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GEOGRAFIA POLITICA: TEORIE PER UN PROGETTO SOCIALE rncfini)! iijkiin^pi p

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  • GEOGRAFIA POLITICA: TEORIE PER

    UN PROGETTO SOCIALE

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  • STUDI E R I C E R C H E SUL T E R R I T O R I O COLLANA DIRETTA DA GIACOMO CORNA-PELLEGRINI

    Una collana di geografia umana. Temi e metodi tradizionali di questa disciplina, ma anche ricerche su problemi alia frontiera con altre scienze, che pur studiano il territorio e il rapporto che gli uomini hanno con esso. Dunque geografia dell'osservazione diretta ma anche, ad esempio, geogra-fia quantitativa, geografia storica, geografia dei soggettivo, geografia appli-cata alia programmazione. Analisi volte a capire la realt e, ove occorra, a modificaria, dilatando gli spazi per una vita pi giusta ed umana.

    1. Bianchi E., Perussia F., Centro di Milano: percezione e realt. Una ricerca geogrfica e psicolgica.

    2. Racine J.B., Raffestin C., Ruffy V., Territorialit e paradigma centro periferia. La Svizzera e la Padania.

    3. Zerbi M.C., Geografa delle aree periurbane. II Pavese.

    4. Geipel R., Cesa Bianchi M., ed altri, Ricerca geogrfica e percezione deli'ambiente.

    5. Bianchi E., Perussia F., Bibliografia sulla percezione delTambiente.

    6. Claval P., Elementi di geografia umana.

    7. Jordan T.G., Geografia culturale dell'Europa.

    8. Turco A., Insularit e modello centro-periferia. L'isola di Creta nel-le sue relazioni con l'esterno.

    9. Raffestin C,, Per una geografia del potete.

    10. Bailly A., Geografia dei benessere.

    11. II fondo librario Almagi. Catalogo alfabtico per autore. Parte 1. Libri. Parte 2. Miscellanea.

    12. Anati E., (a cura) II caso Valcamonica. Rapporto uomo-territorio nella dinamica delia storia.

  • Michel Bruneau, Franco Farinelli, Jean-Paul Ferrier, Werner Gallusser, Charles Hussy, .jean-A. Laponce, Claude Raffestin, Angelo Turco Antoine Bailly, Giacomo Corna-Pellegrini, Ruggero Crivelli, Claude Mer-cier, Giovanni Simona.

    GEOGRAFIA POLITICA: TEORIE PER UN PROGETTO SOCIALE

    A cura di Claude Raffestin

  • POLITECNICO - UNIVERSITA TORINO B I B L I O T E C A I N T E R D I P A R T I M E N T A L f c

    TERRITORIO - AMBIENTE V . l e Mettioll , 38 - T o r i n o - tel . 5 6 6 6 4 5 4

    6 Q S o / P o ^ Inventarlo S

    Collocitiot

    Classitizion.

    In copertina disegno di Jacques Coquio

    Copyright 1983 by Edizioni Unicopli Via R. Bonghi, 4 - 20141 Milano - tel. 02/8466502

    Prima edizione 1983

    E vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno o didattico, con qualsiasi mezzo

  • Autori

    MICHEL BRUNEAU. Universit di Bordeaux

    FRANCO FARINELLI. Universit di Bologna

    JEAN-PAUL FERRIER. Universit di Aix-en-Provence

    WERNER GALLUSSER. Universit di Basilea

    CHARLES HUSSY. Universit di Ginevra

    JEAN-A. LAPONCE. Universit di British Columbia, Vancouver

    CLAUDE RAFFESTIN. Universit di Ginevra

    ANGELO TURCO. Universit di Milano

    Partecipazioni

    ANTOINE BAILLY. Universit di Ginevra

    GIACOMO CORNA -PELLEGRINI. Universit di Milano

    RUGGERO CRIVELLI. Universit di Ginevra

  • 38 GEOGRAFIA POLITICA

    pografica del mondo come realt obiettiva aveva ormai del tutto cancella-to. Da questo punto di vista, alle origini di cid che oggi, dopo Ratzel ma nonostante Ratzel, intendiamo per geografia politiea vi e una crisi - la crisi di Ratzel. E questa crisi e, ancora, la nostra.

  • 'Angelo Turco

    TERRITORIALZZAZIONE PROGRESSIVA, COMPLESSIFICAZIONE, REVERSIBILIT: CONCETTI PER UNA

    TEORIA GEOGRAFICA DEL POTERE

    1. TEORIE SOCIALIE MODALIZZAZIONE GEOGRAFICA: ESPERIMENTI SUL POTERE

    II discorso che svolger, per quanto limitato nel suo orizzonte, esige il richiamo di alcune idee regolative che illuminino e, insieme, delimitino il campo delle argomentazioni. Si circoscriva dunque Pattenzione alia geo-grafia umana e si parta dal postulato forte che una grammatica del sape-re geogrfico si alimenta meno ai programmi di ricerca delia disciplina che ai modelli di produzione di risultati conoscitivi. Questi possono essere in-dividuati analizzando il ruolo che alcun fondamentali valori epistcmologici esplicano nel processo produttivo e, in definitiva, ricostruendo i rapporti stabili che si instaurano tra i valori stessi \ Bench sia possibile immagina-re quattro valori epistemologici implicati nel processo di produzione del sapere geogrfico- metafsica, problemtica, teoria, empiria- limitiamoci a considerarne solo due, vale a dire la coppia problematica/teoria. Tra una problemtica ed una teoria esiste una relazione d'ordine nel senso che una problemtica un'interrogazione, ed una teoria una risposta intorno a un dato delPesperienza. Ora, noi sappiamo che la valutazione delia ri-sposta chiama in causa tre piani d'analisi: il primo, pregiudiziale, riguarda la confutabilit emprica; il secondo riguarda i protocolli di sperimentazio-ne; il terzo riguarda la capacita esplicativa o contenuto di verit. Con altre parole, diciamo che una teoria, dal punto di vista di una scienza emprica, perch sia buona, deve poter essere invalidata dall'esperienza {a), secondo procedure affidabili che tuttavia falliscano nel loro obiettivo falsificante

  • 40 GEOGRAFIA POLITICA

    (b), semprech si awicini al vero (ossia comprenda empiria) pi di quanto non facciano tentativi di spiegazione gi disponibili (c).

    Pur vasta 2, la questione appena esposta non esaurisce tuttavia il tema del rapporto problematica/teoria. In effetti, noi abbiamo considrate fin qu soltanto gli aspetti performativi di una teora emprica; prima di essi, anche se come parte di un nico processo, si pone un'attivit costitutiva che pu riguardare la teoria nella sua interezza o, pi sovente, parti di essa. Non questo owiamente il luogo per parlare in maniera compiuta di tale attivit costitutiva. Limitiamoci pertanto a considerare le sol teorie geografiche eterocentrate o, per dira altriment, le teorie, i frammenti teo-retici, provenienti da campi diversi del sapere ed impiegati per risolvere specifici problemi della conoscenza geogrfica. Sara chiaro che non sto parlando della trasformazione di teorie metafisiche in teorie scientifiche (geografiche) cui fanno cenno Popper e Strawson3; n sto parlando del trasferimento interdisciplinare di modelli descrittivi \ Sto parlando invece dell'adattamento geogrfico di teorie scientifiche elabrate per rispondere ad interrogazioni in principio aspaziali. Possiamo chiamare modalizzazione questo segmento dell'attivit costitutiva di teorie geografiche.

    II carattere pervasivo della modalizzazione geogrfica non impedir certo di riconoscere istanze di ricorso ed esiti di differente significato. Si va infatti dalla prassi generalizzata e spesso banale del riferimento a cove-ring latas, ai ricalchi analogici e via via, con livelli di impegno crescenti, all'individuazione di omomorfismi e di isomorfismi. E importante ricono-scere omomorfismi e, ancor pi, isomorfismi scientifici, come ben sappiamo5. Tuttavia non dovrebbe sfuggire il rischio grave, richiamato con molta lucidit da R. Brunet, di configurare tale operazione come ricer-ca di mere trasparenze formali, di regolarit che hanno l'aria di obbedi-re a leggi matematiche, ma che non sappiamo spiegare... giacch esse,

    2 Su qucsti tem ctr, specialmcnte: RAFFKSTI.N C., 1976, Problmatique et explication en gograpbie hurnaine in Gopoint 1976,Avignon, Groupe Dupont, p. 81-96; REYMONO H., 1981, Une problmatique thorique de la gographie; plaidoyer pour une chorotaxie expri-mentale in ISNARD H., RACINE J . B . , REYMOND H., Problmatiques de la gograpbie, P.U.F., Paris, p. 163-262; ODD AMBROSETTI M., TURCO A. e ZANETTO G., 1983, Spazi imprecisi e regionalizzazione in Teoria e misura dello spazio geogrfico, Atti del Convegno di Trieste dell'1-2 luglio 1982, in stampa.

