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Biologia Ambientale, 22 (n. 1, 2008) 45 Informazione&Documentazione Pistia stratiotes L. (Alismatales: Araceae) in Versilia (Toscana nord-occidentale) Paolo Ercolini Via Coli e Spezi, 2653/B - 55054 Massarosa (LU); [email protected] INTRODUZIONE L’introduzione e la successi- va acclimatazione di specie aliene negli ambienti naturali e semina- turali sono oggi universalmente con- siderate come le cause principali per la minaccia della biodiversità, tanto da essere chiaramente anno- verate anche nella normativa na- zionale (DPR 8 settembre 1997, n. 357, aggiornato dal D.P.R. 12 mar- zo 2003, n. 120), che recepisce di- rettive europee in materia di con- servazione degli habitat, nonché della fauna e flora selvatiche (1992/ 43/CE). Quest’ultimo provvedimen- to giunge purtroppo in netto ritar- do rispetto alla realtà degli eventi che si stanno ormai da anni verifi- cando in tale ambito. È infatti sem- pre più frequente la segnalazione di specie aliene negli ecosistemi ter- restri e acquatici del territorio na- zionale, la cui introduzione è do- vuta spesso agli atteggiamenti del tutto disinvolti assunti sia da priva- ti che da amministrazioni pubbli- che. La Versilia (Toscana nord-oc- cidentale), non è certo tra le zone che si sono sottratte al fenomeno dell’introduzione di specie esotiche. In particolare, facendo riferimento agli ambienti acquatici, si rileva come già in un passato ormai stori- co questa subregione costiera, che si trova in stretta connessione con aree umide di zone limitrofe, sia stata scenario di introduzioni vo- lontarie di specie vegetali, come Azolla caroliniana (ARCANGELI, 1882) o animali, come Gambusia holbroo- ki, operate per varie finalità, quan- do peraltro era del tutto insospetta- bile il rischio per la biodiversità. In tempi più recenti si è assistito al- l’introduzione accidentale di spe- cie animali, come Ameiurus melas, Lepomis gibbosus, Carassius spp., Micropterus salmoides (ALESSIO et al., 1994), molto probabilmente a se- guito delle pratiche legate al ripo- polamento ittico. In un recente passato, inoltre, la Versilia è stata teatro di una delle più consistenti introduzioni di specie esotiche deliberatamente effettuata in una delle zone umide più importanti della Toscana (BAL- DACCINI, 1995), quella relativa al gam- bero della Louisiana (Procambarus clarkii). La specie, infatti, sebbene segnalata per la prima volta in Ita- lia nella regione Piemonte (DEL MASTRO, 1992) ha mostrato nell’area umida del Massaciuccoli tutta la sua potenzialità adattativa (ERCOLI- NI et al., 1999), disperdendosi da qui in molte altre zone della Toscana e d’Italia (GHERARDI et al., 1999). IL CASO DI Pistia stratiotes L. Originaria del Sud Est Asiati- co e conosciuta anche come lattu- ga acquatica, Pistia stratiotes L. è ormai presente in molte località a Fig. 1. Pistia stratiotes L.

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Biologia Ambientale, 22 (n. 1, 2008) 45

Informazione&Documentazione

Pistia stratiotes L. (Alismatales: Araceae)in Versilia (Toscana nord-occidentale)Paolo Ercolini

Via Coli e Spezi, 2653/B - 55054 Massarosa (LU); [email protected]

INTRODUZIONEL’introduzione e la successi-

va acclimatazione di specie alienenegli ambienti naturali e semina-turali sono oggi universalmente con-siderate come le cause principaliper la minaccia della biodiversità,tanto da essere chiaramente anno-verate anche nella normativa na-zionale (DPR 8 settembre 1997, n.357, aggiornato dal D.P.R. 12 mar-zo 2003, n. 120), che recepisce di-rettive europee in materia di con-servazione degli habitat, nonchédella fauna e flora selvatiche (1992/43/CE). Quest’ultimo provvedimen-to giunge purtroppo in netto ritar-do rispetto alla realtà degli eventiche si stanno ormai da anni verifi-cando in tale ambito. È infatti sem-pre più frequente la segnalazionedi specie aliene negli ecosistemi ter-restri e acquatici del territorio na-zionale, la cui introduzione è do-vuta spesso agli atteggiamenti deltutto disinvolti assunti sia da priva-ti che da amministrazioni pubbli-che.

