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Assessorato Ambiente e Sviluppo Sostenibile PROGRAMMA DI AZIONE LOCALE (PAL) DI LOTTA ALLA SICCITA’ E ALLA DESERTIFICAZIONE ESTRATTO DEL PROGRAMMA OPERATIVO SUPPORTO ALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER LA REALIZZAZIONE DI UN PROGRAMMA DI AZIONE LOCALE (PAL) DI LOTTA ALLA SICCITA’ E ALLA DESERTIFICAZIONE

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Assessorato Ambiente e Sviluppo Sostenibile

PROGRAMMA DI AZIONE LOCALE (PAL) DI LOTTA ALLA SICCITA’ E ALLA DESERTIFICAZIONE

ESTRATTO DEL PROGRAMMA OPERATIVO

SUPPORTO ALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER LA REALIZZAZIONE

DI UN PROGRAMMA DI AZIONE LOCALE (PAL) DI LOTTA ALLA SICCITA’ E ALLA DESERTIFICAZIONE

Regione Emilia-Romagna PAL

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Il PAL Emilia-Romagna

Le valli dei fiumi romagnoli dal Santerno al Marecchia rappresentano un comparto regionale con connotazioni agro-ambientali comuni. La disposizione geografica e le caratteristiche geopedologiche di queste valli determinano una esposizione e un comportamento di stabilità dei versanti paragonabili.

Carta dei bacini romagnoli

Il regime termo-pluviometrico è assimilabile soprattutto per le valli più vicine al mare, che si avvantaggiano di condizioni di maggior disponibilità termica annuale, ma che soffrono di una maggiore siccità estiva. Il cambiamento climatico in atto ha comportato nelle valli un quasi uniforme aumento termico, una riduzione degli apporti pluviometrici totali e una riduzione del numero degli eventi soprattutto nevosi.

Rivalta (Faenza) - Temperatura media annuale dal 19 51 al 2007

12,0

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°C

temperatura media annua

media (1951-1987)

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Rivalta (Faenza) - precipitazioni cumulate annue da l 1951 al 2007

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mm

cumulata annua

media 1951-1987

media 1988-2007

La situazione idrologica risente di queste modifiche facendo registrare repentine variazioni di portata nei fiumi e soprattutto lunghi periodi di assenza di scorrimento negli alvei. Sono disponibili le serie storiche dei deflussi registrate alle chiusure di monte dei fiumi romagnoli, che sono accumulabili per comportamento idrologico, per dimensione di bacino e per simile cambiamento d’uso del suolo. I deflussi sono al netto dei prelievi e risultano decrescenti più velocemente degli afflussi, a testimonianza dell’aumento dei volumi captati per il cambiamento d’uso del suolo agricolo. La stazione di chiusura di monte del bacino del Lamone raccoglie i deflussi di un territorio di circa 264 kmq.

Afflussi- Deflussi medi annui

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ADLineare (D)

Lineare (A)

Media Mobile su 15 per. (D)

Media Mobile su 15 per. (A)

Nelle valli dei fiumi romagnoli a partire dagli anni sessanta del secolo scorso si sono verificati cambiamenti notevolissimi nel sistema agricolo generale a carico soprattutto delle forme di conduzione aziendale e dell'organizzazione del lavoro, con la diminuzione degli addetti in agricoltura, la specializzazione delle colture ed il ricorso massiccio alla meccanizzazione delle lavorazioni.

Dati di afflussi e deflussi sul fiume Senio

Regione Emilia-Romagna PAL

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Nelle aree collinari si è assistito all'estendersi di colture specializzate anche in zone ad elevato rischio idrogeologico; contemporaneamente, altre aree, precedentemente coltivate e correttamente regimate con una efficiente rete di fossi, sono state abbandonate ad una forma di pascolamento ovino irrazionale. Nei fondo valle aumentano invece le aziende sempre più specializzate e dedite alla monocoltura ortofrutticola. Si assiste alla progressiva sostituzione delle colture tradizionali, quali vite e pesco, con l’inserimento di specie a maggior reddito, ma ad alto consumo idrico, come l’actinidia, e al progressivo aumento dell’irrigazione in colture dove questa pratica era quasi sconosciuta, com’è il caso della vite. L’impatto antropico sul sistema idrico dei bacini montani romagnoli è quindi soprattutto legato ai forti prelievi per le colture idroesigenti, che non permettono la conservazione del minimo deflusso vitale, alterando anche i parametri qualitativi delle acque superficiali