    ' TURCO A., 1981, Classici della geografa, quantitatvismo e possibilit di riunifica-zione dei paradigmi disciplinan in Rivista Geogrfico Italiana, n. 1, p. 1-27.

    " REYMOND H., 1980, La fcondit scientifique et pdagogique des transfers de modeles: le cas du modele de gravit in Les modeles comme source d'inspiration dans la gographie contemporaine, Universit de Lausanne - Institu de Gographie, Lausanne, p. 87-101.

  • TERRITORIALIZZAZIONE PROGRESSIVA, COMPLESSIFICAZIONE, REVERSIBILITA 41

    in qualche modo, cascano dal cielo 6. Un tipo di modalizzazione vor-remmo perianto distinguere tra i tanti, chiamandolo proprio secondo un vocabolario prowisorio. Ii punto di partenza consiste nel riconoscere la rilevanza geogrfica di una problemtica sociale e, dunque, nella traslazio-ne spaziale di quest'ultima: la modalizzazione prpria si awia insomm; con l'identificazione esplicita di uno statuto di intelligibilit, per usare h parole di C. Rajffestin 7. Come evidente, ad una problemtica sociale puc essere associato un tentativo di spiegazione 8, che sar a sua volta modaliz zato attraverso sequenze implicative che sfocino in categorie dtate di ui dplice requisito: (a) pettinenza rispetto alia modalizzazione problemtica (b) compatibilit rispetto ai referenti sociali di partenza.

    Mio proposito, precisamente, di presentare una modalizzazione prc: pria, ancorch parziale, dei reticoli concettuali di N. Luhmann sul poten L'operazione, mi rendo conto, delicata a doppio titolo.

    II pensiero di Luhmann, che a sua volta, in misura non trascurabili appare come una modalizzazione sociologica, particolarmente ermetio La critica di J. Habermas illumina certo signficato strategico, presuppos culturali, limiti scientifici delle tesi luhmanniane; essa tuttavia non < molto aiuto in questa sede sia per il livello in cui si svolge, molto general sia per i temi che tocca, di non immediata rilevanza ai nostri fini9. dibattito Luhmann-Habermas, in efetti, non riguarda specificamente potere, ma una complessiva teoria delia societ cui Habermas, secoru inferenze che non mi sentirei " acrogliere nel loro sbocco estremo, conl risce il significato strategico, concreto ed operativo, di tecnolo^ sociale 10. L'analisi sui presupposti culturali, a sua volta, mostra 1'intrecc che si produce in Luhmann tra isprazione filosofica (fenomenologia, e stenzalismo), tradizione sociologica (specialmente Talcott Parsons), app< ti delia moderna antropologia tedesca (Gehlen) e, soprattutto, delia Teo

    6 BRUNET R. , 1980, De quelques questions poses L'analyse de l'espace in Brouill Dttponi, n. 5, p. 5-20 (cfr. p, 12). Si veda inoltre: CELANT A., 1982, Entropia e concentrazic delia popolazione, in Rivista Geogrfico Italiana, n. 1, p. 3-53.

    1 RAFFESTIN C . , op. cit. 8 Ipotesi semplificata; in realt i tentativi di spiegazione possono essere molteplici. ' HABERMAS J . , 1973, Teoria delia societ o tecnologia sociale? Una dscussione

    Niklas Luhmann in HABERMAS J . , LUHMANN N., Teoria delia societ o tecnologia sociale, I Kompass, Milano, p. 95-195 (ed. org., Frankfurt a/M, 1971). In risposta: LUHMANN Argomentazioni teoretico-sistematiche. Una replica a Jrgen Habermas, ivi, p. 196-27'

    10 Habermas ha affrontato recentemente la tematica del potere nel quadro - quaiific; come vedremo - dell'agire comunicativo; ma, sorprendentemente, non menziona mai L mann: cfr. HABERMAS J . , 1981, La concezione comunicativa dei potere in Hannah A rendi Cnmunith n. 183, D. 57-73.

  • 42 GEOGRAFIA POLITICA

    Generale dei Sistemi. I limiti scientifici, infine, sono da riconoscersi princi-palmente nella scarsa preoccupazione di Luhmann per il destino empirico delle sue costruzioni. Insomma, la riflessione di Luhmann sul potere, ca-ratterizzata da astrattezza terica e concisione verbale, si offre ad interpre-tazioni se non aperte certo non univoche e solo in parte facilitate da esegesi interne agli ambiti disciplinari in cui questo autore opera 11.

    La modalizzazione dei pensiero di Luhmann, d'altra parte, non awie-ne, per cosi dire, nel vuoto. In effetti, sul tema dei potere:1a geografia ha prodotto contributi suscettibili di essere"in qualche modo saldati alie tesi luhmanniane. Vengono in mente, a questo riguardo, i lavori di J. Gptt-mann e di P. Claval12; ma fors la pi aperta ad un discorso aggregativo resta la riflessione di C. Raffestin 13. Ci per due motivi almeno. n primo luogo, per la forma: 1'elevata tensione generalizzante consente di estrarre rapidamente dall'opera di Raffestin gli enunciati fondamentali e di seguire con relativa facilita le catene implicaiive che essi originano. In secondo luogo, per i contenuti: sebbene indipendenti, tanto Raffestin quanto gli autori cui egli si ispira (Foucault soprattutto) mostranosorprendentiasso-nanze con Luhmann. In particolare, comune anche se diversamente artico-lata la critica alie teorie classiche dei potere e, di riflesso, comune il riconoscimento delia relazionalit come problemtica fondativa, base di ogni analisi dei potere 14.

    cosi che la modalizzazione di tal une rilevanti tesi di Luhmann pu essere concepita come uiVestensione dei risultati cui pervenuto Raffestin. L'attenzione fissata sopra una sequenza concettuale - territorializzazone progressiva, complessificazione, reversibilit - che presuppone acquisiti i -seguenti punti: (a) esiste una molteplicit di poteri; (b) tali poteri hanno tuttavia natura omogenea e, pertanto, appaiono riconoscibili e possono essere isolati solo in virt delle relazioni in cui si esercitano; (c) il potere non si acquista, non si perde, non si conserva: semplicemente, si usa.

    " Cfr. specialmente: FEBBRAJO A., 1975, Funzionalismo strutturale e sociologia del diritto nell'opera di Niklas Luhmann, Giuffr, Milano.

    12 GOTTMANN J . , 1973, The Significance of Territory, The University Press of Virginia, Charlottesville; CLAVAL P., 1978, Espace et Pouvoir, P.U.F., Paris.

    " RAFFESTIN C., 1981, Per una geografia del potere, Unicopli, Milano (ed. orig., 1980, Paris); ed anche: BRESSO M., RAFFESTIN C., 1979, Travail, espace, pouvoir, L'Age d'Homme, Lausanne.

    " LUHMANN N. V 1982, La teoria classica del potere. Critica dei suoi presupposti in ID. , Potere e codice politico, Feltrinelii, Milano, p. 21-61.

  • TERRITORIALIZZAZIONE PROGRESSIVA, COMPLESSIFICAZIONE, REVERSIBILITA 43

    2. TERRITORIAUZZAZIONE PROGRESSIVA

    Raffestin opera una distinzione tra spazio e territorio, da cui assai comodo partir. Lo spazio preesiste all'azione; incorporando lavoro uma-no, vale a dir combinazioni quanti-qualitativamente diversificate di ener-gia e informazione, si trasforma in territorio. Da un punto di vista geogr-fico dunque, Pesercizio del potere acquista rilevanza a partir dal momen-to in cui la capacita originaria dell'uomo di trasformare si risolve in territo-rializzazione dello spazio. II processo di territorializzazione abbastanza facilmente immaginabile come moltiplicazipne di maglie, di nodi, di reti, per usare ancora il linguaggio di Raffestin, Ho impiegato deliberatamente il termine moltiplicazione, poich intendo sottolineare il carattere progres-sivo (e non meramente sommativo) della territorializzazione.

