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SENATO DELLA REPUBBLICA V LEGISLATURA 3893 SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO VENERDì 18 DICEMBRE 1970 (Antimeridiana) Presidenza del Presidente FANFANI, indi del Vice Presidente GATTO INDICE Trasmissione di sentenze . . . . . Pago19848 Deferimento a Commissione permanente in sede deliberante Pago 19847 Trasmissione dalla Camera dei deputati . 19847 CORTE COSTITUZIONALE DISEGNI DI LEGGE MOZIONI E INTERPELLANZE Annunzio di presentazione . . . . . .19847 Approvazione da parte di Commissioni per- manenti .............. 19847 Approvazione di procedura urgentissima per il disegno di legge n. 1463: Seguito della discussione delle mozioni nu- numeri 60, 62, 64, 65 e dello svolgimento dell'interpellanza n. 380, concernenti i tra- sferimento alle regioni delle funzioni di cui all',articolo 117 della Costituzione: PRESIDENTE ZUGNO .......... . 19848 . 19848 BONAZZI NENCIONI . . . . . . . . . . . 19849 . 19855 TIPOGRAFIA DEL SENATO (USO)

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SENATO DELLA REPUBBLICAV LEGISLATURA

3893 SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

VENERDì 18 DICEMBRE 1970(Antimeridiana)

Presidenza del Presidente FANFANI,

indi del Vice Presidente GATTO

INDICE

Trasmissione di sentenze . . . . . Pago19848

Deferimento a Commissione permanente insede deliberante Pago 19847Trasmissione dalla Camera dei deputati . 19847

CORTE COSTITUZIONALE

DISEGNI DI LEGGEMOZIONI E INTERPELLANZE

Annunzio di presentazione . . . . . .19847Approvazione da parte di Commissioni per-manenti . . . . . . . . . . . . . . 19847

Approvazione di procedura urgentissimaper il disegno di legge n. 1463:

Seguito della discussione delle mozioni nu-numeri 60, 62, 64, 65 e dello svolgimentodell'interpellanza n. 380, concernenti i tra-sferimento alle regioni delle funzioni di cuiall',articolo 117 della Costituzione:

PRESIDENTE

ZUGNO . . . . . . . . . .. 19848. 19848

BONAZZINENCIONI.. . . . . . . . . .

. 19849

. 19855

TIPOGRAFIA DEL SENATO (USO)

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Senato della Repubblica ~ 19847 ~ V Legislatura

389" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESo.CONTo. STENo.GRAFICO 18 DICEMBRE 1970

Presidenza del Presidente FANFANI

,p RES I D E N T E . La seduta è aperta(ore 11).

Si dia lettura del processo verbale.

DI VITTORIO BERTI BAL-D I N A, Segretario, dà lettura del pro~cesso verbale della seduta antimeridiana del14 dicembre.

P RES I D E N T E. Nan essendoviosservaziani, i]I processo verbale è appro.vato.

Annunzia di disegni di leggetrasmessi dalla Camera dei deputati

P RES I D E N T E. Comunico cheil Presidente della Camera dei deputati hatrasmessa i seguenti disegni di legge:

« Aumento della stanziamenta prevista dal.le leggi 25 aprile 1957, n. 309, 5 marzo 1963,n. 285, e 12 dicembre 1966, n. 1095, per Ilacastruziane e l'arredamento. del palazzo. digiustizia di Napali )} (1465);

Deputato BIANCO. ~ « Modifica aHa legge

22 gennaio. 1934, n. 36, sull'ardinamenta del-le professiani di avvocato. e praauratalt'e)}(1466).

Annunzia di presentazianedi disegni di legge

P RES I D E N T E. Comunica cheè stato presentato il seguente disegno dilegge:

dal Ministro del tesoro:

« Variazioni al billancio dello Stato ed aquelli di Amministrazioni autonome perl'anno finanziario 1970 (secondo provvedi-menta)}} (1464).

Comunica inohre che è stata presentatoil seguente disegno di legge di iniziativa deisenatori:

ZUGNO e DE VITo. ~ «Mod1ficazione al~l'articolo 2751 del CodiiCe civi'le per cosiitui~re un privilegio generale sui beni mobili afavore di crediti di imprese artigiane}}(1467).

Annunzia di deferimenta di disegna di leggea Cammissiane permanente in sede de-liberante

P RES I D E N T E Comunico cheil seguente disegno di legge è stato deferi~to in sede deliberante:

alla 7a Commissione permanente (Lavariprubblici, trasporti, poste e tdecamunicazio-ni e marina meI'cantHe):

« Aumento deHa stanziamenta previstodalJe leggi 25 3'prile 1957, n. 309, 5 marzo1963, n. 285, e 12 cLicemblre 1966, n. 1095,per la costruzione e l'ar,redamento del pa~lazzo di giustizia di Napali)} (1465), previpareri della 2a e deHa 5a Commissione.

Annunzia di appravaziane di disegni di leggeda parte di Cammissioni permanenti

P RES I D E N T E. Comunka che,nelle sedute di ieri, le Cammiss10ni perma-nenti hanno aprprravata i seguenti disegni dilegge:

]a Commissione permanente (Affari esteri):

« Contributo al Centro italiano di farma-zioneeuropea (CIFE) oon sede in Roma}}(776~B);

« Conùributo al programma deLle NazianiUnite per la valodzzaz,ione delle nisorse na-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 19848 ~

389a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 18 DICEMBRE 1970

tumli non agricole dei Paesi in via di svi-luppo per il triennia 1969, 1970 e 1971»(786~B);

6a Commissione permanente (Istruzione

pubblica e belle arti):

GRaNcHI ed altri. ~ «Modifiche all'ordi~namento dell Centro italiano per i viaggi diistruz,ione della giQiventù (CIVIS) e dellaCasa internazionale dello rstudente» (1059),

.

con il seguente nuovo titolo: «CQintributiper il funzionamento e J'ondinaria manuten-zione della Casa internazionale dello st1;l~dente gestita daJ CentJ:1O italiano per i viag-gi di istruzione degli studenti (CIVIS) »;

9a Commissione permanente (Industria,

commerdo interno ed estero, turismo):

Deputati GORRERIed altri; DARIDAed altri;MOSCA e BALDANI GUERRA; SERVELLO. ~ « Mo-difiche alla legge 14 febbraio 1963, n. 161,concernente la discirplinadell'attività di bar~biere, rparrU!octhime per uomo e donna emestieri affini» (1394);

lOa Commissione permanente (Lavoro,emigrazione, previdenza sociale):

« Modifiche al decreto legislativo del Capopmvvisorio de:lJo Stato 14 dicembre 1947,n. 1577, modificato con legge 8 maggio 1949,n. 285, e ratilficato con ulteriori modidÌcazio-ni dalla legge 2 aprile 1951, n. 302, concer~nente provvedimenti per la cooperazione»(1244), con modificazioni.

Annunzio di sentenzetrasmesse dalla Corte costituzionale

P RES I D E N T E. Comunico che,a norma dell'articolo 30 ddla legge 11 mar~zo 1953, n. 87, il Presirdente ,della Corte costi-

_tuzionale, con lettere del 16 dkemhre 1970,ha trasmesso copia delle sentenze, deposi-tate nella stessa data in Cancelleria, con lequali la Corte stessa ha dichiarato l'iJJegit-timità costituzionale:

dell'articolo 164, primo comma, delcodice dvile nella parte in cui non ammette

i terzi a provare h simulazione delle conven-zioni matrimoniali (Sentenza n. 188) tDocu-mento VII, n. 100);

dell'arti!oolo 304-bis, primo comma, delcQidice di proceduI1a penale, limitatamentealla parte in cui esclude il dÌ1ritto del difen-sore dell'imputato di assistere aH'interro-gatorio (Sentenza n. 190) (Doc. VII, n. 101).

Tali documenti saranno trasmessi alleCommissioni competenti.

Approvazione di procedura urgentissimaper il disegno di legge n. 1463

Z U G N O. Domando di parlare.

P RES I D E N T ,E. Ne ha félJCQiltà.

Z U G N O. Onorevole Presidente, ono-revoli colleghi, ieri dalla Camera dei depu-tati è stata trasmesso al Senato il disegnodi legge n. 1463, concernente l'autorizzazio-ne all' esercizio provvisorio del bilancio perl'anno finanziario 1971. Stamani La sa Com-missione :l'ha esaminato ed approvato in se-de referente.

Data l'urgenza del provvedimento, la Com-missione all'unanimità mi ha incaricato dirichiederne all'Assembla, a norma dell'arti-colo 53 del Regolamento, la procedura ur-gentissima.

P RES I D E N T E. Non essendovi os-servaziQini, la lrichiesta del senatore Zugno èaccolta. n disegno di legge n. 1463 sarà di-scusso nella seduta pomeridiana di oggi.

Z U G N O. La ringrazio.

Seguito della discussione delle mozioninn. 60, 62, 64, 65, e dello svolgimento dellainterpellanza n. 3801 concernenti il tra-sferimento alle regioni delle funzioni dicui all'articolo 117 della Costituzione

,p RES I D E N T E. L'ordine del gior-no reca il seguito della discussione dellemozioni nn. 60, 62, 64, 65 e dello svolgimen-

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Senato della Repubblica ~ 19849 ~ V Legislatura

389" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 18 DICEMBRE 1970

to dell'inter;pellanza n. 380, concernenti iltrasferimento alle regioni deHe funzioni dicui all'artkolo 117 della Costituzione.

