piùperfettaletizia luglio agosto 2013

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L’ICONA DELLA TRASFIGURAZIONE Con i discepoli anche noi siamo chia- mati - attraverso la contemplazione dell’icona - alla visione della divinità ed alla partecipazione alla vita divina, ASCOLTATELO! perfettaletizia Luglio-Agosto 2013 Più LA TRASFIGURAZIONE PERIODICO DELLA COMUNITÀ ADVENIAT - SANTA MARIA IN ARCE Solo attraverso la fede si colgono le opportunità

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Il periodico della Comunità Adveniat - Santa Maria in Arce

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L’icona deLLa trasfigurazioneCon i discepoli anche noi siamo chia-mati - attraverso la contemplazione dell’icona - alla visione della divinità ed alla partecipazione alla vita divina,ascoLtateLo!

perfettaletiziaLuglio-agosto 2013

Più

La trasfigurazione

periodico della comunità adveniat - santa maria in arce

Solo attraverso la fede si colgono le opportunità

2 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 3

in questo numero

04 ascoltatelo! di p. augusto

05 trasfigurazione di ivo ed elena

06 l’icona della trasfigurazione di suor luigina

07 dal discorso... a cura di suor ada Zerletti

08 un incontro singolare... di p. augusto drago

10 per ricordarti 11 preghiera 12 ogni giorno

13 la trasfigurazione e altro...

14 l’angolo di raffaele

15 il mestolo e il cencio

Direttore EditorialeP. Augusto Drago OfmConv

Redazione Suor Elisabetta Fiaschi

Hanno collaborato a questo numeroP. Augusto DragoIvo ed ElenaSuor AdaSuor ElisabettaSuor LuiginaSuor MariaGiacomo Fiaschi

Impaginazione e graficaGiacomo Fiaschi

Comunità Adveniat S. Maria in Arce tel e fax 075 8038396Pubblicato in proprio in formatoelettronico e distribuito gratuitamente

editoriale di giacomo fiaschi

Il percorso della vita di un credente in Cristo non è mai facile. La fede, virtù e dono che eleva, sostiene e rafforza la ragione del cristiano alla ricerca della verità profonda, permet-te allo sguardo del credente di andare oltre e di scorgere, al di là dei limiti degli orizzonti materiali, la Verità del Regno di Dio.Tutto ciò è reso possibile non dalla forza dello sguardo interiore, ma dalla Grazia.E’ uno stato di Grazia che illumina e che dà vita, forma e sostanza nuove a ciò che è materiale, mortale, prov-visorio e temporale, per far apparire, mediante una intuizione profonda, agli occhi del credente la realtà così com’è nella mente stessa di Dio. La Festa della Trasfigurazione è una delle meno conosciute nella tra-dizione popolare, ed è per questo che la Comunità Adveniat ha scel-to di dedicare a questo tema l’in-tero numero di Luglio e Agosto. Con l’augurio di una serena vacanza estiva a tutti voi.

Nei racconti della Trasfigurazione (Mt, 17,1-8; Mc, 9,2-8; Lc, 9,28-36), accade qual-cosa di straordinaria-mente grande. Il Padre ci rivela in Gesù il suo Volto: alla sequela del Figlio Diletto , possia-mo lasciare ogni timore e vivere nella speran-za che l’Amore di Dio ci svelerà tutta la sua irresistibile ed attraente

Bellezza.Nell’icona di Gesù trasfigurato la Chiesa intera intrav-vede il suo cammino nel mondo e può accogliere la luce che lo illumina e lo guida, così come nessuna difficoltà potrà cambiare la direzione segnata dalla missione di Cristo Signore. Questi è il mio Figlio, l’A-mato, ascoltatelo: sono le parole, accompagnate dai segni di una manifestazione gloriosa (il cambiamento d’aspetto, lo splendore delle vesti, il suo Volto che diviene “altro”, la nube della presenza del Padre) con cui il Padre medesimo conferma in Gesù la rivelazione fatta al Battesimo (Mc, 1,11). La Parola del Padre è la stessa del Figlio. Nel Padre c’è la fonte e l’origine della Parola, nel Figlio c’è la medesima Parola annunziata, testimoniata, vissuta, donata a noi. Lo splendore della Trasfigurazione lascia trasparire, dietro le umili sembianze della condizione umana, l’identità più profonda di Gesù e quello che Egli diver-rà in modo definitivo quando il Padre lo assumerà nella gloria. Tuttavia dietro all’appellativo “amato” si nasconde il misterioso dramma del sacrificio e della croce. Il Figlio unico, il Figlio amato, la realtà più cara al Padre, l’unico oggetto del suo amore, non è affatto garantito contro la sofferenza: deve anzi accoglierla perché si manifesti la sua risposta filiale e si realizzi il progetto di salvezza per tutti gli uomini: la resurrezio-ne. Il Figlio è Colui che per primo ascolta la Parola del Padre e la compie sino alla fine.