    Per ben comprendere ci, necessrio fare uno sforzo di astrazione e considerare l'insieme maglia-nodi-reti come una struttura nel senso della Teoria Generale dei Sistemi. Un'unit spaziale data corrisponde ad una struttura data solo in una sempre pi rara, se non ipotetica, condizione di dedifferenziazione di societ primitive. Ora, basta gi un'elementare diver-sificazione di ruoli per annullare l'isotropia sociale che consente di istituire corrispondenze tra spazio e strutture (o somme di strutture omogenee). Dunque, nell'ambiente geogrfico, a fronte di una propriet finita quale lo spazio, sta una propriet infinita rappresentata dalle strutture: la territo-

    /rializzazione progressiva, precisamente, perch si svolge come una implo-1 sione di strutture in uno spazio dato. L'acquisto di massa territoriale, per

    mantenere l'analogia con l'astrofisica, si traduce certo in una polifunziona-lit dello spazio; la progressivit del fenomeno, tuttavia, dissocia la geome-tria dello spazio da quella delle strutture, dissocia, nelle strutture, la geo-metria degli oggetti da quella dei segni: toglie insomma univocit al terri-torio, determinando gravi problemi di identificazione.

    In effetti, per leggere l'organizzazione di un territorio si ricorre alia pratica di isolare pi o meno arbitrariamente le: funzion)materiali (produ-zione, residenza, trasporti, servizi, attivit ludiche) o simboliche che lo sostanziano. I risultati di questa operazione sono apprezzabili, come ben sappiamo, sul piano di una descrizione limitata della specializzazione fun-zionale di uno spazio o sul piano della rappresentazione normativa dell'im-pianto e del funzionamento di una struttura (come il caso della teoria delle localit centrali, ad esempio). Essi sono poco soddisfacenti per con-tro sul piano di una spiegazione globale e utile alia predizione. Possiamo evidentemente rilevare che tecniche d'analisi nuove quali la teoria dei sottoinsiemi sfumati, delle catastrofi o delle strutture dissipative possono

  • 44 GEOGRAFIA POLITICA

    far registrare qualche punto a favore dell'intelligibilit delle strutture im-plse. Ma il problema, prima che tcnico, teorico e, in quanto tale, conosce proprio nel potere un'articolazione importante. Al concetto.di ter-ritorializzazione progressiva dunque^ altri ne vanno affiancati; quelli di complessificazione e di reversibilit.

    3. COMPLESSIFICAZIONE

    Gli attori sintagmatici, orientad a produrre, nell'elaborare strategie sull'uso del territorio e nell'approntare mezzi che consentano tale uso, st-tuiscono referenti valutativi connessi ad attese. In dipendenza del fatto che essi, al pari degli attori paradigmatici, vivono, percepiscono ed operano all'interno di strutture implse, agscono in condizioni di opacit, ossia non sono affatto sicuri che le premesse valutative e le mosse che ne conse-guono siano congruenti rispetto alie attese o siano le migliori rispetto alia realizzazione delle attese. II controllo analitico, percettivo, cognitivo, ope-rativo degli attori sulle strutture implse solo una frazione pi o meno modesta di quello necessario a governale (o sfruttarle) compiutamente. La territorializzazione progressiva comporta in effetti una complessificazione dell' ambiente geogrfico nell'accezione luhmanniana di sovrabbondanza del possibile, owero di differenza tra potenzialit ed attualit dell'agire; il territorio, per numero e variet degli elementi che compongono le sue

    t. molteplici strutture, per la vastit e la ramificazione delle relazioniStra i singoli componenti le strutture e tra le strutture stesse, infine per la varia-bilit temporale di elmenti, strutture e relazioni, offre all'esperire vvente e all'

    agir sempre pi possibilit di quante possano essere attualizzate 15, Vedremo tra breve qualche implicazione di quest'ultima assunzione nel

    quadro dell'agre relazioale. Qui preme rilevare che l'attore operante in ambiente complessificato sottoposto ad un imperativo costante: la scelta di comportamenti attualizzabili (o al limite di un solo comportamento) tra

    "i molti potenziali. La complessit, con altre parole, cogenza selettiva rispetto ad un ampio spettro.-di. interpretazioni ed usi delle strutture e, dunque, di modi di produzione del territorio/ Ora, la sfera del possibile (dilatata) e quella dell'azione (compressa) 'possono essere tenute distinte sul piano ntelettuale e sono di fatto distinte; esse tuttavia assumono di-

    15 r 1\T 1Q-73

  • TERRITORIALIZZAZIONE PROGRESSIVA, COMPLESSIFICAZIONE, REVERSIBILITA 45

    mensione coincidente quando determnate possibilita vengono attualizzate. In effetti, la complessit come annullata dall'azione, sebbene si ripro-

    ponga per l'azione successiva, secondo l'immagine discontinua di un pro-cesso che invece sarebbe pi corretto pensare come continuo. L'elimina-zione delia complessit, tuttavia, non awiene secondo moduli caotici, to-talmente indeterminati od immediatamente probabilizzabili: l'agire infatti coerente e la coerenza appare come un vincolo per una sequenza di azio-ni. II rapporto tra potenzialit ed attualizzazione esige una mediazione che, nell'assicurare coerenza' all'agire, rtduce la complessit fungendo da regola selettiva. Questa fondamentale funzione mediatrice attrbuita da Luhmann al senso, la forma delle premesse per la ricezione di informa-zioni e per l'elaborazione cosciente deU'esperienza vissuta (che) rende pos-sibile Ia comprensione e la riduzione coscienti delia complessit elevata

    Se la categoria del senso tra quelle maggiormente meritevoli di speci-fcazioni ai fini di un'utilizzazione emprica, anche tra quelle pi fruttuo-se dal punto di vista teorico, dato il suo elevato livello di astrazione. Os-serviamo intanto che il senso non va confuso con l'informazione: il cono-scibile supera la soglia della coscienza, tanto dall'esterno quanto come autocomunicazione della memoria; una notizia sul mondo si trasforma in informazione allorquando interpretata coscientemente... come sele-zione da altre possibilita grazie al senso. Una volta chiarito questo rap-porto, possiamo indicare nella funzione dell'informazione una vasta area di convergenza) tra i discorsi di Luhmann e di Raffestin, giacch entrambi rendono praticabile un percorso analtico che vede nell'informazione un criterio ordinatore dell'agire - come direbbe il primo - o del trasformare - come direbbe il secondo Per il vero, Raffestin mobilita esplcitamente una seconda categoria costitutiva del trasformare, vale a dir l'energia. Quest'ultima non attrae l'interesse di Luhmann, ma credo sia legittimo assumerla come un costituente implcito dell'agire giacch non potrebbe darsi svolgimento processivo dell'esperire vivente senza supporto ener-gtico.

    La modalizzazione geogrfica delia categoria luhmanniana del senso va tuttavia oltre. II senso in effetti, in quanto riduttore di complessit, si pone come quadro dell'agire, ci che equivale ad orientare interpretazione ed uso delle strutture implse. Ora, una struttura orientata, ossm rivolta al perseguimento di una finalit, precisamente un sistema (o un sub-sistema, ove si postulino, com' realstico, orientamenti gerarchizzati).

  • 46 GEOGRAFIA POLITICA

    Dunque, non varr la forma con cui ci si presentano le strutture implose, n varr il loro contenuto osservabile, a fornirei ripartizioni spaziali signifi-cative; l'una e l'altro non possono essere che guide per un concepimento progressivo del senso. Al contrario, la territorializzazione progressiva organizzata sistemicamente dal senso e i limiti spaziali acquistano rilevanza solo se hanno valore di delimitazione dell'ambito di estensione di regole selettive. Cosi, le rotture spaziali, le discontinuity, eterno problema dei geografi, esprimono dei dislivelli di complessit-, definiscono il sistema ter-ritoriale, in quanto mbito di complessit ridotta, in rapporto a'ambiente (l'estemo), in quanto mbito di complessit indeterminata e omunque pi elevata. I confini di senso spazializzati indicano che nel sistema (territo-riale) valgono le condizioni delia possibilita dell'agire specificate e note, oppure rapidamente riconoscibili, mentre, per contro, all'esterno del siste-ma ne valgon altre qualsivoglia

    Attribuire ad un sistema qualit autoconservative, capaci cio di garan-tire persistenza di senso, stabilit in un ambiente eccessivamente comples-so, rischioso e mutevole equivale ad assumere un'ottica esterna abba-stanza usuale. Se parallelamente si assume un'ottica interna al sistema, vediamo che le qualit autoconservative coincidono con una disciplina sempre pi precisa dell'agire regolato dal senso. Tale disciplina si rende necessaria giacch nelle moderne societ industriali, per quanto ridotta possa essere rispetto all'ambiente, la complessit dei sistemi resta assai elevata. U problema cruciale da risolvere, cosi, quello di limitare i rischi di decisioni - molteplici e di rapida effettuazione - a fronte di un campo dell'agire vasto a causa delia grandissima diversificazione dei ruoli sociali e delle interrelazioni tra essi esistenti.