:È iscritto a parlare il senatore Bonazzi.Ne ha facoltà.

B O N A Z Z I Onorevole P,residente,onorevole Presidente del Consiglio, onorevo~li colleghi, molto opportuno, anzi necessa-,rio è, a parer mio ed a parere del Gruppodella sinistra indipendente, questo dibattitosulle questioni regionali. Il Parlamentoavrebbe mancato e manoherebbe a:d un suopreciso dovere, mancherebbe ad un suo com-pito se in questo momento, che vede tutti iconsigli ,regionali eletti dalla volontà popo-lare il 7 giugno già 'svolgere 'parte delle lorofunzioni, non fa:cesse sentire la sua parola,attraverso le forze politiche che in esso so-no presenti, sull'intero problema; un pro-blema ,che nella vita del nostro Paese di cer-to è oggi fondamentale.

Prevista e preannunciata daUa Costituzio~ne repubblicana 23 anni fa, destinata certa-mente a modificare profondamente l'ordina-mento dello Stato, nata per volontà popola-re, la regione è uscita finalmente dal limbodelle ipotesi teorkhe con il voto del 7 giu-gno per entrare con tutta la sua forza nellareaLtà del nostro Paese, carne da tanto tem-po è nella realtà dei Pa:esi democratici.

Quale ha da essere, secondo noi, la paro~la del Parlamento in questo momento su ta-le problema? Quale ha da essere la paroladel Senato della: Repubblica, discutendosioggi in quest'Aiula idel:l'attuazione regionale?Io oredo, crede il mio Gruppo che prima diogni altra cosa tale parola debba essere diconvinta volontà di operare positi,vamente espcditamente, per quanto è di propria com~petenza, nei confronti di tutto quanto è dacompiersi per concretamente attuare e perdare vigore all'istituto regionale. Concreta-mente: come hanno dimostrato di voleire edi saper fare i <consigli regionali, subito, inquesti primi mesi della lara vita e della lo-ro attività. La consapevoLezza dell'importan~za della funzione del nuovo istituto, la con-sapevolezza di essere attentamente seguiti daun'opinione pubblica che li attende alla pro-va (tal-volta anche con non completa ,fiducia

e con non completa convinzione) ha giusta-mente indotto i nuovi ,consigli regionali adun'attività fervida ed intelligente, ricca diiniziative. Si è voluto e si 'vrUoIe andare :infretta; s:i vuole che le realizzazioni e i fatticoncreti non sia:no lontani, quasi sentendocome colpa loro la troppo lunga inadempien-za; un'inadempienza che ~ è sempre da ri-cordare ~ non è stata certo casuale, ,ma va-,Iuta tena:cemente da forze poIitiche tuttorapresenti e tuttora operanti nel Paese, pron-te ancora ed intenzionate ancora a portareavanti la loro azione antiregionalista.

Le regioni sono in rital1do rispetto a quel-la che è sempre stata la volontà popolare erispetto alle esigenze del Paese ed al biso-gno di apportare sostanziali modi,fiche alfunzioné\Jmento del Paese stesso. Ecco pelt'-chè corrono e vogliono correre avanti, bru-ciando i tempi. Le abbiamo vi,ste così prean-nunciare l'impugnazione di molte norme or-dinarie che rilguardano il potere regionale;le abbiamo già viste decidoce l'assunzione inproprio dei :controllisugli enti locali, elabo-irare piani di sviluppo, impostare con criteriinnovatmi, giusti ed opportuni, la gestioneamministraii\'a di loro spettanza. Le abbi:a-ma viste mettersi all'opera con entusiasmo,con calpaJCità ed intelligenza per la stesurae per l'a,ppmvazione degli statuti ed inter-venire con prontezza e con ricchezza di ini-ziative sui problemi più importanti del mo-mento.

Le regioni, oltre che per essere state irSti-tuiìte a. più di due decenni di distanza dallaprevisione costituzionale, sono in ritardo peraltri motivi: primo fra tutti, quello dellamancanza deUe leggi~quadro statali.

Spe:clitamente, dicevo :prima, parlando deicompiti che spettano al Parlamento per l'at-tuazione regionale; spedita:mente pel1chè lavittoria politica che Ie forze progressiste ita-liane sono riuscite a strappal1e il 7 giugnocon l'elezione dei consigli regionali a statutoordinario potrebbe, se non si va avanti com-piendo quanto è necessario per il funziona-mento dei consigli medesimi, essere seria-mente compromessa. Credo che non ci si deb-ba nascondere il fatto che siamo giunti, il 7giugno, ad eleggere i consigli regionali senzadi certo avere tra le forze r,egionaliste, che

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Senato della Repubblica ~ 19850 ~ V Legislatura

389a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- REsacaNTa STENaGRAFICa 18 DICEMBRE 1970

pure hanno concorso a vendere finalmentepossibile ta]e prima dezione, identità di ve-dute e di propositi.

Dico subito che del resto non vi può es-sere nessuna 'SoIìpresa in ciò, giaochè cono-Isciama bene, credo, tutti ill nostro Paese, gliinteressi e le forze che in esso sono presentie orperanti. Da una parte, coloro che, sostan-ziaLmente antiautonomisti, vedevano, e ve-dono, nelle ,regioni un semplice ed aggior-nato strumento per contener,e la crisi dellevecchie ed ormai :paralizzanti stvutture cen-trali e l'i affermare l'autorità dello Stato at-traverso una oriz:zontaHzzazione dello scon-tro sociale; dall'altra, coloro che tendevanoe tendono a demooratizzare dal basso, comesempre è più necessario e come sempre piùvogliono i cittadini, la gestione del potere,dando finalmente, attraverso le regioni, unanecessaria risposta a quella domanda politi-ca che è emersa con tanta forza dalle lottepapolari di questi ul'timi anni e particolar-mente da quelle duris~ime e Lunghe lotte cheda oltre due anni i lavaratori vanno condu-cendo nelle fabbriche e nelle piazze d'Italia.

È chiruro che poco, se non niente di buo-no, abbiamo da attenderci daLle forze di cuiprima ho detto. Tali forze, ripeto, sostanzial-mente antiautonomiste, hanno dovuto aIrren-dersi qualche mese fa, can il prapasito co-munque di continuare, se sarà loro possibi-le, con altri mezzi ed in altra maniera, la lo-ro azione. Che esista, che 'esi'stlerà una taleazione non è certo frutto della nostra imma-ginaziane o di nostri ingiustirficati timori.Ha fatto subito il discorso sulle forze re-gionaliste rperchè pare a me che oggi sia sudi esse che deve essere portata 'tutta la no-stra attenzione. Esse hanno il cOIDIpito di svi-Luppare con coerenza e di portare a termineil lunga discarso, la Lunga azione, possiamoben dire la Lunga battaglia Iregionalista do-po la tappa del 7 giugno.

Le forze apertamente e dilohiaratamenteantiregionaliste, tutta la destra italiana chenel corso del lungo ed oscuro periodo di re-flusso 'e anroccamento moderata, seguìto al-l'avvento deHa Repubblica e alla promulga-zione della Carta costituzionale, ebbero adoffrire tante resistenze e tanti ostacoli al-l'attuazione Il'egionale, dicevo prima, hannosU'bìto una dura sconfitta il 7 giugno.

Spetta però alle forze regionaliste far sìche tale sconfitta sia completa e ded:ìnitiva,non abbia cioè possibilità di riivindta aLcu-na, neppure per un solo momento. Ciò vuoIdire adoprarsi a d1mostrare con i fatti tuttala vaouità, tutta la srpeciosità e la falsità de-gli argomenti, dei timari ed anche ~ dicia-

molo pure ~ delle minacce che per ventianni la destra antiregionalista ha pOlrtatoavanti nel nostro Paese per influenzare ne-gativamente l'opinione pubblica.

Pericoli per l'unità nazionale, nuovi entiburocratici e nuove bUirocrazie, nuovi car-Irozzoni e altri .conflitti di competenza. dop-pioni inutilii, alto costo del nuovo istituto:cOlme ben sappiamo, onorevoli coJ'leghi, so-no stati questi ed altri ancora i timori, leprevisioni, le minacce che da parte degli an-t~regionalisti si è cercata durante tanto tem-po, di imprimere can insi,stenza nella ~en-te dei cittadini del nostro Paese. Sono statequeste le parole d'ordine.

Ehbene, spetta alle for21e regionaliste ope-rare con soHecitudine afiÌnchè attraverso ifatti s,i dimostri come tutto quanto primariICoI1davo non fosse ohe azione propagandi-stica ed intimidatrioe di chi ben sa e ben co-nosce tutta la forza e tutta l'efficacia dellafunzione rinnovatrice della regione nel no-stro Paese. Spetta alle forze regionaliste sa-per ris;pondere Icon il :linguaggio dei fatticonoreti e positivi a chi 'tuttora scrive sucerti grandi giornali di informazione e surotocaLchi di lavga diffusione predicendosventure e sfortune per il Paese a causa del-l'avvenuta elezione dei consigli Iregionali e achi emette frettolose sentenze su'lla sortedelle regioni.