La gloria finale ha dunque questa inquietante premessa: l’amore del Padre comporta questo terribile risvolto. Incomprensibile per gli apostoli che rifiutano la pro-spettiva dello scacco e del fallimento.Molte volte la vita ci ha messi impietosamente di fronte ad interrogativi angosciosi. La morte di persone care, il sacrificio di tanti innocenti, vittime di impre-vedibili catastrofi naturali o di violenze fratricide, la soppressione di chi parla in difesa della giustizia e della verità… Tutte queste cose strappano al cuore umano l’inquietante domanda: Perché, Dio, dove sei?.Il non credente risponde ricorrendo alla fatalità o al tragico destino, eccetto nei casi dove non sia in gioco la malvagità o la prepotenza omicida dell’uomo. Il cre-dente, di fronte al mistero del dolore e del male prova un comprensibile smarrimento, perché molte delle sue domande non trovano risposte o spiegazioni in qualche modo razionali. In certi casi, sembra che tutto crolli, che Dio sia lontano ed assente dalle vicende umane, che ciò che viene domandato sia sproporzionato alla capacità di sopportazione umana. Eppure nella pagi-na evangelica della Trasfigurazione, Dio ci offre una risposta, la sua, senza togliere nulla alla problematicità dell’esistenza umana. La sapienza popolare afferma genericamente che “nel buio della vita c’è un momento di luce per tutti”. A questa umana speranza, la fede aggiunge tuttavia qualcosa di più profondo. Il credente sa bene che un Amore misterioso dirige la storia, anche quando gli eventi sembrano parlare con il vocabolario della tragedia esistenziale. I nostri occhi miopi purtrop-po non hanno la lucidità necessaria per vedere il dise-gno divino nella sua compiutezza. Esso ci supera e solo la fede sa intravvederlo. Nella luce sfolgorante della Trasfigurazione il Padre dona una risposta rassicurante a Cristo e ai suoi discepoli: la Croce è solo una fase del progetto che sfocia nella gloria, nella Trasfigurazione piena in Cristo Gesù.“Questi è il mio Figlio, l’Amato: ascoltatelo!”: sì è proprio vero! Nell’ascolto obbediente alla Sua Parola, la nostra vita viene trasfigurata nella Sua Bellezza!

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Quando abbiamo iniziato il

nostro cammino avevamo la

promessa del Signore, la stessa

che troviamo nella Genesi, che

ciò sarebbe avvenuto, ora que-

sto nostro “divenire” è sempre

più vero.

Non è sicuramente frutto dei nostri sforzi, anzi, si può dire che lo sia ma all’incontrario! Ho provato tante volte a cambiare quegli atteggiamenti così radicati in me che producono “cose non buone”, a essere più disponibile, ad ascoltare maggiormente, ad... e quasi sempre ho fallito! E allora? Disperarsi? Lasciar perdere? No, questo è il momento della resa al Signore, al suo Santo Spirito perché: io proprio non ci riesco ma Lui si; lo visto tante volte... pren-dere il mio disagio, la mia non voglia o il mio rifiuto e farne uscire una cosa bella inimmaginabile! Quindi con i nostri sforzi falliti iniziamo il cammino della trasfigurazione perché ci lasciamo cambiare, ci diamo poca importanza e siamo disposti a contemplare il volto di Gesù raggiante, sfolgorante di gloria! Immediatamente come Pietro, ci viene voglia di continuare così, di fare una tenda... Ma la vera trasfigurazione e’ scendere dal monte, tornare nella quotidianità, ancora una volta nell’incapacità di modificare la nostra vita, ma con la certezza che il volto raggiante di Gesù è lì presente, non mi lascia. È vivere con gli occhi di mio nipote Davide in questa foto, pieni di gioia, raggianti ma soprattutto pieni di fiducioso abbandono (se mi hanno dato questa delizia una volta accadrà’ ancora e ancora...), direi occhi di fede che vedano già oltre, che vedono un pezzettino del regno di Dio venire già adesso e qui.Cercando il significato della parola trasfigurazione ho trova-to: cambiamento radicale totale di aspetto. Ho cercato di pen-

