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La Martinella – n. 1 - 2016 – 1 PARROCCHIA di FARRA di FELTRE Telefono 0439 302502 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BL La Martinella n. 1 - Febbraio - Marzo 2016 Le tre tappe della quaresima L a Quaresima potremmo definirla come un cammino penitenziale da farsi sulle orme di Colui che si fece pellegrino penitente per noi uomini e per la nostra salvezza. Con Lui possiamo programmare tre tappe, così sud- divise: il deserto e le tentazioni, la salita al Monte della Trasfigurazione, la salita al Calvario con l’arrivo al Tra- guardo della Risurrezione. PRIMA TAPPA: IL DESERTO E LE TENTAZIONI Gesù volle essere in tutto simile a noi, escluso il pec- cato. Accettò di essere tentato, come tutti gli uomini, dal principe del male. “Dì che queste pietre diventino pane: sfameremo il mondo intero...!” “Ti darò tutti i regni del mondo se prostrato mi ado- rerai...!” “Bùttati da questo minareto e verranno gli angeli a salvarti dalla cadu- ta...!” Le tentazioni sono riassunte in tutti i vizi capitali e in tutte le occasioni prossime del pecca- to. Come si è com- portato nella tenta- zione il Divino Peni- tente quaresimale? Ha fatto presente che il vero trionfo dell’uomo si riassu- me in due semplici parole: “Sta scritto!” La Parola di Dio è garanzia di verità, di pace interiore, di vera grandezza uma- na. Il peccato inve- ce, parola di Satana, non ha mai fatto fe- lice nessuno. Essere tentati è cosa comune a tutti gli uomini. Vincere la tentazione con la preghiera, il sacrificio, la fuga delle occasioni, è sorgente di merito e di sempre nuova grazia. Preghiamo: Padre Nostro, non permettere che ca- diamo nella tentazione. SECONDA TAPPA: LA SALITA AL MONTE DELLA TRASFIGURAZIONE Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li fa salire su un alto monte, in disparte, essi soli. E fu tra- sfigurato davanti a loro. I suoi vestiti divennero splen- denti, d’un candore straordinario. Nessuno sulla terra può renderli così bianchi. Gesù fa camminare i suoi amici; li fa salire e fa gode- re loro cose meravigliose. Par di sentire S. Paolo che dice: “occhio umano mai vide e orecchio mai sentì quello che io ho visto e sen- tito”. Ogni vero cristiano ha come programma di vita essere un tralcio attaccato alla Vite. La vita di grazia ri- chiede che ci stacchiamo dalle bassezze del mondo per BUON PELLEGRINAGGIO con GESÙ La Martinella gennaio 2016.indd 1 17/01/16 18:52

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La Martinella – n. 1 - 2016 – 1

PARROCCHIA di FARRA di FELTRE ● Telefono 0439 302502Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BL

La Martinellan. 1 - Febbraio - Marzo 2016

Le tre tappe della quaresima

La Quaresima potremmo definirla come un cammino penitenziale da farsi sulle orme di Colui che si fece pellegrino penitente per noi uomini e per la nostra salvezza.

Con Lui possiamo programmare tre tappe, così sud-divise: il deserto e le tentazioni, la salita al Monte della Trasfigurazione, la salita al Calvario con l’arrivo al Tra-guardo della Risurrezione.

PRIMA TAPPA: IL DESERTO E LE TENTAZIONI

Gesù volle essere in tutto simile a noi, escluso il pec-cato. Accettò di essere tentato, come tutti gli uomini, dal principe del male.

“Dì che queste pietre diventino pane: sfameremo il mondo intero...!”

“Ti darò tutti i regni del mondo se prostrato mi ado-rerai...!”

“Bùttati da questo minareto e verranno gli angeli a

salvarti dalla cadu-ta...!”

Le tentazioni sono riassunte in tutti i vizi capitali e in tutte le occasioni prossime del pecca-to.

Come si è com-portato nella tenta-zione il Divino Peni-tente quaresimale?

Ha fatto presente che il vero trionfo dell’uomo si riassu-me in due semplici parole: “Sta scritto!” La Parola di Dio è garanzia di verità, di pace interiore, di vera grandezza uma-na. Il peccato inve-ce, parola di Satana, non ha mai fatto fe-lice nessuno.

Essere tentati è cosa comune a tutti

gli uomini. Vincere la tentazione con la preghiera, il sacrificio, la fuga delle occasioni, è sorgente di merito e di sempre nuova grazia.

Preghiamo: Padre Nostro, non permettere che ca-diamo nella tentazione.

SECONDA TAPPA: LA SALITA AL MONTE DELLA TRASFIGURAZIONE

Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li fa salire su un alto monte, in disparte, essi soli. E fu tra-sfigurato davanti a loro. I suoi vestiti divennero splen-denti, d’un candore straordinario. Nessuno sulla terra può renderli così bianchi.

Gesù fa camminare i suoi amici; li fa salire e fa gode-re loro cose meravigliose.

Par di sentire S. Paolo che dice: “occhio umano mai vide e orecchio mai sentì quello che io ho visto e sen-tito”. Ogni vero cristiano ha come programma di vita essere un tralcio attaccato alla Vite. La vita di grazia ri-chiede che ci stacchiamo dalle bassezze del mondo per

BUON PELLEGRINAGGIO con GESÙ

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2 – La Martinella – n. 1 - 2016

salire la vetta della santità. Il mio vivere è Cristo.

Quante volte da ragazzi abbiamo cantato: “L’anima bianca ci colora il volto...”. La veste bianca battesi-male va lavata e portata immacolata davanti al tribunale di Dio.

Per questo il Signore ci ha regala-to un secondo Battesimo: la Con-fessione o Riconciliazione nell’An-no della Misericordia.

Si racconta che una Santa ebbe da Dio la possibilità di vedere un’ani-ma in grazia di Dio.

Fu talmente emozionata che si mise in ginocchio. Credeva di vede-re Dio. Il Signore spiegò che quella era una semplice creatura in grazia di Dio. Santa.

Camminiamo sulla strada che han percorso i Santi tuoi.

TERZA TAPPA: LA VIA DELLA CROCE E DELLA RISURREZIONE

La vita d’ogni uomo è sempre una salita, spesso dura e impegnativa. Senza sacrificio è impossibile piace-re a Dio. Solo attraverso la Croce si arriva alla gioia della Risurrezione. Si dice sempre, e bisogna insegnarlo ai più giovani, che la strada del Pa-radiso non è stata ancora … asfalta-ta. Nell’atto di speranza preghiamo così: “Spero dalla bontà vostra, per le vostre promesse e i meriti di Gesù Cristo la vita eterna e le grazie ne-cessarie per meritarla, con le buone opere che io debbo e voglio fare”.

Stare come Maria ai piedi della Croce per ricevere quella stilla di sangue di Gesù che da sola sarebbe bastata a salvare il mondo intero.

“Anima di Cristo, santificami; Corpo di Cristo, salvami, acqua del costato di Cristo, lavami, perché possa venire a te nella gioia della Risurrezione”.

A Pasqua si possa dire di ognuno di noi: “È risorto... Non è più quel-lo di prima.”

D. Vittorio

L’ACQUA SANTA

Nelle case va bene l’acqua di colonia; va bene anche un po’ di acqua minerale ma non dovrebbe mancare l’acqua santa.

Diario liturgico di FEBBRAIO

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La Martinella – n. 1 - 2016 – 3

Date importanti del mese di FEBBRAIO

CHE BEL CHE SARIE RICORDO DI DON DANIELE DI TRAVAGOLA

Prima che finisse il giorno dell’Epifania Don Daniele Vettorel ci ha lasciati. Era par-

roco di Travagola e del santuario da 52 anni. Nella foto è ritratto alla sinistra di Mons. Dalla Caneva e del Vescovo Giuseppe Andrich. Era il maggio 2014, alla conclusione della solenne processione decenna-le della Madonna di Travagola. Lo ricordiamo già indebolito ma con-tento e commosso per aver potuto portare a termine per la sesta vol-ta questa grande processionedella Madonna di Caravaggio. Nel 2013 aveva festeggiato con la comunità parrocchiale il suo 50° anno di “pa-store”. Era nato a Mugnai nel 1932. Ordinato sacerdote nel 1959. Poi tre anni di vicario parrocchiale alla Cattedrale e un anno a Pedavena, quindi la nomina a parroco. Lunga fedeltà! E grande amo-re alla parrocchia e alla Ma-donna. Grazie don Daniele! I funerali si sono svolti, con grande partecipazione di po-polo e di sacerdoti, a Pedavena il 9 gennaio, di mattina, come da suo volere ed è sepolto nel cimitero comune di Pedavena e Travagola. n

CIRCA LA PRIMA COMUNIONESulla preparazione dei bambini che per la prima volta incontreranno Gesù nella Comunione eucaristica e sull’impegno con il quale le loro famiglie sono chiamate ad accompagnarli verso questo incontro.