Un fatto concreto che ritengo debba esse-re ,riICordato in quest'occasione, un fatto po-sitivo è stato l'approvazione avutasi l'altrogiorno da parte del Senato dei disegni dilegge presentati dai colleghi Pieraccini e Si-gnore110. Che vi fasse la necessità di elimi-nare taluni vincoli e limitazioni ant~co-stituzionali che la legge 10 febbraio 1953,n. 62 (la legge Scelba) ha posto all'autono-mia statutaria e organizzativa delle regioniè cosa che non può essere negata da nessu-no, tranne naturalmente, cOlme è avvenutoin quest'Aula, dal Movimento socia1e italianoper bocca del senatore Nencioni. Così di-

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Senato della Repubblica ~ 19851 ~ V Legislatura

389a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 18 DICEMBRE 1970

casi per quanto riguarda l'esigenza dell'im-mediata attribuzione alle regioni delle en-trate previste dall'articolo 7 della legge 16maggio 1970, n. 281.

Padavo prima, onorevoli colleghi, di cer-te sentenze. Una di queste, per esempio, l'hapronunciata recentemente un notissi.mo exdirettore di grand'i ed autoJ:1evoli giornali ita-liani, nonchè massimo dirigente, fino a po-co tempo fa, del<la Federazione dena stampaitaliana. Bilsogna proprio, onorevole Presi-dente, che la legga agli onorevoli colleghiperchJè il livello al quale spesso si scendenena polemica antiregionalista, anche daparte di ,chi è stato molto in alto, è veramen-te cosa che rattrista, anche se, dico ancorauna volta, non sOI1prende.

« Ogni giorno di più si ha la prova e la ri-prova » ~ scrive quel signore ~ « che le re-giom saranno un sistema di collocamentoper i parlamentari bocciati, per i grandi elet-

t01'i dei capi partito, per i vitelloni di peri-feria ».

Oh, cell"to non mi scandalizzo: si è scrittoe SI scrive quaLcosa di peggio contro l'isti-

t'uto regionale ed anche contro i'1 Parlamen-to ed i parlamentari. Però, come si fa a ta-cere quando una prosa quaLe quella che hotestè ricordata è usata ed appartiene a certipersonaggi ben noti nel nostro .Paese?

Nella mozione delle forze rpolitkhe cherappresentano al Senato della Relpubblical'opposizione di sinistra sono indicati i pro-blemi che occorre in tutta fretta affrontare.Pare a me che tali problemi siano, nella stes-sa, come in queUe presentate dai compagnidd Partito socialista italiano e dai coUeghidella Democrazia Ciristiana, esposti con mol-ta chiarezza, per cui penso che non sia ne-cessaria ora da parte mia un'illustrazionedettagliata di tutti questi .e su tutti un com-mento. Ciò è stato fatto molto bene ed inmodo esauriente dai colleghi che hanno par-lato ne'l COl'SOdella seduta di ieri pomerig-gio. PiÙ opportuno inv.ece sembra a me siafare alcune considerazioni sugli impegni chenoi abbiamo chiesto e chiedIamo al Governodi assulmere.

L'onorevole Plresidente del ConsigIio nel-le sue dkhiarazioni proglrammatiche fatte alParlamento 10 scorso mese di agosto dedicò,come era naturale, esseTIldosi a pOlche setti-

mane dal voto del 7 giugno, una parte note-vole delle sue parole all'olidinamento regio-nale. Trascuro, giacchè non è su ciò che orapreme a noi porre l'attenzione, tutta la par-te dedicata al Irichiamo all'esigenza, per ipartiti del centro-sinistra, di impegnarsi acoordinare i loro indirizzi politici e ad esse-re solidali, oltre che in Parlamento e nelGOIverno, anche negli enti locali. Del restopoi, in merito a dò, le cose in questi mesihanno avuto il loro sviluppo ed i fatti chesi sono determinati nella formazione dellegiunte regionali sono ben noti. Mi soffenmo

invece su alcune affermazioni allora fattedall'onorevole Colombo. Il Presidente delConsiglio usò allora espressioni, parlandodell'ordinamento regionaLe, che furono ~

10 dko subito ~ molto giuste. Egli parlò di

«profonda riforma» che si deve « frure pro-cedere con tem:pestività» e, riferendosi ainuovi organismi regionali, riconobbe che sitratta della «più avanzata e democratica

istanza autonomistica ». Dichiarò, l'onorevo-le P,residente dd Consiglio, che il Governoè im,pegnato a realizzare con prontezza glirudempimenti che sono di sua spettanza,e cioè: le leggi delegate per il trasferimentoalle regioni delle i6unzioni, degli uffici e delpersonale iper le materie previste dall'arrti-colo 117 della Costituzione; le leggkornkeneUe materie di maggiore rilevanza; la no-mina delle commissioni di cOTIl1Jrolllo;ila de-finizione con rupposito provvedimento dell'Uf-

ficio e ddle attribuzioni delcommissado diGoverno. Aggiunse, il Presidente del Consi-glio, che il Governo collabo~erà con le re-

gioni per 1,a predisposizione degli statuti eche all'attenzione del Governo vi sarà il pro-blema della modilficabilità della legge 10 feb-braio 1953, n. 62, da più parti prospettata.'Affermò i,l Presidente del Consig:lio: «Sia-mo, per l'ordinamento regionale, appena agIiinizi di un cammino ,che, per essere fecondo,deve essere 'seguito passo passo secondo unindirizzo che sflippia trovare il giusto con-temperamento tra le esigenze di autonomiae di effettivo decentramento e quelle di unareale salvaguardia dell'unità dell'ordinamen-to dello Stato ». Concluse l'onorevole Presi-dente del Consiglio dkendo che « il necessa-rio con temperamento di queste due esigenze

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 19852 ~

18 DICEMBRE 1970389a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

impone di evitare dannose contrapposi-zioni ».

È un discorso che per quanto mi rigual'dacondivido; è un dilscorso che mi pare di po-ter dire condivide pme il Gruppo al qual1e<lippartengo.

Onorevole Colombo, fa parte deLl'azioneantireg,ionaliJsta della destra accusare tuttinoi che ci siamo ba,uuti e che ci battiamoper la regione di volere, attraverso essa,disarticolare o addirittura, come si dice, di-sgregare lo Stato. Ciiò non è assolutamentevelro; certo, c'è uno Stato che a noi nonpiace ,e che noi nOillvogl,iamo più ed è quelloche abbiamo avuto ed abbiamo conosciutopurtroppo sempre nel nostro Paese: unoStato accentrato ed aooentratore, autor:ta-ria ed antipopolare, ail servizio semprç diinteresisi conservatori. Ma abbiiaimo avutola Repubblica e ci siamo dati la Costitu-zione e questa ha delineato uno Stato cheè quello che noi vogliamo e pel" il qual;:: cisiamo battuti e ci battiamo.

La Carta costituzionale infatti prevedeUlna Stato democratico, aperto e moderno,oapace di saldare efficienza e democrazia,unità nazionale e autonomia, giustizia so-ciale e ,libertà. La Costituzione ha detto chelo Stato democratico è fondato sulic: auto-nomie locali, ha dichiarato che non bastail sistema pa.rlamentare e non bastano nem-meno le rjforme economiche e sociali a ga-rantire la vita democratica di un Paesecome il nostro, 'ma è pur sempre neces<;a-ria un sistema articolato di autonomic chevada dai comuni attraverso le province, finoalle regioni ed ha pertanto elencato espres-samente le oompetenze delle Ivegioni ed ilnumero delle regioni i:stituite. Per questoStato democmtico quindi noi ci battiamoquando ci battiamo per l'autonomia, per ildecent,ramento, per l'ovdinamento regionale.

Detto ciò pare allora a me che in rife-rimento alle sue parole, onorevole Presi-dente del ConsigLio, dmanga da dire che,certo, contrapposizioni vi possono essere, cisavanno con la maggioranza governativa sequesta dovesse porsi nei confronti dei pro-blemi le delle questioni ahe sono

~

da risol-vere e da affrontare per le regioni su posi-zioni negative ed errate. Da parlte nostra

non siamo alla ricerca di contvapposizioni etutta l'intenzione ohe abbiamo è di poterinvece giungere ad una collaborazione. Iproblemi urgono, sono numerosi e com-plessi e siamo molto ,in ritardo, come pr,ÌJmadicevo; quando pensiamo ad essi dobbiamotener ben presente che sono problemi da ouidipende la sorte di una riforma, queLla re-gionale, che è l'espmssione caratteristica,precipua dell'intero ordinamento casti:tu-zionale 'Ì'taliano, il risultato di un secolodi storia nazionale.