sare cosa potesse significare per me ed Elena questa parola e la Trasfigurazione di Gesù. Sicuramente interessa il nostro l’aspetto esteriore che, dopo 31 anni di matrimonio, non è più lo stesso: i capelli bianchi, essere già diventati nonni… Questa è la parte visibile a tutti, ma c’è una parte nascosta più importante: il Signore ci sta sempre di più trasformando in una “carne sola”. Credo che questo sia il significato profondo per noi della trasfigurazione!Quando abbiamo iniziato il nostro cammino avevamo la pro-messa del Signore, la stessa che troviamo nella Genesi, che ciò sarebbe avvenuto, ora questo nostro “divenire” e’ sempre più vero. Come nella Trasfigurazione di Gesù gli apostoli hanno potuto vedere la gloria di Dio, così spero che possa trasparire nel cammino che il Signore ci ha fatto fare. Non

è’ merito o gloria nostra ma soltanto sua. Sia io che Elena abbiamo caratteri forti e il fonderci in una carne sola e’ solo opera sua a noi rimane solo il benedirlo e ringra-ziarlo per questo. Come ha scritto Elena, il Signore ci invita poi a scendere dal monte per stare in mezzo agli altri. Scaturisce da questo il percorso che ogni anno facciamo con le coppie di fidanzati che si preparano al sacramento del matrimonio: quando il Signore ci cambia non è’ solo per noi stessi ma anche per la benedizione del suo popo-

lo. Camminando con i fidanzati possiamo testimoniare come il Signore ha agito in noi in questi anni e come solo Lui può aiutarci in questa nostra “trasfigurazione “.

trasfigurazioneivo ed elena

ascoLtateLo!rifLessioni suLLa trasfigurazionedeL signorep. augusto drago ofmconv

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Per penetrare il contenuto intimo di questi ineffabili e sacri misteri insieme con i discepoli scelti e illu-minati da Cristo,ascoltiamo Dio che con la sua misteriosa voce ci chia-ma a sé insistentemente dall’alto.Portiamoci là sollecitamente.

Anzi, oserei dire, andiamoci come Gesù, che ora dal cielo si fa nostra guida e battistrada.Con lui saremo circondati di quella luce che solo l’occhio della fede può vedere.

La nostra fisionomia spirituale si trasformerà e si modellerà sulla sua.Come lui entreremo in una con-dizione stabile di trasfigurazione, perché saremo partecipi della divi-na natura e verremo preparati alla vita beata.

Corriamo fiduciosi e sereni là dove ci chiama, entriamo nella nube, diventiamo come Mosè ed Elia, come Giacomo e Giovanni.Come Pietro lasciamoci prendere totalmente dalla visione della gloria divina.Lasciamoci trasfigurare da questa gloria divina.Lasciamoci trasfigurare da questa gloriosa trasfigurazione, condurre

via dalla terra e trasportare fuori del mondo.Abbandoniamo la carne, abbando-niamo il mondo creato e rivolgia-moci al Creatore, al quale Pietro in estasi e fuori di sé disse: ”Signore, è bello per noi restare qui” (Mt 17,4).

Realmente, o Pietro, è davvero “bello stare qui” con Gesù e qui rimanervi per tutti i secoli.Che cosa vi è di più felice, di più prezioso, di più santo che stare con Dio, conformarsi a lui, trovarsi nella sua luce?

