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Promozione alute S Notiziario del CIPES Piemonte Confederazione Italiana per la Promozione della Salute e l’Educazione Sanitaria - Federazione del Piemonte IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFF. C.M.P. TO NORD PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNAA CORRISPONDERE LA RELATIVATASSA anno 10 / n. 4 settembre/ottobre 2004 TAXE PERCUE TASSA RISCOSSA TORINO CMP Sped. in Abb. Post. Art. 2 Comma 20/C - Legge 662/96 NR. 5/97 Torino - Conto N° 323/A Le Conferenze Nazionali della Rete Italiana degli HPH sono ormai diventate un importante appuntamento fisso. A partire dal 1997, le Reti regionali HPH si sono impe- gnate a sviluppare questi momenti di incontro per sensi- bilizzare gli operatori sanitari, le istituzioni e i soggetti sociali di riferimento sul tema della promozione della salute in ospedale, per mettere a confronto progetti ed esperienze concrete, per accrescere il livello scientifico e metodologico delle iniziative sviluppate e per fornire un contributo al movimento internazionale impegnato nella promozione della salute. Nel 2004 l’onere e l’onore di organizzare la Conferenza è toccato alla Rete Trentina degli Ospedali per la Promozione della Salute. Quasi 700 professionisti registrati nelle due giornate (la maggiore partecipazione verificatasi finora anche in sede internazionale) hanno approfondito la riflessione sui nuovi strumenti oggi necessari per governare i flussi organizzativi, relazionali e comunicativi che esistono tra i diversi soggetti coinvolti nella costruzione del sistema- salute e che creano una rete di interconnessioni molto articolata. Pazienti, operatori, comunità servite, associa- zioni di volontariato, istituzioni, mass media sono porta- tori ciascuno di una propria “cultura” della salute: i com- portamenti, le conoscenze, le credenze, i linguaggi, le norme e i valori, i modelli interpretativi e organizzativi, le definizioni e i sistemi di classificazione, le ipotesi di solu- zione sono diversi tra tutti questi soggetti e ciò definisce prospettive e punti di vista differenti, a volte difficilmente sovrapponibili e conciliabili tra di loro. La necessità (e anche l’urgenza) di favorire una con- vergenza è ormai sotto gli occhi di tutti. Sia le conoscen- ze maturate in ambito teorico (per esempio, i sistemi complessi, la governance, le reti) e sia quelle derivate dalla trincea del quotidiano (per esempio, la gestione ordinaria dei pazienti cronici, il passaggio delle informa- zioni tra i diversi ambiti assistenziali, la disponibilità delle risorse) sono ormai concordi nell’indicare che il migliora- mento dell’assistenza e della salute può derivare solo da un approccio globale che “costringa” i diversi soggetti a mettersi in relazione. Ciò non significa che bisogna solo mediare i diversi interessi e le diverse culture, ma che ciascuno deve diventare anche più competente, autono- mo e responsabile nel suo ruolo di “co-produttore” del- l’assistenza e della salute. L’obiettivo di favorire occasioni di incontro tra quanti in Italia si stanno adoperando per facilitare questa transi- zione culturale e gestionale ha avuto successo: non solo perché i Coordinatori delle Reti regionali HPH formal- mente riconosciute dall’OMS (la famiglia è ulteriormente cresciuta: la Rete della Campania si è aggiunta a quelle di Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia, Liguria, Toscana, Trentino, Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia) si sono potuti ritrovare, ma anche perché singoli operatori si sono conosciuti ed hanno cominciato a tes- sere relazioni individuali che possono far crescere le ini- ziative e sviluppare nuove idee. Vogliamo sperare che 8° Conferenza Italiana degli HPH a Riva del Garda Segue a pag. 2 Prom. Salute n.4/2004 8-10-2004 11:19 Pagina 1

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Promozione aluteSNotiziario del CIPES PiemonteConfederazione Italiana per la Promozione della Salute e

l’Educazione Sanitaria - Federazione del Piemonte

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anno 10 / n. 4 settembre/ottobre

2004

TAXE PERCUETASSA RISCOSSA

TORINO CMP

Sped. in Abb. Post.Art. 2 Comma 20/C - Legge 662/96NR. 5/97 Torino - Conto N° 323/A

Le Conferenze Nazionali della Rete Italiana degli HPHsono ormai diventate un importante appuntamento fisso.A partire dal 1997, le Reti regionali HPH si sono impe-gnate a sviluppare questi momenti di incontro per sensi-bilizzare gli operatori sanitari, le istituzioni e i soggettisociali di riferimento sul tema della promozione dellasalute in ospedale, per mettere a confronto progetti edesperienze concrete, per accrescere il livello scientifico emetodologico delle iniziative sviluppate e per fornire uncontributo al movimento internazionale impegnato nellapromozione della salute. Nel 2004 l’onere e l’onore diorganizzare la Conferenza è toccato alla Rete Trentinadegli Ospedali per la Promozione della Salute.

Quasi 700 professionisti registrati nelle due giornate(la maggiore partecipazione verificatasi finora anche insede internazionale) hanno approfondito la riflessionesui nuovi strumenti oggi necessari per governare i flussiorganizzativi, relazionali e comunicativi che esistono tra idiversi soggetti coinvolti nella costruzione del sistema-salute e che creano una rete di interconnessioni moltoarticolata. Pazienti, operatori, comunità servite, associa-zioni di volontariato, istituzioni, mass media sono porta-tori ciascuno di una propria “cultura” della salute: i com-portamenti, le conoscenze, le credenze, i linguaggi, le

norme e i valori, i modelli interpretativi e organizzativi, ledefinizioni e i sistemi di classificazione, le ipotesi di solu-zione sono diversi tra tutti questi soggetti e ciò definisceprospettive e punti di vista differenti, a volte difficilmentesovrapponibili e conciliabili tra di loro.

La necessità (e anche l’urgenza) di favorire una con-vergenza è ormai sotto gli occhi di tutti. Sia le conoscen-ze maturate in ambito teorico (per esempio, i sistemicomplessi, la governance, le reti) e sia quelle derivatedalla trincea del quotidiano (per esempio, la gestioneordinaria dei pazienti cronici, il passaggio delle informa-zioni tra i diversi ambiti assistenziali, la disponibilità dellerisorse) sono ormai concordi nell’indicare che il migliora-mento dell’assistenza e della salute può derivare solo daun approccio globale che “costringa” i diversi soggetti amettersi in relazione. Ciò non significa che bisogna solomediare i diversi interessi e le diverse culture, ma checiascuno deve diventare anche più competente, autono-mo e responsabile nel suo ruolo di “co-produttore” del-l’assistenza e della salute.

L’obiettivo di favorire occasioni di incontro tra quanti inItalia si stanno adoperando per facilitare questa transi-zione culturale e gestionale ha avuto successo: non soloperché i Coordinatori delle Reti regionali HPH formal-mente riconosciute dall’OMS (la famiglia è ulteriormentecresciuta: la Rete della Campania si è aggiunta a quelledi Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia,Liguria, Toscana, Trentino, Valle d’Aosta e Friuli-VeneziaGiulia) si sono potuti ritrovare, ma anche perché singolioperatori si sono conosciuti ed hanno cominciato a tes-sere relazioni individuali che possono far crescere le ini-ziative e sviluppare nuove idee. Vogliamo sperare che

8° Conferenza Italiana degli HPH aRiva del Garda

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2Promozione Salute

SOMMARIO

Promozione SaluteAnno 10, n°4 settembre - ottobre 2004

Notiziario bimestrale del CIPES Piemonte - Confederazione Italiana per laPromozione della Salute e l'Educazione Sanitaria - Federazione del Piemonte.Registrazione del Tribunale di Torino N°4686 del 3/9/1994

Sede: CIPES Piemonte, Via S. Agostino 20, 10122 TORINO, tel. 011/4310.762 -fax 4310.768 - E-mail [email protected] [email protected],www.cipespiemonte.itVersamenti quote adesione: C/C Postale n. 22635106; CC. n. 1692993 UniCredtBanca, Agenzia 08009, (CIN W, ABI 02008, CAB 01109); Codice Fiscale97545040012

Redazione: Mirella CALVANO Direttore Responsabile, Sante BAJARDIDirettore, Enrico CHIARA, Elena COFFANO, Mariella CONTINISIO, Anna RitaMERLI, Domenico MINGRONE Segreteria

Rubriche:Rete HPH: Piero ZAINA, Luigi RESEGOTTI;Città Sane: Enrico CHIARA;Scuola e salute: Guido PIRACCINI;ASL e GOES: Mauro BRUSA;Associazioni: Giuseppe CERVETTO;Centro Documentazione: Tommaso CRAVERO;DoRS: Claudio TORTONE, Elena COFFANO;NEWS: Renata SIMONOTTI;Vita CIPES: Giuseppe CERVETTO;Sala Celli: Giovannella ANTONIOLI;CIPES Cuneo: Maria Grazia TOMACIELLO;CIPES Campania: Fiorella COPPOLA;CIPES Sicilia: Salvatore CACCIOLAVignette: Claudio MELLANA, Dario MAIRANO

Hanno inoltre collaborato a questo numero:ASL 1, ASL 16, Pino ACQUAFRESCA, Marco BAJARDI, Maria Rita BARBERIS,Vanni CASTELLA, Franco DE BENEDETTI, Massimo DESPERATI, Mara FANI’,Carlo FAVARETTI, Edgardo FILIPPI, Giorgio GIUSTETTO, Eliana GOVERNA,Bruna GUARINO, Filomena LEONE, Stefano MANFREDI, Piera MARCARINO,Massimo MARIGHELLA, Luisa MARUCCO, Chiara MASIA, Daniela MASSIMO,Silvana PATRITO, Beppe RICCARDI, Graziella SAVOINI, Giuseppe SIGNORE,Mario SILVESTRO, Simonetta VALERIO, Elena VALLANA.

Fotografie: Archivio CIPES Piemonte Stampa: Tipografia Sarnub Srl Via De Gubernatis 21/A Torino, Tel 011.2297935

INVITO AI COLLABORATORILe notizie, gli articoli per il prossimo numero devono pervenire entro il 1 NOVEMBRE 2004, anche via FAX: 011.4310768, via E-Mail: [email protected] (possibilmente in forma-to Word 6 o 7) su cartelle da 30 righe per 60 battute.SONO GRADITI FOTO, DISEGNI, GRAFICI.

pag. 1 8 Conferenza Italiana degli HPH a Riva del Gardapag. 2 Comincia il viaggio di Allegri e longevipag. 3-4 Rete HPH: Resoconto 8 Conferenza. Formalizzato il

coordinamento HPH Valle d’Aostapag. 5.. Salute sicurezza lavoratori. Invece delle NEWS pag. 6-8 Città Sane altri passi nel cammino. Città Sane a

Cuneo e Valenza. I rifiuti. Per le medicine ci pensa Ippocrate. Incidenti Stradali. LEA

pag. 9 11 Sanità per pochi, Salute per tutti: Le riunioni di lavoroai confini tra efficacia e insofferenza

pag.12-14 ASL 1 ASL 3, ASL 4, ASL 7, ASL 8, ASL13, ASL16, ASL 20, ASO OIRM S. ANNA

pag. 15-16 Scuola e Salute: Prevenzione: un convegno imperdibile per i docenti. Obiettivo Minori. Mobbing

pag. 17 DoRS: www.dors.it rinnovato. Promozione salute eServizio Sanitario Regionale

pag. 18 Ce Do: Schede libri. Atti della Regione Piemontepag. 19-20 Vita Cipes: asterischi di vita. La via della sicurezza

stradale. Cipes a Novara e Valenzapag. 21 Associazioni: Cento anni dell’ ANPAS. Polisportiva

Marchesapag. 22-23 Cipes Cuneo: Il Forum delle alternative possibili.

SOS Salute. Progetto “Fuori dal coro…..”pag. 24 Convegno AAA. Convegno esperienze cliniche nelle

istituzioni

Comincia il viaggio di“Allegri & Longevi”La mostra con la quale sono stati presentati il 16 gen-

naio di quest’anno, nella Sala Celli, i disegni di ben 22umoristi che si sono cimentati a far sorridere sulle temati-che care al CIPES torna a far parlare di sé.

Nei prossimi giorni sarà ospitata da alcuneCircoscrizioni torinesi: - da Lunedì 25 ottobre a Venerdì 5 novembre 2004 alla

Circoscrizione VI Torino;- da Martedì 9 novembre a Martedì 16 novembre 2004

alla Circoscrizione VII – Torino;- da lunedì 6 dicembre a lunedì 13 dicembre alla

Circoscrizione V Torino;e poi girerà città e comuni della Provincia e della Regione.

Per ognuna delle nuove sedi espositive, il giorno dell’i-naugurazione, verrà scelto un tema di discussione e undisegnatore si produrrà in vignette in diretta che verrannoregalate ai presenti.

In ogni realtà sarà il padrone di casa a scegliere il temae il pubblico a cui riferirsi.

Insomma si potrà spaziare dalla scuola allo sport, dallaalimentazione all’ambiente, dalla prevenzione ai farmaciin compagnia di pensionati e studenti, casalinghe e ope-ratori sanitari.

Sempre però con un taglio che privilegia l’uso del lin-guaggio umoristico per far passare concetti seri e fonda-mentali.

Naturalmente la mostra può essere esposta anchepresso altre istituzioni, pubbliche o private, o in occasionedi manifestazioni e convegni.

Chi è interessato può prenotarla ai nostri numeri ditelefono.

Claudio Mellana

➯ Segue dalla prima pagina

anche l’atmosfera rilassata della cena sociale e delle danzeabbia positivamente influito la promozione della nostra salute!

I contributi scientifici prodotti dai diversi gruppi regionalisono stati numerosissimi e di grande qualità: questo è un indi-catore molto solido della crescita degli HPH. Come si è verifi-cato qualche anno fa in sede internazionale, le Conferenzesono ormai in grado di offrire ai partecipanti sia approcci teori-ci sempre più sofisticati e profondi che significativi esempi dibuona pratica.

L’Intesa di Sanremo è sempre più pratica quotidiana deinostri Ospedali. L’HPH può essere un eccezionale occasionedi motivazione per tutti i professionisti ed un terreno fecondodove le esigenze e le aspettative di chi è interessato alla salu-te possono trovare una realistica soddisfazione.

Nel 2005, arrivederci a Dublino in primavera e soprattutto aCourmayeur a settembre!!

CARLO FAVARETTI

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Le reti HPHLe reti HPHPromozione Salute

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➯ Segue a pag. 4

8° Conferenza Nazionale degliospedali per la promozionedella salute – Riva del GardaSabato 25 settembre. Al rientro a Torino da Riva del Garda,dove si è svolta l’8° Conferenza Nazionale della Rete Italianadegli ospedali per la promozione della salute, su Tuttolibri,supplemento de La Stampa , abbiamo la sorpresa di trovaredescritto il menù della cena che l’AmministrazioneProvinciale di Trento ha offerto, la sera del 23 settembre aicoordinatori delle reti HPH italiane e agli Ospiti stranieri.Potenza di Carlo Favaretti! Certamente l’organizzazionedella Conferenza è stata ottima sotto tutti gli aspetti, da quel-lo logistico, alla gestione informatica del controllo delle pre-senze ai fini dell’attribuzione dei crediti ECM.Ottima anche la scelta degli argomenti delle sessioni plena-rie: Nuova governance in una rete di comunicazione; Ruolodegli Ospedali HPH nel contesto multiculturale; Rapportosull’attività delle reti regionali HPH.Come è ormai tradizione consolidata delle Conferenze dellaRete Italiana HPH, le relazioni della prima delle sessioni ple-narie sono state affidate in pari misura a esperti stranieri eitaliani: a persone istituzionalmente interessate alla rete,quali Oliver Grone dell’Ufficio Europeo dell’OMS diBarcellona e a esperti come Gary Cook di Stockport nelRegno Unito, Francesca Odella, Sociologa dell’Università diTrento e Nicola Zanardi, esperto di comunicazioni e media.Centrale per la comprensione dell’impegno della rete italianadegli Ospedali per la promozione della salute è la definizio-ne di “Governance” che non è un concetto strutturale, maoperativo, non si identifica col governo di un sistema, siaesso il Sistema Sanitario Nazionale, una Azienda Sanitaria oun Ospedale, ma è la modalità con cui tale governo si eser-cita, partendo dall’analisi dei bisogni, delle problematiche edelle realtà esistenti per giungere alla definizione delle stra-tegie e delle azioni che permettono di gestire la struttura e lesue attività in modo di ottenere i risultati attesi.Con una felice metafora, Favaretti, Coordinatore della ReteItaliana, e splendido organizzatore della Conferenza, ha defi-nito il governo come l’hardware e la governance come ilsoftware del sistema.Un nuovo modo di governare la sanità deve preoccuparsinon tanto dell’eccellenza dei servizi, ma che tutti i cittadiniabbiano pari opportunità di giovarsene. In effetti all’eccellen-za sono particolarmente interessati gli erogatori dei servizi,siano essi persone fisiche come i medici e i managers ostrutture come gli ospedali. La partecipazione alle metodolo-gie di governo delle strutture che parte di chi dei servizi deveusufruire privilegerà non l’eccellenza di singole strutture, mail corretto funzionamento e la rispondenza ai bisogni dellageneralità delle persone. Costruire un tale sistema di gover-no richiede la cooperazione di tutti gli stakeholders, di tuttele persone a cui interessa il bene comune. E’ una visione che mette al centro la persona, tutte le perso-ne, ed evita sopraffazioni e privilegi. E’ il disegno di NewGovernance che è stato delineato di Oliver Grone nella suachiarissima relazione.Un modello di New Governance è stato presentato da GaryCook che ha illustrato l’iniziativa adottata a Stockport di crea-re una fondazione come organizzazione capace di orientareai criteri di equità, partecipazione e collaborazione tutte leattività svolte da ospedali, strutture intermedie e operatoriterritoriali in un distretto di 300.000 persone che appartieneall’Area Metropolitana di Manchester.Tale modello è improntato al principio di passare nelle strut-ture per le cure secondarie da servizi orientati a combatterele malattie a quello di servizi orientati a combattere i deter-minanti della cattiva salute, operando in quattro direzioni:migliorare l’ambiente, rispondere alle necessità formative deipazienti e delle loro famiglie, promuovere la salute del per-

sonale e creare alleanze con altri gruppi per la prevenzionee la pianificazione sanitaria.Riflessioni su aspetti sociologici delle collocazione in retedegli individui e delle strutture che operano per la salute inuna società complessa sono state presentate da FrancescaOdella, mentre Nicola Zanardi ha discusso il ruolo dellacomunicazione per garantire il funzionamento ottimaledell’Ospedale, visto come un condominio di specialisti chedevono interagire fra di loro per creare un hub attorno alquale si colloca la rete territoriale dei pazienti che al lorodomicilio e gli operatori delle cure primarie partecipano allacostruzione del sistema della salute.Il secondo tema, oggetto di sessione plenaria, quellodell’Ospedale interculturale ha visto il contributo determinan-te di tre reti, quella emiliano-romagnola, che ha in Antonio

Chiarenza l’alfiere in Italia della Migrant Friendly HospitalInitiative attivata da oltre un decennio in Europa, quella lom-barda, presentata da Rosaria Avisani e quella veneta, illu-strata da Maurizia Bordin.L’evoluzione del progetto, le sue tappe fondamentali sonostati chiaramente delineati da Chiarenza, ne è risultato unquadro di Ospedale che si attrezza culturalmente ad offrirepari opportunità e a garantire accesso ad ogni servizio aqualsiasi persona di ogni etnia, nel rispetto dei suoi bisogni,della sua cultura, delle sue tradizioni e della sua fede reli-giosa, soddisfacendo in pieno il primo criterio della Newgovernance, ma forse ancora poco attento al criterio dellapartecipazione delle diverse etnie nella programmazionedelle attività ospedaliere Per chi ha vissuto l’esperienza dell’immediato dopoguerranegli Ospedali torinesi che si attrezzavano a ricevere l’im-

Uno sguardo sulla sala della conferenza in seduta plenaria

Alla presidenza: Oliver Grone, Carlo Favaretti, Jurgen M.Pelikan, Nicola Zanardi

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Le reti HPHLe reti HPH4Promozione Salute

➯ Segue da pag. 3 Formalizzato il Coordinamentoregionale rete HPH dellaRegione Autonoma Valle d’AostaCon deliberazione del Direttore Generale dell’Azienda USL, èstato recentemente formalizzato il Coordinamento regionaledella rete HPH valdostana, che risulta così composto:

Coordinatore regionale Dr. Giorgio Galli – Responsabile Ufficio Stampa e URPAzienda USLReferente aziendale del progetto “Verso un ospedalelibero dal fumo”

Referenti aziendali dei progetti di saluteDr.ssa Carla Stefania Riccardi – Direttore Generale AziendaUSLReferente aziendale del progetto “Salute, sport e stili divita – Chi si ferma è perduto!”