Dicevo prima, onorevole Presidente, chenelle mozioni presentate sono indicati conchiarezza i problemi che occorre venganoda~ Governo con sollecitudine affrontati erisolti. Mi soffeJ111losu quattro di tali pro-blemi: attuazione della delega al Governo,di cui all'articolo 17 della legge 16 maggio1970, n. 281; regioni e programma econo-mico nazionale; poter-e di controllo da partedellle regioni sulle provinoe, comuni e suglialtri enti locali; personale necessario peril funzionamento delle regioni stesse. Sulprimo problema pare a me che quanto di-spone l'articolo 17 della legge n. 281 siaabbastanza chiaro; tuttav:ia vogHamo lricor-dare a noi stessi ~ e tutti debbono ~lcor-dare ~ che è pacifico che le regioni sonostate progettate, ad opera dell'Assembleacostituente, 'per fronteggiare la necessità diuna nuov:a dimensione territor:iale degli entipubblici, ossia di un nuovo Livello di sceltelegislative ed amministrative, indipendentida quelle statali ed a loro volta rispettosedeLle autonomie comunali e provinciali. Èohiaro pertanto ohe li decreti delegati chedovranno eS'se~e emanati in attuazione del-l'articolo 17 della legge di oui prima dicevodebbono essere la prima occasione per untrasferimento, il piùaJmpio possibile, difunzioni e di compiti daUo Stato alLe re~gionie agli enti ,locali. In tal ,senso sono sta-te fatte delle esperienze negative per quan-to riguarda le regioni a statuto speciale;esperienze che occorre .ricoJ1dare. Si è cioèritardato oh re misura il trasfel1imento del-le funzioni e degli uffici dallo Stato alle re-gioni e ciò sia per ,il disaccordo fra le partisia per lIe resi,stenze avute si da parte dellaburocrazia statale. Si tenga presente che v,i

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Senato della Repubblica V Legislatura~ 19353 ~

18 DICEMBRE 1970389a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- REsacaNTa STENaGRAFICa

sono regioni a statuto speciale alle quali laamminist,razione statale non ha ancora ce-duto i propri poteri su materie fondamen~tali: per esempio, se non erra, ,la pubblicaistruzione in Siailia e nel Trentino~Alto Adige.

Vi sono 'state poi soluzioni di oompro-messo fra Stato e regioni che hanno avutoconseguenze negative per tutti. Così è daricordare come COlsa deleteria quelila fasenel corso della quale il passaggio delle Jun-zioni e degli ufEici statali veniva fatto nongià per materia ma per Ministero. È facilecapire cosa è accaduto: le funzioni spettan-ti ad altri Ministeri nella medesima materiacontinuavano ad essere eSpllicate dallo Sta-to, condizionando così l'eserciz,io delle stes~se funzioni passate alle regioni.

A tale riguardo l'articolo 17 della leggen. 281 parla chiaro: «Il trasferimento dellefunzioni lstatali a!Ue regioni avverrà per set-tori organici di mateJ1ie e dovrà eflettuarsimediante il trasferimento degli uffici peri-ferici dello Stato ».

Il secondo problema sul quale intendosoffermare la mia attenzione è quello che èindicato, nella mozione che porta pure lamia firma, aJl punto 4). Abbiamo chiestoe chiediamoail Governo l'ilffipégno ad assi-curare una sistematica consultazione delleregioni in ordine alla preparazione del pro-gramma economico nazionale. Credo ,si pos-sa dire che il dibattito sulle regioni nellaprogrammazione è stato, durante molti an-ni, fra i più vivi in sede politica e fra i pIÙapprofonditi. Si può anche dilt'e che da taledibattito una cosa è risultata ohiara e cioèche nel contesto della programmazione eco-nomica nazionale le regioni, Ise già nonfossero state previste, bisognerebbe davveroinventarle.

L'istituzione delle regioni come enti do-tati di autonomia politica non è certo obiet-tivo incompatibile con una politica di pia-no. Le regioni non devono essere, non sa-ranno, come qualouno ha detto, l'anti,piano.Esse anzi dovranno essere un momento diaJrticolaz'ione necessaria della programma-zione economica nazionale e ciò sia nellafase ascendente di progettazione ed elabo-razione del piano, sia in quella discendentedi attuazione del piano stesso.

In questo senso la presenza delle regionisarà, i'O penso, la garanzia per una program-mazione economica eff,ettivamente democra~tica e sarà, aggiungo, la premessa di un ef-fettivo decentramento perchè neppure que-st'ultimo può essere ef1ettuato oggi soltan-to stralciando singole attribu~ioni o singo-le funzioni dalla competenza degai organicentrali e devolvendoli ad organi perifeJ1i-ci. Mi pare si possa dke e si debba ricono-scere che il momento che stiaJmo attraver-sando è caratteJ1izzato dalla volontà, pre-sente nelle forze politiche più ,responsahili(di Governo e di opposizione) di rilanciarela politica delle riforme e della program-mazione economica, dopo la crisi che talepolitica ha conosciuto negli ultimi anni. Mipare anche che si possa dire che tali forzepolitiche, seppure talvolta con grosse 'e gravicontraddizioni per tal une di esse ~ vedi adesempio la vicenda del « decretone » ~ van-

no prendendo gradualmente coscienza diquanto deve esseJ1e fatto e della via da se-guire per giunge:re, in concreto, ad un J1i-lancio di tale politica su basi nuove e piùavanzate. Ebbene, bisogna che si compren-da che le regioni rappresentano il fattoredecisivo di questo rinnovamento e bisognapertanto che il Governo ,Sii impegni a fareciò che noi chiediamo nella nostra mozione,tenendo presente quanto recentemeI,te rile-vava in un suo scritto ,il' senatore Morlino eClOe che il secondo programma nazionale,cioè quello 1971-75, dovrà, rispetto al pri-mo, caratterizzarsi prinoÌJpa1mente per ilfatto che contemporaneamente ad esso siattuerà pienamente ,l'ordinamento regionale.

Per quanto riguarda lil potere di control-lo da palrte delle regioni ,sulle province, co-muni ed altri enti looé\lli ~ questione chetocca, che investe completamente, anzi, laessenza stessa dell'autonomia localle ~ v'èsubito da ricordare un fatto preoccupante.In una circola,re datata 14 ottobt'e 1970 ilMinistro per l'attuazione delle regioni, se-natore Gatto, ha manifestato l'intendimen-to che J'inizio dei contmlli sugli enti ,loca~li da parte degli organi regionali previstidalla Costituzione debba essere differ.ito adepoca successiva sia all'approvazione in se-de parlamentare degli statuti delle regioni,

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Senato della Repubblica ~ 19854 ~ V Legislatura

389a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 18 DICEMBRE 1970

sia a non meglio individuati provvedimentigovernativi di trasferimento delle funzionidi controllo finora esercitate daLlo Stato edel personale statale ohe ad esso sarebbepreposto.

Contro questa ulteriore grav<e manovra~ così io la definisco ~ a danno dell'attua~

zione di uno dei più qualificantI poteri delleregioni e a danno delle autonomie localihanno preso unanime e feI1ma posizione ipresidenti delle regioni d'Italia, lo scorsomese d'ottobl'e, in un convegno tenutosi aFirenze, nel corso del quale hanno dichia~rato che essa «non trova alouna giustifì~cazione, nè <sul piano politico, nè sul pianotecnico~giuridico}) ed hanno ribadito, giu~stamente, che «le regioni debbono e pos~sono assumere ed esercitare i potel1i di con~11'0<1<10senza dilazioni, ai sensi della <legisla~zione vigente}).

So che su tale materia sono già stati av~viati, da parte del ministro Gatto, dei coUrO~qui con lIe regioni ~ col1oqui che peI1sonal~ ,mente considem molto opportunir ~ e nellaseduta del Senato dÌ! mercoledì ho appmso,dalla voce dello stesso Ministm, che si èad~divenuti alla nomina di due Commi'Sisioni: laprima per stabilire qualicontrolili le regio~ni possono eserci!tal'e attualmente e la secon~da per predi'sporre una nuova normativa.

Io chri~do al GovelinO che i col1oqui di cuiprimo ho detto, <su ta:1e questione, non sianotenuti una sola v01tae poi tutto teI1mrni etutto si chiuda; chiedo altr;esì che il <lavorodelle due Commissioni, al1e quali ha fatto dI-ferimento ,il mini<stro Gatto, si,a soLLecito ilpiù possibile essendo il problema dei con~troli1i di fondamentale importanza per :la vi~ta del1e regioni, dei comuni e delle pl'ovincee per una effettiva ,loro autonomia.

Mi rimane da dire qualcO'sa, onol'evole P<l'e~sidente, sull'ultiima deJlle questioni che ave~vo intenzione di trattare: quella riguardanteil persO'nale necessario per il funzionamentodelle regiO'ni. Mi è aocaduto l'eoentemente di<leggere sulla prima pagina di un importantequotidiano, che più di una volta in passatoha dato un suo contributo all'azione degli 'an~tiregionalisti, un articolo nel quale, dopoaver dcordato che lo Stato mO'na:rehico riuscìabbastanza bene nei primi anni <qell'unità ad

effettu3Ire per due volte n trasfeI1imento inmassa della pl'opria amministrazione centra~le nelila lunga marcia verso la capitrule e oioèda Torrno a Firenze, e poi da Firenze a Ro~ma, veniva pos1::a la seguente domanda: ,du~sdrà lo Stato repubblicano, O'm che l'ol1dina~mento <l'egionale sta prendendo corpo e fisdJO~nomia, ad <indurre r'ammini<Strazicone cent<ralea çompieI1e a ritroso, almeno par~ialmente,n cammino percorso oento anni addietro, ri~fluendo dal centro verso la perife:riia dellequindici nuove regioni? Io dico, onol1evolicolleghi, che bisogna <riuscirai, pel1chè non viè chi non v,eda che da ciò dicpende Ila pOSisi~bilità o meno di portal1e verso una soluzionepositiva l'espedenza di, decentramento politi~co~ammrnistrativo che con l'attuazione regio~naIe ci si <aocinge <acompiere.