Certo ciascuno di noi si sente di avere con sé Dio e di essere trasfi-gurato nella sua immagine.

Allora esclami pure con gioia: ”E’ bello per noi restare qui”, dove tutte le cose sono splendore, gioia, beatitudine e giubilo.

Restare qui dove l’anima rimane immersa nella pace, nella serenità e nelle delizie; qui dove Cristo mostra il suo volto, qui dove egli abita col Padre. Ecco che egli entra nel luogo dove ci troviamo e dice: ”Oggi la salvezza è entrata in que-sta casa” (Lc19,9).Qui si trovano ammassati tutti i

tesori eterni. Qui si vedono raffigu-rate come in uno specchio le imma-gini delle primizie e della realtà dei secoli futuri.

daL “discorso tenuto iL giorno deLLa trasfigura-zione deL signore”da anastasio sinaita, vescovoa cura di suor ada Zerletti

La festa della Trasfigurazione, fissata il gior-no del 6 agosto è considerata dalla chiesa orientale tra le festività maggiori e rientra nel ciclo delle dodici feste.La data, 6 Agosto, è probabilmente riferita alla dedicazione di una chiesa sul monte Tabor. La festa è di origine palestinese e si estese ben presto nelle chiese dell’Armenia e della Siria, solo più tardi in occidente. In un antico manuale di arte iconografica si legge:

“Chi vuole apprendere l’arte pittorica dap-prima si eserciti per un po’ di tempo solo disegnando anche senza canoni”.

Dopo aver approfondito le conoscenze dell’ar-te iniziava la sua carriera dipingendo come sua prima icona quella della Trasfigurazione.La dottrina spirituale di Gregorio Palamas vede nella luce, la base della pittura delle icone.Nell’episodio della Trasfigurazione Gesù sale con i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, sul monte Tabor, una piccola altura della Galilea.Il monte Tabor era ritenuto fin dall’antichità un luogo sacro.La montagna nel linguaggio biblico, è il luogo dell’incontro con Dio e dalla sua rivelazione. Sulla cima del Tabor i discepoli tramortiti vedono in piedi su una nube tra Mosè ed Elia, il corpo divinizzato di Gesù. A questo punto i discepoli caddero a terra colpiti dai raggi della luce taborica. Questa luce è il Signore che si manifesta nei tre raggi che raffigurano la Trinità, che si rivolgono verso il mondo. I raggi partono dai piedi di Gesù. Ed ecco due

uomini parlavano con lui della sua dipartita. La figura di Mosè è quella di destra con la barba corta e con il volto giovanile con il portamento reclinato leggermente verso il Signore in atto di adorazione; sembra porgere al Cristo il volume della legge, con gli occhi fissi al Signore rivolge in alto lo spirito ed il cuore. Mosè insegna a tutti a guardare verso Dio. Egli ha avuto il privilegio di parlare con il Signore faccia a faccia. Il personaggio di sinistra è Elia: egli ha i capelli e la barba lunghi, e con la mano destra indica il Signore. In Elia sono presenti tutti i profeti.Tutta la metà inferiore dell’icona è occupata dagli apostoli incapaci di sostenere il bagliore della divinità.Con i discepoli anche noi siamo chiamati -attraverso la contemplazione dell’icona- alla visione della divi-nità ed alla partecipazione alla vita divina, in quanto chiamati a divenire realmente umani, piuttosto che soltanto umani, rivestendoci della umanità di Cristo, come dice San Paolo: E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore. (2Cor 3,18)

L’icona deLLa trasfigurazionesuor luigina

Che cosa vi è di più felice, di più prezioso, di più santo che stare con Dio, conformarsi a lui, trovarsi nella sua luce?