Dr. Clemente Ponzetti – Direttore Sanitario Azienda USLreferente aziendale del progetto “Integrazione ospedale-territorio”

Dr. Lorenzo Pasquariello – Responsabile Struttura Semplicedi Terapia Antalgicareferente aziendale del progetto “Verso un ospedalesenza dolore”

Sig.na Patrizia Petey – Responsabile dei Servizi di Segreteriadella Direzione Generalereferente aziendale del progetto “Ospedale e territoriointerculturali”

Dr. Domenico Chatrian – Responsabile del ServizioPrevenzione e Protezione Azienda USLreferente aziendale del progetto “Salute e sicurezza deglioperatori sanitari”

Referente regionale Sig.ra Morena Junod – Dirigente Assessorato della Sanità,Salute e Politiche Sociali

patto delle centinaia di migliaia di meridionali , in particolarecalabresi, che migravano al Nord attirati dalle possibilità dilavoro che le industrie, a Torino in particolare quella dell’au-to, offrivano, l’attuale impegno europeo pare essere lo spec-chio di quel momento e di quel tempo, nell’attesa che si rea-lizzi la seconda fase che ha visto a Torino la trasformazionedell’ospedale da organizzazione torinese aperta a tutti gli ita-liani con pari diritti e pari attenzione ai loro bisogni e alle lorotradizioni, in primo luogo, allora, a quelle alimentari, a orga-nismo nazionale organizzato e diretto da persone di ogniRegione e che dovrà vedere in Europa un ospedale europeoorganizzato e diretto da tutti i partners etnici che potrà rea-lizzarsi con l’adozione non solo di modelli di vita comuni econdivisi, cosa già in gran parte attuata, ma anche con unlinguaggio comune.La chiarezza di esposizione e la concisione di RosariaAvisani hanno fornito l’esempio di concretezza e razionalitàcon cui la rete lombarda ha affrontato il problema, creandobanche dati, identificando aree di contrasti, creando una reteinformativa e percorsi idonei per favorire l’accesso deimigranti a tutti i servizi , stabilendo alleanze con gruppi ecomunità etniche, associazioni di volontariato e persone inrelazione con soggetti stranieri. Maurizia Bordin ha illustrato le attività svolte nel veneto e haproposto l’adozione di appositi questionari multilingue daimpiegare nel triage nei pronti soccorso.La terza seduta plenaria è stata dedicata all’esposizione daparte dei Coordinatori regionali delle esperienze di lavorodella rete HPH nelle loro regioni. Il messaggio che è scaturi-to da questa sessione è stato particolarmente significativo.Mentre le reti attive da più anni hanno illustrato i progetti incorso di implementazione, essenzialmente gli stessi in tuttele Regioni, quelli di più recente istituzione, la Valle d’Aosta, ilFriuli Venezia Giulia e la Campania, hanno presentatoapprocci innovativi, più creativi, entusiastici ed entusiasman-ti, segno che la rete è un organismo in fase di crescita chenei suoi membri più giovani dimostra tutta la sua vitalità.Compito del cronista del giornale che si propone di informa-re ed aggiornare su quanto avviene in campo di promozionedella salute è quello di fornire a chi non ha potuto partecipa-re all’8° conferenza Nazionale della rete italiana HPH gli ele-menti di maggior rilievo emersi nella Conferenza.Compito di chi ha fatto parte del Comitato Scientifico dellaimportante manifestazione e di chi coordina il ComitatoScientifico del CIPES Piemonte è quello di presentare le pro-prie riflessioni che nascono da oltre 50 anni di partecipazio-ne a Congressi Scientifici.Conferenze, Congressi, Simposi sono nati come strumentoper diffondere delle conoscenze, in un ambito asimmetricoformato da relatori che sanno ed uditori che apprendono.Non è facile liberarsi da questo condizionamento. Ma nellapromozione della salute in cui al centro non c'è chi eroga ilservizio, chi fornisce l’informazione, chi progetta a gestisce,ma la persona che è aiutata a realizzare la propria pienapotenzialità attraverso l’empowerment per accrescere ilbenessere di tutti, le Conferenze regionali, nazionali e inter-nazionali dovrebbero essere più luoghi di confronto per lacrescita di tutti.Forse un solo tema con due o tre presentazioni e molto spa-zio per la discussione, magari con interventi preordinati dipersone a vario titolo impegnate in rappresentanza dellevarie reti, fra le quali il testo delle relazioni dovrebbe esserefatto circolare in precedenza, potrebbe essere una modalitàdi new governance e dell’attività scientifica della rete stessae come tale di promozione della salute.Questa riflessione è frutto del dono che ho ricevuto di parte-cipare alla 8° Conferenza Nazionale della Rete Italiana degliOspedali per la Promozione della Salute a Riva del Gardaquale ospite del Comitato Organizzatore, che ringrazio dicuore.

Luigi Resegotti

Un momento dell’incontro svoltosi ad Aosta il 9 settembre tra unadelegazione del CIPES Piemonte, composta da Sante Bajardi,Piero Zaina e Luigi Resegotti ed una delegazione della Rete HPHdella Valle d’Aosta composta dal Direttore Generale Dr.ssaStefania Riccardi, dal coordinatore regionale Dr. Giorgio Galli edal Direttore Sanitario Dr. Clemente Ponzetti.Preso atto della costituzione del Cordinamento regionale sonostate confermate le forme di collaborazione già in atto con la retepiemontese in particolare nella prospettiva dello svolgimento della9 Conferenza Nazionale della Rete HPH del 2005 a Courmayeur

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Le reti HPHLe reti HPHPromozione Salute

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Attività gruppo "salute esicurezza operatori sanitari"A quasi un anno di attività del gruppo, ritengo utile fare unprimo bilancio dell'attività .Anzitutto alle 7 Aziende partecipanti si sono aggiunte la ASL17 di Savigliano e più recentemente la ASL 9 di Ivrea. Si è conclusa l'indagine sul clima aziendale, promossa in col-laborazione con l'Università di Parma, effettuata dalle ASL17,19,20 e dall'ASO di Alessandria. I risultati offrono interes-santi spunti di riflessione e saranno resi noti con apposite ini-ziative di divulgazione,tuttora allo studio.Inoltre sono state attuate iniziative formative sul problema"ergonomia" :un apposito gruppo di studio sta disegnando unpercorso di formazione e di intervento nelle varie ASL.Prosegue il dibattito sul tema "come creare una culturaaziendale per la sicurezza":spunti interessanti nascerannosenz'altro dal confronto con i colleghi di Ivrea che hannochiesto di unirsi a noi per una riflessione comune.Parte degli argomenti trattati dal gruppo sono stati presenta-ti nel corso del convegno sull'organizzazione tenutosi adAlessandria alla fine di maggio 2004.Per ulteriori informazioni scrivere a:[email protected]

Dott. Massimo DESPERATI

Me ne sto qui, osservando con sottile disgusto questascrivania sommersa da ritagli di giornale…già, dovreiscrivere, come sempre le news, ma questa volta proprionon posso. I titoli sul danno del fumo passivo, sull’inqui-namento, sulla malasanità, e su quant’altro ammiccanoinvitanti, ma la mia coscienza sociale di cittadina delmondo non può, prova una sorta di vergogna, nell’af-frontare argomenti che ancora una volta sono rivoltiesclusivamente al (pur sacrosanto) benessere delnostro piccolo benestante ricco giardino. Fuori da que-sto piccolo giardino c’è un mondo che va in pezzi, la sof-ferenza prodotta da tutte le guerre è insopportabile: IraqMedio Oriente, Sudan, Africa Asia….. Le manipolazioni mentali che tutti noi subiamo sonoinimmaginabili. Adesso siamo tutti fieramente schieraticontro il terrorismo, giusto!, ma che cos’è il terrorismo?chi sono i terroristi? Non illudiamoci, non esistono ibuoni da una parte e cattivi dall’altra, questo è quelloche ci vorrebbero far credere, ma non è così. L’unicadivisione veramente esistente è tra chi ha il potere dicondannare o salvare il mondo in cui tutti viviamo e chisubisce le conseguenze di tali decisioni.Viviamo in mezzo alle menzogne, qualcuna è più gros-solana e quindi più evidente, ma altre sono sottilissime,ben congeniate.Sto pensando con tristezza e commozione a quelle duepovere ragazze, le due Simone, alla loro sincera denun-cia di tutte le scemenze che sono state dette per giusti-ficare l’invasione dell’Iraq, testimoni scomode per tutti,veramente più per gli occidentali che non per gli irache-ni, e al loro stranissimo, quanto anomalo rapimento e miauguro che quel che sospetto non sia vero!…Sto pensando alle migliaia di donne violentate, di bam-bini uccisi, di uomini torturati, ogni giorno, ogni gior-no….sto pensando ai milioni di persone che muoiono difame, di sete, di malattie banali (per noi) affinché siasalvaguardato il nostro ricco tenore di vita, privilegio dipochi.No, questo egoismo collettivo, questa miopia stupidache sta distruggendo il pianeta non è più tollerabile. Vi chiedo scusa, ma non chiedetemi più di riportare lenotizie sui danni prodotti dagli accessi alimentari, daitelefoni cellulari, dall’obesità infantile. Vi chiedo invece, a voi che siete i miei amici, ma anchea chiunque senta di appartenere a questo mondo, diopporsi alla logica perversa che tende a cancellare l’in-telligenza umana, cominciando con lo sradicare queisemi di guerra così ben piantati nelle nostre menti eosservare, con i nostri occhi, liberi, non manipolati, labellezza di questo piccolo pianeta in cui sarebbe dav-vero facile e semplice vivere tutti in pace, nel benesse-re e nel rispetto delle diversità culturali, che ricchezzaquesta! Renata Simonotti

Pubblico con convinzione la riflessione invitandoti infuturo a considerare questa più ampia dimensione deiproblemi nella stesura della rubrica, alla quale puoianche aggiornare il titolo. Ho appena sentito dal TG3 secondo il quale le accre-sciute spese militari per l’Irak (220 miliardi di ) sono lacausa ufficiale del mancato versamento da parte delGoverno italiano della propria quota (100 milioni di ) alfondo globale per la lotta all’AIDS, TBC e malaria. Sonoallibito. Un cattivo esempio che spero non sia seguitoda altri stati. Sante Bajardi

Invece di News

Promotion & Education,alcuni articoli in italianoSu autorizzazione dell’IUHPE (UIPES) con il 2004 CipesPiemonte ha iniziato la traduzione in italiano di alcuni artico-li della Rivista “Promotion & Education” che vengono pubbli-cati nel sito www.cipespiemonte.it/files/uipes.htm E’ un primo passo che ci permette di meglio socializzare leesperienze compiute in altri paesi e che potremo estendereavendo la collaborazione di altri traduttori che invitiamo adichiararci la loro disponibilità.

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Le reti Città SaneLe reti Città Sane6Promozione Salute

Altri passi nel camminodi Città SaneNel notiziario del CIPES Promozione Salute n. 2/2004Enrico Chiara illustrava il percorso di Città Sane inPiemonte e, fra le altre cose, ha anticipato l’interesse delleCircoscrizioni torinesi 2 e 3 all’iniziativa. Tali ripartizioniamministrative fanno parte dell’ASL 2, anche questa ade-rente al progetto.La combinazione di questi fattori favorenti ha agevolatol’avvio di relazioni fattive fra ASL e Circoscrizioni così che,a distanza di pochi mesi, l’ASL 2 ha individuato un respon-sabile aziendale per il progetto Città Sane, la Circoscrizione2 ne ha deliberato l’adesione e la Circoscrizione 3 sta perprocedere alla formalizzazione.Sono stati concordati gli obiettivi generali: costruire unProfilo di Salute per Circoscrizione (che in questo casocoincidono con i Distretti sanitari), reclutare tutte le partisociali disponibili in un processo di partecipazione attiva perarrivare a definire le priorità di quello che sarà un Piano perla Salute locale.Dal punto di vista pratico c’è una grande libertà d’azione, inrelazione alla storia locale, ai modelli relazionali ed operati-vi già in essere, al grado di partecipazione che si otterrà,alle prospettive concrete di fattibilità.In questo particolare contesto erano già state consolidatediverse esperienze, sia da parte delle Circoscrizioni, conpropri studi ad hoc, sia da parte dell’ASL, che nel 2003aveva esplorato alcuni determinanti epidemiologici locali enel 2004 è in fase avanzata di costruzione un documentoaggiornato contenente informazioni demografiche, sociali,economiche e sanitarie, reperite dalle fonti correnti e dastudi specifici.Per l’anno corrente ci si avvarrà del prodotto dell’ASL e diquanto esistente all’interno delle Circoscrizioni qualemodello da presentare alla discussione di tutti i partecipan-ti al Profilo… sarà una sorta di pre-Profilo: questo nasce dallavoro di una parte delle componenti la società locale, enecessita del contributo di più attori perché si arrivi ad undocumento effettivamente condiviso e utile alla program-mazione locale. Le Circoscrizioni si stanno attrezzando per reclutare i part-ner del Profilo: dal settore socio-assistenziale alle organiz-zazioni sindacali, alle imprese, al commercio, alle forze del-l’ordine, al volontariato, ai leader locali, ed altri ancora;l’ASL si è impegnata a fornire il supporto metodologico non-ché le reti informative sanitarie necessarie allo scopo.Una volta definito l’assetto partecipativo e valutato il docu-mento la cui consegna si prevede entro il febbraio prossi-mo, si definiranno gli indicatori che si intende monitorare, isoggetti che cureranno la rilevazione ed il modello attesodel Profilo di Salute.Nel frattempo si sta verificando un grosso interesse intornoal progetto, anche e soprattutto fra i medici di medicinagenerale, e fra alcuni servizi dell’ASL. In particolare un’e-quipe di medici ha già programmato una propria riunionecon il Coordinatore regionale del progetto Città Sane e conil responsabile aziendale dell’ASL 2, per approfondire il pro-getto e per verificare opportunità di sperimentare azioni sulcampo. Uno dei risultati attesi da questo gran movimento dipersone ed intenti è infatti anche quello di agire con inter-venti coordinati volti a migliorare situazioni esistenti, maanche ad esplorare settori meno conosciuti dalle statisticheufficiali. In conclusione si riscontra interesse e vivacità: buone pre-messe di quello che ci si augura divenire un buon lavoro,che al momento è… tanto!

Mara Fanì

Rete Città Sane a CuneoIl Comune di Cuneo ha di recente individuato la dr.ssa AnnaChiaramello quale referente del Progetto Città Sane, affi-dandole il compito di raccordarsi con tutti gli assessorati e diprovvedere a costituire uno staff inter-assessorile.L’Assessorato all’Ambiente, grazie all’impegno dell’asses-sore dr. Elio Allario (già individuato dal Sindaco come coor-dinatore del Progetto Rete Città Sane del Comune diCuneo) e dell’ing. dr Marco Piacenza, ha prodotto le primesette schede di criticità ambientale, sulle quali già sta lavo-rando: - inquinamento elettromagnetico da alta frequenza,- inquinamento elettromagnetico da bassa frequenza- inquinamento acustico- inquinamento idrico superficiale e sotterraneo- inquinamento atmosferico- rifiuti - mobilitàIl prossimo passo sarà quello dell’Assessorato Socio –Educativo, che già sta provvedendo a redigere le schederelative alle criticità che sono state affrontate con progetti incorso (vedi per esempio quello riportato nel riquadro “Glialberi delle Idee”).Prossimo passo sarà quello di coinvolgere l’Assessorato alBilancio: l’intento è quello di procedere nella ricognizione inmerito ai costi sostenuti dal Comune di Cuneo rispetto adinterventi che si sono resi necessari sulla base delle criticitàsociali emergenti di malattia e disagio.

Articolo a cura di Edgardo Filippi

La Circoscrizione 2 diTorino aderisce alla ReteCittà Sane PiemonteCon Deliberazione del Consiglio la 2 Circoscrizione dellaCittà di Torino in data 12 luglio 2004 ha formalizzato la ade-sione della Circoscrizione alla Rete regionale Anci - Cipes -"Citta Sane PiemonteIl Presidente Juri Gilberto BOSSUTO, di concerto con ilcoordinatore della Commissione IV Giovanni FIORIO PLA',aveva presentato al consiglio circoscrizionale la propostagià approvata dalla Giunta:1. di aderire al Progetto Rete "Città Sane Piemonte" come

definito dal protocollo di intesa Regione/ANCI/CIPES;2. di operare con una metodologia di lavoro che privilegi

l'azione intersettoriale ed interistituzionale prevedendola partecipazione dei cittadini al processo di cambia-mento orientato al miglioramento della qualità e delladurata della vita;

3. di impegnarsi a promuovere stili di vita sani, uno svilup-po ecologicamente e umanamente sostenibile, una pre-venzione delle principali cause di compromissione dellostato di benessere individuale e collettivo;

4. di applicare detta metodologia in ogni settoredell'Amministrazione Circoscrizionale;

5. di impegnarsi a promuovere la partecipazione dellaComunità alle scelte di promozione della salute propo-ste dalle Amministrazioni della rete locale.

M.F.

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Le reti Città SaneLe reti Città SanePromozione Salute

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I rifiuti (rsu)I rifiuti solidi urbani per alcuni amministratori di città sono unproblema; per altri una risorsa che porta ricchezza.Ovviamente dipende dall’angolo visivo per interpretare lasituazione. Ogni città (vedi Vienna )dovrebbe avere più luo-ghi per poter distruggere i R. S. U. e nel contempo sidovrebbe ricavare dell’utile per i propri cittadini. Alle perife-rie di ogni città, ci dovrebbe essere un impianto, che al limi-te della propria circonferenza di competenza disponga ladistruzione dei propri R: S: U: e di quelli dei propri limitrofi.Ognuno deve smaltire i propri RIFIUTI, pochi o tanti chesiano. Lo schema illustra il posizionamento dell’impianto:In ogni punto cardinale deve essere costruito un impiantoche raccolga un raggio di spostamento dal centro città iR.S.U. e di trasferisce ad ogni luogo di trasformazione. Quii materiali di scarto possono essere trattati e trasformati inmaterie secondarie riciclabili o trasformati sotto forma dienergia da consumare o come acqua calda e trasportataper alimentare i termosifoni o acque per i servizi igienici.Sipossono alimentare in tal modo le caldaie condominiali e lepiccole caldaie singole, gestendo un impianto di smalti-mento per 100.000 o 200.000 utenti. Dai vari punti cardina-li si può estendere il recupero dei (R S U ) ai paesi limitroficonfinanti facendoli partecipare alle opere di gestione del-l’impianto.Vi è poi il discorso della raccolta differenziatala parte deisingoli cittadini. Ma la città deve avere dei posti di raccoltadei materiali riciclabili distanti 1 o 2 km dal cittadino. Puntidi riferimento per la carta il legno, il ferro, la plastica, l’illu-minazione e per tutto quanto è possibile riciclare.(Lavatricifrigoriferi cucine domestiche freezer mobili usati tv compu-ter radio palette ecc…) In modo che le strade possanoavere un aspetto dignitoso ma soprattutto meno pericoloso.Non si può continuare a trasportare enormi quantità dimateriali di scarto presso i cassonetti, i contenitori di vetrostudiati solo per le bottiglie e non per le lastre di vetro,per ibottiglioni, per le damigiane, per gli specchi ecc…Inoltre seci fosse un pigiatore nelle campane ridurrebbe il volumedelle bottiglie. E’ utile quindi progettare dei luoghi, recupe-rare le fabbriche abbandonate, creare dei siti ovo poterconvogliare i materiali riciclabili. Come centri di raccoltapossono essere coinvolti a collaborare le parrocchie situateentro i borghi delle città, a pochi metri dai cittadini, per rac-cogliere VESTIARIO-LEGNO-PLASTICA-FERRO-ecc… equando il contenitore è pieno farlo portar via in breve tempoper rinnovare il ciclo di raccolta.Nel prossimo futuro occor-rerà tenere conto dei R S O anche nelle progettazione delleabitazione per poter differenziare i rifiuti alla fonte , consistemazione di contenitori che possono compattare tutti gliscarti dal vetro all’alluminio, dalla plastica allo scarto deldesinare.Per abbassare la quantità di rifiuti bisognerebbe non pro-durne,oppure produrne il meno possibile od ancora sosti-tuire gli imballaggi monouso con altri multiuso; ad esempiocon contenitori di plastica per gli YOGOURT usabili 100volte anziché la scatola di cartone monouso. I contenitori intermoplastica, devono essere impilabili come le cassette diper le bottiglie di acqua che restituite al produttore vengonoreimpiegati sino al logoramento. Così dicasi per la maggiorparte dei prodotti che arrivano ai supermercati dove si pro-duce una quantità enorme di cartone per le varie confezio-ni.Tutto si può modificare al meglio , eliminando gli sprechi.Ancora un pensiero sui rifiuti. I mozziconi di sigarette spar-si ovunque.Come ogni fumatore possiede il pacchetto disigarette , in tasca, così dovrebbe un altro per riporvi i moz-ziconi. Se in un pacchetto ci stanno 20 sigarette, nell’altropacchetto (ignifugo)può contenerne almeno 100.Quando èpieno si può gettarlo nel cassonetto così com’è, evitando disporcare i luoghi pubblici.

