programma di sala pièce schubert completo - … · ♦ selezione e promozione dei migliori...

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Una produzione Classica Viva - www.classicaviva.com Direzione artistica M° Stefano Ligoratti [email protected] Direzione organizzativa, testi e redazione del presente programma a cura di Ines Angelino [email protected] Si ringraziano per la generosa ospitalità il Teatro Spazio Teatro 89 e il Maestro Luca Schieppati Si ringrazia per il preziosissimo contributo creativo il tenore Mirko Guadagnini

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Una produzione Classica Viva - www.classicaviva.com

Direzione artistica M° Stefano Ligoratti

[email protected]

Direzione organizzativa, testi e redazione del presente programma a cura di Ines Angelino [email protected]

Si ringraziano per la generosa ospitalità il Teatro Spazio Teatro 89 e il Maestro Luca Schieppati

Si ringrazia per il preziosissimo contributo creativo il tenore Mirko Guadagnini

L'ultima Sonata Viaggio al centro della vita e delle opere di

Franz Schubert

Una pièce di

Ines Angelino e

Luca Ciammarughi

Personaggi e interpreti:

Franz Schubert: Luca Ciammarughi Therese Grob: Silvia Spruzzola

Karoline Esztherházy: Monika Lukács Johann Michael Vogl: Mirko Guadagnini

Franz Von Schober: Stefano Ligoratti

Regia e commento iconografico: Ines Angelino

Che cos’è “Classica Viva”

ClassicaViva ® è la divisione Editoriale di New Problem Solving S.r.l. (Dorno, PV), una nuova Casa Editrice, nata da poco con obiettivi di alto profilo.

Vuol essere un punto di riferimento per chi ama la musica classica. Con il legittimo orgoglio del “made in Italy” vuole valorizzare la grande musica italiana ed i musicisti italiani sia in patria che all’estero. Vuole quindi porsi come polo culturale di elevata qualità, ma accessibile e non elitario, che rilanci la grande musica presso il pubblico, attraendo anche chi non ha mai frequentato finora sale da concerto o comprato un CD di classica. Vuole diffondere la cultura musicale tra i giovani, con un'opera di divulgazione in collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado. Strutturatasi come Network, Classica Viva si avvale delle nuove tecnologie per far vivere la grande musica, sfrutta il nuovo per diffondere e divulgare una grande tradizione storica. La Casa Editrice è nata nel 2004 con l’obiettivo di scoprire e valorizzare talenti musicali italiani, sia compositori che interpreti, fornendo opportunità di lancio professionale e di lavoro a giovani musicisti e autori.

Il progetto di Classica Viva, profondamente e completamente innovativo, riunisce in un’unica filiera produttiva l’intero processo di selezione di nuovi autori ed interpreti, pubblicazione, promozione e vendita di musica classica.

In pratica, Classica Viva, soprattutto per mezzo del proprio sito internet www.classicaviva.com, che vende direttamente musica in formato digitale in tutto il mondo con tecnologie di e-commerce, svolge le seguenti attività:

♦ Selezione e promozione dei migliori musicisti italiani per mezzo della propria Agenzia artisti-ca.

♦ Incisione di nuovo repertorio classico, principalmente pianistico, ma anche cameristico, affidato soprattutto a nuovi grandissimi talenti. Le incisioni vengono vendute sia nella forma tradizionale di CD che, in formato MP3, nel catalogo on-line del proprio sito Internet www.classicaviva.com.

♦ Pubblicazione di nuove composizioni musicali, vendendo gli spartiti e le partiture direttamente sul proprio catalogo on-line.

♦ Pubblicazione di libri, saggi e dispense di argomento musicale, in formato elettronico E-book, sempre direttamente dal proprio catalogo on-line.

♦ Organizzazione di recital e concerti dal vivo dei propri artisti, proponendo tali eventi nel pro-prio catalogo on-line ed organizzandoli "chiavi in mano" per Enti, associazioni e comunità locali.

♦ Classica Viva ha dato vita anche a una propria Orchestra sinfonica, che viene proposta per i concerti con vari programmi già strutturati, soprattutto del tipo "concerto con solista e orchestra".

Classica Viva registra in un proprio studio interamente creato a questo scopo, dotato di nuovissi-me e sofisticate apparecchiature digitali e con un ambiente acustico progettato e modellato “ad hoc” dall'Ing. Mario Murace, fondatore e CEO di Chario Loudspeakers, i cui monitor equipaggiano la sala regia. Lo studio è dotato in permanenza di un magnifico pianoforte a coda Yamaha C7. Lo staff tecnico che si occupa delle registrazioni è composto da giovani musicisti ed esperti informatici, all'avanguardia nell'utilizzo di tutte le più moderne tecnologie

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stra sinfonica, della quale è Direttore principale, e che ha diretto in diversi concerti.

Incide in esclusiva per l’etichetta discografica “ClassicaViva”: il suo primo CD, intitolato “Variazioni … e dintorni” è stato pubblicato nel 2007.

Ines Angelino Ecco infine una breve presentazione del Fondatore e Presi-dente di ClassicaViva, che è anche l'Amministratore Unico di New Problem Solving S.r.l., l'azienda di cui ClassicaViva è la divisione editoriale. Nonché colei che ne programma, scrive e manutiene i siti.

In questa pièce, ricopre il triplice ruolo di autrice, produttrice e regista, realizzando in tal modo un sogno antico, irresisti-bilmente motivata da una grandissima passione per Schu-bert.

Età: quella della nostra Repubblica... Sposata, un figlio musi-cista (bravissimo!). Studentessa molto secchiona, scuola di danza e di pianoforte, Liceo Classico, Facoltà di Filosofia alla Statale di Milano intorno al ‘68 (studiando molto, però). Amando il Teatro, si è diplomata Attrice presso il Piccolo Teatro di Milano (sempre nel ‘68... begli anni, davvero). Per qualche anno ha lavorato a tempo pieno facendo Teatro, radio, televisione, cabaret, e anche come doppiatrice, cantante... e poi… è caduta dal pal-coscenico. Fine della carriera.

A questo punto, poiché voleva anche fare la scrittrice ed amava Simone De Beauvoir, ha fatto l’insegnante e contemporaneamente la giornalista (le poesie sono ancora nel casset-to). Intorno al 1980 ha scoperto il personal computer e l’informatica (come dice sempre, la cosa più divertente della vita, dopo il sesso). E allora, raggiunto il minimo pensionabi-le, ha lasciato il posto di ruolo di insegnante e ha aperto una piccola azienda di consulen-za informatica ed aziendale. Anni di duro lavoro, studio, consulenze… come docente, sistemista, sviluppatrice. Si è tolta la soddisfazione di fare il consulente per l'IBM per Lotus Notes, ha sviluppato centinaia di applicazioni… e pian piano è tornata al suo amo-re di gioventù, la musica e l’arte, e ha fondato ClassicaViva. Insomma, ha messo l’informatica al servizio della musica.