La vita cristiana, come la vita fisica, ha un suo sviluppo progres-sivo: essa inizia con il battesimo che, rendendoci partecipi della vita di Gesù, ci fa diventare figli di Dio; la vita cristiana poi cresce se viene alimentata: dalla preghie-ra che si apprende in casa, dall’a-scolto della Parola di Dio, che si

sente in chiesa, dalla grazia divina che ci è comunicata nei sacramenti. I sacramenti che si ricevono sono nell’ordine: la confessione, in cui incontriamo Dio Padre che ci per-dona; la Comunione eucaristica, nella quale Gesù in persona si fa nostro cibo; la Cresima nella qua-le lo Spirito Santo ci offre la forza per realizzare il proposito di vivere con impegno il nostro battesimo, trovando il nostro compito nella comunità cristiana.

Don Claudio Centa

LA VITA NUOVA NEL BATTESIMO

TURRIN MARTINO, figlio di Matteo e di Tamara Dal Zot, ha ricevuto il sacramento del Battesi-mo martedì 8 dicembre nella Santa Messa delle ore 10.

60° ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO

L’11 febbraio, Boscariol Almeri-co e D’Incau Teresa ricorderanno con gratitudine il 60° anniversario di matrimonio con i figli.

Don Daniele alla processione del decennale, nel 2014.

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4 – La Martinella – n. 1 - 2016

APERTURA ANNO SANTO A FELTRE

Sabato 19 dicembre, alle ore 18.30 nella concattedrale di Feltre, il Vescovo Giuseppe Andrich ha dato l’inizio del Giubileo nell’An-no Santo della Misericordia per tutte le parrocchie del Feltrino. Momento fondamentale di que-sto evento è stata la celebrazione dell’Eucarestia. Tanti i fedeli pre-senti, infatti nelle parrocchie era stata sospesa la Santa Messa vesper-tina per privilegiare la partecipa-zione a questo forte appuntamen-to. È stato l’inizio di un cammino di tutto un anno, che può portare frutti di conversione e di miseri-cordia dentro ciascuno di noi. La-sciamoci abbracciare dal perdono di Dio, dalla sua tenerezza di Pa-dre. Egli ci aspetta, ci incoraggia, ci aiuta a correggerci ed a progredire nella serenità che nasce da una fede sempre più profonda. Ivan

LA VOCE DEL PAPANel formidabile discorso tenuto a FIRENZE per il convegno decennale della Chiesa Italiana il Papa disse anche:

“A tutta la chiesa italiana rac-comando l’inclusione sociale dei poveri, che hanno un posto privile-giato nel popolo di Dio. L’opzione per i poveri è implicita nella fede in quel Dio che si è fatto povero per noi”.

Siamo a Firenze, città della bel-lezza. Quanta bellezza è stata mes-sa a servizio della carità! Penso allo Spedale degli innocenti, ad esem-pio. Una delle prime strutture ri-nascimentali creata per il servizio dei bambini abbandonati e madri disperate. Spesso queste mamme lasciavano, insieme ai neonati, del-le medaglie spezzate a metà, con le quali speravano, presentando l’altra metà, di poter riconoscere i propri figli in tempi migliori. Ecco,

dobbiamo immaginare che i no-stri poveri abbiano una medaglia spezzata. Noi abbiamo l’altra metà. Perché la Chiesa madre, in Italia, ha la metà della medaglia di tutti i suoi figli abbandonati, oppressi, affaticati”.

Vi raccomando anche, in maniera speciale la capacità di dialogo e di incontro. Dialogare non è negozia-re. Negoziare è cercare di ricavare la propria “fetta” della torta comu-ne. Non è questo che intendo. Ma è cercare il bene comune per tutti, pensare alle soluzioni migliori per tutti. Ricordatevi inoltre che il modo migliore per dialogare non è quello di parlare e discutere, ma di fare qualcosa insieme, di costrui-re insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà.

“Faccio appello soprattutto a voi, giovani, perché siete forti”[...] su-perate l’apatìa [cioè l’indifferenza e la svogliatezza]. Vi chiedo di essere costruttori dell’Italia, di mettervi al lavoro per una Italia migliore. Per favore, non guardate la vita dal balcone, ma impegnatevi, immer-getevi nell’ampio dialogo sociale Le mani si alzino verso il Cielo [...]

ma lo faccia-no mentre edificano una città.

Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambiamen-ti, quanto un cambiamento d’epoca. Le si-tuazioni che viviamo oggi pongono sfi-de nuove a volte difficili da compren-dere. Questo nostro tempo richiede di vi-vere i proble-mi come sfide e non come ostacoli. Il Si-gnore è attivo e all’opera…

Voi dun-que uscite per le strade

e andate ai crocicchi: tutti quelli che troverete, chiamateli, nessuno escluso. Soprattutto accompagnate chi è rimasto al bordo della strada [...]

Dovunque voi siate, non costrui-te mai muri, né frontiere, ma piazze e ospedali da campo.

Desidero una chiesa lieta […] che comprende, accompagna, accarez-za. Sognate anche voi questa chiesa. […] Sebbene non tocchi a me dire come realizzare oggi questo sogno, permettetemi solo di lasciarvi una indicazione per i prossimi anni: in ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione [...] cercate di avviare in modo sinodale un approfondi-mento della “Evangelii Gaudium”, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni.

E noi a Farra cercheremo di farlo con tutti coloro che lo desiderano.

I LUOGHI DEL PERDONO E DELL’INDULGENZA

Ogni giorno, dalle 8 alle 11 e dal-le 17 alle 19 sarà possibile accostar-si al sacramento della Confessione in Duomo a Feltre. E pure tutti i giorni al Santuario dei Santi Vitto-re e Corona. n

Belluno 13 dicembre: il vescovo apre la porta santa per tutta la diocesi di Belluno-Feltre.

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La Martinella – n. 1 - 2016 – 5

RICORDIAMO LE DATE DELLA CELEBRAZIONE DEI SACRAMENTI DELLA CRESIMA E DELLA PRIMA COMUNIONE:

SABATO 2 APRILE alle 17 Conferimento del sacramento della Cresima.

DOMENICA 3 APRILE alle 10Santa Messa di prima Comunione.

Date importanti di MARZO

Direttore di redazione:Don Virginio De Martin, Parroco

Resp. ai sensi di leggeDon Lorenzo Dell’Andrea

Iscrizione Tribunale di Belluno n. 14/2001Stampa: Tipografia Piave S.r.l. (BL)

Diario liturgico di MARZO

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6 – La Martinella – n. 1 - 2016

NATALE…IN AMICIZIA!!!Ripensando alla recita natalizia

Guardando le foto dei nostri bambi-ni, che scorrevano

nel video che ha introdot-to la recita di Natale alla scuola dell’infanzia (era la sera del 16 dicembre), mi è venuto naturale pen-sare: “Certo che lì i nostri figli stanno proprio bene, hanno un bel gruppo di amici, sono felici!” Anche l’emozione e le lacrime di “pesciolini” e “pulcini” all’avvio della serata sono andate presto stemperan-dosi davanti alle immagi-ni familiari del loro am-biente scolastico e dei loro compagni di classe. Tante volte noi mamme vorrem-mo essere delle formichi-ne per poter vivere assie-me ai nostri piccoli tutta la loro giornata, magari perché li lasciamo sulla porta d’entrata del salone un po’ titubanti e qualche volta anche in lacrime e quindi ci assalgono tutti i dubbi possibili. Invece, poi, scopriamo che stan-no tracciando lentamente il loro cammino di cresci-ta, con l’aiuto di maestre preparate, decise e crea-tive, ma anche affettuose e comprensive. La recita è stata un bel momento di festa, predisposto con cura ma anche pazienza, rispettando i tempi e la

semplicità dei bambini. È stata anche un’occa-

sione di incontro per noi genitori, preparata già dall’inizio dell’Avvento con serate dedicate agli addobbi della scuola e alle prove dei canti natalizi. Ho apprezzato questi mo-menti serali, ringraziando chi ci ha invitato e solleci-tato ad uscire di casa, pur dopo una giornata per noi e per loro già impegnati-va, perché alla fine ciò ha portato a tutti il dono di nuova amicizia ed anche il desiderio di collabora-zione.