Marco BAJARDI

Per le medicine?… cipensa ippocrate!Si sperimenta in Valsesia, per la prima volta inItalia, un servizio di consegna farmaci tramitele Poste che hanno siglato una convenzione conla Comunità Montana Valsesia.

In Valsesia, una delle valli piemontesi del Monte Rosa, visono 28 Comuni di cui solo 4 con più di 1000 abitanti. Deirestanti 24 la maggior parte conta solo poche decine dipersone, tant’è che l’anno scorso si è registrato un vero eproprio record di natalità grazie ai nuovi 2 nati nelComune di Cervatto.Soprattutto in queste aree montane è necessario porrefine all’abbandono del territorio, cioè bisogna fare di tuttoperché l’uomo non se ne vada. Ciò rappresenta un impe-gno utile non solo a chi abita in montagna, ma anche atutti coloro che vivono nel fondovalle.E’ cosi che, quando la necessità aguzza l’ingegno… eccocosa ci siamo inventati in Valsesia. In sfida alla tristesituazione della sanità in Italia, la Comunità MontanaValsesia fa di necessità virtù, ed ispirandosi al padre dellamedicina Ippocrate ha varato un progetto per recapitare imedicinali ai cittadini dell’Alta Valle utilizzando il serviziopostale.Precisamente il cittadino porta le ricette del medico curan-te all’ufficio postale che, attraverso una serie di accorgi-menti atti a tutelare la privacy, invia le impegnative all’uf-ficio postale di Scopello o di Varallo dove ha sede laComunità Montana stessa. Dagli uffici postali dei duecentri le impegnative sono trasferite ai farmacisti che aloro volta confezionano i pacchetti dei medicinali. Sembraun giro complicato, invece nell’arco di 24 ore, gli utenti dimontagna ricevono a casa propria i medicinali L’idea è nata proprio con l’obiettivo di agevolare i cittadi-ni, soprattutto anziani, dei comuni più isolati evitando cosìl’abbandono delle montagne. Il servizio - a più di un anno dall’avvio nel luglio 2004- èuscito dalla fase sperimentale e , considerato il successodell’iniziativa è probabile che in futuro si pensi ad inte-grarlo con il recapito di generi di prima necessità.Ad oggi abbiamo deliberato la prosecuzione della con-

venzione tra Comunità Montana Valsesia e Poste Italianefiliale di Vercelli fino al luglio 2005; ciò in forza delle richie-ste registrate da parte dei cittadini valsesiani serviti (circa4000 sono gli abitanti delle valli a nord di Varallo sprovvi-sti di farmacia a cui è rivolto il servizio e più di 1000 leconsegne annue effettuate con punte di 110 consegnemensili)Il costo a carico di Comunità Montana Valsesia è di 9000euro all’anno. Tale somma è da considerarsi come uninvestimento finalizzato anche a mantenere nelle terrealte della Valle il Servizio Postale. Il servizio postale èinfatti uno degli elementi fondamentali a cui far riferimen-to per quella che possiamo definire la “logistica di monta-gna“.Ritengo che una simile iniziativa possa diventare unmodello replicabile in tutta la Regione Piemonte o quan-tomeno nei territori montani. Chissa che non diventi addirittura una legge regionale .

Graziella Savoini Vicepresidente Comunita Montana Valsesia

Assessore ai servizi socio assistenziali

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8Promozione Salute

Livelli Essenziali diAssistenza: strumento diequità o di discriminazioneL’introduzione dei Livelli Essenziali di Assistenza, che tende a scari-care sulle spalle dei singoli cittadini e dei Comuni il peso dell’assi-stenza a fronte della insufficienza delle risorse che lo Stato può desti-nare alla spesa sanitaria, fa emergere in tutta la loro drammaticità glierrori compiuti dai Governi in quarant’anni in cui è stata enfatizzata lacultura dei diritti e si è dimenticata quella dei doveri.Con l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale si è fatto un vessil-lo dell’erogazione di tutto a tutti in un momento in cui si identificavala salute con l’assenza di malattia e non, come proclamatodall’Organizzazione Mondiale della sanità, il benessere fisico, psichi-co, sociale e spirituale della persona.Le cure sanitarie come diritto esigibile del tutto staccato da ognidovere, hanno comportato abusi e sprechi senza fine. Si è messo alcentro l’erogatore dei servizi, sia esso ospedale, struttura sanitaria omedico di famiglia, e non la persona coi suoi bisogni. Si è proclamato il diritto di ricevere le cure sanitarie, ma ci si è dimen-ticati di valutare i bisogni e la reale possibilità che la persona ha nellasua peculiare situazione di usufruire de servizi stessi.Si è creata una artificiosa separazione fra sanità e assistenza, laprima a totale carico dello Stato, la seconda a carico dei singoli citta-dini, delle famiglie, dei Comuni.L’anziano non autosufficienti per una malattia cronica resta a caricodella propria famiglia e se questa non esiste o non può assisterlo,viene collocato in una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) in cuila Sanità, con i LEA, copre il 50 dei costi lasciando all’utente il restan-te 50%. E quando la persona con i propri mezzi, solitamente la pen-sione minima + l’assegno di accompagnamento, non può coprire talespesa sono i Comuni da soli o associati in Consorzi Socio-assisten-ziali, che devono intervenire.Ci si dimentica che oggi l’anziano che non ha patologie gode dellostesso benessere di un giovane. Sono lo stato di malattia, general-mente cronica, o i suoi esiti che creano la non auto sufficienza per cuil’anziano chiede di entrare in RSA, ed è la malattia che deve esserecurata in tutte le sue manifestazioni, prima fra tutta quella di privarela persona della sua autonomia.Ma non ci sono risorse! E’ vero. Ma allora vanno impiegate meglioquelle esistenti superando l’odiosa e iniqua distinzione fra malatiacuti e malati cronici, fra Ospedale e RSAVa superata l’insostenibile logica dei diritti senza doveri.La salute è un diritto di tutti, ma la sua costruzione è un dovere ditutti: politici, amministratori, educatori, mass media, imprenditori,lavoratori, singole persone e passa attraverso la costruzione diambienti di vita e di lavoro sani, l’adozione di stili di vita sani e la con-divisione delle risorse. Il fumo , l’alcool, l’alimentazione smodata, la guida pericolosa, le dro-ghe non sono mai un fatto individuale, come non lo è l’impiego del-l’amianto nelle costruzioni. La perdita di salute che da queste derivaè un danno per tutti o ognuno ha il dovere di evitarlo.L’assistenza e le cure hanno un costo e tutti hanno il dovere di con-tribuire a coprirlo. Nell’Ospedale, non diversamente che nellaResidenze per anziani vi sono costi sanitari e costi alberghieri,Lasciamo i primi a carico della sanità pubblica e riportiamo i secondiin pari misura a chi ne usufruisce, sia esso un acuto o un cronico, ungiovane o un vecchio.La New Governance, il nuovo modo di governare la salute pubblica,promosso dall’Organizzazione Mondiale della sanità ha tre caratteri-stiche. L’equità, la partecipazione e la condivisione. Abolire le iniquee superate distinzioni fra Sanità e Assistenza è il primo passo perpermettere ad ogni persona di usufruire di quanto necessita pergodere del benessere di cui ha diritto, responsabilizzare ognuno nelprocesso di costruzione della salute e condividere il peso che i servi-zi comportano sono gli elementi per realizzare la new governance.Solo così i Livelli Essenziali di Assistenza saranno uno strumento dibenessere per tutti e non una fonte di ingiustizie e un carico insop-portabile per le persone e i Comuni.

Luigi Resegotti

Stiamo preparando una giornata di studio su:

La sicurezza stradale:le azioni di prevenzione,gli interventi sanitari,giuridici ed assicurativiInformano i lettori di Promozione salute ed i soci CIPES che, la nostraAssociazione e l’Associazione Nazionale Familiari delle Vittime dellaStrada, stanno organizzando una giornata di studio sul tema “LaSICUREZZA STRADALE: le azioni di prevenzione, gli interventi sani-tari, giuridici ed assicurativi“.All’importante iniziativa che, si svolgerà presumibilmente entro l’annoin corso saranno chiamati a dare il loro contributo ed esprimere lestrategie ed obiettivi tutti gli Enti e tutte le Istituzioni che a vario titolooperano o hanno competenze dirette e non sulla gestione delle stra-de. In modo particolare gli Enti Locali (Comuni e Province) e Regionesaranno chiamati a far conoscere le loro valutazioni, considerazioni,riflessioni e presentare i progetti messi in atto per affrontare la gra-vissima problematica delle morti sulle strada.Gli enti di ricerca e studio (Università e Politecnico) avranno il com-pito di illustrare i criteri progettuali delle strade, i materiali e le manu-tenzioni più idonee a limitare o impedire eventi tragici.Alle autorità sanitarie e in modo particolare al 118, preso atto che èfondamentale per salvare le vite umane il primo soccorso, sarà richie-sto di fornire ed illustrare le problematiche dell’interveto d’urgenza, letecniche, i tempi e l’efficacia dell’azione sanitaria.Un altro importante contributo sarà richiesto ai soggetti impegnatinelle azioni legali e di tutela (Magistrati, Avvocati e Assicurazioni ) iquali dovranno metterci al corrente delle linee di tendenza ed inter-pretazioni giurisprudenziali in Italia e negli altri Paesi Comunitari, edei sistemi e criticità delle polize assicurative.Infine sarà data voce, al fine di avere indicazioni operative e propo-ste, ai soggetti che operano sulle strade (Arma dei Carabinieri ,Polizia, VV. UU.) a tutela e garanzia del rispetto delle norme .Sarà cura del CIPES dare informazione tempestiva sulla data dellosvolgimento dell’iniziativa.

Giuseppe Acquafresca

In un società giusta la vita di ciascuno é sacra, nella nostra no.

In una società giusta chi toglie ad altri la vita é punito,nella nostra no.

In una società giusta chi perde la vita é pianto, i suoi cari consolati. Nella nostra no.La nostra non é una società giusta

Lo sappiamo tutti e tutti lo dimentichiamo per continuarea vivere, ma ignorarlo diventa impossibile a chi vienecolpito dall’ingiustizia personalmente e con violenza.

A noi é toccato.E non a noi soltanto: sulla strada sono cifre da guerra,

migliaia di morti e di disabili gravi, centinaia di migliaia di feriti ogni anno,

il nostro biglietto di ingresso per il nuovo millennio.Ora basta!

Ora vogliamo ricordare la perdita di coloro che amavamoriaffermando il valore della vita; vogliamo ricordare nel

solo modo giusto, salvando altre vite.Chiediamo che chi deve e chi può si batta con noi per

fermare la strage e dare pace ai superstiti.

Associazione ItalianaFamiliari e Vittime della strada

ONLUS

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Opinioni a confrontoOpinioni a confrontoPromozione Salute

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Sanità per pochi.Salute per tuttiParte prima: “Un welfare da bere”.

L’intento di attuare un sistema sanitario pubblico ed univer-salistico nacque, come tutti gli altri analoghi sistemi di prote-zione sociale, non certo per la volontà caritatevole di qualchebenefattore. Furono le forti pressioni esercitate da unamassa crescente di lavoratori, costretti ad operare in condi-zioni di forti disuguaglianze e talora sfruttamento, a far sì chegli stati intervenissero nel conflitto lavoro-capitale barattandodei servizi utili alla comunità in cambio di una apertura di dia-logo fra le parti. Naturalmente vi furono anche motivazioni teoriche “alte”,prima fra tutte la convinzione che non vi potesse esserelibertà in assenza di un sistema di protezione sociale.Ricordiamo quel che disse sir W. Beveridge, liberale, che perprimo concepì il welfare partendo dal convincimento che unsistema di garanzie attuate e tutelate dallo stato è “una pro-posta essenzialmente liberal: un decisivo passo avanti nelnuovo mondo della grande tradizione del liberalismo”. PerBeveridge la libertà di tutti si reggeva pertanto sul presuppo-sto che ciascuno potesse avere “un reddito in grado di garan-tirgli sussistenza dignitosa: un reddito che sia sufficiente nelcaso il cittadino non possieda nient’altro; un reddito che siasufficiente e che non venga tagliato in base agli accertamen-ti delle condizioni economiche nel caso qualcuno possiedagià altri beni”. Eravamo su per giù nel 1942 e le esigenzedella guerra sollecitavano messaggi unitari forti. Oltre all’obiettivo “coesione sociale” ed alle aspettative libe-rali adeguate alle necessità del momento, altre ragioni più “dibottega” facilitarono comunque la nascita di un sistema sani-tario pubblico fortemente controllato dal potere politico cen-trale.Fra questi vi erano l’insostenibilità economica di bilanciorisultante dalle varie, fallimentari, esperienze mutualistiche,sanata annualmente dalle casse statali; la necessità di “recu-perare al lavoro” braccia divenute temporaneamente inabili;l’esigenza, del tutto politica, di garantirsi uno strumento dicontrollo capillare che sfuggisse alla libertà che un’offertapluralistica poteva garantire. Occorreva cioè evitare la molteplicità a vantaggio dell’unifor-mità. Lo standard diveniva un obiettivo e lo diveniva per esi-genze di controllo. Il principio dell’eguaglianza bene si adat-tava alla necessità del potere: controllare il sistema pubblicodella buona salute, intesa come contrapposizione alle malat-tia, voleva dire controllare ogni cittadino dalla culla allatomba. Per far ciò occorreva anche spostare l’attenzionesoprattutto sulle cure di tipo sanitario, mediche, assoggetta-te ad un controllo economico forte ma in presenza di unsistema di verifiche deboli. Lo Stato padrone della borsa ed i politici che ad ogni livellolo rappresentavano, potevano disporre di libere fonti dispesa. Ci pensava il ricorso al “piè di lista” a sanare i bilanci.Quanto questo si prestasse a distorsioni è facile immaginar-lo. Affidare ai medici vincolati ad un’abilitazione pubblica la“salute-non malattia” significava anche garantire una capilla-rità di presenza istituzionale su tutto il territorio nazionale. Ilmedico ed il sistema sanitario erano in qualche modo “agen-ti di salute” per conto dello stato. Che cosa fosse la salute equali esigenze dovessero trovare risposta lo decidevano ipolitici locali cui era data la possibilità di ignorare l’incipit diuna legge, la 833, che dava al termine di salute un contenu-to pieno, completo, umanisticamente integrale. Così salute poteva anche diventare segregazione. La cultu-ra ospedalocentrica era cultura di segregazione. Non solo imatti venivano segregati. Non solo i vecchi nelle corsie dilungodegenza. Ma i malati dovevano essere segregati e

nascosti. La disumanizzazione del malato era gratificante peri sani. Divenire un caso clinico significava demandare adaltri, i tecnici, gli esperti, la gestione del caso. Diventato unnumero, un uomo cessava di essere tale. Divenuto estraneocome uomo, estranea all’umanità diveniva la sua malattia. Isani potevano continuare a dormire sonni tranquilli. E quan-do la segregazione finiva grazie ad una buona legge (comepoteva essere la 180/78) o al nascere di nuove sensibilità (sidovette inventare un “tribunale” per urlare i diritti dei ricove-rati) non finiva comunque l’esclusione. L’asimmetria medico-paziente era cultura di esclusione. Le università restavanoroccaforti della scienza illuminata ma non della sua comuni-cazione. Gli illuminati dovevano restare in pochi e solo a loroera consegnato il potere supremo, quello di poter sapere e,sapendo, di poter scegliere.Oggi, nel mondo post-moderno, le cose sono cambiate. Inpeggio. Il cittadino moderno produceva. Prodotto significavaricchezza. Produrre ricchezza implicava potere di trattativa. Ilmondo capitalistico ancora in parte territorializzato e vincola-to all’interno di un sistema di stati forti traeva vantaggio dallaforza-lavoro. Lo stato traeva anch’esso vantaggio dalla suafunzione mediatrice. I lavoratori, aggregati e rappresentaticollettivamente dai sindacati, traevano vantaggio dal loroessere forza produttiva. Ognuno aveva perciò un proprio ele-mento di forza che poteva spendere per sé ma in un’ottica,allora contava, di un bene comune i cui garanti, i cui prota-gonisti, erano facilmente individuabili. Si agiva cioè in unmondo in cui i rapporti erano ancora materiali, le distanzepercepibili, i tempi pianificabili. Il Web mondiale, l’extraterritorialità delle imprese divenutetransnazionali, la perdita di forza degli stati, accentuata dasuicide politiche di deregulation (e quindi ulteriore riduzione)dei poteri, i fenomeni migratori, la mobilità come fattore didiscriminazione fra chi la vive come vantaggio e chi la subi-sce come incertezza del vivere, hanno prodotto un profondosovvertimento di quello che una volta chiamavamo “sistema”.Oggi noi possiamo solo più cercare di celebrare un ricordo econsolarci nelle illusioni. Uno Stato resta competitivo edattraente per gli investitori solo se si offre al mercato mon-diale come utile alleato della speculazione finanziaria. Laspesa sociale è un costo puro. La finanza mondiale può agiredove meglio crede, può distruggere e riedificare, e di mano-dopera a basso costo ce n’è quanto basta per non doversipreoccupare di una minor coesione di una realtà locale. Lasanità non serve più per recuperare braccia temporanea-mente inattive al lavoro né per garantire una condizione diefficienza fisica che consenta di entrare attivamente in unarete socialmente controllabile. Stare bene oggi si è rivestitodi valenze individualistiche ed edonistiche. Il termine “look”non ha più solo valore di verbo. Il principio del “piacere” inte-so sia transitivamente (avere “appeal”) che intransitivamente(piacersi) non ha solo riempito palestre e foraggiato un mer-cato orientato a cure “cosmetiche” che puntano a migliorarel’esistente pretendendo persino di cambiarlo (lifting).Naturalmente tutto ciò è gratificante se rientra nell’arco dellepossibilità individuali. A chi non può, non resta che oscillarefra un’appetizione indotta dai media ed una ansia-frustrazio-ne condizionata dalla propria inadeguatezza economica esociale.Gli affari veri si fanno ovunque in tempo reale e sempre.Persino una crisi, un evento destabilizzante, un conflitto pos-sono divenire utili al guadagno di qualcuno. Un qualcuno chenon è visibile perché abita in una casa virtuale e muove risor-se spesso anch’esse virtuali (i cosiddetti “derivati” di cui i“futures” ed i “warrants”sono forse i più noti). Che senso ha, in una condizione come questa, un serviziosanitario pubblico così com’è oggi? A chi serve? Non alnuovo Capitalismo finanziario, che lo osteggia. Non alloStato per cui è un costo senza contropartita. Tant’è che sitenta di decentrarlo o di affidarlo a privati. E si inventanonorme limitative delle prescrizioni e penalizzazioni per chi

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Opinioni a confrontoOpinioni a confronto10Promozione Salute

Le riunioni di lavoro ai confini tra efficaciae insofferenza

non le segue. Serve ancora ai cittadini. Ma questi sono tenu-ti a pagare quote via via maggiori di contribuzioni dirette oindirette stratificandosi sempre di più fra chi può e chi nonpuò pagare. Non essendo più importante il soggetto come forza-lavoro enon contando più il recupero sociale del cittadino malato, l’u-nica logica che consente al sistema pubblico di vivere èquella del consumo. Vi è cioè un “consumismo sanitario” chenon investe soltanto gli aspetti “voluttuari” della “salute a tuttii costi” o della ricerca di una perfezione fisica-tipo come pro-posta dai media. Se la salute e la cura della malattia nonsono beni scambiabili né monetizzabili (almeno sotto il profi-lo etico, perché altrimenti non si spiegherebbero i DRG), noncosì è per tutto il mondo che vi si aggira intorno. Un SistemaSanitario è un ambito locale in cui si possono ancora farebuoni affari. Il welfare medicalizzato si riduce ad un “settore di mercato”dove risorse pubbliche finanziano sempre più soggetti priva-ti, sia delegando i servizi, sia acquistando strumenti..Impiantare una nuova tecnologia ad altissimo costo gratificaindubbiamente politici ed operatori al di là del rapportocosto/beneficio/utilità che caratterizza l’acquisto. Il mercatodel farmaco, al di là del continuo “stracciarsi le vesti” dellecase farmaceutiche, resta assolutamente florido. La doman-da di salute-non malattia è importante non perché proble-matica ma perché fonte di ricchezza e motrice di un merca-to senza fine. In tutto questo operatori ed utenti hanno pochissima voce.Sono utili solo se non costano e se, al contrario, consuma-no. Sono entrambe, pur se in modo diverso, degli eccellentiinduttori di spesa. Agli operatori, abilitati dallo Stato, è peròdemandato il compito di spendere “razionalmente” secondocriteri pre-scelti e non discussi, fondati su ragioni a voltescientifiche a volte solo monetaristiche. Controllano che afronte di una domanda illimitata non si generi una spesaaltrettanto illimitata. Lo Stato può così da un lato agire con-sumisticamente nel proprio interno e dall’altro, calmierandol’offerta, rendersi presentabile alle economie del mondo.Alla base delle finalità del controllo economico sulla spesasanitaria e del welfare più in generale, vi sarebbero perciòdue ragioni. Una, più nota, dichiarata ed evidente, nasce dal-l’impossibilità per un qualsiasi regime contributivo di reggeread una domanda illimitata e non governata. Ciò è tanto piùnecessario in quanto va diminuendo il peso del lavoro dipen-dente in grado di fornire, tramite la fiscalità ordinaria, lerisorse necessarie a garantire un sufficiente funzionamentodel sistema pubblico. L’altra, meno evidente perché nasco-sta nelle pieghe di meccanismi più nascosti e subdoli, dipen-de dalla necessità di rimanere competitivi a livello mondiale,sacrificando la sicurezza sociale all’altare della sopravviven-za finanziaria. L’alternativa è una deriva terzomondializzan-te le cui conseguenze peggiori ricadrebbero in modo estesosu tutta la popolazione, fasce privilegiate comprese, privan-dola di ogni residua sicurezza.Tutto ciò che qui si è detto prescinde naturalmente da undiscorso sui rapporti interpersonali, sullo spirito di dedizioneindividuale, sulla capacità e volontà di sacrificio e di solida-rietà degli “attori ultimi”. Il fatto è che il mondo dei valori, lacentralità del cittadino, il significato etico della professionesono relegati al mondo del sentire e del fare soggettivo e nonappartengono più, se non nominalmente, alla realtà veradelle scelte politiche di cui un governo nazionale e, pur secon delle possibili differenziazioni, un qualsiasi governonazionale, può in concreto disporre. Allora che fare? Considerata la complessità dell’argomento rimandiamo aduna seconda parte il tentativo di una risposta. Come sempre,nell’attesa, ogni commento, parere, opinione è gradita. Nelnostro prosieguo sarà così possibile argomentare anche nelconfronto di eventuali pareri discordi.