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Era un pomeriggio di una splendida domenica di maggio. Camminavo lungo il viale alberato che costeggia la mia parrocchia. Recitavo placidamente il Breviario. All’improvviso mi vedo venire incontro una ragazza dagli appa-renti 20-25 anni. Capelli castani, occhi chiari ma un po’ spersi come se guardassero il nulla. Elevando gli occhi dal mio breviario la guar-dai attentamente. Non mi sembra-va un volto sconosciuto, tuttavia non riuscivo a focalizzarlo nella mia mente. Poco dopo, quasi come un fulmine, un barlume si accese nella mia memoria. Doveva esse-re una ragazza che a suo tempo, molti anni prima, avevo preparata alla Cresima. Mi passa accanto, mi guarda fugacemente con occhi guardinghi, quasi io fossi un cane mastino.“Ciao, sorella” le dissi quasi istin-tivamente, “mi sembra di averti incontrata qualche tempo fa, o mi sbaglio?” “No, don Francesco”, rispose stupita la ragazza, “non si sbaglia!”. “Come sei cresciuta! Perdonami, ma dopo tanto tempo, ho dimenticato il tuo nome”. “Mi

chiamo Sara, ricorda? Ero una gio-vinetta che lei preparava a rice-vere la Cresima. Avevo 13 anni allora!”. “Da quanto tempo non ti vedo!” “Sì, è vero, ma sa come avviene dopo la cresima…ci si fa prendere da tante cose del mondo che ti attraggono con il loro fasci-no e si dimentica tutto il resto. Dio scompare dall’orizzonte della vita!” “Capisco! E adesso cosa fai?”. “Studio, cerco lavoro, con-vivo con un ragazzo, così come fan tutte…”. “Sei felice almeno?”. “Non del tutto, don Francesco! Ma pochi giorni or sono mi è capitata una cosa strana che non riesco a decifrare e mi punge il cuore. Non capisco…”. “Cosa?”. “Mi hanno invitata a fare un viaggio culturale in Russia. Eravamo una trentina di giovani. Ci siamo fermati alcuni giorni a San Pietroburgo e poi a Kiev in Ucraina. E’ successo pro-prio qui. Trattandosi di un viag-gio culturale ci hanno condotto a visitare una pinacoteca. Quadri molto belli e pieni di grande signi-ficati. Immagini di vita! La nostra guida ci spiegava ogni cosa e mi affascinava il modo con cui ci

faceva entrare dentro la pittura. Io mi sentivo parte di ciò che ogni quadro raffigurava. Poi ci hanno fatto entrare in una grande stan-za dove, all’ingresso c’era scritto: ICONE RUSSE! Non avevo mai sentito parlare di Icone nella mia vita e non sapevo nemmeno cosa fossero. Fui afferrata dalla curio-sità e dal desiderio di conoscerle. La nostra guida, preparatissima, ci spiegò il senso delle icone e il carattere sacro che esse richia-mavano. Erano segni del grande mistero della Bellezza del Volto di Dio, così ci diceva la guida. A quel punto, qualcosa nel pro-fondo di me stessa rimase scossa. Da quanto tempo non sentivo par-lare di Dio? Qualcosa si risvegliava in me, qualcosa di sopito. Credevo di avere cancellata da me l’imma-gine di Dio, ed invece era stata sempre in me, sepolta nell’oblio in un angolo oscuro del mio cuore. Mi sentivo interiormente inquie-ta. La cosa più inattesa avvenne davanti ad un quadro o Icona, come la chiamava la mia guida. Si trattava della raffigurazione della Trasfigurazione del Signore Gesù.

Ad un tratto lesse anche un brano del Vangelo dove si narrava l’e-vento ivi dipinto. Mentre egli leg-geva mi sentivo particolarmente attratta da quel quadro: i colori, le pennellate lievi e cariche di significato…Tutto mi parlava di una Bellezza di cui avevo perso da tempo il senso. Per me la bellezza è ciò che piace agli occhi e li risto-ra, è ciò che soddisfa i desideri della nostra carnale umanità. Ma qui capivo, sia pure adagio adagio e con immenso stupore, che la vera bellezza nasce dal cuore. Ho visto finalmente la Bellezza di un Volto sempre cercato e mai tro-vato…Qualcosa o Qualcuno mi stava mettendo in questione la vita! E quasi spontaneamente mi venivano dal di dentro domande di cui avevo sempre paura a por-mele: Chi sono veramente? Chi e che cosa cerco per rendere vera-mente felice la mia vita? E guarda-vo affascinata quel quadro e quel Volto avvolto dalla luce: tutto era luce, trasparenza, purezza in quel Volto! Don Francesco, quel volto di Bellezza che trasfigura la vita mi