    Politico dunque, nel quadro di un sistema socio-territoriale, pu defi-nirsi un sub-sistema specificamente rivolto a produrre decisioni capaci di vincolare comportamenti. Tale sub-sistema si materializza in strutture che potremmo dire istituzionali - Stato ed istituzioni minori; partiti; sindacati; corpi separati -, ma non si identifica con esse. Di conseguenza, i pro-grammi di decisione elaborati istituzionalmente e le procedure che eventualmente li legittimano attraverso il diritto sono solo un aspetto, per quanto importante, delia funzione del sub-sistema politico 18. Analogamen-

    17 Ibid., p. 47. 18 Sul ruolo ed il funzionamento dei meccanismi giuridico-istituzonali nelle societ com-

    ' ' r ' ' 1 -4-.-: J; T I m i n i m i N 1977 nrinlnoia dei dirittn.

  • TERRITORIALIZZAZIONE PROGRESSIVA, COMPLESSIFICAZIONE, REVERSIBILITA 47

    te, il vincolo dei comportamenti pu esercitarsi con la coercizione e l'uso legittimo dea forza fsica, ma senza esaurirsi in essi. In effetti, il funziona-mento delle societ industriali avanzate non consente di disciplinare giuri-dicamente l'immensa variet di comportamenti, ma solo quelli di grande rilevanza collettiva e solo in talune linee essenziali; del pari, in societ consapevoli dei valore delia democrazia e liberate dalla schiavit dei biso-gni elementari, l'uso delia forza fsica - e parliamo dei solo uso legittimo - improponibile ove si superino certe soglie di resistenza owero sia debole il consenso attorno ad un determinato programma di decisione.

    Si ricostituisce qui, lo si vede, la fondamentale identit avanzata da Raffestin tra politica e potere. Quest'ultimo, precisamente, il pro-dotto dei sub-sistema politico ed ha solo in parte veste istituzionalmente riconoscibile. Solo in parte e, occorre dire, in parte pi modesta, partico-lare o addirittura estrema mano a mano che i sistemi socio-territoriali si complessificano. Ritorniamo per un istante al nostro problema crucale, vale a dire alia disciplina dell'agire regolato dal senso. Pur all'interno di un sistema soco-terrtorale d complessit ridotta, tuttavia necessrio un anello supplementre che colleghi 1'azione al senso; necessrio, cio, ri-durre ulteriormente la complessit. Con altre parole, la produzione di de-cisioni capaci di vincolare comportamenti si risolve in un processo di tra-smissione di prestazioni selettive. In effetti, 1'agire relazionale in sistemi complessificati si fonda sul presupposto che i "sistemi sociali si costitui-scono unicamente attraverso la comunicazione ossia che molteplici Pro-cessi selettivi si determinano a vicenda in senso preventivo o reattivo ,9. Ora,, una comunicazione implica ci che Luhmann chiama una situazione di contingenza: perch una comunicazione si realizzi, occorre intanto che il suo contenuto - il messaggio, la proposta selettiva - sia compreso; inol-tre, il contenuto delia comunicazione pu non essere accolto. In quest'ulti-mo caso, com' evidente, noi ci troviamo di fronte ad un conflitto. Una comunicazione pu comportare simultaneamente 1'aumento delle poten-zialit di conflitto e delle potenzialit di consenso 20. Dal punto di vista delia riduzione di complessit, la prima evenienza negativa, la seconda positiva. II compito di trasmettere prestazioni selettive, ossia di sopprimere incertezza nell'uso delia facolt di scelta da parte di attori, affidato ad uno speciale mezzo di comunicazione, il potere appunto, che realizza le

    " LUHMANN N., 1979, Potere e complessit sociale, II Saggiatore, Milano (ed. orig. 1 mo "

  • 48 GEOGRAFIA POLITICA

    proprie prestazioni di trasmissione grazie alia facolt di influenzare la sele-zione di determinati atti (od omissioni) rispetto ad altre possibilita 21.

    Ii potere, nell'accezione luhmanniana, una istituzione supplementre ai linguaggio; si tratta di un codice di simboli generalizzati il qule, rispetto al linguaggio - che assolve alla funzione minima ancorch essen-ziale di garantire la comprensibilit intersoggettiva - svolge una funzio-ne supplementre di motivazione. Si ha esercizio di potere, ossia comuni-cazione coronata da successo, ogni qualvolta il critrio selettivo adottato da uno dei partners serve contemporaneamente come struttura motivazio-nale dell'altro. I simboli che esprimono questo nesso tra la selezione e la motivazione assumono allora la funzione di mediazione e rendono esplicito il nesso esistente tra di esse in modo che tale nesso, in quanto prevedibile, riesca a rafforzare ed a motivare ulteriormente la selettivit22.

    I termini descrittivi dei problema luhmanniano dei potere modalizzato geograficamente dovrebbero essere chiari: all'interno di un sistema socio-territoriale, per definizione dotato di senso, il potere appare come una generalizzazione simblica mediatrice tra la persistente complessit dei si-stema e 1'agire. Funzione specifica dei potere, dunque, 1'attualizzazione di prestazioni selettive, ossia conformi all'interpretazione che determinati attor danno alie indicazion di senso. La territorializzazione progressiva, cosi, l'implosione di strutture territoriali, in quanto risultati di prestazioni selettive, acquistano intelligibilit, ossia si configurano come venti sensati, se e solo se viene identificato e reso esplicito il codice motivante!

    NelTimpossibilit di fornire qui richiami esemplificativi adeguati, mi soffermerei brevemente sulle propriet dei codice luhmanniano in rappor-to alla stessa categoria impiegata da Raffestin. Per quest'ultimo, il codice semplicemente uno degli elementi costitutivi delia relazione, gli altri es-sendo gli attori, le loro finalit, le Strategie ed i mezzi usati per realizzarle, infine lo spazio e ii tempo 2\ Per Luhmann, il codice tout court il potere. A tutta prima, sembra che i piani d'analisi non siano confrontabili. Di fatto, occorre tencf presente che la pteoccupazione di Rafestin estensiva rispetto a quella di Luhmann. Se dal campo dei potere, che impegna appunto Raffestin e che Luhmann lascia soltanto intrawedere, restringia-mo 1'osservazione al potere in quanto tale, ci accorgiamo che la funzione dei codice decisiva nel quadro dell'agire relazionale: Gli attori agiscono in un insieme coerente... che deve di necessita ricorrere a codici immanen-

    21 Ibid., p. 7. " lUiJ S

  • TERRITORIALIZZAZIONE PROGRESSIVA, COMPLESSIFICAZIONE, REVERSIBILITA 49

    ti all'azione stessa... Ogni azione, in quanto una comunicazione, tra-dotta in segni convenzionali... Insomma, il cdice assicura la circolazio-ne del potere all'interno di una relazione. Ci non vuole ancora dir che per Raffestin come per Luhmann il cdice sia il potere-, ma resta forte l'impressione che su questo punto possano stabilirsi solide convergenze. Non voglio certo assumermi la responsabilit di omologare sic et simplici-ter il lessico dei due autori, ma non posso non cogliere un suggerimento all'identificazione tra cdice e potere laddove Raffestin, opponendolo al processo di denotazion, parla del processo di connotazione (generato da un cdice) che rivela una concezione che ha guidato l'utilizzatore, l'utiliz-zatore essendo, com' ben evidente, l'autore di una prestazione selettiva

    Ma torniamo alia natura peculiare del cdice luhmanniano al fine di chiarire un punto molto controverso delia teora del potere dell'autore tedesco. La concezione luhmanniana di cdice, in effetti, meno semiolo-gico-liguistica che biogenetica. In quanto cdice, il potere una struttu-ra capace di cercare per una qualunque voce nel proprio raggio di compe-tenza un'altra voce complementare, coordinndole tra loro26. Questa qualificazione del cdice fondamentale; essa fissa l'essenza del potere in uno schematismo binario nel senso che la complementazione della pre-stazione richiesta dal cdice si riduce a negazione. Al par di altr codc bivalenti, come quello scientifico (vero/falso) o monetario (avere/non ave-re), il potere separa in modo unvoco gli esiti del suo esercizio, si qualifica cio per la neutralizzazione di una facolt di scelta o, all'opposto, per un rifiuto della prestazione selettiva, quali che siano poi le forme in cui si sostanziano eventuali prestazioni alternative.