Enrico Chiara

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La quotidianità aziendale si caratterizza per la periodicanecessità di pianificare riunioni, che, si sa, costituiscono unelemento primario nell’attività lavorativa.Tuttavia, pur essendo la loro utilità da tempo consolidata,di fatto, nelle aziende, l’atteggiamento di base del perso-nale nei confronti delle riunioni spesso non è assolutamen-te entusiasmante. Vige al riguardo una comune perplessitàsul loro livello di efficienza, ritenuto non sempre soddisfa-cente e di qualità. Ne consegue che spesso le riunioni sirivelano momenti di frustrazione, in quanto destano la sen-sazione di inutili perdite di tempo e di mancato raggiungi-mento di punti fermi, chiari, condivisi e concreti.Eppure non va dimenticato che lo scambio di informazioni,il senso di coinvolgimento, di appartenenza ad una struttu-ra aziendale, la condivisione di esperienze ed i rinforzimotivazionali sono favoriti soprattutto da quei momenti incui il personale si incontra, si confronta e insieme discutecon professionalità le soluzioni più efficaci e rapide nel rag-giungere gli obiettivi individuati. I punti di vista possono essere anche differenti, come purele iniziative di problem solving, ma di base c’è lo spunto perdare origine a idee migliori di quelle prodotte individual-mente, favorendo altresì l’opportunità di collaborare con ilproprio gruppo di lavoro per crescere ed offrire prestazionipiù efficaci, imparando a superare le resistenze al cambia-mento.Il progresso aziendale, sia interno che esterno, viene quin-di favorito dalle riunioni di lavoro, ma va anche sottolinea-ta la facilità con cui è possibile banalizzarle e compromet-tere cosi il loro risultato finale. A decretarne l’ insuccessospesso sono soprattutto l’improvvisazione spicciola ed unaorganizzazione logistica poco mirata.

Passi concreti per riunioni efficaciLe riunioni si identificano principalmente in tre differentitipologie, raggruppabili in: riunioni informative, organizzateprincipalmente per comunicare novità e cambiamenti,generalmente ad un ampio pubblico di partecipanti.Meeting di analisi in cui si utilizzano tecniche sia come ilbrain storming per sviluppare un progetto e sia gli incontriconsultivi in cui i superiori ascoltano i pareri dei collabora-tori. Riunioni decisionali sono le più esclusive, richiedonotempi superiori rispetto alle altre e, in linea di massima,sono costituite da un gruppo massimo di 7 persone. E’ dif-ficile prendere decisioni quando si è in troppi, oppure quan-do i presenti non sono quelli “giusti”.Ma al di là della tipologia, le riunioni quali importanti e rico-nosciuti momenti lavorativi, assumono le sembianze distrumenti organizzativi e, come tali, vantano l’esigenza diadeguati tempi di preparazione. L’improvvisazione in ognicaso non garantisce la loro buona riuscita. Esistono infattialcune importanti variabili che non vanno omesse o bana-lizzate, in quanto sono di fondamentale importanza nell’as-sicurare il coordinamento e l’integrazione delle risorse pro-fessionali: ovvero il successo delle riunioni. E’ buona norma preparare quindi in anticipo e con accura-tezza tutti i dettagli, che comprendono dei punti baseimprescindibili, di seguito riassumibili.

Definizione degli obiettiviE’ buona norma mettere sempre a fuoco l’argomento e lafinalità della riunione, predisponendo un Ordine del Giornoche contenga tutte le tematiche da sviluppare, oltre a met-

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Opinioni a confrontoOpinioni a confrontoPromozione Salute

11tere in evidenza gli scopi da raggiungere durante l’incontro.In questo modo vengono focalizzati gli aspetti salienti, evi-tando inutili divagazioni.A supporto di questa fase risulta utile stendere una scalet-ta degli interventi e raccogliere tutta la documentazionenecessaria per quell’occasione (es.normative, rapporti,statistiche, ecc.).Infine, una breve relazione scritta da inviare al termine dellavoro che riassuma i punti salienti dell’incontro, è vantag-giosa per evitare equivoci sulle decisioni raggiunte

Fase organizzativa L’organizzazione delle riunioni non può prescindere dalstabilire data e orario di incontro e dall’avvisare con con-gruo anticipo tutti i partecipanti, mediante nota informativascritta. Ideale sarebbe fissare anche l’orario di chiusura, alfine di scoraggiare eventuali perdite di tempo ed il prolun-garsi delle discussioni.Altro particolare da non trascurare consiste nell’ individua-re con precisione le persone interessate alla riunione, evi-tando rigorosamente di inserire collaboratori non “attinenti”a quel determinato incontro e magari trascurandone altriche potrebbero offrire il loro serio contributo.Ovviamente nell’organizzazione logistica va riservato un“prezioso” spazio anche all’individuazione del locale piùidoneo ad ospitare i partecipanti. Una sala grande e benilluminata, non disturbata da rumori esterni e comoda perprendere appunti è quanto di più adatto si possa scegliere.Non da ultimo, la predisposizione di supporti comunicativi(audiovisivi, video registratore, videocassette, ecc.) da uti-lizzare durante la riunione.

Tecniche di gestione dei gruppiLa riunione di lavoro è un gruppo di persone che si incon-tra per un obiettivo. Vivere in un gruppo significa esserecon gli altri, entrare in rapporti con altre persone, influen-zarle ed esserne influenzati, creare interazioni.A tal fine è di fondamentale valore applicare adeguate tec-niche di comunicazione e di gestione dei gruppi, tali dacreare un clima relazionale favorevole e consentendo atutti i presenti di partecipare attivamente ai lavori.

In particolare sono tecniche efficaci:- Porre domande aperte in modo da offrire la possibilità ad

ogni partecipante di esprimersi liberamente- Valorizzare le competenze di ciascuno in modo tale che

i presenti si sentano motivati, responsabilizzati e soprat-tutto dimostrando di considerare positivamente il l o r osupporto

- Accostare persone di gruppi diversi, per facilitare la coe-sione all’interno dell’azienda e la collaborazione di tutti,evitando cosi la formazione di coalizioni

- Aprire un dibattito raccogliendo le idee di tutti i parteci-panti, facendo delle domande aperte e accettando qual-siasi suggerimento senza commenti o osservazioni criti-che (Brainstorming). Quanto emerso viene sintetizzatosu un foglio grande o sulla lavagna. Anche chi presiedela riunione può dare il proprio contributo ed aggiungerloa quello degli altri. In questo modo tutti i contributi ven-gono messi sullo stesso piano, e tutti hanno la possibilitàdi partecipare.

- Giro di parola. E’ una tecnica per dare a tutti la possibi-lità di partecipare, anche alle persone più timide. Si invi-tano i componenti a turno ad esprimere la propria opinione. Affinché il giro di parola riesca è buona norma:

- evitare interruzioni fino a quando ciascuno non abbia fini-to di parlare

- effettuare eventuali commenti sull’intervento dopo chesia stato completato il giro (cioè nessuna interferenza,apprezzamenti, interpretazioni critiche). Il giro di parolapuò essere utilizzato per iniziare o concludere un incon-

tro, oppure per ottenere un feedback sull’andamento deilavori.

Il ruolo di chi presiede l’incontroNon è plausibile omettere l’importanza della funzione rico-perta da colui che presiede la riunione di lavoro. Esso rico-pre infatti un ruolo pressoché strategico. Infatti:

- Coordina gli interventi secondo l’ordine del giorno e pro-pone un piano di lavoro

- Sottolinea l’obiettivo dell’incontro- Può essere aiutato da un coadiutore per introdurre gli

argomenti, proporre soluzioni e appianare gli eventualiconflitti.

- Dal momento che quasi tutti si sentono nervosi quandopartecipano ad una riunione, chi la presiede deve fare inmodo di “rompere il ghiaccio” per far si che le persone sisentano a proprio agio, superando la paura di “non averniente da dire”, “di parlare troppo”, di “apparire sciocco”,di provare “imbarazzo nel parlare in pubblico”, ecc.

- E’ attento ai vari componenti la riunione, ai ruoli cheassumono ed alle possibili diatribe che si possono sca-tenare

- Presta attenzione al linguaggio utilizzato, che deve esse-re semplice e chiaro

- Fissa su fogli visibili a tutti i punti salienti che emergono,le acquisizioni, gli interrogativi in modo da evitare disper-sioni di lavoro

- Gestisce le obiezioni- Disciplina gli interventi stimolando le persone troppo

silenziose - Dosa il tempo degli interventi ed evita lungaggini inutili- Si assicura che la riunione si concluda con un risultato

effettivo e per evitare una dispersione di stimoli ricevuti èopportuno fare una sintesi e trarre delle conclusioni

- Se si incontra il gruppo di lavoro per la prima volta èimportante che il conduttore si mescoli, prima dell’attivitàufficiale, con i partecipanti per creare un primo contattoinformale e soprattutto per scoprire le prime caratteristi-che del gruppo stesso. Ciò permetterà di avviare il lavo-ro in maniera più realistica.

Errori da evitareEsistono degli errori piuttosto comuni che spesso compro-mettono la buona riuscita di una riunione di lavoro. In par-ticolare sono da evitare i seguenti: - Stendere un ordine del giorno poco chiaro- Non fissare delle pause ad intervalli regolari. L’attenzione

infatti ha una durata limitata e, discutere per ore senzainterruzioni, è controproducente.

- Interrompere la riunione per ricevere telefonate- Utilizzare i meeting per sottolineare l’autorità di un mana-

ger o per evitare ad un superiore di assumersi responsa-bilità decisionali.

- Convocare incontri a scadenze fisse, anche se non c’ènulla da dire

ConclusioneE’ probabile che alcuni di questi argomenti suonino abba-stanza familiari a molti, ma non è altrettanta consuetudineche essi vengano diligentemente applicati in ambito azien-dale. Così il rischio di organizzare o partecipare a riunioni“scadenti” è oggettivamente concreto. Per ovviare a ciò e gestire con intelligenza questi preziosimomenti di incontro e di scambio, basta solo un po’ dibuona volontà, di giusto impegno e l’ausilio di idonei stru-menti tecnici. La dilagante insofferenza verso le riunionipuò essere quindi facilmente debellata, in una realtà com-plessa in cui le riunioni rappresentano ormai uno spaziocostante e crescente nel sistema produttivo.

Maria Rita Barberis

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Aso, Asl, Ospedali al lavoro Aso, Asl, Ospedali al lavoro 12Promozione Salute

A.S.L. 1 Valdese

Tumori cutanei

A.S.L. 4

Giochi a misura deibimbi disabiliUn giardino “speciale” nell’ASL 4

A.S.L. 3 Maria Vittoria

Primo parto da fecondazione artificiale

Uno dei punti di forza dell’OspedaleValdese, nato nel 1838 come ospedalereligioso e dal 1 luglio entrato a far partedell’A.S.L. 1 di Torino, è rappresentatosicuramente dalla Task Force che sioccupa dei tumori cutanei.Il paziente che pensa di avere dei neisospetti si reca al Valdese per una visitadermatologica, “qui, spiega la dott.ssaAntonella Appino, viene effettuata unavisita accurata su tutti i nei, anche suquelli che a prima vista paiono innocui, icosiddetti asintomatici. In genere ilpaziente si presenta da noi quando unneo è fastidioso oppure si è ingrossato,se riteniamo sia pericoloso proponiamol’asportazione. Il passaggio dalla visitaall’intervento è brevissimo, da poche oread alcuni giorni.”“Quindi, continua la dott.ssa Appino,subentra il laboratorio di anatomia pato-logica per effettuare l’esame istologico;con il referto siamo in grado di esprimereuna valutazione corretta. Se l’istologicorisulta positivo è necessario far interveni-re l’oncologo per decidere il tipo di tera-pia che il paziente deve seguire”.Il dott. Franco Maniglia, chirurgo plastico,spiega che l’attività chirurgica nei pazien-ti con tumore si risolve in breve tempo, ingenere in day-surgery o , al massimo,con il ricovero di una notte.A questo punto si prosegue con laValutazione Collegiale che, vede la pre-senza e la collaborazione del dermatolo-go, del chirurgo e dell’oncologo, all’in-contro partecipa anche il paziente, che,in questo modo ha subito chiaro il per-corso che deve seguire; al termine vienerilasciato il referto indirizzato al medico difamiglia.“E’ proprio questo il vanto della nostraequipe: - afferma il dott. Gianni Fornari,oncologo - non lasciare mai solo ilpaziente, formare tutti insieme una sortadi ombrello protettivo nei suoi confronti,seguirlo anche dopo l’intervento e dopola terapia, programmandogli tramite ilCentro di Accoglienza ai Servizi (riferi-mento unico per tutti i pazienti oncologi-ci) tutti gli esami e i controlli necessariper un corretto follow-up”.Nel corso di un anno al Valdese si regi-strano dai 1.000 ai 1.500 tumori cutaneisuperficiali (epiteliomi) e 100 melanomi.Per questo tipo di tumore, la cui percen-tuale è aumentata molto negli ultimi anni,la diagnosi precoce è fondamentale.Negli ultimi 20 – 30 anni la popolazionesi è esposta molto al sole, questo hafatto accumulare il danno perché, nondimentichiamo, la cellula melanocitaria èdotata di memoria. Ovviamente vi sonoalcuni soggetti più inclini alle patologieoncologiche cutanee ,marinai, agricoltori,a causa del troppo sole o individui gene-ticamente predisposti anche per familia-rità. I soggetti più a rischio in assoluto

Il 9 agosto 2004, presso il Repartod’Ostetricia dell’Ospedale Maria Vittoria(Direttore dott. Flavio Armellino), unapuerpera di 39 anni, ha dato alla luce,mediante taglio cesareo, un neonato delpeso 3,250kg. Il parto si è svolto regolar-mente, madre e figlio sono in buone con-dizioni di salute. Il bimbo è il primo fruttodell’attività di fecondazione assistita delCentro di fisiopatologia della riproduzio-ne e Diagnosi prenatale dell’OspedaleMaria Vittoria.Il Centro di fisiopatologia della riprodu-

zione (diretto dal dott. Claudio Castello),inaugurato nell’aprile2003, è il secondoin Torino e il terzo del Piemonte.Attualmente sono in corso circa 40 gravi-danze frutto dell’attività- di fecondazioneassistita di 3° e 4° livello di alta tecnolo-gia. Il primo bimbo, nato da fecondazio-ne in vitro di 2° livello, è un felice eventoche testimonia il costante rinnovamentoe l’alto livello qualitativo di una delle spe-cialità storiche dell’Ospedale MariaVittoria, che fu fondato nel 1897 comeprimo ospedale specializzato Materno –Infantile di Torino.

Piera MARCARINO Ufficio Stampa ASL 3

GIODI è stato presentato al pubblico il 4giugno scorso dai vertici dell’ASL 4, allapresenza dei Presidenti delle Circoscr-izioni 6 e 7 della Città di Torino, delResponsabile delle Politiche Sociali dellaCompagnia di San Paolo, Dr. Luigi Mo-rello, del Direttore dell’Ufficio Pastoraledella Sanità dell’Arcidiocesi di Torino,Don Marco Brunetti, dei Responsabili diRegione e Comune per la realizzazionedel progetto, unitamente agli architetti eartigiani che ne hanno splendidamentecurato la realizzazione, e allo “storico”progettista dell’edificio di via Tamagno,ingegner Gabriele Manfredi.“L’inaugurazione di ‘GIODI’ rappresentaun momento di “crescita” della sede divia Tamagno, da sempre la sede operati-va della Neuropsichiatria Infantile: taleinnovazione è una tappa importante nelprocesso di miglioramento continuo dellaqualità complessiva del servizio ed èstata perseguita ponendo al centro del‘Progetto Globale’ riabilitativo il bambinodisabile e la sua famiglia sin dal primomomento dell’accoglienza – precisa laDott. Lorenza BONDONIO, Direttoredella Neuropsichiatria Infantile dell’ASL 4- Il ‘Progetto Globale’, progetto che coin-volge la famiglia del soggetto e quanti alui vicino, riguarda, oltre che aspetti stret-tamente clinici, anche aspetti pisicologicie sociali, e mira alla massima autonomiaraggiungibile dal bambino e comunque esempre ad una migliore qualità della suavita. Nel 2003 l’utenza complessiva della S.C.

sono però quelli che non si espongonoquasi mai al sole e quando capita si scot-tano. Naturalmente poi ci sono i fototipi arischio, pelle, occhi, capelli chiari, chedovrebbero evitare anche di esporsi alleradiazioni ultraviolette delle lampade, èinfatti da sfatare la credenza che, sotto-ponendosi a sedute abbronzanti, la pellesia maggiormente protetta una voltaesposta al sole, in realtà, così facendo,non si fa altro che danneggiarla ulterior-mente .Alcune norme di prevenzione suggeritedalla dott.ssa Appino: “ proteggere sem-pre la pelle durante l’esposizione al solecon creme non al di sotto del fattore 10,possibilmente non colorate e non profu-mate, potrebbero essere , come alcunifarmaci (antibiotici, antinfiammatori e las-sativi), foto- tossiche e provocare reazio-ni allergiche, anche macchie permanen-ti. Anche se l’esposizione al sole dovreb-be variare dalla sudorazione, dal calore edalla latitudine del posto in cui ci si trova,è sempre meglio abbandonare la spiag-gia tra le 11.00 e le 15.00 e indossarespesso una maglietta”.

di NPI è risultata pari a 1.829 soggetti,con una prevalenza sulla popolazioneresidente di 6,54%; di questi 577(31,5%) sono portatori di disabilità divaria tipologia e complessità.Hanno beneficiato di interventi di abilita-zione e riabilitazione neuropsicomotoriae/o logopedica 661 pazienti.E’ anche ai “sogni e bisogni” di questibambini che il progetto ‘GIODI’ si è ispi-rato”.Nel Servizio di Neuropsichiatria Infantilevi è una stanza allestita per lo svolgi-mento dell’attività dell’atelier. La stanza ègrande e accogliente con un tavolo chepermette a tutti i partecipanti di lavorareagevolmente, vi è anche la possibilità didipingere alle pareti utilizzando appositisupporti. Viene messo a disposizionemateriale vario: fogli di varie dimensioni,colori a tempera, gessetti, pastelli a olioo cera, matite, pennarelli, collage, creta,materiali vari per costruire oggetti tridi-mensionali.Il lavoro si svolge a cicli (3-6 mesi), consedute settimanali di un’ora e mezza,che comprendono un momento inizialed’accoglienza, la fase centrale di attivitàartistica, il momento della verbalizzazio-ne, in cui ciascun partecipante è invitatoa commentare il proprio lavoro; se ladinamica del gruppo lo permette vienestimolata la costruzione di una storia par-tendo dallo spunto dei lavori fatti.