Avrebbero ragione gli anti:mgilonaHsti e cer~to l'opinione pubblica tra:rrebbe amare con~clusioni se dovesse accadere che con unadoppia haI1datum burocratica domani fossi~ma costretti in Italia a fare i conti: <con quel~la cioè dello Stato centralizzato e centraliz~zatore che non ha jinteso smobilital'e, e conqueHa del nuovo isti,tuto regiconale, che ilmancato trasferimento del pensonale statalecostningesse di fatto, dopo attese non piùsopportaJbili, lad un suo l'eclut3Jmento ed auna sua assunzione di,retta di funzionari e dipersonale.

Ho letto la risposta che l'onorevole mi'ITi~stro Gatto ha dato nell'altro ramo del Parla~mento quakhe settimana fa aLl'onorevoleCaruso ohe gh aveva presentato una à!11<te~ro~gazione suMa questione del trasferimento al~1e ,regioni di personale stataIe. Sempre sutale questione ho letto una intervlista deUostesso Ministro ad un giol1nale romano e lascorsa--settimana, inoltre, ho ascoltato iatten~tamente la ,relazione e le cO'municazioni cheil minirstro Gatto ha fatto davanti atlla Com~missione parlamentare per ,le questioni re~gionali. Ebbene se dicessi che, letto ed ascol~tato tutto ciò, io <sia rimasto soddisfatto e chesoprattutto soddisfatte possano e debbanoessere le l'egioni, direi quallcosa di, non esat~to. Mi rendo conto che i,l passaggio del per~sO'nale statale allle regioni comporta. la solu~zione di delicati e complicati problemi dicool'dinamento e di organizzazÌiOne; oosì co~

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Senato della Repubbllca ~ 19855 ~ V Legislatura

389a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

me mi rendo conto che dehcati e seri rpI1Oble~mi per,sonali insorgeranno e si 'Pl'esente:mn-no per numerosi funzionari ed impiegat1i oraalle dipendenze dello Stato ed in serviziopresso gH uffici dell'amministrazione oen~trrule.

È proprio per queste ragioni che sa-rebbe stato neoessal'io da parte del Go-vermo e da parte del Minilstro un mag-giore impegno, una maggiore attenzione, unamigHore preparazio.ne: in passato. e ~ dilCia-

molo pure ~ anche om. So.prattutto sarebbestata neoessaria, sarà necessaria domani, lamassima energia del Governo. nei confrontidelle resistenze che si incontra:ssero (e pensosia facile prevedel'e fin d'ora che si incontre-l'anno) in certi ambienti minirsteriali, tm cer-ti alti dir,igenti della burocrazia ,statak.

Onorevo.le Presidente, mi rendo conto diaver parlato già a lungo, e pertanto conclu-do, anche se ahro ancora vi sarebbe ,da di,re,giaochè numero.si altri problemil, ohre a quel-li sui quali mi sono soffermato, attendono. di'essere affrontati e ,risolti per attuare l'ordina-mento regio.nale.

Ella, onorevole Presidente, ha giustamen~te ricol'dato al:l'inizio della seduta di ,ieri po-meriggio il ,lavoro svolto dal Senato in que~sti gio.rni intorno. ai problremi e :rulle questio-ni Degio.nali. È un lavoro che è oontinuato,che cont~nua oggi e l'auspicio no.stro, l'au-spicio di tutte le forze regio.nallÌ'st'e presentiIÌn quest'Aula è che valga, tale lavoro, è chevalga ta'le nostra opera a far sì che concre-tamente sIÌ o.ttenga quanto è chiesto nellamozione che porta pure la mlÌafirma e cioèla plÌena vitahtà, fin dall'inizio, deHie regionia statuto. ordinario, nel pieno rispetto deiprincìpi di autonomia e di decentramento ,fis-sati dalla Costituzione della nostra Repubbli-ca. (Applausi dall'estrema sinistra. Congra,tu~fazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a paDlareil senato.re Nencio.ni. Ne ha facoltà.

N E N C IO N I. lUustre P,residente, ono-revoli colleghi, prendo la parola sulle mozio- I

ni che sono state presentate in medito al t'ra-sferi:mento alle regioni delle funzioni di cuiall'articolo 117 della Cost1tuzione, aven-

18 DICEMBRE 1970

do ascoltato con attenzione il lungo in-tervento del senatore Pieraccini e quellodel senatore Signorello, che hanno fattouna ifievocazione in tono, vorrei dil'e, pateti-co, quasi di chi 'Chi,ede scusa aH'opinionepubblioa e ai oomponenti deUa comunità na-zionale di aver creduto ndl'istituto regionale.Infatti il senatore Signorello si è soffermatoa lungo sul pensiero di De Gasperi e di donSturzo, sul pensiero di Giustino Fortunato,quasi a voler rivendicare oggi, di fronte aduna situazione che mi rlimito a definire ab-norme, la validità del pensieroregiona,Hsta.

Oggi che le regioni vi sono, non debbonoesserci più i regionalisti e gli antilmgionaH~sti, cui si è riferito anche i,l'senaltore Bonaz-zio Ciò infatti non ha senso dal momento chequesto ordinamento oggi esiste. Tuttli i com~ponenti ,la comunità nazionale, i 'J:1esponsabilie gli unici rappresentanti ~ come ha ripe~

tuto ieri il Capo dello Stato, quasi 'in polemi-ca -~ della sovranità naz'ionale, i parlamen-tari, è assul'doche nella loro attività si divi-dano in regionalisti e antirE1giona:lislti. È as-surdo che si richiami anoora una volta labattaglia che è stata condotta dagli antiregio-nalisti e la si ritenga attuale anCDra oggi. Difronte alla profonda modilfica che è stata in-trodotta nell'architettura dello Stato., si trat-ta di trovare ila via per raggiungereg~i obiet-tivi della serena convivenza, del progl'eStso,in una parola gli obiettiivi dell' elevazione deltenore di vita deUa comunità nazronale edi cercare di attenuare, non per un malinte~so senso di moderatismo, ma per ripamregli errori che sono stati commessi, quel mo-vimento centrifugo che ormai è in moto eche fu sottolineato anche dal senatore Rui-ni, Presidente della Commissione dei 75, illquale ebbe a dire: « Oggi assistiamo ad un fe-nomeno inverso a quello del Risorgimento esembra anch'esso irresistibile. Non si trattasoltanto, come si diceva allora, di portare ~il

Governo alla porta degli amministrati con undecentramento burooratico e amministrativo,sulla cui necessità tutti oggi concoDdiamo;si tratta invece di pOJ:1regli amministra t,i nelgoverno di sè medesimi ». E dicendo questoponeva dei limiti, quei limiti che sono con-tenuti nell'articolo 117 de1la Costituzione eche oggi vengono forzati da forze centrifu~

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V LegislaturaSenato della R~pubblic'l ~ 19856 ~

389a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 18 DICEMBRE 1970

ghe che ~ntendono l'autonomia in senso to-tale, che intendono l'autonomia in senso diarbitrio nei confranti del potere centrale, che~ntendono fautanami:a antinomica loon l'esi-

,

stenza e la funziane del potere centinlile.Si tratta di completare questa rifarma ~

riforma che per ora ha avuto sOllo l'avvioaUraversa l'attuaziOlne della norma ,contenu~ta nell' artÌiCalo 17 deHalegge finanziaria re~gionale ~ di dare l'avvio al tms£erimentodeUe funzioni con ill metada pl'evisto, at-tuando però lo spirito della norma cantenu~ta nell'artioOllo 117 della Costituzione deUaRepubblica. Bisogna arrivare a questa madi~fica attenuando, quene spinte che già si sonop]1eannundatee che sano contenute negli sta-tuti ohe ill Padamento dav,rà fra breve esami-nare, approvare o vespingeve.

Non è unril.ievo di carattere polemiICo chevoglio fare; ma nessun interprete della Costi~tuzione, neanche un interprete che si fermi al

significato lettemJle delle nOl1me che riguar~dano questa rifarma e questaiistituto, puòconcepire la regione come un'entità paliticadistaccata dal corpo vivo della NaziOlne, qua~si fossimo di fronte ad un ordinamento fede~l'aIe, distaccata non solo dal controllo, maavulsa da ogni vincolo di dipendenza, di so-lidarietà pOllitica con il centro. La Costitu-zione della Repubblica ha stabilito in modoicastica, con una norma chiara, che non sof~fre cel'to, come ta;le, di interpretazioni piùa meno evolutive, che la riforma nan incidemiJnimamente sull'unità nazionale.

Nella ipatesi che negli statuti, come adesempio, queHo della Tascana, si preveda ohe,la regiane favorisce l'espansiane delle rela~ziorii economiche e culturali della Toscanacon l'estero, ritengo che si vada oltre la con~cezione della regione come ente territorialeamministrati,vo, dotato di autornamia nei li-miti previsti dalla Castituione.

Presidenza del Vice Presidente GATTO

(Segue NENCIONI). La regione in-fatti non può minimamente snaturare la suafunzione fino a intrattenere rdaziarri di ca-rattere economico con l'estero, cioè rapportidicarattel1e internazianale che prescindano,per la valutazione ed il coordinamento, dalloStato.

