programma di sala_2011_3_br

24
SETTEMBRE OTTOBRE 2011 Gli spettacoli da vivere insieme

Upload: teatro-comunale-giuseppe-verdi-pordenone

Post on 01-Jul-2015

2.024 views

Category:

Documents


1 download

TRANSCRIPT

Page 1: Programma di sala_2011_3_br

SETTEMBREOTTOBRE2011 Gli spettacoli

da vivere insieme

programma di sala 2011 3.indd 1programma di sala 2011 3.indd 1 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 2: Programma di sala_2011_3_br

FRIULADRIA PER L’ARTE E LA CULTURA.

INVESTIAMOIN UN CAPITALECHE ARRICCHISCETUTTI.

programma di sala 2011 3.indd 2programma di sala 2011 3.indd 2 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 3: Programma di sala_2011_3_br

IL CALENDARIOInformazioni sui biglietti:www.comunalegiuseppeverdi.it - tel. 0434 247624

SINFONICAgi 22 settembre

Orchestra e Coro Teatro Lirico Verdi Triestedirettore Boris Brott

1

FESTA D’APERTURAlu 26 settembre

PACO DE LUCÌA

SINFONICAgi 13 ottobre

Orchestra e Coro Teatro Lirico Verdi Triestedirettore Donato Renzetti

MUSICAlu 17 ottobre

Vinicio CaposselaMARINAI, PROFETI E BALENE

PROSAlu 24, ma 25 ottobre

Toni ServilloSCONCERTO

SINFONICAgi 27 ottobre

Orchestra e Coro Teatro Lirico Verdi Triestedirettore Paul Chiang

INTERAZIONIve 28 ottobre

Alessandro BergonzoniURGE

UNDER 12do 30 ottobre

Il baule volanteATTENTO PIERINO... ARRIVA IL LUPO!

Teatro Comunale Giuseppe Verdi PordenoneSeguici su facebook!

programma di sala 2011 3.indd 3programma di sala 2011 3.indd 3 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 4: Programma di sala_2011_3_br

2

giovedì 22 settembre 2011ore 20.45

Abbonamenti:- Sinfonica 2011- Sinfonica 2011’12

Biglietti in vendita da sabato 17 settembre

MAHLERSINFONIA “RESURREZIONE”

Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste

direttore Boris Brottsoprano Sara Gallimezzosoprano Tiziana Carraro maestro del coro Paolo Vero

PROGRAMMA

Gustav Mahler (1860-1911) Sinfonia n. 2 in do minore “Resurrezione” (1894) per coro, orchestra e voci soliste 1. Allegro maestoso. Mit durchaus ernstem und feierlichem Ausdruck

(Allegro maestoso. Con espressione assolutamente seria e solenne)

2. Andante moderato. Sehr gemächlich

(Andante moderato. Molto comodo)

3. In ruhig fl ießender Bewegung

(Con movimento tranquillo e scorrevole)

4. “Urlicht” (Luce primordiale) - Sehr feierlich, aber schlicht, Choral-

mässig

(Molto solenne ma con semplicità, come un corale)

testo tratto da “Die Wunderhorn” di Ludwig Achim von Arnim e

Clemens

5. Im Tempo des Scherzo. Wild herausfahrend. Allegro energico.

Langsam. Misterioso (Tempo di Scherzo. Selvaggiamente. Allegro

energico. Lento. Misterioso) contiene l’inno “Die Auferstehung” (La

Resurrezione) di Friedrich Klopstock

Inizia ancora una volta con un grande affresco mahleriano la stagione sinfonica del Teatro di Pordenone, in stile tradiziona-le e magniloquente, con organici orchestrali e corali quanto mai ricchi e dilatati, quasi un’ora e mezza di grande musica per una sinfonia che qualcuno ha defi nito “cantata sinfonica”, drammatica ed esaltante allo stesso tempo. “Scrivere sinfonie signifi ca creare un mondo con tutti i mez-zi disponibili”. Di questo parere fu Mahler quando si accinse a scrivere la Seconda sinfonia: si tratta di vita e morte, anzi di più. La “Resurrezione” è un viaggio epico-musicale che porta dalla morte, alla vita dopo la morte. “Auferstehen, Du wirst auferstehen” (“Risorgerai, tu risorgerai”), invoca il coro. La sinfonia che sinora rappresentava un lamento di morte si apre ad una dichiarazione spirituale. A lungo Mahler non trovava una soluzione per questo fi nale fi nché non si imbatté in un verso di Klopstock, (“Auferste-hung”, “resurrezione” appunto), verso che Mahler mise in musi-ca poi a modo suo: i versi e la musica abbandonano l’intenzione cristiano-devozionale di Klopstock e si avvicinano ad una visione di liberazione che racconta il processo eterno della creazione, il perenne “Muori e crea”, per nulla legato ad una religione, ma im-

programma di sala 2011 3.indd 4programma di sala 2011 3.indd 4 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 5: Programma di sala_2011_3_br

3

perniato sulla fede per l’arte. Gustav Mahler, nato in una famiglia piccolo borghese in Boemia, di origini ebraiche, è uno specialista dell’ossessione musicale vissuta fi no all’autodistruzione. Da bam-bino – a quanto pare – desiderava diventare martire. E in qualche maniera lo divenne. Una vita logorante, piena di traversie private, schizofrenica, tra una fortunatissima carriera di direttore d’orche-stra e direttore d’opera di successo quando, in realtà, egli prefe-riva comporre. Ma i mille impegni teatrali gli concedevano tale attività solo durante l’estate. Il profondo, l’eroico e la semplicità, sono tutto ciò che troviamo nella musica mahleriana. Ad am-massi sonori drammatici seguono semplici passaggi cantabili. La popolarità di Mahler è certamente dovuta ai repentini passaggi dall’uragano orchestrale al piccolo Ländler (canto/danza popola-re) austriaco. Più nel dettaglio, la “Sinfonia n. 2” è divisa in cinque movimenti. Richiede un organico smisurato, con l’aggiunta di due voci fem-minili e un coro. Il primo movimento è, come di norma, in forma sonata e il suo primo tema in tonalità di do minore, veemente e solenne, dal timbro scuro, quasi funebre. Il secondo tema però, più cantabile e disteso, invece di rispettare la regola del classicismo beethoveniano, che lo vorrebbe nella relativa maggiore, è in do maggiore.

Alla fi ne del primo movimento sono previsti cinque minuti di si-lenzio, indicati da Mahler in partitura, probabilmente a scopo me-ditativo, simbolo della volontà da parte dell’autore di esprimere il proprio pensiero e dell’aspirazione a qualcosa oltre il conosci-bile. Il secondo movimento, Andante moderato, comincia con un Läendler. Questo tema, dalle movenze quasi schubertiane, viene poi variato e abbellito. Il terzo movimento, Scherzo, procede in modo lineare sempre seguendo il tempo ternario unitario, mentre nel quarto, Lento, interviene il contralto che canta Urlicht (Luce primordiale), basata su un canto popolare, accorata invocazione dell’uomo alla Divinità. Nel quinto movimento invece la poesia di Klopstock, adattata poi da Mahler, Die Auferstehung (Resurrezio-ne), è stavolta cantata dal soprano con intervento del coro. Degno di nota anche il frequente uso di corni e trombe, strumenti tra l’altro tipici di uno scenario “militare” anche per via dell’uso che qui ne fa il compositore.