Dr. Silvana PatritoResponsabile Ufficio Stampa ASL 4

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Aso, Asl, Ospedali al lavoro Aso, Asl, Ospedali al lavoro Promozione Salute

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A.S.L. 7 Chivasso

Nascere a chivassoTra gli obiettivi che si è data l’Asl 7 per l’an-no 2004 uno dei piu’ ambiziosi è quello di farcrescere il numero delle mamme che si rivol-gono all’ospedale di Chivasso al terminedella gravidanza. Ogni anno nascono nellaAsl 7 circa 1600 bambini. Di questi solamen-te 700 sono assistiti alla nascita presso laS.C. di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedaledi Chivasso.Nel corso degli anni il numero dei bambininato a Chivasso non ha subito variazioni par-ticolarmente significative:2001: 666; 2002: 658; 2003: 713La volontà di incrementare il numero deiparti ha indotto la Direzione Generale dell’Asl7 ad adottare alcune importanti iniziativevolte a raggiungere questo importante obiet-tivo. In primo luogo è stato realizzato unnuovo reparto.Disporre di camere a due letti con bagno,aria condizionata ecc. rappresenta certamen-te una carta vincente soprattutto se si consi-dera la futura mamma come una personasana che si rivolge all’ospedale unicamenteper essere assistita con la massima sicurez-za in un momento fisiologico della sua vita: ilparto. Garantire la possibilità di tenere conse il proprio bambino fin dalla nascita (roo-ming in) è la testimonianza dell’importanzaassegnata all’aspetto dell’umanizzazionedella degenza.Da anni vengono tenute, dal personale medi-co ed ostetrico, corsi di preparazione al partoe di massaggio neonatale che hanno avutoriscontri altamente favorevoli.Particolare importanza è stata attribuita allasicurezza all’atto della nascita, in tal sensodeve essere intesa la realizzazione di unasala operatoria adiacente alla sala parto.Nell’evenienza di dover effettuare un tagliocesareo urgente si riducono in tal modo alminimo i tempi necessari.La stessa presenza di un pediatra neonatolo-go all’atto della nascita conferma l’elevataattenzione posta alla sicurezza di mamma ebambino.Da anni si dibatte la proposta di promuovereil parto naturale al proprio domicilio. Conuna certa frequenza viene avanzata la richie-sta di poter partorire a casa propria.Partorire in casa puo’ essere un evento asso-lutamente naturale , qualora tuttavia si mani-festasse un qualsiasi contrattempo cherichiedesse il trasferimento in ospedale unasituazione fisiologica si trasformerebbe inuna emergenza.Al fine di mediare tra le esigenze di “partonaturale” e di sicurezza per la mamma e peril bambino si è ritenuto, all’Asl 7, di realizza-re un piccolo appartamento in adiacenza allesale parto e alla sala operatoria.Si tratta della cosiddetta “casa del parto”. Chidesidera partorire nel suo letto, in unambiente familiare, con a fianco i suoi fami-liari, a Chivasso dal mese di settembre p.v.,potrà farlo nella massima sicurezza.Al bisogno , in pochi secondi, ogni problemapotrà essere affrontato nell’ambiente piu’idoneo con la presenza degli specialistinecessari.Le iniziative sino ad ora adottate hanno già

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L'estate e il caldoMesso a punto dall'ASL 8 il piano di azione contro i danni provocati daeccessi di temperatura ambientale

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad unpreoccupante ripetersi di eventi climaticiestremi, un fenomeno che, confermatoanche dalle condizioni climatiche tendenzialipiù recenti, fa registrare l'acuirsi di tre mani-festazioni principali: l'aumento delle tempe-rature massime, la diminuzione delle tempe-rature minime, l'aumento delle precipitazionicon carattere alluvionale. Ne deriva, pertan-to, l'ipotesi di un incremento dei rischi per lasalute della popolazione di età superiore ai65 anni.Per quanto le attuali previsioni prevedanoun'estate 2004 "normale" e comunque favo-revole rispetto ai problemi alla salute deri-vanti dagli eccessi di temperatura ambienta-le registrati nel 2003, l'Azienda SanitariaLocale n. 8 ha approntato un piano per limi-tare i danni alle popolazioni più a rischioderivanti dalle condizioni climatiche estiveestreme.L'intervento si configura, nelle sue lineeessenziali mediante:- identificazione delle persone maggiormen-te a rischio di malattia o di morte per ecces-so di calore, attraverso l'utilizzo di alcuni cri-teri, quali età, fragilità clinica, fragilità dellarete familiare, fragilità socio-economica,etc…;- coinvolgimento dei servizi socio-assisten-ziali per coordinare l'assistenza ed il monito-raggio dei soggetti a rischio.A tal fine é stata attivata, per ogni sededistrettuale dell'ASL 8 un'Unità Valutativa,costituita dal medico di base, dal medico edalla capo sala di distretto e dall'assistentesociale del servizio socio-assistenziale, con ilcompito di raccogliere le richieste in arrivo,vagliarle ed attivare l'intervento più opportu-no in tempi brevissimi.“I servizi offerti per monitorare lo stato disalute ed intervenire sono l'AssistenzaDomiciliare Programmata, con una visitasettimanale da parte del medico di base,integrata, se necessario, da uno o più pas-saggi dell'operatore ADEST, e l'AssistenzaDomiciliare Integrata. - argomenta, a nomedei quattro direttori di distretto, la dott.ssaTeresa Bevivino, Direttore del DistrettoSanitario di Moncalieri - Tali servizi possonoessere attivati rivolgendosi al proprio medicodi famiglia che, valutata la necessità, attiveràla procedura per la presa in carico del caso.”Sono state inoltre contattate alcune organiz-zazioni di volontariato che hanno dato la lorodisponibilità a prendersi in carico dei casisegnalati effettuando telefonate, trasporti,etc….

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Usami, non abusare di meProgetto di Educazione Sanitariaper promuovere un miglior uso farmaci nell’adolescenza

Il Servizio di Educazione alla Salute dell’ASL13 di Novara ha avviato nel 2001 un proget-to per individuare le abitudini degli adole-scenti rispetto al consumo dei farmaci.La ricerca si è svolta attraverso la sommini-strazione di un questionario alle classi quar-te delle Scuole Medie Superiori del territoriodell’ASL . Parte del progetto si è concretizzata ora inun mostra rivolta agli Studenti delle ScuoleMedie Superiori che hanno aderito al proget-to e che raccoglie: • i risultati delle due indagini svolte nelle

Scuole Superiori (negli anni 2001 e 2003)relative al consumo di farmaci da parte deigiovani;

• i lavori prodotti dai ragazzi che hanno par-tecipato al concorso indetto dall’ASL;

• le elaborazioni statistiche ed epidemiologi-che più significative emerse dalla ricerca.

Per consentire agli studenti ed ai loro inse-gnanti di prendere visione e di riflettere suquanto emerso dallo studio, la mostra saràitinerante e sarà ospitata in alcune ScuoleSuperiori del territorio dell’ASL13 che hannodato la loro disponibilità ad accogliere i lavo-ri.La mostra è attualmente a disposizione ditutti gli insegnanti delle Scuole Superiori diNovara che volessero accompagnare le sco-laresche, previi accordi con il DirigenteScolastico dell’Istituto ospitante.Le Scuole potranno, quindi, visitare lamostra a Novara:• sino a sabato 30 ottobre 2004, presso

l’Istituto Tecnico per Periti Aziendali eCorrispondenti in lingue estere “Ales-san-dro Bermani” in v.le G. Verdi 3/a;

• da mercoledì 3 novembre a venerdì 31dicembre 2004, presso il Liceo ArtisticoStatale Casorati in via M. Greppi 18, part-ner dell’Azienda Sanitaria per l’aspettografico della mostra.

Nei primi mesi del 2005, l’esposizione saràtrasferita presso le Scuole Superiori di Aronae Borgomanero.Elena Vallana preposto ufficio relazioniesterne

"Fino ad oggi quest'estate sembrerebbeessere, contro ogni previsione, decisamentefresca. I rischi derivanti da eccessi di tempe-ratura ambientale, pertanto, dovrebberoessere più contenuti rispetto a quelli regi-strati lo scorso anno. - afferma l'ing. GiorgioRabino, Direttore Generale dell'ASL 8 – Ilpiano di azione messo a punto dai distretti,con la collaborazione dei medici di base e ilcontributo della rete di volontariato, permet-te sicuramente di affrontare in modo serenol'emergenza, legata ad eventi eccezionali dieccessivo caldo, che eventualmente sidovesse registrare."L'Addetto Stampa ASL 8 Chiara Masia - tel.

011.9719336

fornito incoraggianti segnali.Il numero dei parti è in costante aumento (+15 parti al mese) e questo induce a insisteresulla strada intrapresa che prevede lo svilup-po delle attività consultoriali, l’introduzionedal 2005 della parto-analgesia, ecc.

Dr.ssa Simonetta Valerio Ufficio Stampa: Responsabile

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Aso, Asl, Ospedali al lavoro Aso, Asl, Ospedali al lavoro 14Promozione Salute

A.S.L. 20

Progetto "Insieme per far crescere il nostro ospedale"Si è conclusa la prima fase del progetto spe-rimentale "Insieme per far crescere il nostroospedale", promosso da ASL 20 – "OspedaleSS. Antonio e Margherita" di Tortona, in col-laborazione con i comuni di Tortona,Castelnuovo Scrivia, Sale, Pontecurone eViguzzolo.Nato alla fine dello scorso anno, il progetto sipropone di individuare e conoscere al meglio:• le motivazioni che spingono una parte dellapopolazione tortonese a rivolgersi a struttureospedaliere situate fuori regione, per la dia-gnosi e la cura di patologie che vengono trat-tate con successo anche presso l’ospedale diTortona; • le aree di miglioramento suggerite dagliutenti, veri destinatari e certificatori dei nostriservizi.La prima fase del progetto è stata caratteriz-zata da un’indagine tramite questionari diffu-si a tutta la popolazione attraverso i comuni,i medici di base e in allegato a pubblicazionidell’ASL e dei comuni.I risultati: abbiamo ricevuto circa 1000 que-stionari compilati, pari a circa il 5% sul totaledistribuito: si tratta di una risposta certamen-te rilevante e significativa, tenuto conto delfatto che i questionari sono stati distribuiti "apioggia" sul territorio dei comuni interessati,raggiungendo sia persone che hanno recen-temente usufruito di prestazioni sanitarie, siasoggetti che non hanno avuto contatti con lastruttura ospedaliera. Per quanto concerne lavalutazione sull’ospedale di Tortona da partedi coloro che vi hanno fatto ricorso nell’ultimoanno, rileviamo un buon livello di gradimento,poiché solo il 21% degli utenti giudica insuffi-ciente il livello dei servizi offerti. Anche lasoddisfazione per la struttura e per il tratta-mento ricevuto risulta buona; ma permango-no spazi di gradimento scarso o insufficientesu cui bisognerà cercare di agire.Ad una prima lettura delle risposte relativealle possibili aree di miglioramento emerge iltema dei rapporti con il personale sanitario,nella relazione utente/operatore. Da ciò deri-va una prima riflessione: oggi (più che in pas-sato) chi usufruisce della sanità è moltoattento agli aspetti qualitativi e relazionali,oltre all’efficacia delle cure.Pertanto viene ribadita la necessità di stabili-re e mantenere rapporti professionalmentecorretti e trasparenti tra utenti e operatorisanitari, connessi ad una costante informa-zione sui trattamenti effettuati ed alla capa-cità di "ascolto" di istanze, timori o dubbiespressi dal paziente.Dott. Stefano Manfredi Direttore Dipar-timen-to Programmazione e Sviluppo; GiorgioGiustetto Dipartimento Program-mazione eSviluppo Area Sviluppo Organizzativo,Comunicazione e QualitàASL 20 Alessandria e TortonaVia Venezia, 6 - 15100 AlessandriaTel. 0131306979 - Fax 0131306910E-mail: [email protected] Internet: http://www.asl20.piemonte.it

ASO OIRM

Menù musulmano inospedalePer le degenti islamiche piatti tipicidella cucina araba

Negli ultimi anni si è assistito ad un con-sistente aumento di utenza straniera,sempre più spesso gli operatori sanitari sidevono confrontare con donne di etnie eculture diverse, molte volte sole, ansioseperché, non conoscendo la lingua, nonsolo non riescono ad esprimere i lorobisogni, ma non sono nemmeno in gradodi capire il loro interlocutore.Problemi di comunicazione dunque che,ad esempio, emergono in modo significa-tivo al momento del pasto, quando lediverse abitudini alimentari, spessoespressioni culturali e religiose, condizio-nano le scelte de piatti proposti dal menù,aumentando il senso di disagio, già cosìpronunciato in questa tipologia di pazien-ti.Sono soprattutto le degenti musulmanead avere maggiori difficoltà con l’alimen-tazione perché seguono, per tradizione ecultura religiosa, le regole alimentariimposte dal Corano, con tutti i suoi pre-cetti e i suoi divieti. Tra questi, i più cono-sciuti sono quelli di non mangiare lacarne di maiale (considerato impuro) e isuoi derivati, ma di assumere solo carnehalal, cioè lecita perché proveniente daanimali macellati secondo il rituale islami-co, che prevede la pronuncia della parolabasmala (Iddio misericordioso e clemen-te) ed il completo dissanguamento dell’a-nimale ucciso (é considerata anchecarne non halal quella delle rane, tartaru-ghe, lumache e asini).E’ naturale, quindi, che, nel dubbio, lepazienti musulmane spesso rifiutino piat-ti di cui non conoscono la preparazione. Pertanto, per poter fornire loro un ade-guato apporto nutrizionale, nel rispettodella diversa identità e cultura, è statoelaborato un menù che prevede piatti tipi-ci della cucina araba e l’utilizzo di carnecertificata halal .Nel menù musulmano sono stati inseritipiatti tradizionali come le kafta, polpettedi carne aromatizzata con spezie, i fala-fel, polpette di fave o ceci, molto popolariin Egitto, la cui ricetta sembra risalire aitempi dei faraoni.Non poteva mancare la pietanza simbolodell’identità culturale del Nord Africa, ilnoto couscous. L’inserimento di un menùcosì specifico, teso a migliorare la degen-za ospedaliera delle pazienti musulmane,rappresenta un passo importante versol’integrazione e verso un’accoglienza piùrispettosa della comunità islamica; per glioccidentali, poi, è un’occasione per avvi-cinarsi ad altri sapori, gustando piatti chepossono arricchire le nostre consuetudinialimentari.Eliana Governa, Filomena LeoneServizio di Dietetica ASO OIRM-S.Anna

A.S.L. 16

Diagnosi prenataleEsami predittivi già nel primo trimestre

Presso gli ospedali di Mondovì e Ceva giàda qualche tempo sono offerti ai cittadiniinteressati una combinazione di esamiecografici e di analisi di laboratorio, checon parecchi mesi di anticipo e con più“sensibilità” rispetto al “Tri-test” sinora inuso, permettono diagnosi predittive sullapresenza di anomalie genetiche nei neo-nati. Il “Tri-test” non verrà abbandonato,ma se anticipato dai nuovi accertamentidiventa superfluo“. La dr.ssa Rosalba Giacchello, responsabi-le dell’ambulatorio specialistico di ecogra-fia ostetrico-ginecologica e diagnosi prena-tale, ha focalizzato le problematiche, cui sicerca di dare risposta:“Il 97% dei neonati non ha difetti congeni-

ti, cioè anomalie già presenti alla nascita.Quasi tutti i difetti congeniti non sono con-seguenza di infezioni o di esposizioni asostanze nocive durante la gravidanza eneppure trasmessi come malattie eredita-rie dai genitori: la maggior parte dei bambi-ni con difetti congeniti nasce da coppie incui non vi è nessun fattore di rischio cono-sciuto. Le tecniche di diagnosi prenatalepossono essere di due tipi: quelle invasivee quelle non invasive. Si dice non invasivauna tecnica che permette di analizzare ilfeto “dall’esterno” senza rischi di alterazio-ni o danni per la madre o per il nascituro.”La dottoressa ha poi chiarito che cosaviene proposto dalle Ginecologie diMondovì e di Ceva:“A partire dal mese di settembre 2004 èofferta, presso l’A.S.L. n. 16, sia a Mondovìsia a Ceva, una nuova tecnica non invasi-va per l’accertamento della presenza dellaSindrome di Down (o mongolismo) e deidifetti di chiusura della colonna vertebrale(o spina bifida).Questi test, assolutamente innocui sia perla mamma sia per il nascituro, consistonoin un’ecografia in cui viene eseguita lamisurazione di una struttura anatomicafetale definita “translucenza nucale” o NT enel dosaggio nel sangue materno disostanze chiamate rispettivamente PAPP-A e free beta, e hCG. Dalla combinazione di dati ottenuti da que-sti esami si offre ai futuri genitori la possi-bilità di conoscere la percentuale di rischiodel loro bambino di essere affetto dalla sin-drome di Down: l’esame, definito “testcombinato”, viene eseguito tra l’11^ e la13^ settimana di gravidanza”.A 16 settimane di gravidanza viene inoltreproposto un ulteriore prelievo di sanguematerno per il dosaggio dell’”alfa feto-pro-teina”, una sostanza che può risultareaumentata in caso di alterazioni dellacolonna vertebrale (spina bifida) o di pro-blemi legati al cattivo funzionamento dellaplacenta.”Per ulteriori informazioni può essere con-tattata la dr.ssa Rosalba Giacchello, aMondovì ( 0174-550342 e a Ceva ( 0174-723631.

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Salute e scuolaSalute e scuolaPromozione Salute

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Prevenzione: un convegno imperdibileper i docenti

Obiettivo minori: un progettoper l’uso consapevole deimezzi di comunicazioneObiettivo Minori è un progetto che si propone di realizzare atti-vità rivolte a creare un’educazione permanente all’uso consa-pevole dei mezzi di comunicazione da parte dei bambini, deiragazzi e delle loro famiglie.Il protocollo d’intesa, che ne definisce gli obiettivi, è stato sot-toscritto, nel mese di luglio, dall’assessore al SistemaEducativo della città di Torino, Paola Pozzi e dal Presidente delComitato Regionale per le Comunicazioni (Co.Re.Com) delPiemonte, Pier Umberto Ferrero.

Giovedì 25 e Venerdì 26 Novembre 2004, a Torino, presso ilCentro Congressi del Lingotto, si terrà il ConvegnoNazionale conclusivo dei primi tre anni di attività nelle scuo-le e nel territorio cittadino, di un intervento straordinario nelcampo della Prevenzione, voluto e finanziato dall’alloraMinistero della Pubblica Istruzione, oggi MIUR, per tre gran-di città italiane. Il rigore con il quale ha operato la DirezioneRegionale del Piemonte, che ha affidato ad un’Ispettrice(Maria Paola Tripoli) e a una Preside (Laura Vercelli), infati-cabili protagoniste da tanti anni delle vicende scolastichepiemontesi, ha consentito all’investimento di risorse relativoalla città di Torino di andare a buon fine. E’ stato attivato unostaff centrale, sono stati investiti di responsabilità progettua-li cinque gruppi su base territoriale su cui sono confluiti sog-getti diversi (associazioni e cooperative, servizi socio-assi-stenziali, ASL) in genere già impegnati, a vari livelli, con lescuole dei loro territori. Con l’assistenza dell’OPPI (strutturamilanese con molti decenni di esperienza nel campo dell’a-nalisi delle problematiche scolastiche), è nato quindi aTorino il Progetto TRAENTI, che, anche nel nome, afferma lasua mission interistituzionale. E’ proprio il Progetto TRAEN-TI che si è assunto l’onere del Convegno annunciato(www.traenti.org), aperto a tutti coloro che operano tra gliadolescenti e i giovani.Con il contributo di esperti di rilievo come Merlo, Prina,Cattelino e Pollo, il Convegno vuole approfondire i nodi criti-ci (e gli “affanni”) di ciò che si intende oggi per prevenzione,di ciò che si ritiene utile per costruire legami sociali, dentroalla complessità attuale e al rischio incombente di una suaimplosione.

