quale società per il futuro sociologico

4
Quale Società per il futuro Sociologico? di Glicerio Taurisano ______________________________________________________________ _____________ ______________________________________________________________ ___________ Quello che rappresentiamo, oggi, come individui mutualistici del nostro male è la “imperfetta” convinzione che il fenomeno del “colpevole non sono io” sia propria di una società ormai al degrado e che ci rende facile traslare dal concetto di una fenomenologia kantiana dell’approssimarsi alla soluzione che, una società è tale se libera ed è libera se essa è espressione di democrazia e civiltà. Un concetto che non rende difficile non solo percepire ma per lo più constatare che tutta la società italiana, intesa e vista con pensiero sociologico e morale, è ormai alle battute finali di un era che deve essere risanata, ricostruita e poi tutelata. Oggi siamo facili e propensi alla soluzione statica e immorale di colpevolizzare l’individuo, come soggetto unico della società che lo circonda, piuttosto che attribuire la “colpa” alla Società nel pieno della sua interezza; questo perché non siamo più capaci di riconoscerci come soggetti fondamentali, univoci ed essenziali per la nostra società, e ciò è male, le

Upload: glicerio-taurisano

Post on 25-Jul-2015

161 views

Category:

Documents


1 download

TRANSCRIPT

Page 1: Quale società per il futuro sociologico

Quale Società per il futuro Sociologico?

di Glicerio Taurisano___________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________

Quello che rappresentiamo, oggi, come individui mutualistici del nostro male è la

“imperfetta” convinzione che il fenomeno del “colpevole non sono io” sia propria di una

società ormai al degrado e che ci rende facile traslare dal concetto di una fenomenologia

kantiana dell’approssimarsi alla soluzione che, una società è tale se libera ed è libera se essa è

espressione di democrazia e civiltà.

Un concetto che non rende difficile non solo percepire ma per lo più constatare che tutta la

società italiana, intesa e vista con pensiero sociologico e morale, è ormai alle battute finali di

un era che deve essere risanata, ricostruita e poi tutelata. 

Oggi siamo facili e propensi alla soluzione statica e immorale di colpevolizzare l’individuo,

come soggetto unico della società che lo circonda, piuttosto che attribuire la “colpa” alla

Società nel pieno della sua interezza; questo perché non siamo più capaci di riconoscerci

come soggetti fondamentali, univoci ed essenziali per la nostra società, e ciò è male, le

immoralità individuali vengono oggi indicate come responsabili del degrado della Società, in

passato invece si aveva il concetto che era la Società che degradava l’individuo.

Il fenomeno, oggi in voga, è proprio quello di incolpare il “singolo” ed estraniarsi dall’idea di

contribuire alla soluzione di tale problema indicando, di contro, che è la Società che evidenzia

quel “soggetto” proprio a causa della denigrazione che facciamo verso noi stessi e verso il

concetto morale e civile di convivenza sociale.

La sociologia, “la scientia scientiarum” come definita dal fondatore Auguste Comte, è una

scienza in agitazione, questo per riflessione teorica e per considerazione della sua intrinseca

trasformazione naturale, soggettiva ed individualistica, non a caso essa è scienza che non si

esaurisce in un fatto conoscitivo, anzi più si allarga il contesto in cui la sociologia è

applicabile ed analizzabile e più essa si arrampica sulla trasformazione, evoluzione e alcune

volte sulla regressione.

Page 2: Quale società per il futuro sociologico

___________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________

Gli anni della sociologia nella sua estensione di studi sono stati senza dubbio tra la fine

dell’ottocento e l’inizio del novecento, facendo ricordo allo stesso Auguste Comte, a

Ferdinand Tönnies, Durkheim, Maximilian Carl Emil Weber, e tanti altri fino ad arrivare a

Franco Ferrazzotti il quale definiva la sociologia come “scienza dell’incertezza” e via “via” ad

altri illustri sociologi che hanno contribuito con studi a delineare per lo più la tesi più

accreditata sulla sociologia: essa è un concetto fondamentale della comunità per guardarsi

criticamente nel ruolo complesso ed unitario di società.

Una società che a quanto pare oggi non si riconosce più tale, proprio a causa della

disgregazione che essa ha subito a causa della impropria funzione che ogni individuo ha

voluto vestire: la personalizzazione di tutto ciò che lo circonda e il rifiuto totale di co-

partecipazione di una comunità quale espressione genuina di civiltà e moralità.

L’uomo oggi è abituato a guardare solo sui propri piedi e non volgere lo sguardo verso tutto

ciò che lo circonda, producendo distacco da concetti e percezioni che una sana community

possa risolvere l’inadeguato sistema anti-sociale che oggi si manifesta nel nostro Paese.

A concorrere verso questo degrado sociale ci sono diversi “attori”, dalla frenetica corsa

all’arrivismo, al protagonismo, agli obiettivi di ricchezze e di accumuli di beni,

dall’ostentazione all’individualismo, la mancanza di identità politica, il senso politico (poiché

anch’esso è sociale) e così via fino a riempirci la mente di cosa ci manca e cosa non abbiamo

mai avuto.

La Società , è un bene prezioso e come tale va riservato nella sua parte migliore che è

espressione genuina della sussistenza in un contesto comunitario, essa va lasciata evolversi, e

trasformarsi ogni qualvolta “agenti” esterni ne considerano il cambiamento, ma pur sempre va

tenuta custodita la sua valorizzazione, come componente essenziale della nostra quotidiana

vivibilità; occorre oggi rivedere la sociologia per far fronte al male che ci circonda o piuttosto,

interpellare la nostra coscienza al fine di riavvicinarci alla sociologia, nel pieno del suo

significato di studio e conoscenza? Sia nell’uno che nell’altro caso ci troveremo di fronte ad

Page 3: Quale società per il futuro sociologico

una insana preoccupazione risolutrice: abbiamo forse aspettato tanto, troppo, e oggi ci

troviamo a fare i conti con un sistema sociale ed una società che stenta a riconoscersi, e ne ha

ragione, poiché siamo noi i primi a non riconoscere la nostra società come tale.