” ” culmen et culmen et culmen et culmen et

fonsfonsfonsfons” della vita del cristiano, ma è

p rop r i o necessa r i o r i ceve re

l’Eucaristia ogni volta che si partecipa

alla messa?

Don AlbertoDon AlbertoDon AlbertoDon Alberto: l’eucaristia domenicale è

strettamente legata al nostro modo di

vivere nella chiesa e in questo mon-

do, non possiamo pensare di avere

l’intelligenza della fede e la forza del-

la carità basandoci solo sulle nostre

forze senza fare riferimento ai doni

che Dio ci fa. Il sacramento

dell’Eucaristia, in modo particolare, è

nutrimento per il nostro cammino di

fede in quanto accogliendo la parola

di Dio e comunicandoci al Suo Corpo,

noi rimaniamo uniti a Cristo.

Ne consegue che essere fedeli al van-

gelo e nutrirsi dell’eucaristia diventa

necessario affinchè la nostra vita sia

in piena comunione con Dio; il signore

ci invita e ci convoca al suo banchetto

e non fare la comunione diventa un

partecipare a metà.

Per partecipare al “banchetto nuziale”

al quale siamo invitati si ha bisogno di

un vestito adatto; non si tratta di este-

riorità ma del cuore liberato dai pec-

cati che così può accogliere il Signore.

IsannaIsannaIsannaIsanna: E come si può accostarsi

all’Eucaristia se non ci si è confessati?

Don AlbertoDon AlbertoDon AlbertoDon Alberto: la confessione è stretta-

mente legata al battesimo e dobbia-

mo accostarci al sacramento che,

attraverso il perdono, ci rimette sulla

strada che conduce a Cristo tutte le

volte che ne abbiamo bisogno con

una periodicità mensile.

La riconciliazione con Dio ci mette

nella condizione di desiderare ancora

di più la comunione eucaristica.

IsannaIsannaIsannaIsanna: Quante volte si può ricevere

l’Eucaristia nello stesso giorno?

Don AlbertoDon AlbertoDon AlbertoDon Alberto: per rispondere a questa

domanda facciamo riferimento al Co-

dice Diritto Canonico del 1983

Can. 917 - Chi ha già ricevuto la san-

tissima Eucaristia, può riceverla di

nuovo lo stesso giorno, soltanto entro

la celebrazione eucaristica alla quale

partecipa, salvo il disposto del can.

921, §2.

Can. 921 - §1. I fedeli che si trovano

in pericolo di morte derivante da una

causa qualsiasi, ricevano il conforto

della sacra comunione come Viatico.

La quantità di eucaristie che ricevia-La quantità di eucaristie che ricevia-La quantità di eucaristie che ricevia-La quantità di eucaristie che ricevia-

mo,non è fondamentale, è fondamen-mo,non è fondamentale, è fondamen-mo,non è fondamentale, è fondamen-mo,non è fondamentale, è fondamen-

tale invece la fede in noi che ci fa tale invece la fede in noi che ci fa tale invece la fede in noi che ci fa tale invece la fede in noi che ci fa

accostare a questo sacramento; più accostare a questo sacramento; più accostare a questo sacramento; più accostare a questo sacramento; più

grande è la fede, più il sacramento grande è la fede, più il sacramento grande è la fede, più il sacramento grande è la fede, più il sacramento

sarà efficace e usciremo dalla chiesa sarà efficace e usciremo dalla chiesa sarà efficace e usciremo dalla chiesa sarà efficace e usciremo dalla chiesa

consapevoli di condividere la stessa consapevoli di condividere la stessa consapevoli di condividere la stessa consapevoli di condividere la stessa

missione di Gesù in comunione con la missione di Gesù in comunione con la missione di Gesù in comunione con la missione di Gesù in comunione con la

chiesa con la stessa passione di sen-chiesa con la stessa passione di sen-chiesa con la stessa passione di sen-chiesa con la stessa passione di sen-

tirci corresponsabili nel portare la tirci corresponsabili nel portare la tirci corresponsabili nel portare la tirci corresponsabili nel portare la

salvezza a tutti.salvezza a tutti.salvezza a tutti.salvezza a tutti.

(a cura di Isanna Ravanini)

P a g i n a 3 i n C O N T A T T O . n e t

IL NATALE E LA SPERANZA DI IL NATALE E LA SPERANZA DI IL NATALE E LA SPERANZA DI IL NATALE E LA SPERANZA DI UN MONDO NUOVOUN MONDO NUOVOUN MONDO NUOVOUN MONDO NUOVO

(segue dalla prima pagina)

in tempi di marcato individualismo, è

che il Figlio di Dio cambi, ogni giorno, i

cuori umani. La speranza di trasfor-

marci in uomini e donne migliori per

rinnovare la fiducia che questo nostro

mondo che duemila anni fa, circa,

accolse Gesù, possa vivere anche oggi

il progetto di giustizia e di pace del

Regno di Dio: rendendo forti i deboli,

rialzando quanti sono caduti, vivendo

la fratellanza e restituendo significato

pieno alla vita, a quella stessa vita di

Dio che abitò fra noi nella persona di

Gesù. Siamo dunque noi cristiani colo-

ro che sono chiamati a vivere nella

speranza di una vita piena impegnan-

doci per vincere le sofferenze e per

trasformare la realtà.

A sentirci «scomodi» in questo mondo

senza rassegnarci giustificando tutto

con le solite frasi «si è sempre fatto

così», «fanno tutti così», «in fondo non

c’è niente di male, basta non uccide-

re». A tutti l’augurio di coniugare amo-

re e verità, gioia e sacrificio, vita e

servizio.

Un buon Natale cristiano a tutti da

don Alberto

CALENDARIO DELLE FESTIVITÀ NATALIZIECALENDARIO DELLE FESTIVITÀ NATALIZIECALENDARIO DELLE FESTIVITÀ NATALIZIECALENDARIO DELLE FESTIVITÀ NATALIZIE LUNEDÌ 20 DICEMBRELUNEDÌ 20 DICEMBRELUNEDÌ 20 DICEMBRELUNEDÌ 20 DICEMBRE

– Ore 15,00 Confessioni dei ragazzi

– Ore 21,00 Celebrazione peniten-

ziale e confessioni.

VENERDÌ 24 DICEMBRE VENERDÌ 24 DICEMBRE VENERDÌ 24 DICEMBRE VENERDÌ 24 DICEMBRE

VIGILIA DI NATALEVIGILIA DI NATALEVIGILIA DI NATALEVIGILIA DI NATALE

– Confessioni mattino e pomeriggio

- Ore 24,00 S. Messa della notte di

Natale a cui seguirà l’inaugurazio-

ne del Presepio.

SABATO 25 DICEMBRE SABATO 25 DICEMBRE SABATO 25 DICEMBRE SABATO 25 DICEMBRE

SANTO NATALE SANTO NATALE SANTO NATALE SANTO NATALE

- S. Messe alle ore 8,00, alle 9,30

(a Bigarello) e alle 10,45

DOMENICA 26 DICEMBRE DOMENICA 26 DICEMBRE DOMENICA 26 DICEMBRE DOMENICA 26 DICEMBRE

SANTA FAMIGLIA DI NAZARETSANTA FAMIGLIA DI NAZARETSANTA FAMIGLIA DI NAZARETSANTA FAMIGLIA DI NAZARET

- S. Messe alle ore 8,00, alle 9,30

(a Bigarello) e alle 10,45

- I ministri dell’Eucaristia portano

la Comunione agli anziani e am-

malati.

VENERDÌ 31 DICEMBRE VENERDÌ 31 DICEMBRE VENERDÌ 31 DICEMBRE VENERDÌ 31 DICEMBRE

RINGRAZIAMENTO RINGRAZIAMENTO RINGRAZIAMENTO RINGRAZIAMENTO DIDIDIDI FINEFINEFINEFINE ANNOANNOANNOANNO

- ore 17,30 Santa Messa di Ringra-

ziamento

SABATO 1° GENNAIO SABATO 1° GENNAIO SABATO 1° GENNAIO SABATO 1° GENNAIO

S. MARIA MADRE S. MARIA MADRE S. MARIA MADRE S. MARIA MADRE DIDIDIDI DIO DIO DIO DIO

- Sante Messe alle ore 9,30 a

(Bigarello) e alle 10,45 e alle ore

17,30 a Castelbelforte

DOMENICA 2 GENNAIO DOMENICA 2 GENNAIO DOMENICA 2 GENNAIO DOMENICA 2 GENNAIO

II DOMENICA DOPO NATALE II DOMENICA DOPO NATALE II DOMENICA DOPO NATALE II DOMENICA DOPO NATALE

- Sante Messe alle ore 8,00, alle

9,30 (a Bigarello) e alle 10,45

- Ore 16,30 RAPPRESENTAZIONE

DEL PRESEPIO VIVENTE nel cam-

petto dell’Oratorio

GIOVEDÌ 6 GENNAIO GIOVEDÌ 6 GENNAIO GIOVEDÌ 6 GENNAIO GIOVEDÌ 6 GENNAIO

EPIFANIA EPIFANIA EPIFANIA EPIFANIA

- Sante Messe alle ore 8,00, alle

9,30 (a Bigarello) e alle 10,45

- Ore 16,15 Benedizione dei bam-

bini nel campetto dell’Oratorio a

cui seguirà alle 16,30 la RAPPRE-

SENTAZIONE DEL PRESEPIO VI-

VENTE

VENERDÌ 7 GENNAIO VENERDÌ 7 GENNAIO VENERDÌ 7 GENNAIO VENERDÌ 7 GENNAIO

NATALE PER GLI ORTODOSSINATALE PER GLI ORTODOSSINATALE PER GLI ORTODOSSINATALE PER GLI ORTODOSSI

- Santa Messa alle ore 19,00 e

cena per le badanti

Riprendiamo l’articolo del giornalino

numero 11 per ricordare le modalità

per il rinnovo della tessera Anspi 2011

per chi è già iscritto, e l’iscrizione, per

chi non fosse ancora iscritto al circolo.