“Le mie Sinfonie trattano a fondo il contenuto di tutta la mia vita; dentro vi ho messo esperienze e dolori, verità e fantasia, in suo-ni… In me creare e vivere sono radicalmente congiunti nel pro-fondo… E gli uomini continuano a credere che la natura stia alla superfi cie! Ma neanche ne hanno visto le orme coloro che di fron-te alla Natura non hanno provato ancora tutti i brividi di un infi nito Mistero, di una infi nita Divinità, di cui abbiamo il presentimento, ma non sappiamo né comprendere, né penetrare. Una traccia di questo infi nito che esiste in natura deve esistere anche in ogni opera d’arte, la quale deve essere una copia della natura.”

(Gustav Mahler)

“Le sinfonie mahleriane sono la spettacolare cronaca di un’inva-

programma di sala 2011 3.indd 5programma di sala 2011 3.indd 5 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 6: Programma di sala_2011_3_br

4

Le sinfonie mahleriane sono laspettacolare cronaca di un’invasione.

sione. Sono il verbale di una di una salvifi ca catastrofe. Il dia-gramma di un’esplosione. In esse serpeggia il profumo acre della modernità”.

(Alessandro Baricco)

“Mahler per molti aspetti rappresenta il momento di massima estenuazione della civiltà romantica, ma d’altro lato è punto di riferimento obbligato per tutti i giovani musicisti viennesi, sensibili al fervore modernista.”

(Guido Salvetti)

A dirigere il nutrito organico di orchestra e coro del Teatro Verdi di Trieste sarà Boris Brott, per la prima volta a Pordenone, uno dei più affermati direttori d’orchestra in Canada e negli Stati Uniti. Già assistente di Leonard Bernstein alla New York Philharmonic Or-chestra, ha ricoperto il ruolo di direttore Musicale del Royal Ballet al Covent Garden di Londra, direttore principale alla BBC National Symphony Orchestra (Galles) e direttore musicale della Northern Sinfonia of England; direttore ospite presso l’Orchestra Sinfonica di Toronto, del Quebec, di Vancouver, di Montreal, di Bari, di Ge-rusalemme, la Kitchener-Waterloo Symphony Orchestra, la Isra-el Chamber Orchestra, la Rotterdam Philharmonic e la London Symphony Orchestra. Nel 2000 ha diretto Mass di Bernstein in Vaticano per Papa Giovanni Paolo II.

Tiziana Carraro nel 1994 vince il Concorso “Amici del Loggione del Teatro alla Scala” e il concorso AsLiCo. Tra i recenti impegni Rigoletto (Maddalena) allo Sferisterio di Macerata, Verdi Requiem in Brasile (Tournèe), Aida (Amneris) alla Royal Albert Hall di Lon-dra, Anna Bolena (Giovanna Seymour) al Teatro Verdi di Trieste e Carmen (Carmen) al Teatro Coccia di Novara.

Sara Galli, vincitrice della IX edizione del Concorso Internaziona-le Giulietta Simionato, del Concorso Lirico Internazionale Cascina Lirica e fi nalista al concorso AsLiCo, inizia la sua carriera al Tea-tro Regio di Parma con Hansel und Gretel e Il fl auto magico. Nel 2011 ha cantato Aida a Il Cairo Opera House e ad Oldenburg e I Vespri Siciliani al Regio di Torino diretta da Gianandrea Noseda e da Davide Livermore.

programma di sala 2011 3.indd 6programma di sala 2011 3.indd 6 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 7: Programma di sala_2011_3_br

5

PACO DE LUCÌA

chitarra Paco de Lucìa

LA BAND

chitarra Antonio Sanchez fi sarmonica, tastiere Antonio Serranobasso Alain Perez percussioni Piranha voce Duquende voce David de Jacobadanza Farruco

Paco De Lucìa é la più grande leggenda vivente del fl amenco. Si esibisce insieme al suo gruppo, portando in scena le sue com-posizioni degli ultimi 30 anni. Accompagnato da artisti giovani, lo si potrebbe defi nire come una sorta di “ grande padre” di quella musica che lui solo è riuscito a nobilitare, trasformandola da folk tradizionale in musica moderna. Suona alla sua maniera, dritto al cuore del pubblico. La bellezza delle melodie ed il fuoco vivo del ritmo sono mozzafi ato, il pubblico riesce quasi a toccare con mano l’amore che Paco de Lucìa ha per la sua musica.La sua apertura verso altri stili musicali, come nella collaborazione con John McLaughlin e Al di Meola, si combina alla sua creatività ed al suo desiderio di portare il fl amenco alla contemporaneità. Ha imparato un sacco da questi grandi musicisti, ed ha trovato un suo modo unico di improvvisare.E’ e rimane un chitarrista di fl amenco, ma il suo voler integra-re nuovi strumenti e stili nel fl amenco tradizionale ha infl uenzato un’intera generazione di giovani musicisti spagnoli. Oggi si esibisce appunto con giovani artisti provenienti dalla Spa-gna e da Cuba. La tradizione e la modernità emergono da ciascu-na nota che il gruppo suona. Tra gli artisti c’é “Farruco”, un giovane che viene da una fami-glia di ballerini. I suoi movimenti e i suoi “staccati” lasciano lo spettatore senza respiro. “Duquende” è invece uno dei cantanti di fl amenco più acclamati in Spagna, tanto da essere considerato il nuovo Cameron De La Isla.

Paco de Lucìa dà corpo alla band, ma lascia spazio a ciascuno strumento per un’improvvisazione. I ritmi esplosivi, e gli strumenti che una volta non erano utilizzati nel fl amenco tradizionale, por-tano alla musica un nuovo meraviglioso colore. Le linee del basso sono potenti, la drammaticità delle voci trascina l’ascoltatore in una dimensione parallela.

lunedì26 settembre 2011ore 20.45

Fuori abbonamento

Biglietti in vendita da sabato 10 settembre

programma di sala 2011 3.indd 7programma di sala 2011 3.indd 7 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 8: Programma di sala_2011_3_br

6

La genialità di Paco de Lucia é spesso stata confusa con una mera abilità tecnica. “C’é bisogno di una certa tecnica per es-sere capaci di suonare”, dice. “Ma il resto viene dal cuore”. E il cuore si sente.

Molti studenti di conservatorio hanno trascritto le sue musiche, che oggi vengono usate per studi classici. Infatti lui non legge né scrive musica. Però ha scritto la storia.