perseguita dolcemente. Mi inquie-ta serenamente. Sento il mio cuore gridare: Vorrei che quel Volto, quella bellezza fosse in me!. Don Francesco, cosa debbo fare per averlo?” Ascoltai in silenzio ciò che era accaduto a Sara e mi chiedevo: che cosa e come rispondere alla sua domanda carica di desiderio? Mi trovavo spiazzato anch’io. Poi, dopo un momento di preghiera silenziosa le risposi: “Sara, non andare lontano! Quel Volto che ti ha tanto affascinata non è lontano da te: è dentro di te! Quel Volto sei tu, se ti lasci trasfigurare dalla sua Bellezza: esso ha un nome, è Gesù, il Figlio del Padre! Quel Volto sei tu se ti lasci trasfigurare, quasi ghermire, dal fascino della sua Bellezza!” “Cosa devo fare?”, insisteva a dirmi Sara. Le dissi: “Hai ascoltato il brano del Vangelo mentre guardavi quell’Icona?” “Sì, certo!”, mi rispose. “Allora, avrai anche ascoltate le parole che pro-venivano da una nube: era la voce del Padre, ricordi? Questi è il mio figlio,l’eletto, ascoltatelo! Ecco allora cosa dovrai fare: ascoltare

Gesù, la sua voce, la sua Parola. Ascoltalo, elidendo dal tuo cuore, dalla tua mente e dal tuo stile di vita tutto ciò che non viene da quella voce. Succederà il miracolo di una trasfigurazione della tua vita, avrai anche tu un volto di bel-lezza. Sarai rivestita dai colori che solo il Divino Iconografo saprà spalmare con lievi e dolci pennel-late sulla tavola della tua vita”.Sara ascoltò le mie parole con atten-zione ed intensità. “Davvero?” mi disse con stupore e meraviglia! “Sì davvero, Sara!” risposi. E subito i suoi occhi si illuminarono di una luce nuova carica di speranza e di desiderio. Scappò via mentre, ringra-ziandomi, diceva: “Voglio essere anch’io un Icona di vera e limpida bellezza! Voglio assaporare l’aria di un mondo nuovo fatto solo dai colori di una luce vera!”Mi venne in mente, nel salutarla, ciò che a suo tempo aveva scritto Francesco Bacone nei suoi saggi: “La Bellezza è come una ricca gemma, per la quale la montatura migliore è la più semplice”.

un incontro singoLare suLL’icona deLLa trasfigurazionep- augusto drago ofm

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Per ricordare suor Elena Chiara!Carissimi fratelli e sorelle,Suor Elena ci ha lasciato un grande vuoto, noi dedi-chiamo questa nuova rubrica del giornalino proprio a lei, attraverso scritti su di lei o scritti di lei.Pensiamo di farvi cosa gradita, è un modo per sen-tirla ancora presente e viva in mezzo a noi.

Iniziamo con una lettera scritta ad Elena da Loreta, una cara sorella cono-sciuta a Trento durante la degenza in ospedale. Anche Loreta ha perso una splendida sorella affetta da tumore, Lucia. Noi l’ab-biamo conosciuta. Adesso sono insieme e godono della presenza del volto del Padre.Ecco la lettera di Loreta:

Ciao carissima Suor Elena, mio dolce angelo, con-fidente, compagna, ma soprattutto amica di bat-taglia quotidiana vissuta gomito a gomito, per un lungo, ma breve periodo, che per l’ennesima volta ci vedeva protagoniste in un cammino tortuoso.Ti voglio ringraziare per tutto il bene donatoci,

per la tua importante presenza, non solo fisica, ma spirituale. Hai saputo catturare il nostro cuore con semplicità e carisma, ci hai donato speranza e luce nel buio più assoluto, hai donato ospitalità in un luogo incantato e magico come lo è Rocca Sant’Angelo, ci hai fatto conoscere persone splen-dide, ma soprattutto sorelle magnifiche e un grande

Padre come Padre Augusto. Tutto questo nel mio cuore lo custodirò con amore, e onorata della vostra presen-za non posso che esserne grata. Grazie a quella figura sublime che sopra di noi quotidianamente ci indica la strada da intraprendere. Grazie a Lui, Dio, che ha premesso il nostro incontro; nulla è dato per scontato;

Dio vede e poi provvede.A te mia carissima auguro tutto il bene in assoluto. Vorrei essere vicino a voi in questo momento…non mi è possibile..verrà quel giorno, lo spero presto!Un abbraccio grande donna! Grande! Amica! Grande sorella!Ti voglio bene, Loreta.