Le modalità per l’iscrizione/rinnovo

sono molto semplici:

- Per i nuovi iscritti, basterà compilare

l’apposito modulo contenente i dati

anagrafici (possibilmente indicando

l’indirizzo o la email, in modo da tener-

vi aggiornati riguardo le attività e le

news del circolo) recandosi in Oratorio

durante le nostre attività e versare la

quota corrispondente.

- Per i soci che intendono rinnovare la

tessera, le modalità sono identiche a

quelle dei nuovi soci.

Anche i “vecchi” soci sono invitati a

segnalarci il proprio indirizzo o la ca-

sella email per essere sempre tenuti

aggiornati riguardo le attività e le news

del circolo.

Le quote di iscrizione/rinnovo per

l’anno 2011 sono le seguenti:

- 5 euro 5 euro 5 euro 5 euro per i bambini e i ragazzi sotto i

18 anni;

- 10 euro 10 euro 10 euro 10 euro per gli adulti.

La grande novità del 2011 riguarderà

l’iscrizione dei nuclei famigliari. Se si

iscriveranno al circolo almeno 4 perso-

ne (i 2 genitori e due o più figli) a parti-

re dal 2° figlio la tessera costerà sola-

mente 2 euro.

Esempio:Esempio:Esempio:Esempio: Nucleo famigliare di 5 perso-

ne

2 genitori: costo 20 euro;

1° figlio: tessera 5 euro;

2° e 3° figlio: la tessera costerà 2

euro cadauno.

Il circolo Anspi incontatto organizza la

rappresentazione del Presepe vivente.

Le date della rappresentazione sono il

2 e il 6 gennaio alle ore 16.30 2 e il 6 gennaio alle ore 16.30 2 e il 6 gennaio alle ore 16.30 2 e il 6 gennaio alle ore 16.30

presso il campetto dell’Oratorio.

Martedì 28 Dicembre alle ore 18,30 ci

saranno le prove per i figuranti.

RINNOVO ISCRIZIONI RINNOVO ISCRIZIONI RINNOVO ISCRIZIONI RINNOVO ISCRIZIONI CIRCOLO ANSPICIRCOLO ANSPICIRCOLO ANSPICIRCOLO ANSPI

PRESEPE VIVENTEPRESEPE VIVENTEPRESEPE VIVENTEPRESEPE VIVENTE

P a g i n a 4 i n C O N T A T T O . n e t

Per questo numero Natalizio di Incon-

tatto.net abbiamo pensato di ricorda-

re un momento molto importante e

solenne della la storia della nostra

comunità, l’ingresso come parroco di

Castelbelforte di Don Cinzio Galli Don Cinzio Galli Don Cinzio Galli Don Cinzio Galli av-

venuto nel settembre del 1939. Don

Cinzio rimase nel nostro paese fino

alla sua scomparsa, avvenuta nel

1977. Egli ha lasciato uno splendido

ricordo nelle persone che hanno avu-

to il privilegio di conoscerlo e apprez-

zarlo, i più giovani che non l’hanno

potuto frequentare ne avranno sicura-

mente sentito parlare dai loro genitori

e nonni. Nella piccola storia di questa

comunità Don Cinzio ha un suo seg-

gio, era autorevole di per sé, nei tratti

salienti e genuini della sua umanità,

ma al fondo di questa sua autorevo-

lezza c’era tutta la sua missione di

Pastore che si è sempre rivolta ad un

servizio totale ed impeccabile nei con-

fronti della comunità a lui affidata.

Non spetta a noi scendere nei detta-

gli, tuttavia nella sintesi della sua e-

sperienza, la sua essenziale preroga-

tiva è stata quella di essere sempre,

comunque ed in ogni frangente, a-

dempiente, dove adempiere significa

dare il meglio ed il possibile, senza

concessioni o riserve. Di seguito ripor-

tiamo la cronaca di quel giorno che fu

pubblicata sul quotidiano “La Voce di

Mantova”, (durante il ventennio e la

seconda guerra mondiale la Gazzetta

di Mantova si chiamava così), aggiun-

gendo una foto (qui a fianco) scattata

durante una delle innumerevoli gite e

pellegrinaggi organizzati da Don Cinzio

con i giovani del nostro paese e la lo-

candina fatta stampare per l’occasione

riportante il calendario dei momenti

liturgici e dei festeggiamenti per l’arrivo

del nuovo parroco organizzati da un

comitato presieduto dal Curato Don

Oreste Galafassi, in seguito parroco di

Bonizzo e poi di Schivenoglia.

(a cura di Stefano e Andrea Righetti)

COME ERAVAMOCOME ERAVAMOCOME ERAVAMOCOME ERAVAMO Settembre 1939: don Cinzio Galli nuovo parroco di CastelbelforteSettembre 1939: don Cinzio Galli nuovo parroco di CastelbelforteSettembre 1939: don Cinzio Galli nuovo parroco di CastelbelforteSettembre 1939: don Cinzio Galli nuovo parroco di Castelbelforte

L’INGRESSO DEL NOVELLO PARROCO A CASTELBELFORTEL’INGRESSO DEL NOVELLO PARROCO A CASTELBELFORTEL’INGRESSO DEL NOVELLO PARROCO A CASTELBELFORTEL’INGRESSO DEL NOVELLO PARROCO A CASTELBELFORTE Domenica 3 c.m. il M.R. Don Cinzio Galli ha preso possesso della

nostra parrocchia. La bella festa fu organizzata con cura dal comi-

tato locale composto dalle prime Autorità civili, politiche e religio-

se. Il paese per la circostanza, era pavesato da gonfaloni, da stri-

sce inneggianti al Pastore; la chiesa addobbata fastosamente,

era profumata da garofani bianchi. Preceduta da un triduo di pre-

dicazione – preparata colla preghiera – impreziosita dalla Comu-

nione di tutti i fanciulli, la solennità riuscì commovente. Il novello

Parroco arrivò alle ore 9 e, ossequiato dal Clero e dalle Autorità,

fu accompagnato in Chiesa da lungo corteo di Associazioni, dai

bimbi delle scuole della Dottrina Cristiana, da tutto il popolo, fra

canti liturgici. Dopo le cerimonie dell’immissione in possesso fat-

ta dal M.R. Prof. Don Agricola V.F., il Novello Parroco disse dal

pulpito la sua letizia per sì cordiale accoglienza e ringraziati tutti,

espose il suo programma di apostolato, i suoi desideri, i suoi ti-

mori. Prima dell’inizio della Santa Messa cantata gli fu presentato

un artistico prezioso calice d’argento dono del popolo, ed un ser-

vizio per S. Messa di lino ricamato dono delle R.R. Suore. Alle 12

il Novello Parroco partecipò ad un banchetto intimo, cui presero

parte i rappresentanti di tutte le Associazioni religiose, politiche,

civili del Comune. In una sala attigua venne servito un pranzo ad

oltre 40 poveri del paese. Prima della fine parlarono il Sig. Curato,

il Signor Podestà geom. Ugo Palvarini, il Prof. Don Agricola. Dopo

il Vespro e la Benedizione solenne la popolazione gremì il teatro

Mattotti, dove si tenne una graziosa, ben riuscita accademia mu-

sico-letteraria. Al trattenimento concorsero le giovani della Scuola di Lavoro, le giovani fasciste, i fanciulli, i bimbi

dell’asilo, tutti lieti di onorare in Don Cinzio Galli il Parroco novello, il Sacerdote del Signore che già conoscono ed amano

e di esprimere, a nome di tutti la loro letizia, i sentimenti del loro cuore filiale. (tratto dalla Voce di Mantova, 1939)

A M A R C O R D :

P a g i n a 5 A n n o I I I ° - N u m e r o : 1 2 - D i c e m b r e 2 0 1 0

Questo articolo è stato scritto pren-

dendo spunto dallo “Speciale

EY2010”, pagg. 26-40, della rivista

Italia Caritas, febbraio 2010.