La Versilia (Toscana nord-oc-cidentale), non è certo tra le zoneche si sono sottratte al fenomenodell’introduzione di specie esotiche.In particolare, facendo riferimentoagli ambienti acquatici, si rilevacome già in un passato ormai stori-co questa subregione costiera, chesi trova in stretta connessione conaree umide di zone limitrofe, siastata scenario di introduzioni vo-lontarie di specie vegetali, comeAzolla caroliniana (ARCANGELI, 1882)

o animali, come Gambusia holbroo-ki, operate per varie finalità, quan-do peraltro era del tutto insospetta-bile il rischio per la biodiversità. Intempi più recenti si è assistito al-l’introduzione accidentale di spe-cie animali, come Ameiurus melas,Lepomis gibbosus, Carassius spp.,Micropterus salmoides (ALESSIO et al.,1994), molto probabilmente a se-guito delle pratiche legate al ripo-polamento ittico.

In un recente passato, inoltre,la Versilia è stata teatro di unadelle più consistenti introduzionidi specie esotiche deliberatamenteeffettuata in una delle zone umidepiù importanti della Toscana (BAL-

DACCINI, 1995), quella relativa al gam-bero della Louisiana (Procambarusclarkii). La specie, infatti, sebbenesegnalata per la prima volta in Ita-lia nella regione Piemonte (DEL

MASTRO, 1992) ha mostrato nell’areaumida del Massaciuccoli tutta lasua potenzialità adattativa (ERCOLI-NI et al., 1999), disperdendosi da quiin molte altre zone della Toscana ed’Italia (GHERARDI et al., 1999).

IL CASO DIPistia stratiotes L.

Originaria del Sud Est Asiati-co e conosciuta anche come lattu-ga acquatica, Pistia stratiotes L. èormai presente in molte località a

Fig. 1. Pistia stratiotes L.

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clima tropicale e si è bene adattataanche alle latitudini di climi piùtemperati del continente europeo.Si tratta di una macrofita non radi-cata flottante (Fig. 1), introdottaprevalentemente come pianta or-namentale. Dal 1973 si è acclima-tata in Olanda, dove nel periodoestivo cresce abbondantemente, pro-vocando non poche turbative (MEN-NEMA, 1977; PIETERSE et al., 1981;VENEMA, 2001). La sua presenza èstata quindi segnalata in EuropaCentrale (PYŠEK et al., 2002) e inalcuni corpi idrici nei dintorni del-la città di Mosca (SCHANZER et al.,2003). Nel 2005 è stata rinvenutain Francia, a Jalle de Blanquefortvicino a Bordeaux, e a Cadiz, nelSud Ovest della Spagna (GARCÍA

MURILLO et al., 2005).Nelle acque delle regioni tem-

perate la sua sopravvivenza alle tem-perature invernali può essere favo-rita dal surriscaldamento dovuto ascaturigini termali, come osservatoin Slovenia (ŠAJNA et al., 2007) o pereffetto degli scarichi provenienti dacentrali termoelettriche o dalle mi-niere, come nel caso del fiume Erftin Germania (DIEKJOBST, 1984).

La specie è in grado di causa-re ingenti danni agli habitat deter-minando la drastica riduzione dialtre piante acquatiche semisom-merse e di gran parte degli animalipresenti. È capace di invadere inte-ri canali, impedendone la naviga-bilità. P. stratiotes è quindi conside-rata specie invasiva, al punto chein certi stati americani, come Ari-zona, Florida e Sud Carolina, neviene proibita la distribuzione e lavendita (MOORE, 2005).

Nell’Africa tropicale la lattu-ga acquatica è stata associata al-l’incremento delle infestazioni ma-lariche, in quanto, tra le sue foglie,le larve di zanzara trovano un sicu-ro rifugio dai pesci larvivori (MOO-RE, 2005).

Tale opportunità sembra esse-

re sfruttata anche da altri culicidiin grado di causare serie malattiecome encefaliti e filariosi, che pos-sono adattarsi e prosperare tra lefoglie galleggianti della lattuga ac-quatica (DUNN, 1934; BENNETT, 1975;LOUNIBOS e DEWALD, 1989; LOUNIBOS

et al., 1990). A solo titolo esemplifi-cativo si ricorda che tra le specie dizanzare rinvenute in stagni del Ca-meroun tra le foglie di Pistia, sonostati identificati i generi Mansoniae Culex, rispettivamente con il 55%ed il 42% delle catture (NOUMSI etal., 2005).

LA SITUAZIONE IN VERSILIALa comparsa di P. stratiotes si

è manifestata con uno sviluppo co-pioso nel periodo compreso tra imesi di giugno e agosto del 2007,nelle acque della vasta rete dei ca-nali di bonifica che mantengonoasciutta buona parte della pianuraversiliese. La stazione più impor-tante è stata individuata nel Cana-le detto Lama della Torre, nel Co-mune di Pietrasanta, dove la ma-crofita ha occupato ogni spazio di-sponibile della superficie del cana-le, estendendosi per alcune centi-

naia di metri (Fig. 2). Nella Lamadella Torre quasi tutte le pianteavevano raggiunto dimensioni con-siderevoli, fino al massimo diame-tro raggiunto dalla specie, intornoai 15 cm (Fig. 3)

A seguito di un monitoraggiosul territorio, effettuato con l’inten-to di verificare la presenza dellapianta anche in altri siti, quantitàminime, rappresentate da piccolepiante di pochi centimetri di dia-metro, sono state rinvenute in fossie canali limitrofi all’area di massi-ma espansione. Altri individui dipiccole dimensioni sono stati rinve-nuti, con distribuzione molto spo-radica, in siti distanti dalla suddet-ta stazione e in prossimità di zoneumide di interesse regionale e na-zionale (Lago di Porta e palude delMassaciuccoli).