Ho apprezzato anche la disponibilità del gruppo alpini, che hanno accom-pagnato Babbo Natale e sono sempre pronti a ve-nire incontro alle neces-sità della scuola. È bello avere la certezza che den-tro la scuola e accanto ad essa ci sono molte perso-ne che, con carismi diver-

si e spesso nascosti, lavo-rano tutte per gli stessi obiettivi: dalle insegnanti alle suore, dal direttivo, ai rappresentanti di classe, dalla cuoca alle ragazze che l’aiutano, dai volon-tari a tutti coloro che quando si comincia a fare un elenco rischiano di re-stare fuori…

Forse mia figlia si è esibita in filastrocche e canzoncine di più a casa

nei giorni precedenti che durante la serata, perché, come mi spiega ogni vol-ta: … “Voglio anch’io go-dermi lo spettacolo dei miei amici!!…” E va bene così. E allora ho vissuto anch’io la recita come fosse il grido di gioia di una scuola che in amicizia vuole farsi gli auguri di Natale, ma soprattutto di buon cammino insieme.

Una mamma

LE NOTIZIE DELLA SCUOLA DON BOSCO

16 dicembre: la recita di Natale.

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La Martinella – n. 1 - 2016 – 7

PER DIVENTARE UNA COMUNITÀ EDUCANTE

Carina Rossa, psico-pedagogista, mem-bro della Commis-

sione centrale per la Tutela dei minori ricordava che Chiara Lubich, fondatrice del grande Movimento dei Focolari, era in prima per-sona un’esperta e aveva a cuore i bambini. A partire dai suoi primi scritti del 1966 che riguardano l’in-fanzia, sottolineava l’im-portanza della formazio-ne di chi si prende cura di loro, e del coinvolgimen-to della comunità locale: ‘Tutti vanno coinvolti’, scriveva. Educare i bambi-ni è un compito delicato e di grande responsabilità. “Per educare un bambino ci vuole un villaggio”, dice un proverbio africano. Per tanto tempo abbia-

mo invece lasciato questa ‘patata bollente’ solo agli incaricati, mentre il com-pito formativo deve esse-re assunto da tutti. Serve quindi l’impegno di tutti e le “Linee Guida” della nostra Scuola don Bosco si muovono proprio in questa direzione. n

DONNE, NON RITARDATE LA MATERNITÀ!

Dati rilevati da un’intervista a Nicoletta Di Si-

mone - Docente di gine-cologia e ostetricia all’u-niversità Bicocca di Mi-lano.

Nel 2014 l’Italia ha raggiunto la crescita zero.

Il numero di decessi supera enormemente il numero dei bambini che nascono. Soprattutto nei paesi di montagna si è or-mai molto al disotto della soglia di non ripopola-

mento. Ma anche l’I-

talia intera è ar-rivata quest’an-no alla soglia di “non sostituzio-ne”: basta ve-dere il confron-to tra i nati di 50 anni fa, nel 1964, quando le nascite furono di 1.016.124 e i nati del 2014 furono 509.000, compresi i figli nati dagli immi-grati.

Certo, antici-pare la maternità richiede un cam-bio di mentalità e di priorità. Un ritorno alla fidu-cia nella vita fa-miliare. n

LA PAROLA AI RE MAGIEra la festa dell’Epifania il 6 gennaio scorso, giorno dell’infanzia e giorno della benedizione dei bambini

Entrati in chiesa, accompagnati dal canto del Gloria,

abbiamo dovuto fare un enorme sforzo per non ri-dere. Sentivamo gli sguar-di curiosi puntati su di noi, che non aiutavano certo a mantenere la se-rietà, ma per i nostri bam-bini e per il Bambino noi re magi faremmo questo e altro; perché allo stesso tempo avvertivamo anche la solennità del momento. E così anche quest’anno siamo arrivati ad adorare Gesù, ma la cosa più bel-la è stata trovare la chiesa piena di persone di cui, oltre una cinquantina, erano bambini. Bisogna ammettere che i genitori sono stati bravi a portarli e i piccoletti e trattenere la loro vivacità per tut-ta la celebrazione fino a che non è arrivato il loro momento. Infatti, prima per la benedizione e poi per la consegna dei doni, sono tutti accorsi ai piedi dell’altare accogliendo e

vivendo queste due pro-poste pensate e preparate su misura per loro. Han-no ricevuto la benedi-zione dei sacerdoti come un dono personale fatto da Gesù e accettato con gratitudine il pacchetto offerto, sbirciando con curiosità quelli strani si-gnori venuti da lontano. La festa dell’Epifania è sempre più un appunta-mento di grande impor-tanza dedicato ai nostri bambini che saranno un giorno il futuro della nostra comunità parroc-chiale, ma che per cresce-re ed avvicinarsi alla fede hanno bisogno di venire trattati nel modo giusto, senza affrettare le tappe e sapendo che innanzitutto con loro serve pazienza e un po’ di humor.

I Re Magi

Si ricorda che sabato 6 febbraio ci sarà la festa di carnevale nel sa-lone della birreria di Pedavena, dalle 14,30 alle 1630.

Dal mese scor-so si raccolgono le iscrizioni per il nuovo anno 2016-2017, anche per la sezione primavera (2-3 anni).

Contra’ di Bariola: l’ultima scena del presepio (gita ai presepi pagina 9).

I bambini in attesa dei doni dopo la Messa dell’Epifania.

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CAPITELLO RIPRISTINATO

Domenica 6 dicembre, dopo la Santa Messa delle ore 10, un bel numero di persone

si sono recate, quasi processional-mente, in via Madonetta per la be-nedizione del capitello ripristinato ad opera di alcuni volontari che si sono impegnati in prima perso-na per far rivivere questo segno di fede e di fiducia a Maria, Madre della Misericordia. Col passare de-gli anni e per l’incuria dell’uomo quell’edicola andò perduta.

Una partecipazione dai numeri quasi inaspettati.

Tante le persone da ringraziare: dagli encomiabili volontari promo-tori alla famiglia Cossalter per aver concesso l’assenso a questo ripristi-no; agli Alpini di Farra per la loro presenza a tutte le manifestazioni importanti che interessano la vita della nostra parrocchia, e all’artista Franca De Toffoli per aver realiz-zato e donato il quadro intitolato “Maria Mater Misericordiae”, in ri-cordo dell’Anno Santo. Ora si com-prende di nuovo il nome della via.

Ivan

ATTUALITÀ

IL MONDO È IN FIAMME E NOI LO ARMIAMO

È il titolo di un eccellente e do-cumentatissimo numero di CITTÀ NUOVA. L’Italia è tra i primi for-nitori di armi a livello mondiale.

È urgente pensare ad una ricon-

versione produttiva delle fabbriche di armi.

IL MERCATO ITALIANO DEL SOSTEGNO ALLE GUERRE

In questi 25 anni i sistemi milita-ri italiani sono stati esportati a ben 123 nazioni, tra cui alle forze arma-te di regimi autoritari di paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto, la Libia, la Siria, Kazakistan e Turkmenistan, a paesi in conflitto come India, Pakistan, Israele ma anche la stessa Turchia, fino a paesi con un indice di svilup-po umano basso come il Ciad, l’E-ritrea e la Nigeria. I dati sono con-tenuti nel dossier di ControllArmi,

presentato ieri [9 luglio 2015] in occasione del 25 anni della legge 180/90.

Preoccupanti sono le zone geo-politiche di destinazione: se pri-meggiano i paesi dell’UE (più di 19,4 miliardi di euro pari al 35,9%), sono però di assoluto rilievo anche le autorizzazioni per esportazioni di sistemi militari verso le aree di maggior conflittualità del mondo come i paesi del Medio Oriente e Nord Africa (MENA) che nell’in-sieme superano i 12,5 miliardi di euro (23,2%) e dell’Asia (8,3 mi-liardi pari al 15,4%). Ai paesi del

Nord America sono stati esportati armamenti per 5 miliardi (9,3%) mentre ai Paesi europei non-Ue (tra cui la Turchia) per oltre 3,8 miliardi (7,1%).

«I numeri non mentono – sot-tolinea Giorgio Beretta analista di OPAL Brescia – e se nel quinquen-nio 2005-2009 è stata l’Unione Europea ad essere l’area di maggior vendita delle armi italiane, in quel-lo successivo il primato è invece andato al Medio Oriente e al Nord Africa.