Forse pochi sanno che il 2010 è stato

proclamato dall’Unione europea

l’anno contro la povertà e l’esclusione

sociale. Per la Chiesa e la Caritas que-

sto anno ha significato riconoscere un

“tempo favorevole” (2 Cor. 6,2),

un’opportunità di annuncio e testimo-

nianza.

L’Anno 2010 è stato inaugurato uffi-

cialmente a Madrid il 21 gennaio, e in

quest’occasione è stata lanciata la

campagna “Zero poverty”, povertà

zero (per chi desidera avere maggiori

notizie sulla campagna può consulta-

re il sito: www.zeropoverty.org).

Anche papa Benedetto in persona, il

14 febbraio - e con lui tutti i vescovi

europei nelle loro diocesi - ha offerto

il proprio esempio e il proprio magi-

stero, visitando e servendo i poveri

presso l’ostello “Don Luigi Di Liegro”,

gestito dalla Caritas diocesana di Ro-

ma. Da qui, poi, ha inviato all’Europa

un proprio messaggio per l’Anno

2010. C’è chi ha scritto che “non sap-

piamo se quel momento si potrà defi-

nire «storico».

Ma certamente è un fatto di indiscuti-

bile rilievo, che conforta e stimola a

proseguire nel servizio ai poveri”.

La lotta alla povertà è ardua, ma, co-

me ricorda Benedetto XVI nella Cari-

tas in veritate (n.79), “lo sviluppo ha

bisogno di cristiani con le braccia al-

zate verso Dio nel gesto della preghie-

ra, cristiani mossi dalla consapevolez-

za che l’amore pieno di verità, Caritas

in veritate, da cui procede l’autentico

sviluppo, non è da noi prodotto, ma ci

viene donato.

Perciò anche nei momenti più difficili

e complessi, oltre a reagire con con-

sapevolezza, dobbiamo soprattutto

riferirci al suo amore”.

La povertà da un lato richiama lo

scandalo della miseria, condizione

prima materiale e poi morale, che

schiavizza l’uomo, legandolo esclusi-

vamente al proprio bisogno di soprav-

vivenza e mortificandone la libertà.

D’altro canto è la stessa povertà che,

riconosciuta e abbracciata quale con-

dizione suprema di libertà dal potere

e dalle cose, può rappresentare la via

maestra verso la piena realizzazione

della persona umana, nella fraternità

e nella giustizia. Può apparire una

contraddizione insuperabile, ma non

è così, e nulla lo dimostra meglio

dell’insegnamento evangelico.

Per un approfondimento del significa-

to biblico di povertà, invito a leggere

l’illuminante riflessione che Armido

Rizzi (teologo e filosofo di Fiesole –

Firenze) fa nel suo libro “Scandalo e

beatitudine della povertà”

(Cittadella, Assisi, 1987).

La povertà, quale condizione spiritua-

le ed esistenziale di beatitudine, è

requisito imprescindibile per la seque-

la cristiana; essa tuttavia non è mai in

contraddizione con l’esigenza, altret-

tanto imprescindibile per il discepolo,

di liberare l’uomo dalla povertà come

miseria; è l’accoglienza dell’altro,

l’ospitalità fraterna, il servizio gratui-

to, il luogo nel quale tale liberazione

si compie.

E tutto ciò avviene non per opera no-

stra, ma per l’incontro che qui si può

realizzare tra l’Amore del Padre e il sì

a Lui finalmente corrisposto da una

creatura non più schiava né della mi-

seria né delle cose. In quanto cristiani

non si può quindi che abbracciare la

povertà, anche materiale, come una

parte costitutiva della nostra vocazio-

ne.

Quando si agisce nel mondo da cri-

stiani, si è altrettanto costitutivamen-

te chiamati a lottare contro la povertà

-miseria, ovunque e comunque essa

colpisca sorelle e fratelli.

Promuovere l’inclusione sociale di

tutti diviene pertanto una doverosa

testimonianza concreta, sul piano

civile della giustizia e della solidarie-

tà, della dignità e fraternità cui ogni

creatura ha naturalmente diritto.

L’Europa non è il continente più pove-

ro al mondo. Ma nell’Unione sono ben

79 milioni i cittadini a rischio, e tra

loro molti bambini.

Permettetemi di concludere queste

righe con un pensiero di Armido Rizzi,

tratto dal suo libro citato pocanzi:

“Bisogna fare due tipi di esperienza

positiva nella vita perché il discorso

su Dio, quando arriva, sia un discorso

accettabile: bisogna fare l’esperienza

d e l p a n e e l ’ e s p e r i e n z a

dell’amore” (p. 194).

Credo che queste parole siano profon-

damente vere; lascio alla vostra sen-

sibilità e intelligenza coglierne piena-

mente il senso.

(a cura di Alberto Meggiorini)

Potrete lasciare commenti su questo

articolo sul nostro sito a partire dal

23 Dicembre.

Per approfondire:

www.zeropoverty.org

MESE DELLA PACEMESE DELLA PACEMESE DELLA PACEMESE DELLA PACE

ZERO POVERTYZERO POVERTYZERO POVERTYZERO POVERTY (In cammino per la pace)

---- sabato 29 gennaiosabato 29 gennaiosabato 29 gennaiosabato 29 gennaio: : : : (una proposta

residenziale per i ragazzi dai 16 anni

in poi con pernottamento presso la

parrocchia di San Leonardo);

---- domenica 30 Gennaiodomenica 30 Gennaiodomenica 30 Gennaiodomenica 30 Gennaio dalle ore

15.00 presso il conventino di

Sant’Andrea.

Presso l'ufficio di pastorale giovanile

trovate il materiale utile per un cam-

mino parrocchiale di approfondimen-

to del tema, appositamente indirizza-

to ai giovani.

R E P O R T : L’ A NNO E UROPEO CON TRO L A P OV ER TL’ A NNO E UROPEO CON TRO L A P OV ER TL’ A NNO E UROPEO CON TRO L A P OV ER TL’ A NNO E UROPEO CON TRO L A P OV ER T ÀÀÀÀ E E E E L’ E S C LUS I ONE SOC I A L EL’ E S C LUS I ONE SOC I A L EL’ E S C LUS I ONE SOC I A L EL’ E S C LUS I ONE SOC I A L E

P a g i n a 6 i n C O N T A T T O . n e t

E’ tempo di Avvento. Non è tempo

vuoto, di inutile attesa, ma di impe-

gno rinnovato, di consapevolezza che

la venuta di Gesù ci fa persone nuo-

ve, capaci di “uscire” dai nostri egoi-

smi, dalle nostre meschinità e pregiu-

dizi per andare incontro a Lui nelle

persone più deboli, più bisognose di

aiuto.

Ma, allora, se ciascuno di noi è

chiamato a convertirsi, a diventare un

“uomo nuovo”, ad accogliere Gesù nei

più poveri, che esigenza abbiamo

della Caritas? cosa ci sta a fare?

Nella nostra comunità parrocchia-

le come in qualsiasi parrocchia, la

CaritasCaritasCaritasCaritas nasce con una finalità emi-

nentemente educativa. Ovvero, ha il

compito di sensibilizzare le persone

alla testimonianza della carità e

all’impegno per la giustizia e la pace,

di far conoscere le forme di povertà e

di bisogno presenti sul territorio e le

cause e le circostanze che le origina-

no, e favorire la presa di coscienza

della comunità parrocchiale; diffonde-

r e s t i l i d i v i t a imp ron ta t i

all’accoglienza, all’ospitalità, al dono

di sé.

Per realizzare, almeno in parte,

questi compiti è attivo nella nostra

parrocchia un Centro di AscoltoCentro di AscoltoCentro di AscoltoCentro di Ascolto. Il

Centro è aperto il Sabato, dalle 10.30

alle 12.00, da Settembre a Giugno di

ciascun anno e vi prestano parte del

loro tempo Clara, Floriana, Lina, Lucia

e chi scrive.

Si rivolgono a noi persone in difficoltà

di diverse nazionalità (italiana, maroc-

china, nigeriana, senegalese, rumena,

polacca, ecc.), residenti a Castelbel-

forte e in comuni limitrofi.

Il primo contatto con queste persone

è di ascolto, cerchiamo cioè di capire

le loro necessità e difficoltà.

Le problematiche maggiori e ricorrenti

riguardano il lavoro o la casa: c’è chi

per diversi anni (10-15 anni) ha avuto

un lavoro, anche stabile, e oggi l’ha

perso per effetto della crisi economi-

ca; chi invece il lavoro non l’ha mai

avuto o l’ha avuto solo per brevi perio-

di; chi non ha una dimora stabile e chi

vive da amici o parenti, o ha acquista-

to una casa e l’ha persa perché non

più in grado di pagare le rate del mu-

tuo.

Come potete ben capire, non ab-

biamo risposte concrete a problemi

così grandi ma possiamo, però, offrire

a questa gente tutta la nostra vicinan-

za e comprensione, condividendo le

loro sofferenze e preoccupazioni.