    Senza seguire Luhmann nella sua analisi delle propriet degli schemati-smi binari27, raccogliamo un'implicazione decisiva della definizione di c-dice. L'esercizio del potere, ossia il funzionamento del cdice, suppone che l'agir relazionale sia effettivamente libero. Ove ci non si dia, ove cio 'ottenimento di una prestazione esiga il ricorso alia forza fsica, ci si trova di fronte non ad un potere, bensl ad una costrizione, ad un dominio. Si osserver, giustamente, che l'uso della forza fsica disciplinato dal diritto e

    " Ibid., p. 57. 25 RAFFESTIN C., 1976, Peut-on parler de codes dans les sciences humaines et parti-

    culirement en gographie? in L'Espace Gographique, n. 3, p. 183-188 (cfr. p. 186). 26 LUHMANN N., Potere e complessit sociale, op. cit., p. 35; ed anche: ID., II cdice

    politico. Conservatore e Progressista nei termini della teoria dei sistemi in ID., Potere e cdice politico, op. cit., p. 62-99 (cfr. p. 64).

    27 LUHMANN N., Potere e complessit sociale, op. cit., specialm. p. 47-52; ID., II cdice T-. ._:__ ..,;; ->i-r

  • 50 GEOGRAFIA POLITICA

    perci legittimo secondo le indicazioni di senso che regolano il sistema, non esprime costrizione o dominio. Si dir allora con Luhmann che in questo caso il cdice non ha funzionato e che il potere, ossia la capacita di ottenere prestazioni selettive, ha fallito 28. Si nota pertanto che non solo il potere suppone un contropotere29, ma altresi che il potere riflessivo30 e che, pi in generale, 1'esercizio dei potere si autocontrolla in sommaria proporzione ai rischi di fallimento o di attivazione di meccanismi riflessivi. La geografia delia finanza internazionale contempornea la dice lunga sulle necessita di autocontrollo di un potere sino a ieri ritenuto tra i pi mono-litici ed inattaccabili e rende ragione esemplare di una frase paradossale di Luhmann: il potere richiede che non sorgano troppi problemi per la cui soluzione si debba necessariamente ricorrere al potere n.

    4. REVERSIBILIT

    La costituzione di sistemi socio-territqriali, cosi come il loro funziona-mento, possono apparire, da quanto s' detto, come processi di annula-mento di differenze: la riduzione di complessit, attraverso il senso dappri-ma, poi con l'esercizio dei potere, non somiglia pericolosamente ad una omogeneizzazione? E d'altro canto, il quadro luhmanniano in grado di affrontare questo problema, una delle interrogazioni pi vive delTanalisi di Raffestin? A quest'ultimo quesito possiamo dare risposta affermativa; di pi, 1'ambiguit sottolineata da Raffestin di un potere omogeneizzante che tuttavia ha un imprescindibile bisogno delle differenze, con Luhmann si dissolve in qualche modo grazie alPadozione di una pi franca prospettiva sistmica. Osserviamo dunque che il senso non un evento selettivo, ma una relazione selettiva tra il sistema e il mondo.,, (la cui) vera particola-rit sta nel rendere contemporaneamente possibili riduzione e manteni-mento di complessit, cio di garantire una forma di selezione che impedi-sce che, nelTatto delia determnazione delTesperire vivente, il mondo si riduca soltanto ad un contenuto di coscienza e in tal modo scompaia 32.

    L'assonanza con S. Lupasco, sconosciuto a'autore tedesco, merita di

    28 LUHMANN N., Potere e complessit sociale, op. cit., p. 69 ss. 25 La capacita di negazione in Luhmann pu costituire una buona esplicitazione delia terza

    proposizione di Foucault: Non v' un'opposizione binaria e globale tra dominatore e domina-ti (C. RAFFESTIN, Per una geografia dei potere, op. cit., p. 65). L'accostamento esige evidente-mente che ai termini dominatore e dominati sia dato il significato generico di partners.

    50 Nei senso che chi in condizione di esercitare un potere, direitamente o a mezzo di concatenazioni, perde questo privilegio.

    LUHMANN N., Potere e complessit sociale, op. cit., p. 85. 32 LUHMANN N., II senso come concetto fondamentale delia sociologia, op. cit., p. 21.

  • TERRITORIALIZZAZIONE PROGRESSIVA, COMPLESSIFICAZIONE, REVERSIBILITA 51

    essere sottolineata: il mondo, ci che esterno al sistema, resta come po-tenzialit\ le. alternative che non sono state scelte non vengono soppresse, ma solo momentaneamente neutralizzate 33. La complessit, dice ancora Luhmann, non deve essere annullata... ma deve essere, per cosi dire, soltanto stralciata; deve essere ridotta, di momento in momento, in manie-ra sempre diversa e restare, intanto, conservata come mbito di selezione generalmente costituito... fonte di sempre nuove e sempre diverse scelte 3-4. II tono di Luhmann, si sar notato, prescrittivo: l'autore non parla di ci che ma di ci che deve essere ai fini dell'autoconservazione del sistema e, dunque, di un reale assolvimento delia funzione del senso.

    Ci vuol dire che l'autoconservazione e lo sviluppo di un sistema so-cio-territoriale non conseguono meccanicamente all'istituzione di confini di senso; esigono condizioni aggiuntive. L'ambiente, temporneamente poten-zializzato, pu ripesentarsi in qualsiasi momento e per le cause pi diver-se in tutta la sua complessit. Ci s traduce in una perturbazione del sistema che, se non eliminata o controllata, pu distruggere il sistema stes-so. Con altre parole, il sistema deve ridurre nuova complessit. Se noi immaginiamo, di nuovo, l'antagonismo sistema/ambiente come un proces-so discreto, possiamo intrawedere delle fasi alterne di sconvolgimenti e di calma. Di fatto, per, il processo continuo: il sistema un riduttore permanente di complessit che, qui raggiungiamo H. Reymond e la sua corotassia sperimentale, al limite stabilizzer la perturbazione trasforman-dolav in un dato strutturale del proprio evolvere 33.

    E evidente che il sistema deve prendere delle precauzioni, per cosi dire, se vuole autoconservarsi e svilupparsi. La prima condizione aggiunti-va dunque che il sistema mantenga a sua volta un livello elevato di complessit ed anzi si complessifichi sempre pi in rapporto ad un am-biente aggressivo a complessit indeterminata. Luhmann fa suoi, come si vede, i risultati di W.R. Ashby e, in particolare, il teorema delia requisite variety36; non diversamente, del resto, Reymond, citando J. de Rosnay, accoglie come primo il comandamento di conservare la variet affer mando che un sistema sar tanto pi Stabile, avr tante pi possibilit d durare quanto pi sar vario

    " LUPASCO S., 1971, Du rve, de la mathmatique et de la tnort, Bourgois, Paris. " LUHMANNN.,II senso come concetto fondamentale delia sociologia,op.cit.,p.20 35 REYMOND H., Une problmatique thorique de la gographie: plaidoyer pour uni

    chorotaxie exprimentale, op. cit., p. 200. 56 ASHBY W.R. , 1971, lntroduzione alia ciberntica, Einaudi, Torino, (ed. orig., London

    1 9 6 1 ) . 37 REYMOND H., Une problmatique thorique de la gographie: plaidoyer pour um

    chorotaxie exprimentale, op. cit., p. 202.

  • 52 GEOGRAFIA POLITICA

    Ora, come s' visto, il potere non disgiunto dal senso; esso riduce complessit all'interno di un sistema: l'ottenimento di prestazioni selettive non deve comportare distruzione di alternative possibili, ancorch da evitare in una qualche relazione specifcata. La seconda condizione aggiuntiva perch il sistema possa soprawivere e svilupparsi dunque del tutto intuitiva: il potere deve conservare la complessit del sistema pur fungendo da riduttore di complessit per dati attori impegnati in date relazioni. Da un punto di vista geogrfico, ci significa che la territorializzazione progressiva, vista come il complesso delle prestazioni selettive che producono strutture territoriali (in-siemi maglie-nodi-reti), mantiene il proprio carattere di processo non-finito. Secondo altra prospettiva, possiamo dire che la territorializzazione progressi-va, in un sistema complessificato, si configura come una pragmatica (tenden-zialmente) non deterministica o solo debolmente determinstica. Con altre parole, l'impianto di strutture territoriali un processo (tendenzialmentej rever-sibile o almeno caratterizzato da tassi elevati di reversibilit. Di nuovo, una connessione con gli studi di Reymond si impone; in particolare, Paleatoriet dell'atto geogrfico - l'incessante redistribuzione dei predicati sull'estensione (lo spazio) - comporta per definizione una frazione di determinismo, di cui occorre conoscere natura e peso se non si vuole rischiare di veder bloccata la tendenza alia reversibilit del processo generale di territorializzazione 58.