Se ci limitiamo agli ultimi cinque anni – conclude Beretta – ai primi posti ci sono Algeria, Arabia Saudi-ta ed Emirati Arabi, con il solo in-serimento degli onnipresenti Stati

Uniti al terzo posto. È chiaro dun-que in che direzione stiano andan-do gli affari dell’esportazione mili-tare italiana».

Le prime Relazioni consegnate al Parlamento riportavano con preci-sione, e in un chiaro quadro sinot-tico, il sistema d’arma esportato per quantità e valore, la ditta pro-duttrice e il paese destinatario, oggi non permettono più di conoscere le armi effettivamente esportate ver-so i diversi paesi acquirenti. Inoltre nel corso degli ultimi anni è stato reso impossibile conoscere le singo-

le operazioni svolte dagli istituti di cre-dito: un fatto che ha favorito soprattutto i gruppi bancari este-ri – come BNP Pari-bas e Deutsche Bank – ma anche i nostri, come, in misura mi-nore dei tedeschi e dei francesi, Unicre-dit e San Paolo e In-tesa. n

Nicchia e quadro del capitello ripristinato in via Madonetta.

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La Martinella – n. 1 - 2016 – 9

LA GITA AI PRESEPIAnche quest’anno un bel

gruppo di parrocchiani ha partecipato alla gita ai pre-

sepi.La nostra prima tappa è stata dai

Padri Scalabriniani a Bassano, dove viene rappresentata la storia del-la salvezza partendo da Adamo ed Eva, fino alla Pentecoste.

Tutti noi siamo rimasti affascina-ti dalla cura con cui sono state re-alizzate le varie scene, dagli sfondi suggestivi alle immagini che com-parivano e scomparivano.

Il momento più toccante del no-stro viaggio è stato sicuramente la sosta sulla tomba di Santa Bakhita a Schio: una suora Canossiana del po-sto ci ha raccontato con passione le vicende di questa bambina sudane-se, rapita all’età di nove anni da dei mercanti arabi di schiavi. Dopo es-sere stata venduta innumerevoli vol-te nei mercati africani e aver subito torture indicibili, che la perseguita-vano anche nei suoi sogni in punto di morte, è stata acquistata dal vi-ceconsole italiano, che l’ha portata con sé in Italia e donata alla famiglia di un suo amico per accudirne la fi-glia neonata.

Qui Bakhita è entrata in contatto con le suore Canossiane di Venezia e, davanti all’immagine di Cristo crocifisso, che le era stata donata, ha capito che la forza che le aveva permesso di superare tante prove e sofferenze veniva da Dio, che l’ave-va protetta e accompagnata anche se lei non Lo conosceva ancora. Ha deciso quindi di farsi suora per de-dicare tutta la sua vita a servire “el Paron”.

Non siamo solo rimasti colpiti dalla storia di Bakhita, ma soprat-tutto dalla sua grande bontà, dal fatto che non provava alcun rancore verso i suoi persecutori e dalla sua grande fiducia nella misericordia di Dio.

Dopo il pranzo as-sieme e la visita al Sa-crario del Pasubio sul colle di Bellavista, ci siamo divertiti ad an-dare per le strade di

Contrà Bariola (Valli del Pasubio) ammirando le statue a grandezza naturale che rappresentavano la Natività nel contesto della vita quo-tidiana del paese. I personaggi (se-moventi) erano talmente realistici che qualcuno aveva la tentazione di pizzicarli per vedere se erano veri.

Dopo una breve sosta a Marosti-ca, siamo ripartiti verso casa, felici per aver trascorso una così bella giornata tutti assieme, con gli occhi pieni di bellezza e il cuore colmo di gratitudine. Un giovane

LA NOSTRA SCHOLA CANTORUM

La nostra Schola Cantorum è sta-ta particolarmente impegnata e atti-va anche in questi ultimi mesi. Nelle feste di Cristo Re (22 novembre), dell’Immacolata e delle festività Na-talizie, aggiungendovi anche varie manifestazioni corali impegnate, come il bellissimo concerto di San-ta Cecilia eseguito con la Schola Cantorum di Seren del Grappa e un gruppo strumentale e il Concerto dell’Epifania nel Duomo di Feltre. Una delle apprezzate caratteristiche del nostro coro è la sua sensibilità liturgica, che sa accompagnare le feste aiutando la comunità cristia-na a viverle nel loro vero spirito. È il frutto dei parroci predecessori che hanno trasmesso ai coristi il gusto e l’attenzione alle peculiarità di ogni tempo e festa liturgica. L’Organista di riferimento, resta il maestro Pio Sagrillo, impareggiabile e sicuro,

sempre ben sintoniz-zato con il direttore Ivan Dalla Marta e il gruppo. Purtroppo capita che non possa essere presente in talu-ne circostanze, perché contemporaneamente impegnato nella par-rocchia del Duomo a

Feltre. Tutti si augurano che possa continuare a dedicarsi alle liturgie nella nostra chiesa, particolarmente per le grandi giornate del triduo pa-squale. n

CONCORSO PRESEPI NATALE 2015

Anche quest’anno un gruppo di giovani animatori ha organizzato il concorso presepi, aperto ad adulti e bambini di qualsiasi età, che ha avu-to quasi 20 partecipanti.

Il tema proposto è stato “Apriamo le porte del cuore a Gesù che viene” in linea con l’anno Santo della Mise-ricordia annunciato da Papa France-sco. Ogni partecipante ha interpre-tato a modo proprio questo tema in-serendo nel presepe porte a forma di cuore, biscotti-cuore che creano una strada che porta a Gesù, cartelloni, disegni e molte altre fantastiche idee tutte degne della vittoria… Infatti la commissione si è trovata in difficoltà a scegliere dei vincitori… Ma ce l’ha fatta e mercoledì 6 gennaio dopo la S. Messa delle ore 10.00, resa ancor più solenne dall’arrivo dei Re Magi, che hanno portato dei doni a Gesù e ai numerosi bambini presenti, si è tenuta la premiazione. In questa oc-casione a tutti i concorrenti è stato consegnato un attestato di parteci-pazione e un regalino, inoltre sono stati premiati i primi tre classificati (1° Stefano Bortot, 2° pari merito Sofia Dal Magro e Margherita Mala-carne e 3° Gioia e Ginevra Del Fab-bro). Inoltre è stata premiata Sabrina Toigo per aver espresso nel miglior modo il tema proposto, Filippo Ma-rin per aver realizzato il migliore pa-esaggio ed Emma Curto per il lavoro personale impiegato per la realizza-zione del presepe.

Ringraziamo di cuore tutti colo-ro che hanno partecipato e invitia-mo tutti coloro che non ne hanno preso parte a partecipare alla pros-sima edizione!

La Commissione

Il gruppo dei gitanti all’ossario del Pasubio.

La premiazione del concorso presepi.

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FACEBOOK IN FAMIGLIA

«Come genitori, come possiamo monitorare i nostri ragazzi di 11 e 13 anni che vogliono crearsi un pro-prio profilo su Facebook?».

Santina e Claudio

Gli esperti ci dicono, da più parti, che la scelta migliore in questo caso, quando in famiglia ci sono ragaz-zi preadolescenti e adolescenti, sia quella della “fiducia responsabiliz-zata”. Ciò significa l’impegno dei ge-nitori nel negoziare coi ragazzi la fi-ducia da dare loro quando sono alle prese con le nuove tecnologie. Come genitori è indispensabile poter avere la possibilità di essere compartecipi e a conoscenza di ciò che viene scritto su Facebook o sull’ormai diffusis-simo Whatsapp e degli amici con i quali sono collegati i propri ragazzi.

La pagina di Facebook o i con-tenuti di Whatsapp dovrebbero essere visualizzabili da tutti in famiglia. La scelta della non se-gretezza, ribadiscono gli studiosi, sintetizza al meglio la giusta ne-goziazione tra le esigenze di fidu-cia, che i ragazzi hanno il diritto di pretendere dai genitori nel po-ter accedere a questi newmedia, e l’altrettanto essenziale bisogno di trasparenza e sincerità che i ragazzi devono poter garantire in famiglia nello sviluppo delle loro relazioni virtuali. La decisione per la non segretezza deve essere una scelta educativa dei genitori da motivare in famiglia, con serenità, competenza e costanza.