Certo che di fronte a queste difficoltà

non restiamo con le mani in mano.

Diamo, infatti, aiuti di prima necessità

che rispondono, seppur parzialmente,

a bisogni che originano soprattutto

dalla mancanza di un reddito minimo

vitale.

Dopo l’accoglienza, quindi, consisten-

te nell’ascolto delle loro “storie di

vita”, e previa valutazione della situa-

zione di ciascuno, possiamo offrire

essenzialmente due tipi di aiuto: una

sporta di generi alimentari (pasta,

riso, tonno, olio, latte, ecc.) con fre-

quenza mensile e indumenti uomo/

donna per adulti e bambini, grazie

alla gestione del guardaroba.

Più occasionalmente, rispondiamo

anche ad altri bisogni, come per e-

sempio l’acquisto per un periodo limi-

tato di latte per neonati o medicine, la

fornitura di mobili per l’arredo della

casa o giochi per bambini, ecc.

Mi preme sottolineare che ciò è

reso possibile grazie anche alla sensi-

bilità della nostra gente che con assi-

duità ci sostiene con offerte nella cas-

sa caritas e ci fornisce beni di prima

necessità (indumenti e generi alimen-

tari).

Ricordo solo che gli indumenti che ci

vengono portati, soprattutto per ri-

spetto di coloro a cui sono destinati,

vanno consegnati puliti e in buono

stato, altrimenti è meglio smaltirli

direttamente nell’apposito contenito-

re per gli stracci.

L’anno scorso abbiamo dovuto

affrontare il problema dell’eccesiva

spesa per l’acquisto di

generi alimentari, a

fronte di una netta dimi-

nuzione delle offerte “caritas”.

Ne abbiamo discusso con don Alberto

e insieme con lui è stata presa la de-

cisione di limitare la fornitura mensile

di alimenti ai soli residenti a Castel-

belforte, continuando però a garantire

anche ai non residenti il servizio indu-

menti.

Non è certo una decisione irrevocabi-

le, ma sicuramente dettata da difficol-

tà contingenti che potrebbero essere

mitigate dalla proposta, che facciamo

a partire dall’Avvento 2010, di:

raccogliere generi alimentari non de-raccogliere generi alimentari non de-raccogliere generi alimentari non de-raccogliere generi alimentari non de-

peribili (come pasta, riso, olio, farina, peribili (come pasta, riso, olio, farina, peribili (come pasta, riso, olio, farina, peribili (come pasta, riso, olio, farina,

latte UHT, tonno in scatola, biscotti, latte UHT, tonno in scatola, biscotti, latte UHT, tonno in scatola, biscotti, latte UHT, tonno in scatola, biscotti,

ecc.) in modo permanenteecc.) in modo permanenteecc.) in modo permanenteecc.) in modo permanente per tutto per tutto per tutto per tutto

l’annol’annol’annol’anno

e non soltanto nei periodi di Avvento e

Quaresima.

Chiudo questo intervento infor-

mandovi che recentemente ci siamo

incontrati con i volontari della Caritas Caritas Caritas Caritas

di San Giorgiodi San Giorgiodi San Giorgiodi San Giorgio, che insieme alla no-

stra Parrocchia e a quelle di Bigarello

e Villanova Maiardina formano l’unità

pastorale del Vicariato foraneo 5 di

San Pio X e San Leone Magno, con la

finalità di conoscerci e condividere le

nostre esperienze in ambito caritati-

vo, cercando insieme di trovare spazi

comuni di collaborazione e di recipro-

co sostegno.

L’idea di raccogliere gli alimenti per

tutto il periodo dell’anno, iniziativa del

resto già avviata da tempo nella par-

rocchia di San Giorgio, l’abbiamo pre-

sa da loro e ci è sembrata una buona

idea anche per noi, come ho già det-

to. Al più presto ci incontreremo di

nuovo per continuare insieme il cam-

mino appena avviato.

(a cura di Alberto Meggiorini)

S O C I A L E : NOTIZIE DALLA CARITASNOTIZIE DALLA CARITASNOTIZIE DALLA CARITASNOTIZIE DALLA CARITAS Cosa possiamo fare per dare concretamente una manoCosa possiamo fare per dare concretamente una manoCosa possiamo fare per dare concretamente una manoCosa possiamo fare per dare concretamente una mano

P a g i n a 7 A n n o I I I ° - N u m e r o : 1 2 - D i c e m b r e 2 0 1 0

INCONTRO CULTURALE/INFORMATIVO SULLE NUOVE DIPENDENZEINCONTRO CULTURALE/INFORMATIVO SULLE NUOVE DIPENDENZEINCONTRO CULTURALE/INFORMATIVO SULLE NUOVE DIPENDENZEINCONTRO CULTURALE/INFORMATIVO SULLE NUOVE DIPENDENZE Promosso dal Comune di Castelbelforte, A.C.S., Biblioteca comunale, Ass. S.BiagioPromosso dal Comune di Castelbelforte, A.C.S., Biblioteca comunale, Ass. S.BiagioPromosso dal Comune di Castelbelforte, A.C.S., Biblioteca comunale, Ass. S.BiagioPromosso dal Comune di Castelbelforte, A.C.S., Biblioteca comunale, Ass. S.Biagio

il 24 settembre presso il centro poli-

valente “A. Bennati“ alla presenza di

un numeroso pubblico, si è svolto un

incontro culturale e informativo per

capire conoscere e affrontare le nuo-

ve dipendenze psicologiche date dal

gioco d’azzardo (slot-machine, poker,

lotto, gratta e vinci ecc..) sesso virtua-

le e non, shopping e internet.

Talvolta queste attività possono di-

ventare oggetto di dipendenza psico-

logica, che spinge alla ricerca compul-

siva dell’oggetto, fino a provocare

conseguenze gravi per chi ne è colpi-

to ma anche per i familiari, con riper-

cussioni sulla vita lavorativa e sociale.

Relatore della serata il dott. Cesare

Guerreschi professore in psichiatria e

psicologia, presidente del centro

S.I.I.P.A.C. (società italiana intervento

patologie compulsive) con sedi a Bol-

zano e Roma. Tra i presenti il parroco

don Alberto, liberi professionisti, psi-

cologi del consultorio matrimoniale di

Mantova e i medici di base dott.ssa

Papotti e dott. Rondelli. Dopo il saluto

del sindaco Graziella Bussolini, con gli

assessori Sogliani e Marini, il profes-

sor Guerreschi ha aperto le porte di

un mondo del quale a fatica si parla

perchè non conosciuto. Il gioco non

uccide direttamente come alcool e

droga ma la sua pericolosità è allo

stesso modo elevata. I problemi na-

scono quando il piacere del gioco

diventa un’impulso incontrollabile,

l’esistenza è sconvolta, si arriva a

rubare in famiglia e a volte con ricor-

so all’usura per procurarsi il denaro,

si stravolgono i rapporti familiari con

la negazione dell’evidenza e dei fatti.

Il gioco d’azzardo patologico è una

vera e propria malattia e non un brut-

to vizio. Il fatto più grave è che i gioca-

tori stessi non si rendono conto della

gravità del loro problema fino a quan-

do non cadono nella rovina economi-

ca e nella disperazione. Per questo

motivo non sono direttamente loro a

rivolgersi a chi potrebbe aiutarli, ma

sono i familiari a chiedere aiuto quan-

do la situazione diventa insostenibile.

È proprio per quest’ultima frase, che

bisogna prendere l’iniziativa prima,

accettare la situazione e non essere a

ritroso nel voler chiedere aiuto alle

strutture preposte, chiedendo anche

informazioni al proprio medico di ba-

se che indirizzerà per una prima dia-

gnosi nel migliore dei modi.

Ricordiamo che il gioco coinvolge tut-

te le fasce d’età, ceti sociali e indistin-

tamente uomini e donne. La serata è

proseguita, con grande attenzione dei

presenti, con altre tipologie di compul-

sività, drammatiche e altrettanto gra-

vi, verso il sesso, shopping e internet.

Le abitudini di vita delle persone sono

sottoposte a questo tipo di stimoli

pressanti, che alimentano la fragilità

di taluni individui, e li portano alla

dipendenza. Lo scopo della serata è

stato quello di fornire un utile infor-

mazione che permetta a tutti coloro

che vengono in contatto con queste

realtà, di attivare correttamente le

proprie risorse e informazioni al fine

di aiutare a vincere queste problema-

tiche aiutando persone singole e fa-

miglie. Il dott. Guerreschi ha omaggia-

to la biblioteca comunale dei testi da

lui scritti sulle varie patologie, con la

speranza di dare a chiunque la possi-

bilità, di poter approfondire le cono-

scenze sugli argomenti trattati.

(a cura di Mara Negri)

Per i ragazzi di Mantova sono state

studiate alcune proposte dall’ufficio

di pastorale giovanile diocesano.