Il PAL Emilia-Romagna, più specificamente, vuole affrontare il problema del rapporto tra irrigazione e squilibrio del bilancio idrico di bacino, dando valore alla sostenibilità delle scelte colturali in ambiti definiti anche alla luce degli attuali e dei prossimi scenari climatici caratterizzati da un forte cambiamento, per tracciare linee sull’uso del suolo agricolo esportabili in situazioni ambientali simili.

La struttura concettuale del PAL Emilia-Romagna si rifà al sistema degli indicatori DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatto, Risposte), per costruire possibili scenari di gestione sostenibile delle risorse idriche in agricoltura nel bacino di interesse e riduzione dell'impatto delle attività agricole al fine del riequilibrio del territorio.

La zona oggetto del PAL ed interessata maggiormente dal problema è quella del bacino irriguo del fiume Lamone e del suo affluente Marzeno a monte di Faenza, in provincia di Ravenna. La zona è oggetto di frutticoltura intensiva con particolare presenza e forte espansione del kiwi (Actinidia chinensis L.), di cui l’Italia è il secondo produttore al mondo. Il kiwi è una coltura particolarmente idroesigente, caratterizzata da consumi lordi dell’ordine di 6800 m3/ha, che le precipitazioni dell’area riescono a soddisfare mediamente solo per il 50-60% dando luogo a una domanda irrigua media di circa 3300 m3/ha.

ABRR ABRR

L’area non è servita da sistemi di distribuzione che traggono risorsa dal Canale Emiliano-Romagnolo (CER). Il CER deriva dal fiume Po, in provincia di Ferrara l’approvigionamento idrico e, data la modesta portata estiva dei fiumi appenninici, è fondamentale per l’agricoltura della regione, soprattutto nella Romagna e la provincia di Ravenna. Normalmente, in luglio ed agosto, la portata nel Canale eguaglia o supera quella complessiva dei corsi d’acqua appenninici della regione, e quindi in estate il Po può essere considerato il secondo “fiume” regionale.

Le caratteriste di deflusso estivo dei fiumi citati non sono infatti tali da soddisfare la domanda irrigua delle colture durante la stagione irrigua e la zona è quindi oggetto di un esteso fenomeno di escavazione di bacini di stoccaggio delle acque. Nonostante la presenza di oltre 300 bacini di stoccaggio, corrispondenti a un volume stimabile intorno ai 3 milioni di m3, uno studio condotto nel 2003 evidenziò un deficit irriguo complessivo pari a 5 milioni di m3. I prelievi idrici dal fiume, a scopo irriguo, sono quindi tali da determinarne il disseccamento estivo, fenomeno che in passato non accadeva sia per la minore domanda irrigua che per la maggiore disponibilità idrica dovuta alle precipitazioni.

Regione Emilia-Romagna PAL

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Purtroppo il problema appare in via di aggravamento sia per la tendenza all’espansione delle colture idroesigenti, con ritmi superiori rispetto all’aumento delle capacità di stoccaggio, sia per l’oggettiva diminuzione della disponibilità idrica di bacino, dovuta anche alle sempre minori precipitazioni nevose invernali.