In un contesto di “fiducia respon-sabilizzata”, sarà molto più facile, se ce ne fosse bisogno. intervenire in modo diretto. L’importante sarà poi poter motivare questa azione di controllo ai ragazzi stessi. Le responsabilità, lo sappiamo bene, dobbiamo prendercele anche noi, come genitori ed educatori: se si rendesse necessario anche leggendo ciò che i ragazzi scrivono, motivan-done la decisione, con la stessa tra-sparenza e chiarezza di quella che si chiede a loro. Sarà possibile che si arrabbino, ma certamente non pen-seranno di avere dei genitori falsi, diffidenti o indifferenti alla loro educazione.

Maria Rosa Pagliari su CITTÀ NUOVA 2015

“ADOLESCENZA... CHE GRAN CONFUSIONE”

Sostenere che l’adolescenza sia un periodo di passaggio dall’età infantile all’età adulta

risulta particolarmente riduttivo. Bisognerebbe primariamente capi-re cosa significa essere adolescente, quando inizia e quando finisce l’a-dolescenza? Gli adolescenti si sen-tono tali?

In generale questo periodo offre particolari opportunità: si comin-ciano a non condividere le idee della famiglia e si seguono di più quelle dei pari, si respirano i primi spiragli di libertà, si può uscire la sera, a quattordici anni pure fare la patente per il motorino, ci si può vestire come si vuole e si comincia-no a compiere scelte importanti.

Dall’altro lato questo passaggio può fare “paura”: i cambiamenti fisici e psicologici, la scelta di una scuola superiore, la voglia di sentirsi grandi, ma essere in realtà “piccoli”.

La caratteristica principale dell’a-dolescenza è la confusione e i disagi che si possono sperimentare sono molti, ma primo fra tutti vi è la so-litudine. Ciò spiega perché i ragazzi dovendo trovare la loro strada cer-

cano gli amici che li accompagnino in essa. Il gruppo dei pari è impor-tante, con loro c’è il divertimento e la spensieratezza, ma quando il ragazzo, poi, si trova davvero in difficoltà si rivolge comunque alla famiglia.

Oggi inoltre la solitudine diven-ta un fenomeno paradossalmente molto più presente di un tempo. Abbiamo cellulari, internet e social network e spesso confondiamo la vita online con quella vera (detta offline).

“Perché stai sempre chiusa in ca-mera e non vai più a fare i compiti da Lucia?” chiede una madre alla figlia.

“Io vedo tutti i giorni Lucia e fac-ciamo i compiti insieme via skype o facebook!”risponde la figlia.

I social network sono dei mezzi eccezionali che ci consentono di ri-manere in contatto con le persone lontane in modo molto semplice e veloce, ma allo stesso tempo, se mal utilizzati, possono sostituirsi alle relazioni sociali vere ed è questo che dobbiamo evitare per non esse-re soli.

I ragazzi, anche molto giovani, sono veloci ed utilizzano senza pau-ra le nuove tecnologie; l’importan-te è approcciarsi ad esse con intelli-genza e non farsi dominare da esse.

L’adolescenza è un periodo unico

LAUREEELISABETTA CURTO Laurea in Psicologia Cli-

nica presso Università degli Studi di Padova, titolo tesi: “The assessment of cognitive abilities in typical development and in children with Specific Learning Disorders”. Discussa il 26 ottobre 2015 con votazione di 110 e lode su 110.

La ricerca si è svolta grazie all’utilizzo di un nuovo stru-mento che ha come obiettivo la valutazione processuale di memoria ed attenzione. Tale mezzo molto simile ad un gioco, è stato creato allo scopo di non penalizzare nella somministrazione alcun soggetto con problema di comunicazione o disturbo specifico di apprendimento. 

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nella vita, in cui i ragazzi cercano di conformarsi e ribellarsi alla società contemporaneamente, da qui emer-ge la tematica della confusione.

Posso concludere con una frase a me cara di autore anonimo: “Un adolescente normale non è un ado-lescente normale se si comporta in modo normale”.

Elisabetta Curto

IL NOSTROPRESEPIO

Non aveva la pretesa di com-petere con quelli visitati, realizzati con altre finalità

e altri spazi e collaborazione diretta di artisti professionisti. Ma era bello per tanti motivi: l’originalità, l’idea, la collaborazione, la passione e la re-alizzazione effettuata: dal primo le-gno, dalla prima scorza di albero rac-colta, dal primo filo elettrico, dalla prima tela, dalla prima lettera scritta a matita e poi colorata, fino all’ulti-mo ciuffo di muschio posato accanto a Maria e Giuseppe nella mangiatoia su cui fu deposto il Bambino Gesù: tutto è stato costruito dai giovani. La scritta era in sintonia con l’Anno della misericordia: invitava ad aprir-

si alla Misericordia di Dio, perché la nascita di Gesù è la prova diretta che Dio ci ama e ci insegna ad amarci. L’ideatore e l’operatore principale è stato Stefano T. con i collabora-tori (ordine alfabetico) Alberto R., Giancarla B., Giovanni D.C., Giu-seppe D.L., Giustino A., Ernesto, Loris T., Maria R., Romeo D.M. e il gruppo Giovani ed altri che hanno contribuito indirettamente. La foto appiattisce il bel “lavoro” e non può trasmettere l’atmosfera, né suscita-re i pensieri e le considerazioni che invece suscitava in chi si fermava a

contemplarlo in silenzio. Ma era doveroso ricordar-lo sulla Martinella per dire “Grazie” a tutti, da parte della comunità. n

PARLA L’OROLOGIO

1. Sono fratello del ca-lendario e figlio del tempo.

2. Dal mio deposito di ore e di minuti si forma l’eternità.

3. Le mie ore e i miei minuti sono uguali per ricchi e poveri.

4. Che ogni mia ora non sia per te un’ora di più ma qualcosa di più nella vita.

5. Il tempo è denaro, è vero, ma questo te lo può sempre prestare qualcuno; quello nessuno.

6. Dividi bene le tue ore di lavo-ro, di riposo, di svago: è sapienza.

7. È virtù la precisione negli ap-puntamenti; l’esattezza è una forza.

8. Ci sono ore e minuti che riem-piono tutta una vita. Però sei tu che le crei.

9. Nelle battaglie della vita non mancare di caricare l’orologio.

10. Insegna a tuo figlio a leggere prima il mio quadrante, poi il silla-bario.

Joseph

PRONOSTEGO 2016Meio mètere subito in ciaro anca el 2016 scomissia da Zenaro,dopo vegnerà Febraro co’ 29 zorni,co’ fredo che no se scalda gnanca i forni;

po’ pian-pian vegnerà vanti Marsoe l’Aprie col gèo, se spera scomparso.Mesi e staion no gira mai sbaliai,i ze i servei dea zente che ze alterai:

cativeria, superbia, invidia e discordia quando doveria regnare a Misericordia.Caro Francesco, te disi: via tute e frontiere …a sarà dura, co tuti che vol prevaère.

Governi che varda interessi e fa i duri,altro che misericordia… se alsa novi muri!Tanta pora zente che scampa da guere e fame,i riva impacài peso del bestiame.

Sucede fati in giro che ze alucinantise copa inocenti… robe infamanti!Bisogna darghe on taio a massacri e stragia serti servei ghe vorìa almanco tre lavagi!

No gavarìa tanta voia de schersare ma fasso sto sforso, sensa esagerare.Come el sòito vago sora el ponàro e come el soìto ghe vedo poco ciaro.

Ze ani che ve dago e stesse esortassionquando che penso me vien parfin el magòn.Vardè che vedo tanto tòrbio e tanto nero,el sarà on domiesedese pitosto austero;

l’è on ano altretutto longo… bisesto,par tuti l’è sempre stà tanto indigesto,se spendarà de pì par metano e corente pi de mìe euro o ghe ‘ndemo ‘rente.

Despiase pà noaltri miseri pori cani,pai putei, pai barboni, pai ansiani.Intanto ve saludo, stè ben tuti quanti,forsa e coraio, parché bisogna tirar vanti!

El Mago Boscariol

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Dalla mattina della Resurrezione i secoli sono passati in un baleno.Sono sorti e tramontati imperi, sono scomparse intere civiltà; rivoluzioni militari, rivolgimenti sociali e politici hanno cambiato l’assetto stesso del nostro mondo. Ma quella piccola comunità di pescatori fondata dall’ebreo Gesù della cittadina di Nazareth, la sua chiesa, si erge tuttora, come uno scoglio saldo in mezzo a un mare in continuo movimento.E quel credo, professato nei primi giorni da poche decine di persone, muove oggi un miliardo di abitanti del nostro pianeta che parlano le lingue più diverse, e ha dato origine a innumerevoli forme di cultura.

Quando l’annuncio del van-gelo, come un vento fresco, fece irruzione nel già fati-

scente mondo antico, esso portò la speranza agli avviliti e ai disperati, ridiede loro energia e vita. Il cri-stianesimo ha fuso in sé la sapienza di Atene e le attese dell’Oriente al sogno romano di una «pax» uni-versale; ha condannato gli oppres-sori, ha elevato a una nuova dignità la donna, ha provocato lo sradi-

camento della schiavitù...

Più tardi, nei giovani stati dell’Occidente chiamati «bar-bari» dai roma-ni, esso fu la base della civilizza-zione e della cul-tura, inducendo la forza bruta a cedere all’auto-rità morale e spi-rituale. Pian pia-no, il «lievito» cristiano diven-ne in Europa e nel Nuovo Mon-do fonte di un dinamismo asso-lutamente sco-nosciuto a tutti i cinquantamila anni preceden-ti dell’esistenza dell’uomo. Lun-go la sua storia, il cristianesimo ha attirato a sé persone appa-rentemente del tutto diverse: dagli schiavi di Roma a Dante, da Dostoevskij

ai pastori no-madi africani. Esso ha infu-so coraggio ai martiri del Co-losseo, forza ai suoi confessori del XX (e XXI) secolo.

In ogni epoca l’uomo ha sco-perto nel Nuo-vo Testamento delle vene ine-

sauribili di creatività, e se i primi seguaci di Gesù Cristo erano dei semplici pescatori galilei, in seguito davanti alla sua croce si sono pro-strati gli spiriti più elevati di tutti i popoli. All’alba del terzo millennio il vangelo, che racconta la vita terre-na di Cristo, è tradotto in millecin-quecento lingue ed è letto in tutto il mondo senza mai cedere il posto, quanto a popolarità, alle opere più celebrate del genio umano. Anche quando molti cristiani hanno di-menticato “di che spirito» erano, e il loro tradimento dei comandi del maestro ha armato contro la chiesa una moltitudine di nemici, il vange-lo, in modo a volte impercettibile, continuava ad agire nelle persone. I più alti ideali umani di giustizia, fratellanza, libertà, abnegazione e dedizione agli altri, la fede nella vit-toria finale del bene, il valore della persona umana, in una parola, tutto ciò che si oppone alla tirannia, alla menzogna e alla violenza, attinge, sia pure a volte in modo inconsape-vole, alla fonte dell’acqua viva evan-gelica.

Tempeste e bufere si sono abbat-tute sulla chiesa, pericoli esterni e interni le hanno teso vari agguati. Nonostante tutto, essa ha tenuto, ha superato tutte le battaglie e le crisi della sua storia.

Il mistero di tale sua invincibilità sta nella persona stessa del suo fon-datore, nel figlio dell’uomo, il qua-le, come dice Paolo, «ieri, oggi e per i secoli è sempre lo stesso». Il cieco intelletto umano anela alla gran-dezza esteriore, si prostra dinanzi alla forza visibile; ma non è questo ciò che offre all’uomo il vangelo. «Noi predichiamo un Messia cro-cefisso. Il cristianesimo annuncia a tutti come salvatore un Dio umilia-to, un Dio che si è fatto piccolo agli

LA STORIA CHE SFIDA IL TEMPO

STAT CRUX DUM VOVITUR ORBIS

Sta salda la croce tra gli sconvolgimenti del mondo

Oswald Spengler (1880-1936) tra la prima e la seconda guerra mondiale ( che lui non vide) scris-se un libro che fece discutere a lungo tantissimi in-tellettuali. Si intitolava Il tramonto dell’Occidente. Secondo la sua analisi, come tutte le altre civiltà, anche quella occidentale è destinata all’estinzione e già nel XIX secolo, secondo Spengler, è entrata nella sua fase di “decadenza” con il ritorno a mo-delli culturali già morti. L’ultimo periodo della civiltà occidentale viene descritto da Spengler, già negli anni venti (1920), come caratterizzato dal dominio del denaro e della stampa, intellettual-mente povero e politicamente fragile, che resiste alla sua fine solo per mezzo del cambiamento con-tinuo di modelli di riferimento, ma comunque sempre privo di speranza. n

Anche in Medio Oriente la croce sfida i tempi.

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occhi di «questo mondo». Chiunque ha incontrato Gesù Cristo sa che l’uomo non è un viandante solitario che nessu-no può chiamare nel deserto nero del cosmo, ma un figlio di Dio, che partecipa con lui a realizzare i suoi disegni eterni.

Il «silenzio terribile del nulla» non esiste più: in tutto è la luce di Cristo, l’amore del Padre. Ecco perché ogni vol-ta che il cristianesimo è stato reputato già morto e sepolto, esso si è sempre rialzato dalla tomba, come Cristo crocefis-so e risorto, mostrando a tutti quanto era vera la promessa: «Tu sei Pietro e su questa pie-tra costruirò la mia chiesa, e le forze degli inferi non riusci-ranno a distruggerla».

Non è infatti una dottri-na, né una teoria, ma lo stes-so Cristo che rinnova conti-nuamente il cristianesimo e lo guida all’eternità. I secoli passati da quel mattino della Resurrezione in Giudea non sono che il prologo della pie-nezza umana e divina della chiesa, l’inizio di ciò che è sta-to promesso ad essa da Gesù. Tuttavia, il regno di Dio esiste già: nella bellezza del creato e là dove in mezzo agli uomini trionfa il bene, nei santi e nei cristiani veri, in tutti coloro che non hanno abbandonato Cristo tra le prove più tre-mende della sua chiesa...

“Dai anche a noi, maestro, la forza della loro fede, l’in-crollabilità della loro speran-za, il fuoco del loro amore per te. E quando, smarriti nella via della vita, ci fermiamo non sapendo dove andare, dai an-che a noi di scorgere nella tene-bra il tuo volto. In mezzo allo stridore e al fracasso della no-stra era tecnica, così potente ma nello stesso tempo così povera e debole, insegnaci a distinguere il silenzio dell’eternità, e dac-ci di riconoscere in esso la tua voce, di sentire le tue parole che ancora oggi ci rendono il corag-gio: “Io sono con voi ogni gior-no, fino alla fine del mondo”.

Aleksandr MenGESÙ MAESTRO DI NAZARETH -

la storia che sfida il tempo

AUTISTICO?RISPONDE UNINTERESSATO

«Caro Federico, mi spiegheresti cosa significa essere autistico? Si trat-ta di una condizione con cui si nasce o può subentrare nel tempo?».

Patrizia

Cara Patrizia, per motivi che la scienza non ha ancora ap-purato, probabilmente per

mutazioni genetiche in un range specifico di un centinaio di geni, al-cuni individui nascono con un cer-vello che funziona in modo diver-so, il che crea loro grandi difficoltà nel gestire il rapporto con la realtà e soprattutto con gli altri. Questi individui sono in forte incremento sul totale dei nuovi nati. Ciò rende la tua domanda molto attuale per-ché tutti avremo a che fare prima o poi con una persona autistica e dobbiamo sapere di che si tratta e come comportarsi. Premetto che gli autistici sono tutti diversi tra loro e io posso parlarti solo di me. Se in-contrerai un’altra persona autistica non è detto che viva tutte le caratte-ristiche che ti descriverò e potrebbe invece averne altre.

La mia percezione sensoriale è diversa dalla vostra. Il mio udito ha un volume più elevato, soprattutto sui toni alti; se passa un’ambulanza con la sirena spiegata, io provo un forte dolore mentale e sogno una città più silenziosa. Anche il mio

olfatto credo sia più sviluppato del vostro con odori che sono per me un vero piacere e altri che mi pro-vocano conati di vomito. Analo-gamente adoro toccare la gomma, soprattutto se sottile e ho ribrezzo invece nel toccare cose molli. Ma la differenza più importante rispetto a voi neurotipici è come l’insieme degli stimoli sensoriali si imprime nella mia mente: è più forte, perva-sivo e soprattutto più disordinato. Manco poi di visione d’insieme di realtà e situazioni e la devo costru-ire processando velocissimamente una marea di dettagli e montan-do quelli utili come in un puzzle. Quando vi sembro assente, in real-tà sono impegnatissimo nel capire cosa accade. Se il tema ti interessa, ti consiglio il libro di un giovane auti-stico emergente, Quello che non ho mai detto...

Prima di concludere vorrei dirvi che ho saputo dalla mia amica So-ledad che questi miei articoli sono pubblicati anche su Città Nuova del Centro e Sud America e voglio quindi salutare i lettori latino ame-ricani. Sono ammirato nel contem-plare l’immane diversità che esiste tra noi italiani e voi. La diversità credo sia espressione della gloria di Dio e speriamo che nulla e nessuno possa ridurci uguali. Uniti sì, uguali mai. L’omologazione è demoniaca. Nel contemplare estasiato la vostra diversità da me, vi invito a mandare le domande anche in spagnolo. In Italia abbiamo bisogno di voi per esercitarci insieme al grande valore della diversità.

Federico De Rosa su CITTÀ NUOVA 2015

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VIABILITÀ A FARRA

L’argomento della viabilità nella zona centrale della nostra parrocchia di Far-

ra, ha riacceso le preoccupazioni e le discussioni, con interventi pres-so le Autorità competenti perché provvedano a rendere più sicuro, in quel punto, il traffico pedonale ed automobilistico. In meno di un mese (tra novembre e dicembre) vi furono tre incidenti sulla strada adiacente alla chiesa, sulle strisce pedonali, per fortuna non mortali ma con conseguenze traumatiche per le persone coinvolte e disagi no-tevoli per le rispettive famiglie. La segnalazione fatta al Sindaco è stata raccolta con attenzione e su questo argomento vi è stata una assemblea cittadina a Farra con l’Amministra-zione comunale. Essa provvederà a porre dei semafori a chiamata in tempi brevi. L’incrocio che costeg-gia la Chiesa di Farra, sulla strada che scende da Pedavena, diventa sempre più pericoloso per il traffi-co, la velocità degli automobilisti, la scarsa visibilità dovuta ai fari automobilistici che provengono in senso opposto, soprattutto all’im-brunire e alla sera. Ora questo pun-to della viabilità è il più attraversato dai pedoni per l’accesso alla chiesa, alla scuola materna e ai negozi anti-stanti. Abbiamo ferma fiducia che i tempi cosiddetti brevi non vadano oltre la primavera. n

IL BUON CUORE

La comunità ringra-zia le tante persone che vengono incontro alle necessità della chiesa, delle opere parrocchiali e della Scuola don Bo-sco, oltre che dei poveri. Ci scusiamo se vi fosse qualche dimenticanza. Dio, in ogni caso, regi-stra perfettamente tutto.

Pauletti Bruno e Gi-netta; Zancanaro Livio; famiglia Foschi-ni; Chenet Bruno; Fent Turrin Lina; Giacometti Livio; Ranzato Anna Ma-ria; Guerriero Giorgio; Rossi Giacomo; Facchin Mario; De Bacco Piera; De Col Dante e Pinuccia; Sacchet Alfeo; Pel-lencin Benito; Russo Gennaro; Cecchet Angela Maria; Biasion Giovanni; Cipo-lat Paolo; Gris Anita; Sagrillo Marghe-rita; Zannin Raveane Stella; Padovan Cecchella Luisa; Campigotto Ottavina; Moz Pietro e Luisa; famiglia Bovio-Tur-chet; Gaved Manuela; Lorenzoni Arnal-do; De Bacco Corrado; De Cian Lidia e Italo; De Marco Anna Maria; Rossi Donata; Tormen Cason Anna; Zardo Giuseppina; famiglia Coppi-Zannin; De Boni Oliva; Bortolas Dianella; Bortoluz Luigi; famiglia Cilia; Curtolo Silvano; Collavo Valerio; Turrin Vittorio; Greco Giusti Anita; Brancaleone Boschet Gio-vanna; De Girardi Diego; Ferro Albino; Zannin Leonella; Piolo Giampietro; Specia Rinaldo; Vieceli Franca; D’Ago-stini Luigia; Ongaro Vincenzina; Pan-coni Davide; Rossi Carlo; Zollet Maria; De Bastiani Iva; Arboit Antonio; Sciut-teri Teresa; Rostirolla Gabriele; Bozzati

Egidio; Lunardi Francesco; Miuzzo Edo-ardo; famiglia Forato; Pelosio Cesare; Meneghel Mariagrazia; Dalla Marta Sila; Boscariolo Almerico; Caron Giuseppi-na; Filone Paola; Grisot Dario; Turrin Adriana; Marin Luciana; Lupoli Bruna; Repetti Umberto; Tonet Luigi; Corso Irma; famiglia Tisot-Zannin; famiglia Zannin-De Cet; Bordin Adriano; Sandi Elio; i nonni Turrin in occasione del bat-tesimo di Martino; i genitori in occasio-ne del battesimo di Martino Turrin; Far-ronato Carla; Turrin Enzo; Centa Cesa-re; De Col Albina e Dal Zotto Caterina; Facchin Flora; famiglia Piu-De Boni; famiglia Mores Angelo; Cervo Carmela; Rech Giovanni; D’Alberto Rosetta; Pau-letti Mauro; Zatta Mirca; D’Isep Mario; Brandalise Ivan; Cason Gianfranco; Ce-rato Francesco; Da Barp Ivano; Zannin Margherita; famiglia Pauletti; Cossal-ter Nadia; Lunardi Patrizia e Thomas; Cecchet Zatta Maria; Turra Severina; la moglie in memoria di Maschio Enzo; Bolzan Francesca; De Paoli Ernesto; Zar-din Zanoni Germana; famiglia De Boni D’Incau; Pria Renzo; Beppiani Maria; De Lorenzi Angelo; Centa Angelo; Bado Bruno; Favero Giovanni; Luciani Clara; Soppelsa Adriano; Rizzon Rina; Cella Emma; Zadra Giampaolo; Canal Mario; Vettoretto Dino; Maddalozzo Serafina; Rosirolla Pietro; Menegaz Marisa; Bran-caleone Luigi; famiglia De Biasi Giovan-ni; Centa Luigi; D’Incau Jhonny; Cenni Giovanni; Favilli Fabrizio; famiglia To-no-Baldo; famiglia Nicoletto; un amico; vari NN n

UMILTÀLe perle si formano in fondo al mare.

Il Cristo pensante sulle Dolomiti

di San Martino di Castrozza.

Pellegrinaggio di Farra a Loreto nell’Anno Santo 1975.

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DALLA ASSOCIAZIONE NOI CON VOI DI FARRA

In questo periodo l’associazione ha aperto un Punto di ascolto per persone che non sanno a chi

rivolgersi prevalentemente per pro-blemi esistenziali. È aperto presso la casa canonica il martedì e il merco-ledì dalle 16 alle 18.

Per quanto riguarda i problemi legati alla perdita del lavoro è sem-pre attivo il n. 338.6608016 (Refe-rente sig. Paolo Cipolat).

In questo periodo vi è stato un calo di persone che offrono lavori (anche minimi) per cui rinnovia-mo l’appello a tener conto di que-ste 370 persone che ci hanno con-tattato per mancanza di lavoro.

L’Associazione dispone ora di un piccolo appartamento (in affitto) che risponde alla chiamata del Papa, affinché ogni parrocchia sia dispo-nibile ad offrire alloggio ed ospita-re almeno una famiglia di rifugiati profughi. Per ora l’appartamento è a disposizione di persone senza casa e in difficoltà. Siamo grati a chi vorrà partecipare all’onere dell’af-fitto. E Ringraziamo i proprietari che hanno agevolato questa ricerca, e concesso l’uso dell’appartamento all’Associazione Noi Con Voi. n

“Il vero aiuto per l’Africa è quello che serve ad eliminare l’aiuto”

Joshep Ki-Zerbo

AGOPUNTURAChi non pecca nella lingua è un

uomo perfetto (San Giacomo).Il carattere non si forma e non esi-

ste senza principi solidi. Un uomo senza principi è come una nave

senza bussola. Giovanni Battista non si curava di quello che pensasse Ero-de di lui. Fedele ai suoi principi lo rimproverava. E fu martire della fedeltà ai suoi principi.

Gesù nacque povero, visse povero, morì pove-ro. Era una persona vera-mente libera.

Tre elementi forma-no l’educazione: Dio, il bambino, i genitori; se ne manca uno, è un muro a cui mancano i mattoni e crolla. (De Cassan).

Sant’Agostino deve a sua madre il carattere.

La famiglia cristiana nasce in chiesa e deve condurre in chiesa; in chiesa dove i muri, i qua-dri, gli altari, i crocifissi, tutto spira e trasuda fede, speranza, carità, pruden-za, giustizia, fortezza, temperanza, senza delle quali non vi è l’uomo né il cristiano. (De Cassan).

Blaise Pascal disse che il mondo è diviso in due classi: peccatori che si credono santi e santi che si credono peccatori.

Se riuscirai a vincere un solo vizio capitale all’anno, diventerai presto santo. (Dal Covolo) n

LA STRAORDINARIA MANGIATOIA DEL MUSEO DEI SOGNI

Aldo Bertelle, con il corag-gio, la spre-

giudicatezza, la passio-ne e la genialità che gli si riconosce, coniugata con i singolari talen-ti di ciascun membro della Comunità di Fa-cen e del “museo dei sogni”, è riuscito a fare breccia ancora una vol-ta nel muro dell’indif-ferenza che regna so-

vrana verso tanti poveri.Raccogliendo legni da ogni con-

tinente, reliquie di storie di fatica, di dolore umani di alcuni dei tanti poveri “cristi”, che salvano il mondo portando il loro giogo, come Gesù,

ha costruito una MANGIATOIA per il Natale 2015, e l’ha presentata a Papa Francesco che l’ha benedetta e pregato accanto ad essa.

L’iniziativa è stata raccolta da molti giornali e televisioni. La lette-ra di Francesca, pubblicata integral-mente e in evidenza nella seconda pagina del quotidiano Avvenire del 10 gennaio scorso, ne è una testi-monianza.

Per chi desiderasse saperne di più, consulti il sito WWW. COMUNI-TAVSFRANCESCO.IT

Nel sito è possibile leggere la storia dei legni giunti da tutti i continenti che hanno composto la Mangiatoia, i nominativi di tutte le persone, Istituzioni, Rappre-sentanze Diplomatiche Pontificie e non, Enti, Associazioni che li hanno trasmessi, l’elenco dei Pae-si presenti, i Gioghi realizzati con i nomi degli artisti e i materiali usati, le storie dei fi li spinati recu-perati, i collaboratori che hanno permesso la realizzazione di questa iniziativa di fede, speranza, carità, umanità.

La mangiatoia è visitabile ora al museo dei sogni della Comunità Arcobaleno a Vellai. n

Il papa ascolta con attenzione

Francesca che spiega il significato di

quella mangiatoia, dopodiché si raccoglie in

preghiera.

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Page 16: Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353 ... · Si racconta che una Santa ebbe da . Dio la possibilità di vedere un’ani-ma in grazia di Dio. Fu talmente emozionata

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SETTE ED ESOTERISMO

«Sono un giovane di 20 anni, alcuni miei amici mi hanno parlato di una “setta” dove vivo-no esperienze spiritua-li molto intense e mi ha invitato ai loro incontri. Però li vedo sempre ar-rabbiati. Perché?».

Giovanni

Carissimo Giovan-ni, la tua domanda mi dà la possibilità

di parlare dello Spirito, questa realtà presente in ciascuno di noi che illumi-na tutta la nostra persona. Le “sette”, che per lo più riuniscono persone debo-li alla ricerca di esperienze forti e di leader autoritari, sono un grande imbro-glio che crea dipendenza e profonda delusione. In-fatti chi vi partecipa vive la vita spezzata in due: da una parte magari lavora-no e sembrano persone a modo; dall’altra, durante gli incontri si trasforma-no e compiono rituali che a volte sono contro le per-sone e. in alcuni casi, con-tro loro stessi.

Il proliferare delle set-te manifesta il desiderio di iniziarsi ai poteri pa-ranormali; o di ricevere soluzioni immediate e concrete a problemi do-lorosi da cui sono afflitti; o il bisogno di “evadere” dalla vita quotidiana e dal mondo materialista, per rifugiarsi in un eso-terismo che spesso crea ancor più una prigione, con conseguenze talvolta molto problematiche per la persona che ne viene coinvolta. L’Esoterismo è la porta che introduce nel piano inclinato della schiavitù e può terminare nella possessione diabo-lica. Per un cristiano l’a-desione e la pratica dell’e-soterismo è un peccato mortale.

Sullo stesso piano stan-

no tutti i maghi e i ciarla-tani televisivi che con la scusa di poteri inventati promettono vincite fasul-le o si dichiarano posses-sori di poteri in grado di conoscere il futuro delle persone. No! Tutto ciò è falso!

Lo Spirito invece è l’a-more di Dio presente nel nostro intimo che ci spin-ge verso il bene, il positi-vo. Lo Spirito di Gesù in noi ci spinge nella realtà col desiderio di amarla e di trasformarla nell’amo-re. Lo Spirito di Gesù in noi è pratico, concreto e spinge la nostra intelli-genza e i nostri muscoli al servizio del prossimo e tende a richiamare amo-re. E amore che richia-ma amore. Basta farne l’esperienza e scoprirai che l’amore di Dio in te trasforma la tua vita sen-za toglierti dalla realtà e senza interrompere la tue relazioni, ma illuminando di luce e di amore tutto... Ciò ti procurerà gioia e

gli altri, con te, saranno invogliati anche loro ad amare.Spunti tratti da Ezio Aceti

Città Nuova 2015

RICORDANDO SUOR LUISA

Tanto tempo è pas-sato, ma soprattut-to durante la Festi-

vità di San Martino è im-possibile non andare con il pensiero all’infaticabile Suor Luisa.

Preparava il mercatino

per la sua Scuola dell’In-fanzia di anno in anno con tanto entusiasmo, de-siderosa di proporre sem-pre cose nuove e utili per la casa.

Si dava da fare perché l’esposizione finale dei lavori diventasse sempre più bella dando soddisfa-zione a chi lavorava e do-nava materiale vario.

A tutte le persone che si prestavano ad aiutarla tra-smetteva allegria, gioia di fare e questo è continuato con la dimostrazione che anche quest’anno si è re-alizzato il Suo mercatino.

Purtroppo le persone che continuano in questa iniziativa sono veramente poche ed è giusto e dove-roso sostenerle e ringra-ziarle perché con il loro buon gusto e certosino lavoro hanno reso la festa di San Martino più bella ed hanno contribuito at-tivamente con il ricavato a sostenere la Scuola don Bosco.

Un’amica di Suor Luisa

CARON VITO, nato il 13 mar-zo 1927 a Riese Pio X, sposato in Francia, fratello di Caron Giu-seppina (residente in via Belli-ni), è deceduto il 10 novembre a Gaba La Sauvetat ed ivi è sepolto. (fu Luigi e fu Mazzaro Marita).

DALLA COSTA DORINO, nato a Feltre il 26 gennaio 1925, coniugato con Bernardi Maria Luisa, è deceduto alla Casa di Ri-poso di Cesiomaggiore il 12 no-vembre. I funerali si sono svolti sabato 14 novembre nella nostra chiesa parrocchiale.

DALLA VALLE ANGELA, nata a Zorzoi di Sovramonte il 5 aprile 1951, fino a gennaio 2015 residente in via Ocri, è deceduta domenica 29 novembre presso la Casa di riposo Padre Kolbe di Pedavena. I funerali sono stati celebrati in Svizzera, dove risiede la figlia.

MARCHETTI WALTER, non sposato, nato a Feltre il 15 mar-zo 1952, residente in via Verdi 18 è deceduto improvvisamente in Sicilia a Santa Venerina il 27 dicembre. Lascia nel dolore il fratello Claudio e i parenti tutti. Il funerale è stato celebrato il 31

dicembre nella nostra chiesa par-rocchiale ed è sepolto nel cimite-ro di Pedavena.

GESIOT FRANCO, cavaliere del lavoro, di anni 92, vedovo di Francescon Antonietta, è dece-duto a Feltre, il sabato 9 gennaio ed ha desiderato di essere sepolto a Tomo dove era stato anche or-ganista. Don Vittorio ha presie-duto i funerali per rappresentare la nostra parrocchia, nel ricordo dell’importante contributo dato alla fabbrica delle cucine, iniziata dal suocero Aristide Francescon, che ha permesso di dare lavoro in tempi non facili, ad una cin-quantina di operai. Con il figlio Luciano operò il trasferimento dell’Azienda nella nuova zona di Arten e Fonzaso. Fu stimato e consultato per la sua saggezza da persone ed enti pubblici e pri-vati. Una preghiera di suffragio e un pensiero doveroso di grati-tudine anche per lui da tutta la comunità di Farra.

UNA PREGHIERA DI SUFFRAGIO

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