Francisco Sanchez Gomez è nato ad Algericas, Cadice, il 21 di-cembre 1947. Fin dal giorno in cui, a cinque anni, corresse suo padre Antonio Sanchez (un chitarrista professionista) sul tempo di un passaggio, l’impegno e la passione di Paco verso la chitarra sono stati totalizzanti. Più di 25 album pubblicati, centinaia di pre-mi ricevuti ed il consenso unanime della critica sulla spettacolare rivoluzione musicale che ha provocato: tutto contribuisce a ren-derlo l’artista universale che é. Nel 1965 Paco registra il suo primo LP, Dos Guitarras Flamencas. Nel 1975, col suo disco Fuente Y Caudal, inizia i suoi dialoghi con l’improvvisazione, e con la rumba Entre Dos Aguas trasforma la chitarra fl amenco da strumento marginale in fenomeno di livello mondiale. Introducendo il cajon, il basso e le percussioni, Paco fonda le basi del corrente idioma fl amenco: Almoraima, che segna il defi nitivo sorpasso dei suoi maestri Nino Ricardo e Sabicas; Siroco, il più grande omaggio melodico e armonioso che esista, e Luzia e Cositas Buenas, entrambi frutto di lunghi periodi di as-senza, sono solo alcuni dei punti di riferimento che dimostrano il genio rivoluzionario, l’intuitività ed il talento che sono marchio di fabbrica di Paco de Lucia. L’interazione tra la sua musica ed i ritmi brasiliani, il jazz di Larry Coryell, Chick Corea, Al di Meola o John McLaughlin, la musica classica di Albeniz, Falla e Rodrigo, rifl ettono la sua irrequietezza musicale e la sua trasversalità. Non c’è dubbio che il nome di Paco de Lucia sia uno dei pochi che sarà usato dalla storia per aprire un nuovo capitolo.

programma di sala 2011 3.indd 8programma di sala 2011 3.indd 8 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 9: Programma di sala_2011_3_br

NOVECENTO MUSICALENOTTURNI, SALMI ED UN ENIGMA

Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste

direttore Donato Renzettivoce solista Osman Daniel Spangher maestro del coro Paolo Vero

PROGRAMMA

Claude Debussy (1862-1918) Nocturnes per coro femminile e orchestra (1899)Nuages Fêtes Sirènes

Leonard Bernstein (1918-1990)Chichester psalms per coro, voce solista e orchestra

(intervallo)

Edwar Elgar (1857- 1934) Enigma variations op.36“C.A.E.” – “H.D.S-P.” – “R.B.T.” – “W.M.B.” – “R.P.A.” – “Ysobel” – “Troyte” – “W.N.” – “Nimrod” – “Dorabella” – “G.R.S.” – “B.G.N.” – “***” – E.D.U.”

Nei Notturni Debussy prosegue il cammino intrapreso con il Prélu-de à l’après-midi d’un faune. Approfondisce lo studio di una or-chestrazione pensata come mezzo coloristico, atta a tradurre “le misteriose concordanze tra la natura e l’immaginazione”. Egli stesso così li descrive. “Il titolo va interpretato qui in senso ge-nerale e più decorativo. La forma non è quindi quella del Notturno. Si tratta di un’indicazione che comprende tutto ciò che questo termine contiene, di impressioni e di effetti di luce particolari. Nuages è l’immutabile aspetto del cielo, il lento e solenne movi-mento delle nubi che svaniscono in un grigio lievemente tinto di bianco. Fêtes è il movimento, il ritmo danzante dell’atmosfera col balenare di luci crude, è l’episodio di un corteo, visione lucente e spettrale che attraversa la festa perdendosi in essa. Sirènes è il mare col suo ritmo incessante; dalle onde inargentate della luna si leva ridente e svanisce il canto misterioso delle sirene”

(Claude Debussy)

I Chichester Psalms furono composti da Leonard Bernstein per 7

giovedì 13 ottobre 2011ore 20.45

Abbonamenti:- Sinfonica 2011- Sinfonica 2011’12

Biglietti in vendita da sabato 17 settembre

programma di sala 2011 3.indd 9programma di sala 2011 3.indd 9 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 10: Programma di sala_2011_3_br

8

l’edizione del 1965 del festival musicale della Cattedrale di Chi-chester, sede di un’antica tradizione di musica vocale e per orga-no. A quel tempo “Lenny” era già uno dei direttori d’orchestra più affermati al mondo, ma soffriva per la scarsa considerazio-ne che veniva attribuita alla sua attività di compositore da parte dell’ambiente “alto”, che guardava con maggior interesse a Berio, Stockhausen, Boulez, Ligeti, Nono. Le sue stravaganze, nella vita e nella professione, lo confi navano ad un’immagine di compositore da Broadway, o da Hollywood, visti i suoi successi nel musical e nelle colonne sonore. Chissà se è giusto dire che il tempo ha dato torto alle avanguardie di Darmstadt, certo che la musica di Bernstein gode oggi di ottima salute e, rispetto allo sperimen-talismo di quella “scuola” spesso autoreferenziale, mantiene una freschezza ed una modernità invidiabili, fascinose.La composizione consta di tre brani, il cui testo, in lingua ebrai-ca, comprende parti dei Salmi rispettivamente 108, 100, 23, 2, 131, 133. Questi Salmi cantano la fi ducia in Dio del popolo di Israele e la gioia di chi sa che il suo Dio non lo abbandonerà mai. La musica di Bernstein esprime una gamma totale di emozio-ni, dall’esplosione quasi caotica della prima composizione, la cui furia esprime una gioia che confi na con il dolore, alla tenerezza struggente della melodia solista della seconda composizione, in-terrotta da un incalzante irrompere del coro maschile che con-danna i potenti che si levano contro Dio, fi no all’arcano fascino della melodia fi nale, che esprime la felicità del vivere insieme tra fratelli. L’impatto emotivo che la musica è in grado di produrre è, per un pubblico attento, assolutamente straordinario, coinvolgen-te, grazie alla bellezza delle melodie ed all’energia ritmica che la percorre. La sua intersezione con le vicende rappresentate ottiene volta a volta l’effetto dell’accentuazione drammatica, della pausa di ristoro dalla sofferenza, del sublime ed infi ne del conforto dell’amore di fronte all’indicibile.

Elgar ebbe una vita lunga, prospera e ricca di affetti. Niente di più lontano dall’immagine che certa vecchia storiografi a ha traman-dato, di genio incompreso e solitario. La sua composizione più nota, Variations on an Originale Theme (“Enigma”) op 36, pre-se corpo quasi per caso, come lo stresso compositore raccontò più volte. Dopo una lunga giornata di insegnamento, si sedette al pianoforte improvvisando una melodia che catturò subito l’at-tenzione della moglie, sua musa ispiratrice. “Che cos’è?” “Niente, niente. Ma potrebbe diventare qualcosa”. E quella stessa sera ab-bozzò la struttura e l’idea di un tema e variazioni che parlasse di sé e della cerchia dei suoi amici. Il suo lavoro più famoso, che dopo il debutto londinese sotto la direzione di Hans Richter, ebbe immediato successo in tutta Europa. Il tema è quasi un autoritratto, le variazioni un susseguirsi di dediche, prima fra tutte quella alla moglie Alice, e poi quella all’amico pianista, all’attore, al cognato, all’allieva violinista, all’architetto, e così via. La musica svela i loro tratti caratteriali con grande effi cacia. Ma la correlazio-ne tra persone e titoli delle variazioni (ora indicate con le sole ini-ziali, ora con degli asterischi, ora con titolo enigmatici) fu rivelata dallo stesso compositore solo 30 anni dopo, nel 1929.

programma di sala 2011 3.indd 10programma di sala 2011 3.indd 10 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 11: Programma di sala_2011_3_br

L’impatto emotivo che la musica è in grado di produrre è, per un pubblico attento, assolutamente straordinario, coinvolgente, grazie alla bellezza delle melodie ed all’energia ritmica che la percorre.