Che altro? Lettrice onnivora ed insaziabile, curiosa tecnologicamente, ama sperimentare e creare progetti nuovi (e magari anche portarli a termine): come imprenditore, dicono che sia testarda. Vero, quando ha un obiettivo va sempre avanti fino alla fine. Trasporta-ta dall'entusiasmo degli artisti di ClassicaViva, ha finalmente deciso di tornare al primo amore, unendolo alla passione per la grande musica, e si è messa a scrivere per il teatro. "L'ultima sonata", scritto in collaborazione con il pianista Luca Ciammarughi, che è anche il protagonista dello spettacolo, è il suo primo lavoro teatrale.

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L'ultima Sonata

“L’Ultima sonata” - Viaggio al centro della vita e della musica di Franz Schubert, è un’opera teatrale originale, ideata e scritta da Ines Angelino, Fondatore e Direttore di ClassicaViva, e dal pianista e mu-sicologo Luca Ciammarughi.

Lo spettacolo nasce da un’idea di Ines Angelino, immediatamente condivisa con slancio dal pianista Luca Ciammarughi, raffinato e profondo interprete schuber-tiano.

E’ un appassionato omaggio a Franz Schubert, che viene, per la prima volta, rievocato in una messa in scena per il palcoscenico, in alcuni passaggi della sua vita, e fatto rivivere nelle sue vicende biografiche e nella sua musica, che viene

interpretata, dal vivo, dal protagonista, (il pianista Luca Ciammarughi), e dagli altri per-sonaggi, che cantano e suonano per noi alcuni dei suoi più noti Lieder.

La vicenda viene rappresentata come davvero dovette svolgersi: dal primo amore con il soprano Therese Grob, al rapporto con il suo grande amico Franz Von Schober, alle prime schubertiadi, che vengono riprodotte in scena, con iLieder di Johann Michael Vogl, alle lezioni di musica alla Contessina Karoline Eszterházy, altro grande amore infelice di Schubert, fino ad arrivare alla fine, con il famoso concerto del 1828, la compo-sizione delle ultime opere (tra cui l’Ultima Sonata, la D 960, che dà il titolo alla pièce)… fino al tragico epilogo finale.

Questo lavoro è frutto di un lungo, accurato e quasi maniacale studio filologico sulla vita e sulle opere di Schubert, che tende a rappresentare tutto con la massima fedeltà storica possibile, ma anche con profonda e meditata aderenza psicologica all’anima di questo grandissimo compositore, senza fermarsi all’agiografia o alle tesi preconcette (come quella, oggi molto di moda, della sua presunta omosessualità). Ma è anche un lavoro che vuole avvicinare il grande pubblico, i giovani, gli studenti, alla figura di Schubert, e quindi fare opera divulgativa.

Da qui, la scelta di presentare, tra i tanti capolavori pianistici e liederistici che si ascolte-ranno, anche brani musicali molto noti, come l’“Ave Maria”, o la Sinfonia “Incompiuta”.

Su tutto, domina il fascino della musica dal vivo, di bravissimi musicisti che diventano anche attori, di uno spettacolo che non è un concerto, ma una vera e propria rivisitazione musicale e musicologica, con l’incanto che solo una messinscena teatrale può dare.

Dal nostro network di appassionati melomani, lo dedichiamo con umile e incontenibile entusiasmo alla memoria del grandissimo Schubert, e a tutti gli amanti della musica.

Franz Schubert

Franz Peter Schubert nacque il 31 gennaio 1797 a Lichtental, piccolo sobborgo viennese. Il padre, Franz Theodor, era un maestro di scuola, attività che gli procurò il conferimento della cittadinanza onoraria viennese. La madre, Elizabeth Vietz, diede quattordici figli al marito - dei quali solo quattro sopravvissero - prima di morire nel 1812. Schubert padre si risposò con Anna Kleyenbock.

La formazione di maestro di scuola permise a Franz Theodor di impartire ai figli le basi dell'istruzione musicale. Il piccolo Franz, dopo aver recepito molto velocemente tutto quel che il padre poteva insegnargli (i rudimenti del violino), fu mandato a lezione pres-so l'organista della parrocchia, Michael Holzer. Anche da quest'ultimo Franz apprese

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Nell’A.A. 2007-2008 consegue a pieni voti anche la Lau-rea di II livello in pianoforte, frequentando nel frattem-po l’ultimo anno del corso superiore di Composizione Tradizionale e del Corso di Direzione d’Orchestra.

Ha studiato il pianoforte con Maria Gloria Ferrari, Ric-cardo Risaliti, Leonardo Leonardi, Daniele Lombardi; l'Organo con Eva Frick Galliera e con Ivana Valotti; il Clavicembalo con Ruggero Laganà e Maria Cecilia Fari-na; Composizione con Paolo Arcà e Mario Garuti; Dire-zione d'Orchestra con Julius Kalmar, Herbert Handt e Daniele Agiman.

Ha fin da subito affiancato allo studio un’attività con-certistica molto intensa, esibendosi per importanti enti concertistici sia in Italia che all’estero, nelle vesti di solista (sia come pianista, che come organista e clavicembalista), Direttore d’Orchestra e camerista.

Si dedica con grande entusiasmo alla riscoperta di compositori e composizioni poco esegui-te dal Rinascimento ai nostri giorni. In tal senso ha in progetto la registrazione dell’integrale pianistica per pianoforte solo di Ferruccio Busoni.

Ha collaborato con compositori ed esecutori di chiara fama tra cui: Sergio Calligaris (prima esecuzione assoluta in qualità di Direttore del “Doppio Concerto per pianoforte e flauto e orch. d’archi op. 37b” solisti: Stefania Mormone, Stefano Maffizzoni), Daniele Lombardi (“Le parole taciute” per pianoforte; “Sinfonia II”, “Sinfonia III”, “Threnodia for the victims 9/11” per 21 pianoforti), Carlo Florindo Semini (“Ecclesiae”, “Divertimento preistorico”, “Incontri” per pianoforte).

E’ vincitore di diversi premi in Concorsi nazionali ed internazionali: l’ultimo è quello al Concorso di Castrocaro per l’“XI Rassegna dei migliori diplomati 2006 (Premio SIAE)” con la seguente motivazione: “La sua appassionata esibizione, ricca di intense emozioni ha col-pito la Commissione che, senza indugio, ha deciso di assegnargli tale Premio. La splendida esecuzione di un compositore assai complesso da proporre quale Johann Sebastian Bach ha rapito il pubblico per il rigore formale e per la chiarezza timbrica negli intricati giochi poli-fonici, così come anche la sua spiccata fantasia musicale, ricca di colori "sinfonici", mostrata nell'interpretazione de "La Vallee d'Obermann" di Franz Liszt. Si assegna tale Premio con l'augurio di una carriera ricca di successi.”

Nel settembre 2007 ha partecipato al Festival Internazionale "MITO", sia a Milano che a Torino, con un concerto pianistico dedicato ai bambini, "Children's Corner".