Per ricordarti

lettera a suor elena chiara

preghiera contempLando L’iconadi p. augusto drago ofm

Quando ti sento o signore,e ti scopro a me vicino,

resto, come pietro, con il cuore appagatoin tutti i miei sogni più belli

e, come lui, cerco di fermare quel tempo…Fantastico sulla stagione del riposo con te

più che impegnarmi nella fatica della vita quotidiana.poi non mi resta nulla nelle manidavanti alla realtà dura della vita.

ti prego signore,dammi il senso della tua presenza,

della tua speranza, della certezza che,se saprò impegnarmi nella vita ogni giorno

tenendo fisso lo sguardosulla tua bellezza,avrò in te e con te

un potere trasformantequello di potere trasfigurare ogni cosa

nella tua sfolgorante Bellezza.e sarà gioia, solo gioia che anticipa il tempo futuro.

amen

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ogni giornosuor maria

Come mendicanti che non si danno pensiero per il domani, perché incalzati già dall’oggi, attraversiamo il giorno alla ricerca di una saggezza che renda abitabile questa nostra vita terrena.Ogni giorno dobbiamo vivere sapendo che in esso non vi è nulla di troppo, nulla di indifferente e di inutile,che dentro la vita c’è la sorgente che alimenta la creazione.Nonostante gli anni, nonostante le disillusioni, nonostante la pesantezza, devo essere capace ogni giorno di ridire:”io comincio”,conservando la luce degli occhi,la freschezza del credere e del ringraziare.Vivere ogni giorno come un inizio dove nulla è ancora deciso,dove ogni rischio è ancora aperto,dove ogni avventura è ancora indefinita e in sospeso.Un accogliere lo Spirito che ci rende nuovi come la luce ad ogni alba,come il volo degli uccelli e le gocce di rugiada,come gli occhi dei bambini,come l’acqua delle fonti.

Ogni giorno,stretto nel mio corpo

cerco di restituireal finito la sua dignità.

Ogni giorno,mi alleno ad essere attento

per rendere presenteciò che è lì ad attendermi.

Ogni giorno,mi porti un presente

più forte,un nuovo inizio di vitache mi sciolga le ali.

Dal libro:”Il domani avrà i tuoi occhi”di Luigi Verdi

Ogni giorno,stretto nel mio corpocerco di restituireal finito la sua digni-tà.

La trasfigurazione e aLtro…da eLicotterandia!suor eLisabetta

Questo è un disegno di Francesco un pronipote di padre augusto! lui vede così lo spirito santo… i bambini sono dei grandi interpreti del vangelo!

leggete il vangelo della trasfigurazione e riconoscerete tutti i personaggi qui raffigurati…è un bell’esercizio per imparare il vangelo! anche qui c’è lo spirito santo…

gesù è lo splendore del padre! perché, secondo voi, gesù che ha voluto sem-pre farsi vedere come uno di noi in questo giorno ha mostrato tutta la sua bellezza di Figlio di dio?inviatemi le vostre risposte!Suor Elicottero

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iL mestoLo e iL cenciodi giacomo fiaschi