Vediamole nel dettaglio:

Proposta AProposta AProposta AProposta A

11111111----22222222 Agosto:Agosto:Agosto:Agosto: IN PULMANIN PULMANIN PULMANIN PULMAN Lourdes + Lourdes + Lourdes + Lourdes +

Gemellaggio Calahorra + MadridGemellaggio Calahorra + MadridGemellaggio Calahorra + MadridGemellaggio Calahorra + Madrid

COSTO:COSTO:COSTO:COSTO: € 650.00 (fino a 450 posti)

€ 690 (dal 450 in poi)

La quota comprende:La quota comprende:La quota comprende:La quota comprende:

Viaggio, Vitto e alloggio, Iscrizione alla

GMG, Kit ufficiale e diocesano

Cosa si fa nel gemellaggio?Cosa si fa nel gemellaggio?Cosa si fa nel gemellaggio?Cosa si fa nel gemellaggio?

11 Agosto: arrivo a Lourdes e pro-

ces sione dei flambeau

12 Agosto: nel pomeriggio arrivo a

Calahorra e sistemazione in 6 scuole

private cattoliche

13 Agosto: visita culturale al patrimo-

nio artistico della zona

14 Agosto: Celebrazione domenicale.

Nel pomeriggio faremo un tratto del

cammino di Santiago fino alla chiesa

di S. Juan de la Calzada dove il nostro

Vescovo terrà la catechesi conclusiva

a tutti i mantovani.

15 Agosto: messa dell’Assunta e par-

tenza per Madrid

Proposta BProposta BProposta BProposta B

16161616----22 Agosto: In aereo a MADRID 22 Agosto: In aereo a MADRID 22 Agosto: In aereo a MADRID 22 Agosto: In aereo a MADRID

COSTO:COSTO:COSTO:COSTO: € 790

La quota comprende:La quota comprende:La quota comprende:La quota comprende:

Viaggio a/r, iscrizione alla GMG, Kit

ufficiale e diocesano

Proposta CProposta CProposta CProposta C

16 16 16 16 ---- 22 Agosto IN PULMAN22 Agosto IN PULMAN22 Agosto IN PULMAN22 Agosto IN PULMAN a/r a/r a/r a/r

COSTO:COSTO:COSTO:COSTO: € 560.00 (con autobus con

un minimo di 45 persone)

La quota comprende:La quota comprende:La quota comprende:La quota comprende:

Viaggio, vitto e alloggio, iscrizione alla

GMG, Kit ufficiale e diocesano.

Per maggiori informazioni:

www.cpgmn.netwww.cpgmn.netwww.cpgmn.netwww.cpgmn.net

(a cura di Mattia Gobbi)

Giornata Mondiale della Gioventù: MADRID 2011Giornata Mondiale della Gioventù: MADRID 2011Giornata Mondiale della Gioventù: MADRID 2011Giornata Mondiale della Gioventù: MADRID 2011 Le proposte dell’ufficio di Pastorale giovanile diocesanoLe proposte dell’ufficio di Pastorale giovanile diocesanoLe proposte dell’ufficio di Pastorale giovanile diocesanoLe proposte dell’ufficio di Pastorale giovanile diocesano

P a g i n a 8 i n C O N T A T T O . n e t

Siamo i ragazzi di III media che il 24

ottobre 2010 hanno ricevuto il Sacra-

mento della Confermazione. Don An-

drea (Sacerdote di San Giorgio) e le

nostre animatrici ci hanno proposto di

andare, insieme ai ragazzi della co-

munità di San Giorgio, ad Assisi per

vivere un’esperienza insieme. L’idea

fu subito accettata con entusiasmo

da quasi tutti noi.

Così, la settimana dopo la Cresima, e

precisamente domenica 31 ottobre,

siamo partiti all’alba eravamo circa in

trenta. Quella mattina pioveva a dirot-

to, ma questo non ci ha fermato, fidu-

ciosi che ad Assisi ci fosse il sole! Il

viaggio in pullman non è stato partico-

larmente lungo e noioso; abbiamo

avuto l’occasione di conoscere nuovi

amici e salutare quelli che già cono-

scevamo dal Camposcuola.

Lorenz animava la corriera suonando

la chitarra con canti giovanili e gioiosi

e noi a squarcia gola cantavamo. Tra

un canto e l’altro siamo arrivati ad

Assisi. Dopo esserci sistemati nelle

stanze ed aver mangiato, con il pul-

lman abbiamo raggiunto la Basilica di

San Francesco. Dopo aver visitato la

Basilica Minore e poi la Basilica Supe-

riore, ci siamo recati nella cripta per

un momento di preghiera e meditazio-

ne personale. Eravamo in tantissime

persone attorno al Santo ed era in-

cantevole il silenzio e l’atmosfera che

ci avvolgeva; una pace indescrivibile.

Successivamente, non piovendo, il

Don e gli animatori ci proposero di

andare a San Damiano a piedi. Noi,

ignari della ripida salita che ci atten-

deva accettammo ma… quando mai!!!

La strada era lunga e faticosa ma

abbiamo avuto il piacere di ammirare

il paesaggio che ci circondava, nono-

stante fossimo esausti ed assetati.

Tanta pace, tanto silenzio, tanta tran-

quillità; non di certo la vita frenetica

che viviamo quotidianamente. Quan-

do siamo arrivati abbiamo anche avu-

to il piacere di visitare la casa di San-

ta Chiara. Ormai il tempo stringeva e

dovevamo ritornare alla Basilica per

partecipare alla Santa Messa.

Prima di arrivare, passando davanti

alla chiesa di Santa Chiara e avendo

qualche minuto a disposizione, en-

trammo desiderosi di vedere il croce-

fisso di San Damiano, proprio quello

che aveva parlato a San Francesco,

ma purtroppo era in corso la Messa e

ci siamo dovuti accontentare di vede-

re la tomba di Santa Chiara e alcune

reliquie. Dopo aver mangiato ed am-

mirato dall’alto il bellissimo paesaggio

notturno (Assisi illuminata) siamo

tornati alle “Stuoie”, l’albergo dove

alloggiavamo. Prima di andare nelle

stanze il Don ci obbligò a giocare al

gioco dei nomi un po’ insulso per noi,

anche se così abbiamo potuto scam-

biare quattro risate prima di andare

nelle stanze a “dormire”.

Il giorno seguente, un po’ assonnati,

dopo aver fatto colazione ci siamo

avviati verso S. Quirico, dove abbiamo

avuto il piacere di ascoltare Suor Ma-

ria Chiara

(una suo-

ra di clau-

sura) che

ci ha raccontato la sua vita e la gioia

di aver conosciuto Gesù. Una testimo-

nianza veramente toccante che ci

incantò nell’ascoltarla mentre ci par-

lava con il cuore, la gioia e la sempli-

cità impresse nel volto di questa ra-

gazza erano indescrivibili. Era meravi-

glioso come questa persona, nono-

stante avesse lasciato i genitori, gli

amici e tutto ciò che noi al mondo

d’oggi riteniamo indispensabile fosse

così felice “grazie a Gesù”.

Terminata la testimonianza ognuno di

noi, essendo la festività di Tutti i Santi

ha estratto il suo Santo protettore e

suor Maria Chiara ha messo a ciascu-

no attorno al collo un TAU (croce fran-

cescana), in ricordo di questa bellissi-

ma esperienza.

Prima di pranzare ci siamo recarti a

pregare un po’ all’interno della Por-

ziuncola, (una piccolissima e sempli-

cissima chiesetta dove San Francesco

andava a pregare; questa si trova

all’interno della grande Basilica di

Santa Maria degli Angeli).

Questa esperienza è arrivata al termi-

ne e siamo dovuti ritornare a casa

anche se con molto entusiasmo di

raccontarvi tutto ciò.

(a cura di Clelia, Martina, Carlotta,

Eleonora, Sabrina, Nicole, Danny,

Luana, Angelica, Simone, Andrea,

Viviana, Jessica)

SU L L E ORME D I S AN F R ANCESCOSU L L E ORME D I S AN F R ANCESCOSU L L E ORME D I S AN F R ANCESCOSU L L E ORME D I S AN F R ANCESCO I r a g a z z i d i I I II r a g a z z i d i I I II r a g a z z i d i I I II r a g a z z i d i I I I aaaa m e d i a i n p e l l e g r i n a g g i o a d A s s i s im e d i a i n p e l l e g r i n a g g i o a d A s s i s im e d i a i n p e l l e g r i n a g g i o a d A s s i s im e d i a i n p e l l e g r i n a g g i o a d A s s i s i

Il 23 di ottobre noi ragazzi 94-95-96 ,

facenti parte del nuovo gruppo giova-

ni, ci siamo trovati in oratorio per un

nuovo esperimento: una folle nottata

accompagnati dai nostri catechisti per

conoscerci meglio e per fare amicizia

tutti insieme .