Direttore Artistico del Network musicale “ClassicaViva”, ne ha fondato l’omonima Orche-

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Prêtre, Muti, Sinopoli, Chailly, Bychkov; come solista nel Ma-cbeth e nel Flauto Magico, sotto la direzione del M° Muti).

Nella stagione As.Li.Co. 1999/2000 partecipa, come voce bianca solista, al Flauto Magico di Mozart, sotto la direzione del M° De Martini.

Nel 2001 debutta con El Retablo De Maese Pedro di Manuel De Falla nei Teatri d'opera di Siena, Rimini e al Teatro delle Erbe di Napoli sotto la direzione del M° Gorli e con l’orchestra Diverti-mento Ensamble. Del 2006 è invece la partecipazione a Dido and Aeneas di Purcell, nell’ambito del laboratorio Limes 2006, tenuto dal Conservatorio G. Verdi diMilano. Silvia si esibisce poi spesso anche nell'ambito della musica contemporanea: ha

eseguito in prima assoluta opere di A. Solbiati, H. Pousseur (assieme all’orchestra dei Po-meriggi Musicali), M. Panni , M. Franceschini, S. Bo, R. Pascal, F. Nieder, C. Galante.

Ha preso parte a numerosi concerti nell’ambito di vari festival musicali ed attualmente col-labora con l’Accademia del Teatro alla Scala, partecipando come corista alle produzioni scaligere del Progetto Accademia ed esibendosi come solista in numerosi concerti (dai Ve-sperae Solemnes de Confessore al Teatro degli Arcimboldi sotto la direzione del M° C. Ro-varis ai recital organizzati dall’Accademia nel Ridotto dei palchi “Arturo Toscanini” sotto la direzione del M° A. Caiani).

Da due anni tiene concerti di liederistica in duo con il pianista Riccardo Schwartz, con il quale si esibisce all’interno di numerosi festival musicali e stagioni concertistiche, ottenen-do ampi consensi di pubblico e di critica. Collabora inoltre con Esagramma, centro di musi-co-terapia orchestrale, partecipando ad alcune delle attività concertistiche promosse dall'Associazione. Dal 2001 studia canto presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano sotto la guida della M° Giovanna Canetti.

Stefano Ligoratti Stefano Ligoratti è nato a Milano nel 1986. Comincia ad appassionarsi e quindi a studiare musica all’età di 11 anni, perché “folgorato” dalla musica per organo di J. S. Bach, e viene quindi ammesso al conservatorio di Milano, nella classe di “Organo e composizione organi-stica”, all’età di 13 anni. Si iscrive poi contemporaneamente al Corso di pianoforte ed a quello di Composizione tradizionale e frequenta il Liceo musicale interno al Conservatorio, conseguendovi la Maturità artistica nel luglio 2005.

Nell’a.a. 2005/2006 si diploma in Organo (con 110 e lode) e in Pianoforte (con 110, lode e menzione d’onore) e consegue il Compimento Medio di Composizione tradizionale (voto 10/10). Nel luglio 2007 consegue anche, a pieni voti, il Diploma di Clavicembalo.

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immediatamente tutto quanto era possibile, e a undici anni partecipò al concor-so di ammissione per i fanciulli cantori della Cappella Reale. La sua voce, con un angelico timbro da soprano, impressionò favorevolmente il direttore della Cappella, l'italiano Antonio Salieri, che giudicò Schubert e un altro piccolo con-corrente i migliori della sessione. Franz, quindi, lasciò la famiglia per trasferirsi al Convitto (Stadtkonvikt), dove creò le sue prime composizioni: una Fantasia per pianoforte e alcuni Lieder. I cinque anni di convitto - dal 1808 al 1813 - for-marono un musicista completo: basti ricordare che la sua prima sinfonia (la D82) porta la data del 1813 (aveva, quindi, sedici anni!). Il suo Maestro di Armo-nia e contrappunto fu proprio Salieri.

Schubert era anche un buon esecutore: la sua famiglia suonava spesso in quar-tetto: Franz era la viola, suo fratello Ferdinand il primo violino, l'altro fratello, Ignaz, il secondo violino, mentre il padre impugnava il violoncello. L'unico ad avvertire errori o stonature era Franz: quando queste venivano dai fratelli, si limitava a sorridere bonariamente; se invece colpevole era suo padre, interrom-peva l'esecuzione e - sempre ridendo - timidamente sottolineava l'imprecisione. Il padre accettava di buon grado il rimprovero.

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Nel 1814 il giovane Franz terminò il suo periodo al convitto e ritornò in fami-glia, iniziando a lavorare come assistente nella scuola diretta dal padre. Un lavo-ro poco gratificante, che non amava perché lo distraeva dalla musica, impegnan-dolo nove ore al giorno. Il 23 maggio 1814, al Teatro di Porta Carinzia in Vienna, Franz assistette alla rappresentazione del Fidelio di Beethoven. Si narra che, per potervi assistere, avesse venduto i suoi libri scolastici. Per tutta la vita, infatti, fu accompagnato da una vera e propria venerazione verso il grande Ludwig. Spin-to dall'entusiasmo, scrisse una Messa, che fu eseguita nella parrocchia di Li-chtental. Fu un buon successo, che coincise con il suo innamoramento per il soprano solista, Therese Grob. Dieci giorni dopo, in una sede più prestigiosa (la Chiesa degli Agostiniani, nel centro della città vecchia) andò in scena una ver-sione perfezionata dell'opera, ormai definitivamente intitolata "Messa in Fa maggiore" (D105).

Proprio durante quei dieci giorni, inoltre, Franz scrisse anche uno dei suoi Lie-der più belli e famosi: "Margherita all'Arcolaio" (Gretchen am Spinnrade) D118. Seguirono la Seconda Sinfonia, e la Quarta Sinfonia.

Probabilmente la sua inesauribile vena artistica era anche stimolata dall'amore per Therese Grob, il soprano della Messa in Fa maggiore. Theresa e Franz vole-vano unirsi in matrimonio. Ma il giovane musicista non poteva permettersi di formare una famiglia con il modesto compenso da assistente scolastico, e con la musica, di certo, non poteva sperare di vivere. Quindi il matrimonio sfumò, e Therese, qualche anno dopo, per volontà della sua famiglia, sposò un ricco for-naio. Nell'autunno del 1816, Schubert rivoluzionò completamente la sua vita: ruppe la relazione con Therese, abbandonò scuola e famiglia per dedicarsi esclu-sivamente alla musica, e andò a vivere con il suo amico Franz Von Schober, un poliedrico quanto disordinato artista, affascinante quanto inconcludente, che gli aveva offerto ospitalità. Nel 1817, Schubert fu però costretto a rientrare in fami-glia, in quanto la madre di Schober impose al figlio di lasciare Vienna.