L’angoLo di raffaeLesuor ada

Carissimi amici di S.Maria in arce,dopo una pausa di qualche mese ritorno con il mio articolo.Siamo nel mese di giugno e l’estate sembra ancora lontana, non so da voi, ma qui non finisce più di piovere, comunque la natura continua ad offrirci i suoi rimedi e con essi i benefici che ne conseguono.Questo mese vi parlerò del cetriolo, un ortaggio ricco per il 95% di acqua e tanto amato per le sue proprietà dissetanti, rinfrescanti e depuranti.Il cetriolo è un ortaggio appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae e proviene dall’India.Per il restante 5% contiene carboidrati e sali minerali(potassio,calcio,fosforo e sodio), inoltre contiene 11mg di vitaminaC.Esistono diverse varietà di cetriolo oltre a quella comune che ha forma allungata, simile a quella dello zucchino.Ad esempio la varietà ibrida tra cetriolo e melone diffusa in Puglia è chiamata:”Carosello Bianco Barese”.La sua polpa bianca è leggermente acidula ed è proprio a questa lieve acidità che deve il suo nome che deriva dal latino cedrus (cedro), quindi “piccolo cedro”.Il cetriolo, oltre ad essere consumato crudo in insalate miste, accompagnato allo yogourt al naturale intero e conservato sotto aceto, è tanto impiegato nella cosmesi.Già nel cinquecento era consigliato utilizzarne i semi e il succo per “far bella la pelle”.A tal proposito capirete perché, nella festa della Trasfigurazione, ho deciso di parlare proprio di questo ortaggio.Grazie al cetriolo i vostri volti appariranno trasfigurati!!! Che meraviglia!!!

CosmesiLOZIONE TRASFIGURANTEMateriale occorrente:centrifuga1 cetrioloPreparazioneCentrifugate un cetriolo di media grandezza, quindi raccogliete il succo ottenuto in una ciotola e applicatelo su viso, collo e corpo lasciandolo assorbire e aggiungendone dell’altro prima che asciughi.Questa operazione ripetetela per circa 20/30 minuti, quindi sciacquate con abbondante acqua.Tali applicazioni difenderanno la vostra pelle dalle aggressioni del vento e del sole, oltre a rendervi più trasfigurate.Se avete delle irritazioni cutanee, molto efficaci sono le fette di cetriolo direttamente applicate sulla parte del corpo interessata, infatti il cetriolo ha un forte potere sfiammante.Allora, buon divertimento!!!

Suor Ada

E' una pietanza estiva rustica, un piatto povero di derivazione contadina, molto semplice, che non neces-sita di cottura. Gli ingredienti principali della panzanella, che si può considerare un piatto unico, sono il pane raffermo -per rimanere fedeli alla ricetta originale sarebbe meglio usare il pane “sciocco” (non salato) toscano-, i pomodori, i cetrioli, la cipolla rossa, il basilico, sale, pepe, aceto e olio.

tagliatelo a rondelle sottili e mettetelo da parte (4). Infine mondate, lavate e tagliate a pezzettini il pomodoro (5), togliete i semi e tenete anch’esso da parte. Prendete ora 4 fette di pane toscano, eliminate la crosta con un coltello (6),

Per preparare la panzanella sbucciate e tagliate la cipolla a fettine sottili (1), quindi mettetela in ammollo in una ciotolina con dell’acqua e un cucchiaio di aceto di vino bianco (2), per almeno 2 ore. Sbucciate il cetriolo aiutandovi con un pela patate (3),

quindi bagnatele con una soluzione di acqua e aceto (un cucchiaio), senza inzupparle troppo (7). Una volta che il pane si sarà semplicemente ammor-bidito, strizzatelo, spezzettatelo gros-solanamente con le mani e mettetelo in un’insalatiera capiente (8). Scolate la cipolla rossa dalla sua acqua di ammollo (9),

quindi unitela al pane (10), aggiunge-te i pomodori (11), il cetriolo (12) e

le foglie di basilico spezzettate a mano (13). Amalgamate delicatamente tutti gli ingredienti aiutandovi con un cuc-chiaio, condite il tutto con dell’olio extravergine di oliva, poi aggiustate di sale e pepe (14). Mescolate nuo-vamente, assaggiate e, se necessario, aggiungete altro aceto di vino. Fate ora riposare la panzanella in frigorife-ro per almeno un’ora, affinché si insa-porisca ulteriormente. La panzanella è pronta (15): al momento di servirla estraetela dal frigorifero almeno un quarto d'ora prima di consumarla in modo che torni a temperatura ambiente.

Dal sito www.giallozafferano.it

La Panzanella o Pan Molle

LA CHIESAS A N T A M A R I A I N A R C E R O C C A S A N T ’ A N G E L O