Ritrovo ore 19.00 : dopo un po’ di

cagnara siamo finalmente riusciti a

sederci in cerchio ed a capire il

significato e il ruolo di questo nuovo

gruppo . Si tratta di alcuni ragazzi che

si impegnano attivamente nella par-

rocchia (affiancati dall’ ANSPI) a rea-

lizzare iniziative per riunire la comuni-

tà. E dopo questa bella chiacchierata

finalmente … PIZZA !!!

Durante la serata abbiamo fatto alcu-

ni giochi per legare insieme e infine ci

siamo preparati per la notte.

È stata un luuuuunga “notte” grazie a

vari inconvenienti (e fu così che arrivò

la fine del povero materassino della

Flo) e alcuni personaggi non meglio

identificati (Alice e Nicolò) che hanno

“bagolato” tutta la notte.

Al mattino tutti belli freschi e riposati

abbiamo sistemato l’oratorio e poi …

tutti quanti a messa per le Cresime.

E’ stata proprio una bella esperienza

e finalmente abbiamo compreso lo

“stare insieme”.

La messa è finita ,andate in pace.. =)

(a cura di Vittoria e Alice)

NOTTE IN ORATORIO!NOTTE IN ORATORIO!NOTTE IN ORATORIO!NOTTE IN ORATORIO!

P a g i n a 9 A n n o I I I ° - N u m e r o : 1 2 - D i c e m b r e 2 0 1 0

Anche nella nostra chiesa si trova

l’immagine di Santa Rita da Cascia, e

precisamente nell’altare della Madon-

na c’è un un dipinto della santa detta

“dei casi disperati o degli impossibili”.

Scopriamo insieme la storia di questa

donna pia e capire perché tante per-

sone sono devote a lei.

BIOGRAFIABIOGRAFIABIOGRAFIABIOGRAFIA

La prima parte della vita di santa Rita

è piuttosto oscura sappiamo che si

chiamava Margherita Lotti nata a Roc-

caporena (PR) nel 1381. Figlia unica

di Antonio Lotti e Amata Ferri, essi le

insegnarono a leggere a scrivere ed

erano persone molto religiose.

Rita era una ragazza mite che asse-

condava i desideri dei genitori.

Affascinata dalla famiglia Agostiniana,

Rita desiderava farsi suora, ma per

volere dei genitori si sposò.

Come era usanza del tempo, i matri-

moni venivano programmati fin da

giovanissimi età, soprattutto quando

l’età dei genitori cominciava ad esse-

re avanzata.

Quindi all’età di sedici anni Rita andò

in sposa a Paolo Mancini (detto Paolo

di Ferdinando), ufficiale comandante

della guarnigione di Collegiacone,

descritto come un uomo di carattere

molto orgoglioso, autoritario e discen-

dente della nobile famiglia Mancini.

Ebbero due figli forse gemelli: Gian-

giacomo Antonio e Paolo Maria.

Rita si dedicò instancabilmente alla

sua famiglia, creando le premesse

per la conversione del marito.

Infatti avvicinò il suo sposo alla

fede ed educò i suoi figli alla religio-

ne. Proprio quando l’unione matrimo-

niale sembrava andare bene che durò

circa diciotto anni, il marito fu ucciso

mentre rincasava, da suoi nemici,

forse per rancori passati. Rita, cre-

dente fino in fondo, perdona gli as-

sassini del marito, ma si angoscia

quando comprende che i figli intra-

prendono la strada della vendetta.

Si affida alla preghiera, auspicando

addirittura la loro morte fisica piutto-

sto che vederli responsabili di atti di

violenza e quindi la morte dell’anima.

Poco tempo dopo i due ragazzi si am-

malarono contemporaneamente e

muoiono.

Per tre volte chiese inutilmente di

entrare presso il monastero agostinia-

no di Santa Maria Maddalena di Ca-

scia.

Qui però entra dopo aver pacificato la

famiglia del marito e la famiglia

dell’assassino.

Rita visse nel monastero per

quarant’anni dedicandosi alla pre-

ghiera.

Molti sono i segni soprannaturali che i

credenti attribuiscono a Santa Rita da

Cascia: la sera del venerdì santo dopo

la predica di Frà Giacomo della Mar-

ca, affascinata dalla narrazione della

Passione di Cristo avrebbe ricevuto

una spina della corona di Gesù che si

conficcò nella sua fronte.

La madre badessa rifiutò, dopo tale

evento, la richiesta della santa a par-

tire per Roma in pellegrinaggio con le

altre suore. Però il giorno prima di

partire, la tradizione vuole che la spi-

na in fronte sparì e così Rita potè par-

tire. La spina fu portata da Rita per

quindici anni.

Il giorno del suo battesimo sarebbero

apparse api bianche sulla sua culla,

api nere sul letto di morte, una rosa

rossa fiorita in pieno inverno e due

fichi sull’albero del suo orto.

Prima di morire mandò sua cugina a

prenderli.

Alla sua morte, avvenuta il 22 maggio

1457, il suo corpo viene collocato in

una cassa di pioppo chiamata codex

miracolorum , eseguita da Cecco Bar-

bari, soltanto nel 1462 viene realiz-

zata la cassa solenne.

La venerazione di Rita da Cascia da

parte dei credenti iniziò subito dopo la

sua morte e fu caratterizzata dal nu-

mero e dalla qualità degli eventi stra-

ordinari riferiti alla sua intercessione,

tanto che divenne soprannominata

“santa dei casi impossibili” perchè dal

giorno della sua morte “scese” a fian-

co dei più bisognosi realizzando per

loro miracoli prodigiosi detti

“impossibili”.

La sua beatificazione è del 1623, 180

anni dopo la sua morte da parte di

papa Urbano VIII Barberini.

Leone XIII nel 1900 la canonizza co-

me santa.

Il corpo della Santa è custodito in una

teca di vetro, in un ambiente del con-

vento annesso alla basilica: da esso

si può osservare attraverso una grata

e il corpo risulta mummificato.

(a cura di Floriana Bissoli)

HANNO DETTO DI LEI:HANNO DETTO DI LEI:HANNO DETTO DI LEI:HANNO DETTO DI LEI:

Rita è la "donna FORTE" e la "vergine

SAGGIA" della quale ci parla la Scrit-

tura che in tutti gli stati della vita indi-

ca, non già a parole, quale sia la via

autentica della santità come

sequela fedele di Cristo fino alla Cro-

ce. (Papa Giovanni Paolo II)

Avrebbe potuto essere una mediocre

o anche una pessima cristiana, ina-

sprita dalla sofferenza e provocata

alla ribellione. Fu invece una santa.

(A. Trapè)

P ER T U T T I I S AN T I D E L PA R AD I SO !P ER T U T T I I S AN T I D E L PA R AD I SO !P ER T U T T I I S AN T I D E L PA R AD I SO !P ER T U T T I I S AN T I D E L PA R AD I SO ! 2 2 M a g g i o : S a n t a R i t a d a C a s c i a2 2 M a g g i o : S a n t a R i t a d a C a s c i a2 2 M a g g i o : S a n t a R i t a d a C a s c i a2 2 M a g g i o : S a n t a R i t a d a C a s c i a

Il corpo della Santa custodito nella teca

P a g i n a 1 0 i n C O N T A T T O . n e t

C U L T U R A :

Tre diverse prospettive per tentare di riallacciare un discorso che si era concluso dieci anni fa con l'album "Club Privè" e la colonna sono-ra di "Almost Blue" e che si è riaperto da non molto tempo grazie alla sono-rizzazione de "La Caduta della casa degli Usher" e a questo nuovo album "Cattive Abitudine". Un ritorno delicato perchè le parole di Emidio Clementi hanno segnato un'e-poca e anche chi è arrivato dopo il loro temporaneo scioglimento ha su-bito il fascino delle loro storie intrise di quotidianità e poesia. "Cattive Abi-tudini" non cambia gli snodi fonda-mentali dalla loro poetica ma somma tutte le tappe del loro percorso in un emozionante costruzione che fa dell'interazione tra le chitarre di Stefa-no Pilia, nuovo entrato in formazione, e di Egle Sommacal una delle più bel-le sorprese di questo nuovo capitolo

dei Massimo Volume. Infatti Mimì( Clementi) ha recentemente parlato alla rivista Rumore dicendo che "l'entrata di Pilia ha portato una ven-tata di aria fresca" e che "questa è la migliore formazione di sempre" e cer-tamente pochi altri gruppi italiani pos-sono vantare due chitarristi così preci-si sia nelle canzoni più veloci(Litio) che in quelle più riflessive (Le nostre ore contate). Ma ci sono altri assi nel-la manica e uno di questi è il drumming mai sopra le righe, sempre delicato eppure incisivo di Vittoria Burattini(Via Vasco De Gama). Insomma nulla è cambiato se non alcuni dettagli che mostrano però come ci possa essere dignità in un'o-pera che potrebbe sembrare ad alcu-ni una delle tante reunion del periodo. Cosa che non è. Tutto quello che ho detto finora ha ricevuto puntale con-

ferma al Ctrl+c festival dove, dopo un deludentissimo The Field, salgono sul palco i Massimo Volume. Una successione che non segue alcun filo logico ma i ragazzi del Ctrl hanno mostrato in 4 anni di vita della loro creatura che anche in una città relati-vamente piccola è possibile invitare grandi ed alternativi nomi di fama mondiale (ultimi in ordine cronologico sono Josephine Foster, Johann Johan-nsson e Mieka Kanno) e per questo saremo sempre dalla loro parte. Tornando al concerto i Massimo Volu-me sono un'entità che necessità di poco, giusto qualche luce e un telo dietro di loro, nessun visuals per rime-diare ad una scarsa presenza sceni-ca. Occupano lo spazio e il tempo catapultandoci nel loro mondo con enorme classe. Live di sostanza, per cuore e cervello.