9

Donato Renzetti, uno dei direttori d’orchestra italiani più affer-mati nel mondo, dirigerà questa produzione. Durante la sua lunga carriera Renzetti ha sempre alternato l’attività sinfonica con pro-duzioni d’opera lirica e registrazioni discografi che. Ha diretto le più importanti orchestre al mondo: la London Sin-fonietta, la London Philharmonic, la Philarmonia di Londra, l’En-glish Chamber Orchestra, la RIAS di Berlino, l’Orchestra di Stato Ungherese, la Filarmonica di Tokyo, la Filarmonica di Buenos Ai-res, l’Orchestra della Scala di Milano, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, la Dallas Symphony, la BRT di Bruxelles, l’Orchestre National du Capitol de Toulouse, l’Orchestre National de Lille e la National del Lyon, la Zeeland Symphony, l’Orchestra della RAI di Milano, Torino, Roma e la Scarlatti di Napoli, la Sinfoni-ca di Bilbao, nei principali Teatri Lirici del mondo: Opera di Parigi, Covent Garden di Londra, Grand Theatre de Ginevra, Staatsoper di Monaco, Capitol de Toulouse, Carnegie Hall e Metropolitan di New York, Lyric Opera di Chicago, Opera di Dallas, San Francisco Opera, Teatro Colon di Buenos Aires, Teatro Bunka di Tokyo, Teatro Megaron di Atene, Teatro alla Scala di Milano e tutti i maggiori teatri italiani.Nel 1987 ha diretto “Aida” a Luxor con i complessi artistici dell’Are-na di Verona. Dal 2005 è direttore principale dell’Orchestra Sinfo-nica Portoghese del Teatro S. Carlo di Lisbona.

programma di sala 2011 3.indd 11programma di sala 2011 3.indd 11 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 12: Programma di sala_2011_3_br

giovedì 27 ottobre 2011ore 20.45

Abbonamenti:- Sinfonica 2011- Sinfonica 2011’12

Biglietti in vendita da sabato 17 settembre

LISZT, DANTE E UN VIOLINO DIABOLICO

Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” Di Trieste

direttore Paul Chiangviolinista Lara St. John maestro del coro Paolo Vero

PROGRAMMA

Johannes Brahms (1833-1897)Nänie, op. 82, per coro e orchestra

Franz Liszt (1811 – 1886)Totentanz, per pianoforte e orchestra (1849) - trascrizione per violino ed orch. di Martin Kennedy e Lara St.John

Maurice Ravel (1875-1937)Tzigane, rapsodia da concerto per violino e orchestra (1924)

(intervallo)

Franz Liszt (1811 – 1886)Dante-Symphonie, per coro femminile e orchestra (1856)

Per l’omaggio ai 200 anni della nascita di Franz Liszt, il più grande pianista romantico ed una delle fi gure maggiormen-te rivoluzionarie ed aperte al futuro di quel grande movimento innovatore che fu appunto il Romanticismo tedesco, l’Orchestra del Verdi di Trieste propone una novità assoluta. Si tratta infatti di una trascrizione per violino della celebre Totentanz, parafrasi da concerto per pianoforte e orchestra sulla sequenza del Dies irae gregoriano, brano di travolgente virtuosismo. Interessante la sfi da tra la magniloquente scrittura pianistica originale e quello che la violinista Lara St.John saprà “cavare” dal suo strumento ad arco. Sfi da enorme se si pensa che l’originale pianistico offre soluzioni strumentali d’avanguardia per il suo tempo, con inesauribile ric-chezza di trovate ritmiche ed armoniche, grandi effetti plateali, tanto da venir considerato il vero e proprio Terzo Concerto di Li-szt, scritto nel 1849 praticamente assieme ai precedenti altri due concerti per pianoforte. Sono gli anni di Weimar, gli anni in cui diede tutta la misura del suo genio. Nella serena atmosfera della cittadina tedesca matu-rarono e presero forma tutte le intuizioni che aveva avuto durante la sua disordinata vita di concertista. Sono gli anni della Sonata in si minore per pianoforte, oltre che dei due Concerti, delle opere di ispirazione religiosa, come la Messa di Gran, e soprattutto delle

10

programma di sala 2011 3.indd 12programma di sala 2011 3.indd 12 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 13: Programma di sala_2011_3_br

sue composizioni per orchestra: i dodici Poemi Sinfonici, la Dante Symphonie e la Faust Symphonie. L’esigenza di estrema libertà nella creazione musicale, che d’al-tronde aveva già caratterizzato parte della sua produzione per pianoforte, raggiunse in questi anni piena consapevolezza dando luogo alla più grande innovazione che Liszt apportò nell’ambito della composizione: il Poema Sinfonico. Così egli denominò i suoi lavori orchestrali a programma, ossia congiunti a un soggetto, il più delle volte letterario, e liberi dagli schemi formali della sinfonia classica. La grandiosa Sinfonia sulla Divina Commedia di Dante fu composta tra il 1855 e il 1856. Liszt la pensò in due parti: In-ferno e Purgatorio. Probabilmente ritenne impossibile una tradu-zione musicale dell’ineffabile visione dell’eterna beatitudine del Paradiso, soggetto dell’ultima cantica della commedia dantesca. Tuttavia con il coro di chiusa per voci femminili, sul testo del Ma-gnifi cat, riuscì a tradurre in una luminosa immagine sonora di in-credibile bellezza la mistica ascesa dell’uomo al Regno dei Cieli, pur non varcandone la soglia.Completa il programma una composizione corale di Brahms (che rappresenta l’altro fronte del romanticismo tedesco, rispetto al ri-voluzionario Liszt, quello più legato alla tradizione), all’inizio, Nänie su un testo di Schiller che evoca i canti funebri intonati durante le esequie. Ispirata dalla morte di un giovane pittore, la compo-sizione è un’ode alla morte che, secondo la concezione antica, è rappresentata come sorella gemella del sonno. Brahms tratta il soggetto senza terrore ma anzi con dolcezza, come nel Requiem, come negli Ernste Gesänge. E con tenerezza, soavità, malinconia, consolazione.Invece tutt’altro colore orchestrale presenta la Tzigane di Ra-vel, istrionico affresco novecentesco dalle tinte macabre e vagamente luciferine, pezzo di grande virtuosismo che riecheg-gia la musica zingaresca. Inizia con una lunghissima cadenza del violino solo, affascinante. Quindi una cadenza dell’arpa porta via via all’entrata degli archi, fi no all’inizio della danza vera e propria che si conclude con un fi nale frenetico ed esultante.