    5. CONCL USIONE: IL POTERE DEL POTERE

    N. Luhmann provoca un certo disagio in quanti sono abituati a considerare il potere, pi o meno espressamente, come un male oscuro, una sorta di metastasi socio-territoriale o, al meglo, un infido compagno di Strada. Ci che colpisce, sembra, non tanto la critica ai presupposti delle dottrine classiche dei potere; piuttosto, imbarazza un'implicazione di tale critica e cio che il potere, nelle societ complessificate, assolve ad una indispensable funzione di organizzazione sociale, trasformandosi cosi, concettualmente, da male necess-rio in bene necessrio. Si pu pensare che questo passaggio solleciti gli intellet-tuali ad abbassare la loro guardia nei confronti dei potere e addirittura a trasformarsi, per il bene comune, in altrettanti uomini dei re.

    La critica di Habermas, pur rivolta alie sole prime awisaglie delle conce-zioni luhmanniane dei potere, si indirizza, precisamente, a questa (supposta) pretesa. Le cose per stanno diversamente. Cominciamo infatt con 1'osservare

  • TERRITORIALIZZAZIONE PROGRESSIVA, COMPLESSIFICAZIONE, REVERSIBILITA 53

    che nei sistemi complessificati, in periodi non eccezionali, le fonti del potere rsultano tanto numerose da ridimensionare fortemente un re qualsivoglia: il rpido aumento di un bisogno di decisioni che si accompagna all'evoluzio-ne sociale... non pu essere soddisfatto grazie a corrispondenti prestazioni decisionali e di trasmissione; siccome quasi ogni relazione c presumibilmen-te una decisione o pu essere ricondotta a decisioni... l'onere decisionale non pu essere sostenuto in una sola istanza, e nemmeno pu essere indirizzato a partire da una sola istanza 39.

    Ci non toglie, owiamente, che soluzioni orwelliane siano in agguato; Luhmann tuttavia lascia ipipregiudicato il diritto-dovere di vigilanza contro di esse. Ci che gli sta a cuore, per, e che motiva la sua analisi, il consolidamen-to e lo sviluppo della democrazia10; consolidamento e sviluppo che possono esse re messi in crisi non tanto o soltanto da un potere che, in quanto tale, assuma vesti totalitarie (ossia, semplificando, unifichi le istanze decisionali), ma anche e soprattutto da un potere che non realizza le proprie possibilita. In effetti, per tutti i mezzi di comunicazione vale... l'affermazione secondo la quale lo sviluppo di una maggiore differenziazione, la generalizzazione e la specificazione funzionale dilatano il divario tra ci che possibile e ci che reale, e non solo nel senso di una pi alta selettivit dei processi, ma anche nel senso di una produzione strutturale di aspettative eccessive e di eccessive esigenze nei confronti della efficienza dei rispettivi sistemi comunicativi, aspet-tative ed esigenze che non possono di fatto essere soddisfatte 41.

    Quando questo divario non si lascia ridurre, quando la trasmissione di prestazioni selettive fallisce e, in definitiva, il codice funziona al di sotto delle sue possibilita o, pur potendo funzionare in pieno, risulta per un verso o per 1'altro sottoutilizzato 42, altamente probabile che il sistema entri in crisi profilando riassetti delle fonti di potere non privi di incognite. La pertinenza dell'analisi luhmanniana, occorre ripeterlo, non stabilita empiricamente; ma essa si lascia perlomeno ammettere se solo si guarda alie grandi partite che si

    " LUHMANN N., Potere e complessit sociale, op. cit., p. 97-98. 40 Cft. su questo punto, ed anche per una lettura sistmica del concetto di democrazia:

    LUHMANN N., 1978, Complessit e democrazia in ID., Stato di diritto e sistema sociale, Guida, Napoli (ed. orig., Opladen, 1971), p. 65-83.

    41 LUHMANN N., Potere e complessit sociale, op. cit., p. 100-101. 4! Si osservi che ci pu awenire senza che in alcun modo ia legittimit risulti violata. In tal

    caso sar scarsa la possibilita che il diritto stesso risani, per cosi dire, il codice; meno che mai varr la forza: In presenza di un alto livello di interdipendenze, il fatto di rifiutare o rallentare determinate prestazioni di cui si ha bisogno altrove, o anche solo il fatto di fornite tali prestazioni in maniera poco cooperativa e con poco spirito di sacrifcio, si profila come una fonte di potere j; ^ n n n r j n v j a a}ja f o r z a fisica> n pu essere combattuta con la minaccia della

  • 54 GEOGRAFIA POLITICA

    stanno giocando in Europa: dalla Francia mitterrandiana alia Spagna post-franchista, all'Italia del post-miracolo e, in speculare contesto, alia Polonia normalizzata.

    II potere del potere, dice Luhmann riprendendo il titolo di un lavoro di J.G. March, sembra principalmente fondarsi sul fatto che nessuno sa dir esattamente di cosa si tratti in realt 43; se ci fosse vero, uno sforzo di comprensione - in cui la geografa pu fare la sua parte, come si tentato di suggerire - avrebbe un significato politico, nel senso etimologco del termine, talmente elevato da autorizzare ogni esplorazione.

  • \ Charles Hussy

    PER UN'INTERPfcETAZIONE SEMIOLOGICA DELLA GEOGRAFIA POLITICA * /

    1. UNAPPROCCIO BIFACCIALBDELLA RELT GEOGRAFICA

    Vorrei presentare alcune riflessioni sulj geografia politica che mi sono venute in mente sovrapponendo al quadro di riferimento di questa disci-plina il calco delia semiologia di L. neto '. Affronter 1'argomento ricer-cando, a iivello elementare, ci che/l comune ad ogni ricerca geografica. Per far questo rileggiamo nei Prncipes di Vidal de la Blache come viene enunciato ci che egli stesso ^oefinisse il principio dell'unita terrestre: Ogni awenimento di geografia umana\si ricollega a un insieme terrestre e pu essere interpretato solo per suo tramite 2.

    Preconizzando una scianza dei luogHi, secondo 1'espressione consacra-ta, e sottolineando l'apporto di Ratzel riguardo ai fatti generali legati all'organismo terrestre/ vorrebbe dire che Vidal ceda ad un empirismo dello spazio e releghi/n posizione seconcjaria 1'azione umana? Certamente no, ma questa scoperta di una realt globale pone nondimeno il problema delToggetto di studio poich tutti noi facciamo, a livelli diversi, una sco-perta analoga quahdo veniamo posti di fronte alia misura dello spazio. D'altronde il tema dell'unita terrestre presente nelle nostre analisi gi a partire da Tolomeo il quale dichiarava: La geografia la scienza chc legge nel cielo 1'immagine delia terra 3. \

    Vediamo ora cosa intendiamo per spazio considerate come significante materiale o, meglio, in virtu di cosa e di come funziona epistemologica-mente questo famoso principio dell'unit terrestre. Costruire dei territori: lo facciamo e lo si faceva per cosi dire nella misura in cui si riconosceva a

    * Tp-irliivinnp rli OiuseDDe PlNI.

  • 62 GEOGRAFIA POLITICA

    terno di un territorio, la scienza politica deve ricostituire i piani d'azione successivi che permettono di realizzare una certa strategia e di scoprire, alia fine di questa catena, fasci di relazioni tra attori.

    E in effetti certo che Pesercizio del potere economico o politico oltre-passa il campo dell'osservazione geogrfica; politologi, economisti o socio-logi sono in ^rado di sistematizzare meglio le diverse sequenze e le loro articolazioni. evidente che un dialogo deve esistere tra queste discipline e la geografia. Forse il gegrafo miglior scopritore, occupato com' nel-l'individuare le relazioni visibili nel territorio. Inversamente le scienze so-ciali, meno limitate nel loro campo di studio, propongono al gegrafo una visione globale di questa storicit nella quale sono immersi i progetti so-ciali. Nella sua ricerca delia pertinenza il gegrafo prender dai politologi quelle idee che gli permetteranno di far parlare lo spazio in modo pi eloquente.