Ascolto, Aggregazione, Autonomia.Che cosa possono significare le tre A che annunciano ilConvegno? Potrebbero voler affermare la centralità dell’a-scolto reciproco – tra docenti e alunni – per andare versoforme di aggregazione che evitino la sofferenza della solitu-dine, nella prospettiva di costruire personalità sempre piùcapaci di giudizio autonomo e riflessivo. Questa sembraessere la grande provocazione che questo Convegno vuolelanciare a tutti i soggetti che con i minori intrattengono rap-porti istituzionali. Al riguardo può essere utile richiamare unconcetto caro ad una studiosa delle istituzioni come Ota DeLeonardis (“Istituzioni, come e perché parlarne”, Carocci2001): gli operatori delle istituzioni vedono il loro modo divedere? Per quanto concerne le istituzioni scolastiche, gliinsegnanti si vedono come attori protagonisti del processoche definisce l’istituzione scuola stessa, il suo mandatosociale, il suo potere? Facendo lo sforzo di vedere se stessi,di collocarsi, di definirsi, è inevitabile che arrivino ad unanuova definizione dei propri interlocutori naturali, cioè gli allie-vi. Chi affronta le difficoltà, le incertezze e la fatica di chie-dersi che cosa sta facendo come persona e come professio-nista, ridefinisce anche i suoi allievi come soggetti, come per-sone e non come vasi da riempire, come destinatari ultimi diuna trasmissione di nozioni peraltro scientificamente semprepiù instabili. E’ a questo punto che avviene l’incontro tra inse-gnante e allievo, e dall’incontro scaturisce quella ricercacomune, sul piano culturale e umano, che rinvia oggettiva-mente alla costruzione di rapporti con altri soggetti, portatoridi altri frammenti di conoscenza. Di qui l’incontro con chiopera nell’extrascuola con professionalità diverse e può for-nire apporti utili alla ricerca comune del docente e del suoallievo, uniti dal desiderio di definirsi e di ridefinirsi, di orga-nizzare e riorganizzare continuamente le proprie mappecognitive, costruire riflessività e legami sociali. ➯ Segue a pag. 16

Saprà il Convegno del 25 e del 26 Novembre scavare com-piutamente dentro alle tematiche delle tre A (Ascolto,Aggregazione, Autonomia) che ha voluto assumere pubbli-camente?Le esperienze dei Gruppi territoriali di TRAENTI e il fatto checonduttori dei gruppi (Garena, Grosso e Bianchini) venganoda un lungo impegno “sul campo” lasciano intravedere unabuona prospettiva di lavoro.

Benessere e Malessere.Se un buon numero di insegnanti e non soltanto qualchedocente isolato recupera il senso del proprio agire sociale eindividua nei propri allievi i co-autori di un processo di ricer-ca-azione sul piano culturale, si può ipotizzare che insiemeconquistino anche un nuovo livello di benessere psico-fisico.Fra i tanti bisogni, c’è un grande bisogno di salute. Il burn-out di molti insegnanti è noto, il consumo di psico-farmaci è diffuso, lo stress è diventato quasi una condizionepermanente. Sul versante degli allievi, la ricerca dello sbal-lo, dello stordimento con modalità disparate, dalle più inno-cue alle più deleterie, è cronaca quotidiana. Tra i docenti egli allievi c’è chi resiste, è vero, ma in condizioni sempre piùavverse. Le esperienze dello psicologo a scuola, dello“sportello” per gli uni e per gli altri non possono essere vistecome una risposta al problema del malessere diffuso, deldisagio in cui versano gli operatori della scuola e gli studen-ti. Proprio chi lavora professionalmente a contatto con lasofferenza dei docenti, dei giovani e dei genitori sa che sol-tanto in casi rarissimi questa si configura come bisognosa diun vero e proprio intervento terapeutico. In genere si trattadi una sofferenza strettamente vincolata ai contesti sociali,al lavoro e al non lavoro, alla precarietà, all’incertezza,all’assenza di reti di protezione. Se dall’interno di alcuni“sportelli” rivolti a insegnanti e studenti vengono segnali chevanno nella direzione di postulare una “nuova alleanza” tragli uni e gli altri per una ricerca-azione comune, dagli “spor-telli” aperti ai genitori vengono segnali di sofferenze dram-matiche. La frammentazione dei posti di lavoro, la loro dis-seminazione e la loro instabilità non consentono però diintravedere alleanze possibili a breve termine, né nei territo-ri dove ogni alloggio è una fortezza blindata, né nei luoghi dilavoro sparpagliati e senza alcuna virtualità aggregativa.Non è un caso che l’esplosione di violenze letali in ambitointrafamiliare sia ormai cronaca nera ricorrente e questi fattinon siano altro che la punta dell’iceberg di altre violenze,psicologiche e fisiche, sempre più frequenti, tra le muradomestiche. Con i nodi critici che rinviano alla responsabilità dei deciso-ri politici ed economici, non può certo misurarsi il ConvegnoNazionale di TRAENTI. Ma è bene che il “memo” di darecontributi per un’ipotesi di società meno distruttiva trovi spa-zio, per tutti noi, tutti i giorni, nelle nostre agende, nei nostricalendari.

Guido Piraccini

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16Promozione Salute

➯ Segue da pag. 15

Il Co.Re.Com è un organismo della Regione Piemonte edespressione regionale dell’Autorità nazionale per le garanzienelle comunicazioni e la vigilanza nell’ambito della tutela deiminori nel campo delle telecomunicazioni. La città di Torino, dasempre all’avanguardia nel campo delle politiche per l’infanzia,ha avviato un’esperienza, di primario livello nazionale, all’usoe al rapporto con gli strumenti di comunicazione, e, in partico-lare, con la televisione: il Centro di Cultura per laComunicazione e i media, che, nell’ambito del progetto, hacurato l’attività relativa all’uso del mezzo televisivo.Per avere una fotografia dell’esistente, è stata effettuata un’in-dagine che ha coinvolto oltre 3000 studenti di 134 classi pie-montesi, dalle elementari alle superiori.L’intesa tra i due enti consentirà di elaborare iniziative comunidi ricerca, informazione e sensibilizzazione sul rapporto framezzi di comunicazione e minori. Infatti, il progetto si ponecome obiettivo l’analisi dei dati relativi alle metodologie di uti-lizzo di tali mezzi di comunicazione al fine di creare una legi-slazione e un’etica appropriate all’attuale contesto di riferimen-to per i bambini e gli adolescenti ed offrire, allo stesso tempo,uno valido strumento di informazione per genitori ed educato-ri. Internet, la televisione, la radio, la telefonia mobile e fissa,l’universo chiamato ‘media,’ sono strumenti che hanno assun-to un ruolo importante nell’educazione dei minori. Bambini eragazzi sono consumatori sensibili di una comunicazione dimassa, che sostituisce, con approcci virtuali semplici e coin-volgenti, sia le esperienze individuali, sia quelle vissute diret-tamente “sul campo”. La televisione, per esempio, ha inciso

Mobbing: nasce a Torino il gruppo di auto mutuo aiutoIniziativa promossa dall’Associazione Risorsa in collaborazione con lo Sportello Mobbing della C.G.I.L. presso la sede CIPES Piemonte

Fenomeno di singolare e spesso drammatica attualità, il capi-tolo delle vessazioni perpetrate negli ambienti di lavoro dasuperiori e/o da colleghi appare a tutt’ oggi sottostimato nelleconseguenze, causa un doloroso sommerso nel quale hannobuon gioco meccanismi collaterali di indifferenza, rifiuto, esclu-sione, che inducono le persone colpite ad isolarsi progressiva-mente nella sfiducia e nella disperazione, fino all’alienazione oin casi estremi al suicidio.Le ricadute a livello sociale possono sconvolgere l’intera sferarelazionale, con effetti devastanti in ambito professionale masoprattutto all’interno della famiglia. Gravi ed onerose sonoquelle sanitarie.L’associazione Risorsa, costituita a Torino nel 1999 e tra leprime nel nostro Paese ad interessarsi anche operativamenteal problema, gestisce da anni in collaborazione con la Cameradel Lavoro lo”Sportello Mobbing”che ha sede presso laC.G.I.L. di via Pedrotti 2, Torino, promuovendo iniziative diconcreto aiuto in cui la capacità di ascolto solidale è momentocentrale qualificante e spesso risolutivo, in sinergia con stru-menti di tutela legale.In questa prospettiva, si affianca ora la creazione del Gruppodi Auto Mutuo Aiuto che propone momenti di confronto e inter-scambio attivo aperti a coloro che, patendo una condizione dimobbing o avendone fatto esperienza diretta, desideranoaccrescere la consapevolezza delle proprie risorse reattive(spesso sopite o annientate dalla emergenza psicologica), alloscopo di meglio fronteggiare situazioni avversative.Il Gruppo, che si ritrova nelle ore serali a cadenza quindicina-

le presso la sede CIPES di Torino , via S. Agostino 20, è coor-dinato dal Professionista Giuseppe Mitola, PsicologoPsicoanalista esperto di problemi legati alla depressione, daanni impegnato nel mondo del volontariato, in un percorso gui-dato che vede nella riscoperta dell’area emozionale individua-le e collettiva il fulcro necessario per stimolare significativi eduraturi cambiamenti . La sua opera è prestata a titolo gratui-to.

significativamente sugli stili di vita dei bambini e delle lorofamiglie, dando vita ad un cambiamento importante nel mododi conoscere e di apprendere. Per queste ragioni è importanteconoscere ed utilizzare criticamente e costruttivamente ilmezzo televisivo.E i Centri di Cultura per l’infanzia e l’adole-scenza del comune di Torino sono luoghi aperti, che collabo-rano con enti, associazioni, cooperative, offrendosi come puntidi riferimento per le famiglie e per la scuola. In particolare ilCentro di Cultura per la Comunicazione e i media propone per-corsi e opportunità educative di conoscenza e sperimentazio-ne volte a un approccio critico ai linguaggi comunicativi per sti-molare un atteggiamento non passivo, la riflessione, il con-fronto da parte dei più giovani. In questo contesto le enormipossibilità comunicative offerte dalle tecnologie sono inserite inuna programmazione elaborata sulla base di contatti diretti chesi traducono in esperienze concrete. La telematica, l’informati-ca, l’informazione televisiva e la pubblicità sono oggetto dianalisi, di sperimentazione di modalità di conoscenza e di uti-lizzo di tali strumenti da parte del Centro.Quest’ultimo, inoltre, in collaborazione con la RAI, l’Universitàdi Torino, la Rete di scuole di Torino e i comuni di Carmagnola,Nichelino, None, Vinovo, il CIVES (Coordinamento ItalianoVideo e Scuola) anima la rete Teleintendo. Si tratta di un pro-getto pilota di promozione dell’educazione all’immagine televi-siva, richiamato dal protocollo sottoscritto. Obiettivo Minori,infatti, ribadisce l’impegno alla promozione e alla valorizzazio-ne di Teleintendo come “modello di riferimento educativo,didattico e pedagogico sull’educazione all’immagine televisi-va”.

Mariella Continisio

Il Gruppo ha appena avviato la sua attività; è quindi ancorapossibile inserirsi.Per informazioni si possono contattare: Luisa Marucco allo 011-5817810Franco Debenedetti allo 011-5176332

L’Associazione Italiana Donatori della Cornea,Sezione di Alba, Bra, Langhe e Roero informa che l’opuscolosoprariportato verrà distribuito nelle scuole medie albesi (inferio-ri e superiori) allo scopo di diffondere la cultura della donazione.Chi vuole saperne di più si rivolga alla sede di Via Risorgimento 1,12051 ALBA (CN), tel. 0173.292422

Prom. Salute n.4/2004 8-10-2004 11:19 Pagina 16

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Centro di documentazioneCentro di documentazionePromozione Salute

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Investire sul cambiamento dei determi-nanti comportamentali, organizzativi eambientali per modulare le storie disalute e di malattia è il sottotitolo delseminario svoltosi a Torino il 22 giugnoe rivolto principalmente a decisori eoperatori delle ASL piemontesi: è stataun’occasione di confronto su prassi, cri-ticità e sfide emerse nella progettazionee valutazione degli interventi orientatialle strategie raccomandate dall’O.M.S..Sul sito www.dors.it sono disponibili lerelazioni introduttive ed i materiali deiLaboratori di progetto (Adolescenti esicurezza stradale, Adolescenti protago-nisti, Piemonte libero dal fumo, Alleanzeper la salute intersettoriali) ed i progettipresentati nelle sessioni Poster.Il seminario nasce dal percorso di for-mazione voluto dalla Regione Piemonteed avviato con i Referenti Aziendali perla Promozione della Salute. Sono statipresentati i progetti MCQ (SistemaInformativo e Banca Dati Attività eProgetti PES) e i risultati del monitorag-gio dell’implementazione delle LineeGuida alle AA.SS.LL. Promozione dellaSalute (Det. Reg. 166-2003).È stato inoltre presentato, messo a con-fronto con gli interventi presentati neiLaboratori e discusso il programmaregionale di Promozione della Salute2004 (con estensione al 2005), che rap-presenta il quadro di riferimento attuati-vo delle iniziative locali e regionali e unasorta di bilancio/prospettiva da conse-gnare alla prossima legislatura regiona-le [email protected]

Promozione della Salute eServizio SanitarioRegionaleDecisori ASL e Referenti PES a confron-to su Piano 2004 ed organizzazione

Il sito DoRS si è presentato dal mese di giugno nella sua nuova veste grafica.Oltre ad una migliore funzionalità che speriamo i visitatori apprezzino è importanteciò che non si vede in seguito ad una visita sommaria : grazie ad un piattaforma diContent Management, di facile utilizzo da parte di tutti gli operatori, gli aggiorna-menti e gli accessi ai contenuti sono più garantiti e più veloci.Non mancano poi i servizi già implementati nella vecchia versione come le banchedati Pro.Sa. e MATline, il motore di ricerca interno (migliorato grazie alla piattafor-ma stessa), le aree riservate ai gruppi di lavoro. Di prossima attivazione la new-sletter on-line alla quale potete iscrivervi digitando il vostro indirizzo di posta elet-tronica nell’apposito modulo in alto a [email protected]

www.dors.it rinnovato

CENTRO REGIONALE DI DOCUMENTAZIONEPER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE

Via Sabaudia, 164 - 10095 Grugliasco (To)Tel. 011.40.17.653/684 - Fax 011.40.17.687

e-mail [email protected] - sito WEB http://space.tin.it/salute/itcopp

Pubblicazione sul sito http://www.dors.it/22giugno.php degli atti delseminario "Promozione della Salute e ServizioSanitario Regionale" svoltosi a Torino 22 giugno.

I documenti disponibili sono:1. Le relazioni presentate nella sessione focus e il documen-

to integrale Rapporto HBSC-OMS 2001-02 sugli stili di vitae salute dei giovani italiani (11-15 anni)

2. I progetti (presentazioni e documento progettuale), le pil-lole per la buona pratica, i dossier di documentazione deiLaboratori 1-4

3. Gli abstract e i contatti dei relativi operatori dei progetti edelle esperienza presentate nella sessione poster

4. La presentazione del progetti MCQ e-sistema informativoe banca dati interventi progetti HP ed e-rubrica HP ASL(Laboratorio 5)

5. Conclusioni e raccomandazioni dai Laboratori 1-46. Elenco partecipanti, relatori ed esperti con indirizzi posta-

li, e-mail e telefonici

Vogliamo sperimentare questa formula innovativa, rispettoalla tradizione produzione di atti cartacei, per rendere piùfacilmente e velocemente disponibili i materiali "vivi" che laprassi degli operatori e dei servizi produce e che non sem-pre sono resi accessibili in tempo reale a chi può esserneinteressato o può a sua volta riutilizzare aprendo nuovi circolivirtuosi.La sfida è di lasciare delle tracce (catalogate e documenta-te, vedi e-sistema informativo HP) che segnino i percorsi eaprano nuove prospettive negli interventi di promozione dellasalute sviluppati secondo le raccomandazioni di efficacia equalità.Gli operatori DoRS ringraziano tutte le persone che hannocollaborato alla produzione dei materiali utilizzati nel semi-nario e resi disponibili sul sito.

Con l'augurio di rivederci presto per scambiarci esperienze,progetti e risultati, inviamo cordiali saluti.

A nome degli operatori DoRSClaudio Tortone

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Page 18: Prom. Salute n.4/2004 8-10-2004 11:19 Pagina 1 Salute · Riva del Garda Segue a pag. 2 ... pag. 24 Convegno AAA. Convegno esperienze cliniche nelle istituzioni Comincia il viaggio

Centro di documentazioneCentro di documentazione18Promozione Salute

Proseguiamo la segnalazione di Attidella Regione Piemonte (leggi,Delibere, Determinazioni, ecc…), che anostro giudizio possono avere un certointeresse per quanti si interesano diPromozione della Salute. Presso la nostra sede sono a disposi-zione dei soci, delle Associazioni,ecc… I bollettini ufficiali che contengo-no gli atti citati

D.D.5 luglio2004, n° 133 – BU n 27DGR n 37- 12305 del 13.4.2004: contri-buti regionali per la realizzazione diimpianti di climatizzazione nei presidisocio-assistenziali per anziani-Approvazione graduatorie delle richie-ste ammissibili a contributoD.G.R 26 Luglio 2004, n. 34- 13138BU n 31 S Approvazione Linee Guidaper l’effettuazione di PrestazioneAllergologiche di Elevata Complessità(PAEC) in Day Hospital/RicoveroOrdinarioD.D.12 luglio 2004, n.117 BU n 31SIndicazioni operative per il controllo deiprodotti lattiero-caseari. Revisione.Legge regionale 3 agosto 2004, n. 19 BU 31 Nuova disciplina regionale sullaprotezione dalle esposizioni a campielettrici, magnetici ed elettromagnetici.D.D. 27 aprile 2004,n. 66 BU n 31Istituzione gruppo di lavoro per la predi-sposizione di linee guida per l’attività divigilanza e controllo sulle strutture sani-tarie, socio-sanitarie, socio-assistenzialiD.D.30 luglio 2004,n.129 BU n. 31Approvazione bando regionale per ilfinanziamento di progetti di RicercaSanitaria Finalizzata - stanziamento dieuro 3.098.741,39=sulCap.12265/2004D.G.R. 3 agosto 2004 n.56 - 13239BU n. 33 Interventi socio – sanitari fina-lizzati all’abbattimento delle liste di atte-sa degli anziani non autosufficienti. D.G.R.24 maggio 2004, n. 38-12564 BU n. 26 Finanziamento per la realizza-zione di strutture per le cure palliative. D.G.R. 24 maggio 2004, n. 40-12566BU n. 26 Progetto Regionale di unarete di Servizi per la Prevenzione,Diagnosi e Cura dell’IncontinenzaUrinaria.D.G.R. 7 giugno 2004, n.1-12653BU n. 29 Art. 22 l.r. 9/04:attività di pre-venzione per il contrasto del doping, l’a-buso dei farmaci e i comportamenti arischio nella pratica sportiva dilettanti-stica e amatoriale . Disposizioni.D.P.G.R. 5 luglio 2004, n. 3/R BU n. 28Regolamento regionale recante modifi-che al Regolamento regionale ”Normeper la disciplina della preparazione esomministrazione di alimenti e bevan-de, relativamente all’attività di bar, pic-cola ristorazione e ristorazione tradizio-nale”.

Atti della Regione Piemonte

Storie nella storia

I volontari delsoccorso

Nel 1904 le Pubbliche Assistenzediedero vita alla “FederazioneNazionale delle Società di PubblicaAssistenza e di Soccorso” che oggi,con il nome di A.N.P.A.S. raccoglie850 Associazioni con 100.000 volon-tari attivi e 700.000 soci. Nel volume sono raccolte le immagi-ni fotografiche ed i documenti prove-nienti dagli archivi delle Associazionidi Pubblica Assistenza, dei ComitatiRegionali e dell’ANPAS, a testimo-nianza di 100 anni di vita di un volon-tariato attivamente impegnato nelcampo del soccorso e dell’assisten-za sociale, a sostegno delle classipiù indifese della società, nelle epi-demie, nelle piccole e grandi cala-mità naturali ed attento all’educazio-ne sanitaria e civile dei cittadini.