Quello che seguì fu un periodo traumatico per Schubert, che dovette umiliarsi a riprendere il lavoro nella scuola del padre: ne è sicura testimonianza l'impres-sionante numero di lavori incompiuti di questo periodo. (Ciò nonostante, videro allora la luce sette Sonate per pianoforte, una sessantina di Lieder e vari brani orchestrali). Egli temeva di non riuscire più a comporre e si sentiva un musicista fallito. Così, nel luglio 1818, accettò l'incarico di precettore di musica delle due figlie Marie e Karoline del conte Johann Karl Eszterhàzy, in Ungheria. La posizione di precettore lo collocava nell'ambito della servitù, con la quale Schu-

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Matteo D’Amico (Patto di sangue, Firenze 2009), Filippo del Corno (Aldo Moro, Milano 2008), Azio Corghi (Il dissoluto assolto, Teatro alla Scala, Teatro di Lisbona 2006).

Monika Lukács Monika Lukács, soprano leggero di coloratura, è nata a Mi-skolc (Ungheria) nel 1975. Si è diplomata col massimo dei voti presso il Conservatorio S. Stefano di Budapest nel 1997. Ha studiato presso il Conservatorio” G. Verdi” di Milano, guidata prima da Adele Bonay e successivamente da Vittorio Terrano-va,dove si è diplomata con il massimo dei voti nel 2002.

Nel 2005 si è laureata in Musica Vocale da Camera con Stelia Doz, e nell’anno successivo si é laureata in canto lirico con Vittorio Terranova. Ha frequentato inoltre numerosi corsi di alto perfezionamento tenuti da Jùlia Hamari, Renata Scotto, Lydia Stix, Helmut Deutsch, Karl Leister, Erik Battaglia, Gu-

stav Kuhn.

A partire dal 1996 ha tenuto numerosi concerti in Austria, Polonia, Ungheria, Slovenia, Ger-mania, Francia, Croazia, Israele. In Italia ha cantato per le Serate Musicali, Società del Giar-dino di Milano per la Società del Quartetto e per i concerti degli Amici del Loggione del Teatro alla Scala, inoltre ha preso parte a numerosi recitals lirici in diverse città (Milano, Brescia, Roma, Lodi, Mantova, Firenze, Napoli,Venezia).

Si è esibita con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Silvia Casarin, in un Galà dell’Opera presso il Teatro Comunale di Firenze e ha tenuto concerti con l’Orchestra del Conservatorio di Milano diretta da Gerardo Bizzarro. Ha partecipato al II Festival Inter-nazionale di Musica da Camera sotto la direzione artistica di Marcello Abbado. Premio Spe-ciale al Concorso per i cantanti lirici dell’Europa Forum 2000 di Firenze, promosso dal Lions Club; Terzo Premio al Concorso” Assami” per i cantanti lirici, vincitrice del XII Con-corso Nazionale della Società Umanitaria nel 2002. Ha vinto il secondo premio di Musica Vocale da Camera di Rotary di Milano nel 2003. Ha registrato CD per la Sarx Records e per Stradivarius. Ha registrato per la per la Radio Svizzera, RAI 3 e per la TV Giapponese. Svol-ge attività concertistica con repertorio lirico e da camera in Italia e all’estero. Attualmente collabora con il Coro Filarmonico del Teatro alla Scala.

Silvia Spruzzola Silvia Spruzzola, soprano, nasce nel 1984 a Milano. A 11 anni entra a far parte del Coro di Voci Bianche del Teatro alla Scala diretto dal M° B. Casoni e viene selezionata per la parteci-pazione a molte delle produzioni scaligere (come corista sotto ladirezione dei M° Abbado,

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Mirko Guadagnini, tenore

Grazie alla sua voce calda e versatile, il suo repertorio spazia dalla musica barocca a quella liederistica, passando da Mozart fino alla specializzazione di autori contemporanei.

A partire dal 1998, quando si aggiudica il concorso e debutta con l‘As.Li.Co, la sua carriera è tutta in ascesa: esordisce in opere come Don Giovanni, Il flauto magico, Gianni Schicchi, The Rake’s progress, Il pirata, Il matrimonio segreto, L’Otello di Verdi, collaborando con direttori di fama mondiale come Riccardo Muti, Marcello Viotti, Bruno Campanella, R. Abbado, M. Whun Chung, D. Renzetti, E. Pidò, J. E. Gardiner, M.Panni e grandi registi come P.L.Pizzi, D. Abbado, M. Hampe, W. Decker e John Cox.

La sua carriera solistica lo porta a cantare nei teatri più importanti come il Teatro alla Sca-la, Chatelet a Parigi, Nazionale di Praga, Regio di Torino, Cuvilliès di Monaco di Baviera, Opèra di Lione, Opera di Seoul, Opèra di Montecarlo, La Fenice di Venezia, Comunale di Bologna, Verdi di Firenze, Comunale di Firenze, Grand Theatre di Ginevra, Comunale di Modena, Opèra di Montpellier, Auditorio di Madrid, l’Opera di Roma.

Intensissima è l’attività concertistica con orchestre di fama mondiale: Orchestra del Teatro alla Scala, Radio France, Accademia di Santa Cecilia, Orchestra rivoluzionaria e romantica, Accademia Bizantina, L’Europa galante, Les Arts Florissants, La Venexiana, Orchestra della Toscana, Orchestra del Maggio Fiorentino, Orchestra Verdi, Pomeriggi musicali.

Ha all’attivo numerose incisioni discografiche tra cui Arianna di B.Marcello (Chandos’99), il Memet di Sammartini (Dynamic’01) e L’Orfeo di Monteverdi (Glossa 2006).

Vince il Grammy Awards, Choc du Monde e Premio Amadeus con L’Orfeo di Monteverdi(La venexiana, Claudio Cavina) come migliore disco di opera barocca del 2008.

Approfondisce assieme a grandi maestri del barocco come J. E. Gardiner, W. Christie, P. Neumann, O. Dantone, F.Biondi ed E.Onofri in particolare il repertorio haendeliano come Alcina, Rinaldo, Il Messia e il trittico Monteverdiano: l’Orfeo, L’incoronazione di Poppea e Il ritorno di Ulisse in patria e altri classici del ‘600/’700 come Purcell, Haydn, Pergolesi, G.B. Sammartini, B. Marcello.

Abbina al repertorio barocco anche una superspecializzazione nel repertorio sacro (centinaia di concerti a partire da Guillaume de Machaut fino all’integrale delle messe di Mozart) e repertorio contemporaneo operistico/cameristico: Ivan Fedele (Antigone, Firen-ze- Premio Abbiati 2007), Hans Werner Henze (Phaedra, Firenze- premio Abbiati 2008),

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bert divise tavola e alloggio. Tuttavia, egli intrecciò con tutti ottimi rapporti, spinto dalla curiosità verso gli altri e dalla sua innata sensibilità.