La vicinanza delle idrovore alsito di massima espansione e laconsapevolezza del fatto che si trat-tava di una specie esotica, hannoindotto il Consorzio di BonificaVersilia Massaciuccoli, a provvede-re alla sua completa raccolta e di-struzione (Fig. 4).

Dalla prima serie di osserva-

Fig. 2. Esplosione della pianta flottante nel periodo estivo.

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zioni, si è riscontrato che il rapidosviluppo di questa macrofita acqua-tica è principalmente dovuto allealte temperature, come peraltro giàrilevato da altri Autori (PIETERSE etal., 1981; THAWIL e MERCADO, 1975).

La presenza della specie sem-bra indurre una diminuzione del-l’ossigeno disciolto ed un incremen-to dell’alcalinità delle acque (YOUNT,1963; ATTINOU, 1976; SRIDHAR e SHAR-MA, 1985). Tutto ciò comporta unevidente rischio per la sopravviven-za di molte specie acquatiche, inparticolare per quanto riguarda or-ganismi appartenenti allo zooplan-cton e all’ittiofauna (AYLES e BARI-CA, 1977; CLADY, 1977). Da studieffettuati dall’Istituto di RicercheIttiche di Lubiana è stato riscontra-to che le concentrazioni di ossige-no nelle acque dei canali monito-rati, declinavano con valori di benoltre il 50% fino a raggiungere va-lori minimi stimati intorno ai 2,5mg/L, ossia a rischio per la soprav-vivenza delle specie ittiche presenti(UHAN e KRAJNC, 2003).

Anche nelle acque del territo-rio versiliese si è registrata la nettavariazione delle concentrazioni diossigeno laddove P. stratiotes ha let-teralmente invaso l’intera superfi-cie acquatica, come osservato nelCanale Lama della Torre.

Un episodio che può esseresignificativo, in merito alla capaci-tà della pianta di ridurre l’ossigenonelle acque, col forte rischio di com-promettere la vita dei pesci, si èverificato il 22 agosto 2007. Unavolta rimosse le piante acquatichedagli operai del Consorzio di Boni-fica, a partire dalle ore 07:00 circa,è stata segnalata la presenza di unacospicua quantità di pesci, preva-lentemente mugilidi, con evidentidifficoltà respiratorie. Per tale mo-tivo è stata prontamente immessaacqua di falda nel canale per favo-rire il ripristino delle concentrazio-ni di ossigeno. Dopo alcune ore di

lavoro, i pesci sono riusciti a recu-perare le proprie attività fisiologi-che e con esse anche quelle moto-rie, nuotando nuovamente in pro-fondità. I valori di ossigeno sonostati registrati in tempi successivi,evidenziando il graduale raggiun-gimento dei minimi livelli di con-centrazione, intorno ai 2 mg/L, ne-

cessari e sufficienti per la sopravvi-venza dei pesci (Tab. I).

Il valore di O.D., registrato pres-so l’impianto idrovoro del FossoTeso (Tab. I) è, con tutta probabili-tà, dovuto al fatto che il primo inter-vento di soccorso, che ha comporta-to l’immissione di acqua di falda, èpartito proprio da questo tratto del

Fig. 3. La crescita massima delle piante è stata osservata nel corso dell’estate.

Fig. 4. Rimozione di P. stratiotes.

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canale. In tal caso si deduce che quile acque, con il getto delle pompe,siano state ossigenate per prime ri-spetto agli altri punti di rilevamen-to, man mano più distanti.

Una possibile causa del rischiodi moria sembra verosimilmenteimputabile al forte dominio dellemacrofite acquatiche tropicali cheabbondavano nella Lama della Tor-re fino a pochi giorni prima del-l’episodio sopra indicato.

Anche questo deve essere con-siderato un evidente segnale dellepossibili ripercussioni negative cuipossono andare incontro le acquein presenza di questa specie esotica.

P. stratiotes è in grado di radi-care anche sul terreno umido emorbido, come quello costituito dasabbia o torba. Un comportamentosimile, seppur limitato ad alcunedecine di metri, si è riscontrato lun-go le sponde del piccolo fosso im-missario della Lama della Torre,sul quale alcune giovani piante dilattuga acquatica hanno messo leproprie radici sul terreno sabbioso.

I valori medi di temperaturacon i quali la pianta ha trovatofacilità di crescita, sono risultaticompresi tra i 28 e i 29 °C dei mesidi luglio e agosto.

Tra i fattori che favorisconola crescita di questa pianta, sonoda includere le alte temperature;non a caso la lattuga acquaticapresenta una minima crescita con ivalori termici delle acque di 15 °C,con un proprio optimum tra i 22 e i30 °C ed un maximum di crescitaalla temperatura limite di 35 °C(KASSELMAN, 1995). È stato osserva-to in certi canali dell’Olanda chequesta pianta è in grado di soprav-vivere per prolungati periodi in ac-que con temperature di 4 °C, fino arallentare il proprio stadio vegetati-vo per poche settimane nel ghiac-cio a temperature di -5 °C (PIETERSE

et al., 1981). Dunque si può ritene-re, stando a quanto riportato, che

alle nostre latitudini, questa piantapossa attraversare l’inverno senzasubire eccessivi o traumatici stresstermici.

Da ulteriori studi compiutisulla crescita della pianta è risulta-to che le temperature delle acque ela concentrazione dei nitrati, gio-cano un elevato effetto sulla cresci-ta del vegetale (SCRIBER e SLANSKY,1981). Oltre a ciò, ovviamente, unruolo non da poco viene svolto dal-la luce quando la lattuga acquati-ca si trova nel periodo di massimaesposizione all’irradiazione solare,come nel periodo estivo.

Sulla base di quanto riporta-to sono stati effettuati ulteriori pre-lievi ed analisi di acque per la valu-tazione dei seguenti parametri: sa-linità, nitrati, fosfati, pH e tempera-tura.

In data 21 agosto 2007 sonostate monitorate, campionate e ana-lizzate le acque in alcuni settoridei canali dove Pistia si è andataaccrescendo e in aree limitrofe dovele piante non sono state rinvenute.Ininfluente è sembrato il valore del-la salinità alla crescita e sviluppodelle macrofite.

Circa la concentrazione deinitrati, si segnalano, perché degnidi particolare attenzione, i valoririscontrati in due settori della Lamadella Torre: 7,9 mg/L NO3 nel setto-re detto “a monte” (dove le piantenon erano presenti) e 6,1 in quello“a valle”, dove le piante erano ab-bondantemente sviluppate. Questidati confermano quanto necessa-ria sia la presenza di nitrati per losviluppo della pianta acquatica.

Per quanto riguarda la pre-

senza di fosfati nel medesimo cana-le, praticamente non vi sono statevariazioni (da 5,64 a 5,61 mg/LPO4 tra il settore a monte e quello avalle).

Da quanto emerso dai datiacquisiti sul campo nel corso deimesi estivi, integrati con quelli di-sponibili in letteratura, si evinceche l’effetto più temibile, quandole acque di fossi e canali sono inva-si dalla lattuga acquatica, è la ridu-zione della concentrazione di ossi-geno. La perdita di una seppur mi-nima percentuale di questo prezio-so gas, può provocare inevitabiliripercussioni sulla sopravvivenzadelle componenti zooplanctonicheed ittiche.

La pianta inoltre, in ambientinaturali protetti, potrebbe compete-re fortemente con specie autoctoneperaltro in costante diminuzione.Forme con adattamenti simili, comeHydrocotyle vulgaris, sono infattiancora rinvenibili ma in zone mol-to ridotte dell’area palustre di Mas-saciuccoli (TOMEI et al., 1997).

Tab. I. Valori acquisiti a poche ore dalla presunta anossia.

Area del prelievo Ora T (°C) O.D. (mg/L) Sat. (%) pH

Ponte di via Nicchieto 9:30 22,4 2,4 26 7Impianto idrovoro Fosso Teso 9:40 22,2 3,3 35 7Vasca di raccolta del F. Teso 10:00 21,9 1,8 17 7A metà canale 10:15 22,5 1,6 19 7Presso la via del Padule 10:40 23 1,9 22 7

RingraziamentiSi desidera ringraziare: il Presidentedel Consorzio di Bonifica VersiliaMassaciuccoli Sig. F. Angelini, per lacollaborazione e la disponibilità al-l’utilizzo del materiale raccolto; il Prof.N. E. Baldaccini, Dipartimento diEtologia, Ecologia ed Evoluzione del-l’Università degli Studi di Pisa, non-ché la Prof.ssa G. Parisi, Dipartimen-to di Scienze Zootecniche dell’Univer-sità degli Studi di Firenze, per la rac-colta del materiale bibliografico; il DrG.N. Baldaccini, per i proficui scambidi opinione tenuti nel corso dell’in-dagine.

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