Non si tmtta di spezzare una lancia a fa~va re dello Stato accentratore; siamo oggi difronte ad una riforma che prevede una avga~nizzaziane articalata, decentrata. Il passag-gio delle funziani dall'ammilnistlrazione cen-tmle a questi nuovi organismi deve però av-veni,re nel.l'alveo della Castituzione e senzamarginali smagliature, come quelle che pur-trappo costdlano i vari statuti al nostroesame.

Si tratta di attuare l'articolo 17 deUa leg-ge finanziarila regionale che a sua volta si ri-chiama all'articalo 117 deHa Costituzione.Questo 17 ha sempre portato, neUa nostrastoria economka, un peso negativo; in ognilegge di politica economica, sembra fatale,

l'articolo 17 pone una situazione negativa;io faccio però l'auguriio, da questi banchi di'apposizione, che queste cOlnseguenze negati-ve non ci siano e che tutto si svolga nel mi~glioIie dei madi.

Onarevoli colleghi, la legge che dobbiamooggi attuare nan è però nata sotto, buonastella dal punto di vista del contenuto. In~fatti in questo chi,lometrico articolo 17 v'èuna norma ohe cancede al Govel'no della Re-pubblica la delegazione ad emanare, entro unbiennio dall'entrata in vigme della legge stes-sa, deoreti aventi valal'e di h;gge andinaria,per il passaggio organico ed artkolato dellefunziani dallo Stato alla regione.

OnorevOlle Presildente, questa norma con-trasta stranamente con le norme della Co-stiltuzione che dovrebbe attuare. Infatti perl'articolo 17 le regioni eseJ:1citana le propriefunzioni legislative secondo una singolareimpostazione: dopo un biennio dall'entnatain vigore della legge, anche se non sono stateemanate le leggi-quadro, ,le leggil.,comice o

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SenatO' della Repubblica ~ 19857 ~ V Legislatura

389a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- REsocaNTa STENaGRAFICa

!'inquadratura della legislazionereg10nale neiprincìpi che scaturiscono dall'ordinamentogiuridico positiva vigente, la regione puòesplicare la sua attività legilslativa.

Vi è un primo rilievo da tener presente Idaparte dell'opinione pubblica, sensibilissimaai limiti della legiislazione, e da piarte dei par-lamentari che ne sono responsabili e del-l'Esecutivo che è ill primo responsabile delcompito che il Parlamento gli ha affidato. Viè una situazione peI1lomeno curilasa che nODpossiamo non tener presente nel momento incui ci accingiamo all'attuazione dell'ordina-mento regionale. Le regioni esercitano le pro~prie funzioni legislative dopO' un biennilo dal-l'entrata in vigore della legge, anche se nonsona state emanate le leggi-coI1nice, con de~terminazione espressa dei prindpi. È oppar-tuna leggere la norma: «L'emanazione dinorme :legislative da parte delLe 'regioni, nel-le materie stabilit,e dall'artkalo 117 della Ca-stituzione, si svolge nei limiti dei principifondamentali quali risultano da leggii cheespressamente li stabiliscono per le singolematerie o quali si desumono dalle leggi vi-genti ».

« Le -regioni eserCÌitana » ~ continua l'ar-ticalo 17 ~ « la predetta funzionelegiislabva, ad emanazione avvenuta dei cor,rispan-denti decreti previsti dal prima comma del-l'articolo 17 della ,legge concernente provve~dimenti finanziad, dopa un biennio dail1'en~trata in vÌJgare della ,legge stessa ».

Secondo la valutazione dei Governi che ,sisana succeduti e secondo il parere autarevo-lissimo di quel comi,tato tecnico di studiapassato nella cronaca parlamentare con laindicazione del suo presidente, Carbone, sele leggi regilonali vengonO' emanate dopo lasaspensione per un biennio (disposta cannorma ordinaria) di una norma castituzio~na,le, ,rientrerebbero, secondo l'artioalo 17,nell'alveo della normaJlità castituzianale. Cioèse il Parlamento, per sua inerzia o peer unavalutazione di carattere politico, si asterràdall'emanare leggi-quadro, tutto rientrereb-be nell'alveo costituzianale. Ricardo l'inter~vento in quest'AuLa del senatare Marlino inproposito; ricordo discussioni alla televisionein materia, da parte dell'onorevole CiriacoDe Mita, che ponevano un singolare proble-

18 DICEMBRE 1970

ma al nastro esame e alla nastra valutazione;una soluziane contrastante can valutazianifatte anche daLl'attuale Presidente del Consi-glia circa l'esigenza delle leggi-cornice, leggi-quadro sulle singole materie. Si è sostenutoinfatti e si sostiene che la regione, come sca-turisce oggi, nel suo momento at,tuativa, nonsia nè possa essere ,più ,la regiane che ha oon-cepito la Costituente, ciaè che soaturisce dal-le norme della Costituzione della Repubbbca.Tale scelta ha lo scopo, senza alcun dubbio,di portare alla regione « aperta» per arriva-re ad una regione con esaspenata autanomiache si allinea più ad una oonoezione federa~!istica che ad una conceziane particO'lare vo~Iuta dalla nostra Costituzione; ad un'articola-zione cioè di carattere politico, giuridico, am-ministrativo. E se noi dovessimo concepire ~

e questo è un punto che veramente esige unachiarificazione ~ la regione come staccatacompletamente dalla mat,rioe Stato (questoodiata Stato centralizzato e detto centmiliz-la to per esaltare l'articalaziane regiJonale) e

dovessimo concepire l'attività legislativa del~le regioni nan sotto il profila costÌituzionaledi attività legislativa ripartita o ooncaI1rente,ma sotto il prafi,lo di ,attività legislativa aldi fuori delle leggi-quadro o delle leggkar-ak:e per le singole materie, onoreyole P,resi~dente del Consiglio, noi violeremmo la Car-la costituzianale in merito a prindpi irri-nunciabili, prindpi base che inciidonosulletanti di produzione legislativa. La ,legiSllazio~ne prevista dagli statuti (statuto è termineproprio per le J1egioni a statuto specilale) sidi1stingue tearicamente e praticamente in at-tività legisla6va primaria, attività ,legiSJlati~va secondaria o ripartilta o concorrente. Maper quanto conoerne ,le regioni a statuto or~dina,rio, per il combinato disposto dell'arti~colo 117 della Costituzione, dell'articolo 9,casì come è stato madificato, dellla legge del1953, n. 62 e della IX disposizione transi-toria della Costituzione stessa, la l,egislazlO-ne è concepibHe solo carne attività legis,lati-va di carattere ooncorrente o ripartita, nonprimaria perchè la primaria è propria, co-me eccezione (non come frattura costituzio~naIe) delle regiani a statuto speciale. Ma laregione a statuto oJ:1dinario giuridicamente(e il Parlamento deve rivendioa're a sè H ri~

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 19858 ~

18 DICEMBRE 1970389a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

spetto dil questa nOlrma e Ila COll'te costitruzio~naIe dovrebbe rivendicare attrave.rso la suaatti¥ità i,l rispetto geloso di questa no.rma)neHe singOlie materie nO'n può ohe esp['imereun'arttività legislativa concorrente. Nel oasoin esame cOon una legge ordinaria (ed leocol'articO'lo 17 con il suo co.ntenuto negativo)si prevede che non sia necessada nelle sin-gole mater;ieemettere delle nOlrme giuridi-che (che .classifichiamo came IIEjggirquadro).È sufficiente alternativamente, onal'evolePresidente del CO'nsiglia, i,1 richiamo sOllo aiprincìpi che Iscatur1scono daU'ordinamentogiuridico vigente senza altra speoHìaarzione,cioè i princìpi che scaturilscO'no da un'atti-vità di interpIietazione. È padficO' che la Co-stituzione O'ffre una d1versa cO'nceziO'ne. UilIl~terpretazioneestensiva, ,evo.lutiva è i\.1[llap-porto deU'artioo.lo 17 <che ha mo.dificato ,l'ar-ticolo 9 deLla legge Scelba del 1953, n. 62.La soluziO'ne è a:ggLavata dal fatto ohe, conuna no.rma oIidinada, anohe questa non ri-spettasa della Co.stituzione, si stabilisoe <che,trascarso il termine di due anni, l'attivitàlegislativa è libera al di fuori dell'interventoleg~slativo deLla Stato.

Pertanto, onorevole Presidente del Consi-glio, attraverso queste narme, aUl1aversoquesta fO'rzatura co.stituzionale !cOImepotestàlegisla6va della regiane a statuto. ol'dinarioche avrebbe dovuta esser,e nettamente de-gradata !rispetto alI PO'teJ:1e legi!slativo della!regiane a statutO' !spedale, si crea ,1nvece unpo.tere legislativa Hbero, doè squisitamenteprimario. e nOon ripartita o COnOOlliJ:ìente,se-cando :la canoezione costÌttuzionale. NO'n 'Sipuò prescindere dal riJspetto gelioso dellenorme cO'stituzionali che prevedO'na un'atti-vità legislativa concorrente o Idpartita per laJ:1egione o non prevedono,e quindi vietano,un'attività legislativa primaria che, ripetia-mo, è specifica delle regioni a statuto spe-ciale. Senza considerare che, prat]camente,attraverso una norma di carattere ordinario,e qui siamo nella patologia legislativa, e lodko in difesa delìla regione (nO'n sembri unassurdo nè un monstrum), si è sospesa qual-siasi PO'ssibiHtà di attività della Iregione finoal limite massimo di due anni. Dato che leregioni scaturiscono dalla matrice della Co-stituzione con tutte le loro attribuzioni, co-

me si può concepire che, attraverso una nor-ma ordinaria, si possa impedire a questi or-ganismi vivi ed operanti la potestà di legi-ferare?