La stagione Teatrale del Comune di Mantova si è aperta il 28 ottobre al Teatro Ariston con Verdesperanza,uno spettacolo gratuito basato sulla rac-colta di poesie "Alberi" di Jacques Prèvert, è proseguita il 23 novembre con "Chi non la pensa come noi" in cui Alberto Patrucco ha interpretato alcu-ni brani di Georges Brassens per arri-vare all'Otello di Shakespeare il 29 novembre. Avendo partecipato sola-mente a quest' ultimo , grazie al mai troppo glorificato progetto "Drama" del Liceo Classico Virgilio, posso spen-dere qualche parola su di esso. Trala-sciando le prime scene che sono sta-te penalizzate da un taglio comico troppo marcato che poco aveva a che fare con la successiva resa delle vi-cende, questo è stato uno degli spet-tacoli più intensi che abbia mai visto, paragonabile soltanto alla Tempesta ( guarda caso sempre di Shakespeare si tratta) della passata stagione. Gran ritmo, tempismo perfetto per gli alleggerimenti e finale che taglia di netto la conclusione evitando il ri-schio del patetismo.

Ora il programma dei prossimi spetta-coli con qualche notazione: 11 gennaio 11 gennaio 11 gennaio 11 gennaio ---- Teatro AristonTeatro AristonTeatro AristonTeatro Ariston con Antonio Calenda in Edipo Re Scongliato, Branciaroli promette tanto e mantiene poco. L'allievo non supera il maestro( Carmelo Bene) 17 gennaio 17 gennaio 17 gennaio 17 gennaio ---- Teatro AristonTeatro AristonTeatro AristonTeatro Ariston con Samuel Adamson in Tutto su mia madre. Se il cinema di Almodòvar sembra in un momento di ristagno forse che una rivisitazione teatrale possa riappacificarci con lui? 31 gennaio 31 gennaio 31 gennaio 31 gennaio ---- Teatro AristonTeatro AristonTeatro AristonTeatro Ariston Fedor Dostoevskij in Le notti bianche Imperdibile. Memori di "Novecento" di Baricco e del recentissimo "Caligola" a Marmirolo ( invero un po' al di sotto dell'enorme potenzialità espressa in Novecento") aspettiamo un nuovo capolavoro. 8 febbraio 8 febbraio 8 febbraio 8 febbraio ---- Teatro SocialeTeatro SocialeTeatro SocialeTeatro Sociale Ruggero Cappuccio in Don Chisciotte Herlitzka, premiato come miglior atto-re al Mantova Film Fest 2010 per il film "Narciso, nei panni di Don Chi-sciotte e Lello Arena( Sancho Panza) per rivivere il capolavoro di Cervantes. 15 febbraio 15 febbraio 15 febbraio 15 febbraio ---- Teatro SocialeTeatro SocialeTeatro SocialeTeatro Sociale Marco Bellocchio in I pugni in tasca

Il 2010 è l'anno di Bellocchio a Manto-va. Prima la regia del "Rigoletto" e poi una gustosissima retrospettiva al cine-ma Mignon che rivede proprio il rappor-to cinema-teatro nella sua poeti-ca.Evento necessario per recuperare la prima folgorante pellicola di Bellocchio. 28 febbraio 28 febbraio 28 febbraio 28 febbraio ---- Teatro SocialeTeatro SocialeTeatro SocialeTeatro Sociale Carlo Goldoni in Il Bugiardo Se Pirandello è il portavoce della tra-gedia italiana nel mondo, Goldoni è quello della Commedia. Fondamenta-le la sua riforma totale del teatro e affascinante il suo percorso artistico. Intramontabile. 15 marzo 15 marzo 15 marzo 15 marzo ---- Teatro AristonTeatro AristonTeatro AristonTeatro Ariston Fausto Paravidino in La malattia della famiglia M. Dopo tanti classici final-mente un'opera recente, scritta a soli 24 anni da Paravidino. Tutto da sco-prire. 31 marzo 31 marzo 31 marzo 31 marzo ---- Teatro AristonTeatro AristonTeatro AristonTeatro Ariston Valter Malosti in Molier/La scuola delle mogli Goldoni è l'uomo della riforma in italia, Molière però ne è il grande precursore in Francia. Più ardito nella sua critica al sistema, firma pagine di grandissimo realismo e finissima analisi psicologica.

STAGIONE TEATRALESTAGIONE TEATRALESTAGIONE TEATRALESTAGIONE TEATRALE

(a cura di Salvatore Massimino) “Cattive Abitudini” (La tempesta Dischi)“Cattive Abitudini” (La tempesta Dischi)“Cattive Abitudini” (La tempesta Dischi)“Cattive Abitudini” (La tempesta Dischi) Live al Ctrl+c festival a CarpiLive al Ctrl+c festival a CarpiLive al Ctrl+c festival a CarpiLive al Ctrl+c festival a Carpi

LA NATURA E I SUOI SIMBOLILA NATURA E I SUOI SIMBOLILA NATURA E I SUOI SIMBOLILA NATURA E I SUOI SIMBOLI Alla scoperta dei significati delle roseAlla scoperta dei significati delle roseAlla scoperta dei significati delle roseAlla scoperta dei significati delle rose

P a g i n a 1 1 A n n o I I I ° - N u m e r o : 1 2 - D i c e m b r e 2 0 1 0

Da qualche anno mi occupo per puro

interesse personale di iconografiaiconografiaiconografiaiconografia

(parola di origine greca che si occupa

di descrivere ed interpretare quanto

raffigurato nelle opere d’arte), che si

trovano soprattutto nell’arte pittorica

italiana, ma anche nelle icone russe

che un giorno ho scoperto ad una

mostra, e l’abilità di un signore di

spiegarne con una cura affascinante i

simboli, i colori e il loro significato,

spiegando il perché l’artista ha dipin-

to una rosa invece di un altro fiore,

una pianta di salice anziché una quer-

cia… facendomi scoprire un mondo

semplice ma ricco di sfumature

all’interno di queste opere, che di

solito guardiamo con molta superficia-

lità. Naturalmente con molta mode-

stia mi piacerebbe trasmettere anche

a voi, specialmente ai più giovani, la

curiosità di guardare all’interno di

quadri, sculture, icone …. Il mondo

meraviglioso di notizie che possono

dare, dall’epoca a quello che l’artista

voleva dire.

Volevo partire dal mondo vegetale; le

piante da sempre hanno ispirato leg-

gende, miti e sono diventate simboli

ormai universali, come la palma che

evoca la vittoria e l’ulivo la pace. Il

mondo contadino ne ha tratto novel-

le, proverbi e modi dire.

Nel mio peregrinare in mezzo a fiori e

piante vi racconterò di personaggi

fiabeschi, di protagonisti dell’Antico

Testamento e di santi, di riti religiosi e

profani. Come ebbe a spiegare Pavel

Florenskij nel suo saggio sulle icone:

“contemplando un albero vi coglierà

l’immagine del cosmo perché porta

frutti e periodicamente si rigenera”.

Ricordiamo il nostro San Francesco

che nel Cantico delle Creature loda il

Signore per la natura che ci ha dona-

to che è segno del suo amore per gli

uomini.

Siete pronti ad entrare in questo mon-

do fatto di colori, profumi, e sensazio-

ni?…..andiamo !

LA ROSALA ROSALA ROSALA ROSA

Simbolo d’amore, la rosa era sacra a

Venere, Narra il mito che, dalla schiu-

ma del mare, da cui la dea nasce,

spunta un cespuglio spinoso che, irro-

rato dal nettare degli dei, fa fiorire

rose bianche. Nell’antichità la rosa

aveva anche una connotazione fune-

raria, tanto che nell’antica Roma la

festa delle rose, RosaliaRosaliaRosaliaRosalia, rientrava

nelle cerimonie legate al culto dei

morti. Nella tradizione cristiana il fiore

è associato all’immagine di Maria

Vergine, Secondo un’antica leggenda,

infatti prima della caduta dell’uomo la

rosa era priva di spine, e la Vergine è

detta “rosa senza spine” perché non

è stata toccata dal peccato originale.

La rosa evoca tanti e diversi simboli: il

più elementare, ispirato alla sua bre-

ve durata, è la breve durata della vita,

come Decimo Magno Ausonio scrive-

va nel IV secolo:

Un unico giorno abbraccia la vita

della rosa, in un istante essa unisce

gioventù e vecchiaia.