Schubert fece ritorno a Vienna nel novembre 1818, stabilendosi a casa di un ami-co, il poeta Johann Mayrhofer. Come unica attività conservò le lezioni di musi-ca alle contessine Eszterhàzy, tornate anch'esse in città. Inoltre, un amico che gli aveva presentato Shobert, il baritono Johann Michael Vogl, che in seguito a-vrebbe regalato le migliori interpretazioni dei Lieder nelle "schubertiadi", gli procurò una scrittura presso il Teatro di Porta Carinzia, per il quale scrisse l'atto unico "I fratelli gemelli". La notorietà era ben lontana, ma quello fu, in ogni caso, un periodo florido per la composizione: Franz componeva soprattutto Lieder, che circolavano nei salotti. Scrisse così ancora altri cento Lieder, la Sinfonia n° 5 e la Messa n° 4. Tra i moltissimi Lieder che Schubert compose in quegli anni, uno tra tutti merita di particolare attenzione: "Il re degli Elfi" (Erlkönig), su liriche di Goethe. Secondo la narrazione di Josef von Spaun, uno dei più intimi amici di Schubert, "...egli andava su e giù con il libro in mano. Improvvisamente si sedette e in un attimo, alla velocità di chi scrive di getto, la ballata era compo-sta".

Accanto ai Lieder uscirono le sue prime composizioni per pianoforte, tra cui trentasei valzer e le Otto Variazioni per pianoforte a quattro mani Op. 10 (D624), dedicate a Beethoven. Tuttavia, nemmeno quest'atto favorì l'incontro tra i due, che pure abitavano nella stessa città. Conobbe, invece, Carl Maria von Weber, giunto a Vienna per la rappresentazione del suo "Franco cacciatore". La capitale austriaca viveva, al tempo, un'eccezionale stagione musicale, che ebbe il culmi-ne con l'arrivo di Gioacchino Rossini, nel 1822. Stimolato dall'ambiente partico-larmente vivace, Schubert compose alcuni tra i suoi capolavori: la "Messa in la bemolle maggiore D678", il quintetto con pianoforte "La trota" D667, le sinfonie Quinta, Sesta, Settima e Ottava (quest'ultima conosciuta con il nome di "Incompiuta"), il Lied "La morte e la fanciulla". Risale al 1822 anche la composi-zione della rivoluzionaria "Wanderer Fantasie" per pianoforte.

A sostentare il musicista provvedevano parenti e amici, in cambio della musica che egli donava loro. Franz visse cosi la condizione tipica del libero artista, ma in maniera profondamente diversa da quella di suoi illustri colleghi quali Mo-zart e Beethoven. Questi, per sopravvivere, si erano prodigati su tutti i fronti, componendo concerti, suonando in pubblico, eseguendo - anche nell'anonimato - lavori su commissione. Schubert, al contrario, era pressoché sconosciuto al pubblico. E pensare che sino a quel momento allora aveva già scritto circa cin-quecento composizioni, cioè quasi la metà della sua produzione!

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Gli editori musicali ne ignoravano quasi completamente l'esistenza. In altre pa-role, egli visse la condizione del compositore, esclusivamente dedito alla propria arte, soltanto grazie al mecenatismo degli amici. Nel 1821, ad esempio, furono pubblicati sette quaderni contenenti circa venti Lieder, a cura degli amici, che si unirono in una specie di consorzio editoriale per dare alle stampe i suoi lavori. Nel 1823, a poco più di venticinque anni, Schubert divenne comunque abbastan-za noto nella capitale.

Ma la sua fama veniva frenata dal suo aspetto fisico, che lo penalizzava nell'alta società del tempo (gli Amici lo chiamavano "schwammerl", cioè funghetto, a causa della grossa testa incassata nel piccolo corpo grasso). In quell'anno, pur-troppo, egli si ammalò poi anche di una malattia venerea, dalla quale tentò di guarire con una cura al mercurio, che però gli causò la temporanea perdita dei capelli. Seguì un lungo periodo di grande infelicità e depressione.

Dai primi mesi del 1826 gli amici del musicista intensificarono i cicli di serate a base di balli e salsicce (Wurstelball), passate alla storia come "schubertiadi", durante le quali la musica di Franz accompagnava buone cene della compagnia. Teatro di queste riunioni erano le abitazioni di Von Schober o di Josef von Spaun. Ma talvolta esse venivano tenute in qualche caffè dove si faceva musica, secondo la migliore tradizione viennese.

Le case editrici pubblicavano solo Lieder, e ignorarono grandi opere quali il Quartetto per archi in re minore tratto dal Lied "La morte e la fanciulla", il Quartetto in sol maggiore, la Sonata in sol maggiore per pianoforte e il Trio in si bemolle maggiore. Inoltre, Schubert perse anche il concorso per diventare Kappellmeister di corte, ruolo fino ad allora ricoperto da Antonio Salieri: il po-sto andò al direttore del teatro imperiale, Joseph Weigl. Infine, egli tentò di far rappresentare un'opera teatrale, ma la censura operò sul libretto (Il conte di Gleichen) e quando si presentò al concorso da vicedirettore del teatro di Porta Carinzia fu ancora respinto. Sull'onda di queste delusioni giunse il 1827, che vide l'edizione di ventiquattro Lieder con il titolo “Winterreise” ("Il viaggio d'inverno"). Sempre più chiuso verso l'esterno, Franz rivelava tutta la sua malinconia attraverso la composizio-ne e la scrittura musicale, unici linguaggi da lui prediletti.

Di quegli anni, precisamente del 1828, furono anche i meravigliosi "Improvvisi" e i "Momenti musicali" al pianoforte, la "Fantasia in fa minore" per pianoforte a quattro mani, unico pezzo di Franz dedicato a Karoline Eszterhàzy, la Messa

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no, allo Spazio Teatro 89, al Circolo Volta; nel 2005 ha tenuto un recital solistico per l’Orchestra Sinfonica G. Verdi presso l’Auditorium di Milano (“Da Bach a Be-rio”) e ha aperto la stagione estiva dei “Notturni in Villa” .

Si è esibito al Festival Taormina Arte e S. Severina, a Parigi nella Salle Cortot e a Nice nel Musée d’art Con-temporaine, a Villa Ephrussi-Rotschild, nel Monastère de Cimiez. Recentemente ha eseguito da solista il Con-certo in re minore BWV 1052 di J. S. Bach nel Santuario di Caravaggio, con l’Orchestra Camerata dei Laghi diretta da Andrea Rizzi, insieme alla quale eseguirà nel prossimo autunno il Concerto K 491 di Mozart.

Dal 2002 al 2005 è stato pianista e cembalista della se-zione italiana dell’ European Union Youth Orchestra;

con questo ensemble ha ottenuto dalla fondazione Autunno Musicale a Como il premio Cosima Liszt 2004 in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita di Dallapic-cola e Petrassi. Si è esibito a Palazzo Albrizzi di Venezia e a Stresa. Ha frequentato master-class con J. Rouvier, Nelson Delle Vigne, G. Kuhn, Fou Ts’ Ong, Renato Rivolta, Guido Salvetti, Emanuela Piemonti, Françoise Ogeas e Paul Badura-Skoda, che gli ha attribuito una borsa di studio per l’esecuzione della Sonata D 960 in Si b Magg di Schubert.

Ha studiato inoltre clavicembalo con Ruggero Laganà. Nell’estate 2005 e 2006 è stato borsi-sta all’Académie d’été de Nice nella classe “Chant-Piano” del celebre liederista Dalton Bal-dwin, di cui è assistente come pianista collaboratore durante i suoi master in Italia. Si dedi-ca all’esplorazione pianistica della musica cembalistica di J. P. Rameau, che ha registrato per Radio Classica. E’ laureando in Lettere all’Università degli Studi di Milano. Ha pubbli-cato alcuni saggi dedicati ai Goethe-Lieder di Schumann nel volume “I canti dell’ultimo Schumann” (Edizioni ETS), a cura di Guido Salvetti.

Di prossima uscita anche alcuni saggi sulle “Mélodies” di Poulenc e Debussy. Ha scritto per Stradivarius, Milano Finanza, Radio Classica News e note di sala per i Concerti nel Chiostro del Conservatorio, la Filarmonica del Conservatorio e gli Archi della Scala.

Conduce su Radio Classica “Ultimo grido”, “Il pianista” e “La pantera rosa”, trasmissio-ne dedicata alla musica nel cinema. E’ coauture e protagonista della pièce teatrale “L’ultima sonata”.

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Ständchen—Schwanengesang - D957—L. Rellstab

Leise flehen meine Lieder Durch die Nacht zu Dir; In den stillen Hain hernieder, Liebchen, komm’zu mir! Flüsternd schlanke Wipfel rauschen In des Mondes Licht, Des Verräters feindlich Lauschen Fürchte, Holde, nicht. Horst die Nachtigallen schlagen? Ach! Sie flehen Dich, Mit der Töne süßen Klagen Sie verstehn des Busens Sehnen, Kennen Liebesschmerz, Rühren mit den Silbertönen Jedes weiche Herz. Laß auch Dir das Herz bewegen, Liebchen, höre mich! Bebend harr’ ich Dir entgegen! Komm’, beglücke mich!

Serenata—Il canto del cigno Traduzione di Caterina Sangineto

I miei canti sommessamente implorano Te nella notte; Giù nel quieto boschetto, Tesoro, vieni a me! Le cime slanciate degli alberi mormorano Nella luce della luna, Non temere, mia cara, Che il traditore nemico ci ascolti. Senti cantare gli usignoli? Ah! Ti supplicano, Con i toni di dolci lamenti Comprendono lo struggimento del cuore, Conoscono la pena d’amore, Smuovono con i toni argentini Ogni cuore gentile. Lascia che anche il tuo cuore si smuova, Tesoro, ascoltami! Fremente ti aspetto con ansia! Vieni, fammi felice!

Il pianista Luca Ciammarughi Luca Ciammarughi ha iniziato gli studi musicali con Cristina Serralunga. Allievo di Paolo Bordoni, si è diplomato al Conservatorio “G.Verdi” di Milano con il massimo dei voti e la lode. Presso la stessa istituzione ha conseguito la laurea triennale in musica vocale da ca-mera con il massimo dei voti, lode e menzione speciale sotto la guida di Stelia Doz, e la laurea biennale in pianoforte a indirizzo concertistico con 110/110.

Oltre al repertorio solistico, ha un’intensa attività cameristica e liederistica.

Suona in duo con il gemello violinista Jacopo, insieme al quale ha vinto concorsi nazionali e internazionali. Nel Luglio 2008 ha vinto il “premio come miglior duo” al “Concorso in-ternazionale di Musica Vocale da Camera Città di Conegliano” insieme al soprano Sakiko Abe.

Si è aggiudicato il premio “Rotary” in trio con il soprano Barbara Vignudelli e il flautista Ernesto Casareto e ha preso parte alle celebrazioni mozartiane 2006 in duo con il soprano Monika Lukacs. A Milano si è esibito nelle Sale Verdi e Puccini con la Società dei Concerti e nel Chiostro del Conservatorio, al Teatro Dal Verme per i Pomeriggi Musicali-Società del Quartetto, al Circolo Filologico, alla Triennale, alla Società Umanitaria, al Museo Diocesa-

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in mi bemolle e la Grande Sinfonia in do maggiore (giudicata ineseguibile da parte della Società degli amici della musica...), oggi assai famosa e nota come la "Nona" o "La grande" D944.

Tutti questi lavori rimasero a lungo sepolti nei suoi cassetti, e vide la luce decine di anni dopo la sua morte, avvenuta 19 novembre di quello stesso anno, in seguito ad un febbre tifoide contratta dopo un viaggio estivo ad Eisenstadt, per rendere omaggio alle spoglie di Franz Joseph Haydn.

Moriva così, a soli trentun anni, un immenso genio incompreso, che solo nel secondo Ottocento avrebbe trovato la gloria meritata e mai tributatagli. Il mon-do perdeva così il grande Franz, il ragazzo che, a soli quindici anni, si poneva con una certa disperazione la domanda. "Cosa si può ancora fare, in musica, dopo Beethoven?" Non lo seppe mai, ma la risposta l'avrebbe data lui stesso, con la sua musica meravigliosa. Una musica talmente "superiore" che molti ese-cutori esitano addirittura ad affrontarla. Una musica che definirei "assoluta", fuori dal tempo e dalla storia.

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Margherita all'arcolaio (Traduzione di Caterina Sangineto)

La mia pace se n’è andata, Il mio cuore è pesante; Non la ritroverò più, Mai più. Dove io non lo posso avere, E’ la mia tomba, Il mondo intero Mi è avvelenato. La mia povera testa E’ impazzita, La mia povera mente Si è frantumata. Guardo soltanto verso di lui Fuori dalla finestra, Per lui soltanto Esco di casa. La sua andatura solenne, La sua nobile figura, Il sorriso della sua bocca, Il potere dei suoi occhi. E il suo discorso Dal magico flusso, La stretta della sua mano E, ah! il suo bacio! Il mio petto si slancia verso di lui. Ah! potessi afferrarlo E tenerlo stretto, E baciarlo Così come vorrei, Dei suoi baci Dovessi morire!

Ecco i testi dei Lieder eseguiti nella pièce, con a fianco la traduzione italiana a cura di Caterina Sangineto:

Gretchen am Spinnrade J. W. Goethe, da Faust

Meine Ruh’ ist hin, Mein Herz ist schwer; Ich finde sie nimmer Und nimmermehr. Wo ich ihn nicht hab’, Ist mir das Grab, Die ganze Welt Ist mir vergällt. Mein armer Kopf Ist mir verrückt, Mein armer Sinn Ist mir zerstückt. Nach ihm nur schau’ ich Zum Fenster hinaus, Nach ihm nur geh’ ich Aus dem Haus. Sein hoher Gang, Sein' edle Gestalt, Seines Mundes Lächeln, Seiner Augen Gewalt. Und seiner Rede Zauberfluß, Sein Händedruck Und ach, sein Kuß! Mein Busen drängt Sich nach ihm hin. Ach dürft’ ich fassen Und halten ihn, Und küssen ihn So wie ich wollt’, An seinen Küssen Vergehen sollt’!