Ci sembra che sia un assurdo ed è un as-surdo sospendere con una norma ordinariaper due anni ogni possibilità di potestà legi-slativa concreta. E se una regione, costitui-ta con il suo consiglio e con i suoi organi,inizia la sua attività legislativa, credete chelo Stato potrà opporre l'articolo 17, normaordinaria, quando l'esistenza della fonte diproduzione legislativa e quindi la potestà le-gislativa scaturisce chiaramente da una nor~ma costituzionale?

Ecco il problema che non può essere pre-termesso. Tale questione fu trattata anche daCrisafulli nelle sue lezioni di diritto costitu~zionale, in merito alle fonti di produzionelegislativa: «Non esiste propriamente la leg-ge regionale, ma esistono svariate categorieo sotto tipi di leggi regionali diversamenteregolati, per ciascuno dei quali deve porsi inmodo particolare e differenziato il problemadella collocazione nel sistema delle fonti. Ciòtenendo presente in generale che gli atti nor-mativi restano attribuiti ai soggetti ondepromanano, allo Stato, alle regioni, alle pro-vince, ai comuni, i quali conservano, anchea certi effetti, almeno il potere, sia pure nonesclusivo, di disporne.

Le norme che scaturiscono da questi attinormativi vengono riferite impersonalmen-te all'ordinamento nel quale vivono e alla cuievoluzione tutti variamente partecipano ». El'articolo 117 della Costituzione in modo chia-ro, senza possibilità di errori o di interpreta-zioni peregrine, prevede che solo un certotipo di tali atti, conformi a determinate re-gole precisate e precostituite, sia idoneo aprodurre norme costitutive dell'ordinamentodello Stato per dati ambiti di territorio o dimateria. Invece, con una legge ordinaria, siprevede la potestà legislativa delle regioni,cioè l'attribuzione di competenza legislativaalle regioni in determinate materie. Ma nellacollocazione delle fonti viene concepito unaltro tipo di « Rechtsquelle » che la Costitu-zione non ha previsto nè poteva prevedere,nella sua concezione di potestà legislativa re-gionale, per le regioni a statuto ordinario

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389a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 18 DICEMBRE 1970

di fronte alla diversa concezione di regione astatuto speciale.

In sintesi ~ e concludendo su questo pun-

to ~ mentre è concepita per la regione astatuto speciale la potestà legislativa prima-ria che scaturisce dalla matrice costituziona-le (statuto) per quanto riguarda invece laregione a statuto ordinario la potestà legisla-tiva non è prevista come primaria ma solocome concorrente e scaturisce non dalla ma-trice legge regionale-statuto ma scaturiscedalla matrice Costituzione della Repubblica,articoli 116, 117 e seguenti. Per questa ragio-ne dalla più autorevole dottrina è stato so-stenuto improprio il termine « statuto}} ri-ferito alle regioni a statuto ordinario.

Ecco perchè collocare un'altra fonte diproduzione legislativa sganciata da qualsia-si legge-quadro, sembra che sia un non senso,sembra che sia una frattura di carattere co-stituzionale. Ecco la ragione per cui noi ab-biamo sostenuto e sosteniamo, in questo mo-mento in cui si discute praticamente del pas-saggio dei poteri e della concreta incanala-zione dell'attività legislativa ed amministra-tiva delle regioni nella loro articolazione de-centrata e nella loro concezione di fonti diproduzione legislativa, che per le singole ma-terie il Parlamento debba assolutamente por-si il problema urgente, indifferibile di pre-sentare all'ordinamento giuridico vigente,per le singole materie, le leggi-quadro e nondebba assolutamente richiamarsi, come av-viene con l'articolo 17, a dei non meglio spe-cificati «princìpi fondamentali, quali risul-tano dalle leggi che espressamente li stabi-liscono o quali si desumono dalle leggi vi-genti ». Ma che cosa significa l'espressione:« si desumono dalle leggi vigenti»? La leggenon è una astrazione, la legge non è una ca-tegoria matematica; la legge semmai è unacategoria empirica, è un comando che si in-dividua attraverso un processo di interpre-tazione letterale, logica, evolutiva, se volete,ma ancorata ad una ipotesi reale.

Ora, se è vero, come è vero, che l'attivitàlegislativa è e deve essere solo concorrenteo ripartita, noi non possiamo concepire l'at-tività legislativa regionale svincolata da qual-siasi norma giuridica che serva da limite eriportarla solo ad un'attività logica di inter-

pretazione desumendo dalla legislazione sta-tuale vigente ~ le leggi vigenti, dice l'artico-lo 17 ~ questi princìpi di carattere genera-le, ma dobbiamo attenerci quanto meno allaprima parte della modifica dell'articolo 9 del-la legge 10 febbraio 1953, n. 62, cioè dobbia-mo restare nei limiti dei princìpi fondamen-tali, quali risultano dalle leggi che espressa-mente li stabiliscono.

Nè si può porre il problema che il Parla-mento venga meno a questo suo dovere, poi-chè il Parlamento è costituito da un perma-nente dialogo tra l'Assemblea e l'Esecutivo:e come attraverso questo dialogo si sonoposte in essere la legge elettorale e la leggefinanziaria, così sempre attraverso questodialogo verranno poste in essere le leggi-quadro.

D'altra parte, onorevoli colleghi, non è unaquestione solo di forma, ma anche di sostan-za. Infatti, la più autorevole dottrina ha sta-hilito, ,ed è certo pacifico, che « tra leggi re-gionali e leggi statali non vi ha vera e propriadivisione di competenza per materia, che an-zi sulla stessa materia devono concorrere fon-ti regionali e fonti statali in varie misure, se-condo il tipo e la specie di competenze regio-nali, queste ultime dettando ogni altra normadiversa dai princìpi ».

Ciò premesso è ovvio chè quando il sena-tore Morlino scivola d'ala sulle leggi-quadro,quando attraverso le polemiche di stampasi assume la realtà della regione aperta, sgan-ciata da qualsiasi limite che provenga dallavolontà dello Stato, quando parte della De-mocrazia cristiana, del partito di maggioran-za relativa, dà fiato alle trombe per una re-gione che sia quasi da concepirsi come unente federalistico, non solo tutto questo por-ta ad aggravare quelle conseguenze negativeche abbiamo indicato come derivanti daquesta riforma (che noi indicheremo semprecome sciagurata riforma anche se parteci-piamo al Governo delle regioni attraverso ilnostro apporto responsabile) ma evidenziaancora di più l'errore e la patente ed apertaviolazione delle norme costituzionali. Infat-ti la Costituzione, ripetiamo, concepisce laregione inserita nell'unità della Repubblica.Perciò è erroneo dire che siano passati ormaidal 1948 ventidue anni e che questi venti due

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anni non sono passati invano (cioè che sonomutate le condizioni previste dai costituenti,che sono mutate le condizioni obiettive), eche oggi la regione non può essere più quel-la concepita dalla Carta costituzionale madeve essere ben diversa, cioè adatta ai nuovicentri di poteri che si sono stabiliti, adatta al~le nuove situazioni; situazioni che non sonoben delineate, ben espresse. situazioni conce-pite soggettivamente, nella singola valutazio~ne, cioè nella valutazione personale di tutticoloro che agitano questo problema dellaregione aperta, della regione indipendenteche arriva persmo ai rapporti internazionali,della regione che concepisce un Governo po-litico di assemblea, della regione che respin-ge quasi un'attività di decentramento ammi-nistrativo per attrarre su di sè solo un pote-re di decentramento politico, decentramentodi potere, come risulta chiaramente dallostatuto della regione toscana che non ne famistero. Così si concepisce la regione che,lungi dal rappresentare un organismo che hail potere sotto il profilo amministrativo delGoverno della comunità regionale, rivendicail potere senza aggettivi, cioè esclusivamente,squisitamente politico, arrivando ~ ripeto ~

sino ai rapporti internazionali.Ecco contrapposte la concezione di quello

che non dovrebbe essere la regione e la con-cezione di quello che deve essere in armo~nia con le norme costituzionali. Noi nella no-stra attività abbiamo combattuto aperta~mente la riforma; l'abbiamo combattuta e,se rileggessimo oggi i nostri interventi inquest'Aula e nell'altra Aula del Parlamento,potremmo vedere che oggi si verificano quel-le condizioni, quelle situazioni che allora ave~vamo indicato. E non è per ricorrere al vietoheri dicebamus, che è sempre un luogo co-mune; ma veramente se la situazione oggifosse stata diversa, se l'avvio delle regionifosse avvenuto in un momento come la De-mocrazia cristiana, come il partito di mag-gioranza relativa, allora assoluta, auspicavaed ha rinviato per venti anni proprio (secon-do dichiarazioni che vanno da De Gasperi aGonella, a don Sturzo) per poterla attuarein un momento quanto meno di stabilità po-litica ed economica (perchè il fatto econo~mico non potrà certamente essere dimenti-

cato) allora l'avremmo compresa. Il momen-to è veramente grave. Nella celebrazione del-la giornata mondiale del risparmio, alla pre-senza del Ministro del tesoro, del Governa~tore della Banca d'Italia, si sono espressi,dal professor Giordano dell'Amore, concettiche meritano quanto meno, nel momento delpassaggio dei poteri, nel momento di attua-zione della potestà amministrativa e legisla-tiva delle regioni, seria meditazione.