  • Claude Raffestin

    POTERE E TERRITORIALIT *

    Le diverse regioni del campo delia conoscenza non hanno conosciu-to la stessa creativit concettuale e gli strumenti di cui dispongono le scienze dell'uomo non hanno raggiunto lo stesso grado di sviluppo: taluni sono nozioni altri sono concett iPrima di scendere in particolari, dir che la nozione meno operativa nell'immediato che non il concetto. Infat-ti ozioso pretendere che quando le funzioni essenziali impiegate servono da paragone e da distinzione delle molteplicit procrate dall'esperienza sensibile2 si elabori una nozione, cui attribuiamo, secondo la terminolo-gia di Hempel, una definizione reale intesa come un enunciato delle ca-ratteristiche essenziali J. Invece il concetto non affronta la realt sensibi-le come elemento estraneo, ma costituisce al contrario una parte di questa stessa realt, un estratto di ci che in essa vi immediatamente contenuto

    II concetto genera una definizione nomnale nella quale il definiendum vale come sinonimo di un'altra espressione, il definiens, il cui significato gi stabilizzato. E certamente in ci che risiede la differenza immediata tra nozione e concetto: nella stabilizzazione del significato. E evidente che se il significato del definiens stabile, perch lo si esprime sotto forma di un rapporto o di una relazione (come nel caso banale delia densit dei geografi). Banale ma operativo (anche se a livelli piuttosto bassi) poich, come ha scritto Bridgman, la vera definizione di un concetto non data in termini di propriet bensl in termini di operazioni effettive

    * Traduzione di Giovanni SIMONA. ' RAKFESTIN C., 1978, Les construits en geographic humaine: notion CT CONCEPT,

    in Gopoint 1978, Avignon, Groupe Dupont, p. 55-73. 2 CASSIRER E., 1977, Substance et fonction, lments pour une thorie du concept, Ed.

    de Minuit, Paris, p. 15. ' HEMPEL C.G. , 1976, La formazione dei concetti e delle teorie nella scicnza emprica,

    Feltrinelli, Milano, p. 5. 4 TUJ

  • 64 GEOGRAFIA POLITICA

    Con altre parole, il concetto operativo nella misura esatta in cui permetta la formalizzazione. In tal senso in divenire, dal momento che pu essere riformulato, precisato e arricchito. Mentre la nozione caratte-ristica dell'idiografico, il concetto caratteristico del nomotetico. II pas-saggio dall'idiografco al nomotetico consiste in un cambiamento di livello che si compie durante un'nvenzione concettuale: un processo implicito o esplicito che parte dalla nozione e perviene al concetto. L'interrogativo che vorrei porre il seguente: il potere e la territorialit sono nozioni oppure concetti? Evidentemente tutto dipende dalla regione in cui si in-tende indagare. Inizier occupandomi dei potere.

    Mentre negli anni '60 nessun gegrafo si era interessato al potere, se non attraverso il rulo dello Stato, i politologi, defnendo la scienza politi-ca scienza dei potere, mettevano in luce una realt che avrebbe generato una nozione centrale 6. E ben vero che si era parlato di potere prima dei 1960 nella scienza politica, ma senza che si polarizzasse tutta la riflessione di un campo disciplinare. Si possono citare in mrito i lavori di Robert A. Dahl7. Ben presto, tuttavia, con la moltiplicazione dei lavori, ci si accorse che il potere era difficile da definire, anzi che era perfino difficile dame una definizione reale. Malgrado questa difficolt, i politologi hanno dato awio ad un processo di concettualizzazione, forse prematuro, ma senza dubbio utile.

    Dahl giunse a definire il potere come la capacita di una persona A di ottenere che una persona B faccia qualcosa che non avrebbe fatto senza 1'intervento di A. Senza alcun dubbio ci troviamo di fronte a un abbozzo di formalizzazione e di definizione nominale, ma fortemente depauperante, di cui Crozier e Friedberg fanno la critica8. E unicamente pensando a questa critica che mi chiedo se il tentativo non fosse prematuro. Passo a passo, dalla scienza politica, all'economia tramite la sociologia si tentato di concettualizzare il potere. Queste discipline hanno avuto, in media, die-ci anni di anticipo sulla geografia nell'ambito de'analisi del potere. Infatti soltanto a partir dal 1970, direi anzi dal 1975, che la geografa ha iniziato a produrre lavori inerenti il potere E indiscutibile che i geografi abbiano potuto awalersi degli apporti anteriori, ma il loro problema non

    ' DUVERGER M., 1964, Introduction la politique, Gallimard Paris, p. 16. 1 In particolare sul concetto di potere. 5 C R O Z I E R M . , FRIEDBERG E . , 1 9 7 7 , L'acteur et le systme, Seuil, Paris. 5 CLAVAL P., 1978, Espace et pouvoir, P.U.F., Paris; CORNA PELLEGRINI G., 1974,

    Geografia e politica del territorio, Vita e Pensero, Milano; BRESSO M., RAFFESTIN C., 1979, Travail, Espace, Pouvoir, L'Age d'Homme, Lausanne; RAFFESTIN C., 1981, Per una geografia del potere, Unicopli, Milano (ed. orig., Paris, 1980).

  • POTERE E TERRITORIALIT 65

    era per questo meno nuovo, nella misura in cui bisognava partire dal nulla per inscrivere il potere in una riflessione di tipo geogrfico che non risul-tasse una ripresa pura e semplice di una geografia dello Stato.

    Seguendo vie diverse, Claval, Corna PeUegrini e Raffestin hanno tenta-to di liberare il potere dalla contaminazione dello Stato e dalla contamina-zione del potere consid.erato come un attributo degli attori10. Ma certa-mente un filofoso, Michel Foucalt, che ha contribuito a mettere in evi-denza in un modo pi preciso la nozione di potere. Per Foucault il potere consustanziale di ogni relazione, conseguentemente non lo si possiede ma lo si esercita. Si fatto l'appunto a Foucault di non aver proposto una definizione operativa del potere. II suo pensiero non stato accolto n capito come avrebbe potuto o dovuto essere. Proprio perch, come taluni direbbero, rimasto a livello di nozione.

    Presentando il potere in termini relazionali, Foucault ha preparato lo stadio concettuale. Crzier e Friedberg l'hanno percepito e non hanno esitato ad impiegare la concezione di Foucault nell'analisi delle organizza-zioni. Secondo loro il grande mrito di Foucault di aver dimostrato che il potere non era una prerogativa di una categoria di attori o di un'altra, ma che era presente non appena venisse a crearsi una relazione tra attori. Taluni hanno replicato che dal momento che tutto potere, allora il pote-re non esiste pi. A mio awiso questa critica non giustificata perch si nutre dell'idea che il potere un attributo, ci che Foucault denuncia nelle sue argomentazioni. Foucault non ha allargato il campo dei potere, lo ha semplicemente precisato e Iimitato al campo relazionale che quello delia comunicazione e dello scambio. Foucault non dice che tutto pote-re, ma che ogni relazione di potere, ci che diverso.

    La concezione di Foucault prepara Pawento concettuale nella misura in cui sostituisce il nomotetco all'idiografico. Foucault comunque non fa che preparare lo stadio concettuale poich non fornisce la chiave del con-cetto di potere: 1'emergenza nella relazione. Come passare dal potere con-sustanziale delia relazione in generale al potere quale si realizza e si eserci-ta nelle relazioni particolari? In altri termini, come passare dalla nozione al concetto di potere?

    Tenter di costruire un modello in due tempi. Mi ispirer dapprima al modello semiotico di Greimas per delineare il problema u. Nei campo del-le relazioni politiche si pu ammettere che le societ umane facciano una

    1 0 C R O Z I E R M . , FRIEDBERG E . , op. cit. " GREIMAS A.-J . , Del senso, Bompiani, Milano (ed. orig., Paris, 1970), p. 136 ss.

  • 66 GEOGRAFIA POLITICA

    discrimnazione tra relazioni giudicate legittime, dunque permesse, e quelle considerate illegittime, dunque escluse. Le relazioni legittime, che conse-guentemente vengono prescritte, sono quelle che ordinano, che inquadra-no, che organizzano. Sono quelle che derivano da codici, da norme, da leggi; che istituiscono un ordine che non ha valore universale ma che dipende da un sistema culturale. Tale ordine ha dunque un valore ntra-culturale e si oppone ad un disordine, esso pure senza valore universale ma intraculturale. A questo punto abbiamo a disposizione un primo asse d'opposizione Ordine/Disordine.

    Quest'asse d'opposizione divide il mondo delle relazioni tra ci che permesso e ci che escluso. Ogni societ si organzza partendo da assi dei contrari: il permesso e l'escluso, l'organizzato e il disorganizzato, il desiderabile e l'indesiderabile, l'accettabile e l'inaccettabile, ecc.

    Relazioni di potere permesse Relazioni di potere vietate

    Le diagonali indicano le relazioni tra fatti contraddittori e quelle verti-cali indicano le implicazioni.

    Osserviamo che in questo modello c' un doppio sistema di relazioni, sia in ognuno dei poli, sia tra poli. Questo modello, come presentato, pu sembrare nel suo formalismo molto strutturalista (lo d'altronde ed stato utilizzato da Levi-Strauss), tuttavia ha almeno il mrito di presentare il potere in termini esclusivamcnte relazionali. Cosa vuol dir? Che defini-sce un campo di potere complesso in termini di opposizione, di contraddi-zione e d'implicazione. Si tratta, nel senso immediato, di una forma che 3u ricevere contenut empirici molto diversi. Tenter di illustrare questa orma con alcuni contenuti sottintendendo che il mi discorso non si limi-er a questo.

    In un'organizzazione qualsiasi, che scelgo poltica per limitare l'esten-ione dell'esempio, le relazioni di potere lecite sono quelle prescritte e odificate dalla cos'ituzione. Da ci rW\w* - J:H.

  • POTERE E TERRITORIALIT 67

    affermare che il modello transculturale, a livello di contenuto intracul-turale. Le relazioni di potere permesse e prescritte variano dunque da un'organizzazione all'altra e fondano ordini diversi. All'altra estremit del-l'asse si situano tutte quelle suscettibili di metiere in causa, eventualmente di distruggere tale ordine.

    Relazioni permesse

    Relazioni di potere democratiche

    P1

    P2

    Relazioni di potere non terroriste

    Relazioni escluse

    Relazioni di potere terroriste

    P2

    P1

    Relazioni di potere non democratiche

    Volendo illustrare tale affermazione, si potrebbe, nel caso per esempio dell'Italia, considerare che pl rappresenta le relazioni di potere inquadrate nelle istituzioni e che p2 rappresenta le brigate rosse; p2 pu rappresenta-re le forme d'opposizione e di azione non proibite dalla legge come i movimenti, gli scioperi, le manifestazioni, mentre pl potrebbe rappresen-tare attivit come la mafia o la camorra. Ci troviamo di fronte a due sottoinsiemi, quello delle relazioni permesse e quello delle relazioni esclu-se. Ci non significa evidentemente che le relazioni permesse siano le uni-che esistenti. Infatti esclusione non sinonimo di non esistenza. A questo punto si potrebbe dnamizzare il modello introducendo la nozione di pro-babilit soggettiva. Presupposta la probabilit 1 per l'insieme del sistema, si pu cercare di attribuire ad ogni tipo di relazione una probabilit che definirebbe la sua occorrenza nel sistema. II problema consiste nel poter attribuire probabilit che non possono evidentemente non essere che valu-tazioni. Ci premesso, deve esistere la possibilit, usando metodi di misura indiretta, di calcolare queste probabilit.

    Pu essere interessante presentare un esempio preso in un'altra cultu-ra. Ho scelto il caso delle relazioni di potere in Marocco. In Marocco 1'ordine apparente islmico: L'Islam costituisce dunque il principale

    " " " ncrfptHtripntP intuito

  • 68 GEOGRAFIA POLITICA

    il dato di fatto, ha attributo all'lslam una situazione di privilegio che non troviamo in nessun altro stato del Maghreb 12.

    evidente che, anche se 1'ordine monarchico che si appoggia sull'1-slam si oppone alie relazioni di potere democratiche di tipo occidentale, ci non impedisce al potere di ricorrere a modelli occidentali in matria di economia. U movimento dei Fratelli musulmani ha una larga base popola-re e la sua ispirazione in contraddizione con quella dell'Occid|ente: I Fratelli musulmani detengono una carta che potrebbe rivelarsi pericolosa se fosse giocata contro il potere: il riformatore delTIslam sempre il mi-glior candidato alia legittimit 13.

    Esiste una grande ambiguit nel potere marocchino nella misura in cui il fondamento ideologico islmico ma i! fondamento pratico occidenta-le. La monarchia ne cosciente, evita quindi di urtare fondamentalmente i Fratelli musulmani. possibile dunque che la probabilit delle relazioni di potere integriste aumenti sensibilmente in questo contesto e ci sarebbe valutabile prendendo in considerazione il numero degli aderenti a questo movimento. La monarchia cherifiana minacciata nel senso che la sua azione dissociata dalla sua ideologia. La forza dei Fratelli musulmani sta appunto nella realizzazione di una coerenza perfeita tra pratica e ideolo-gia.

    Si pu dunque immaginare, in questi modelli di potere, modifiche ne-

    Relazioni di potere monarchiche

    (prescrizioni islamiche)

    Relazioni di potere occidentali

    Relazioni di potere integriste

    'Fratelli musulmani'

    Relazioni di potere non monarchiche

    non islamiche

    " GUILLAUME G., 1982, Islam et politique au Maghreb in L'Islam et l'Etat, P.U.F., Paris, p. 45-64.

    Ibid.

  • POTERE E TERRITORIALIT 69

    gli assi, incr'oci, nuove proiezioni, nuovi sistemi di valore e nuove riparti-zioni di assi, che sarebbero condizionati da cambiamenti di probabilit.

    Rimane ora da trattare lalerritorialit Iegata al potere, tramite il suo carattere relazionale. Anche in questo campo, cio quello delia territoriali-t, la geografia si manifestara soltanto in questi ultimi anni, fatto ancora pi paradossale che per il potere. La territorialit, da tempo conosciuta ed esplorata dalle scienze naturali, non apparsa nelle scienze umane che una ventina di anni fa. Inoltre stata profondamente marcata dal pensiero biologico; lo possiamo notare nella definizione di Soja (1971): L'uomo un animale territoriale e Ja territorialit influenza il comportamento umano a tutti i livelli dell'attivit sociale.

    La definizione di Scheflen e.Ashcraft pi libera dal pensiero biologi-co: lo studio delia territorialit umana lo studio dei comportamento umano. Ci che certo, che la territorialit una nozione e non un conceito operativo. Preferisco alia definizione dei comportamentisti quella esposta in termini relazionali: la territorialit il sistema di relazioni che una collettivit, come pure un individuo che ad essa appartenga, intrattie-ne con 1'esterno e/o con l'alterit grazie a mediatori. Non pretendo che sia migliore di un'altra in quanto definizione reale; essa ha tuttavia il pre-gio di formulare il problema in termini relazionali dunque identici a quelli dei potere. La territorialit si pone cosi in rapporto omomorfico con il potere.

    Se prendiamo in considerazione unicamente la territorialit politica nel senso di Stanley D. Brunn, possiamo ammettere che i due modelli prece-denti sottendono modelli di territorialit. Questi modelli concernono si-multaneamente 1'esterno e 1'alterit. Cosi, per esempio, le brigate rosse hanno una territorialit che inevitabilmente stata studiata dalle autorit italiane per poterle combattere. Bench sia conosciuta male dal pubblico, possiamo senza sbagliare troppo, dedurre alcune regole generali dei rap-porti territoriali delle brigate rosse. Cosi pure per quanto riguarda la terri-torialit delia mafia e delia camorra. Finora, e le ragioni sono evidenti, la geografia politica non si interessata se non minimamente alie relazioni di potere terroriste e non democratiche e alie territorialit che ne risultano. Tuttavia, ad esempio, alcuni studi fatti in Italia da sociologi e da economi-sti sulla mafia e la camorra potrebbero servire da punto di partenza per nuove ricerche, la cui singolarit non escluderebbe un valore generale.

    Nei modello delle relazioni di potere in Marocco, la territorialit implicata direttamente visto che la regola 1'osservanza delia religione: la rottura in pubblico dei digiuno dei Ramadan un delitto punito dalla legge, secondo 1'articolo 222 dei Codice penale. La preghiera nelle scuole

  • 70 GEOGRAFIA POLITICA

    diventata obbligatoria per decisione del re 14. La territorialit condi-zionata da mediatori cultural! islamici che sono altrettanti codici favorenti un adeguamento alTambihte. Anche in questo caso, i vari tipLdi territo-rialit hanno probabilit specifiche d'occorrenza in un dato sistema.

    Ci che mi pare utile in questi modelli, non tanto la loro capacita esplicativa, posto che ne possano acquisire una, mediante la stima delle probabilit, quanto la loro capacit euristica. Sono modelli che permetto-no di ordinare una realt e di ordinaria pariendo da un materiale empri-co. D'altronde questi modelli danno Ia possibilita di trascrivere un sistema relazionale complesso in termini relativamente semplici; permettono pur, come mostra Greimas, il passaggio ad un modello economico introducen-do le nozioni di beneficio e di costo; infine, sempre a titolo di esempio, lasciano spazio alia introduzione delle nozioni di desiderio e di conflitto. Sono modelli formali che si devono considerare come macchine genera-trici di situazioni teoriche atte ad essere in seguito confrntate con situa-zioni reali. Si tratta di una procedura deduttiva in opposizione a quella induttiva usata in modo quasi esclusivo in geografia politica.

    Ibid.

  • PARTE SECONDA

    SBOCCHI MULTIDIMENSIONAL!