Ispirandosi a questa immagine i poeti

del Medioevo l’associarono alla fugge-

vole bellezza femminile.

La struttura concentrica ha evocato

anche l’idea della ruota, simbolo del

tempo che scorre, dell’eterno ciclo di

vita-morte-vita. E non per caso l’oculo

a raggiera aperto nelle facciate delle

chiese, che gli storici dell’arte, chia-

mano rosone, rosone, rosone, rosone, è detto propriamente

rota. Nel Medioevo, un ramoscello di

rose d’oro diventò il simbolo di Cristo.

Nella quarta domenica di quaresima

si svolgeva in San Pietro una cerimo-

nia che risaliva al 1096 quando papa

Urbano II, alla fine del Concilio di

Saint-Martin de Tours, benedisse la

prima rosa d’oro. Il pontefice giunge-

va all’altare col piviale e la stola rosa

in quel giorno detto Domenica Laeta-

re o delle Rose; ancora adesso nella

stessa domenica i sacerdoti hanno i

paramenti di questo colore. “Eva spi-

na, Maria rosa” diceva san Bernardo

di Claivaux riassumento la contrappo-

sizione fra la prima

donna e la madre di

Gesù. In onore della

Rosa-Maria si recita

il rosario, che comin-

ciò a diffondersi all’inizio del XII seco-

lo con il nome di salterio mariano.

Il linguaggio dei fiori:Il linguaggio dei fiori:Il linguaggio dei fiori:Il linguaggio dei fiori:

- rosa bianca -> il silenzio e la saggez-

za ma anche il candore e l’innocenza;

- rosa canina –> l’indipendenza ma

anche la poesia;

- rosa gialla –> infedeltà e vergogna;

- rosa tea –> gentilezza;

- rosa rossa -> amore.

L’era l’an 1947, era pena fnì la guera,

Me padar l’era malà, dai fasisti l’era

stà ruinà.

Nuantar a serum in nof fradei, tuti

bianc, rus, mal vestì, ma bei…

A la matina andaum a scola, con i

trocui cun dentar la paia,

Parchè i calset i mancava e mi cun an

paltudin pesà ca aml’ha dat un ca glò

admandà.

Andava par carità, a purtava a cà un

spurtin con dentar trì grustin chi ghe-

ra restà ai fioi di sior

Puarin...rivava a casa al vudava insi-

ma la tuala, tuti i me fradei cun li la-

grimi ai oci e li bava a la boca…

Arivava me Madar:

“Ste fermi, guai chi’l tuca”

La snà spartea an tuclin prun, sinò

agn’era par nisun.

Cume l’era bruta la fam, cara la me

gent..

C’un na ciopa at pan e an po’ at lat in

n’a scudela, pensa la mè vita cum’la

saria stada bela…

di Afro Negri

F L O R A R I O :

UN TRISTE RICORDOUN TRISTE RICORDOUN TRISTE RICORDOUN TRISTE RICORDO

(a cura di Floriana Bissoli)

P O E S I A :

P a g i n a 1 2 i n C O N T A T T O . n e t

I SAPORI DI UNA VOLTAI SAPORI DI UNA VOLTAI SAPORI DI UNA VOLTAI SAPORI DI UNA VOLTA Le ricette della nostra tradizioneLe ricette della nostra tradizioneLe ricette della nostra tradizioneLe ricette della nostra tradizione

I CRAUTII CRAUTII CRAUTII CRAUTI Non è un piatto tipico delle nostra

zona, è un piatto del trentino alto

adige, e più in su, ma anche da noi ci

sono cultori di questo contorno un

po’ particolare che si accompagna

molto bene con i cotechini, che inve-

ce sono salumi tipici della pianura

padana e del periodo in cui ci trovia-

mo, quindi daremo la ricetta per chi

sa apprezzare questa verdura…..e

chi sa, che chi arriccia il naso non si

ricreda…. tutto è possibile in cucina.

INGREDIENTI: INGREDIENTI: INGREDIENTI: INGREDIENTI: per quattro persone: -

1 cavolo cappuccio grosso oppure 2

piccoli; Sale e pepe; Aceto quanto

basta; Olio di girasole; Qualche chio-

do di garofano; 1 dado

PREPARAZIONE:PREPARAZIONE:PREPARAZIONE:PREPARAZIONE: Tagliate il cappuccio

a strisce fini e lavatele bene, ponete-

le in una pentola capiente, salate e

pepate e aggiungete un po’ di olio,

durante la cottura è possibile si formi

tanta acqua, quindi scolatela e ag-

giungete ancora un po’ d’olio. Quan-

do il cappuccio comincia a cambiare

colore aggiungete un po’ di aceto

(aggiungete l’aceto sempre un po’

alla volta perché i crauti non risulti

troppo aspri) e continuate a cuocere

la verdura aggiungendo i chiodi di

garofano. La cottura dei crauti deve

essere lenta, aggiungendo di tanto in

tanto aceto, sale e pepe finchè i

crauti sono giusti di sale e agri il giu-

sto senza esagerare, perché non

risultino troppo forti.

Vi dò un consiglio: preparate i crauti

il giorno prima della consumazione,

saranno sublimi e possono accompa-

gnare il cotechino, ma anche un

buon brasato. Accompagnate con un

buon vino rosso, visto il periodo az-

zarderei un novello di sangiovese……

e buon appetito.

P.S.: dedico questa ricetta al ricordo

di mia mamma da cui l’ho imparata

e a Monica che gentilmente l’ha

chiesta e che è una buongustaia.

(a cura di Nonna Flo)

SI RINGRAZIA:SI RINGRAZIA:SI RINGRAZIA:SI RINGRAZIA:

È con questa frase

---- “Miracolo a Betlemme” “Miracolo a Betlemme” “Miracolo a Betlemme” “Miracolo a Betlemme” ––––

che molte testate giornalistiche hanno

commentato la partita di calcio dispu-

tata tra la Seleçao Internazionale Sa-

cerdoti e la Federazione Calcio Palesti-

nese.

L’esperienza della partita di calcio a

Betlemme nei Territori occupati è ser-

vita soprattutto a noi, alla squadra,

per renderci conto dell’importanza

strategica dello sport e dei legami che

si possono vivere e celebrare con altri

cristiani che vivono in situazioni in cui

la fede è il punto fondante di tutta

un’esistenza. Abbiamo vissuto una

festa unica. Indipendentemente dal

risultato, era per noi fondamentale

esserci e testimoniare da preti la no-

stra adesione a questa Terra Santa.

L’esperienza è stata vissuta il 26 otto-

bre scorso allo stadio Al-Khader di

Betlemme, dove la Seleçao Internazio-

nale Sacerdoti Calcio ha disputato una

partita di calcio contro la Nazionale

palestinese, all’insegna dello slogan

Sacerdoti di pace: i nostri messaggeri

per una vita senza frontiere, in occa-

sione del primo trofeo Diomira Travel

Un gol per la pace. L’idea, partita dalla

tour operator di Diomira Travel, Adria-

na Sigilli, che ha organizzato la trasfer-

ta dei sacerdoti, è stata fortemente

sostenuta da padre Ibrahim Faltas,

francescano egiziano, responsabile

della Fondazione Giovanni Paolo II per

il Medio Oriente, che ha creato

un’accademia di calcio per i giovani

palestinesi (Footoball Academy): «Qui il

calcio è tutto. I ragazzi lo adorano. È

un modo per farli uscire dalla violenza,

dall’Intifada. Tramite lo sport, si può

arrivare alla pace». Immergersi in un

mondo che senti che ti appartiene,

perché “tutto è nato lì”, ma che ora si

presenta così diverso e così apparen-

temente lontano, mi ha permesso di

sperimentare la grandezza dello sport,

capace davvero di superare gli stecca-

ti mentali che condizionano le relazio-

ni con le persone e che poi danno ori-

gine anche a steccati reali.

Infine, essere oggetto di

un’accoglienza così grande, così pro-

fonda come quella che ci ha dimostra-

to il popolo palestinese, mi ha stupito

non poco: noi in fondo siamo solo un

gruppo di (fortunati) preti calciatori.

Un’altra piccola pagina di storia è sta-

ta scritta. Ma il goal vero e vincente è

che almeno per questa volta le notizie

da Betlemme ci hanno raccontato che

la gente e soprattutto i bambini hanno

voglia di giocare, inneggiare alla gioia

del dono della vita, nonostante il muro

di separazione che ne limita la libertà.

(a cura di Don Alberto)

SELESELESELESELEÇÃÇÃÇÃÇÃO SACERDOTI CALCIOO SACERDOTI CALCIOO SACERDOTI CALCIOO SACERDOTI CALCIO La partita più importante continua a essere quella per la pace!La partita più importante continua a essere quella per la pace!La partita più importante continua a essere quella per la pace!La partita più importante continua a essere quella per la pace!