progetto autobiografie linguistiche cairoli

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Progetto Autobiografie Linguistiche Cairoli La classe Seconda linguistico 28 alunni 22 femmine e 6 maschi ; 6 alunni provengono da paesi stranieri (Romania, Kenya , Russia, Albania, Ungheria). Il modulo si svolge in 10 ore; 6 ore di francese e 2 ore d’italiano

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Progetto Autobiografie Linguistiche Cairoli. La classe Seconda linguistico 28 alunni 22 femmine e 6 maschi ; 6 alunni provengono da paesi stranieri (Romania, Kenya , Russia, Albania, Ungheria ). Il modulo si svolge in 10 ore; 6 ore di francese e 2 ore d’italiano . Le attività. - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: Progetto Autobiografie Linguistiche  Cairoli

Progetto Autobiografie Linguistiche Cairoli

La classe Seconda linguistico

28 alunni 22 femmine e 6 maschi ; 6 alunni provengono da paesi stranieri (Romania, Kenya , Russia, Albania, Ungheria).

Il modulo si svolge in 10 ore; 6 ore di francese e 2 ore d’italiano

Page 2: Progetto Autobiografie Linguistiche  Cairoli

Le attività

Realizzazione di un albero genealogico Interviste di un membro della famiglia che

parla un’altra lingua o dialetto Kit de survie : glossario che permette di

“sopravvivere” in una lingua/dialetto straniero

Interviste su un giocattolo al quale si era particolarmente affezionato nell’infanzia. Scrivere un testo dove si personifica l’oggetto

Visione del film Alemaya , analisi del film

Page 3: Progetto Autobiografie Linguistiche  Cairoli

A. L’albero genealogico

Fase dell’attività:

1. Ogni alunno ha presentato la propria famiglia in francese , raccontando un ricordo della propria infanzia legato alla lingua(canzoni, nomignoli, aneddoto ecc)

2. A partire di una scheda distribuita agli alunni , ognuno ha costruito il proprio albero genealogico

Punti di forza

1. Gli alunni hanno mostrato una grande curiosità per il racconto dei compagni. Gli alunni nati all’estero sono stati molto valorizzati in quanto conoscevano per alcuni 6/7 lingue.

2. La costruzione dell’albero genealogico ha permesso agli alunni di indagare sui propri antenati scoprendo per alcuni di loro le proprie radici.

3. L’albero ha permesso di visualizzare anche la differenza culturale tra famiglie ristrette e famiglie allargate.

Punti di debolezza

Proponendo la realizzazione di un albero tradizionale basati su legami famigliari, è risultato problematico per gli alunni provenienti da famiglie monoparentali; sarebbe quindi più opportuno costruire alberi centrati sui legami linguistici

Page 4: Progetto Autobiografie Linguistiche  Cairoli
Page 5: Progetto Autobiografie Linguistiche  Cairoli

B. Le Interviste

Fasi del’attività

1. Brainstorming in classe per individuare le domande da porre all’intervistato, 2. Ogni alunno individua la persona della sua famiglia da intervistare e realizza

una registrazione.

Punti di forza

1. L’alunno sviluppa le competenze per realizzare un’intervista dalla progettazione alla realizzazione

2. Valorizza la lingua e la cultura della propria famiglia

Punti di debolezza

1. Alcune interviste realizzate nella lingua madre dell’intervistato non sono state tradotte

2. Non sempre gli alunni sono riusciti ad fare emergere il vissuto degli intervistati

Page 6: Progetto Autobiografie Linguistiche  Cairoli

C. Il giocattolo dell’infanzia

Fasi del’attività

1. Si è chiesto agli alunni di identificare un giocatolo che è stato importante nella propria infanzia

2. In un primo tempo hanno raccontato in francese davanti ad un microfono perché era importante

3. In italiano hanno scritto una storia personificando l’oggetto

Punto di forza

1. Si è scelto di descrivere un giocatolo per evitare un coinvolgimento troppo personale e perché è sempre difficile denudarsi davanti ai compagni particolarmente a quest’età