Il direttore Ching-Po Paul Chiang è uno dei più affermati direttori cinesi, ha recentemente debuttato alla Carnegie Hall di New York e alla Berlin Konzerthaus.

Dopo il debutto a 10 anni a Lisbona con l’Orchestra Gulbenkian, Lara St.John ha studiato al prestigioso Curtis Institute di Phila-delphia ed in seguito si è esibita con le orchestre di Cleveland, Philadelphia, Minnesota, Seattle, Brooklyn, Toronto, Montreal, Van-couver, Hannover, Zurich Chamber, Royal Philharmonic, Ensemble Orchestral de Paris, Marseilles Opera, Amsterdam Symphony, Ge-wandhaus Lipsia, Hong Kong Symphony, Tokyo Symphony, China Philharmonic, Guangzhou Symphony e Shanghai Broadcasting Orchestra, Queensland Orchestra in Australia. Da segnalare la sua capacità manageriale di fondare una propria etichetta discogra-fi ca per concedersi la libertà artistica che le major diffi cilmente concedono. Suona un prezioso violino Guadagnini del 1779.

11

programma di sala 2011 3.indd 13programma di sala 2011 3.indd 13 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 14: Programma di sala_2011_3_br

giovedì 17 ottobre 2011ore 20.45

Abbonamenti:- Fidelity gold- Fidelity platinum- Azzurro- Rosa- Young Musica/Danza

Biglietti in vendita da sabato 10 ottobre

VINICIO CAPOSSELAMARINAI, PROFETI E BALENE

La ciurma che seguirà Capitan Vinicio nella sua impresa marinaresca sarà composta da:

trombone, conchiglie, ottoni, fl auti, kalimba, temporale Mauro Ottolinifl auti, shakuhachi, shehnai, tinwhistle Achille Succichitarre, banjo, baglama Alessandro “Asso” Stefana contrabbasso Glauco Zuppirolibatteria, conga, gong delle nuvole, teste di mortoZeno De Rossi / Diego Sapignoli sega musicale, balafon, campionatore, steeldrum, saz, santoor Francesco Arcuri theremin, campionatore, marimba, voce, glockenspiel Vincenzo Vasi

coro Edoardo Rossi e Le Sorelle Marinetti

Il Mare: mitologia, canzone di gesta, simbolo del fato, sfi da al de-stino, scenario di passioni umane, organismo vivente, acquario abissale, spettri, presagi, voci di marinai, uragani, naufragi… Trop-po vasta è la materia per ricondurla a un disco solo. Eccone allora due, uno oceanico e l’altro omerico. Diciannove pezzi inediti in ottantasei minuti di musica. Un’opera fuori misura, Ciclopedi-ca: la Marina Commedia di Vinicio Capossela. I temi esistenziali della grande letteratura di mare sono qui evo-cati da una complessa architettura musicale, da arrangiamenti che sono una vera e propria colonna sonora dell’immaginazione e dall’asciuttezza atavica della musica cretese. Molti e insoliti sono gli strumenti utilizzati: le percussioni indonesiane gamelan, la vio-la d’amore barocca, il santur, le onde Martenot, il theremin, la sega musicale, l’ondioline. A sostegno della voce, una grande varietà di cori: da ciurma di voci bianche, classici e anni Trenta. “Un’antica metafora vuole che nel temerario navigare gli uomini trovino virtù e conoscenza, e che là, sullo spaesante mare, cioè lontano dalla terraferma e dalle ferme leggi degli uomini, meglio comprendano la loro esistenza e il loro destino.Marinai, Profeti e Balene ci porta con sé su quelle rotte estreme, ci dice che è tempo di mettere noi per l’alto mare aperto. Si tratta, beninteso, dello smisurato mare immaginario di Vinicio Caposse-la, quello che alcuni libri immortali hanno popolato di favole, spet-tri, voci e creature fuori scala. E diconsi qui immortali i libri che continuano a sospingere i viventi verso mete che li oltrepassano.Figlio della lunghissima immaginazione occidentale, Vinicio è sta-to spesso il fededegno Ismaele di burrasche e naufragi. Stavolta invece si volge alla sostanza mitica della sua vita e vi vede una

12

programma di sala 2011 3.indd 14programma di sala 2011 3.indd 14 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 15: Programma di sala_2011_3_br

verità intollerabile. Quale sia, lo dirò alla fi ne. Intanto, godiamoci la crociera.Ecco subito gli oceani ottocenteschi di Conrad e di Melville, squassati da prediche, da incubi freddi, da volti gravi come suoni d’organo; ed ecco il mare rapsodico di Omero, con la sua aria da kolossal, il suo eroe illuminista e i suoi dei feno-menali. Ovunque incombe l’oltremare dei presagi, attrazioni lo-cali che infl uenzano le bussole di chiesuola di chiunque navighi nell’apparente anomia del fi nimondo. Ascoltiamo le voci veggenti di Tiresia, del carenato Padre Mapple, delle retrospettive Sirene. E quella biblica di Giobbe, col suo bell’acciaio martellato di dolo-re. Da sotto la superfi cie specchiante delle acque, risuonano gli abissi disneyani di Céline e sospira in apnea il tentacolare Polpo D’Amore. E fi nalmente affi ora Lui, il più grande di tutti, il più terri-fi cante e il più richiesto: il mostruoso Leviatano, l’orrenda balena senza colore, incarnazione del male assoluto!Ed ecco ancora le voci di Lord Jim, Billy Budd, Odisseo, Calipso, Polifemo, l’Aedo, le Pleiadi... tutte incastonate in una fantasmago-ria di ballate, gighe, prison songs, canzoni da giaccone, da peplo, da uniforme, da scafandro, o in pezzi di pura evocazione, brevi e perfette colonne sonore della vita tra i fl utti. Anche i mezzi di bordo sono strabilianti: aulofoni, plettri atavici, fl auti primordia-li, lire cretesi, gamelan, ghironde, viole barocche, onde Martenot, macchine celibi, e cori, tanti cori, di tutti i tipi, le mille disincarnate voci del mare.Ora, non so voi, ma io non conosco artista che più di Vinicio Ca-possela si sappia mettere al servizio dell’opera. Che sappia cioè intonare lessico, strumentario, scelta dei compagni e persino luo-ghi di registrazione, alla “cosa in sé”. Altri vi sapranno precisare i dettagli del Pequod caposseliano, del suo lento cantiere sulle rotte atlantiche e mediterranee, del maestro d’ascia, dell’armato-re, degli uffi ciali, dell’equipaggio. Io vi dirò invece che l’illusione marina di Vinicio deve pur avere un briciolo di vero se ad intaccar-la non bastano le corrispondenze con la tanto strombazzata realtà. Una metafora più recente ci vuole tutti su una stessa barca, per giunta governata dalle leggi marziali di pochi, pochissimi uomini. I Marinai, i Profeti e le Balene di Vinicio, simboli di vita naturante e di epopea umana, ci dicono invece che siamo stati tutti mangiati dal mostruoso, plenario, capitale Leviatano. E qui dentro, fi nché ce ne stiamo buoni buoni, non ci sarà né virtù, né conoscenza e nemmeno un c(…) di destino”.