Il volume “I volontari del soccorso .Unsecolo di storia dell’Associazionenazionale pubbliche assistenze” èuna preziosa testimonianza sul ruolodel volontariato laico, da oltre unsecolo, nella società italiana. L’autoreFulvio Conti ha svolto un’accurataricerca sulle Pubbliche Assistenze,nate a metà dell’ottocento e caratte-rizzate come associazioni laiche edemocratiche che agiscono in aree diinterventi umanitari cruciali (quali ilsoccorso e il trasporto di feriti eammalati, la protezione civile, la tute-la ambientale, l’assistenza ad anzianie disabili, la raccolta del sangue) incostruttiva collaborazione con le isti-tuzioni. L’autore, partendo dallanascita delle singole PubblicheAssistenze, presenta la storia dellaloro organizzazione nazionale. Nel1904 nasce la Fede-razioneNazionale con l’obbiettivo primario ditutelare le associazioni, di ottenere il

Quality DayL’ASL 13 di Novara ha recepito il propriomandato istituzionale proponendosi comemission la creazione di “valore sanitario”,ovvero di contribuire alla tutela della salu-te della popolazione ad essa afferente intermini di prevenzione, diagnosi, cura ria-bilitazione ed educazione alla salute. In questo contesto si colloca l’iniziativadel Quality Day che nasce come una gior-nata “aperta” il cui obiettivo è quello dipresentare e di valorizzare tutte le attivitàdi eccellenza dell’ASL 13, sia in ambitoaziendale sai, e soprattutto, pubblico.Questo volume contiene gli atti del primoQuality Day dell’ASL 13 ed è una raccoltadi tutte le iniziative che i suoi operatorihanno predisposto o stanno predisponen-do per rendere migliore il servizio offertoai propri cittadini.

loro riconoscimento e di sostenerlenelle ricerca delle risorse per le loroattività solidaristiche. La ricercaprosegue sino alla situazione odier-na in cui l’ANPAS (AssociazioneNazionale Pubbliche Assistenze)conta 850 Pubbliche Assistenzecon 700.000 soci ed oltre 100.000volontari attivi.

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Vita CipesVita CipesPromozione Salute

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Asterischi di vitaQuesta edizione della nostra rubrica ha un ordine cronologi-co un pò atipico, recuperando il periodo delle vacanze, il ral-lentamento precedente delle attività e un segmento dellaripresa delle attività stesse, per cui riportiamo iniziative digiugno ed anche, rispetto a settembre in cui la rubrica vienescritta qualche programmazione delle iniziative successive.Procediamo con il nostro consueto elenco:giovedì 3 e venerdì 4 giugno 2004 si è realizzata, nei locali diVia Gradisca 10 di Torino, una mostra illustrativa, promossadall’Assessorato regionale alla Sanità, dall’ASL 2 e dalDoRS, del progetto regionale di promozione dell’attività fisicanella scuola elementare “Bambini in movimento”. Per relazio-nare brevemente sui risultati derivati dal progetto e per dibat-tere con il pubblico sui temi dell’attività sportiva e dellasedentarietà nello stile di vita si è tenuta una tavola rotondaa cui hanno partecipato Massimo Bucciol per la IIICircoscrizione, Maurizio Damilano, campione olimpico,Gianni Romeo, giornalista, Manfredi Grasso, Direttore sani-tario ASL 2, Giuseppe Parodi, medico sportivo ASL 2;sabato 5 giugno 2004, promossa dall’Istituto Comprensivo(materna, elementare, media) Martin Luther King, un’articola-tissima festa delle scuole della Borgata Paradiso diGrugliasco: “Se riduco lo spreco, ci sorride il futuro”; le varieiniziative, svoltesi nel giardino della scuola “M. L. King”,hanno coinvolto tutte le sezioni dei tre gradi di scuola; si èregistrato tra l’altro l’intervento della rappresentantedell’UNICEF Prof. Buscaglia. Determinanti per la riuscitadella festa sono state le collaborazioni ed i contributi del sin-daco di Grugliasco, dei vari Assessorati cittadini e dellevolontarie del Servizio Civile;lunedì 7 giugno 2004 presso l’Azienda Sanitaria OspedalieraS. Luigi di Orbassano si è inaugurato, con la partecipazionedel Presidente della Regione Enzo Ghigo e del Rettoredell’Università di Torino, il Centro Regionale Antidoping“Alessandro Bertinaria”, struttura del Consorzio Piemonte perla prevenzione e la repressione del doping e di altri usi illeci-ti dei farmaci; testimonials dell’avvenimento numerosi cam-pioni sportivi, tra cui Stefania Belmondo e Fabio Carta;giovedì 10 e venerdì 11 giugno 2004, promosse dall’ASL 4, sisono svolte presso l’Hotel Royal di Torino 2 Giornate di stu-dio sul tema “Il supporto fra pari nel trattamento delle dipen-denze”; i lavori si sono articolati in 3 sessioni i cui chairmansono stati Augusto Consoli del Dipartimento di Patologia delleDipendenze dell’ASL 4, Rosanna Giulio, Resp. del ProgettoPeer Support ASL 3 di Torino, Angelo Giglio Resp. Attività diOutreach ASL 4 di Torino. Particolarmente apprezzati i nume-rosi contributi dei relatori esterni delle ASL di Firenze,Palermo e Verbania, del Gruppo Abele, dell’AssociazioneEmme&Erre di Padova, dell’Associazione Know-Lab diBologna, dell’ONLUS Ago nel Pagliaio di Torino. L’iniziativaappare tra le poche che hanno affrontato ad alto livello e conl’apporto di esperienze operative rilevanti il tema dell’au-toaiuto nella fedeltà alle sue caratteristiche fondamentali, svi-luppandone ed arricchendone le modalità di applicazioneverso livelli di notevole efficacia;lunedì 14 e martedì 15 giu-gno 2004 il Dipartimento di Chirurgia I dell’ASL 18 (Alba Bra)ha organizzato, presso la Fondazione Ferrero di Alba, uncorso riservato a Medici, Infermieri e tecnici di Radiologia sultema “La Calcosi Colecisto-Coledocica: problemi aperti didiagnosi e di terapia”. Il corso si è articolato in molte sessio-ni sui vari aspetti diagnostici, chirurgici e di cura; ha presie-duto il corso S. Camera. I relatori, provenienti da varie ASLdel Piemonte, di Bologna e di Roma hanno portato tutti con-tributi di alto livello;venerdì 18 giugno 2004 presso la sala incontri “Livio Labor”di Torino si è tenuta l’Assemblea del Forum del Terzo Settorein Piemonte, in cui, oltre agli adempimenti statutari, si è svol-ta una articolata relazione sulle attività e di ridefinizione delprogramma e degli orientamenti del Forum stesso;nella settimana dal 20 al 26 giugno 2004 presso il Rifugio CAI“Ezio Orsi” nel Comune di Fabbrica Curone si è svolto un

Campo Scuola “Tutti a tavola …”, progetto di EducazioneAlimentare, Motoria ed Ambientale rivolto ai bambini obesi dietà compresa fra i 9 ed i 12 anni. L’iniziativa è frutto della col-laborazione tra il Reparto di Pediatria dell’Ospedale “SS.Antonio e Margherita” di Tortona e l’Assessorato alla Tutela eValorizzazione Ambientale della Provincia di Alessandria;responsabile del campo è stato il Dr. Vincenzo Castella, pri-mario del Reparto di Pediatria dell’Ospedale promotore;martedì 22 giugno 2004 a Torino presso Villa Gualino si èsvolto il Seminario Regionale “Promozione della Salute eServizio Sanitario Regionale”; i lavori sono stati articolati inuna prima fase di messa a fuoco della situazione odiernarelativa alle strategie ed agli investimenti per la Promozionedella Salute, la salute percepita dai ragazzi italiani secondo idati della HBSC-OMS survey e gli atteggiamenti e comporta-menti dei piemontesi verso la salute secondo la ricerca effet-tuata nel 2003/2004; sempre in questa prima sessione deilavori è stato discusso il Piano di lavoro regionale“Promozione della Salute 2004”. La seconda fase si è artico-lata in quattro Laboratori Progetti su: Adolescenti e sicurezzastradale, Adolescenti protagonisti, Piemonte libero dal fumo,Alleanze per la salute intersettoriali, presieduto dalPresidente della CIPES Bajardi; un quinto Laboratorio verte-va sui progetti di Miglioramento Continuo Qualità; martedì 13luglio 2004 nella Sala Consiglio della VI Circoscrizione si ètenuta una tavola rotonda su “Europa&Cina: Sistemi Sanitaria Confronto”, che ha registrato, oltre agli interventi di CeciliaDeiana, della dr.ssa Lia Di Marco, del Dr. Antonio Sechi e delDr. Stefano Daquino, una relazione di David Wilmots su“Quattro Anni in Cina: la vita, le esperienze, l’insegnamento,l’apprendimento di un infermiere belga”;venerdì 17 e sabato 18 settembre si sono svolte a Grugliasco,promosse dalla Città di Grugliasco, dall’Associazione Cittàdel Bio, dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Torino edall’AIAB Piemonte, tre iniziative attinenti l’agricoltura biologi-ca. La prima consisteva in un seminario riguardante il biologi-co nelle esperienze locali in riferimento all’alimentazione, alterritorio, all’etica ed alla sostenibilità, a cui hanno relaziona-to gli Assessori provinciali di Torino Bellion e Massaglia,l’Assessore alla Provincia di Siena Sivana Biasutti, la qualeha presentato un progetto di utilizzo dell’agricoltura biologicacome terreno di integrazione per soggetti disabili e svantag-giati. La seconda iniziativa è stata un convegno scientifico sultema “L'agricoltura biologica in Italia: situazione e prospetti-va”. Si è svolta infine una tavola rotonda conclusiva, a cuihanno partecipato esperti di Università italiane, francesi enorvegesi, moderata dal Prof. M. L. Gullino dell’Università diTorino;venerdì 1 ottobre 2004 nell’ambito delle manifestazioni delquinto meeting nazionale della solidarietà che caratterizza lecelebrazioni del centenario dell’ANPAS, si è svolta una gior-nata di studio sulla Sanità, secondo due direttrici di approfon-dimento, la prima consistente nella valutazione del capitaleintellettuale per la gestione del valore sociale in ambientesanitario, questa parte titolata “Sanità: nuovi modelli pernuove sfide” si è articolata in forma seminariale al mattino, nelcorso dei lavori caratterizzati da relazioni di alto profilo è statopresentato da R. Anselmino il rapporto sul capitale intellet-tuale dell’ANPAS (Ass. Naz. Pubbliche Assistenze) Piemontenell’ambito del sistema Piemonte emergenza. La secondadirettrice di studio ha sviluppato il tema: “La Sanità che vorrei:non malati, ma utenti: LEA e rapporto tra servizio sanitario ecittadino”, nel suo ambito è stata di grande rilevanza la tavo-la rotonda presieduta da Marcello Sorgi, Direttore de “LaStampa”, a cui hanno partecipato tra gli altri il Ministro Sirchia,l’on. Rosy Bindi, il Presidente della Regione Piemonte Ghigoed il Presidente nazionale dell’ANPS Luigi Bulleri. Hanno col-laborato alle significative iniziative il 118 Piemonte, l’AziendaOspedaliera CTO. CRF-ICORMA-Torino, il Centro di serviziIdea Solidale;Terminata la rassegna delle iniziative svoltesi, adempiendo

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Vita CipesVita Cipes20Promozione Salute

“La via della sicurezzastradale”Tra le manifestazioni della 16’ edizione della festa Storicadel Quartiere Vanchiglietta , che si è svolta domenica 19settembre u.s. a Torino, il Comitato Organizzatore(Circoscrizione 7, Associazione dei Commerciati e degliArtigiani di Vanchiglietta, Associazione dei Vigili del Fuoco edei Cittadini) ha promosso ed organizzato “La VIA dellaSICUREZZA STRADALE“ .L’obiettivo dell’iniziativa era quello di portare in piazza, ancheall’interno di un momento di festa, un grave problema che ècausa di migliaia di morti ogni anno e precisamente quellodella “SICUREZZA STRADALE“ .Alla realizzazione dell’iniziativa sono stati chiamati a fornire illoro contributo una serie di enti ed organismi che istituzional-mente operano sul territorio (quali ad es. Questura di Torino,Polizia di Stato, Vigili Urbani, Arma dei carabinieri, A.R.P.A.,Vigili del Fuoco, G.T.T., ecc), soggetti privati del settore(Autoscuole) nonché organismi di volontariato (CIPES eAssociazione Familiari Vittime della Strada).In Via Mongrando (la Via della Sicurezza Stradale) nell’interagiornata al fine di “sensibilizzare “ e “stimolare”, la crescita diuna cultura e una consapevolezza che gli incidenti stradalinon sono tragiche fatalità ma il frutto di errori ai quali è pos-sibile contrapporre strategie, programmi, azioni e misure in Delegazione CIPES Piemonte

alla Provincia di NovaraGiovedì 2 settembre il Presidente di CIPES Piemonte SanteBajardi ed il socio Giuseppe Signori hanno avuto un incontrocon l’Assessore ai Servizi Sociali della Provincia di NovaraMassimo Toso, alla presenza del Consigliere Claudio Ardizio.Il Presidente Bajardi ha illustrato le molteplici attività cheCIPES Piemonte svolge nei vari campi della promozionedella salute e sono state ipotizzate possibili forme di collabo-razione nell’ambito delle competenze istituzionali ma anche asostegno degli enti locali della provincia.Lo scambio di opinioni è stato di particolare interesse, ne èscaturita una comunanza di visione su vari aspetti che saran-no sottoposti all’attenzione della Giunta da partedell’Assessore Toso per i possibili sviluppi.

La Città di Valenza aderisce a CIPES PiemonteCon Delibera di Giunta n. 106 del 12 luglio 2004 la Città diValenza ha aderito a CIPES Piemonte. Con ciò si formalizzala proficua collaborazione già in atto ma si intende estender-la alle molteplici opportunità, locali e generali, che l’adesionefavorisce nei vari campi della promozione della salute e l’e-ducazione sanitaria.Nella deliberazione si fa chiaro riferimento al “collaborarenella programmazione ed alla realizzazione delle attività pro-mosse dal Centro locale CIPES di Torino in una ottica dialleanze territoriali per la salute della comunità”.CIPES Piemonte è certa che la Città di Valenza sarà un puntodi riferimento importante non solo per tutto il proprio circon-dario ma più per la Provincia di Alessandria. Le iniziative inatto di approfondimento con le forze sociali e politiche e dimobilitazione sui vari aspetti del problema salute, che sonopropedeutiche alla presentazione del “Profilo di Salute dellaCittà di Valenza”. Esse rappresentano un importante momen-to attuativo di quel processo che la carta di Ottawa dell’OMSci ha indicato.

grado di salvare moltissime vite umane, si sono svolte dimo-strazioni di: - pronto intervento, - guida sicura, - corsi diEducazioni Stradale, - biciclettata in sicurezza (per i più pic-coli), - informazioni di educazione ambientale ed inquina-mento causato da traffico; - ecc..Il CIPES – Piemonte, sensibile all’argomento avendolo fattogià dà tempo un tema fondamentale della sua attività, ha par-tecipato e presenziato alla giornata, con la presenza con di ungazebo e di alcuni soci, mettendo a disposizione degli abitantidel quartiere e dei partecipanti alla festa storica i materiali ele esperienze maturate allo scopo di : - illustrare le gravissi-me conseguenze del problema sicurezza stradale in terminidi vite umane perse; - far conoscere altissimo costo socialedel fenomeno; - stimolare un percorso sociale e personale dieducazione alla salute anche mediante la promozione di stilidi vita e nella fatti specie stili, regole , abitudini e comporta-menti durante la guida.All’iniziativa ha preso parte altresì l’Associazione familiaridelle Vittime della Strada (socia anch’essa del CIPES) che aportato una testimonianza diretta e toccante del problema.Il CIPES ringrazia il Comitato Organizzatore ed in modo par-ticolare il Presidente della Circoscrizione 7 Barberis e ilPresidente del Comitato Promotore della Festa Gallo, peraver avuto la sensibilità di inserire, all’interno di un momentoludico e commerciale, un tema di cosi alto valore sociale.

Giuseppe Acquafresca

ad un ruolo di servizio, segnaliamo che Idea Solidale-CESVOL propone, in collaborazione con MEDIARES Societàdi servizi per la cultura una serie di 5 incontri che si svolge-ranno tra il 27 settembre ed il 25 ottobre sul tema “I linguag-gi della comunicazione e del giornalismo”. Le Associazioniche intendono iscrivere propri aderenti dovranno far perveni-re le adesioni a Idea Solidale tramite fax (0110702111).Comunichiamo inoltre una iniziativa europea che riteniamomolto significativa: la conferenza finale del progetto europeo“Ospedali Amici dei Migranti”, che si svolgerà dal 9 all’11dicembre 2004 ad Amsterdam, organizzata dall’Istituto diSociologia, della Salute e della Medicina “Ludwig Boltzmann”e dall’Academic Medical Center; collaborano all’organizzazio-ne, tra gli altri, la rete HPH e IUHPE. Le registrazioni di even-tuali interessati possono essere fornite entro l’8 novembre2004, per informazioni tel. ++43-1-4277 48258, [email protected].

Beppe Cervetto

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Allo stand del CIPES Piemonte i soci Antonino Violante,Giuseppe Acquafresca, Giuseppe Signore, Domenico Mingrone

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AssociazioniAssociazioniPromozione Salute

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Dall’ANPAS: “Sanità: nuovimodelli per nuove sfide” Durante il V Meeting Nazionale della Solidarietà per festeg-giare il centenario dell’ANPAS, fra le altre iniziative si è svol-to il 1 ottobre 2004 il Convegno “Sanità: nuovi modelli pernuove sfide” dedicato ai diversi modelli di sanità pubblica ealla loro crisi, nonché alle soluzioni per offrire ai pazienti-uten-ti livelli accettabili di assistenza.Nella mattinata si è discusso con ospiti stranieri. Lo svedeseCarl Erik Swelbi e il tedesco Oliver Schwabe si sono confron-tati con i colleghi italiani sul patrimonio intellettuale comevalore non finanziario ma essenziale per migliorare la gestio-ne della Sanità Pubblica e per ridurre i suoi costi. E’ stato pre-sentato dall’ICC (intellectual-capital-certification) organismocon marchio registrato a livello Europeo, un metodo di valu-tazione del rapporto sul capitale intellettuale e la sua certifi-cazione (accreditamento).Sono stati quindi presentate le certificazioni del rapporto sulcapitale intellettuale dell’ANPAS e della Centrale Operativa118 di Asti.In conclusione si è voluto dimostrare l’importanza dell’accre-ditamento per un sistema valutazione di qualità dei servizipubblici sia da parte del sistema pubblico che da parte del-l’associazionismo, quindi uguali metodi certificazione dellaqualità del servizio offerto all’utenza.Nel pomeriggio si è svolta la Tavola Rotonda: ”La Sanità chevorrei”.Ha introdotto il Vice Presidente ANPAS, Fausto Casini, moti-vando la sua nuova idea di sanità, chiarendo che le pubblicheassistenza sono un valore aggiuntivo e non sostitutivo delservizio sanitario pubblico, perchè il modo di confrontarsi conle pubbliche assistenze è un indicatore di qualità della gestio-ne della Sanità Pubblica.Nella relazione sono state anche individuate le criticità attua-li del Servizio Sanitario vedi le difficoltà ad interpretare cor-rettamente l’autonomia delle Regioni che, per l’osservatoriodell’ANPAS, sta portando all’accentuazione delle differenze diqualità e copertura nel servizio tra regioni forti e regioni debo-li e questo contribuisce al frequente stato di conflitto istituzio-nale fra Regioni e Stato.Inoltre si deve aggiungere a questo le continue battute diarresto nell’applicazione delle normative sull’assistenzasociale (Legge 328/200) e della riforma della sanità (Decreto229/1999).Sono state fatte dall’Associazione le seguenti proposte:- non ricercare la privatizzazione selvaggia e, dove necessa-

ria e opportuna la scelta del privato deve essere sviluppatain ambiente controllato con sistemi di accreditamento a

Buona salute a tutti!Dalla Presidente della Polisportiva Marchesa

Noi operiamo su un territorio, quello della SestaCircoscrizione dove il coefficiente di deprivazione è moltoalto: + 5,30.Sull’ASL 4 il taglio si sente di più: maggiori sono le ingiustiziee le iniquità di cui sono vittime i cittadini residenti ed è notoche se si è poveri o quasi poveri il rischio salute raddoppia.La Sesta Circoscrizione, nonostante l’impegno dei suoiamministratori locali, è tornata ad essere il quartiere simbolodelle nuove povertà in un momento e in un contesto di pesan-te attacco al Welfare. Un affondo alla buona sanità e a quelsistema di servizi sanitari e sociali, di sistema complessivoche tanto benessere ha portato nel nostro Paese fondandosisu principi di universalità: una buona salute per tutti, un buonsistema, una buona rete a disposizione di tutti, di chi è piùricco e più colto e di chi non lo è, di chi ha meno strumenti, dichi è più a rischio.Sappiamo che tra coloro che più rischiano troviamo certa-mente gli anziani dei nostri quartieri, le donne, le personesole, i giovani senza lavoro, le famiglie con a carico un anzia-no cronico malato o un minore con problemi o un handicap ocon la perdita o la precarietà del lavoro o con un ambiente divita malsano.Questi e tanti altri sono i gravi problemi con i quali fare i contiin un contesto in cui diminuiscono fortemente le risorse; lescelte della politica guardano altrove, a fronte di un contestomondiale di grande incertezza.Come dare delle risposte, come fornire un aiuto concreto,come sostenere i nostri soci e i cittadini che a noi si avvicina-no, come e quali strumenti offrire loro?A lungo ci siamo interrogati e con la preziosa collaborazionedel Coordinatore della commissione salute della Circoscri-zione Rocco Graziadei, della Uisp, del Cipes, della Suism edel consigliere regionale di riferimento Marisa Suino, abbia-mo offerto un percorso di aggiornamento e di approfondi-mento, di confronto e di apprendimento su temi ritenuti priori-tari. In otto appuntamenti pubblici, esperti di grande profes-sionalità e disponibilità hanno man mano gestito i seminariche ci hanno permesso di affrontare temi importanti: dall’atti-vità motoria quale strumento di benessere, all’alimentazionecome risorsa, dai piccoli-grandi mali della terza età, ai pro-blemi della sessualità in e per tutte le età, dai grandi temi deldolore superabile, le cure palliative, ai diritti dei malati.Grandi questioni che ci siamo sforzati di inserire nel contestodi un benessere psicofisico da difendere e da conquistare,convinti che insieme al servizio della comunità, insieme inmomenti di mantenimento psicofisico, insieme in momenti diimpegno sociale, ma anche di divertimento e di tempo libero,si può meglio contribuire al proprio benessere e a quello dellacollettività.Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti i tecnici e i profes-sionisti che ci hanno accompagnato in questo percorso cheha visto sempre la massima partecipazione consentendoci diottenere un buon successo.Per il 2005 stiamo elaborando una serie di nuovi appunta-menti sugli stili di vita attiva per i cittadini anziani, e non.

dr. Bruna Guarino Presidente della Polisportiva Marchesa

monte e su verifiche di efficienza e qualità;- le ASL, ove possibile, dovranno privilegiare il convenziona-

mento, riconoscendo il valore delle organizzazioni conven-zionate;

- l’attenzione ai budget di spesa è importante, ma solo seassociata ad altri strumenti per valutare la qualità del servi-zio;

- convenzioni tipo regionali, costruite in accordo con laConferenza Stato Regioni e con le più importanti realtà cheoperano nel territorio nazionale.

Giuseppe Signore

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Cipes CuneoCipes Cuneo22Promozione Salute

Nella Provincia di Cuneo ilForum delle alternative possibili“Il nostro compito è guardare il mondo come unintero. Occorre vivere più semplicemente, per per-mettere agli altri semplicemente di vivere”

Il 15, 16 e 17 ottobre 2004 a Borgo S. Dalmazzo (Cuneo) il“Forum delle Alternative possibili” della Provincia Granda: unevento significativo in cui si inserisce anche una serie di ini-ziative collaterali di notevole rilievo sociale. L’intento è di riflettere e confrontarsi in modo costruttivo sui

più importanti determinanti della salute del terzo millennio: illavoro, l’equità, la pace, la sostenibilità dell’ambiente, lasobrietà, perché “Il nostro compito è guardare il mondo comeun intero. Occorre vivere più semplicemente , per permettereagli altri semplicemente di vivere” (E.F. Schumacher) L’iniziativa si rivolge a tutti i cittadini che sono alla ricerca distili di vita orientati ad una qualità della vita non fondata sul"ben-avere", ma su un reale "ben-essere" della persona edella collettività, secondo criteri di giustizia, eticità, equità,sostenibilità e solidarietà.Oggi la possibilità di seguire questi criteri, in tanti ambiti dellavita quotidiana, non è un sogno ma una realtà concreta, chec'è, anche nella provincia di Cuneo.Questo Forum si nutre di relazioni e di cultura, per cui saran-no presenti vari laboratori di partecipazione: i gruppi d’acqui-sto solidale, i bilanci di giustizia, le comunità di vita, le asso-ciazioni che si occupano di ambiente, di lavoro, di salute, digiustizia sociale, di multietnicità, di pace, di nonviolenza, disobrietà, di consumo critico, di formazione e informazionealternativa Ma questa vuole anche essere l'occasione perorientare i consumi verso scelte consapevoli, verso un’econo-mia solidale del nostro territorio: commercio equo, finanzaetica, agricoltura biologica, turismo responsabile, riciclo eriuso, energie rinnovabili, urbanistica e trasporti sostenibili. Ci saranno dibattiti, musica, teatro, animazione per grandi ebambini : occasioni per stare insieme, conoscersi e divertirsi.Un forum per chi ricerca e sperimenta stili di vita sostenibili,per il proprio ben-essere e per quello degli altri. Un forum perchi condivide saperi, progetti e sogni per un altro mondo pos-sibile, a partire anche da Cuneo.L'iniziativa nasce all'interno del Tavolo delle Associazionidel Cuneese, che si prefigge l’obiettivo di mettere in rete levarie esperienze maturate sul territorio che coinvolgano i cit-tadini in un percorso di democrazia partecipata per interroga-re e stimolare le istituzioni locali. Il progetto è promosso da varie realtà, gruppi e associazionidella provincia: ACAT Borgo S.D., ACF, ACLI, ARCHES, ARCICuneo, Ariaperta, ASSEFA Italia, ATTAC Cuneo, AUSER, BeDifferent, Bilanci di Giustizia, Cantiere Cuneo, Caritas Cuneo,Centro di Formazione Santos-Milani, CIPES Piemonte,Commissione Pastorale Sociale del Lavoro Diocesi di Cuneo,Comunità di Mambre, Coordinamento delle Botteghe delCommercio Equo e Solidale, GAS Bernezzo, Gruppo diLavoro per l’Acqua Cuneo, Gruppo Oltre Vernante,Incontrarci, ISDE Medici per l’Ambiente,Lacv Villafalletto,Lavoro e Società Cambiare Rotta CGIL, Legambiente Cuneo,LVIA, Menteinpace, Movimento Consumatori Cuneo, Orizzontidi Pace, Pro-Natura Cuneo, Rete Lilliput Nodo di Cuneo,SARA Project, Scuola di Pace Boves, ……ed altri che siaggiungeranno……….Questi gli obiettivi sostanziali che uniscono tutti questi sogget-ti diversi:- Creare un momento di incontro e un collegamento tra tuttequelle realtà associative sociali e culturali che lavorano nellaprospettiva di una civiltà radicalmente democratica, cultural-mente plurale, globalmente solidale, economicamente giusta,ecologicamente sostenibile- Attivare legami di fiducia sul territorio- Studiare come chiudere localmente i cicli di produzione e

consumo, diminuendo l‘impatto sull’ambiente- Aumentare il livello di conoscenza tra le diverse realtà e

farle crescere

- Innescare processi per democratizzare l’economia e la poli-tica attraverso la partecipazione attiva dei cittadini

- Trovare un’alternativa ad un modello di sviluppo sempre piùinadeguato a soddisfare i bisogni profondi dell’uomo

- Promuovere prospettive di consumo critico e solidale rispet-tose delle persone e dell’ambiente

- Mettere la giustizia, la sobrietà, la condivisione e la solida-rietà alla base della convivenza sociale

- Avviarci verso la creazione di un distretto dell’economiasolidale

Il Forum, che è autofinanziato ed è patrocinato da alcuniComuni del Cuneese, è accolto presso l’area espositiva delleex-fabbrica Bertello di Borgo San Dalmazzo (Cuneo) davenerdì 15 ottobre a domenica 17 ottobre 2004 (Orari: venerdì17.00-24.00; sabato 9.30-24.00; domenica 10.30-24.00)

Articolo a cura del Tavolo della Associazioni del Cuneese

SOS SALUTEOsservatorio promosso in 13 città dalMovimento Consumatori nazionaleSOS SALUTE è il nuovo osservatorio promosso dalMovimento Consumatori nazionale in 13 città con una rete disportelli aperti per fornire informazioni ai cittadini in generale eper promuovere i diritti del malato.L’iniziativa fa parte di un progetto co-finanziato dal Ministerodelle Attività Produttive e cerca di affrontare alcuni interrogati-vi connessi alla corrispondenza tra il servizio effettivamentereso ai cittadini e quello che viene invece pubblicizzato cometale. Le città con sportelli “SOS Salute” sono: Andria, Caserta,Catanzaro, Cuneo, Firenze, Genova, Lecco, Milano, Modena,Roma, Venezia e Verona.Un telefono verde (800 774 770) inoltre, permette di entrare incontatto diretto con SOS SALUTE e fornisce informazionispecifiche sui farmaci (ore 9-13) e sugli alimenti (ore 14-18).Sul sito del Movimento Consumatori (www.movimentoconsu-matori.it) è anche disponibile un motore di ricerca per cono-scere se ci sono (e quali sono) farmaci generici corrisponden-ti ai farmaci che si devono assumere; nello stesso tempo sipotrà conoscere se vi sono farmaci identici con prezzi diversi,in modo da ottenere un risparmio considerevole, specie perquelli in fascia C, a pagamento.Oltre che per informazioni e sostegno ai cittadini, gli sportelliserviranno anche per monitorare la qualità dei servizi attual-mente forniti dalle nostre ASL, i Centri di prenotazione, le listed’attesa, i Medici di base, i ticket, le vaccinazioni, la privacy, iricoveri ospedalieri, la guardia medica, il pronto soccorso, levisite specialistiche ecc. ecc.Per qualsiasi richiesta o segnalazione, a Cuneo, il servizio èaccessibile al numero 0171 602221, dal lunedì al venerdì dalle9 alle 12 e dalle 15 alle 18.A Bra il venerdì mattina dalle 9 alle 12 al numero 0172 438274Ad Alba il sabato mattina dalle 9 alle 12 al numero 0173 292242Tutto questo per aiutare i cittadini a essere più consapevoli deipropri diritti e poter esercitare scelte vantaggiose, sia rispettoalla salute che alle proprie tasche.Per eventuali contatti è posibile rivolgersi a :Cuneo: Via Carlo Emanuele III n.34 - tel. e fax 0171/602221Bra: Via Gianolio n. 26 - tel. 0172/431281 - Fax 0172/422150Sportelli del Consumatore: Alba, Fossano, Mondovì, Saluzzo, Saviglianoe-Mail: [email protected]

articolo a cura di Beppe Riccardi presidente Movimento Consumatori Cuneo

MOVIMENTO CONSUMATORI

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Promozione Salute

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Il progetto "Fuori dal coro...luoghi, voci, percorsi"Un nuovo appuntamento in piazzadell’Associazione MenteInPace per contrastarelo stigma e investire in saluteL'idea che sostiene questo nuovo evento progettuale nellacittà di Cuneo è quella di voler proseguire il percorso chel'Associazione MenteInPace ha compiuto in questo primoanno di vita e di attività (vedi scheda).Percorso che ha sempre avuto alla base la scelta sia di pro-muovere la informazione sulla sofferenza emozionale e leproblematiche ad essa correlate, sia di creare momenti diincontro e iniziative che possano contribuire a superare ilpregiudizio e contribuire allo sviluppo di una rete socialeintorno al disagio psichico, attraverso la promozione delvolontariatoDel resto l' Associazione Menteinpace ha recepito come pro-prio riferimento strategico e culturale il recente rapporto sullasalute mentale, prodotto dalla 53^ Sessione OMS RegioneEuropea (Vienna settembre 2003), e in particolare l'impegnodella Unità Operativa Europea che lavora in modo specificosulla Destigmatizzazione, secondo la quale “ investire insalute non può prescindere dall'investire in salute mentale”.Infatti è proprio in questa ottica che la nostra Associazionepuò contribuire, localmente, a far emergere l'importanza chedeve assumere, soprattutto in tema di salute mentale, nontanto il primato delle evidenze scientifiche quanto invece ilprimato dei "valori", delle esperienze individuali, degli aspet-ti qualitativi dell'esistenza umana.Perché la salute mentale va affermata come un valore dellasocietà e l'impegno del volontariato è la garanzia per il recu-pero di energie e di risorse, che sono messe quotidianamen-te a disposizione della comunità da persone sofferenti e non.

La seconda “Festa per il Ben-essere psichico" attraverso ilprogetto “ Fuori dal coro… luoghi, voci, percorsi” continua adessere dunque un ulteriore passo per rendere concreto que-sto contributo: essa offre un possibile percorso comunitariodi sensibilizzazione e socializzazione di esperienze di “riabi-litazione sociale” realizzate da persone che in Piemontestanno “investendo” in salute mentale.

Il 25 settembre, in piazza Virginio a Cuneo, infatti, insieme adaltre iniziative verranno presentate cinque esperienze riabili-tative che sono nate sotto lo stimolo iniziale di alcuni CentriDiurni di altrettante ASL piemontesi . Si tratta di iniziative chesi sono connotate per la loro apertura al tessuto sociale cir-costante, per il coinvolgimento in forma di volontariato socia-le dei cittadini e degli stessi operatori sanitari, per l'impegnoa riabilitare anche attraverso forme stabili di "produttività"sociale.

Con questa Seconda Festa ci proponiamo dunque di pro-muovere un confronto tra gruppi che lavorano all'insegnadella creatività e in una dimensione perlopiù di volontariato. E crediamo che la possibilità di scambio e di confronto delleesperienze possa portare benefici risultati e stimoli non soloai componenti dei gruppi, ma anche ai volontari, alla cittadi-nanza in generale, facendo riflettere su situazioni e modi dioperare che alimentano il volontariato e si nutrono del volon-tariato come di un terreno fertile per operatori ed utenti, pro-ponendo esperienze non comuni e producendo un globalearricchimento culturale ed umano.Riteniamo che alla conclusione di questa iniziativa parteci-pata i promotori ed i destinatari saranno contemporanea-mente artefici e fruitori.

Riteniamo inoltre che questo nostro progetto, mettendo inrete le esperienze, possa contribuire a ridurre l'isolamento incui spesso vivono le persone con disturbi psichici, ma nonsolo loro….

Articolo a cura di Vanni Castella, Daniela Massimo, Mario Silvestro, M.Grazia Tomaciello

Un po’ di resoconto del primoanno di vita di MenteInPace

- giugno 2003 presso il Parco della Resistenza diCuneo la "Festa per il ben-essere psichico",

- settembre 2003 la partecipazione alla manifestazio-ne "Muri di cartapesta" (coordinato dal Centro ServiziVolontariato),

- autunno 2003 un ciclo di incontri informativi e di sen-sibilizzazione rivolto a studenti ed insegnanti di tre isti-tuti scolastici superiori di Cuneo,

- dicembre 2003 la Giornata di studio ( organizzata dallaAgenzia Regionale per i Servizi Sanitari, dal CentroStudi Interdipartimentali in Psichiatria della provincia diCuneo e dall'Associazione "Voci Erranti" ) sul tema"Follia a teatro o teatri della salute?".

- dicembre 2003, insieme all'Associazione CIPES(sezione di Cuneo) la realizzazione del progetto "Dire,fare, donare! Attori di solidarietà", sviluppato e chedovrebbe concludersi a dicembre del 2004;

- febbraio e marzo 2004. la Rassegna cinematograficasul disagio psichico ed i pregiudizi che spesso l'ac-compagnano, tenutasi presso il cinema Monviso diCuneo

- aprile 2004 , Festa di primavera a Cuneo

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CONVEGNO NAZIONALE AAA OFFRESITorino Centro Congressi Lingotto

Giovedì 25 e venerdì 26 novembre 2004

Prevenzione primaria e educazione alla salute: parola chia-ve del Progetto TRAENTI. Una serie di interventi territorialirivolti non alla tossicomania già dichiarata, bensì alla pre-venzione del disagio giovanile ed alle sue prime manifesta-zioni. Interventi di prevenzione primaria che hanno dunquel’obiettivo di evitare il conclamarsi di stati di disagio precocipromuovendo situazioni di benessere.Il tutto offrendo appoggio e sostegno alle famiglie, alle scuo-le, alle istituzioni e a quei soggetti sociali in grado di darerisposte concrete. Ascolto, Aggregazione e Autonomia. Su questo si sono con-centrati i 5 gruppi territoriali, attori del Progetto, che opera-no in aree significative della città di Torino. Scuole, spazi diaggregazione giovanile, sportelli di counselling e laboratorimultimediali; notevoli le risorse impiegate per la sperimen-tazione di nuove iniziative, con lo scopo di studiarne le dina-miche, promuoverne la diffusione in Rete e coordinare lamolteplicità verso il risultato positivo comune.A partire da ciò, sono state organizzate due giornate diriflessione, confronto, analisi e approfondimento di unaesperienza che ha visto la collaborazione tra Enti – dalMIUR alla Regione Piemonte, dalla Provincia al Comune diTorino con le sue circoscrizioni, dalla ASL al Tribunale deiMinorenni - uniti per il benessere e la salute

Programma25 novembre

13.30 Accoglienza partecipanti 14.30 Esperienze @tTRAENTI, presentazione

del progetto a cura dell’Equipe tutoriale15.30 La prevenzione e gli affanni, R. Merlo

(Psicoterapeuta) 16.00 coffee break 16.30 L’Osservatorio tra scuola e territorio:

un nuovo modo di leggere le progettualità... primirisultati, F. Prina (Prof. di Sociologia della Devianza,Facoltà di Scienze Politiche, Università di Torino)

17.15 Interventi delle Autorità 18.00 aperitivo

26 novembre9.00 Accoglienza partecipanti9.30 Modelli @tTRAENTI, valutazione, riflessioni

e spunti a cura dell’ Equipe tutoriale10.00 Con gli adolescenti dentro e fuori la scuola:

contrastare i fattori di rischio, incrementare i fattori protettivi, promuovere benessere

10.45 coffee break 11.30 Costruire percorsi. Aggregazione, Ascolto,

Autonomia, M. Pollo (Prof. di Pedagogia Sociale, Facoltà di Scienze della Formazione, Lumsa di Roma)

12.30 pranzo 14.00 I territori incontrano i territori.

Scambi e raccolta di materiali 15.00 Sessioni di approfondimento sulle “3 A”

Aggregazione G. Garena (Sociologo, Dirigente Comune di Chieri) Ascolto L. Grosso (Psicologo Psicoterapeuta, Univ. della Strada) Autonomia P. Bianchini (Ricercatore, Dip. Scienze dell’Educazione, Univ. di Torino)

16.30 Conclusioni

ConvegnoEsperienze cliniche nelle istituzioni

20 novembre 2004Teatro Gobetti, Via Rossini 8, Torino

Convegno organizzato da:

Centro Associato ABA di TorinoCentro Psicoanalitico di trattamento dei malesseri contem-poranei, TorinoComunità Le Villette, Saluggia (VC)Comunità Terapeutiche Il Montello, Serravalle Scrivia (AL)Servizio Genitori Ancora della Provincia di Torino

Con il patrocinio di:Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri dellaProvincia di TorinoRegione PiemonteCittà di TorinoComune di SaluggiaComune di Serravalle ScriviaProvincia di TorinoProvincia di AlessandriaProvincia di Vercelli

Programma9.00 Accoglienza9.15 Apertura, Rosa Elena Manzetti9.45 Trattamenti del soggetto nelle istituzioni

Paola Bolgiani, Comunità Le Villette

Monica Gargano, Centro Psicoanalitico di trattamento dei malesseri contemporaneiSilvia Morrone, Comunità Il MontelloAntonella Ramassotto, ABA Torino

11.15 pausa11.30 Effetto della struttura del collettivo sui trattamenti

Gian Francesco Arzente, Comunità Il Montello Sergio Caretto, Centro Psicoanalitico di trattamentodei malesseri contemporaneiDomenico Cosenza, Comunità La VelaRoberta Margiaria, Comunità Le VilletteGiovanni Mierolo, Servizio Genitori Ancora

13.00 pausa pranzo14.00 L’elaborazione della pratica Nicoletta Parodi,

Comunità Il Montello Davide Pegoraro, Comunità Le Villette Maria Laura Tkach, Centro Psicoanalitico di trattamento dei malesseri contemporanei

15.15 La valutazione degli effettiMaria Bolgiani, Centro Psicoanalitico di trattamentodei malesseri contemporaneiAntonella Meo, Comunità Il MontelloRosanna Tremante, Comunità Le Villette

16.30 Conclusioni, Marie-Hélène BrousseIscrizione: 30 euro, studenti fino a 26 anni con giustificati-vo 15 euroSegreteria organizzativa tel. 011 817 09 [email protected] accolte le prime 200 iscrizioniRichiesti i crediti ECM

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