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Ave Maria Ellens Gesang III - D837 Walter Scott - A. Storck

Ave Maria! Jungfrau mild, Erhöre einer Jungfrau Flehen, Aus diesem Felsen starr und wild Soll mein Gebet zu dir hinwehen. Wir schlafen sicher bis zum Morgen, Ob Menschen noch so grausam sind. O Jungfrau, sieh der Jungfrau Sorgen, O Mutter, hör ein bittend Kind! Ave Maria! Ave Maria! Reine Magd! Der Erde und der Luft Dämonen, Von deines Auges Huld verjagt, Sie können hier nicht bei uns wohnen, Wir woll'n uns still dem Schicksal beugen, Da uns dein heil'ger Trost anweht; Der Jungfrau wolle hold dich neigen, Dem Kind, das für den Vater fleht. Ave Maria!

Der Leiermann—Die Winterreise - D911 -Wilhelm Müller

Drüben hinterm Dorfe Steht ein Leiermann, Und mit starren Fingern Dreht er, was er kann. Barfuß auf dem Eise Wankt er hin und her, Und sein kleiner Teller Bleibt ihm immer leer. Keiner mag ihn hören, Keiner sieht ihn an, Und die Hunde knurren Um den alten Mann. Und er läßt es gehen Alles, wie es will, Dreht, und seine Leier Steht ihm nimmer still. Wunderlicher Alter, Soll ich mit dir gehn? Willst zu meinen Liedern Deine Leier drehn?

Ave Maria Il canto di Elena III

traduzione di Caterina Sangineto Ave Maria! Vergine dolce, Esaudisci la supplica di una vergine, Che da questa rupe inclemente e selvaggia Possa la mia preghiera giungere a te. Dormiremo al sicuro fino al mattino, Per quanto crudeli siano gli uomini. O Vergine, guarda i tormenti di una vergine, O Madre, ascolta una figlia implorante! Ave Maria! Ave Maria! Ave Maria! Vergine pura! I demoni della terra e dell'aria, Cacciati dalla benevolenza dei tuoi occhi, Non possono dimorare fra noi. Vogliamo in silenzio inchinarci al destino, Poiché il tuo santo conforto ci avvolge; Chinati graziosamente su questa vergine, Sulla figlia che implora per il padre. Ave Maria!

L’uomo dell’organetto Traduzione di Caterina Sangineto

Laggiù dall'altra parte del paese C‘è un uomo con l‘organetto. E con le dita intirizzite Gira la manovella, come meglio può. A piedi nudi sul ghiaccio Barcolla qua e là, E il suo piattino Rimane sempre vuoto. A nessuno va di ascoltarlo, Nessuno gli rivolge uno sguardo, E i cani ringhiano Intorno al vecchio. Ed egli lascia andare Tutto, come vuole, Gira, e il suo organetto Non è mai silenzioso. Strano vecchio, Devo venire con te? Vuoi ai miei canti accompagnare il tuo organetto?

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Die Sehnsucht du Und was sie stillt. Ich weihe dir Voll Lust und Schmerz Zur Wohnung hier Mein Aug‘ und Herz. Kehr ein bei mir, Und schließe du Still hinter dir Die Pforten zu. Treib andern Schmerz Aus dieser Brust! Voll sei dies Herz Von deiner Lust. Dies Augenzelt Von deinem Glanz Allein erhellt, O füll es ganz!

Am Feierabend D 795 – Die schöne Müllerin

von W. Müller Hätt‘ ich tausend Arme zu rühren! Könnt ich brausend Die Räder führen! Könnt ich wehen Durch alle Haine! Könnt ich drehen Alle Steine! Daß die schöne Müllerin Merkte meinen treuen Sinn! Ach, wie ist mein Arm so schwach! Was ich hebe, was ich trage, Was ich schneide, was ich schlage, Jeder Knappe tut mir‘s nach. Und da sitz ich in der großen Runde, In der stillen kühlen Feierstunde, Und der Meister spricht zu allen: Euer Werk hat mir gefallen; Und das liebe Mädchen sagt Allen eine gute Nacht.

Sei la nostalgia E ciò che essa placa. Consacro a te Pieno di gioia e dolore Come residenza I miei occhi e il mio cuore. Entra in me E richiudi In silenzio dietro di te La porta. Allontana ogni altro dolore Da questo petto! Che questo cuore sia pieno Della tua gioia. Questo sguardo Dal tuo splendore Solo illuminato Oh, riempilo completamente!

Alla sera di festa—la bella mugnaia

Traduzione di Maria Petrescu Avessi mille braccia da muovere! Potessi girare le ruote rumorose! Potessi volare Per tutti i boschi! Potessi spingere Tutte le macine! Così che la Bella Mugnaia notasse i miei sinceri sentimenti. Ahimè, come è debole il mio braccio! Tutto ciò che sollevo, trasporto, taglio, abbatto, qualunque garzone lo sa fare. Ed ora sto all'appello, nella sera silenziosa e fresca, e il padrone dice a tutti: bravi, il vostro lavoro mi è piaciuto, e la cara fanciulla dice: a tutti una buona notte.

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An die Musik Franz Von Schober

Du holde Kunst, in wieviel grauen Stunden, Wo mich des Lebens wilder Kreis umstrickt, Hast du mein Herz zu warmer Lieb entzunden, Hast mich in eine beßre Welt entrückt! Oft hat ein Seufzer, deiner Harf entflossen, Ein süßer, heiliger Akkord von dir Den Himmel beßrer Zeiten mir erschlossen, Du Holde Kunst, ich danke dir dafür!

Der Wanderer - D 493 di Georg Philipp Schmidt von

Lübeck Ich komme vom Gebirge her, Es dampft das Tal, es braust das Meer. Ich wandle still, bin wenig froh, Und immer fragt der Seufzer, wo? Die Sonne dünkt mich hier so kalt, Die Blüte welk, das Leben alt, Und was sie reden, leerer Schall; Ich bin ein Fremdling überall. Wo bist du, mein geliebtes Land? Gesucht, geahnt, und nie gekannt, Das Land, das Land so hoffnungsgrün, Das Land, wo meine Rosen blühn. Wo meine Freunde wandeln gehn, Wo meine Toten auferstehn, Das Land, das meine Sprache spricht, O Land, wo bist du? . . . Ich wandle still, bin wenig froh, Und immer fragt der Seufzer, wo? Im Geisterhauch tönt's mir zurück: "Dort, wo du nicht bist, dort ist das Glück."

Alla musica Traduzione di Caterina Sangineto

O arte sublime, in quante ore grigie, Quando il cerchio selvaggio della vita mi stritola, Hai infiammato il mio cuore di caldo amore, Mi hai trasportato in un mondo migliore! Sovente un sospiro, che sgorga dalla tua arpa, Un tuo dolce, divino accordo M'ha dischiuso il cielo di tempi migliori, O arte sublime, io te ne ringrazio!

Il Viandante—D493 Traduzione di Maria Petrescu

Vengo dalla montagna, E’ nebbiosa la valle, in tempesta il mare. Io vago silenzioso, ben poco felice, E sempre il mio sospiro chiede: dove? Il sole qui mi sembra così freddo, I fiori appassiti, la vita vecchia, E ciò che dicono, suono vuoto; Io sono ovunque uno straniero. Dove sei, mia amatissima terra? Cercata, desiderata e mai conosciuta, La terra, la terra così verde di speranza, La terra, dove fioriscono le mie rose. Dove camminano i miei amici, Dove risorgono i miei morti, La terra che parla la mia lingua, O terra, dove sei?... Io vago silenzioso, ben poco felice, E sempre il mio sospiro chiede: dove? Una voce misteriosa mi risponde: "Là, dove tu non sei, là è la felicità."

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Erlkönig D 328 di Johann Wolfang Von Goethe

Wer reitet so spät durch Nacht und Wind? Es ist der Vater mit seinem Kind; Er hat den Knaben wohl in dem Arm, Er faßt ihn sicher, er hält ihn warm. “Mein Sohn, was birgst du so bang dein Gesicht?” “Siehst, Vater, du den Erlkönig nicht? Den Erlkönig mit Kron‘ und Schweif?” “Mein Sohn, es ist ein Nebelstreif.” Du liebes Kind, komm‘, geh‘ mit mir! Gar schöne Spiele spiel‘ ich mit dir; Manch bunte Blumen sind an dem Strand, Meine Mutter hat manch gülden Gewand. ”Mein Vater, mein Vater, und hörest du nicht, Was Erlenkönig mir leise verspricht?” “Sei ruhig, bleibe ruhig, mein Kind: In dürren Blättern säuselt der Wind.” “Willst, feiner Knabe, du mit mir gehn? Meine Töchter sollen dich warten schön; Meine Töchter führen den nächtlichen Reih'n Und wiegen und tanzen und singen dich ein.” “Mein Vater, mein Vater, und siehst du nicht dort Erlkönigs Töchter am düstern Ort?” “Mein Sohn, mein Sohn, ich seh' es genau: Es scheinen die alten Weiden so grau.” ”Ich liebe dich, mich reizt deine schöne Gestalt; Und bist du nicht willig, so brauch' ich Gewalt.” “Mein Vater, mein Vater, jetzt faßt er mich an! Erlkönig hat mir ein Leids getan!” Dem Vater grauset's, er reitet geschwind, Er hält in Armen das ächzende Kind, Erreicht den Hof mit Müh' und Not: In seinen Armen das Kind war tot.

Il re degli Elfi traduzione di Maria Petrescu

Chi cavalca così tardi attraverso la notte e il vento? E' il padre con suo figlio; Ha il fanciullo tra le braccia, Lo regge saldamente, lo tiene al caldo. “Figlio mio, perché nascondi il volto così impaurito?“ “Padre, non vedi il re degli elfi? Il re degli elfi con la corona e la coda?" “Figlio mio, è una striscia di nebbia." "Mio caro bimbetto, su, vieni con me! Splendidi giochi giocherò con te; Molti fiori colorati crescono sulla riva, Mia madre ha molte vesti d’oro. “Padre mio, padre mio! E non senti, Ciò che il Re degli elfi sommessamente mi promette?” "Stai tranquillo, stai calmo, figlio mio: Tra le foglie secche sibila il vento." Vuoi venire con me, bel fanciullo? Le mie figlie si prenderanno buona cura di te; Le mie figlie guidano le danze notturne Ti culleranno e balleranno e ti canteranno la ninnananna." “Padre mio, padre mio, non vedi laggiù Le figlie del re degli elfi in quel luogo oscuro?” “Figlio mio, figlio mio, vedo precisamente: Brillano i vecchi salici così grigi." “Ti amo, mi attira la tua bella figura, E se non vuoi venire, userò la forza. “Padre mio, padre mio, ora mi afferra! Il re degli elfi mi ha fatto male!" Il padre inorridisce, cavalca veloce, Tiene tra le braccia il bimbo gemente, Raggiunge il castello con gran fatica ed urgenza: Fra le sue braccia il bambino era morto.

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Litanei - D 343 di J. G. Jacobi

Ruh'n in Frieden alle Seelen, Die vollbracht ein banges Quälen, Die vollendet süßen Traum, Lebenssatt, geboren kaum, Aus der Welt hinüber schieden: Alle Seelen ruhn in Frieden! Und die nie der Sonne lachten, Unterm Mond auf Dornen wachten, Gott, in reinen Himmelslicht, Einst zu sehn von Angesicht: Alle die von hinnen schieden, Alle Seelen ruhn in Frieden!

Auf dem Wasser zu singen -D 774

Friedrich Leopold Graf zu Stolberg Mitten im Schimmer der spiegelnden Wellen Gleitet, wie Schwäne, der wankende Kahn; Ach, auf der Freude sanftschimmernden Wellen Gleitet die Seele dahin wie der Kahn: Denn von dem Himmel herab auf die Wellen Tanzet das Abendrot rund um den Kahn. Über den Wipfeln des westilichen Haines Winket uns freundich der rötliche Schein. Unter den Zweigen des östlichen Haines Säuselt der Kalmus im rötlichen Schein; Freude des Himmels und Ruhe des Haines Atmet die Seel im errötenden Schein. Ach, es entschwindet mit tauigem Flügel Mir auf den wiegenden Wellen die Zeit. Morgen entschwindet mit schimmerndem Flügel Wieder wie gestern und heute die Zeit, Bis ich auf höherem, strahlendem Flügel Selber entschwinde der wechselnden Zeit.

Du bist die Ruh - D 776 di F. Rückert

Du bist die Ruh, Der Friede mild,

Litanei - D 343 traduzione di Maria Petrescu

Riposino in pace tutte le anime, Quelle il cui pauroso tormento è passato, Quelle i cui dolci sogni sono finiti, Quelle sazie di vita, quelle appena nate Che hanno lasciato questo mondo: Tutte le anime riposino in pace! E quelle che non hanno mai sorriso al sole, Che vegliavano sotto la luna su letti di spine, Per vedere un giorno faccia a faccia Dio, nella pura luce del cielo: Tutte quelle che da qui se ne sono andate, Tutte le anime riposino in pace!

Da cantare sull’acqua

Traduzione di Caterina Sangineto Nello scintillìo delle onde specchianti Scivola come un cigno la barca ondeggiante; Ah, sulle onde dolcemente scintillanti di gioia L'anima scorre, come la barca: Perché dal cielo fin giù sulle onde Danza il crepuscolo attorno alla barca. Sopra le cime del boschetto a ponente il rossastro bagliore ci saluta amichevolmente. Sotto i rami del boschetto a levante Sussurra la canna nel rossastro bagliore; gioia del cielo e quiete del bosco respira l'anima nel vermiglio bagliore. Ahimè, si dissolve su ali di rugiada Il mio tempo, sulle onde cullanti. Domani svanirà con ali splendenti Di nuovo il tempo come ieri e oggi. Finché con ali più alte e radiose Io stesso non sfuggirò al Tempo incostante.

Tu sei la pace Traduzione di Maria Petrescu

Tu sei la pace, La dolce tranquillità,