(Marco Castellani)

13

programma di sala 2011 3.indd 15programma di sala 2011 3.indd 15 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 16: Programma di sala_2011_3_br

lunedì24 ottobre 2011ore 20.45

Abbonamenti:- Fidelity gold- Fidelity platinum

martedì25 ottobre 2011ore 20.45

Abbonamenti:- Fidelity gold- Fidelity platinum

Biglietti in vendita da sabato 10 ottobre

TONI SERVILLOSCONCERTO

Teatro di musica

con Toni ServilloSarajevska fi laharmonija 1923e con la partecipazione di Peppe Servillomusica di Giorgio Battistelli testo di Franco Marcoaldicostumi di Ortensia De Francescosuono di Daghi Rondanini luci di Pasquale Mariregia di Toni Servillo

editore Casa RicordiTeatri Uniti, Fondazione Teatro di San Carlo, Fondazione Ravello, Fondazione Musica per Romain collaborazione con Piccolo Teatro di Milano, MITO SettembreMusica

La recita sociale, il consumismo compulsivo, le morti sul lavoro, la sete di potere della classe dirigente, gli oscuri meccanismi della fi nanza, l’immigrazione, una lingua sempre più astratta e irrelata…Come è possibile orientarsi in un mondo così confuso? Dov’è il senso? Da queste domande è travolto un direttore d’orchestra, che quasi dimentica di dirigere i suoi strumentisti. Fra pause, dubbi, incer-tezze, interrogativi enormi e piccole verità, il musicista riscopre come proprio la musica possa essere il mezzo per passare dal caos al cosmo, per ritornare al cuore semplice della vita.Sconcerto nasce dall’incontro eccezionale di tre autori: Toni Ser-villo, che ci regala ancora un’interpretazione di uno degli at-tori italiani più apprezzati nel mondo, già vincitore del Nastro d’argento e del David di Donatello; lo scrittore e poeta Franco Marcoaldi e il compositore Giorgio BattistelliPoeta italiano tra i più conosciuti e apprezzati, Marcoaldi è anche autore di libri di viaggio, saggi e romanzi. Collabora da molti anni al quotidiano La Repubblica. Da tempo è attivo nell’ambito del teatro e della musica: dopo aver scritto due libretti d’opera per il compositore Fabio Vacchi (Il letto della storia e Teneke), ha colla-borato con lo stesso Vacchi e Toni Servillo per la messa in scena del suo poemetto teatrale a due voci, Benjaminowo: padre e fi glio che è stato rappresentato nei più importanti teatri italiani. Con lo stesso Servillo ha partecipato a diversi recital delle proprie poesie (Il tempo ormai breve). Voce recitante nell’opera di Giorgio Batti-stelli Experimentum mundi, sempre con Battistelli sta lavorando a una nuova opera: L’ultima mano.Diplomatosi in composizione nel 1978 con Giancarlo Bizzi al Con-servatorio de L’Aquila, Giorgio Battistelli ha frequentato nel 1975 a Colonia i seminari di composizione di Karlheinz Stockhausen e

14

programma di sala 2011 3.indd 16programma di sala 2011 3.indd 16 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 17: Programma di sala_2011_3_br

Mauricio Kagel; nel 1978-79 ha seguito a Parigi i corsi di tecni-ca e interpretazione nel teatro musicale contemporaneo con Jean Pierre Drouet e Gaston Sylvestre. Negli anni ‘80 si è affermato come uno dei più interessanti compositori della sua generazione. Dopo gli anni a Berlino, al Deutscher Akademischer Austausch-dienst, fi no al 1996 è stato direttore artistico del Cantiere Inter-nazionale d’Arte di Montepulciano e fi no al 2002 dell’Orchestra della Toscana; dal 2000 al 2005 della Società Aquilana dei Con-certi e dal 2005 al 2007 dell’Accademia Filarmonica Romana, della Biennale Musica di Venezia nel periodo 2004-2007 e della Fondazione Arena di Verona nella stagione 2006/2007. E’ com-poser-in-residence all’Opera di Anversa negli anni 2005-2006 e alla Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf, nel biennio 2007-2008. Dal 2006 insegna alla Aldeburgh Music.Da febbraio 2009 è presidente della Società Aquilana dei Con-certi. Il Teatro alla Scala gli ha commissionato per il 2013 una nuova opera. Tra i suoo tanti riconoscimenti il titolo di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres dal Ministero della Cultura Francese; è inoltre Accademico di Santa Cecilia.

La recensione

Spettacolo forse non è la parola giusta perchè è più un melo-logo, o come dicono i tre artefi ci è teatro di musica perchè pa-role, musica, recitazione dialogano in modo stretto, importante.Forte l’idea di partenza e la scena iniziale: un direttore sale sul podio e inizia a dirigere la sua orchestra. Dopo le pri-me note, però, si gira verso il pubblico e inizia curiosamente a parlare, come se stesse seguendo i suoi pensieri ad alta voce, come un fl usso di coscienza joyciano di un uomo che ragio-na sul proprio sconcerto di fronte al mondo: “questo” mon-do di nani, ballerine e affaristi, di egoisti, opportunisti, razzi-sti, paese “confuso, frivolo, stordito”. Insomma, l’Italia di oggi.Nel testo di Marcoaldi si riconoscono ragionamenti, pensieri, in-vettive, angosce che ognuno di noi ha ogni giorno di fonte allo “sconcerto” di quello che la politica mette in campo e la musica di Battistelli, cupa, incisiva sta in perfetto equilibrio. Ma chi davvero è uno spettacolo è Toni Servillo: la sua intelligenza di attore, la sua autorevole presenza scenica qui paiono perfi no più nitide che in altri lavori. Perchè qui, dove l’attore non deve apparentemente agire, sono le posture del corpo, i gesti, le pause, le sottolineature, i respiri e tutto il vocabolario d’attore a creare la sostanza espres-siva. Con un momento di emozione, quando dall’orchestra si alza Peppe Servillo e i due fratelli, il cantante e l’attore, duettano su un motivetto di sapore brechtiano carico di sarcasmo e dolore.

Anna Bandettini, La Repubblica

Intervista a Toni Servillo

In scena un’orchestra e il suo direttore: ovvero lei, Toni. Ma il direttore non dirige, ha in testa altri pensieri, altri rovelli, le sue parole sono come un fi ume in piena di affanni e malumori. De-

15

programma di sala 2011 3.indd 17programma di sala 2011 3.indd 17 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 18: Programma di sala_2011_3_br

16

L’arte deve fare domande e sollecitare, sottilmente, delle risposte.

nunciano, appunto, lo sconcerto che attraversa i nostri giorni.Il titolo signifi ca che il concerto fatica a impaginarsi perché colui che dovrebbe farlo dà voce a quella perdita di senso in cui ci sentiamo precipitati. Racconta lo sgomento che viviamo, non solo morale o ideologico, ma una condizione che si rifl ette sul linguag-gio e ci impedisce l’autenticità delle emozioni.