2. In generale gli alunni sono riusciti a parlare di loro attraverso il giocattolo

Punto di debolezza

L’aspetto tecnico , a volte, è risultato difficoltoso

Page 7: Progetto Autobiografie Linguistiche  Cairoli

XHAFA

Babi

Sono una semplice foto, però valevo molto e venivo trattata quasi come un giocattolo e come tutti i giocattoli avevo un nome. Lei mi chiamava "Babi" che in albanese vuol dire "papà". Uarda aveva circa un anno quando sono stata scattata e sono l'unica di tutte quelle foto nella quale ci sono lei e suo padre ed è per questo, credo, di essere molto importante per lei.

Sono stata la cosa più preziosa che lei abbia avuto fino all'età di 5 o 6 anni, infatti quando era piccola sentiva molto la mancanza di una figura paterna, anche se a quell’età non credo riuscisse a comprendere cosa in realtà fosse. Mi ricordo benissimo che la sera quando sua madre la metteva a letto non riusciva ad addormentarsi senza di me. Allora sua madre mi metteva vicino alla sua testina e lei si calmava e mi stringeva nella sua manina quasi inconsciamente, a cercare un contatto o una risposta da parte mia o meglio da parte di suo padre. Col passare del tempo sono diventata meno presente nella sua vita e in un certo senso meno importante, ma non mi ha mai dimenticato e c'è sempre stato un momento per me nella sua giornata. Ad esempio quando tornava da scuola, veniva nella cameretta, mi diceva "Ciao" e mi dava un bacino; poi andava fuori a giocare con i suoi amichetti. Alla sera non aveva più bisogno di me vicino e di stringermi nella mano, però mi dava sempre la buona notte come se fossi una sorellina o un amica. Quando si è trasferita in Italia e si è riunita a suo padre, a sorpresa sono stata la prima cosa che ha messo in valigia e mi ha fatto molto piacere.

In questo momento ha il padre vicino e ha tutto quello di cui aveva e ha tuttora bisogno. In realtà io ho sempre avuto timore che questo giorno potesse arrivare perché ho sempre creduto che lei si sarebbe dimenticata di me. Invece non mi ha mai messa da parte, mi ha incorniciata e messa vicino al suo letto sul suo comodino. Mi dà ancora la buona notte e mi saluta tutte le mattine quando va a scuola; anche se non lo dice ad alta voce, so che lo fa, ne sono sicura perchè lancia sempre un'occhiata verso di me prima di uscire dalla stanza. Sarò sempre con lei quando avrà bisogno di me, quando sarà triste ci sarò io a consolarla; anche se non potrò darle una risposta, lei capirà da sola cosa deve fare. Ora ne sono veramente sicura, mi terrà per sempre con sé.

Page 8: Progetto Autobiografie Linguistiche  Cairoli

Il” Kit di survie”

Fasi dell’attività

1. Brainstorming per individuare quali sono le parole importanti da sapere in una lingua straniera per muoversi nella realtà altrui : si individua 5 tematiche

2. Divisione della classe in cinque gruppi : ogni gruppo idea un cartellone diverso incentrato su una singolo tema

3. ogni alunno s’informa sulla traduzione di ogni parola in 12 lingue/dialetti diversi presso gli altri compagni

4. Realizzazione grafica del cartellone utilizzando calligramma disegni ecc

Punto di forza

1. Sviluppa la capacità di lavorare in gruppo , 2. valorizza ogni alunno “poliglotta”,3. sviluppa la creatività , 4. stimola le competenze artistiche

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E. Alemanya

Fasi dell’attività

1. Visione del film al cinema (proposta dalla Provincia “arrivano i film”)2. Proiezione di in classe di 6 scene significative : discussione e analisi

Punto di forza

Sviluppa la competenza di lettura di un film , la capacità di esprimere il proprio parere , di confrontarsi con le opinioni altrui

Punto di debolezza

La scelta del film : mancano l’aspetto del confronto con le altre culture e soprattutto il tema dell’integrazione