« Nonostante gH sforzi compiuti dai !pub~blici poteri, soprattutto dopo il 1950, in con-fonmità agli obiettirvi contemplati dallo sche-ma Vanoni e sUlocessivamente dal primo pia-no quinquennale con la legge 27 luglio 1967,la feconda attività della Cassa per il Mezzo~giorno, altri molteplici rprovvedimenti delloStato e i massioci investimenti di innumere-voli imprese pubbliche e private hanno sen-sibilm(fnte migliorato le condizioni economi~che e sociali delle ~egioni meddionali e delleIsole. Ma i dilval'i che tali condizioni pl'esen~tavano rispetto al Nord si sono ~n comples-so molto accentuati ». E questa è lUna dolen-te nota che, per le ragioni che vi dirò, nonpuò essere dimenticata. «Un recente stu-dio del professor Tagliacarne ha imatti ac-certato, sul fondamento dei dati elaboratidall'Istituto centraLe di statistica, che dal1951 al 1969 la quota di ,reddito prodotto nelSud si è sensibilmente contratta scendendodal 24,50 aL 22,50 per cento del tO'tal,e nazio-nale. Anche il reddito, prodotto per perSonaoccupata è nel SUldinferiore di circa un ter-zo in confronto a quello del Centro~Nord. Losca1rto si è anzi aggravato tanto nel settoreagricolo quanto in quelli industriale e ter-ziario. Infine il reddito medio pro capitedel Mezzogiorno è di p'Ù'co superiore aMametà di quello del resto d'Italia ».

E concludeva su questo punto: «Gli squi-libri si s'Ù'nopoi agg:m~ati anche ndl'ambitodelle stesse regioni, in ,specie là dove l'urba-nesimo ha proceduto con nitmo 31oceleratoa spese delle campagne le quali in molti casisi sono impoverite non soltanto dal puntodi vista demogranco, ma anche rispeNo al-l"attività produttiva, al grado di oooupazio-ne e al reddito. Basti rÌCondrure che dal 1951al 1968 nella regione lomba,vda, a giusto ti-tolo considerata la più progredita d'Italia,

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Senato della Repubblica ~ 19861 ~ V Legislatura

389a SEDUTA (antirnerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

mentre la popolazione complessiva è aumen~tata del 23 per cento, quella di Milano 'si èaccresciuta del 42 per cento e nelle provin~oe di Mantava e di Cremona è diminuita dioltre il lO per cento. P'reaccl1'panti sintomi did~pressione si rilevano anche in ahre zone10mb arde, soprattutto nel bergamasco, nelbresciano e in Valtellina ».

Quello che è più grave, onorevoli colleghi,ed è molto più importante ai fini di una re~golamentazione dell'attività regionale chenan può nan tenere oanto di una disparitàendemica e can maltipHcatare ilJtegativa, inquesto caso, dell'aumento del reddito procapite, è che « rispetta ai depositi ,raocoltinelle varie regioni gli investimenti in locoraggiun.gono percentuali profondamente dis~simili. Esse sono naturalmente massime inquelle più prospere del Nord, mentre discen~dano ai limiti minimi in quelle economica~mente meno evolute. Basti ricordare che al30 aprile 1970 » ~ sono dati pertanto recen~

tissimi ~ « mentre il rapporto nazionale im~pieghi~de'Positi era del 67,41 ,per cento, inLombardia raggiungeva il 77,47 e nel Moli~se il 47,54. Come è ovvio queste disparità di,-pendono anche dai ri,sparmi 'relatilVamentepiù abbondanti che affluiscono nel Mezzo~giorno agli uffici postali, con le dannose con~seguenze economiche che ,sono state più vol~te denunciate ».

La conclusione di tutto questo, onorevolicolleghi ~ e ne hanno preso atto il GOlVer~

natore della Banca d'Italia e il Ministro deltesoro, presenti alla Giornata mondiale delrisparmio ~ è la seguente: « I pericoli chepuò presentare l'attuazione dell'ordilnamentoregianale nel:l'aspetto econamica sono mol<te~plki. T,ra l'altro, esso può comprometterel'efficacia della difesa monetaria e della lot~ta anticongiunturale, accentuando le disar~manie nella distribuzione territoriale dei red~diti, può contrastare una revisione genera~lizzata e permanente dei rapporti tra l'uomoe l'ambiente, impedi,re la valO'rizzazionedell'ag,ricohura nel mercato interno e inter~nazionale e soprattutto accentuare gli attua~li squilibri temitoria!1i nei ris,parmi e negliinvestimenti. Se le regiani fossera ooncepitecome fortilizi di resi,stenza di pUlr legi<ttimiinteressi locali e di oategarie, questi pericolida patenziali diventerebbera ,effettivi ».

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Eoco la ,ragione ~ e il motivo economilconon è certo l'ultimo ~ della necessità di ad~

divenire con :prudenza e con energia a con~tenere l'autonomia regionale nei limiti, benampi. vdluti dalla Costituzione; in secondoluogo, bisogna impedire qualsiasi smaglia~tura in questa senso; in terzo luogo, affer-manda che Ie rifarme di &truttura carnequella sanitaria, che si auspicano, possonoessere articolate attraverso una base it'egio~naIe, nan si deve dimenticare la ,situazionein cui si vengono a trovare le singale regio~ni, non regioni come il Piemonte, ,la Lombar~dia, la Ligurila e il Veneto, che pure hannozane di depressiane, ma regiani come il Mo~

',lise, la Calabria, la Sicilia, che veramente sitravano in una situazione di grave 'squili~bdo territariale.

Eoco quello <che dobbiamo tener presentenell'attuazione dell'ordinamento regionale.

I tecnici hanno I1ilevato ohe vi è ill fe~nomeno del moItiplkatore negati,vo, perchèil reddito pro capite o ia reddito complessi~va non aumenta, e questo in relazione nonsoltanto alla situazione di carattere generale,ma anche ana situazione specifica, per ,la ca~'renza dell'aumento dei depositi presso gliistituti di oredi:to locali, per Ila oarenza del~

l'uso della banca e degli uffici postalli, perla carenza di denara ciroolante, per la dis~soci azione ddla fonte di produzione dell'ed~dito <:LaUecentrali e dagli aggregati di utiliz~zazione del reddito stesso.

Onorevoli colleghi, ieri il senatore PieTalC~cini parlò trionfalisticamente dell'attuazionedi quest'ordinamento, <come pure il senatoreSignorello che è andato a resuscitare dalleloro tombe i De Gasperi e gli Sturw dellaprima man~era. Lasciamo da parte questa \let~tera tura e procedIamo con senso di resiPon~sabilità nel rispetto della Costituzione che haconcepito un determinato tipo di [regione:non la regione staccata dallo Stato, ma laregione come ente l'egato a questo tanto bi~strattato Stato definito polemicamente cen~tralistico, che non può essere canoell1ato dauna wralità politirca che diventerebbe unamisera cosa in mezzo a forze dilsgl'egatrid.

La necessaria unità è voluta e imposta dal~la Costituzione: non la regione libera e aJper~ta, ma la regione democraticamente costi-tuita, articolata, la regione fonte, mezzo e

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Senato della Repubblica ~ 19862 ~ V Legislatura

389a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 18 DICEMBRE 1970

strUlmento di aperto libero decent.ramentoamministrati'Vo, la regione fonte anche didecentramento Ipolitico, ma sempre neH'am~bito dell'interesse nazionale.

Non a caso la Costituzione nell'artko.loU6 ha ~nsi'stito che sia vietata qualsiasi sma~gliatura che cozzi contro l'inter~sse ddle al~tre regioni ma soprattutto contro l'interes~se nazionale. Boca l'esigenza, signori del Go.vema, che questo passaggio di poteri e difunzioni avvenga nell'ambito deMa Costituzio~ne; ecco, onorevoli colleghi, perchè questopassaggio di poteri e quest'attività legislati~va devono essere coronati dalle 1e;ggi~qu3ldroche siano l'alveo, il limite dell'attitvità 'regio~naIe. Non c'è nessuna indsione suJl,l'aUltono~mia della regione per due motivi: primo

peJ:1chè la regione non può pJ:1etendere Ulnaautonomia superiore a quella ooncepita daUaCostituzione, secondo perchè al di fuori deilimiti non vi potrebbe esseI'e che ,l'arhhrioe la ev,ersione. Grazie.

P RES I D E N T E. Rinvio il seguitodel dibattito allla seduta pomeridiana.

Il Senato tornerà a riunirsi in seduta ipub~blica oggi, alle ore 17, con lo stesso oI1dinedel giorno.

La seduta è tolta (ore 12,40).

Dott ALBERTO ALBERTI

DIrettore generale èell'UfuclO del resocontI parlamentati