Sconcerto: non c’è parola più contemporanea e simbolica. E altrettanto simbolica è la fi gura nobilissima di un intellet-tuale, il direttore d’orchestra, che dal centro di un’esecuzio-ne musicale lancia un grido di allarme per ritrovare la digni-tà e uscire fi nalmente da uno stato di narcosi che disorienta.

Il direttore d’orchestra, dunque, è il ventriloquo del malesse-re contemporaneo.Ma anche colui che armonizza, indirizza... Entriamo nella sua testa che si sente oppressa dal troppo mondo, a rischio di per-dere i valori che danno senso all’azione. È la condizione in cui ci troviamo tutti. E mi piaceva che questo signifi cato così den-so passasse attraverso l’arte più pura, più caduca e meno ma-terica al mondo: la musica. Che la fi gura cui affi dare il no-stro grido di allarme per un paese narcotizzato non fosse un personaggio di fi nzione, ma un simbolo che si fa carne viva.

La musica arriva là dove le parole sono in affanno. È questa la via d’uscita?È un’indicazione, non solo metaforica. Nel fi nale affi diamo alla musica la possibilità di ritrovare l’armonia, la disponi-bilità all’ascolto, e dunque la capacità di accettare i contra-sti, di ridurre a unità pensieri orientati in direzioni opposte. Il segreto è nell’evidenza, nella pura, semplice presenza.

E quindi nella testimonianza?Compito di chi fa il nostro mestiere è proporsi non solo come mezzo per evadere dalla realtà, ma anche di interpretar-la, questa realtà, e farsene testimoni. L’arte deve fare do-mande e sollecitare, sottilmente, delle risposte. Diffi do di chi lancia messaggi, le arti sceniche suggeriscono, sfi da-no il silenzio e solo così, solo allora colgono nel segno.

Di questi “suggerimenti»” è disseminata la sua carriera. Ed è quello che conta. In un momento di annichilito stupore di fronte agli avvenimenti recenti, credo che qualsiasi dichiarazione diventi ineffi cace. Voglio sottrarmi al conformismo del tuttologo, preferisco affermare con forza certi valori con l’effi cacia del nostro linguaggio. L’intervento degli artisti deve limitarsi al loro campo d’azione. Evitando quindi di generalizzare e di fornire ai politici un alibi per continuare a starsene zitti. O dando loro parole da usare come slogan quando sono a corto di idee. Dunque mi sottraggo, pur restando, come tanti altri, sconcertato.

Titta Fiore, Il Mattino.it

programma di sala 2011 3.indd 18programma di sala 2011 3.indd 18 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 19: Programma di sala_2011_3_br

venerdì28 ottobre 2011ore 20.45

Abbonamenti:- Interazioni A e B- Fidelity platinum

Biglietti in vendita da sabato 10 ottobre

ALESSANDRO BERGONZONIURGE

testi, scene di Alessandro Bergonzoniregia di Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi

Progetti Dadaumpa

Dopo “Nel”, il lavoro che due anni fa gli ha fatto conquistare l’Ubu come miglior interprete delle scene italiane, Alessandro Bergon-zoni torna sul palcoscenico con Urge, spettacolo che egli stesso defi nisce “un’allerta, una necessità senza indugi”. L’embrione di una trama/pretesto, di un contenitore in cui poter inoculare acro-bazie semantiche: un autentico corpo a corpo, vis-à-vis, tête-à-tête con il linguaggio agilmente smontato, scardinato, riassemblato in universi surreali, onirici, vertiginosi.

Note di regia

Stai colmo! Questo mi sono detto nel fare voto di vastità, scavando il fosse, usando il confi ne tra sogno e bisogno (l’incubo è confon-derli). Come un intimatore di alt, come un battitore di ciglia che mette all’asta gli apostrofi delle palpebre, come l’inventore del cuscino anticalvizie o del transatlantico anti aggressione, come chi è posseduto da sciamanesimo estatico, a suon di decibellez-ze da scorticanto, come giaguaro che diventa uno degli animali più lenti se in ascensore e come lumaca che diventa uno dei più veloci se in aereo, così tra tellurico e onirico, tra lo scoppio delle alte cariche dello stato (delle cose), tra me e me, in uno spazio da antipodi, in un limbo dell’imparadiso, (infermo di mente più che fermo di mente), ho avuto un sentore: urge.

Alessandro Bergonzoni

Se dovessi descrivere i punti dai quali siamo partiti per la ge-nesi di questo spettacolo non avrei dubbi: l’urgenza, l’allerta, la necessità di non astenersi dal dire, la traiettoria che permette lo sconfi namento veloce da un territorio artistico conosciuto e pra-ticato in direzione dei “vasti” spazi confi nanti. Ma cosa, in defi niti-va, “Urge” a Bergonzoni? Sicuramente segnalarci delle differenze; quella mancanza di precisione nello sguardo del mondo che se trascurata può realmente cambiare il senso delle cose, quelle fret-tolose banalizzazioni che accomunano cose in realtà diversissime tra loro. E anche dimostrare che la comicità è fatta di materia-li non solo legati all’evidente o al rappresentato. Ma soprattutto mettere sotto gli occhi degli spettatori il suo “voto di vastità”: un vero e proprio canone artistico che lo obbliga, sia come uomo ma soprattutto come artista, a non distogliere mai gli occhi dal tutto: un tutto composto dall’enormità, dall’invisibile, dall’onirico, dallo

17

programma di sala 2011 3.indd 19programma di sala 2011 3.indd 19 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 20: Programma di sala_2011_3_br

18

sciamanico, dal trascendentale. Un tutto che forzatamente non può non essere poi riversato anche sul palcoscenico per essere esibito con tutti i mezzi dell’arte autoriale prima ed attoriale poi. Ed anche oltre. La glossolalia non lo frena e gli “illuminati” sul fon-do non lo irretiscono. Un tutto perturbante che, forse, costringerà a considerare Bergonzoni non più solamente maestro di cerimo-nia di una liturgia comica ma anche strumento di correzione ottica per permettere di vedere meglio la vastità in cui siamo immersi. Attenzione: lo stupore della scoperta può essere fragoroso.

Riccardo Rodolfi

La recensione

Un’immersione nell’universo Bergonzoni dovrebbe diventare tap-pa obbligata per tutti, una “una tantum” da versare come tributo alla lingua italiana. In tempi di miseria lessicale, di prosciugamento sintattico, dove molti giovani - ci dicono i sondaggi - si limitano ad un vocabolario di un centinaio di parole, l’esperienza di un’oretta di spettacolo con il comico, scrittore, attore, pittore bolognese si trasforma in un viaggio nelle possibilità infi nite della lingua italia-na, un vero piacere per le orecchie. E per la mente: perchè poi, nei suoi spettacoli, anche e soprattutto il signifi cato oltre il signifi -cante non è mai banale e affronta temi di urgente attualità, in una sorta di irrefrenabile fl usso di coscienza, di monologo interiore inarrestabile, che lui defi nisce mentale, fi losofi co, antropologico e che si rivela a tratti anche irresistibilmente comico. In venticinque anni ha fatto una dozzina di spettacoli Alessandro Bergonzoni, classe 1958 e una laurea in giurisprudenza. In televisione ci va poco, preferisce la radio o i dibattiti magari in convegni di fi losofi a, ma il pubblico che lo segue è un esercito.Ma che cosa “urge” all’acrobata della parola, all’equilibrista dell’in-credibile e dei nonsense, giusto per scegliere due tra le tante de-fi nizioni che per lui si sono trovate? Urgono tante cose, oggi. Ne citiamo una selezione: il pensiero, la grandezza e non la mania di grandezza, le idee, la coltivazione dell’anima, la differenza tra sogno e bisogno. Gli preme mettere sotto i nostri occhi il “voto di vastità” in un universo ormai “limite esente”, un tutto composto dall’enormità e dall’invisibile, onirico, sciamanico e trascendentale. Scarno ed essenziale il palco, che Bergonzoni riempie con i fi umi delle sue parole e delle immagini iperboliche, dove ci si può anche smarrire tanto poi si ritrova il fi lo al giro successivo di preposizione. Firma tutto lui, testo, scene, interpretazione. Solo la regia la condivide come al solito con Riccardo Rodolfi e punta sempre sulla veloci-tà. E’ per questo che ti puoi perdere, ma Bergonzoni dice che va bene così: è l’effetto sciamano, ti trasporta in una dimensione da cui poi esci rinnovato. E prosegue dicendo “Io voglio avvenire, non essere avvenente, voglio far succedere, non voglio successo”. Più unico che raro..

Monica Sicca, La Stampa.it

programma di sala 2011 3.indd 20programma di sala 2011 3.indd 20 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 21: Programma di sala_2011_3_br

19

domenica30 ottobre 2011ore 16.00

Abbonamenti:- Under 12

Biglietti in vendita da sabato 10 ottobre

UNDER 12ATTENTO PIERINO...ARRIVA IL LUPO!

tratto da “Pierino e il lupo” di Sergej Prokofi evtesto e regia di Andrea Luglicon Liliana Letterese, Andrea Lugli, Nicola Zampieriscene e costumi di Chiara Bettella e Andrea Manfredinipupazzi di Liliana Letterese, Andrea Lugli

Il Baule Volante

Questo spettacolo, che è stato prodotto nel 1999 e vanta fi no ad oggi oltre 500 rappresentazioni, con partecipazioni a rassegne di rilievo nazionale, mette in scena la celebre fi aba tradizionale di “Pierino e il lupo”, musicata da Sergej Prokofi ev. Narra la storia di un ragazzo che, con l’aiuto dei suoi inseparabili amici animali, riesce a catturare un ferocissimo lupo. Ogni per-sonaggio è contraddistinto da uno specifi co strumento musicale, che ne facilita l’identifi cazione e che ha reso giustamente notis-sima questa fi aba musicale che Prokofi ev aveva composto con lo scopo di educare alla musica i ragazzi delle scuole elementari russe. L’allestimento vede in scena un direttore d’orchestra-nar-ratore, che presenterà e condurrà i bambini attraverso la storia, messa in scena da una serie di pupazzi animati a vista.

L’Associazione Teatrale Il Baule Volante nasce nel 1993 come gruppo di teatro di ricerca e dal 1994 opera professionalmente ed in forma esclusiva nel settore del teatro ragazzi. Prende parte a festival di teatro d’attore, di narrazione e di teatro di fi gura di rilevanza nazionale ed internazionale. Partecipa annualmente con i suoi spettacoli a rassegne di teatro per le scuole e per le famiglie su tutto il territorio italiano. Le tecniche utilizzate negli spettacoli sono diverse, ma sempre con l’intendimento di ricercare un teatro per ragazzi che non abbia confi ni d’età. Lo spettacolo “Il tenace soldatino di stagno e altre storie” ha conse-guito la menzione speciale della giuria in occasione del Premio ETI-Stregagatto 2002; “La bella e la bestia” la menzione speciale della giuria del Premio Nazionale Eolo Awards 2007; “Il sogno di tartaruga” il Premio Maria Signorelli 2008/9, assegnato dal pubblico della rassegna nazionale “Oltre la scena”, al Teatro Verde di Roma.Dal 2007 la compagnia ha compiuto diverse tournèe in Spagna e Francia, partecipando a rassegne teatrali in numerose città.L’associazione tiene laboratori e corsi di aggiornamento su scenografi a, costruzione di pupazzi ed educazione all’immagine rivolti a bambini e insegnanti. Organizza, in collaborazione con enti pubblici, rassegne di teatro ragazzi per le scuole e per il pubblico delle famiglie.

programma di sala 2011 3.indd 21programma di sala 2011 3.indd 21 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 22: Programma di sala_2011_3_br

IN BREVE

UNA GRANDE FESTALa stagione 2011’12 inizia con uno straordinario evento in esclu-siva Nordest che vedrà sul palco del Verdi la leggenda vivente del fl amenco: Paco De Lucìa! Il 26 settembre sarà una grande festa del Teatro e della città tutta da vivere insieme.

TANTE PROPOSTE YOUNG!Per il popolo under25! tante le proposte per i grandi spettacoli e concerti della stagione 2011’12. Biglietti e abbonamenti a prezzi speciali per il teatro, della musica e della danza. Chiedi informa-zioni alla biglietteria del Teatro per i pacchetti SinfoTonica, Young Musica/Danza e Young Prosa.

UNDER 12, TEATRO PER I PICCOLIUn abbonamento pensato per i bambini e le loro famiglie, per quattro speciali appuntamenti magici, perchè il teatro parla al cuore dei piccoli. Quattro pomeriggi per emozionarsi e stare in-sieme, un abbonamento al divertimento!

TUTTO PER LA SCUOLAIl Teatro Verdi rinnova il suo invito alle scuole (infanzia, prima-ria, secondaria di I e II grado) proponendo molteplici percorsi sia nell’ambito teatrale che musicale. Progetti di avvicinamento all’opera lirica e alla musica classica, spettacoli teatrali di qualità e occasioni preziose per vivere e conoscere la magia del teatro.

OSPITI A TEATRODall’1 all’8 ottobre il Teatro ospiterà Le giornate del Cinema Muto, il festival internazionale che è giunto alla 30. edizione e nel 150. anno dell’Unità d’Italia rende omaggio al cinema nazionale. Informazioni www.cinetecadelfriuli.org/gcm/

20

Testi del programma a cura di Franco Calabretto, Cristina Savi

programma di sala 2011 3.indd 22programma di sala 2011 3.indd 22 21/09/11 09.4121/09/11 09.41

Page 23: Programma di sala_2011_3_br

programma di sala 2011 3.indd 23programma di sala 2011 3.indd 23 21/09/11 09.4221/09/11 09.42

Page 24: Programma di sala_2011_3_br

AMICI DEL TEATRO - STAGIONE 2011’12

Cimolai

Palazzetti

Peressini spa

Tipografi a Sartor

SOCI FONDATORI

Comune di Pordenone

Provincia di Pordenone

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

INFOLINE 0434.247624

www.comunalegiuseppeverdi.it

SOCI ONORARI

programma di sala 2011 3.indd 24programma di sala 2011 3.indd 24 21/09/11 09.4221/09/11 09.42