ABRR

Il problema potrebbe essere aggravato dal fatto che il PRSR 2007-2013, tra le misure programmate, enfatizza la possibilità di costruire piccoli invasi per stoccare l’acqua nei periodi di maggiore disponibilità. Nelle valli del Lamone-Marzeno tali misure di incentivazione volte alla conservazione della risorsa, indirettamente possono mantenere e promuovere la diffusione ulteriore di colture idroesigenti fino ad estensioni che risultano difficilmente sostenibili dall’ambiente, anche con il cambiamento climatico in atto ed in particolare con gli scenari previsti anche nel medio termine. Esempio di rilievo degli invasi al 2003

Per affrontare il problema idrico nei bacini del Lamone-Marzeno è necessario: - definire i volumi stoccati e quelli in programma di essere stoccati, sia a livello aziendale che consortile, anche

alla luce della incentivazione dei bacini da parte del nuovo PRSR; - procedere alla valutazione del bilancio idrico di bacino e del peso della sua componente irrigua; - evidenziarne lo squilibrio ed i limiti di queste azioni di adattamento, che diventano componente attiva nel

potenziale disequilibrio non solo del comparto montano di bacino, ma anche nel resto pianeggiante dell’asta fluviale

- indagare misure di mitigazione del problema e non di mero adattamento.

Si vuole quindi con questo lavoro sottolineare la necessità di una programmazione a livello regionale e locale degli interventi normativi e strutturali a favore del settore che risponda alle istanze immediate dei produttori, ma che non pregiudichi gli equilibri dell’agro-ambiente nel prossimo futuro, in assenza di contemporanee misure di mitigazione.

In altre parole, le opere di adattamento previste costituiscono una soluzione temporanea al problema della scarsità d’acqua per l’irrigazione, ma non riescono a contenere la domanda stessa della risorsa, in assenza di un contenimento programmato della richiesta agricola, che invece rappresenta un possibile meccanismo di mitigazione da mettersi in atto anche a livello locale. Il problema della mitigazione andrà affrontato coinvolgendo tutti gli interessati (Enti pianificatori e regolatori, utilizzatori dell’acqua irrigua e altri portatori d’interesse). Saranno considerate le possibili misure di contenimento della domanda irrigua, che passano attraverso l’adozione di strumenti di razionalizzazione dell’irrigazione, come i bilanci idrici, e che valutino diversi approcci per internalizzare il costo ambientale e sociale dell’irrigazione.

Le soluzioni individuate saranno oggetto di proposta per l’assunzione nella normativa da parte degli enti competenti.

Regione Emilia-Romagna PAL

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STATO:livello del fiume

sotto il Dmv

IMPATTI:impossibilità di prelievodanni alla fauna e flora

acquatica

RISPOSTE:scavo di laghetti

stoccaggio di acqua

DETERMINANTI:prezzi agricoli

favorevoli al kiwie sfavorevoli

alle altre colture

PRESSIONI:aumento della domanda irrigua e

prelievi idrici per irrigazione

SCENARIO DI ADATTAMENTO (insufficiente)

STATO:livello del fiume

sotto il Dmv

IMPATTI:impossibilità di prelievodanni alla fauna e flora

acquatica

RISPOSTE:scavo di laghetti

stoccaggio di acqua

DETERMINANTI:prezzi agricoli

favorevoli al kiwie sfavorevoli

alle altre colture

PRESSIONI:aumento della domanda irrigua e

prelievi idrici per irrigazione

SCENARIO DI ADATTAMENTO (insufficiente)

A causa di determinanti di mercato (alto valore del kiwi e basso delle altre colture) prosegue la sostituzione di colture tradizionali con kiwi, molto idroesigente. La misura di adattamento (scavo di bacini supplementari di stoccaggio idrico) risulta insufficiente perchè non interviene sulla domanda idrica , che cresce più velocemente dello stoccaggio idrico nei bacini. L’impatto sul fiume resta negativo e inalterato.

STATO:livello del fiume

sopra il Dmv

IMPATTI:possibilità di prelievo

benessere della fauna e floraacquatica

RISPOSTE:determinazione del massimo prelievo

possibile e della massimaestensione delle colture di kiwi

attuazione di misure conseguentiscavo di laghetti x stoccaggio di acqua

DETERMINANTI:prezzi agricoli

favorevoli al kiwie sfavorevoli

alle altre colture

PRESSIONI:contenimento della domanda

irrigua e dei prelievi per irrigazione

SCENARIO DI MITIGAZIONE E ADATTAMENTO

STATO:livello del fiume

sopra il Dmv

IMPATTI:possibilità di prelievo

benessere della fauna e floraacquatica

RISPOSTE:determinazione del massimo prelievo

possibile e della massimaestensione delle colture di kiwi

attuazione di misure conseguentiscavo di laghetti x stoccaggio di acqua

DETERMINANTI:prezzi agricoli

favorevoli al kiwie sfavorevoli

alle altre colture

PRESSIONI:contenimento della domanda

irrigua e dei prelievi per irrigazione

SCENARIO DI MITIGAZIONE E ADATTAMENTO

Misura di mitigazione simultanea all’adattamento: vengono esaminate le risorse massime disponibili (fatto salvo il Minimo deflusso vitale) e si concordano delle misure di contenimento della domanda (tetto ai prelievi, pagamento dell’acqua, tetto all’installazione di nuove colture di kiwi). Gli scavi sono stavolta sufficienti a conservare l’acqua nel fiume e a consentire eventuali prelievi di emergenza.

Nell’attuazione del PAL saranno enfatizzati gli aspetti di partecipazione e comunicazione come segue:

1. Partecipazione e condivisione del programma con le istituzioni e gli individui coinvolti, ovvero:

Regione Emilia-Romagna PAL

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coinvolgimento di tutti gli interessati (Enti pianificatori e regolatori, utilizzatori dell’acqua irrigua e altri), secondo i principi di sussidiarietà e solidarietà, per l’esame delle possibili misure di contenimento della domanda irrigua, lo scambio di esperienze sulle tecniche di adattamento al cambiamento climatico e alla scarsità idrica in agricoltura, la definizione di un percorso di sintesi per la possibile assunzione delle conclusioni di progetto negli strumenti di programmazione e pianificazione.

2. Formazione e informazione: realizzazione di pagine web e promozione di seminari/incontri, ovvero: coinvolgimento degli amministratori, di gruppi d'interesse locali, gli operatori, i servizi di divulgazione ed assistenza per la sensibilizzazione, educazione e formazione riguardo le problematiche, seguendo i principi di Agenda 21 ed Agenda 21 locale per la partecipazione pubblica e dei soggetti coinvolti nell’integrazione delle considerazioni ambientali.

3. Diffusione delle metodologie e dei risultati, ovvero: azioni di sensibilizzazione sui temi della siccità e desertificazione; produzione di materiale informativo sul risparmio idrico e le buone pratiche agricole, costituzione di apposita sezione sul sito web dedicato alla siccità e desertificazione e organizzazione di un seminario finale. Valutazione dell’applicazione della metodologia EASW (European Awareness Scenario Workshop). Promozione delle tematiche del PAL nella rete di scuole che aderiscono al progetto di educazione ambientale Globe Seren@ e possibilmente anche tramite la rete regionale di educazione ambientale INFEA.

Sono considerabili come obiettivi a breve termine quelli stessi dell’aumentata sensibilità ai problemi della siccità e desertificazione derivanti dall’azione di informazione prevista nel programma.

A medio e lungo termine possono essere considerati come risultati le misure dedotte dal PAL inseribili nei nuovi piani provinciali e di distretto per regolare il consumo della risorsa idrica, che faccia salvo il permanere ad esempio delle colture esistenti o non ne favorisca l’aumento.

Le misure suggerite mirano anche alla crescita professionale dell’agricoltore perché si consolidi la nozione del rispetto dei corretti volumi necessari alle colture, con la guida di strumenti di bilancio idrico. Questa assunzione di conoscenza potrebbe essere un indicatore di atteggiamento evoluto da premiarsi, ad esempio nel PRSR, in occasione di definizione di nuovi criteri di tariffazione (criterio premiante).

Crediti Il presente Programma contiene informazioni ed elaborazioni originali uniti a documenti, immagini e dati di ARPA ER, Regione Emilia-Romagna, Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli, Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale.